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numero quarantuno - luglio/agosto 2019 - copia in distribuzione gratuita
MILANO LOVES YOU PRIDE: FOTO-REPORTAGES RAINBOW Dress code: Quando gli sposi decidono come devi vestirti MATRIMONIO: PARTECIPAZIONE E INVITO NON SONO LA STESSA COSA! Tiziano Ferro: “Ho sposato Victor!” ESTATE A NIZZA. LA CITTà DELLA BELLE EPOQUE
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L'EDITORIALE
"Milano Loves You"
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www.vivaboy.com | e-mail: vivaboy@vivaboy.com facebook.com/vivaboyguide Direttore editoriale Calogero Urruso Direttore responsabile Salvatore Paglia Direzione commerciale Jean Paul Bianco Livio Chiametti Editrice Sedit sc - C.P. 70 Pont St. Martin (AO) grupposedit@gmail.com Stampa Tipografia Giglio-Tos Pubblicità Tel. +39 329.8622268 vivaboy@vivaboy.com cover Photo by Fabrizio Cavallaro Model: Spataro Daniele
Pubblicazione abbinata a Lui Guide Magazine Reg. Tribunale di Milano N.169 - 03/2000
L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire.
Nel 2020 la città meneghina ospiterà l’International Gay & Lesbian Travel Association; ecco perché ci auguriamo che sia un’opportunità in grado di cambiare, di rivoluzionare e di aprire nuovi scenari per la comunità Lgbt+ nostrana e per il mercato turistico italiano
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La comunità Lgbt+ italiana è in fervore, poiché a maggio del 2020 lo Stivale d’Europa ospiterà la 37a edizione della convention annuale di IGLTA (International Gay & Lesbian Travel Association). Al motto “Milano Loves You”, la città meneghina si prepara ad accogliere l’universo Lgbt+ con centinaia di tour operator, di giornalisti e d’influencer provenienti dal tutto il mondo. Questa è una vetrina importantissima per l’italia e per Milano, che avrà la possibilità di esprimere le sue enormi e strabilianti potenzialità turistiche; allo stesso modo la città potrà divulgare il suo messaggio d’inclusione e d’integrazione e dimostrare che questi ultimi sono valori in cui crede. A tale scopo la metropoli sta lavorando da molto tempo al progetto dei pari diritti. diversi sono i successi che nel corso degli anni sono stati raggiunti con grande fatica e che, oggi, sono diventati il fiore all’occhiello della comunità Lgbt+ italiana. ne sono un esempio il quartiere friendly di Porta Venezia, la nascita di oltre 25 associazioni di settore, la creazione del Mix - il Festival del Cinema LGBTQ+ che da 33 anni porta in scena i migliori film gay, lesbici, trans e queer - e il registro delle Unioni Civili. continua a pag. 4
SOMMARIO LUGLIO/AGOSTO 2019 pag. 06
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pride 2019: foto reportages rainbow Quando gli sposi decidono come devi vestirti PARTECIPAZIONE E INVITO NON SONO LA STESSA COSA! ESTATE A NIZZA. LA CITTà DELLA BELLE EPOQUE
L’identikit del turista Lgbt+
ph. Belinda Fewings
Ultimo, ma non ultimo, il Pride, che anno dopo anno raccoglie un numero crescente di fedelissimi (quest’anno sono stati stimati oltre 300 mila partecipanti). Bandiera rainbow in mano, scopriamo le parti interessate in causa e come, incrociando le dita, interagiranno insieme.
La concorrenza sbaragliata e il passaggio di consegna
Particolarmente impegnativo è il confronto legato al passaggio d’eredità, poiché ad allungarci il testimone dell’IGLTA è New York. Inutile dirvi che in campo di diritti Lgbt+, e non solo, la Grande Mela è dieci passi più avanti di noi e considerando il boom ottenuto con l’edizione che si è appena conclusa, già sappiamo che per replicare questo successo le varie istituzioni nostrane e la politica devono cooperare insieme senza calpestarsi inutilmente le scarpe. Considerando, poi, che Milano ha avuto la meglio su Parigi, Bruxelles, Londra e una serie di capitali asiatiche, siamo certi che l’ex concorrenza non si limiterà solo a guardare o a battere le mani. Milano e l’Italia hanno molti assi nella manica, ma questa volta devono giocarseli al meglio e dimostrare il loro valore all’interno del compartimento turistico mondiale.
