VIVABOY
numero trentasei - novembre 2018 - copia in distribuzione gratuita
identità di genere: IL FUTURO È X? CHICCHE PER UN MATRIMONIO D’INVERNO MATRIMONIO/RELAZIONI: NON È AMORE ETERNO SE NON C’È “NOIA”! L’ITALIA CHE “ODIA” ON LINE “GLI ANNI AMARI”: Diventa un film la vita di Mario Mieli #uncovered
La Rocca di Rodengo
Nascosta nelle colline della Franciacorta, la Rocca di Rodengo sorge in un luogo dalle origini antichissime. Tra i vigneti e i boschi di querce sono stati rinvenuti oggetti risalenti all’Età del Ferro, a testimonianza della presenza dell’uomo già a quei tempi, altri invece dell’età romana: l’antica torre di avvistamento e la cisterna di cocci, costruzioni visibili ancora oggi che riportano la nostra immaginazione a epoche lontane. Dal ‘98 il ristorante la Rocca è una location esclusiva, dimora ideale per buffet, pranzi e cene di matrimonio. La splendida Villa, con facciata in stile gotico, domina la città dall’alto e gode di un panorama mozzafiato. Immersi nel verde, potrete gustare cibi raffinati che appartengono alla nostra cucina tradizionale, con attenzione ad ogni particolare per rendere questo giorno indimenticabile. Il tutto accompagnato da vini di prima qualità prodotti direttamente nell’azienda agricola della famiglia Mometti. La struttura dispone di una sala interna, che può ospitare fino a 200 persone, particolarmente indicata per accogliere i vostri invitati per il pranzo o la cena, e di una splendida veranda che si apre sull’ampio giardino, ambiente ideale per il taglio della torta nuziale e le danze. Non dimentichiamo l’altro giardino col gazebo, dove potrete gustare un delizioso aperitivo sorseggiando le bollicine della Franciacorta e ammirando il paesaggio. Per le cene più intime a vostra disposizione le tre salette, dove assaporare ancora il sapore antico della Villa. Ogni spazio è interamente riservato agli sposi e a disposizione per l’intera giornata.
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L'EDITORIALE
Il futuro è x?
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Da New York arriva la normativa destinata a stravolgere il concetto d'identità di genere, ma siamo certi che ciò contribuirà alla causa lgbt?
Direttore editoriale Calogero Urruso Direttore responsabile Salvatore Paglia Direzione commerciale Jean Paul Bianco Livio Chiametti Editrice Sedit sc - C.P. 70 Pont St. Martin (AO) grupposedit@gmail.com Stampa Tipografia Giglio-Tos Pubblicità Tel. +39 329.8622268 vivaboy@vivaboy.com cover Photo by Rafa Casares Model: Jesús De Lucca
Pubblicazione abbinata a Lui Guide Magazine Reg. Tribunale di Milano N.169 - 03/2000
L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire.
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ph. Alberto Bobbera
Con 41 voti a favore e 6 contrari i 48 membri del City Council (consiglio comunale cittadino) hanno deliberato la normativa che permette ai newyorkesi di cambiare il proprio genere sessuale sul certificato di nascita e sui documenti d’identità senza dover passare da un iter medico. La nuova legge, che entrerà in vigore dal gennaio 2019, permetterà di porre una X sulla casella inerente al sesso dell’individuo in totale autonomia. Con questa scelta la persona deciderà di non identificarsi come uomo o donna, bensì con un terzo genere sessuale: il “Gender X”. Tale possibilità, ad esempio, potrà essere esercitata sia dai novelli genitori - che al momento della nascita del figlio potranno decidere di non avvalersi della divisione binaria (maschio/ femmina) legata alla categoria sessuale del nascituro – sia a tutti gli adulti che ne faranno richiesta. Prima di avventurarci nelle nostre personali considerazioni, scopriamo nello specifico a chi si rivolge questa proposta e quali nuovi scenari, inevitabilmente, aprirà. continua a pag. 4
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CHICCHE PER UN MATRIMONIO D’INVERNO NON È AMORE ETERNO SE NON C’È “NOIA”! SLEEP WITH ME TONIGHT “gli anni amari”: il film sulla vita di mario mieli L’ITALIA CHE “ODIA” ON LINE #UNCOVERED
cisione è d’obbligo: gli intersessuali non vanno assolutamente confusi con le persone transgender. L’intersessualità non è un orientamento sessuale. Le persone intersessuali possono essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali… L’intersessualità non è un’identità di genere. Le persone intersessuali, come tutti, possono essere cisgender (a proprio agio con il genere a loro assegnato alla nascita) o transgender (avere un’identità di genere diversa da quella assegnata alla nascita). Questi infanti, circa 30milioni di bambini nel mondo (tra 0,5% e l’1,7%), agli occhi della legge non esistono. Purtroppo ancora oggi la mancanza di conoscenza crea e alimenta pregiudizi e prassi mediche superate e pericolose. A riguardo ci siamo informati e abbiamo scoperto che OII-Italia e Associazione Radicale Certi Diritti, con il sostegno di ILGAEurope e Astraea Lesbian Foundation For Justice, hanno dato vita ad un portale informativo, iosonointersex.it., in grado di dare un supporto, informazioni utili e risposte per conoscere e orientarsi sull’argomento. Visitando il sito citiamo quanto segue, siamo venuti a conoscenza che: nell’atto di nascita sono indicati (…) il sesso del bambino e il nome che gli viene dato ai sensi dell’articolo 35 il cui 1° comma impone “Il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso”. Per rispondere a quest’obbligo di legge, i medici potrebbero suggerire/ offrire ai genitori cure o interventi immediati, atti a modificare l’aspetto dei genitali esterni del bambino perché non sono considerati sufficientemente simili ai genitali considerati “normali”. Alcuni trattamenti medici sono necessari per il mantenimento della salute del bambino, ma la maggior parte di questi non si basa purtroppo su esigenze mediche, piuttosto su fattori sociali e cosmetici. Si tratta di trattamenti facoltativi, che il bambino ha il diritto di scegliere da solo quando sarà abbastanza grande da prendere quella decisione, anche perché purtroppo, le conseguenze di questi interventi possono essere disastrose, con ripercussioni fisiche e psicologiche con le quali la persona dovrà convivere per tutta la vita. Nascere e crescere intersex è sicuramente una condizione più delicata di altre, ma con l’aiuto e la consapevolezza di tutti, genitori, medici e istituzioni è possibile crescere e vivere sani e sereni (per saperne di più consultate anche il sito www.intersexesiste.com).
