Lungarno n. 8 - giugno 2013

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GIUGNO 2013

N째8

ESTATE FIESOLANA pionieri

SLAYER AGENDA EVENTI di GIUGNO



Sommario pag. 4 | sipario

Editoriale

estate fiesolana di tommaso chimenti

di Matilde Sereni

pag. 5 | pellicole

terry gilliam

di caterina liverani

pag. 6 | arte

antologia di un progetto di il tavolo del prosecco

pag. 8 | pionieri

slayer

di solomacello

pag. 10 | domande

elitism

di eleonora ceccarelli

pag. 15 | the italian game

scenari italiani anni ‘70 e ‘80 di ivan carozzi

pag. 16 | un sex symbol al mese

giuseppe cruciani di il moderatore

pag. 16 | amori

cara valentina di valentina

pag. 17 | palestra robur

il monni

di leandro ferretti

pag. 17 | stop-down

night street photography di sandro bini

pag. 19 | palati fini

il gelato moderno

di gianluca volpi e martin rance

pag. 21

pag. 22

parole di sara loddo

suoni di lespertone

pag. 23 | matite di andrea alemanno

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 8 - GIUGNO 2013 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Stampa Grafiche Martinelli - Firenze

Direttore Responsabile Marco Mannucci

Hanno collaborato Tommaso Chimenti, Sandro Bini, Caterina Liverani, il moderatore, Lespertone, Valentina, Ivan Carozzi, Sara Loddo, Leandro Ferretti, SoloMacello, Il tavolo del prosecco, Eleonora Ceccarelli, Gianluca Volpi, Martin Rance, Alberto Becherini, Emanuele Giaconi, Andrea Alemanno.

Direttore Editoriale Matilde Sereni Responsabile di redazione Leonardo Cianfanelli

Distribuzione Ecopony Express - Firenze

Ok, va bene. Basta inni alla primavera che c’è ma non si vede ché mi dà l’idea portino un po’ sfiga. Faccia come vuole, noi continueremo a commissionare copertine bellissime in linea con il nostro umore. Perché cioè, non so se vi siete accorti, ma siamo al numero 8. Che con il numero 0, fanno 9 mesi di lavoro. Una gravidanza. E come in tutte le gravidanze, ci sono state nausee, sbalzi di umore e voglie insoddisfatte. Ma di norma pare che il gioco valga la candela, e noi non facciamo eccezioni. Mi faccio portavoce della testa - per la maggior parte del tempo vuota - di Lungarno, dei quattro che ci credono come credono in poche altre cose. Che si emozionano ogni mese a vedere il giornale stampato e a scorgere sorrisi di compiacimento nei volti di chi lo riceve tra le mani per la prima volta. Ma soprattutto che ringraziano, dal profondo del cuore, chi alla testa dà ragione di andare avanti; al corpo che la sorregge. Già perché dopo nove mesi, Lungarno può vantare collaboratori “storici”. Professionisti, che ogni mese mettono nero su bianco le loro capacità per il solo spirito di partecipazione. E vi garantisco che non è facile darlo per scontato. Affatto. Quindi il primo grazie va diretto a loro. Accanto a questi, ci sono gli “occasionali”. Grandiosi elementi che spuntano una volta ogni tanto a risolverci qualche buco con idee a dir poco geniali. Che pensano a noi, e che per questo si meritano tutta la nostra gratitudine. Poi ci sono gli illustratori. È davvero incredibile dover scegliere ogni mese a chi affidare il tuo biglietto da visita quando ricevi proposte e bozze da così tanti ragazzi stracolmi di talento. Ultimi, ma non ultimi, ci sono gli amici. Quelli che ti prendono allegramente per il culo sullo “svarione del mese”. Quelli che non mancano mai di sottolineare cosa manca e cosa non va bene. Quelli che ci credono quasi quanto noi. Quelli che parlano di Lungarno anche quando non li vedi. Sul clima di giugno non mi pronuncio, vi auguro solamente di poter incominciare a sfogliare Lungarno in riva al mare. Dicono sia un’esperienza unica.

in copertina: “summerevolution” di Alberto Becherini

correndo

Editore Associazione Culturale Lungarno Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze P.I. 06286260481

N° 8 • GIUGNO 2013

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

Per sapere dove trovare Lungarno, cerca la lista completa dei punti di distribuzione su www.lungarnofirenze.it

Alberto Becherini è un illustratore freelance che da due anni a questa parte lavora nel mondo della musica indipendente e non. I suoi lavori sono influenzati dal mondo dei tatuaggi, la pop art, i cartoni animati vintage, l’arte messicana, i poster dei concerti, solo per citarne alcune. Tra le band con le quali AB ha lavorato possiamo trovare: Rancid, The Flatliners, Civet, Off With Their Heads, Parkway Drive, Paramore, Tim Armstrong, Bring Me The Horizon, Set Your Goals, Polar Bear Club, The Briggs, H2O, Defeater, Mother of Mercy, Calabrese, Lemuria, Gallows, Riverboat Gamblers, Flogging Molly e molti altri.


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sipario di tommaso chimenti

Estate Fiesolana

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iesole guarda Firenze. La scruta, la copre, a volte le fa l’occhiolino. Fiesole che la domina, che c’era da prima. Fiesole etrusca. L’Estate Fiesolana è un punto di qualità alto all’interno del panorama culturale nazionale. Il Festival estivo più antico d’Italia, nato nel 1911. Un secolo di musica, teatro, poi venne il cinema. Per l’ultima annata del sindaco Fabio Incatasciato, che dopo due mandati lascia per causa di forza maggiore, nomi e fuochi d’artificio. Una grande carrellata, soprattutto all’interno del magnifico scenario del Teatro Romano, dove si susseguono e si danno il cambio pezzi da novanta. Dal 2 giugno, festa della Repubblica, al 31 luglio, con il rompete le righe per l’agosto vacanziero. Progetti interessanti, performance uniche, idee tutte da testare, provare, assaggiare, commistioni, contaminazioni da sostenere. Nel nostro percorso scelto partiamo con Niccolò Fabi, cantautore mai banale, che il 21 giugno si lancia nell’impresa di portare sul palco quel “White album” dei Beatles che mai nessuno ha reso live. Il vintage, il classico, l’eterno che incontra l’oggi, l’attuale. A pochi giorni di distanza ecco la reunion dei C.S.I., ovviamente senza Giovanni Lindo Ferretti ormai sulla via di Damasco pentitosi del suo prima “comunista” e adesso orgoglioso del suo status di religioso laico. Il 28 giugno la band di Gianni Maroccolo, Massimo Zamboni e Francesco Magnelli musicheranno la pellicola del ‘25 “Il fantasma dell’Opera” attraverso le evocative e strazianti ballate del loro “Ko de mondo”, ancora cult. Max Gazzè, vincitore morale

dell’ultimo Festival di Sanremo con la ritmata “Sotto casa” il 2 luglio apre il mese del “col bene che ti voglio”, mentre il 3 altro circoletto rosso per appassionati: “Memorie di Adriano”, niente a che vedere con l’Imperatore romano o la Marguerite Yourcenair. Peppe Servillo rende omaggio a Celentano con le sue canzoni come sottofondo e fondale. Altro gigante ricordato in questa edizione dell’Estate Fiesolana, tra le più convincenti degli ultimi anni, è l’operazione che lega il nome di Carmelo Bene (la sua voce sarà viva in audio) a Byron e Schumann (4 e 5): senza tempo. Per la musica ancora Ginevra Di Marco, il 9, con l’Orchestra di Piazza di Vittorio, o lo chic in bianco e nero di Stefano Bollani con Irene Grandi (il 19) per un remake caldo e pasionario di jazz, italiano ed internazionale, d’autore. Per il teatro torna per la terza volta il grande Marco Paolini (“Vajont”, “Ustica”) qui con “Song 14” (il 5) maestro di parole in questo caso accompagnato dalle corde del front man dei Mercanti di liquore. Da segnalare anche l’apertura al teatro di nuova drammaturgia con l’aver affidato la direzione artistica del Festival “Alchimie” (all’interno del grande contenitore dell’Estate Fiesolana) al giovane regista, ma con le idee chiarissime, Marco Di Costanzo del Teatro dell’Elce, che ha costruito un palinsesto (dal 9 al 12) nel quale spiccano i ravennati del Teatro delle Albe, la friulana Marta Cuscunà ed i milanesi dell’ATIR con progetti che uniscono il teatro con la vita, la quotidianità, l’umanità, la socialità.

