LUI 10 2016

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mensile - anno venti - numero dieci - ottobre 2016

italia

S P E C I A L E

MODA DONNA A / I

2 0 1 7

MODA Datemi un cappello BRANDS Puma by Rihanna DESIGN Aston Martin TRAVEL Mauritius




SOMMARIO

MODA 08

FASHION Sappho

82

ACCESSORI Seven Bags for Seven Cities

94

SPECIALE MODA DONNA Ermanno Scervino

102

FASHION To be wound up! Datemi un cappello...

08

SPECIALE MODA DONNA Dsquared

116 FOTOGRAFIA 62

MODA

14

FASHION Naughty girls need love too

26

COSTUME è l’ora del trench!

34 COSTUME 34

BRANDS Fenty Puma by Rihanna

128

SPECIALE MODA DONNA Les Copains

138

FASHION Under one’s breath

150

DESIGN Women in Italian Design Journey

40

SPECIALE MODA DONNA Elisabetta Franchi

52

FOTOGRAFIA Braden Summers

62

cover Shadows of Love

72

ACCESSORI 94

FASHION

160


SOMMARIO

Marani

MOTOTI 246

SPECIALE MODA DONNA 172

TRAVEL “Dio creò Mauritius e poi il Paradiso terrestre”

184

FASHION Volcanic

198

design Aston Martin

220 BRANDS 128

ARTE Andy Warhol

262

FASHION Back to fire

268

ICONS Elisabeth Taylor e Richard Burton

278

SPECIALE MODA DONNA Nails beauty Fausto Puglisi

226

ARTE 262

SPECIALE MODA DONNA

284

FASHION La Haine

236

MOTORI Obiettivo auto elettrica rivoluzionaria!

246

SPECIALE MODA DONNA Ricostru

252 HI-TECH 298

design 220


EDITORIALE

Antonio Marras

Datemi un cappello Che cosa ne vuoi fare? lo voglio mettere in testa a chi non ce l’ha!

I

ntrepido, a tratti spavaldo, ma sempre cool, il cappello rimarca la personalità maschile senza mezze misure lasciando trasudare sicurezza, eleganza e vanità. L’accessorio sottolinea una verve caratteriale non indifferente che si ripercuote non solo sull’intero outfit, ma sullo stile della persona che lo indossa impreziosendone l’insieme ed alimentandone lo charme. Anche in questo caso mode e modi vanno a braccetto, già perché ogni copricapo ha il suo linguaggio e il suo portamento assolutamente personalizzabile, ma attenzione a non stravolgerne completamente l’essenza. Il cappello ha un suo identikit preciso che immediatamente riporta ad un determinato stile, ecco perché non deve essere considerato un accessorio di “rottura”, bensì una sorta di segno di riconosci-

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mento che indirizza ad un determinato look. Sotto ad un cappello ci si può nascondere, ma non si evita di suscitare curiosità, anzi, ciò che si cela inevitabilmente diventa terreno fertile di occhiate indiscrete, sempre pronte a scrutare un dettaglio in grado di dare risposte alle quali non conosceremo mai le domande. È il fascino del mistero indecifrabile che offusca un’apparenza per eclissare o, contrariamente, valorizzare un’espressione di vita. Anche questo è il gioco della moda,

continua a pag.8

N . 1 0 ottobre 2 0 1 6 cover Photos and styling by Claudia Diaz

pubblicazione mensile Reg.Trib. di Milano N. 169 - 03/2000

Hair and make-up: Laura Ann Olland

hanno collaborato a questo numero: Alessandro Rizzo Alexia Mingarelli Claudio Marchese Michele Vignali Riccardo di Salvo Silvia Trepago

Model: David Koch Shirt KARL LAGERFELD Pants JOOP editrice Sedit sc via Emile Chanoux, 26 10026 Pont Saint Martin (AO) direttore editoriale Calogero Urruso direttore responsabile Salvatore Paglia pubbliche relazioni Jean Paul Bianco

Dior Homme

pubblicità Tel. +39 329.8622268 info@luimagazine.com impaginazione e grafica Michele Alberti redazione Fax 02 91390360 redazione@luimagazine.com stampa Tipografia Giglio-Tos

Lui Magazine è un mensile distribuito gratuitamente (0,10 euro) in tutta Italia e Costa Azzurra Lui Magazine non è responsabile per la qualità, la provenienza o la veridicità delle inserzioni. La direzione di Lui sì riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un’inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa eventualmente da esso sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazioni di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire. I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti e quelli degli inserzionisti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e la pubblicazione degli annunci e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.


Dsquared2

Antonio Marras si cala nell’atmosfera western. In questo mood non poteva di certo mancare il cappello, segno di riconoscimento che rimarca il desiderio di autorità e che affonda il suo romanticismo e il suo carattere nello spirito libero delle immense “praterie metropolitane”. Anche Dolce&Gabbana si lascia sedurre dal fascino del cowboy e dal suo mondo

Dior Homme

Gucci

Dolce&Gabbana

Versace

Vivienne Westwood

Dolce&Gabbana

Antonio Marras

MODA

8


Giorgio Armani

Issey Miyake

Dior Homme Philipp Plein

Missoni

Moschino

MODA

Prada

Moncler

fatto di pistole, cactus e stemmi. Il suo però è un omaggio a questo mondo che ripropone sotto forma di riproduzioni su completi, cappotti e coprispalle. Non a caso il suo è una coppola che non ha nulla a che fare con le falde larghe, ma è un classico berretto portato appena appoggiato sul capo. Sull’onda dello street Dsquared2 punta sui cappelli avvolgenti in lana da indossare con estrema disinvoltura anche sotto il kilt, il tradizionale gonnellino scozzese a pieghe. Dior Homme si sbizzarrisce con i volumi, ma non rinuncia alla visiera rimarcando un’allure a contrasto tra le buone maniere e il baldanzoso. 9


Issey Miyake

Gucci Philipp Plein

Giorgio Armani

Prada

Per rimarcare la sua eleganza Giorgio Armani rimane fedele ai classici completi dalla struttura rilassata evidenziando ed esaltando il suo insieme attraverso i cappelli a falda larga e la bombetta. C’è voglia di anticonformismo in casa di Gucci, si legge in tutta la collezione. A rimarcarlo ci pensano i variopinti cappelli in lana lavorati a maglia con tanto di paraorecchie evidenziati dalle lunghe trecce. Non da meno la versione baseball dal motivo floreale che riprende le nappine intrecciate

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a mano e il pompon. Rimanendo in chiave ironica, spassoso è anche il copricapo proposto da Issey Miyake dalla forma a corolla. Ovviamente in maglia i berretti Missoni, complici di abbinamenti raffinati e allo stesso tempo alleati contro le basse temperature.

Antonio Marras

Dolce&Gabbana

Gucci

Moschino

Dsquared2

Missoni

MODA


Giorgio Armani

Dior Homme

Antonio Marras

Moschino

Moncler

Dello stesso materiale quelli di Moschino, ma caratterizzati da una pallette di colori estremamente piÚ strong, mentre Versace punta quasi tutto sul bianco e il nero e Vivienne Westwood sul giallo. Inquietanti i comodi passamontagna di Moncler Gamme Bleu che rispecchiano a pieno la sensazione di timore che avvolge l’enigma di un volto coperto nella sua interezza, ma che, allo stesso tempo, nasconde un messaggio che la nostra società conosce molto bene.


Gucci

Si tinge di dark lo style di Philipp Plein e avvolge il suo uomo in una nube di mistero; ad accentuare questo dogma svariate modelli di Borsalino e Fedora. Un moderno Corto Maltese è il protagonista di Prada, insostituibile nella sua rivisitata e creativa divisa marittima che non esclude l’uso del bianco accessorio da posare sopra la testa in modo solo all’apparenza confuso. Salvatore Paglia

Versace

Dolce&Gabbana

Prada

Philipp Plein

Gucci

MODA


S P E C I A L E

MODA DONNA A / I

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DSQUARED Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo













NAUGHTY GIRLS NEED LOVE TOO Photos by Andrea Benedetti styling by Staff Ssheena








Total looks ssheena Shoes loewe Photos by Andrea Benedetti Styling by Staff Ssheena Assistant: Diego Chiarlò Mua: Martina Bolis Model: Klaudia Lotpal @TheFabbica Location: Watt 37 Milano


È l’ora del trench!

