GRAFICAMANUCCI PER CULTURA

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comunicazione grafica

www.graficamanucci.com isabella@graficamanucci.com via Marte, 19 47923 Rimini tel. 0541.780411 cell. 333.2808672


Comunicare Cercare il modo più diretto, semplice ma anche sorprendente, elegante o spiritoso, per comunicare e promuovere

una realtà aziendale o culturale, è un mestiere. Comunicare la sintesi di ciò che non si vede immediatamente, come l’anima di un’evento, la filosofia di un’impresa, l’attività e i prodotti di una singola azienda, attraverso la cura dei contenuti, l’equilibrio delle immagini, la scelta dei messaggi... è la mia forza creativa, e la vostra forza imprenditoriale.

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Servizi promozione di mostre, eventi, convegni: manifesti, depliant, cataloghi, pannelli descrittivi, grafica di allestimento identità aziendale: loghi, etichette, buste, biglietti da visita, company profile, brochure, depliant, immagine coordinata per punti vendita campagne pubblicitarie: inserzioni, manifesti, locandine packaging espositori personalizzati grafica per stand fieristici presentazioni multimediali siti web servizi fotografici arte

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Presentazione dei lavori: CULTURA > mostre /eventi /arte AZIENDE > attività private

convegni /stand


Promozione di mostre, eventi culturali, arte Da 25 anni opero nel settore della comunicazione per la promozione di eventi culturali, mostre collettive, esposizioni personali e di grande rilievo pubblico. Ho seguito più di 100 mostre con tematiche diverse: letteratura, arte, storia, religione, archeologia, scienza..., sviluppando tutte le fasi relative alla promozione e cura di ogni elemento di comunicazione all’interno del percorso espositivo. > studio dell’immagine coordinata manifesti / locandine / depliant / stendardi / cartoline logo, carta intestata, busta / biglietti ingresso / inviti badge / inserzioni / cataoghi mostra / cd multimediali > progettazione e realizzazione del sito web > cura degli allestimenti - progettazione grafica dei pannelli descrittivi - grafica di allestimento e del percorso espositivo - didascalie per oggetti esposti - segnaletica interna ed esterna all’allestimento > progetti artistici realizzazione di inetrventi iconografici con tecniche miste, pittura / mosaico / bassorilievi


CULTURA > mostre > eventi

ARTE

> interventi artistici

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CULTURA

eventi | associazione culturale progettazione grafica del libro per il “20° anniversario Opera Baldo”: studio della comunicazione, ricerca immagini, impaginazione. Manifesti / volantini /

cliente: Opera Baldo | Chioggia 2020



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mostra | storico artistica progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento


cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2019 |titolo mostra: “Si aprì una porta nel cielo. La Cattedrale di Monreale” |superficie mostra: 700 mq / 102 pannelli grafici


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arte | grafica e pittura Intervento iconografico negli interni ed esterni della chiesa, mosaici, pitture, progettazione grafica del catalogo, creazione logo del gruppo artistico “Trasfigura”, video di presentazione dell’opera.

committente: Don Mario Guidi Chiesa Parrocchiale S.Maria Annunziata | Gabicce 2018




ARTISTI Maurizio Bellucci Paola Ceccarelli Luigi Cioppi Antonietta Corsini Elise Lynch Jonah Lynch Isabella Manucci Davide Morini VIDEO Matteo Ricca Jonah Lynch Isabella Manucci https://www.youtube.com/ watch?v=hG0EWAtO_ HQ&feature=emb_logo


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CULTURA

arte Intervento iconografico nell’abside della chiesa, mosaici, pitture, progettazione grafica del catalogo

committente: Don Primo Soldi Parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati | Torino 2018




T rasfigura

Arte liturgica per la Gloria di Dio nel mondo

ARTISTI Jonah Lynch Elise Lynch Isabella Manucci Antonietta Corsini Davide Morini

Specifiche tecniche - Area Presbiteriale Trittico in tecnica mista: mosaico (pietre naturali / smalti), pittura acrilica su parete e tela di lino, sculture in terracotta, oro vero in foglia. - Elemento preesistente: Crocifisso ligneo, contemporaneo. - Dimensioni trittico: parte centrale cm 450 x 240 / parti laterali cm 450 x 300 - Area del Tabernacolo Tenica mista: mosaico (pietre naturali / smalti), pittura acrilica su tela di lino, lampada in bronzo (fusione in cera persa). - Dimensioni area tabernacolo: cm 250 x 250 - Tempo di lavorazione: due mesi in esterna (febbario-marzo 2018), 6 giorni di montaggio e completamento dell’opera in loco. Inaugurazione 11 Marzo 2018.