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Conoscere o perlomeno avere un ritratto generale sulle esigenze e le caratteristiche del viaggiatore Lgbt+, potrebbe aiutarci ad aver più chiaro una visuale del turista medio e tracciare le sue peculiarità e le sue esigenze. A tal proposito ci viene incontro una recentissima ricerca effettuata da Sonders&Beach ed Eurisko che ha analizzato il profilo del turista gay stabilendo che quest’uomo o questa donna: 1) Ha un reddito superiore rispetto alla media, quindi aggiungiamo noi - dovrebbe avere una capacità d’acquisto superiore ed essere meno incline a fare economia qualora gli venisse offerto ciò che cerca o gli fossero presentate delle interessanti proposte. 2) Una formazione scolastica universitaria (39% contro il 13% della media italiana); di conseguenza presupponiamo noi che abbia un modo di relazionarsi attento e sia cosciente e preparato su come vuole spendere i suoi soldi e sul valore delle offerte. 3) Il 29% ricopre posizioni lavorative manageriali; di logica immaginiamo noi che dovrebbe essere abituato ad un certo standard qualitativo e conoscere le variabili. 4) È un opinion leader capace di lanciare nuove tendenze; riteniamo noi, perciò, che sia preparato su un determinato (o più) settore e che con la sua influenza, basata anche sulle sue conoscenze ed esperienze, sia in grado di spostare e di modificare alcune correnti di pensiero. Tenendo a credito questi dati e considerando che viviamo in un’epoca social dove la condivisione e i post sono veicoli d’informazioni immediate e dirette - capaci di decretare il successo o la sventura di qualsiasi cosa/ persona/evento - la situazione non lascia molto margine d’errore.
L’Italia è la meta turistica più desiderata, ma...
La stessa ricerca rammenta che l’Italia nella classifica delle mete più desiderate si colloca alla prima posizione, ma effettivamente si piazza al quinto posto nella graduatoria delle mete effettivamente scelte poiché è considerata poco gay friendly e con meno servizi dedicati rispetto ad altre destinazioni europee. Interrogarsi sul perché di questo dato è semplice: il nostro Paese non ha mai investito sul turismo Lgbt+ e quindi l’estenuante braccio di ferro che ci ha portato ad ospitare il prossimo appuntamento IGLTA è un fondamentale punto di partenza che segnerà l’evolversi o meno di questo mercato. Ecco che con quest’opportunità il capoluogo lombardo deve dimostrare di essere all’altezza delle altre metropoli cosmopolite comprovando il suo animo avanguardista e sociale. La moda, il buon cibo, la storia, l’architettura, i paesaggi mozzafiato… sono sì delle vere teste d’ariete in grado di far breccia nel cuore di molti vacanzieri, ma contro la stupidità del preconcetto e dell’omofobia non possono far nulla. Se da una parte il sud deve ampliare maggiormente i suoi orizzonti e lavorare sull’abbattimento di alcuni pre-
è contraddistinto da un forte connotato culturale, che costituisce una sfida a fare dell’Italia una meta turistica al di là di ogni barriera rappresentata dalle differenti visioni dell’individuo e della società”. Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ribadito: “Milano non farà nessun passo indietro sul tema dei diritti civili, semmai saranno solo passi avanti; la società civile sta cambiando proprio in riferimento alle tematiche Lgbt+, mi sento di ribadire il nostro impegno e la nostra partecipazione all’affermazione di diritti che sono per noi, senza distinzione, diritti di TUTTI“. L’assessore al Turismo Roberta Guaineri ha spiegato: “La Convention Iglta è importante per il business ma anche dal punto di vista dei diritti umani e la collaborazione tra istituzioni e privati è fondamentale per promuovere l’accoglienza senza discriminazioni. Lavoriamo affinché Milano sia accogliente ovunque per tutti e sappia anche rispondere a differenti tipologie di cittadino viaggiatore”. ALESSANDRO Cecchi Paone afferma: “IGTLA è uno strumento per garantire integrazione e convivenza pacifica ma anche uno straordinario volano economico. La categoria Lgbt+ viaggia, spende ed è trend-setter”.
