mensile - anno venti - numero dodici - dicembre 2016
italia
EVENTI Pitti Uomo 91 DESIGN Casa Boucquillon TRAVEL Malta ARTE Nathan Sawaya - Hugo Pratt
SOMMARIO
FOTOGRAFIA 66
COVER 14
Pitti Immagine Uomo 91
ARTE 82
EVENTI 08
COVER Blackened
14
MOSTRA Gian Paolo Barbieri
28
FASHION Lupin
38 MOSTRA 28
ARTE Jean-Michel Basquiat
82
FASHION Pattern
92
MOSTRA Boom 60!
102
FASHION Memories of a Chinese Prince Isa Stoppi
MOSTRA 102
LIBRI 48
FASHION Party in solitude
54
FOTOGRAFIA Errikos Andreou
66
FASHION All in all
114
74 4
SOMMARIO
Casa Boucquillon: “La Villa Farfalla”
FASHION 120
Common day
FASHION Lupin
Appuntamenti a teatro
204
FASHION 138
Street’s couple
LOUNGE BAR Morgana
194
SIPARIO 128
TRAVEL Malta: nel blu dipinto di blu
MOSTRA 178
design 120
design
226
ARTE 150
The Art of the Brick
234
TRAVEL 138
FASHION A caged girl
244
ICONS Rudy for ever
252
CINEMA “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo”
Theeratat Thaninbenjakuk
TEATRO 204
YOUNG DESIGNER 160
FASHION The sailor
168
MOSTRA Hugo Pratt e Corto Maltese
178
MOTORI Maserati Levante: regalo di Natale
258
186 6
Pitti immagine Uomo 91 “Dimmi come balli e ti dirò come vesti”
Golden Goose Deluxe
EDITORIALE
A
ritmo di street dance e al passo dei suoi contest, così la Fortezza da Basso si accinge ad ospitare la 91a edizione di Pitti Immagine Uomo. Il tema guida dei saloni invernali è Pitti Dance Off: “Dimmi come balli e ti dirò come vesti”. Attenzione però a non cadere nel “trabocchetto”: la protagonista non è la musica, ma la danza nella sua molteplicità di espressioni. È qui che stili e personalità esplodono in una poliedrica libertà di movimento di essere e di vestire ed è proprio su questi punti cardini che la moda e la danza trovano l’ennesimo punto d’aggregazione e condivisione. In questo connubio i confini sono talmente elastici che quasi risultano
N . 1 2 D I C E M B R E 2 0 1 6 cover Photos by Eric Ouaknine Styling by JNSN Make-up: Angie Moulin Hair: Christophe Pujol Production: EOP Paris Model: Anna Almezova Body FIFI CHACHNIL Corset AMMUNITION Couture Bracelet ON AURA TOUT VU Leather mask SEVILLE editrice Sedit sc via Emile Chanoux, 26 10026 Pont Saint Martin (AO) direttore editoriale Calogero Urruso
inesistenti e guardano al passato, al futuro e alla contemporaneità con uno sguardo ed un atteggiamento rivoluzionario, ma rispettoso delle rispettive individualità. Quest’edizione, merito anche del contributo straordinario di MiSE e dell’Agenzia ICE nell’ambito del Piano Triennale 2015-2017 promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno delle fiere italiane e del Made in Italy, vuole innanzitutto sfondare il muro del dualismo tra fiera e fashion week, verso nuovi format che uniscono ricerca stilistica, comunicazione e concretezza per il mercato. Un passo in avanti sicuramente importante che proietta la manifestazione in un circolo d’evoluzione continua a pag. 8
direttore responsabile Salvatore Paglia pubbliche relazioni Jean Paul Bianco pubblicità Tel. +39 329.8622268 info@luimagazine.com impaginazione e grafica Michele Alberti redazione Fax 02 91390360 redazione@luimagazine.com stampa continua a pag. 8 Tipografia Giglio-Tos
pubblicazione mensile Reg.Trib. di Milano N. 169 - 03/2000 hanno collaborato a questo numero: Alessandro Rizzo Alexia Mingarelli Claudio Marchese Michele Vignali Riccardo di Salvo Silvia Trepago Lui Magazine è un mensile distribuito gratuitamente (0,10 euro) in tutta Italia e Costa Azzurra Lui Magazine non è responsabile per la qualità, la provenienza o la veridicità delle inserzioni. La direzione di Lui sì riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un’inserzione a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa eventualmente da esso sopportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazioni di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. L’apparizione di un modello sulla copertina o sulle pagine del giornale non costituisce implicazione relativa al suo orientamento sessuale. Il © delle immagini è di proprietà degli autori. L’editore rimane a disposizione per gli eventuali accordi di pubblicazione che non è stato possibile definire. I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti e quelli degli inserzionisti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e la pubblicazione degli annunci e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.
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Paul Smith
EVENTI
continua dedita a catturare le nuove vibrazioni della moda e a trasformarle in progetti inediti. Un percorso arduo, ma che francamente condividiamo poiché riteniamo che sia corretto sottolineare la propria individualità attraverso percorsi in grado di rimarcare la specificità di ogni manifestazione. Pitti ha come protagonisti le grandi aziende della tradizione che si proiettano al futuro, i nuovi talenti del fashion design, le firme in ascesa, i nuovi mondi del menswear, il debutto di sezioni come HI Beauty - dedicata al mondo delle fragranze e del personal care - e tutti i microcosmi che raccontano gli stili e le anime della moda uomo oggi. Andiamo con ordine e cominciamo dai big brand internazionali. Z Zegna, una delle aziende più importanti del Made in Italy nel mondo, torna a Pitti Uomo per l’anteprima ufficiale della collezione disegnata da Alessandro Sartori, nuovo direttore creativo, e per esprimere il suo stile unico attraverso un setting concepito per l’occasione. Tommy Hilfiger, l’iconico marchio americano, partecipa per la prima volta a Pitti
EVENTI
Z Zegna
Uomo e presenta un’accurata selezione delle sue collezioni uomo Fall 2017 all’interno di una straordinaria installazione alla Sala Ottagonale, fortemente ispirata all’innovazione e alla tecnologia digitale. E ancora dalla Gran Bretagna Paul Smith, special guest del programma eventi di questa edizione, che punta sulla sua presenza in Fortezza - alla Sala delle Colonne - per la presentazione della sua linea contemporary PS by Paul Smith. Tra le novità su-
EVENTI
scitano la nostra curiosità, la prima collezione uomo presentata a Firenze di Les Petits Joueurs, lo spazio speciale allestito da Replay, la speciale capsule Roy Roger’s + Liverano & Liverano e il progetto iconico del marchio Wrangler nell’anno del suo 70° anniversario. In tema di collaborazioni Cottweiler presenterà, in anteprima assoluta, la collaborazione con Reebok: una capsule collection che incarna il DNA di entrambi i brand, ovvero la visione unica dello stile del primo con l’heritage tecnico e culturale del secondo. Tra le altre attenzioni particolari vi segnaliamo la nuova sezione Hi Beauty che si lega idealmente al mondo di Pitti Fragranze, il salone evento di Pitti Immagine dedicato alle migliori proposte della profumeria artistica internazionale alla Stazione Leopolda. All’interno del Padiglione Centrale, HI Beauty proporrà un’esclusiva selezione di Maison e marchi internazionali con le loro fragranze per la persona e l’ambiente, la ricerca sulle specialità cosmetiche, i prodotti body care e il grooming maschile. Parlando invece dei nuovi talenti cominciamo con il focus dedicato alle promesse della moda fashion ispirati dal tema “MINI Fluid Fashion”, sulle tendenze lifestyle più aggiornate e sulla cultura
Cottweiler for Reebok 12
EVENTI
Tommy Hilfiger
urbana. È invece frutto di un accordo di collaborazione, tra Pitti Immagine e Japan Fashion Week Organization, il debutto con un fashion show del marchio Sulvam di Teppei Fujita - classe 1984, giapponese, con alle spalle una lunga collaborazione presso la Maison Yohji Yamamoto. Si riaccendono i riflettori anche sui più interessanti brand sudcoreani con due sfilate dedicate a promuovere giovani e talentuosi designer provenienti da questo Paese: in passerella alla Dogana, per questa edizione, le collezioni di BMUET (TE) by Byungmun Seo e Ordinary People. Da curiosi in materia certamente faremo una capatina alle varie sezioni.Partendo da Open, spazio dedicato alle collezioni che superano il concetto di maschile e femminile, segmento sempre più ricercato dal mercato internazionale. Ma anche nell’area Uncoventional, che racconta gli stili luxury underground, manifesto di una tribù urbana abituata ad esprimersi al di là dei diktat del momento, attraverso un mix d’innovazione, ricerca e un approccio anticonformista. Senza dimenticarci di Futuro Maschile, concept lab sulle più evolute espressioni del formale, e di Touch!, piattaforma degli stili più cutting edge. Ma poi tanto lo sappiamo che con una scusa o con l’altra finiremo per girarcelo tutto… è sempre così. Salvatore Paglia 13
BLACKENED Photos by Eric Ouaknine styling by JNSN
Latex bra ELISSA POPPY @Brigade Mondaine Recycled cotton shorty ETIENNE JEANSON Shoes APERLAÏ Bag NICOLAS THEIL
Lace blouse NATARGEORGIOU Latex hat AMMUNITION Couture Lace panty ERES Blown glass and gold necklace ETIENNE JEANSON
Embroidered dress ON AURA TOUT VU Shoes WALTER STEIGER
Leather jacket JITROIS Corset with suspenders FIFI CHACHNIL Embroidered cap ON AURA TOUT VU Lace collar PALOMA CASILE
Body EDGE & BEYOND @Brigade Mondaine Rings ON AURA TOUT VU Silver comb TONY WARD COUTURE
Bra and panty with suspenders PALOMA CASILE Shoes APERLAÏ Earring ON AURA TOUT VU
Body EDGE & BEYOND @Brigade Mondaine Backpack NICOLAS THEIL Rings ON AURA TOUT VU Ssilver comb TONY WARD COUTURE
Latex bra TRES BONJOUR @Mise En Cage Skirt SANDRA MANSOUR Blown glass and gold necklace ETIENNE JEANSON Shoes WALTER STEIGER
Vinyle corset TATJANA WARNECKE Bracelets ON AURA TOUT VU Leather tights JITROIS Shoes WALTER STEIGER
Leather fringed body JITROIS «Apple» bracelet NICOLAS THEIL
Bra and panty with suspenders MISE EN CAGE Boots WALTER STEIGER Mink bracelet ON AURA TOUT VU
Photos by Eric Ouaknine - www.eouaknine.com Styling by JNSN - www.jnsn.fr Production: EOP Paris Make-up: Angie Moulin @B Agency - Paris Hair: Christophe Pujol Model: Anna Almezova Editing: EOP Paris
Gian Paolo Barbieri
Occhio, cuore e mente: cinquant’anni di bellezza nella fotografia di moda
Gian Paolo Barbieri per FerrĂŠ, Milano 1991
Gian Paolo Barbieri - Geri Carranza, Luxor, Vogue Italia 1982
Gian Paolo Barbieri - Jilly Kellington, Port Sudan, 1974
P
aolo Barbieri è uno dei Maestri della fotografia di moda e lo possiamo affermare con certezza e senza il minimo dubbio. Il suo lavoro, riconosciuto a livello internazionale, è l’espressione della poesia visiva. Parliamo di un professionista dal gusto estetico innato che incanala nella fotografia l’espressione di un sogno. Ecco che ogni suo scatto si riempie di magia, arricchito dalle sfumature più sublimi che si nascondono, si esprimono ed emergono in un solo attimo; istante che passa di sfuggita e per coglierlo bisogna saperlo riconoscere e per un frangente di secondo, giusto il momento di un click, anticiparlo.
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Gian Paolo Barbieri - Audrey Hepburn, 1969
Gian Paolo Barbieri ha la sensibilità di saper anticipare e il dono di creare, non è quindi un caso se ha immortalato gli albori del prêt-à-porter italiano firmati Armani, Ferrè, Missoni, Valentino,Versace ed è celebre per la teatralità dei suoi set in grado di rappresentare lo spirito della fotografia di moda in tutte le sue sfumature: dalla seduzione alla provocazione, dal mito all’eleganza. È a lui che la 29 Arts in Progress Gallery di Milano (via San Vittore 13) dedica e ospita fino al 20 dicembre 2016 una mostra che ripercorre mezzo secolo di carriera. La rassegna, dal titolo “Gian Paolo Barbieri. Occhio, cuore e mente: cinquant’anni di bellezza nella fotografia di moda”, propone 40 tra i suoi soggetti più conosciuti, stampe vintage ai sali d’argento e polaroid, oltre ad alcuni scatti inediti.
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Gian Paolo Barbieri - Anjelica Huston per Valentino, 1972
Gian Paolo Barbieri - Tatiana Savialova per Valentino, 1996
Gian Paolo Barbieri - Mary Jonasson, La Dolce Vita, 1972 Roma
Interprete più accreditato del Made in Italy, Barbieri ha creato campagne fotografiche per molte delle Maison più rinomate conquistando la fiducia di moltissimi stilisti. Yves Saint Laurent lo definì “un fotografo umano e sensibile”, Gianfranco Ferré diceva che le sue immagini “sono occhio, cuore e mente” mentre per Valentino “è uno dei più bravi al mondo”. In mostra le fotografie per riviste di moda, i ritratti in studio e gli scatti eseguiti durante pause sul set, restituiscono un affresco variopinto del mondo della moda e la sua dimensione sospesa tra realtà e immaginario. Tra le dive e le modelle messe in posa davanti al suo obiettivo si possono ricordare Audrey Hepburn, Jerry Hall, Vivienne Westwood, Eva Malstrom, Aly Dunne, Mary Jonasson, Veruschka, Anjelica Huston, le italiane Isa Stoppi, Simonetta Gianfelici, Ivana Bastianello, Monica Bellucci.
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Gian Paolo Barbieri - Dalma per Gianfranco Ferré, 1979
GIAN PAOLO BARBIERI Occhio, cuore e mente: cinquant’anni di bellezza nella fotografia di moda 29 Arts in Progress Gallery Via San Vittore,13 - Milano Fino al 20 dicembre 2016 Orari: martedì - sabato, 11.00-19.00. Altri giorni e orari su appuntamento. Ingresso libero. Informazioni: 02.94387188 - 392.1002348
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Gian Paolo Barbieri - Isa Stoppi, 1968
Diabolik Photos by manz-Ăš styling by Flavia Cavalcanti
Costumi Flavia Cavalcanti Orologio Gaga Milano
Costumi Flavia Cavalcanti Orologio Gaga Milano
Costumi Flavia Cavalcanti Orologio Gaga Milano
Lei: Costume Flavia Cavalcanti Lui: Total look Bagutta Scarpe Le Crown
Lei: Costume Flavia Cavalcanti Giacca Filippo Fanini Lui: Camicia e pantaloni Bagutta Giacca Filippo FaniniI Photos by Manz-Ăš Styling costumi: Flavia Cavalcanti Mua & hair stylist: Alessandro Filippi Assistant: Claudia Della Pace Starring: Stefano Sala e Beatrice Marchetti Special thanks to: Nautica Bellini, Tommaso Olio Gali
LIBRI
Isa Stoppi - The Book
Immagini ricche di fascino e cariche di nostalgia che immortalano la storia di una chimera e del modelling
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Photo by Gian Paolo Barbieri
Photo by Gian Paolo Barbieri
Photo by Gian Paolo Barbieri
LIBRI
U
n cartonato con plancia in una doppia edizione, 272 pagine a colori e 220 fotografie: è questo il progetto editoriale dedicato a Isa Stoppi, modella che ebbe un grande successo in America ed in particolare a New York, affermandosi come icona glamour e sofisticata nelle copertine di moda tra la metà degli anni Sessanta e il decennio successivo. Il volume, a cura di Adriana Glaviano con i testi di Cesare Cunaccia, è edito da Silvana Editoriale e ripercorre, attraverso splendide immagini ricche di fascino e cariche di nostalgia, la storia di una chimera diventata realtà e contemporaneamente la vita di una donna che ha marchiato indelebilmente la storia del modelling. Isa Stoppi ha saputo incantare il pubblico grazie alla sua bellezza glaciale ed elegante, luminosa ed irraggiungibile, frutto anche di un sapiente lavoro fatto da Gian Paolo Barbieri e del visagista Pablo che ai tempi lavorava con lui. Il fotografo ricorda: “ Isa venne da me, giovanissima, e portava la frangetta. Io le chiesi di dimagrire, per accentuare la spigolosità degli zigomi, poi le facemmo ravvivare il tono di biondo e sparire la frangia. Tanto bastò a sprigionare tutto il suo magnetismo naturale”. Barbieri si accorse immediatamente che tra le mani aveva un diamante grezzo e, una volta “ripulito”, l’immortalò in uno scatto che divenne, per la giovane modella, il suo pass per il successo: stiamo ovviamente parlando della celebre foto che la ritrae con un pitone intorno al collo. L’immagine fece il giro del mondo e la consacrò alla popolarità.