dal 21 giugno al 15 luglio 2013 Firenze

www.estatefiesolana.it


A

manti del cinema e amici di Lungarno soffermiamoci per un secondo a considerare un’amara realtà. Per noi drogati di cinema e di sale buie, per noi che iniziamo a salivare appena percepiamo l’aroma di pop corn bisunto del multisala e che siamo capaci di inserire un dvd nel lettore appena rientrati in casa, quando la poltrona del cinema è ancora calda del nostro sedere, l’estate non è un periodo facile da affrontare. Con l’alzarsi delle temperature e l’abbassarsi delle saracinesche di molti cinema per noi inizia una malinconica astinenza. Certo il momento è propizio per recuperare qualche pellicola che si è persa, buttare uno sguardo a serie tv di spessore o semplicemente per incantarsi davanti alla tv durante afosi pomeriggi con i canonici cult anni 50 trasmessi dalle emittenti. Ma non basta, perché un cinefilo vuole emozione e soprattutto conoscenza, e perciò non possiamo assolutamente perdere l’iniziativa che anche quest’anno ci viene offerta da ESTATE FIESOLANA. Insieme alla miriade di musica, spettacoli, incontri e stage, il Teatro Romano ospita dagli anni 60 il PREMIO FIESOLE AI MAESTRI DEL CINEMA che ci dà la possibilità di incontrare i “nostri maestri” coloro che ci hanno ispirati e che hanno plasmato il nostro gusto e la nostra sensibilità per il cinema. Visconti, Hitchcock, Kubrick, Wenders, Altman, Monicelli sono solo alcuni dei mostri sacri insigniti nei decenni di questo riconoscimento. Come piccola nota biografica non posso non ricordare l’emozione provata durante l’incontro col pubblico di Bernardo Bertolucci, premiato nel 2003, che ripercorse insieme a noi tutta la sua carriera. Ricordo che avrei tanto voluto porgli una domanda ma avevo la bocca letterlamente felpata..

pellicole di caterina liverani regista Premio Fiesole maestri del cinema 2013 è Terry Gillian geniale autore di Brazil (1985), Le avventure del Barone di Munchausen (1988), La leggenda del re pescatore (1991), L’esercito delle 12 scimmie (1995), Paura e Delirio a Las Vegas fino a I fratelli Grimm ed a Parnassus. “La scelta di conferire il premio dell’edizione 2013 proprio a Gilliam è stata unanime” ha spiegato Giovanni Maria Rossi (Sinacato Film Critici Cinematografici Italiani) durante la conferenza stampa di presentazione della LXVI edizione dell’ESTATE FIESOLANA “Al momento sta lavorando al montaggio di The zero theorem, la sua ultima opera di matrice orwelliana interpretata da Christoph Waltz e Tilda Swinton, del quale probabilmente ci mostrerà un primo trailer.” Nato in Minnesota 73 anni fa, Terry Gilliam decide di traferirsi in Inghilterra negli anni 60: “Ho deciso che era giunto il momento di lasciare gli Stati Uniti dopo che mi avevano impedito di entrare a Dysneyland perché avevo i capelli lunghi” racconta ridendo nelle interviste. Tra i fondatori dello straordinario gruppo di talenti comici dei Monthy Python esordisce in tv come creatore delle straordinarie sequenze animate di Monthy Python Flyng Circus. Fedele ad una cinematografia poetica e visionaria nella quale la storia dei personaggi si sposa

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con una grande qualità visiva, Terry Gilliam si è spesso scontrato con le difficoltà produttive che inevitabilmente accompagnano opere tanto ambiziose, come nel caso de Le avventure del Barone di Munchausen per il quale fu allestito un set monumentale a Cinecittà ma che non realizzò gli incassi sperati, o la mancata realizzazione di Don Chisciotte divenuta trama del bellissimo documentario Lost in La Mancha. Potremo incontrare e ascoltare il Maestro il prossimo 15 luglio al Teatro Romano di Fiesole a partire dalle 18.30 quando si svolgerà l’incontro col pubblico, mentre la premiazione accompagnata da un concerto e la proiezione di un suo film si terrà alle 21.30. A questo punto non vi resta che annotare questo appuntamento e controllare sempre la nostra pagina facebook dove vi aggiorneremo con orari e date della retrospettiva dei film di Terry Gilliam che ci accompagnerà per tutto il mese di agosto.

Terry Gilliam

Davvero eccezionale l’ospite che sarà a Fiesole il prossimo 15 luglio. Visionario, spericolato, coraggioso e surreale precursore dei tempi, il

www.estatefiesolana.it


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arte di il tavolo del prosecco

Antologia di un progetto L

a Galleria Biagiotti è nota per il fervido lavoro di talent scout di giovani artisti contemporanei. Il successo di questo approccio coraggioso è testimoniato dai vari nomi che da sconosciuti sono diventati noti grazie a questo trampolino di lancio. A coronamento di 15 anni di onorata carriera, come si suol dire, la Galleria diventa Fondazione e ci rinfresca la memoria proponendo, come da titolo, un’antologia del suo operato. Per ovvi motivi la mostra è priva di un progetto curatoriale ma tutte le opere esposte ripercorrono le tappe, i nomi e le correnti, l’evolversi di un linguaggio e l’affermazione che quelle opere, seppure “datate”, sono ancora attuali. Il tempo, come in molte cose della vita, nel suo scorrere passivo fa da filtro e consegna ragione e torto. Il tempo fa sì che se un’opera è valida tale rimane, mentre se è solo un successo modaiolo

risulterà inevitabilmente superata. Ecco, il tempo gli ha dato ragione. La mostra è godibilissima e, per chi è un abitué della Galleria, apre ricordi di un passato recente, di quando Nico Vascellari era un esordiente provocatore ed Ericaeilcane era conosciuto solo negli ambienti della street art. Tanti nomi: Marco Cingolani, Cristian Chironi, Daniela De Lorenzo, Fabiano De Martin Topranin, Ericailcane, Andrea Facco, Andrea Galvani, Federico Gori, Brigitte Kowanz, Alberto Lapenna, Andrea Mastrovito, Giovanni Ozzola, Luca Pancrazzi, Robert Pettena, Arin Rungjang, Marco Maria Giuseppe Scifo, Serse, Sissi, Maria Francesca Tassi, Sandra Tomboloni, Nico Vascellari. Tante opere: installazioni, fotografie, dipinti, sculture e video, lavori eterogenei che non si ascrivono a nessuna tendenza in particolare, ma che rendono esempio della poliedrica attività culturale sviluppata.


