Gennaio 2014
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SIPARIO • ATELIER • GAZEBO PENGUINS • THINGS • MYMOVIES.IT • VIVI SEPULTURA UN SEX SYMBOL AL MESE • THE HARSH TRUTH OF THE CAMERA EYE • LA SCENA • THE ITALIAN GAME • I PROVINCIALI UNUSUAL FLORENCE • BASTA STARE TRANQUILLI • PALESTRA ROBUR • PAROLE • SUONI • MATITE • L’AGENDA DI GENNAIO
fino al 5 gennaio Chiara Francini Emanuele Salce
TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA di Natalia Ginzburg con Anita Bartolucci regia Piero Maccarinelli
14/19 gennaio Giuseppe Pambieri
LA COSCIENZA DI ZENO di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo regia Maurizio Scaparro
28 gennaio/2 febbraio Glauco Mauri Roberto Sturno
UNA PURA FORMALITĂ€ versione teatrale di Glauco Mauri dal film di Giuseppe Tornatore regia Glauco Mauri
www.teatrodellapergola.com
Sommario 4 5 6 7 8 10 11 12 14 18 21 22 25 27
N° 14 • GENNAIO 2014
sipario
buoni propositi
Editoriale
pellicole
Non ci sono dubbi, nel 2014 succederà qualcosa.
di tommaso chimenti
il cinema dalla parte del pubblico di caterina liverani
Scoppierà una terza guerra mondiale per commemorare il centenario dalla prima? Si darà il via alla tanto attesa nuova rivoluzione industriale? Il PD riuscirà a vincere le elezioni? Sarà vero che assisteremo attoniti alla morte di Brian nei Griffin?
arte
vivi sepultura di elena magini
cose nuove
lavorare per tessere nuove relazioni di eleonora ceccarelli
domande
gazebo penguins di emanuele giaconi
basta stare tranquilli
gonzo pitti
di simona santelli
segni
things
di ilaria castellino
un sex symbol al mese
the harsh truth of the camera eye
di il moderatore
di antonio viscido
björn borg
musica
agenda
gennaio mappe
unusual florence di riccardo sgamato
piccole incursioni nel sottobosco locale
i provinciali
niente è più come prima
la scena
di pratosfera
the italian game
palestra robur
di ivan carozzi
di leandro ferreti
scenari 70-80 parole
di sara loddo
matite
oltrarno
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suoni
Il 2013 è stato l’anno del low profile. Un po’ per rispetto, un po’ per paura. Niente sfarzi, molto contegno; poche gioie, nessun entusiasmo fuori dalle righe. Adesso, con tutto il rispetto, ci siamo un po’ rotti. È arrivato il momento di riprendere le redini e tirarle con tutta la forza che abbiamo. Non prendetemi per pazza - oppure sì, tanto ce n’è ben donde. Ho sempre visto gennaio come un lunedì all’ennesima potenza, giusto per darvi un’idea dell’euforia che mi attanaglia. Ci saranno da fare dei gran sospiri prima di trovare il coraggio di rimboccarsi le maniche. Ma tocca farlo se non vogliamo vivere passivamente aspettando il Deus ex Machina che ci tolga le castagne dal fuoco. Ché poi vedete, a me le castagne piacciono crude. Anche se sbucciarle è una menata colossale. Ma quando l’ultimo filamento si è staccato, ah, quella è La Soddisfazione. Quindi, l’importante rimane sempre la stessa cosa. Esserci. Puntuali come il gelo nel weekend. Puntuali come motorini che si fermano a 100 mt dalla meta. Puntuali come le multe che arrivano appena i conti quadrano. Puntuali come l’inverno che per quanto ci si impegni (e la miseria se ci si impegna) non cesserà mai di trasformarsi in primavera.
di lespertone in copertina: Fashion Party di Miriam Frescura.
snow
di isabella ahmadzadeh
Graphic designer nata e cresciuta a Firenze. Dopo gli studi allo IED di Roma, la curiosità la
Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 14 - Anno II - GENNAIO 2014 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Editore Associazione Culturale Lungarno Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze P.I. 06286260481 Direttore Responsabile Marco Mannucci Direttore Editoriale Matilde Sereni Responsabile di redazione Leonardo Cianfanelli
di Matilde Sereni
Stampa Grafiche Martinelli - Firenze Distribuzione Ecopony Express - Firenze Hanno collaborato Tommaso Chimenti, Caterina Liverani, il moderatore, Lespertone, Elena Magini, Simona Santelli, Ivan Carozzi, Sara Loddo, Riccardo Sgamato, Antonio Viscido, Leandro Ferretti, Miriam Frescura, Eleonora Ceccarelli, Ilaria Castellino, Zanobacci, Pratosfera, Isabella Ahmadzadeh, Emanuele Giaconi.
Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.it Si ringrazia la Lira Srl e la famiglia Fattori per sostenere e credere in Lungarno.
porta a fare diverse esperienze professionali tra Londra, Torino e Milano. Tre anni fa la richiama Firenze, dove adesso vive e lavora collaborando con clienti in Italia e all’estero. La grafica è il suo mestiere e la sua passione e, potendo tornare indietro nel tempo, le sarebbe piaciuto farla negli anni ‘60 che la ispirano per raffinatezza e colori. http://cargocollective.com/miriamfrescura
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sipario di tommaso chimenti
Buoni propositi
C
he i buoni propositi rimangano nei cassetti pieni di sogni ammuffiti e di scheletri impolverati a farsi compagnia. La dieta, la palestra, la serietà, le virtù, la sincerità. Roba vecchia ormai come ex voto ingialliti. Ci vuole futurismo, iconoclastia. La rivoluzione, visto che nelle strade e nelle piazze ci hanno detto che è pericolosa e che ci si potrebbe fare del male, allora è ancora possibile immaginarla in un luogo-non-luogo, non a caso come la fantasia, in un buio collettivo, un sentire che a tratti diventa sentore, afrore, sentimento che non si esaurisce nell’applauso. Gennaio, cantava Federico Fiumani. Ecco il decalogo da consumare come l’ultimo (molto) pop-corn, da centellinare come il risucchio nel bicchiere di cartone da Mc Donalds quando la Coca è finita, svanita, kaputt. I dieci comandamenti da seguire pedissequemente. Non sarà un elenco; sarà una tempesta, una raffica alla Batistuta. Non solo Firenze, che tutto, tra un po’, ricadrà sotto la dicitura di “area metropolitana”, dalle Alpi (Ilaria) alle Ande. Per chi cerca da sempre una cura di battiatesca memoria ad ogni male: “Il guaritore” (al Cantiere Florida il 10 ed 11) scritto da Michele Santeramo, drammaturgo in forte ascesa, vincitore del “Premio Riccione”, e messo in scena con carnalità dal suo Teatro Minimo: protagonista un illusionista ciarlatano, quelli di cui abbiamo sempre più bisogno per camuffare questa specie di realtà. Per gli apocalittici e pessimisti e bui “La fine del mondo” (al Teatro dell’Antella il 18) sperando che i pianeti in scena si mettano d’accordo per far colpire la Terra da quella cometa che gira e gira e gira intorno da milioni
di anni non decidendosi ma(g)i se compiere il grande salto. Per chi crede che non siamo solo corpo e 70% di acqua il “De Anima” (a Cango dal 17 al 19) con i danzatori di Virgilio Sieni, sempre sospesi, eterei, nuvolari, antimaterici. Per chi s’appassiona come missione, stana il godereccio e lo star bene ad ogni costo come ossessione bulimica convoglia in “Zona torrida” (al Teatro delle Sfide di Bientina dal 17 al 19): la vera vita di Carlo Monni tra salsicce, bevute, amicizia, e tanta umanità, trasportata con generosità da Andrea Kaemmerle e Riccardo Goretti, emuli dichiarati del Bozzone nazionale. Per gli inguaribili sognatori d’ogni età “Garage d’or” dei berlinesi Familie Floz (al Teatro Verdi dal 9 al 12) con le loro maschere trasognanti, i loro volti di plastica deformati ma così dolci e stupiti e spaventati, muti ma che sembra abbiamo infinite parole nascoste nel lattice. Per chi ama vivere nello struggente passato malinconico e straziante di amori e adii, allontanamenti e fughe “Sergio Endrigo, l’ultimo concerto” (al Teatro di Rifredi il 10 e 11) al quale presta voce e faccia il bel Nicola Pecci, cantattore dopo la degna prova qualche stagione fa nei panni di Luigi Tenco. Per chi pensa che ancora il lavoro, il mestiere e l’occupazione debbano avere una qualche forma di riconoscimento e dignità “Schiavi in mano” (Teatro delle Spiagge l’11) con Fabio Monti per far tornare la parola “precariato” ad un atto odontoiatrico e “co.co.co” gergo da stie per polli. Per chi finge talmente bene da sembrare vero e per chi è talmente vero che lo prendono per stupido o se gli va bene gli danno del naif,
“Il teatrante” (al Teatro Metastasio di Prato dal 9 al 12) con Franco Branciaroli, signore del nostro teatro, ed il mostro sacro Thomas Bernhard, in equilibrio tra ciò che si vorrebbe e quello che si può, o ci permettono di fare. Per chi crede che esistano omicidi di Stato e che le barchette di pescatori nell’Oceano Indiano non imbarchino soltanto reti e ancore e lische “African requiem” (Teatro Manzoni di Calenzano l’11 e 12) con Luisa Cattaneo e Amanda Sandrelli ci ricordano i giornalisti come Ilaria Alpi, gli unici che possono appuntarsi questo appellativo come stemma e vanto; tutti gli altri sono scribacchini. Per chi si è sentito solo e abbandonato “Qui e ora” (al Teatro Puccini i 22 e 23) Valerio Mastrandrea ci porta nel mezzo di uno scontro automobilistico nell’impossibilità di muoversi, di agire, di chiamare, di cercare, di essere trovati. Metafora quotidiana. Qui c’è un Grande freddo. Una specie di Alaska. E non parlo del meteo.