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mostra | religiosa progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento


cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2018 |titolo mostra: “Gesti e parole. Jorge Mario Bergoglio, una presenza originale.” |superficie mostra: 1200 mq / 95 pannelli grafici


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mostra | archeologica progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento


cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2017 |titolo mostra: “Georgia, paese d’oro e di fede.” |superficie mostra: 500 mq / 65 pannelli grafici


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mostra | archeologica



come una pistola puntata verso il cielo campeggia il cannocchiale, ma sulla parete e sul tavolo dello studio dominano la scena un mappamondo e un microscopio: l’infinitamente grande e l’infinitamente

Se lo studio è la stanza n.1, un luogo individuale, in cui il singo-

piccolo, il micro e il macro, perché nulla sfugge alla curiosità golosa

lo uomo si confronta con il mondo, la camera da letto è la stanza

dell’uomo chestertoniano, sapendo però che: “Si può conoscere il co-

del n.2, dell’incontro con l’altro. Da uno a due, c’è un abisso, dice

smo, ma non il proprio ego; il proprio io è più distante di ogni altra

Chesterton ne L’uomo che fu Giovedì: “ [...] non ci sono parole per

stella”.

esprimere l’abisso che corre fra l’essere soli e l’avere un alleato. Si può concedere ai matematici che quattro è due volte due; ma due

In difesa del microscopio Chesterton sfiderà anche il cosmopoliti-

non è due volte uno: due è duemila volte uno” uno”.

smo di uno scrittore come Kipling. “Il signor Kipling, con tutti i suoi pregi, è il giramondo; non ha la

Il due è il numero dell’alleanza ma anche del duello: sulla porta

pazienza di diventare parte di qualcosa. Un uomo di tale levatura e

della camera da letto è appesa una pistola, un oggetto che

onestà non può essere accusato di mero e cinico cosmopolitismo; ep-

Chesterton si portò in chiesa andandosi a sposare perchè

pure è proprio il cosmopolitismo la sua debolezza. [...] La verità è che

la camera da letto è il luogo forse più avventuroso della

l’esplorazione e il progresso rendono il mondo più piccolo. Il telegrafo

casa: è la stanza del Nascere, del Matrimonio, dell’Amore,

e la nave a vapore rendono il mondo più piccolo. Il telescopio rende il mondo più piccolo; solo il microscopio lo rende più grande. Ben presto il mondo sarà diviso da una guerra tra telescopisti e microscopisti. I primi studiano le cose grandi e vivono in un mondo piccolo; i secondi studiano le cose piccole e vivono in un mondo grande. […] Se desideriamo conoscerle, non dev’essere come turisti o investigatori, ma con la lealtà dei bambini e la grande pazienza dei poeti. Conquistare questi luoghi significa perderli. L’uomo che resta nel suo orticello, che dà su un mondo incantato, è un uomo dalle grandi idee. La sua mente crea la distanza; l’automobile stupidamente la distrugge”.

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Incontro-Scontro

Il paradosso della piccolezza

n.2

Esistono tanti mondi: il cielo, la terra, il cuore umano... Dalla finestra

della Cavalleria, dell’Incontro/Scontro, delle due grandi Avventure dell’uomo: nascere e sposarsi. Il giorno delle sue nozze sulla strada per la chiesa della funzione si fermò a fare due sole cose: a bere un bicchiere di latte nello spaccio dove sua madre era solito portarlo da bambino, eppoi ad acquistare una rivoltella con cartucce e con questa alla cintura egli si presentò all’altare. Così commentò la propria condotta: “che uno sposo si sia regalato doni nuziali come questi, è sembrato a qualcuno un’eccentricità, e se la sposa l’avesse conosciuto meno, avrebbe potuto immaginarsi, penso, che fosse un suicida o un assassino, o, peggio ancora, un astemio […] Non comprai la rivoltella per uccidere mia moglie, non sono mai stato veramente moderno. La comprai perché si trattava della grande avventura della mia vita, con la vaga idea di difendere la mia sposa dai pirati che infestavano i Norfolk Broads, verso i quali eravamo diretti”.