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Bella la scultura di legno di Fabiano De Martin Topranin, semplice, ruvida, significativa. Misterioso, quasi esoterico lo sguardo di Nico Vascellari, fasciato in tessuti coloratissimi in un paesaggio autunnale, nella foto Nodo terziario, a cui fa da contrappunto visivo Sissi, anche lei annodata, appesa e sospesa in un intrigo di corde che si materializzano, nella terza dimensione, in tubi metallici che fuoriescono dalla cornice. Commovente la storia di un emigrato del sud Italia, massacrato di botte da un gruppo di razzisti tedeschi perché scambiato per un filippino, testimoniata da una lettera scritta a mano su un foglio A4 e da una manciata di fotografie nell’installazione di Arin Rungjang. Divertente e surreale il ritratto che Robert Pettena fa di un pasto consumato con difficoltà da commensali borghesi costretti nei colli di plastica con cui i veterinari impediscono ai cani di leccarsi le ferite. E poi un classico Ozzola, un dittico del 2003 in cui elementi naturali e fiori coloratissimi, sfuocano nell’ombra cupa di un sottobosco e dell’obiettivo. Dulcis in fundo i preziosi bozzetti a matita di Ericaeilcane, rappresentanti una poetica tigresupereroe, umanizzata come nelle illustrazioni dei libri di favole. Una mostra corposa in cui gli approfondimenti potrebbero sprecarsi, perché le carriere di questi artisti sono ricche e si può dire che in questo la Galleria ha veramente fatto la storia.

installazione della mostra “Antologia di un progetto”, Fondazione Biagiotti Progetto Arte, 2013 - foto di Francesco Niccolai


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pionieri di SoloMacello

Slayer

18 giugno 2013 Obihall - Firenze


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L

e luci pulsano a velocità vertiginosa, seguendo i ritmi forsennati del batterista che pare indemoniato; le chitarre si alternano tra urla lancinanti e plettrate velocissime fino a quando tutto si ferma e parte il grido "do you wanna diiiieeeeeee?" prima che ricominci l'inferno sonoro. La domanda “volete morire?” non è poi tanto retorica: gli Slayer non giocano sul filo, vanno direttamente alle estreme conseguenze. Ti chiedono enfaticamente se vuoi morire, ma ti hanno già portato dritto dall'altra parte. Solo che invece di coretti angelici e contemplazioni estatiche ci sono torture, dolore e sangue. Parecchio sangue. Sangue che piove da ogni parte, come recita il loro brano più emblematico (‘Raining Blood’, appunto). È questo l'universo in cui si muovono, che va da riferimenti più o meno diretti alla seconda guerra mondiale e Auschwitz (‘Angel of Death’), agli attacchi diretti alla religione, perché in fondo 'dio ci odia tutti', come recita uno dei loro album più recenti. Un immaginario che si traduce in testi crudi e un’immagine tutt’altro che tranquillizzante e che non ha mancato di attirare le accuse più disparate, dal satanismo al nazismo passando per tutto quello che c’è in mezzo; dall’altro lato però ha saputo creare legioni di fan devoti e fedeli, estremi come i propri idoli: sono diventate celebri le foto di alcuni di alcuni di loro arrivati ad incidersi il logo del gruppo sulla pelle. Musicalmente la strada seguita va nella stessa direzione perché non si può certo parlare di violenza e morte con un sottofondo musicale pop. Può apparire scontato, al giorno d'oggi, ma nella seconda metà degli anni 80 nessuno aveva mai osato avventurarsi in tali territori, abbinando un suono che scardinava ogni convenzione e spingeva i limiti un po' più in là, anche all'interno di un genere già considerato estremo come il thrash metal. Nessuno suonava alla loro velocità, nessuno univa violenza dei riff e assoli dissonanti, nessuno prima aveva mai preso le atmosfere e i giri di chitarra neri come la pece dei Black Sabbath portandoli alle estreme conseguenze. Non esistono pezzi rassicuranti nel loro repertorio e men che meno lenti: le ballad non sono contemplate e anche dopo oltre trent’anni la band resta fedele a sé stessa anche su questo punto. Pazienza se Tom Araya, il cantante dalle origini cilene, fuori dal palco sia la persona più pacifica e

rilassata del pianeta e anche durante gli show ora si conceda addirittura qualche sorriso verso il pubblico, la sostanza non cambia. Non è da escludere che sia merito anche di questa loro coerenza totale se sono diventati delle icone viventi e hanno finito per influenzare in maniera profonda una serie infinita di gruppi negli ultimi decenni. Anche nella realtà gli Slayer sembrano attirare le forze più oscure: è di pochi giorni fa la notizia della morte improvvisa di Jeff Hanneman, storico chitarrista della band e autore di molti dei suoi brani più celebri. Hannemann era fermo da due anni in seguito a una fascite necrotizzante al braccio, causata dal morso di un ragno, che gli impediva di suonare ed esibirsi ed è stato ucciso da una cirrosi epatica, probabilmente dovuta ad abusi di altro tipo. Gli

Slayer non si sono mai fermati, comunque, e hanno continuato a portare in giro per il mondo il loro verbo, guidati dai due membri originari rimanenti. E torneranno anche in Italia (a Firenze il 18 giugno alla Obihall) per ribadire il concetto. E intanto la scomparsa di Hanneman viene celebrata dagli appassionati ad ogni latitudine (anche da noi, si veda per esempio il Solomacello Fest del prossimo 26 giugno a Milano, interamente dedicato al chitarrista scomparso): perché gli Slayer sono diventati un'icona, un'istituzione e senza di loro non esisterebbero gran parte delle band estreme attuali - e il concetto stesso di 'musica estrema' avrebbe probabilmente tutt'altro significato. http://solomacello.blogspot.it/


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domande di eleonora ceccarelli

Elitism There’s beauty all around you Cara Francesca, cara Serena, quando è nato il vostro blog? elitismstyle.com è nato nel 2010 da un idea di Francesca Querci, la fondatrice. Quali contenuti troviamo all’interno? Elitism è cultura, arte, moda, foto, poesia, cinema, design, viaggi, tattoo, stili di vita. Tutto in una chiave un po’ più ricercata. Cerchiamo di fare un accurata selezione per poter offrire un prodotto di maggior qualità e di “nicchia”. La bellezza è ovunque, basta saperla cogliere. E poi renderla pubblica, così tutti possono sapere, tutti possono conoscere. Come ti è venuta questa idea? Ho sempre sognato di avere un blog dove poter parlare di ciò che volevo, e nel periodo di maggior crescita di questi, mi son chiesta quale direzione prendere. Siamo sommersi dai blog e non volevo fare un ulteriore copia di qualcosa che esiste già. Volevo qualcosa di diverso. Così un giorno mentre ero a lezione, mi sono concentrata sulla parola “Elitismo” ed ho capito quale era la direzione. E sembra essere quella giusta. Da qui nasce anche la scelta della lingua, dato che è completamente in inglese. Esattamente, volevo dare un respiro internazionale a ciò che stavo creando. L’utilizzo dell’italiano avrebbe messo dei confini invalicabili. Invece questo permette a chiunque di poter leggere e entrar a

far parte del nostro mondo, ovunque si trovi. Infatti avete “contributors” da ogni parte del mondo: Da molte parti di Italia, Europa, ma anche oltre oceano. Il bello dei nostri “contributors” è che provengono da realtà diverse, diversi settori. Con molti c’è stato un avvicinamento attraverso canali professionali, con altri ci conosciamo di persona e abbiamo una stima reciproca. Sono loro l’anima del blog. C’è molto ricambio, e questo è importante per mantenere allo stesso tempo freschezza e novità. A chi vuole partecipare chiediamo di parlarci di qualcosa che sia coerente con la nostra linea editoriale e che sia competente in materia, quindi su ciò che scrive. Insomma passione ma anche professionalità. Ho notato che non avete pubblicità. Una scelta coraggiosa. Una scelta ponderata. Abbiamo provato ad inserirla, ma ci sembrava di aver sporcato il nostro messaggio. Qualcosa era cambiato, quindi abbiamo fatto un passo indietro. Abbiamo un etica alla base che vogliamo rispettare. Non vogliamo riferimenti forzati. Possiamo scegliere di fare un articolo su un determinato prodotto/argomento se incontra i nostri valori, ma niente di più. Qual è il vostro messaggio? There’s beauty all around you. La bellezza c’è, va cercata. Cerchiamo sempre di parlare di ciò che fun-

