Indagine regione su indebitamento enti locali su derivati

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Deliberazione n.107/2012/VSGF REPUBBLICA ITALIANA CORTE DEI CONTI Sezione di controllo per la Regione siciliana nella camera di consiglio del 15 febbraio 2012, composta dai seguenti magistrati: Rita Arrigoni

- Presidente

Tommaso Brancato

- Consigliere

Corrado Borruso

- Consigliere

Giuseppa Cernigliaro

- Primo Referendario

Francesco Vitiello

- Referendario - Relatore

visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni; visto l’art.3, commi 4 e 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni; visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200; visto il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti di cui alla deliberazione delle Sezioni riunite della Corte n.14 del 16/6/2000 modificato con deliberazione del 19/6/2008; vista la deliberazione n.33/2010/INPR del 2010, relativa al programma di controllo annuale di questa Sezione, nella quale è stata prevista l’indagine sull’indebitamento degli enti locali e sulla finanza innovativa in Sicilia; vista la nota del Magistrato istruttore prot. n. 21400607 del 14 febbraio 2012, con la quale è stata trasmessa, concluse le indagini in contraddittorio, la relazione conclusiva per i successivi adempimenti; vista l’ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n. 6 /2012/CONTR del 14 febbraio 2012 con la quale la Sezione è stata convocata il giorno 15 febbraio 2012 per la discussione della citata relazione in Camera di consiglio; viste le risposte fornite dagli enti locali siciliani (390 comuni e 9 province regionali) a seguito delle apposite richieste istruttorie; esaminati gli atti depositati dagli stessi enti locali; udito il relatore Dott. Francesco Vitiello;


DELIBERA di approvare la relazione avente ad oggetto “ Indagine sull’indebitamento degli enti locali e sulla finanza innovativa in Sicilia”; ORDINA che, a cura del Servizio di supporto alla Sezione di controllo, copia della presente deliberazione e dell’allegata relazione siano comunicate: alla Presidenza della Regione siciliana; a tutti gli enti locali siciliani (390 comuni e 9 province regionali) DISPONE che l’Ufficio III di questa Sezione acquisisca le successive comunicazioni che alla stregua dell’art. 3, comma 6, della legge 20/1994 gli Amministratori degli enti locali renderanno sulle misure adottate a seguito delle osservazioni contenute nella relazione allegata.

L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE

(Francesco Vitiello)

(Rita Arrigoni)

DEPOSITATA IN SEGRETERIA IL 29 FEBBRAIO 2012 F.TO DOTT.SSA GABRIELLA VINCENTI

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Corte dei Conti Sezione di controllo per la Regione siciliana

INDAGINE SULL’INDEBITAMENTO DEGLI ENTI LOCALI E SULLA FINANZA INNOVATIVA IN SICILIA

Relatore: Dott. Francesco Vitiello


Funzionario amministrativo che ha collaborato all’indagine: Daniela La Monica

Depositata in segreteria il


INDICE 1. Oggetto e scopo dell’indagine

pag. 1

2. La politica di indebitamento degli enti locali

1

3. Recenti aperture normative per l'accesso al credito da parte degli enti locali

3

4. Consistenza e composizione del debito degli enti locali della Regione siciliana

6

4.1 Risultati riferiti al debito complessivo di comuni e province della Regione siciliana 4.2 Il debito dei comuni 4.3 Il debito delle province regionali 4.4 L’indebitamento a breve termine di comuni e province regionali 4.5 L’indebitamento destinato al finanziamento dei debiti fuori bilancio

“ “ “ “ “

6 9 17 19 23

5. Sostenibilità del debito nel breve, medio e lungo periodo 5.1 Vincoli di bilancio e costo del debito. Il limite in percentuale delle entrate correnti 5.2 Indicatori di solidità finanziaria ed evoluzione della spesa per investimenti 6. La gestione attiva del debito e il ricorso a strumenti derivati 6.1 Il quadro normativo 6.2 Consistenza delle operazioni in derivati 6.3 Condizioni negoziali dei contratti di swap 6.4 Clausole contrattuali e definizione di operatore qualificato 7. Considerazioni conclusive

pag. 24 “ 25 “ 27 pag. 29 “ “ “ “

29 33 45 45

pag. 46

APPENDICE………………………………………………… ………………. pag. 48



Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

Oggetto e scopo dell’indagine Nell’ambito della programmazione dell’attività di controllo sulla gestione per l’anno 2010 questa Sezione regionale di controllo ha disposto, con deliberazione n. 33 del 26 febbraio 2010, un’indagine in materia di indebitamento degli enti locali e di gestione attiva del debito negli esercizi finanziari 2007, 2008, 2009 ed un aggiornamento al 2010 per le operazioni in derivati. L’obiettivo della presente indagine consiste nel valutare se le operazioni di indebitamento, intese in senso ampio, possano considerarsi rispondenti a criteri di sana gestione finanziaria. A tal fine si è proceduto all’analisi dei dati acquisiti dagli enti locali, relativi ai finanziamenti ricevuti nel triennio in considerazione, distinti anche in base alle destinazioni. Sono stati verificati, quindi, il rispetto dei vincoli di bilancio ed il grado di rigidità strutturale della spesa corrente, con particolare riferimento a quella del personale ed all’evoluzione di quella per investimenti. Sul fronte della finanza innovativa sono stati poi esaminati tutti i contratti swap stipulati dagli enti locali nel periodo considerato con i corrispondenti istituti bancari, con particolare attenzione alle condizioni economiche pattuite, evidenziando le eventuali criticità riscontrate. Tutto ciò ha comportato un inevitabile allungamento dell’indagine. Pertanto, si è provveduto a evidenziare i principali connotati delle operazioni esaminate (flussi finanziari netti, mark to market, eventuale up-front) come pure l’incidenza del capitale swappato rispetto all’indebitamento complessivo, nonché a monitorare lo stato di attuazione e l’adempimento degli obblighi previsti dalle disposizioni legislative nazionali applicabili in Sicilia.

2. La politica di indebitamento degli enti locali Il processo di risanamento finanziario, nell’attuale contesto di difficile congiuntura economica, ha coinvolto le autonomie territoriali con un crescente 1


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contributo loro richiesto nel perseguimento degli obiettivi di convergenza e stabilità fissati a livello europeo. A fronte dei compiti loro attribuiti, gli enti locali hanno visto progressivamente ridursi le proprie disponibilità finanziarie in termini reali, mentre le regole del patto di stabilità interno hanno progressivamente imposto un consistente miglioramento nell’evoluzione dei saldi dei loro bilanci e riduzione nell’evoluzione del trend di spesa, ivi compresa quella per investimenti. La crisi di liquidità che è andata delineandosi ha sospinto gli enti territoriali ad un recupero finanziario affidato anche ad una gestione attiva del debito con l’obiettivo di contenerne il costo. Del resto, la stessa attuazione del federalismo fiscale 1 (legge 5/05/ 2009, n. 42) rischia di rappresentare una difficile nuova realtà finanziaria da affrontare nel quadro del necessario contenimento della spesa pubblica. Particolare attenzione è stata rivolta alle amministrazioni comunali e provinciali che, per consistenza del debito e insufficienza dei margini di copertura, sono apparse a più alto rischio, tenuto conto altresì del correlarsi di tali aspetti con alcuni determinanti di entrata e spesa influenti sull’equilibrio economico-finanziario. Altro parametro di selezione è quello del ricorso a operazioni finanziarie derivate, anche per verificare il loro collegamento con l’esigenza di sostegno a bilanci in tensione a causa della recente flessione dei finanziamenti. L’indagine, ha consentito di acquisire dati relativi a 87 contratti aventi per oggetto derivati finanziari, stipulati da enti locali siciliani tra il 2000 ed il 2007.

1

Finora è stata data attuazione alla legge delega sul federalismo fiscale con otto decreti legislativi: d.l.vo n. 85 del 2010 in materia di federalismo demaniale; d.l.vo n. 156 del 2010 per Roma capitale; d.l.vo n. 216 del 2010 sui fabbisogni standard; d.l.vo n. 23 del 2011, in materia di federalismo fiscale municipale; d.lvo n.68 del 2011, in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province e di costi e fabbisogni standard nel settore sanitario; d.lvo n. 88 del 2011 in materia di risorse aggiuntive e di interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali; d.lvo n. 118 del 2011 in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi; d.lvo n.149 del 2011 in materia di meccanismi sanzionatori e premiali relativi a Regioni, Province e Comuni.

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3. Recenti aperture normative per l'accesso al credito da parte degli enti locali La normativa nazionale che disciplina l’indebitamento degli enti locali trova puntuale applicazione in Sicilia, non sussistendo rilevanti deroghe al sistema, ad opera della legislazione regionale. Il sostenuto ricorso al debito, riscontrabile nel recente periodo se, come detto, ha trovato la principale causa nella insufficiente evoluzione delle entrate locali, è stato al contempo favorito dalle recenti aperture normative introdotte in materia. Già dai primi anni novanta, il “via libera” ad emissioni obbligazionarie 2 e il venir meno del monopolio della Cassa DD.PP., in tema di accesso al credito da parte di comuni e province 3, hanno rappresentato un primo segnale in tale direzione 4. Con la modifica operata con la legge costituzionale n. 3 del 2001 all’articolo 119 della Costituzione che ha concesso agli enti territoriali di ricorrere all’indebitamento solo per finanziare le spese di investimento, si è avviato un processo legislativo che ha portato a meglio circoscrivere i contenuti del concetto di investimento e di indebitamento. Sono però le più recenti regole, introdotte a partire dalla finanziaria 2002, a rappresentare una decisiva svolta, offrendo agli enti locali la possibilità di ampliare la propria capacità di indebitamento, sia in virtù della eliminazione di complessità procedurali, sia tramite la previsione di una gestione attiva delle passività. La legge 289 del 2002, finanziaria 2003, con l’articolo 30, si rivolge poi non 2

L’art. 32 della legge 142 del 1990 ha riconosciuto anche agli enti locali la facoltà di deliberare l’emissione di prestiti obbligazionari. Il collegato alla finanziaria 1995, nel disciplinare le emissioni obbligazionarie degli enti territoriali, le ha condizionate a investimenti con valore attuale positivo (investimenti redditizi). La possibilità di attivare prestiti obbligazionari è ora sanzionata dall’art 205 del tu 267/2000. 3 A partire dal 1990 l’accensione di prestiti con istituti di credito ordinario cessa di essere condizionata alla mancanza di disponibilità espressa dalla Cassa (v. art. 5, d.l. 31.10.1990 n. 310, conv. con l. 22.12.1990, n. 403 che abroga l’art. 4, comma 11, d.l. 2.3.1989, n. 65, conv. con l. 155/1989). 4 Ulteriori facilitazioni all’accesso al credito sono riferibili anche al miglioramento delle metodologie di finanziamento da parte della Cassa DD. PP., non solo tramite l’adeguamento dei tassi di interesse al tasso ufficiale di sconto, ma specie con la possibilità di scelta concessa a partire dal 18.2.1999 (D.M.T. 16.2.99) tra tasso fisso e variabile o estinzione anticipata alla pari con maggiorazione del tasso. A riguardo dei mutui indicizzati, con durata di dieci, quindici, venti anni, la Cassa dd.pp. ha stabilito un sistema di rimborso a quote di capitale costanti e con parametro di riferimento Euribor a sei mesi. Con decreto 16.2.2001 la Cassa ha eliminato lo spread sui mutui indicizzati

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solo alle regioni ma a tutto il comparto delle autonomie locali 5 Con i commi 16-21 dell’art.3 della legge 350 del 2003 (finanziaria 2004), sono stati introdotti alcuni elementi chiarificatori del nuovo dettato costituzionale. In particolare, affinché un investimento possa essere finanziato attraverso il ricorso all’indebitamento è necessario che esso sia compreso tra le fattispecie individuate dal comma 18 dell’articolo 3 della finanziaria 2004. Il comma 21, afferma che ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica e nel quadro del coordinamento della finanza pubblica di cui agli articoli 119 e 120 della Costituzione, le disposizioni dei commi da 16 a 20 si applicano alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, nonché agli enti e agli organismi individuati nel comma 16 siti nei loro territori. Nel concetto di “investimento” rientrano, in linea generale tutte le spese sostenute per la realizzazione e l’acquisizione di beni non destinati al consumo corrente e che, quindi, costituiscono dotazioni permanenti a disposizione delle comunità locali, delle quali incrementano il patrimonio. Sono considerati, quindi, tutti quei beni materiali ed immateriali utilizzati per più anni nell’attività gestionale dell’ente e che assicurano lo svolgimento di funzioni e servizi del comune e della provincia 6. La finanziaria 2004, definite le varie tipologie di investimento, ha completato l’analisi ed il contenuto del divieto costituzionale sancito nell’articolo 119, fornendo anche una interpretazione autentica del concetto di indebitamento. Dal comma 17 dell'articolo 3, infatti, si evince che rientrano all’interno del concetto di indebitamento e come tali, possono essere finalizzate al finanziamento degli investimenti: le operazioni di assunzione di mutui; l’emissione di prestiti 5

La Cassa Depositi e Prestiti con la circolare n. 1253 del 2003, al fine di allineare le proprie politiche di concessioni di mutui e prestiti agli enti locali, ha cercato di dare un contributo interpretativo, tracciando delle “linee guida” sugli investimenti finanziabili dall’istituto. Inoltre, il Principio contabile degli enti locali n. 3, punti 45 e 4 fornisce una propria definizione di spesa corrente e di spesa in conto capitale. 6 La Corte Costituzionale con la sentenza n. 425/2004, avente ad oggetto la legittimità costituzionale dell'art. 3, commi da 16 a 21, della legge n. 350 del 2003, ha confermato la legittimità costituzionale delle norme impugnate relativamente alla più restrittiva nozione di spese d'investimento e alla definizione in modo unitario della nozione di debito.

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obbligazionari, le cartolarizzazioni e le cessioni di crediti con varie modalità, 7le aperture di credito ed il premio incassato dall’ente locale al momento del perfezionamento delle operazioni in derivati (cd. premio di liquidità) 8. La legge n. 311 del 2004 (finanziaria 2005) ha poi previsto l’emissione di prestiti obbligazionari in pool (co. 68, art. 1), tramite una disciplina che regola le obbligazioni del capofila sul totale dell’operazione e correlata garanzia fideiussoria dei partecipanti. A finalità di controllo sono dirette la norma che vieta operazioni di indebitamento per gli enti che non abbiano rispettato il patto di stabilità interno e quella che impone speciale attestazione da esibire all’istituto finanziatore e comprovante il conseguimento dell’obiettivo del patto (co. 33). Ad una razionalizzazione contabile è diretta invece la regola che impone conversione dei mutui a carico dello Stato, anche parziale, in presenza di condizioni di rifinanziamento che consentano una riduzione del valore finanziario delle passività (co. 71). L’avvio di tali operazioni diviene obbligatorio allorché il tasso swap con scadenza pari alla vita media residua del prestito sia inferiore al tasso del mutuo di almeno un punto percentuale. Va osservato a riguardo, come le operazioni di rinegoziazione comportano un costo non indifferente e tale onere dovrebbe, peraltro, ricadere a carico del bilancio dello Stato che ne ritrae il relativo vantaggio economico. 7

Cartolarizzazioni di flussi futuri di entrata non collegati a un’attività patrimoniale preesistente; cartolarizzazioni con corrispettivo iniziale inferiore all’85 per cento del prezzo di mercato dell’attività oggetto di cartolarizzazione valutato da un’unità indipendente e specializzata; cartolarizzazioni accompagnate da garanzie fornite da amministrazioni pubbliche; cartolarizzazioni e cessioni di crediti vantati verso altre amministrazioni pubbliche. 8 Le aperture di credito sono state introdotte con il decreto legge n. 44 del 2005, convertito in legge n. 88 del 2005 che ha aggiunto l’art. 205 bis al d.l.vo n. 267 del 2000 (TUEL). Viene così stabilita la maturazione degli interessi sugli importi effettivamente erogati, nonché per la riduzione del periodo di ammortamento del debito a cinque anni. Il comma 9 dell’articolo 62 della legge n. 133 del 2008, di conversione del d.l. n. 112 del 2008, che ha modificato l'art. 3, comma 17, della finanziaria 2004, ha aggiunto sulla base dei criteri definiti in sede europea dall'ufficio statistico delle comunità europee Eurostat, l'eventuale premio incassato al momento del perfezionamento delle operazioni derivate".

5


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4. Consistenza e composizione del debito degli enti locali della Regione siciliana Le seguenti tabelle espongono consistenza e composizione del debito, sia di medio - lungo termine, sia di breve termine, riferito a 397 enti locali (9 province e 388 comuni) sui 399 esistenti in Sicilia (9 province e 390 comuni) e consentono il confronto intertemporale nel triennio considerato. Per facilitare la lettura, i dati in questione sono esposti in distinti sottoparagrafi (debito complessivo degli enti locali; debito dei comuni; debito delle amministrazioni provinciali; debito a breve termine dei comuni e delle amministrazioni provinciali, indebitamento destinato a finanziare i debiti fuori bilancio). I dati relativi al debito residuo dei comuni sono stati aggregati in base all’area provinciale di appartenenza. I risultati dell’indagine offrono una prima chiave di lettura sulla diversità di scelte adottate, laddove emerge il privilegio accordato a mutui, a tassi fissi o variabili, rispetto ai prestiti obbligazionari e in misura maggiore alle aperture di credito.

