Lungarno n. 12 - novembre 2013

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Novembre 2013

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RIVER TO RIVER • HANNO TUTTI RAGIONE • TERRITORI INSTABILI • LOW • INDUSTRIA AD ARTE AMBLÉ • UN SEX SYMBOL AL MESE • THE HARSH TRUTH OF THE CAMERA EYE • LA SCENA • THE ITALIAN GAME STOP-DOWN • I PROVINCIALI • PALESTRA ROBUR • BASTA STARE TRANQUILLI • PAROLE • SUONI • L’AGENDA DI NOVEMBRE


5/15 novembre Gabriele Lavia

I PILASTRI DELLA SOCIETà di Henrik Ibsen regia Gabriele Lavia

19/24 novembre Stefano Accorsi e Marco Baliani

GIOCANDO CON L’ORLANDO adattamento e regia Marco Baliani

26 novembre / 1 dicembre Pierfrancesco Favino

SERVO PER DUE

di Richard Bean da Carlo Goldoni regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli

www.teatrodellapergola.com


Sommario 4 5 6 7 8 10 12 15 16 18 19 20 21

N° 12 • NOVEMBRE 2013

sipario

Editoriale

hanno tutti ragione di tommaso chimenti

pellicole

river to river

di caterina liverani

arte

territori instabili di elena magini

domande

amblé

di eleonora ceccarelli

perle

low

di lespertone

cose nuove

industria ad arte di riccardo sgamato

agenda

novembre piccole incursioni nel sottobosco locale

i provinciali

niente è più come prima

la scena

di pratosfera

un sex symbol al mese

the harsh truth of the camera eye

di il moderatore

di antonio viscido

adam ant

jazz

stop-down

basta stare tranquilli

di sandro bini

di simona santelli

il mestiere della scelta mah, viaggiare palestra robur

targhe di divieto di leandro ferretti

the italian game di ivan carozzi

parole

di sara loddo

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suoni

di lespertone

N. 12 - Anno II - NOVEMBRE 2013 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it

Direttore Responsabile Marco Mannucci Direttore Editoriale Matilde Sereni Responsabile di redazione Leonardo Cianfanelli

È domenica, sono le 18, secondo un recente studio inglese ora perfetta per raggiungere il picco massimo di depressione. Ed io penso bene di tessere il vestito autunnale che indosserà Lungarno nel prossimo mese. Non perché sia una rivoluzionaria, semplicemente non credo ai “recenti studi di Oxford” - o forse non voglio credere che un prestigioso college inglese sfrutti i nostri cervelli in fuga e fior fior di quattrini per arrivare alla conclusione che la domenica è triste. Ma comunque. Dicevo. Mia nonna è una sarta, di quelle che non esistono più, di quelle che “l’ultima prova, giuro” non è mai l’ultima, perché la balza, la filza, la fodera, la piega, il collo, devono essere perfetti. Non perfetti, scusate, PERFETTI. Da piccola mi incantavo a guardala cucire, mi estasiava aiutarla disegnare con il gesso le linee sulla stoffa che poi lei avrebbe seguito con ago e filo. Mi terrorizzava misurare gli abiti in prova perché potevi starne certo, c’era sempre - sempre - un ago dimenticato che sbucava a pizzicarti il fianco. Adesso, la cosa che più mi intenerisce è ricevere tramite corrieri selezionatissimi e fidati, un piccolo kit per cucire, con lo stretto necessario per fare un orlo o fermare un bottone penzolante, perché di una cosa si è sempre raccomandata; non imparare mai a cucire davvero. Il minimo indispensabile per non dover spendere dieci euro in una scucitura, quello sì, e poi perché alla fine sei sempre una ragazza, suvvia. In aggiunta al kit un breve messaggio: “quando prendi una cosa (di qui) devi rimetterla qui, così ce la ritrovi, CAPITO?!”. È la mia nonna e mi conosce bene. Quindi, ora che ci penso non credo che tesserò alcun abito per Lungarno. Aprite il giornale e capirete da soli perché non c’è proprio nulla di cui deprimersi. Nemmeno se è il mese dei morti. Nemmeno se è domenica sera. Nemmeno se ne avete voglia. Sforzatevi di trovare il bello, e - credetemi - a Firenze non ci vuole poi molto. Giusto la fatica di sfogliare ventiquattro pagine.

scenari anni 70-80

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012

Editore Associazione Culturale Lungarno Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze P.I. 06286260481

di Matilde Sereni

Stampa Grafiche Martinelli - Firenze Distribuzione Ecopony Express - Firenze Hanno collaborato Tommaso Chimenti, Sandro Bini, Caterina Liverani, il moderatore, Lespertone, Ivan Carozzi, Sara Loddo, Riccardo Sgamato, Antonio Viscido, Leandro Ferretti, Noumeda Carbone, Eleonora Ceccarelli, Simona Santelli, Riccardo Morandi, Pratosfera.

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

Per sapere dove trovare Lungarno, cerca la lista completa dei punti di distribuzione su www.lungarnofirenze.it

in copertina: disease#1 (Merit Awards Self promotion 3x3 professional Show N°7 - The magazine of Contemporary illustration, NY) di Noumeda Carbone Artista mixed media e illustratrice freelance nata in Francia e cresciuta a Firenze. I suoi lavori assumono un tono onirico, dark, surreale. Le piace l’errore, la piccola sorpresa tra le linee, la luce. È stata valutata tra i migliori 200 illustratori al mondo e suoi lavori sono stati pubblicati su 200 Best Illustrators worldwide Luerzer’s Archive Specials, Communication Arts - 50° Anniversary Issue, Rolling Stone Magazine, Penthouse-online magazine, Glamour, Trenland.net, Kult magazine. Ha collaborato con Vogue Italia/Trends, Pitti Immagine, Breil, Leo Burnett, London Liryc Opera, The Guardian, Sony/ATV, Alta Roma Ethical Fashion, 1861 United. http://www.noumeda.com


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sipario di tommaso chimenti

Hanno tutti ragione V iva la parola, viva la drammaturgia. Soprattutto se italiana. Quattro teatri su tutti: Cantiere Florida, Teatro di Rifredi, Teatro Studio di Scandicci e Teatro Niccolini di San Casciano. Che non siano parole, parole, parole. Ma racconto sì, ed attori. Insomma la pasta del teatro, la materia prima. Partendo dal teatro di via Pisana, il Florida, da un paio di stagioni di nome e di fatto con la nuova doppia direzione di Gianluca Balestra, e di Laura Croce per quanto riguarda l’ampia sezione di novità emergenti, presenta prima “Hanno tutti ragione” (22 e 23) tratto dal romanzo omonimo del regista cult Paolo Sorrentino (“Il divo” e “La grande bellezza” gli ultimi capolavori). In scena una delle “sue” attrici, Iaia Forte, che da sempre si divide tra cinema, Pappi Corsicato, e teatro, ultimamente con Federico Tiezzi, che interpreterà il protagonista, quel Tony Pagoda, musicista trash partenopeo sfatto di vita notturna, sigarette e locali di terz’ordine. Sempre al Florida una tre giorni retrospettiva sul lavoro degli ultimi anni di Saverio La Ruina (che gli ha fruttato tre Premi Ubu); prima “Dis-

sonorata”, il 28, a seguire “La Borto”, il 29, ed infine “Italianesi”, il 30. Tre storie diverse, un solo modo d’intendere il teatro: sedia, parole, calabrese onomatopeico. Storie drammatiche, le prime due di donne nel profondo Sud, la terza sugli italiani nati in Albania e quindi apolidi, naufraghi tra carte bollate e burocrazia. Per le generazioni più giovani “Zoom Festival” (dal 13 al 23) è lo sfogo più felice: un teatro come lo Studio di Scandicci da sempre aperto alla contaminazione, biglietti bassi, uno spettacolo dietro l’altro, fermento e discussioni sotto la pensilina del foyer all’esterno fanno della struttura dei Krypton una fucina di idee, di ragazzi che amano il teatro non tanto per i costumi o la forma quanto per i temi espressi, la sostanza, la ciccia da spolpare. Quest’anno a Zoom ci saranno, tra gli altri, i Biancofango, Carullo-Minasi, Civilleri-Lo Sicco, Codice Ivan, Fibre Parallele, Iacopo Braca, Inquanto teatro, Kanterstrasse, ed altri. Debutto d’ordinanza al Teatro Niccolini di San Casciano per il “Pinocchio” di Ugo Chiti (14 e 15), tappa che era scandita ed obbligata nelle pieghe della scrittura dell’autore toscano (tra i viventi uno dei più grandi con Stefano Massini,

anche se li dividono oltre vent’anni). Un Pinocchio rimasto fedele a Collodi ma, come dice l’attore storico dell’Arca Azzurra, Massimo Salvianti, “Chiti è qui più collodiano di Collodi”. E per chi conosce il suo percorso drammaturgico ed autoriale non è difficile credergli. Pinocchio che poi corre in città, al Teatro di Rifredi, dal 19 al 24. Rifredi dove a novembre avviene una vera e propria esplosione goduriosa per chi ama la scena: prima “Beniamino”, il 4, con Ennio Fantastichini (al cinema “Ferie d’agosto”, “Mine vaganti”), poi Alessandro Benvenuti che rispolvera il suo “Benvenuti in casa Gori” (dal 6 al 10), del quale non ci annoieremo mai, infine “La lettera” (dal 28 novembre all’1 dicembre) di Paolo Nani, italianissimo ma danese d’adozione da trent’anni, che ci mostra gli infiniti, impossibili, innumerevoli modi di scrivere la stessa lettera. Spasso allo stato puro. Viva la parola, anche se “La lettera” è muta.

in alto: Iaia Forte in “Hanno tutti ragione” al Cantiere Florida il 22 e il 23 novembre


pellicole

di caterina liverani

A

pochi giorni dall’inizio della 50 Giorni di Cinema Internazionale abbiamo incontrato Selvaggia Velo fondatrice e direttrice di River to River, il Festival che ogni anno porta a Firenze il meglio della cinematografia e della cultura indiane. Da dove nasce la passione per il cinema indiano? È successo per caso nel 1998 organizzando una mostra di locandine nella Ex-Chiesa delle Leopoldine e nel ’99 durante l’Estate Fiorentina diretta da Sergio Staino, quando invitammo alle Murate gli stessi artisti per un live show durante il quale dipinsero con la loro tecnica le locandine di pellicole italiane. L’anno successivo scoprimmo che nel mondo non esisteva un solo festival del cinema interamente dedicato all’India, così giungemmo alla prima edizione nell’autunno del 2001 presso il Teatrino del Rondò di Bacco. Dal 2002 al 2006 siamo stati allo Spazio Uno fino a quando la 50 Giorni ci propose di passare al Gambrinus e successivamente all’Odeon. Tra i miti da sfatare sul cinema indiano c’è senz’altro quello che si tratti solo di Bollywood. Certo, non solo! Ogni anno presentiamo una retrospettiva dedicata ad autori del passato che sono molto distanti da Bollywood a cui abbiamo comunque reso omaggio con pellicole divertenti e piacevoli.