Burberry

Dall’antichità ad oggi non è mai fuori moda


Blumarine


L

Burberry

’estate ormai ha chiuso le porte per dare spazio al romantico e colorato autunno, dove le foglie cadono, la pioggia non mancherà ed il clima sarà sempre più ballerino. Per questo motivo indosseremo un capo unico e bello, mai fuori moda, uno di quei must have intramontabili. Il trench è il capospalla perfetto per questa stagione perché sa proteggerci e farci sentire a casa. Oggi è uno dei capi d’abbigliamento più famosi ed iconici della storia ovvero il Trench coat, impermeabile con precise caratteristiche: in gabardine, doppiopetto, spalline, sottogola - per evitare che l’acqua entri nel colletto - mantella corta sulle spalle per ripararle maggiormente dal freddo, falda triangolare di stoffa sul davanti che, sovrapponendosi all’allacciatura, permette una chiusura migliore, maniche stringibili intorno ai polsi per mezzo di cinturini con fibbie, cintura con anelli di ottone a forma di D, lungo spacco posteriore chiudibile con un bottone, portato - da uomini e donne - con cintura annodata in vita, mai allacciata con la fibbia; oppure aperto sul davanti e la cintura annodata 36


COSTUME

s 37

Antonio Marra

Burberry Ferragamo

Fendi

Valentino

dietro come se fosse una martingala. La parola trench significa trincea e proprio per questo la sua storia risale alla Prima Guerra Mondiale 1915-1918, ma bisognerà attendere altri 160 anni per comprendere la sua evoluzione. Il trench, infatti, rievoca la triste nascita e la dura storia degli inizi quando era utilizzato in guerra dalle truppe obbligate a prolungate attese all’aperto - nelle trincee appunto -, esposti alle intemperie. Il trench - cappotto da trincea - nasce ufficialmente nel 1901. È in quell’anno che il Ministero della Guerra inglese ne decide l’impiego militare. Il modello è firmato Burberry e utilizzato inizialmente solo dalla fanteria. Poi saranno British Royal Flying Corps ad indossarlo, nella versione Aquascutum. Nel frattempo ha subìto una importante trasformazione, perché è in gabardine. Già brevettato da Burberry nel 1870, il gabardine è una stoffa di cotone o lana impermeabilizzata, tessuta in diagonale a spina di pesce, in modo che le gocce di pioggia scivolino via. Il suo nome ha un’origine


Ferragamo

COSTUME

tutta letteraria, lo si trova in un verso di Shakespeare ‘’I hid me under my gabardine for fear of the storm” (mi nascosi sotto il gabardine per paura della tempesta). La più famosa Maison di Trench è senza dubbio la Maison Burberry, casa fondata nel 1856 grazie all’idea geniale di Thomas Burberry. Nel 1879, Thomas Burberry sta cercando un materiale che permetta di creare un indumento confortevole e che ripari da pioggia, vento e freddo. I suoi studi portano alla nascita della gabardine. Si tratta di un tessuto composto da fili così stretti da proteggere dall’umidità. Thomas Burberry non si accontenta e riveste con una formula segreta i suoi primi impermeabili. Il successo è immediato. Gli ordini affluiscono, ad iniziare dall’esercito. Thomas Burberry riprende il design dei vecchi

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Belstaff

Destino (1928) a lanciare la moda del trench. A seguire “Queen Kelly”, il film muto con Gloria Swanson cappotti degli ufficiali inglesi, che che indossava aveva lui stesso disegnato tredici trench color kaki, anni prima per il War Office. Vi a doppio petto; aggiunge delle spalline e degli intorno agli anni anelli in metallo: ed ecco a noi Trenta Bette l’amato trench-coat! Di ritorno Davis con un dal fronte, i soldati continuano a impermeabile nero portare il trench, che passa così legato in vita in “Of alla vita civile. Il trench attraversa Human Bondagli anni, conservando la sua forma ge”. Di lì a poco il iniziale: 26 pezzi in gabardine, trench fu protagomolto imitato, ma sempre ineguanista delle più belle gliabile, il trench Burberry spicca sia scene del cinema: per strada che al cinema. Eppure Ava Gardner in “I l’enorme successo del trench gli fa Gangsters” (1946), perdere parte della sua immagine Marlene Dietrich in di classe. I punk si impadroni“Scandalo internazioscono del soprabito militare alla nale” (1948), Audrey fine degli anni ‘70 e negli anni Hepburn in “Sabrina” ‘80 il trench è indossato da (1954) e “Cenerenintellettuali di tutte le categorie, tola a Parigi” (1957), trasformandosi in un capo intraKatharine Hepburne Kate Moss in trench coat Burberry montabile e passe-partout, ma in “La sottana di ferro” pur sempre classico. Una decade (1956) con un trench dopo, negli anni ‘90, Burberry rinnova oversize beige, Marylin Monroe in “Facciamo l’amore” il suo modello. Roberto Menichetti, il (1960) e nel 1961, grazie ad Audrey Hepburn nel ruolo direttore artistico della di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany”, il trench griffe, stampa su un entra solennemente nella Hall of Fame della moda. Il nuovo modello il famoso trench è uno di quei capispalla che più amiamo, che ci motivo tartan, che fino ad fa sempre sentire amati e protetti, che in ogni versione allora aveva caratterizda giorno o da sera ci fa sentire ordinati ed impeccabili zato la fodera del trench perché, si sa, quando un capo d’abbigliamento ha una Burberry. Il modello storia così lunga, ricca di tappe e di emozioni non può diventa un cult, subendo mai essere fuori moda. Anche sull’ultimo red carpet del una spietata contraffazioFestiva del Cinema di Venezia la bellissima ed iconica ne rimanendo ancora oggi Bianca Balti l’ha indossato con molto eleganza e raffiuno dei capi d’abbiglianatezza pur non essendo un capo d’alta moda come mento più famoso per tutti si aspetterebbero ma bensì l’ultima collezione antonomasia. Il trench low cost tra Oviesse e Jean Paul Gaultier. Per questo inizia a fare pare di molti potremmo affermare che non conta se indossi un abito films che hanno segnato la poco costoso ma conta come lo porti! Quindi... mai più storia del cinema: il primo senza! grande successo avviene nel Michele Vignali 1942 grazie ad Humphrey Bogart in “Casablanca”, ma il “Women’s Wear Daily” ricorda che fu Greta Garbo sul set di 39


Bomber pelle LES HOMMES Cappotto LUCIO VANOTTI Pantalone TRUSSARDI Scarpe DSQUARED2


JOURNEY Photos by Alessandro esposito styling by Irene Lombardini Producer: HELLO THERE MILANO


Cappotto e pantalone EMPORIO ARMANI Scarpe CANALI


Maglia e scarpe TRUSSARDI Doppiopetto LUCIO VANOTTI Pantalone CHRISTIAN PELLIZZARI Cappello BORSALINO


Pantalone BERLUTI Camicia MIAORAN


Total look DSQUARED2 Scarpe LES HOMMES


Pantalone CORNELIANI Scarpe EMPORIO ARMANI


Cappotto e pantalone CORNELIANI Scarpe EMPORIO ARMANI


Completo CHRISTIAN PELLIZZARI Scarpe CANALI



Maglione e collo LES HOMMES Pantalone CHRISTIAN PELLIZZARI Scarpe DSQUARED2


Completo pigiama DOLCE&GABBANA Cappotto BERLUTI Scarpe DOLCE&GABBANA Photos by Alessandro Esposito @Hello There Milano Styling by Irene Lombardini @Hello There Milano Grooming: Claudia Blengio Model: Riccardo Mora @ILOVE Models Management - Milano Producer: Hello There Milano


S P E C I A L E

MODA DONNA A / I

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ELISABETTA FRANCHI Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo











FOTOGRAFIA

Narrazioni fotografiche di storie reali nella realista e pittorica fotografia di Braden Summers



U

na produzione diventa complessa nella sua progressione quando a svelarne la valenza qualitativa, sia estetica sia di contenuto, è la duttilità dell’autore a riprendere differenti soggetti e creare sorprendenti e inaspettate visioni in progetti di spessore autorale. Parliamo della fotografia di uno dei più conosciuti autori a livello internazionale, Braden Summers, opera a San Francisco, ma espone ed è rappresentato in tutti gli States, a partire da New York. Braden Summers si rileva quasi fotografo pittorialista, una visione che ci addentra in una lunga formazione che l’autore ha saputo promuovere partendo

proprio dalla concezione di fotografia a colori, molto glamour, nell’ambito dell’editoria, fino a giungere a una propria autonomia che lo pone come attento osservatore del reale in un contesto generale. Braden si propone di narrare una storia attraverso una dinamica successione di fotogrammi di scene di una storia raccontata, che ci presenta in modo trasparente e armonioso la bellezza, tanta e intensa, delle persone riprese e dell’ambiente in cui esse si inseriscono. La fotografia di Braden Summers diventa, proprio per questo vincolo inscindibile tra la persona ripresa e il contesto in cui si inserisce, puramente realistica. Le cromie, che si avvallano dei 64