4.1 Risultati riferibili al debito complessivo di comuni e province della Regione siciliana Il debito complessivo degli enti locali pari, a fine 2009, a 3.274 milioni di euro, è composto da mutui per un valore pari a 2.948 milioni di euro (quasi l’85% del debito complessivo), da obbligazioni per un valore pari a 324 milioni di euro (quasi il 10 %) e da aperture di credito per un valore pari a 2 milioni di euro (0,06 %), (TAB.1 e GRAF.1).

6


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Valori in unitĂ di euro

TAB. 1

Comuni e Province regionali. Debito complessivo: composizione

Tipologia Indebitamento

2007

%

2008

%

2009

%

Mutui

3.054.735.057,45

86,99%

3.040.591.945,89

88,77%

2.947.922.135,67

90,05%

Obbligazioni

356.379.312,63

10,15%

337.735.144,42

9,86%

323.899.163,72

9,89%

Aperture di credito

100.633.618,90

2,87%

47.010.996,65

1,37%

2.001.910,28

0,06%

Totale

3.511.747.988,97

100,00%

3.425.338.086,96

100,00%

3.273.823.209,67

100,00%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

I sopraesposti dati mostrano nei tre anni una diminuzione dello stock complessivo, specie con riferimento alle aperture di credito, probabilmente in questo caso da mettere in relazione con una consistente flessione nella realizzazione degli investimenti, strettamente correlata all’erogazione del tiraggio sulle aperture di credito. GRAF.1 Comuni e province - classificazione per tipologia debiti medio-lungo termine - Anno 2009 Ape rture di cre dito 0% Obbligazioni 16%

M utui 84%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali T A B . 2 V a r ia z io n e d e b it o V a r 2 0 0 8 2 0 0 7 % A g r ig e n t o

c o m p l e s s iv o

V a r 2 0 0 9 2 0 0 8 %

v a r 2 0 0 9 2 0 0 7 % -1 4 ,4 %

-1 2 ,8 %

- 1 ,9 %

C a lt a n is s e t t a

3 ,1 %

- 2 ,4 %

0 ,6 %

C a t a n ia

-5 ,8 %

- 9 ,5 %

-1 4 ,7 %

E n n a

-4 ,7 %

- 0 ,1 %

- 4 ,8 %

M e s s in a

-7 ,9 %

4 ,7 %

- 3 ,5 %

P a le r m o

8 ,0 %

- 8 ,4 %

- 1 ,1 %

R a g u s a

-1 ,0 %

2 7 ,2 %

2 5 ,9 %

S ir a c u s a

-3 ,3 %

6 ,3 %

2 ,8 %

T T R S

3 ,2 %

- 1 ,5 %

1 ,6 %

-3 ,9 %

- 2 ,1 %

- 5 ,9 %

ra p a n i o ta le e g io n e ic i l i a

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

7


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Con riferimento al dato pro-capite il valore medio, pari a 654 euro nel 2009, registra un livello minimo per gli ee.ll. della provincia di Enna (364 euro p.c.) e un massimo per l’area provinciale di Catania (928 euro p.c.). Particolarmente elevato è anche il debito pro capite nell’area provinciale di Ragusa, 734 euro ( TAB. 3 e GRAF. 2). V a lo ri in u n ità d i e u ro

TAB. 3

C om un i e P r ov i n c e r e g io n a li : d e b ito c om pl e s s iv o p r o c a p it e a l 3 1 . 1 2 .2 0 0 9 C o m u ni+ E n te p ro v in c ia A g r i g e n to C a l ta n is s e t ta C a ta n ia En na M es s in a P a le rm o R a g u sa Sirac us a Tr a p a n i T o t al e r eg i o n e

20 0 7

20 07 p. c .

20 0 8

2 00 8 p .c.

2 0 09

20 09 p. c .

4 54 . 70 8 2 65 . 49 5

21 3 . 29 8. 2 6 2, 7 9 11 0 . 32 3. 2 5 9, 0 5

469 416

17 6 . 67 9. 1 4 0, 1 8 11 2 . 18 3. 3 5 7, 4 9

3 89 4 23

16 6. 5 1 5.6 57 , 51 10 8. 9 1 7.9 48 , 96

3 66 4 10

1. 0 8 7.6 76

1. 1 81 . 07 8 .65 6, 8 3

1 . 08 6

1. 1 12 . 77 7 .61 3, 8 0

1. 0 23

1 . 00 9 . 68 9. 7 94 , 0 1

9 28

1 70 . 08 3

66 . 25 7 .51 8, 7 0

390

63 . 13 4 .79 7, 5 5

3 71

6 1 .9 4 1. 2 29 , 16

3 64

6 39 . 01 4

49 5 . 93 8. 2 7 3, 7 3

776

47 1 . 81 2. 0 6 8, 0 8

7 38

48 9. 7 3 0.9 54 , 58

7 66

1. 2 2 9.9 14

71 7 . 27 8. 4 8 5, 2 0

583

76 3 . 80 7. 6 1 3, 3 3

6 21

69 1. 2 8 7.9 54 , 79

5 62

3 16 . 45 6

19 2 . 27 1. 6 9 5, 2 3

608

19 4 . 11 9. 7 4 2, 7 0

6 13

23 2. 2 6 0.3 63 , 03

7 34

4 04 . 36 9

27 2 . 21 3. 9 7 4, 2 1

673

26 3 . 70 1. 7 8 4, 6 3

6 52

27 0. 3 9 1.0 73 , 19

6 69

4 36 . 09 7

26 3 . 08 7. 8 6 3, 2 4

603

26 7 . 12 1. 9 6 9, 2 0

6 13

24 3. 0 8 8.2 34 , 44

5 57

5. 0 0 3.8 12

3 .5 1 1 .7 4 7 .9 8 8 ,9 7

702

3 .4 2 5 .3 3 8 .0 8 6 ,9 6

6 85

3 .2 7 3 .8 2 3 .2 0 9 ,6 7

6 54

Nr ab.

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

GRAF. 2 Totale com uni e province dis tribuzione de bito m edio-lungo te rm ine pr o-capite - anno 2009

Siracusa 12%

Trapani 10%

Agrigento 7%

Caltanissetta 8% Catania 18%

Ragusa 14% Palermo 10%

Messina 14%

Enna 7%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Per quanto attiene alle due tipologie di tassi d’interesse (fisso o variabile) applicati ai mutui degli enti locali, nettamente prevalente è il tasso fisso che occupa più del 98% del totale. Inoltre, i mutui con tasso variabile, hanno una sorte capitale che si arresta molto al di sotto della soglia dei 500.000 euro (GRAF. 3).

8


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GRAF. 3 Classificazione mutui per tipologia di tasso d'interesse 3.000.000.000,00

AmmontareMutui

2.500.000.000,00

2.000.000.000,00 Tasso Fisso

1.500.000.000,00

Tasso Variabile

1.000.000.000,00

500.000.000,00

0,00 2007

2008

2009

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

4.2 Il debito dei comuni Per quanto riguarda i comuni, lo stock di debito complessivo nel 2009 è pari a 2.856 milioni di euro, composto da mutui per un valore pari a 2.630 milioni di euro (quasi il 92% del debito complessivo), da obbligazioni per un valore pari a 224 milioni di euro (quasi l’8%) e da aperture di credito per un valore pari a 2 milioni di euro (0,1%) (TAB. 4 e 5; GRAF. 4 e 5). Valori in unità di euro

TAB. 4 Comuni. Composizione del debito

Tipologia Indebitamento 2007

%

2008

%

2009

%

Mutui

2.672.625.189,88

88,48%

2.667.642.633,28

90,49%

2.629.835.203,46

92,08%

Obbligazioni

247.233.453,35

8,19%

233.398.744,38

7,92%

224.340.426,19

7,85%

Aperture di credito

100.633.618,90

3,33%

47.010.996,65

1,59%

2.001.910,28

0,07%

Totale

3.020.492.262,12

100,00%

2.948.052.374,31

100,00%

2.856.177.539,93

100,00%

Fonte: elaborazione Sezione di Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

GRAF.4 Comuni - classificazione per tipologia debiti medio-lungo termine Anno 2009 Aperture di credito 0% Obbligazioni 8%

Mutui 92%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

9


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

TAB . 5

V al or i in u n itĂ d i e uro

Com uni aggregati per area provinciale. Co mposizione debito complessivo A rea pro vinc ia le Ag rig ento C a lt anis se tta C ata nia E nna Me s sina P alermo R ag us a S irac u sa T rapa ni T o tal e

2 00 7

2 00 7%

2 00 8

20 08 %

20 09

2 00 9%

5,6 %

14 6 .2 4 3.7 00 ,51

5 ,6%

M u tu i 1 70 .84 2 .7 7 4,7 9

6 ,4%

1 49 .03 3 .5 6 3,1 8

9 1.9 03 .10 6,5 0

3 ,4%

9 4.7 54 .62 4 ,0 6

3,6 %

92 .53 0.3 38 ,47

3 ,5%

9 42 .36 4 .0 6 1,4 6 4 5.4 54 .21 9,3 0

3 5 ,3 % 1 ,7%

9 42 .44 9 .5 7 8,8 8 4 3.3 27 .12 8 ,2 5

3 5,3 % 1,6 %

89 4 .2 0 1.3 77 ,86 43 .27 1.5 45 ,16

3 4 ,0 % 1 ,6%

4 21 .16 5 .8 4 9,5 5

1 5 ,8 %

3 84 .41 8 .7 1 3,7 1

1 4,4 %

40 4 .9 2 1.7 76 ,86

1 5 ,4 %

4 63 .60 6 .4 2 1,4 2

1 7 ,3 %

5 17 .73 9 .5 3 0,9 9

1 9,4 %

46 7 .3 3 2.7 71 ,89

1 7 ,8 %

1 44 .21 5 .7 6 4,2 3

5 ,4%

1 42 .73 6 .6 8 3,7 0

5,4 %

18 1 .5 0 3.6 29 ,03

6 ,9%

1 77 .27 7 .6 9 9,8 1

6 ,6%

1 71 .45 4 .4 3 9,6 4

6,4 %

18 2 .2 3 7.8 84 ,74

6 ,9%

2 15 .79 5 .2 9 2,8 2

8 ,1%

2 21 .72 8 .3 7 0,8 7

8,3 %

21 7 .5 9 2.1 78 ,94

8 ,3%

2.6 29 .83 5 .2 0 3,4 6

10 0,0 %

2.6 72 .62 5 .1 8 9,8 8

10 0,0 %

2.6 67 .64 2 .6 3 3,2 8

10 0,0 %

O b b lig az io n i Ag rig ento C a lt anis se tta C ata nia E nna Me s sina P alermo R ag us a S irac u sa T rapa ni T o tal e

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

5 1.0 66 .90 3,3 2

2 0 ,7 %

4 2.4 80 .32 3 ,0 4

1 8,2 %

38 .90 0.7 54 ,29

1 7 ,3 %

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

4 8.9 97 .56 1,2 5

1 9 ,8 %

4 8.8 62 .67 5 ,0 0

2 0,9 %

48 .72 2.8 85 ,00

2 1 ,7 %

1 47 .16 8 .9 8 8,7 8

59 ,5%

1 42 .05 5 .7 4 6,3 4

6 0,9 %

13 6 .7 1 6.7 86 ,90

60 ,9%

0 ,00 0 ,00

0 ,0% 0 ,0%

0 ,00 0 ,00

0,0 % 0,0 %

0 ,00 0 ,00

0 ,0% 0 ,0%

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

2 47 .23 3 .4 5 3,3 5

100, 0%

2 33 .39 8 .7 4 4,3 8

100, 0%

2 24 .34 0 .4 2 6,1 9

100,0%

A p e rtu re d i cr ed ito Ag rig ento C a lt anis se tta C ata nia E nna Me s sina P alermo R ag us a S irac u sa T rapa ni T o tal e

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

1 97 .92 3,5 5

0 ,2%

1 82 .80 1,9 1

0,4 %

16 6.9 92 ,1 6

8 ,3%

1 00 .21 1 .3 8 2,0 0

99 ,6%

4 5.7 00 .00 0 ,0 0

9 7,2 %

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

1 71 .98 0,2 2

0 ,2%

90 .0 00 ,00

0,2 %

5 5 .0 0 0,0 0

2 ,7%

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0 ,0%

0 ,00

0,0 %

0 ,00

0 ,0%

0 ,00 52 .33 3 ,1 3

0 ,0% 0 ,1%

0 ,00 1.0 38 .19 4 ,74

0,0 % 2,2 %

0 ,00 1 .77 9 .91 8,1 2

0 ,0% 8 8 ,9 %

100, 0%

2 .00 1 .91 0,2 8

1 00 .63 3 .6 1 8,9 0

100, 0%

47 .01 0 .9 9 6,6 5

100,0%

T o tale Ag rig ento C a lt anis se tta C ata nia E nna Me s sina P alermo R ag us a S irac u sa T rapa ni T o tal e

1 70 .84 2 .7 7 4,7 9

5 ,7%

1 49 .03 3 .5 6 3,1 8

5,1 %

14 6 .2 4 3.7 00 ,51

5 ,1%

9 2.1 01 .03 0,0 5

3 ,0%

9 4.9 37 .42 5 ,9 7

3,2 %

92 .69 7.3 30 ,63

3 ,2%

1 .0 9 3.6 42 .34 6,7 8

36 ,2%

1 .0 3 0.6 29 .90 1,9 2

3 5,0 %

93 3 .1 0 2.1 32 ,15

32 ,7%

4 5.4 54 .21 9,3 0

1 ,5%

4 3.3 27 .12 8 ,2 5

1,5 %

43 .27 1.5 45 ,16

1 ,5%

4 70 .33 5 .3 9 1,0 2

1 5 ,6 %

4 33 .37 1 .3 8 8,7 1

1 4,7 %

45 3 .6 9 9.6 61 ,86

1 5 ,9 %

6 10 .77 5 .4 1 0,2 0

20 ,2%

6 59 .79 5 .2 7 7,3 3

2 2,4 %

60 4 .0 4 9.5 58 ,79

21 ,1%

1 44 .21 5 .7 6 4,2 3

4 ,8%

1 42 .73 6 .6 8 3,7 0

4,8 %

18 1 .5 0 3.6 29 ,03

6 ,4%

1 77 .27 7 .6 9 9,8 1

5 ,9%

1 71 .45 4 .4 3 9,6 4

5,8 %

18 2 .2 3 7.8 84 ,74

6 ,4%

2 15 .84 7 .6 2 5,9 5

7 ,1%

2 22 .76 6 .5 6 5,6 1

7,6 %

21 9 .3 7 2.0 97 ,06

7 ,7%

3 .0 2 0.4 92 .26 2,1 2

100, 0%

2 .9 4 8.0 52 .37 4,3 1

100, 0%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

10

2.8 56 .17 7.5 3 9,9 3

100,0%


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

GRAF. 5

Distribuzione debito m edio-lungo term ine com uni aggregati per aree provinciali - 2009

Siracusa Ragusa 6% 6%

Trapani 8%

Agrigento 5%

Caltanissetta 3%

Catania 33% Palermo 21%

Enna 2%

Messina 16%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

La maggioranza dei comuni siciliani mostra nel triennio una flessione dell’andamento del debito. In controtendenza, i comuni dell’area provinciale di Ragusa che presentano nel 2009 un incremento di circa il 26% rispetto al dato del 2007 e di circa il 27% rispetto a quello del 2008, come pure i comuni nell’area provinciale di Siracusa che espongono un, seppure lieve, incremento. L’evidenza qualitativa conferma poi una progressiva riduzione di emissioni obbligazionarie che, a tutto il 2009, ammontano a 224 milioni di euro e assorbono una percentuale del totale pari all’8%, con decremento percentuale rispetto a quanto riscontrato nel biennio precedente (circa il 4% rispetto al 2008 e circa il 10% rispetto al 2007). Il debito medio pro capite riferito solo ai comuni, mostra nel 2009 un valore pari ad euro 571, con oscillazioni tra euro 322 (comuni dell’area provinciale di Agrigento) ed euro 858 (comuni dell’area provinciale di Catania). I comuni dell’area provinciale di Messina registrano il valore più alto in rapporto alla popolazione residente (euro 710) (TAB. 6).

11


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

TAB . 6

Valori in unità di euro C o m u n i. De b ito co m p le ssiv o p ro c ap ite a l 31 .12 .200 7-20 08-20 09

Area P rovinc iale 2 00 7

20 07 p.c.

2 00 8

2 00 8 p .c.

2 00 9

170.842.774,79

376

149.033.563,18

328

146.243. 700,51

322

92.101.030,05

347

94.937.425, 97

358

92.697.330,63

349

1. 093. 642.346,78

1.005

1.030. 629.901,92

948

933.102. 132,15

858

45.454.219,30

267

43.327.128, 25

255

43.271.545,16

254

Me ssin a

470.335.391,02

736

433.371.388,71

678

453.699. 661,86

710

P ale rm o

610.775.410,20

497

659.795.277,33

536

604.049. 558,79

491

Ra gu sa

144.215.764,23

456

142.736.683,70

451

181.503. 629,03

574

S ira cus a

177.277.699,81

438

171.454.439,64

424

182.237. 884,74

451

Tra pa n i Tota le Re gione S ic ilia

215.847.625,95

495

222.766.565,61

511

219.372. 097,06

503

3. 020. 492.262,12

604

2.948. 052.374,31

4.488

2.856.177.539,93

571

A gri ge nto Ca ltan isse tta Ca ta n ia E nn a

2 00 9 p .c.

