Lungarno n. 88 - ottobre 2020

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ORO FRA LE RADICI DI MALVA E MAHARAJAH di Giulia De Giorgio foto di Martina Della Valle

I

Un ottobre ancora incerto di Giulia Focardi

N

el momento in cui scriviamo, le norme sul distanziamento del pubblico nello spettacolo dal vivo restano invariate, ma il calendario della nostra Città in musica per ottobre è denso di impegni e di concerti. Iniziamo con i primi giorni di ottobre alla Sala Vanni (1, 2 e 3) con la rassegna “I poeti del piano solo” che vedrà susseguirsi nella tre giorni dedicata François Couturier, Giovanni Mirabassi e Glauco Venier, tre artisti dallo stile diverso, tre impronte musicali originali, inconfondibili e profonde capaci di dare in tre serate un fulgido e sfaccettato esempio “dell’universo pianoforte”. Il 12 ottobre segnaliamo il concerto da solista di Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, che ha deciso di intraprendere questo percorso in solo e annuncia l’uscita (16 ottobre) del suo primo disco senza la band, “Forever”: “un lavoro minimale e puro in cui il cantautore ha deciso di mettersi in gioco spogliandosi di sovrastrutture e concentrandosi sulle canzoni”. Una sfida interessante (posticipata da aprile a causa del lockdown) che

consentirà al pubblico di scoprire le nuove idee e la nuova poetica musicale del cantautore toscano. Il 17 ottobre ci spostiamo al Viper per recuperare il concerto di Anastasio (previsto a marzo scorso) che con il suo “Atto Zero Tour” porterà live alcuni dei brani tratti dal suo ultimo omonimo progetto discografico, il nuovo disco uscito subito dopo la partecipazione a Sanremo 2020. Il 24 ottobre i Pinguini Tattici Nucleari sbarcano al Nelson Mandela Forum per recuperare la tournée persa nella primavera passata e dopo aver inanellato un successo dopo l’altro per i singoli pubblicati, ultimo “La storia infinita”, a settembre scorso. A conclusione del nostro calendario, facciamo un piccolo passo indietro fuori provincia andando a scoprire il magico progetto Jazz & Wine, coordinato a livello nazionale dal Circolo Culturale Controtempo in collaborazione con I-Jazz (la rete italiana dei jazz festival) e che vede sul territorio toscano il coinvolgimento operativo di Music Pool: il 16 ottobre infatti, per il primo Jazz & Wine Day, la Cantina dei Vignaioli del Morellino, a Scansano, ospiteranno il duo Cantini-Salis. Un’occasione perfetta per una gita musicale fuoriporta.

n Giappone quando un vaso di ceramica si rompe, viene riparato con oro liquido. Le crepe tra un coccio e l’altro diventano elementi preziosi che, paradossalmente, conferiscono al vaso un valore maggiore di quello che possedeva prima della rottura. Radici di Malva e Maharajah, di Martina della Valle, è un progetto che, analogamente alla storia dei vasi del Giappone, innesca valore a quegli elementi della natura che rimangono ai margini di Firenze, ai margini dell’Arno, ai margini dell’attenzione dell’uomo. Ambientato all’interno del parco delle Cascine, Radici di Malva e Maharajah è il risultato della residenza dell’artista presso il PIA_Palazzina Indiano Arte e rappresenta un vero e proprio storytelling sulle specie comuni cresciute intorno al Monumento del Principe Indiano. Si tratta maggiormente di specie di importazione estera alle quali Martina Della Valle restituisce un’identità tracciandone e descrivendone il percorso, grazie ad uno studio approfondito sui Database territoriali. L’artista si ispira alla vicenda del Principe Indiano Rajaram II (13 aprile 1850 - 30 novembre 1870) cremato proprio “all‘estrema punta del Barco, là dove le torbide acque del Mugnone si gettano gorgogliando nella rapida corrente dell’Arno […]” (La Nazione, 1874). “Essendo nata molto vicino al parco della Cascine, ho trascorso molte ore della mia infanzia tra questi alberi. Del parco e di quei tempi ricordo dettagli minimi di natura diversa. Mia zia Jole mi portava spesso a piedi nel parco a raccogliere radici di Malva, convinta che il latte che esce da questa radice potesse rallentare lo sbiancarsi del suo corpo dovuto a una malattia autoimmune. Ricordo quelle passeggiate con affetto come brevi avventure nel verde cittadino”. L’opera di Martina Della Valle pone sotto i riflettori piante di vario genere, arbusti e fogliame di scarto, creandone un’opera d’arte, proprio come fanno in Giappone con i vasi rotti. La mostra sarà presente fino al 4 ottobre presso il PIA_Palazzina Indiano Arte.

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