FOTOGRAFIA

giochi di luce che vanno a definire in modo marcato i lineamenti e le forme che si susseguono, sono gli elementi strutturali di una visione di insieme che garantisce la descrizione e il disegno delle figure. Apprezziamo fondamentalmente l’impatto, centrale, dei ritratti, in una ritrattistica pura e sincera, viva e impressionista nella sua dimensione, come se si ritornasse alle raffigurazioni di importanti sovrani di una pittura settecentesca, con venature di tinte quasi fiamminghe, ma di una modernità non scontata, nÊ banale, ricca di citazioni

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FOTOGRAFIA

e di grande autonomia, rendendo la fotografia disciplina artistica a pieno titolo. Stiamo parlando di Quiet Beauty, in cui la fisicità , naturale e semplice, diventa la parte fondamentale di un processo di osservazione acuto e attento, un punto di vista che si riassume in un’inquadratura che non vuole semplicemente immortalare il preciso istante, ma vuole illustrare una storia, una storia esistenziale, come nella fotografia ritrattistica, oppure, semplicemente, una storia quotidiana di relazione umana. Nella sincerità dello scatto

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si apre un utile passaggio alla sensualità degli sguardi vivi e non filtrati, che ci inducono verso una lettura, lo spettatore non può esserne esente, particolare e meticolosa dello stesso soggetto ripreso, illustrandoci la sensazione, presente e immancabile, che il fotografo ha riposto nell’atto del narrare, quindi dell’ideare e dell’intuire la fotografia come elemento dinamico. Nelle fotografie di Braden, spesso, la tecnica ci porta a evidenziare un’apertura di diaframma tale da esaltare e risaltare l’espressività dei soggetti e la nitidezza del contesto in cui gli stessi sono inseriti, non

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si può prescindere da una riconoscibilità della mano e dell’inquadratura attuata e attivata dallo stesso Autore. L’unicità delle opere fotografiche di Braden Summers ci porta ad individuare come summa di una lunga produzione la serie concettuale di grande pregio denominata All love is equal, in cui l’artista ha ripreso diverse coppie omosessuali in diversi angoli del mondo, proponendole nella loro multietnicità e nella varietà culturale ma, soprattutto, nel loro realismo schietto e non filtrato, non finto, cercando di sdoganare ogni forma di pregiudizio che alimenta odio e avversione verso la comunità


lgbt: ancora i colori e le luci sono le definizioni naturali di un’altrettanto realistica opera, in cui l’amore e l’affettività assumono un carattere percepibile, tangibile, oggettivamente presente e inseribile in un ambito, quello cittadino, quello urbano o quello naturale, che diventa la parte portante di una narrazione leale e autentica. In questa serie la descrizione risulta essere attenta e puntigliosa, tanto da voler bucare l’obiettivo e voler indurre lo spettatore a rendersi partecipe di questa ipotesi di lavoro e di concetto che si eleva a sintesi raffigurativa e illustrativa di un progetto artistico onesto. Nei ritratti figurativi di

Braden Summers non è la fisicità a divenire l’elemento estetico pronto a concederci un’impressione tale da asserire la fondatezza artistica dell’opera fotografica, bensì sono la situazione e la sincerità di una capacità di traduzione di quelle sensazioni provate dall’artista in una propria, immancabile, quanto insostituibile, visione dinamica e cinetica. Marie Claire UK, Advocate, Glamour e The Huffington Post hanno più volte parlarto della fotografia di Braden Summers, rendendolo, quale egli è, artista riconosciuto sulla scena internazionale contemporanea. Alessandro Rizzo



SHADOWS OF LOVE Photos AND styling by CLAUDIA DIAZ MODEL: DAVID KOCH


Jackets and pants HUGO BOSS T-shirt DKNY


Jacket and pants HUGO BOSS T-shirt DKNY


Jacket and pants JOOP Shirt KARL LAGERFELD


Shirt KARL LAGERFELD Pants JOOP



Shirt KARL LAGERFELD Pants JOOP


Jackets and pants HUGO BOSS T-shirt DKNY



Jacket and pants HUGO BOSS T-shirt DKNY Photos and styling by Claudia Diaz - claudiadiaz.de Hair and make-up: Laura Ann Olland @21agency.de Model: David Koch @EastModels.com


SAPPHO Photos by Francesco Italia styling by Marielena Haralabaki

Bodysuit and skirt UEL CAMILO Ring GIULIA BARELA




Left: Coat MARTINO MIDALI Right: Bodysuit and skirt UEL CAMILO Shoes ANNARITA Ring GIULIA BARELA


Dress CHIARA BONI-LE PE Bracelet KURSHUNI by aibijoux.com Piece of fur DELLERA



Left: Dress UEL CAMILO Tights STYLISTS Right: Dress CHIARA BONI-LE PE Bracelet DIVA



bodysuit PIERRE MANTOUX Earrings AIBI JOUX



Fur DELLERA Underwear VERDISSIMA Shoes SPACE STYLECONCEPT Photos by Francesco Italia Styling by Marielena Haralabaki Make-up and hair: Letizia Pecchia Assistant: Pauline Delval Models: Dana @Why Not Models



ACCESSORI

Seven Bags for Seven Cities

La borsa Palazzo Empire celebra Pechino, Parigi, Hong Kong, Milano, San Paolo, New York e Tokyo in un concorso che sfocia in una collezione limited edition



ACCESSORI

Milano Un centro cosmopolita, capitale italiana della moda e del design, dove si fonde l’antica cultura europea con la modernità in continua evoluzione. A Milano il glamour è sempre storia

A

d inizio aprile Versace ha lanciato il concorso internazionale Seven Bags For Seven Cities, legato ad una collezione limited edition. Per questo speciale progetto internazionale, i concorrenti hanno potuto esprimere la loro eccezionale creatività, presentando una foto dei loro monumenti preferiti in ciascuna delle sette città più glamour del mondo: Pechino, Parigi, Hong Kong, Milano, San Paolo, New York e Tokyo. 96


Hong Kong Un crocevia tra Oriente e Occidente, vibrante e universale, Hong Kong è una giungla urbana, stimolante e innovativa


ACCESSORI

Tela prestigiosa di quest’iniziativa è la Palazzo Empire: una borsa lussuosa e discreta realizzata dalla maison in vitello pregiato con l’interno corredato da pratiche tasche e foderato in lino. Segno distintivo l’iconica testa di Medusa che si presenta in metallo o dipinta tono-su-tono, per abbinarsi al colore della borsa. Uno stile versatile che può essere portato in due modi: a mano o indossata grazie alla larga tracolla colorata. Moltissimi gli scatti pervenuti da ogni parte del Mondo, tutti rigorosamente opere originali e nuove (mai pubblicata in alcun modo e tramite alcun mezzo cartaceo o digitale) frutto unicamente della creatività dei partecipanti. Gli scatti pervenuti sono stati selezionati da una commissione interna presieduta dal Direttore Artistico di Versace e valutate in base ai criteri di creatività, originalità e accuratezza.

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Pechino Storica ma estremamente moderna, questa metropoli tentacolare mescola la scena urbana e moderna con un tradizionale paesaggio asiatico

New York La città che non dorme mai, la capitale delle opportunità e dei contrasti caratterizzata da uno stile di vita frenetico. La Grande Mela rappresenta la personalità , lo stile e l’ambizione


San Paolo Una metropoli tropicale, frenetica e fiorente. La vivace scena urbana di San Paolo è influenzata dall’euforico fascino latino

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La cernita ha scandito la vittoria di sette diversi partecipanti (già perché si poteva concorrere presentando una singola foto) che non solo hanno vissuto l’emozione di vedere la loro fotografia impressa sulla borsa, ma si sono aggiudicati un pacchetto per due persone composto da due biglietti per assistere alla sfilata Versace di settembre 2016, il pagamento del viaggio e il pernottamento per due notti a Milano. La speciale collezione one-of-a-kind è in vendita, soltanto, in alcuni fashion store della maison, per l’Italia è stato scelto il punto vendita di Milano in Montenapoleone, nel bel mezzo del quadrilatero della moda.

