Luglio-Agosto 2020
Sommario 05
La serenata Editoriale: social aperti, biblioteche chiuse
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Storie fuori dal centro
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Tutti insieme verso un nuovo umanesimo?
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La lunga Estate Fiorentina: la seconda stagione
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Le parole della West-coast. Viaggio letterario sul lungomare toscano
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Chiudete gli occhi. Siete in Toscana Il Monte Amiata e le sue perle Le antenne radio del Monte Giogo
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La FI-PI-LI delle biciclette Castro, la città dimenticata
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Due nuovi percorsi sulle orme dei Medici Estati alternative nei “paesi tuoi”: il Sentiero dei Parchi
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L'Agenda dell'estate
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Accadde in estate
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La musica che gira Una petizione per regolarizzare il settore Lo stile biologico incontra il cinema
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Turismo: Firenze si muove in un’estate da decifrare La nuova stagione di AirBnB. Un’autocertificazione come sigillo di qualità in America
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Odonomastica: Eugenio Barsanti e Felice Matteucci Personaggi fiorentini: Sigfrido
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Crema nutriente per il corpo autoprodotta Tra Fintocolti viola-britannici e teatri di verzura
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E venne il giorno. Il cinema riparte dalle arene estive Up&Down
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Frastuoni
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Libri e libellule. I libri per l’estate da inseguire in città I mestieri del libro. Bestiario editoriale. Lo scrittore
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Ciro Masella e il futuro del teatro Lavignetta
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La ripartenza suona a ritmo di jazz Bar Sport
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Una rinascita tra fiori e fumetti Le favolose 2 e mezzo. Le Cure
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Palati fini. L'insalata di riso A tutta birra. Integratori estivi
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Oroscopo
Come ogni mese, Lungarno arriva in cittĂ . Questa volta lo fa in modo diverso per restare vicino a tutti in tutta sicurezza, in versione digitale per permetterti di leggerlo come sempre, ma senza uscire di casa. Ma se ami sfogliarlo, abbiamo pensato anche ad una tiratura limitata per permetterti di ricevere gratuitamente la tua copia restando a casa. Visita il nostro sito e scopri come.
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LA SERENATA di Matilde Sereni
Di solito, arrivati a questo punto, è tutto un fare resoconti e programmi, i do e i don't per la seconda metà dell’anno, in procinto di tuffarsi - anche letteralmente - nelle offerte estive. Nell’anno domini dell’assurdo invece è tutto un po' più delicato e se già prima avevamo i nervi a fior di pelle, tenerci chiusi in casa 3 mesi non ha aiutato la nostra parte zen, quindi scusateci se un video che ritrae un poliziotto seduto per 8 minuti e 46 secondi sul collo di un altro uomo ha creato tutto sto casino, ma dovevamo uscirne migliori, no? Allora eccola la nostra parte migliore. Siamo stanchi di essere presi in giro e stanchi di sopportare l’insopportabile in cambio di un iPhone e una finta parità sociale. Siamo stanchi di sentir parlare di sfumature e fioriere, mentre si combatte per un diritto alla vita. Questo virus ha mostrato con innocente trasparenza quanto sia diverso per ciascuno di noi. Sui muri madrileni è comparso da subito uno striscione lampante: “la romanticizzazione della quarantena è un privilegio di classe”. Purtroppo se le rivoluzioni sono difficili, in Italia diventano utopiche, ma abbiamo un precedente importante e lo abbiamo proprio a Firenze. Corre l’anno 1378, la città è in difficoltà e il popolo degli ultimi, i Ciompi, decide che non ne può più. Guarda caso, è estate, ma si sa, il caldo dà sempre alla testa. Black Lives matter, all lives matter.
EDITORIALE di Jacopo Aiazzi
Social aperti, biblioteche chiuse
“S
ì, viaggiare” cantava Lucio Battisti, ma per quest’anno tocca limitare le alternative. Tra il lavoro che arranca e la voglia di evitare spiacevoli situazioni dovute al “paese che vai, regole - pandemiche - che trovi” il 2020 può diventare l’occasione per riscoprire le meraviglie a noi più prossime. L’altro lato della medaglia - ormai a tutti noto - è il crollo del turismo straniero. Per questo Palazzo Vecchio ha deciso di puntare anche sui giovanissimi. Per attrarli si è deciso di impiegare l’artiglieria pesante: gli influencer. E così Wikipedro incontra il sindaco; l’Estetista Cinica in posa con l’assessore alla cultura. Nel mentre, Chiara Ferragni posta foto a raffica dalle Cinque Terre. Forse la reale portata della tragedia che ci ha colpito. Eppure la città è da sempre viva sul piano culturale con persone e realtà che vorrebbe dare di più, restando spesso inascoltate. Una di queste realtà continua persino a frequentare ancora assiduamente il tanto prezioso centro storico: i Biblioprecari, il gruppo fiorentino di oltre cento lavoratori in appalto delle biblioteche comunali e dell’Archivio storico del Comune di Firenze “che dal 15 giugno sono a casa senza stipendio né sussidi” si legge nella petizione. Dopo incontri, raccolte firme e presidi alle Oblate, richieste di udienza al governo cittadino andate a vuoto, si sono recati in piazza Signoria per consegnare le oltre 6000 adesioni raccolte con una petizione per chiedere di riprendere il normale servizio bibliotecario, ridotto a 20 ore settimanali per prestiti e restituzioni e con la riapertura di 5 biblioteche e archivi su 13 in totale. Insomma, sarà un’estate che rischia di rendere amara anche la lettura più dolce. Ci penseranno i social a darci il colpo di grazia.
IN COPERTINA
TUTTI AL MARE di Luigi Leuce
Luigi passa la vita osservando attentamente tutto ciò che lo circonda ogni giorno. Cattura momenti, pensieri e soggetti per riportarli sul suo foglio bianco. Laureato all'Accademia di Belle Arti di Torino, ha iniziato a disegnare sin da bambino e non ha mai smesso, vive a Torino dove lavora come illustratore freelance. Non si ferma mai, cerca sempre nuove tecniche, ama il vintage ed è cresciuto in compagnia di Charlie Chaplin e Charlie Brown. Ama vedere sorridere le persone che guardano i suoi personaggi. Collabora con diversi Brand e riviste editoriali ed è sempre pronto a nuove collaborazioni. Partecipa spesso a mostre e festival legati all'illustrazione e si diverte un sacco quando vede sorridere chi osserva il suo mondo e i suoi buffi personaggi da vicino. https://www.luigileucefactory.it/ https://www.instagram.com/luigi_leuce/ https://www.facebook.com/luigileucefactory/
Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 86 - Anno IX - Luglio-Agosto 2020 - Rivista Mensile ISSN 2612-2294
Proprietario: Associazione Culturale Lungarno Editore: Tabloid Soc. Coop. • Firenze • N. ROC 32478 Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Lungarno ringrazia Marco Battaglia e la type foundry Zetafonts per aver concesso, rispettivamente, l'utilizzo delle font Queens Pro e Monterchi.
I contenuti di questo numero sono a cura dell’Associazione Culturale Lungarno. Per la loro realizzazione hanno collaborato: Giacomo Alberto Vieri, Giulio Garosi, Daniel C. Meyer, Martina Vincenzoni, Rame13, Daniele Pasquini, Tommaso Ciuffoletti, Michele Baldini, Camilla Guidi, Raffaella Galamini, Virginia Landi, Riccardo Morandi, Caterina Liverani, Matteo Chiapponi, Marianna Piccini, Walter Tripi, Gabriele Giustini, Costanza Ciattini, Beatrice Tomasi, Carlo Benedetti, Tommaso Chimenti, Lafabbricadibraccia, Giulia Focardi, Marco Tangocci, Davide Di Fabrizio, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Lulaida, Francesca Arfilli, Luigi Leuce. Caporedattore: Riccardo Morandi Editor: Arianna Giullori L’Associazione Culturale Lungarno ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze per il contributo a sostegno delle attività culturali svolte.
“L'essenziale è invisibile agli occhi”. O non ci arriva la tranvia.
Storie fuori dal centro di Giacomo Alberto Vieri foto di Giulio Garosi
“M
a come fai a prevedere quello che servirà?” chiedeva l'irrequieta e maestosa Monica Vitti, sullo sfondo di un “deserto rosso” che nel '64 consegnò alla cinematografia italiana 120 minuti di inquadrature fisse, in campo lungo, e una sequenze di battute destinate a diventare, 50 anni dopo, gif animate o caption da citare sotto alla foto di un materasso lasciato per terra, con su scritto “ALIA”, in una strada di Rifredi. C'entra Antonioni in tutto questo? Bah, come diceva un mio amico di paese, che poi ha fatto una finaccia, forse per i Camparini alle 11 di mattina al circolo, forse per le stagnole, Antonioni c'entra sempre, nei discorsi di quelli che contano. Sorrido, giro in motorino per Firenze in una notte vischiosa e vado a trovare la mia amica Rubina: in piazza Dalmazia i bambini fanno le capriole e imitano il rumore del semaforo che fischia l'arrivo della tranvia. Trrrru.Truuuu. Rubina si è trasferita a Rifredi dopo che si è sposata con Rocco, operaio acrobatico di Cosenza, e i suoi genitori, contrariati, le hanno tagliato i viveri:
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lei viene da una famiglia nobile, ha sempre vissuto in campagna o in bilocali soppalcati in Santo Spirito – le davo tempo un paio di mesi nella nuova vita – e invece son passati quattro anni, un gatto e dieci poster femministi appesi e poi staccati sui muri di tante case gentrificate. Scendiamo a prendere un cornetto Algida al baretto all'angolo, lo bagniamo nel Cynar, lei parla col Rosso, con lo Spina, con un tizio che tutti chiamano Bocelli: ricordano quel pomeriggio in quarantena quando organizzarono i turni per la consegna della spesa agli anziani del palazzone rosso nella parallela. Gente con delle storiacce alle spalle, dice lo Spina. Si salutano facendo il punto di quanto devono incassare dallo Stato: cassa integrazione, sussidi, nessuno ha ancora visto un euro. “Menomale me ma' un l'ha portata via nemmeno il coronavirus”, dice il Bocelli, “sennò voglio vedere come farei”. Saliamo sul motorino e ci muoviamo verso Serpiolle, a caso, giusto per prendere vento e parlare, come da adolescenti: Rubina sussurra che la periferia le ha salvato la vita e che a Firenze le cose magiche sono sempre accadute nei luoghi appartati. Mi racconta dei comizi sui contagi di Paolino il ferramenta, della rivincita
della merciaia, che non ha mai lavorato quanto adesso, del bambino della coppia di infermieri del secondo piano a cui sta insegnando un po' di inglese per tenergli compagnia. Mi parla di Ling che cuce mascherine colorate per tutti e non vuole essere pagata, dei pomodori condivisi sul terrazzo della vicina sarda, degli studenti fuori-sede che sono passati a cena e hanno finito per commuoversi, insieme a Rocco, guardando le foto di Tropea, delle panchine nel giardino condominiale che sono diventate circoli Arci, ora che i circoli Arci sono chiusi. Rubina dice: “Vincere non abbiamo vinto, né a Rifredi né in San Frediano. Perché la gente è sempre più povera e triste dappertutto e allora ma che vuoi vincere?”. Fuori dal Quartiere 1, almeno, non c'è un prima o un dopo e il tempo ha un verso solo. Fra il retrogusto di liquore e panna, il profilo della cupola del Brunelleschi in lontananza e un cielo desaturato, pare che le periferie gridino inni e lamenti insieme.