ph. Max Bohme
concetti, dall’altra parte il nord deve dimostrare di poter competere con le altre città internazionali comprovando la sua leadership e la sua crescita. La sfida è ardua, ma non impossibile. L’Italia deve dimostrare di possedere un animo gay frienldy reale ed incisivo, poiché solo in questo modo potrà imporsi sul mercato del turismo arcobaleno. In termini economici questa fetta di mercato vanta, a livello globale, 211 miliardi di dollari e vede almeno 35 milioni di potenziali turisti gay pronti a visitare il Bel Paese (stime in crescita, secondo lo studio LGBT2030, qualora l’Italia dimostrasse la volontà di abbattere ogni forma di pregiudizio). In merito le istituzioni e la politica potrebbero far molto: non dimentichiamoci che è nell’interesse generale appoggiare un comportamento e una mentalità basata sull’integrazione e il rispetto delle diversità, poiché queste peculiarità sono alla base di un Paese in crescita capace, se non altro, di non annegare in un bicchiere d’acqua, e, in egual misura, fanno parte del profilo di uno stato e di una comunità in grado di stimolare, di stimolarsi e di crescere.
Juan Julià, presidente del cda di Iglta, ha DICHIARATO: “Alcune delle precedenti città ospitanti sono presenti nel mercato Lgbt+ da molto tempo, ma abbiamo voluto anche premiare le destinazioni che hanno fatto progressi negli ultimi anni. Otto città al di fuori degli Stati Uniti hanno presentato l’offerta per ospitare la convention nel 2020 e Milano è arrivata al primo posto Milano è un centro all’avanguardia per la vita Lgbt+ in Italia, con colorati eventi di gay pride che attraggono 200mila partecipanti ogni anno e circa 20 associazioni, tra cui una filiale di Aitgl, l’associazione italiana del turismo gay e lesbian. Abbiamo anche assistito ai progressi dell’Italia per quanto riguarda i diritti negli ultimi anni, in particolare l’approvazione nel 2016 di una legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso”. Salvatore Paglia
La parola a chi ha spinto la candidatura di Milano
Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo enit (l’Agenzia nazionale del turismo), ha dichiarato: “Il turismo Lgbt+ non riveste importanza solo in termini economici, bensì
ph. Massimo Rinaldi VIVABOY
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drini a Galan ph. Sofi
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La prima volta fu rivolta www.milanopride.it
ph. Alice
Redaelli
300 mila + noi, ecco che cosa ricorderemo
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Si sono spenti i riflettori sul Pride 2019 e a bocce ferme possiamo sicuramente affermare che quest’edizione è tra le più riuscite. Abbiamo partecipato ad una tre giorni ricca di avvenimenti e appuntamenti e nuovamente abbiamo toccato con mano un concetto d’evoluzione che prima di tutti, quest’anno, è passato da una nuova consapevolezza - che ha interessato la comunità Lgbt+ - e si è arricchito di una moderna conoscenza - che ha aperto gli occhi ad una fetta importante della comunità etero. Che cosa ci ricorderemo di questo Pride? Cominciamo con l’afflusso: 300 mila persone di certo non passano inosservate! e per il numero crescente di sponsor che hanno sposato la causa. Non da meno le attenzioni alle tematiche affini non solo ai diritti Lgbt+: tra tutte citiamo il carro dei migranti, capitanato dal progetto IO - immigrazione e omosessualità - che si è fatto portavoce dei diritti civili e sociali; e la campagna a sostegno della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, voluta dall’associazione “Milano senza muri”.