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ph. Karina Carvalho
Transgender: persone per cui sesso biologico e aspetto effettivo non corrispondono. È piuttosto noto che tali soggetti durante il loro percorso di riassegnazione di genere incontrano difficoltà, anche, con una serie di questioni burocratiche che richiedono l’identificazione sessuale. Proprio per questa ragione, con riferimento alle politiche dell’amministrazione Trump non proprio magnanime con la comunità Lgbt, lo schieramento trans ha accolto questa riforma a braccia aperte definendola una “Decisione storica in tempi di pericolo e d’incertezza sul fronte dei diritti dei transgender americani a livello nazionale”. Neonati intersessuali: nascono con caratteristiche sessuali (cromosomi, genitali, o struttura ormonale) che non appartengono strettamente alle categorie maschio o femmina o che appartengono ad entrambe. Una pre-
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“Genitori liberali”, abbiamo definito così scherzosamente tutti quei neo-genitori che desiderano assicurare al proprio erede l’opportunità di prendere autonomamente coscienza della propria identità sessuale una volta diventato maturo. Non dimentichiamoci dell’identità di genere, ossia, l’insieme di comportamenti atti a definire una persona appartenente al genere donna o uomo, in relazione anche al luogo, al periodo storico e alla percezione che ognuno ha di sé. Già, perché se fin da ora sono molte le persone che si definiscono, ad esempio, “gender fluid” (genere fluido), “agender” (asessuato), “genderqueer” (indeciso) e “gender non conforming” (non conforme alle classificazioni tradizionali del genere)… chissà quante altre distinzioni spunteranno fuori da qui a 20 anni!
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Arrivati a questo punto la domanda nasce spontanea: ma abbiamo realmente così tanto bisogno di essere “etichettati”? Non siamo mica dei prodotti da banco! Di questo passo la nostra carta d’identità potrebbe essere simile alle informazioni sugli ingredienti posta su una comunissima confezione di brioche. Ecco che sotto i connotati e contrassegni salienti del documento, oltre alle classiche voci, potrebbero comparire queste: Marco Rossi, 50% uomo (organi sessuali di media dimensioni, peluria nella norma, muscolatura mascolina…), 30% etero (attrazione verso il sesso opposto), 10% Lgbt (tollerante verso alcune categorie), 8% donna (spesso si dimentica quanto realmente vale), 2% travestito (durante le feste di carnevale sfoggia tacchi vertiginosi… resta un mistero sul come riesca a camminare su un tacco 12 così bene). Scherzi a parte ci domandiamo: a chi gioverà questa nuova classificazione? Proviamo, parlandone e cercando di non scatenare alcuna inutile polemica e nel rispetto di tutte le persone, a confrontarci sull’argomento. Pensiamo ad esempio alle persone che stanno compiendo il percorso legato al cambiamento di sesso. Ovviamente una volta concluso il “loro viaggio” questi uomini e queste donne desidereranno cambiare il loro stato di nascita con quello di appartenenza e non di certo con una X. Agli intersessuali? Questi ultimi da qualche tempo stanno uscendo allo scoperto rivendicando il loro status. Alle altre “divisioni “agender” (assessuali), “queer (queer =
ph. Fares Hamouche
questioning che, sostanzialmente, significa domandarsi. In questo caso, domandarsi di che tipo di sessualità sia una persona e lasciare la sua identità in sospeso)”… che per pace dei sensi sì uniranno in un’unica suddivisione X? Pensiamo proprio di no, visto che anche loro stanno chiedendo d’includere ogni tipo di sessualità nell’acronimo Lgbt (Lgbtqia), richiesta che però non mette d’accordo tutti i rami del movimento (in merito affronteremo la questione in uno dei prossimi appuntamenti). Allora a chi? La nostra “paura” è che tra qualche mese sui social circoleranno fotografie che immortaleranno persone con il fatidico documento ben in vista, ovviamente con il solo scopo di aggiudicarsi il numero maggiore di like. Peccato, a nostro avviso, che la questione e il succo del discorso siano di “altro genere”. Per noi il concetto è sempre uno ed è lo stesso da anni: a prescindere da con chi fai o non fai l’amore rimani sempre un uomo o una donna e le diverse sfumature che ti caratterizzano fanno di te una meravigliosa e unica persona. Il mettere nero su bianco la nascita del genere X è una classificazione che se da una parte potrebbe sembrare una vittoria, dall’altra è una sconfitta poiché non fa altro che aumentare il divario tra esseri umani già ampiamenti suddivisi in serie “A”, “B” “C”… (etero, gay, bisex…). Il genere X è di per sé una dichiarazione di non “conformità” che a nostro avviso altro non fa che porre l’accento su una “diversità”. Salvatore Paglia
ph. Alysa Bajenaru 6
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Chicche per un matrimonio d'inverno
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Brrrr… Se fino a qualche anno addietro sposarsi in inverno era considerata una scelta da “brivido”, e non solo per le temperature non proprio miti, oggi, grazie anche ad un nuovo modo e concetto di celebrare l’unione tra due persone, l’effetto pelle d’oca non sarà più causato dal freddo bensì dalle emozioni. Emozioni che gli invitati proveranno grazie alle tante peculiarità, le scelte e le sorprese che gli sposi hanno in serbo per i loro ospiti. Bando alle ciance, se anche voi avete sempre sognato di sposarvi nel bel mezzo di un gelido inverno, o l’idea neanche vi è lontanamente passata per la testa, quest’articolo fa al caso vostro: i più scettici avranno modo di ricredersi, mentre le coppie amanti degli scenari innevati potranno contare su alcuni interessanti spunti da adottare il giorno del loro fatidico sì.
per un matrimonio all’insegna dello “stile rilassato” il taglio del soprabito potrà virare verso rifiniture più sbarazzine e morbide, mentre in caso di nozze estrose via libera a capispalla particolari contraddistinti da forme insolite e minuzie eccentriche; senza strafare, ovviamente. Per lei. Una sposa che non vuole sentire freddo, ma allo stesso tempo cerca un capo in grado di stupire i propri ospiti, può puntare sulla mantella. Ripararsi dalle temperature rigide con stile mantenendo saldo lo scettro dell’eleganza non è mai stato così semplice! Le proposte degli stilisti in merito alla mantella sono diverse: da quelle lunghe che rubano la scena allo continua a pag. 10
ph. Heather Miller
strascico a quelle più corte tempestate di perline e di luccichii si passa rapidamente a quelle stile impero e a quelle che non hanno nulla da invidiare al mantello di qualsiasi sovrana, Regina delle Nevi compresa. Anche per le spose, comunque, la scelta del modello di mantella non può svincolare dal tema del matrimonio scelto. Per gli ospiti. Sarebbe carino, giusto per coinvolgere i vostri invitati, optare per un dress code legato all’inverno.