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River to river Dallo scorso anno River to River è anche a Roma. Volevamo allargarci anche per venire incontro alle richieste che ci venivano fatte. Lo scorso anno siamo stati al Trevi, una saletta della Cineteca Nazionale, mentre quest’anno saremo ospitati dal Nuovo Cinema Aquila al Pigneto. Cosa significa per un giovane cineasta indiano il passaggio della propria pellicola al Festival? È un’opportunità di grande importanza poiché River to River è il primo Festival al mondo interamente dedicato al cinema indiano. A tutt’oggi sono pochi gli autori indiani ad essere arrivati in sala da noi, penso a Gruinder Chada (Sognando Beckam), Deepa Mehta (I figli della mezzanotte) e ovviamente a Mira Nair. Come è vissuta in India la cultura italiana, in particolare il cinema? I nostri paesi condividono valori come l’importanza della famiglia, l’amore per il cibo, la vitalità, la musica. Abbiamo un forte legame culturale consolidato da intellettuali che come Pasolini, Moravia, Morante e Rossellini in India hanno trovato accoglienza ed ispirazione. Per ciò che riguarda il cinema gli autori indiani individuano nel neorealismo una delle correnti che li ha maggiormente influenzati. Nel corso di questi anni ho osservato da vicino l’amore manifestato verso la nostra cultura e il nostro stile di vita, anche negli aspetti più

semplici. Siamo felici che chi ci viene a trovare possa vivere anche dei momenti di svago. Nel 2011 proponemmo Gandu, un film tanto brillante quanto audace che riscosse grande successo. Il regista Q. (Qaushq Mukherjee) un giovane autore molto interessante ed eclettico, benché arrivato in serata a Firenze dopo uno sfiancante tour de force promozionale si dichiarò pronto per un po’ di nightlife, perciò lo accompagnammo al Volume. Anticipazioni sull’edizione che sta per partire? Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dedicheremo tutta la nostra programmazione all’universo femminile in particolare con il documentario Fearless Nadia, su una donna australiana che agli inizi del 900 si trasferì in India divenendo la prima stunt woman bianca a lavorare nel cinema indiano e con il film Lessons in Forgetting tratto dal romanzo di Anita Nair alla presenza del regista. Cosa c’è dietro all’organizzazione di un evento come il River to River? C’è molto lavoro di ricerca e selezione. Si tratta di capire quali sono le pellicole che possono contribuire a creare un programma il più interessante e variegato possibile. Abbiamo dei collaboratori volontari che mettono a disposizione il loro tempo concentrando il lavoro maggiore dall’estate in poi ed io ogni anno più o meno a marzo trascorro un mese in India cominciando con una serie di incontri preliminari per l’edizione che verrà.

http://www.rivertoriver.it


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arte

di elena magini

Territori instabili

Confini ed identità nell’arte contemporanea Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Palazzo Strozzi, Firenze dall’11 ottobre 2013 al 19 gennaio 2014

T

erritorio di per sé è un termine ambivalente, sottintende una dimensione sia fisica che simbolica, una realtà agita che si fa contemporaneamente fattore di costruzione dell’identità di un individuo. L’instabilità evocata dal titolo della mostra allude alla sempre più crescente globalizzazione economica e culturale, al cosmopolitismo, ma anche ad un senso diffuso di precarietà e assenza di definizione - collettiva e personale -, alla dicotomia persistente tra inclusione e alterità. L’idea di confine e limite, considerata da un punto di vista prettamente geopolitico e nazionale, porta con sé una riflessione prioritaria sui conflitti armati, che costituisce una parte preponderante della mostra. Il duo italiano , ad esempio, propone una ricostruzione semi archivistica della presenza cosacca nel territorio della Cernia in Friuli Venezia Giulia durante il biennio 1944-45: alternando materiali d’archivio, immagini e racconti, vanno a ricostruire una narrazione frammentaria di un evento poco noto ai più, rendendo manifesti avvenimenti storici perlopiù rimossi dalla popolazione locale. In The Enclave costruisce un ambiente immersivo e visivamente straniante mediante la

proiezione congiunta di video rappresentanti episodi della guerra civile in Congo. Attraverso la manipolazione coloristica delle immagini e la creazione di prospettive multiple all’interno delle quali lo spettatore si inserisce, Mosse da corpo ad un’esperienza che diviene traduzione visiva del paradosso e dell’instabilità del territorio, tra violenza e bellezza, realtà e simbolismo. Una riflessione sullo spazio liminale come elemento metaforico e stratificazione di memoria è portata avanti dall’opera di : per gli spazi della Strozzina l’artista giapponese ha proposto Apnea, un’installazione a soffitto costituita dall’accumulo di porte e finestre in disuso prelevate dai depositi di Palazzo Strozzi. L’impiego di oggetti dimenticati e portati a nuova esistenza conduce ad una ridefinizione del valore che attribuiamo a ciò che è effimero e obsoleto, la loro collocazione a ribaltare la consueta prospettiva di visione implica una mutata esperienza dello spazio che sottopone lo spettatore a disorientamento e precarietà. Il recupero di oggetti quotidiani a cui viene data nuova evidenza simbolica è un atteggiamento presente anche nell’opera di , Repair Analysis, dove la giustapposizione di tavole mediche illustrate a specchi infranti e ricuciti

con fil di ferro crea un cortocircuito tra il corpo e la sua visione, tra analiticità e soggettività della rappresentazione. I tagli e le ferite vengono “rimarginate”, tuttavia il processo di riparazione fortemente esibito non consente un rispecchiamento unitario ma una raffigurazione dell’individuo plurale, frammentaria e instabile. Dal corpo alla guerra, dal tema della cittadinanza a quello del viaggio come scoperta di sé, i dieci artisti presenti in Territori Instabili, propongono interpretazioni eterogenee sui concetti di territorialità e identità, attraverso astrazioni e documentazioni, rappresentazioni simboliche o estetiche. Il risultato è un percorso discontinuo e singolare in cui si alternano punti di vista, ricostruzioni, racconti, memorie e paradossi, un percorso che risponde alla necessità di interrogarsi sulla natura mobile e incerta dei processi umani, sull’idea di confine come luogo della differenza, sul limite come soggetto politico, fisico ma anche psicologico e culturale, e più in generale, sui mutamenti in atto nella nostra epoca. Kader Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Paolo Cirio, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard Mosse, Paulo Nazareth, Jo Ractliffe, The Cool Couple. in alto: Richard Mosse, “The Enclave”, 2013 Installazione video a 6 canali - Still da video Courtesy the artist and Jack Shainman Gallery, New York http://www.strozzina.org/


domande

di eleonora ceccarelli

Amblé A

Firenze, in Piazzetta dei Del Bene, sfido chiunque a sapere dove sia, si trova Amblé. In pieno centro all’interno della Firenze più turistica esiste questo posto unico. Non solo pausa pranzo o aperitivo, ma anche take away. Ma andiamo per ordine, partiamo dal nome. Amblé è una parola nuova che si ispira al passo del dressage in cui il cavallo rallenta. Ed è qui che troviamo l’essenza del locale. Dal veloce al lento, dal caos alla tranquillità, dalla città turistica ad un oasi unica di relax. Da chi è composto il vostro team. Siamo tre soci complementari, ognuno completa l’altro dando vita a questo mix di competenze e passioni. Io, Barbara, provengo dal vintage, e mi occupo della ricerca e della comunicazione. Fabrizio, mio marito, è il più eclettico di tutti, con un passato commerciale e da chef. Lorenzo, chef.

Cosa è Amblé? Amblé è un progetto che nasce per essere ripetuto. Tutto il formato, il packaging, il cibo e la nostra filosofia. Il nostro obiettivo è portarlo in altre città, in Italia come all’estero. Rappresenta il nostro stile di vita, in cui tutto si può riciclare, risparmiando senza rinunciare alla qualità. Tutte le materie prime sono bio a km 0, con una particolare attenzione all’ ambiente. È un posto accogliente dove poter mangiare qualcosa di qualità ad un buon prezzo, immersi in pezzi unici di arredamento stile anni ‘50 post-industriale. Tutto è in vendita, dal cucchiaino con cui giri il caffè, al tavolo

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alla sedia. Ed il tramezzino è il nostro piatto di punta.

resto abbiamo solo cercato di renderlo semplice e di far sentire le persone come a casa.

Si nota subito che la qualità è al primo posto. Facciamo una ricerca accurata sia riguardo l’arredamento sia per il cibo. Ciò che scegliamo deve avere un buon prezzo, essere di qualità, essere funzionale, riscontrare il nostro gusto e essere in accordo con la nostra filosofia.

Gioie e dolori. Il feedback più importante ce lo sta dando il nostro pubblico ed il fatto che le persone ci trovino nonostante la location sia incantevole, ma nascosta. Anche questa è stata una bella sfida. Ciò che invece mi lascia più sconvolta sono i vincoli continui che i locali devono rispettare soprattutto in fatto di orario e rumore. Basta pensare a ciò che sta succedendo a “La Cité”. A Firenze non ci sono alternative, le persone non hanno più un luogo dove passare la serata e stare a parlare.

Ho visto che siete nella mappa di “Unusual Florence” È un mio progetto nato in collaborazione con Boutique Nadine, volevamo sponsorizzarci a vicenda in un modo totalmente autofinanziato. È una mappa che racchiude sedici attività di diverso genere che si trovano nel centro di Firenze, tutte uniche originali e aperte da giovani. Perché Firenze? Firenze è la città dove viviamo. All’inizio cercavamo un posto di passaggio, poi abbiamo capito che volevamo qualcosa di diverso. Abbiamo deciso di cominciare da qui per poi ripetere l’esperienza in altre città, in Italia e all’estero. Firenze è una città fantastica, con un grande potenziale. L’idea è venuta scoprendo un ristorante storico di Cremona, specializzato in tramezzini. Ed abbiamo pensato che portarlo a Firenze sarebbe fantastico. Ho notato che questo locale è molto “family friendly”, ci sono molte famiglie con bambini. La posizione sicuramente aiuta, con questa piazzetta dove i bambini possono giocare indisturbati senza paura delle macchine, per il

Non è veramente possibile tornare a casa senza voler comprare almeno un pezzo di questo locale, un pezzo di modernariato da portare con sé. È veramente tutto prezzato e superaccessibile, per non parlare del cibo, ottimo ed economico. La filosofia di questi ragazzi si respira e se ci lasciamo trasportare potremmo benissimo credere di essere in un altro posto, in un’altra città ed anche un po’ fuori dal tempo. Un caffè al volo preso in questa piazzetta diventa molto di più. Non so quante volte ho sentito dire, “Bello! Perché non lo facciamo anche a Firenze?”, beh questa volta qualcuno lo ha fatto davvero. Per nostra fortuna. Grazie a questi ragazzi che vanno veloce ma sanno quando è il momento di rallentare. E fermarsi. Almeno un po’. In questa splendida cornice fiorentina. http://unusualflorence.blogspot.it/