mostra | letteraria studio della comunicazione, progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento

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cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2013 |titolo mostra: “Il cielo in una stanza: benvenuti a casa Chesterton.”| |superficie mostra: 700 mq / 50 pannelli grafici


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B aA gG nN oO

CANTINA

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mostra | letteraria

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mostra | scientifica studio della comunicazione, ricerca immagini, illustrazioni, progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento


cliente: Gruppo SGR | Palazzo dell’Arengo | Rimini 2012 progetto scientifico a cura di: REMARKABLE coordinamento e allestimento: I.E.S. / International Exhibition Service progetto di allestimento: Maurizio Bellucci |titolo mostra: “Il mio futuro è: in mostra. La nostra eredità: una terra vivibile per i nostri figli”|


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mostra | scientifica


cliente: Gruppo SGR | Palazzo dell’Arengo | Rimini 2012


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Chihi ee ilil protagonista protagonista della storia ? Pdella storia Le commemorazioni del Bicentenario dell’indipendenza delle nazioni ispanoamericane ci mettono di fronte a un momento decisivo della loro storia.

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Il loro “grido di libertà” ribadisce che la natura dell’uomo è rapporto con l’Infinito. Davanti alle sfide della realtà, l’impeto del cuore si lancia verso un’avventura infinita, perché desidera qualcosa di nuovo, qualcosa che sia in grado di cambiare il mondo e di spalancare per tutti l’orizzonte di una nuova era. L’inevitabile impatto con la realtà rivela al protagonista di questa avventura il limite della propria volontà di cambiare il mondo, ma gli dà in cambio qualcosa di più grande: l’esperienza della sua sproporzione, che esalta la sua vera statura d’uomo e fa sì che irrompano domande sul senso della vita, intesa come un’avventura ancora più grande, intensa e decisiva. L’alternativa è che, se non riconosce ciò per cui il suo cuore è fatto, davanti al fallimento del progetto che aveva immaginato il protagonista si ritragga in una tristezza amara e disperata. Il vero protagonista della storia è chi continua l’avventura fino alla fine, lasciandosi trasformare in mendicante da Colui che è in grado di cambiare l’uomo e fare nuove tutte le cose.

“Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”. Lo testimonia il drammatico processo iniziato dalla scoperta dell’America da parte della Spagna. I sezione: 1492-1808 Tre secoli dopo, un imprevisto irruppe in questo processo e svegliò le volontà rivoluzionarie in coloro che sarebbero diventati i protagonisti dell’Indipendenza ispanoamericana i quali, nel Bicentenario delle Indipendenze, meritano di essere nuovamente interpellati. II sezione: 1808-1824 Cosa c’entra la politica con il desiderio del cuore dell’uomo? III sezione

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Cos’è in realtà la rivoluzione americana? È, per caso, un cambiamento negativo, effimero, transitorio, come tutto quello che è malsano? Qual’è la sua origine? Quali sono le sue cause, le sue aspirazioni, i suoi obiettivi?

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Duello a bastonate, Francisco Goya.

GuerreCivili

L’esigenza di libertà senza la domanda di ragione riguardo alla vera felicità, si risolve nella ricerca di un falso salvatore politico che si imponga attraverso il potere e la violenza. Questa è la contraddizione che San Martin constata e rifiuta:

Juan Bautista Alberdi nel 1861.

Lungi dal costituire una rottura, la Rivoluzione può essere compresa nella continuità storica e grazie a essa. Questa continuità si evidenzia nei fatti, mentre la rottura appare nelle coscienze. Francois Furet, Pensar la Revolución Francesa.