ph. Aaron Burden
Cominciamo dagli outfits Per lui. Cappotto sì, cappotto no? Cappotto sì! Ma tenendo ben presenti le regole imposte dal bon ton. Lo sposo può indossare il cappotto solamente prima di entrare in chiesa/comune, alla fine della cerimonia e lungo il tragitto che porta al luogo del ricevimento. Ovviamente il cappotto deve abbinarsi allo stile dell’abito scelto che a sua volta non deve fare a cazzotti con il mood dell’intero matrimonio. Detto ciò per i matrimoni classici consigliamo un doppiopetto lungo fino al ginocchio; 8
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ph. Aaron Burden
Villa Lorenzo
La cornice d’eccezione per i tuoi eventi Vicino a Milano, nel cuore della Brianza, puoi immergerti nella bellezza e nell’eleganza varcando la soglia di Villa Lorenzo pronta ad accoglierti tra le sue sale dallo stile neoclassico per farti vivere momenti incantati in un ambiente ricercato ed elegante, un gioiello circondato dal verde. Oltre 2 ettari di parco curato all’inglese circondano la villa e la rendono un luogo incantato dove vivere i momenti più emozionanti della tua vita. Una breve visita alla serra d’epoca realizzata a fine ottocento, uno scatto rubato sotto il faggio pendulo che crea una volta naturale o un abbraccio ai piedi di alberi secolari, come uno dei cedri del libano, sono solo alcuni dei dettagli che rendono Villa Lorenzo la cornice ideale per i tuoi eventi, e che creano ricordi talmente suggestivi da essere impossibili da dimenticare. Villa Lorenzo può essere utilizzata anche per la cerimonia civile e diventare un romantico scenario nel quale coronare ufficialmente i propri sogni d’amore.
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Villa Morotti Tel. +39 335.6046660 E-mail: marta@villamorotti.it www.villamorotti.it Villa Morotti
A 40 minuti da Milano, in un piccolo paese in provincia di Varese, sorge Villa Morotti, dimora settecentesca immersa in un parco secolare con giardino all’italiana. Location ideale per matrimoni ed eventi dal sapore raffinato e originale. ph. Simon Matzinger
Location? Grande quanto basta! Ma ricca di spazi ben suddivisi Rispetto ad un matrimonio celebrato nella bella stagione, dove gli spazi esterni e quelli interni lasciano libertà di movimento, il matrimonio invernale deve giocare il suo asso nella manica puntando su uno spazio che permette di non sentirsi chiusi come delle sardine sotto sale, ma allo stesso tempo in grado di ricreare un’atmosfera calda e intima capace di scaldare il cuore di tutti. Per questo motivo scegliete una location ricca di vetrate che oltre a dare l’illusione di maggior ampiezza, permette di lanciare lo sguardo tra gli alberi e i prati innevati; inoltre il contrasto freddo all’esterno e caldo all’interno donerà agli invitati una sensazione di tepore molto piacevole. Non dimenticatevi dei più freddolosi allestendo una zona relax magari vicino ad un camino acceso dove i morbidi cuscini e le calde coperte, oltre ad essere elementi decorativi e di arredo a tutti gli effetti, allieteranno i vostri ospiti. Suddividete gli spazi disponendo zone di degustazioni sperse qua e là in modo da creare punti di conversazioni e di aggregazione diversi. Qualche esempio? Viste le temperature esterne i più golosi difficilmente rinunceranno ad una tazza fumante di cioccolato caldo, magari variegata al peperoncino, alla cannella o ai frutti di bosco. Non da meno gli spazi riservati al tè, magari accompagnati da dolci pastafrolle o sfiziosi tramezzini e la zona dedicata al vin brûlé preparato con vino rosso, zucchero e spezie aromatiche. Ancora in sordina nel Belpaese è l’area riservata ai brodi. sì avete letto bene: ai brodi. È un’idea assolutamente originale che da noi non ha ancora preso piede, ma che in alcuni Paesi dove il freddo si fa sentire è in auge da moltissimo tempo. Qualche anno addietro siamo stati invitati da una nostra coppia di amici al loro matrimonio e proprio in quell’occasione abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e apprezzare quest’usanza. Inutile dirvi che i brodi erano buonissimi! Tornati in Italia, purtroppo, non c’è più capitato di imbatterci in una di queste postazioni. Non sono da meno le aree svago come il “photo booth”, un angolo per le foto corredato di parrucche, di oc-
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Al Pelledoca puoi organizzare il classico pranzo o cena, ma puoi anche uscire dai soliti schemi e creare il “tuo” matrimonio unico ed originale. Puoi scegliere tra le nostre proposte; tra pranzo a buffet o servito, un party pomeridiano con buffet, la cena all’americana, un aperitivo e a seguire la cena servita. Pelledoca Music & Restaurtant, è un ristorante discoteca immerso nel parco Forlanini a pochi passi dal centro di Milano con ampio parcheggio adiacente.
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te il classico momento delle foto e/o durante il vostro primo ballo. P.S. Forse per qualcuno questa precisazione potrebbe essere superflua, ma giacché quando si parla di matrimonio i particolari più ovvi sono quelli meno esaminati, vi suggeriamo di verificare che nella chiesa/sala/comune dove pronuncerete il vostro sì e nella location prescelta sia presente, ma soprattutto funzionante, un impianto di riscaldamento adeguato.
atmosfere Cromatiche fiorite
ph. Irina Kostenich
chiali e altri accessori a disposizione di tutti; il ritrattista che si occupa di immortalare i momenti salienti della cerimonia o di raffigurare gli ospiti attraverso simpatiche caricature; la zona delle scatole dei giochi di società dedicate ai grandi e ai piccini… E a fine serata, quando i meno festaioli sono già a nanna e gli amici più “easy” e cari proprio non ne vogliono sapere di andare a casa? Tutti fuori a giocare a palle di neve!