Parigi

Tecnologia all’avanguardia e design innovativo caratterizzano questa città moderna, vivace centro culturale del Giappone, non poteva mancare nella selezione di borse Palazzo Empire Special Edition.

Riferimento di eleganza e raffinatezza per antonomasia, da sempre centro di cultura e d’ispirazione, Parigi è indiscutibilmente una delle città più affascinanti al mondo.

Tokyo


S P E C I A L E

MODA DONNA A / I

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ERMANNO SCERVINO Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo
















TO BE WOUND UP! Photos by Chiacchio&Ptashko styling by Vili Gadzheva

a sinistra: Total look LES HOMMES a destra: Giacca e pantaloni LES HOMMES T-shirt DSQUARED2


Pelliccia finta rossa BLF BloodLessFur Jeans MANGO


Total look LES HOMMES


Maglione VANDA CATUCCI Stivali REDEMTION


Maglione nero e stivali LES HOMMES Pantalone PAUL&SHARK



Total look PAUL&SHARK


Total look PAUL&SHARK


Top e gonna LUIGI VECCIA


Maglione LES HOMMES


Total look PAUL&SHARK Photos by Chiacchio&Ptashko (Michelangelo Chiacchio and Elizaveta Ptashko) Styling by Vili Gadzheva Mak-up: Mary Parpinel Models: Andi, Martin S. and Nicolò G. @NBM New Beatrice Management Milano Sasha and Elena @Time International Models


BRANDS

Puma, Rihanna e Usain Bolt tra capsule collection ed ispirazioni di stile Mentre la Fenty Puma by Rihanna coinvolge attivamente l’artista, la Puma Running omaggia la medaglia olimpica




BRANDS

N

on è di certo una novità che il marchio Puma stringa collaborazioni importanti con i personaggi dello star system, ma a questo giro ha fatto un bel carico da novanta coinvolgendo due personaggi diametralmente opposti appartenenti a due realtà completamente diverse. Il primo progetto vede coinvolta la cantante che ha venduto oltre 250 milioni di dischi, tra album (54 milioni) e singoli (210 milioni, di cui 100 solo entro i confini statunitensi) e che grazie ai suoi successi ha conquistato un ruolo influente tra gli artisti di maggior successo nel panorama discografico cosmopolita; il secondo, invece, è stato scelto in virtù dei risultati ottenuti nelle più importanti competizioni sportive internazionali ed è considerato il più grande velocista di tutti i tempi. Stiamo ovviamente parlando di Rihanna e Usain Bolt, coinvolti in modo completamente diverso in due proposte distinte. Per galanteria cominciamo dal gentil sesso. 131


BRANDS

Con la collezione Fenty Puma by Rihanna la cantante propone un look che affonda la sua ispirazione nella cultura contemporanea di strada giapponese, strizzando l’occhio alla tradizione e mescolando influenze culturali a sfumature gotiche. Non mancano gli accenti audaci e provocatori, mentre i volumi esagerati convivono pacificamente con le proporzioni. Molto fruibili i confini tra generi, che perdono quasi completamente i loro punti cardini per sfociare in un equilibrio incondizionato. I colori dominanti sono il bianco e il nero rigorosamente a contrasto. Sportwear e street non s’incontrano a metà strada, ma si fondono completamente l’uno nell’altro. Il risultato finale, però, vede emergere il lato metropolitano contaminato da un animo che trasuda seduttività. Un orizzonte

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BRANDS

nuovo per il celebre marchio che assapora il glamour e le provocazioni rinunciando, per una volta, al suo profondo animo sportivo. “Ho voluto coinvolgere Puma in una nuova avventura che uscisse fuori dai canoni con qualcosa d’imprevedibile ed inaspettato afferma Rihanna -. Questa collezione non è solo una rappresentazione di chi sono e come mi vesto, ma si spinge ben oltre… è la cultura di strada giapponese con un tocco inquietante. Ho giocato con texture, sagome e tessuti di lusso reinterpretando la tradizione a modo mio”. Per mantenere alto l’interesse la collezione non è stata tutta messa in commercio al momento del debutto (metà settembre), ma divisa a scaglioni: ogni mese, fino a novembre, il progetto si arricchisce di nuovi capi, alimentando così la curiosità dei fans. Passiamo ora alla linea Puma Running dedicata

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BRANDS

interamente allo sprinter giamaicano Usain Bolt che detiene il record mondiale ed olimpico nei 100 m. e nei 200 m. Ogni minimo particolare è stato pensato, studiato e realizzato per rendere omaggio all’atleta. La collezione, formata da una serie di capi logati che mettono in evidenza le gesta del campione, è realizzata con tecnologie all’avanguardia per prestazioni, sicurezza e visibilità ottimali. A tal proposito non possiamo che soffermarci sulle calzature realizzate tenendo presenti una serie di accorgimenti assolutamente non indifferenti. Partiamo dal “ritorno di energia” dato dalla tecnologia ignite foam a vista nel tallone, nascosta nell’avampiede e inserita nell’itersuola su tutta la lunghezza. Continuiamo con il sistema Propulsion Zone che genera più velocità nella fase di stacco dal terreno. Vestibilità fa consonanza con flessibilità che a sua volta fa rima con sostegno: design lavorato a maglia per un comfort aderente e leggero, scanalature duttili sull’avampiede e tomaia in rete flessibile per una libertà di movimento ottimale, esterno del tallone in TPU, fasce di blocco e bordo alto per un appoggio eccezionale. Non vi resta che correre… Dove? Ma in uno store Puma!

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S P E C I A L E

MODA DONNA A / I

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LES COPAINS Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo














Under one’s breath Photos by Max Valerio styling by Ele Bi


Maglia AGATA DELLA TORRE Cappotto BLUME



Bracciale MONIES Gonna AGATA DELLA TORRE Smanicato RICHMOND DENIM



Collana MONIES Vestito-manicotti BLUME Smanicato RICHMOND DENIM




Maglia AGATA DELLA TORRE Cappotto BLUME Photos by Max Valerio Styling by Ele Bi Assistant: Matteo Di Pippo Hair stylist: Frank Peroni Mua: Stefania Gazzi Model: Christy R. @The Lab Models


DESIGN

Women in Italian Design

Il femminile soggetto creativo di un design meno asseverativo, autoritario, piĂš spontaneo e dinamico soffocato dal filone patriarcale



DESIGN

T

riennale Design Museum ogni anno racconta il design italiano attraverso un sistema di rappresentazioni che cambiano tematiche, ordinamenti scientifici e allestimenti per cercare di rispondere alla domanda primaria “Che Cosa è il Design Italiano?”, offrendo punti di vista e percorsi inediti sulla disciplina. La nona edizione del Triennale Design Museum (fino al 19 febbraio 2017), a cura di Silvana Annicchiarico e con progetto di allestimento di Margherita Palli, affronta il design italiano alla luce di uno dei nodi più delicati, più problematici, ma anche più stimolanti e suggestivi: la questione del genere. L’idea che il genere non sia più solo un dato biologico e naturale, ma una questione culturale 162






DESIGN

apre interessanti prospettive anche per quello che potrà diventare il design dopo il design. Ma per affrontare in modo oggettivo ed equilibrato le questioni di gender legate al design è necessario affrontare preliminarmente la grande rimozione operata dal Novecento nei confronti del genere femminile. Women in Italian Design cerca di tracciare una nuova storia del design italiano donnesco, ricostruendo figure, teorie, attitudini progettuali che sono state seminate nel Novecento e che si sono affermate, trasformate ed evolute nel XXI° secolo. Tutta la modernità novecentesca ha messo ai margini la progettualità delle donne, pressoché ignorata da storici e teorici del design. Le donne creano, 167


DESIGN

progettano, sperimentano, rischiano, sfidano e sono protagoniste già a cominciare dagli studi: le Università registrano sempre più una maggioranza di signorine nelle iscrizioni e nella frequenza alle lezioni, oltre che una marcata eccellenza del bel sesso nei processi di apprendimento. L’ordinamento cronologico racconta questa storia in modo dinamico, fluido e liquido, usando la metafora di un fiume che attraversa tutto il Novecento. Triennale Design Museum vuole quindi celebrare le donne in quanto nuovo soggetto creativo di un design meno asseverativo, meno autoritario, più spontaneo, più dinamico.