LIBRI
Photo by Gian Paolo Barbieri
Ritratta dai più grandi fotografi di moda di quegli anni per “Vogue” e “Harper’s Bazaar”, da Richard Avedon che disse “Vidi la donna più bella del mondo con due laghi al posto degli occhi” e al contempo si rammaricava che a scoprirla fosse già stato Gian Paolo Barbieri, a Irving Penn, da Hiro a Henry Clarke, con cui ha realizzato un celebre shooting a tema orientalistagypset in India, tra tigri ed elefanti, fino allo spensierato e sperimentale Jacques Henri Lartigue. Poi fu la volta di Oliviero Toscani, Helmut Newton, Francesco Scavullo, Franco Scheichenbauer, Alfa Castaldi, Johnny Moncada… L’elenco è interminabile, o meglio, giunge ad una fine quando, nel bel mezzo della sua carriera, arriva l’amore e all’apice del successo, nel 1972, Isa decide di svestire i panni da modella e indossare quelli della moglie e si congiunge a nozze con un importante industriale farmaceutico: Gian Germano Giuliani, il signor “Amaro Giuliani”, da cui poi ha divorziato. Quest’unione genera due figli e a sua volta cinque nipoti. Durante un’intervista l’ex modella confessa: “A quel tempo amore e lavoro non si conciliavano, non si poteva far tutto… Non potevo essere consorte e andarmene tranquillamente in giro per il mondo, per questo ho accettato di lavorare per Vogue come redattrice e ho visto nascere le top degli anni 80, da Naomi a Linda Evangelista”. Ma questa è un’altra storia.
Photo by Gian Paolo Barbieri
Party in solitude Photos by Servan ILYNE styling by ClĂŠmence GUILLERM
Fur Tara Jarmon Bra Aubade Trousers Asos Rings Mya Bay
Lingerie Agent Provocateur Boots Asos
Personal earrings Fur and top Tara Jarmon Skirt Morgan
Shirt Morgan Panties Suggest, Pain de Sucre Rings Mya Bay
Knitted Asos Panties Passionata Rings Mya Bay
Fur Tara Jarmon Bra Aubade Trousers and shoes Asos Rings Mya Bay
Top Asos Panties Agent Provocateur Rings Mya Bay
Shirt Tara Jarmon
Total look Tara Jarmon
Knitted Asos Panties Passionata Rings Mya BaY Photos by Servan Ilyne Styling by ClĂŠmence Guillerm Hair and make-up: Sylvie Mainville using Laura Mercier Cosmetics Model: Priscila @Mademoiselle Thanks to Buddha-Bar HĂ´tel, Paris
FOTOGRAFIA
La bellezza ripresa con eleganza e classicitĂ dal fotografo Errikos Andreou
68
è
uscita la nuova edizione 2017 del tanto atteso Calendario Dieux du Stade: ragazzi rugbisti e atleti di diverse discipline posano en nature per le nostre sublimi visioni e per scopi benefici, dalla lotta contro l’omofobia al sostegno alla ricerca contro il tumore al seno, finalità dell’edizione di quest’anno. Ad immortalare i monumentali e marmorei fisici dei giocatori è, in questa edizione, il giovane fotografo greco, Errikos Andreou, che per la prima volta dedica il suo obiettivo a riprendere le bellezze statuarie di veri e propri Dei greci, atleti olimpici, dei nostri giorni. Errikos Andreou ha un profilo artistico di notevole rilievo e notevole risulta anche essere la produzione fotografica dell’autore, tanto che stili e soggetti differenti costellano l’intera attività, procedendo da figure femminili e giungendo a ritratti maschili per, poi, dedicarsi allo stil life quotidiano. I toni che si esprimono nelle opere di Errikos Andreou sono tali da inoltrarci in una dimensione onirica, dalla visione molto scenica e dal sapore fortemente raffinato, di genere squisitamente classico: queste doti sono tipiche di un autore che non è solo un fotografo, ma è anche un videoartista, avendo firmato diversi cortometraggi in cui la bellezza risulta essere quel lato estetico che diventa espressione di un messaggio.
La successione delle fotografie nei vari servizi che Errikos Andreou ha potuto realizzare è tale da donarci la visione di una progressione filmica di una narrazione di una storia che parla anche attraverso simboli e segni, metafore di un significato recondito e allegorie di situazioni di vita esistenziale e di sentimenti umani. Si assaporano, pertanto, nelle fotografie di Errikos Andreou una certa armonia e una certa sinfonia estetica tra il soggetto e il contesto in cui esso è inserito: la dinamica consiste, infatti, proprio nella relazione esistente tra la figura e la cornice, spesso immagine rafforzativa del concetto estetico rappresentato dalla stessa figura. La tecnica usata da Errikos Andreou suggerisce una 70
dimestichezza sapiente dello scatto fotografico: la calibrazione delle luci e delle ombre, uniche a diventare elementi descrittivi in una fotografia in bianco e nero, l’apertura di diaframma molto attenta e avvallata in base alla raffigurazione che l’autore vuole trasmettere, così come i tempi di esposizione, ora più lunghi, ora più dettagliati in base all’idea di movimento e di staticità, donano alla figura una certa rilevanza, divenendo nelle fotografie a colori le tonalità essenziali come pennellate e rendendo le cromie lucenti in una ripresa che può sembrare pubblicitaria ma che, in realtà, assurge a opera d’arte autonoma. Errikos Andreou ha lavorato per diverse testate, riviste e magazine di rilevanza internazionale: GQ, Filmfare, Officiel Hommes, Stardust, Grazia, Elle e Vogue. La raffinatezza e l’eleganza si sposano con una ricerca del colore, ora acceso, ora sfumato, e tale da concedere alla stessa immagine un senso
FOTOGRAFIA
FOTOGRAFIA
di profondità: nelle fotografie di Errikos Andreou i fisici vengono scolpiti come fossero strutture marmoree su cui andare a definire le linee e le forme che esaltano la fisicità del soggetto, universale canone di bellezza tangibile nella propria delicatezza. Attenderemo di poter godere delle mitiche visioni olimpiche, il tema di quest’anno è dedicato alle Olimpiadi, degli atleti statuari e monumentali ripresi da Errikos Andreou nell’edizione Dieux du Stade 2017: i rugbisti, Djibril Camara, Will Genia, Jonathan Danty, diventeranno espressioni mitilogiche così come i giocatori di pallamano Nikola, Luka Karabatic e Xavier Barachet, lo judoka Loic Pietri e il lottatore MMA Sylvain Potard. Alessandro Rizzo
ALL IN ALL Photos by Roberta Ungaro styling by Loreto Mancini
blazer Redemption dress Luigi Veccia trousers Redemption collant Calzedonia shoes Damico
dress Luigi Veccia foulard Paul Smith
dress and trousers Luigi Veccia collant Calzedonia shoes Damico
top Luigi Veccia shirt Redemption
dress Luigi Veccia shirt Redemption collant Calzedonia shoes Damico
printed pijama Luigi Veccia collant Calzedonia earring Givenchy
Photos by Roberta Ungaro Styling by Loreto Mancini Assistant stylist: Francesca Cilli Make-up and hair: Liviana Loiudice Model: Dessy Savova @Brave Models
Il Mudec, Museo delle Culture di Milano, ospita fino al 26 febbraio 2017 uno dei protagonisti della scena artistica americana e mondiale degli anni ’80, considerato uno degli artisti più noti dei nostri tempi: Jean-Michel Basquiat.
Gioie, insicurezze, gracilità e prestanza. Un percorso che mette in risalto le titubanze di questo giovane: un uomo pieno di talento, perso nelle proprie fragilità e in una società che lo acclamava come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle
ARTE
ARTE
SenzaTitolo - Hand Anatomy, 1982
U
na sfida molto interessante e sottile quella intrapresa dall’esposizione, scelta che inevitabilmente “smuove” ed incuriosisce poiché il personaggio in questione, e di conseguenza le sue opere, è tra i più controversi di sempre. Differenze sociali e razziali, emarginazione e diffidenza verso il diverso si plasmano nell’arte della poesia, della musica, dei fumetti, e accompagnano il visitatore in una “spietata” e senza filtri visione della realtà. L’esposizione esibisce circa 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987 ed accosta opere di grandi dimensioni, disegni, foto, collaborazioni con l’amico Andy Warhol ed una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi ed artisti di ogni epoca: opere caratterizzate dall’uso di materiali poveri e da un segno grafico inconfondibile, pieno di rabbia, provenienti in larga parte dalla collezione di Yosef Mugrabi, a cui si aggiungono opere giunte da altri prestatori privati. Il percorso della mostra mette in risalto due contraddistinte chiavi di lettura: quella geografica, legata ai luoghi che hanno segnato il percorso artistico di Basquiat e quella cronologica. Questa scelta permette al visitatore d’immergersi completamente nella vita del pittore entrando direttamente dalla porta principale, scandendone così gioie, insicurezze, gracilità e prestanza. Un percorso che mette in risalto le titubanze di questo giovane: un uomo pieno di talento, perso nelle 84
ARTE
SenzaTitolo - Bracco di Ferro, 1983
proprie fragilità ed in una società che lo acclamava come artista, ma lo rifiutava per il colore della pelle. Gianni Mercurio, saggista, è uno dei due curatori della mostra nella presentazione scrive: quella di Jean-Michel Basquiat è una pittura drammatica, alimentata dall’orgoglio del proprio essere nero, dall’affermazione e dalla difesa dei valori etici e morali che si possono riscontrare nella cultura degli afroamericani. L’energia e la determinazione con cui egli ha affrontato questi temi sia sul piano dei contenuti sia su quello del linguaggio fanno sì che la sua sia un’arte epica, che ha aperto la strada agli artisti neri che sono venuti dopo di lui. Nei dipinti di Basquiat ritroviamo personaggi, oggetti e situazioni a noi familiari che tuttavia non appartengono al mondo dei bianchi. Basquiat non traccia però una linea di demarcazione netta tra il mondo dei bianchi e quello dei neri: mostrandoci personaggi, oggetti e situazioni a noi familiari, dimostra quanto forte sia la contaminazione tra questi due mondi, quanta negritudine c’è in noi. La sua non è un’arte delle origini dunque, ma un’arte del presente che trae ispirazione dall’arte delle origini del popolo nero: la grande madre del suo immaginario è l’Africa, naturalmente. Jeffrey Deitch, amico dell’artista, critico, ed ex direttore del MOCA, è l’altro curatore e redige nel profilo autobiografico del confidente: City as School era un liceo pubblico alternativo di New York 85
Autoritratto, 1981
ARTE
Loin, 1982
rivolto a studenti di talento che avevano difficoltà ad integrarsi negli istituti convenzionali, come Jean-Michel. Si sarebbe anche potuta definire, come fece Al Diaz, compagno di classe di Jean-Michel e collaboratore di SAMO, come una “scuola per coglioni”. City as School usava la città come aula, organizzando per i suoi ragazzi stage di lavoro e studio. Jean-Michel vi si trovò benissimo, nonostante il suo “talento per ficcarsi nei guai”. Nel 1977, alla cerimonia di diploma della classe dell’amico Al Diaz, Jean-Michel, per sfida, riempì di crema da barba una scatola, salì di corsa sul palco e la rovesciò sulla testa del preside. Gli mancava un anno per diplomarsi, ma non tornò più. Smise di frequentare City as School, ma la città di New York continuò a essere la sua scuola. Jean-Michel Basquiat divenne famoso anzitutto per gli enigmatici graffiti firmati SAMO, che cominciarono ad apparire nelle strade di SoHo e del Lower East Side di New York nel 1977. Molte delle prime opere d’arte firmate da Basquiat con il proprio nome furono dipinte su finestre e porte che trovava abbandonate per strada. Avevano per soggetto l’energia e la cacofonia delle strade di New York: sirene di 86
ambulanze, incidenti d’auto, insegne per all-beef hot dogs, griglie tracciate per terra sui marciapiedi per giocare a “mondo”. Parole e lettere, spesso impiegate in senso astratto, si mescolano alle immagini. Lavorando sul pavimento di appartamenti di amici e nella strada stessa, Basquiat aveva già creato una notevole quantità di opere prima ancora di avere uno studio o i soldi per comprarsi il materiale. Nel maggio 1981, a Modena, il gallerista Emilio Mazzoli alberga la sua prima esposizione personale, ma Basquiat, la presentò con il suo acronimo da graffitista e non con il suo nome da battesimo. Molti dei suoi lavori più iconici furono dipinti nel seminterrato della galleria di Annina Nosei in Prince Street, a SoHo. In occasione della preparazione della personale di Basquiat che si sarebbe svolta presso la sua galleria nel 1982, Nosei invitò l’artista a usare il seminterrato come suo primo studio vero e proprio. Qui Basquiat, nonostante fosse continuamente infastidito dal viavai dei collezionisti entusiasti che scendevano nello studio in continuazione insistendo per comprare i suoi quadri, realizzò opere stupefacenti. Corrono gli anni 1982-83; Annina Nosei aiutò Basquiat a trovare un loft al primo piano del n. 151 di Crosby Street, a pochi isolati di distanza dalla galleria, dove potesse lavorare senza distrazioni. Questo fu uno dei periodi più proficui. I lavori realizzati in questa fase denotano una sempre maggiore complessità, unita a un’audace semplicità. Basquiat lavorava spesso con il televisore acceso e sintonizzato su programmi di cartoni animati; il movimento delle figure lo ispirava, diversamente da altri artisti, abituati a ritrarre modelli dal vivo.
ThreeDelegates, 1982
ARTE
SenzaTitolo, 1981
Negli anni tra il 1984-88 esplose l’amicizia con Andy Warhol. Quest’ultimo affittò all’amico un’antica rimessa per carrozze in Great Jones Street, nel quartiere di NoHo. Lo studio dove Basquiat dipingeva era a pianterreno; al primo piano, dove si trovava anche la stanza da letto, era solito lavorare a disegni di dimensioni più ridotte. Sono gli anni delle composizioni di più ampio respiro, dell’impegno cromatico e della spiritualità. Tra il 1984-85 Il gallerista di Basquiat, Bruno Bischofberger, propose al suo eletto, a Francesco Clemente e Andy Warhol, di realizzare una serie di dipinti in collaborazione. Dopo che i tre artisti ebbero creato circa quindici quadri in questo modo, Basquiat e Warhol insieme diedero inizio a quella che sarebbe divenuta una delle più notevoli collaborazioni della storia dell’arte moderna e contemporanea. I dipinti venivano creati nello studio di Warhol in Union Square. Basquiat incoraggiò Warhol a ritornare alla pittura a pennello dei suoi primi lavori; Warhol, a sua volta, spinse Basquiat a servirsi di serigrafie e materiale stampato, ma in realtà Basquiat aveva fatto uso di fotocopie e tecniche di stampa sin dall’inizio. L’interazione tra i due artisti aveva una certa affinità con il modo in cui i musicisti jazz dialogano tra loro, improvvisando reciprocamente l’uno sui temi introdotti dall’altro.
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ARTE
© Photo Carlotta Coppo 89
ARTE
BackoftheNeck, 1983
Jean-Michel Basquiat
MUDEC - Via Tortona, 56 - Milano - fino al 26 febbraio 2017 LUN 14.30-19.30 | MAR, MER, VEN, DOM 09.30-19.30 | GIO, SAB 9.30-22.30 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura A curata da Jeffrey Deitch, da Gianni Mercurio e promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura che ne è anche il produttore
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ARTE
Natchez, 1985 91
Pattern Photos by Ava Pivot styling by surreflections
total looks HERR VON EDEN rings FELIX DOLL
total looks HERR VON EDEN
total look HERR VON EDEN
total look HERR VON EDEN
total looks HERR VON EDEN
total look HERR VON EDEN shoes MELVIN & HAMILTON
total look HERR VON EDEN socks STANCE shoes VELT
total look HERR VON EDEN necklace FELIX DOLL Photos by Ava Pivot Concept, styling and set design by Surreflections Grooming: Florian Ferino Set assistant: Peter Baumann Making of: Alexander Rudnick Models: David White @M4 Models and Sahr Saffa Mbawa
MOSTRA
main sponsor del Museo
sponsor tecnico del Museo
BOOM 6 0 ! E R A ARTE M O DERNA Un viaggio nel passato per apprezzare il presente
Allestimento della mostra BOOM 60! Era Arte moderna, a cura di Atelier Mendini Š Stefano Bonomelli
MOSTRA
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BOOM 60! Era arte moderna” è una mostra dedicata all’arte tra i primi anni Cinquanta e i primi Sessanta e alla sua restituzione mediatica, tramite i popolarissimi canali di comunicazione di massa. Sono gli anni del “boom”, non solo quello dell’economia e dei consumi, ma anche quello delle riviste che in questi anni raggiungono le loro massime tirature, con una diffusione di gran lunga superiore a quella dei quotidiani, diventando così un importante strumento d’intrattenimento, nonché uno specchio fedele della mentalità e delle aspirazioni collettive. Ecco che dalle pagine di queste riviste popolari emerge un’immagine dell’arte moderna alternativa rispetto a quella della critica colta. Le novità artistiche vengono così date in pasto al pubblico di massa che le accoglie in maniera diffidente. S’innesca così un equilibrio di educazione e pregiudizio dove l’arte è, indiscutibilmente, l’unica protagonista. Le oltre centoquaranta opere di pittura, scultura e grafica dialogano tra loro in quattro distinte sezioni in grado di esaltarne le diverse sfaccettature.