Le agitazioni di questi 19 anni di tentativi alla ricerca di una libertà che non c’è stata (...) mettono in luce che la maggior parte degli uomini bramano non tanto un cambiamento nei principi che li governano (e in ciò secondo me risiede il vero male) bensì un governo vigoroso; in poche parole: militare. Perché chi sta affogando non fa attenzione dove si aggrappa. Allo stesso modo sono tutti d’accordo sul fatto che, per far sì che il nostro paese possa esistere, sia assolutamente necessario che uno dei due partiti in questione sparisca. Si tratta dunque di cercare un salvatore che riunisca il prestigio delle vittorie, salvaguardi le provincie e, soprattutto, un braccio vigoroso che salvi la patria dai mali che la minacciano. Secondo l’opinione pubblica il candidato sarebbe il Generale Josè de San Martin. Per affermare questo non mi baso sul numero di lettere che ho ricevuto né sui commenti sentiti al riguardo. Fondo la mia opinione sulle circostanze odierne(...). E’ mai possibile che sia io il prescelto per essere il boia dei mie concittadini e, qual nuovo Silla copra la mia Patria di proscrizioni? No! mai e poi mai! Preferisco subire i mali che la minacciano, piuttosto che essere io lo strumento di siffatti orrori. Lettera a Tomás Guido, Montevideo, 6 aprile 1829.

Perché l’adozione di una modernità attraverso la rottura, che caratterizza il processo nato a partire della Rivoluzione francese, sarà adottato dalle nascenti nazioni americane, e queste non seguiranno il processo evolutivo di altri paesi come l’Inghilterra o gli USA? Questo iato sarà coperto da una finzione democratica di effetti perversi lungo tutto il secolo XIX, nella quale la forma di accesso al potere consisterà nell’assumere simbolicamente la rappresentanza del “popolo”: questa “si esprime”attraverso il pronunciamento, “si attua” mediante il capo della rivolta e “parla” per mezzo degli intellettuali, autori dei suddetti proclami. Francois Xavier Guerra, Modernidad e independencias.

José de San Martín medita di liberare tutti i paesi del Sudamerica,

Bolívar e la patria incatenata,

Jesús María Hurtado.

Anonimo.

Sparito il punto d’unione degli antichi possedimenti spagnoli (la Monarchia) i popoli delle capitali si erano verso l’indipendenza in maniera disordinata, facendo della disubbidienza giuridico-istituzionale una specie di stile di vita radicato e reiterato, rivisitato e ingigantito non appena il nemico esterno sparì. Così l’eredità politica delle guerre di indipendenza è l’insorgere di un “caudillismo salvifico” d’impronta sia tradizional-populista che liberal-progressista. È davvero possibile costruire una società politica democratica intesa come incontro costruttivo fra diverse libertà a partire della negazione dell’altro? E se, al contrario, il fattore più reale e liberante fosse l’educazione dell’uomo a partire dalla sua domanda riguardo al significato di quel vuoto, di quella mancanza di pienezza che si annida nell’anima e che l’anima sperimenta anche nei momenti di felicità (come alla fine confessò San Martin)? 12 anni dopo l’enigmatico incontro fra San Martín e Bolívar a Guayaquil (nell’attuale Ecuador), la meschina ed esasperata sete di potere e le contraddizioni guadagnarono terreno dopo la Campagna Liberatrice. Perché una libertà non verificabile nell’esperienza è vuota e vana:

Gli uomini non vivono d’illusioni ma di fatti. Cosa mi può importare che mi si ripeta fino alla nausea che vivo in un paese di Libertà, quando in realtà mi opprimono? Libertà! La dia a un bambino di due anni perché giochi con un astuccio pieno di lamette e poi mi racconterà il risultato. Libertà! Cosicché un uomo di onore sia attaccato dalla stampa licenziosa, senza che ci siano leggi che lo proteggano e, se esistono, siano illusorie. Libertà! Cosicché se mi dedico a qualsiasi genere di impresa, arrivi una rivoluzione e mi distrugga il frutto del mio lavoro e la speranza di lasciare qualcosa da mangiare ai miei figli. Libertà! Cosicché io sia tartassato per pagare le ingenti spese affrontate perché quattro ambiziosi vogliono fare una rivoluzione e poi rimangono impuniti. Libertà! Per sacrificare i miei figli in dissensi e guerre civili. Libertà! Per rischiare di essere esiliato senza il minimo processo e forse a causa di una semplice divergenza di opinioni (...). Maledetta sia una tale libertà. Non sarò io a godere dei benefici che questa elargisce (...). Lettera di San Martín a Tomás Guido, dalla Francia, il 1°/I/1834.