ziona, non vogliamo mai dare messaggi negativi e pessimistici. Possiamo dire che se c’è un problema, non parliamo dei suoi aspetti negativi, lo capovolgiamo e lo guardiamo dall’altro lato. Guardiamo le possibili soluzioni. Dietro c’è un agenzia che si occupa di brand management, Elitè Toscana; orgogliosamente di Firenze. Sì. La nostra sede è a Firenze, abbiamo deciso di aprire quattro anni fa. Siamo l’esempio che a Firenze qualcosa a volte funziona. Abbiamo avuto il coraggio di trasformare la nostra passione in un lavoro. Anche il blog lo dimostra, è il nostro modo di lavorare, giocare, condividere progetti. Sogno nel cassetto? Trasformare questo blog in qualcosa di reale, cartaceo. Che prenda materialità, con tutto ciò che segue, lo sfogliare, il rumore delle pagine, l’odore della carta... Navigare in questo blog è un esperienza diversa. Sa di magico, di bello, di lontano... chi l’avrebbe mai detto che tutto è nato qui dietro l’angolo, a Firenze. Chissà che siano tutti tasselli per respirare una nuova aria. La bellezza non salverà il mondo, ma ci aiuterà a viverlo in modo migliore.

http://www.elitismstyle.com/


www.lungarnofirenze.it

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Giugno 27 lun

28 mar

29 mer

30 gio

31 ven

03 lun

10 lun

3° EDIZIONE TROFEO OBIHALL - Gara podistica 8 km - Teatro Obihall ing. Su prenotazione PIERO GOLIA - Base / Progetti per l’Arte - Via S. Niccolò 18/r (FI) ing. libero

FESTIVAL DEL VIAGGIO - Museo di Storia Naturale (FI) ing. NP MAGGIO MUSICALE FIORENTINO -Teatro Comunale di Firenze (FI) ing. 40/15 euro

04 mar

11 mar

THREE LAKES - Circolo Aurora (FI) ing. libero

PILL TAPES - Circolo Aurora (FI) ing. libero MAGGIO MUSICALE FIORENTINO -Teatro Comunale di Firenze (FI) ing. 40/15 euro

05 mer

12 mer

GATTO-MALVISI-MENCARELLI TRIO - Circolo Arci Girone - Teatro (FI) ing. 10/8 euro

FLORENCE NIGHT MOVIDA - Villa Bandini (FI) ing. su prenotazione FABBRICA EUROPA - Cantieri Goldonetta (FI) ing. NP MAGGIO MUSICALE FIORENTINO -Teatro Comunale di Firenze (FI) ing. 40/15 euro

06 gio

13 gio

LI YING JIE - LO SPIRITO DELLA ROCCIA - Palazzo Medici Riccardi (FI) ing. NP RADIO MARQUEE MOON - Spiaggetta Easy Living (FI) ing. Libero GIOVEDÌ AL QUADRATO - Circolo Aurora (FI) ing. libero LA REPUBBLICA DELLE IDEE - varie location (FI) ing. libero

OH CHE BEL CASTELLO - Castello dell’Acciaiolo Scandicci (FI) ing. libero FESTIVAL DEL VIAGGIO - Museo di Storia Naturale (FI) ing. NP FABBRICA EUROPA - Cantieri Goldonetta (FI) ing. NP RADIO MARQUEE MOON - Spiaggetta Easy Living (FI) ing. libero MAGGIO MUSICALE FIORENTINO -Teatro Comunale di Firenze (FI) ing. 40/15 euro GIOVEDÌ AL QUADRATO - Circolo Aurora (FI) ing. libero

07 ven

14 ven

ROBYQUA di ROBERTA PELONE - Ottovolarte Via Santa Reparata 8/a (FI) ing. NP LA REPUBBLICA DELLE IDEE - varie location (FI) ing. libero

FESTIVAL DEL VIAGGIO - Museo di Storia Naturale (FI) ing. NP SAXON - Viper Theatre (FI) ing. 25 euro ALESSANDRO BENVENUTI - Circolo Arci Girone - Terrazza (FI) ing. 10/8 euro MARTINICCA BOISON - Villa le Montalve Campi Bisenzio (FI) ing. NP FABBRICA EUROPA - Cantieri Goldonetta (FI) ing. NP

01 sab

08 sab

15 sab

ABOVE & BEYOND - Viper Theatre (FI) ing. 25/20 euro LET IT BEEF - Fattoria di Luiano - Mercatale Val di Pesa (FI) ing NP SOGNI MEDITERRANEI - Area Archeologica Fiesole (FI) ing. NP PROGETTO BNCF - P.zza Cavalleggeri 1 - BNCF (FI) ing. 7/5 euro

LUSSO ED ELEGANZA - Palazzo Pitti (FI) ing. NP LA REPUBBLICA DELLE IDEE - varie location (FI) ing. libero

FESTIVAL DEL VIAGGIO - Libreria Cafè La Cité (FI) ing. NP FABBRICA EUROPA - Cantieri Goldonetta (FI) ing. NP CALCIO STORICO FIORENTINO/ROSSI VS BIANCHI - P.zza Santa Croce (FI) ing. NP

02 dom

09 dom

16 dom

DEAD CAN DANCE - Teatro Romano di Fiesole (FI) ing. NP UN CANTO LUNGO 50 ANNI - Villa San Lorenzo al Prato Sesto F.no (FI) ing. 5 euro

MARTINICCA BOISON - Festival delle Fragole Sant’Agata Scarperia (FI) ing. libero FABBRICA EUROPA - Caniteri Goldonetta (FI) ing. NP LA REPUBBLICA DELLE IDEE - varie location (FI) ing. libero

MTV AWARDS 2013 - Piazzale Michelangelo (FI) ing. libero FESTIVAL DEL VIAGGIO - Spiaggia sull’Arno / Istituto Stensen (FI) ing. NP WORLD LEAGUE VOLLEY 2013 - Nelson Mandela Forum (FI) ing. 27716 euro CALCIO STORICO FIORENTINO/VERDI VS AZZURRI - P.zza Santa Croce (FI) ing. NP


Perché a Firenze non c’è mai niente da fare... 17 lun

24 lun

MACBETH - Teatro della Pergola (FI) ing. 110/80 euro

CALCIO STORICO FIORENTINO/FINALE - P.zza Santa Croce (FI) ing. NP

18 mar

25 mar

FESTIVAL DEL VIAGGIO - Auditorium Sant’Apollonia (FI) ing. NP SLAYER - Teatro Obihall (FI) ing. 44/38 euro GIUSTINA TERENZI - Circolo Aurora (FI) ing. Libero FABBRICA EUROPA - Cantieri Goldonetta (FI) ing. NP

NICO GORI-ALESSANDRO LANZONI QUARTET - Circolo Arci Girone (FI) ing. 10/8 euro PECKINPAH - Circolo Aurora (FI) ing. libero QUARTIERE TAMBURI - Carcere di Volterra (PI) ing. libero

19 mer

26 mer

FLORENCE NIGHT MOVIDA - Villa Bandini (FI) ing. su prenotazione LAMBCHOP - Anfiteatro Parco delle Cascine (FI) ing. 20 euro FABBRICA EUROPA - Cantieri Goldonetta (FI) ing. NP

ZUCCHERO - Nelson Mandela Forum (FI) ing. 60/30 euro DUB FX - Anfiteatro Romano di Fiesole (FI) ing. 12 euro + dp FINALE INDIE TIME 2013 + I SOCI - MareaFestival Fucecchio (FI) ing. libero FLORENCE NIGHT MOVIDA - Villa Bandini (FI) ing. su prenotazione

20 gio

27 gio

MARIA STUARDA - Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (FI) ing. NP RADIO MARQUEE MOON - Spiaggetta Easy Living (FI) ing. Libero GIOVEDÌ AL QUADRATO - Circolo Aurora (FI) ing. libero GIOVEDÌ SOTTO LE STELLE/MERCATININ NOTTURNI - Scandicci Centro (FI) ing. lib

TEATRO DEGLI ORRORI - MareaFestival Fucecchio (FI) ing. 10 euro RADIO MARQUEE MOON - Spiaggetta Easy Living (FI) ing. libero ANTICONTEMPORANEO 2013 - Museo Marino Marini (FI) ing. 12/8 euro GIOVEDÌ AL QUADRATO - Circolo Aurora (FI) ing. libero MELODIA DEL VINO - Cantina Antinori Bargino (FI) ing. 30/10 euro

21 ven

28 ven

NICCOLÒ FABI / COLLETTIVO ANGELO MAI - Teatro Romano Fiesole (FI) ing. 19/14 euro FESTA DELLA CERAMICA - Montelupo (FI) ing. NP

GORAN BREGOVIC - MareaFestival Fucecchio (FI) ing. 15 euro THE HEARTBREAKS - OffBar / Lago dei Cigni - Fortezza da Basso (FI) ing. libero CSI / IL FANTASMA DELL’OPERA - Teatro Romano di Fiesole (FI) ing. 16/13 euro

22 sab

29 sab

BOSCONI FEST / BACK TO THE ROOTS - Teatro Romano di Fiesole (FI) ing. 10 euro FESTA DELLA CERAMICA - Montelupo (FI) ing. NP

ELIO E LE STORIE TESE - MareaFestival Fucecchio (FI) ing. 15 euro VIVERE JAZZ - Teatro Romano di Fiesole (FI) ing. NP ARENA DI MARTE / CINEMA SOTTO LE STELLE - Nelson Mandela Forum (FI) ing. 5 euro MELODIA DEL VINO - Cantina Petra Suvereto (LI) ing. 30/10 euro

23 dom

30 dom

JOVANOTTI - Stadio Artemio Franchi (FI) ing. 32,20/80,50 euro FESTA DELLA CERAMICA - Montelupo (FI) ing. NP

THE CYBORGS + O.I.S. - MareaFestival Fucecchio (FI) ing. libero

Dove Auditorium Flog Via Michele Mercati, 24 - Firenze Biblioteca delle Oblate Via dell’Oriuolo, 26 - Firenze Caffè LaCité Borgo San Frediano, 20 - Firenze Cinema Odeon Via de’ Sassetti, 1 - Firenze Circolo Aurora Viale Vasco Pratolini, 2 - Firenze Combo Social Club Via Mannelli - Firenze Ex Fila Via Mons. Leto Casini, 11 - Firenze GLUE - Alternative Concept Space Viale Manfredo Fanti, 20 - Firenze Museo Marino Marini Via della Spada, 1 - Firenze Nelson Mandela Forum Viale Malta, 6 - Firenze NOF Gallery Borgo San Frediano, 17 - Firenze Nuovo Teatro dell’Opera Viale Fratelli Rosselli, 1 - Firenze Palazzo Strozzi Piazza degli Strozzi - Firenze Sala Vanni Piazza del Carmine, 14 - Firenze Stazione Leopolda Viale Fratelli Rosselli, 5 - Firenze Teatro della Pergola Via della Pergola, 18 Firenze Teatro di Rifredi Via Vittorio Emanuele II - Firenze Teatro ObiHall Via Fabrizio De André, 50 - Firenze Teatro Puccini Via delle Cascine, 41 - Firenze Teatro Verdi Via Ghibellina, 101 - Firenze Tender Club Via Alamanni,4 - Firenze Viper Theatre Via Pistoiese - Via Lombardia - Firenze

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the italian game di ivan carozzi

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Scenari italiani anni ‘70 e ‘80 in una prospettiva retromaniaca Si è detto di Giulio Andreotti e della sua intelligenza col mondo della comunicazione, della tv, del cinema; della capacità di flirtare con i media, in anticipo sui tempi e sui vecchi colleghi, capitalizzando le sue doti naturali d’ironia, mot d’esprit e sagacia. Probabilmente comprese che nel Paese cattolico e ormai postmoderno, l’Italia degli anni ’80 in cui politica e spettacolo cominciavano a emulsionarsi e a sciogliersi l’una nell’altra, in cui giornali come Repubblica offrivano sempre più spazio al commento di costume in Transatlantico, l’esibizione di un atteggiamento ironico, e autoironico, gli avrebbe garantito il perdono e la fondamentale simpatia e benevolenza della pubblica opinione. Vengono in mente tre episodi: la partecipazione al film Il tassinaro di e con Alberto Sordi; la comparsata a Biberon a fianco di Oreste Lionello nel 1988; lo spot della 3 con Valeria Marini: «Certo che lei sa proprio tutto», «Così dicono». Il compenso venne devoluto ai malati dell’istituto Don Gnocchi. E poi, cercando, salta fuori anche questa pubblicità apparsa nel 1985, di cui Giulio Andreotti sembra indubbiamente il testimonial. Sono gli anni in cui la politica non solo italiana esce dal vecchio guscio e, con stupore quasi infantile e joie de vivre, come un turista timido al carnevale di Rio, si getta tra le braccia dello spettacolo, della tv, della pubblicità, del cinema. «Chi mette nel sacco Andreotti, vince una Espace». Il claim gioca col mito della inafferrabilità dell’onorevole e le modalità del concorso sono esageratamente barocche e macchinose: A) Acquistate Panorama e troverete un inserto B) L’inserto conterrà una scheda concorso con un sacco disegnato C) Sovrapponete il sacco disegnato alla foto di Andreotti che appare nell’annuncio D) Se la scheda ha un’apertura tale da contenere perfettamente il volto di Andreotti, hai vinto una Renault Espace. Ecco, specialmente il punto C - «Sovrapponete il sacco disegnato alla foto di Andreotti» - illustra abbastanza bene come per lungo tempo la politica, anche quella più fredda e torbida incarnata da Andreotti, si sia trasformata in post-politica, gioco, teatro, finzione, ironia, traino del settore auto o comunque testimonial per una futuristica monovolume di fabbricazione europea, sogno di un ceto medio europeo positivo e fiducioso; ecco, tutto ciò fino al punto da sospingere dentro una nube d’irrilevanza e trascurabili significati perfino una sentenza definitiva di condanna (prescritta) per mafia. E infatti lo spot con Valeriona era del 2005. Appena due anni dopo la sentenza. «Certo che lei sa proprio tutto», diceva Valeria; «Così dicono», risponde il divo. theitaliangame.tumblr.com


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un sex symbol al mese

una non precisata (ma di certo illuminata) mente alle prese con la vera essenza della bellezza il moderatore

Giuseppe Cruciani

G

iuseppe Cruciani non è un giornalista, è un caso, da qualsiasi punto di vista lo si cerchi di analizzare. Romano classe ’66, ha trovato la fortuna a Radio 24, soprattutto da quando conduce “La Zanzara”, programma di attualità basato fondamentalmente sul sadismo. Si, il sadismo; quello degli invitati e soprattutto degli ascoltatori che chiamano al solo fine di essere interrotti ed infamati dal conduttore. Cruciani infatti spinge fine al parossismo un atteggiamento polemico-provocatorio comunemente diffuso, quello del “bastian-contrario”, ma a differenza della miriade di disagiati che imperversano sui social networks, pontificando sul niente davanti ad una sparuta cerchia di “amici” virtuali armati di “likes”, egli ne fa una su-

blime arte di intrattenimento. Il conduttore de “La Zanzara” si diverte un mondo quando la gente si sfava perchè lui gli parla sopra, risponde con una strafottente quanto sarcastica permeabilità alla suscettibilità dell’interlocutore di turno, che cade sistematicamente nella sua trappola volta solo ed esclusivamente all’indispettimento ed alla frustrazione. Per finire, lo spettinato speaker, per quanto obiettivamente stronzo, è un bravissimo intrattenitore e per questo piace tanto al pubblico radiofonico quanto alle donne, ed infatti le cronache mondane lo riportano come un discreto tombeur de femme, resta il fatto che di calcio non capisce un cazzo, ma da un tifoso della Lazio non ci si può certo aspettare granché... http://unsexsymbolallasettimana.blogspot.it

cara valentina di valentina

Cari Lungarni, ma soprattutto, care Lungarne, ho deciso di prendere un attimo in mano la situazione, perché le mail che mi sono arrivate questo mese (e dico a te Pupina086, Valentina#2, Moni, Sil, etc. etc.) mi sembra che girino tutte intorno ad un problema fondamentale, un errore tipicamente femminile, che vi porta sofferenza gratuita, soprattutto perché autoinflitta.