in alto: Familie Flöz in “Garage d’or”, al Teatro Verdi dal 9 al 12 gennaio foto di Emanuela Danielewicz
pellicole
di caterina liverani
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Il cinema dalla parte del pubblico A
manti del Cinema e amici di Lungarno abbiamo deciso di iniziare il nostro anno da spettatori incontrando Gianluca Guzzo AD e fondatore di MYmovies.it il sito italiano di riferimento per l’informazione, la discussione e la fruizione del cinema. Quando nasce MYmovies.it? Il progetto nasce nel 2000 come biblioteca del cinema on line con tutti i film dal 1895 digitalizzati dal Dizionario di Pino Farinotti con aggiornamento trimestrale. Oggi è una piattaforma di informazione e intrattenimento dove è addirittura possibile reperire informazioni su film non ancora terminati. Una guida per andare al cinema in cui c’è ampio spazio anche per televisione e home video. Quante persone sono coinvolte? Siamo una struttura abbastanza snella: a Firenze che è il nostro nucleo centrale siamo 15, a Milano dove si trova il nostro direttore responsabile insieme alla parte commerciale 4, mentre a Roma abbiamo 5 collaboratori. Possiamo inoltre contare su numerosi freelance che scrivono per noi da tutta Italia. MYmovies.it offre l’opportunità di accedere a un cinema che spesso conosce difficoltà di distribuzione. Parlaci di MYMOVIESLIVE! e MYMOVIESWIDE!. MYMOVIESLIVE! ha debuttato 3 anni fa con il documentario La bocca del lupo di Pietro Marcello vincitore del Torino Film Festival. Credevamo nel film e volevamo promuoverlo lanciandolo sulla nostra piattaforma prima della sua uscita in sala. Il modo migliore per farlo era creare una sala cinematografica virtuale alla quale potersi connettere tramite facebook e con la possibilità di chattare durante la proie-
zione incontrando il regista. MYMOVIESLIVE! oggi è alla sua terza versione e può contare su un layout intuitivo con 2 offerte, una free e l’altra a pagamento. Si tratta quindi di un’attività social che offre la possibilità di vedere film che potrebbero rimanere invisibili o relegati ai festival. MYMOVIESWIDE! invece è una vera e propria libreria, una piattaforma streaming in video on demand attraverso cui accedere a film più mainstream dove si acquista la singola visione. Cosa pensi di questa alternativa alla sala cinematografica tradizionale? Noi sposiamo in toto i progetti, sempre più frequenti specialmente negli Stati Uniti, che nascono per essere almeno inizialmente diffusi solo in rete. Non è semplice anche perché i numeri sono ancora bassi e bisogna creare un pubblico. La necessità è generata dalla mancata distribuzione di alcune pellicole, un fenomeno che con la chiusura delle piccole sale è sempre più frequente. Si rende necessario creare altri canali distributivi. Per il momento noi sul web operiamo abbastanza isolatamente in quanto la maggioranza delle piattaforme streaming rimane concentrata prevalentemente su film mainstream e non è facile promuovere un film commercialmente poco appetibile. Però attraverso la chat e la presenza del regista in compagnia di un esperto ad animare la sala virtuale si possono raggiungere risultati interessanti. Come inizia la collaborazione con la 50 Giorni? Con il Festival dei Popoli avevamo iniziato un sodalizio lo scorso anno proponendo un loro film al giorno Quest’anno abbiamo rilanciato con una pellicola da tutti i festival della 50 Giorni proiettata ogni sera nella nostra sala
virtuale a 300 posti. Lo stesso modello si è ripetuto nei mesi di novembre e dicembre anche con il Torino Film Festival e Courmayeur Noir. Come si svolge la comunicazione tra i vostri iscritti sul forum di discussione dedicato a ciascun film? Chi non ha amato una pellicola nel momento in cui decide di scriverne manifesta un temperamento molto forte esprimendo la sua delusione. Le recensioni dei nostri lettori ci rendono comunque sempre molto felici perché si trovano pezzi bellissimi che noi premiamo con la visibilità, difatti le loro considerazioni su un film sono poste subito dopo quelle dei critici. Il cinema dalla parte del pubblico significa anche questo. Tra gennaio e febbraio inoltre partirà la nuova edizione di Scrivere di cinema, il concorso che premia la miglior recensione scritta dai nostri utenti.
www.mymovies.it www.scriveredicinema.mymovies.it in alto: Gianluca Guzzo
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arte
di elena magini
Vivi Sepultura
F
_AIR, Florence Artist in Residence è un programma di residenze diretto da Lucia Giardino e organizzato in seno all’attività di FUA, Florence University of the Arts, una delle numerose accademie d’arte americane presenti nel territorio fiorentino. La specificità di F_AIR, modello di residenza fortemente connotato, si situa nella volontà di far interagire artisti e studenti attraverso modalità distinte ma complementari: la didattica (l’artista residente è chiamato a tenere un corso durante la propria permanenza) è infatti affiancata da un’interazione estensiva (parte della residenza si svolge ad esempio in un peculiare studio, un cubo di vetro situato tra le aule e la galleria espositiva, la cui collocazione e conformazione accentuano l’esposizione diretta dell’artista). L’attività di F_AIR da luogo ad un’esperienza ibrida, da un lato permette agli studenti di avere una modalità alternativa di fruizione del contesto artistico contemporaneo, dall’altra lo stesso artista sviluppa una metodologia di lavoro e riflessione maggiormente interattiva. La mostra conclude la residenza di Larissa Aharoni (Colonia, 1974, vive e lavora a Berlino) e costituisce un caso esemplare di come l’attività della scuola riesca a sollecitare la
riflessione degli artisti ospiti. La ricerca di Aharoni è da sempre tesa a intessere una relazione con il luogo in cui si inserisce, non tanto a livello formale, quanto favorendo un ascolto rivolto al territorio e alle persone che lo abitano, secondo una prospettiva prevalentemente sociale. L’installazione si muove su un doppio binario di interesse e suggestione, che unisce l’esperienza collettiva a quella più singolare vissuta dall’artista all’interno dell’ambiente accademico. Prendendo spunto da un fatto di cronaca, il tragico naufragio di migranti avvenuto il 3 ottobre 2013 sulle coste di Lampedusa, l’artista ne propone una rielaborazione in forma simbolica. Le immagini del video riproducono in maniera non immediatamente riconoscibile la manipolazione di argilla in acqua, il suo disciogliersi nel liquido, la perdita di consistenza e forma, il mutare di colore della superficie dell’acqua. La sensibilità propria dell’artista rispetto al contesto in cui si trova ad operare viene formalizzata anche nell’uso esclusivo di materiali trovati all’interno di F_AIR: è stata pensata e all’interno dell’accademia e opera con gli strumenti propri della scuola, in una sorta di autoreferenzialità di esecuzione. Aharoni pone in relazione nell’installazione
due media distinti, quasi stridenti nel loro utilizzo congiunto: l’argilla, materiale legato alla tradizione, connesso ad un uso prevalentemente artigianale, e il video, strumento tecnologico che l’artista impiega qui per la prima volta, dando luogo ad un contrasto tra immagine in movimento e concretezza del materiale, tra la consistenza della forma e temporalità del video. Lo spazio di F_AIR viene totalmente saturato da immagini e suoni, la video installazione è proiettata in maniera frammentaria e discontinua su cinque schermi ricavati dai supporti impiegati dalla classe di pittura. L’ambiente appare inizialmente come una quinta teatrale bidimensionale, lo spettatore può infatti fruire del lavoro da una piccola apertura sulla porta di ingresso, una visione limitata che si contrappone e anticipa l’ambiente immersivo che si esperisce una volta varcato l’ingresso. La rappresentazione complessiva risulta di particolare impatto simbolico e favorisce intense associazioni visive e metaforiche, dove elementi originariamente connessi ad una dimensione primigenia e generativa, alludono qui al lutto, alla morte e alla perdita. http://fair.palazziflorence.com
cose nuove di eleonora ceccarelli
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Lavorare per tessere nuove relazioni A