A Firenze le cose magiche sono sempre accadute nei luoghi appartati
Tutti insieme verso un nuovo umanesimo? di Daniel C. Meyer
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n piano per la casa ribattezzato “La Pira 2.0” che sarà “molto ambizioso”: è questo l’annuncio fatto dal Sindaco di Firenze Dario Nardella nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto “Firenze Rinasce”, la piattaforma di riforme con cui il Primo Cittadino vuole guidare la riscossa della città, dopo la gravissima crisi innescata dalle conseguenze del Covid-19, che ha colpito Firenze al cuore della sua economia. Il riferimento a Giorgio La Pira, che ha guidato Firenze tra il 1951 e il 1965, non è casuale: più volte Nardella ha detto di ispirarsi al “Sindaco Santo” che ha accompagnato Firenze fuori dalle macerie del Dopoguerra, traghettandola verso il boom economico. Così come è significativa la dedica del piano per la casa: nel corso del mandato di La Pira la città si trasforma profondamente, con la ricostruzione dei ponti distrutti dalla guerra, la nascita di nuovi quartieri come l’Isolotto e la costruzione di alloggi popolari; tra i suoi provvedimenti si ricorda anche la requisizione temporanea delle seconde case dei cittadini più abbienti per dare alloggio alle famiglie fiorentine più bisognose, impossibilitate a pagare l’affitto. Un episodio che fece scalpore all’epoca e che Mario Primicerio, già Sindaco di Firenze dal 1995 al 1999 e oggi Presidente della Fondazione Giorgio La Pira, commenta facendo un impietoso paragone con la politica attuale: “Oggi viviamo un’emergenza, e
dobbiamo essere pronti anche ad azioni che apparentemente possono sembrare impopolari. Ma la politica ha rinunciato a guidare i cittadini e non ha più il coraggio di costruire alternative; vive solo per la ricerca del consenso, cercando di solleticare la pancia degli elettori e individuando sempre nuove paure e nemici per alimentarlo. E, cosa ancora peggiore, è la stessa politica a promuovere la più totale sfiducia nella politica”. Classe 1940, nella sua vita l’ex Sindaco ha già visto più volte la città in ginocchio, dalle macerie del dopoguerra fino all’alluvione del 1966. Firenze ha sempre saputo riprendersi in passato, ma questa volta forse è diversa: “È difficile dire se ce la faremo, perché questa è una sfida davvero impegnativa. Siamo riusciti a superare le grandi tragedie che hanno colpito Firenze perché ne siamo usciti insieme, proprio come auspicava Don Milani quando diceva: «Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia». Ma oggi forse ci manca proprio questo: non abbiamo quella forza e quello spirito di coesione che ci hanno supportato in passato. La paura di perdere i nostri privilegi e le nostre comodità è più forte della speranza di lavorare per un mondo migliore, e quindi abbiamo perso la voglia di ricostruire assieme la nostra polis; non c’è più fiducia nella politica, e ognuno tende a cercare di uscire dai problemi da solo. Ma, paradossalmente, questa tragedia ci ha insegnato che abbiamo bisogno gli uni degli altri”. Un momento non facile quindi per il suc-
cessore di Primicerio, l’attuale sindaco Dario Nardella, che pure gode della sua stima: “Mi fa piacere che Nardella abbia citato La Pira nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto Firenze Rinasce, cosa che tra l’altro fa molto spesso. Nardella è una persona molto attenta ai cittadini, e può costruire una politica che risponda davvero alle loro esigenze. La Pira si domandava sempre: «Chi è la povera gente oggi? E quali sono le sue attese?». Ecco, se la politica saprà rispondere a queste domande, e affrontare i veri problemi senza nasconderli, forse potremo farcela. Dobbiamo cercare di trovare il positivo in questa situazione così difficile, e approfittare di questo shock per ripensare il nostro modello di sviluppo: non so se 'un altro mondo è possibile', come si diceva una volta, ma sicuramente possiamo dire che abbiamo capito che un mondo così è impossibile. Firenze ha bisogno di un New Deal, e forse è il luogo migliore per farlo: nessuna città più di lei ha diritto a lanciare un nuovo Umanesimo”.
La Pira, Primicerio e Nardella: la crisi di Firenze attraverso tre generazioni di sindaci
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La lunga Estate Fiorentina: la seconda stagione di Martina Vincenzoni illustrazione di Costanza Ciattini
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a vicenda dell'Estate Fiorentina ci ha tenuti appesi agli schermi dei telefoni in attesa di notizie o quantomeno di indizi, come una serie televisiva il cui copione cresce man mano che vengono prodotte nuove stagioni. Si sviluppano parti di trama, si chiariscono le storie pregresse di alcuni personaggi... Altre, invece, vengono lasciate esaurirsi senza tanti scrupoli narrativi. Da quando l'aereo del Coronavirus si è schiantato sulla nostra isola felice di vita sociale, fatta di concerti, cinema all'aperto e serate sui Lungarni illuminati, la città ha cercato di riorganizzare la propria esistenza tra scelte difficili. Cittadini e addetti ai lavori sono stati tenuti sul filo prima dall'attesa, poi da spietati cliffhanger arrivati a sorpresa dal Comune. Nel numero di giugno avevamo cercato di dare conto dei diversi aspetti della questione che attendevano un chiarimento. In questo, cercheremo di rappresentare le varie sfumature di una situazione in divenire. Prima di tutto: i soggetti coinvolti. Ovviamente l'amministrazione comunale, impegnata a cercare di garantire i servizi fondamentali ai cittadini e a onorare gli accordi economici sanciti dai bandi pubblici dell'Estate Fiorentina. Poi le associazioni culturali, che hanno chiesto udienza presentandosi come interlocutori privilegiati con cui intavolare la progettazione di una nuova vita culturale
per la città. Infine gli spazi estivi, interessati da concessioni pubbliche ma non da contributi comunali, che chiedevano a gran voce di poter riaprire per finanziare le proprie attività, in parte osteggiati anche dai ristoratori del centro storico preoccupati dalla dispersione della già ridotta clientela. Il primo problema incontrato è stato il vuoto normativo attorno alla questione della somministrazione di cibo e bevande durante spettacoli e attività culturali: il Decreto Rilancio prevedeva il divieto, mentre la Regione la autorizzava entro un certo numero di partecipanti. La Conferenza Stato Regioni del 9 giugno ha finalmente chiarito che la somministrazione è possibile ma il consumo non può avvenire al banco e che in ogni caso deve essere garantito l'uso di mascherine e il distanziamento sociale, anche nel pubblico di spettacoli e in discoteche all'aperto. Si è trattato, di fatto, di un via libera: lo stesso giorno Palazzo Vecchio ha diramato un comunicato in cui ha espresso la volontà di “fornire da subito ai cittadini nuove occasioni per ripartire dalla cultura” (parole dell'assessore Sacchi) e preannunciava un avviso pubblico per selezionare proposte culturali autofinanziate che riceveranno le agevolazioni: “Non possiamo dare contributi ma prevediamo per esempio l’abbattimento della Cosap o la concessione gratuita di immobili pubblici per la produzione culturale”. A ciò si aggiunga l'investimento tempestivo di 1,5 milioni di € messo in campo dalla Fondazione CR Firenze per gli operatori culturali con tre diversi bandi, tra cui il Bando Emergenza Cultura di
500.000€ rivol-to alle realtà che si occupano di spettacolo dal vivo (stessa cifra, peraltro, che interessava i bandi annuali dell'Estate Fiorentina). Quello che però interessa di più il vasto pubblico cittadino sono i due eventi promossi. Il primo è un progetto di cinema all’aperto presentato da Quelli dell’Alfieri: un'arena estiva da 250 posti nel Chiostro di Santa Maria Novella, a luglio ed agosto. Il secondo è “Musica in giro”, in collaborazione con l'azienda K-Array che si propone di portare musica ed eventi artistici nei quartieri cittadini per mezzo di furgoncini attrezzati a impatto ambientale zero. Di questa seconda iniziativa non possiamo che essere particolarmente felici: l'intero numero di marzo, concluso prima di comprendere il reale impatto del virus nelle nostre vite, era dedicato all'idea di una giornata della musica di strada. Avevamo raccolto impressioni positive sia da parte di artisti attivi nella scena fiorentina che da parte dello stesso assessorato. Nell'ottica di rinascita urbana, sul lungo periodo, promossa dal Comune con il piano Rinasce Firenze, ci lascia grandi aspettative per la prossima stagione.
Portare musica ed eventi artistici nei quartieri cittadini
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Le parole della West-coast di Daniele Pasquini illustrazione di Rame13
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er questa estate, ormai lo sappiamo, le vacanze saranno low-cost e a km zero. Ma ciò che ci è prossimo non è detto che sia scontato, o meno affascinante delle più blasonate destinazioni internazionali. E se i libri sono anche un modo per viaggiare, una delle opportunità delle prossime ferie potrebbe essere scoprire contemporaneamente luoghi e autori di cui - presi a inseguire Ibiza, Santorini o Bali - avevamo scordato o ignorato il fascino. Il nostro viaggio, strutturato da nord a sud, parte necessariamente da Carrara, di cui si innamorarono Dickens e Oscar Wilde, affascinati dalla maestosità delle Apuane, grandiose vette coi piedi immersi nel mare. E calando di poco arriviamo nella vicina (e rivale) Massa: Marco Rovelli ne Il contro in testa pochi anni fa scriveva: “Il marmo è come la vita, morbido al verso e duro al contro”. Simbolo acclarato di bella vita è Forte dei Marmi, che le cronache degli ultimi anni dipingono ormai come balocco sciupato dall’invasione di russi e cafoni: vale allora la pena riscoprirne anima e ruvidità, oltre la patina modaiola, con i romanzi di Fabio Genovesi (Morte dei Marmi e Versilia Rock City). Di Pietrasanta, che dell’arte contemporanea fa giustamente vanto – con opere di Botero, Mitoraj e Folon – si scorda spesso che diede i natali a Giosuè Carducci, tra i pochi poeti italiani di cui ancora si usa mandare a memoria i versi (fin dalle elementari, ahinoi, con cadenza da filastrocca). Proseguendo a meridione, giungiamo a Viareggio: la città in cui nacque Mario Tobino (che la Versilia la raccontò ne Il clandestino, Premio Strega del 1962), oltre che un premio – il Premio Viareggio – che ha da poco compiuto i 90 anni. Tra i più noti best-seller toscani c’è Marco Malvaldi, pisano, il cui “Barlume” ha sede nell’immaginaria cittadina di “Pineta”: la fiction tv avrebbe
dovuto essere girata a Marina di Pisa, ma alla fine a spuntarla è stata Marciana Marina, all’Isola d’Elba. E giunti a Livorno, non possiamo trascurare Giorgio Caproni, tra i più importanti letterati italiani del Novecento: nella città labronica Caproni prese “il baco della letteratura”, e della propria terra scrisse: “esisterà sempre, finché esisto io, questa città, malata di spazio nella mia mente, col suo sapore di gelati nell'odor di pesce del Mercato Centrale lungo i Fossi e con l'illimitato asfalto del Voltone (…)”. Se Marina di Castagneto, Donoratico e Castagneto Carducci ci parlano ancora di Giosuè, tra le fonderie di Piombino ci immergiamo nell’Acciaio di Silvia Avallone, uno dei più celebrati esordi della narrativa italiana degli ultimi anni. Ma una delle vere perle - anche letterarie - della costa Toscana è sicuramente Castiglione della Pescaia. Grande merito va allo scrittore e critico Piero Citati: fu lui a condurvi per la prima volta Italo Calvino, che la elesse a luogo dell’anima. A quel mare legò per sempre Palomar, e lui stesso vi appartenne fino alla fine: colto da un ictus nella sua casa di Roccamare, oggi uno degli indiscussi protagonisti della cultura italiana del ‘900 è sepolto proprio nel cimitero di Castiglione. Senza scordare un altro habitué di zona, Sandro Veronesi: “stregato” con Caos Calmo nel 2008 e fresco di successo con Il colibrì. La Maremma è la terra di Luciano Bianciardi e dei suoi minatori. E durante il suo lavoro culturale – quello di bibliotecario – prima di partire alla volta di Milano incontrò Carlo Cassola: l’autore de La ragazza di Bube che passerà molti anni a Grosseto, anni fitti di scrittura e di impegno civico, compresa una legislatura da consigliere comunale. E nell’estremo sud della costa, attorno all’Argentario, è di casa Teresa Ciabatti, finalista al Premio Strega 2017 con La più amata, un romanzo in cui l’autrice di Orbetello indaga l’assoggettamento al fascino paterno: tra lusso e crisi, piscine, mare e traffici illeciti. Meraviglie e contraddizioni, lungo tutta la west-coast.
Viaggio letterario sul lungomare toscano, da Oscar Wilde agli ultimi premi Strega per scoprirne insieme luoghi e autori
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Chiudete gli occhi, siete in Toscana
di Tommaso Ciuffoletti
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on si usano più, ma trovatene una; una cartina della Toscana e apritela sul tavolo davanti a voi. Chiudete gli occhi, puntate un dito su quella cartina, poi apriteli e scoprite dove passerete le vostre vacanze quest’anno. È molto difficile che il vostro dito sia finito su una grande città, anche perché in Toscana la città più grande è Firenze, dove vivono 378.000 persone, non tantissime. Eppure abbiamo una discreta densità di abitanti nella nostra regione. Per l’esattezza 162 abitanti per km² contro una media italiana di di 206, ma, per darvi un’idea, gli Stati Uniti contano solo 36 abitanti per km².