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MOSTRA
Allestimento della mostra BOOM 60! Era Arte moderna, a cura di Atelier Mendini Š Stefano Bonomelli
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MOSTRA
Renato Birolli, ONDULAZIONE MARINA, 1955
STRACCI E CHIODI SULLA LAGUNA, in “Gente”, IV, 26, 24 giugno 1960
Giuseppe Capogrossi, SUPERFICIE 233, 1957
Giuseppe Capogrossi, SUPERFICIE 233, 1957
La prima sezione, “Grandi mostre e polemiche”, è caratterizzata dall’astrattismo
Emilio Vedova, SOPRAFFAZIONE N.1, 1960
La scultura astratta viene affrontata e guardata con esitazione per il suo rapporto non tradizionale. Ecco che il focalizzare la giusta espressione diventa una vera e propria arte alla quale l’occhio dei meno colti ed esperti vacilla. È un perfetto esempio Il Nudo di Alberto Viani esemplifica il tema del buco nella scultura, un motivo plastico emerso nell’ambito della figurazione biomorfica: l’aria perplessa di Alberto Sordi che ci infila la testa alla Biennale di Venezia del 1958 è arrivata fino a noi in un’iconica fotografia pubblicata da “Oggi”. Lo stesso imbarazzo si ritrova in decine di vignette satiriche che anche negli anni successivi individuano le sculture “bucate”, al pari dei buchi e dei tagli di Lucio Fontana, come emblemi di un’arte moderna incomprensibile. Ma questo è anche il periodo dell’innovazione dove la scelta di materiali come il ferro è prediletto al marmo e al gesso e gli strumenti come la fiamma ossidrica e la sega elettrica mettono in ombra lo scalpello. Un altro facile bersaglio sono i nuovi materiali e procedimenti usati da pittori e scultori: i Sacchi di Burri diventano “gli stracci”, oggetto d’infinite polemiche sulla loro presunta deteriorabilità; le Compressions di César e le sculture di Ettore Colla sono veri e propri “rottami” trasformati in opere d’arte; gli schizzi di colore delle Montagne di Baj, gli strappi dei décollages di Rotella e gli spari di Niki de Saint-Phalle sono esempi di pratiche artistiche in cui la casualità assume un peso difficilmente comprensibile ad un pubblico legato alla tradizione e lontano dalla padronanza del mezzo.
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La seconda divisione, “Artisti in rotocalco”
Bernard Buffet, NUDO FEMMINILE, 1949
Henri Matisse, ODALISCA, 1925
Georges Mathieu, SENZA TITOLO, 1961
Il modo in cui le riviste popolari rappresentano gli artisti di successo è illustrato attraverso una panoramica di tipologie: Picasso, “l’immortale da vivo”; i maestri della Parigi d’inizio secolo, da Modigliani a Chagall; i grandi maestri del Novecento italiano, da Carrà a De Pisis a Morandi e Sironi; Fontana, “l’astronauta dell’arte”; Guttuso, “Il pittore della realtà”, che all’edicola e alle riviste di attualità ha dedicato una serie di opere; Annigoni, “il pittore delle regine”; gli istrionici “professionisti del genio”: Dalí, De Chirico e Mathieu; i naïfs, “fratelli del Doganiere”; i “principi pittori” come Enrico d’Assia. Un settore è dedicato alle grandi commissioni pubbliche, che le riviste seguono dai concorsi fino alla messa in opera, come nel caso del Monumento a Pinocchio a Collodi, realizzato da Emilio Greco, e della Quinta porta del Duomo di Milano, opera di Luciano Minguzzi.
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MOSTRA
PUBBLICITÀ CINZANO, in “Epoca”, XI, 507, 19 giugno 1960
Giorgio De Chirico, AUTORITRATTO CON TESTA DI MINERVA, 1958
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MOSTRA
Bettina [Elisabetta Bubola], RITRATTO DI GINA LOLLOBRIGIDA, 1955
L’HANNO VISTA IN VENTISEI MODI, in “Settimana Incom Illustrata”, VIII, 9, 26 febbraio, 1955
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MOSTRA
Il tema “Artisti e divi” è protagonista del terzo segmento
a. e b. VUOLE SPECCHIARSI IN 10 RITRATTI, in “Tempo”, XVII, 10, 10 marzo, 1955
Sui rotocalchi, con il loro giornalismo per lo più di evasione che amplifica miti e costruisce fiabe, i temi dell’arte s’intrecciano spesso e volentieri con la presenza di celebrità del cinema, della televisione, della canzone. Attrici come Anna Magnani, protagonisti del teatro come Eduardo De Filippo e giovani divine del balletto come Carla Fracci affollano gli studi dei pittori. Mentre nelle loro case, divi come Kirk Douglas, Sofia Loren e Monica Vitti si fanno fotografare con le loro ricche collezioni d’arte moderna, oppure mentre si dedicano all’arte in prima persona. Il caso italiano più celebre è quello del cantante “urlatore” Tony Dallara: non solo “idolo delle minorenni” tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, ma anche appassionato pittore e frequentatore degli ambienti artistici milanesi d’avanguardia.
Aligi Sassu, LOLLOBRIGIDA, 1955
Si chiude con l’unità “Mercato e collezionismo”
Roberto Crippa, SPIRALI, 1951-53,
Il modo in cui le riviste popolari rappresentano gli artisti di In tempi di “boom” esplode l’interesse per il mercato dell’arte moderna e il collezionismo, in linea con l’ottimismo del “miracolo economico”. Per un breve periodo, in particolare all’inizio degli anni Sessanta, l’arte sembra destinata ad entrare, come il frigorifero e il televisore, nelle case di tutti. I rotocalchi offrono al fenomeno un’ampia cassa di risonanza e, in qualche caso, individuano nel proprio lettore l’aspirante collezionista, adottando un linguaggio didattico e informativo con l’obiettivo di educare un pubblico potenzialmente interessato ad investire in campo artistico ma privo delle nozioni necessarie. Le prime grandi aste italiane, organizzate a Milano nel novembre 1961 dalla neonata Finarte e dalla Galleria Brera, sono registrate soprattutto come fenomeno di costume: una variante del gioco di borsa per nuovi ricchi. Un altro aspetto del mercato che trapela dalla stampa di attualità è la divinizzazione degli artisti arrivati al successo commerciale, la cosiddetta “bohème in fuoriserie”. Sottoponendoli al trattamento solitamente riservato alle star del mondo dello spettacolo, i rotocalchi ne narrano le gesta in servizi illustrati che si soffermano sull’abilità nello sfruttare il proprio talento come navigati uomini d’affari e indugiano sui simboli della loro recente ricchezza: l’aereo privato di Roberto Crippa, le Rolls Royce di Mathieu e Buffet ed il castello di quest’ultimo, oggi dimenticato ma all’epoca fenomeno del mercato e protagonista delle cronache d’arte e del gossip.
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Massimo Campigli, RITRATTO DI GERMANA MARUCELLI, 1952
MOSTRA
Tutto questo è “BOOM 60! Era arte moderna”: la mostra al Museo del Novecento (via Marconi 1, Milano) in collaborazione con Electra, fino al 12 marzo a curata da Mariella Milan e Desdemona Ventroni con Maria Grazia Messina e Antonello Negri, che inaugura i nuovi spazi espositivi con un percorso articolato tra Arengario e Piazzetta Reale in un allestimento firmato dall’Atelier Mendini. Orari lunedì 14.30 - 19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 giovedì e sabato 9.30 - 22.30 Info: 02.88444061 www.museodelnovecento.org
Paolo Scheggi, GIOIELLI, COLLANA E ORECCHINI, parure creata per Germana 113 Marucelli, 1963
Francesco Messina, RITRATTO DI GERMANA MARUCELLI, 1949
Germana Marucelli, ABITO DA COCKTAIL, LINEA OPTICAL TIPOLOGIA ALTA MODA, 1964
Germana Marucelli, ABITO DA COCKTAIL, TIPOLOGIA BOUTIQUE “LA MARUCELLIANA”, 1961
MEMORIES OF A CHINESE PRINCE Photos by Antonio Sangiorgi styling by Alessio Surace suit JEY COLEMAN shirt LUCHINO CAMICIE kimono japan man
jacket AMEN sweater JEY COLEMAN t-shirt ANGELOS FRENTZOS pants HOSIO
scarf private collection
sunglasses David Marc jacket ernesto polo OBVIOUS BASIC sweatshirt AMEN pants Marco Castelli Collection
coat Marco Castelli Collection sweater ANGELOS FRENTZOS jeans Plùs que ma vìe socks Bresciani shoes WENBO YOU
sweatshirt AMEN pants Plùs Que Ma Vìe Photos by Antonio Sangiorgi Styling by Alessio Surace Assistant stylist: Sojung Jung Make-up artist: Chiara Cividini Model: Kim Joo @Beyond Models
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Casa Boucquillon: “La Villa Farfalla”
Michel Boucquillon - Casa Farfalla
Un’architettura contemporanea e tecnologica unica al mondo, scoprite perché
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ontinua il nostro viaggio con la scoperta delle proprietà più belle al mondo. Oggi giochiamo in casa, più precisamente nella magnifica Toscana e vi parliamo di “Casa Boucquillon”, ribattezzata “La Villa Farfalla”. Un soprannome particolare e non scelto a caso, più avanti ne conoscerete il motivo. Tante le caratteristiche di questa costruzione, ma ad affascinarci maggiormente è la sua locazione: letteralmente aggrappata a una collina di marmo bianco, bianco come il marmo di Carrara che si trova nelle vicinanze e che predominante entra in casa diventando elemento integrante della struttura su tutti e tre i piani. L’architettura, rappresentata dalle sue ampissime vetrate, gioca con l’illusione di essere fuori pur essendo dentro ed è pensata proprio per convivere pacificamente e in totale
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armonia con la natura onnipresente. A caratterizzare maggiormente quest’aspetto di condivisione “a cielo aperto” con la flora circostante e i magnifici paesaggi, ci pensa il tetto della villa, l’unico al mondo ad aprirsi di 30° come le ali di una farfalla, per un totale di 110 mq. Questo permette la ventilazione/areazione naturale della casa e provoca una magia unica, quella di poter dormire sotto le stelle rimanendo comodamente sdraiati sul proprio sofà. A consentire il movimento, un sistema brevettato a sei pistoni idraulici. Le persiane a scomparsa, accuratamente studiate per ombreggiare d’estate e catturare la luce in profondità d’inverno, concedono di vivere in perfetta meditazione e relax durante il corso di tutto l’anno. Passiamo all’interno, organizzato attorno al suo fulcro: una scala spettacolare
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disegnata come un lungo vestito rosso. La sua imponenza e la cura spasmodica dei dettagli la rende una vera e propria moderna scultura che mette in comunicazione, con garbato estro ed estremo stile, i due livelli. Architettura, mobili, lampade, creazioni… quasi tutto è stato ideato, progettato e realizzato su misura per la villa dai loro proprietari: Michel Boucquillon e Donia Maaoui, entrambi architetti, designer e artisti. In tutti gli ambienti vige un’esplosione minimalista caratterizzata dall’uso del bianco e del nero ammortizzato dal rosso e da qualche altro timido getto di colore che veste dipinti o busti; del resto è la natura circostante che con le sue stagionalità diventa un involucro di nuance che circonda un insieme abitativo solo all’apparenza neutrale. La proprietà si compone di 10 ettari di uliveti e boschi
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situati sulla prima colina attorno a Lucca. Da qua la visuale è ammirevole e si percepisce esaurientemente tutto il seducente capoluogo. Vista cotanta bellezza non poteva mancare la piscina a sfioro con idromassaggio. La vasca ha una superficie di 70 mq, una lunghezza di 27 m, una profondità di 1,20 m e comprende una superficie lunga 16 m per nuotare e una zona più ampia per il gioco. Lo scorso anno la villa si è aggiudicata il primo premio internazionale di architettura Stone Expo Award 2015, edizione speciale di MAA premio/osservatorio per le migliori opere di architettura nel mondo, nelle quali l’uso della pietra naturale risulti di particolare rilevanza formale o tecnica ed è stata segnalata come una delle case più verde d’Italia dal canale televisivo “National Geographic”. Silvia Trepago
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LUPIN Photos by Manz-Ăš Styling by Marzia Lazzaroni e Valentina Fradegrad
Lei: Top, pantaloni e giaccia Tigha Lui: Giacca e pantaloni Tigha Cravatta e camicia Del Mare 1911 Scarpe Le Crown Helispin e Aeroclub Valbrembo
Chiodo pelle Filippo Fanini Uovo e gioielli Serafino Consoli
Intimo Parah Camicia Bagutta Pantalone Tigha
Intimo Parah Borsa Filippo Fanini
Corpetto Agent Provocateur Uovo, bracciale e anelli Serafino ConsolI Photos by Manz-Ăš Assistant: w Styling by Marzia Lazzaroni and Valentina Fradegrada Make-up & hair stylist: Alessandro Filippi e Giovanna Iacovone Models: Alessandro Dellisola e Valentina Fradegrada Location: Magna Pars Suites Milano
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a celebre canzone di Domenico Modugno riassume perfettamente che cos’è Malta: una perla incastonata al centro del Mar Mediterraneo e che vogliamo farvi conoscere. Le spiagge maltesi hanno un fascino talmente particolare che risulta difficile dire dunque quale sia la più bella: ovunque il mare è cristallino, la sabbia è dorata e gli scorci sono mozzafiato. In più i 300 giorni di sole all’anno permettono di tuffarsi in queste splendide acque da maggio ad ottobre. In mezzo a tanta natura non possono ovviamente mancare spiagge di sabbia con adeguate attrezzature per
TRAVEL
Malta: nel blu dipinto di blu
gli amanti del relax e del comfort come Paradise Bay a Malta e Ramla Bay a Gozo che offrono un tramonto indimenticabile. Agli amanti dell’avventura e della natura selvaggia consigliamo di avventurarsi alla scoperta delle baie incontaminate di Malta, incastonate tra paesaggi di infinita bellezza e immerse in oasi di pace e tranquillità come Għajn Tuffieħa, Ġnejna Bay e Mġiebaħ. Il mare può essere goduto non solo dalla spiaggia, ma anche a bordo di uno yacht o di un caicco solcando le acque turchesi delle paradisiache Blue Lagoon e Crystal Lagoon a Comino.
LE ISOLE: MALTA, GOZO E COMINO Baciate da un clima mite tutto l’anno e immerse nelle acque cristalline del Mediterraneo, Malta e le sue isole sorelle Gozo e Comino offrono opportunità di viaggio per tutti i gusti. Le possibilità sono innumerevoli: dai tuffi nelle acque blu cobalto alle passeggiate tra paesaggi incredibili, dalle feste alle visite culturali passando per gli ottimi ristoranti locali, troverete qui tutti gli ingredienti per una vacanza da sogno grazie anche ai preziosi consigli degli ospitali maltesi! E il tutto a poco più di un’ora di volo dall’Italia.
Se cercate invece un’atmosfera da spiaggia andate al Bedouin Bar del Westin Dragonara, immerso in un’atmosfera marocchina. Immancabile la discoteca di tendenza gay AXM dove si esibiscono artisti internazionali. D’estate il divertimento è al top al Gianpula Village dove le musiche da discoteca del momento sono le protagoniste. Il culmine del divertimento si raggiunge a fine giugno durante il Malta Music Week, una serie irresistibile di party che coinvolgono tutto l’arcipelago maltese, con spettacoli live, nottate speciali nei club, dj’s di fama mondiale e talenti locali, per chiudere in bellezza con l’Isle of MTV: è il più grande concerto all’aperto in Europa, al quale ogni anno si esibiscono sul palco tutte le superstar del momento, in una location fantastica.
L’ISOLA FESTAIOLA è il mix magico e la perfetta combinazione di sole, mare e musica che fa di Malta la perfetta isola per fare festa. Non c’è niente di meglio che tornare da una giornata di sole, passata in esplorazione a mangiare frutti di mare o semplicemente ad oziare sulla spiaggia, e prepararsi per andare a bere un aperitivo a bordo piscina al Cafè del Mar, per poi passare una notte di musica nel cuore della nightlife: Paceville. Qui il clubbing si fa in locali di alta classe, dove le line-up di artisti che si esibiscono non hanno nulla da invidiare a quelle delle più grandi città del mondo. Il divertimento è travolgente dall’elegante Shadow Lounge al 22, al 22° piano dell’Hilton Tower dal quale si gode un panorama stupefacente in un contesto glamour.
EVENTI TUTTO L’ANNO Isle of MTV è solo uno dei tanti eventi di richiamo internazionale che animano le isole tutto l’anno rendendo ancora più unica la vacanza. Il Carnevale, con la sua imperdibile allegria e la stravaganza dei costumi e dei carri che sfilano a Valletta e a Nadur (Gozo); il Fireworks Festival che tra aprile e maggio accende il cielo di Malta inaugurando l’estate; il Malta Fashion Week e il Malta Design Week che si tengono a Valletta; 142
il Malta International Arts Festival, una celebrazione di tutte le arti tra luglio e agosto; il Malta Classic Grand Prix che vede sfilare auto d’epoca attorno a Mdina nel mese di ottobre; nello stesso mese il romanticissimo Birgu Fest, un festival magico durante il quale la città marittima di Vittoriosa viene illuminata da migliaia di candele; infine le Feste patronali, la Pasqua e il Natale che in tutto il loro folklore celebrano il vero spirito delle isole. STORIA: UN VIAGGIO NEL PASSATO Al giorno d’oggi è importante combinare l’euforia del fare festa all’estero con i piaceri della cultura. Vogliamo goderci una vita intensa, piena ed eccitante come quella che viviamo nelle nostre città, ma vogliamo anche un bel clima e un ritmo più rilassato. Malta è un paese giovane e frizzante con 7000 anni di storia alle spalle: essa è patria di bellezza e della forte energia creativa di una generazione alla ricerca di un cambiamento, ma anche della calma di una storia millenaria e un’architettura stupefacente. Potrete tornare indietro nel tempo di 7000 anni, tra le strutture autoportanti più antiche del mondo di Ġgantija a Gozo, scovando poi tutte le impronte che hanno lasciato grandi civiltà come Fenici, Cartaginesi, Romani, Arabi, Normanni ed Inglesi. Per non parlare poi del ruolo importantissimo che hanno avuto i Cavalieri di San Giovanni nella storia dell’Arcipelago.