Allestimenti: L'IMPORTANZA DEI dettagli Inverno fa rima con festività, occhio però a non esagerare con le decorazioni perché il risultato finale potrebbe essere più incline ad una “Festa di Natale” e poco affine ad un matrimonio. Il segreto è di non esagerare con gli allestimenti natalizi e scegliere elementi decorativi provenienti dalla flora come pigne, rami, legno, bacche, frutta secca, castagne, piante di cotone, arance, rametti di cannella, melagrana… Altre protagoniste sono le candele da utilizzare come punti luce nelle zone più ombreggiate e come centrotavola. Un consiglio? Optate per lumi di diverse lunghezze e larghezze abbinate a lucine e lanterne geometriche di varie dimensioni capaci di ricreare un gradevole “effetto movimento”; ok anche a supporti ed elementi in vetro che con la trasparenza che li contraddistinguono ornano senza appesantire. Non dimenticatevi di aggiungere qua e là quel tocco vintage in grado di sgelare l’ambiente donando all’animo quel famoso tuffo nel passato che accende inevitabilmente i ricordi. Per chi ama lo sfavillio consigliamo dettagli in cristallo, strass e paillette che riflettono la luce e offrono un effetto scintillante che cattura lo sguardo. Qualunque sia la vostra scelta non sovraccaricate l’ambiente e non optate per molti stili differenti altrimenti più che proporre un effetto piacevole, ricreerete un ambiente artefatto e kitsch. Ci tenete a stupire i vostri ospiti con un effetto a sorpresa davvero unico? Allora vi rammentiamo di prendere in considerazione la possibilità di noleggiare una macchina da neve artificiale da mettere in moto duran-
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Gli abbinamenti cromatici adatti per un matrimonio invernale sono molto intensi e carichi di charme, prima però di passare alle combinazioni cromatiche è bene scegliere se puntare su colori freddi come il bianco, l’indaco e il blu o sui colori caldi e dorati come il rosso o l’oro. Detto questo c’è solo l’imbarazzo della scelta: bianco, avorio, oro, rosso, verde, marrone, argento, viola, blu… attenzione, solo, ad abbinarli in maniera armoniosa in modo da ricreare l’atmosfera che desiderate. A proposito di atmosfera i fiori e le piante hanno il potere di dare vita a qualsiasi angolo della tavola e della location. Gli anemoni, voluminosi e bellissimi, sono perfetti per decorare e impreziosire zone importanti. Gli amaryllis hanno tutte le caratteristiche dei fiori tropicali: corolle a tromba, steli lunghi, foglie alle basi, ma non sono fiori esotici. Non hanno bisogno di presentazioni i tulipani, assolutamente incantevoli nella loro magnifica semplicità. Continuiamo con i ranuncoli che hanno la caratteristica di avere petali traslucidi dall’effetto quasi ghiacciato e variano colorazione di specie in specie. Che dire degli ellebori, chiamati anche rose di Natale? Si distinguono per le loro grandi corolle e il fogliame sempreverde. Chiudiamo con il gelsomino invernale, chiamato anche gelsomino di San Giuseppe, che si differenzia dalla classica pianta primaverile per i suoi piccoli fiori gialli che esplodono in tutta la loro vivacità durante i mesi più freddi. Inutile dirvi che per un effetto wow è opportuno scegliere fiori dalle diverse dimensioni puntando sulle sfumature cromatiche vicine tra loro e se gradito prediligendo un solo elemento a contrasto. continua a pag. 14
ph. Andrea Windolph
Via Onofrio di Paolo, 13 Monterappoli Castelfiorentino (FI) Mob. 335 6428644 relaispugliano@gmail.com www.relaispugliano.it Ubicato in posizione panoramica dominante (nel comprensorio del Chianti) immerso nella natura e nel silenzio, il Relais Pugliano è location raffinata per un matrimonio da sogno nonche’ meta ideale per una vacanza rilassante e rigenerante.
I vigneti e la campagna che circondano il Relais garantiscono un’atmosfera difficilmente replicabile, così come i romantici tramonti sulla campagna toscana, che si armonizzano perfettamente con l’eleganza e l’esclusivita’ degli alloggi. All’interno del Relais l’Azienda Agricola Pugliano produttrice di vini di alta qualità - Sangiovese, Merlot, Cabernet, Sauvignon, Malvasia Bianca e Vermentino - con metodo biologico (certificata da Suolo e Salute dal 2010).
Piscina esterna in pietra brasiliana e centro benessere ad utilizzo esclusivo degli ospiti del Relais. L’ubicazione strategica della struttura, permette di raggiungere facilmente Firenze, San Gimignano, Pisa e Siena. VIVABOY 13
ph. Caroline Hernandez
compagnamento ai secondi sformatini di verdure, purè e crema di castagne sono sì scelte classiche, ma sempre ben gradite. Che il vostro menù sia a base di pesce o di carne poco importa, ciò che è fondamentale è che tutte le portate siano servite caldissime. Chiudiamo con la frutta di stagione come i cachi, gli agrumi, la melagrana, la frutta secca… e i dessert fragranti e raffinati accompagnati da deliziose creme. Ma come chiudiamo (vi starete chiedendo)? E la torta nuziale? Tranquilli non ce ne eravamo dimenticati… è che per tutto l’articolo vi abbiamo parlato di come mantenere “caldo” l’ambiente e di servire portate bollenti che adesso proprio non sappiamo come dirvi che come leccornia finale abbiamo scelto una Naked wedding cake.
ph. Zoltan Tasi
...E musica sia! Nulla scalda l’ambiente come la musica e in merito tutto dipende da voi: siete più classici o meno convenzionali? Volete far ballare tutti o preferite la musica di sottofondo? Pianoforte, arpa e violino o un’animazione ritmata?
Adesso si mangia! Il menù è una voce importantissima che cambia dalle diverse tradizioni regionali. Detto questo, però, diteci come si fa a dire di no a dei fumanti ravioli in brodo, colorati e appetitosi risotti all’onda, rustiche paste fatte in casa, formaggi e salumi stagionati…? E questo è solo l’inizio! Complice il freddo, saranno pochi quelli che faranno i conti con le calorie, quindi via libera a piatti più elaborati e ben caldi senza però strafare con i condimenti. Cacciagione e selvaggina sono nettamente preferibili a portate a base di pesce proprio per via delle temperature più rigide, ma davanti ad una zuppa di pesce fumante la scelta è ardua. Rimanendo sul tema “mare”, come prima portata, le crespelle ripiene di rana pescatrice, salmone o pesce spada di certo delizieranno anche i palati dei più scettici, mentre come ac-
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ph. Lanty
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La Colombaia E.Vento - La Colombaia è una maestosa villa toscana, circondata da un grande parco esterno, di circa 20 ettari, con giardino all’italiana e sequoie secolari, perfetto per un aperitivo d’autore! I principali spazi interni sono caratterizzati da: - La Cantina un ampio locale dalle antiche ed enormi botti di rovere antico, cornice suggestiva per inaugurare il ricevimento con un antipasto dai toni country-chic. - Il Salone, un ambiente luminoso e accogliente ottenuto dalla sapiente ristrutturazione del vecchio granaio, che può ospitare fino a 250 persone.
Matrimonio/relazioni:
non è amore eterno se non c'è noia!