Il Monte Amiata e le sue perle U
Del resto negli USA ci sono sì grandi metropoli, ma esistono ancora zone pressoché disabitate, dalla Valle della Morte alle terre selvagge dell’Alaska. In Toscana non esistono zone altrettanto selvagge, così come non esistono grandi metropoli. La nostra demografia racconta bene come quella toscana sia una civiltà dei borghi. Dalla Garfagnana al Monte Amiata, dal Casentino alla Val d’Orcia, dal Mugello alla Maremma. E si potrebbe continuare. Borghi medi, piccoli e piccolissimi. Dove avete puntato il vostro dito alla cieca? Verso la costa degli Etruschi? O magari verso le valli della Fiora? Bene, fate la valigie, cercate una casetta in affitto che risponda alle vostre esigenze (va bene anche un podere, ma meglio una casa nel borgo) e trasferitevi a fare i pa-
scita sud della città, due ore di guida calma e giusta, per godersi il panorama. Superate le colline senesi possiamo lasciarci la superstrada alle spalle e iniziare a respirare il Monte Amiata. Diviso tra due province, questa vetta toscana è un piccolo gioiello della nostra regione. Conta sei comuni montanari e altri cinque più a valle; ciascun centro vive delle proprie peculiarità così da offrire al visitatore un’infinità di ricchezze paesaggistiche e territoriali. C’è un luogo che, forse più di altri, merita un’attenzione particolare: il Parco Faunistico, sul Monte Labbro. Inaugurato il 21 luglio 1989, il Parco accoglie numerose specie che vivono il territorio in un regime di semi-libertà, tale da consentirne il rispetto delle abitudini alimentari e riproduttive in perfetto stile wild park tedesco. Cervo, camoscio e lupo appenninico si muovono liberamente e in totale sicurezza per loro stessi e per i visitatori. Purtroppo a oggi (da oltre un anno) il Parco è chiuso per manutenzione e sarà principalmente grazie alla passione e alla perseveranza di chi davvero tiene a questa terra se presto – forse già da fine luglio – si potrà nuovamente fruire di cotanta bellezza. Un immenso in bocca al lupo (magari non quello appenninico) al Comune di Arcidosso. M. S.
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esani per una settimana. Cercate un bar di quelli coi tavolini fuori e le carte per la briscola, andate dal fornaio la mattina e in qualche cantina il pomeriggio, bevete il vino, litigate, bestemmiate pure e se vi va, la domenica andate alla messa, porgendo il braccio a qualche anziana signora se dovesse avere difficoltà con gli scalini. Ah! Se vi capita fate anche un salto al cimitero, di solito sono luoghi bellissimi e degni di una visita per studiare i cognomi del luogo, che hanno in genere molto da raccontare (è concesso indugiare, ma con discrezione, sui volti di chi lì ha vissuto un tempo). Se siete fortunati il telefono prenderà poco e male. Se tutto andrà bene l’anno prossimo tornerete in Thailandia, ma quest’anno provate a divertirvi davvero.
Le antenne radio del Monte Giogo D
ue ore e mezzo circa di macchina partendo da Firenze. La meta è indicata anche su Google Maps e, se muniti di auto un po’ rialzata, è possibile arrivare direttamente al cancello e un’anonima guardiola abbandonata. La cima del Monte Giogo, sulle Alpi Apuane, riserva infatti uno scenario irreale che, nei periodi invernali, ci catapulta direttamente nella battaglia del pianeta innevato Hoth della trilogia migliore della saga di Star Wars. In vetta, a 1500 metri, fanno capolino quattro enormi antenne paraboliche e altri resti dell’ex base NATO, adibita durante la guerra fredda alla trasmissione dei codici criptati. Abbandonata negli anni ‘90 è diventata un luogo estremamente affascinante, non solo per i radioamatori. È possibile arrivare in macchina fino all’ingresso, godendosi il panorama a ogni tornante, ma anche con una passeggiata di poco più di 3 km nei boschi. Se ciò non bastasse, la Alpi Apuane riservano molteplici altri luoghi d’interesse, dalle famose Grotte del Vento al meno noto Antro del Corchia, un complesso carsico con circa 60 km di gallerie, castelli, antichi borghi, percorsi trekking a non finire. J. A.
La FI-PI-LI delle biciclette di Michele Baldini
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ur non essendo né un ciclista né un esperto di mobilità, non è la prima volta che mi trovo a scrivere sull'argomento tra queste pagine. Qualche numero prima del Covid avevo incontrato gli amici del FIAB di Firenze e scambiato con loro alcune battute sul ripensare la città su due ruote. Proprio a febbraio mi ero invece fatto una chiacchierata con il giornalista Andrea Coccia, che spiegava l'inutilità dell'automobile. Quasi convinto che la quarantena avesse prodotto più sensibilità e rispetto per i ciclisti e meno stima dello smog, appena rimossi i “lucchetti” dello smartworking, ti ritrovo la coda in FI PI LI. Indovinate dove? Tra Ginestra e Lastra a Signa, per lavori. Siccome non sono un polemico (non così tanto
almeno), avrei un piano B: farsela … in bicicletta. Tragico? Fantozziano? Mica tanto. Eh sì, perché assieme agli infiniti lavori sulle quattro corsie più transitate della Toscana, ci sono anche quelli per la Ciclopista dell'Arno, progettone che vuole coniugare sostenibilità e turismo 2.0 costeggiando l'Arno dalla sorgente alla foce. E proprio a metà del percorso c'è una bellissima cittadina, di nome San Miniato (vanto e orgoglio), di cui è sindaco Simone Giglioli, che ce la racconta dal suo (condivisibile) punto di vista: "La Ciclopista dell'Arno è un'opera fondamentale per il territorio, in grado di sviluppare il turismo sulle due ruote, sempre più diffuso, soprattutto nella nostra regione, che si sposa pienamente con San Miniato, dove è presente un lungo tratto della via Francigena. Ci stiamo impegnando moltissimo sul versante del miglioramento dei
collegamenti ciclopedonali ed è importante avere una via di comunicazione per lo sviluppo del turismo dolce; insieme con gli altri Comuni limitrofi abbiamo messo in piedi un maxi piano per dare una spinta al territorio, a vantaggio di cittadini e visitatori: oltre all'impegno che ci siamo presi, di estendere le nostre vie ciclabili e migliorare la mobilità dolce intra-comunale, stiamo studiando un collegamento che dalla ciclopista conduca direttamente al nostro centro storico, sfruttando proprio il percorso naturale della via Francigena, un modo per avere la possibilità di sviluppare gli itinerari della mobilità lenta sui quali, negli ultimi anni, sono stati realizzati anche molti interventi di animazione e che hanno visto una massiccia partecipazione di appassionati delle due ruote". Dunque “in sella! Alla bersaglieraaa!”.
Castro, la città dimenticata di Camilla Guidi
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ello scenario del “turismo di prossimità” che ci viene prospettato, si inserisce la felice opportunità di scoprire luoghi magnifici e poco conosciuti del nostro territorio, meglio ancora se in prossimità del mare. In Maremma, ad esempio, ci sono siti archeologici, borghi marinari, città del tufo, abbazie, castelli, parchi e riserve naturali. Alcune mete sono ormai conosciute e acclamate, molte altre ancora ignote. E poi ci sono posti pressoché dimenticati. Nell’odierno territorio di Ischia di Castro, per esempio, c’è un luogo in cui il tempo si è improvvisamente fermato. Per raccontare la storia della città di Castro è necessario tornare indietro nel tempo fino al 1534, quando il cardinale Alessandro Farnese fu eletto Papa col nome di Paolo III e volle riunire i possedimenti della sua famiglia sotto un grande ducato di cui Castro divenne capitale. La famiglia Farnese pretese per la città una
ricostruzione urbanistica in grande stile – un po’ come aveva voluto Pio II col borgo natale Corsignano, che aveva trasformato in quella città ideale che oggi conosciamo col nome di Pienza – e si affidarono all’architetto Antonio da Sangallo. L’antico insediamento assunse le forme di una maestosa città rinascimentale: venne costruita una Piazza Maggiore con una fontana, palazzi cittadini e della Zecca e grandi mura difensive con un ingresso a un arco trionfale. Inoltre la città poteva vantare strade e piazze mattonate, privilegio assai raro all’epoca. Nel 1649 a causa di un forte scontro fra i Farnese e lo Stato Pontificio, le truppe papali di Innocenzo X invasero il ducato e rasero al suolo la città di Castro, distruggendo tutti gli edifici e le opere d’arte e deportando i suoi abitanti. Su quel colle di tufo fu posta una lapide con scritto “Qui fu Castro”. Oggi di questa maestosa città rinascimentale, un tempo simbolo della grandezza dei Farnese, rimangono solo alcune rovine ormai inglobate dal bosco circostante insieme al forte fascino di un luogo abbandonato, ma che fu grandioso. 13
Estati alternative nei “paesi tuoi”: il Sentiero dei Parchi di Martina Vincenzoni
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Due nuovi percorsi sulle orme dei Medici di Raffaella Galamini foto di ISF.Florence
La Via degli Dei con il suo percorso di 130 chilometri a collegare il centro storico di Firenze con Bologna resta l’obiettivo più ambito di qualsiasi appassionato di trekking. In Mugello non mancano proposte di ogni tipo per chi ama il turismo lento e vuole scoprire a piedi l’area del lago di Bilancino con i suoi antichi borghi. Gli studiosi di storia contemporanea possono provare l’emozione di affrontare il percorso della Linea Gotica sul Passo del Giogo (tra Firenzuola e Scarperia) alla ricerca di testimonianze e ricordi del secondo conflitto mondiale. Tra il Passo della Sambuca e il Rifugio I Diacci si può percorrere il sentiero della biodiversità, dove sono segnalati i vari ecosistemi mugellani. Nei pressi della Badia di Moscheta troviamo il percorso della Caccia fotografica per chi non rinuncia a un selfie neanche dopo tanto camminare; attraversando il castagneto secolare, si può camminare lungo il sentiero dei Seccatoi o altrimenti optare per il percorso naturalistico e storico di Casa d'Erci. Nessuno è escluso lungo i sentieri del Mugello ecco perché è stato inaugu-
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rato Natura per tutti destinato ai diversamente abili, con partenza dal Rifugio Casa al Giogo. Tra le novità di questa primavera 2020 due nuovi percorsi trekking per promuovere un turismo sostenibile e valorizzare il territorio mugellano. Con questo spirito nascono “Gli anelli dell’infinito” sulle orme dei Medici. L’idea è venuta a Pro Loco di San Piero a Sieve e al gruppo di host “Dormire a San Piero a Sieve”, in collaborazione con gli “Sgambatori dell’Appennino”. Il primo anello, con partenza dalla Pieve di San Pietro, si sviluppa per 26 km, con 500 metri di dislivello e tocca Sant’Agata, Monte Calvi, Galliano, Bosco ai Frati con rientro a San Piero. Una lunga passeggiata di circa 7 ore. Il secondo anello, lungo 18 km, con un dislivello di 800 metri, parte sempre dal piazzale della Pieve ma punta verso il Castello del Trebbio, il lago di Bilancino, Cafaggiolo, la Fattoria di Ischieti con rientro a San Piero dopo circa 6 ore circa.
In Mugello arrivano gli Anelli dell’Infinito
n queste settimane fioccano sulla rete meme e video ironici che offrono prospettive poco rosee su un'estate a rimbalzare tra La California e Rosignano Solvay. Sempre meglio dei messaggi di pubblicità progresso in cui una voce (rotta) narrante celebra retoricamente le meraviglie naturali del Bel Paese, che sarebbero trattate con sufficienza dai suoi stessi abitanti. La verità sta nel mezzo, come sempre: il Bel Paese non è affatto lasciato a se stesso, se può contare sul costante lavoro di tutela e valorizzazione che il Cai offre ai suoi parchi nazionali. D'altra parte, quest'anomala estate, a secco di programmi esterofili, potrebbe essere il momento giusto per goderne. Così ha pensato il Ministero dell'Ambiente che, di concerto con il Cai, ha deciso di finanziare la realizzazione del Sentiero dei Parchi, un itinerario escursionistico che toccherà tutti i 25 Parchi nazionali italiani, ampliando il Sentiero Italia già esistente, che ne percorreva 16. Obiettivo del progetto è rilanciare le aree protette come luoghi di conservazione e di gestione della natura, che consentano ai residenti di realizzare filiere economiche sostenibili. Ad ampio raggio ed a più lungo termine, invece, la finalità è quella di diffondere la cultura dell’ambiente, della biodiversità e dello sviluppo sostenibile, oltre a valorizzare i sentieri nelle aree protette, favorendone la frequentazione consapevole. Al momento ci vogliono circa otto o nove mesi per percorrere tutte le 400 tappe che il percorso comprende, dalle Dolomiti all'Aspromonte, dalla Gallura ai Monti Sibillini. Sappiatelo, in modo da potervi ricavare un annetto sabbatico una volta che saranno stati concretizzati i finanziamenti previsti per il triennio 2020-2023 (ben 35 milioni di euro). A quel punto sarà possibile esplorare tutte le regioni italiane, dotandosi di un passaporto, una credenziale simbolica come quella dello storico Cammino di Santiago di Compostela. Insomma, non risparmiate sull'attrezzatura da trekking e... Buen Camino!