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TRAVEL
Città VALLETTA Valletta, la capitale barocca, è il polo culturale pieno di vita, un vero e proprio “museo a cielo aperto”. Qui ferve una scena artistica e un’architettura sbalorditiva rese ancor più vibranti dalla nomina di Capitale Europea della Cultura 2018. Il visitatore ripercorre il glorioso passato dei Cavalieri di San Giovanni lungo le sue antiche strade costellate dai gallarija, i tipici balconi coloratissimi e, oggi, popolate da negozi, caffetterie e ristoranti alla moda. Di notte la città diventa fascinosamente calma, con la sua vivace cultura di teatro e dei winebar, situati in quelle meravigliose e tipiche stradine lontane dalla folla, in scantinanti di bellissime case rinascimentali. Uno di questi è Trabuxu, un locale elegante che si trova all’inizio di Strait Street. Oppure il Legligin, un piccolo interrato rimodernato di St. Lucia’s Street, un luogo romantico, con le pareti di pietra viva, intimo, semplice e naif, che fa capire che cosa significhi mangiare, bere e chiacchierare senza alcuna pre-
tesa. Per gli amanti del lusso consigliamo di soggiornare presso le Boutique Hotel: raffinati palazzi storici dove il design incontra la tradizione maltese. MDINA L’antica capitale medievale di Malta, per la quiete delle sue vie tortuose, è chiamata la “città del silenzio”. In questa atmosfera fuori dal tempo imperdibile è la vista di tutta Malta dall’alto dei suoi bastioni. TRE CITTÁ Birgu, Cospicua e Senglea sono città ricche di storia, essendo, da sempre, i porti preferiti dell’area. Le loro antiche vie, pacifiche e silenziose, sono una valida destinazione per chi vuole ammirare palazzi, ristoranti e boutique. SLIEMA Sliema è il volto moderno di Malta, una città di mare piena di vita, di caffè, ristoranti e negozi, tra cui l’ipermoderno centro commerciale Tigne Point con grandiosi negozi di abbigliamento. Parola d’ordine: shopping!
lasciando Gozo sempre con un po’ di malinconia. L’isola è senza dubbio la meta ideale anche per chi desidera affidarsi ai professionisti del benessere. Le Spa di alto livello, presenti nei due hotel di lusso, sanno coccolare il cliente con l’ampia gamma di trattamenti all’avanguardia ed è presente uno dei migliori centri Ayurveda del Mediterraneo. Per poter vivere appieno lo spirito agreste dell’isola consigliamo di soggiornare presso le farmhouse, bellissime fattorie convertite in bed & breakfast. Sono autentiche oasi di relax immerse nella natura selvaggia. La maggior parte dei complessi sono dotati di un cortile centrale con piscina esterna, giardino e zona BBQ. FOOD Poiché benessere è sinonimo anche di buona cucina non possiamo non parlare della gastronomia maltese che è una delle più interessanti del mondo, grazie a un connubio tra tradizione, sperimentazione e melting pot di culture diverse. Qui è possibile infatti trovare un gustoso mix di sapori mediterranei e arabi. Imperdibile la degustazione presso le aziende agricole dei prodotti locali, come il formaggio di capra e il vino. Da provare anche i piatti tipici nazionali come la Fenkata, il Lampuka, la Ftira e i Pastizzi.
ST. JULIAN’S Se Valletta è il cuore di Malta, St. Julian’s ne è l’anima che vuole fare festa. Il centro della vita notturna è la già menzionata Paceville. Spinola invece offre splendidi ristoranti con una visuale incantevole sul porticciolo ideali per una serata romantica. GOZO: FUGHE DI BENESSERE
HOLLYWOOD DEL MEDITERRANEO L’arcipelago, grazie alle splendide location offerte dalla storia e dalla natura, viene spesso scelto come set per i film, alcuni dei quali colossal come Il Gladiatore o Troy o serie televisive come Il Trono di Spade.
Racchiusi in queste isole sono sia la vita eccitante e sofisticata di un breve soggiorno in una città d’arte, che l’atmosfera rilassata di un’isola immersa nella natura incontaminata come Gozo. Qui è possibile staccare la spina e ricaricare le pile, rigenerando corpo e mente, attraverso passeggiate meditative alla scoperta di paesaggi spettacolari come l’Azure Window, un arco naturale che si perde nelle acque blu cobalto, oppure attraverso le antiche mura della Cittadella. Natura e storia convivono in un tempo che sembra essersi fermato, forse chissà, al giorno in cui, secondo la leggenda, la ninfa tentatrice Calipso incontrò Ulisse. E così, ancora oggi, i visitatori dell’isola rimangono vittime dello stesso incanto,
Ulteriori informazioni: visitmalta.com e ilblogdimalta.it Offerte di viaggio:
www.malta-vacanze.it 147
Fotografo: Bernard Polidano
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Matrimoni da favola a Malta
cenograficamente suggestivo, l’arcipelago è il posto ideale per un matrimonio da favola. Un luogo dove trasformare il vostro “sì” in una vacanza per voi e i vostri ospiti. A Malta c’è solo l’imbarazzo della scelta tra splendidi palazzi d’epoca, lussuosi hotel 5 stelle, incantate piazze delle città storiche e suggestivi paesaggi naturali. E dal 2014 anche le coppie dello stesso sesso possono celebrare la propria unione civile. Per l’occasione abbiamo intervistato Karl Boxall e Simon Law che si sono sposati a Malta a giugno 2016: un vero e proprio evento dato che uno degli sposi è il figlio del sindaco di Birgu. Perché sposarsi? Viviamo insieme da 11 anni e scegliere di convivere è stato un passaggio naturale e spontaneo. Non è passato molto tempo dal momento in cui ci siamo incontrati la prima volta a quello in cui abbiamo deciso di condividere una casa. Ora viviamo in un attico di proprietà a Santa Venera, al centro di Malta, anche se il nostro cuore è sempre legato a Birgu, anche nota col nome di Vittoriosa, di cui il padre di Karl, John Boxall, è orgogliosamente sindaco da 20 anni.
Le unioni civili a Malta sono state introdotte nell’aprile del 2014. Quel giorno festeggiammo l’evento assieme a tutta la comunità lgbt a Valletta, la capitale. Poco dopo decidemmo di ufficializzare anche la nostra relazione ed iniziammo la pianificazione della nostra unione. Ci abbiamo messo 2 anni ad organizzare tutto e ci riteniamo molto fortunati perché siamo sempre stati incoraggiati da amici e familiari di entrambi. Ci siamo infine sposati a giugno 2016. Che cosa avete provato ad essere stati sposati dallo stesso padre di Karl, sindaco di Birgu? Naturalmente siete stai obbligati a fare coming out coi vostri familiari... È stato davvero emozionante quando abbiamo scoperto che il Marriage Registry di Malta ci aveva dato il via libera perché fosse mio padre ad officiare l’unione. A Malta i rappresentanti del consiglio comunale, di solito
Quando vi siete incontrati la prima volta? Da quanto tempo state insieme? Ci siamo incontrati per la prima volta nel 2005 tramite amici comuni durante una vacanza a Gozo e siamo stati insieme 10 anni prima di sposarci. Quanto tempo avete aspettato prima di sposarvi? 148
il sindaco, possono condurre la cerimonia di unione civile nel proprio comune. Volevamo naturalmente che la nostra festa fosse un giorno davvero speciale ed unico, quindi ci siamo trovati immediatamente d’accordo nel volerci sposare a Birgu. Quando lo abbiamo chiesto a mio padre lui ci ha risposto senza alcuna esitazione che era il regalo più bello che potessimo fargli! Una volta superato il passo del coming out, che ammettiamo inizialmente non è stato facile, il tempo ha giocato a nostro favore e l’annuncio del nostro matrimonio è stato poi accolto con gioia da tutti i nostri familiari.
cuore è sicuramente l’indimenticabile discorso tenuto da mio padre durante la cerimonia. Qual è secondo voi il posto più romantico a Malta o Gozo e quali invece i migliori luoghi dove divertirsi? Le spiagge più belle? Malta e Gozo hanno numerosi luoghi romantici da offrire. Entrambi però abbiamo un debole per la bellezza e la pace che caratterizzano l’isola di Gozo in inverno, un luogo perfetto dove allentare la tensione e stare tra noi. Durante i weekend ci piace rilassarci nella zona di St. Julian’s e Sliema, magari con un bicchiere di vino o una cena in uno dei tanti ristoranti sul mare. D’estate ci piace noleggiare barche a vela e dirigerci verso Comino o navigare attorno Gozo. D’estate, le giornate alle spiagge di Golden Bay e Ghain Tuffieha sono un must irrinunciabile e Karl spesso i queste occasioni prepara il tipico ‘Hobz biz-zejt’ (ricetta tradizionale maltese a base di pane e pomodoro ed altri ingredienti).
Perchè sposarsi a Malta? Semplice: il sole, il mare, un clima fantastico e città ricche di storia ovunque… Malta è casa nostra, ma è anche una vera gemma del Mediterraneo dove esistono leggi che consentono le unioni civili.
Il vostro matrimonio: dateci qualche dettaglio su invitati, il luogo della cerimonia, la cena, gli aspetti più peculiari, la preCome trascorrerete il vostro prisenza delle autorità,… mo Natale da sposati? Avevamo 500 invitati al nostro Passeremo il Natale in famiglia e matrimonio che è stato allestito a come da tradizione sarà accompagnato da vino ed ottimo cibo casaCouvre Port, l’ingresso monumentale da cui si accede a Vittoriosa. lingo. Sicuramente non cambieremo le nostre abitudini di ritrovarci in La cerimonia si è tenuta sulla parte famiglia. Siamo entrambi d’accoralta fuori le mura da cui è possibile Simon Law, 35 anni. ammirare il Grand Harbour di Val- Bank Assistant Manager, originario di Msida, do che il vero valore delle nostre una cittadina portuense letta e Fort Sant’Angelo. Abbiamo vite sta nel creare ricordi comuni nella zona centrale di Malta. invitato il Presidente di Malta, l’Otra noi e i nostri parenti. Karl Boxall, 33 anni. norevole Marie Louise Coleiro PreSales Assistant, originario di Birgu, ca, il Primo Ministro On. Joseph Qual è la realtà lgbt a Malta? una delle Tre Città, circondata da antiche Muscat ed il Leader dell’OpposizioMalta assicura un alto grado di lifortificazioni medievali. ne, Simon Busuttil. Vogliamo anzi bertà alla comunità lgbt garantencogliere l’occasione per ringraziare tutti loro ufficialdo uguali diritti costituzionali. Ci piace pensare che ci mente per aver partecipato. Essere circondati da tutti sia una generale accettazione da parte della comunità, i nostri amici e familiari è stato l’aspetto fondamentale ma siamo anche coscienti che il cambiamento totale del nostro giorno speciale, una celebrazione dell’amodella mentalità sia un processo che migliorerà ancore accompagnata da musica dal vivo con la splendida ra col tempo. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo Claudia Faniello, finger food e cocktail. Impareggiabili i raggiunto e ci sentiamo di incoraggiare con entusiasmo fuochi d’artificio con la suggestiva cornice notturna delle altre aspiranti coppie della comunità lgbt a fare la nostra mura, ma il momento che resterà per sempre nel nostro scelta. 149
Citrolu: Tanqueray gin - triple sec - cetriolo - zenzero - zucchero liquido
Morgana Lounge BAR TAORMINA Photos by Giuseppe CaSaburi
Malandrina: Belvedere vodka - liquore ai fiori di sambuco - lime - finocchietto selvatico - zucchero liquido
Von Gloeden: Hendrick’s gin - nettare di agave - ginger beer - cetriolo
Liberty: Old Tom gin - home made syrup con zenzero, earl grey tea, buccia di limone - ginger ale - succo di limone
Sicilian Margarita: Tequila Don Julio silver - Solerno - home made syrup al finocchietto - limone - orange bitter - sale di Menfi
Sicilian Margarita: Tequila Don Julio silver - Solerno - home made syrup al finocchietto - limone - orange bitter - sale di Menfi
Caipirinha at Morgana: Cachaca - arancia - passion fruit
Only one hand: Tanqueray gin - vermouth dolce - lime - lemon grass - coriandolo - zucchero liquido
YOUNG DESIGNER
YOUNG DESIGNER
REMEMBER ME by Theeratat Thaninbenjakuk Nel nostro nuovo incontro sbarchiamo dall’altra parte del mondo. A farci fare questo lungo viaggio è Theeratat Thaninbenjakuk, giovane designer thailandese originario di Bangkok
Perché l’abbiamo scelto Siamo come al nostro solito in continua e perpetua ricerca questo ci porta delle volte ad incontrare artisti, perché così li consideriamo, di culture ed anche di luoghi diversi e lontanissimi. L’importante è sapere però che spesso questi designer viaggiano per finire i loro percorsi di studi e formativi proprio in Italia, come nel caso di Theeratat Thaninbenjakuk. Ora concentriamoci sulla collezione, dal nome “Remember Me”, titolo intimistico che deriva dal ricordo di una persona amata nel passato. Dal look book che ci viene presentato si comprende questo connubio tra la sensazione di intimo ed il suo opposto, ossia un’emozione di straniamento. Le figure si avvicinano tra loro e si sfiorano, ma guardano l’osservatore con sguardo assente e freddo. Questa nostra percezione viene confermata dall’ambientazione che il nostro designer ha preso come ispirazione cioè i cimiteri e soprattutto le sculture che si susseguono nei percorsi che ci conducono nel ricordo delle persone amate ed ormai scomparse. Lasciamoci raccontare meglio da Theeratat Thaninbenjakuk: “I gesti ed i movimenti rappresentati dalle sculture cimiteriali con i loro fiori e le loro decorazioni sono stati tradotti in texture, stampe, tagli ed inserti tecnici. 162
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Il mix di materiali a contrasto, insieme ad un attento lavoro sviluppato attraverso tecniche di tradizione sartoriale italiana creano sagome contemporanee e volumi che portano ad un’immagine complessivamente over size, ma sofisticata. Il gioco del dramma e dell’over si sintetizzano in unico tempo”. Importante è anche la tematica dell’unisex, cara al designer che immagina un mondo in cui il genere femminile e maschile sia libero di indossare senza etichette di forme, di concetto e di cultura i capi dell’uno e dell’altra senza distinzione di genere e forma. Questo per dare vita ed accedere ad un mondo libero da stereotipi. Ora entriamo nel lato più tecnico della collezione e vi lasciamo ancora una volta alle parole del designer: “Ho voluto utilizzare molte tipologie diverse di materiali per combinarli volutamente insieme. Il materiale di base è la lana misto a tessuti di paillettes per esprimere lo stile femminile e maschile, poi ho utilizzato il cotone, la lana, il jersey e la lycra. Per quanto riguarda il colore ho fatto miei il nero ed il grigio, colori tratti dai cimiteri che ho visitato in Italia, e che ricordano anche il marmo delle sculture. Il giallo contrastato dei fiori, che decorano sempre i cimiteri, è il mio colore preferito proprio come quello delle margherite!”. 165
Capo traino Anche questa volta non potevamo non chiedere quale capo rappresentasse di più il nuovo designer che state conoscendo: “Quello che preferisco è il cappotto nero e grigio. è stata una grande combinazione di lavorazioni distinte, tra tessuti diversi e molti altri elementi di base della sartoria che giocano tra loro e danno vita ad un capo unico”.
Passato, presente e futuro Ed ora per concludere il nostro incontro cerchiamo di conoscere ancora più intimamente Theeratat Thaninbenjakuk: “Sono originario di Bangkok, Thailandia. Mi sono laureato presso la Facoltà di Belle Arti in design della moda (abbigliamento donna), nell’Università Srinakharinwirot di Bangkok in Thailandia. Ho completato i miei studi attraverso un master alla Domus Academy in Fashion Design, a Milano, specializzandomi questa volta nel menswear perché ero affascinato dai capi classici maschili italiani. Per il futuro mi piacerebbe avere un mio marchio personale e realizzare sia una linea di abbigliamento femminile sia maschile da poter esibire e portare sul mercato internazionale”. Alexia Mingarelli
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YOUNG DESIGNER
Photos by Francesco Franzoso Designer and styling by Theeratat Thaninbenjakul Assistant stylist: Adireg Comenoi Make-up artist: Viput Janjaratwattana Models: Andrea Coen, Oliviero Cometta, Simone Sciotto, Maia Kovskij, Viput Janjaratwattana 167
Coat denim & supply Ralph Lauren pea (jacket peacoat woman officer) Sailor Jean Paul Gaultier
The Sailor Photos by Lorenzo Accardi styling by Manela Zitto
Coat in dark gray cashmere Uniqlo Bachi National Navy American Surplus stock
Coat denim & supply Ralph Lauren Sailor Jean Paul Gaultier Debbie shoe fringed and textured soles Texting
White flare trousers flared legs Misguided Crepe blouse navy blue silk Cyrillus Caban man navy classic CERRUTI 1881 White bob doughboy U.S. Navy Look khaki
Coat in dark gray cashmere Uniqlo Pullover flag american flag AJC Bachi National Navy American Surplus stock Debbie shoe fringed and textured soles Texting
Shirt in white cotton poplin Zara Apron dress gray flannel R studiO Photos by Lorenzo Accardi Styling by Manela Zitto Make-up and hair: Brigitte Fresnel Model: Agathe @Vip Models
MOSTRA
L’inguaribile giramondo
Corto Maltese. Favola di Venezia. Copertina Š 1979 Cong SA, Svizzera
Hugo Pratt e Corto Maltese: 50 anni di viaggi nel mito
Rasputin. La casa doraa di Samarcanda © 1992 Cong SA, Svizzera
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orto Maltese è da sempre considerato l’antieroe per eccellenza. Con il suo metro e ottantatré di altezza, gli occhi color del miele ed un anello all’orecchio sinistro è non solo il marinaio più romantico del Novecento, ma anche un gentiluomo, un moderno Ulisse, un giramondo che ha fatto sognare generazioni di lettori. Il navigatore, nato dalla matita di Hugo Pratt, ha debuttato sulla carta stampata nel 1967 con “Una ballata del mare salato” ed è prossimo a festeggiare i suoi 50 anni; per tale occasione CMS.Cultura e Genus Bononiae. Musei nella Città lo celebrano con una mostra dal titolo
Corto Maltese. Copertina di «Le Monde Voyages» suplemento del giornale «Le Monde» © 1988 Cong SA, Svizzera
“Hugo Pratt e Corto Maltese: 50 anni di viaggi nel mito”. L’esposizione, godibile sino al 19 marzo 2017 al Museo della Storia - Palazzo Pepoli a Bologna, è curata da Patrizia Zanotti ed è realizzata in collaborazione con Cong-Hugo Pratt art properties. Hugo Pratt, conoscitore di uomini e popoli, giramondo, attore, chitarrista, ma soprattutto disegnatore di una letteratura dell’immaginario senza confini, ci ha regalato alcune delle più belle pagine d’intrecci tra finzione e storia del Novecento in una visione da romantico avventuriero mai scontata. Nato su una spiaggia di Rimini nel 1927, girovago e giramondo, ma del tutto
veneziano, ha saputo coniugare e restituire al lettore-sognatore l’importanza del mare, il gioco degli specchi, il tema dell’immaginario e della realtà, le atmosfere tipiche della letteratura picaresca, le donne pericolose, l’arte astratta e il realismo fotografico. In mostra si scopre non solo Corto Maltese, ma anche Anna della Giungla (1959), Ernie Pike del 1961, La giustizia di Wathee del Sg.t Kirk del 1955, e ancora le incredibili tavole ed acquerelli degli Scorpioni del Deserto che conducono il visitatoreviaggiatore nell’Etiopia del 1941-1942 dove a personaggi dell’immaginario si sovrappongono rimandi a protagonisti storici. Il percorso espositivo guida il visitatore nei numerosi rimandi letterari che animano le
Tarao e Pandora. Una ballata del mare salato © 1972 Cong SA, Svizzera.
Wheeling, copertina Ivaldi Editore © 1972 Cong SA, Svizzera. Tutti i diritti riservati.
storie di Pratt: da Jack London e la letteratura d’avventura americana a Joseph Conrad, dalla poetica di W. Yeats e A. Rimbaud alla poesia di J.l. Borges, in un dialogo serrato con i segni lasciati dai maestri del fumetto americano come Milton Caniff e Héctor Oesterheld. Tra disegni, acquerelli, chine, riviste e rarità sono oltre 400 le opere del disegnatore presentate e per la terza volta sono esposte tutte le 164 tavole originali che hanno realizzato alla prima storia di Corto Maltese. L’esposizione, attraverso le opere di Pratt, accompagna il visitatore in un viaggio tra finzione letteraria e biografia; un avvincente racconto segnato da incontri fortuiti, alterne vicende intessute in
Corto Maltese. Copertina di «Le Monde Voyages» suplemento del giornale «Le Monde» © 1988 Cong SA, Svizzera
un panorama storicogeografico che abbraccia l’Africa dell’Italia fascista, come la magia alchemica di Venezia e molto altro ancora dacché, come scrive la curatrice Patrizia Zanotti “in questa mostra abbiamo cercato di intrecciare la vita e lo spirito di Hugo Pratt e di Corto perché sono le due facce della stessa personalità”. Questa mostra intende dunque rende omaggio a Hugo Pratt e alle sue creazioni oltre che al suo alter ego Corto Maltese. Mille suggestioni condurranno i partecipanti tra le acque dei Mari del Sud fino ai profumi dei vicoli di Samarcanda, in un percorso che sarà una vera esperienza multisensoriale per vivere con ogni senso un per-
Corto Maltese. Concerto in O’ minore per arpa e nitroglicerina © 1972 Cong SA, Svizzera
corso espositivo studiato per essere goduto da appassionati del fumetto e non. “Per quattro mesi il Museo della Storia di Bologna - dichiara Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae - apre le porte ai disegni e agli acquarelli di Hugo Pratt. I visitatori di Palazzo Pepoli, attraverso le avventure del suo personaggio più famoso, Corto Maltese, saranno accompagnati in un lungo viaggio in terre lontane ed in mondi fantastici e avventurosi. La mostra - allestita in alcune sale del Palazzo che ospita il percorso dedicato alla storia, alla cultura e alle trasformazioni di Bologna - ben si adatta alla vocazione del complesso museale, percorso che rimane intatto, e che allo stesso tempo vuole offrire una testimonianza puntuale, ma sempre nuova e dinamica, dell’ingegno e della creatività di una civiltà per secoli gloriosa. L’avventura che ci prepariamo ora a vivere con Corto Maltese sarà molto apprezzata dai bolognesi, dai turisti e dai moltissimi appassionati delle vicende dell’affascinante pirata, nato dalla mano felicissima di un artista tra i più fertili del Novecento”. “Accarezzavo da anni il sogno di celebrare il racconto romantico e letterario di Pratt con una grande mostra - dice Giulia Fortunato titolare di CMS. Cultura - Hugo Pratt, a tratti come Omero, mi ha accompagnata nel guardare con occhi diversi albe dalle dita di
Corto Maltese. La giovinezza © 1985 Cong SA, Svizzera
Corto Maltese. La giovinezza. Copertina © 1985 Cong SA, Svizzera
rosa, ma anche sguardi di popoli e genti. Pratt ha lasciato l’incoraggiamento a non perdere mai lo spirito di curiosità, di avventura, di apertura verso il diverso, l’altro, l’ignoto. In un momento storico come quello in cui viviamo, una mostra su Hugo Pratt fa riflettere su alcuni grandi capitoli del Novecento e permette di guardarci allo specchio con spirito critico”. Ma la “letteratura disegnata”, come definiva Hugo Pratt, il fumetto è anche declinazione della poesia che - come scrive Antonio Calabrò nel catalogo edito da Rizzoli-Lizard - “ha tanti strumenti per esistere, compreso il tratto d’una matita, un velo di colore acquerello, il segno
grafico che fa pensare a un’onda marina. Attraversa miti, leggende, sogni, Corto marinaio. E incubi. Vi s’immerge, sino ai confini della follia. E poi ne esce, memore di una lezione appresa da un maestro rabbino, nel ghetto di Venezia, sull’abitudine dei Veneziani d’aprire una porticina, in fondo ad una corte, “per andarsene verso altri mondi, altre storie”. Salvandosi, ricominciando a vivere”.
Ghula, Gli scorpioni del deserto. Brise de Mer © 1994 Cong SA, Svizzera
HUGO PRATT e CORTO MALTESE 50 anni di viaggi nel mito 4 novembre 2016 19 marzo 2017 Museo della Storia di Bologna Palazzo Pepoli Via Castiglione, 8
Ruydyard Kipling. Poesie © 1993 Cong SA, Svizzera
Corto Maltese. Copertina di «Le Monde Voyages» suplemento del giornale «Le Monde» © 1988 Cong SA, Svizzera
Bocca dorata San Salvador de Bahia, 1916 © 1989 Cong SA, Svizzera
MOTORI
Maserati Levante: regalo di Natale
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iciamo subito che se deciderete di regalarvi per Natale l’oggetto della nostra prova, sarà sicuramente un “Felice Natale”. Con un prezzo che oscilla tra i 73 e i 91.000 euro ed una neppure tanto velata dichiarazione di guerra ai Tedeschi, nel campo dei mega-SUV, Maserati Levante ha conquistato in pochi mesi le vette delle classifiche di vendita. D’altronde siamo noi italiani, storicamente, ad essere stati in grado di costruire le Alfa Romeo e le Maserati prima, le Ferrari e le Lamborghini poi e ultimamente anche splendide realtà come la Pagani. Forti di queste premesse, abbiamo provato e vissuto per tre giorni l’ultima nata in casa Maserati. Esteticamente non passa inosservata e racchiude parecchie novità.
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Maserati Le vante Design Inter n
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Ad esempio, non vi è alcun SUV con i vetri senza cornici, come le coupé. I finestrini laterali - che tra l’altro sono doppi - sono così e questo rende ancora più importante il lavoro fatto dai tecnici sulla tenuta delle guarnizioni. Saliti a bordo, si percepisce l’altezza che è quella di un vero Suv, ma va detto che le qualità dinamiche della Maserati Levante non fanno rimpiangere di non trovarsi su una vettura più bassa. Un po’ perché, seppur elevato (61 cm da terra), il centro di gravità resta comunque quanto di meglio offra la categoria, un po’ perché tutta l’impostazione della vettura conserva lo spirito base delle auto modenesi. Lo si vede seduti al posto di guida: l’inclinazione del piantone contenuta in pochi gradi, il bel supporto offerto dai sedili, l’eccellente ancoraggio per le gambe.
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Guardandoci intorno troviamo materiali e finiture di ottimo livello, come sulla Ghibli e la Quattroporte. Il nuovo sistema multimediale è reattivo, definito e pratico da usare. Il valore di capacità minima del bagagliaio (580 litri), non è il più alto nella categoria dei SUV extralarge ma è ben sfruttabile e per chi sta seduto dietro di spazio ce n’è, con solo qualche difficoltà nel salire e scendere per il passaruota molto ingombrante. Su strada la prima cosa che salta all’occhio è l’eccellente comfort di marcia: insonorizzazione efficace su tutti i fronti, con lieve comparsa del rotolamento su fondo rugoso, sostanziale assenza di rumori parassiti, trasmissione sempre fluida e buon assorbimento dello sconnesso, anche in presenza di pneumatici da 20”.
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In velocità di crociera di 130 orari il sei cilindri ronza tranquillo attorno ai 2.000 giri. Il cuore scelto per la vettura in prova è stato il diesel 3 litri che ha dimostrato di prevalere sulla concorrenza. Un’auto così coinvolgente da guidare nonostante il baricentro rialzato, lunga più di 5 metri e con un peso di 2.200 kg in ordine di marcia, è un merito che va riconosciuto agli ingegneri e ai collaudatori Maserati. La piattaforma di partenza è quella della Ghibli, modificata soprattutto nelle boccole di collegamento tra telaio e sospensioni, che sono pneumatiche a controllo elettronico, regolabili su 5 altezze e quindi in grado di far affrontare alla Levante anche percorsi fuoristrada più impegnativi di quel che si possa pensare.
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Lo sterzo, poi, è idraulico, cosa ormai più unica che rara, ed è stato ridimensionato proprio nel circuito idraulico per avere una risposta più consistente e minori reazioni al volante. Inserire la macchina in curva infatti è davvero un piacere, così come cambiare direzione, sfruttando tutti i 600 Nm e 275 CV (o 250 nella versione depotenziata per non pagare il superbollo). In allungo il sound del motore riempie il cuore di passione. Un gran ruolo nel piacere di guida ce l’ha anche il cambio automatico, che è lo ZF ad 8 marce utilizzato da altre case automobilistiche, ma la taratura scelta per l’elettronica dai tecnici italiani è molto riuscita, con cambiate fluide, ma anche rapide. E infine prima di regalarvi questo gioiello di tecnica italiana, un paio di dati esemplificativi: da 0 a 100 km/h in soli 6,9 secondi ed un consumo da noi rilevato medio di 10 km con un litro di carburante nel misto. Cristiano Fabris
Common day Photos by Andrea Aldrovandi styling by Valentina Cortesi
Lei: Abito pailettes topshop Giacca Dior Scarpe jimmy choo Lui: total look Scotch & Soda Scarpe collection privèe
Lei: gonna denim krizia jeans Camicia pizzo macramè D&G Camicia denim topshop Lui: giacca da lavoro garbstore Giacca denim top man Pantalone ymc for ordinary fits Scarpe collection privèe
Lui: Abito Antony Morato camicia HTC Los Angeles Scarpe collection privèe Lei: abito stylist own Giacca lavoro garbstore Scarpe jimmy choo
Lei: abito anglomania vivienne westwood Camicia seta Moschino fusciacca denim vintage Scarpe jimmy choo Lui: Giacca patchwork e tee Scotch & Soda Pantalone department five Scarpe collection privèe
Lui: Maglione secret society Pantalone gessato our legacy Cintura stylist own Scarpe redwings Lei: Maglione topshop Cintura Hermes Gonna gucci Scarpe zara
Lui: Giacca KIDz Pantalone Our legacy Scarpe Collection privèe Lei: Kimono h&m Pantaloni tuta adidas Scarpe jimmy choo
Lui: Camicia HTC Los Angeles Montone Vintage Lei: Abito primark Cintura topshop Giacca scamosciata vintage
Photos by Andrea Aldrovandi (www.andreaaldrovandi.com) Styling by Valentina Cortesi Make-up and hair style: Rossano Fasano Models: Sara Sief (freelance - no agency) and Thomas Cappellari @Major Model Management - Milan
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Appuntamenti a teatro
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Teatro NUOVO
Piazza S. Babila, 3 - Milano Tel. 02 794026 www.teatronuovo.it
La febbre del sabato sera dal 9 dicembre al 29 gennaio
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n occasione del 40° anniversario dall’uscita del celebre film, Teatro Nuovo di Milano presenta la nuova produzione italiana de “La febbre del sabato sera”. Il musical, tratto da una delle pellicole più celebri ed importanti nella storia del cinema, è un omaggio alla disco music ed al glam dominante degli anni’70. Uno spettacolare juke box musical in cui rivivere i successi disco in voga all’epoca. Un’opportunità per il pubblico di rivivere le scene cult del film, che racconta la storia di Tony Manero, un talentuoso ballerino italo-americano di Brooklyn, estroverso e rissaiolo, ma dal cuore tenero. Ad interpretare il ruolo che portò Travolta al successo cinematografico è Giuseppe Verzicco, uno dei migliori performer del musical italiano dotato di un carisma invidiabile e di una presenza scenica d’impatto. Non a caso a sceglierlo è stata una commissione internazionale composta dai 206
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produttori americani di Theatrical Rights e dal team creativo italiano presieduto dal regista Claudio Insegno. Quest’ultimo dichiara: “Vidi il film con John Travolta da giovane, l’ho amato senza riserve, visto e rivisto negli anni… ecco perché non ho voluto tradirlo e ho contenuto un po’ il tocco glamour cercando di recuperare quello spirito più comico e allo stesso tempo più profondo di allora”. Tornando alla storia e ai suoi protagonisti, le frustrazioni, le bizzarre dinamiche personali e familiari e la sete di rivincita portano Tony ad incrociare il suo destino con la fascinosa Stephanie Mangano, sofisticata ragazza upper class con cui potrebbe vincere una gara di ballo. Ad interpretare l’esuberante ballerina è Anna Foria, fedelissima al suo personaggio. Al fianco dei due protagonisti un cast giovane e fresco in grado di trascinare il pubblico nelle diverse fasi emozionali dello spettacolo. Un plauso particolare ad Alessandra Sarno e Gaetano Ingala che interpretano l’autorità familiare rispettivamente nei ruoli di Flo e Frank Manero; le loro battute portano più di qualche sonoro sorriso nel pubblico e aggiungono quel tocco “made in sud” sempre a noi molto caro. Bravi i ballerini e divertenti le coreografie. Che dire dei costumi? Azzeccatissimi e scintillanti. Anche la scelta musicale colpisce nel segno, mentre le potenti voci di Gianluca Sticotti nel ruolo di DJ Monty e di Giovanna D’Angi nel ruolo di Candy fanno ballare tutti i ballerini del mitico Odyssey 2001 e non solo!
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TEATRO SAN BABILA Corso Venezia, 2/A - Milano Tel. 02 798010 www.teatrosanbabilamilano.it
Doppia coppia
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dal 13 al 18 dicembre 31 dicembre doppio appuntamento ore 18 e ore 22
erris accetta controvoglia, di occuparsi dell’hotel della sorella durante una breve vacanza di lei, non immaginando quante cose possono accadere in una sola serata di primavera. Arriva inaspettatamente una coppia: Roger e Sally (lui ha lasciato la moglie Helen a casa a badare ai pesci rossi e lei il marito Geoff a fare il giardinaggio); ma Helen e Geoff non sono a casa. Anche loro hanno pianificato un fine settimana di goduria. E così finiscono nello stesso albergo. Quando Ferris si rende conto della situazione che si è venuta a creare s’imbarca in una serie di bugie, confusioni, iniziative inconsulte e pasticci nel tentativo di evitare l’incontro di mariti, mogli, amanti in situazioni compromettenti e cercando di trarre dalla situazione un proprio tornaconto economico.. Di Derek Benfield - Regia: Marco Vaccari Cast: Roberto Vandelli, Marco Vaccari, Gianni Lamanna, Emanuela Rimoldi, Maddalena Rizzi
L’amore migliora la vita
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dal 17 al 22 gennaio
Due coppie di genitori molto preoccupati. Una cena inevitabile. Due figli felici. Una tensione incontrollabile. Una parola inaccettabile: omosessualità”. Due coppie di genitori si trovano per discutere di un problema che riguarda i propri figli maschi appena divenuti maggiorenni. All’inizio i quattro sembrano essere molto civili e dimostrano di avere a cuore solo il bene dei propri ragazzi ma, quando si tratta di discutere della loro omosessualità e della loro volontà di vivere apertamente il loro amore, le cose si complicano notevolmente. Quando i giovani hanno tutto da insegnare e niente da imparare dagli adulti. Che l’amore migliori la vita può sembrare un’ovvietà, un’affermazione talmente scontata da sembrare inutile. In realtà la nostra esistenza è invasa da altri sentimenti sempre più predominanti e che fanno parte del corredo del nostro vivere sociale: la rabbia e la paura. Siamo talmente concentrati sul nostro malessere da dimenticarci ciò che di bello potremmo avere se solo fossimo meno ottusi. L’ottusità è la caratteristica di tutti coloro che, pensando solo nei termini del proprio ambiente ristretto, attribuiscono alle proprie idee un significato universale. Così non ci accorgiamo della ristrettezza mentale che accorcia il nostro campo visivo e che ci rende mediocri, condannandoci alla pratica costante dell’ipocrisia. Una commedia scorretta sulla necessità di comprendere se stessi e le persone che ci sono vicine e che più amiamo. Regia: Angelo Longoni - Cast: Ettore Bassi, Edy Angelillo, Eleonora Ivone, Giorgio Borghetti 208
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Cuori scatenati
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dal 31 gennaio al 5 febbraio
l ritorno di fiamma, si sa, può essere molto pericoloso. Quando il fuoco della passione si accende tra Diego e Francesca, le scintille divampano in maniera esagerata! Se poi a spegnere l’incendio ci si mette uno come Sergio Muniz, la situazione diventa veramente incontrollabile! E cosa succederebbe se la futura sposa, praticamente con un piede sull’altare, venisse a scoprire tutto? Una coppia scoppiata da anni s’incontra clandestinamente per un’insensata ultima notte d’amore prima di suggellare il divorzio definitivo, ma gli imprevisti sono dietro l’angolo, anzi dietro la porta. Arriva la nuova esilarante commedia di Diego Ruiz, ormai esperto nel mettere in scena i rapporti di coppia e le sue innumerevoli sfaccettature, che questa volta affronta gli amori ormai finiti che in realtà non finiscono mai. Vale la pena dare una seconda possibilità? Oppure si rischia di ritrovarsi la solita minestra riscaldata? Riuscirà mai un nuovo amore a non subire il fastidiosissimo paragone con quello precedente? E come la mettiamo col tradimento? La fedeltà è una predisposizione mentale, una scelta morale o un’imposizione? Questi e tanti altri interrogativi sono alla base di questa spassosa commedia in cui tutti i personaggi si trovano nel posto sbagliato nel momento più sbagliato, dando vita ad una girandola di equivoci e situazioni paradossali che li porteranno a ricorrere a tutto il loro sangue freddo per gestire una serata che li metterà a dura prova. Una serata che farà a dir poco fibrillare quattro cuori scatenati! Cast: Sergio Muniz, Francesca Nunzi, Diego Ruiz 209
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Teatro Filodrammatici Via Filodrammatici, 1 ingresso Piazza Paolo Ferrari, 6 - Milano Tel. 02 36727550 www.teatrofilodrammatici.eu
Girotondo.com
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dal 12 al 29 gennaio
n una versione contemporanea del Girotondo di Schnitzler, testo vietato dalla censura imperiale tedesca perché ritenuto pornografico, torna al Teatro Filodrammatici girotondo.com. Lo spettacolo, completamente adattato in una versione contemporanea, vede come protagonisti, al posto dei soldati delle dame e dei nobili della Vienna fin de siècle, icone della nostra attualità come il vincitore di un reality costretto a fare il gigolò, l’insegnante di liceo innamorata del suo allievo e le ragazzine disposte a qualche sacrificio pur di far carriera. La vittima illustre è proprio il sesso, ridotto di questi tempi a semplice strumento per ottenere privilegi, soddisfare ambizioni, esercitare potere e mettersi in mostra. girotondo.com è il mondo visto con un po’ di sconforto e un bel po’ di ridicolo, il mondo che si vedrebbe facendo zapping in un hotel di lusso con pay per view in offerta speciale e la speranza che qualcun altro paghi il conto. Ispirato a Girotondo di Arthur Schnitzler - Regia: Bruno Fornasari - Cast: Tommaso Amadio, Alice Redini
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TEATRO / CINEMA MARTINITT
quotidianità di tutti noi passando con brio dal surreale al reale, propone un’interessante spaccato di vita: scene di ordinaria incomunicabilità da un salotto bene dove nessuno fa nulla per niente, nessuno è contento di quello che è e di quello che ha e nessuno è veramente se stesso. Intrighi, calcoli, escamotage, ipocrisie, paradossi… benvenuti nella realtà.
Il conto è servito
Il matrimonio nuoce gravemente alla salute
Via Pitteri , 58 - Milano Tel. 02 36580010 www.teatromartinitt.it
dal 20 dicembre all’8 gennaio
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etti una sera a cena: un politico ambizioso, un candidato al Nobel per la pace, una psicologa confusa, una bigotta rifatta, una colf obesa, una social-dipendente con un fratello sessuomane… il menù non può che essere da mal di pancia (per le risate)! Carico di aspettative, Fred, politico rampante, è finalmente riuscito a organizzare nella sua villa una cena con Rampanti, notissimo e influentissimo candidato al Nobel. Tutta la famiglia si aspetta grandi cose: Fred una grossa spinta per le prossime elezioni, la moglie uno scatto di carriera, la figlia Tamara di diventare un’affermata blogger mentre Tommaso, il figlio, sogna di trasformarsi nella nuova star del programma TV “XXX Factor”, il reality per cantanti sexy. Tra colpi di scena e battute surreali, nel contesto di una società esasperata da tecno-linguaggi privi di senso e da una bulimia di comunicazione che però non comunica nulla, le speranze di una famiglia borghese vengono però disattese… Una commedia dal ritmo crescente sull’opportunismo e l’incomunicabilità. A far da cornice alla serata la ricorrenza più noir dell’anno: la notte di Halloween! Sarà dolcetto, scherzetto, o…? Due volti amatissimi della comicità meneghina –Corrado Tedeschi e Nino Formicola- a capitanare un cast numeroso e affiatato che, tra risate, una buona dose di cinismo e un velo di mistero, fotografa ancora una volta il disincanto della società di oggi (ma in fondo anche di ieri). Pubbliche relazioni o opportunismo? Chiamatelo come volete, ma, di fatto, spesso, si sceglie con chi stare con il fine di ottenere un preciso scopo. Lo spettacolo, calzante con la filosofia della nuova stagione al Martinitt che punta la lente sulla
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dal 12 al 29 gennaio
n tempi di family day e riflessioni politiche sulle nuove famiglie, lo spettacolo d’inizio anno del Teatro Martinitt ironizza sulle famiglie tutto sommato tradizionali, che però per alcuni benpensanti d’antan non sono comunque famiglie. Ecco che incredibilmente la convivenza può dare ancora scandalo. Se poi a portare i pantaloni (e lo stipendio a casa) è lei e non lui… apriti cielo! Per non far scoprire la verità alla suocera-fossile, ecco che si scatena l’inferno. Equivoci, scambi di ruolo, malintesi e bugie complicano la faccenda all’inverosimile e alimentano le risate. A voi la trama. Romeo e Sofia convivono da qualche tempo. Lei è una donna in carriera, di successo e guadagna molto bene. Proprio in virtù del suo congruo stipendio, il compagno ha scelto di fare il casalingo. Convivenza e scambio di ruoli sono però tenuti nascosti alla madre di lui, Michelina, che è una donna all’antica e non capirebbe. Per questo Romeo ha sempre cercato di evitare nel modo più assoluto che Sofia e Michelina s’incontrassero, finché però una sera accade l’inevitabile: la suocera si autoinvita a casa dei piccioncini. Panico. Piano d’emergenza: Sofia si finge premurosa casalinga e Romeo pubblicitario rampante… Nel mezzo di una serie interminabile di divertentissimi equivoci e gag adrenaliniche, la coppia riuscirà a mantenere il segreto oppure la verità avrà la meglio? Tra le commedie francesi più applaudite in una brillante versione italianizzata- più che mai attuale. Una commedia di Pierre Leandri ed Elodie Wallace, Sara Vannelli, diretta da Massimo Natale e con Fabio Ferrari, Silvia Delfino, Pia Engleberth e Maurizio D’Agostino. Produzione La Bilancia.
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TEATRO Elfo Puccini Corso Buenos Aires, 33 - Milano Tel. 02 00660606 www.elfo.org
Scritto, diretto e illustrato da: Ferdinando Bruni e Francesco Frongia Con: Elena Russo Arman, Ida Marinelli, Matteo De Mojana, Umberto Petranca Luci: Nando Frigerio Suono e programmazione video: Giuseppe Marzoli Direzione e arrangiamento delle canzoni: Matteo De Mojana Produzione: Teatro dell’Elfo
Alice Underground
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dal 13 dicembre all’ 8 gennaio
e avventure di “Alice nel paese delle meraviglie” e “Al di là dello specchio” sono stati rivisitati da generazioni di artisti, filosofi, poeti, registi, ma da questi testi continuano ad emergere una moltitudine - o piuttosto una “moltezza”, una “muchness” come dice il Cappellaio Matto - di possibili interpretazioni. Ferdinando Bruni e Francesco Frongia ne sono stati catturati e hanno ripercorso le suggestioni del testo e la sua realtà “insensata”, sospesa e sovvertita: Alice Underground, andato in scena per la prima volta nel dicembre 2012, ha sorpreso per le invenzioni sceniche, sospese tra tecnologia dei video e arte del disegno.
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Il giuoco delle parti
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13/22 gennaio (sala Shakespeare)
a vicenda della commedia è nota. I soliti tre: il marito, la moglie, l’amante. Leone Gala s’è separato amichevolmente dalla moglie; ciò nonostante continua ad essere ufficialmente il marito, ma vive per conto proprio in una casa che è quasi un romitaggio. Ogni sera tanto per salvare le apparenze, passa dal portinaio della sua signora, domanda se c’è niente di nuovo e se ne va. Se ne va verso i suoi cari libri e verso le batterie della sua cucina, perché egli coltiva con finezza la gastronomia e ama comporre salse preziose aiutato dal suo cameriere-cuoco con il quale parla di Socrate e Bergson. Mentre il marito prepara “intingoletti”, la moglie fa due cose: si dedica ad un amante, nuovo o vecchio che sia poco importa, e si annoia. Si annoia perché è libera, sì, ma in fondo la sua libertà è relativa. È una libertà che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Se almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo; egli s’è vuotato d’ogni sentimento ed è ormai uno spettatore del mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo diventare attore. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione – l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo – progetta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello... Il regista Roberto Valerio ammette: “La scelta fatta è di ricercare il cuore pulsante della commedia nella novella; vero, intimo laboratorio artistico di Pirandello. È lì che egli crea i suoi personaggi - impiegatucci, piccoli funzionari statali, contadini – immersi nella realtà sociale “bassa” della Sicilia rurale; è lì che troviamo il Pirandello più genuino e diretto e probabilmente quello più interessante oggi”.
Di Luigi Pirandello Adattamento: Valerio - Orsini - Balò Regia: Roberto Valerio Con: Umberto Orsini, Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Woody Neri Scene: Maurizio Balò Costumi: Gianluca Sbicca Luci: Pasquale Mari Produzione: Compagnia Umberto Orsini e Teatro della Pergola
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TEATRO CARCANO
Corso di Porta Romana, 63 - Milano Tel. 02 55181377 www.teatrocarcano.com
Locanda Lumière - Atto secondo: “Ciak, si gira!” Le strabilianti acrobazie dei Sonics
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26 - 30 dicembre Teatro Alfieri di Torino 2 - 4 gennaio Teatro Carcano Milano
opo il grande successo di Duum lo scorso anno, la compagnia di acrobati e performer Sonics torna al Teatro Carcano con il secondo capitolo del suo ultimo progetto artistico, “Locanda Lumière - Atto II: Ciak, si gira!”, un’occasione per immergersi in uno spettacolo che alterna magistralmente la realtà con la fantasia e la magia alla meraviglia. Una nuova sfida per i Sonics, che ampliano il loro repertorio con un nuovo spettacolo aereo acrobatico, questa volta recitato, danzato e suonato in uno stile unico nel panorama acrobatico italiano. È la notte di Natale, un Avventore di nome Louis bussa a una misera locanda alla ricerca di un posto dove dormire. Ad accoglierlo due figure alquanto bizzarre: Elodie e Auguste, i signori Lumière. Un mistero avvolge l’arrivo di Louis, tutt’altro che casuale: l’Avventore porta appesa al collo una chiave speciale che sembra aprire tutte le porte della Locanda. Con l’aiuto dei “Quadri”, del personale, del maggiordomo Ramirez e della cuoca Delizia, la signora Lumière dà inizio ad una serie di rocambolesche azioni acrobatiche per sottrarre la chiave e aprire un vecchio baule che il signor Lumière custodisce segretamente. Cosa contiene il forziere? Quali segreti nascondono i personaggi della storia? Acrobazie spettacolari, musica e dialoghi comici sono gli ingredienti di questa particolarissima rivisitazione della nascita del primo cortometraggio della storia. Uno spettacolo unico e nuovissimo nel mondo fantasmagorico dei Sonics. Ideato e diretto da: Alessandro Pietrolini - Messa in scena di: Alessandro Pietrolini e Milo Scotton Testi: Antonio Villella e Alessandro Pietrolini - Costumi: Ileana Prudente, Caterina Barbero, Irene Chiarle Con: Claudio Bertolino, Artur Cacciolari, Olivia Ferraris, Pier Paolo Congiu, Alessandro Pietrolini, Jessica Pioggia, Ileana Prudente, Federica Vaccaro - Luci: Giovanni Ricciardi - Head rigger: Amos Massingue 214
SIPARIO
Il Casellante
da mercoledì 25 gennaio a domenica 5 febbraio
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iunge in sede, al Teatro Carcano, Il Casellante di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, la nuova coproduzione che il Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano ha allestito insieme a Promo Music e al Comune di Caltanissetta per la stagione 2016/17. Dopo le recite milanesi seguirà una lunga tournée che terminerà a maggio e farà tappa, tra le altre città, a Rimini (Teatro Novelli), Bologna (Arena del Sole), Monfalcone (Teatro Comunale), Perugia (Teatro Morlacchi), Genova (Teatro Duse), Palermo (Teatro Biondo), Agrigento (Teatro Pirandello), Campobasso (Teatro Savoia), Fano (Teatro della Fortuna), Brescia (Teatro Sociale), Roma (Teatro Sistina). Il Casellante è uno spettacolo con musiche dove si ride e ci si commuove al tempo stesso. La compagnia di attori e musicisti capitanata da Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine narra una vicenda metaforica che giuoca sulla parola, sulla musica e sull’immagine. Affogato nel mondo mitologico di Camilleri, costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, Il casellante parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Personale, originalissima e sperimentale, la lingua di Camilleri calca e ricalca, in una teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa “sicilitudine”, tra neologismi e modi di dire mutuati dal dialetto e rielaborati in chiave colta.
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SIPARIO
La Locandiera
da giovedì 12 a domenica 22 gennaio Bianca e luminosa è LA LOCANDIERA diretta da Andrea Chiodi che la compagnia Proxima Res porta al Teatro Carcano. All’interno di una scena essenziale le vicende di Mirandolina, protagonista di questa apparentemente spensierata commedia amorosa e vero e proprio Don Giovanni al femminile, rivelano un carattere universale e squisitamente moderno. La storia de La locandiera, commedia scritta da Carlo Goldoni nel 1750, s’incentra sulle vicende di Mirando-
lina, astuta donna che gestisce a Firenze una locanda ereditata dal padre. Mirandolina viene costantemente corteggiata dai clienti, dal Marchese di Forlimpopoli, aristocratico decaduto, e dal Conte d’Albafiorita, un mercante che, arricchitosi, è entrato a far parte della nuova nobiltà. I due personaggi rappresentano gli estremi dell’alta società veneziana del tempo. Da brava donna d’affari, Mirandolina non si concede a nessuno dei due, lasciando intatta l’illusione di una 216
possibile conquista, e così incrementando, causa la loro partenza eternamente procrastinata, i profitti e la fama della locanda. L’arrivo del Cavaliere di Riprafratta, aristocratico altezzoso e misogino incallito che disprezza ogni donna, sconvolge il fragile equilibrio instauratosi nella locanda. Mirandolina, ferita nel suo orgoglio femminile, si ripromette di far cadere il Cavaliere ai suoi piedi. Firenze, luogo della sciacquatura in Arno, manzoniana ma anche goldoniana: questo il luogo in cui agiscono le figure di una apparentemente spensierata commedia amorosa in cui il non detto, il non desiderato, il non voluto diventano parole schiette, desideri confessati e voglie esplicitate. Il tutto espresso in una lingua italiana che dà alla commedia
Ancora più preziose dei Mémoires sono state le note – L’autore a chi legge – poste all’inizio dell’opera per spiegare la posizione di Goldoni rispetto ai personaggi e dare qualche informazione sull’intreccio. Nello spettacolo queste note vengono mantenute per aiutare attori e spettatori nella comprensione delle intenzioni dell’autore e del profondo significato della commedia. Fin dalla prima scena – i cinque attori che si liberano delle maschere, mostrando i volti – si comprende il nucleo della Riforma goldoniana e in quale momento storico dell’Italia e del percorso di Goldoni s’inserisce La locandiera. Una Locandiera, quella di Proxima Res, che è la rappresentazione del Don Giovanni letterario ma al femminile, in cui l’azione scenica si
svolge tutta intorno, sopra e sotto ad un grande tavolo, tavolo da gioco e tavolo da pranzo (sarà chiaro che cosa avviene sopra, meno limpido ciò che succede sotto). I personaggi appaiono e scompaiono tra una moltitudine di costumi in un gioco che coinvolge gli elementi del mondo caro a Goldoni, dalle maschere che se ne vanno, ai costumi del repertorio fino alle sue amate poupettes dell’infanzia. un carattere universale e squisitamente moderno. Partendo dai Mémoires, in cui lo stesso Goldoni afferma che la necessità di un testo scritto anziché un canovaccio ha avuto origine durante i suoi giochi infantili con le sue poupettes, s’immagina che gli attori possano interagire con il mondo dell’infanzia dell’autore e dialogare con delle piccole bambole per rappresentare in modo efficace i rapporti tra i personaggi e quella straordinaria macchina teatrale che è il testo.
