3 minute read

La spesa è consapevole con l’aiuto di una coop

Next Article
Oroscopo

Oroscopo

di Raffaella Galamini foto CooCò km0. Trattandosi di una cooperativa l’obiettivo è di coinvolgere il maggior numero di persone affinché diventando uno dei soci contribuiscano a diffondere l’idea di una spesa eco-sostenibile. Si chiama CooCò, dove Un piccolo seme destinato a germoglial’acronimo sta per Coo- re dalle prime positive reazioni da parte perativa Consapevole. È il progetto di Isabelle Bailet, agronoma e mamma di tre bambini piccoli. Da tempo aveva in Il punto vendita a degli abitanti del quartiere. Tra le nuove aperture per salutare il 2020 ecco Città del sole con il punto vendita in via dei Rastrelli 16 nel quarmente di realizzare qualcosa che fosse una via di mezzo tra il gruppo di acquisto e “un nuovo modello di accesso alla spesa alimentare”. L’emergenza Covid è stata la scinGavinana per chi sposa lo tiere di San Donato. Uno spazio che va ad aggiungersi a quelli già esistenti sulla piazza di Firenze: è destinato, com’è nella filosofia del brand, ai più piccoli e in particolare al gioco creativo per tilla che ha portato all’apertura di un punto vendita sui generis. CooCò (www.cooco.it) si trova in piazza Bernardino Pio a Gavinana; è un piccolo negozio dove promuovere idee come la sostenibishopping ecofriendly stimolare i bambini attraverso l’esperienza, l’immaginazione, la curiosità e la scoperta. Terza apertura anche per Bottega di Pasticceria che ha debuttato per l’Immacolata in Piazza Leon Battisti Alberlità ambientale, il presidio dei ter- ti 40. Lievitati, monoporzione, dolci di ritori rurali, la salute e la legalità attraverso la ogni tipo per chi a certe tentazioni non sa dire di vendita di prodotti che si rispecchiano in questi no. La dimostrazione che il format funziona. Per valori. Così, per ridurre il consumo di plastica gli amanti dell’etnico un indirizzo da tenere a e per una spesa senza sprechi, moltissimi dei mente è Ceylon in via del Ponte Rosso 7/R. Proprodotti sono venduti a peso e di ognuno si può pone le specialità della cucina dello Sri Lanka. risalire alla provenienza. Non mancano prodotti lamagna: una bottega di paese avviata dal trenper la cura della persona e l’igiene e verdure a tenne pieno di entusiasmo Alessandro Trivigno.

TRADIZIONI FIORENTINE

Advertisement

di Riccardo Morandi

Il moccolo

Aprendo un qualunque dizionario, alla voce “moccolo” si leggono spiegazioni che rimandano dal muco nasale fino ad arrivare alle colature delle candele (votive e non). Questo è il significato che nel nostro paese viene attributo a questa parola. A Firenze, ovviamente, no. Tralasciando il fatto che per i cittadini del capoluogo (e non solo) il sostantivo può anche essere coniugato (leggasi “moccolare” o meglio ancora “Smoccolare”), il senso del termine è totalmente altro. Il moccolo è meramente un’espressione che si usa in funzione di sfogo rabbioso e si compone di due importanti elementi: il soggetto, riferito a un’immagine sacra, e l’aggettivo, generalmente riferito ad un appartenente alla classe animale o a un’immagine considerata socialmente offensiva (tipo meretrice, o scavatore di buche nel nostro fiume). Intendiamoci, i fiorentini non ne abusano, almeno al giorno d’oggi. Non siamo in Veneto, dove la stessa idea è usata come intercalare, in maniera un po’ ossessiva. Cerchiamo in qualche modo di girare intorno coi termini, costruendo talvolta delle frasi strutturate che rendono l’espressione quasi affascinante, o meglio ancora usando espressioni geografiche (leggasi “maremma”) o di nomi propri (“Marianna”) per non citare in questione la sacralità del soggetto sul quale sfogare la rabbia immediata. Il moccolo può essere lungo, articolato, una vera e propria strofa. Può essere una frase di senso compiuto, con importanti componenti verbali. Detto questo, non vogliamo parlare bene del “moccolo”, ma ne parliamo come parte integrante di questa città. Variopinto, estroso, spesso più creativo che offensivo. In sostanza, fiorentino.

This article is from: