La realtà del nostro fare

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Rotary Club Monza Est


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Chi non ha mai incontrato un rotariano o sentito parlare del Rotary, può approfittare dell’occasione che gli offre la lettura di questo compendio. Qui presentiamo alcune caratteristiche del fare rotariano: l’orgoglio dell’appartenenza, l’esaltazione dell’amicizia, la filosofia di vita e, infine, la strategia che guida la nascita di un progetto a favore della collettività. La raccolta non vuole essere l’elogio a un’iniziativa o a un socio in particolare, ma solo una testimonianza, per la comunità, il territorio, i familiari dei Soci che non sono più con noi, quelli presenti e quelli che verranno, di come da un’idea del singolo possa nascere un progetto che diventa il vanto di molti. I progetti sostenuti dal Club sono stati tanti e ugualmente meritori. Molto sofferta è stata la scelta di descriverne solo alcuni… non per questo non vanno ringraziati tutti i Soci che hanno lavorato e continuano a lavorare alla realizzazione delle idee. Idee che nascono per caso o per professione, volute o frutto di un incontro, per spirito rotariano o necessità sociale… ma è il Club che poi le porta avanti. Anche in questo caso, Fabrizio e Franco per le ricerche storiche, Giorgio per i testi e Silvano per la presentazione grafica, sono stati pronti a raccogliere l’idea e trasformarla in qualcosa che rappresenta perfettamente il tema conduttore dell’annata: “la realtà del nostro fare e del fare degli altri: storie e testimonianze che danno speranza al futuro”. Allora, quale storia migliore se non quella vissuta nel nostro Club, qui raccontata con le variegate iniziative e i progetti realizzati, a testimonianza del nostro fare per gestire il futuro? La descrizione è completata da illustrazioni di rara bellezza che esprimono in maniera originale i problemi sociali a cui il Club si è dedicato negli anni. Con l’amicizia rotariana che ci distingue e dovrà distinguerci, auguro a tutti una buona lettura.

Il Presidente Rotary Club Monza Est 2010-2011 Lorenzo Drago



La realtà del nostro fare Nel Rotary vige il principio del ricambio: ogni anno le cariche si rinnovano completamente. Questo sistema dà la misura di come il Rotary sia diverso da qualunque altro tipo di associazione. Di solito si cerca di assicurare una certa continuità agli organi direttivi per consentire, si afferma, di portare a compimento i programmi predisposti. Perché nel Rotary questo principio è abbandonato in favore di una rotazione il cui unico correttivo è la presenza nei consigli direttivi dei presidenti past e incoming? Non deriva da un ingiustificato autolesionismo, piuttosto dalla consapevolezza che la forza del Rotary non sta nei dirigenti, ma nei suoi soci, nei componenti del Club, tutti degni di ricoprire a rotazione qualunque carica direttiva, pronti a dare il loro contributo forse proprio quando non siano investiti da compiti istituzionali. In altre parole, il Rotary non è una struttura, non è una organizzazione, ma è un insieme di amici, che rafforzano il loro legame con la consuetudine dell’incontro conviviale. Questa idea, nata nel lontano 1905, ha dimostrato in più di un secolo di applicazione, la sua validità, tant’è che ancora oggi, mutati i tempi e le usanze, il Rotary è vivo e pronto ad affrontare i problemi della società attuale. Il Rotary Club Monza Est, fondato nel 1968, ha già festeggiato quattro ricorrenze decennali, ma quest’anno vuole offrire ai soci e alla città un ricordo dei suoi momenti più importanti. Tra le tante cose realizzate in questi anni, abbiamo scelto quelle in cui, più che l’iniziativa del Club, è stata l’idea di un socio a permettere al Club di conseguire l’obiettivo. Non bisogna mai dimenticare che, nel Rotary, non vige il principio di maggioranza; anzi, ha sempre ragione la minoranza, o meglio, il singolo individuo. Sono accettate tutte le opinioni, ma tali restano, mentre le idee vincono. Purché non ci si limiti al “dire”, ma si cerchi di “fare”.