Con: Caterina Carpio, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Emiliano Masala, Francesca Porrini Scene e costumi: Margherita Baldoni Disegno luci: Marco Grisa Musiche: Daniele D’Angelo Regia: Andrea Chiodi Durata: 1 ora e 50 minuti (senza intervallo) Orari: da martedì a giovedì e sabato ore 20,30 venerdì ore 19,30 - domenica ore 16
SIPARIO
Teatro Strehler
Largo Greppi, 1 - Milano (M2 Lanza) Tel. 02 42411889 www.piccoloteatro.org
Cenerentola
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fino al 22 dicembre
a Scuola di Ballo dell’accademia Teatro alla Scala torna al Teatro Strehler di Milano, fino al 22 dicembre, per il consueto appuntamento natalizio. Quest’anno sarà la fiaba di “Cenerentola”, affidata alla coreografia del Direttore della Scuola Frédéric Olivieri, su musiche di Sergej Prokof’ev, ad incantare il pubblico. Il balletto, realizzato nel 2015 su commissione della Fondazione Bracco, dopo il debutto proprio al Teatro Strehler, ha ottenuto un grandissimo successo in Italia e all’estero. Entusiasta Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco che dal 2012 è al fianco dell’accademia Teatro alla Scala come Socio Fondatore, dichiara: “Favorire la crescita culturale e, al contempo, offrire ai giovani l’opportunità di sviluppare i propri talenti, risponde appieno alla mission della Fondazione che nasce per formare, promuovere e diffondere espressioni della cultura, della scienza e dell’arte anche quali mezzi per il miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale”. Della prima versione del balletto è autore Rostislav Zakharov e andò in scena, in tre atti, al Bolshoi di Mosca nel 1945, cui fece seguito la coreografia di Konstantin Sergeev al Kirov nel 1946. La partitura di Prokof’ev, anche per non incorrere nella censura ždanovista, risponde alla tradizione coreutica russa, che voleva una varietà di danze classiche e popolari, danze di corte e danze esotiche, passi a due, variazioni, valzer, mazurche, pavane, gavotte. Una scelta dettata anche dalla volontà di garantire una varietà che permettesse ai ballerini di dimostrare le proprie doti tecniche e abilità interpretative. Il carattere di ciascun personaggio è tratteggiato attraverso leitmotive e temi musicali che seguono le vicende narrate nella storia: così Cenerentola è caratterizzata da tre diversi temi, il primo che sottolinea il senso di oppressione e solitudine, il secondo la speranza in un futuro più roseo e il terzo l’innamoramento e la gioia della serenità raggiunta. Le sorellastre, invece, vengono delineate attraverso toni farseschi e goffi, mentre la matrigna entra in scena accompagnata da modulazioni aspre e minacciose, in netto contrasto con le note melodiose e rassicuranti della Fata. La Cenerentola proposta dalla Scuola di Ballo è in due atti, ove spiccano diversi momenti che mettono alla prova le abilità degli allievi nelle diverse discipline. Oltre ai danzatori, infatti, Alla messa in scena sono chiamati molti allievi ed ex allievi dell’accademia, dai sarti agli scenografi, dai parruccai ai truccatori e parrucchieri, ai fotografi… Le scene sono firmate da Angelo Sala, i costumi degli interpreti principali sono stati disegnati da Chiara Donato. Le sculture sono state realizzate da Fausta Cerizza, ex allieva del Corso scenografi. I costumi sono realizzati ed elaborati da allievi ed ex allievi del Corso per sarti dello spettacolo, nonché dalla Sartoria Brancato. Sul palcoscenico oltre 100 allievi della Scuola. I ruoli principali sono affidati ad allievi fra il sesto e l’ottavo corso. 218
Pinocchio e le bugie, degli adulti
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dal 19 gennaio al 12 febbraio
a Scuola di Ballo dell’accademia Teatro alla Scala torna al Teatro Strehler di Milano, fino al 22 dicembre, per il consueto appuntamento natalizio. Quest’anno sarà la fiaba di “Cenerentola”, affidata alla coreografia del Direttore della Scuola Frédéric Olivieri, su musiche di Sergej Prokof’ev, ad incantare il pubblico. Il balletto, realizzato nel 2015 su commissione della Fondazione Bracco, dopo il debutto proprio al Teatro Strehler, ha ottenuto un grandissimo successo in Italia e all’estero. Entusiasta Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco che dal 2012 è al fianco dell’accademia Teatro alla Scala come Socio Fondatore, dichiara: “Favorire la crescita culturale e, al contempo, offrire ai giovani l’opportunità di sviluppare i propri talenti, risponde appieno alla mission della Fondazione che nasce per formare, promuovere e diffondere espressioni della cultura, della scienza e dell’arte anche quali mezzi per il miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale”. Della prima versione del balletto è autore Rostislav Zakharov e andò in scena, in tre atti, al Bolshoi di Mosca nel 1945, cui fece seguito la coreografia di Konstantin Sergeev al Kirov nel 1946. La partitura di Prokof’ev, anche per non incorrere nella censura ždanovista, risponde alla tradizione coreutica russa, che voleva una varietà di danze classiche e popolari, danze di corte e danze esotiche, passi a due, variazioni, valzer, mazurche, pavane, gavotte. Una scelta dettata anche dalla volontà di garantire una varietà che permettesse ai ballerini di dimostrare le proprie doti tecniche e abilità interpretative. Il carattere di ciascun personaggio è tratteggiato attraverso leitmotive e temi musicali che seguono le vicende narrate nella storia: così Cenerentola è caratterizzata da tre diversi temi, il primo che sottolinea il senso di oppressione e solitudine, il secondo la speranza in un futuro più roseo e il terzo l’innamoramento e la gioia della serenità raggiunta. Le sorellastre, invece, vengono delineate attraverso toni farseschi e goffi, mentre la matrigna entra in scena accompagnata da modulazioni aspre e minacciose, in netto contrasto con le note melodiose e rassicuranti della Fata. La Cenerentola proposta dalla Scuola di Ballo è in due atti, ove spiccano diversi momenti che mettono alla prova le abilità degli allievi nelle diverse discipline. Oltre ai danzatori, infatti, Alla messa in scena sono chiamati molti allievi ed ex allievi dell’accademia, dai sarti agli scenografi, dai parruccai ai truccatori e parrucchieri, ai fotografi… Le scene sono firmate da Angelo Sala, i costumi degli interpreti principali sono stati disegnati da Chiara Donato. Le sculture sono state realizzate da Fausta Cerizza, ex allieva del Corso scenografi. I costumi sono realizzati ed elaborati da allievi ed ex allievi del Corso per sarti dello spettacolo, nonché dalla Sartoria Brancato. Sul palcoscenico oltre 100 allievi della Scuola. I ruoli principali sono affidati ad allievi fra il sesto e l’ottavo corso.
Drammaturgia: Antonio Latella, Federico Bellini, Linda Dalisi Regia: Antonio Latella Scene: Giuseppe Stellato Costumi: Graziella Pepe Musiche: Franco Visioli Luci: Simone De Angelis Con: Michele Andrei, Anna Coppola, Stefano Laguni, Christian La Rosa, Fabio Pasquini, Matteo Pennese, Marta Pizzigallo, Massimiliano Speziani Produzione: Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa
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Teatro Manzoni Via Manzoni, 42 - Milano Tel. 02 7636901 www.teatromanzoni.it
Angelo Pintus:
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“ORMAI SONO UNA MILF” dal 12 dicembre al 01 gennaio
ome cambia la vita a quarant’anni? Cambia che non puoi più mangiare quello che mangiavi prima… Che sei ancora troppo giovane per fare alcune cose, ma già troppo vecchio per farne altre... La vita a quarant’anni raccontata e vista con gli occhi di chi si sente sempre quel bambino che quando vedeva gli amici quarantenni dei propri genitori li considerava “vecchi” e si meravigliava di quanto vivessero a lungo “i grandi”. E che ora guardandosi allo specchio pensa di essere sempre più in forma, anche se ormai è un uomo fatto. Un uomo? Una signora! Anzi… una milf! Ormai sono una Milf sarà in scena il 31 dicembre alle 18.00 e alle 21.30. Al termine della recita delle 21.30 brindisi allo scoccare della mezzanotte con spumante e panettone per festeggiare l’inizio del nuovo anno insieme ad Angelo Pintus. Il giorno di Capodanno lo spettacolo sarà, invece, in scena alle ore 18.00. 220
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Tradimenti
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dal 12 gennaio al 29 gennaio
critta nel 1978 e ambientata tra Londra e Venezia, Tradimenti di Pinter (Nobel 2005), nasce dallo spunto autobiografico della sua lunga relazione extraconiugale. Partendo da un dialogo che segna la fine del sentimento e coinvolge i tre protagonisti, l’autore si diverte a spiazzare lo spettatore con un gioco a ritroso che va dal 1977 fino al 1968. Il Sessantotto rivoluzionò il comportamento di un’intera generazione di giovani e l’inganno diventa allora il passe-partout per un’apparente libertà di coppia. La storia di quegli anni ci parla di amori finiti, ma soprattutto di tradimenti politici, ideologici e sociali, come osserva il regista Michele Placido, per il quale forse questo testo si può anche leggere come fallimento di un’utopia rivoluzionaria. Protagonisti di questo triangolo gli ottimi Ambra Angiolini, Francesco Scianna e Francesco Biscione. Di Harold Pinter - Con: Ambra Angiolini, Francesco Scianna, Francesco Biscione Traduzione di Alessandra Serra - Regia: Michele Placido
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Teatro alla Scala Via Filodrammatici, 2 - Milano Tel. 02 88791 www.teatroallascala.org
Madama Butterfly di Giacomo Puccini
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fino al 8 gennaio
on la direzione di Riccardo Chailly, la regia di Alvis Hermanis nella prima versione che Giacomo Puccini scrisse nel 1904 e a 112 anni dalla prima assoluta, ”Madama Butterfly” torna al Teatro alla Scala. Ecco che dopo “Turandot” e “La fanciulla del West”, prosegue il percorso artistico-filologico che sta riportando tutte le opere di Puccini alle originali intenzioni dell’autore; tra le tappe di questo cammino non poteva di certo mancare lei: “Madama Butterfly”. Ascolteremo quindi l’opera com’era prima che situazioni contingenti spingessero il musicista a modificarla e ad accettare varianti richieste dall’editore “Ora mi sono convinto che l’opera deve essere in due atti […] Il dramma deve correre alla fine senza interruzioni, serrato, efficace, terribile. […] Sono certo di inchiodare il mio pubblico e di mandarlo via non scontento. E avremo allo stesso tempo un taglio nuovo di opera, bastante per tenere una serata”. Con queste parole Giacomo Puccini perorava di fronte a un recalcitrante Giulio Ricordi il taglio innovatore della nascente Madama Butterfly, la “tragedia giapponese” che stava componendo a partire dall’omonima pièce di David Belasco che aveva visto a Londra nel 1900 e che era a sua volta tratta da un racconto dell’americano John Luther Long. La divisione in soli due atti rispondeva a un’esigenza di concentrazione drammatica che era evidentemente nello Zeitgeist del teatro musicale europeo: basti pensare agli atti unici di Strauss (Salome è del 1906, Elektra del 1909) che condividono con Butterfly la scabrosità dell’argomento e la drammatica morte in scena della protagonista. Puccini l’ebbe vinta e l’opera andò in scena in due atti al Teatro alla Scala il 17 febbraio 1904 con la direzione di Cleofonte Campanini e Rosina Storchio come Cio-Cio San. La serata però fu più che contrastata: l’allestimento fu forse inadeguato, ma 222
di certo i nemici del compositore e del suo editore alimentarono le proteste che degenerarono in una bagarre. Si ritiene che attorno all’opera fosse stato costruito ad arte un clima d’ostilità o che forse il pubblico fosse rimasto sorpreso di fronte a un’opera innovativa. Puccini così scrisse a un amico: “Con animo triste ma forte ti dico che fu un vero linciaggio… ma la mia Butterfly rimane qual è, l’opera più sentita e suggestiva che io abbia mai concepito”. I Ricordi si consultarono e fu Tito, il figlio di Giulio, a suggerire a Puccini di rinunciare alle scelte più controverse spezzando in due parti il second’atto, tagliando un buon migliaio di battute in gran parte dedicate a episodi di colore e umoristici, e regalando al tenore una romanza prima della conclusione. La nuova versione trionfò a Brescia il 28 maggio dello stesso anno, ma la storia dei ripensamenti del compositore era destinata a proseguire: Dieter Schickling documenta, oltre alle due partiture del 1904 relative alle edizioni italiane, due edizioni relative alle esecuzioni inglesi nel 1906, due edizioni relative al debutto parigino nel 1906 e 1907 prima della terza edizione italiana nel 1907, ma il quadro è ulteriormente complicato dal ritrovamento di alcune copie con variazioni di pugno del compositore. Di particolare importanza sono i rimaneggiamenti avvenuti in occasione della prima di Parigi nel 1907, dove Albert Carré, direttore dell’Opéra Comique e responsabile dell’allestimento, insistette per smorzare tanto i tratti antiamericani quanto l’irrisione dei costumi giapponesi. Alla Scala Butterfly non tornò fino al 1925, dopo la morte del compositore, nella versione in tre atti con la direzione di Toscanini e i costumi di Caramba: la Scala si riallineava così ai grandi teatri internazionali che avevano riconosciuto in Butterfly un capolavoro. E tuttavia Puccini, proverbiale per innata insicurezza e maniacale perfezionismo, continuò a ripensare al suo dramma “serrato, efficace, terribile” e sedici anni dopo, nel 1920, sollecitò Ricordi a riproporre al Teatro Carcano di Milano una versione che ripristinava parte dei tagli. Di fatto, osserva Dieter Schickling: “Non si può determinare quale versione di Madama Butterfly il Puccini maturo reputasse corretta. Ogni singola recita in cui fu coinvolto fu per lui un esperimento, fino alla fine”.
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Teatro Della Luna Via G. di Vittorio, 6 - Assago (MI) Tel. 02 488577516 www.teatrodellaluna.com
“Green Day’s American Idiot”
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Regia di Marco Iacomelli dal 21 e 22 gennaio al Teatro Coccia (Novara) dal 26 gennaio al 12 febbraio al Teatro Della Luna - Assago (MI)
opo Broadway e Londra, nel 2017 arriva finalmente in Italia “ Green Day’s American Idiot”, il musical scritto da Billie Joe Armstrong, con le musiche dei Green Day. Ispirato all’epica rock-opera “Tommy” degli Who, lo spettacolo, vincitore nel 2010 di due Tony Award® e del Grammy Award® come miglior Musical Show Album, è tratto dall’omonimo disco di platino del 2004 che, ad oggi, ha venduto oltre 15 milioni di copie nel mondo. La produzione italiana di “Green Day’s American Idiot” si avvale della regia di Marco Iacomelli, recitata in italiano, con band dal vivo e canzoni nella versione originale, debutterà a livello nazionale il 21 e 22 gennaio al Teatro Coccia di Novara e proseguirà dal 26 gennaio al 12 febbraio al Teatro Della Luna (Assago – MI). Il musical, coprodotto da STM – Scuola del Teatro Musicale, Fondazione Teatro Coccia e Reverse Agency, con il sostegno di Fondazione CRT, si inserisce nel rivoluzionario filone italiano del teatro musicale contemporaneo, come “Next To Normal”, sempre diretto da Marco Iacomelli nel 2015, diventando prodotti teatrali innovativi che affrontano temi distanti dalla tradizione italiana del genere. Amore e ribellione secondo il più celebre gruppo punk rock statunitense: “Green Day’s American Idiot” racconta la crescita di tre giovani amici, Johnny, Will e Tunny, alla ricerca di un senso della loro vita in una società fortemente influenzata dai media, intossicata e senza prospettive. “Green Day’s American Idiot” è un ritratto del disagio giovanile post-adolescenziale, un “racconto di formazione”, ambientato all’inizio del nuovo millennio nella periferia suburbana di una grande città. Le tematiche affrontate sono senza tempo e senza luogo, ma hanno radici nella biografia dei componenti dei Green Day, nella contestazione della società americana dopo l’11 settembre e del governo Bush, ieri, e di Trump oggi. Nel settembre 2009 “Green Day’s American Idiot”, con la regia di Michael Mayer, per cui ha vinto anche il Drama Desk Award, ha debuttato al Berkeley Repertory Theatre, nella città natale dei Green Day, diventando dopo sei mesi uno spettacolo di successo a Broadway, al St. James Theatre. A Londra ha esordito nel 2015 all’Arts Theatre con la regia di Racky Plews. 224
Foto di Giovanna Marino
Street’s couple Photos by Frank Lucas styling by andrea sangiorgi
Lui: Pantaloni lunghi West Naples Leggins yoga Essential Felpa West Naples Bracciali e anello Pieces Lei: Maglia Creazioni Antonella Felpa Fuck Pantaloni Lesara Fascia Zara
Lui: pantaloni diesel t-shirt diesel giacca west Naples bracciali pieces scarpe Nike Lei: body yoga essential pelliccia ita kli jeans kaos donna calze Benedict scarpe Giuseppe zanotti collane reclaimed vintage
Lui: gilet west Naples giacca lesara pantaloni lesara scarpe jf London collane reclaimed vintage Lei: body yoga essential felpa ynot pantaloni deha active giacca kaos donna
Lui: camicia shirtstudio t-shirt west naples jeans dsquared2 scarpe nike Lei: t-shirt deha active giacca please pantaloni lesara calze benedict, scarpe golden goose
Lui: pantaloni corti west Naples leggins yoga essential felpa Zara scarpe blocco 31 Lei: vestito deha active bomber please scarpe Giuseppe zanottI
Photos by Frank Lucas Styling by Andrea Sangiorgi Make-up and hair: Alma Stone Assistants: Silvano Ciriello e Stefano Vettorato Models: Paul Calvino @Joy Models Milano and Masha Gandziuk @Major Model Milano
ARTE
“The art of the brick�
la mostra che abbatte qualsiasi barriera costruendo
Green
Hands
ideas
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’artista Nathan Sawaya una volta ha dichiarato: “I sogni si realizzano… un mattoncino alla volta!” Ed è proprio ciò che ha fatto. Ne è la prova il grande successo mondiale ottenuto con la mostra “The art of the brick” che ha registrato milioni di visitatori in tutto il mondo: da New York a Los Angeles, da Melbourne a Shanghai, da Singapore a Londra… In Italia l’appuntamento ha esordito la scorsa stagione a Roma conquistando oltre 150.000 persone. In questi giorni e fino al 29 gennaio la vetrina è godibile a Milano alla Fabbrica del Vapore in via Giulio Procaccini, 4.