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musica di Lespertone

Low L

a prima volta che conobbi i Low fu in occasione di ‘Sunflower’. Era il 2001, all’epoca si vendevano e si leggevano ancora le riviste specializzate ed ogni scoperta aveva un sapore diverso. Era anche difficile reperire le cose, cioè non potevi farti un’idea di come suonava una band perché l’internet non era come adesso. I mensili che parlavano di musica, quindi, avevano il loro peso. E dovevi fidarti. Mi fidai. Una volta tanto mi disse culo. ‘Sunflower’ è il primo brano di un disco che si chiama “Things We Lost In Fire”. Mi andò di culo doppiamente perché alla fine dei giochi, in venti anni di carriera, non è certo una bestemmia definire quel disco come uno dei migliori della band. ‘Sunflower’ è un brano meraviglioso. È perfetto. E fu amore al primo ascolto. Parte con un giro di chitarra morbidissimo e avvolgente. Poi entra la batteria. È tutto incredibilmente banale. Fino alle doppie voci, quella di Alan e di sua moglie Mimi. Se esiste il paradiso, questa ne è la colonna sonora in filodiffusione quando tocca andare a fare la spesa. Per fortuna o per sfortuna, un po’ per motivi professionali, un po’ (molto) per passione, ascolto molta musica. E raramente ho ritrovato cose così belle. Da lì ovviamente cercai tutto dei Low e come spesso accade, andai a ritroso. Scoprii che sono un trio di Duluth, nel Minnesota. Non ho idea di come sia Duluth. Non riesco neanche ad immaginarmela. So solo che ci è nato Bob Dylan ma, così, a pelle, non mi dà la sensazione di essere una città troppo vivace. Sicuramente sbaglio e sarà la Berlino del Minnesota. Oltre

Teatro Puccini, Firenze 5 novembre 2013 alla coppia Alan Sparhawk, voce e chitarra, e Mimi Parker, voce e batteria, attualmente il gruppo è completato dal bassista Steve Garrington (ma ‘sti bassisti vanno e vengono con una velocità inversamente proporzionale al ritmo della band). In quell’andare contro corrente per scoprire cosa avessero fatto prima i Low, scoprii che debuttarono nel ’94 e, pazzesco, ero in ritardo di quasi una decade. Mi sono sentito in colpa e cercai tutto il rintracciabile con fare compulsivo. Il debutto si chiama “I Could Live in Hope” ed il suono della band dell’epoca - sì epoca, son passati quasi vent’anni, un’altra era in pratica - si inseriva in quello che comunemente si chiama slowcore (quello di Codeine e Black Heart Procession, per avere un’idea). Si tratta di qualcosa estremamente rallentato e minimale nell’utilizzo della strumentazione. Ma l’ho sempre trovato caldo e rassicurante. Fra “I Could Live in Hope” e “Things We Lost In Fire”, ci sono un bel po’ di dischi, tra cui un live ed un album metà cover e metà rarità, “Christmas”. Non ebbi dubbi, “Things We Lost In Fire” era il meglio del meglio sin qui prodotto. Una volta messo in pari, ho potuto seguirli passo dopo passo. Tra cui anche svariate volte dal vivo. Ne ricordo un paio meglio di altre. Non necessariamente particolarmente interessanti. Una, in occasione di concerto bolognese all’Estragon, con Alan nervosissimo. Presentavano “C’mon”, uno dei dischi post “Things We Lost In Fire”. L’altra, se la memoria non fa cilecca, sempre nel medesimo tour, al Primavera Sound. Era un’ora indecorosa. Vidi un milione

di gruppi nella solita giornata e non stavo in piedi. Trovai posto a sedere e non so come feci a non addormentarmi. Cioè lo so, i Low fecero un concerto incredibile e non volò una mosca. Fra l’altro mi arresi definitivamente all’idea di proseguire la mia esperienza al Primavera. Forse fu la mia ultima partecipazione. O la penultima. Con l’ultima vissuta grazie ad una programmazione adatta e selezionata con cura come se dovessi entrare in geriatria per il tagliando di mezza età. Così come mi capita per gli Yo La Tengo con ‘I Heard You Looking’ - cioè l’attesa spasmodica di un brano in particolare, che più di altri ha da raccontare e ha con sé un’infinità di ricordi - col mio compare e accompagnatore ufficiale di concerti, quando tocca ai Low, aspetto sempre con un certa ansia, spesso nemica del resto del concerto, ‘Sunflower’, e non potrebbe essere altrimenti, ed una canzone che si chiama ‘California’, inclusa in “The Great Destroyer”, altro lavoro egregio di quei Low che ho seguito in contemporanea. Qui solitamente partono sguardi complici e commossi. Un po’ come accadrà al Puccini, quando presenteranno “The Invisible Way” (rece sul numero di marzo di Lungarno NDR). Perché lo so, mi commuoverò a vederli nuovamente sul palco. Però questa volta sarò bello comodo, non uscirò da una prova tipo Ironman per gli atleti del Primavera, ed al massimo mi sarò fatto dieci minuti di viaggio.

http://www.lenozzedifigaro.it/


ANGELO BARONE AROLDO MARINAI MARIATERESA SARTORI PASSEGGERI A cura di: Rosanna Tempestini Frizzi e Carolina Orlandini Testi di: Mauro Panzera, Laura Vecere, Stephen Jay Gould OPENING venerdì 29 novembre 2013 6pm 29 novembre - 20 dicembre 2013 martedì - sabato 4 - 7 pm e per appuntamento


10 cose nuove di riccardo sgamato

D

a che mondo è mondo, o meglio, dalla prima rivoluzione industriale ad oggi, il connubio industria/cultura non è mai stato troppo fortunato. Vuoi per necessità, vuoi per interesse, raramente spuntano personaggi dediti ad arricchire il territorio di beni materiali e cultura in egual misura. Ma esistono le eccezioni (che eccezioni forse non sono e allora, fatevi avanti!), una di queste è l’azienda LIRA S.R.L., che da anni si occupa di recupero e affinazione di metalli preziosi e parallelamente investe nel territorio che la circonda, abbellisce l’ambiente con opere artistiche e dà spazio a giovani artisti. Come? Ce lo facciamo spiegare da Angela Fattori, figlia “d’arte” a 360°. Ciao Angela, quindi, ricapitolando, è davvero inusuale che una ditta prettamente industriale si dedichi con così tanta passione al mondo dell’arte. Perché? Cosa ci guadagnate? Com’è nato il tutto? Mio padre, da sempre cultore di ogni forma d’arte, passione di famiglia ereditata dal mio nonno, è anche collezionista di arte antica, moderna e contemporanea. Parte delle sue collezioni sono state disposte dapprima nel suo ufficio, poi si sono progressivamente estese agli spazi comuni della ditta, abbellendoli e rendendoli decisamente più godibili per le persone che lavorano con noi. I nostri uffici e lo stabilimento industriale sono stati così ingentiliti dalla presenza di quadri di pittori moderni e contemporanei che dialogano con alcuni pezzi più antichi delle cosiddette “arti minori”, di cui era appassionato il nonno. In alcuni casi, nella sala d’aspetto del reparto fonderia per esempio, sono stati realizzati dei dipinti ad hoc, con soggetto su commissione, da un artista diventato molto famoso a Firenze, Clet, grande amico del babbo da sempre. In questo modo, anche i nostri clienti possono attendere il risultato di una lavorazione, rallegrati da un ambiente sicuramente più vivace e stimolante, rispetto al panorama offerto dai capannoni industriali della zona. Per gli interni quindi è stata questione di buon gusto. Ma per quanto riguarda il territorio circostante? Dubito sia semplice rivalutare un’area industriale tra scarichi, lamiere e tutto quello che un’industria metallurgica comporta. Recentemente la ditta ha acquistato un terreno nella zona industriale dove opera - tra

Industria ad arte Scandicci e Lastra a Signa - che era completamente incolto e degradato, una vera e propria discarica a cielo aperto. Noi lo abbiamo bonificato, ripulito, riseminato, dandogli già così una parvenza di giardino; inoltre ci abbiamo sistemato alcune opere d’arte, creando un piccolo parco d’arte privato, ma comunque visibile a tutti coloro che transitano nella zona o lavorano qui intorno. Nel nostro giardino hanno trovato spazio, tra l’altro, alcuni pezzi realizzati da Clet per la città di Firenze, come la prima versione dell’Omino del Ponte alle Grazie e il Nasone allestito per un’esposizione temporanea sulla Torre di San Niccolò. Molte persone che vedono il nostro giardino si soffermano interessate e ci chiedono spiegazioni. Nel nostro piccolo, siamo riusciti quindi a compiere un’azione culturale, cercando di rivolgerci ad un pubblico più vasto e generico rispetto a quello degli addetti ai lavori. Alcuni hanno apprezzato le nostre iniziative, si sono incuriositi, non hanno avuto bisogno di capire per amare; altri invece, più semplicemente, hanno rilevato la piacevolezza dell’arte in un posto di lavoro, che diventa così attuale, dinamico, seducente. La vostra opera ha portato conseguenze nell’immediato? Qualcuno vi ha seguito? L’operazione che ha portato alla creazione del nostro parco d’arte è senz’altro servita come buon esempio per il vicinato. D’altra parte l’ordine chiama l’ordine, il bello chiama il bello. Alcuni terreni vicini sono stati puliti e risistemati; magari alcuni sono diventati semplici parcheggi per i dipendenti, ma comunque, danno un’immagine di maggiore ordine rispetto al degrado che c’era prima. Inoltre non essendoci più erbacce e vegetazione incolta che serviva a nascondere i rifiuti, sono diminuiti

drasticamente gli sversamenti da parte dei camion che venivano di notte e abbandonavano ogni tipo di rifiuto. Inoltre noi siamo stati i primi in zona a bonificare i tetti dei nostri capannoni, che erano coperti dall’amianto, e a sostituirli con pannelli fotovoltaici e solare termico. Qualche azienda vicina anche su questo fronte ha seguito il nostro esempio, puntando non solo su interventi di miglioramento energetico, ma ristrutturando anche i propri stabilimenti con soluzioni architettoniche innovative, rispettose dell’ambiente e decisamente attraenti; come dire che perfino le aree industriali possono avere un loro fascino. Un lieto fine davvero sperato. Proseguirete con la vostra opera? Avete idee in “cantiere”? Cercheremo sempre di seguire questa filosofia, permettendo ai due mondi apparentemente antitetici dell’arte e dell’impresa di costruire un dialogo costante, indissolubile e in continua evoluzione. Vorremmo investire maggiormente in progetti culturali finalizzati a rilanciare l’immagine di una Firenze sempre più proiettata verso il contemporaneo. Per il momento, proseguiremo sulla strada del nostro personale mecenatismo culturale, sostenendo l’attività di giovani artisti, di scuole d’arte e di oreficeria, di brillanti gallerie fiorentine. Bene. Questo era solo un piccolo, grande esempio, di come industria e arte possano convivere una pacifica esistenza. D’altronde, il bello chiama il bello. Se non risponde, forse non avete chiamato abbastanza forte.