Il Pigiama Dipinto Prima C’è un’ampia letteratura, letteratura in senso stretto, che tutte noi ci siamo puppate dall’adolescenza in poi, da Jane Austen alla collana Harmony, da Beautiful a Sex and the City, che ci racconta di storie d’amore con uomini perfetti (solitamente non voluti) o con perfetti stronzi (fortissimamente desiderati). Vero che mentre leggete state pensando: “Sono dei cliché di merda e io non sono così”? Vero?! Ecco, sì è proprio così! Niente di più semplice! Non mi stancherò mai di ripetere che gli uomini e le donne sono uguali nell’essere PERSONA. Allora, un amore, ma

anche una tresca o un’attrazione, sono libere e felici se si desidera quella persona per come è e sapremo come è solo avendo il tempo di conoscerla, anzi, dandole la possibilità di farsi conoscere. Detto questo arrivo al punto. Molte donne, o quantomeno molte di quelle che mi hanno scritto, compiono un atto di violenza volendo forzare il tipo incontrato l’altra sera a indossare il pigiama che loro hanno dipinto nella loro testa anni e anni prima. Desiderano un uomo già fatto e formato a livello fantastico e cercano quell’uomo reale che combaci con questo modello immaginario. Se non combacia so’ cazzi. Vi rendete conto che fatica per questi poveretti? Vi immaginate mai nei loro panni? Non sareste terribilmente offese se qualcuno facesse lo stesso con voi? In più ve lo dico, un uomo messo a così dura prova (per fortuna) scappa, perché se c’è una cosa che loro hanno in più di noi è la salvaguardia di se stessi. Pensateci bene, lo dico per voi, invece di stare a casa dipingere pigiamini che poi staranno stretti a chiunque, uscite a divertirvi e divertitevi a conoscere qualcuno senza preconcetti, ve la godrete molto (ma molto) di più.

P.S. Sono in vena di lanciare grandi verità sul mondo oggi e quindi voglio aggiungere una piccola postilla all’unico uomo che mi ha scritto e che sicuramente gioverà anche ad altri: mio caro, il bello e maledetto è passato di moda e se hai passato i 35, come mi sembra di intuire, risulta anche piuttosto ridicolo. Primo. Chi ti dice che sei bello? Secondo. Se sei maledetto stai per conto tuo e non ungere della tua maledizione anche gli altri. Buona Fortuna a tutti e se il vostro umore va giù date la colpa alla Primavera che ci sta seriamente prendendo per il culo. Vostra Valentina

scrivimi a caravalentina@lungarnofirenze.it o dalla pagina CARA VALENTINA su www.lungarnofirenze.it e cercami su facebook, io sono CARA VALENTINA!


palestra robur

lezioni di ginnastica culturale per fiorentini

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di leandro ferretti

Il Monni

D

i solito in questo spazio si parla di luoghi, di angoli particolarmente mitopoietici di Firenze. Il Monni era anche questo, un luogo non geografico perché prevalentemente nomade. Un elemento dell’arredo urbano a posizione variabile. Solcava la città con passo svelto, fermandosi nelle stazioni più consuete dove prevalentemente l’attività fosse di uno dei tre tipi da lui preferiti: recitare, bere, mangiare o tutte e tre le cose insieme. Lui, che si era inurbato dal contado come coloro che Dante fa esecrare nel sedicesimo del Paradiso dall’avo Cacciaguida, pareva voler segnare il territorio in ogni direzione, non tanto per possederlo (ne sarebbe stato del tutto incapace, buono com’era) quanto per dire felice: “io ci sono”. Soprattutto il Monni era da sempre un ostinato colonizzatore del Parco delle Cascine, molto prima che questo disgraziato lembo di verde tornasse al centro dell’interesse della politica. Vi si inoltrava

spesso dalla passerella dell’Isolotto, invariabilmente sandalato anche d’inverno, nella buona stagione con la maglietta sapientemente arrotolata. Camminava come seguendo una sua linea mentale, come se ripassasse un monologo da ridire subito dopo davanti al pubblico. Impossibile calcolare quanti chilometri abbia fatto negli anni: migliaia probabilmente, visto che non possedeva l’automobile e che era rimasto contadino anche in questo, nell’uso sapiente dei piedi. Ora il Monni non c’è più, si dice sia morto un giorno di fine maggio. Probabilmente diventerà un luogo a posizione fissa, una statua, una lapide o un pezzo di qualcosa. Sarebbe bello diventasse una pietra nel Parco delle Cascine, o un mucchio di fili d’erba, o un sentiero fiorito; che potessero dire “il Monni passò di qui, e fu un testimone attivo della bellezza: fiorite anche voi, viandanti”.

Night street photography

stop-down pillole di fotografia

di sandro bini

I

l primo fu Brassai con il suo celebre Paris de nuit nel 1932, poi Bill Brandt con A night in London nel 1938, che con i limiti tecnici delle pellicole dell’epoca riuscirono a raccontare in maniera poetica la vita notturna di due grandi metropoli come Parigi e Londra. Ancor oggi questi due libri costituiscono i modelli del genere nightlife nell’ambito di una poetica surrealista che influenza ancora tanta fotografia contemporanea. Il racconto notturno è passato poi in anni molto più recenti, sulla via iniziata negli anni ‘40 da Wegee e del suo dirompente The Naked City (1948) e proseguita da Ed Van Der Elsken e Anders Petersen (negli anni ’50 e ’70) con i controversi volumi Love on the west bank (1954) e Cafè Lehmitz (1978), agli interni alternativi e underground di Nan Goldin (The Ballad of sexual depency 1986) e Wolfgang Tillmans (Burg 1998) con una fotografia diaristica e generazionale, di forte impatto emotivo e sociale, coinvolta in una narrazione quasi interamente privata. Ma la notte in città continua a vivere anche fuori, nelle strade: quelle vuote e desolate delle periferie urbane e quelle piene di vita e di gente delle notti estive

intorno ai locali del centro. Personalmente il pensiero di fotografare la città di notte con un approccio street mi ha suggerito l’idea di raccontare la movida estiva fiorentina intorno ai locali di Santo Spirito, Santa Croce e San Niccolò. Ne è nato un progetto tuttora in progress (Florence Night Movida) che ha rappresentato per me forse il modo migliore affinché la tradizione umanista e sociale della street photography potesse riuscire a confrontarsi con uno scenario notturno urbano e umano, per raccontare e testimoniare la vita di tanti, giovani o meno, che vivono ancora la notte in città.