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

L’analisi dei dati condotta per singole classi di ente, mostra che il debito nel 2009 si attesta nei comuni con popolazione superiore ai 5000 abitanti su un valore medio pari a 2.532 milioni di euro che corrisponde a 554 euro pro capite; nei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti il valore medio di 324 milioni di euro corrisponde ad un pro capite di euro 680 (TAB. 7 e GRAF. 6). TAB. 7

Va lo ri i n u ni tà d i eu ro

C om un i. D eb ito c om ple s siv o a l 3 1 .1 2 .2 00 7 -20 0 8-2 0 09 20 07 C om u n i

20 07 p .c .

2 0 08

200 8 p . c.

20 09

2 0 09 p .c .

Mu tu i I nfe ri or e 5 0 0 0 a b.

-2 .3 2 9 .9 2 8 .7 5 6

50 9

-2. 3 5 6. 9 2 4. 0 2 8

515

-2 . 30 8 . 17 6 . 30 0

5 05

S u pe ri or e 5 0 00 a b.

2 .3 2 9. 9 2 8. 7 5 6

50 9

2 . 35 6 . 92 4 . 02 8

515

2 .3 0 8 .1 7 6 .3 0 0

5 05

O bb lig azion i I nfe ri or e 5 0 0 0 a b.

2 .5 8 4 .4 2 6

5

S u pe ri or e 5 0 00 a b.

2 4 4 .6 4 9 .0 2 7

53

2 .4 7 7 .4 0 5

5

2 . 3 65 . 4 79

5

2 3 0. 9 2 1. 3 3 9

50

22 1 . 97 4 . 94 7

49

A p ertu re d i cred ito I nfe ri or e 5 0 0 0 a b.

0

0,00

9 0 .0 0 0

0 ,1 9

5 5 . 00 0

0, 1 2

S u pe ri or e 5 0 00 a b.

1 0 0 .6 3 3 .6 1 9

22

4 6 .9 2 0 .9 9 7

10

1 . 9 46 . 9 10

0, 4 3

T o tale I nfe ri or e 5 0 0 0 a b.

3 4 5 .2 8 0 .8 6 0

72 5

3 1 3. 2 8 6. 0 1 1

657

32 4 . 07 9 . 38 2

68 0

S u pe ri or e 5 0 00 a b.

2 .6 7 5. 2 1 1. 4 0 2

58 5

2 . 63 4 . 76 6 . 36 4

576

2 .5 3 2 .0 9 8 .1 5 8

55 4

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

12


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

GRAF. 6 Clas s ificazione de bito com ple s s ivo pe r num e ros ità de m ografica

3.000.000.000

2.500.000.000

2.000.000.000

1.500.000.000

Inf er i or e 5000 ab. Super i or e 5000 ab.

1.000.000.000

500.000.000

0 2007 2008 2009

Clas s ificazione de bito com ple s s ivo pro capite s u bas e de m ografica

800

700

600 Inf erior e 5000 ab.

500

Super ior e 5000 ab. 400

300

200

100

0 2007

2008

2009

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

In base ai soggetti finanziatori, il debito residuo dei comuni a fine 2009, mostra una prevalenza di mutui contratti con la Cassa DD.PP. ed istituti equiparati (INPDAP e Credito sportivo) che segna il 92% del totale, mentre i mutui con gli istituti di credito ordinario non superano l’8% , con una lieve diminuzione rispetto al 2007 ed al 2008 (TAB. 8 e GRAF. 7)

13


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

T AB . 8

V a l o r i in m i li o n i d i e u r o

C o m u n i a g g r e g a ti p e r a r e a p r o v i n c i a l e M u t u i a l 3 1 .1 2 .2 0 0 7 - 2 0 0 8 - 2 0 0 9 A re a p r o v in c ia le A g r ig e n t o C a l t a n is s e t t a C a t a n ia En na M e s s in a P a le rm o R ag usa S ira c u s a T ra p a n i T o t a le

2 00 7

2 00 7 %

20 0 8

2 0 08 %

2 0 09

20 09 %

1 5 9, 1 3

6 , 83 %

1 38 , 81

5 ,9 8 %

1 3 7 ,3 9

8 3 ,7 8

3 , 60 %

8 6 ,9 2

3 ,7 4 %

8 5 ,3 2

3 ,6 9 %

7 8 6, 8 4

3 3 ,7 7 %

7 70 , 84

3 3 ,2 1 %

7 4 7 ,0 7

3 2 , 30 %

C a s s a D D .P P 5 ,9 4 %

4 0 ,8 9

1 , 75 %

3 9 ,0 4

1 ,6 8 %

3 9 ,2 8

1 ,7 0 %

3 9 2, 4 6

1 6 ,8 4 %

3 57 , 63

1 5 ,4 1 %

3 8 2 ,1 6

1 6 , 52 %

4 3 2, 7 7

1 8 ,5 7 %

4 91 , 06

2 1 ,1 5 %

4 4 3 ,9 4

1 9 , 19 %

1 3 0, 5 4

5 , 60 %

1 28 , 65

5 ,5 4 %

1 6 8 ,4 4

7 ,2 8 %

1 0 7, 3 8

4 , 61 %

1 05 , 19

4 ,5 3 %

1 1 1 ,5 0

4 ,8 2 %

1 9 6, 5 1

9 1 ,5 7 %

2 03 , 08

8 ,7 5 %

1 9 8 ,0 3

8 ,5 6 %

2 . 33 0 , 30

1 0 0 ,0 0 %

2 .3 2 1 ,2 3

1 0 0, 0 0%

2 .3 1 3 ,1 4

1 0 0 ,0 0 %

3 ,1 0

1 , 39 %

2, 2 4

0 ,0 0

1 , 31

0 ,0 0

0 ,0 0

0 , 00 %

0, 0 0

0 ,0 0

0 , 00

0 ,6 2 %

1 2 1, 7 7

5 4 ,5 5 %

1 39 , 43

0 ,0 0

1 1 7 ,7 1

0 ,0 0 %

0 ,0 1

0 , 01 %

0, 0 1

0 ,0 0

0 , 01

5 5 , 70 %

I s t i t u ti d i C r e d i t o O r d i n a r i o A g r ig e n t o C a l t a n is s e t t a C a t a n ia En na M e s s in a P a le rm o R ag usa S ira c u s a T ra p a n i T o ta le

1 ,4 3

0 , 64 %

1, 1 3

0 ,0 0

0 , 83

0 ,0 1 %

1 9 ,3 4

8 , 66 %

1 6 ,6 5

0 ,0 0

1 3 ,9 5

0 ,3 9 %

9 ,2 2

4 , 13 %

8, 6 9

0 ,0 0

8 , 20

6 ,6 0 %

6 0 ,0 1

2 6 ,8 8 %

5 5 ,6 6

0 ,0 0

6 1 ,8 2

3 ,8 8 %

8 ,3 5

3 , 74 %

7, 8 5

0 ,0 0

7 , 49

2 9 , 25 %

2 2 3, 2 3

1 0 0 ,0 0 %

2 31 , 65

0 ,0 0

2 1 1 ,3 2

3 ,5 4 %

9 ,0 0 %

I s t . C r e d . S p o r ti v o A g r ig e n t o C a l t a n is s e t t a C a t a n ia En na M e s s in a P a le rm o R ag usa S ira c u s a T ra p a n i T o t a le

7 ,9 1

8 , 77 %

7, 4 6

8 ,6 3 %

7 , 11

7 ,6 1

8 , 44 %

7, 3 8

8 ,5 5 %

6 , 83

8 ,6 4 %

2 2 ,0 0

2 4 ,4 0 %

2 1 ,5 6

2 4 ,9 5 %

1 9 ,9 6

2 5 , 26 %

3 ,1 9

3 , 53 %

2, 9 9

3 ,4 6 %

2 , 76

3 ,5 0 %

2 0 ,9 9

2 3 ,2 7 %

1 7 ,8 1

2 0 ,6 2 %

1 4 ,4 8

1 8 , 32 %

1 0 ,4 4

1 1 ,5 7 %

9, 0 3

1 0 ,4 6 %

8 , 51

1 0 , 77 %

4 ,4 5

4 , 94 %

5, 3 9

6 ,2 4 %

4 , 87

6 ,1 6 %

2 ,8 3

3 , 14 %

3, 9 7

4 ,6 0 %

2 , 43

3 ,0 7 %

1 0 ,7 7

1 1 ,9 4 %

1 0 ,8 0

1 2 ,5 0 %

1 2 ,0 7

1 5 , 28 %

9 0 ,1 7

1 0 0 ,0 0 %

8 6 ,3 9

1 0 0, 0 0%

7 9 ,0 2

1 0 0 ,0 0 %

1 ,6 5 %

A lt r i Is t it u t i f in a n z ia ri A g r ig e n t o C a l t a n is s e t t a C a t a n ia En na M e s s in a P a le rm o R ag usa S ira c u s a T ra p a n i

0 ,7 1

2 , 45 %

0, 5 3

1 ,8 6 %

0 , 44

0 ,5 1

1 , 78 %

0, 4 5

1 ,5 8 %

0 , 38

1 ,4 4 %

1 1 ,7 6

4 0 ,6 6 %

1 0 ,6 2

3 7 ,4 5 %

9 , 45

3 5 , 86 %

1 ,3 6

4 , 70 %

1, 2 9

4 ,5 4 %

1 , 22

4 ,6 1 %

6 ,2 9

2 1 ,7 5 %

7, 8 5

2 7 ,6 6 %

7 , 45

2 8 , 28 %

1 ,0 7

3 , 69 %

1, 0 0

3 ,5 3 %

0 , 93

3 ,5 4 %

0 ,0 0

0 , 00 %

0, 0 0

0 ,0 0 %

0 , 00

0 ,0 0 %

7 ,0 6

2 4 ,4 0 %

6, 6 3

2 3 ,3 8 %

6 , 49

2 4 , 62 %

0 ,1 7

0 , 57 %

0, 0 0

0 ,0 0 %

0 , 00

0 ,0 0 %

2 8 ,9 2

1 0 0 ,0 0 %

2 8 ,3 7

1 0 0, 0 0%

2 6 ,3 6

1 0 0 ,0 0 %

5 ,5 6 %

T o ta le

T o t a le m u t u i A g r ig e n t o C a l t a n is s e t t a C a t a n ia En na M e s s in a P a le rm o R ag usa S ira c u s a T ra p a n i T o ta l e

1 7 0, 8 4

6 , 39 %

1 49 , 03

5 ,5 9 %

1 4 6 ,2 4

9 1 ,9 0

3 , 44 %

9 4 ,7 5

3 ,5 5 %

9 2 ,5 3

3 ,5 2 %

9 4 2, 3 6

3 5 ,2 6 %

9 42 , 45

3 5 ,3 3 %

8 9 4 ,2 0

3 4 , 00 %

4 5 ,4 5

1 , 70 %

4 3 ,3 3

1 ,6 2 %

4 3 ,2 7

1 ,6 5 %

4 2 1, 1 7

1 5 ,7 6 %

3 84 , 42

1 4 ,4 1 %

4 0 4 ,9 2

1 5 , 40 %

4 6 3, 6 1

1 7 ,3 5 %

5 17 , 74

1 9 ,4 1 %

4 6 7 ,3 3

1 7 , 77 %

1 4 4, 2 2

5 , 40 %

1 42 , 74

5 ,3 5 %

1 8 1 ,5 0

6 ,9 0 %

1 7 7, 2 8

6 , 63 %

1 71 , 45

6 ,4 3 %

1 8 2 ,2 4

6 ,9 3 %

2 1 5, 8 0

8 , 07 %

2 21 , 73

8 ,3 1 %

2 1 7 ,5 9

8 ,2 7 %

2 . 67 2 , 63

1 0 0 ,0 0 %

2 .6 6 7 ,6 4

1 0 0, 0 0%

2 .6 2 9 ,8 4

1 0 0 ,0 0 %

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

14


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

GRAF. 7 Tota l e comuni - cl a ssi fi ca zi one per ti pol ogi a di ente eroga tore 2009 1% Altri is tituti Is t.Cre d.Sportivo Is t.Cre d.Ordinario

3%

8%

88%

Cas s a DD.PP.

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Quanto alla destinazione dei finanziamenti, a prevalere sono le spese di costruzione, ristrutturazione, eccetera, di opere e impianti che costituiscono il 44% del totale, mentre le spese destinate all’acquisto, costruzione, ristrutturazione, eccetera, di immobili residenziali e non residenziali, non vanno oltre il 25% (TAB. 9 e GRAF. 8) 9. Interessa merita il dato del 10,2% destinato alla copertura di debiti fuori bilancio.

9

Il disallineamento tra il dato relativo al debito complessivo e quello riportato nella tabella per destinazioni (tab. 9), dipende dalla disaggregazione in milioni.

15


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

Valori in milioni di euro

TAB . 9

Comun i aggreg ati p er area provinciale. Destin azione finanziam enti a med io-lu ngo termin e - An no 2009

Area pr ovinciale

Agrigento % Agrigento Caltanissetta %Caltanissetta Catania % Catania Enna %Enna Messina %Messina Palermo % Palermo Ragusa % Ragusa Siracusa %Siracusa Trapani % Trapani Totale Regione S ici lia %To tale Reg ione Sicilia

(1) acquisto, costruzione, ristrutturazion ee manutenzione stra ordi naria di immobili residenzial i e non resid enzia li

(3) acq uisto di (2) im pia nti, costruzione , ma cchi nari, dem olizione , attrezzature, ristrutturazion mezzi d i e, recupero e traspo rto e manute nzione altri be ni straordina ria di mobili a d ope re e uso impianti plurie nnale

(4) oneri pe r beni im ma teria li ad uso pluriennale

(5) a cq uisizione a re e, espropri e se rv itĂš onerose

(6) partec. a zio na rie e co nfe ri menti di cap itale

42 ,98

62,1 3

2,84

0 ,26

1 ,72

-

29, 80%

4 3,08%

1,97%

0,1 8%

1,1 9%

0,00%

12 ,78

60,1 7

0,76

0 ,25

0 ,43

-

15, 16%

7 1,41%

0,90%

0,2 9%

0,5 2%

0,00%

(7) trasferime nti in c/cap itale d estinati ad i nve stime n ti a cura di altro ente app arte ne nte a lla P A 0,00%

25 8,24

317,0 3

59,5 8

1 ,32

42 ,63

69,7 9

0,12

3 5,05%

6,59%

0,1 5%

4,7 1%

7,72%

0,01%

17 ,70

18,6 9

0,28

-

2 ,38

-

4 0,43%

0,61%

0,0 0%

5,1 5%

0,00%

10 6,21

216,5 3

23,7 0

1 ,29

5 ,44

-

23, 46%

4 7,83%

5,23%

0,2 9%

1,2 0%

0,00%

0,00%

0,00%

28, 55%

38, 30%

(8 ) trasfer ime nti in c/capitale i n favor e di (9) soggetti concessionari di lavori pubbli ci , inte rv enti propr ietari e/o gest ori di a venti fina litĂ reti e impianti o di pub blica v olti sogget ti che erogano a l recupe ro e servizi pubbli ci , le cui alla concessioni o contratti di v alorizza zione servizio prevedono la retrocessione degli del te rritorio investimenti agli enti comm ittenti alla data di scadenza 3,02

0,00%

0,00%

0 ,00%

0,00%

(11) altro (specificare)

Totale

30 ,58

0,68

144,2 3

21,2 1%

0,47%

10 0,00%

6 ,91

2,98

84,27

8,2 0%

3,53%

10 0,00%

19,8 6

11 2,30

23,5 4

904,4 0

2 ,20%

12,4 2%

2,60%

10 0,00%

1,87

2,52

1 ,65

1,13

46,23

4,04%

5 ,45%

3,5 7%

2,45%

10 0,00%

0,00%

2 ,10%

(10) De biti fuori b ila ncio

0,00%

15,4 7

80 ,92

3,13

452,6 9

3 ,42%

17,8 8%

0,69%

10 0,00%

12 9,88

237,1 2

16,9 8

1 ,03

5 ,23

25,4 2

0,00

3,16

19,3 7

20 ,64

144,1 8

603,0 2

21, 54%

3 9,32%

2,82%

0,1 7%

0,8 7%

4,22%

0,00%

0,52%

3 ,21%

3,4 2%

2 3,91%

10 0,00%

54 ,62

64,3 8

18,1 6

2 ,29

1 ,19

-

30, 96%

3 6,49%

1 0,29%

1,3 0%

0,6 7%

0,00%

49 ,81

100,8 0

2,27

-

1 ,60

0,22

27, 33%

5 5,31%

1,25%

0,0 0%

0,8 8%

0,12%

0,00%

0,00%

0,00%

0,00%

1,98

176,4 4

1,12%

10 0,00%

3,66

21 ,71

2,16

182,2 4

2 ,01%

11,9 1%

1,18%

10 0,00%

29 ,56

158,2 9

3,60

0 ,22

0 ,99

-

15,1 6

2 ,17

8,18

218,1 7

7 2,55%

1,65%

0,1 0%

0,4 5%

0,00%

0,00%

0,00%

6 ,95%

1,0 0%

3,75%

10 0,00%

70 1,78

1 .235, 13

128,1 7

6 ,66

61 ,62

95,4 3

0,12

5,03

103,0 7

28 6,71

187,9 7

2 .811, 68

24,96%

43,93%

4,56%

0,24%

2,19%

3,39%

0,00%

0,18%

3,67%

10,20%

6,69%

100,00%

16

-

9 ,82 5,5 6%

13, 55%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

-

24,0 0 1 3,60%


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

GRAF. 8 Destinazione indebitamento complessivo fine 2009 43,9%

45%

indebitamento complessivo

40% 35% 30%

25,0%

25% 20% 15% 10,2% 10%

6,7% 4,6% 3,4%

2,2%

5%

3,7% 0,0%

0,2%

0,2%

0% (1)

