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Palati Fini: Mug chocolate cake

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Oroscopo

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Mug chocolate cake Per la serie non tutti sanno che, dietro al cioccolatino simbolo del San Valentino nostrano si nasconde una grande donna. La grande donna in questione era Luisa Spagnoli (sì, quella dei vestiti per quelle con le ossa grosse). Dopo aver acquistato una drogheria, si cimentò nel confezionamento di caramelle e cioccolatini, la cui creazione più nota è il Bacio (Perugina, ndr), quello che alle scuole medie scartavi e attaccavi nella Smemoranda e sulle cui lapida- rie quotes hai fondato tutto quello che sai sull’amore (fatti una domanda e datti una risposta). Resta facile pensare che la signora Luisa ne mangiò un po’ troppi, così da avviare il suo marchio d’ab- bigliamento eponimo per taglie forti, inizialmente di sola maglie- ria filata dall’allevamento intensivo di conigli che possedeva.Forse ancora meno persone sanno che prima di prendere il nome di Ba- cio, questo scrigno di cioccolata e nocciola si chiamava Cazzotto, avendo questo la forma simile a quella di un guanto da pugile. Non è lecito sapere se c’è Celentano dietro questa virata marketing da “pugno a carezza”, ma di tubi di Cazzotti ne avresti venduti a palate, cara Luisa. Ma tu che vivi nella capitale italiana dei sin- gle e non dormi ancora la notte a pensare a Marriage Story (Noah Baumbach, 2019) perché sai che se è finita così a schifo a una come Scarlett Johansson, figurati te, so che questo San Va- lentino starai - per scelta altrui - ben lontana dalle confezioni di cioccolata ed è per questo che ti dedico una mug chocolate cake, il dolce che celebra San Faustino, protettore dei single e sicuramente anche dei forni a microonde.

A TUTTA BIRRA

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di Andrea Bertelli

Acido, Acida

Le European Sour Beers, dette volgarmente birre acide, costituiscono un universo di smorfie e bocche storte dopo il primo assaggio. D’altra parte o le si odia o le si ama, e nel caso della seconda ipotesi, dopo non si riesce più a farne a meno; al pub gli amici ti guardano in- creduli, vedendoti dilapidare i tuoi risparmi in bevande dagli odori strani, sempre più schifati ad ogni tuo sorso. Il lambic è uno stile tra i più famosi del genere, tipico della zona di Bruxelles, una birra di frumento abbastanza aci- da, eccentrica, talvolta moderatamente maleodorante, con una spiccata acidità che sostituisce l’amaro del luppolo. Per tradizione è fermentata spontaneamente. I descrittori olfattivi variano, affievolendosi con l’età, si va da straccio vecchio, sella di cavallo, pollaio, terroso, ematico, capri- no o fieno. La nonna direbbe: “Vu siete tutti grulli a bere codeste porcherie”. Grosso errore. La versione invecchiata si chiama Gueze, ed è un blend di lambic di differente invecchiamento, uno, due e tre anni. Il lambic “giovane” apporta gli zuccheri fermentabili, mentre il vecchio ha il caratteristico gusto “selvaggio” dato dalla lunga azione dei lieviti. Una buona Gueuze possiede un bouquet pieno e in- trigante, un aroma acuto e un gusto “morbido” e vellutato. Il lambic è servito senza carbonazione, mentre la Gueuze viene servita effervescente. I prodotti contrassegnati con le parole “oude” o “vielle” sono considerati i più tradizionali. Meglio un’acida che un acido, a voi l’ardua sentenza.

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