La forza di un’idea Tra tutti i momenti che hanno caratterizzato la vita del R.C Monza Est, quello forse più significativo, è stato il conferimento della Paul Harris Fellow a Sergio Conversano. Si tratta dell’onorificenza rotariana che, mentre premia un socio per i suoi meriti, contribuisce alla vita del Rotary in quanto chi la conferisce deve versare mille dollari alla Rotary Foundation, a sua volta madrina di tante iniziative tra le quali non si può non citare l’eradicamento della poliomielite dal mondo. Nel nostro Club molte P.H. Fellow sono state assegnate, alcune dal Club stesso, altre dal Distretto, ma mai con le modalità di quella conferita a Conversano. Sergio è stato un cardiologo che ha operato per lunghi anni all’Ospedale San Gerardo di Monza come responsabile del servizio di elettrocardiografia. Praticava anche la libera professione e, quando ancora la cardiochirurgia in Italia era agli albori, se un suo paziente ne aveva bisogno, lo accompagnava a Houston per farlo operare. In una di queste sue missioni, venne a conoscenza di un sistema di elettrocardiografia computerizzata in uso presso l’ospedale che lo ospitava per l’intervento. Se ne entusiasmò e decise che anche Monza doveva avere un simile presidio. Le apparecchiature venivano dall’America, il costo totale sarebbe stato di quasi un miliardo delle vecchie lire, ma tutto ciò non lo spaventò. Cominciò una raccolta di denaro basandosi solo sulle sue forze, ma ebbe conforto e assistenza dal Rotary Monza Est. Dopo una battaglia durata anni, raggiunse la somma necessaria e la elettrocardiografia computerizzata iniziò ad operare all’Ospedale San Gerardo. Una targa posta all’ingresso ricorda l’inaugurazione del reparto e il concorso dei rotariani. Quell’anno era governatore Sergio Mulitch e nostro presidente Willy Mennella. Durante la riunione dei dirigenti del Club col governatore, questi fu messo al corrente del buon esito del progetto di Conversano. Senza esitazione, Mulitch conferì a Sergio la P.H. Fellow. sul campo.



Lotta alle dipendenze Negli anni ‘60 il problema della droga non era sulla bocca di tutti, come ora. All’epoca nessuno si sarebbe sognato di andare nelle scuole a parlare di droghe, e a chi cadeva vittima di questa dipendenza, non venivano offerte soluzioni efficaci. Ma un uomo, uno scienziato, un rotariano poteva cercare una soluzione, proporla e realizzarla. Doveva essere convinto di ciò che faceva, avere le conoscenze scientifiche per non imboccare strade sbagliate e, cosa più importante, trovare un gruppo che lo seguisse, gli desse una mano come sostegno morale e, se possibile, anche come contributo pratico. Ebbene quest’uomo era un socio del R.C Monza Est: il prof. Enzo Gori, ordinario di farmacologia presso l’Ateneo milanese nella Facoltà di Fisica e Matematica. La sua idea, e fu tra i primi a caldeggiarla, era che il tossicodipendente doveva cambiare vita drasticamente, isolarsi in una comunità protetta e attrezzata per essere disintossicato, assistito psicologicamente e ritrovare uno scopo nella vita. Nacque così “Cascina Verde”, prototipo di un’infinità di altre iniziative simili, che fioriranno negli anni seguenti. Il sostegno del Rotary fu determinante al punto che in seguito ha consentito di iniziare un’attività di informazione ai genitori, consistente in conferenze nelle scuole per discutere sui danni e sui rimedi di quello che sarebbe diventato un vero flagello. Memori di questo primo attacco alle dipendenze, ecco che l’anno scorso il Club, sollecitato da Roberto Bursese, raccoglie il testimone e rinnova l’opera di informazione alle famiglie, con il progetto “Open Your Eyes”: un opuscolo di aspetto accattivante e con un contenuto calibrato si rivolge ai genitori di tutti gli studenti delle scuole di Monza. Ai padri e madri preoccupati e impotenti si offre uno strumento pratico per capire e provvedere. Una volta di più il Rotary si è ...inventato un modo originale per affrontare un male antico. Il libretto è giunto nelle case con la pagelle del risultato finale. Forse ha rasserenato qualche famiglia e ha sottratto qualche giovane a un incerto destino.