(2)

(3)

(4)

(5)

(6)

(7)

(8)

(9)

(10)

(11)

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

4.3 Il debito delle province regionali Per quanto riguarda le province regionali, lo stock di debito complessivo nel 2009 è pari a 418 milioni di euro, composto da mutui per un valore pari a 318 milioni di euro (quasi il 76% del debito complessivo), da obbligazioni per un valore pari a 99 milioni di euro (quasi il 24%) (TAB. 10). Valori in unità di euro

TAB. 10 Tipologia Indebitamento

Province regionali. Debito complessivo: composizione 2007

%

2008

%

2009

%

Mutui

382.109.867,29

77,78%

372.949.312,61

78,14%

318.086.932,21

76,16%

Obbligazioni Aperture di credito

109.145.859,28

22,22%

104.336.400,04

21,86%

99.558.737,53

23,84%

0,00

0,00%

0,00

0,00%

0,00

0,00%

Totale

491.255.726,57

100,00%

477.285.712,65

100,00%

417.645.669,74

100,00%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Quasi il totale dei mutui risulta costituito con la Cassa DD.PP. (94%). Modesto il ricorso a istituti di credito sportivo (4%), mentre solo al 2% ascende la quantità di mutui con istituti di credito ordinario, cui del resto ha fatto ricorso solo la provincia regionale di Siracusa (TAB. 11 e GRAF. 9). 17


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

Valori in unitĂ di euro

TAB. 11

Province regionali - Mutui al 31.12.2007-2008-2009 Province regionali Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani TOTALE

Cassa DD.PP

Ist. Cred. Ordinario

Ist. Cred. Sportivo

Totale mutui

Altri Istituti finanziari

2007

2008

2009

2007

2008

2009

2007

2008

2009

2007

2008

2009

2007

2008

2009

42.455.488,00

27.645.577,00

20.271.957,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

42.455.488,00

27.645.577,00

20.271.957,00

15.200.317,00

14.402.417,96

13.563.165,42

0,00

0,00

0,00

3.021.912,00

2.843.513,56

2.657.452,91

0,00

0,00

0,00

18.222.229,00

17.245.931,52

16.220.618,33

87.436.310,05

82.147.711,88

76.587.661,86

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

87.436.310,05

82.147.711,88

76.587.661,86

18.311.742,00

17.518.339,00

16.591.944,00

0,00

0,00

0,00

2.491.557,40

2.289.330,30

2.077.740,00

0,00

0,00

0,00

20.803.299,40

19.807.669,30

18.669.684,00

25.602.882,71

38.440.679,37

36.031.292,72

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

25.602.882,71

38.440.679,37

36.031.292,72

28.035.289,00

28.290.933,00

14.264.693,00

0,00

0,00

0,00

807.936,00

777.276,00

745.299,00

0,00

0,00

0,00

28.843.225,00

29.068.209,00

15.009.992,00

42.242.819,00

45.126.813,00

45.014.067,00

0,00

0,00

0,00

5.370.443,00

5.907.274,00

5.499.498,00

442.669,00

348.972,00

243.169,00

48.055.931,00

51.383.059,00

50.756.734,00

70.583.536,66

69.616.553,93

67.222.526,42

6.105.726,46

5.874.438,02

5.633.170,50

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

76.689.263,12

75.490.991,95

72.855.696,92

2.807.642,11

2.470.304,93

2.117.974,11

31.193.597,18

29.249.178,66

9.565.321,27

0,00

0,00

0,00

361.061.981,60

352.438.203,80

299.112.628,69

6.105.726,46

5.874.438,02

5.633.170,50

14.499.490,51 14.287.698,79 13.097.964,02

0,00

0,00

0,00

34.001.239,29

31.719.483,59

11.683.295,38

442.669,00

348.972,00

243.169,00

382.109.867,57

372.949.312,61

318.086.932,21

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali GRAF. 9 Province regionali -classificazione per tipologia di ente erogatore - 2009

Ist.Cre d.Sportivo Ist.Cred.Ordinario

4% 0%

2%

Altri istituti

94% Cass a DD.PP.

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

18


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

La destinazione per settori dei finanziamenti, tramite indebitamento a mediolungo termine, registrata a fine 2009, è diversa nelle amministrazioni provinciali rispetto ai comuni, che presentano uno stock di debito destinato quasi esclusivamente (96%) alle spese di acquisto, costruzione, ristrutturazione, eccetera di immobili residenziali e non residenziali e di costruzione, ristrutturazione, di opere e impianti eccetera (TAB. 12). TAB. 12

Valori in migliaia di euro

Province regionali. Destinazione finanziamenti medio-lungo termine - Anno 2009

Provincia

Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani TOTALE

acquisto, costruzione, ristrutturazione e manutenzione straordinaria di immobili residenziali e non residenziali

acquisto di costruzione, i mpianti, demol izione, macchinari, partec.azionari e ristrutturazione, attrezzature, conferimenti di recupero e mezzi di capitale manutenzione trasporto e altri straordinari a di beni mobili ad opere e impianti uso pluriennale

interventi aventi final ità pubbl ica vol ti al recupero e alla valorizzazione del territorio

Debiti fuori bilancio

al tro (specificare)

Totale

8.375,78 0,00

11.896,18 15.901,67

0,00 318,94

0,00 0,00

0,00 0,00

0,00 0,00

0,00 0,00

20.271,96 16.220,62

42.813,96 6.464,87 29.077,64 85.733,18 26.867,34 5.633,17 23.716,14 228.682,07

33.773,70 9.476,22 0,00 1.505,22 22.482,34 76.577,17 0,00 171.612,50

0,00 2.728,59 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 3.047,54

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 5,45 0,00 545,28

0,00 0,00 0,00 0,00 1.319,55 5,40 0,00 6.717,12

0,00 0,00 6.953,66 0,00 0,00 0,00 0,00 6.953,66

0,00 0,00 0,00 0,00 87,51 87,50 0,00 87,51

76.587,66 18.669,68 36.031,29 87.238,40 50.756,73 88.153,19 23.716,14 417.645,67

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

4.4 L’indebitamento a breve termine di comuni e province Per quanto riguarda l’indebitamento a breve termine, vengono in considerazione sia le anticipazioni di tesoreria 10 inestinte a fine anno, sia i finanziamenti a breve termine. A fine 2009, lo stock di debito a breve termine dei comuni, ammonta a 226 milioni di euro con un decremento, tuttavia, rispetto al biennio precedente. Le due componenti su indicate registrano nel triennio un andamento opposto. Le anticipazioni di cassa aumentano da 143 milioni di euro del 2007 a 215

10

Le anticipazioni di tesoreria (dette anche di cassa) ex art. 222 d.lvo n. 267 del 2000, pur imputate al titolo V delle entrate, se restituite entra l’esercizio considerato, non costituiscono indebitamento in senso tecnico, in quanto non rientrano tra le fonti tipiche di finanziamento degli investimenti ma costituiscono sostanzialmente uno strumento per fronteggiare momentanee carenze di liquidità dell’ente. Diverso il caso di quote inestinte a fine anno che gravano perciò sull’ente con carico di restituzione, insieme all’indebitamento stricto sensu

19


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

milioni di euro del 2009; i finanziamenti a breve, invece registrano un decremento passando da 109 milioni di euro del 2007 a 10 milioni di euro del 2009 (TAB. 13 e GRAF.10). Tali dati confermano la crisi di liquidità conseguita ai recenti tagli di finanziamenti agli enti locali, ivi compresi quelli siciliani. Valori inunitàdi euro

TAB. 13

Comuni.Debitoabrevetermineal 31.12.2007-2008-2009 Anticipazioni di Cassa

AreaProvinciale

2007

2008

Finanziamenti abrevetermine 2009

2007

2008

895.694,62 1.123.694,62

Agrigento

15.984.337,13

10.307.528,82

18.787.299,20

895.694,62

Caltanissetta

3.330.337,35

4.345.273,61

3.492.814,00

52.000,00

Catania

54.375.038,91

63.773.074,28

99.089.705,18

52.000,00

2009 143.888,28

Totale 2007

2009

16.880.031,75

11.203.223,44

19.910.993,82

3.382.337,35

4.397.273,61

3.636.702,28

100.566.444,85 46.004.129,68 2.674.190,58 154.941.483,76

109.777.203,96 101.763.895,76

Enna

2.215.439,01

2.679.168,97

3.162.474,93

87.638,62

Messina Palermo

12.972.441,08

35.292.572,43

18.608.161,51

259.241,87

56.947,53

506.947,53

7.665.879,78

9.103.167,91

25.110.618,19

145.985,81

299.006,88

291.613,29

7.811.865,59

9.402.174,79

25.402.231,48

Ragusa

24.959.374,82

60.308.433,41

20.613.787,39

0,00

0,00 1.500.000,00

24.959.374,82

60.308.433,41

22.113.787,39

Siracusa

21.200.212,58

20.203.474,13

24.761.113,67

2.815.442,40

84.763,46

24.015.654,98

20.242.788,05

24.845.877,13

52.333,13

1.038.194,74

1.779.918,12

3.821.769,06

3.003.463,60 2.447.322,79

3.874.102,19

4.041.658,34

4.227.240,91

142.755.393,79 207.050.888,30

215.405.892,19

Trapani TotaleRegione Sicilia

0,00 1.500.000,00

2008

39.313,92

2.303.077,63

2.679.168,97

4.662.474,93

13.231.682,95

35.349.519,96

19.115.109,04

108.644.217,23 50.350.556,23 10.272.420,55 251.399.611,02

257.401.444,53 225.678.312,74

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali GRAF. 10 Indebitamento a breve termine - composizione triennio 2007-2009 250.000.000,00

200.000.000,00

150.000.000,00 Anticipazioni di Cassa Finanziamenti a breve 100.000.000,00

50.000.000,00

0,00 2007

2008

2009

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

L’area provinciale che assorbe, sia in termini assoluti sia in termini pro-capite, la quota maggiore dei debiti a breve termine durante il triennio è quella di Catania che, in particolare per il pro-capite, registra il valore più elevato, sia nel 2008 che nel 2009 (TAB. 14).

20


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana Valori in unità di euro

T A B . 14

D eb ito a br ev e te r m ine p ro -c a pit e al 3 1 .12 .2 0 07 -20 0 8 -2 0 0 9 A nt ic ipa z ion i di C a ss a Area Pr ov in ciale

Fin an z ia m e nti a bre v e t e rm ine

Tota le

2007

2008

2009

2007

2008

2009

2007

2008

2009

A gr ig e nto

35 ,15

2 2,6 7

4 1,3 2

1 ,97

1,9 7

2,4 7

3 7,1 2

2 4,6 4

4 3,7 9

C a lta nis se tta C at an ia

12 ,54 49 ,99

1 6,3 7 5 8,6 3

1 3,1 6 9 1,1 0

0 ,20 9 2,4 6

0,2 0 4 2,3 0

0,5 4 2,4 6

1 2,7 4

1 6,5 6

1 3,7 0

1 4 2,4 5

1 00 ,9 3

9 3,5 6

E nn a M e ss ina

13 ,03

1 5,7 5

1 8,5 9

0 ,52

0,0 0

8,8 2

1 3,5 4

1 5,7 5

2 7,4 1

P a ler m o

20 ,30 6 ,2 3

5 5,2 3 7,4 0

2 9,1 2 2 0,4 2

0 ,41 0 ,12

0,0 9 0,2 4

0,7 9 0,2 4

2 0,7 1 6 ,3 5

5 5,3 2 7,6 4

2 9,9 1 2 0,6 5

R agu sa S ira cu s a

78 ,87 52 ,43

1 90 ,5 7 4 9,9 6

6 5,1 4 6 1,2 3

0 ,00 6 ,96

0,0 0 0,1 0

4,7 4 0,2 1

7 8,8 7 5 9,3 9

1 90 ,5 7 5 0,0 6

6 9,8 8 6 1,4 4

T ra pa n i T o ta le R e gio n e S icilia

0 ,1 2

2,3 8

4,0 8

8 ,76

6,8 9

5,6 1

8 ,8 8

9,2 7

9 ,69

28 ,53

4 1,3 8

4 3,0 5

2 1,7 1

1 0,0 6

2,0 5

5 0,2 4

5 1,4 4

4 5,1 0

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Sempre nel triennio considerato, il debito a medio-lungo termine dei comuni registra una variazione costante in discesa, mentre quello a breve termine subisce un incremento nel 2008, per poi calare di nuovo nel 2009 al di sotto dello stock registrato nel 2007 (TAB. 15 e GRAF. 11). Valori in unità di euro

TAB. 15 - GRAF. 11

Comuni. Debito a breve e medio-lungo termine al 31.12.2007-2008-2009 Indebitamento

2007

2008

2009

Debito a breve termine

251.399.611,02

257.401.444,53

225.678.312,74

Debito medio/lungo termine

3.020.492.262,12

2.948.052.374,31

2.856.177.539,93

Var iazio ne debito to tale co mun i

Amm ontare debito totale

3.500.000.000 3.000.000.000 3.020.492.262 2.500.000.000

2.948.052.374

2.856.177.540 Debito a breve termine

2.000.000.000

Debito m edio/lungo termine

1.500.000.000 1.000.000.000 500.000.000

251.399.611

257.401.445

225.678.313

0 2007

2008

2009

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Lo stock di debito a breve termine delle amministrazioni provinciali a fine 2009 ammonta a 4 milioni di euro. La Provincia di Palermo registra il valore nettamente più elevato, pari a 3 milioni di euro (TAB. 16). 21


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana TAB. 16

Valori in unità di euro

Province regionali. Debito a breve termine al 31.12.2007-2008-2009 Anticipazioni di Cassa

Area Provinciale

Agrigento Calanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale

Finanziamenti a breve termine

Totale

2007

2008

2009

2007

2008

2009

2007

2008

2009

1.893.779,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

1.893.779,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00 0,00

0,00 0,00

0,00 0,00

0,00 660.423,65

0,00 772.657,89

0,00 669.853,51

0,00 660.423,65

0,00 772.657,89

0,00 669.853,51

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

3.491.343,54

3.484.516,42

3.481.095,42

3.491.343,54

3.484.516,42

3.481.095,42

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00 0,00

0,00 0,00

0,00 0,00

329.265,19 0,00

329.265,19 0,00

63.346,49 0,00

329.265,19 0,00

329.265,19 0,00

63.346,49 0,00

1.893.779,00

0,00

0,00

4.481.032,38

4.586.439,50

4.214.295,42

6.374.811,38

4.586.439,50

4.214.295,42

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Operando un raffronto con l’indebitamento a medio-lungo termine, va osservato che, nel triennio considerato sia il debito a medio-lungo termine che quello a breve termine registrano una variazione costante in discesa (TAB. 17 e GRAF.12). Valori in unità di euro

TAB. 17 - GRAF. 12

Province regionali. Debito a breve e medio-lungo termine al 31.12.2007-2008-2009 Indebitamento Debito a breve termine Debito medio/lungo termine

2007

2008

2009

6.374.811,38

4.586.439,50

4.214.295,42

491.255.726,57

477.285.712,65

417.645.669,74

Variazion e debito totale ente provincia

Amm ontare debito totale

500.000.000 491.255.727

477.285.713

400.000.000

417.645.670 Debito a breve term ine

300.000.000

Debito medio/lungo term ine

200.000.000 100.000.000 6.374.811

4.586.440

4.214.295

2008

2009

0 2007

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

4.5. L’Indebitamento destinato al finanziamento dei debiti fuori bilancio Discorso particolare merita l’indebitamento destinato a finanziare i debiti fuori bilancio, a copertura di obbligazioni, soggette a riconoscimento da parte dell’organo consiliare affinchè possano intestarsi all’ente. A riguardo, occorre brevemente ricordare che l’art.194 comma 3 del TUEL, che 22


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

consentiva di finanziare i debiti fuori bilancio mediante il ricorso a mutui, ha subito una limitazione in seguito alla modifica dell’art.119 Cost. tant’è che l’art.41 comma 4 della legge n.448 del 2001 ha attuato il precetto costituzionale limitando espressamente l’applicazione dell’art.194 comma 3 del TUEL ai debiti fuori bilancio maturati prima dell’8 novembre 2001. Allo stato, pertanto, risultano finanziabili con l’indebitamento solo i debiti fuori bilancio destinati ai procedimenti espropriativi o d’occupazione d’urgenza ex art.194 comma 1, lett. d del TUEL, inquadrabili nel titolo II della spesa e quelli contratti per finanziare spese di parte corrente entro il 7 novembre 2001. Per i debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive (alle quali sono equiparati i decreti ingiuntivi non opposti) è necessario distinguere. Sono infatti finanziabili mediante mutui le sentenze concernenti contenziosi legati a procedimenti d’esproprio ed equiparati o che traggono origine da contenziosi scaturenti da obbligazioni di parte corrente perfezionatesi entro il 7 novembre 2001. Ciò premesso, si rileva che nel 2009 l’indebitamento dei comuni siciliani diretto a finanziare debiti fuori bilancio è pari a 286 milioni di euro, corrispondente ad una percentuale equivalente al 10,20% del totale delle destinazioni dei finanziamenti a medio - lungo termine. In tale ambito si distingue un 72 % concernente debiti fuori bilancio finalizzati a spese d’investimento, un 18% per spese discendenti da sentenze esecutive ed infine, un 10 % per spese di parte corrente maturate entro il 7 novembre 2001 (GRAF. 13).