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ph. Daiga Ellaby
Inutile negarlo: il propagarsi di internet e delle nuove tecnologie ci ha indirettamente “educato” ad avere e volere tutto velocemente e alla portata di un click. Con l’avvento dei social nella vita di tutti i giorni, poi, in noi si è albergato il “bisogno” continuo di like. La ricerca di un “mi piace” in più ci ha spinti a vivere e condividere momenti di eccitazione e di sensazioni forti spingendoci in un turbine di iperattività. Questo “bisogno”, subdolamente, si è anche innestato all’interno della sfera dei sentimenti. Proprio per questo motivo ci e vi domandiamo: ma è davvero possibile e fattibile portare avanti nel tempo una relazione fatta di soli slanci di passione, di folli viaggi e continui colpi di scena da postare? Certo che no! Allora, perché questa maniera frenetica, ossessiva e compulsiva di vivere e di sfruttare ogni attimo al 100% si è riflessa anche nella vita di coppia e ha creato un’illusione basata sull’indispensabilità di campare un rapporto a due perennemente alimentato da continue “cose da fare e da far vedere”? Attenzione, con questo non vi stiamo dicendo che è sbagliato, ad esempio, condividere esperienze diverse in coppia come andare alla scoperta di una cultura nuova e lontana dalla nostra, sperimentare un giochino piccante sotto le lenzuola o provare il brivido di uno sport estremo… tutt’altro: siamo d’accordo con chi ritiene che tali esperienze fortifichino il rapporto, ma allo stesso tempo non possiamo redimerci nell’affermare che è molto facile stare insieme quando ci si diverte e si esce dall’ordinario quotidiano. La quotidianità, per la maggior parte delle coppie, non fa rima con interminabili week end o continue esperienze d’eccitazione come buttarsi da un dirupo con il bungee jumping, ma piuttosto va a braccetto con fare la fila al supermercato e fare il bucato tornati dal lavoro. 16 VIVABOY
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Ecco che ciò che fa davvero la differenza, in un vero e solido rapporto, sono i momenti “noiosi”. Ad affermarlo è Mark Manson, scrittore e autore di “The Subtle Art of Not Giving a F**k”, che ad un’intervista all’Indipendent chiarisce come la cosa meno ovvia, come la noia, sia invece il segreto per assicurarsi una relazione stabile e longeva nel tempo. Il signor Menson non è l’unico a pensarla così Claude Habib - professoressa di Letteratura francese del Settecento alla Nuova Sorbona Paris III - nel suo nuovo saggio, “Il gusto della vita insieme, ” dichiara: “Vivere in coppia significa essere capaci di annoiarsi insieme”. Prima di proseguire è indispensabile tradurre il termine noia all’interno di un rapporto. Innegabilmente fare in coppia le pulizie di casa è più noioso che partire all’improvviso per un viaggio. e che stirare i pantaloni del proprio amato mentre lui/lei è alle prese con il cambio stagionale dell’armadio è di certo meno frizzante che trascorrere insieme un giro in mongolfiera. Attenzione a non confondere la noia, quella distruttiva, con la zona comfort dell’amore: le differenze tra le due voci sono abissali. In che cosa si distinguono i due aspetti? In molte sfaccettature, di seguito ve ne elenchiamo alcune. Se vi capita di crogiolarvi sul divano insieme alla vostra metà senza far nulla o più semplicemente siete sdraiati sul letto quando potreste essere a cena con i vostri amici, state vivendo una relazione sana. Se,
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invece, quando siete insieme a lui/lei la sua compagnia vi stufa e vorreste essere da un’altra parte e/o ogni pretesto è buono per far affiorare una lite, allora la noia è un vero campanello d’allarme. Usare il litigio come antidoto anti noia non porta a nulla di buono, anche perché la situazione potrebbe sfuggirvi di mano; ancor peggio è utilizzare il contrasto come unico meccanismo di dialogo per imporsi perché in certi momenti si dicono e fanno cose che la maggior parte dei casi hanno l’unico scopo di ferire il più profondamente possibile l’altra persona. L’intento? Difficile decifrarlo, gli esperti sostengono che, strano a credersi, alcuni soggetti inseguono il contatto verbale violento perché sono ancora innamorate del proprio partner e attraverso i forti contrasti vogliono far provare al partner un disagio simile a quello che loro sentono. Lo scopo? Cercar di far capir all’altro il proprio dolore, provocando altro male. Se pur sbagliando nei modi queste persone, in molti casi, aspirano a tener in piedi la storia, peccato che gettando altra benzina sul fuoco non fanno altro che alimentare la fiamma dell’astio. C’è poi chi si gioca la carta dello sfinimento e si comporta così perché rincorre la goccia in grado di far traboccare il vaso. In entrambi i casi si cerca e provoca una reazione. Il rimedio? Il dialogo continuo, onesto, sincero e non accusatorio: “Sto male per questo…”, “Perché sei arrivato a…”, “Come possiamo risolvere questo…”, “ Mi piace a letto quando mi tocchi lì/fai questo…”, “ I miei sentimenti sono cambiati, oggi sono questi…”. I litigi di coppia, per essere sani, devono avere solo un obiettivo: legarvi ancora di più, ecco perché sono molti i sostenitori, noi compresi, del proverbio popolare che recita: “L’amore non è bello se non è litigarello”, 20 VIVABOY
con ciò non dobbiamo dimenticarci che uno dei momenti più importanti in una coppia è la fase di perdono e a quest’ultima si arriva solo con il dialogo; in egual misura non dobbiamo scordarci che anche attraverso il bisticcio s’impara a conoscere la persona che ci sta a fianco. Ci sono diversi modi di ottenere o di concedere il perdono, tra i più mitizzati - dal cinema, dalla letteratura e dall’arte in generale - c’è il sesso. Detto questo è pur vero che per fare pace occorrerebbe concedersi un po’ di sesso, ma per far sesso servirebbe un po’ di pace, altrimenti il rischio è di non affrontare il nocciolo del problema e di conseguenza rimandarlo ad una prossima volta e chissà con quale risultato. Ma non solo: così facendo, alla lunga, si rischia di trasformare i momenti d’intimità in una “merce di scambio” e parallelamente si osa innescare una contesa con l’unico scopo di arrivare ad avere rapporti. Utilizzare, invece, il sesso come strumento di dialogo è di certo la mossa migliore, della serie: bisticciamo, cominciamo a parlare, poi finiamo a letto e nel frattempo conversiamo e quando abbiamo trovato una soluzione ci ”lasciamo completamente andare”… E dopo? Si finisce nuovamente sotto le lenzuola, ma questa volta a farci tante coccole o perché no, ricominciando a fare l’amore. “Tutto il resto - come cantava Franco Califano - è noia”. Insomma c’è lite e lite, come c’è noia e noia, e classificare volta per volta nel giusto modo come e perché questi aspetti si presentano è il criterio migliore per fortificare un’unione. Volete mettervi alla prova? Questo fine settimana trascorretelo interamente con la vostra metà del cuore senza fare nulla di che… semplicemente cucinando, pranzando davanti alla televisione, leggendo un buon libro insieme, parlando di voi… Niente sesso, niente pisolini, niente internet/social, parole d’ordine sono coccole, grattini, condivisione di se stessi e ordinaria amministrazione della casa. Lo scopo di quest’esperimento? 1) Recuperare/rafforzare il concetto d’intimità; 2) rendersi conto che “da soli” ci si basta e che non occorre chissà cosa per essere felici in due; 3) rammentare che la relazione non può basarsi su un susseguirsi di avventure e che la vera avventura è lì, ora e adesso.
