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Un ottobre ancora incerto
di Giulia Focardi
Nel momento in cui scriviamo, le norme sul distanziamento del pubblico nello spettacolo dal vivo restano invariate, ma il calendario della nostra Città in musica per ottobre è denso di impegni e di concerti. Iniziamo con i primi giorni di ottobre alla Sala Vanni (1, 2 e 3) con la rassegna “I poeti del piano solo” che vedrà susseguirsi nella tre giorni dedicata François Couturier, Giovanni Mirabassi e Glauco Venier, tre artisti dallo stile diverso, tre impronte musicali originali, inconfondibili e profonde capaci di dare in tre serate un fulgido e sfaccettato esempio “dell’universo pianoforte”. Il 12 ottobre segnaliamo il concerto da solista di Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, che ha deciso di intraprendere questo percorso in solo e annuncia l’uscita (16 ottobre) del suo primo disco senza la band, “Forever”: “un lavoro minimale e puro in cui il cantautore ha deciso di mettersi in gioco spogliandosi di sovrastrutture e concentrandosi sulle canzoni”. Una sfida interessante (posticipata da aprile a causa del lockdown) che consentirà al pubblico di scoprire le nuove idee e la nuova poetica musicale del cantautore toscano. Il 17 ottobre ci spostiamo al Viper per recuperare il concerto di Anastasio (previsto a marzo scorso) che con il suo “Atto Zero Tour” porterà live alcuni dei brani tratti dal suo ultimo omonimo progetto discografico, il nuovo disco uscito subito dopo la partecipazione a Sanremo 2020. Il 24 ottobre i Pinguini Tattici Nucleari sbarcano al Nelson Mandela Forum per recuperare la tournée persa nella primavera passata e dopo aver inanellato un successo dopo l’altro per i singoli pubblicati, ultimo “La storia infinita”, a settembre scorso. A conclusione del nostro calendario, facciamo un piccolo passo indietro fuori provincia andando a scoprire il magico progetto Jazz & Wine, coordinato a livello nazionale dal Circolo Culturale Controtempo in collaborazione con I-Jazz (la rete italiana dei jazz festival) e che vede sul territorio toscano il coinvolgimento operativo di Music Pool: il 16 ottobre infatti, per il primo Jazz & Wine Day, la Cantina dei Vignaioli del Morellino, a Scansano, ospiteranno il duo Cantini-Salis. Un’occasione perfetta per una gita musicale fuoriporta.
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ORO FRA LE RADICI DI MALVA E MAHARAJAH
di Giulia De Giorgio foto di Martina Della Valle
In Giappone quando un vaso di ceramica si rompe, viene riparato con oro liquido. Le crepe tra un coccio e l’altro diventano elementi preziosi che, paradossalmente, conferiscono al vaso un valore maggiore di quello che possedeva prima della rottura. Radici di Malva e Maharajah, di Martina della Valle, è un progetto che, analogamente alla storia dei vasi del Giappone, innesca valore a quegli elementi della natura che rimangono ai margini di Firenze, ai margini dell’Arno, ai margini dell’attenzione dell’uomo. Ambientato all’interno del parco delle Cascine, Radici di Malva e Maharajah è il risultato della residenza dell’artista presso il PIA_Palazzina Indiano Arte e rappresenta un vero e proprio storytelling sulle specie comuni cresciute intorno al Monumento del Principe Indiano. Si tratta maggiormente di specie di importazione estera alle quali Martina Della Valle restituisce un’identità tracciandone e descrivendone il percorso, grazie ad uno studio approfondito sui Database territoriali. L’artista si ispira alla vicenda del Principe Indiano Rajaram II (13 aprile 1850 - 30 novembre 1870) cremato proprio “all‘estrema punta del Barco, là dove le torbide acque del Mugnone si gettano gorgogliando nella rapida corrente dell’Arno […]” (La Nazione, 1874). “Essendo nata molto vicino al parco della Cascine, ho trascorso molte ore della mia infanzia tra questi alberi. Del parco e di quei tempi ricordo dettagli minimi di natura diversa. Mia zia Jole mi portava spesso a piedi nel parco a raccogliere radici di Malva, convinta che il latte che esce da questa radice potesse rallentare lo sbiancarsi del suo corpo dovuto a una malattia autoimmune. Ricordo quelle passeggiate con affetto come brevi avventure nel verde cittadino”. L’opera di Martina Della Valle pone sotto i riflettori piante di vario genere, arbusti e fogliame di scarto, creandone un’opera d’arte, proprio come fanno in Giappone con i vasi rotti. La mostra sarà presente fino al 4 ottobre presso il PIA_Palazzina Indiano Arte.