23


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana GRAF. 13 Destinazione debiti fuori bilancio

10%

Debiti fuori bilancio di parte corrente maturati entro il 7/11/2001 18%

Sentenze esecutive (art. 194 lett.a) Debiti fuori bilancio in conto capitale (Titolo II)

72%

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

5.Sostenibilità del debito nel breve, medio e lungo periodo La politica di finanziamento della spesa pubblica mediante ricorso al debito, ancorché indirizzata a finalità di sviluppo, sconta l’esigenza di assicurare la sostenibilità del relativo costo sia nel breve periodo, sia nella coerenza di una stima prospettica riferita alla evoluzione dei bilanci futuri. A tale riguardo, vengono in considerazione una pluralità di fattori fra i quali, in primo luogo, il costo del debito e la sua corretta copertura, mentre non minore rilievo rivestono i determinanti dell’entrata e della spesa che, nel loro interagire, influenzano la stabilità e la solida tenuta degli equilibri di bilancio. Si tratta di fattori che si iscrivono in uno scenario ove è forte l’incidenza dei problemi di finanza pubblica, i quali finiscono per far premio sulle scelte di politica economica degli enti, per gran parte rimesse alla capacità di gestione delle risorse. Una linea di azione seguita dagli enti locali è stata non già è stata quella di gestire al meglio le proprie passività per alleggerirne il costo, con finalità peraltro diverse da ente a ente. A volte lo scopo è stato di realizzare risparmi di spesa, in linea con i maggiori vincoli del patto di stabilità, ma frequente, nella ristrutturazione del debito, è stato anche l’obiettivo di ampliare la propria capacità di finanziamento tramite il ricorso a operazioni di finanza innovativa, utilizzate esclusivamente per 24


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

finalità di cassa.

5.1 Vincoli di bilancio e costo del debito. Il limite in percentuale delle entrate correnti Un vincolo intertemporale di bilancio con riguardo a previsioni di entrata e spesa sconta, per gli enti locali, la contingenza dell’attuale ciclo economico, stretto fra obiettivi europei ed esigenze di rilancio. Il necessario contenimento della spesa corrente incide fortemente sulla finanza locale ove la prestazione dei servizi riveste una centralità che è specialmente funzionale al ruolo assegnato a comuni e province. Una prima ipotesi di ricostruzione dell’effettiva sostenibilità dello stock di debito da parte dei bilanci locali, mette a confronto il costo annuale del debito con le entrate correnti (primi tre titoli del bilancio), il cui limite già fissato al 25% (art. 204 del TUEL) è stato ridefinito con la finanziaria 2005 (art. 1, comma 44) nella nuova percentuale del 12%, con un lungo percorso di rientro per gli enti con valori superiori. Tale limite, è stato successivamente modificato, prima dall’art.1, comma 698 della legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007) che lo aveva innalzato al 15%, poi dal decreto legge n. 225 del 2010 (convertito con modifiche nella legge n.10 del 2011) che ha precisato quanto previsto dalla legge n. 220 del 2010 (di stabilità 2011) ed infine, dall’art. 8 della legge n. 183 del 2011 (legge di stabilità 2012) che, a decorrere dal 1 gennaio 2012, ha determinato il limite di indebitamento di cui al comma 1 dell’art. 204 del TUEL nel 12% per l’anno 2011, nell’8 % per l’anno 2012, nel 6 % per il 2013 e nel 4 % a decorrere dal 2014. Alle predette misure volte a limitare il ricorso al nuovo indebitamento, si aggiunge (art. 8 comma 3 legge di stabilità 2012) l’obbligo per gli enti locali, a decorrere dal 2013, di ridurre progressivamente il proprio stock di debito secondo modalità attuative che saranno definite con apposito decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata. Anche tale obbligo costituisce principio fondamentale di coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117 terzo comma e 119 secondo comma della 25


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

Costituzione e in caso di inottemperanza, si applicano le sanzioni contenute nell’articolo 7, comma 1, lettere b) e d), e comma 2, lettere b) e d), del decreto legislativo n. 149/2011; perciò, oltre all’impossibilità di contrarre nuovi mutui, vi è il divieto di impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio e di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. Tale divieto, com’è noto, si estende anche alla stipula di contratti di servizio che si configurino come elusivi del blocco delle assunzioni. In sostanza, si riduce progressivamente la possibilità di indebitamento degli enti locali, rispetto alla normativa previgente. Va osservato che l’originario limite percentuale del 25% ha mostrato del resto nel tempo una sostanziale inefficacia, quale parametro di sostenibilità. La causa principale è dipesa da un’interpretazione della disciplina del servizio del debito che, nel riferirsi alle entrate correnti, omette di depurarle – a differenza di quanto avviene per le Regioni – da quelle che, soggette a vincoli di destinazione, mancano di sostanziale idoneità per fungere da mezzo di copertura degli oneri finanziari. Alla luce di una elaborazione in linea anche con il dettato costituzionale, l’esigenza cui hanno inteso dare risposta le finanziarie 2005 e 2007 e le altre normative sopravvenute, è stata la rivisitazione delle regole poste a presidio di una effettiva capacità di indebitamento degli enti locali; obiettivo, questo, che si è inteso realizzare tramite la riduzione della percentuale di entrate correnti consentita a copertura. Le analisi della Corte hanno, del resto, consentito di riscontrare come gran parte delle risorse degli enti locali siano in realtà vincolate nella destinazione e perciò non idonee alla copertura del costo del debito. A venire in considerazione, a parte quelle dichiarate vincolate per legge o quelle collegate a spese delegate dalla Regione, sono, altresì, le risorse destinate specificamente a copertura di quei servizi che 26


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rappresentano le “condizioni minime di organizzazione dei servizi pubblici locali”, la cui diffusione postula carattere di “uniformità” (art. 37, d.lgs. 30.12.1992, n. 504). Si tratta di prestazioni concernenti diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, la cui individuazione è avvenuta sin dal 1993 (D.M. Interno 28.5.1993) mentre, in relazione alla specifica essenziale funzione, le corrispondenti entrate, una volta definite con deliberazione semestrale di Giunta da trasmettere al tesoriere, restano vincolate per destinazione e perciò sottratte a procedure di esecuzione forzata, mentre poi la spesa è stata esclusa dalla riduzione di cui al d. l. n. 168 del 2004. Le entrate di parte corrente, se depurate dai vincoli di sostanziale destinazione e dalle altre quote vincolate per legge, soggiacciono ad una corrispondente riduzione dell’ammontare disponibile per far fronte al costo del debito. Inoltre, l’esigenza di offrire copertura, non solo agli interessi, ma all’intera quota di ammortamento offre un quadro di risorse spesso insufficiente a garantire la tenuta degli equilibri. In questo quadro logico si pongono le modifiche normative menzionate che hanno ristretto il limite percentuale del parametro di riferimento per il ricorso al debito11.

5.2 Indicatori di solidità finanziaria ed evoluzione della spesa per investimenti Una valutazione di prima approssimazione sulla sostenibilità del debito degli enti locali siciliani, può avvalersi di alcuni indicatori specialmente riferiti agli aspetti finanziari e agli equilibri di bilancio. I dati elaborati sono estratti dal sistema informativo della Corte dei conti 12 e la base di riferimento per la Sicilia è composta da 322 enti locali (313 comuni e 9 province) su 399 esistenti in Sicilia. La spesa per il personale, unitamente agli oneri per l’ammortamento del debito,

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Corte dei conti - Relazione sulla parificazione del rendiconto della Regione Siciliana 2010. Sistema informativo gestionale Conosco (Conoscitivo della Corte dei conti). Le aree tematiche alle quali è possibile accedere sono finanza locale, finanza statale, Procure e Sezioni giurisdizionali e risorse umane. 12

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al netto delle condizioni di uniformità nella diffusione dei servizi locali, viene in considerazione per gli effetti di rigidità che ne conseguono. I dati considerati si riferiscono all’anno 2009. Il calcolo del grado di rigidità strutturale della spesa degli enti locali, siciliani, al netto dei servizi essenziali e composta solo da quella per il personale, dagli oneri finanziari e dalla quota di capitale per il rimborso prestiti, è nel 2009 pari al 49,1% rispetto alle entrate correnti. Il peso percentuale della spesa per il personale assorbe in media il 40,0% delle entrate correnti. L’incidenza della spesa rigida, sulle entrate correnti passa dal 56,2% del 2008 al 49,0 % del 2009 ma è pur sempre in aumento rispetto al 48,9 % registrato nel 2007. Diversamente, il costo del personale passa dal 40,8% del 2007 e dal 47,4 % del 2008, al 39,7 % del 2009 . Preoccupante, a tale riguardo, è tuttavia la rigidità strutturale riscontrata nei confronti di molti comuni, né migliore è l’esito dello scrutinio condotto sulla situazione economica la quale, del resto, è direttamente influenzata dalla riscontrata rigidità strutturale; tant’è che oltre la metà degli enti esaminati espone un differenziale negativo in termini di equilibrio di parte corrente. Non a caso, nel travalicamento dell’equilibrio economico, i risultati peggiori appartengono a quegli stessi enti che sono in cima alla graduatoria per la rigidità di bilancio. Tali enti sono poi quelli che, nel recente periodo, hanno fatto ricorso a operazioni finanziarie innovative nella ricerca di un sostegno alternativo nella difficile ricomposizione degli equilibri di parte corrente. I contratti di swap, con contestuale previsione di up-front, hanno rappresentato spesso l’unica soluzione per evitare il taglio di servizi indispensabili alla collettività (vedi paragrafo 6).

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6. La gestione attiva del debito e il ricorso a strumenti derivati 6.1 Il quadro normativo L’art. 41 della finanziaria 2002 (l. n.448 del 2001) e il regolamento attuativo del dicembre 2003, modificando le disposizioni più restrittive recate dalla legge n. 724 del 1994, hanno inteso consentire agli enti territoriali più facile accesso al mercato dei capitali, allo scopo di ridurre il costo del debito o di assicurarsi adeguate garanzie alla sua evoluzione. E’ stata prevista espressamente la possibilità per gli enti territoriali di procedere ad estinzione anticipata di passività contratte dopo il 31 dicembre 1996, finanziata con collocamento di titoli obbligazionari o con rinegoziazione dei mutui, a condizione di ottenere una riduzione del valore finanziario delle passività totali. 13

Altra novità è stata la rimozione di alcuni vincoli che avevano condizionato la

gestione delle passività da parte degli enti territoriali. 14 All’attuazione di quanto disposto dall’art. 41 della finanziaria 2002 ha provveduto il Ministero dell’Economia e delle Finanze con regolamento approvato a fine anno 2003 (decreto 389/2003) che, oltre a regolare le procedure di coordinamento per l’accesso ai mercati dei capitali da parte degli enti territoriali, ha definito le operazioni in strumenti derivati consentite. In particolare, sono state individuate le seguenti operazioni: swap di tasso di interesse (IRS), acquisto di forward rate agreement, acquisto di cap o collar, currency swap 15. Sono state previste anche “altre” operazioni derivate, risultanti dalla combinazione delle precedenti o comunque finalizzate alla ristrutturazione del debito purché, in questo caso, non implichino una scadenza posticipata a quella del contratto 13 La circolare Cassa DD.PP. del 21 settembre 2010 disciplina la rinegoziazione dei mutui contratti dagli ee.ll., non convertiti o rinegoziati a partire dal 2003 e che non abbiano scadenza antecedente il 2013. 14 In particolare ha previsto la possibilità di emettere titoli obbligazionari con rimborso in unica soluzione alla scadenza (struttura bullet) e correlata costituzione di un fondo di ammortamento reinvestibile, oppure consentiva di concludere operazioni di swap per l’ammortamento (amortizing swap). Infine, l’art.41 ha eliminato l’obbligo di emissione alla pari, sin qui previsto, per i titoli obbligazionari degli enti territoriali, non più in linea con le esigenze di maggiore flessibilità richieste dai mercati finanziari. 15 Tali operazioni vanno effettuate nella forma c.d. “plain vanilla”, prive di quelle opzioni che esporrebbero l’ente a ulteriori rischi conseguenti al movimento avverso dei tassi, né sono ammissibili leve o moltiplicatori di parametri finanziari.

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originario e un profilo crescente nei valori attuali dei flussi di pagamento, ad eccezione di un eventuale premio non superiore all’1% del nozionale della sottostante passività. Le controparti, nelle operazioni derivate, postulano intermediari contraddistinti da adeguato merito di credito. Viene altresì definita la modalità di costituzione e gestione dello speciale fondo di ammortamento, nelle obbligazioni con rimborso del capitale alla scadenza, laddove le somme accantonate potranno essere investite solo in titoli obbligazionari di enti e amministrazioni pubbliche o società a partecipazione pubblica di Stati appartenenti all’UE. L’intento dichiarato delle indicate disposizioni è duplice: da un lato escludere l’esposizione a rischi connessi con l’evoluzione dei mercati finanziari, per altro verso evitare la possibilità di traslare il peso finanziario delle operazioni in essere sugli esercizi futuri. 16 Speciali cautele sono dettate nella scelta degli intermediari i quali debbono essere dotati di un merito di credito (rating) adeguato e certificato da agenzie riconosciute a livello internazionale e, inoltre, non possono assumere la veste di controparte per oltre il 25% dell’importo delle operazioni derivate poste in essere da un medesimo ente, qualora tale ultimo importo superi i 100 milioni di euro. Con l’art. 1, commi 736- 739 della legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), sono stati riaffermati i principi espressi in precedenza, con la precisazione che le operazioni di gestione del debito tramite l'utilizzo di strumenti derivati, da parte degli enti territoriali, devono essere improntate alla riduzione del costo finale del debito e alla riduzione dell'esposizione ai rischi di mercato 17. 16

Con la circolare esplicativa del 27 maggio 2004, il Ministero dell’economia e delle finanze ha fornito ulteriori chiarimenti per facilitare l’interpretazione e la puntuale applicazione della disciplina regolamentare. È stato precisato che l’utilizzo, nell’ambito di contratti di swap, delle opzioni cap e collar è limitato al solo acquisto degli stessi, in quanto tali opzioni vanno finalizzate esclusivamente alla protezione dal rialzo dei tassi di interesse. È stato meglio definito il sinallagma contrattuale che deve intercorrere fra cap e floor. Speciale raccomandazione è che eventuali soglie o barriere applicate all’IRS (interest rate swap) siano coerenti con i tassi vigenti di mercato e con il costo originario della passività. La circolare reca infine una speciale raccomandazione affinché gli enti facciano riferimento, nella loro attività in derivati, alle norme del Regolamento Consob 11522/98 (artt. 25631) e all’allegato documento “sui rischi degli investimenti in strumenti derivati”. 17 L’art. 1, comma 741, stabilisce, per i comuni dissestati, che non rientra tra i compiti dell'organo straordinario di liquidazione, l'amministrazione dei debiti assistiti dalla garanzia della delegazione di

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La legge n. 244 del 2007 (finanziaria 2008) al comma 382 dell’art.1, ha previsto che i contratti derivati debbano essere redatti secondo indicazioni specificate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da emanare sentite la CONSOB e la Banca d'Italia, con conseguente preclusione per gli enti locali in ordine alla stipula di suddetti contratti, nelle more dell'emanazione del sopra citato decreto 18. Ai commi successivi afferma il principio generale di massima trasparenza nell’utilizzo degli strumenti derivati e detta alcune condizioni il cui rispetto costituisce elemento costitutivo dell'efficacia dei contratti e la cui inosservanza impone, tra l'altro, all'ente la segnalazione alla Corte dei conti 19. Il comma 383 poi, impone agli enti che abbiano contratti pendenti concernenti derivati, di allegare al bilancio, a partire dal 1 gennaio 2008, una dettagliata nota esplicativa degli oneri e degli impegni finanziari collegati ai derivati. 20 L’art. 62 del d.l. n. 112 del 2008 ha ridisciplinato la materia. Secondo il nuovo testo il Ministero dell’economia e delle finanze con specifici regolamenti individua la tipologia dei contratti relativi agli strumenti finanziari derivati che gli enti possono concludere, e indica le componenti derivate, implicite o pagamento Nella circolare dal Ministero dell'economia e delle finanze del 31 gennaio 2007 è stato chiarito che nel caso dei derivati, gli enti locali non devono rilasciare delegazioni di pagamento in quanto tali titoli esecutivi costituiscono la garanzia per il pagamento delle sole rate di ammortamento di mutui e prestiti: il derivato (ad eccezione dell'eventuale up front), infatti, non è né un mutuo né un prestito, né può rientrare nell'accezione più ampia della definizione di indebitamento, trattandosi di uno strumento di gestione del debito. Pertanto, in caso di dissesto, i derivati, quali debiti non assistiti da garanzia di delegazione di pagamento, rientrano nella competenza dell'organo straordinario di gestione e, pertanto, non godono del privilegio previsto per le tipologie di crediti riferibili alle fattispecie elencate nel predetto comma 741. 18 Il divieto è reso espresso dall'art. 62 commi 1 e 2 del decreto legge n. 112 del 2008 che fissava anche un anno di moratoria. La finanziaria 2009 lo ha confermato. 19 E’ stato previsto, infatti, l'obbligo della comunicazione preventiva al Ministero dell'economia e delle finanze, delle operazioni in derivati. La comunicazione (che costituisce condizione legale di efficacia de contratti), consente al Ministero di valutare la conformità delle operazioni a quanto previsto dalla legge e in caso di violazioni, di informarne la Corte dei conti. A livello aggregato, inoltre, le operazioni in derivati devono essere comunicate trimestralmente al Ministero dell'economia e delle finanze, insieme ai dati concernenti l'utilizzo netto del credito bancario a breve termine, ai mutui accesi presso soggetti esterni alla pubblica amministrazione,alle emissioni obbligazionarie e alle cartolarizzazioni. I contratti devono recare un prospetto informativo che illustri le caratteristiche dell'operazione, quali ad esempio i rischi, il costo massimo e di transazione al momento della stipula del contratto e devono essere redatti secondo le indicazioni specificate in un decreto che il Ministero dell'economia e delle finanze deve emanare, sentita la Consob e la Banca d'Italia; compito del Ministero è anche quello di verificare la conformità dei contratti di strumenti finanziari derivati con il decreto. Tale norma è stata confermata dal comma 4 dell’art.62 del d.l. n. 112 del 2008. 20 Tale norma è stata abrogata dall’art. 62 del d.l. n.112/2008, come sostituito dall’art.3 comma 1 della finanziaria 2009. L’art.3, comma 8 della finanziaria ha confermato la vigenza, a far data dal 1 gennaio 2009, di suddetto obbligo di allegazione, specificando che esso riguarda sia bilanci preventivi che rendiconti.