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GLI ANNI amari Diventa un film la vita di Mario Mieli: scrittore, tra i primi attivisti italiani gay, performer, provocatore, ma soprattutto pensatore e innovatore
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5 aprile 1972: al Casinò di Sanremo si teneva il 1° Congresso internazionale di Sessuologia del CIS, Centro Italiano di Sessuologia, sul tema “Comportamenti devianti della sessualità umana” (in programma dal 5 all’8 aprile). Quel giorno la conferenza prevedeva una sezione sull’eziologia dell’omosessualità ed un’intera mattinata dedicata alle terapie, soprattutto psicologiche e psichiatriche, volte a debellarla. Lo stesso giorno fuori dall’edificio 40 persone appartenenti alla comunità Lgbt diedero vita alla prima manifestazione pubblica in Italia contro l’omofobia. Alla protesta parteciparono una quarantina di persone appartenenti alle associazioni omosessuali aderenti: il Front homosexuel d’action révolutionnaire francese, il Movement Homosexuel d’Action Révolutionnaire belga, i Gay Liberation Front britannico, l’Internationale Homosexuelle Révolutionnaire ed il neo-costituito Fuori! (F.U.O.R.I. acronimo di Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, la prima associazione nazionale di gay e lesbiche in Italia). Tra il gruppo di attivisti c’era un giovane che si contraddistingueva dagli altri per la sua accentuata verve e perché in testa indossava un foulard. Questo ragazzo 32 VIVABOY
altro non era che Mario Mieli, giovane rampollo di una famiglia borghese ed ebrea che senza mezzi termini si è battuto coraggiosamente per i diritti della comunità gay contro l’indifferenza totale del sistema politico e la ristrettezza sociale/mentale di quegli anni. A quest’importante figura della comunità Lgbt italiana il regista Andrea Adriatico dedica il film “Gli anni amari”. La pellicola, scritta da Grazia Verasani (autrice di “Quo vadis, baby?”), Andrea Adriatico e Stefano Casi, ripercorre la vita e i luoghi di Mario Mieli, intellettuale, attivista, scrittore e artista di grande rilievo nell’Italia degli anni Settanta, tra i fondatori del movimento omosessuale nostrano. “Gli anni amari” ricuce alcuni momenti della vita personale e pubblica di Mario Mieli e ne segue i passi a partire dall’adolescenza durante gli anni in cui l’omosessualità era sinonimo di disturbo mentale. Il film ripercorre gli anni vissuti da Mario al liceo classico Giuseppe Parini di Milano; la gioventù e la vita notturna nella “Fossa dei Leoni” al parco Sempione e nei locali gay milanesi; il viaggio a Londra e l’incontro fondamentale con l’attivismo inglese del Gay Liberation Front; il ritorno in patria e la fondazione del “Fuori!”- e dei “Collettivi Omosessuali Milanesi”; la pubblicazione del saggio Elementi di critica omosessuale; la popolarità mediatica, ma anche le turbe mentali di un ragazzo – fragile, ma allo stesso tempo coraggioso e determinato - perennemente in lotta contro la discriminazione. In merito al progetto il regista afferma: “Non è il semplice racconto ardimentoso di una stagione di lotta per i diritti LGBT, c’è lo sguardo su un ragazzo insofferente all’omologazione, sia quella – come avrebbe detto lui – “eteronormativa”, sia quella di un movimento omosessuale che dopo i primi atti rivoluzionari cercava forme di normalizzazione”. e aggiunge: “il film attraversa un’epoca, di quei vitali, difficili, creativi, dolorosi e rimossi anni ’70, ma anche la rievocazione di un necessario movimento per i diritti, come quello omosessuale, che doveva inventare forme nuove per farsi
milanese (12 marzo del 1983) dopo un lungo periodo di depressione e un’esistenza trascorsa a lottare per far valere i diritti della comunità Lgbt accanto a Corrado Levi (architetto, docente, artista), Ivan Cattaneo (cantante), Piero Fassoni (pittore) Franco Buffoni (poeta e traduttore), Angelo Pezzana (fondatore del primo movimento omosessuale italiano, il “Fuori!”), Fernanda Pivano (scrittrice e traduttrice), Milo De Angelis (poeta), Andrea Valcarenghi (fondatore della rivista “Re Nudo”), Francesco Siniscalchi (massone che denunciò Licio Gelli e la P2). Tra tanti compagni di avventure e di sventure nella vita di Mario c’è spazio anche per un’intensa e sofferta storia d’amore con il giovanissimo Umberto Pasti, futuro scrittore e botanico, e i perenni conflitti con il papà Walter e la madre Liderica. Tra i motivi del suo gesto estremo s’ipotizzano, oltre le motivazioni ideologiche e psicologiche, l’ostruzionismo che il padre, influente industriale milanese, aveva fatto per impedire la pubblicazione della sua ultima opera: “Il risveglio dei faraoni.” A lui è dedicato il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli sorto a Roma nello stesso anno della morte che ancora oggi, con successo, si occupa della rivendicazione e della tutela dei diritti civili delle persone LGBT, della lotta contro l’AIDS e promuove attività culturali e di socializzazione.