E ancora dopo il 1821 il processo di smembramento continuerà dentro le stesse patrie indipendenti. Tutti vogliono essere indipendenti gli uni degli altri, in America Centrale si arriva al ridicolo di dividere la ormai piccola patria, appena staccata dal Messico, in cinque repubbliche minuscole. Il processo dell’indipendenza ispanoamericana non finì con la separazione dalla Spagna; continuò ancora a lungo con la separazione delle provincie che formavano l’impero messicano, la grande Colombia e l’antico vicereame del Río de la Plata. Julio Ycaza Tigerino (1919-2001), scrittore nicaraguegno, Génesis de la independencia hispanoamericana, Alférez, Madrid 1947, p. 2

L’indipendenza fu una grande forza liberatrice, ma la liberazione poteva essere usata sia per fare il bene che per fare il male. Alla fine, con profondo pessimismo Bolivar esprime i suoi dubbi: “Mi vergogno di dirlo, ma l’indipendenza è l’unico bene che abbiamo acquisito sacrificando tutto il resto”. Le nazioni non potevano realizzarsi durante una generazione (...). Il “caudillo” era un capo militare. Nacque dal perenne e universale istinto umano che in tempi di guerra concede poteri assoluti a un uomo forte, a un solo esecutivo che possa reclutare truppe e requisire risorse. Il regime coloniale si manteneva con un minimo di presenza militare. Ma il movimento indipendentista richiese una vera e propria guerra, in alcuni casi una lunga guerra, e le guerre creano i guerrieri. Il ruolo preponderante dei soldati, in un periodo in cui il potere civile si sta disintegrando, comporta che i soldati non soltanto combattano battaglie ma finiscano col dominare anche la politica. Perciò la rivoluzione ispanoamericana generò il militarismo e produsse la personificazione del militarismo: il “caudillo”. Perché la rivoluzione introdusse una caratteristica sconosciuta all’anonima burocrazia del regime coloniale: il personalismo, la lealtà ad un individuo.

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John Lynch, Las revoluciones hispanoamericanas, Ariel, Barcelona 1980, p. 373

mostra | storica studio della comunicazione e grafica della mostra progettata ad hoc nel percorso allestitivo delle pareti, grafica per pannelli descrittivi in rilevo e per altri elementi architettonici

Sebbene il desiderio di libertà rischiasse di ridursi a un atteggiamento servile nei confronti di chi esercitava il potere in un determinato momento, in cosa consistette quella “grande forza liberatrice” che mosse gli uomini verso la rivoluzione e l’indipendenza?

Il senso profondo della rivolta ha a che fare con la rivalutazione degli antichi valori per farne sorgere di nuovi (…). Quella forza che guarda verso il futuro imparando dal passato è quella che m’interessa (…) bisogna restituire la libertà di pensare liberamente, di farsi delle domande, che è l’esatto contrario del calcolo dei messaggi (…). Questa è la rivolta contemporanea. (…). Questo è possibile soltanto se ci si mette in discussione in prima persona, se si è in grado di attraversare le proprie esperienze interiori; soltanto dopo si potrà trasferire questo in una società incatenata dalla finanza e dai condizionamenti del linguaggio. Julia Kristeva, semiologa bulgara, in Revista Ñ, Buenos Aires 12/XI/2011.


cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2012 |titolo mostra: “Utopie e significato: due bandiere dell’Indipendenza dell’America Ispanica”|