Grasp
ARTE
Kiss
L’esposizione è allestita su un’area di 1600 mq, dove trovano posto oltre 100 opere d’arte realizzate con i famosi mattoncini Lego e costruite con oltre un milione di pezzi. Tra le più sbalorditive e inaspettate creazioni in 2D e in 3D presentate spiccano le ricostruzioni reinterpretate di capolavori d’arte universalmente riconosciuti come la Gioconda, la Venere di Milo e la Ragazza con l’orecchino di Perla oltre a numerosi pezzi inediti. Non sono ovviamente da meno Il pensatore di Rodin o lo scheletro di dinosauro lungo 6 m e costruito con 80.020 mattoncini Lego. “The Art of the Brick” è una mostra itinerante tra le più straordinarie e innovative che coniuga l’arte moderna alla Pop Art e al Surrealismo. Le opere sono una piccola parte di tutto ciò che ognuno di noi, con la propria fantasia, può sperimentare e non a caso è visitata da un pubblico eterogeneo. Del resto se la CNN l’ha considerata come “una delle 10 mostre da vedere al mondo”, un motivo ci sarà pure. Mai fuori moda e sempre attuale, il Lego si trova a metà strada tra l’essere un oggetto moderno e vintage al tempo stesso,
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ecco perché è impossibile rimanere inflessibili davanti una pila di mattoncini. Lo sa bene Nathan Sawaya ed è per questo motivo che a fine rassegna ha messo a disposizione un’area “gioco” dove i visitatori possono sbizzarrirsi con le più svariate costruzioni. Adulti compresi, chiaramente! Scopriamo qualcosa di più su quest’artista. Nato a Colville, nello Stato di Washington, ma cresciuto a Veneta, in Oregon, Nathan Sawaya era un bambino creativo e felice che adorava la magia, scrivere storie, disegnare e ricostruire il mondo con i Lego. Una volta intrapreso il percorso universitario, il giovane mise da parte l’immaginazione e la creatività per diventare un avvocato nella caotica realtà newyorkese. Come si sa il lupo perde il pelo ma non il vizio e dopo numerosi anni vissuti in maniera frenetica decise di lasciare tutto per ritornare ai primi amori: il gioco, la fantasia e l’inventiva. Oggi Nathan Sawaya possiede più di 4 milioni di mattoncini colorati tra i suoi atelier di New York e Los Angeles, ed espone le sue creazioni in tutto il pianeta abbattendo così qualsiasi barriera culturale.
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“The art of the brick� @ Fabbrica del Vapore Via Giulio Procaccini, 4 - Milano Tram: 10, 12, 14 (Cim.Monumentale / Via Bramante) Bus: 155 (Cim.Monumentale/ Via Bramante) Metro: MM5 (fermate Cenisio o Monumentale) MM2 Garibaldi Bike sharing: n.189 (Procaccini / Cimitero Monumentale)
A Caged GirL Photos by Tatiana Benedetti and Riccardo Romaldini styling by Monica Trappolini
Calza Calzedonia slip Intimissimo
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Maglia Tally Weijl gonna Max Mara calzini Calzedonia scarpe LeMastro
Anelli Sciandra
Completo pelle rosso your personal stylist bracciali, anelli e collana Sciandra
Vestito pizzo Clips cintone Accessorize collana your Personal Stylist anelli Sciandra scarpe LeMastro
Chiodo di pelle bianco e azzurro Nice girls gonna lunga your Personal stylist calza e calzini Calzedonia collarino Zara anelli SciandrA
Photos and digital editing by Tatiana Benedetti and Riccardo Romaldini Styling by Monica Trappolini MUA and hair by Mariano Sabatelli using Chanel Model: Benedetta Cru
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Rudy for ever
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duce a questa superficiale interpretazione. Valentino è uno dei rari esempi di un divismo irripetibile. In teatro solo Mastroianni riuscì, negli anni Sessanta, a reincarnare il divo italo-americano nato a Castellaneta il 6 maggio 1885, nel musical “Ciao Rudy”. Ma i due attori, distanti nel tempo, avevano in comune un attributo: il sex-appeal del maschio latino. Simbolo del maschio emigrato dal Sud d’Italia negli U.S.A alla ricerca di fortuna, Rodolfo Valentino si chiamava all’anagrafe del luogo natio Rodolfo Guglielmi: perito agrario ribelle alle proprie origini. Tanto che sbarcò in America nel 1915, visse da bohèmien per mezzo di espedienti a New York, finché diventò ballerino grazie all’aiuto di attempate dame danarose. Arruolatosi come ballerino di tango nella compagnia di Al Jolson, Rodolfo viene notato per il suo fascino seduttivo da un attore che lo raccomanda a Hollywood. Qui debutta nel 1919 nella parte reiterata del “mascalzone” latino, futura prefigurazione del latin lover che sarà la sua eterna icona. Le nostre nonne impazzivano per lui nei suoi film più celebri “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” (1921) in cui è memorabile la scena del tango
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alentino chi era costui? La domanda che ci ricorda l’interrogativo manzoniano “Carneade chi era costui?” attribuito a don Abbondio, forse si può porgere alla new generation, cresciuta tra pulp fiction e reality show. Qualcuno direbbe “Ah sì, il sarto Valentino, quello che veste le dive ma anche noi con i suoi jeans e le sue camicie fichissime!” Ovvia la risposta, se pensiamo che questo nome fa parte della mitologia cinematografica degli anni Venti, quando gli attori dello schermo erano con il solo volto l’icona di un superomismo-femminismo datato secondo i canoni estetici dell’epoca. Bellezza carismatica, enigma, estraneità al modello dell’uomo della porta accanto. Il divo o la diva dovevano essere creature dalla “vita inimitabile”. Ciò che il pubblico doveva sognare attraverso la nascente macchina dei sogni targata Hollywood. L’ultimissima generazione può ricordare Rodolfo Valentino, attore e ballerino morto a 31 anni il 23 agosto 1926, grazie al film per la TV interpretato da Gabriel Garko qualche anno fa. Ma la grandezza del suo mito non si ri254
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ballato con una grazia sensuale che diede adito a veri e propri gossip, in anticipo sui tempi, circa la sua sessualità. A proposito, ancora oggi molti intellettuali radical chic si interrogano su questa texata quaestio. Rodolfo Valentino era etero o gay? Se rileggiamo periodici come “Babilonia” (luglioagosto 1995), sembra che l’icona valentiniana sia nel museo dei divi dall’ambigua identità sessuale. Quasi un modello della gay-generation, a sua insaputa. Personalmente non ce ne frega niente di queste identificazioni care alla curiosità di alcuni pseudo - intellettuali che su Valentino gay o su Greta Garbo lesbica hanno costruito castelli di sabbia. L’artista viveur era un talentuoso ballerino diventato attore in film rimasti nelle cineteche o nella memoria delle nostre nonne. Chi di loro non andrebbe in estasi davanti a Rodolfo che carezza la mano della signora delle camelie in “Camille” (1921)? Oppure con il volto fasciato e gli occhi truccati nel film “Il figlio dello sceicco bianco” (1926)? Le nostre nonne lo adoravano. Nulla sapevano del gossip che dipingeva l’attore italo-americano come un effeminato. Il “Chicago Herald Examiner” lo chiamò “piumino
per cipria rosa”. Espressione elegante per dargli del pederasta, corruttore dei puritani costumi degli U.S.A. Valentino è per sempre il sex-symbol per eccellenza, come la Garbo. Sensuale ed enigmatico. Consigliamo agli antiquati intellettuali radical chic, nostalgici della vecchia Sinistra, di rivedersi i suoi film. E, soprattutto, di leggere “Il mio diario privato” di Rodolfo Valentino (Lindau, 2004) e dello stesso autore “Sogni a occhi aperti” (Newton & Compton, 2006). Scoprirebbero un attore che sa fingere mirabilmente la parte del macho e nello stesso tempo disegna sul volto e nel gesto drammatico una ambiguità volutamente femminea. Valentino resta ancor oggi il simbolo di un’ epoca romantica, in cui l’attore era il sogno dei propri spettatori. Difficile da ripetere, nell’epoca in cui il divismo è tramontato o ridotto alla volgare parodia di se stesso. Il dandy alla Valentino non esiste più e i vari imitatori tra cui l’ultimo in ordine di tempo, l’attore Gabriel Garko, dovrebbero fare i lavapiatti. Sceicco, torero spagnolo, gaucho argentino, cospiratore russo. Straniero e rubacuori. Rodolfo è Rudy for ever. Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese
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CINEMA
È legge la nuova “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo” Regole trasparenti e più risorse per film, sale e giovani
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da anni, molti, oltre 40, che il mondo del cinema e della produzione audiovisiva attende un provvedimento legislativo in grado di dare nuova linfa al settore. A forza di tirare la corda, negli ultimi decenni, l’Italia si è scontrata con una realtà dura da digerire: in Italia il settore non solo soffre di un’inferiorità in termini di fatturato rispetto ai principali Paesi europei, ma non riesce neppure a stare al passo con le potenzialità del sistema. Un durissimo colpo per lo Stivale d’Europa che nel corso del tempo ha goduto di periodi di grande successo durante i quali ha influenzato svariati movimenti cinematografici in tutto il mondo e si è aggiudicato riconoscimenti di ampio prestigio. Oggi, invece, l’Italia esporta pochissimi film e serie TV, per non parlare dei progetti realizzati in co-produzione: un disastro. In questa spirale gli investimenti ne hanno sempre più risentito e, di conseguenza, le produzioni hanno dovuto fare i conti con una serie di problematiche, prime fra tutte il sostegno pubblico e le strozzature con i canali distributivi.
CINEMA
Il nuovo espediente giuridico punta su un fondamentale cambiamento ed auspica di riportarsi ai vertici del mercato nazionale e internazionale. Prima di lasciarvi alla sintesi delle principali novità, ecco che cosa ha dichiarato il ministro dei beni culturali e del turismo, Dario Franceschini: “Grazie alla Camera dei Deputati che ha consentito un celere esame del provvedimento il ddl Cinema è legge. L’approvazione rapida e senza modifiche del testo permetterà che questa legge entri in vigore, già con i decreti attuativi, dal gennaio 2017. Si tratta di una riforma ben preparata nei lavori della commissione Cultura al Senato che prevede la creazione di un fondo completamente autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica ed audiovisiva e pone fine alla discrezionalità. Grazie a questa legge - prosegue Franceschini - saranno disponibili risorse certe per 400 milioni di euro all’anno, oltre il 60% in più rispetto ai fondi attuali e verranno introdotti strumenti automatici di finanziamento con forti incentivi per i giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia dei cinema. S’interviene così in modo sistemico sulla disciplina del settore del cinema e della produzione audiovisiva, riconoscendo il ruolo strategico dell’industria cinematografica come veicolo formidabile di formazione culturale e di promozione del Paese all’estero. Ringrazio le forze di maggioranza e opposizione - termina il Ministro - per aver dimostrato quanto in Parlamento sia possibile un confronto serio e non pregiudiziale su un tema come questo”.
Nasce il fondo cinema e audiovisivo
Viene creato il “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo”, per sostenere gli interventi per il cinema e l’audiovisivi attraverso incentivi fiscali e contributi automatici che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit. 260
Con il fondo cinema aumentano le risorse del 60%: 150 milioni in più, nasce un meccanismo virtuoso di autofinanziamento
imprese telefoniche e di telecomunicazione. Pertanto, a decorrere dal 2017, una percentuale fissa (11%) del gettito Ires e Iva di questi settori costituirà la base di calcolo delle risorse statali destinate al finanziamento del Cinema e dell’audiovisivo. Nessuna nuova tassa, ma un virtuoso meccanismo di “autofinanziamento” della filiera produttiva che viene incentivata a investire e innovare e che fa scomparire l’attuale incertezza annuale sui fondi destinati al cinema: il nuovo fondo non potrà mai scendere sotto i 400 milioni di euro annui.
Il fondo è alimentato, sul modello francese, direttamente dagli introiti erariali già derivanti dalle attività di programmazione e trasmissione televisiva, distribuzione cinematografica, proiezione cinematografica, erogazione di servizi di accesso ad internet da parte delle 261
- Opere prime e seconde - Giovani autori - Start-up - Piccole sale - contributi a favore dei festival e delle rassegne di qualità; - Contributi per le attività di Biennale di Venezia, Istituto Luce Cinecittà e Centro sperimentale di cinematografia
Automatismo dei finanziamenti e reinvestimento nel settore
Il piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio
La nuova Legge Cinema abolisce le commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto ‘interesse culturale’ ed introduce un sistema d’incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana. Accanto alle agevolazioni fiscali, nascono i contributi automatici la cui quantificazione avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione: dai premi ricevuti al successo in sala. I produttori e i distributori cinematografici e audiovisivi riceveranno i contributi per realizzare nuove produzioni.
è previsto un piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo.
Potenziati i 6 tax credit cinema
La nuova Legge Cinema prevede il potenziamento del credito d’imposta. Sono rafforzati i 6 tax credit per incoraggiare la produzione e la distribuzione cinematografica e audiovisiva e per favorire l’attrazione d’investimenti esteri nel settore cinematografico e audiovisivo. Novità fondamentale soprattutto per le piccole imprese, per le start-up e per le opere prime e seconde: i crediti d’imposta sono cedibili alle banche e agli intermediari finanziari, anche sulla base di apposite convenzioni stipulate fra il Ministero dei beni e delle attività culturali e l’Istituto per il credito sportivo.
I contributi selettivi: un aiuto concreto per le promesse del nostro cinema
Fino al 18% del nuovo Fondo Cinema è dedicato ogni anno al sostegno di:
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CINEMA
Il cinema e l’audiovisivo nelle scuole
Il 3% del fondo è riservato ad azioni di potenziamento delle competenze cinematografiche e audiovisive degli studenti, sulla base di linee d’intervento concordate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Ministero dell’istruzione e della ricerca scientifica.
Incentivi fino al 30% per chi investe nel cinema e nell’audiovisivo.
Possono beneficiare dei 6 tax credit: - le imprese di produzione, distribuzione, post-produzione; - i distributori che programmano il cinema italiano, incentivando la concorrenza e aumentando le quote di mercato; - le imprese italiane che lavorano per produzioni straniere; - le imprese esterne al settore che investono nel cinema italiano; - gli esercenti che gestiscono le sale. Il Tax credit aumenta fino al 40% per i produttori indipendenti che si distribuiscono il film in proprio e per le imprese esterne che investono in film che accedono ai contributi selettivi. 263
Anche l’audiovisivo entra nel fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, subito 5 milioni di euro
nel cinema e nell’audiovisivo. Insieme alla cedibilità dei crediti d’imposta, in questo modo si dà ossigeno finanziario all’intero settore.
Per superare le difficoltà di accesso al credito da parte degli operatori audiovisivi, con decreto del Mise e del Mibact viene istituita una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, dotata di contabilità separata, destinata a garantire operazioni di finanziamento di prodotti audiovisivi. La sezione ha una dotazione iniziale di 5 milioni di euro a valere sul Fondo per lo sviluppo degli investimenti
Incentivi e semplificazioni per chi investe in nuove sale: 120 milioni in cinque anni
Il rafforzamento del sostegno al cinema e all’audiovisivo è affiancato da un intervento d’incentivi per chi ristruttura e investe in nuovi cinema. Aumenterà il numero degli schermi e la qualità delle sale coin-
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CINEMA
volgendo un numero molto più ampio di spettatori soprattutto a favore del cinema italiano. Per questo viene previsto un Piano straordinario fino a 120 milioni di euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove.
Nasce il Consiglio superiore per il cinema e l’audiovisivo
In sostituzione della Sezione Cinema della Consulta dello Spettacolo, viene istituito il Consiglio superiore per il cinema e l’audiovisivo che svolge attività di elaborazione delle politiche di settore, con particolare riferimento alla definizione degli indirizzi e dei criteri generali d’investimento a sostegno delle attività cinematografiche e audiovisive. Il Consiglio è composto da 11 membri di alta competenza ed esperienza nel settore e dai rappresentanti delle principali associazioni.
Sale storiche: più semplice la dichiarazione d’interesse culturale per cinema
Viene agevolato il riconoscimento della dichiarazione d’interesse culturale per le sale cinematografiche. Grazie a questo intervento sarà possibile favorire la conservazione e la valorizzazione delle sale storiche attraverso il vincolo di destinazione d’uso.
Procedure più stringenti per la programmazione del cinema in tv e per gli investimenti delle televisioni Il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per introdurre procedure più trasparenti ed efficaci in materia di obblighi di investimento e programmazione di opere audiovisive europee e nazionale da parte dei fornitori dei servizi media audiovisivi.
Sparisce la “censura di stato”
Non più commissioni ministeriali a valutare i film, il provvedimento prevede una delega al Governo per definire un nuovo sistema di classificazione che responsabilizza i produttori e i distributori cinematografici. Come già avviene in altri settori e sostanzialmente tutti i Paesi occidentali, saranno gli stessi operatori a definire e classificare i propri film; lo Stato interviene e sanziona solo in caso di abusi.
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