ena Ga ph. Mil
ph. Alice Redaelli
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ia Catta
ph. Aless
Non dimentichiamoci delle crescenti connotazioni politiche affrontate con quel pizzico d’ironia che non guasta mai, del concerto con Bianca Atzei, Levante e Baby K, e della complicità con gli altri stendisti Lgbt+ presenti. Rammentiamo anche la campagna social #mettetestecalze che invitava alcuni politici - tra i quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Mario Adinolfi, Matteo Renzi… a mettere i calzini rainbow indossati dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, come invito ad essere solidale con il Pride. Per finire chiudiamo questo ricordo rivivendo nella nostra mente il flash mob ideato dall’artista Angelo Cruciani, che ha visto protagonisti i termini respect, identity, freedom, love; parole chiavi che formano le fondamenta di un Paese civile. a Paba
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Tiziana Vetrano, coordinatrice de Pride, afferma: “Sono felicissim l Torino a anche quest’an no siamo in tant perché e tantissimi, un issime a mol ha sfilato con no titudine di persone lungo il percorso i e una vera folla, , ha saluta il nostro passag to festante gio”.
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bologna PRIDE Sfondiamo i muri www.bolognapride.it
Carla Catena, presidente di Lesbiche Bologna e del comitato Bologna Pride dice: “Il tema scelto per quest’edizione del Pride è ‘sfondiamo i muri’. Ed è necessario farlo”.
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“Il movim e odio e vio nto lgbt è sempre le sono dich nza. I nostri figli più bersaglio di ia tanto da rati inesistenti e e le nostre figlie fare”, dic dunque c hia ’è voce del Roma Prid ra Sebastiano Se ancora cci, porta e. “Noi no ma doveri n glie Arcob “, aggiunge il Pres chiediamo diritti idente de aleno Gia lle Faminfranco G “I nostri b oretti. amb noi invece ini non hanno rico E sottolinea: n alle nostr vogliamo essere in oscimento, e respons abilità ge chiodati nitoriali”.
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poli, co di Na Il Sinda Magistris, Luigi de rma: affe ati per o schier rtà e m ia s i o be “N glie di li e le batta mo pretender ia e s s m o o non p la pensino c l i e t d t u à t t cit che sta è la noi. Que iero libero, pens ittà è una c questa rmista”. fo non con
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Tiziano Ferro:
"Ho sposato Victor!" La redazione di Vivaboy porge ai novelli sposi le sue felicitazioni e augura che i momenti di chiarezza, di gioia e di complicità siano infinti e imprescindibili alleati della coppia.
Qualche curiosità sull’evento:
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“La vita e le sue imprevedibili e meravigliose svolte”: con queste parole Tiziano Ferro ha annunciato sui social il suo matrimonio con Victor Allen, imprenditore di Los Angeles, ex consulente della Warner Bros, attualmente proprietario di un’agenzia di marketing. La coppia, legata affettivamente da tre anni, ha detto sì due volte: la prima il 25 giugno a Los Angeles, la seconda il 13 luglio in Italia e, nel dettaglio, nella villa di Sabaudia del cantautore. Tiziano afferma al settimanale Vanity Fair: “Con il matrimonio lui entra a far parte della mia famiglia e questa è una verità che non si può tacere”. Dopo le celebrazioni, la pop star ha voluto ringraziare sui social tutti i suoi sostenitori con questo post: “Se i fan riflettono l’animo dell’artista che seguono, mi viene in mente di essere il più fortunato del mondo - scrive il cantante su Instagram -. La vostra sensibilità, la vostra buona educazione, la vostra capacità di sostenermi contro chi odia – senza mai cadere nel volgare, nel violento, nell’ovvietà – sono continue lezioni di vita per me. Siete orgogliosi di me. Che sono orgoglioso di voi. Grazie per tutto l’amore che sto, che stiamo ricevendo”. Molto probabilmente, visto che Tiziano aveva già dichiarato di essere in America anche per avere un figlio, non è da escludersi che i novelli sposi valutino l’ipotesi di allargare la famiglia: “Frequento incontri per aspiranti genitori e mi sono reso conto che c’è molta razionalità da mettere in questo progetto, lo slancio non basta. Diciamo che se il cuore riesce a superare la quantità di burocrazia richiesta, allora il figlio lo vuoi per davvero”.