OPEN CITY 2020
TUSCANY EDITION
PIC-NIC CONCERTS
HANDMADE MARKET BOOKS BABY MUSIC LAB LOCAL FOOD DJ SETS Ingresso Gratuito Area Festival Biglietteria concerti tramite App sul sito www.scandicciopencity.it concerti ore 21.30 Parco dell’Acciaiolo Via Pantin, 63 - Scandicci
DALLE ORE 19
30/31 LUGLIO 01/02 AGOSTO PARCO DELL’ACCIAIOLO SCANDICCI FI
www.scandicciopencity.it www.florencefolksfestival.it
L’agenda dell’estate Da sempre noi di Lungarno, con la nostra agenda, abbiamo voluto dare voce ai moltissimi eventi che ogni mese sono organizzati dalle centinaia di operatori culturali della città, siano essi enti pubblici che semplici appassionati. Nel momento in cui pubblichiamo questo numero, il mondo dello spettacolo e della cultura è obbligatoriamente fermo, e anche se per ora non sappiamo quando tutto questo finirà, la nostra speranza è quella di riappropriarci della nostra cultura il prima possibile. Per questo abbiamo pensato ad un breve elenco interattivo, per permettervi di restare aggiornati sugli sviluppi, le iniziative che alcuni continuano a realizzare o, (magari) le riaperture di alcune delle realtà culturali che rendono viva la nostra città.
Eventi
› PIA - Palazzina dell'Indiano
Gite fuori porta
› NOF
› Parc Bistrot alle Cascine
› A.S. Aurora
› La festa del Mugello a Firenze sud
› Auditorium Centro Pecci (Prato)
› Lo Sverso
› Teatro Romano di Fiesole
› E-state in villa (Impruneta)
› Volume Firenze
› Parco di Villa Strozzi
› Opera di Firenze
› Villa Medicea della Petraia
› Chiringuito del parco dei Renai (Signa)
› Galleria degli Uffizi
› Palazzo Pitti
› Museo Novecento
› Festival Cantieri Culturali Firenze (varie location)
› Palazzo Strozzi › Palazzo Medici Riccardi › Museo Galileo › Museo Stibbert › Istitut Français › Manifattura Tabacchi › Le Murate - Caffè Letterario Firenze › Villa Bardini › La Città dei Lettori › Anconella Garden › Effetto Serre (Torrigiani) › La Limonaia di Villa Strozzi › Chiosco Piazza Poggi › Ditta Artigianale Oltrarno
Cinema sotto le stelle › Arena di Marte › Cinema Chiardiluna › Cinema nel chiostro di Santa Maria Novella › Esterno Notte al Poggetto
› Festival delle Colline (Prato)
› Arena estiva nel giardino del Teatro Aurora (Scandicci) › Arena estiva del Cinema Grotta (Sesto Fiorentino)
ACCADDE in ESTATE di Riccardo Morandi e Virginia Landi
CAMPIONATI DEL MONDO DI CALCIO - 1982 E 2006 Caldo, arsura, bandiere, fontane, auto, caroselli. Non è una sola data, ma sono molte date. Sono le date che hanno segnato le estati di tutti noi: qualcuno col cuore in gola realmente, altri con il cuore da altre parti e il resto del fisico ammassato in mezzo a bandiere tricolori, altri ancora rinchiusi a Capalbio e non solo. Ma veniamo alle date. 11 luglio 1982, per tutti una festa, che ancora non riusciamo a capire com'è possibile non sia considerata festa nazionale. Il ricordo dell’urlo di Tardelli nella notte magica del Santiago Bernabeu, l’Italia di Pertini che al ritorno si giocava uno scopone Scientifico con Zoff, Causio e Bearzot in aereo. Le esultanze di cui tutti in casa abbiamo foto, perché erano quasi 50 anni che non alzavamo una Coppa del Mondo. E dopo tutto quello che era successo al calcio, ne avevamo proprio bisogno. 9 luglio 2006, la notte di Materazzi e Zidane, la notte dove sapevamo che sarebbe successo, ma non avevamo stomaco di dirlo. Perché se vinci contro la Germania, in casa loro, non puoi non vincere tutto. Il gioco, che lo diciamo a fare, è quello del pallone. L’unico. #nottimagiche.
IL WALKMAN - 1 LUGLIO 1979 Perché adesso ci siamo abituati, la questione è solo quella. Abituati, sì, a vedere per strada, in ufficio, sui mezzi, persone con qualcosa nelle orecchie. Dentro, fuori, con fili (anziano), senza (giovane). Chi ascolta, chi parla, sembra che il mondo esterno sia solo qualcosa da isolare con un senso, quello dell’udito. Ma non era così, un tempo. O meglio lo era, fino a che qualcuno, in quel luglio del 1979 ha capito che estraniarsi in mezzo al mondo era cosa buona e giusta. E chi poteva vincere la Palma D’Oro dell’alienzione? Ovviamente i giapponesi! Fatto sta che quel pezzo di plastica con dentro la cassetta ha fatto la storia di generazioni intere, la mia inclusa. Prima con le cuffie esterne con la spugnetta, poi con gli auricolari, poi di nuovo con le cuffie grandi, poi piccole, poi senza filo, poi senza cassetta, prima col CD ma che saltava. Il fatto è che la Sony aveva capito, diverse decine di anni rsone vogliono ascoltare qualcosa che li aggradi, sempre. Buon compleanno pezzo di plastica, ti abbiamo amato.
L’UOMO È SULLA LUNA - 20 LUGLIO 1969 Quando vidi incorniciato a casa di un amico dei miei l’articolo dai caratteri cubitali, credevo fosse uno di quei biglietti di auguri in formato “prima pagina” di quotidiano. Insomma credevo si trattasse di uno scherzo. Invece, era proprio l’articolo del 1969, quello che titolava “L’UOMO È SULLA LUNA”, quello con le immagini dello Spazio stampate in bianco e nero sulla carta dei giornali. La missione Apollo 11 partì dal Kennedy Space Center il 16 luglio 1969 per il viaggio verso l’unico satellite naturale della Terra; 4 giorni più tardi, il 20 luglio del 1969, Neil Amstrong è il primo uomo a poggiare piede sulla Luna, seguito poco più tardi dal collega Buzz Aldrin. La passeggiata lunare fu trasmessa in diretta mondiale. Mentre il Presidente Nixon riponeva con un sospiro di sollievo il suo discorso “Da aprire solo in caso di disastro lunare”, risuonavano le parole di Amstrong: "Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”.
MSN È TRA NOI - 22 LUGLIO 1999
Se non sai cosa è un trillo su MSN, probabilmente la tua pazienza non è mai stata davvero messa alla prova da una chat. Vecchia piattaforma di messaggistica istantanea MSN, o Windows Live Messenger, fa il suo debutto nella versione 1.0 il 22 luglio del 1999, ma solo intorno al 2007 è diventato di uso comune tra adulti e adolescenti. Io ovviamente ero tra gli adolescenti e come tanti altri miei colleghi ho avuto l’onore di inaugurare il mio primo blog. Fiumi di pensieri, parole e emoticon glitterate interrotti solo dai suoni provenienti dalla chat, suoni tipo brevi allarmi che potevano assumere vere e proprie forme di molestia. Però che emozione non dover più fare una ricarica al giorno al cellulare. Evoluzione del vecchio squillo e predecessore di WhatsApp, l’applicazione MSN viene ritirata nel novembre 2012. Microsoft, con un messaggio sul blog di Windows, rende noto che Windows Live Messenger dopo oltre dodici anni di sviluppo sarà abbandonato in favore di Skype.
IL FURTO DELLA GIOCONDA AL LOUVRE - AGOSTO 1911
“E ora ridateci la Gioconda!”: qualcuno forse ricorderà lo slogan apparso sugli striscioni dopo i Mondiali di calcio del 2006, ad altri si risveglierà un antico patriottico rancore. Tuttavia i francesi sembrano essere innocenti; la storia narra che fu Leonardo stesso a portare Monna Lisa con sé fino in Francia. Eppure non tutti lo sanno e una vicenda lo dimostra. Tra il 21 e il 22 agosto 1911 il Louvre subì il più grande furto artistico della storia: la Gioconda. Dalla scomparsa nessuna sua notizia fino al 1913, quando Alfredo Geri, antiquario fiorentino, ricevette una lettera firmata “Leonardo V.” che proponeva di acquistare proprio la Gioconda. Il testo cominciava così: “Ne saremo molto grati se per opera vostra o di qualche vostro collega, questo tesoro d’arte ritornasse in patria e specialmente a Firenze dove Monna Lisa ebbe i suoi natali”. Insieme all’allora direttore degli Uffizi Giovanni Poggi, Geri fissò l’incontro con l’impavido Lupin che si rivelò essere l’italiano Vincenzo Peruggia. Il quadro era l’originale e Peruggia venne processato a Firenze nel giugno 1914 per aver rubato la Gioconda a Parigi, con l’idea di restituire all’Italia il capolavoro che pensava ci fosse stato rubato da Napoleone.
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selezione film a cura di Claudio Carabba
info e biglietti: SPAZIOALFIERI.IT
dal 22 giugno Spazio Alfieri nel Chiostro grande di S.M. Novella
inizio proiezioni ore 21.30 Ingresso da piazza della Stazione, apertura biglietteria e ingresso ore 20.45. Posti limitati, si consiglia la prenotazione on line
LUNEDI 22 GIUGNO
LUNEDI 29 GIUGNO
LUNEDI 6 LUGLIO
di Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo drammatico - 98 min - Italia 2020
di Ken Loach drammatico - 100 min - Gran Bretagna, Francia, Belgio 2019
di Yi’nan Diao drammatico - 113 min - Cina 2019
MARTEDI 23 GIUGNO
MARTEDI 30 GIUGNO
I Miserabili
1917
MARTEDI 7 LUGLIO
di Ladj Ly drammatico - 100 min - Francia 2019
di Sam Mendes drammatico - 110 min - Gran Bretagna 2019
di Waad Al-Khateab, Edward Watts documentario - 100 min - Gran Bretagna 2019
MERCOLEDI 24 GIUGNO
MERCOLEDI 1 LUGLIO
MERCOLEDI 8 LUGLIO
di Cristina Comencini thriller - 107 min - Italia 2019
di Xavier Dolan drammatico - 119 min - Canada 2019
di Cristina Comencini thriller - 107 min - Italia 2019
GIOVEDI 25 GIUGNO
GIOVEDI 2 LUGLIO
GIOVEDI 9 LUGLIO
di Bong Joon-ho drammatico - 132 min - Corea del sud 2019
di Bong Joon-ho poliziesco - 129 min - Corea del sud 2003
di Kantemir Balagov drammatico - 120 min - Russia 2019
VENERDI 26 GIUGNO
VENERDI 3 LUGLIO
VENERDI 10 LUGLIO
di Roberto Minervini / documentario 109 minuti - Italia, Francia, USA 2018
di Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo drammatico - 98 min - Italia 2020
di Tyler Nilson, Michael Schwartz avventura - 97 min - USA 2019
SABATO 27 GIUGNO
SABATO 4 LUGLIO
SABATO 11 LUGLIO
di Roman Polanski drammatico - 126 min - USA 2019
di Ladj Ly drammatico - 100 min - Francia 2019
di Xavier Dolan drammatico - 119 min - Canada 2019
DOMENICA 28 GIUGNO
DOMENICA 5 LUGLIO
DOMENICA 12 LUGLIO
di Bart Freundlich drammatico - 110 min - USA 2019
di Taika Waititi commedia - 108 min - Germania 2019
Favolacce
Tornare
Parasite
Che fare quando il mondo è in fiamme?