www.deaphoto.it - credit photo: © Sandro Bini, Florence Night Movida, 2008


Cose dell’altro mondo il martedì all’Aurora 4 Giugno ore 21

11 Giugno ore 21

THREELAKES talento e tradizione

PILL TAPES

music will save us from ourselves

18 Giugno ore 21

www.pilltapes.com

L'ACROBATA DJ SET

Giustina Terenzi - black music e non solo 25 Giugno ore 21 in collaborazione con

PECKINPAH bad folk dal cuore

A.S. Aurora-estate in Piazza Tasso

di fronte al Torrino delle mura (angolo viale Pratolini)


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palati fini di gianluca volpi e martin rance Nonostante “le macchine del freddo” siano invenzione parecchio recente, la storia del gelato è invece decisamente antica. Uno dei primi documenti storici che parla di qualcosa di simile al gelato risale all’Atene del ‘500 a.c., con ricette di bevande rinfrescanti ottenute mescolando limone, miele e ovviamente neve o ghiaccio, mentre Plinio il Vecchio dava una vera e propria ricetta di un “sorbetto” ottenuto mescolando una parte di ghiaccio tritato e miele con una di ghiaccio e succo di frutta in modo da ottenere una specie di “crema ghiacciata”. Il gelato o sorbetto sparì poi dalla tradizione italiana fino al Rinascimento, dove proprio a Firenze, alla Corte de’ Medici, acquistò nuova linfa e fama. Fu infatti il sorbetto del macellaio Ruggeri a vincere il concorso indetto da Caterina de’ Medici per “il piatto più singolare che si fosse mai visto”. La specialità del Ruggeri piacque tantissimo, tanto che fu la stessa Caterina, dovendo andare in sposa a Enrico d’Orleans, a volerlo con sé ritenendolo l’unico in grado di poter superare, con la sua meraviglia, i cuochi francesi. Fu così che per il matrimonio il Ruggeri meravigliò la corte di Francia con il suo “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata”. Diventato invidiato e osteggiato da tutti i cuochi del tempo, decise di scrivere la ricetta fino ad allora segreta e la fece recapitare a Caterina, accompagnandola con un breve salu-

Il gelato moderno

to di commiato: ”Con il vostro permesso ritorno ai miei polli, sperando che la gente mi lasci finalmente in pace e, dimenticandosi di me, si accontenti soltanto di gustare il mio gelato”. Fu un altro fiorentino, il poledrico Bernardo Buontalenti, architetto, artista e anche “scienziato in cucina”, a perfezionare il gelato avvicinandolo molto a quello odierno, aggiungendo nella ricetta l’uovo, dando vita a quella che ancora oggi, nelle gelaterie, si chiama crema fiorentina o Buontalenti, appunto. I suoi “dolci ghiacciati” spesso meravigliarono gli importanti ospiti della corte granducale. Ingegnoso inventore, Bernardo Buontalenti costruì anche una macchina per preparare il gelato, con delle spatole che mantecavano il composto (ovviamente messe in moto da una manovella, mica c’era l’elettricità ai tempi!) e un cilindro che conteneva il ghiaccio per raffreddare il tutto. E fu ancora il Buontalenti, si narra, a inventare il primo semifreddo della storia: lo zuccotto. In occasione di un ricevimento in onore di ambasciatori spagnoli, fece servire una crema gelata in una forma semisferica rivestita di biscotto inzuppato. Lo zuccotto, che prese il nome dagli zucchetti, o zuccotti, indossati dagli alti prelati, ancora oggi è un dolce classico della pasticceria fiorentina. Oggi si prepara con una crema a base di ricotta, e con una base di pan di spagna: talvolta viene colorato con l’Alchermes, che veniva preparato dai frati di Santa Maria Novella, e che anch’esso fu portato in Francia come “liquore dei Medici”.

un’invenzione tutta fiorentina.

www.cipollerosse.it


Provincia di Milano

Città di Palermo

TOSCANA PROMOZIONE

La Società Italiana dei Viaggiatori presenta

petribros.com

Festival DEL Viaggio VIII EDIZIONE • GIUGNO 2013

7/15 GIUGNO PALERMO

10/18 GIUGNO

FIRENZE 20/21 GIUGNO MI�NO

Incontri · Conferenze · Mostre · Percorsi · Spettacoli · Documentari

www.festivaldelviaggio.it www.societadeiviaggiatori.org


Parole

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di sara loddo

JONATHAN FRANZEN Il cervello di mio padre

ALESSANDRO PIPERNO Pubblici infortuni

GAETAŇO BOLÁN La macelleria degli amanti

Ebook - 30 pp. - Einaudi - 2013

192 pp. - Mondadori - 2013

117 pp. - Edizioni E/O - 2013

Già apparso nella raccolta “Come stare soli”, “Il Cervello di mio padre” è uno dei primi titoli della collana digitale di Einaudi. Racconta la personale esperienza dello scrittore americano con una malattia effimera e ineluttabile come l’Alzheimer, capace di sottrarre giorno dopo giorno i ricordi e l’identità di un padre. Con il suo stile asciutto e impeccabile, Franzen descrive la difficoltà dell’accettazione, la cecità di fronte alla sofferenza causata da un male che annulla e la disperata ricerca di significato. Un significato nascosto dietro gli ultimi sguardi e dietro le parole, in grado di fare di un uomo qualcosa che vada oltre la biologia del suo cervello.

Dopo aver vinto il Premio Strega con il romanzo “Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi” nel 2012, Alessandro Piperno si dedica alla saggistica, con una raccolta di brevi scritti ispirati alle sue passioni di lettore, insegnante e scrittore, in cui i sentimenti che hanno ispirato alcune fra le principali opere della letteratura mondiale si mescolano alle esperienze personali di ognuno. Da Kafka, che non aspirava alla pubblicazione dei suoi libri, all’influsso di una personalità forte come quella di Hemingway sui testi forse scritti da qualcun altro, passando attraverso “La Recherche” di Proust, fino al “Segreto” dell’Anonimo Triestino e alla sua influenza nella vita dell’autore.

Ambientato nel Cile di Pinochet, il romanzo racconta la quotidianità racchiusa fra le botteghe di quartiere, i progetti rivoluzionari senza speranza, la repressione, l’amore e la tenerezza dei sentimenti più elementari, il tutto attraverso la prospettiva di Tom, il piccolo figlio cieco del macellaio. Con la semplicità e la poesia che soltanto la percezione di un bambino può avere, “La macelleria degli amanti” narra una storia semplice, in cui l’amore per la libertà, per il partner e per i propri cari vengono spazzati via da una milizia che agisce indisturbata, preceduta da lunghe e minacciose auto scure e seguita dall’oblio.

Classique c’est chic LOUIS-FERDINAND CÉLINE Viaggio al termine della notte (575 pp. - Corbaccio - 2011) L’esordio di Céline, pubblicato nel 1932, è uno dei romanzi che ha saputo raccontare i primi anni del Novecento come pochi altri, che all’epoca della sua pubblicazione ha saputo scandalizzare e che, tuttora, costituisce un esempio di narrazione attuale e di linguaggio eversivo, nel suo voler riprodurre il ritmo della lingua parlata. Rappresentando chiaramente la miseria umana, i meccanismi psicologici, la paura e i peggiori sentimenti che possono smuovere un uomo, ripercorre gli eventi principali dell’inizio del Secolo, la guerra di trincea, l’occupazione coloniale in Africa, la catena di montaggio e l’anonimato statunitense, per finire con la miseria della periferia francese.