lcune donne lavorano nella moda, alcune donne lavorano nel sociale. Ma nella cooperativa sociale Atelier le donne lavorano in entrambe le categorie. Sabrina, Rossella e Laurence sono solo tre delle sette socie lavoratrici e delle quindici in totale che lavorano in questo edificio di San Salvi. Partiamo dall’inizio, Atelier è una cooperativa sociale di tipo B, ciò significa che il loro obiettivo è l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate creando valore sociale. Si, proprio così. Bellissimo, no? Ma non solo, entrare all’interno del loro laboratorio è un salto in una sartoria piena di vita, macchine da cucire, stoffe, ritagli, fili colorati, forbici e ferri da stiro. Non ho visto in azione le macchine da cucire, ma si poteva ben immaginare cosa fosse durante il giorno, un fermento continuo. Riuscire a cogliere le competenze individuali e le capacità lavorative di individui svantaggiati, riuscire a fargli trovare un posto nel mondo, anche solo se lavorativo è un vanto che ben pochi si possono permettere. E loro, queste tre ragazze che ho incontrato, secondo me neanche se ne rendono conto, di quanto è bello ciò che fanno. Di quanto aiutano la società a migliorare. E se questo non bastasse e non vi convincesse abbastanza a fare un salto nel loro sito internet, o addirittura nel loro laboratorio, vi racconto anche questo. Il loro appalto più grande deriva dal
ricucire e rammendare biancherie ospedaliere e camici, ma c’è dell’altro. Avete presenti i cartelloni pubblicitari appesi ai lampioni -Gonfaloni pubblicitari o banner -? Sono tutti fatti di un ottimo cotone e stampati con inchiostro ad acqua, che però dopo 30 giorni diventano rifiuti. Ma Atelier sa cosa farci. Grembiuli, federe fantastiche, trapunte, biancheria per la casa e borse. Tutti rigorosamente pezzi unici e bellissimi. Con la loro modestia hanno ammesso di aver partecipato ad un programma con un Designer per creare nuove idee. Ed il risultato è incredibile. Una seconda vita a questi banner, mettendo in luce la bellezza del materiale, la qualità del lavoro manuale, e soprattutto tornando alla C loro mission primaria, porre attenzione sulle difficoltà di M soggetti che all’interno di queY sta impresa sociale diventano capacità uniche. Il loro sogno CM sarebbe avere una vetrina, un piccolo spazio per far vedere MY le loro creazioni e soprattutto CY riuscire a spiegare e a far comprendere cosa esiste realmen-CMY te dietro a questi pezzi unici di sartoria artigianale. Tutto K ha un senso se i prodotti vengono legati alla loro nascita e compresi fino in fondo. Questo primo esperimento dei banner pubblicitari è chiamato “Linea Penelope” e vuole essere l’inizio di un’altra storia fatta di qualità, territorialità, consumo consapevole ed etica come stile di vita. Conciliare queste due anime, il fare impresa e la finalità sociale, è veramen-
te una sfida continua, ma queste donne sono una forza della natura ed hanno dei progetti futuri che qui non vi svelerò. Stavo dimenticando una bellissima iniziativa che potrebbe interessare ad ognuno di noi! Corso di cucito base e corso di cucito creativo. Prezzi super
accessibili per imparare e stare in ottima compagnia. Cucire è bellissimo e fa molto bene alla testa ed al cuore, come mi ricorda Sabrina mentre la sto salutando. http://www.coopatelier.org
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domande di emanuele giaconi
Gazebo Penguins È
tempo di arrivare a Firenze per i Gazebo Penguins, la band Emo-Core di Correggio ormai tra i capiscuola del genere in Italia. Il loro ultimo disco, “Raudo” (già trattato anche qui su Lungarno a giugno), è piaciuto a molti, da Nord a Sud, e il trio reggiano non si concede tregue nelle tappe che portano il loro sound ai quattro angoli del Belpaese. Il 18 gennaio i Gazebo Penguins suoneranno al Glue e, per l’occasione, ho avuto modo di fare qualche chiacchiera con Capra, voce e chitarra del gruppo, che ci ha parlato dei fan della band, del suonare in Toscana e anche della passione per il buon cibo. Allora, pinguini, fra poco vi abbracceremo in quel di Firenze. Intanto che somme tirate dopo i tanti live in giro per l’Italia dopo l’uscita del vostro ultimo lavoro? Questo “Raudo” vi pare sia scoppiato bene o quando vi presentate sul palco la gente vi risponde coi miniciccioli? Visto che mi piace fare i conti e usare i numeri perché è una roba che a scuola non sopportavo, possiamo dire che nei primi 8 mesi dall’uscito di RAUDO in un soleggiato aprile 2013 abbiamo fatto 65 concerti, e a dare un’occhiata al calendario coi nomi dei posti dove siamo capitati, ce ne sono un paio che mi scorderei volentieri, tantissimi che mi fanno godere ancora, e tutti gli altri decisamente sopra la media a cui eravamo abituati negli ultimi 10 anni i cui abbiamo suonato in giro. La gente ai concerti ultimamente ha voglia di fare casino, di farsi del male, di divertirsi, cantare, e godere un po’ anche loro. Ci sono tantissimi ragazzi e ragazzi giovani, anche giovanissimi, e la cosa ci fa sorridere e ci mette una bella speranza per la musica che verrà. L’ultimo concerto che abbiamo fatto per dire era in una discoteca in
Riviera, e se arrivavi al parcheggio lo vedevi praticamente vuoto, ma dentro c’era una roba come 500 teens che si erano fatti accompagnare dai genitori. Pazzia. Avete mai suonato a Firenze? Sbaglio o la Toscana vi accoglie sempre molto positivamente? Personalmente vi ho visto in tre diverse città toscane e ho sempre notato molto calore e voglia di singalong duro. Dipende. Nonostante siamo un gruppo che stia suonando tanto ancora si fa fatica a capire cosa funziona di certe serate e cosa no, perché certi posti si riempiano di gente carica e altri di gente fredda, perché in certi posti se vai a suonare anche il lunedì alle due di pomeriggio ti troverai comunque 200 persone a fare la malora e altri invece che la gente devi spingerla dentro regalando vodka tonic. La Toscana ha situazioni incredibili, con persone che si sbattono per fare programmazioni incredibili e festival incredibili, e tanti posti che organizzano concerti perché pensano sia un modo come un altro per far passare un weekend. C’è un po’ di tutto questo anche nei live che ci abbiamo fatto. Detto ciò, a Firenze city non siamo mai stati, ergo vedremo in che punto di questo tabellone si piazzerà. Il panorama indipendente italiano, agli occhi dei GP, in che stato di salute versa? Siate stronzi e stilate una lista di 3 buoni/santi/amici e di 3 cattivi/delinquenti/nemici della “scena” (vanno bene nomi veri - che temo non farete per i cattivi - ma anche entità astratte, simboli, animali o altro). Mi piacciono i gruppi che suonano, che si divertono in quello che fanno, quasi più di quelli che credono in quello che fanno. Negli ultimi mesi in furgone stiamo ascoltando per lo più
roba elettronica, meno chitarre e più sintoni, meno rullo e più cassa, busseria insomma, e notavamo come in Italia sia un filone abbastanza esangue. Però per esempio dalle nostre parti c’è un giovanissimo Machweo che secondo me farà un discone alla prossima uscita. Per quanto riguarda la parte sui “cattivi della scena” seguo sempre una regola che è quella di non parlare di ciò che non piace, perché spalare merda non fa diminuire la merda, la fa solo aumentare. Cosa piace ai pinguini come voi, a parte il suonare? Se doveste smettere domani perché altrimenti vi torturerebbero i servizi segreti di un Paese crudelissimo, su cosa vi buttereste? Tipo che se mai potesse scegliere un endorsment, prima che alla Fender lo chiederei alla Trattoria Cognento di Correggio, dove oramai abbiamo un conto aperto fatto di tris di primi (tortelli verdi, tortelli di zucca e cappelletti) e gnocco e tigelle. Si fanno migliaia di chilometri ogni settimana per dover subire anche il supplizio degli autogrill. Andavamo sempre alla ricerca del miglior posto che il nostro percorso offriva tra una data e l’altra, lo facevamo quando non pigliavamo una lira, continuiamo a farlo. Pensando a Firenze già mi viene in mente che potremmo farci una ribollita al Cibreo o i topini di patate da Sabatino. Quindi, magari, ci butteremmo sul cibo, e magari su una distilleria clandestina di grappa.