Rimedi ai disagi In qualunque comunità vi sono aree grigie, dove il disagio è palese solo a chi ne è vittima, ma sfugge all’opinione pubblica e non coinvolge più di tanto le istituzioni. Anche qui un Rotary può fare molto, specie se, nello scegliere i suoi soci, ha puntato sulla qualità degli stessi. I problemi della terza età sono noti e purtroppo le cerebropatie degenerative sono in forte crescita. I malati di Alzheimer necessitano sovente di ricovero, anche per aiutare le famiglie a sostenere situazioni di grave sofferenza. In uno di questi istituti esisteva uno spazio libero attorno ai fabbricati, ma era un cortile incolto. Su proposta di Gino Pucci il Rotary ha creato il Giardino Alzheimer, sfruttando le competenze di un socio e la buona volontà di tutti gli altri. Nella penombra della malattia incombente, un raggio di luce ha illuminato un’aiuola fiorita. Si pensa che i bambini siano sempre sani. In particolare a nessuno veniva in mente di misurare loro la pressione arteriosa fino a quando la dott.sa Genovese, dell’ospedale San Gerardo, non pensò di provarci. I dati furono sconcertanti. Più del 5% dei bimbi esaminati erano ipertesi e nessuno lo sapeva. Per puro caso la Genovese faceva le ferie nella stessa località scelta dal socio Pozzoli, col quale parlò del suo desiderio di sottoporre a screening la popolazione in età scolare. Detto fatto, Pozzoli si fece promotore del progetto P.A.B. (Pressione Arteriosa Bambini) e il Club mise a disposizione mezzi e capacità organizzative per lanciare l’iniziativa. A tutt’oggi migliaia di bimbi fra i sei e gli undici anni sono stati sottoposti ad esame. I bambini crescono e ad un certo punto conoscono le ...bambine. Se i rapporti sessuali fra giovani non sono più il tabù della nostra giovinezza, offrono però altri rischi. La diffusione dell’Aids sta rapidamente aumentando fra giovani eterosessuali, come s’è accorto il nostro socio Lorenzo Drago, ricercatore microbiologo. Le sue preoccupazioni, trasmesse al Club, hanno dato origine ad un cospicuo intervento nelle scuole, programmando conferenze in tutte le superiori di Monza per le scolaresche riunite. Era il progetto A.R.M. (Aids Rotary Monza). Anche altri club del gruppo Brianteo aderirono, rinforzando ancor più l’impatto sui destinatari.



Offerte di sostegno Esistono problemi sul territorio che nessuno affronta, o perché non fanno parte del compito istituzionale degli enti assistenziali o perché manca la percezione di un bisogno. Qui il Rotary dimostra la sua forza: tra tutti i soci, ciascuno di diversa formazione e con attività differenziate, è facile che a qualcuno venga in mente un’iniziativa utile alla comunità. Ecco allora che, senza defatiganti discussioni, altri soci si dichiarano pronti a collaborare e parte un nuovo progetto. Nella nostra storia ciò si è ripetuto molte volte e purtroppo non tutte possono essere citate. Abbiamo scelto quelle che hanno un padre certo, cioè un socio che ha fatto una precisa proposta, adottata poi dal Club come progetto dell’annata. Nel tempo possiamo ricordare il “Bibliobus”, le pubblicazioni “Opportunità di Lavoro” e la “Banca del Tempo”. La prima idea fu di Giovanni Baroni e consisteva nel creare una biblioteca ambulante come succursale mobile della Biblioteca Civica che, fermandosi in luoghi prestabiliti, avrebbe consentito lo scambio dei libri senza il disagio di recarsi in centro. Il club finanziò l’acquisto di un pulmino attrezzato che, per anni, portò in giro per i quartieri di Monza il nome del Rotary, assieme a centinaia di volumi a disposizione dei cittadini. Vincenzo Nociti fu invece il promotore delle pubblicazioni che si ripeterono per tre anni e costituirono un primo esempio di orientamento professionale per i giovani monzesi. I soci del Club si attivarono per tenere conferenze e incontri con i giovani nelle proprie aziende e negli studi professionali. In molti casi le scuole accoglievano molto volentieri quelli di noi disposti a misurarsi con le scolaresche. Infine la “Banca del Tempo” di Mimmo Inga. Ancorché non fosse un’idea originale, poiché già altre ne esistevano fuori Monza, per noi fu un’azione estremamente importante. Non era lo scambio di valori materiali, tipico delle banche, ma lo scambio di ore libere a favore di chi ne aveva bisogno. Presso la Casa del Volontariato era stato istituito il centro di raccolta delle richieste e delle offerte, accuratamente gestito da Roberto Modigliani. Chi aveva ore libere le dedicava ad evadere le richieste più svariate, dall’accompagnamento in automobile, allo svolgimento di una pratica in Comune, come piuttosto al pagamento di una bolletta in scadenza.