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Women in Italian Design (fino al 19 febbraio 2017) Palazzo della Triennale Viale Alemagna, 6 - Milano martedĂŹ - domenica H.10.30 - 20.30 Info: 02.724341 info@triennale.org



S P E C I A L E

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MARANI Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo














TRAVEL

“Dio creò Mauritius e poi il Paradiso terrestre” Mark Twain


N

oi Italiani le chiamiamo erroneamente “le Mauritius”, ma in realtà Mauritius è un’isola, non un arcipelago. Di origine vulcanica, si trova nell’Oceano Indiano, a meno di due ore di volo dal Madagascar. Una meraviglia. “Dio creò Mauritius e poi il Paradiso terrestre” scriveva Mark Twain. E come non dargli ragione, tante sono le bellezze naturalistiche da ammirare in questo piccolo fazzoletto di terra circondato dal mare tropicale e ricco di vulcani spenti. L’isola, circa 2000 metri quadri con poco più di un milione e duecento mila abitanti, sette volte più piccola della nostra Sardegna, è rimasta disabitata fino a quattro secoli fa, anche se gli Arabi la conoscevano già dal 1200 e la chiamavano appunto “isola deserta”. Ma è solo grazie alla “scoperta” del portoghese Pedro de Mascarenas nel 1505, e poi in successione con la colonizzazione olandese, francese ed, infine, inglese che l’isola divenne terra abitata. Per i Francesi, di cui le gente del posto ricorda il disumano sfruttamento degli schiavi, era “l’Ile de France”, colonia modello di Versailles fino al periodo napoleonico quando diventa territorio inglese ed entra a far parte del Commonwealth. Il nome odierno gliel’ha dato il principe Mauritz van Nassau, una delle poche tracce rimaste della dominazione degli Olandesi che sembrerebbero anche essere la causa dell’estinzione di uno degli abitanti storici di Mauritius: il dodo, uccello dall’aspetto buffo ed un po’ sgraziato, avvistato l’ultima volta a metà del XVII° secolo e ora simbolo dell’isola. Il nostro viaggio alla scoperta dell’isola, firmato ed organizzato a metà 186


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settembre dai tour operators Tau e Twizz, inizia con il volo aereo Meridiana: 10 ore e mezza di volo diretto per arrivare all’aeroporto internazionale di Mauritius, intitolato a Sir Seewoosagur Ramgoolam, figura chiave del movimento che portò nel 1968 l’isola a diventare una Repubblica indipendente. è stata un’esperienza unica, come del resto tutti i viaggi Tau e Twizz a cui partecipiamo, e che ci ha visti ospiti dei resorts del gruppo internazionale

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Beachcomber: suites e ville da favola che ci sentiamo vivamente di raccomandare. Come scrisse tempo fa un collega giornalista, le camere di Beachcomber sono cosĂŹ belle che viene quasi la voglia di rimanere per tutto il tempo della vacanza in hotel. Confermiamo. Arredamenti e particolari da urlo, ville dove il solo bagno è grande quanto un bilocale di Milano, vasche idromassaggio, piscine all’aperto, camere che si affacciano sulle spiaggie.

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Tutto bello, nuovo, pulito, di tendenza sia nei villaggi a quattro stelle che nei cinque e cinque plus. Con un’accoglienza attenta ai minimi dettagli, personale sempre gentile e disponibile. Da queste parti oltre che il creole, che è il dialetto locale, si parla inglese e francese, ma negli hotel Beachcomber c’è sempre anche qualcuno che conosce l’italiano. Cucina internazionale, specialità mauriziane, ma anche ottimi, ma veramente ottimi, ristoranti italiani con chefs nostri connazionali che propongono di tutto: dagli strozzapreti fatti in casa, alle focacce e dell’ottimo vitel tonné. I piatti locali non mancano: carne, pesce e frutti di mare serviti col curry o alla griglia, insalate di cuore di palma e tanta vaniglia che assieme ai frutti tropicali è alla base di molte ricette della tradizione locale. Difficile non mettere su qualche chilo: sarà anche forse per questo che tutti i resorts hanno un’attrezzatissima l’area fitness e la spa in perfetto e rilassante stile orientale. Ma torniamo alle bellezze dell’isola. Sulla costa Est una tappa d’obbligo è l’Ile aux Cerf: una laguna, belle spiagge tranquille, isolate ed ombreggiate da alberi di casuarina. Sulla Costa Ovest c’è Flic en Flac, con le sue spiagge bianche, una stupenda barriera corallina, tanti centri commerciali per lo shopping e la baia di Tamarin, con le omonime cascate, le più alte dell’intera isola, che ci regalano uno spettacolare salto di quasi 300 metri.

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Grand baie, nel Nord, è famosa per lo shopping ed il divertimento. L’economia dell’isola si regge, oltre che sul turismo e sul tessile (cashmere e cotone), sulla lavorazione della canna da zucchero, a cui sono dedicate vaste piantagioni, assieme a coltivazioni di tè, palme da cocco e altre piante tropicali, tra cui il banano gigante indiano e il flamboyant con i suoi fiori rossi. Della canna non si butta via niente: si raffina lo zucchero, si utilizzano le

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fibre per i tetti delle abitazioni e si bruciano i resti per produrre energia elettrica. Una vera e propria risorsa che però ha causato un progressivo disboscamento dell’isola. E dallo zucchero di canna si ottiene dell’ottimo rhum, che nella variante agricole è assolutamente da provare: noi l’abbiamo fatto presso la Rhumerie de Chamarel che offre svariate degustazioni. Da assaggiare il succo di canna da zucchero: squisito.

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Motivo di orgoglio dei Mauriziani è la fabbricazione, a Curapipe, di modellini di navi di ogni epoca e stazza: è il cadeau che le autorità straniere in visita all’isola si portano sempre a casa. Sono meticolosamente realizzati a mano e riproducono fedelmente velieri, navi storiche come la “Santa Maria” di Cristoforo Colombo, il “Titanic”, ma anche navi da guerra come la “Yamato”. Lo store, che abbiamo visitato, offre anche un ottimo servizio di confezione per il trasporto aereo o, nel caso di dimensioni notevoli, di consegna a mezzo posta in tutto il Mondo. Da visitare, assieme alle tartarughe giganti, le terre dei 7 colori, un sito che raccoglie come dice il nome ben 7 terre di colore diverso: una spettacolare conformazione geologica situata nell’entroterra dell’isola. E sempre parlando di colori non si può non evidenziare quelli del mercato di Port Louis, la capitale: frutta e verdura di ogni tipo, pareo e foulards dalle mille tinte, ma anche coloratissimi ombrelli sospesi nell’aria che accolgono i visitatori. Mauritius è un isola multirazziale. Metà della popolazione è di discendenza indù, il resto sono Africani, Cinesi, Francesi e Britannici. Una pluralità di etnie e di religioni che sono riassunte nei quattro colori della bandiera: il blu dei cristiani, il rosso dell’induismo, il giallo del taoismo cinese e il verde dei mussulmani. Tante religioni che convivono in un clima di reciproco rispetto e la cui presenza è testimoniata da chiese, cimiteri, templi e moschee che sono un po’ ovunque. Consigliamo una capatina al lago sacro indù Grand Bassin, a 20 km da Chamarel: luogo di

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culto, ma anche di aggregazione dei fedeli che una volta all’anno lo raggiungono per pregare. Mauritius è un vero Paradiso sulla Terra, dove la gente vive tranquilla tra le bellezze della natura. Meta ideale per conoscere un popolo multietnico, per scoprire spiagge e fondali marini spettacolari, per rilassarsi, ma anche scelta unica ed originale per celebrare le proprie nozze. Pensateci seriamente quando prenoterete il prossimo viaggio. C.U.