http://www.gazebopenguins.com
10 basta stare tranquilli di simona santelli
M
i hanno detto: vai a Pitti per Lungarno, raccogli il meglio. E così, armata del mio maglione buono di Zara, palesemente sfigata, sono andata in giro per questa imperdibile fiera osservando capi che non indosserò mai, intervistando personaggi che di stile se ne intendono. Ho notato un fil rouge costante, stand dopo stand, tra composte orde di fashionisti professionisti: tecnologia, gusto, viaggi e moda sono ormai indissolubilmente legati, nel mondo del lusso. Ecco qualche flash sparso, tra angore del Minnesota, calzini anti perdita dei peli sugli stinchi, gente visibilmente magra. Renzi che twittava che era al Pitti. Dora Baltea, fondatrice di Willy Wonka Factory e Blogger IO - Parlaci di Willy Wonka Factory, il tuo progetto che è stato molto apprezzato in questa edizione di Pitti Uomo. DB - Coco Chanel disse “Il buon gusto nel vestire è qualcosa di innato, come la sensibilità del palato” Allora mi sono detta: perchè non unire le due cose e farne una linea di abbigliamento? In un anno ho pensato e brevettato le Chocolate Shirts, camicie fatte con il burro e i semi del cacao, a lento rilascio di antiossidanti e sostanze emollienti, nonchè antidepressivi e anti invecchiamento. IO - Decisamente un’idea di avanguardia. Ma quanto dura l’effetto di questa “camicia della felicità”? DB - Dopo circa 4 o 5 mesi l’effetto del seme di cacao svanisce. E allora, se come diceva sempre Chanel, “la moda cambia ma lo stile resta”, si può decidere di variare modello, o scegliere di ricomprare lo stesso, rimanendo sempre cool e perchè no, magari provvedendo ad auto-rottamare la propria camicia ormai priva di poteri benefici semplicemente mangiandola. Un’idea che è anche bio! IO- Affascinante la volontà di rottamare qualunque cosa in questo paese ultimamente e di riuscirci… ma stai dicendo sul serio? DB - Sto mettendo a punto una rete di pop up corner, localizzati soprattutto nel Middle East, mirati allo smaltimento delle Chocolate Shirts: entri, consegni la camicia ai nostri cuochi e nell’attesa di mangiartela scegli un’altra Choco. Semplice no? Goacchino Pellecchia - Travelling Taster IO - Signor Pellecchia, cosa fa esattamente un
Gonzo Pitti travelling taster? GP - La domanda che mi fanno più spesso. In poche parole, assaggio. In giro per il mondo, ogni tipo di cibo. Sono sempre in viaggio. IO - Può rivelarci qual è il piatto must della prossima stagione? GP - Senza dubbio il Capretto di Velletri, abbinato in maniera egregia a un magnifico vino proveniente da una piccolissima vigna in Botswana, a sud del paese. Siamo tutti coscienti del ruolo sempre più importante che si sta ritagliando il continente nero nell’economia mondiale. Il segreto per avere successo nel mio lavoro è questo: mischiare serio e faceto, far diventare una combinazione geograficamente impossibile un ottimo connubio di sapori, di equilibri geopolitici. IO - Rivisitare un piatto della tradizione toscana in chiave moderna è possibile? GP - Una piccola perla che è già cult, assolutamente da provare, è la Ribollita con i Taralli del Freccia Club: un esempio ambizioso di minimalismo culinario unito alla cucina povera. Attilio Della Bellavita - Trendsetter a spese dei suoi IO - Attilio, cosa si deve fare per essere à la page nella prossima stagione ADB - La parola d’ordine da tenere ben presente nel 2015 è: C-O-N-F-O-R-M-I-S-M-O. Basta con questo finto tutto, finto trasandato, meta nerd, proto gay. Rabbrividiamo su tutte le nuance della fauna indipendente, per non parlare di quella definizione che incomincia per H e finisce per R [hipster, ndr]. Basta con i quizzettoni su band che sono così emergenti da non essere su Spotify, che comunque DEVI conoscere, pena uno scenario di fronti corrugate intorno a te al minimo accenno di non
conoscenza del suddetto gruppo. C’è voglia di una rivoluzione pacifica ma concreta: come se Paolo Bonolis, Silvia Toffanin, Topo Gigio, Maria Teresa Ruta e Katia del Grande Fratello marciassero insieme mano nella mano verso una riappacificazione degli ego in cerca di idee mai viste. IO - Programmatico. Ma come emulare al meglio lo spirito del Conformista? ADB - Pensa a tuo padre che ti veniva a prendere il sabato pomeriggio uscendo da catechismo. Focalizza l’immagine. Fissala. Immagina adesso uomini che indossano parka e montgomery, entrano in boutique ed escono con un piumino ipersottile iperleggero nel colore blu prealpe, interno con il colore pantone dell’anno, bianco tomino sulla piastra. Ecco il mood. Diversamente conformi. Florio Pulci - Eco Gay Friendly Assistant IO - Uomo, 2015. FP - Non ce n’è per nessuno. La prossima stagione è quella dell’Uomo Gattaro. Una linea pensata per uomini che vogliono affermare il loro diritto a sfamare i gatti sotto casa, con stile, pur non avendo il ciclo ogni 28 giorni. Non più solamente Gattare, ma da oggi anche Gattari. Abiti studiati per donare il massimo comfort nel momento dei principali pasti quotidiani alle colonie feline. Tasche, controtasche, controtascotte, croccantini sempre alla mano. In un’affascinante miscela dove non si sa dove inizia Ernest Heminghway e dove finisce Luca Sardella. Al prossimo anno! foto: modernwearing.com
Things
a skype interview with Aldo Giannotti
A
ldo Giannotti è un artista toscano che opera con installazioni, video, fotografia e performance. I suoi lavori sono stati esposti in varie gallerie e musei di Vienna, Copenhagen, Bucarest, Graz, Londra e persino nella nostra Strozzina a Firenze. Interessante il fatto che Aldo abbia rappresentato l’Austria alla Triennale di Linz. La componente ironica è molto presente nel suo lavoro così come l’aspetto sociale e partecipativo. Ultimamente si sta dedicando ad un bel progetto dal titolo “Things”. Volevo approfondire un po’ sull’argomento a quattr’occhi, ma Aldo vive a Vienna e io a Firenze per cui la nostra intervista si è svolta via Skype (Dio salvi la tecnologia!).
mo da 25 anni e abbiamo un senso dell’umorismo simile, quindi è facile lavorare insieme. Mi interessa l’aneddoto, ovvero la prima volta che hai fatto un disegno su un sottobicchiere. Probabilmente la prima volta che ho visto un sottobicchiere, quindi quando ho iniziato a bere a 16 anni :)
C’è anche Pablo Chiereghin giusto? Pablo è alle relazioni pubbliche :) Ah ecco lui al lavoro sporco! Ha fatto quello di lavoro per un sacco. Nordest produttivo, no? Esatto e noi creativi squattrinati! Con Michele ci conosciamo dalla prima media e abbiamo iniziato a disegnare insieme, comunichiamo ormai tramite disegni, uno inizia e l’altro gli va dietro… Come in quel gioco in cui uno inizia una storia. Esatto, vengono fuori battaglie, discussioni filosofiche, tatuaggi, di tutto insomma, lo faccia-
di ilaria castellino
delle proprie personalità ed esperienze attraverso il disegno. Be’, come hai detto tu, hai associato al disegno un concetto, per me sarebbe già sufficiente a definirla arte! Chi partecipa vuole comprare o regalare l’opera giusto? O può anche solo dare un’idea? Esatto, come goal utopico noi ci siamo proposti di disegnare tutto, che come visione è super affascinante per un disegnatore. Tutto… il mondo?! Tutto. Lo dichiariamo subito nella homepage. Il mondo non è tutto, la nostra è un’astrazione utopica di intenti, raccontare il mondo solo attraverso cose, le persone non ci sono ma tutte le esperienze sì. Quando sarò vecchio voglio farmi fare un testamento visivo con tutte le cose che ho fatto. Le nostre scelte, i nostri gusti, le esperienze definiscono la nostra identità molto di più che un autoritratto dove solo la componente estetica viene rappresentata. “Things” sono i nostri ritratti raccontati attraverso le cose. A proposito di ritratti, hai anche un progetto che io associo a “Things” ma il soggetto sono persone e non cose, “People who own this art work”, c’è un’analogia? In un certo senso, lì visualizzo una comunità, sempre mirando a un target che esce da quello del classico collezionista, su quello sono simili, sull’uscire dall’idea che il collezionismo sia elitario
Aldo, come ti dicevo, pensavo di concentrare l’intervista su “Things”, progetto che già sai a me piace molto. Quando e come è nato? Esistono vari stadi, in generale mi è sempre piaciuto disegnare. Qualche anno fa ho iniziato un progetto che si intitola “Things that can be bought for the price of this art work”, fatti un centinaio, poi da lì è iniziata a girarmi l’idea di svilupparlo. Qualche mese fa sono stato invitato all’arte fiera di Vienna e ho ritirato fuori l’idea con “Things that i would like to own at this Art Fair”. La venuta a Vienna di Michele, fumettista e amico storico, mi ha spinto a mettere il progetto insieme più seriamente. Disegna anche lui o è stato solo un input? No, ora “Things” è di entrambi.
segni 11
Ah ok, quindi è una cosa che risale all’adolescenza, io li sbriciolavo e tu ci disegnavi sopra... Quando vedo una superficie bianca mi viene sempre da disegnarci. Cosa è per te quel gesto? Ti stai annoiando e disegni o filtri la realtà o cosa? Un atteggiamento compulsivo suppongo, mi viene automatico, c’è chi canta sotto la doccia chi parla arricciolandosi i capelli, io disegno quando ho un foglio bianco davanti. Non avevo mai pensato di usare il disegno in questo modo, era più una cosa mia. Aver trovato un elemento concettuale nel disegno lo ha fatto funzionare. Il progetto “Things” si compone anche di una parte che si potrebbe dire arte on demand? Non so se la chiamerei arte in primo luogo, è un sistema di comunicazione, un racconto
Ci sono oggetti o modi di fare che identificano una persona e che vengono usati nel ritratto classico, c’è questa componente in quei ritratti? Formalmente sono semplici ritratti, ma quello che viene rappresentato in realtà è la scelta comune e il posseso comune dell’opera, se vuoi anche un’idea di livello egualitario sociale, dove il ricco collezionista, è vicino a un disoccupato, o a un bambino di 2 anni. È un gioco di specchi Sì vederli insieme mette insieme varie realtà. Internet, si sa, accorcia le distanze geografiche e può permettere a tutti noi di far parte di questo progetto, fatevi un giro su www.thingsthingsthings.com e mandate ad Aldo, Michele e Pablo le vostre “esperienze” attraverso la foto di un oggetto che le rappresenta. Potreste diventare collezionisti in un click.
al centro: “dog” - http://www.thingsthingsthings.com
12
un sex symbol al mese di il moderatore
una non precisata (ma di certo illuminata) mente alle prese con la vera essenza della bellezza
Björn Borg
B
jörn Borg cominciò la sua irresistibile scalata a metà degli anni ‘70, epoca di racchette di legno e psichedelia, e proprio dagli eroi dell’acid rock questo monumentale atleta scandinavo sembrava aver preso la lunga capigliatura e la barba incolta, rimanendo però didascalicamente nordico nei suoi comportamenti, sempre moderato, sotto le righe, concentratissimo sul campo e, proprio per questo, praticamente imbattibile. Le sue divise, opera di un glorioso marchio sportivo italiano coraggiosamente proteso verso il superamento del candore del tennista, sono entrate nel mito, così come i polsini coordinati con la fascia di spugna tra i capelli, quella che gli sportivi dell’epoca, sospesi fra il fenomeno di costume e l’effettiva necessità tegi-sudore, proponevano assai volentieri, anche se pochi la portavano come lui, lo svedese di ghiaccio. Non il turbolento McEnroe, non il fascinoso Panatta, uno degli avversari più ostici di Borg, che preferiva lasciar svolazzare il ciuffo sudato; solo Borg era il “tennista con la fascia” che gli amatori cercavano di imitare su tutti campi di periferia, sognando una briciola del suo talento e invidiando il suo magnetico fascino. Fascino che esplode a fine carriera, quando il pezzo di ghiaccio macina-avversari incoccia una serie di disastri sentimentali da guinness dei primati culminata con l’agghiacciante liaison con Loredana Bertè, che, complice un fiuto per gli affari paragonabile al grado di sportività di Antonio Conte, lo porta sul lastrico, ma senza mai riuscire ad abbattere la sua personalità, sempre in grado di rialzarsi grazie alla stessa inscalfibile resistenza che sfiancava gli avversari sui campi da tennis.