Editore e mecenate Pochi anni dopo la fondazione, il Club si è cimentato in una operazione editoriale di tutto rispetto, pubblicando in ben tremila copie il volumetto “IL TEATRINO NELLA VILLA REALE DI MONZA”. Il socio promotore fu Francesco Donzelli, che riuscì a celebrare contemporaneamente l’idea del Rotaract di restaurare il Teatrino di Corte e l’iniziativa del R.C. Monza di finanziare l’opera, divulgando al pubblico monzese le motivazioni e la metodologia del restauro. La finalità era quella di renderlo partecipe delle attività e delle speranze che hanno animato i promotori dell’operazione. In una veste grafica particolarmente curata, la pubblicazione ha dato l’imprinting per ogni successiva opera. Ben più modesta nella veste, squisitamente artigianale e fatta in casa, fu l’uscita, anni dopo, del “Librino”, voluto dal presidente Luciano Bancalari e scritto a quattro mani da Antonio Guerci e Giorgio Lupieri in occasione del ventennale del Club. Vi si trovano aneddoti, resoconti, pillole di saggezza rotariana e considerazioni che forse varrebbe la pena di rileggere. Pierangelo Migliorini e lo stesso Luciano Bancalari, si imbarcavano, qualche anno più tardi, nel recupero di centinaia di vecchie foto della città, provvedendo a digitalizzarle e, con infinita pazienza, a ricostruire punto per punto, le zone danneggiate delle vecchie lastre. Le migliaia di fotografie mirabilmente restaurate hanno dato origine al progetto “Monza Ritrovata”, che ha permesso di produrre pregiati album di tutta la collezione e, tramite il giornale locale, ben tre volumi di immagini, contribuendo in maniera eccezionale alla conservazione del volto della città. Il mecenatismo del Club si è espresso in passato con l’organizzazione di mostre di pittura per giovani artisti che, sfruttando la passione di Pino Guffanti e la collaborazione del R.C. Monza, hanno dato origine alla “Biennale Giovani”, in collaborazione con il Comune di Monza. Nella musica l’interesse del Club, sollecitato e rinnovato ogni due anni da Luigi Ferraro, comporta ancora oggi il sostegno del “Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo”, per il quale, con il R.C. Monza Ovest, siamo i titolari del premio al terzo classificato.


e r e s s e ò u p ale i tratta di S trarre a d e l a r i o nAimenuovi d o d o t soci u o t a t s è o t n a a u l u q voeraotuttichecoloro s e la e t s e u q che ancora hanno vivo n i o t a c o dai manuali di il senso del servizio ? e n i e n o paagrotariano, i z a z sia di z i n org l i e h c è a n o m stimolo a proseguire i n pzr iendale, che a nell’opera intrapresa. i c n o n e a s e , r y a tdaorvrebbe port e b b e r e n g e o h c s , eri,sbuiltati pratici


Conclusioni Quali considerazioni si possono trarre da quanto è stato rievocato in queste pagine? La prima è che il Rotary, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Si tratta infatti di una istituzione particolare, dove nulla, dalla rotazione delle cariche agli impegni dei soci, lascia presagire capacità di azione così importanti e concrete come quelle presentate, senza contare tutte quelle delle quali non si è potuto fare menzione. La seconda è che, a ben guardare, ciò che avviene sotto l’etichetta del Rotary, è in realtà, di volta in volta, opera di soci che attraversano un momento di particolare ispirazione. I colleghi e gli amici non hanno motivo per sottrarsi ad una generosa collaborazione e le cose si realizzano. Si tratta di un metodo di lavoro che esula dai manuali di organizzazione aziendale, che non dovrebbe portare a risultati pratici, che non prevede, anzi aborre, decisioni collegiali, ma che, come mostrano i fatti, funziona. Alle grandi azioni di respiro mondiale che il Rotary International, con il contributo di ogni singolo Club, porta avanti, come ad esempio la Polio Plus, o gli Scambi Giovani e i Gruppi di Studio, si aggiungono quindi, a livello di territorio, interventi come quelli che vi abbiamo ricordato. Siamo convinti che la forza del Rotary e la sua utilità sia proprio in questo lavoro paziente e costante di presenza nella comunità. Affinché tutto ciò sia noto ai soci e alla città, abbiamo realizzato questo racconto di un quarantennio abbondante di vita rotariana in seno al R.C. Monza Est. Tutti coloro che ci hanno aiutato, tutti i soci che si sono adoperati per realizzare questi progetti e tanti altri che non è stato possibile citare, ma che sono ben presenti nella memoria di ciascuno di noi, devono essere fieri di quanto è stato fatto.


La realtà del nostro “fare”

La forza di un’idea Elettrocardiografia computerizzata

Lotta alle dipendenze Cascina Verde Open Your Eyes

Rimedi ai disagi Giardino Alzheimer Pressione Arteriosa Bambino (P.A.B.) Aids Rotary Monza (A.R.M.)

Offerte di sostegno Bibliobus Opportunità di Lavoro Banca del Tempo

Editore e mecenate Il Teatrino nella Villa Reale Il Librino Monza Ritrovata Premio di Pittura Concorso Pianistico Rina Sala Gallo Conclusioni


Ricerca storica e coordinamento Franco Primavesi Fabrizio Cortese Testi Giorgio Lupieri Progetto grafico Silvano Appiani Illustrazioni Paolo D’Altan


Iniziative a cura

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www.rotarymonzaest.it

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