http://www.lampafirenze.it/


MUSICA 7 novembre, h. 23.00

EVENTI 9 novembre, h. 16.30 in collaborazione con BRAC

TITTA NESTI E LIRON MEYUHAS

ASCANIO CELESTINI presenta il libro “Pro Patria”

In collaborazione con Aria Network Culturale Ingresso libero

14 novembre, h. 21.30

23 novembre, h. 19.30

METAROCK presenta “Un Mare di Voce”

BETTA BLUES SOCIETY + MARINA MILOPULOS

C

M

17 novembre, h. 21.30 NIHAR MEHTA

In collaborazione con Aria Network Culturale e River to River film festival

in collaborazione con BRAC

PAOLO NORI presenta il libro “La banda del formaggio”

novembre

Y

CM

MY

21 novembre, h. 21.30

DENNIS AND THE JETS

Proiezione documentario “I matti del rock and roll” + Live set con Dennis and the Jets in acoustic version

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SPAZIO

22 novembre, h. 21.30 ANNA GRANATA PASOLINI frammenti in forma di rosa teatro canzone

23 novembre, h. 21.30 Alfieri storytellers presenta VISION OF DYLAN: UN NOBEL PER IL ROCK Ospiti Massimo Bubola e Robyn Hitchcock

27 novembre, h. 21.30 AVANT@Spazio Alfieri presenta: WOLAND

www.spazioalfieri.it spazioalfierifirenze prevendite on line www.boxol.it


Novembre venerdì 01

CANZONIERE GRECANICO SALENTINO Auditorium Flog (FI) ing. 12/15 euro VIRGINIANA MILLER Tender Club (FI) ing. 10 euro CI CREDO! NON CI CREDO! Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro REAL ILLUSION Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 euro TONY ROMANO PSYCO EXPLOSION NOF Club (FI) ing. Libero STOKER Glue (FI) ing. Libero con tessera SEARCHING FOR SUGAR MAN Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro NEDO DJ Lost & Found (FI) ing. Libero FINCOSTASSU’ Teatro del Cestello (FI) ing. NP sabato 02

RESTYLING FACCIO TUTTO Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 euro LA GRAMMATICA DI DIO Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro PARTY Glue (FI) ing. Libero con tessera LA NOTTE DELLO SCORPIONE Lost & Found (FI) ing. Libero BOBO RONDELLI & L’ORCHESTRINO Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 12 euro PETER PIEK NOF Club (FI) ing. Libero ARROWS OF LOVE Tender Club (FI) ing. NP PUNKREAS Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro AUTENTICA W/LINKWOOD (GB) Tabasco Club (FI) ing. NP domenica 03

FINCOSTASSU’ Teatro del Cestello (FI) ing. NP DAVID ZOLLO NOF Club (FI) ing. Libero lunedì 04

MONDIEUX JAZZ-MEETING SOUNDS NOF Club (FI) ing. Libero BENIAMINO Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro

CHI HA VINTO LE GUERRE DI BOSNIA? Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero martedì 05

LOW Teatro Puccini (FI) ing. 20 euro mercoledì 06

NORGE/LED ZEPPELIN TRIBUTE BAND Obihall (FI) ing. 10/17 euro KAKI KING Tender Club (FI) ing. 15 euro BIG BLACK MAMA NOF Club (FI) ing. Libero FLORENCE QUEER FESTIVAL Varie locations (FI) ing. NP BENVENUTI IN CASA GORI Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro L’AMORE CON ERODE Glue (FI) ing. Libero con tessera FEDELE ALLA LINEA/GIOVANNI LINDO FERRETTI Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro giovedì 07

THE REGAL + RINASCERE SATIVA Officina Giovani (Prato) ing. libero TRIO DI PARMA Teatro Verdi (FI) ing. 13/16 euro ROCK CONTEST Glue (FI) ing. Libero con tessera HOT SPOT SWING NOF Club (FI) ing. Libero QUESTA SERA GRANDE SPETTACOLO! Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro TITTA NESTI E LIRON MEYUHAS Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro PASSOGIGANTE Tender Club (FI) ing. NP venerdì 08

BOBO RONDELLI Keller Platz (Prato) ing. 15 euro SALMO Viper Theatre (FI) ing. 16 euro SCENA MADRE Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP DISCORSI ALLA NAZIONE UNO SPETTACOLO PRESIDENZIALE Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro DUST N BONES NOF Club (FI) ing. Libero

FLORENCE TATTOO CONVENTION Fortezza da Basso (FI) ing. 15 € UNA SERATA UNICA DEBUTTO NAZIONALE Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 euro LE AMICHE DELLA SPOSA Glue (FI) ing. Libero con tessera MARZIO PINZAUTI E FABIO PROSPERI Lost & Found (FI) ing. Libero VIRGINIANA MILLER Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. Libero ADAM GRENN & FRANCESCO MANDELLI Tender Club (FI) ing. NP JOHNNY CLARKE & ROOTS DEFENDER BAND Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro NOVECENTO Teatro Lumiere (FI) ing. NP sabato 09

IL BARBIERE DI SIVIGLIA Teatro Dante (FI) ing. 20/35 euro ETEREA POST BONG BAND Glue (FI) ing. Libero con tessera ASCANIO CELESTINI Spazio Alfieri (FI) ing. Libero BLUES BOY BARONTINI BAND NOF Club (FI) ing. Libero FLORENCE TATTOO CONVENTION Fortezza da Basso (FI) ing. 15 € 999 + GIUDA + DEAD END STREET Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 10 euro DIXIE PARTY Pinocchio Jazz (FI) ing. 8 euro HANG ON NIGHT Tender Club (FI) ing. NP NOVECENTO Teatro Lumiere (FI) ing. NP 3 ALLEGRI RAGAZZI MORTI Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro MUTE W/ DEVELOPER (USA) Tabasco Club (FI) ing. NP KODE9 Tenax (FI) ing. 8 euro domenica 10

FLORENCE TATTOO CONVENTION Fortezza da Basso (FI) ing. 15 € NOVECENTO Teatro Lumiere (FI) ing. NP FINCOSTASSU’ Teatro del Cestello (FI) ing. NP

lunedì 11

TAVOLA ROTONDA Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero MONDIEUX JAZZ-MEETING SOUNDS NOF Club (FI) ing. Libero martedì 12

LOCAL NATIVES Viper Theatre (FI) ing. 18 euro mercoledì 13

JAM SESSION BLUES NOF Club (FI) ing. Libero LO SCHERMO DELL’ARTE Varie Locations (FI) ing. NP PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO Teatro Verdi (FI) ing. 28/59 euro LES MISERABLES Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro giovedì 14

RIO MEZZANINO NOF Club (FI) ing. Libero SIR RICK BOWMAN + SANGUE DI RAPA Officina Giovani (Prato) ing. libero ROCK CONTEST Glue (FI) ing. Libero con tessera BETTA BLUES SOCIETY + MARINA MILOPULOS Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro AMARINS & LE GATTE NERE Tender Club (FI) ing. NP venerdì 15

OPERA NOTTURNA Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP CINQUANTA SFUMATURE DI FRANCESCA Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro SPRING BREAKERS Glue (FI) ing. Libero con tessera MANOVIVA Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro MEEZ PHEET NOF Club (FI) ing. Libero LAST MINUTE DIRTY BAND Lost & Found (FI) ing. libero PRETTY AND NICE Tender Club (FI) ing. NP NECESSARIAMENTE Auditorium FLOG (FI) ing. 8/10 euro

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Perché a Firenze non c’è mai niente da fare... LATTEX PLUS W/ BEN UFO (GB) Tabasco Club (FI) ing. NP sabato 16

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE Teatro Dante (FI) ing. 11/24 euro LA BELLA ROSASPINA ADDORMENTATA Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro NEDO & THE BELLO’S NOF Club (FI) ing. Libero PARTY Glue (FI) ing. Libero con tessera NEXTECH SPECIAL Fortezza da Basso (FI) ing. 27 euro DIAFRAMMA Sonar (Colle val d’Elsa) ing. 10 euro SACRI CUORI Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 euro UNDERGROUND YOUTH Tender Club (FI) ing. NP MASSIMO VOLUME Auditorium FLOG (FI) ing. 10 euro ARTIGIANARTE 2013 Obihall (FI) ing. 2/3 euro domenica 17

lunedì 18

BITTOLO BON TRIO & CONTEMPORARY DANCE NIGHT NOF Club (FI) ing. Libero martedì 19

PINOCCHIO Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro mercoledì 20

FREDDY MAGUIRE / NEAR THE JAIL NOF Club (FI) ing. Libero CHIARA GALIAZZO Teatro Puccini (FI) ing. 20/30 euro AREA MISTA IMPROVISTI Glue (FI) ing. Libero con tessera LENNONYC Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro

giovedì 21

DRUNKEN ROLLERS + HEADBANGERS Officina Giovani (Prato) ing. libero NON VORREI PARLAR D’AMORE Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro SBANEBIO NOF Club (FI) ing. Libero ORT per OXFAM ITALIA Teatro Verdi (FI) ing. 15/30 euro DENNIS AND THE JETS Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro ERIN K Tender Club (FI) ing. NP BEENIE MAN & ZAGGA ZAW BAND Auditorium FLOG (FI) ing. 13/15 euro LE...SUE PRIGIONI Obihall (FI) ing. 22 euro KLUBB LOTTAROX W/ N-AI-V-E-S (GB/ FR/IT) Tabasco Club (FI) ing. NP venerdì 22

MARY HALVORSON & STEPHAN CRUMP Sala Vanni (FI) ing. 15 euro FRANÇOIS SCIORTINO Six Bars Jail (FI) ing. 10 euro PASOLINI “FRAMMENTI IN FORMA DI ROSA” Spazio Alfieri (FI) ing. Libero HANNO TUTTI RAGIONE Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP THE GRACE TRIBUTO JEFF BUCKLEY NOF Club (FI) ing. Libero LA BELLA E LA BESTIA ON ICE Mandela Forum (FI) ing. 20/36 euro RIVER TO RIVER Cinema Odeon (FI) ing. NP PICCOLI OMICIDI Glue (FI) ing. Libero con tessera DEPECHE MODE vs DAVID BOWIE Lost & Found (FI) ing. Libero ROCK CONTEST Tender Club (FI) ing. NP CALAFOSCOPA PARTY Auditorium FLOG (FI) ing. 5 euro ACUSTICO Teatro Lumiere ing. NP sabato 23