http://unsexsymbolallasettimana.blogspot.it/
the harsh truth of the camera eye di antonio viscido
“La musica è luce” http://facebook.com/antonio.viscido
NU OVA AP E R T UR A A F IR E N Z E
neutra ESTETICA | BENESSERE
TEL. 055 685259 | Via del Paradiso, 2r | FIRENZE
P O RTA C O N T E U N A C O P IA DI L UNGARNO DI QUE STO MES E E AVR AI U N O S C O N TO DE L 10 % SU T UTT I I T RATTAME NTI
Gennaio mercoledì 01
domenica 05
¡MUU! 2 (01-04/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 euro TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA (01-05/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 30/15 euro ROBIN HOOD (01-04-06-11-18/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 11 euro giovedì 02
QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA Teatro Verdi (FI) ing. 37/25 euro AMAURY CAMBUZAT PLAYS ULAN BATOR NOF Club (FI) ing. libero
lunedì 06
venerdì 03
THE VENKMANS Tender Club (FI) ing. NP COME UN TUONO Glue (FI) ing. libero con tessera locale THE HALF OF MARY | THOM NOF Club (FI) ing. libero LEWIS BALSAMO & I NUOVI MOSTRI Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI UAU (03-04/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 euro BRING THE NOISE Tabasco Club (FI) ing. NP HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO (03-05|10-12|17-19/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 17 euro sabato 04
M+A Glue (FI) ing. libero con tessera locale BROKEN BONES Tender Club (FI) ing. NP O’ BRIAN BOMBERS NOF Club (FI) ing. libero IL PICCOLO PRINCIPE (04-06/01) Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro MARCO ZOPPI (04-06/01) Spazio Alfieri (FI) ing. 10/8 euro DIAFRAMMA Auditorium Flog (FI) ing. NP LE SORELLE OMICIDI (04-06/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 euro
IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA (05-06/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 euro MISS BARBARAZ Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI GENERAL STRATOCUSTER AND THE MARSHALS NOF Club (FI) ing. libero TABASCO RESIDENT NIGHT Tabasco Club (FI) ing. NP 16° RADUNO VESPA CLUB FIRENZE c/o Aviazione, Viale Malta (FI) ing. libero HIP DA JAZZ NOF Club (FI) ing. libero POP-UP UN FOSSILE DI CARTONE ANIMATO Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP martedì 07
PITTI UOMO (07-10/01) Fortezza da Basso (FI) ing. NP DANIEL KAWKA Teatro Verdi (FI) ing. 18/15 euro mercoledì 08
BLUES JAM SESSION NOF Club (FI) ing. libero LO SCHIACCIANOCI Teatro Verdi (FI) ing. 31/19 euro C’ERA UNA VOLTA L’ITALIA Glue (FI) ing. libero con tessera locale giovedì 09
OH MY O Tender Club (FI) ing. NP GARAGE D’OR (9-12/01) Teatro Verdi (FI) ing. 31/19 euro ALCHEMY DAZE NOF Club (FI) ing. libero ALDO FALLAI. DA ARMANI AL RINASCIMENTO Villa Bardini (FI) ing. libero venerdì 10
COSMO Tender Club (FI) ing. NP PADRONI DI CASA Glue (FI) ing. libero con tessera locale
SERGIO ENDRIGO L’ULTIMO CONCERTO (10-11/01) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 euro SE NON CI FOSSI IO (10-11/01) Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro LATTEX PLUS | AMIR ALEXANDER Tabasco Club (FI) ing. NP IL GUARITORE (10-11/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 euro MARCO DI MAGGIO DUO NOF Club (FI) ing. libero WERNER Palazzo Strozzi (FI) ing. libero SOVIET SOVIET Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI ROBERT CAPA IN ITALIA (10/01 - 23/02) Museo Nazionale Alinari (FI) sabato 11
PLASTIC MAN Tender Club (FI) ing. NP NATRON Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI GLUE PARTY Glue (FI) ing. libero con tessera locale BLUE BEATERS Auditorium Flog (FI) ing. NP THIRTY TRACKS NOF Club (FI) ing. libero WHISPERS Pinocchio Jazz (FI) ing. 10/7 euro MUSIC UNDERGROUND DEPARTMENT Tabasco Club (FI) ing. NP GUACAMAYA + BITTER COCKS CPA (FI) ing. NP JAM THEATRE Teatro del Romito (FI) ing. NP DAL PROFONDO DEL CUORE (11-12/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 euro domenica 12
ANTEPRIMA | LEVIATHAN Cinema Stensen (FI) ing. 4,50/6 euro STENTERELLO NELL’ISOLA DEI PIRATI Teatro Puccini (FI) ing. 7 euro BIPEDI UNIVERSI Teatro del Romito (FI) ing. NP
lunedì 13
JAZZ | ADDABBO - MUCCIARELLI BENINATI NOF Club (FI) ing. libero martedì 14
LA COSCIENZA DI ZENO (14-19/01) Teatro della Pergola (FI) ing. 30/15 euro mercoledì 15
BLUE DEVILS NOF Club (FI) ing. libero NO NAME Tabasco Club (FI) ing. NP giovedì 16
TOXIC LOVE / LOU REED, VELVET UNDERGROUND Tender Club (FI) ing. NP PITTI BIMBO (16-18/01) Fortezza da Basso (FI) ing. NP GIORGIA DEL MESE NOF Club (FI) ing. libero NEFFA Teatro Obihall (FI) ing. 17 euro venerdì 17
TONY Tender Club (FI) ing. NP HYSTERIA Glue (FI) ing. libero con tessera locale DE ANIMA (17-19/01) Cango (FI) ing. 12/10 euro APPLEJUICE & THE FIRST LADIES NOF Club (FI) ing. libero BRING THE NOISE | TESSELA Tabasco Club (FI) ing. NP RISATE SOTTO LE BOMBE Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro RE CORDIS (17-18/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 euro TROPPE ARIE (17-19/01) Teatro Lumière (FI) ing. 15/13 euro OVO Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI MAX GAZZÈ Teatro Verdi (FI) ing. 40/23 euro HIGHLIGHTS E INTERATTIVITÀ IN PEDIATRIA Palazzo dei Congressi (FI) ing. NP
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Perché a Firenze non c’è mai niente da fare... sabato 18
GAZEBO PENGUINS Glue (FI) ing. libero con tessera locale PETRINA Tender Club (FI) ing. NP BOMBINO Auditorium Flog (FI) ing. NP MUTE Tabasco Club (FI) ing. NP 100% ONE MAN BLUES | DAVIDE LIPARI NOF Club (FI) ing. libero LE STATUE CALDE (18/01-8/03) Museo Marino Marini (FI) ing. libero STEFANO BENNI | IL POETA E MARY Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro NAUSEA OR QUESTRA Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI ERIK FRIEDLANDER Pinocchio Jazz (FI) ing. 13/10 euro DR. MALE & PUSSY GALORE Keller Platz (PO) ing. NP LA TEMPESTA (18-19/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 euro domenica 19
OLDSEED NOF Club (FI) ing. libero IL PAESE DEI CAMPANELLI Teatro Verdi (FI) ing. 31/19 euro IL VILLINO DELLE SIGNORINE SQUILLONI Teatro Everest (FI) ing. 15/12 euro lunedì 20
JAZZ | PIRRO, MAULO, CATTANO, SCARDINO NOF Club (FI) ing. libero LA PASIÓN DE CARMEN Teatro Verdi (FI) ing. 31/19 euro martedì 21
PERSONAGGI | ANTONIO ALBANESE Teatro Verdi (FI) ing. 37/25 euro DREAM THEATRE Teatro Obihall (FI) ing. 40/50 euro
mercoledì 22
RADIO COMEDY Glue (FI) ing. libero con tessera locale DANIELE RUSTIONI Teatro Verdi (FI) ing. 18/15 euro BLUES JAM SESSION NOF Club (FI) ing. libero QUI E ORA (22-23/01) Teatro Puccini (FI) ing. 20/25 euro PITTI FILATI (22-24/01) Fortezza da Basso (FI) ing. NP VINTAGE SELECTION (22-26/01) Stazione Leopolda (FI) ing. 5 euro LAUREL HALO Tenax (FI) ing. 8/5 euro giovedì 23
DRABA ORKESTAR NOF Club (FI) ing. libero GEOFF FARINA Tender Club (FI) ing. NP COBRA LIBRE Pinocchio Jazz (FI) ing. libero con tessera ARCI SUGAR (23-26/01) Teatro Verdi (FI) ing. 37/25 euro UNA GIORNATA PARTICOLARE (23-26/01) Teatro di Cestello (FI) ing. 17 euro venerdì 24
LA FRODE Glue (FI) ing. libero con tessera locale I QUARTIERI Tender Club (FI) ing. NP MOVE D + THE CLOVER “PROCESS” NEWS ALBUM Tabasco Club (FI) ing. NP INAUGURAZIONE Etra Evénts (FI) ing. libero su appuntamento ALATIEL Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 euro ROCK OMONERO NOF Club (FI) ing. libero SKARRA MUCCI & GENERAL LEVY Auditorium Flog (FI) ing. NP L’ORIGINE DEL MONDO (24-25/01) Teatro Cantiere Florida (FI) ing. 15/12 euro RADIO DAYS + SIR RICK BOWMAN Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI
sabato 25
giovedì 30
HANG-ON NIGHT Tender Club (FI) ing. NP LA VERSIONE DI BARBIE Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro STONER KEBAB Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI GLUE PARTY Glue (FI) ing. libero con tessera locale DUST N BONES NOF Club (FI) ing. libero TABASCOTEST 04 W/ FRANCESCO FARFA Tabasco CLub (FI) ing. NP MUCHACHITO BOMBO INFERNO Auditorium Flog (FI) ing. NP ZENO DE ROSSI Pinocchio Jazz (FI) ing. 10/7 euro FALLING APART Teatro del Romito (FI) ing. NP TINA ALLORI (25-26/01) Teatro Le Laudi (FI) ing. 18/16 euro domenica 26
ANTEPRIMA | THE IMPOSTER Cinema Stensen (FI) ing. 4,50/6 euro DESTINAZIONE DOREMI Teatro Everest (FI) ing. 10/8 euro BELLI BRUTTI SIAMO TUTTI Teatro della Limonaia (Sesto F.no) ing. 8/6 euro lunedì 27
NO SENSE JAZZ NOF Club (FI) ing. libero UNA VOLTA NELLA VITA (27/01 - 27/04) Palazzo Pitti (FI) ing. NP martedì 28
UNA PURA FORMALITÀ (28/01 - 02/02) Teatro della Pergola (FI) ing. 30/15 euro SUBUBAN VOLK Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI mercoledì 29
BLUES | PATRIZIO DEL DUCA NOF Club (FI) ing. libero
VELVET SCORE Tender Club (FI) ing. NP SERGENTE GARCIA Auditorium Flog (FI) ing. NP LIAISON CARBONE (30/01 - 02/02) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 euro PATRICIA KOPATCHINSKAJA Teatro Verdi (FI) ing. 16/13 euro CONTUSION NOF Club (FI) ing. libero ARDENTE PAZIENZA IL POSTINO DI NERUDA Teatro Puccini (FI) ing. 16/20 euro DUE ITALIANI VERI (30/01 02/02) Teatro di Cestello (FI) ing. 17 euro GLI ARROCKETTATI | CECCHERINI E PACI Teatro Obihall (FI) ing. 20/31 euro venerdì 31
ELECTRIC SUPERFUZZ Controsenso (PO) ing. libero con tessera ACSI PUZZLE (31/01 - 01/02) Teatro Puccini (FI) ing. 18/22 euro SONO IN ZONA SHOW | ALESSANDRO SIANI Teatro Verdi (FI) ing. 55/19 euro COEZ Viper Theatre (FI) ing. 10 euro BRING THE NOISE Tabasco Club (FI) ing. NP FLAMINGO NOF Club (FI) ing. libero LIMITELESS Glue (FI) ing. libero con tessera locale SERGIO CAPUTO Teatro Obihall (FI) ing. 25/36 euro CUORI MATTI (31/01 - 02/02) Teatro Lumière (FI) ing. 15/12 euro LIVING COLTRANE QUARTET Teatro Niccolini (San Casciano) ing. 12 euro IO STO BENE, AFFETTUOSAMENTE ETTY Teatro Everest (FI) ing. 15/12 euro
ww w.teatrodellapergola.com
Domenica 19 gennaio_ore 10.00/11.00/12.00 IN SUA MOVENZA È FERMO _ Visita spettacolo al Teatro della Pergola Visite del mercoledì: 15, 22, 29 gennaio_ore 9.30 in inglese, ore 11 in italiano VISITA GUIDATA AL TEATRO DELLA PERGOLA
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18 mappe di riccardo sgamato
Unusual Florence UNUSUAL [in-sò-li-to] Aggettivo: che non accade, non ha luogo abitualmente Sinonimo: eccezionale, inusuale Sostantivo maschile (solo singolare): ciò che esula dall’ordinario
P
er l’anno 2014 Unusual Florence, la mappa che racchiude 16 originali attività commerciali situate nel centro storico fiorentino, si rinnova.
La mappa UNUSUAL FLORENCE racchiude un insieme di insolite boutique, bar, ristoranti, atelier, librerie e spazi espositivi nelle vie del centro storico di Firenze. Attività uniche ed originali gestite da giovani pieni di passione ed idee. La veste grafica è stata affidata a Luca Maggini, giovane grafico e illustratore fiorentino www.themadcap.it La mappa si può scaricare qui www.unusualflorence.blogspot.com e ritirare gratuitamente negli spazi che formano la rete di UNUSUAL FLORENCE. Quelli che ne fanno parte già dalla scorsa edizione sono: AMBLE’, dove puoi mangiare ottimi tramezzini preparati con prodotti genuini a Km 0 ed allo stesso tempo si fa shopping di arredi, tazze, lampade, bicchieri, tavoli, divani in stile post industriale anni ‘50. (lun-dom 10-22) AQUAFLOR è una casa di profumeria che crea profumi rari e preziosi nello storico atelier di Borgo S. Croce nel cuore di Firenze. BJØRK. Indipendent store d’impronta internazionale. Creatività e ricerca sono le nostre
parole chiave. Selezionata proposta di brand internazionali, pubblicazioni di moda/arte/fotografia e oggettistica di design. BOUTIQUE NADINE in lungarno Acciaiuoli, eclettica boutique di abbigliamento ed accessori in cui trovare capi unici di giovani designer italiani e un’accurata selezione di accessori e abiti vintage. BOUTIQUE NADINE in via de Benci il concept store che propone un particolare mix di abiti, accessori, quaderni, cosmetici, mobili, oggetti, capi vintage selezionati e proposte di designer emergenti. BRAC, libreria di arte contemporanea, caffè e cucina. CERI VINTAGE nasce circa 15 anni fà, atelier showroom, specializzato nella ricerca stilistica di abiti workwear, militare, corsetti Vittoriani e tessuti d’epoca, ogni settimana nuovi arrivi. CUP OF MILK è una eco-trendy boutique di abbigliamento e accessori per bambini da 0 a 12 anni, con marchi di tendenza da tutta Europa. I VISIONARI, negozio di occhiali, felicemente indipendente, nato dall’idea di due persone molto visionarie, e anche molto vicine nella vita: un fratello e una sorella.Selezione speciale dei migliori occhiali da tutto il mondo. MAGAZA, spazio “non convenzionale” e archivio di libri e riviste di arti visive. Piccolo salotto per bere un the o un bicchiere di vino. Eventi. Free WI-FI. MICHELE CHIOCCIOLINI, che nel suo studio di fashion designer, vende direttamente abbigliamento ed accessori rigorosamente di realizzazione artigianale insieme ad oggetti ed arredi vintage e di nuovo design. OSTELLO TASSO, luogo unico dove soggiornare per gustarsi un drink ascoltando buona musica. Perfetto per incontrare persone della zona e da ogni parte del mondo.
A determinarne una nuova edizione l’aggregazione di quattro nuove in-solite realtà. L’ANTICA MACELLERIA FALORNI, inaugurata da pochissimo in Via Matteo Palmieri 35, è una sorta di “ristobottega” dove poter mangiare in loco o portare a casa taglieri di salumi e formaggi prodotti dalla storica azienda di famiglia e degustare vini accuratamente selezionati. L’ARIA ART GALLERY, situata in borgo SS Apostoli al 40r, una particolare e dinamica galleria d’arte contemporanea introdotta da un antico giardino tropicale che rende questo luogo unico e magico. GERARD, da poco trasferitosi in Via dei Sassetti, si presenta oggi come un rinnovato negozio d’abbigliamento rigorosamente made in italy Il nuovissimo caffè LE VESPE, invece, si trova in Via Ghibellina al 76r ed offre, in un ambiente deliziosamente dolce, ottimo caffè, torte della tradizione americana, zuppe, insalate e gourmet sandwiches, con un attenzione particolare a vegetariani e vegani, birre artigianali e vini biologici Cosa non ha luogo abitualmente a Firenze? Che attività commerciali simili e dissimili collaborino a progetti comuni, condividano esperienze lavorative, si promuovano a vicenda. Cosa rende eccezionale questa mappa? Il lavoro grafico di Luca Maggini Cosa esula dall’ordinario? UNUSUAL FLORENCE
http://www.unusualflorence.blogspot.com
11 GENNAIO 2014 - h. 21.00
IMPROV LONG FORMFESTIVAL Contaminazioni Teatrali
JAM THEATER
Guest Alfredo Cavazzoni e Mariadele Attanasio
12 GENNAIO 2014 - h. 18.00 ROMITO SUNDAY FREE / Compagnia Witberry
BIPEDI UNIVERSI
Con Luca Bernardini, Irene Vannelli, Eleonora Gemmi
bio bistrò
25 GENNAIO 2013 - h. 21.00 UNO - FESTIVAL MONOLOGHI
FALLING APART
Con Beatrice Vollaro e Luigi Guerrieri Miglior testo originale a UNO 2013
8 FEBBRAIO 2014 - h. 21.00
IMPROV LONG FORM FESTIVAL Teatro a Molla
PLAGIO
L.Gnerucci, A, Contartese, A. Vulpio
9 FEBBRAIO 2014 - h. 18.00 ROMITO SUNDAY FREE Il Circo della Fogna
LIBERA USCITA
di e con Alberto Ierardi e Giorgio Vierda
orario 11-23
...a febbraio si va in vacanza!!!