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Tiziano indossava un abito grigio e Victor un completo blu, camicia bianca d’ordinanza per entrambi. Simpatica, invece, l’idea di indossare la medesima cravatta. Le fedi dei due riportano date diverse: la data del rito americanO sull’anello di Tiziano e quella italiana su quello di Victor. In Italia gli sposi hanno deciso di festeggiare la loro unione prediligendo la compagnia della famiglia di Tiziano e di pochi amici intimi, per un totale di circa 40 invitati. Profilo intimo anche per i festeggiamenti americani, che ha visto primeggiare la presenza dei confidenti della coppia residenti in America. Pare che Tiziano, prima del sì, avrebbe fatto un lungo discorso dedicato ai suoi genitori per ringraziarli di tutto ciò che hanno, e continuano a fare, per lui e per il suo sposo. Niente regali per gli sposi, la coppia ha chiesto come dono di nozze delle donazioni a favore di due enti specifici: per quanto riguarda il matrimonio americano, i soldi sono stati devoluti ad un’associazione per il salvataggio dei cani con la quale Victor collabora da tempo; per quanto riguarda il rito italiano, gli sposi hanno deciso di devolvere la somma raccolta al reparto oncologico dell’ospedale di Latina.
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PARTECIPAZIONE E INVITO NON SONO LA STESSA COSA!
Photo by Colizzi
Quando gli sposi decidono come devi vestirti
DRESS CODE
Quando gli sposi decidono come devi vestirti
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ph. Azamat Zhanisov
La moda del dress code sta diventando una realtà che molti sposi decidono di abbracciare nel giorno del loro sì. proprio per questo motivo abbiamo deciso di affrontare l’argomento delucidandovi su come bisogna comportarsi quando in basso a sinistra dell’invito a nozze compare questa dicitura. Andiamo con ordine. Che cos’è il dress code? Possiamo tradurre questo termine in “codice di abbigliamento”, quindi in un insieme di regole che definiscono appropriata una combinazione di abiti, di tessuti, di colori e di accessori utilizzati in specifici e determinati eventi o situazioni. Notate bene: quando riportato il dress code non è un suggerimento dettato dagli sposi, ma una vera e propria scelta stilistica assolutamente da rispettare. Attenzione a non cadere nell’errore di considerare il dress code come un’invenzione dei tempi moderni poiché questa dicitura affonda le sue origini nel tempo, basti pensare che in qualsiasi contesto culturale o sociale in cui l’uomo si è districato ha dato origine ad una serie di regole che affondano le origini sia nelle tradizioni, sia nello status, o ancora in alcuni momenti della giornata e nella vita di tutti i giorni. Inconsciamente siamo circondati da innumerevoli dress code. ricordiamo, ad esempio, le divise in alcune professioni come quella militare o al camice bianco del medico; il grembiule scolastico nelle scuole, le regole di indossare determinate lunghezze di abiti in specifici orari della giornata, il cappello dello chef in cucina, i tribali disegnati sui corpi di alcune tribù, fino al dress code più estremo praticato dai naturisti. Insomma il dress cod è parte integrante della nostra vita già da tempi non sospetti. continua a pag. 26
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con lo spirito giusto rischierete di rimanere schiavi del vestito. Non c’è niente di peggio, infatti, che vestire i panni non vostri poiché immediatamente ciò inciderebbe pesantemente sulla vostra sicurezza e la capacità di relazionarvi. Vi diciamo questo perché durante i matrimoni noi abbiamo spesso conosciuto persone che hanno e stanno occupando dei ruoli più o meno importanti nella nostra vita (nuovi amici, possibili clienti e perché no: futuri/e fidanzati/e).