RICORDA CON RABBIA Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro

FAST ANIMALS AND SLOW KIDS + ELECTRIC SUPERFUZZ Glue (FI) ing. Libero con tesser CUT & BLADE / JACOPO MEILLE NOF Club (FI) ing. Libero PAOLO NORI Spazio Alfieri (FI) ing. Libero ZIBBA & RAPHAEL “DOUBLE TROUBLE” feat. BUNNA Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 10 euro CRISTIANO ARCELLI 5tet Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 euro THE KAAMS Tender Club (FI) ing. NP I MINISTRI + THE DEATH OF ANNA KARINA Auditorium FLOG (FI) ing. 10 euro domenica 24

PETER PAN ON ICE Mandela Forum (FI) ing. 20/36 euro MAPPAMITO Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro lunedì 25

MONDIEUX JAZZ / NO SENSE NOF Club (FI) ing. Libero martedì 26

NEGRAMARO Mandela Forum (FI) ing. 34/42 euro

SASÀ SALVAGGIO SHOW Teatro Puccini (FI) ing. 15/18 euro LA LETTERA Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro UN OTELLO ALTRO Spazio Alfieri (FI) ing. 5/6 euro SPECTRAL PARK Tender Club (FI) ing. NP venerdì 29

JASON 5 NOF Club (FI) ing. Libero LA BORTO Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP IL MURO Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro NELLA CASA Glue (FI) ing. Libero con tessera TENERISSIMO CANGO (FI) ing. 5 euro ROCK CONTEST Tender Club (FI) ing. NP SWINGROVERS + GATTI ROVENTI Auditorium FLOG (FI) ing. 5/8 euro MERCATO DI NATALE Obihall (FI) ing. 5 euro NON C’E’ DUE SENZA TE Teatro Lumiere (FI) ing. NP BRING THE NOISE W/ SPIDER (USA) Tabasco Club (FI) ing. NP sabato 30

mercoledì 27

JAM SESSION BLUES NOF Club (FI) ing. Libero BRIT FLOYD Obihall (FI) ing. 25/38 euro EMMA Mandela Forum (FI) ing. 28/37 euro THE ANSWER Viper Theatre (FI) ing. 16 euro ACROSS THE UNIVERSE Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro giovedì 28

TUTTE LE COSE INUTILI + VANAMUSAE Officina Giovani (Prato) ing. libero DISSONORATA Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP IT ONLY HAPPENS ONCE NOF Club (FI) ing. Libero

ASTROPHONIX NOF Club (FI) ing. Libero MAX PEZZALI Mandela Forum (FI) Ing. 30/38 euro ITALIANE SI Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP WATER, PAPER, EARTH CONCERTO Teatro Verdi (FI) ing. 16/20 euro PARTY Glue (FI) ing. Libero con tessera JOY WELLBOY & BABYG Sonar (Colle Val d’Elsa) ing. 10 euro SIMONE GRAZIANO 5tet Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 euro DIMARTINO Tender Club (FI) ing. NP CALIBRO 35 Auditorium FLOG (FI) ing. 10/12 euro

ww w.teatrodellapergola.com

Domenica 10 novembre _ ore 10.15/11.15/12.15 IN SUA MOVENZA è FERMO _ Visita spettacolo al Teatro della Pergola Domenica 24 novembre _ ore 10.30 CREA IL TUO STEMMA _ Breve storia dell’araldica per bambini Domenica 1 dicembre _ ore 10.15/11.15/12.15 VISITA STORICA al Teatro della Pergola


Novembre da non perdere Punkreas

Benvenuti in casa Gori

Non si fa affatto un torto a definire i Punkreas una band “storica” nel genere punk italiano anche se i puri e secchioni diranno la frase “le loro sonorità sono spesso contaminate dallo ska” in una rima non voluta. Quando s’aveva 20 si andava in Emilia a ballare lo ska. Si partiva con l’utilitaria della mamma, si attraversava la nebbia e si arrivava in questi posti come il Tempo Rock o il Fuoriorario. Lì, a 35 gradi e un livello di umidità che avrebbe fatto arricciare anche un parrucchino, ci si scatenava sulle note di Canapa o di Toda la noche. Il 2 novembre non fate i morti, venite alla Flog.

6 novembre Teatro di Rifredi (FI) ing. 12/14 euro ORT per OXFAM ITALIA

2 novembre - Auditorium FLOG - ing. 10/12 euro Fedele alla linea

Era il 1986 quando Alessandro Benvenuti proprio al Teatro di Rifredi proponeva questo brillante monologo sui 10 membri della famiglia Gori. Lo spettacolo, scritto insieme a Ugo Chiti, torna in qualche modo a casa da 6 al 10 novembre, in quel Teatro di Rifredi che si conferma incubatore di esperienze di successo e comunità teatrale di rilievo nel panorama regionale (e non solo).

Eterea Post Bong Band

Proprio qualche sera fa ero seduto a un tavolo di un locale fiorentino e accanto a me 2 donne sui 35 anni si scontravano animatamente sull’argomento aureo “Il cambiamento di Giovanni Lindo Ferretti”. La discussione partiva per entrambe (come per altre migliaia di discussione sullo stesso tema) con la doveroso premessa “i CCCP per me hanno rappresentato una tappa fondamentale della mia crescita” e ingredienti scontati a seguire. Ecco cosa penso: al di là delle esternazioni filo-vaticaniste, degli articoli sulla fecondazione assistita, sugli endorsement alla destra cattolica, Giovanni Lindo Ferretti resta una mente eccelsa che vale SEMPRE la pena ascoltare, soprattutto quando si è in disaccordo. Perché ha il dono della profondità di spirito.

A giugno del 2008 finisco in una festa a Roma, quartiere portuense. Praticamente su un terrazzo di una casa c’era un impianto e, in mezzo a circa 50 persone, 4 scalmanati che bevevano, parlavano, bevevano, ridevano, bevevano, mangiavano pistacchi. E poi hanno preso gli strumenti e hanno iniziato a suonare fino alle 6 di mattina. Li seguo più o meno da lì. C’è poco da aggiugere, sono proprio ganzi, nell’essenza del termine. 9 novembre Glue - Alternative Concept Space (FI) ing. libero con tessera

Importante appuntamento con la solidarietà in programma al Teatro Verdi il 21 novembre. L’ORT appoggia e sostiene le attività di Oxfam Italia ospitando un concerto diretto da Massimiliano Stefanelli con le soprano Laura Giordano e Alessandra Rezza, le mezzosoprano Valeria Sepe e Annalisa Stroppa, il tenore Cataldo Caputo, i baritono Vittorio Vitelli e Mario Cassi, il tenore Antonio Poli e il basso Paolo Pecchioli e con la straordinaria partecipazione di Luciana D’Intino. I fondi raccolti saranno devoluti ad Oxfam Italia, da anni impegnata a combattere l’ingiustizia della povertà (www.oxfamitalia.org). 21 novembre Teatro Verdi (FI) ing. 15/30 euro

Max Pezzali

6 novembre - Spazio Alfieri (FI) ing. 4/5 euro

FIRENZE OGGI • CO SA

A C’È

FIRENZE OGGI • CO A SA C’È

A C’È

FIRENZE OGGI • CO A SA C’È

Grande Max Pezzali, grandi gli 883, grandi. E non lo dico in fase celebrativa come le compilation riarrangiate. E Grazie, grazie per aver parlato degli sfigati della provincia, delle marche di jeans, di cose in una lingua banale, con i modi di dire, una retorica da sfigati. Grazie perché non è che c’è sempre da citare Wenders, ascoltare Jannacci o pensare a Nick Cave (che va tutto bene, sia chiaro). C’è anche da accettare che tutti noi, tutti, siamo stati almeno una volta in una delle situazione che descrive Max e tutti noi abbiamo canticchiato una canzone sentita alla radio o abbiamo fatto gli idioti in macchina. Mi piace Max Pezzali. 30 novembre - Mandela Forum (FI) ing. 30/38 euro

FIRENZE OGGI • CO SA


piccole incursioni nel sottobosco locale

La Scena

Io sostituirei volentieri il concetto di “condivisone” con quello di “esportazione”. La cultura ha l’obbligo morale di esportare i suoi prodotti al di fuori della propria realtà territoriale, altrimenti possiamo benissimo parlare di folklore, non di cultura. Riflettendo sull’ambito a me più vicino, quello musicale, possiamo facilmente constatare che i più grandi gruppi italiani cantano in italiano, mentre i rappresentanti di molti paesi d’Europa in inglese. Non è giusto additare il pubblico, bensì i suoi educatori, ovvero gli operatori, gli amministratori. Il provincialismo (anche delle grandi città, si badi bene) è una marca tutta italiana, che intorpidisce le menti e uccide la cultura.

Identificati, in qualche modo David Matteini, 25 anni, nato e cresciuto a Firenze. Sto finendo - era l’ora - i miei studi in letterature e culture europee all’Università degli Studi di Firenze e parallelamente dedico anima e corpo al progetto musicale Bad Apple Sons, di cui sono chitarrista. Da quest’anno mi diletto anche nel nobile esercizio della disoccupazione, ma di questo preferisco non parlare. Amo frequentare e discutere la scena fiorentina da sempre, in tutte le sue felici (ed infelici) manifestazioni musicali, teatrali, artistiche, culinarie. Cos’è per te LA SCENA? Credo che il fermento culturale di una città debba guadagnarsi e meritarsi il titolo di Scena. Altrimenti il rischio che diventi un semplice Salotto è sempre in agguato. Mi spiego: è troppo facile chiosare affermando che la scena sia un “luogo di condivisione, di scambio” e così via. Ora, è essenziale concentrarsi meglio su queste facili categorie. Si parla spesso e volentieri delle scene di Bristol, di Berlino, di Manchester e di mitiche età dell’oro. Ma, al

di fuori di Firenze (ma anche dell’Italia più in generale), si parla della scena di Firenze, di che ne so - Milano o Bologna? La risposta ce l’avete su un qualsiasi flyer a portata di mano.