piccole incursioni nel sottobosco locale
La Scena Identificati, in qualche modo Lorenzo Sbisà, nato a Firenze il 23 giugno del secolo scorso dopo lo scioglimento dei Beatles e prima dell’avvento del punk. Chitarrista in varie bands nel corso degli anni, partendo come musicista part time nei Noia (quelli di Firenze) agli albori degli anni 90, poi formando gli Interzonee successivamente gli Evanicetrip; da un paio di anni suono con i We Melt Chocolate. Sono Dj rock indie soul garage etc con lo pseudonimo Dr. Lorenz da metà anni 90. Per quindici anni circa ho condotto la trasmissione Rumori di fondo per Novaradio, dedita all’indie e alla psichedelia, ma fondamentalmente eco di risonanza dei miei ascolti e scoperte. Adoro la musica, mi piace farmi travolgere e sopraffarre dal muro di suono rumore e melodia, ascolto vari generi, lo shoegaze è la mia religione, il garage rock la psichedelia il soul mi tengono alive and kicking. Cos’è per te la Scena? Be’ definirei la Scena come una congrega di anime affamate di arte e vita che non può fare a meno di sbattersi per soddisfare i propri bisogni primari (sound and vision diceva qualcuno), nonostante difficoltà e frustrazioni. Ognuno con i suoi gusti e opinioni ma tutti più
concerti interessanti e stimolanti; il problema è la partecipazione che a volte non è all’altezza di una splendida città d’arte e cultura come Firenze. Spesso si ha la sensazione di essere i soliti tre quattro gatti. Perché credere nella Scena? Perché non se ne può fare a meno, ci nutriamo di arte e bellezza e dobbiamo per forza far fronte comune davanti all’indifferenza e all’ostilità del banale e del brutto. A volte manca un feedback da parte della gente che difetta in curiosità e abbonda in pigrizia sia fisica che mentale. Insomma ci si lamenta spesso ma non dobbiamo scordarci che la partecipazione è vitale per far sì che gli operatori della Scena culturale non si stanchino mai di cercare produrre stimolare. Non vorrei più sentire le persone affermare che non c’è niente da fare a Firenze quando in realtà eventi interessanti ci sono quasi ogni sera, se si ha la mente aperta e la voglia di osare. Il consiglio che mi sento di dare a tutti è quello di sperimentare di più e partecipare attivamente: se sentite la mancanza di qualcosa createla o proponetela voi stessi,e divertitevi! L’esempio è contagioso il più delle volte. Riassumendo in slogan direi Free your mind... and your ass will follow.
o meno consapevoli di far parte di una splendida famiglia allargata, che fisiologicamente ha i suoi momenti di contrasto e litigi ma che alla fine si riconosce e non può fare a meno di accettarsi per il bene comune. Visione idilliaca e platonica forse per come l’ho esposta ma credo sia piuttosto veritiera; di sicuro vivere a Firenze non è come essere a Londra o Berlino, sarebbe già un successo se fosse come a Bologna in realtà, e mi riferisco alla ricchezza di proposte culturali. Senza alcun dubbio la Scena fiorentina è popolata da persone che credono e fanno molto per promuovere eventi e
Niente è più come prima
È
molto probabile che se vi capiterà di fare un giretto per Prato nei prossimi mesi noterete qualcosa di molto strano: lungo le strade vedrete tante bandiere appese alle finestre, bandiere che ritraggono una coppia di persone, una straniera ed una italiana, fotografate in bianco e nero. Si tratta del progetto “Facewall - il futuro sta negli occhi di chi guarda”. Un’operazione culturale per rendere visibile, anche agli occhi
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di chi non se n’è ancora accorto, ciò che sta diventando, giorno dopo giorno, la normalità di questa città. Puntare cioè i riflettori sulle relazioni che molti pratesi e stranieri hanno in tutti i settori della vita pubblica e privata. E quindi ritrarli in ambienti dove si frequentano abitualmente tutti i giorni: a lavoro, a scuola, al bar, al cinema. Le fotografie saranno 100, scattate da Ilaria Costanzo, stampate su 10mila bandiere distribuite in tutta la provin-
i provinciali di Pratosfera
cia di Prato. Il mastodontico progetto è stato ideato dall’associazione Compost, che in città opera da anni nel campo dell’integrazione, e da Pratosfera assieme al drammaturgo Riccardo Goretti e alla fotografa Ilaria Costanzo. Ogni fotografia ha dietro una storia. Ogni fotografia racconta due vite che si incontrano e che tutti i giorni creano un pezzetto di futuro. Per poterla scoprire basterà andare sul nostro sito e consultare la sezione dedicata al progetto Facewall. Chi conosce almeno un poco la realtà di Prato e le sue problematiche legate all’immigrazione, capisce subito che “Facewall” è un progetto di una portata che non ha precedenti. “Facewall” vuole far “mettere la faccia” a centinaia persone, con un occhio di riguardo a uomini e donne di nazionalità cinese (la comunità più numerosa sul territorio), ma anche alle persone che provengono da altri Paesi (Albania, Marocco, Pakistan), e spronarli a emergere dall’ombra, entrare nella vita pubblica e riconoscersi come cittadini di una delle città più multietniche d’Europa. Creare una nuova immagine di Prato attraverso 100 immagini e 10mila bandiere, che, lo speriamo, sarà l’immagine del futuro.
foto: Ilaria Costanzo - www.pratosfera.com
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the italian game di ivan carozzi
Scenari anni 70-80 in una prospettiva retromaniaca
Operai cattolici festeggiano in fabbrica la viglia del nuovo anno. La veglia è organizzata da Pax Christi, 1978.
Commesse rapinate in un minimarket Pam il 31 dicembre 1976. Un delitto di malavita consumatosi a Torino il 25 dicembre 1976.
23 dicembre 1984. La strage del Rapido 904, detta anche strage di Natale. 17 morti. Si trattò di una strage di matrice mafiosa. Inoltre il 27 aprile 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss Totò Riina, precisando che Riina è considerato il mandante della strage. L’attentato si sarebbe inserito in un disegno strategico di Riina per far apparire l’attentato come una risposta al maxiprocesso a Cosa Nostra. Capodanno ‘diverso’ a Torino, 1978.
Silvia e Cristina, nate subito dopo la mezzanotte 1978.
http://theitaliangame.tumblr.com
palestra robur di leandro ferretti lezioni di ginnastica culturale per fiorentini
Oltrarno, il luogo del 2014
C
omincia l’anno che verrà, con il suo cartiglio di interrogativi. E anche noi che indaghiamo mese dopo mese angoli e storie della città non possiamo non divinare quale sarà il luogo di Firenze sul quale scommettere per il 2014. E noi da giocatori incalliti che non scelgono facile perché giocano per vincere molto puntiamo tutto sull’Oltrarno: in particolare, su quel coacervo di strade e vicoli che da Pitti va verso il Carmine includendo San Frediano. Numericamente, sembrano più le questioni irrisolte in quest’area che le speranze. Traffico, torpedoni, bussino, vibrazioni, sensi di marcia da cambiare, parcheggi da cercare, parcheggi da scavare; trenta chilometri all’ora, buche; movida sregolata, i’degrado, alcol, falò non autorizzati; negozi che chiudono, residenza in difficoltà. Eppure: eppure provate a camminare da piazza Tasso verso via Romana e poi in via Maggio, fino all’Arno, e troverete una fitta rete di piccole attività commerciali e artigianali, quasi sempre gestite da giovani, di locali non convenzionali, di galleria d’arte. Gente in strada, voglia di vicinato e di una relazione ancora autenticamente popolare. Voglia di creare, di non sottomettersi alle difficoltà. Certo, manca un cinema, un teatro come si deve sta per tornare, il Goldoni, ma questo sarà decisamente il luogo del 2014, un quartiere dove il cortocircuito passato-presenta può funzionare alla meraviglia, dove le ambizioni fiorentine di essere un grande piccola città possono realizzarsi appieno. Buon anno a tutti i lettori.
PROVINCIA DI FIRENZE
24VENERDÌ 25SABATO
GENNAIO ORE 21.00
L'ORIGINE DEL MONDO
SPETTACOLO VINCITORE DI TRE PREMI UBU 2012
Ritratto di un interno
di Lucia Calamaro
Via Pisana 111 Rosso - (Angolo Via di Soffiano) - Firenze - info 055.7135357 - 7130664 - teatroflorida.it
COUPON VALIDO PER 2 INGRESSI RIDOTTI A 12 EURO CADAUNO
COUPON VALIDO PER 2 INGRESSI RIDOTTI A 12 EURO CADAUNO
parole 25 di sara loddo
CHIARA GAMBERALE Per dieci minuti
ZEROCALCARE Dodici
ERIC-EMMANUEL SCHMITT La giostra del piacere
Trovare qualcosa di nuovo da fare ogni giorno, in dieci minuti, per un mese intero. Un gioco, una terapia, un esperimento di ispirazione steineriana su cui si basa il romanzo semi-autobiografico di Chiara Gamberale. Attraverso la ricerca di nuovi stimoli, il romanzo racconta come l’abbandono delle abitudini e il cambiamento, anche soltanto sfiorato, possano essere fondamentali per superare il dolore. Dallo smalto fucsia alla lezione di hiphop, dalla preparazione dei pancake alla passeggiata per Roma nei panni di Babbo Natale, tante piccole esperienze per mettersi in gioco e ristabilire un contatto con se stessi.
Roma, quartiere Rebibbia. Zero, Secco, Katja e Cinghiale sono coinvolti in un’avventura dalle tinte horror. In una periferia invasa dagli zombie, in cui sono rimasti soltanto 36 umani, i protagonisti devono fare i conti con l’incedere dell’epidemia. Una graphic novel di genere, con tanto splatter, intuizioni geniali, quel tocco pop immancabile – con Ken il guerriero, ma anche la più recente Peppa Pig – un pizzico di nostalgia e qualche equivoco. Uno Zerocalcare sempre piacevole, anche se meno brillante che in altre occasioni.