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riconoscere. Ed è soprattutto il ritratto di un ragazzo la cui genialità, la cui libertà interiore e la cui gioia di vivere erano troppo intense per il mondo che lo circondava. Gli anni amari è tutto questo, o almeno cerca di esserlo”. Inoltre la pellicola racchiude un decennio contraddistinto dalla contestazione politica e sociale, l’emancipazione femminile e sessuale, le droghe psichedeliche, la musica dei Led Zeppelin e dei Queen; l’urlo di un’intera generazione che fa sentire la propria voce nelle strade e sui giornali e le rivendicazioni di neri, donne e omosessuali. Ma anche gli anni di piombo, l’uccisione di Pier Paolo Pasolini e di Francesco Lorusso, il sequestro di Aldo Moro… ed è proprio in questo periodo che la storia si muove, si annoda e si snoda attraverso le vicende di uno dei leader più carismatici del movimento omosessuale italiano. Mario Mieli fu il primo ideologo consapevole del movimento omosessuale/transgender italiano, il ragazzo riteneva che “ogni persona è potenzialmente transessuale” se non fosse condizionata, fin dall’infanzia, da un certo tipo d’insegnamento imposto dalla società che Mieli definiva “educastrazione” che costringe a considerare l’eterosessualità come “normalità” e tutto il resto come perversione. Il suo pensiero non passò di certo inosservato e ciò che inizialmente era nata come la sua tesi di laurea in filosofia morale, diventa, nel 1977, un vero e proprio testo pubblicato da Einaudi. Il volume, qualche anno dopo è tradotto in spagnolo e in inglese, mentre nel 2002 e nel 2017 è ripubblicato in Italia da Feltrinelli. In merito alla sua opera Mario scrisse: “Spero che la lettura di questo libro favorisca la liberazione del desiderio gay presso coloro che lo reprimono e aiuti quegli omosessuali manifesti, che sono ancora schiavi del sentimento di colpevolezza indotto dalla persecuzione sociale, a liberarsi della falsa colpa”. Ed è forse per questa “falsa colpa” tanto combattuta che l’attivista si tolse la vita a 31 anni nella sua casa
GLI ANNI AMARI
Regia di Andrea Adriatico Prodotto da L’Altra Cinemare con Rai Cinema - in collaborazione con Pavarotti International 23 srl, Emilia-Romagna Film Commission e Apulia Film Commission, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema. Scritto da Grazia Verasani (“Quo vadis, baby?”), Andrea Adriatico e Stefano Casi. Nel cast Sandra Ceccarelli, Antonio Catania, Lorenzo Balducci, Davide Merlini, Francesco Martino, Tobia De Angelis, Giovanni Cordì e il debutto di Nicola Di Benedetto nel ruolo di Mario. Luoghi riprese: Milano, Bologna, Sanremo, Lecce, Londra. VIVABOY 33
L'ITALIA CHE ODIA ON LINE Che cos'è la Mappa dell'intolleranza e la "legge" causa ed effetto che smuove l'Hate Speech
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Vox – Osservatorio Italiano sui diritti - per il terzo anno consecutivo ha stillato la Mappa dell’intolleranza: una radiografia sull’Italia che misura lo “Hate Speech,” l’odio on line. Il concetto di “hate speech” - espressione utilizzata dalle organizzazioni internazionali - fa riferimento ad uno specifico modello di comunicazione caratterizzato da parole, da espressioni o da elementi non verbali che hanno come scopo non solo di esprimere e di diffondere l’odio, la violenza e l’intolleranza, ma di esortare al pregiudizio e alla paura verso un soggetto o un gruppo di persone appartenenti ad una determinata etnia, ad uno specifico orientamento sessuale, ad una particolare disabilità o a un definito credo religioso. “280 caratteri contenuti in un tweet e l’anonimato della rete consentono che un atteggiamento individuale si diffonda e sia condiviso da un numero infinito di utenti” spiega Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, professore ordinario presso la facoltà di Medicina e Psicologia Sapienza Università di Roma. “Il bersaglio dell’offesa (verso donne, omosessuali, immigrati, islamici, ebrei e disabili) è quasi sempre il corpo: disprezzato nella sua sessualità e nel suo genere, ridicolizzato o umiliato attraverso la deformazione, la mutilazione, la mortificazione, verbalmente aggredito o persino stuprato. Si tratta di una scarica primitiva, evacuata su gruppi che culturalmente rappresentano ciò che è considerato debole, diverso e/o inferiore”. Il processo che ha portato Vox a stilare la Mappa dell’intolleranza è frutto di un lavoro di squadra sud34 VIVABOY
diviso in compartimenti che ha visto protagonisti ben 6.544.637 tweet, rispetto ai 2.659.879 tweet analizzati dalla Mappa anno 2. La prima fase del lavoro, seguita dal dipartimento di Diritto Pubblico italiano e sovranazionale dell’Università degli Studi di Milano, ha interessato l’intera sfera dei diritti (identificazione/ mancato rispetto). Il secondo stadio, condotto dal dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma, si è concentrato sull’elaborazione e la contestualizzazione dei termini sensibili. Il terzo gradino si è occupato della Mappatura dei tweet grazie ad un software ideato dal Dipartimento d’Informatica dell’Università di Bari. Per concludere, i dati raccolti sono stati studiati ed elaborati da un punto di vista psico-sociale dal team della Sapienza. Il periodo esaminato è stato diviso in due parti: il primo ciclo fa attinenza all’anno 2017 e prende in rapporto i mesi tra maggio e novembre, il secondo, invece, ha tenuto in considerazione i mesi da marzo a maggio 2018. In un equilibrio che tiene in considerazioni elementi che si basano su susseguirsi di cause ed effetti è emerso che: 1) Causa = approvazione della legge Cirinnà/dichiarazioni pubbliche di personaggi famosi nei confronti di persone gay; effetto = diminuzioni di tweet contro la comunità Lgbt, (dai 35.000 registrati nel 2016, si è passati ai 22.000 nel periodo 2017/ 2018). 2) Causa = fenomeni di antisemitismo agiti in tutta Europa; effetto = aumento dei tweet contro gli ebrei, (6.700 nel 2016 a 15.400 nel 2017/2018.) 3) Causa = immigrazione, periodi successivi agli sbarchi; effetto = aumento dei tweet contro i migranti (38.000 nel 2016, 73.390 nel 2017/ 2018). 4) Causa = terrorismo; effetto=aumento dei tweet contro i musulmani (22.435 del 2016, ai 64.934 registrati nel 2017/ 2018). 5) Nel 2017 si registra l’aumento dei tweet contro le persone con disabilità, ma nel 2018 la tendenza s’inverte. 6) Causa = Misoginia; effetto = violenza sulle donne dai 284.634 tweet negativi registrati nel 2016, ai 326.040 del periodo 2017/ 2018. Si tratta di un aumento “contenuto”, a fronte di quello verificatosi per altre categorie,
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InfluencerS a quattro zampe I loro account sono sommersi da migliaia di follower e i video che li immortalano sono in grado di conquistare decine di like al minuto di chi stiamo parlando? Degli animali più famosi del web che con il loro successo, è proprio il caso di dirlo, “fanno un baffo” a molti bipedi. Scopriamo chi sono... Grumpy è tra i gatti più noti del web e sfoggia con molta disinvoltura una pagina Facebook da quasi 8 milioni di fan, un account su Instagram da 2,5 milioni di follower e un canale YouTube perennemente aggiornato. Grumpy, oltre ad essere il volto di una delle più note marche di cibo per felini, decanta anche sponsorizzazioni da capogiro. Doug è un carlino che con il suo primo video ha conquistato 20 milioni di visualizzazioni in poco meno di 24 ore. Sulla sua pagina Facebook
ostenta più di 7 milioni di like e su Instagram, con i suoi quasi 2 milioni di follower, è tra i cani più seguiti. Il successo di Doug non finisce qui, il cane possiede un canale YouTube riservato, una serie di pubblicazioni cartacee, una linea di merchandising e un profilo Twitter di tutto rispetto. L’avventura web di Nala Cat inizia nel 2012 e oggi con oltre 3 milioni follower è tra i gatti, se non il gatto, più famoso di Instagram. Ovviamente Nala ha anche una pagina Facebook altrettanto cliccata, un sito web dove sponsorizza una linea interamente dedicata ai suoi simili e sul piccolo e grande schermo ha preso parte a molte campagne pubblicitarie e apparizioni cinematografiche. Boo è un cucciolo di razza pomeriana e la scalata al web l’ha intrapresa nel 2009 quando i suoi padroncini gli hanno aperto una pagina Facebook che narra le sue gesta. Ad oggi il tenero quadrupede vanta 20 milioni di like e 50 mila follower. Pur non essendo tra i cani su Instagram più famosi, Bob è il testimonial ufficiale del gruppo Virgin America e di Amazon.