A

Perché credere ne LA SCENA? Perché far crescere la scena significa anche uscire dal proprio salotto e impegnarsi con ogni mezzo (e, certamente con qualche sacrificio) nel farla conoscere al di fuori delle propria mura casalinghe. Una scena è tale se messa al confronto con le altre. Serve il coraggio del confronto e Firenze, in questo senso, si sta lentamente risvegliando. L’Italia, ahimé, no.

i provinciali

Niente è più come prima

Prato nell’ultimo mese è stato inaugurato un bel bocciodromo ed ha chiuso uno dei più apprezzati spazi culturali della città, il Compost. Un’immagine simbolo per una grigia città autunnale? Non crediamo. Sicuramente, però, un’immagine italiana. Come detto nel numero scorso il fermento è tanto (e vivo) in questa città. Ecco alcuni appuntamenti, infatti, per i quali vale la pena spostarsi dal Lungarno al

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di Pratosfera

Lungobisenzio per una sera o due: Videominuto, 21esima edizione, quest’anno a metà novembre a Prato. L’edizione, dal titolo “Share it! l’economia della condivisione”, vuol essere una riflessione sulla Sharing economy generatrice, oggi, di nuovi rapporti tra le persone, che utilizzano il baratto, il prestito e lo scambio: dal software libero, al crowd funding, dal carpooling a portali di condivisione di conoscenza. Da non perdere sicuramente la “Notte

del Minuto” al Teatro Politeama di Prato il 16 novembre 2013, dove oltre ad essere proiettati i video vincitori del concorso, sarà ospite il testimonial di questa edizione, il fumettista/ regista Gipi (avete visto l’ultimo video dei Massimo Volume fatto da lui? ecco, guardatelo, validissimo). Altri due eventi da segnalare, questa volta di carattere musicale: Bobo Rondelli e l’Orchestrino, 8 novembre al Keller Platz (lo sappiamo che conoscete questo locale solo per i suoi concerti di cover band, anche noi siamo rimasti sbalorditi da questa location, ma apprezziamo lo sforzo) e il 23 novembre The Cyborgs al Capanno Blackout (tenete sott’occhio la loro programmazione, che ci sono alcuni nomi validi). Il primo, il cantautore livornese, noi lo preferiamo in versione più “intimista”, ma ci hanno detto che sul palco con l’orchestrino lo spettacolo è garantito. I secondi hanno aperto Bruce Springsteen quest’estate in Italia, l’anno scorso Iggy Pop: sono in due e sembrano sette, ascoltateli. Posto dove cenare prima di questi eventi? Cibino Take Away, in via Magnolfi, in pieno centro: ottimi piatti (anche da asporto) a prezzi modici per gli amanti del Km0, con due proprietarie molto buffe e pittoresche. foto: Augusto Biagini - www.pratosfera.com


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un sex symbol al mese di il moderatore

una non precisata (ma di certo illuminata) mente alle prese con la vera essenza della bellezza

Adam Ant

N

on sono di certo il primo a riconoscere che il periodo immediatamente successivo allo scoppio del punk è stato un incredibile fermento di suoni a dir poco eccitanti, e a quell’epoca Adam Ant era un tipo avanti anni luce. Era il 1979 quando il disco di debutto “Dirk Wears White Sox”, sfasciò le classifiche inglesi, con una inedita line-up a due batterie, che dopo le chitarre dei Pistols e dei Clash, puntava l’assalto sul fattore ritmo, caratteristica che costò il frettoloso bollino di “Burundi Rock”, appioppato dalla stampa agli Adam and the Ants, contorno bandistico al pittoresco, egocentrico e fascinoso leader. Certo è che non fu soltanto il suono a far schizzare il gruppo al primo posto, quanto soprattutto lo strabordante look elaborato da Adam, una pazzesca miscela di BarrylindonNapoleonico-Piratesco che fece piazza pulita delle creste colorate e aprì la strada ai new romantic, che dopo pochi anni cannibalizzarono il mercato popular-musicale. La vecchia volpe Malcom McLaren, orfano dei Sex Pistols, fiutò da subito il potenziale del gruppo e con la scusa di fargli da manager si inculò (in senso figurato, si intende) l’intera backing band di Adam, estasiato dall’esuberanza ritmica di quei musicisti, alchimia perfetta per realizzare il suo progetto di gruppo etno-pedofilo denominato Bow Wow Wow, ennesimo tentativo di conquista delle classifiche che non portò a granché, mentre Adam, trovata una nuova spalla in un chitarrista mezzo italiano (Marco Pirroni), sparò altri due best-seller, uno dei quali - “Prince Charming” - dal titolo giustamente autoincensatorio, per poi scomparire in una trascurabile carriera solista. Meteora sì, meteora no, non mi venite a dire che Johnny Depp non abbia mai guardato al look di Adam Ant per il suo Jack Sparrow, o che l’edulcorato Chris Martin abbia preso ispirazione per le sue giacche militari soltanto dai Beatles di Sgt. Pepper, perché c’è qualcosa che non mi torna... http://unsexsymbolallasettimana.blogspot.it/

the harsh truth of the camera eye di antonio viscido

“Buoni propositi per il nuovo anno: iniziare a studiare il jazz.” www.dkgrafica.com


SAbATO 9 E dOmENIcA 10 NOVEmbrE

SAbATO 16 NOVEmbrE

aCCademia dei perSeveranTi S.p.a. dOmENIcA 10 NOVEmbrE aSSoCiazione Campi liriCa aCCademia dei perSeveranTi S.p.a. aSSoCiazione Campi liriCa

WalTerS produzioni SAbATO 16 NOVEmbrE

SAbATO 9 E

IL bArbIErE dI SIVIGLIA IL bArbIErE dI libretto di Cesare Sterbini SIVIGLIA musica di Gioacchino Rossini

libretto CesareMagnatta Sterbini direzione AlandiFreiles musica di Gioacchino Orchestra Nuova Rossini Europa direzione AlaneFreiles regia Guglielmo NicolaMagnatta Visibelli Nuova Europa interpreti principaliOrchestra Juan Possidente, Elena regia Guglielmo e Nicola Visibelli Belfiore, Alejandro Escobar, Francesco Facini, interpreti principali Juan Possidente, Elena Paolo Pecchioli, Maria Tomassi Belfiore, Alejandro Escobar, Francesco Facini, Paolo Pecchioli,6Maria Tomassi VENErdì dIcEmbrE TeaTro delle Celebrazioni

VENErdì dIcEmbrE oniin d6 anCe Company.iT TeaTro delle Celebrazioni oniin danCe Company.iT

cOrrUPTION cOrrUPTION

coreografie Daniela Rapisarda e Alessandro Vacca coreografie Rapisarda con Gianluca Battaglia,Daniela Francesco Ciani, e Alessandro Alessio Marchini, Sara Pennella,Vacca Elisa con Gianluca Battaglia, Francesco Vacca Ciani, Solieri, Alessandro Alessio Marchini, Pennella, Elisa regiaSara Daniela Rapisarda Solieri, Alessandro Vacca regia Daniela Rapisarda

VENErdì 24 GENNAIO mariano anagni per la QuanTum S.r.l.

produzioni WalTerS IL cAPPELLO dI PAGLIA dI fIrENZE IL cAPPELLO dI WalTerS produzioni PAGLIA dI fIrENZE di Eugene Labiche

WalTerS produzioni adattamento di Sandro Querci coreografie di EugeneBorsini Labiche Riccardo con Claudia Cecchini, adattamento di Sandro Querci coreografie Fabrizio Checcacci, Piero di Blasio, Stefania Riccardo Borsini con Claudia Cecchini, Fratepietro, Emiliano Geppetti, Camillo Fabrizio Checcacci, Piero di Blasio, Grassi, Sandro Querci, Elena Talenti,Stefania Fratepietro, Emiliano Geppetti, Francesca Taverni regia Sandro Camillo Querci Grassi, Sandro Querci, Elena Talenti, Francesca Taverni regia Sandro Querci VENErdì 20 dIcEmbrE SoCieTà muSiCale VENErdì 20 dIcEmbrE miChelangiolo paoli SoCieTà muSiCale miChelangiolo paoli

duke ellington sacred concert duke ellington S J o concert sacred unriSe

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coro Sesto in Canto S unriSe Jazz Voces orCheSTra coro Animae coro Canto voce Sesto solistain Maria Loscerbo coro Animae Voces pianoforte Massimiliano Calderai voce solista Loscerbo maestro dei Maria cori Edoardo Materassi pianoforte Massimiliano Calderai direttore Stefano Rapicavoli maestro dei cori Edoardo Materassi direttore Stefano Rapicavoli SAbATO 8 fEbbrAIO

VENErdì 24 GENNAIO

geza & The bohemian virTuoSi

mariano anagni per la QuanTum S.r.l.

geza & The bohemian virTuoSi

UScIrÓ dALLA TUA IN TAXI UScIrÓVITA dALLA TUA di K. Waterhouse e W. Hall VITA TAXI con Franco Castellano, MariaIN Letizia Gorga, di K. Waterhouse e W. Hall Maximilian Nisi, Ketti Roselli con Franco Castellano, Maria Gorga, adattamento e regia PinoLetizia Ammendola Maximilian Nisi, Ketti Roselli adattamento e regia Pino Ammendola

VENErdì 28 fEbbrAIO Compagnia gli ipoCriTi

VENErdì 28 fEbbrAIO

PrETTY UN mOTIVO PEr PrETTY ESSErE cArINI UN mOTIVO PEr di Neil LaBute ESSErE cArINI traduzione Lorenzo Amato Compagnia gli ipoCriTi

di Neil LaBute con Filippo Nigro, Fabrizia Sacchi, traduzione Lorenzo Amato Dajana Roncione con Filippo Nigro, Fabrizia Sacchi, Regia Fabrizio Arcuri Dajana Roncione Regia Fabrizio Arcuri

ultimi ultimi giorni... giorni... abbonati! abbonati!

il il dante dante partecipato partecipato un genio di un genio di teatro teatro TEATRO DANTE TEATRO DANTE CAMPAGNA ABBONAMENTI CAMPAGNA 2013-2014 ABBONAMENTI ABBONDANTE: 2013-2014 130 €

abbonamento a tutta la stagione ABBONDANTE: 130 € ACCOMODANTE: 91 € abbonamento a tutta la stagione abbonamento a91 5 spettacoli ACCOMODANTE: € abbonamento a 5 spettacoli

Piazza Dante, 23 Campi Bisenzio– tel. 055 8940864 Apertura biglietteria martedì, giovedì, e sabato Piazza Dante, 23 Campi Bisenzio– tel. venerdì 055 8940864 dalle 15.30 alle 19.30martedì, (i giorni giovedì, di spettacolo daeun’ora Apertura biglietteria venerdì sabato prima15.30 dell’inizio) dalle alle 19.30 (i giorni di spettacolo da un’ora prima dell’inizio)

il dante2013-2014 partecipato STAGIONE il dante partecipato STAGIONE 2013-2014 un genio di teatro un genio di teatro

SAbATO 8 fEbbrAIO

GEZA & THE bOHEmIAN GEZA & THEVIrTUOSI Concerto di archi e pianoforte ideato da bOHEmIAN Geza Hosszu-Legocky VIrTUOSI Concerto di archi e pianoforte ideato da Geza Hosszu-Legocky

SAbATO 29 mArZO e20inSCena di STefano maSCagni

SAbATO 29 mArZO

c cOmE cHANEL di Valeria Moretti c cOmE cHANEL costumi Alessandro Lai e20inSCena di STefano maSCagni

di Valeria Moretti scenografia Guido Caodaglio costumi Alessandro Lai con Milena Vukotic e David Sebasti scenografia Guido Caodaglio regia Roberto Piana con Milena Vukotic e David Sebasti regia Roberto Piana