L’ufficiale e la spia
Hammamet
di Gianni Amelio biografico - 126 min - Italia 2020
Sorry We Missed You
Matthias & Maxime
Memorie di un assassino
Favolacce
I Miserabili
Dopo il matrimonio
Il lago delle oche selvatiche
Alla mia piccola Sama
Tornare
La ragazza d’autunno
In viaggio verso un sogno The peanut butter falcon
Matthias & Maxime
Jojo Rabbit
LO STILE BIOLOGICO INCONTRA IL CINEMA di Caterina Liverani
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La musica che gira di Riccardo Morandi
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orna l’estate, ma non tornano i grandi eventi live. Cosa è successo nel mondo della musica? Qual è lo scenario che tocca non solo gli artisti ma anche e soprattutto gli addetti ai lavori? È nata, insieme alla “Fase 2” post Covid, un’iniziativa denominata La musica che gira (www.lamusicachegira.it), il cui scopo dei firmatari è quello di porre alla politica e a tutti noi degli interrogativi su un settore economico di rilevo. Ne parliamo, sottolineando ai lettori che gli scenari sono tutti in divenire, con Matteo Zanobini, manager di Brunori SAS, firmatario numero uno del documento. Come nasce questo manifesto ? “Più che un manifesto è un documento con delle richieste tecniche al Governo. La pandemia ha portato a galla tutte le precarietà del settore musica, a livello normativo e previdenziale: cose che sapevamo già, ma che il lockdown ha reso tangibili. Ci siamo uniti, insieme, per parlare di una riforma che possa inquadrare tutti noi come parte di un’ industria”. Molti sostengono che esista un sommerso per la vostra categoria: sarebbe importante cercare di sanare questa situazione, alla
luce di quello che è accaduto? “Le regole ci sono già, ma non sono sostenibili, e quindi si evade. È necessario riformare per permettere di trovare un equilibrio tra musicista e datore di lavoro: come nel sistema francese, che prevede una fascia di semiprofessionismo”. A fianco del vostro manifesto è forse mancata la voce forte dei grandi big della musica italiana? “In realtà ci sono moltissime firme di artisti importanti della nuova scena, con una coscienza sociale forse più forte e la nostra campagna, #senzamusica, è stata condivisa anche da artisti mainstream”.
Una petizione per regolarizzare il settore
ra i tanti progetti costretti a subire un brusco rallentamento e che adesso, finalmente, possono riprendere il loro cammino, c’è quello che ha visto per la prima volta il coinvolgimento delle creazioni di Stile Biologico (l’Atelier di Piazza Pitti 6/r) e il film indipendente The Last Fighter di Alessandro Baccini. «La mia incursione nel mondo del cinema è nata grazie all’incontro con l’attrice Shari Fontani, protagonista del film» ci racconta Debora di Stile Biologico che per The Last Fighter ha realizzato outfit in fibre naturali con cotone e lino biologici. «Mi piaceva l’idea di unire il concetto di sostenibilità al cinema e ho affrontato questa esperienza come una nuova possibilità. Io adoro le collaborazioni e credo che, più che mai adesso, l’unione faccia la forza. Per Shari ho realizzato anche due abiti che ha indossato per la promozione del film: uno in lana bio e l’altro, in 100% lino biologico non tinto, che possiamo definire un capo biodegradabile». La passione di Debora per la moda, e per il cinema, hanno radici nell’infanzia: «Tutte le donne della mia famiglia si sono dedicate al cucito, a partire dalla mia bisnonna. Fa parte del mio DNA e ora spetta a me e a mia madre continuare a onorare questa tradizione. Adoro i film che raccontano il passato in cui si possono ammirare trine, merletti, seta e ricami fatti a mano. Vado matta per tutte le trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Jane Austen proprio per il romanticismo raccontato attraverso i costumi». Un’idea di femminilità ispirata dai grandi stilisti del passato, Dior su tutti, e un’attenzione costante alla moda sostenibile e alla valorizzazione del lavoro artigianale che, dopo i mesi di chiusura, torna a splendere nell’Atelier di Piazza Pitti. «In questi mesi è stato davvero bello ricevere messaggi dai nostri clienti che vivono all’estero e che volevano sapere come stavamo affrontando questa situazione. Ci ha riempito il cuore». http://stilebiologicostorefirenze.simplesite.com
Avete una sorta di stima per la ripresa attività? “Questa estate qualcosa sarà possibile fare (con capienze ridotte e distanziamento), ma la questione si gioca in autunno. In un paese senza strategia di gestione del contagio c'è poco da stare sereni. Noi continueremo a sottolineare che il nostro è un settore fatto da lavoratori normali, e che quindi ha bisogno di supporto da parte dello Stato.
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Turismo: Firenze si muove in un’estate da decifrare di Matteo Chiapponi
L’
audizione del 5 giugno della Federalberghi presso la Commissione I del Senato ha delineato un orizzonte preoccupante per quanto riguarda le attese di ripresa del turismo in Italia: solo il 78,9% delle strutture ricettive sarà in attività nel mese di agosto, su 430 milioni di presenze annuali la metà è straniera e quest’estate sarà molto difficile intercettare questa componente, vista anche la mancanza di reciprocità tra alcuni paesi sia dal punto di vista epidemiologico (ogni paese è a un punto diverso della curva pandemica) sia da quello logistico (non tutte le tratte saranno riattivate prima della fine dell’estate).
In questo scenario apocalittico, che si prevede costerà la perdita del 71,2 % di presenze annuali rispetto al 2018, il Comune di Firenze mette in campo una serie di iniziative che si spera mitighino questa emorragia:
1 - FIRENZE WELCOME CARD
Si tratta di una tessera online reperibile negli uffici turistici e presso le strutture aderenti che darà diritto a uno sconto del 10% presso bar, ristoranti, trattorie e degustazioni, attività di commercio e artigianato, noleggio mezzi di trasporto, visite turistiche ed escursioni, sport e benessere, spettacoli e attività culturali, cinema e teatri, musei privati ed enti fieristici.
2 - FLORENCE AMBASSADOR
Un bollino di qualità per tutti i tour operator
che si distingueranno per politiche di valorizzazione del turismo sostenibile, promosse dalla stessa amministrazione comunale.
3- FEEL FLORENCE
Un’app che farà da portale a queste iniziative suggerendo al turista itinerari insoliti, a tema, aiutandolo a muoversi per le strade della città indicando luoghi o strade affollate e suggerendo alternative altrettanto piacevoli. L’intera operazione ha il chiaro obiettivo di predisporre canali di fruizione della città che permettano un ritorno a una normalità più sostenibile e di qualità. Il tempo dirà se e come Firenze riuscirà a interpretare al meglio questa sfida, senza farsi troppo male in questa ripartenza al rallentatore.
LA NUOVA STAGIONE DI AIRBNB
Un’autocertificazione come sigillo di qualità in America di Virginia Landi
I
l turismo cambia, Airbnb risponde. Da sempre conosciuta come la piattaforma di affitti online che spesso allieta i nostri soggiorni in giro per il mondo, oggi come mai deve confrontarsi con alcune novità che riguardano tutti. L’estate è ormai iniziata e tra i cambiamenti dovuti alla pandemia, anche il modo di vivere ambienti e spazi comuni; tutto deve essere pulito e igienizzato secondo regole ben precise. Come garantire a chi prenota che gli alloggi saranno sanificati secondo i nuovi standard? Airbnb risponde con un’autocertificazione. A partire dalla metà di giugno infatti la piattaforma ha introdotto un nuovo protocollo di pulizia che comprende le indicazioni per gli host riguardo le forniture consigliate e le istruzioni per pulire stanza per stanza. I proprietari che seguiranno il nuovo protocollo avranno un contrassegno apposito sulla pagina del loro annuncio, in modo che gli ospiti sappiano che si sono impegnati a seguire pratiche di pulizia e disinfezione rigorose, compreso un intervallo minimo fra una prenotazione e quella successiva. La community di Airbnb tiene a precisare che è da sempre particolarmente attenta agli standard di pulizia; le recensioni in questo caso rappresenteranno anche uno strumento di verifica e oggettività. Se un host non segue le linee guida del programma, gli ospiti possono farlo presente quando recensiscono il suo spazio, in modo tale che gli annunci con una valutazione media per la pulizia inferiore a 4 stelle non otterranno il contrassegno del protocollo, fino a quando non dimostreranno di essere migliorati sotto questo aspetto, ottenendo 3 nuove recensioni con valutazioni di 5 stelle per la pulizia. Seppur in contrasto con gli obblighi a cui sono stati sottoposti alberghi e altre strutture ricettive, con il rischio di incorrere in multe salate e la sospensione dell’attività per chi non rispetta le regole, aderendo al protocollo disposto da Airbnb, gli host si impegnano all’adempimento delle leggi fornite dagli enti governativi e locali di riferimento, indicazioni a cui altre realtà non hanno neanche pensato. Nella fase di convivenza col virus “ognun per sé, Dio per tutti.”
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ODONOMASTICA
PERSONAGGI FIORENTINI di Tommaso Ciuffoletti
di Daniele Pasquini
illustrazione di Marcho
Eugenio Barsanti e Felice Matteucci
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gni città italiana nel tempo ha dedicato le vie migliori ai più celebri numi tutelari dell’unità nazionale. I salotti buoni di ogni centro e i grandi viali sono sempre intitolati ai Garibaldi e ai Mazzini. La retorica delle targhe dona lustro. Ma, va detto, è troppo facile celebrare sempre i soliti noti. Per capirsi meglio: chi oggigiorno giocherebbe a calcetto con la maglietta di Messi o Ronaldo? E quanti, invece, non si sentirebbero più ganzi a mostrare agli amici la t-shirt di Domenico Morfeo, di Marco Sgrò o di qualche eroe minore privato della ribalta dalle solite stelle accecanti e insensibili? Dovremmo pensarci più spesso, soprattutto passando da via Eugenio Barsanti e via Felice Matteucci, in zona Pignone. Abbastanza noti da dare il nome a due strade, ma non abbastanza da suscitare orgoglio tra i passanti. Rispettabili uomini d’inizio Ottocento: il Matteucci ingegnere idraulico, il Barsanti sacerdote (nato Nicolò, prese coi voti il nome Eugenio). A questo singolare sodalizio dobbiamo l’invenzione del primo motore a combustione interna. L’idea oggi può apparire superata, ma provateci voi a intuire che l’espansione di un gas avrebbe potuto sollevare un pistone e mettere in moto il mondo. Brevettarono la loro idea, la esposero, ottennero successo. Depositarono brevetti nei regni della penisola, poi in Inghilterra e infine in Belgio. Là purtroppo Barsanti si ammalò di tifo, e morì nel 1864. Matteucci da solo non riuscì a fare fronte alla gestione aziendale e alla tutela dei progetti. La commercializzazione del motore fallì. E per l’ingegnere, oltre al danno, arrivò pure la beffa: dieci anni dopo la scoperta del motore a scoppio sarà attribuita al tedesco Nikolaus August Otto, nonostante i brevetti depositati dal duo italiano. Ma vale quanto già detto. Stando in metafora: ai celebratissimi bomber da Champions, noi preferiremo sempre i fantasisti di provincia.
Sigfrido
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ra come glielo spieghi Sigfrido ai giovani d’oggi? Vabbè che lui coi giovani, ma meglio con le giovani, s’è sempre speso per passarci il tempo, ma ultimamente l’ho visto con la camicia. Ora, se Sigfrido aveva un’uniforme questa prevedeva esattamente una cosa: essere a torso nudo. Ma il tempo, evidentemente, passa per tutti o forse ero io che lo beccavo solo d’estate e magari d’inverno metteva pure il maglione a collo alto. E beccare lo beccavi spesso in giro per facoltà (credo la preferita fosse Scienze dell’Educazione) o nei cortei, specie di occupazioni e affini, col bandierone anarchico che sventolava in qualche momento topico. Con gli anelli e i capelli lunghi, il nasone, la barba, un filo di eyeliner e i bracciali. Un fisico pure invidiabile a dispetto dell’età e non capivi se era merito dell’anarchia o dello yoga, vai a sapere. Ce l’aveva sempre con gli Stati Uniti e il sistema capitalista, poi però m’hanno detto che anche lui ha il suo profilo Facebook. Non ci volevo credere, ma come? Sigfrido l’anarchico, col profilo Facebook? E così sono andato a vedere. E l’ho trovato. L’ho trovato e ho trovato le foto col maglione a collo alto. E pure quelle con la maglietta che gli USA sono come il nazismo, quelle col bandierone anarchico… su Facebook. E pure la condivisione di pagine del complottismo, quello proprio più banalotto. E ho ripensato all’anarchia, all’anticapitalismo, al torso nudo… su Facebook. Maremma cane.