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esplicite, che gli stessi enti hanno facoltà di prevedere nei contratti di finanziamento. La violazione delle disposizioni previste dal regolamento comporta una nullità cd. di protezione perchè può essere fatta valere solo dall’ente. Sulla materia, il legislatore è ulteriormente intervenuto con la legge n. 203 del 2008 (finanziaria 2009). La predetta norma tra l’altro ha riscritto l'art. 62 del d.l. n. 112 del 2008, introducendo anche altre novità rispetto all'originaria formulazione. Viene consentito all'ente di rinegoziare un derivato, a seguito di modifiche del nozionale sottostante, purché venga mantenuta la corrispondenza tra la passività rinegoziata e la collegata operazione di copertura. Viene poi riproposta l'emanazione da parte del Ministero dell'economia, sentite la Banca d'Italia e la Consob, d'intesa con la Conferenza permanente Stato - regioni, di uno i più regolamenti, che individuino la tipologia di contratti che gli enti possono concludere. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha predisposto uno schema di regolamento, che è stato oggetto di una pubblica consultazione ma che non risulta ancora approvato. Al termine, va posta particolare rilevanza alle dinamiche negoziali più ricorrenti, con particolare riferimento alle modalità di utilizzo, da parte degli enti locali, del premio di liquidità (up-front). Quando i contratti derivati producono eccessive perdite, gli enti locali cercano di correre ai ripari. La prima possibilità è quella di risolvere il contratto. L’immediata cessazione del rapporto contrattuale imporrebbe però di pagare all’intermediario finanziario il valore di mercato corrente al momento della chiusura (mark to market) con una perdita significativa. Per evitare ciò, una soluzione generalmente praticata è la rinegoziazione del contratto con la contestuale previsione dei una corresponsione di up-front (premio di liquidità) che spesso viene utilizzato per far fronte al mark to market negativo. Il nuovo contratto derivato, tramite le nuove clausole, consente di procrastinare 32


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l’insorgere di differenziali negativi, scontando peraltro di lì a poco, una maggiore esposizione al rischio di perdite. Quanto all’up-front, ancor prima del riconoscimento normativo del premio di liquidità come forma di indebitamento 21, la Corte sin da marzo 2005 22 ha inquadrato tale premio di liquidità nella categoria di “forma atipica di indebitamento”, non utilizzabile per il finanziamento della spesa corrente. Considerato, quindi, che l’up-front è assimilabile ad un finanziamento all'ente locale, l'eventuale inosservanza del precetto di cui all'art. 119 della Costituzione può determinare l'applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 30 comma 15 della legge n. 289 del 2002 che prevede la nullità dei contratti e la responsabilità amministrativa degli amministratori che hanno assunto la relativa delibera.

6.2 Consistenza delle operazioni in derivati La riduzione dei trasferimenti a favore degli enti locali, unitamente al blocco della fiscalità presente nelle ultime finanziarie, ha determinato un forte disallineamento delle entrate con gli andamenti di spesa e conseguente disavanzo complessivo. Per garantire i servizi indispensabili ai cittadini, le risorse assorbite a copertura hanno prosciugato larga parte delle entrate correnti. Il margine effettivo da destinare agli oneri finanziari per il servizio del debito ne è risultato quanto mai ridotto se non annullato. Di qui l’esigenza di far leva su nuovi canali di finanziamento e su di un utilizzo sostenibile di strumenti finanziari innovativi. Dall’indagine svolta dalla Sezione nei confronti di tutti gli enti locali siciliani (390 comuni e 9 province), è emerso che 71 di essi avevano fatto ricorso ad operazioni di finanza derivata nel triennio 2007-2009 . A seguito della chiusura di precedenti operazioni è risultato che, a fine 2009, solo 49 comuni ed una provincia 21 22

Vedi nota 8, con riferimento all’art. 62, comma 9, del dl. 112/2008, conv. con la legge 133/2008. Corte dei conti, Audizione alla Commissione finanze , Camera dei deputati 5 marzo 2005.

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(Siracusa) avevano in essere contratti IRS, in numero di 63 (Tab. 24). La seguente tabella espone sinteticamente, per ciascuno dei citato 50 enti, le principali notizie afferenti ai contratti swap in essere alla fine del 2009. TAB. 24 Contratti di finanza derivata in essere al 31.12.2009 Valori in unità di euro

Operazioni di finanzaderivata (swap) - Contratti derivati inessereal 31.12.2009 Nr.

Comune

Stato del Data Datastipula contratto scadenza

Capitale nozionale (a)

Debito complessivo 2009 (b)

Debito Residuo SWAP2009 (c)

Inc.% c/b

1.553.456

97,01%

21.500

1,00%

28.720

-45.714

0,00%

245.000

2,44%

20.000

122.659

33,61%

30.000

1,14%

-39.656

36.176 94.951

1

GROTTE

(1)

11-lug-05

31-dic-23

2.153.138

1.601.286

2

SCIACCA

(1)

29-gen-04

31-dic-23

10.027.889

19.038.803

3

SANCATALDO

13-giu-03

30-giu-13

2.620.848

4.373.559

1.469.831

4

BIANCAVILLA

5

BRONTE

6

Up-front (d)

Inc.% d/a

Mark to market

Importo complessivo dei flussi finanziari netti

10-mag-04

29-dic-23

3.634.846

2.904.740

2.505.934

86,27%

36.000

0,99%

-5.326

10-mar-03

31-dic-18

6.677.138

8.465.896

3.125.290

36,92%

150.000

2,25%

-12.316

21.803

CATANIA

3-apr-03

31-dic-17

416.394.846

499.613.686

88.419.913

17,70%

7.000.000

1,68%

-857.694

6.540.318

7

GIARRE

28-giu-02

31-dic-21

15.148.660

19.942.764

10.026.040

50,27%

209.000

1,38%

128.891

286.865

8

MIRABELLA IMBACCARI

9

RADDUSA

10

RIPOSTO

11

""

12

LEONFORTE

13 CAPO D’ORLANDO

(1)

27-nov-06

31-dic-25

4.322.936

3.679.408

3.285.316

89,29%

//////

//////

-126.227

32.849

13-mag-04

31-dic-22

2.763.724

5.829.443

2.521.509

43,25%

36.240

1,31%

177.653

92.568

28-giu-04

30-giu-29

1.723.369

12.675.430

1.535.006

12,11%

91.000

5,28%

3.363

504.114

3-ott-07

31-dic-30

9.152.478

12.675.430

9.100.419

71,80%

//////

//////

-519.649

//////

(2)

8-mar-06

31-dic-35

7.739.653

8.894.710

7.058.476

79,36%

//////

//////

326.309

64.813

(2)

27-dic-07

31-dic-25

7.351.269

8.505.807

6.400.107

75,24%

//////

//////

78.651

84.134

""

(2)

9-mar-04

31-dic-24

401.380

8.505.807

4.849.946

57,02%

4.000

1,00%

12.385

424.052

15

CAPRI LEONE

(1)

17-mar-05

8-giu-10

961.441

2.907.984

9.600

1,00%

7.500

23.771

16

CASTROREALE

20-apr-05

31-dic-19

1.198.845

1.066.730

864.606

81,05%

//////

//////

2.970

-4.862

31-dic-27

2.910.563

8.885.091

2.619.912

29,49%

26.400

0,91%

-16.500

23.303

14

17 GIARDINI NAXOS

(1)

25-giu-04

18

""

(1)

25-giu-04

31-dic-17

2.207.615

8.885.091

1.028.269

11,57%

6.000

0,27%

-30.500

96.416

19

MESSINA

(2)

28-giu-07

31-dic-36

88.500.000

212.188.711

79.783.221

37,60%

//////

//////

-10.225.702

-2.563.344

20

""

(2)

28-giu-07

31-dic-36

109.175.667

212.188.711

99.106.699

46,71%

//////

//////

-12.411.194

-3.162.201

21

""

(2)

28-giu-07

30-giu-31

14.161.438

212.188.711

13.188.773

6,22%

//////

//////

35.087

-21.653

22

MONTALBANO ELICONA

(2)

0-gen-00

31.12.2022

3.794.503

3.910.901

2.361.782

60,39%

75.000

1,98%

27.077,90-

22.937

23

NIZZA DI SICILIA

(2)

23-feb-06

31-dic-18

3.318.054

2.742.813

3.016.758

109,99%

30.000

0,90%

-30.159

6.157

24

PACE DEL MELA

(2)

18-mag-06

31-dic-22

2.021.856

1.713.926

1.457.055

85,01%

//////

//////

9.288

12.234

25

ROMETTA

18-nov-02

31-dic-22

4.977.578

2.720.811

3.407.243

125,23%

300.000

6,03%

-32.460

44.795

26

SANMARCO D’ALUNZIO

29-apr-02

31-dic-19

1.402.545

1.286.638

475.162

36,93%

50.000

3,56%

8.115

171

27

SANT’ALESSIO SICULO

23-nov-04

30-giu-19

1.040.471

893.894

725.185

81,13%

10.000

0,96%

-12.968

1.892

28

SCALETTA Z.

29

TAORMINA

30

TORTORICI

31

VILLAFRANCA TIRRENA

(2)

(2)

4-ott-05

31-dic-19

2.081.334

2.143.917

1.736.703

81,01%

20.800

1,00%

-42.150

-10.816

5-dic-02

31-dic-21

1.370.422

4.850.082

941.203

19,41%

30.000

2,19%

-171.152

-83.071

29-mar-07

31-dic-31

6.570.657

7.103.093

6.721.229

94,62%

//////

//////

0

137.729

4.372.581

4.750.416

155.000

3,54%

-18.100

113.008

14-mag-04

(1) Estinzione nel 2010 (2) Rinegoziazione (3) Annullamento delibera autorizzazione alla stipula

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

34


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

Segue TAB. 24 Contratti di finanza derivata in essere al 31.12.2009 Valori in unità di euro

Operazioni di finanzaderivata(swap) - Contratti derivati inessereal 31.12.2009 Stato del Data Datastipula contratto scadenza

Nr.

Comune

32

CAPACI

33

CARINI

34

""

35

""

(2)

36

COLLESANO

37

MONREALE

38

TORRETTA

39

CHIARAMONTE GULFI

(2)

40

MODICA

(2)

14-mar-07

41

""

(2)

14-mar-07

42

""

(2)

14-mar-07

43

""

(2)

17-set-04

44

""

(2)

45

MONTEROSSO ALMO

46

POZZALLO

47

AUGUSTA

48

AVOLA

49

BUSCEMI

50

CASSARO

51

FERLA

52

FRANCOFONTE

53

PALAZZOLO ACREIDE

54

""

(1)

55

ROSOLINI

(2)

56

SIRACUSA

(2)

Capitale nozionale (a)

Debito complessivo 2009 (b)

Debito Residuo SWAP2009 (c)

Inc.% c/b

Up-front (d)

Inc.% d/a

Mark to market

Importo complessivo dei flussi finanziari netti

11-apr-05

31-dic-24

1.723.883

4.022.562

1.422.684

35,37%

68.000

3,94%

6.967

19.538

13-set-07

31-dic-27

5.898.962

22.397.000

5.598.974

25,00%

35.300

0,60%

-101.679

107.047

30-nov-05

31-dic-24

8.562.470

22.397.000

7.216.203

32,22%

//////

//////

-124.959

22.078

30-nov-05

29-giu-29

3.437.314

22.397.000

3.144.562

14,04%

//////

//////

-61.883

6.086

(1)

21-giu-04

15-apr-10

1.877.019

1.419.772

1.371.846

96,62%

18.770

1,00%

71.166

30.270

(1)

14-gen-04

15-giu-10

19.078.584

28.665.131

454.000

2,38%

1.000

56.619

3-set-04

29-dic-23

796.791

1.182.869

550.572

46,55%

7.900

0,99%

-2.110

12.518

28-ott-03

31-dic-21

2.402.411

4.397.342

1.818.388

41,35%

205.000

8,53%

-96.933

-22.359

30-giu-31

32.275.071

31.209.817

27.067.073

86,73%

322.000

1,00%

-793.324

31-dic-23

16.310.683

31.209.817

12.534.611

40,16%

//////

//////

162.320

30-giu-32

3.157.371

31.209.817

2.925.170

9,37%

//////

//////

2.475

31-dic-23

22.849.932

31.209.817

12.534.611

40,16%

//////

//////

-156.453

17-set-04

30-giu-31

3.296.152

31.209.817

2.295.170

7,35%

//////

//////

12.613

(1)

31-ott-03

27-apr-10

2.198.014

2.912.809

1.626.816

55,85%

45.000

2,05%

5.300

(2)

3-mag-06

31-dic-25

9.956.750

50.784.416

7.667.213

15,10%

99.000

0,99%

-236.783

146.034

27-lug-06

29-dic-34

16.900.256

26.062.227

15.521.354

59,55%

//////

//////

-1.273.259

1.034.200

(2)

30-mar-06

31-dic-25

6.831.928

10.055.236

5.566.356

55,36%

//////

//////

-45.838

-45.246

(2)

20-mar-06

31-dic-25

2.034.054

2.318.248

1.739.365

75,03%

//////

//////

53.482

106.609

28-feb-03

31-dic-21

1.165.465

1.208.678

868.583

71,86%

54.000

4,63%

-8.296

53.421

(2)

24-nov-05

31-dic-18

1.434.202

2.594.059

1.611.268

62,11%

14.300

1,00%

-23.363

-15.001

(1)

29-dic-05

15-lug-10

4.820.697

6.850.201

4.474.495

65,32%

25.000

0,52%

-15.300

-52.469

5-dic-02

31-dic-21

1.962.536

6.282.467

1.291.142

20,55%

120.000

6,11%

-162.396

-165.906

5-dic-02

4-giu-10

1.873.680

6.282.467

1.271.020

20,23%

115.000

6,14%

0

28.248

21-dic-07

21-dic-27

10.185.084

10.449.312

10.541.209

100,88%

//////

//////

-199.050

40.950

3-ago-07

13-dic-18

8.197.753

60.742.223

6.758.577

11,13%

//////

//////

208.586

52.292 -113.576

86.987

-90.785

99.275

57

ALCAMO

(1)

21-lug-05

24-mar-10

8.147.504

11.378.886

6.306.211

55,42%

//////

//////

200.000

58

CALATAFIMI SEGESTA

2

22-giu-04

30-dic-22

1.912.750

3.065.521

1.220.612

39,82%

14.463

0,76%

-26.118

1.110

59

""

(2)

22-giu-04

30-dic-27

1.651.761

3.065.521

1.469.536

47,94%

15.465

0,94%

42.144

6.267

MARSALA

(3)

28-feb-07

31-dic-34

38.128.925

58.770.725

N.D.

N.D.

//////

//////

N.D.