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stop-down di sandro bini

pillole di fotografia

Il mestiere della scelta

D

opo tredici anni di onesta carriera come fotografo e docente di fotografia, mi sono convinto che il lavoro del fotografo non sia semplicemente quello di fare fotografie ma soprattutto quello di scegliere e di sceglierle: “il mestiere della scelta”. Già provare a diventare fotografi è una strana decisione per la sua problematica collocazione sociale, economica, culturale nel panorama contemporaneo. Ma tutto nel lavoro di un fotografo è esercizio e facoltà di discernimento. Si sceglie perché, cosa, quando e dove fotografare (ovvero le motivazioni, i temi, i soggetti, i tempi e il luoghi del proprio catturare o costruire immagini), e l’atto fotografico in se stesso, per citare Dubois, è sempre una drastica selezione e trasposizione dal continuum spaziale e temporale del reale. Dallo spazio (potenzialmente infinito) si sele-

ziona un rettangolo, un quadrato, una porzione di campo e la si ritaglia con il mirino; dal flusso temporale continuo congeliamo un preciso istante, “un momento decisivo” e depositiamo il tutto su una superficie, bidimensionale (muta e immobile) di carta o luminosa (schermo). Ma anche dal punto di vista tecnico tutto in fotografia come avvertiva Vilem Flusser è un esercizio di selezione e di scelta fra opzioni già programmate. Tanto che la libertà fotografica non è l’immaginazione al potere, ma una sorta di libertà controllata, di opzioni fra possibilità date e reali, e questo, attenzione, anche per quanto riguarda la postproduzione: scelta del programma e scelta fra una gamma di strumenti preconfezionati per

ottenere un determinato “effetto”. E che dire poi del cosiddetto editing? Che cos’è l’editing se non la scelta, la selezione per l’impaginazione e la presentazione delle fotografie realizzate? Bene tutto questo solo per dire che fotografando esercitiamo e alleniamo le nostre “capacità politiche”, che sono sempre capacità di selezione e di scelta fra opzioni date, possibili e reali.

www.deaphoto.it credit photo: © Sandro Bini, “White Screen” (2010)

basta stare tranquilli di simona santelli

Mah, viaggiare.

V

iaggiare per lavoro stanca. Ma ha i suoi punti positivi. Uno: se viaggi per lavoro hai un lavoro. Due: a volte c’è tempo per fare colazione doppia. La prima, cartonatissima, la fai di corsa alla stazione, vuole il menùcolazione? Il menùcolazione comprende caffè o cappuccino, brioche e spremuta o succo. Latte e arancia, tutto giù. Partiamo alla grandissima, vai. Tempo di salire sul treno. La seconda colazione la fai quando scendi. E in genere sai dove andare, perché questo tipo di trasferte si riducono a uno barra due destinazioni. Ergo, le affermazioni - Ah che bello sei sempre in giro, perlomeno vedi “posti nuovi”- Così spezzi la monotonia dell’ufficio! - sono parzialmente inesatte. È vero, se stai girando come una trottola non puoi contemporaneamente vestire i panni del paramecio intento ad effettuare il countdown dei minuti che passano davanti a uno schermo a tubo catodico, che la Megaditta ha pure bloccato l’accesso ai social network, quindi manco mezzo video su Youtube. Manco una sbirciatina ai menù di Benedetta, remembering Wilmona De Angelis. Non hai le cornee in fiamme davanti a un file di excel e una fila di anatemi musicati dal flauto di un satiro come colonna sonora. Non subisci pause caffè con i colleghi che non bevono caffè e non fumano. Pausamerda, che pausate a fare, se non vi avvelenate come potete nei 10 minuti di stacco dal lavoro che rende liberi. Se stai viaggiando non respiri l’anidride carbonica di un open space sovraffollato dove altri 20 più

o meno nerd come te fermentano eau de ribollita per 10 ore al giorno. Se stai viaggiando non ti sfiora l’idea- lo so, lo so, è terrificante- di googlare quante calorie al dì si consumano muovendo il mouse (che peggiore di questa ricerca c’è forse solo auto-googlarsi). Pensi che forse c’è una vita oltre lo schermo. Fatto sta che accadono tanti incontri sgradevoli, soprattutto se dopo il menùcolazione ti accomodi in un vagone economy dell’alta velocità e intorno a te la gente seppur intimata da una voce elettronica in filodiffusione non ha nessunissima intenzione di abbassare la suoneria del cellulari ed il tono della voce. C’è un hare krishna che sgranocchia un gambo di sedano da Firenze a Milano, ore 7 della magnana. C’è una bambina cinese che finisce di mangiare un McMorte Breakfast Edition, comincia a intrecciarsi ben bene su se stessa strusciandosi ai sedili carichi di mondo e la mamma le dice mettiti seduta per bene, mettiti seduta per bene, mettiti seduta per bene, mettiti seduta per bene, mettiti seduta. Per. Bene. E alla fine lei vomita. Mai una t-shirt di Hello Kitty fu più splatter. Cambi vagone, di corsa, ti infili in prima, pronto a tirare fuori la storia della piccola bambina cinese vomitante in caso di borbottìi del controllo del personale di bordo. Ma nessuno viene a offrirti, che ne so, dei tarallini. Un succhino alla pera. Anzi, la solita voce in filodiffusione ti avverte che su questo treno non è disponibile il servizio di ristorazione. E nel frattempo passa l’inserviente con il carrellino sfigato, un addetto grasso, ma grasso tanto,

è felliniano, respira rumorosamente. Il sedere si fa strada a fatica nell’angusto pertugio centrale costellato di bagagli, il corridoio è un’intercapedine micidiale e sbatte contro tutto e ci vorrebbe un segnale acustico e luminoso a indirizzargli la via. Il mio vicino chiede un’asfittica merendina Bauli e una bottiglietta d’acqua, -sono QUATTRO EURO E QUARANTA- Sputacchia il ciccione asciugandosi la fronte madida. Il guaio è che deve cercare l’acqua smanettando in fondo al frighetto bar e per farlo si piega un po’ e vedo le cuciture dei pantaloni sul retro che soffrono molto e mi viene in mente una scena di “7 chili in 7 giorni”, quando il cardinale fa dei ridicoli esercizi di allungamento e gli si apre la tuta sulle chiappe. Ridacchio ma non c’è nulla da ridere. Quattro euro e quaranta, Quando si dice soldi spesi bene. Il cibo in mobilità ha dei costi allucinanti. Peggior posto gli aeroporti. Ho visto sandwich che voi umani, ragazzi, OTTO EURO per due fette di pane con del formaggio fuso sopra. Prende una fame cane, una volta atterrati. C’è il rilascio della tensione. Perché quando si è in partenza il pensiero va sempre a come sarebbe schiattarsi. Voi le guardate le istruzioni di sicurezza per salvarsi nel caso di avaria? Cioé, al grido di BRACE! BRACE! Sareste in grado di replicare la demo che avete più volte fallimentarmente tentato di staccare dal retro di quegli anti ergonomici sedili blu cobalto? Le istruzioni in caso di avaria sono come quando chiedo le informazioni stradali. Il cervello si spegne. Puf. Scusi, per la stazione? Si allora deve girare laggiù in fondo poi prende la rotonda e lì il cervello si autoimpanica e comincia a farmi gnegne gne gne gne gne gen gnegne non ti sento non ti sento non ti sento la la la la la la non ti sento non ti sento... gira a destra ed è arrivato. Ah, ok. Molto, molto bene. Caffè.


palestra robur di leandro ferretti

lezioni di ginnastica culturale per fiorentini

19

Targhe di divieto

A

ppaiono in molti punti della città: via dei Magazzini, via del Fico, Borgo Tegolaio, la chiesa di Ognissanti. Sono piccole targhe che spuntano dai muri degli edifici, o meglio emergono perché sono

come inghiottite, in alcuni casi. Risultano di difficile lettura in molti casi, perché i fitti caratteri sono stati spesso confusi dai secoli, cinque o anche sei, che sono passati dal momento della loro apposizione. Sono targhe di divieto, in maggior parte collocate dagli Otto di Guardia e Balia, istituzione di magistratura che si occupava di casi di polizia e pubblico ordine ai tempi della Repubblica Fiorentina, mantenuta poi anche in epoca Granducale finché Pietro Leopoldo riformatore non se ne stancò e la abolì nel 1777. Tra i loro doveri, figurava quello di occuparsi di un fe-

nomeno oggi assai di moda, i’dddegrado. Con le loro targhe, piene di curiose scelte linguistiche, gli Otto vietavano la musica e le attività rumorose, comprendendo in queste ultime anche certi giochi “strepitosi” (ovvero cagione di strepito) come le pallottole e la ruzzola; di far pipì per strada (in San Lorenzo), altra piaga tramandatasi fino a oggi; di lavarsi e lavare nella fontana del Nettuno; di vendere cocomeri in piazza Strozzi, e di recarsi per questa attività in Santa Maria Novella. Oltre al misto tra solennità e singolare sintassi, le targhe incutevano timore per il rigore delle punizioni applicate: non era infrequente che banali infrazioni si risolvessero nei terribili “tratti di corda”, che vedevano il condannato strattonato per i piedi. Altri tempi, stessi problemi. Le targhe rimangono lì e si offrono ai nostri occhi curiosi, simbolo di continuità tra la città di oggi e quella che fu, vivente testimonianza che non abbiamo inventato nulla: prova ne sia che in San Pier Maggiore, dove una targa vieta di vendere ortaggi, oggi stazioni uno degli ultimi verdurai ambulanti di Firenze.

dal 5 al 15 novembre

I PILASTRI DELLA SOCIETÀ

di Henrik Ibsen - diretto e interpretato da Gabriele Lavia

Presentando alla cassa del teatro Lungarno di novembre si avrà diritto a due biglietti ridotti Under26. La promozione è valida per gli spettacoli dal 12 al 15 novembre fino ad esaurimento dei posti disponibili.


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the italian game di ivan carozzi

Scenari anni 70-80

in una prospettiva retromaniaca 20 Maggio 1990. Baggio firma per la Juventus e lascia Firenze. In città scoppia la rivolta. “Cassonetti bruciati, semafori divelti, auto distrutte, cinquanta feriti e contusi. Quindici arresti e 54 fermati, vasi gettati dalle finestre contro i poliziotti. Coverciano assediata per alcune ore, il centro stampa del Comunale assaltato, qualche danno e lampi di fiamme. Sfilano i pullman, con i turisti allibiti. Sabato comincia cosi: l’odore dei lacrimogeni, le ambulanze che si rincorrono, le luci offuscate dai bollori della rivolta, le pattuglie dei carabinieri sparse nelle piazze e nelle vie”.

Un’immagine degli scontri seguiti alla notizia della cessione di Baggio alla Juventus. Notizia tanto più bruciante perché arrivata pochi giorni dopo la vittoria dei bianconeri sui viola in finale di Coppa Uefa.

Nell’aprile 1956, una copia del celebre rapporto sullo stalinismo divulgato per volontà di Kruscev ai soli membri del PCUS (esclusi gli altri partiti comunisti invitati) durante il XX congresso di partito, venne fatta pervenire all’ex sindaco di Firenze Giorgio La Pira. La copia gli venne consegnata in gran segretezza, e in forma non ufficiale, dall’ambasciatore russo Bogomolov.