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mostra | storica



UN

POPOLO

ANTICO

OMNIUM ERAT ORE

L’INDIPENDENZA

LIBERTAS IN Tanto grande fu la fama di Giorgio Castriota come condottiero degli eserciti del Sultano, che egli si meritò l’appellativo con cui diventerà famoso: Iskender Bey, vale a dire Bey Alessandro, cioè Alessandro il Signore, Alessandro “Il Grande”. Nel novembre 1443, il giovane Castriota comandava la cavalleria turca alla battaglia di Nish, contro gli ungheresi di Giovanni Hunyadi. “Il comandante turco, spaventato dal coraggio ungherese, iniziò la ritirata, ma notando l’esiguità del numero di costoro, si decise a dare l’ordine di inizio della battaglia. Scanderbeg tuttavia, invece di fermarsi, procedette con la ritirata, la quale si trasformò pian piano in una completa rotta, coinvolgendo l’intero esercito ottomano. (…)”. (F. Noli, Historia e Skënderbeut)

Ritornato nelle sue terre, con un colpo di mano e nel giro di una sola notte riprese Kruja, la capitale del principato paterno. Tutto avvenne, secondo Barleti, in un fervente clima di rivolta da tempo preparata: “La libertà era sulla bocca di tutti. Il dolce nome della libertà si sentiva ovunque”. (M. Barleti, Historia de vita et gestis Scanderbegi) Scanderbegi

Famiglia albanese (Marubi)

I PRECURSORI

Rocca di Kruja (ricostruzione XX sec.)

Riuniti i principi albanesi in una Lega, nel 1443 si formò per la prima volta una compagine albanese unita. A Firenze, nel frattempo, si stava perfezionando l’unione tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, facendo venir meno il maggior elemento di divisione tra gli albanesi. Il 29 giugno 1444 gli albanesi compirono il miracolo, sbaragliando un fortissimo esercito ottomano di 25 mila uomini nella piana di Torvioll, nell’Albania orientale: “All’alba del 29 giugno, gli albanesi ebbero l’occasione di vedere bene il nemico con il quale si sarebbero dovuti misurare. L’intera pianura era ricoperta da loro e pareva quasi che i turchi null’altro avessero da fare che calpestare con il primo impeto il piccolo esercito albanese. I monti intorno echeggiavano del fragore delle loro trombe, dei loro tamburi e delle loro grida assordanti. Scanderbeg a cavallo galoppava innanzi il suo esercito, chiamava per nome ufficiali e soldati ed esortava tutti a fare il loro dovere da uomini”. (F. Noli, Historia e Skënderbeut)

“Scanderbeg, fattosi il segno della santissima croce gridò forte, ah valorosi, et fedelissimi miei soldati, et fratelli, seguitemi; et così fu il primo ad entrare nella battaglia!”. (D. Franco, Gli illustri e gloriosi gesti e vittoriose impresse…) ) Statua Equestre di Scanderbeg a Kruja (particolare)

IL CONCILIO DELL’ARBËR

ILLYRICUM SACRUM

Nel 1610 l’arcivescovo cattolico di Antivari intraprese un viaggio in Albania e si fermò in un villaggio dove, su sessanta focolari, dieci erano islamici poiché così professava il capofamiglia. Ciononostante, tutte le case del villaggio contribuivano a mantenere il prete perché tutti gli uomini avevano mogli cristiane. Interrogato un musulmano, questi rispose che portava nel cuore la fede cristiana e in seno a quella voleva morire.

Il forlivese Francesco Riceputi (1695–1742), gesuita, aveva raccolto una corposa documentazione sulla storia sacra degli Illiri e dei loro discendenti. Clemente XI finanziò un soggiorno del Riceputi di due anni in Dalmazia, insistendo affinché l’opera prospettata vedesse la luce. Nei decenni successivi alla morte del pontefice albanese tutti i Papi confermarono l’insistenza di Clemente XI e il lavoro fu portato avanti dal gesuita Daniele Farlati (1690–1773), il quale però morì poco prima della pubblicazione del quinto tomo. Qualche mese dopo, Papa Clemente XIV sciolse la Compagnia di Gesù. Fu grazie alla pazienza e al patrimonio famigliare di Giovanni Jacopo Coletti, collaboratore di Farlati dal 1769, che il resto dell’opera venne alla luce. Abbiamo così, grazie all’impegno della Compagnia di Gesù e dei Papi del Settecento, la più grande raccolta di atti e fonti della storia civile ed ecclesiastica dell’Illirico, quindi anche degli albanesi. E’ un pilastro insostituibile per ogni ricostruzione successiva dei fatti storici di quelle terre e quindi è un monumento che conserva, nelle decine di migliaia di pagine che lo compongono, l’identità storica dell’Albania.