222.533

8-nov-04

31-dic-14

18.976.428

23.009.664

14.823.759

64,42%

189.700

1,00%

-55.652

265.748

7-mag-03

31-dic-22

2.413.331

2.665.058

1.644.997

61,72%

61.000

2,53%

-5.494

13.529

4-mar-03

31-dic-21

22.201.568

88.153.188

16.354.131

18,55%

//////

//////

-16.724

294.916

60 61 62 63

MAZARA DEL VALLO SAN VITOLO CAPO Prov. Reg. Siracusa

(1) Estinzione nel 2010 (2) Rinegoziazione (3) Annullamentodeliberaautorizzazione alla stipula

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

Nel 2009, a fronte di 63 contratti ancora in essere a fine anno, risultavano 25 estinzioni anticipate rispetto alla scadenza; fenomeno, questo, di un certo rilievo qualora si rapporti il numero delle chiusure ai contratti questione, percentualmente pari al 28,4%. 35

vigenti nell’anno in


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

Va inoltre segnalato come nel corso del 2010, 13 comuni abbiano chiuso prima della scadenza ulteriori 16 contratti 23. Il che depone per una decisa presa di distanza da parte degli enti siciliani dalle operazioni in derivati. Ed invero la ragione del fenomeno non sembra in realtà collegarsi esclusivamente all’andamento negativo dei differenziali, tant’è che la maggior parte delle chiusure registravano mark to market positivo per gli enti. La seguente tabella espone i dati 2009 relativi alle avvenute estinzioni di operazioni in derivati anticipate rispetto alla scadenza contrattuale. TAB. 25

Estinzione anticipata di strumenti derivati V a lo r i i n u n it à d i e u r o

E s t in z io n e a n t ic ip a ta s t r u m e n t i d e ri v a t i D ata e s ti n z i o n e

U p -f r o n t

I m p o r to c o m p le ss ivo d e i f lu s s i f in a n z i a r i n e t t i

1 6 .86 9.8 2 4,5 2

1 5 -l u g -0 3

2 4 -a p r- 0 9

4 5 0 .0 0 0

- 17 .68 7

2 00

2 . 0 3 1 .8 6 7 , 6 9

2 7 -m a g -0 4

5 - m a r- 0 9

20 .31 8

8.6 82

1 3.2 52

- 18 .44 0

-7 . 7 9 5

C a p i t a le N o z io n a le

A G R IG E N T O A L E S S A N D R IA DE L LA RO C CA

2 4 -s e t -0 4

1 3 - lu g - 0 9

C A S T E L T E R M IN I

2 . 9 4 4 .8 5 7 , 3 5

5 -n o v - 0 4

1 3 -m a r-0 9

29 .44 8

P O R TO E M P E D O C L E

2 . 3 6 1 .8 3 5 , 2 8

2 3 -o t t -0 3

1 1 -m a r-0 9

1 0 0 .0 0 0

/ / / / / //

7 - g iu - 0 4

4 - d ic - 0 9

C A M M A R A TA

R A F FA D A L I

V a lo re d i e st in z io n e a d e b ito (- ) o a c r e d it o (+ ) p e r l ’e n t e

D a t a s ti p u l a

C om un e

5.1 3 7

3 3.1 08

- 20 .00 0

1 10 .00 0

/ / / // / / 4.8 0 2

R IB E R A

1 . 1 0 2 .2 8 7 , 2 9

7 -a p r -0 4

2 0 -a p r- 0 9

17 .69 1

2 8.4 48

S A N G IO V A N N I G E M IN I

2 . 0 7 4 .6 5 9 , 7 6

1 8 -n o v - 0 4

2 3 - lu g - 0 9

20 .74 6

2 4.0 57

1 00

RAM AC CA

1 6 .49 6.9 2 3,0 6 1 . 7 9 7 .6 2 7 , 6 1

1 0 -m a g -0 4 2 7 -d ic -0 4

2 5 -s e t -0 9 1 0 -s e t -0 9

1 6 0 .0 0 0 0

3 42 .18 8 - 18 .30 5

3 75 .2 19 1 1.0 85

C a p ri L e o n e

1 . 0 3 9 .6 6 5 , 0 0

8 - g e n -0 7

1 7 - d i c -0 9

0

2 5.2 39

7.4 0 0

M A Z ZA R R A ’ S A N T ’A N D R E A

1 . 5 7 6 .0 0 4 , 0 0

2 8 -o t t -0 3

1 6 -m a r-0 9

15 .50 0

4 0.1 20

S A N P IE R O P A T T I

2 . 0 2 8 .0 1 1 , 6 0

2 6 -m a g -0 4

1 4 -a p r- 0 9

A D RA N O

0 1 0.0 00

T A O R M IN A

4 . 8 0 2 .0 1 4 , 6 4

1 6 -f e b -0 5

1 8 -a g o -0 9

1 1 0 .0 0 0

9 5.8 42

- 46 .00 0

B A G H E R IA CA ST RO N O VO DI S I C IL I A

1 5 .21 8.0 0 5,0 0

1 2 -n o v - 0 2

1 9 -n o v - 0 8

1 6 0 .0 0 0

1 70 .88 7

1 0.6 90

1 5 -d ic -0 3 2 2 -g iu -0 7

1 1 -m a r-0 9 2 1 - o t t -0 9

38 .56 6

2 0.4 03

FI C A R A ZZ I

1 . 3 9 5 .5 9 1 , 0 6 3 . 9 3 4 .0 3 5 , 0 0

7.8 3 8 6 3.9 58

L E R C A R A F R ID D I

2 . 9 4 1 .5 4 9 , 5 9

2 8 -n o v - 0 3

1 7 -m a r-0 9

50 .00 0

1 37 .63 9

/ / / // / /

G IA R R A T A N A

1 . 7 3 7 .1 7 0 , 4 8

2 6 -m a r -0 4

3 1 - d i c -0 9

17 .00 0

2.0 45

2.1 0 0

M O D IC A

1 7 .65 6.1 3 8,3 6

1 -l u g -0 3

n.d .

///////

/ // / / / /

/ / / // / /

""

2 4 .95 8.5 5 1,8 4

1 -l u g -0 3

3 0 - g iu - 0 4

///////

/ // / / / /

/ / / // / /

""

1 . 2 9 9 .4 7 8 , 4 1 1 . 5 4 5 .1 2 2 , 0 0

2 6 -m a g -0 4 2 6 -m a g -0 4

2 6 -m a g - 0 9 2 6 -m a g - 0 9

""

1 . 1 2 8 .1 3 2 , 7 5

2 6 -m a g -0 4

2 6 -m a g - 0 9

/ / / / / //

2 2 -g iu -0 7

2 6 -g e n -0 9

///////

C A S T E LV E T RA N O

2 . 9 2 9 .4 3 9 , 0 0 8 . 4 6 9 .3 8 1 , 0 0

1 0 -s e t -0 4 5 -n o v - 0 3

2 3 -m a r-0 9 1 0 -m a r-0 9

F A V IG N A N A

5 1 6.4 56 ,9 0

2 2-ge n-04

P r ov . R e g . A g r ig e n t o

2 0 .84 8.7 3 6,0 0

1 4 -l u g -0 3

S A N TA C R O C E C A M E R IN A

S O R T IN O C A S TE L L A M M A R E D E L G O L FO

0 0

2 2.4 12 0

-8 . 6 5 0 5.4 0 0

0

1 4.8 08

4.7 5 0

3 2.1 13

3 8.8 98

29 .00 0 1 0 0 .0 0 0

- 27 .45 7 2 00 .04 1

5.2 0 0 2 1.8 00

1 - m a r- 0 9

14 .00 0

2 8.5 74

5.0 0 0

2 0 -n o v - 0 8

2 8 0 .0 0 0

- 1 6 5 .7 2 8

- 65 .00 0

Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

L’importo del valore nozionale 24 complessivo dei contratti pendenti a fine 2009, risultava, in base ai dati pervenuti, essere 23 24

pari a 1.022 milioni di euro,

Il comune di Rosolini ha comunicato l’estinzione anticipata del contratto, avvenuta nel corso del 2011. Corrisponde al valore del capitale sul quale sono calcolati gli interessi scambiati dalle controparti.

36


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

corrispondente al 30% del debito complessivo residuo degli enti locali siciliani, registrato a fine 2009. In base all’analisi, sono emerse le seguenti criticità. Il rapporto tra capitale swappato al 2009 ed il debito complessivo dell’ente nel 20% dei casi supera l’80%. Frequente la corresponsione all’ente di un premio di liquidità: 36 enti locali (comuni) su 50, hanno incassato up-front relativamente a 39 contratti. Nel 33% dei contratti (vedi Tab. 24) si registrano up-front in misura percentualmente superiore all’1% del capitale nozionale. Le percentuali si collocano, in qualche caso intorno al 4,6% e al 6% ma arrivano anche all’8,5% (Tab. 26). TAB. 26

Operazioni di finanza derivata (swap) con Up-front maggiore dell'1% Comune

Up front / Cap.nozionale

Prov.

SCIACCA

AG

2,44%

SAN CATALDO

CL

1,14%

Data stipula

29/01/2004 13/06/2003 10/03/2003 BRONTE CT 2,25% 03/04/2003 CATANIA CT 1,68% 28/06/2002 GIARRE CT 1,38% 13/05/2004 RADDUSA CT 1,31% 28/06/2004 RIPOSTO CT 5,28% 22/05/2003 MONTALBANO ELICONA ME 1,98% 18/11/2002 ROMETTA ME 6,03% 29/04/2002 SAN MARCO D’ALUNZIO ME 3,56% 05/12/2002 TAORMINA ME 2,19% 11/11/2002 VILLAFRANCA TIRRENA ME 3,54% 11/04/2005 CAPACI PA 3,94% 14/01/2004 MONREALE PA 2,38% 28/10/2003 CHIARAMONTE GULFI RG 8,53% 31/10/2003 MONTEROSSO ALMO RG 2,05% 28/02/2003 CASSARO SR 4,63% 05/12/2002 PALAZZOLO ACREIDE* SR 6,11% 05/12/2002 PALAZZOLO ACREIDE* SR 6,14% 07/05/2003 SAN VITO LO CAPO TP 2,53% Fonte: elaborazione Sezione Controllo Regione Siciliana su dati trasmessi dagli enti locali

*Il comune di Palazzolo Acreide ha stipulato due contratti Irs con BNL s.p.a il 05/12/2002 (il primo - rif. 2985412 - con capitale nozionale di euro 1.962.536,22, up-front pari ad euro 120.0000; il secondo - rif. 2985008 - con capitale nozionale 1.873.680,05, up-front di euro 115.000).

Si tratta di contratti, quasi tutti perfezionati antecedentemente l’entrata in vigore del regolamento MEF n. 389 del 2003 (4 febbraio 2004). Si rileva però che 3 37


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comuni, Raddusa, Riposto e Capaci, hanno stipulato 3 contratti dopo il 4 febbraio 2004, con percentuali dell’up-front superiori al limite stabilito. Tale liquidità risulta essere stata spesso allocata in bilancio fra le entrate correnti per essere destinata a spesa di pari segno. Si tratta di un’utilizzazione ora espressamente vietata (art. 62 d. l. n. 112 del 2008 convertito con L. n. 133 del 2008) sulla quale in precedenza ha avuto modo di esprimersi anche la Corte dei conti ravvisando in tale forma di liquidità un finanziamento assimilabile al ricorso al debito e perciò da destinare a spesa di investimento ai sensi dell’art. 119 cost. Al riguardo va evidenziato che il ricorso ad up-front costituisce un chiaro segnale di ricorso improprio ad operazioni in derivati, non finalizzate al miglioramento strutturale del debito ma funzionali al mantenimento degli equilibri finanziari o a far fronte a crisi di liquidità. L’analisi condotta dalla Sezione ha poi consentito di riscontrare come l’obiettivo generalmente perseguito con il ricorso alla finanza derivata, rilevabile dalle delibere autorizzative e dalla stessa conformazione dei contratti, sia stato specialmente quello di ottenere una riduzione del costo del debito. Condizione questa del resto molto legata alla stessa composizione del debito degli enti locali siciliani, con prevalenza di mutui con la Cassa dd.pp. a tasso fisso, costituenti il 92% del totale dei mutui, risultati particolarmente onerosi, a partire dal 2002 a fronte della forte discesa dei tassi 25. Con riguardo alle operazioni stipulate ante 2004, la riduzione del costo si è giovata di clausole contrattuali rischiose, successivamente, proprio perciò vietate dal citato regolamento del Ministero dell’economia 26. Si è 25

I tassi sono scesi sino al 2% a fine 2005 per poi invertire l’andamento nuovamente in crescita sino all’autunno 2008 (tasso al 4,5%) allorche è iniziata una nuova discesa sino allo 0,68% del gennaio 2010. 26 In attuazione a quanto disposto all’art. 41 della finanziaria 2002 il Ministero dell’economia ha adottato il Regolamento 389/2003 dettando una puntuale disciplina sul ricorso alle operazioni in derivati da parte degli enti territoriali, poi ulteriormente precisata con Circolare del 27 maggio 2004. Ulteriori regole e limiti a tali operazioni rinvengono altresì dalle disposizioni della l.n. 296/2206 (l.f. 2007) che precisano che le operazioni in derivati degli Enti locali devono contemperare l’obiettivo della riduzione del costo finale del debito con quello della riduzione dei rischi di mercato e dalla l.n. 244/2008 (l.f. 2008), all’art.1 co 381 che sancisce il principio generale di massima trasparenza nell’uso degli strumenti derivati. Il d.l.n.112/2008, conv. in l.n.133/2008, all’art 62 co 1° e 2° ha sancito per gli Enti locali il divieto di sottoscrizione di contratti di derivati fino all’entrata in vigore di uno specifico decreto del MEF e, comunque il blocco totale per almeno un anno; inoltre tale norma assoggetta i derivati con up front alla disciplina dell’indebitamento. La l.n.203/2008 (l.f. 2009) ha reiterato il divieto di stipula di contratti con oggetto derivati ed ha altresì sancito che i contratti privi di attestazione di piena conoscenza e in contrasto con gli emanandi regolamenti MEF sono sanzionati con la nullità di protezione, azionabile solo con legittimazione relativa dell’Ente locale; ha inoltre ammesso la possibilità per l’Ente di rinegoziazione del derivato, a seguito di modifiche del nozionale,

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trattato in particolare del ricorso ad opzioni vendute alla controparte (cd. vendita di cap) con forte esposizione al rischio di rialzo di tasso di interesse (Catania). In alcuni casi - Torretta, Avola, Carini, Mazara del Vallo, Pace del Mela, Modica, Leonforte, Grotte e Messina - si è accertato l’utilizzo di opzioni digitali 27 (vedi relativi prospetti), parimenti vietate dal Regolamento MEF n. 389 del 2003, consistenti nell’introduzione nel regolamento negoziale di uno spread anomalo, destinato ad attivarsi in corrispondenza del superamento dei valori soglia, con previsione di un costo aggiuntivo per l’ente. Il valore del mark to market è risultato negativo per 30 enti locali (29 comuni e una provincia), relativamente a 35 contratti (38%) e ammonta complessivamente a oltre 27 milioni di euro, di cui 22 milioni si riferiscono a due contratti stipulati dal comune di Messina. In ben 23 contratti, sottoscritti da 19 comuni (il 40%), il mark to market supera la soglia dei 30.000 euro.28 Il comune di Messina consegue il valore negativo più elevato in 2 contratti il cui mark to market supera, complessivamente, i 22 milioni di euro. Risulta in alcuni casi un’evidente sproporzione del rapporto tra valore di mercato (mark to market) ed il debito sottostante: per il comune di Messina, è di circa il 7%; per quello di Augusta ha raggiunto l’11%; Per quanto riguarda i contratti estinti a fine 2009, risulta che in 5 su 28 dati pervenuti, i comuni hanno liquidato il valore di estinzione del contratto ad un valore a debito per l’ente . E’ da evidenziarsi il frequente ricorso alle ricontrattazioni che coinvolge quasi

purchè venga mantenuta la corrispondenza tra passività rinegoziata e la collegata operazione di copertura. Da ultimo, la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità del sopra citato divieto di stipula di contratti di derivati, posto dal d.l. n.112/2008 e reiterato dalla l. n.203/2008, per violazione delle competenze legislative legislative concorrenti regionali in materia di coordinamento della finanza pubblica, ex art.117co1Cost., con la sentenza 18/02/2010, n. 52, ne ha pienamente confermato la legittimità, atteso che la materia rientra anche nella competenza esclusiva Statale ex art.117co2 lett.”e”(mercato finanziario) ed “l”(ordinamento civile) Cost. 27 Sostanzialmente, le cosiddette opzioni digitali sono particolari clausole che, al verificarsi di determinate condizioni, si attivano e determinano una discontinuità nella determinazione del tasso. Nei contratti IRS, con collar ed opzione digitale, solitamente, il soggetto percipiente il tasso variabile, ove il tasso EURIBOR scenda al di sotto del valore soglia, avrebbe diritto ad ottenere un ulteriore incremento del tasso, convenzionalmente quantificato (opzione digitale), oltre al valore corrispondente al floor. 28 .La perdita si intende in senso potenziale: si riferisce al valore di mercato negativo del contratto se esso venisse chiuso al momento della rilevazione del valore stesso, avendo come parametro la soglia di censimento della Centrale dei rischi della Banca d’Italia, che nel 2009 è passata da 75mila a 30mila euro.