Sul quotidiano La Stampa, da cui sono prese le notizie di Italian Game, il 17/1/2005 compare per la prima volta il nome di un altro sindaco: Matteo Renzi. Il contesto è quello di un convegno della Margherita, a Fiesole. Rutelli arriva in ritardo, mentre “Romano Prodi è lì da un’ora e un quarto, ma finalmente gli indefessi duellanti possono mimare la scena della stretta di mano; cameramen e fotografi accendono i motori”. In fondo al pezzo, ecco così citato Renzi.

Un concerto a Torino del cantante aretino Pupo, nel 1980, cioè all’epoca di “Su di noi”, la canzone che lo portò al successo. “Sono felicissimo della vostra presenza, qui in questo locale e in questa città, che amo in modo particolare. Ora tutti seduti, poi distribuirò le cartoline, gli autografi, sarò in mezzo a voi. Questa canzone l’ho scritta un giorno alla stazione di Torino, mentre ero in attesa che il mio treno ripartisse per Parigi”.

La classifica dei 33 e dei 45 giri l’11 aprile del 1980. “Su di noi” di Pupo è al settimo posto tra i 45 giri.

http://theitaliangame.tumblr.com


parole 21 di sara loddo

ROLF LAPPERT Pampa Blues

ERRI DE LUCA Sotto la pressa del sole

VANESSA ROGGERI Il cuore selvatico del ginepro

Con uno stile cinematografico, derivante dagli anni spesi come sceneggiatore dall’autore, Pampa Blues racconta la storia di un piccolo paese della provincia più remota d’Europa, abitato da un gruppo di strambi personaggi amanti delle bevute serali. Fra questi c’è Maslow, elemento di spicco e proprietario dell’intero paese e Ben, il protagonista, un sedicenne con la passione per la meccanica e il sogno dell’Africa, costretto ad una routine paralizzante e a vegliare sul nonno. Con lo scopo di rilanciare l’economia del paese e farlo diventare una nuova Roswell, Maslow metterà in piedi un progetto bizzarro, che avrà delle conseguenze inaspettate. Pubblicato nella collana per ragazzi Feltrinelli Kids, è un romanzo adatto anche a un pubblico adulto.

“Ci sono libri che si incontrano in tempi difficili. Si acquistano su una bancarella con il pretesto di riscattare dall’abbandono una vecchia edizione. Poi li si espone alle proprie intemperie e vengono fatti a pezzi dall’intensità con cui si leggono le righe, si sfogliano le pagine”. Così Erri De Luca fa proprio “Viaggio al termine della notte” di Cèline, assimilandolo al suo viaggio personale: quello quotidiano attraverso la metropolitana di Napoli e quello esistenziale, che lo riporta nella sua città natale al seguito di un amore. Un amore che mostrerà la sua fugacità e si rivelerà sfuggente come l’appartenenza dell’autore a una città che non perdona chi se ne va.

Ambientato alla fine dell’Ottocento in un paese dell’entroterra sardo dominato dalle superstizioni, il romanzo della scrittrice esordiente narra le vicende della ricca e numerosa famiglia Zara. La storia ha inizio con la nascita della settima figlia, Ianetta, colpevole di essere arrivata la notte dei morti e di essere portatrice di malformazioni interpretate come un chiaro segnale demoniaco. La bambina, rifiutata e accusata di essere “coga”, ovvero strega, vive ai margini della famiglia e vive in sintonia con bestie e piante, i soli esseri viventi a non temere il suo contatto. L’eccezione è rappresentata da Lucia, primogenita di casa Zara, la più bella e buona della famiglia, l’unica in grado di vedere oltre le superstizioni.

224 pp. - Feltrinelli - 2013

Ebook 24 pp. - Feltrinelli Zoom - 2013

216 pp. - Garzanti - 2013

Can’t explain VANESSA DIFFENBAUGH Il linguaggio segreto dei fiori 359 pp. - Garzanti - 2011

I fiori possono voler dire molte cose. Al di là del loro aspetto esteriore, nell’epoca vittoriana ad ogni pianta è stato attribuito un significato. Così il cactus indica l’amore appassionato, mentre la calendula è sinonimo di dolore. Vittoria, la protagonista del romanzo, conosce questi e molti altri significati dei fiori, per i quali ha una vera e propria dote, che si accompagna alla capacità di comprendere e dare alle persone quello che vogliono. E saranno proprio i fiori che le permetteranno di superare i traumi di un’infanzia passata in solitudine, senza famiglia e che, infine, gliene regaleranno una.


22 suoni di Lespertone

PEARL JAM Lightning Bolt Monkeywrench A scanso di equivoci, qui nessuno vuol salire sul carro dei perdenti. Nel senso che non è che stessimo aspettando la stecca del nostro gruppo (non) preferito - non è la prima, fra l’altro - per buttar giù litri di bile sui social network o per fare i ganzini superiori con gli amici. Tipo, i Pearl Jam? Mai ascoltati. Anche perché coi Pearl Jam ci siam cresciuti. Ma il nuovo “Lightning Bolt” è un disco bruttino. Abbiamo anche nome e cognome del colpevole, con la complicità della band. Si chiama Brendan O’Brien. E tra qualche riga vi spieghiamo perché è colpa sua. È disco bruttino almeno quanto l’Avocado e più di “Backspacer”, che tre o quattro brani più che dignitosi li aveva. Ma che è successo? Manca il sangue, ecco. Nessuno ovviamente si era illuso di avere indietro il sudore e la passione degli esordi. Anzi. Gli anni passano e nessuno te li rende. È giusto che una crescita ci sia e che qualcosa cambi, ma non così. Via via che passano i dischi il suono è diventato sempre più piatto, gli assoli sempre più banali ed i ritornelli sempre più piacioni aka stracciamutande. Plastica. Rimane la voce di Vedder, lì andiamo sul sicuro. Ma il problema è che - e qui ci riallacciamo al colpevole - non ci potete spacciare ‘Mind Your Manners’ come la nuova ‘Spin the Black Circle’. Che non ci potete dare in pasto un secondo singolo diabetico come ‘Sirens’. No, non si può. Ed il fatto è che questi non sono neanche i brani peggiori del disco. Ora, possibile che dopo “No Code”, O’Brien (che ha prodotto quasi l’intera discografia della band) non si sia confrontato con la band e non gli abbia detto: ehi ragazzi, questa è la strada giusta per crescere, percorriamola. Possibile che comunque non si riesca ad assottigliare le differenze che ci sono fra la stessa band, dal vivo e in studio? Perché se ci riascoltiamo su disco brani tipo ‘Corduroy’, ‘Dissident’, ‘Rearviewmirror’ - ma potremmo citarne molti altri – non ci parlano quasi più, mentre se ce li sentiamo dal vivo ci emozioniamo ancora come se avessimo vent’anni? Il punto è questo, non ci si emoziona più. E per un gruppo che ha costruito la sua carriera sulle emozioni, è un po’ complicato trovare il filo. Oltre al disco che non funziona, ci sono un altro paio di cose che fanno girare le palle. I detrattori di cui sopra, che buttan merda così a caso e che forse rendono “Lighning Bolt” migliore (no, non è vero). E i fan, quelli che dicono, eh però non sono più quelli dell’inizio. Oppure, io dopo ‘No Code’ (qualcuno anche ‘Yield’), nulla. Tutta una serie di circostanze che ci hanno sciupato il rito dell’attesa del nuovo disco dei Pearl Jam. Però no, non ci sciuperanno l’attesa di vederli ancora una volta dal vivo. Perché tanto lo sappiamo tutti che renderanno belle anche ‘Sirens’, ‘Mind Your Manners’, ‘Infallible’, ‘My Father’s Son’ e ‘Getaway’. Oh poi magari chissà, un domani ci sta che cambino anche produttore. Tanto mica ci si dimentica come si fa a scrivere canzoni belle.

CHELSEA WOLFE Pain Is Beauty (Sargent House) Non siam così sicuri del fatto che Pain is Beauty, ma siamo più che sicuri che, “Pain is Beauty”, il disco, sia meraviglioso. La Wolfe ha trovato l’equilibrio perfetto tra i suoni lugubri degli esordi ed un barlume di luce in fondo al tunnel. Non che all’improvviso sia pop e che questa luce sia così accecante. Epic, rocknoir può andare? WILLIAM ONYEABOR World Psychedelic Classics Vol.5 – Who is William Onyeabor? (Luaka Bop) Gli stessi compilatori del quinto capitolo di World Psychedelic Classics, via Luaka Bop di David Byrne, non sono così sicuri di chi sia William Onyeabor. Forse neanche lui lo sa. Sappiamo solo che era il capo di un misconosciuto villaggio della Nigeria. E che il suo funk di fine ’70 non teme confronti con Parliament e Funkadelic. Vi sono piaciuti i Goat? Bene, partite da qui. SPINDRIFT Ghost of the West – Original Soundtrack (Tee Pee) Datisi appuntamento per riformarsi definitivamente nel 2009 nella stanza del Joshua Tree Inn dove è stato trovato morto Gram Parsons, gli Spindrift omaggiano il mondo cinematografico e musicale western dopo un tour di cinque settimane speso fra oltre venti città fantasma dell’America più nascosta. La Golden Era dei cowboy e i fuorilegge più pericolosi sono qui.

La discoteca Bigiotteria di musica italiana SERGIO CAPUTO Un sabato italiano (1983) “Parla piu’ forte, ti telefono da un night” - Siete astemi? Avete poca dimestichezza con le bevande alcoliche e non sapete come fare? Niente di piu’ semplice: acquistate “Un sabato italiano” di Sergio Caputo, mettetelo in riproduzione, ascoltate e leggete i testi. Ogni canzone è abbinata ad un cocktail, con tanto di minuziosa preparazione. Un professionista dell’abbinamento swing-club-drink il talentuoso cantautore romano, ultimo uscito del mitico Folk Studio, esordisce in pratica con questo disco nel 1983. Un disco jazz-swing che racconta di locali fumosi, storie tormentate e solitarie ed ironiche riflessioni. Un disco da bar newyorkese con un lessico talmente elevato da essere utilizzato nell’ambito accademico negli Stati Uniti nei successivi anni come esempio di poesia contemporanea italiana. Probabilmente uno dei piu’ grandi cantautori che la storia della nostra musica abbia avuto: autore ironico, nazionalpopolare al punto giusto e talmente amante del jazz da scappare proprio negli U.S.A. per cimentarsi da chitarrista, con ottimi risultanti negli anni successivi al questo esordio. Da mettere subito in ascolto : “Cimici e bromuro” e “E le bionde sono tinte” e “Night”. Ovviamente con un drink. Cin cin! Riccardo Morandi


cinema stensen NovEMBrE

La leggenda di Kaspar Babies Arrugas Blanca nieves Hauser dal 2 ottobre

dal 31 ottobre

CINEMA STENSEN Viale Don Minzoni 25/C - Firenze cinema@stensen.org

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17 novembre

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