[odonomàstica s. f. Disciplina che ha per oggetto lo studio dei nomi delle strade] 21
Crema nutriente per il corpo autoprodotta di Marianna Piccini
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utrire la pelle con una buona crema è molto importante per la salute di quest’ultima, soprattutto durante le secche giornate estive, dopo aver preso tanto sole. Purtroppo però le creme che si trovano in commercio contengono spesso sostanze chimiche come alcol, conservanti, coloranti e profumi che, invece, molto salutari non sono. La pelle è il nostro organo più grande e assorbe la maggior parte delle sostanze con cui viene a contatto, per questo dobbiamo stare molto attenti ai prodotti che scegliamo. Ecco quindi che in questo caso ci viene in aiuto l’autoproduzione. Preparare la crema per il corpo è molto semplice ed è una buona abitudine che ci aiuta a sapere esattamente quali sono gli ingredienti usati, quale è la loro qualità e ci permette di personalizzarla a seconda dei nostri bisogni personali, facendoci risparmiare anche tantissimi rifiuti legati all’imballaggio
dei prodotti. All’inizio potrebbe sembrare un lavoro molto lungo e costoso, ma per questa ricetta vi serviranno soltanto 10 minuti e gli ingredienti sono tutti facilmente reperibili in erboristeria. Per preparare la crema base vi serviranno tre cucchiai di olio di cocco, tre cucchiai di olio di mandorle e sei cucchiai di burro di karitè (meglio se biologici), insieme ad un barattolino di vetro sterilizzato. Per prima cosa mettete l’olio di cocco e il burro di karitè in una ciotola e fateli sciogliere a bagnomaria, dopo di che aggiungete l’olio di mandorle e sbattete con una frusta elettrica fino a che non otterrete la consistenza di una crema normale. A questo punto vi basterà versare il tutto nel barattolo di vetro per poi conservarla fino a 6 mesi in un luogo fresco e lontano dalla luce diretta del sole. La crema potrà essere personalizzata a vostro piacimento utilizzando oli diversi al posto di quello di mandorle, o attraverso l’uso degli oli essenziali, come quello di lavanda o arancia, per rendere più gradevole il profumo e aumentare le sue proprietà benefiche!
TRA FINTOCOLTI VIOLA-BRITANNICI E TEATRI DI VERZURA di Walter Tripi
Spettacoli a distanza, discoteche senza pareti. L'emergenza sanitaria ha consegnato dubbi, tra i tanti, anche sull'accesso al divertimento. Un tema affatto banale per chi, come un buon Fintocolto che si rispetti, vive di calici pieni e pupille impegnate a scrutare i passanti, riflessioni on the rocks, emozioni da registrare con effetto boomerang nelle storie Instagram. Siamo stati lanciati in una realtà che talvolta suona piacevolmente vintage: ritorni ai drive-in (limonare nel profumo di Arbre Magique al Pino, bella mossa), la rinascita dei circoli culturali a numero chiuso. E gli spettacoli? Divinazione del vintage: se nella vicina Pistoia nascono i distanziatori green per i locali, è obbligo pensare ai Teatri di Verzura tipici del Giardino all'italiana. Splendide architetture composte principalmente da vegetazione, palcoscenico e quinte comprese, dove venivano (e talvolta sono ancora oggi) rappresentate commedie, tragedie, concerti. A Firenze se ne gode un esempio a Villa La Pietra, dove la New York University apre periodicamente a visite che comprendono anche la collezione artistica di Arthur Acton, antiquario britannico, forse pure buon esempio di Fintocolto tanto da meritare, con altri connazionali, l'appellativo di “anglobecero” nella città d'inizio '900. I Fiorentini, sempre carini e coccolosi. Anzi, aggiungiamo cattiverie: il tutto, in realtà, si deve all'unica donna della storia, Hortense Acton, figlia di noti banchieri e dunque, per capirci, colei che metteva il grano. La Villa, in ogni caso, prende probabilmente il nome dal masso che segnava un miglio da Porta San Gallo e, a dirla tutta, il vero Fintocolto fu in realtà il figlio Harold Acton, un vero dandy. Così chiudiamo il cerchio: fintocolti in giardino ad assistere o creare spettacoli all'aperto. Di Teatri di Verzura ne esistono magnifici esempi: l'importante, qui ed ora, era confermare il fatto che ne abbiamo anche a Firenze: sia chiaro che non siamo da meno a nessuno. Donato da “anglobeceri”, ma ce l'abbiamo.
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E venne il �iorno
Il cinema riparte dalle arene estive di Caterina Liverani
I
up&down
l cinema è tornato. Forse perché ci era sembrato di capire che sarebbe stata tra le ultime concessioni che questa ritrovata normalità avrebbe riservato, la notizia della riapertura a metà giugno ci ha trovati un po’ spiazzati e impreparati. Dopotutto i film non ci hanno mai abbandonati, anzi. C’è persino chi, prima un po’ distratto, in lockdown si è scoperto più appassionato di quanto avesse mai creduto. Non sarà semplice, complice una tanto attesa estate, che i cinema tornino a riempirsi come all’uscita di un blockbuster il giorno di Natale, ma è abbastanza sicuro che per i prossimi tre mesi potremo tutti beneficiare di quella magnifica abitudine estiva che è il cinema all’aperto. Proprio perché trattasi di eventi circoscritti ai soli mesi estivi, i film visti nelle arene lasciano una memoria del tutto particolare in noi. È da questa speranza di creare un ricordo da custodire che riparte il cinema in Toscana dove, mentre cominciano a riaprire i set cinematografici e televisivi, le arene diventano il punto di ritrovo per chi non può rinunciare ai film sul grande schermo.
Nell’area fiorentina l’Arena di Marte già dal mese di giugno accoglie gli spettatori nelle sue due sale all’aperto, così come il Chiardiluna di San Frediano. A luglio Quelli dell’Alfieri partiranno col cinema nel Chiostro di Santa Maria Novella per tutta l’estate, mentre da venerdì 7 a domenica 30 agosto al Teatro Romano di Fiesole ritorna la rassegna cinematografica curata dall’Istituto Stensen. A cura del cinema di Viale Don Minzoni anche lo spazio della Manifattura Tabacchi dal 17 luglio al 13 settembre e l’Arena di Villa Bardini, organizzata da Fondazione Cr, dal 5 luglio al 10 agosto. Sarà possibile quindi recuperare i principali titoli della passata stagione come Sorry we missed you, Joker, Piccole Donne, Martin Eden, Favolacce e I miserabili oltre ad eventi speciale come una serata in ricordo del giornalista Andrea Mì. Un festival toscano segnerà la ripresa ufficiale degli eventi cinematografici che coinvolgono attivamente lo spettatore. Il Prato Film Festival dal 4 al 8 agosto presso l’arena cinematografica del Castello dell’Imperatore, gestita dalla Casa del Cinema Terminale in Piazza Santa Maria delle Carceri, permetterà infatti lo svolgersi della manifestazione in tutta si-
curezza. Tanti gli ospiti e gli incontri aperti al pubblico in una edizione dedicata a due grandi interpreti del cinema italiano come Alberto Sordi e Ennio Fantastichini. Tra i film in programma Il Sindaco di rione Sanità di Mario Martone, Tutta un’altra vita di Alessandro Pondi, A mano disarmata di Claudio Bonivento, Lontano Lontano di Gianni Di Gregorio. Per questa pellicola, l’ultima interpretata da Fantastichini, sarà ritirato dal figlio Lorenzo un riconoscimento speciale. Tra gli ospiti che si alterneranno sul palco del Festival, sotto la direzione artistica di Romeo Conte, gli attori Massimiliano Gallo, Francesco Di Leva, Paola Minaccioni, Ilaria Spada, Milena Mancini e Giorgio Colangeli. I registi Claudio Bonivento e Gianni Di Gregorio accompagneranno le proiezioni dei loro film, mentre il costumista Massimo Cantini Parrini (Pinocchio, Dogman) incontrerà il pubblico. Come già detto in apertura il cinema non ci ha mai abbandonati in questi lunghi mesi e adesso è venuto il momento per noi di sostenerlo, riappropriandoci con entusiasmo dei suoi spazi fisici e dei suoi luoghi. Perché questa straordinaria macchina delle meraviglie riparta più veloce di prima.
L’orizzonte di gloria
Il viale del tramonto
LO SQUALO Qualcosa di spaventoso e letale che invade un contesto assolutamente normale. Una calamità che si abbatte su un luogo di vacanza terrorizzando la gente comune. Uomini atterriti che devono prendere decisioni drastiche in fretta per arginare un disastro. Esiste qualcuno che abbia raccontato la paura al cinema con la perfezione di Steven Spielberg ne Lo Squalo? Non la paura di qualcosa di astratto come un’entità o di prosaico come gli zombie, ma bensì il terrore della quotidianità alterata da un pericolo imminente. Attualissimo.
L’UOMO FEDELE Essere bellissimo, talentuoso e intellettuale non può fare di te anche un brillante sceneggiatore e regista. Luois Garrel piuttosto bravo se ben diretto, capace anche di non prendere troppo sul serio il proprio fascino assassino, con il suo secondo film, L’uomo fedele, confeziona una strana commedia che non convince, forse proprio per l’ostinazione ad esserne anche il protagonista. Niente di troppo grave dopo la consacrazione hollywoodiana avuta con Piccole Donne. Il futuro di Garrel è comunque radioso.
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F R AST U O N I di Gabriele Giustini
CORIKY “Coriky”
MOURNING [A] BLKSTAR “The Cycle”
Dischord
Don Giovanni
BUILT TO SPILL “Built to Spill Plays the Songs of Daniel Johnston” Ernest Jenning Record Co.
In uno dei migliori momenti di Mad Men, Don Draper, il protagonista della serie di culto, per preparare la campagna pubblicitaria di un prodotto legato alla fotografia, regala una bella descrizione del termine nostalgia, emozione raccontata come delicata ma potente e uno struggimento del cuore di gran lunga più potente del ricordo. I Coriky sono una band composta da Joe Lally, Ian Mckaye - entrambi nei Fugazi – e Amy Farina (ex-Warmers) e sorella di Geoff dei Karate. Il giro è quello di Washington D.C. ed è legato indissolubilmente al lavoro della Dischord, etichetta indipendente in tutti i sensi e uno dei principali nuclei della scena punk-hardcore internazionale. La nostalgia si riallaccia a un paio di concerti che i Fugazi tennero al CPA di Firenze, uno nel ’95, l’altro nel ’99. Una cosa delicata, ma potente. Appunto. Il discorso nostalgia finisce comunque qui, perché non ce n’è, nei Coriky. Ovviamente c’è un suono riconoscibile sin da subito, quando le voci si accavallano è un qualcosa da brividi, ma c’è la voglia di cercare nuove vie, spesso trovandole. Rimane quell’approccio nervoso, post-core nudo e crudo, seppur con momenti melodici, jazzati e quasi folk. Un lavoro atteso da molto tempo – erano intanto usciti un paio di singoli – e da molti fan. No, nei Coriky non c’è spazio per la nostalgia e per quelle due serate, ma in noi sì, perché uno struggimento del cuore di gran lunga più potente del ricordo.
Ci sono dei dischi che, usciti in un determinato periodo storico, acquistano una nuova importanza. Al di là del fatto che “The Cycle”, il nuovo album degli A Mourning [A] BLKstar sia uno dei dischi dell’anno a prescindere, la sua uscita in questi giorni più complicati del solito per la comunità afro-americana, lo rende ancor più potente e destabilizzante. Formatisi nel 2015 a Cleveland, Mourning [A] BLKstar è un collettivo di musicisti e scrittori multiculturale e multirazziale alla ricerca di nuovi percorsi, linguaggi ed espressioni verso la musica del cuore, fondendo, soul, blues, hip hop, jazz, elettronica e spoken word. “The Cycle” è il loro quarto disco e, come in occasione dei tre predecessori e qui ci riallacciamo all'importanza del momento storico, è una nuova denuncia aspra e cruda della società americana. Ne è esempio l’introduzione a metà disco di ‘Devil Get Behind Me’ con la voce di Fred Hampton, l’attivista del Black Panther Party ucciso dall’FBI nel 1969 mentre grida del razzismo come scusa usata per il capitalismo. L’attualità di quell’affermazione è nell’uscita di “The Cycle”, un doppio LP – bellissima anche l’edizione fisica – contenente 20 brani (due in più rispetto al digitale) entusiasmanti nella loro miscela cosmic-jazz, neo-soul, r’n’b e hip hop. Un ciclo di canzoni che raccoglie l’eredità di James Baldwin.
FRASTUONI SU SPOTIFY
Sono passati oltre 25 anni da quando i Built to Spill di Doug Martsch resero indimenticabile un gioiello di Daniel Johnston rileggendo la sua ‘Some Things Last a Long Time’, brano voce e piano nella sua versione originale e acid-psych-rock dopo il trattamento di Doug. Qualche anno fa, invece, l’agente di Daniel Johnston entrò in contatto con lo stesso Doug chiedendo a lui e ai suoi Built to Spill se andasse di ricoprire il ruolo di backing band di Johnston in occasione di quello che, poi, purtroppo, si è rivelato il suo ultimo tour. Questo “Built to Spill Plays the Songs of Daniel Johnston” nasce in occasione delle prove di quel tour e vede Doug accompagnato dagli ultimi compagni di avventura, ovvero Steve Gere alla batteria e Jason Albertini al basso. Costruite quindi per accompagnare Johnston dal vivo, le canzoni in questo caso non hanno subito modifiche sostanziali come accadde per ‘Some Things Last a Long Time’, ma filano via fragili, scarne e dolci come le loro versioni originali. Si poteva osare qualcosa in più? Può darsi, ma sarebbe stata un’altra cosa e non quel ricordo. Non quei momenti in attesa di accompagnare un vecchio amico in tour e per il quale avevi fatto di tutto per metterlo a proprio agio, perché quella era la parte più delicata. E poi è sempre commovente sentire ‘Bloody Rainbow’, ‘Queenie the Dog’ e ‘Impossible Love’.