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Per informazioni: MTPA - Ente del Turismo Isola di Mauritius www.tourism-mauritius.mu/it TAU VIAGGI - TWIZZ Tel. 02.20245481 www.tauviaggi.it - www.twizz.it 197


VOLCANIC Photos by Eric Ouaknine styling by JNSN

Perfume L’EAU BLEUE d’ISSEY MIYAKE Velvet dress EYMERIC FRANÇOIS Couture Bracelets MISAKI




Perfume LA VIE EST BELLE FLORALE de LANCÔME Embroidered dress TONY WARD Earrings, bracelet & ring MISAKI


Perfume L’OVERDOSE de DIESEL Bra&panties ERES Lace collar PALOMA CASILE Leather cuff CATHERINE OSTI Earrings ANNELISE MICHELSON




Perfume AZZARO WANTED de AZZARO Leather & velvet jacket, trousers FRENCH DEAL


Perfume VIVA LA JUICY GOLD de JUICY COUTURE Embroidered leather dress JITROIS Shoes WALTER STEIGER Earrings, bracelet & ring MISAKI




Perfume ALLURE HOMME SPORT de CHANEL Trousers FRENCH DEAL


Perfume L’OVERDOSE de DIESEL Bra&panties ERES Lace collar PALOMA CASILE Leather cuff CATHERINE OSTI



Perfume DECADENCE de MARC JACOBS Leather dress JITROIS Necklace ROSANTICA at L’ÉCLAIREUR Clutch MARC JACOBS




Perfume LA PANTHÈRE de CARTIER Embroidered dress ROBERT KALINKIN Watch, bracelet & earrings MISAKI


Perfume BLACK OPIUM NUIT BLANCHE de YVES SAINT LAURENT Leather body JITROIS Shoes MAMBRINI



GIRL Perfume CK TWO by CALVIN KLEIN Bra&panties PALOMA CASILE Earrings ANNELISE MICHELSON Watch MISAKI BOY Perfume CK ONE by CALVIN KLEIN Boxer CALVIN KLEIN


Photos by Eric Ouaknine - www.eouaknine.com Styling by JNSN - www.jnsn.fr Production: EOP Paris Mua/Hair: Christelle Minbourg Models: Anya Snegireva and Oumii Mi Editing: EOP Paris Thanks to Ksenia Dhenry (Misaki) & IOM Monaco (Distributor of perfumes)


DESIGN

Aston Martin: quando l’eleganza e l’essenzialità celebrano la ricerca e la linearità

Living room, dining room e office sono le proposte d’arredo del marchio automobilistico



DESIGN

C

on estrema raffinatezza e strizzando l’occhio allo stile minimal, la collezione di arredamento Aston Martin si è imposta sul mercato conquistando il pubblico dei design-addicted attraverso gli stessi valori che hanno costruito il successo del prestigioso marchio automobilistico. Un trionfo firmato Made in Italy, visto che l’intera linea è prodotta e distribuita in esclusiva mondiale da For-

mitalia Luxury Group spa: azienda italiana che, grazie all’esperienza e al know how maturato nel corso degli anni nel settore arredamento, ha saputo interpretare al meglio le direttive indicate dalla casa automobilistica inglese. Le nuove proposte si basano sulla ricerca, la linearità, l’eleganza e l’essenzialità tipiche del marchio. Ne è un chiaro esempio il living room: un ambiente

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DESIGN

nera lucida. La chaise longue, elemento iconico di tutta la collezione, è proposta con una struttura in carbonio rivestita in fibra di lino resinata e con cuscino in pelle nabuk o in tessuto di lana. Continuiamo con il dining room, area pensata per vivere momenti conviviali unici ed indimenticabili. Qui i materiali pregiati, l’eleganza pura e i particolari sofisticati caratterizzano la zona pranzo.

caldo e confortevole dove spiccano elementi di design puro e minimalista impreziositi da quella ricercatezza di materiali e finiture che contraddistingue da sempre la collezione di arredi del marchio. Nel dettaglio il divano e la poltrona presentano una struttura completamente rivestita in pelle Skin Mud con seduta e schienale imbottiti rivestiti in tessuto. I piedini, discreti e lineari, sono in metallo con finitura

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DESIGN

Ponendo la lente d’ingrandimento, il tavolo di forma rettangolare ha una struttura in legno laccato color nero lucido e piano in essenza di olmo con finitura lucida. Le sedie presentano la stessa struttura del tavolo e sono rivestite di morbidissima pelle Nabuk Sand con particolari cuciture sullo schienale. La credenza bassa, oltre ad una pratica funzionalità data da quattro ampi cassetti e un vano con due ante,

si coordina perfettamente a tutti gli elementi della zona pranzo. La struttura è in legno laccato color nero lucido, ante e cassetti sono in legno di olmo con finitura lucida e il top è elegantemente rivestito con lo stesso materiale delle sedute. Completa l’ambiente il particolare mobile bar caratterizzato da quattro vani multifunzionali, di cui uno dedicato alla cantina vini.

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DESIGN

La scrivania offre un alto contenuto estetico unito ad un’efficace praticità. Presenta un piano in radica Venice con finitura lucida e bordi rivestiti in pelle, impreziosita da cuciture tono su tono. È dotata di cassetto frontale in legno e lampada in alluminio a led posizionata all’estremità opposta. Le gambe, distinti e lineari, sono in metallo nero con finitura limpida.

La struttura è in legno laccato color nero lucido, le ante sono in legno di olmo con finitura rilucente e il top, particolare nella sua forma, è rivestito in pelle Nabuk Sand. Aston Martin sa che piaceri e doveri spesso viaggiano sugli stessi binari e ha creato un ufficio di carattere e personalità dove i complementi d’arredo spiccano per eleganza, design e funzionalità.

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Fausto puglisi Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo












La Haine Photos by Luigi Lista styling by Maurizio Candela





Jeans LEVI’S Cintura DIESEL Giubbotto VETEMENTS Dolcevita ICEBERG Scarpe CONVERSE


Camicia LEVIS Tuta ADIDAS




Jeans LEVI’S Cintura DIESEL Dolcevita ICEBERG Photos by Luigi Lista Styling by Maurizio Candela Model: Alexiey Alexievic @Wonderwall ITA @Elite PAR @Next ING


MOTORI

Obiettivo auto elettrica rivoluzionaria!

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MOTORI

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MOTORI

T

esla Model 3 è il tanto atteso gioiellino 100% elettrico di Tesla Motors che ha di fatto rivoluzionato il mercato dell’automobile ancor prima della sua uscita. D’altronde il patron della Casa, Elon Musk, ha già ricevuto per la Tesla Model 3 oltre 400 mila prenotazioni (non vincolanti). Di fatto il “crowdfunding” più grande del mondo, per quella che – a detta dell’imprenditore sudafricano – diventerà la prima auto elettrica di massa.

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MOTORI

Per arrivare a tale traguardo occorrerà però superare due ostacoli: il necessario incremento della capacità produttiva di Tesla Motors, che in tutto il 2015 ha distribuito poco più di 50 mila vetture, e la maggior diffusione delle stazioni di ricarica. Detto ciò, quali sono le caratteristiche, di quest’auto che ha destato così tanto scalpore ancor prima della sua uscita sul mercato? Innanzitutto Tesla Model 3 combina autonomia, prestazioni, sicurezza e spa-

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MOTORI

zio in una berlina premium. Raggiunge un’autonomia di 345, con un prezzo di partenza di 35.000 dollari, incentivi esclusi. Inoltre impiega da 0 a 100 km/h meno di 6 secondi 0 – 100 km/h. All’interno ospita 5 Adulti e ci si aspetta il massimo in fatto di sicurezza. Il prezzo è di 35.000 dollari, ed è il costo base negli Stati Uniti, che non tiene conto di tasse ed incentivi. Ma quale sarà il prezzo in Italia? Ovviamente non ci si può affidare semplicemente al cambio euro/dollaro, così facendo si potrebbe dedurre un prezzo di “soli” 30.000 euro… Ma a questi va aggiunta

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MOTORI

sicuramente l’IVA (almeno che non si riesca a detrarla completamente): quindi un costo aggiuntivo (ad oggi) del 22%, arrivando così ad un prezzo ivato di 36.600 euro. E a questi andranno poi sicuramente sommate altre voci di spesa legate al costo di trasporto, ai dazi d’importazione e ad altri costi minori. Si arriverà, verosimilmente, a circa 45.000 euro per la versione base. A cui potranno aggiungersi, per i più ingordi, optionals a pagamento che faranno lievitare verosimilmente il prezzo di altri 10/12.000 euro.