Il dress code
ph. Vadim Sherbakov
In ambito wedding il dress code assume una valenza un tantino diversa: ossia vuol essere non un’indicazione, ma una sorta di “impostazione positiva” a vantaggio dell’evento. Il meno invadente è senza dubbio il dress code legato ad uno specifico colore che spesso è una tonalità chiave scelta dagli sposi per il loro gran giorno e che sarà presente in alcuni contesti del matrimonio. Con questo dress code l’invitato è senza dubbio più libero di vestirsi come meglio crede poiché al suo outfit deve incorporare qualcosa in tema alla tinta scelta dagli sposi; inutile dirvi, comunque, che bisogna tener presente che si tratta pur sempre di un matrimonio e che già per sé la ricorrenza ha diversi dress cood (White Tie,Black Tie, Black Tie Optional o Black Tie creative… per non far confusione ve ne parleremo nelle prossime pagine) che a loro volta sono soggetti al tipo di location dove si terrà l’evento, all’orario in cui si svolgerà, alla stagione… “Più facile a farsi che a dirsi”, direbbe qualcuno, e in questo caso è proprio così! In breve ecco come comportarsi prima di scegliere il proprio look; in quest’ordine ecco le regole da tener in considerazione sull’outfit che indosserete.
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nel matrimonio è, imprescindibilmente, da non sottovalutare o trascurare poiché non è solo una traccia da seguire che rispecchia le volontà degli sposi, ma è un elemento che accompagna l’invitato ad essere in armonia con il contesto e con l’ambiente in cui si troverà.
La location la dice lunga su come e che cosa in-
dossare: una cerimonia in un castello richiederà un certo tipo di look, quello in riva al mare un altro.
L’ora è fondamentale: le lunghezze, i colori, i dettagli, gli accessori e molte altre finezze dell’outfit cambiano non solo in base al tipo di cerimonia, ma anche in quale orario si svolge (ne abbiamo già parlato in qualche articolo precedente, ma ritorneremo presto sull’argomento). continua a pag. 28
Lo stile: assolutamente da non perdere di vista. Ri-
cordate che prima di essere “stilosi” fuori lo dovete essere dentro. Potete indossare il capo d’alta moda più esclusivo, ma se non lo calzate con disinvoltura o
Alessio Arrigoni Wedding Reporter
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“La fotografia di matrimonio deve essere semplice, creativa e rispettare le dinamiche dei tempi e delle persone. Di quest’ultime mi concentro sugli atteggiamenti naturali e spontanei, coordinando in modo discreto e professionale il flusso delle riprese”
ph. Sandra Seitamaa
VIVABOY on-line
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per lei, il cappello si può indossare solo se a portarlo è la mamma della sposa? Per quanto riguarda la forma del proprio corpo è cosa buona e giusta conoscere tutti i trucchi per valorizzare al massimo la propria figura, per questo è opportuno scoprire - in base alla propria corporatura – quali sono le caratteristiche che determinano se avete un “corpo a: rettangolo, cerchio, triangolo o x “; scopritelo, perché vi sveleremo tutti i trucchi per vestirvi al massimo delle vostre potenzialità. Focalizzati i punti chiavi da tener in considerazione, vi semplifichiamo la vita riportandovi alcuni esempi: mettiamo che il dress code scelto dagli sposi sia il color arancione, che la location scelta sia un agriturismo, che la cerimonia si svolga nella mattinata e che sia primavera (come abbiamo visto l’outfit perfetto cambia in base alla location, all’ora, alla stagione…).