Questo fenomeno noto come criptocristianesimo e le altre minacce alla identità cristiana albanese furono affrontati a Lezhë con il primo Concilio Provinciale della Chiesa Cattolica Albanese del 1703. Tale Concilio fu fortemente voluto da Papa Clemente XI (1700-1721), al secolo Giovanni Francesco Albani, appartenente ad una nobile famiglia di Urbino di origini albanesi. Clemente XI Albani

Chiesa trasformata in moschea nel XVII sec.

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mostra | storica studio della comunicazione, progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento

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cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2012 |titolo mostra: “Albania, Athleta Christi. Alle radici della libertà di un popolo.”|


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mostra | storica



comunicazione grafica

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mostra | letteraria grafica per pannelli descrittivi e di allestimento


Cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2010 | titolo mostra: “Ma misi me per l’alto mare aperto. L’Ulisse: quando Dante cantò la statura dell’uomo” |


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mostra | attualità studio della comunicazione, progettazione grafica dei pannelli descrittivi, grafica di allestimento


cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli | Fiera Rimini 2010 |titolo mostra: “Um Céu no Chão. Un cielo in terra. Il Samba del morro”|


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CULTURA

eventi / grandi mostre studio della comunicazione e progettazione grafica di: manifesti, locandine, stendardi, pannelli descrittivi, cartoline, carta intestata, biglietti ingresso, biglietti invito, badge, depliant, inserzioni, didascalie per oggetti esposti, segnaletica, grafica di allestimento


cliente: Meeting per l’amicizia fra i popoli > mostra istituzionale allestita in occasione del 30° anniversario del Meeting Fiera | Rimini 2009 > mostra storico - archeologica: “Costantino il Grande. La civiltà antica al bivio tra occidente e oriente”. Castel Sismondo | Rimini 2005 > mostra storico - aristica: “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un capolavoro.” Castel Sismondo | Rimini 2003


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eventi | settore scientifico studio della comunicazione e progettazione grafica di: manifesti, inviti, catalogo, pannelli descrittivi, grafica di allestimento per mostra


cliente: Società Italiana di Medicina del Turismo

coordinamento e allestimento: IES / International Exhibition Service > mostra itinerante: “Vecchie e Nuove epidemie” - Roma - Ancona - Bologna - Modena - Forli | 2010/2011 > catalogo: “150 anni di Sanità Italiana” Presentazione Camera dei Deputati | Roma 2011


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eventi | settore artistico religioso studio della comunicazione, progettazione grafica di manifesti, inviti, pannelli descrittivi, grafica di allestimento


Cliente: Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto | titolo mostra: “Ludovico Seitz, e la cappella tedesca di Loreto.” | Loreto 2009


comunicazione grafica

CULTURA

eventi | settore artistico religioso cura dei contenuti, studio della comunicazione e progettazione grafica di: catalogo, CD multimediale, manifesti, inviti, pannelli descrittivi, stendardi, grafica di allestimento per mostra


Clienti: > Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa | Vaticano 2005 mostra artistica a cura dell’Associazione IL BAGLIO: “Il Progetto della Casa del Dio vicino” In occasione del Sinodo dei Vescovi | Sala Nervi | Vaticano 2005

> Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto / Imago Unitatis | Loreto 2007 mostra Internazionale di Arte Contemporanea: “Crucis Mysterium. Il mistero della Misericordia”

> Associazione Culturale Di-Segno | Padova 2007 mostra di Architettura e Arte Sacra: “Sinfonia dello Spazio Liturgico”


comunicazione grafica ...da sempre mi attraggono sassi, foglie, legni, segni del tempo, segnati dal tempo. Solchi e colori di una vita... Capolavori misteriosi.


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