Cristiano Fabris

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RICOSTRU Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo











ARTE

Una mostra di sicuro effetto dal fascino rétro

Andy Warhol, Autoritratto, 1985, digital art

“Andy Warhol inedito: le prime sperimentazioni digitali con l’Amiga 1000”

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ARTE

D

Giuliano Grittini, Marilyn, 2015, tecnica mista, cm 100x100

Giuliano Grittini, Yellow Warhol 1, 2015, Tecnica Mista su carta, 50x65cm.

al 1 al 30 ottobre 2016 il Musil, museo dell’Industria e del Lavoro di Rodengo Saiano, ospita la mostra di Deodato Arte “Andy Warhol inedito: le prime sperimentazioni digitali con l’Amiga 1000”. Ogni venerdì, sabato e domenica del mese al museo bresciano è esposto un corpus di opere inedite del poliedrico artista. Una mostra di lavori unici realizzati con l’Amiga 1000, il primo personal computer multimediale che trent’anni fa scelse Andy Warhol come testimonial d’eccezione chiamandolo a realizzare un’opera al Lincoln Center di New York. In tale occasione, il 23 luglio 1985 al Vivian Beaumont Theater, venne scattata a Debbie Harry, cantante leader del gruppo Blondie, una foto in bianco e nero da una videocamera collegata ad un computer - una tecnologia rivoluzionaria per l’epoca - e l’artista, tramite semplici movimenti del mouse, intervenne con rielaborazioni cromatiche che diedero vita al primo ritratto digitale e alla prima opera di computer-art firmata Warhol. Da quel momento fino alla sua scomparsa (1987) l’esteta sperimentò con grande entusiasmo le potenzialità del rivoluzionario mezzo, acquistando una batteria di Amiga e realizzando numerose rielaborazioni delle sue opere, fra cui il barattolo della zuppa Campbell, i famosi Flowers, il ritratto di Marilyn Monroe… che costituiscono ad oggi un inesplorato patrimonio. Dal 1987, questo corpus di lavori è stato temporaneamente dimenticato e solo a seguito di un lungo processo di recupero dei dati, di difficile decriptazione, si è arrivati a

restituirne i contenuti, resi pubblici in occasione della mostra organizzata lo scorso anno nella sede milanese di via Santa Marta della galleria Deodato Arte, ed eccezionalmente riproposta al Musil di Brescia. In mostra sono esposti due storici pc Amiga 1000 del 1985 in cui si ammirano 9 opere inedite elaborate da Warhol, 16 acetati di cui sei inediti, provenienti dalla serie Ladies and Gentlemen, che ritraggono modelle e drag queen ingaggiate per il progetto, serigrafie, dischi, banconote da due dollari e da 100.000 lire, oltre ad una ricca documentazione che include fotografie, filmati, la rivista “Amiga Word” con l’intervista all’icona della Pop Art, alcuni numeri del mensile “Interview” e biglietti di Leo Castelli. L’esposizione è arricchita dalle opere del fotografo, stampa264


Giuliano Grittini, Memory Gold Campbell Soup, 2015, tecnica mista su carta, 65x50

Andy Warhol, Gabriel Cohen, serie Ladies and Gentlemen, 1974, acetato, cm 28x25

Giuliano Grittini, AMIGA STORY 2, 2015, Tecnica mista su carta, 50x65cm.

Andy Warhol Marina Ferrero, serie Ladies and Gentlemen, 1974, acetato, cm 31x25 265


Andy Warhol e Debby Harry al Lincoln Center per la presentazione di Amiga 1000, 1985

ARTE

tore e artista Giuliano Grittini, noto per le sue collaborazioni con molti artisti tra cui Warhol. Grittini per quest’eccezionale occasione ha stampato per la prima volta in assoluto e rielaborato a tecnica mista con interventi manuali dieci opere, tra acetati e immagini digitali, del grande artista. L’interesse di Warhol per il linguaggio digitale viene esaustivamente espresso nell’intervista del 1986 pubblicata su “Amiga Word”, dove alla domanda “What are the things that you like the most about doing this kind of art on the Amiga?” Warhol risponde “Well, I like it because it looks like my work”, che sottolinea lo stretto legame nato con una tecnologia estremamente innovativa per l’epoca, 266


ma soprattutto vicina alla sua personale espressione artistica. Una mostra di sicuro effetto, dal fascino rétro, che coniuga due interessantissime realtà: quella di Deodato Arte - una galleria d’arte contemporanea con sedi a Milano, Hong Kong e in Svizzera, fondata nel 2010 che vanta una gran collezione di opere di artisti - e il Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia – il grande edificio industriale trasformato in una struttura versatile di grande impatto estetico grazie all’opera di Klaus Schuwerk e che dal 2009 ospita un’importante mostra dedicata al cinema, una vasta esposizione di macchine industriali e un suggestivo spazio per mostre ed eventi.

Andy Warhol, Ladies and Gentlemen, acetato, 1975, cm 32x24

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BACK TO FIRE Photos by STEFANO SCIUTO styling by MAN’SGROUP


Jacket and pants H2O Earrings Santell


Coat H20 Pants Blend company Shoes GEOX Earrings stylist own




Dress H2O Shrug Frime Earring Marakò


Dress H2O Shrug Frime Earring Marakò




turtleneck H2O Skirt ExplosioN Photos by Stefano Sciuto Styling by Man’s Group Photo assistant: Sergio Scarlata Make-up and hair: Cristina Marano Model: Chiara Pistorio



ICONS

60 anni fa Oscar a Elisabeth Taylor e a Richard Burton per “Chi ha paura di Virginia Woolf ?� Quando Liz e Richard volevano dire seduzione


ICONS

I

n tempi frettolosi come questi l’ansia ci divora. Siamo superficiali, ci fermiamo sulla pelle delle cose, abbiamo sempre l’occhio puntato sull’orologio. è sempre troppo tardi per tutto. “La nevrosi è di moda”, come cantava Celentano profeta pop del male di vivere dell’urbanizzazione di massa. Che bello viaggiare all’indietro sulle ali della memoria! Noi cinefili rivediamo una delle coppie più iconiche della storia del Cinema: Elisabeth Taylor e Richard Burton. La mitica diva dagli occhi viola e il grande istrione gallese nel 1966 al top della loro espressività nel film di Mike Nichols “ Chi ha paura di Virginia Woolf ?”. Tratto dall’omonimo dramma di Albee del 1963, racconta lo storia di una coppia borghese americana devastata dalla noia e dall’alienazione della società opulenta. Protagonista Martha, moglie infelice del professore George, insegnante di storia dalla condotta moralmente irreprensibile. I due non più giovani coniugi conducono

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ICONS

una vita monotona, con la costante paura di confrontarsi con il proprio “doppio”: il fantasma apparentemente rimosso dei tabù sessuali. In una serata tesa all’eccesso, Martha e George, davanti ad una coppia di giovani ospiti, si scatenano in un gioco al massacro sadomasochista che si conclude senza né vincitori né vinti. Vediamo nel film di Nichols un’insuperabile Liz Taylor alcoolizzata che si agita come un’isterica nello spazio claustrofobico della famiglia borghese. La diva americana di origine inglese, già protagonista di film memorabili come “Un posto al sole” (1951) di G. Stevens e “La gatta sul tetto che scotta” (1958) di E. Brooks, fu premiata con il secondo Oscar per questa interpretazione insieme con Richard Burton, conosciuto sul set romano del colossal “Cleopatra” (1963) di Mankiewicz, che si risolse in un disastro economico, nonostante la pubblicità mediatica fornita dalla 281


ICONS

relazione adulterina che unì i due attori sul set del film e subito dopo nella vita. Si vede ancora oggi in TV, quasi come emblema degli anni d’oro di Cinecittà, mentre sembra dimenticato il film che fruttò alla diva dallo sguardo felino il suo primo Oscar “Venere in visione” (1960) di D. Mann. In questa pellicola Liz interpreta la parte di una ragazza squillo alle prese con clienti masochisti. Infatti è tratto dal romanzo “Venere in pelliccia” (1870) di Leopold von Sacher Masoch, insuperabile maestro dell’eros vissuto in forma estrema. Nel film “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, Liz Taylor appare invecchiata dal trucco, simile ad una medusa furibonda e vendicativa animata dalla volontà di distruggere il proprio mènage coniugale, quasi senza accorgersi che la propria volontà di vendetta si ritorce contro se stessa e che il marito non sopporta più i suoi eccessi isterico - compulsivi. La seducente Cleopatra diventa una tenebrosa creatura infernale in una serie di dialoghi 282


ICONS

e di scene fortemente drammatiche che furono premiate con il massimo riconoscimento per un’attrice cinematografica. La fama mediatica di Liz Taylor fu un’operazione commerciale costruita non solo sul suo lavoro di artista, ex bambina prodigio in “Piccole donne” (1949) di M. LeRoy e “Torna a casa, Lassie” (1943) di F. McLeod Wilcox, ma anche sulla sua chiacchierata vita sentimentale che la trasformò in protagonista di grandi gossip con veri e propri assalti di paparazzi, nell’epoca della dolce vita di fine anni Sessanta, quando la diva sostava sul proprio yacht a Portofino e a Capri. Liz anticipa i tempi moderni del rifacimento corporeo, oggi di gran moda, con “Mercoledì della ceneri” (1973) di Larry Peerce, in cui interpreta la crisi di una donna non più giovane che per piacere ancora al marito si sottopone al bisturi nel tentativo di ringiovanire la propria immagine. Ma sarà un giovane a sedurla. Nel film l’affascinante Helmut Berger. Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese 283


