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La Posta di Sigismondo Froddini Personaggi Fiorentini

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Luoghi abbandonati

Luoghi abbandonati

La posta di SIGISMONDO FRODDINI

a cura di SpazioPosso

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Il traguardo è vicino, aiuto che faccio?

“Caro Dott. Froddini, le scrivo perché da tempo sento di avere un blocco nella mia carriera universitaria e non solo, mi sento come se fossi in un limbo dal quale non riesco né ad uscire né ad andare avanti. Eppure mi mancano pochi esami a finire il mio percorso universitario! Mi guardo intorno e vedo le persone laurearsi e andare avanti e questo non mi aiuta. Come posso ritrovare la mia rotta?”. Adele

Carissima Adele, lungi da me sminuire la sua richiesta, ma le voglio dire fin da subito che non è la sola; mi spiego meglio. Capita frequentemente di arrivare fino in fondo e poi non riuscire a fare quel passo in più, rimanendo a metà, senza sapere né scendere né salire. Quel passo in realtà porta con sé tantissimi significati: futuro, identità, autonomia. Tutte cose che, guardandole da vicino, sono molto complesse. E quindi che faccio? So già che lo sta pensando. In molti si aspettano la risposta, quella che per magia accende i fari fendinebbia della propria auto e mostra improvvisamente la strada serena, illuminata e senza foschia. Le propongo questa istantanea perché quando lei mi ha scritto me la sono immaginata proprio così, nella sua auto, ferma sul ciglio della strada. Spero di non deluderla, ma non le darò una ricetta da banco, piuttosto le darò un Domandario. Che cos’è? So che si starà domandando anche questo. Il domandario è un magico strumento che le dona dubbi e domande, perché è solo da queste che arriverà a trovare delle risposte. Come mai ha scelto questa facoltà? Quali sono i modelli a cui si ispira? Forse gli standard sono elevati e questo non la fa sentire pronta? E se scoprisse di aver fatto questa scelta perché influenzata da altri? Cosa significherebbe per lei lasciare stare e cambiare strada? Ci pensi bene, non serve una risposta su due piedi, sono abituato a tempi lunghi. Quello che vorrei è che riflettesse realmente sul perchè ha intrapreso questa strada. Non le voglio certo mettere ansia, ma vorrei che esplorasse cosa si nasconde dietro questi suoi freni. Mi rendo conto che spesso queste risposte non sono facili da trovare, anche perché sono molto più inconsce e profonde di quanto si creda. D’altronde, se non posso parlare un po’ di inconscio io!

Inviate le vostre domande, crisi e drammi esistenziali a spazioposso@gmail.com. Il dott. Sigismondo Froddini vi risponderà in questo spazio.

di Tommaso Ciuffoletti illustrazione di Marcho

Il Malva

Il Malva veniva dal futuro, ne sono convinto, e ora è là che è tornato. È da tanto, infatti, che non lo vedo più in Santissima Annunziata ad avvicinarti con voce roca per venderti erba, pasticche o cocaina. L’erba, come si intuisce dal soprannome del nostro, era un mix di odori per condimenti, le pasticche erano aspirine e la cocaina era aspirina anch’essa, solo tritata. Un genio dell’imprenditoria il Malva. E un uomo del futuro. Aveva già intuito le possibilità di quello strano business dell’erba legale e chissà che un giorno non nascano distributori automatici di aspirine tritate per appassionati delle narici. Certo il Malva sembrava un po’ un malandrino e un po’ doveva esserlo, ma per autodifesa. Negli anni ho sentito raccontare storie di veri pusher della zona, con cui ebbe a che ridire, o di discussioni un po’ tese con ragazzotti di varia provenienza a cui aveva venduto i suoi prodotti del futuro e che non l’avevano presa bene. Forse è anche per via di queste disavventure che la sua voce non ricama più inviti gutturali tra le maglie delle notti in Santissima. O forse no, forse è andata diversamente. Io me lo immagino che prende un pacco del suo magico origano e lo lancia a una folla festante, mentre lui sul palco si gira un trombone enorme e lo appiccia tutto felice. Come lo fa, la folla si zittisce e lo guarda stupita. Lui si ferma, guarda gli astanti e … “Penso che ancora non siate pronti per questa roba, ma ai vostri figli piacerà”. Ciao Malva, ragazzo del futuro.

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