4chiacchiere con lo psicologo...

un incontro al mese con uno psicologo per comprendere meglio il vivere quotidiano

venerdì 7 giugno - ore 21.00 LIBRERIA DI PSICOLOGIA - Via P. F. Calvi, 7b/r - 50137 Firenze

I FIGLI: QUESTI SCONOSCIUTI

Libri di Psicologia, Psicoterapia e Scienze Umane. Tutto il resto su ordinazione. Tel. 055.6266080 - Fax 055.6235889 - E-mail: voltatepagina.libri@tiscali.it www.voltatepaginalibreria.it


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Suoni

TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD “Still Smiling” (Specula) Era ora. Sì, era ora che Teardo alla fine raccogliesse definitivamente quel che meritava. Non che finora nessuno si fosse accorto di lui, anzi. Ma era lì, in un sottobosco carbonaro. Blixa Bargeld, invece, qualcosa aveva già raccolto. Ma tentiamo di dare un senso a quanto sopra con un brevissimo riepilogo. Teho Teardo è attivo sin dagli anni ’80 dapprima con i Meathead, poi con i Matera e gli Here. E tante altre collaborazioni. Minimo comun denominatore, avanguardia e noise. Da fine anni ’90, l’incontro col cinema e la firma di alcune delle più belle colonne sonore uscite negli ultimi anni. Blixa Bargeld, oltre ad essere il leader degli storici Einstürzende Neubauten, ha suonato nei Bad Seeds di Nick Cave. I due si incontrano e nasce questo “Still Smiling”, album scritto a quattro mani da Teho e Blixa e composto con dedizione ed attenzione massima al particolare - conoscendoli non potrebbe essere altrimenti - in due anni di lavoro in studio tra Roma e Berlino. Il disco è una meraviglia come da tempo non ci capitava di ascoltare. Blixa si butta con disinvoltura sull’italiano (irresistibile), oltre che sull’inglese ed ovviamente il tedesco. Le musiche orchestrate da Teho sono accompagnate dalla violoncellista Martina Bertoni e dal Balanescu Quartet. Ci fosse mezza nota, mezza parola, mezzo silenzio, mezzo suono fuori posto. No, è tutto perfetto e scorre con insospettabile fluidità. Si sente la passione ed il divertimento con cui il duo sta lavorando, dal primo all’ultimo secondo del disco. Se avete in mente le colonne sonore realizzate da Teardo. Se le amavate ma vi mancava sempre un qualcosa. Ecco, quel qualcosa è qui. Ed amerete “Still Smiling”. Il primo 10 di Lungarno.

di Lespertone

THE NATIONAL “Trouble Will Find Me” (4AD)

THE PASTELS “Slow Summits” (Domino)

Seguiamo i The National sin dagli esordi, quelli dell’omonimo debutto nel 2001 con forse una della più brutte copertine della storia. Non tanto per darsi un tono, non richiesto, quanto per cercare di capire meglio l’evoluzione del gruppo in questa decade. Li abbiamo visti anche dal vivo, in apertura dei Pavement in una trasferta parigina. Giusto per esser sicuri. Il nuovo “Trouble Will Find Me” è il sesto in carriera per la band di Brooklyn guidata da Matt Berninger ed arriva a quasi tre anni di distanza da “High Violet”. Eternità se si pensa alla velocità con cui vengono consumati i dischi oggi, un paio di ascolti e dopo un mese son vecchi. In questi anni si sono allargate le famiglie, da qui anche le lungaggini, si è lottato contro debolezze e stanchezza pur rimanendo vivi. Poi arrivano le notizie meravigliose. Ovvero che “Trouble Will Find Me” è esattamente, tranne qualche virgola qua e là, quello che cerchiamo nei The National. Troppo art-rock per piacere a chi ama le cose più classiche, troppo poco fighi per essere hype. Sono in questa terra, a pochi metri da raggiungere uno status che forse è meglio non cercare di raggiungere. Perché noi vogliamo che rimangano così. Ne amiamo la batteria sincopata, i fiati, gli archi, la voce di Matt, le ballate malinconiche. Qualcosa dovresti cedere se vuoi raggiungere altre terre. E noi non vogliamo altro che quell’aria da ubriaconi seduti in bar di dubbie frequentazioni in un film noir. Probabilmente mancano le ‘Anyone’s Ghost’ e ’Bloodbuzz Ohio’ della situazione. Ma anche quando si ascoltò “High Violet” si disse che mancava una ‘Fake Empire’. Quando si ascoltò “Boxer” si disse che mancava una ‘Mr. November’. L’impero dei The National invece è questo, perché in “Trouble Will Find Me”, ci sono brani come ‘Graceless’, ‘Demons’ o ‘Humilation’ che un domani ci faranno scrivere però in questo nuovo manca una Graceless eh. Vi preghiamo, non cambiate mai.

Sappiamo bene che non se ne può più di leggere robe tipo la seminale band o gruppo di culto. Spesso se ne abusa anche. Non ce ne vorrete, però, se consideriamo i The Pastels un gruppo di culto. Nel modo più classico lo si possa intendere, quindi come quel gruppo di cui tutti parlano bene ma con un seguito alla fine piuttosto ristretto, seppur quanto mai affezionato al limite del fanatismo. D’altra parte se non viene usato per loro, per chi altro? Gioiello nascosto della Scozia più bella, i The Pastels sono, senza alcuna paura di essere smentiti, uno dei primi gruppi, se non il primo gruppo, a trovare la sintesi perfetta tra pop, punk, shoegaze ed atmosfere cinematiche. Quelle portate ad un consenso più ampio dai The Belle and Sebastian, per intendersi. Ma dieci anni prima. Anche se in questi anni il nome della band ha continuato a girare per alcune collaborazioni, quella con i giapponesi Tenniscoast, oltre che per la colonna sonora della pellicola scozzese The Last Great Wilderness e per le musiche di alcuni spettacoli teatrali, era da “Illumination”, nel preistorico ’97, che non avevamo un loro album in studio. Oltre sedici anni, quindi, per questo nuovo “Slow Summits” che vede la band in formazione originale, guidata ovviamente da Stephen McRobbie e Katrina Mitchell, con la presenza di quel Gerard Love che poi, insieme a Norman Blake, anch’egli presente nel disco, formerà quell’altra meraviglia a nome Teenage Fanclub. Per esser sicuri che tutto funzionasse a dovere - e tutto funziona a dovere fra pop crepuscolare, fiati e ragnatele cinematiche, su tutte l’omonima ‘Slow Summits’ che sembra quasi un omaggio a Bacalov, Morricone e Umiliani – ci sono anche due terzi dei To Rococo Rot ed i Tenniscoasts. Uno dei ritorni più belli che questa prima metà di anno potesse regalarci. Slow motion.

MADE IN ITALY GAZEBO PENGUINS “Raudo” (To Lose La Track) La spassionata riscoperta di certi canoni dell’Emo riesce ormai, in Italia, a imporsi come fosse una bandiera di cui tutti (o quasi) vogliono reggere l’asta perché simbolo di contatto tra grandi e piccini, tra maschi e femmine, tra quelli più duri e quelli più morbidi. I Gazebo Penguins hanno stampato ancora una volta, grazie a questo “RAUDO”, i propri faccioni al centro di questo vessillo così ammaliante perché la sanno lunga su come accalappiare consensi e adepti a destra e a manca, su come essere “Pop” senza diventare esosi e su come fare un gran rumore senza spostare troppa polvere. I tre di Correggio, al secondo album, suonano (e incarnano) l’essenza dell’odierno Alt-Rock indipendente italico, suggerendo sorrisi malinconici e nervosetti grazie a melodie e a testi appiccicosi come gomme americane rosa, roba che non ti fa gridare al miracolo ma che ti accompagna tutto il giorno durante gli spostamenti in bici o sul tram come un simpatico amico immaginario che sa sempre quali parole usare per confortarci. Che importa, dunque, se “È finito il caffè”: io mi sento “Piuttosto bene” e ho come l’impressione che “Non morirò” mai, come del resto questo tipo di Emocore un po’ paraculo cui vogliamo tutti bene. Emanuele Giaconi - www.benoise.com


correndo - di andrea alemanno



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