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NAILS BEAUTY Photos by andrea Benedetti & Diego Chiarlo















HI-TECH

iPhone 7 e iPhone 7 Plus, i nuovi nati in casa Apple Nuovi colori, design impreziosito e tecnologie all’avanguardia

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ei giorni scorsi Apple ha presentato i suoi ultimi gioiellini: iPhone 7 e iPhone 7 Plus, gli iPhone più evoluti di sempre, ricchi d’innovazioni esclusive che ne migliorano l’uso quotidiano sotto ogni aspetto. I nuovi nati ruotano attorno a tecnologici sistemi di fotocamere che scattano foto come mai prima d’ora, prestazioni e potenza incrementate con la miglior autonomia di sempre, altoparlanti stereo

dal suono coinvolgente, due nuove finiture, scocche refrattarie all’acqua e un’ampia gamma cromatica. Scopriamo meglio le caratteristiche. La fotocamera da 12 megapixel include la stabilizzazione ottica dell’immagine, un diaframma con una maggiore apertura di ƒ/1.8 e un obiettivo con lente a sei elementi. Tutto ciò non solo assicura foto e video più luminosi e dettagliati, ma garantisce la capacità di

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catturare un’ampia gamma cromatica che promette colori più vivaci e particolari minuziosi più nitidi. Al modello Plus è integrato in più un teleobiettivo da 12 megapixel per offrire uno zoom ottico 2x e uno zoom digitale fino a 10x per le foto. Parlando di video il chip A10 Fusion è il più potente mai introdotto in uno smartphone e permette di girare filmati incredibili sia di giorno che di notte con la miglior autonomia di sempre. La CPU del chip ha ora quattro core: integra alla perfezione due core ad alte prestazioni con velocità fino a due volte superiori rispetto all’iPhone 6 e due core ad elevata efficienza in grado di consumare appena un quinto rispetto ai core ad alte prestazioni. Anche le proprietà grafiche si presentano più potenti: sono, infatti, fino a tre volte più veloci e portano ad un nuovo livello l’utilizzo di videogame e app professionali. A proposito di app, iPhone 7 e iPhone 7 Plus hanno di serie iOS 10: la più importante release di sempre del sistema operativo mobile più evoluto che permette di interagire al meglio con le applicazioni, sfruttando a pieno tutte le loro caratteristiche. Passando all’aspetto audio, i nuovissimi altoparlanti stereo assicurano un suono due volte più forte

con una gamma dinamica del tono più ampia e un vivavoce di qualità superiore. Il nuovo iPhone include gli auricolari EarPods con connettore Lightning che garantiscono un suono incredibile, oltre ad un adattatore per jack cuffie da 3,5 mm che permette ai clienti di usare auricolari e accessori meno recenti. Ma anche l’occhio vuole la sua parte ed ecco elaborato un progetto curato e rifinito nei minimi particolari. iPhone 7 e iPhone 7 Plus hanno uno splendido design disponibile nei colori argento, oro ed oro rosa, oltre a due novità: una bellissima finitura nera dall’aspetto anodizzato opaco e l’innovativo Jet Black dal look unico e incredibilmente lucido. Il nuovo colore Jet Black è ottenuto tramite un processo di anodizzazione e lucidatura all’avanguardia caratterizzato da ben nove passaggi che garantiscono una finitura perfettamente uniforme e nitida. Il guscio, interamente riprogettato, ha permesso di rendere l’iPhone resistente all’acqua, per una protezione senza precedenti da liquidi, schizzi e polvere. Attenzione però, questa non è una condizione permanente e potrebbe diminuire per effetto della normale usura. I danni causati da infiltrazioni di liquidi non sono coperti dalla garanzia. Tra gli accessori da tener presenti vi segnaliamo

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HI-TECH

gli AirPods, gli innovativi auricolari wireless che ci liberano dalla schiavitù dei fili e uniscono semplicità e tecnologia evoluta per reinventare l’esperienza d’ascolto. Tutte le rivoluzionarie innovazioni introdotte con AirPods sono frutto del nuovo chip W1 di Apple, che s’interfaccia con i doppi sensori ottici e con gli accelerometri integrati per rilevare la posizione degli AirPods ed avviare così la riproduzione solo nel momento in cui l’utente li indossa. Basta toglierli per mettere automaticamente in pausa la musica, oppure togliere uno degli auricolari per parlare con un’altra persona e indossarlo di nuovo per riprende-

re l’ascolto. Un ulteriore accelerometro integrato in ciascun auricolare rileva quando l’utente sta parlando, permettendo ai due microfoni beam-forming di concentrarsi sul suono della voce rendendolo ancora più chiaro e nitido filtrando i rumori esterni. Sarà invece disponibile nel corso dell’anno la doppia fotocamera da 12 megapixel che consente di sfruttare il nuovo effetto profondità di campo utilizzando entrambe le fotocamere dell’iPhone 7 Plus, mentre una ricercata tecnologia con apprendimento automatico separa lo sfondo dal primo piano per dar vita a ritratti straordinari un tempo possibili solo con le fotocamere DSLR.

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Thank DSQUARED2, Elisabetta Franchi, Ermanno Scervino, Fausto Puglisi, LES COPAINS, MARANI, NAILS BEAUTY, Ricostru, Andrea Benedetti, Diego Chiarlo, Uel Camilo, Giulia Barela, Martino Midali, Annarita, Chiara Boni-Le Pe, Kurshuni, Dellera, DIVA, Stylists, Pierre Mantoux, Aibi Joux, Verdissima, Space Styleconcept, Francesco Italia, Marielena Haralabaki, Letizia Pecchia, Pauline Delval, Dana @Why Not Models, LES HOMMES, Lucio Vanotti,

TRUSSARDI, Emporio Armani, CANALI, Christian

Pellizzari, BORSALINO,

Berluti,

Miaoran,

DOLCE&GABBANA,

CORNELIANI, Alessandro Esposito, Irene Lombardini, Claudia Blengio, Riccardo Mora @ILOVE Models Management - Milano, HELLO THERE MILANO,

H2O,

Santell, Blend Company,

GEOX, FRIME,

Marakò,

EXPLOSION, Stefano Sciuto, Man’s Group, Sergio Scarlata, Cristina Marano, Chiara Pistorio, BLF BloodLessFur, MANGO, Vanda Catucci, Redemtion, PAUL&SHARK, Luigi Veccia, Michelangelo Chiacchio and Elizaveta Ptashko, Vili Gadzheva, Mary Parpinel, Andi, Martin S. and Nicolò G. @NBM New Beatrice Management Milano, Sasha and Elena @


ks to: Time International Models, Michele Vignali, Agata Della Torre, BLUME,

RICHMOND,

Monies, Max Valerio, Ele Bi, Matteo Di Pippo, Frank

Peroni, Stefania Gazzi, Christy R. @The Lab Models,

SSHEENA,

Aston Martin,

LOEWE, Martina Bolis, Klaudia Lotpal @TheFabbica,

Alessandro Rizzo, ISSEY MIYAKE, Eymeric François Couture, MISAKI,

Lancôme, Tony Ward, DIESEL, ERES, Paloma Casile, Catherine Osti, Annelise Michelson, AZZARO, French Deal, Juicy Couture, JITROIS, Walter Steiger, CHANEL, MARC

JACOBS, Rosantica, CARTIER, Ro-

bert Kalinkin, YVES SAINT LAURENT, Mambrini, CALVIN KLEIN, Eric Ouaknine,

JNSN, EOP Paris, Christelle Minbourg, Anya Snegireva

and Oumii Mi, Tau Viaggi, TWIZZ, LEVI’S, Vetements, ICEBERG, Converse,

ADIDAS,

HUGO BOSS,

Luigi Lista, Maurizio Candela, Alexiey Alexievic,

DKNY,

JOOP,

Karl Lagerfeld,

Claudia Diaz, Laura

Ann Olland @21agency.de, David Koch @EastModels.com, Riccardo Di Salvo, Claudio Marchese, Cristiano Fabris



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