“Questo biglietto solo per dirti che ti amo. Firmato: tu sai chi”: recita così la lettera anonima che viene recapitata lo stesso giorno a tutti gli abitanti di Place d’Arezzo, una bella piazza della città di Bruxelles, inspiegabilmente abitata da una fauna volatile tropicale. A partire dal misterioso messaggio d’amore, si innescano le avventure erotico-sentimentali dei numerosi residenti della piazza: idilliache storie d’amore, adulteri, triangoli amorosi, passioni nascoste, scandali e tragedie. Il tutto inframmezzato dall’indagine messa in piedi da due personaggi, gli unici ad aver individuato la comunanza delle lettere anonime fra gli abitanti della piazza, che cercano di scoprirne il misterioso autore.
192 pp. – Feltrinelli – 2013
95 pp. – Bao Publishing – 2013
654 pp. – Edizioni E/O – 2013
Can’t explain JEFFREY EUGENIDES Middlesex
606 pp. – Mondadori – 2003 Seconda opera dell’autore de “Le vergini suicide”, vincitore del premio Pulizer, Middlesex narra la storia di Calliope e della sua famiglia, greca di origine, immigrata in Nord America agli inizi del Novecento. Dopo un’infanzia nei panni della bimba Callie, con l’adolescenza Calliope scopre la sua seconda natura maschile, che la porterà a diventare Cal. Vittima di una rara forma di ermafroditismo, il protagonista tornerà indietro di generazioni, fino al matrimonio dei suoi nonni in mezzo all’Oceano, per ritrovare le cause della presenza di quel gene impazzito nel suo DNA.
26 suoni di Lespertone
SHARON JONES & THE DAP-KINGS Give The People What They Want Daptone Records “Give the People What They Want” fu annunciato già la scorsa primavera ed avrebbe dovuto veder la luce ad agosto. Quando in Italia giochiamo a fare i gavettoni ed i negozi sono quasi tutti chiusi. Non chiusi come un ventennio fa, ma molto chiusi. Non è per questo che l’uscita è slittata, anche perché il mercato italiano, soprattutto quello discografico, non è che in generale vinca il premio di copie vendute e quindi, sostanzialmente, le tasche di Sharon Jones e dei The Dap Kings, sarebbero più o meno piene (o vuote, dipende dai punti di vista) in egual misura. È accaduto qualcosa di molto più grave, per fortuna col lieto fine. Alla Sharon, donna alla quale è impossibile non volere bene se per caso avete ascoltato i suoi dischi precedenti, se l’avete vista dal vivo o se anche solamente avete digitato il suo nome più la parole live sul tubo, è stato diagnostico il cancro. Il lieto fine è che ne è uscita vincitrice, seppur coi segni della chemioterapia. E quindi finalmente “Give the People What They Want” è stato tolto dal freezer rispettandone in pieno il processo di scongelamento. Si perché non sembra certo che il disco sia stata scritto, suonato e registrato nel 2013. Così come accade per il suo compagno di etichetta Charles Bradley, niente suona così Soul senza essere semplice revival. Niente è così sixties, polveroso quanto basta, sudaticcio e carico di groove. Niente è così genuino. Niente fa muovere il culo come un disco di Sharon Jones. Buffo che entrambi, sia Charles che Sharon intendo, abbiano raccolto in ritardo quel che avrebbero meritato di incontrare prima. Ovvero un po’ di notorietà, senza esagerare. La possibilità di registrare dischi e di suonare dal vivo. Tutto questo dopo non poche sofferenze. Sofferenze, e qui ovviamente parliamo della Jones, che sono presenti e vissute in ogni singola parola del nuovo “Give the People What They Want”. Ricordiamo che la Jones prima di arrivare a questo che è il suo quinto album con i The Dap Kings, oltre ad aver fatto la vocalist per Dio solo sa quante soul/ funk band newyorchesi – lei però è nata in Augusta, Georgia - ad aver fatto parte di un coro Gospel in chiesa e ad essere innamorata dei suoni (e dei balli) di James Brown, si è pure fatta un po’ di tempo in carcere, come guardia. E non dev’esser piacevole. Così a occhio e croce. Tutto quello che è piacevole, invece, anzi molto più che piacevole, è il nuovo album. Si parte con ‘Retreat’, che è anche il primo singolo, e già si capisce quel che accadrà. Arrangiamenti pazzeschi, fiati commoventi, cori come scritto in tutti i manuali della tradizione della musica nera, un tiro micidiale ed una voce, mamma mia, una voce che unisce carezze e ceffoni. Neanche il tempo di prender fiato e ti ritrovi a che fare con un certo Soul. Non uno a caso. Col soul di Detroit, quello della Motown, quando la città non era certo fallita. E poi il lavoro di Bosco Mann, bassista e leader dei The Dap-Kings, oltre che boss della Daptone, al solito a prova di piede, nel senso che automaticamente uno inizia a battere il ritmo. Anche se quell’uno è completamente sgrammaticato quando si parla di ritmica. Se l’è passata brutta la nostra Sharon. Ma ci piace pensare che esistano anche le storie con un lieto fine. E che questa sia una di esse. Aspettiamo di vederla dal vivo, grintosissima come sempre.
STEPHEN MALMKMUS & THE JICKS WIG OUT AT THE JAGBAGS Domino Il nostro brindellone preferito ed eroe sin dai tempi dei Pavement – mica vi sarete persi la reunion vero? – torna con un nuovo album solista. Non proprio solista visto che lo accompagnano gli oramai fidi The Jicks. Come da tradizione, melodie cazzone ma non troppo, pop sporcato il giusto necessario e slanci chitarristici di westcoastiana memoria. Serve altro per rendere un disco bello? No. THE NEW MENDICANTS INTO THE LIME One Little Indian Se sei scozzese, ti chiami Norman Blake e da fine anni ‘80 suoni in un gruppo che si chiama Teenage Fanclub, hai già vinto in partenza. Se poi metti su un progetto a nome The New Mendicants insieme a Joe Pernice dei Pernice Brothers, le cose si semplificano ulteriormente. Nasce così “Into the Lime”, 9 brani (più una cover) di quel pop-rock chitarristico figlio dei gruppi sopra citati. Quindi, bello. ÁSGEIR IN THE SILENCE One Little Indian Già uscito in Islanda, terra natia di Ásgeir Trausti, “In the Silence” è stato il disco di debutto più venduto nel suo paese. Di quelle canzoni, bellissime, se ne è innamorato John Grant che si è messo a tradurle tutte in inglese. Rimangono intatte la magia della terra, la dolcezza delle trame elettroniche e le armonie folk. Ma siccome ci piace far gli snob, se ce lo lasciavano in islandese, lingua che ovviamente maneggiamo in scioltezza, preferivamo.
La discoteca Bigiotteria di musica italiana GINO PAOLI Neppure un proiettile nel cuore (1983) Avessi la possibilità, una e sola, di trasportarmi altrove da qui e da ora, non la sprecherei. Andrei dritto in Versilia, nel 1962, dentro al privè de La Bussola, Il Bussolotto. Ad un’ora qualsiasi di una notte qualsiasi d’estate. Seduti ad un tavolo gambe incrociate Juliette Greco, Bongusto, De Andrè e Bindi, tra un cordiale e milioni di sigarette, al pianoforte Gino Paoli, stonato ed ubriaco dopo una scommessa persa con Sergio Bernardini, proprietario del locale. Ubriacatura durata decenni. Decenni di oblio che marchiano una vita, sgretolata tra vecchie balere e droghe. Grande grandissimo poeta della nostra storia, flaneur nei vicoli di Genova. Tutto in quattro anni. Dal ‘59, anno di “Sassi” per Nanni Ricordi, fino al tentato suicidio del ‘63. Anni senza fine sdraiato fissando cieli dentro alle stanze, a fianco di prostitute o di sue compagne, due a caso la Vanoni e la Sandrelli. Una vita che decide su tutto al posto tuo, specialmente sull’amore tormentato, casualità incontrollata senza possibilità di intervento. E da lì il tentato suicidio, come unico ed arrogante atto di individualismo, che non funzionò. Forse è per questo che gli innamorati sono sempre soli. Zanobacci
snow - isabella ahmadzadeh
SPAZIO
ALFIERI STORY TELLERS
Ass. Culturale Blimp presentano Un progetto di Massimiliano Larocca in collaborazione con Edoardo Semmola e Riccardo Ventrella
-Words & Music-
ARCIPELAGO IVAN
VITA, DONNE ED EMOZIONI DI IVAN GRAZIANI Mercoledì 5 FEBBRAIO ore 21.30 Euro 12, ridotto 10
Di e con LETIZIA FUOCHI Con “Le pazze sul fiume”: Letizia Fuochi - voce, chitarra Federica Fabbri - chitarra Oretta Giunti - percussioni e con Anna Bischi Graziani, moglie di Ivan
Raccontare Ivan Graziani, la sua scrittura, i suoi disegni, le sue canzoni: questo il progetto “Arcipelago Ivan”. Alla fine degli anni Ottanta il cantautore abruzzese pubblicò un romanzo (“Arcipelago Chieti”) dalla prosa scarna, loquace e intensa: tre artiste fiorentine recuperano oggi quelle suggestioni per ricostruire la trama che unisce le donne, la vita e le emozioni di Ivan Graziani. L’obiettivo è quello di cantare un percorso umano e musicale in una veste rock tutta al femminile, portando a nuova luce un libro che pochi conoscono, partendo proprio da Firenze, città che non ha mai restituito a Graziani tutto l’amore che lui, con la sua musica, ha saputo dedicarle.