Collana π
Benedetta Pizzarelli
V E N T O aequore
fervido
Presentazione di Alessia Tarantino
M ELIGRANA EDITORE
Benedetta Pizzarelli
Vento - aequore fervido Collana π. 41
Copyright Benedetta Pizzarelli
Tutti i diritti riservati
Meligrana Editore
Via della Vittoria, 14 – 89861, Tropea (VV) (+39) 338 6157041
www.meligranaeditore.com info@meligranaeditore.com
I edizione: dicembre 2024
ISBN: 9788868154684
Presentazione
Dopo l’esordio, da giovanissima, con la raccolta poetica Cento, Benedetta Pizzarelli ci invita nuovamente a un viaggio, una faticosa traversata fra i flutti di un mare in tempesta. Con Vento - aequore fervido l’autrice ci scaraventa nell’intimità e nella complessità emotiva dell’animo umano, fra temi che toccano tutti noi, in barba all’età e all’esperienza: identità, amore, sofferenza, ribellione e crescita personale. Le confessioni poetiche di Benedetta s’intrecciano in un microcosmo d’introspezione in cui le immagini e i simboli evocati diventano strumenti per esplorare il significato della propria esistenza, il rapporto conflittuale con il corpo, la ricerca dell’accettazione, l’equilibrio tra dolore e speranza.
Si avverte, nei versi schietti e disadorni dell’autrice, una tensione tra la vulnerabilità e la forza di una giovane donna, tra la lotta per l’autoaccettazione e il desiderio di ribellione contro modelli imposti o aspettative irraggiungibili; si rimane investiti, così, come da spruzzi di salsedine durante la burrasca, da schizzi d’inquietudine: grazie di
avermi definito inquieta / il mio vagabondare ha adesso il lusso di un titolo.
Si apre con un’epifania, il convoglio sfrenato delle 70 liriche, la sorpresa, che sopraggiunge in un momento di apparente banalità, del sentirsi grati alla vita per la vita stessa (e mi sorprendo nel trovarmi grata / di star respirando all’attimo), per la compagnia delle persone amate, unico, salvifico scenario alternativo ad una solitudine altrimenti esistenziale.
Salvezza, nel presente, attraverso la gratitudine verso la vita, nel futuro, invece, la certezza di un auto-inganno per preservarla: Forse, fingendomi grata di carne e curve / smetterò di pretendere solo ossa dal mio corpo.
Ben più di una poesia si confronta con il tema del corpo e della percezione di sé, affrontando con coraggio le aspettative sociali e le pressioni interne che spingono a punire o a domare il proprio aspetto.
Altre indagano l’amore nelle sue sfumature più ardenti e tormentate (L’amore è stato forte ad annullarmi oppure sotto il tuo tappeto trovo ira, pugni sul muro, / il bene che covi / e fuori solo l’odio che coltivi) vivisezionando l’intensità e i rischi di relazioni distruttive o incomplete, con un unico baluardo a proteggere dalle trappole dell’amore immaturo, il caposaldo della propria identità: Nel mio
sguardo ci trovi come vuoi che io sia / dunque è certo che sarà per sempre / ma la magia svanirà / e mi ritroverai per quella che sono.
La spiritualità e la ricerca di significato emergono spesso, offrendo uno sguardo a un mondo interiore ricco e in continua evoluzione, dove ogni esperienza, che sia gioia o dolore, viene accolta e trasformata in un’opportunità di crescita. I riferimenti alla famiglia e alla società, così come le osservazioni sulla realtà contemporanea, aggiungono spessore ai versi, mostrando come l’intimità individuale dell’autrice sia in dialogo costante e critico con il mondo circostante: arrivano per mare, tuttavia / nessuno si chiede / cos’è che la terra non gli ha dato.
Vento - aequore fervido è una raccolta poliedrica e complessa, difficilmente richiudibile entro gli argini di una prefazione che la contenga; parafrasando la lirica-autoritratto dell’autrice, potremmo definirla come un inatteso e potentissimo vaso di Pandora: Sarò l’ultima a morire, / non sono la speranza / sono l’intero vaso di Pandora.
Solo la lettura, l’immersione in apnea in questo mare tempestoso di parole, può rendere al lettore la dimensione della forza di questa silloge. “Il poeta è un minatore”, scriveva Giorgio Caproni, e allora anche il lettore sappia esserlo, perché: L’oro sta in superficie ma / sporchi di terra ci sono altri metalli.
Alessia Tarantino
V E N T O
Se tu fossi una lacrima, io non piangerei per paura di perderti.
JIM MORRISON
GRATITUDINE
Torno a casa e nel frastuono dei miei unici passi
nella strada isolata
rivolgo alla vita un ringraziamento
e mi sorprendo nel trovarmi grata
di star respirando all’attimo, di trovare quelle persone nel salotto di casa.
Indago nel mio stesso sguardo allo specchio
sono grata per la vista, di poter indagare nei miei occhi un giorno saró grata alla mia bocca
per poter masticare
smetteró di punirmi,
l’allenamento non sarà mai più una forzatura.
Forse, fingendomi grata di carne e curve
smetteró di pretendere solo ossa dal mio corpo.
TUTTO PASSA
Tutto passa
disse qualcuno mentre lacrime rosse solcavano il mio viso rosse giacché gli occhi le strappavano dal cuore.
Sembrava si sciogliesse
e in effetti questo è stato l’effetto, mi hai sciolto un po’ per empatia nei tuoi confronti, per accompagnarti nel tuo inferno
tutto rosso.
L’amore è stato forte ad annullarmi
sciolta un altro po’ per l’acido bevuto dai tuoi baci.
POST SOVIET DENTRO E INTORNO
Mi guardasti come se fossi il ladro come se fossi una città in pieno periodo post soviet mi dicesti che dentro ho il marmo e taglio come il vetro.
In un campo di rose raccolsi solo le spine dal momento che distruggo tutto ció che tocco, dissi che non mi inquieta la solitudine.
ERA GOTICA
Quando meno lo vorrete
saró il diavolo del vostro inferno, la Madonna addolorata ha un qualcosa di fascinoso.
Sono stanca di scappare. L’ho già detto?
Mi fermo, travolgetemi in questo terreno fangoso.
Ma pregate non venga mai la notte, in una chiesa gotica sentirete un coro.