Per lei. L’invitata perfetta dovrà per prima cosa rispettare il dress code vestendo qualcosa di arancione (una collana, un copri spalle, le scarpe…); indossare un abito al ginocchio, o appena sotto, o al massimo sopra le caviglie, oppure un tailleur ricercato ma non pomposo. Da eludere gli abiti troppo corti (e per troppo corti intendiamo sopra le ginocchia). Ok ad un abito a fantasia dalle grafiche non eccessivamente chiassose o agli abiti dalle sfumature tenui e dai tessuti leggeri che ondeggiano al movimento. Banditi le paillette e gli strass - gli elementi luminosi vanno assolutamente centellinati - e le trasparenze non devono riguardare le forme.
ph. Melody Jacob
La stagione
è senza dubbio sinonimo di tessuti, alcuni filati sono particolarmente adatti ad alcuni periodi, ma anche i colori e le fantasie vanno a braccetto con la stagionalità.
La forma… non solo quella comportamentale, ma anche quella fisica. Entrambi gli argomenti meritano uno spazio più ampio di un paragrafo, per questo motivo vi attendiamo il mese prossimo con un articolo specifico sull’argomento. Per non lasciarvi con la bocca asciutta, ecco alcune curiosità: lo sapevate che, per lui, l’orologio è l’unico gioiello maschile ammesso? E che, Nel cuore di Palermo, tra antiche piazze e tetti colorati di storia “nasce un nuovo B&B” dove potrai soggiornare dotato di tutti i comfort. L’appartamento è anche una comoda casa vacanza con 4 camere e 4 bagni, per gruppi fino a 9 persone. Piazza Teatro Santa Cecilia, 7 - Palermo Tel. [+39] 091 8776803 - Cell. [+39] 333 6642037 - [+39] 333 6642037 palermitamobeb@gmail.com - www.palermitamobeb.com 28 VIVABOY
Per lui. un completo classico grigio o blu scuro è la scelta vincente purché mai lucido o dall’effetto cangiante. Da evitare il damascato considerata la location che permette un look più rilassato, ma assolutamente non scontato o poco elegante. Sì allo spezzato o al gilet al posto della giacca, ma coordinato all’abito e non ai panciotti con il retro in tessuto diverso da quello della pettorina (per intenderci quello dell’abito a tre pezzi con il retro in seta o simil-seta). Ok come accessorio (sempre considerando la location) alla coppola e, ovviamente, non dimenticatevi qualcosa di arancione legato al dress code richiesto.
B&B A Casa di Silvia Via Crocetta, 7 Rocca Massima (Latina) Tel. +39 329 3108701 bbacasadisilvia@gmail.com www.bbacasadisilvia.eu
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Ristorante ai Sette Nani
L’unico ingrediente che abbiamo a cuore è il vostro amore Ristorante - Parco per eventi Celebrazione matrimoni civili con sindaco presso la location
Via Grave di Negrisia , 37 - Negrisia di Ponte di Piave (TV) - Tel. +39 0422 854640 E-mail: info@aisettenani.it - www.aisettenani.it
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PARTECIPAZIONE E INVITO NON SONO LA STESSA COSA! Ecco come distinguerle ed evitare brutte figure
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Siamo nel vivo del periodo delle cerimonie e per questo molti di voi avranno di certo ricevuto una partecipazione, un invito a nozze o entrambe le cose. Come comportarsi? La prima regola da seguire è leggere attentamente il contenuto della busta. La partecipazione è la comunicazione dell’evento che contiene tutte le informazioni necessarie all’invitato per raggiungere il luogo, chiesa o Comune, dove si celebrerà la funzione del matrimonio. L’invito, invece, è quel cartoncino più piccolo allegato alla partecipazione che specifica la volontà degli sposi a chiamarvi a compartecipare anche al banchetto di nozze. Per questa ragione bisogna distinguere nettamente i termini partecipazioni ed invito poiché non tutti sanno che le due formule sono completamente diverse e non son affatto dei sinonimi. Facciamo quindi un po’ d’ordine: chi riceve la partecipazione è ospite gradito solo alla
cerimonia e riceverà un cartoncino in busta chiusa contenente solo le indicazioni inerenti ai nomi degli sposi e al luogo dove si terrà la funzione religiosa o civile; il destinatario che riceverà sia la partecipazione sia l’invito, invece, è stato convocato a presentarsi sia in Chiesa/Comune per il rito, sia al ricevimento e gli verranno fornite le indicazioni per raggiungere i due luoghi. Nei matrimoni comuni, oggigiorno, solitamente non si fanno queste distinzioni e l’ospite è tenuto a presenziare all’intera giornata, ma mai dire mai nella vita! Abbiamo voluto chiarire la differenza tra partecipazione ed invito perché i giovani di oggi abitualmente non conoscono questa distinzione. A testimonianza di quanto appena riportato vi raccontiamo che recentemente abbiamo partecipato ad un matrimonio dove gli sposi avevano optato per questa scelta;
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Per concludere, in caso di doppia stampa, è opportuno che il font, il tipo di carta e i colori scelti per le partecipazioni siano gli stessi adoperati per l’invito; meno scontato, ma assolutamente in linea con la tradizione, è che anche il menù, i segnaposti, il tableau de mariage e i cartoncini per le bomboniere abbiano le stesse caratteristiche grafiche e cartacee della partecipazione. inutile descrivervi l’imbarazzo che si è creato tra gli invitati di “serie A” e quelli di “serie B”, soprattutto perché molti di questi ultimi si sono presentati al banchetto… peccato, però, che per loro non vi era riservato nessun posto a tavola. Fate quindi presente che se sul biglietto non è inserita la dicitura della location non è da considerarsi un errore di stampa o una dimenticanza, ma soprattutto dopo il sì non dovete accodarvi alle auto che si spostano verso il ristorante o il luogo dei festeggiamenti perché ad attendervi non ci saranno dei prelibati manicaretti, bensì una brutta figura. È importante sapere che partecipazione ed invito sono spediti e custoditi nella medesima busta, quindi non vi arriverà prima l’una e poi l’altro. L’equivoco tra partecipazione ed invito nasce dal fatto che oggi è consuetudine ricevere un’unica partecipazione che funge anche da invito poiché sul cartoncino sono segnati tutti gli indirizzi che occorrono al partecipante per presenziare alla funzione e al banchetto. Questa scelta è di certo la meno dispendiosa per gli sposi che non devono affrontare i doppi costi del servizio tipografico.
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I locali gay di Nizza
vero gioiello della Costa Azzurra, nizza è da sempre una meta turistica gay molto amata sia dagli Italiani che dai Francesi e dai tantissimi Europei che vengono qui a trascorrere qualche giorno. La città è perfetta per essere visitata 365 giorni, anche se in primavera e in estate dà il meglio di se, e ha tantissimi locali gay perfetti per far festa e conoscere ragazzi. La zona dei locali gay a Nizza è quella intorno a Rue Bonaparte, chiamata dai Nizzardi “le Petit Marais”, in riferimento al quartiere dove ci sono i locali gay di Parigi. In Rue Bonaparte e nelle viette che girano intorno a Piazza Garibaldi in particolare si susseguono uno dopo l’altro diversi locali dove è possibile fare aperitivi e bere fino a tardi.
SAUNE
Les Bains Douches - 7 rue Gubernatis Sauna du Chateau (sauna mista) - 17 rue des Ponchettes
Shopping
Point G (abbigliamento intimo, accessori, fetish) - 2 rue Auguste Gal Rendez-vous (costumi, intimo) - 6 rue Francis Gallo 44 VIVABOY
Black out Tous les mardì
Tutti i martedì
Bears party
Les 1er samedi de chaque mois I primi sabato di ogni mese
Party ‘80-’90 26 / 27 luglio
26 et 27 juillet
Le Couloir
Venez dècouvrir la référence et la convivialité du plus ancien bar gay de la French Riviera Venite a scoprire la professionalità e la convivialità del più storico bar gay della Costa Azzurra
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