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ma resta il dato inquietante che assegna alle donne il podio di categoria più colpita dagli haters (persone che dietro nickname sporcano le discussioni con i loro commenti basati sull’ odio e la violenza) via twitter. Come abbiamo notato gli elementi di causa e d’effetto sono strettamente legati tra loro e in base ad un determinato avvenimento provocano diverse risposte. In merito Marilisa D’Amico, costituzionalista, co-fondatrice di Vox, prof. ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano, afferma: “Due anni fa, a fine febbraio 2016, si accendeva il dibattito conclusivo intorno al progetto di legge Cirinnà. Fu un vero e proprio scontro ideologico: i termini aggressivi del dibattito parlamentare si riflettevano e si moltiplicavano sui social network, diffondendo e potenziando odio e intolleranza. Ma oggi, i dati della Mappa dell’Intolleranza anno 3 mostrano con forza come l’approvazione della legge Cirinnà, sia stata una conquista storica non solo sul piano della garanzia dei diritti sostanziali delle coppie dello stesso sesso, ma anche sul piano culturale e sociale. I passi avanti a livello politico e normativo per la tutela dei diritti si sono tradotti in una svolta culturale che mira al raggiungimento di una democrazia realmente inclusiva e paritaria”. Dello stesso parere è Silvia Brena, giornalista e cofondatrice di Vox che soffermandosi sul dato inerente all’emigrazione ha DICHIARATO che: “Conoscersi promuove l’integrazione! Dalla ricerca è emerso un dato che deve farci riflettere: tweet intolleranti diminuiscono, dove è più alta la concentrazione di migranti, dimostrando quindi una correlazione inversa tra presenza sul territorio e insorgere di fenomeni di odio”. Infine attraverso l’analisi comparata dei picchi di tweet negativi con i fatti di cronaca lo studio condotto dalla Mappa ha potuto evidenziare i seguenti punti: L’estremismo on line può corrispondere prima o dopo a forme di estremismo off line. La concentrazione e la localizzazione di atteggiamenti intolleranti varia in funzione di eventi locali, nazionali e internazionali. L’importanza dei media come influencer e diffusori di una certa tipologia di atteggiamenti, nel trattare notizie ad essi collegati. A proposito di Twitter qualcuno potrebbe domandarsi: perché è stato utilizzato questo social network visto che non è quello maggiormente usato?
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Semplicemente per via delle sue caratteristiche: A) La possibilità di re-twittare dà l’idea di una comunità virtuale continuamente in relazione. B) L’hashtag offre una buona sintesi del sentimento provato dall’utente. C) La possibilità di geolocalizzazione del messaggio. Queste tre specifiche, ai fini della ricerca, rispondono positivamente ai requisiti in grado di creare una Mappa piuttosto dettagliata. Arrivati a questo punto, vediamo come si legge quest’ultima. L’intensità del colore rosso sulla Mappa termografica rivela il livello d’intolleranza rispetto ad una particolare dimensione in quella zona. In sostanza più è di un rosso vivo l’area marchiata, maggiore è l’intolleranza che si respira in quelle terre; di logica conseguenza minore è l’intensità, inferiore è il dato negativo. Concludiamo con una riflessione. L’odio on line è in crescita in tutto il mondo e sfrutta il web appellandosi alla libertà d’espressione (art.10 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo), ma rifiuta il divieto di discriminazione (art.14 della stessa Convenzione); per questo motivo sarebbe opportuno fissare dei paletti in grado di delimitare dove termina la libertà di espressione e dove comincia il reato d’incitamento all’odio. Ciò che servirebbe è un’educazione digitale che abbia gli strumenti necessari per affrontare questa piaga sociale. La conoscenza, il sapere e l’informazione corretta di certo sono utilissimi strumenti in grado di dare alle persone un’immagine più centrale dell’aspetto in questione, purtroppo però queste nozioni sono sempre meno fruibili o maneggiate da alcuni in modo da dare un concetto distorto dell’insieme. Nessuno, poi, tiene in considerazione il buon senso, strumento che la società umana ha smesso di utilizzare per chissà quale strana ragione. Centreranno per caso i famigerati cinque minuti di notorietà tanto bramati dalla “generazione like”? Probabilmente sì, ma i danni permanenti che colpiscono la vittima si moltiplicano in breve tempo dando origine ad una spirale incontrollata di messaggi d’odio che non si limitano solo - per modo di dire - a quelli, ma che a loro volta danno origine ad una serie di comportamenti e violenze assolutamente inqualificabili. Silvia Trepago
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In quei “momenti” luci accese, soffuse o buio totale? Senza ombra di dubbio preferisco la luce soffusa perché, oltre a creare una sorta di giochi di ombre e di vedo o non vedo, aggiunge all’insieme un tocco di mistero. La tua parte del corpo più sensibile è …? La schiena! Adoro farmela massaggiare. Sotto i vestiti? Ovviamente la biancheria intima, rigorosamente di color bianco. Raccontaci la tua ultima pazzia… Ho fatto l’amore in un luogo pubblico, nello specifico nei bagni di un club balneare molto vicini ad una piscina affollata di gente.
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#uncovered Ti piacciono i preliminari? Sì, perché aiutano la coppia a scoprirsi lentamente, a conoscersi e a viversi più intensamente il momento. Che cosa trovi particolarmente stuzzicante? Guardarmi e osservare l’altra metà della coppia riflessa nello specchio mentre “giochiamo”. Che importanza dai all’intimità tra due persone? È un aspetto molto importante e credo che in ogni relazione sia indispensabile essere completamente sinceri sia nella vita di tutti i giorni, sia sotto le coperte. La complicità è la migliore alleata dell’amore. C’è sesso senza amore? E l’amore senza il sesso? Sesso e amore si rincorrono da anni: talvolta quando è disponibile l’uno non lo è l’altro, altre volte, invece, i due aspetti sono perfettamente allineati, ma è sempre uno dei due a dettare le condizioni in un rapporto.
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