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Kali Yuga - Apocalisse o Rinascita?

di Michele Baldini

Secondo l’interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, tra cui i Veda, il Kali Yuga è l’ultimo dei quattro yuga; si tratta di un’era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale. Non so se questa lettura può ben rappresentare il momento storico che stiamo vivendo. Di sicuro di “stranezze” ne abbiamo cominciate a vedere parecchie. Dal tasso che scorrazza nottetempo in Via Pietrapiana, alla piccola volpe su Viale Spartaco Lavagnini, alla famiglia di anatre che entra in Farmacia dal Parco di San Donato: segnali divini? Parimenti, sempre secondo i Veda, il Kali Yuga dura 36.000 anni e ci siamo dentro da un bel po’. Per cui, mi vien da dire, siamo alla fine. Speriamo nella Rinascita, magari sotto forma di dinosauri. Ad esempio come quello avvistato in coda alla Coop di Santa Maria a Monte (PI) qualche settimana fa, oppure quelli lasciati soli a se stessi al Dinosaur Invasion di Novoli. Il sito della “mostra di mostri” è eloquente: “il 22 marzo ci estinguiamo” cita. Qualche giorno prima infatti, A.N., un amico che dalla Piana aveva sfidato il virus e i check point per depositare in Regione la richiesta di autorizzazione a produrre mascherine con la ditta per cui lavora, mi aveva esternato il suo disappunto per la desolazione del parco tematico incrociato su Viale Guidoni, durante il mesto ritorno verso casa, con alle spalle una Firenze dal panorama nel complesso apocalittico. Nel frattempo la sua, come altre aziende che hanno nel dinamismo e nel sapersi adattare i punti di forza, tutte iniziative lodate di recente dalla Von der Leyen, tenta il piano B: “lavoro per una azienda tessile. un gruppo industriale che al suo interno ha anche un dipartimento (per il quale lavoro) che produce, tra le altre cose, tessuti per coprimaterassi, materassi e via discorrendo. Oggetti che vengono poi certificati come dispositivi medici. Ecco il perché stiamo tentando la riconversione. Producendo questi dispositivi possiamo rimanere aperti e cerchiamo in questi giorni di muoverci per le certificazioni”. Bene, bravo, bis. Ad oggi sono 50 le aziende che il Governatore Rossi ha autorizzato alla produzione di mascherine chirurgiche, quella di cui sopra Il Kali Yuga è un’era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale

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è ancora in attesa del responso, ma ha già tutte le certificazioni richieste per l’utilizzo DPI (cioè per chi lavora); il polo del tessile e del fashion ha comunque risposto con prontezza all’appello per la riconversione, tutti i marchi principali (Gucci, Prada e Ferragamo) compresi.

Cambiando completamente settore ma non vitalità, mi sono chiesto come le realtà culturali e aggregative potranno riconvertirsi. Soprattutto quelle territorialmente più radicate, per esempio l’Arci, 5.000 circoli e oltre 1.000.000 di soci in Toscana. E non tanto a Firenze City, dove sappiamo che i presidi aggregativi continueranno, seppur diversamente, anche nel già infinitamente atteso dopo. Quanto in provincia. Ecco che David Spalletti, vicepresidente della Circoscrizione del Valdarno Inferiore (my homeland, 43 tra circoli e associazioni aderenti, nessuno in centri di più di 10.000 abitanti, oltre 6000 soci) prova a darmi una risposta: “intanto bisogna capire se questa situazione è economicamente sostenibile. Appare tutto surreale, siamo comunque animali sociali e le cose che ci mancano adesso hanno a che fare con le emozioni, lo stare insieme, a quelle io non rinuncio tanto facilmente. Con l’Arci abbiamo affrontato i problemi contingenti. a livello regionale: cassa integrazione, organizzazione di servizi per la comunità, aiuto nella distribuzione dei farmaci o spesa a casa, gestione dei mutui e prestiti per chi aveva fatto investimenti. Sul dopo è tutto in aggiornamento, facciamo una riunione dei diversi presidenti alla settimana. Stiamo cambiando insieme alla situazione senza accorgersene”. Siamo animali sociali e le cose che ci mancano adesso hanno a che fare con le emozioni

Apocalisse o Rinascita? Mi ricorderò senz’altro piazza Santo Spirito deserta il venerdì sera, con il silenzio interrotto solamente dall’acqua della fontana, le maratone su Netflix, i saluti in videochat, la “Baldini Maison Buolangerie”, la sessione di workout mattutino in mutande e calzini, l’aperitivo durante il bollettino della Prociv alle 18, gli ascolti in cuffia: da “A che ora è la fine del mondo?” del Liga al tema musicale della prima stagione di The Sinner, “Huggin’ & Kissin’” di Big Black Delta. Cosa resterà?

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