La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori brani sia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. In copertina Coriky. Scansiona il QR code per accedere direttamente e segui la pagina Facebook di Lungarno per rimanere aggiornato. Per reclami, segnalazioni e pacche sulle spalle, scrivi a frastuoni@lungarnofirenze.it 24
LIBRI E LIBELLULE
I MESTIERI DEL LIBRO BESTIARIO EDITORIALE
di Beatrice Tomasi
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I libri per l’estate da inseguire in città
estate si esplora leggendo e viaggiando. Come unire le due cose? Con un itinerario libresco a piedi da percorrere come vere Giovani Marmotte urbane! L’esplorazione della città comincia da La Cité, avendo cura di aver letto Le ragazze di San Frediano, per camminare nell’omonimo rione in un neo-dopoguerra e inseguire un rubacuori. Alla Cité cercate L’invasione di Ricardo Piglia, nella vecchia edizione Sur, primo romanzo dello scrittore argentino. Acquistate Città sommersa di Marta Barone (Bompiani) insieme a La straniera di Claudia Durastanti (La Nave di Teseo), e portate queste ragazze stregate nella pace inebriante di Villa Bardini, atmosfera ideale per leggere delle moderne cronache familiari. Riaprite gli occhi e respirate: vi aspetta una passeggiata lungo il fiume, fino a raggiungere l’altezza di Ponte alla Carraia. Svoltate in via de’Fossi e andate a prendere un gelato da Todo Modo. No, non si è trasformata in gelateria! Dovete cercare Romantic Italia di Giulia Cavaliere (minimum fax) e Il corpo che vuoi di Alexandra Kleeman, dei fiorentini Black Coffee. Per riaccendere romantiche canzoni d’amore, conoscerne le storie e addentrarvi nella vita di una ragazza che “si nutre quasi esclusivamente di ghiaccioli e arance”. È il momento di raggiungere la Paper Back Exchange in via delle Oche 4R, angloamerican bookshop, e scovare un classico contemporaneo pigro e sconvolgente come l’estate: Stoner, di John Williams. A pochi metri di distanza, in via S. Gallo 25R, lasciatevi incuriosire dalla libreria Libri Liberi, associazione che si propone di essere “incubatore sociale e culturale” e che ha da poco rinnovato i suoi spazi: luogo giusto per leggere Caramelo di Sandra Cisneros (laNuovaFrontiera), per ricordarsi cosa vuol dire sentirsi appiccicati e contenti. Infine, stanchi dal lungo peregrinare, è il momento di gettarsi sull’erba del Giardino dell’Orticoltura e tirare fuori Atti libertini di Pier Vittorio Tondelli, concludendo la vostra sovversiva avventura urbana con un libro per sempre incendiario.
di Carlo Benedetti
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Lo scrittore
l più elusivo e misterioso fra tutti i mestieri del libro è certamente quello dello scrittore. Difficilissimo da riconoscere, lo scrittore presenta una tale varietà di caratteristiche esterne - il modo di vestire, la lunghezza dei capelli - ed interne - lo stile, le tematiche, il successo commerciale - che il tentativo di classificarlo è sfociato in Storie della Letteratura da migliaia e migliaia di pagine. Sarebbe riduttivo cercare anche solo di immaginare un denominatore comune, un livello minimo di letterarietà, necessario per potersi definire scrittore (i più, infatti, sfuggono dall'etichetta sorridendo o guardando per terra imbarazzati), ma la nostra smania analitica non può permettersi di arretrare per paura o pudore. Uno scrittore è quindi chi, sapendolo o meno, fa della scrittura l'unica cosa davvero importante della propria vita, più dell'amore o della ricchezza o - sì, persino questo - più della felicità. Sarà facile vedere come il numero degli scrittori sia, in questo senso, vastamente sopravvalutato. Contrariamente a quanto prevedeva Darwin, gli scrittori evolvono disadattandosi all'ambiente, allontanandosene sempre di più: ogni storia raccontata è, in effetti, un distacco. Dove puoi trovarlo in città? Le Edizioni Polistampa (http://www.polistampa.com) con i loro 4.000 titoli e le 100 collane, hanno visto passare dal 1966 ad oggi scrittori di ogni forma e peso: da Pier Paolo Pasolini, a Giuseppe Ungaretti a Marco Vichi.
Solo la musica può cambiare il mondo. Jimi Hendrix #siamotornati Salutiamo con piacere il ritorno alle pubblicazioni di Lungarno e partecipiamo volentieri a questo numero che coincide, per noi e per tutto il mondo della Cultura, con la ripresa delle nostre attività. Il nostro calendario è in continuo aggiornamento su orchestradellatoscana.it
Ciro Masella e il futuro del teatro di Tommaso Chimenti
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tavolta abbiamo intervistato l'attore e regista Ciro Masella sul difficile periodo pre e post Covid.
Cosa hai fatto in questi mesi senza teatro? “Ho riflettuto, sono stato in silenzio, mi sono concesso il lusso della noia, ho ripreso contatto con la parte più profonda di me, e in quella ho trovato quanto il teatro pervada ogni singola fibra del mio essere, quanto mi manchi, quanto sia necessario, di quanto ne sia innamorato”. È fruibile il teatro online, recitato da casa? “Il teatro è per sua natura incontro fisico, dei corpi, lo scambio in presenza tra esseri
LAVIGNETTA
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umani. Sullo schermo si fruisce il cinema, le serie tv, che hanno linguaggi diversi. Il teatro su uno schermo lo concepisco come documento. Spesso, chi ha pensato la ripresa di uno spettacolo teatrale ha dovuto interrogarsi sul come tradurre quel linguaggio. Anche riprendere il teatro è un’arte. Il documento a camera fissa è più difficile da seguire. In alcuni casi, restituisce una parvenza. Ma da casa, mi sento di dire, che non si fa teatro. Si possono produrre contenuti social, più o meno curati. Ma credo che sarebbe come pretendere di aver fatto il bagno in mare dopo essersi immersi in una vasca da bagno dove è stato messo il sale. Il mare è un’altra cosa e non è riproducibile in casa in questo né in nessun altro modo. È proprio altra cosa”. Come pensi che il teatro italiano possa risollevarsi? “Se il teatro è luogo di contagio, di pensiero, di
di Lafabbricadibraccia
emozione, di Bellezza, per ora questa parola terrorizza, come spaventa il contatto umano, la vicinanza, quella paura in molti rimarrà. E per poterla vincere, il teatro dovrà essere un gesto forte e necessario di comunità, di condivisione. Non potrà più, non dovrà più essere fatto con sciatteria e pressappochismo. I teatranti si dovranno interrogare su come approfittare di questa crisi, per costruire un patto nuovo col pubblico all’interno di strutture lavorative nuove, di un sistema che non corra dietro alla produzione furiosa fine a se stessa, all’accumulo destinato alla pattumiera. Credo vada rifondato un sistema, per restituire a chi crea il tempo necessario e la possibilità dell’errore, del tentativo, il lusso del rischio, l’azzardo. Questo, come dice Baricco, è il tempo dell’Audacia e quella che ci viene offerta, al netto di dolore, fatica e sconforto, può essere una grande occasione. Per trasformare tutto questo in meraviglia”.
La ripartenza suona a ritmo di jazz
di Giulia Focardi
foto di Riccardo Ghilardi
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nche a Firenze sono tornati i concerti con pubblico e la Sala Vanni ha risposto immediatamente al richiamo della ripartenza, il 15 giugno scorso, giornata simbolica per lo spettacolo dal vivo in Italia, data che ha segnato la riapertura, pur con notevoli limitazioni, di teatri e luoghi di spettacolo, dopo oltre tre mesi di chiusura a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid 19, e che ha simboleggiato la grande volontà di ripresa da parte di musicisti, artisti, operatori e di tutti coloro che ruotano attorno agli eventi di cultura. A far risuonare Firenze di note ci hanno pensato subito Musicus Concentus e Music Pool con un'operazione resa possibile grazie alla modifica della platea della sala, in ottemperanza alle disposizioni previste per le ria-
BAR SPORT
La grande ripartenza di Riccardo Morandi
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i abbiamo lasciati con idee, speranze, pensieri sullo sport in generale. Il bar sport nel mese delle fasi post Covid, che si susseguivano velocemente come le partite durante un torneo di tennis, si stava ripopolando piano piano. E siamo così arrivati all’estate, periodo spesso di magra, ma non nel 2020: il cosiddetto “workout” sta lasciando campo a quello che era lo sport principale dei clienti del bar, ovvero guardare e commentare. E in questo prepariamoci, che con i simpatici solleoni che
perture dei teatri, con due serate di musica all'insegna di due artiste di raffinata eleganza come Naomi Berrill e Barbara Casini. Ma la musica non si è fermata a giugno: nello splendido Teatro Romano di Fiesole infatti viene confermato un cartellone estivo di grandi nomi della musica italiana. Tre i concerti che vi segnaliamo: l’8 luglio, con Gianluca Petrella Cosmic Renaissance, il quintetto del trombonista pugliese dedicato alla musica di Sun Ra. Insieme a lui Mirco Rubegni, Simone Padovani, Federico Scettri e Blake Franchetto. Martedì 14 luglio, Ginevra Di Marco, accompagnata da Francesco Magnelli e Andrea Salvadori, terrà un concerto-spettacolo dal titolo “Lucho e noi” un omaggio al grande Luìs Sepulveda, recentemente scomparso, con il quale tenne uno spettacolo a Firenze nel
2017 dal titolo “Poesie senza Patria”. Il 22 luglio invece sarà la volta di Tosca con “Direzione Morabeza”, un concerto-viaggio musicale che ci condurrà fino al prossimo tour invernale nei teatri delle principali città italiane di cui il disco Morabeza sarà il grande protagonista. Un incontro con il mondo s enza confini di questa artista elegante e creativa. Ad agosto ci spostiamo invece in Maremma: confermato infatti anche il Grey Cat Festival di Stefano Cocco Cantini, nella provincia di Grosseto, con una edizione dedicata al jazz italiano, dal 26 luglio al 14 agosto; grandi i nomi in cartellone per questo 2020 come Enrico Rava, Enrico Pieranunzi e Danilo Rea.
Un’estate ricca di spettacoli dopo oltre tre mesi di stop
facilitano da sempre la vita degli sportivi, tutto sembra ripartire. Ma non solo. Con la voracità di Fantozzi dopo una dieta forzata, stiamo andando incontro a un’autentica indigestione di sport, di tutti i tipi. E le situazioni, in quanto a paradossi, saranno ai livelli di un film dei Monty Phython, o meglio ancora ai livelli di una conferenza stampa di un famoso politico regionale del nord Italia. Partiamo col volley, che dovrebbe riaprire i battenti con gli atleti mascherinati (tutti meno uno, il “mitico” Zaytsev che lascia l’Italia per la Siberia visto che tiene famiglia), e passiamo al calcio dove i ragazzi saranno distanziati in panchina e sui pullman, ma vivranno il campo in mischia dentro l’area; fino ad arrivare al ciclismo, dove il 29 agosto la farà da padrona il Tour de France, con coordi-
nate di sicurezza ancora da definire. La tv del bar sport quindi sarà calda e rovente in questa estate, come forse non lo era mai stata. L’indigestione è pronta, ma a quale prezzo? Quello dello spettacolo? Sicuramente, ma la macchina dello sport, soprattutto quello con maggiore esposizione mediatica, non può a quanto pare fermarsi. E noi del bar dobbiamo, mentre ci ingozziamo di dirette in contemporanea, farci qualche domanda. Il nostro ruolo di meri fruitori è funzionale al mondo che osserviamo da uno schermo? Forse sì, perché lo sport, o almeno una buona percentuale di questo ad alti livelli, senza diritti tv non starebbe in piedi. Attenzione però: che la nostra scorpacciata non sia nervosa, come una strana smania fine a se stessa. Pensiamo alla digestione, mentre mangiamo.
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FIRENZE NO COST di Marco Tangocci e Davide Di Fabrizio
LE FAVOLOSE
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Firenze NoCost è la guida (anti)turistica più pazza che ci sia e i suoi autori hanno mappato per anni fontanelle, vinai, scorciatoie, trattorie sconosciute; portano in giro storie, immagini, suoni di questa città. Per i lettori di Lungarno consigliano “le favolose due e mezzo”, divise per rione. www.nocost.guide
Una rinascita tra fiori e fumetti di Raffaella Galamini foto ufficio stampa Bucolica
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a fine del lockdown a Firenze e il ritorno alla normalità segnano la rivincita dei negozi di quartiere. Le nuove aperture a cavallo di maggio e giugno per una volta non vedono ai primi posti ristoranti e trattorie, cocktail bar e caffetterie in centro. In viale Mazzini ha aperto Tweed Merceria di Desireè Curella: intimo, merceria, filati e tessuti. Una bella novità per una zona di solito molto avara di attività commerciali e il segno di una ripartenza che punta sulla riscoperta di una dimensione più intima e casalinga dopo mesi di quarantena. In via della Rondinella l’azienda perugina Star Shop Distribuzione srl ha deciso di aprire una libreria dedicata alla letteratura a fumetti. “Da sempre il nostro impegno è rivolto a promuovere il fumetto come forma d’arte. Per questo, l’apertura della libreria non vuole essere solo un’operazione di tipo commerciale, ma anche e soprattutto culturale e sociale – questo il commento dell’amministratore di Star Shop Distribuzione, Sergio Cavallerin- Crediamo
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che il nostro punto vendita possa diventare un vero riferimento per appassionati e nuovi curiosi, un luogo dove poter incontrare gli autori più amati e i disegnatori più famosi, un baricentro intorno al quale far vivere cultura”. In via dei Fossi ha aperto una boutique che esalta il floral design con collezioni a tema: Floruit propone profumi, composizioni floreali, stampe e oggetti d’arredo che hanno lo stesso fil rouge nel segno di piante e fiori. Infine a Lastra a Signa ha aperto Bucolica, un circolo culturale agricolo. Ad avere l’idea Filippo Zammarchi, agronomo appassionato di agri-ecologia, e Riccardo Zammarchi, organizzatore di eventi musicali ed enogastronomici. Nell’attesa di poter tornare ad ascoltare la musica dal vivo Bucolica propone street food agricolo, brevi passeggiate guidate e vendita diretta di grani antichi, olio di oliva, miele, uova, frutta, erbe aromatiche ed ortaggi.
Da Floruit a Star Shop passando per Bucolica
Le Cure
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APERITIVO "ANTICA BOTTEGA DEL PANE"
VIA V. BORGHINI 19R LUN-SAB 16-21
Si chiama come un forno, ma forno non è. Il forno è comunque vicino, e da lì arrivano le pizzette e gli stuzzichi che potete trovare sul bancone di questo che in realtà è semplicemente un bar. Sì, un bar, che però fa drink a soli 3,50€, e non c'è maggiorazione per l'aperitivo! È un posto incredibile però non rovinatelo: non ditelo a nessuno, ché sennò poi ci tocca fare la fila. Siate seri.
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RISTORANTE "CUCCHIETTA"
VIA FIRENZUOLA 15R LUN-SAB 12-14.30, 19.30-22.30
Parliamo di cucina. Una cucina adatta ai tradizionalisti (fiorentina, pici al sugo) ma anche ai più sperimentatori (tartare di filetto, tagliata di tonno su purea di rapa). I primi costano sui 10€, i secondi si attestano sui 12-14€ e quelli alla griglia sui 20€. Nota di merito alla location, moderna ma accogliente, oltreché alla professionalità del proprietario e del personale di sala. Ah, provate il cheesecake!.
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THE GREEN CURE
Stanchi di caos, lavoro, sindrome da traffico? Fatevi una mezza giornata di verdi parchi. Se venite da piazza Libertà passate per il giardino dell'Orticoltura, salite un pezzettino della Bolognese e poi a destra nello splendido vicolo del Barbi. Risalite in scioltezza la via Faentina verso la grande area Pettini e lì rilassatevi, giocate, gozzovigliate. Non vi basta? Virate verso il misconosciuto parco di Villa al Ventaglio.
PALATI FINI testo e illustrazione di Marta Staulo
È
L’Insalata di Riso
una ricetta esplorativa, di quelle che usi per comparare le personalità della gente che conosci perché onnipresente in compleanni, cene in piedi, ombrellone e situazioni di convivialità più informali, che si esperiscono con chi fa parte della nostra sfera di frequentazioni più prossime. QUELLI LA MAIONESE O LA MORTE La maionese è la protagonista di ogni Summer Starter Pack che si rispetti di palati goduriosi (maionese, ti dedicherò una storia a parte). È l'ingrediente talmente imprescindibile che, nel momento in cui ho deciso di moderarne il consumo, ho dovuto dire addio all'insalata di riso perché non esiste insalata che possa definirsi tale senza almeno un tubo intero spremuto dentro. QUELLI NO MAIONESE Sono persone destinate a vivere una vita di tristezze infinite, condannati allo sgranamento perpetuo del chicco di riso e ad assistere alla sua mancata sempiterna coesione con tutti gli ingredienti collaterali. QUELLI CHE MISCHIANO CARNE E PESCE Quelli wurstel & tonno, prosciutto cotto & surimi e così via. Solo se avete discendenze iberiche che vi rimandano alla paella valenziana, maiale con le vongole e altre esperienze un po' mare-terra anni '80 hardcore. QUELLI CHE SOLO POKE Po...Che??? Ma Parla Come Magni! Il poke è un'insalata di riso destrutturata con pesce crudo e verdure, impiattata in una bowl. Piatto fake-healty di origine hawaiana, affonda le sue radici nelle influenze nipponiche dell'arcipelago, che oggi registra il tasso più alto di obesità dovuto al costo dei cibi freschi. QUELLI CON IL CONDIRISO Passate all'Oroscopo e andate in pace.
A TUTTA BIRRA di Andrea Bertelli
Integratori estivi
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«Young man, there's a pub you can go I said, young man, when you've thirst on your road You can go there, and I'm sure you will find Many ways to have a good time It's fun to drink a Session IPA It's fun to drink a Session IPA»
ollori estivi, calori tropicali, baciati dalla brezza sul mare o in riva all’Arno. La parola d’ordine è estinguere la sete, reintegrare sali minerali unendo l’utile al dilettevole. Lo stile perfetto in questo caso sono le Session IPA, prodigiose contro l’arsura estiva. Col termine Session si indicano tutte quelle birre aventi gradazione alcolica inferiore a 4,5%. Nate da una costola del ben più famoso stile IPA, costituito da birre con un contenuto alcolico decisamente superiore alla soglia che abbiamo indicato prima, rappresentano le cugine minori. Nate negli USA, si sono velocemente diffuse anche in Europa. Le Session IPA infatti rappresentano l’evoluzione estiva perfetta di questo stile. Incontrano perfettamente i gusti dei consumatori, presentando un’ottima beva e un basso contenuto alcolico, permettendo così agli assetati di non fermarsi alla prima media. Descrivendone le caratteristiche in pochi semplici tratti, presentano un accentuato aroma floreale di luppolo, sentori floreali e fruttati, spesso frutta esotica o a polpa gialla. Al palato risultano un amaro spiccato, un finale secco e un corpo snello che ne agevolano la bevuta. Solitamente si presentano con un bel colore dorato. Fidatevi, un bicchiere tira l’altro. Salute! 29
OROSCOPO di Lulaida illustrazioni di Francesca Arfilli
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ARIETE (21 marzo - 19 aprile) Qualcuno vi sta chiamando? Avete sentito? No. Ultimamente siete sordi, non avete voglia né bisogno di ascoltare gli altri. Sù, ce la fate da soli. Siete grandi e vaccinati. Ma, ecco, ne siete davvero sicuri? Forse un aiuto potreste chiederlo. Luglio demotivato, agosto canterino. Mania: lavarsi i denti in continuazione
BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre) Quanto equilibrio in voi ragazzi: niente vi sconvolge, nulla vi smuove, ma... attenzione! So che l’estate vi riserverà un piccolo tsunami non previsto: non preoccupatevi, saprete affrontare questa ondata di non programmato al meglio delle vostre possibilità. Comunque comprerei un ombrello grande! Luglio in trincea, agosto pronti all’attacco. Mania: tagliare le pellicine delle unghie
TORO (20 aprile - 20 maggio) Come dicevamo qualche tempo fa, siete permalosi e soprattutto avete una memoria di ferro: ricordate tutto, ma proprio tutto, anche particolari insignificanti. Insignificanti per tutti, ma non per voi, che nel database conservate ogni episodio che vi ha urtato per poi riproporlo al vostro “nemico”. Cercate ogni tanto di essere più indulgenti. Grazie. Luglio campagnolo, agosto casalingo. Mania: troppo gel per capelli
SCORPIONE (23 ottobre - 21 novembre) Voi il vostro pungiglione lo curate sempre con amore: vi serve per scovare il punto debole dell’avversario e colpire quando meno se lo aspetta. Quest’estate non sarà un momento in cui potrete però usufruirne, sì perché questa volta sarete disarmati davanti a una persona e magicamente ne sarete lieti, accettando tutto ciò che verrà. Luglio gioioso, agosto bagnato. Mania: eliminare la crosta della pizza
GEMELLI (21 maggio - 20 giugno) Lo zaino in spalla. Scarponi da arrampicata allacciati. Cappellino e crema solare fattore 50 (almeno) li avete comprati. Occhiali da sole a specchio, reperto archeologico anni Novanta, rubati a vostro fratello maggiore. Siete pronti. Invece vi sedete sul divano e decidete di rimandare a domani. Forse è meglio. Luglio assonnato, agosto intrigante. Mania: shopping compulsivo
SAGITTARIO (22 novembre - 21 dicembre) L’avete poi trovato quel costume da bagno? No? Male! Non si mettono in soffitta i desideri, mai, anche se difficili da realizzare: sono quello che muove il Mondo e adesso più che mai credo ci sia bisogno di guardare il cielo ed esprimerne qualcuno, anche se le stelle cadenti sono coperte dall’inquinamento. Uscite e accaparratevi quel costume! Luglio parsimonioso, agosto impertinente. Mania: spolverare gli specchi
CANCRO (21 giugno - 22 luglio) Quando c’è il sole è come se rinasceste da un lungo sonno e quest’anno più che mai direi. Il vostro innato aspetto malinconico, lascia sorprendentemente spazio a un recuperato ottimismo: siete felici senza un perché e questo vi spiazza non poco, ma ve la godete, sapendo che potrebbe sparire da un momento all’altro. Un Cancro che sorride è cosa rara. Luglio insonne, agosto rilassante. Mania: mandare messaggi vocali di quindici minuti.
CAPRICORNO (22 dicembre - 19 gennaio) Siete riservati, si sa. In questo periodo tentate di essere audaci: fare una confidenza a qualcuno che ritenete amico vi farà sentire meno soli e sarà una dimostrazione di grande fiducia da parte vostra. Una fiducia che invaderà anche voi, adesso pronti ad aprirvi all’esterno. Non ve ne pentirete perché per una volta lascerete il pessimismo alle spalle e ne sarete ripagati. Luglio intelligente, agosto stupido. Mania: fare scorte di acqua minerale
LEONE (23 luglio - 23 agosto) La vostra generosità è proverbiale: in questa estate lo sarà ancora di più. Dispensate consigli, regali e torte a chiunque incontriate sulla vostra strada. Lo fate spesso, ma in questo periodo maggiormente: la quarantena forse vi ha fatto bene. O forse avete solo bisogno di stare di nuovo al centro dell’attenzione, dopo tanto tempo. In ogni caso donare e donarsi, non fa mai male. Luglio ballerino, agosto accaldato. Mania: collezionare oggetti antichi
AQUARIO (20 gennaio - 19 febbraio) Siete caduti e adesso vi aspetta la convalescenza. E se la passaste in mezzo al verde con gli uccellini e le caprette che vi fanno ciao? Siete dei positivi e le sfide non vi spaventano, ma questa volta, complice forse la quarantena, avete l’affanno. Non preoccupatevi, passerà. Luglio sorprendente, agosto eccessivo. Mania: stuccare i muri di casa
VERGINE (24 agosto - 22 settembre) D’accordo che non siete avvezzi a star con le mani in mano, ma non avete alcun bisogno di sbattere le ali come un bengalino impazzito in gabbia. Avete mai provato a respirare e provare ad accettare le cose per quello che sono? Vi assicuro che vi sentirete più leggeri, se non altro avreste un momento di quiete anche e soprattutto interiore. Luglio riflessivo, agosto assertivo. Mania: credere di aver il pollice verde
PESCI (20 febbraio - 20 marzo) Uno dei segni più inafferrabili dello zodiaco, siete enigmatici e silenziosi. Tanto che rendete difficile interpretarvi, ma quando qualcuno ci riesce vi conquista immediatamente. Quest’estate in cui la notte farà più caldo, forse vi converrebbe approfittarne ed esserne felici. Io vi ho avvertito. Luglio in sordina, agosto brillante. Mania: non uscire di casa senza occhiali da sole
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