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1/3 dei contratti in essere) per ovviare ai differenziali negativi susseguenti alla fase contrattuale positiva, con conseguente formazione di mark-to-market 29 negativo da corrispondere alla controparte per tramite di up-front di pari valore immediatamente girato alla banca quale indennizzo per la chiusura anticipata. Si tratta di un fenomeno preoccupante che rischia di innescare una spirale perversa dal momento che lo smontaggio dei contratti tende a spostare in avanti perdite progressivamente maggiori. La maggior parte dei contratti, stipulati prima del 2004, corrisponde – come si è detto - alla tipologia dell’IRS [interest rate swap] con barriera a favore dell’istituto di credito [vendita di cap], spesso “scalettata” su periodicità di brevissimo periodo e vantaggio finanziario sufficientemente sicuro solo per i primi anni di validità contrattuale. I contratti più recenti – grazie all’intervento regolatore del Ministero dell’economia – sembrano allinearsi alla tipologia dell’IRS a doppia barriera [collar]30 cui conseguono differenziali misurati per l’ente sul parametro euribor a tre o sei mesi 31 con soglie cap che nei contratti esaminati si collocano tra il 5,50% e il 6% e floor fra il 2,85% e 3,15% più lo spread pattuito. Anche in questi casi, non sempre le soglie offrono sicura protezione all’ente in quanto resta in ogni caso l’incertezza legata all’andamento dei tassi. Dalle delibere autorizzative si desume che il margine di cautela è stato di solito 29

Per definire il valore di mercato di uno swap in un dato momento, occorre considerarlo assimilabile a una qualsiasi attività finanziaria, il cui valore è dato dal valore attuale dei flussi di cassa attesi, scontati al tasso di interesse vigente sul mercato. Da dire che il valore dei derivati è altresì connesso al sottostante e la relazione che lega il valore del derivato al sottostante costituisce il risultato finanziario del derivato detto anche pay-off. La stima del valore dei prodotti derivati coinvolge complesse attività di analisi ed è perciò un aspetto connotato da particolari criticità. 30 Con l’IRS a doppia barriera [collar] l’ente paga un tasso fisso o variabile + spread, più basso del tasso originario fino a che il tasso di mercato [Euribor o Libor] si mantiene all’interno di un determinato “corridoio” di tassi. Se il tasso di mercato scende sotto la soglia inferiore [floor] o sale sopra quella superiore l’ente paga un tasso fisso più alto. 31 L’introduzione dell’euro e l’unificazione della politica monetaria, in virtù dell’unico tasso di riferimento, hanno determinato il superamento della pluralità dei mercati nazionali e il venir meno del preesistente ventaglio di tassi di interesse. I diversi tassi interbancari nazionali [Ribor, Fibor, Pibor, eccetera] hanno perso valore indicativo per l’esigenza di una loro sostituzione con un unico tasso che rappresentasse l’evoluzione del mercato interbancario europeo dei depositi. Quanto alle rilevazioni, attualmente esistono tuttavia due tassi interbancari europei: uno [Euribor], calcolato dalla Federazione bancaria europea, l’altro [euro Libor] calcolato dall’Associazione Bancaria Britannica la quale già pubblicava i tassi Libor per le principali valute mondiali.

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assunto con riferimento ad ipotesi di rischio fondate sull’andamento della curva forward dei tassi, costruita sulla base dei valori IRS attualizzati tramite il tasso di sconto32. Senonchè, tale andamento è solo una proiezione della curva di interessi “a pronti” e ne rispecchia cioè l’equilibrio attualizzato, incorporandovi i fattori di sconto. Ciò significa che le determinazioni assunte dagli enti e fondate sull’andamento della curva forward, in realtà sono poco realistiche in termini previsionali, anche se resta comunque evidente che, tanto più le soglie fissate sono distanti dalla curva medesima, di altrettanto cresce il margine di garanzia; il quale resta in ogni caso legato ad una scommessa su un andamento futuro assai poco prevedibile, specie allorché la scadenza contrattuale interessi un ampio arco temporale a lungo termine e le soglie siano definite su una molteplicità di scadenze di breve periodo. Ulteriore profilo di rischio si lega al valore elevato dello spread, spesso superiore al 2,2%, oltre la differenza fra il costo originario del debito e il tasso swap di durata pari alla vita residua del debito. Restano poi le perplessità legate alla complessità dei fenomeni regolati, poco suscettibili di vincoli e garanzie codificate, tanto più nell’attuale situazione finanziaria, ove l’esigenza di liquidità privilegia gli effetti a breve termine trascurando le reali conseguenze proiettate al di là dell’effetto più immediato a scapito delle gestioni future Fra le operazioni connotate da particolari complessità o problematicità figurano quelle attivate dai comuni di Messina e Catania. Nel primo caso si è trattato di un’estinzione anticipata di mutui con Cassa DD.PP. tasso fisso al 6% sostenuta finanziariamente tramite emissione obbligazionaria, con allungamento della scadenza del debito e contestuale chiusura di precedenti swap sostituiti con tre operazioni rinegoziate con Dexia Crediop e 32

Le informazioni sui parametri IRS, per la costruzione del tasso Euribor a pronti e a termine, sono fornite in tempo reale da agenzie specializzate [Reuters, Bloomberg e altre].L’IRS, a sua volta, attualizzato sulla base del tasso di sconto, consente di determinare la curva forward che viene generalmente posta a base della determinazione del valore dei prodotti finanziari a termine. Il confronto tra tale curva e l’andamento in serie storica dell’Euribor o del Libor mette in chiaro la divaricazione esistente a causa dell’andamento asistematico di quest’ultima.

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BNL; operazione che, complessivamente pari ad un nozionale di 211,8 milioni di euro, ha prodotto differenziali negativi per un totale di 4,8 mili. Il seguente prospetto espone per il periodo 2007-2010 i tassi differenziali, effettivamente pagati dal comune di Messina con riferimento ad uno dei contratti (capitale nozionale 88.500.000 euro). A titolo esemplificativo, si riporta nelle seguenti tabelle i tassi differenziali, effettivamente pagati dai comuni di Messina e Taormina 33 sulla base dei tassi euribor valutati in riferimento a ciascun termine intermedio. Per il comune di Messina si fa riferimento ad uno dei contratti (capitale nozionale 88.500.000 euro), nel periodo 30/06/2007-31/12/2010. Per il comune di Taormina il riferimento è al contratto di tipo Irs in & out (capitale nozionale 1.370.422 euro) sottoscritto il 5 dicembre 2002, nel periodo 31/12/2002-31/12/2021. Per il comuni di Carini si fa riferimento a due dei tre contratti in essere stipulati in data 30 novembre 2005 con capitale nozionale rispettivamente di 8.562.470,33 euro e di 3.437.313,6 euro.

33

La Corte Suprema di Cassazione con sentenza n. 47421 del 21 dicembre 2011 ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina avverso l’ordinanza n. 115 del 1 giugno 2011, con la quale il Tribunale di Messina aveva accolto la richiesta di riesame presentata nell’interesse della Banca Nazionale del Lavoro avverso il decreto di sequestro preventivo, fino alla concorrenza dell’importo di 17.068.589,39 euro quale provento di somme in via di accusa fraudolentemente ricavate da operazioni finanziarie mediante derivati finalizzate alla ristrutturazione dell’indebitamento dei comuni di Messina e di Taormina e contratte con i comuni medesimi. La sentenza, con specifico riferimento al mark to market, ha affermato che il relativo dato non esprime affatto un valore concreto ed attuale, ma esclusivamente una proiezione finanziaria basata sul valore teorico di mercato in caso di risoluzione anticipata. Il valore del mark to market è influenzato da una serie di fattori ed è quindi sistematicamente aggiustato in funzione dell’andamento dei mercati finanziari, dovendosi poi attrarre nell’ambito dei relativi parametri di determinazione anche l’up to front erogato e l’utile per la banca. La Corte, ha, altresì, ritenuto che per poter stabilire se quel dato rappresenti o meno un vantaggio o un danno per l’ente contraente, occorre procedere ad una disamina a posteriori, allorchè, cioè, il contratto abbia raggiunto la sua normale scadenza, visto che, tra l’altro, prima di tale evento sono previsti meccanismi di aggiustamento destinati proprio ad operare un bilanciamento fra le posizioni dei contraenti, e non cadere entro meccanismi o clausole vessatorie. Pertanto, allo stato, non ha ravvisato danno, atteso che i contratti in questione, hanno generato per i comuni dei differenziali positivi (rispettivamente di Euro 87.438,98, per il comune di Taormina, ed Euro 2.541.795,18 per il comune di Messina), a cui vanno aggiunte le consistenti somme dagli stessi incassate a titolo di up to front.

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Prospetto tassi di interesse periodici – comune Messina D a ta

Eu rib o r 6M

C om une rice v e

Co m une p ag a

D iffe re n ziale n et to

30 /0 6/200 7 31 /1 2/200 7 30 /0 6/200 8 31 /1 2/200 8 30 /0 6/200 9 31 /1 2/200 9 30 /0 6/201 0 31 /1 2/201 0

4 ,34 4 ,89 5 ,14 3 ,5 1 ,47 1 ,01 1 ,02 1 ,27

4,6 31 59 4,6 15 44 4,5 98 07 4,5 79 35 4,5 59 16 4,5 40 82 4,5 21 02 4, 513 9

5 ,42 5 ,43 5 ,77 5 ,42 5 ,42 5 ,42 5 ,42 5 ,42

-0, 788 41 -0, 814 56 -1, 171 93 -0, 840 65 -0, 860 84 -0, 879 18 -0, 898 98 -0 ,90 61

Per il comune di Catania, le operazioni in derivati hanno interessato il totale debito dell’ente per un ammontare complessivamente pari a 416,4 milioni di euro con la corresponsione di un premio di liquidità di 7 milioni (1,7%). La struttura prevede la vendita di cap a favore della Banca con soglia al 5,5% e poi al 6%. Il contratto, stipulato prima dell’entrata in vigore del regolamento MEF n.389 del 2003, incorpora il rischio di totale assenza di garanzia alla variazione del tasso euribor, con ricaduta sul suo valore di mercato ma che sino ad oggi ha generato differenziali positivi per l’ente. Il mark to market, in caso di chiusura del contratto, risulterebbe negativo per un valore pari a 857.694 euro, ben oltre la soglia di rilevazione dei 30.000 euro. Va ricordata altresì la particolare situazione del comune di Marsala che ha deliberato, con determina dirigenziale n. 461 del 4 maggio 2010, di recedere dal contratto di swap stipulato il 7 febbraio 2007 con HSH Nordbank, annullando la relativa deliberazione di autorizzazione a contrattare; ciò con riferimento alla struttura contrattuale recante un’opzione digitale particolarmente rischiosa per le finanze dell’ente e assolutamente vietata dal Regolamento MEF 389/2003, nonché dalla disciplina dettata in materia. Sembra peraltro che il contratto, stipulato in lingua inglese, sia anche regolato dalla legge inglese 34. Il contratto presentava a fine 2009 un valore negativo per 4,9 milioni e produceva differenziali negativi destinati a

34

Master Agreement 6.2.2007, Parte 4, lett.h

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crescere35. Avverso la citata deliberazione è stato proposto dalla HSH ricorso al T.A.R. Sicilia, Sez. Palermo 36. Come ultima considerazione con riferimento alla generalità dei contratti monitorati, va notato come le operazioni estinte anticipatamente 37 - a parte le vicende appena considerate - presentino alla chiusura in larga maggioranza (72%) mark to market positivo per l’ente (v. Tab.18), per cui la relativa decisione sembra in questi casi doversi collegare con la scelta di utilizzare le risorse positive generate per destinarle alle esigenze di bilancio.

35

Sulla materia è intervenuta la sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, n. 5032 del 7 settembre 2011, investito con ricorso in appello della Dexia Crediop spa e Depfa bank e in via incidentale, dalla Provincia di Pisa, avverso le sentenze n. 6579 del 2010 e n.154 del 2011 del TAR Toscana, in una controversia tra l’Amministrazione provinciale di Pisa e Dexia Crediop spa e Depfa bank. Con tale sentenza si è pronunciato a favore della possibilità per gli enti locali di annullare in via di autotutela i contratti derivati stipulati in occasione di operazioni di ristrutturazione del debito. Questo laddove emerga la presenza, al momento della stipula del contratto, di costi impliciti che impediscano all'ente di svolgere una corretta valutazione della convenienza economica dell'operazione stessa. Nell'accogliere le ragioni della Provincia di Pisa, il Consiglio di Stato ha ritenuto che la decisione dell'amministrazione di riesaminare prima, e di annullare poi, tutti gli atti di affidamento della ristrutturazione del debito, fosse stata dichiaratamente determinata dall'accertata violazione delle finalità dell'articolo 41 delle legge 28 dicembre 2001, n. 448, non risultando a tal riguardo rispettato il principio della convenienza economica, questo in quanto il contratto swap al momento della stipula non aveva un valore iniziale pari a zero, bensì negativo, senza che a fronte di tale elemento economico negativo fosse stata prevista in favore dell'amministrazione una somma di pari ammontare così da riequilibrare il contratto stesso (vedi anche le sentenze Corte conti, Sez. Giur. Lazio, n.1044 dell’11 luglio 2011 e Tribunale di Milano, sez. VI. civ, n. 5118 del 2011). Il Consiglio di Stato ha, altresì, accertato la violazione dell'art. 3 C.M. 27 maggio 2004, nella parte in cui precisava che la vendita del floor doveva ritenersi ammessa solo per il finanziamento dell'acquisto del cap, in quanto il valore di mercato dello swap, calcolato al momento della stipula, indicava proprio che il valore del cap era inferiore a quello del floor ovvero il premio che l'amministrazione provinciale avrebbe dovuto pagare e che, implicitamente aveva pagato, per l'acquisto del floor era inferiore al premio che avrebbe dovuto incassare a fronte della vendita del floor. In definitiva l'operazione si caratterizzava per la presenza di "costi impliciti" nello swap stipulato, non evidenziati né nella presentazione delle offerte, né all'atto della stipula dei contratti, ma appurati solo successivamente a quest'ultima. Secondo il Consiglio di Stato, quindi, il potere di autotutela da parte della Provincia non sarebbe stato esercitato per sottrarsi puramente e semplicemente ad un contratto economicamente squilibrato, quanto piuttosto a causa della mancata corretta valutazione della convenienza economica che legittimava l'operazione di ristrutturazione del debito, ai sensi dell'articolo 41 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, e che, come tale, non rientrava nella "causa" del contratto di swap, costituendone piuttosto il presupposto logico – giuridico. Il Consiglio di Stato ha respinto anche l'eccezione relativa al difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, ricordando come, ai sensi dell'articolo 4 della legge 31 maggio 1995, n. 218, la deroga alla giurisdizione italiana può riguardare solo le cause vertenti su diritti disponibili (Cass. SS.UU., 20 aprile 2010, n. 9308) e quindi solo le questioni di interpretazione ed esecuzione dell'accordo (agreement), ma non può estendersi fino a comprendere anche il sindacato sul corretto esercizio del potere amministrativo, non potendo ascriversi al novero dei diritti disponibili gli interessi pubblici alla cui cura è finalizzato l'esercizio dei poteri pubblicistici accordati alla pubblica amministrazione anche nell'ambito dei procedimenti di gara. 36 Risulta che le parti abbiano attualmente raggiunto un accordo, da formalizzarsi in un contratto transattivo in fase di predisposizione. 37 Tale tendenza trova pieno riscontro a livello nazionale, come rilevato nella Relazione annuale della Banca d’Italia sul 2010 del 31 maggio 2011 che ha accertato la prosecuzione della riduzione dell’utilizzo degli strumenti finanziari derivati da parte delle amministrazioni locali risentendo della chiusura anticipata delle operazioni in essere.

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6.3 Condizioni negoziali dei contratti di swap Oltre alle vicende contrattuali esaminate nel precedente paragrafo, in appendice vengono riportati gli schemi di tutti i contratti di swap in essere, con indicazione dello specifico tipo e dei dati analitici relativi alle condizioni finanziarie pattuite.

6.4 Clausole contrattuali e definizione di operatore qualificato L’attuazione della direttiva europea MiFID, efficace dal 1 novembre 2007, fondata sull’obbligo per l’intermediario di comportarsi sempre con diligenza, correttezza e trasparenza per garantire nel miglior modo possibile l’interesse dei clienti e l’integrità dei mercati, ha inciso sulla materia in modo determinante. L’elemento innovativo più importante della nuova regolamentazione è una graduazione delle tutele in ragione di una maggiormente precisa ed articolata classificazione della clientela. Difatti, in luogo della distinzione tra operatore qualificato ed altri investitori, di cui al regolamento CONSOB, la direttiva introduce quella tra clienti al dettaglio e clienti professionali, con la particolarità

che

quest’ultima categoria è più articolata rispetto al precedente ordinamento. In particolare, essa è suddistinta in clienti professionali di diritto e su richiesta. I primi comprendono gli intermediari finanziari, gli investitori istituzionali e le grandi imprese, che rientrino in parametri dimensionali predefiniti, come risultanti dal bilancio d’esercizio. Ad essi si aggiungono i soggetti pubblici 38. L’effetto immediato è stato un innalzamento del livello di tutela, limitando molto l’area dei clienti che possono essere considerati professionali. La direttiva stabilisce una graduazione di tutela anche in base alla tipologia del servizio di investimento. Difatti, nei servizi di consulenza e di gestione di portafogli, l’intermediario deve effettuare una valutazione di adeguatezza, avente ad oggetto la compatibilità tra servizi offerti ed il profilo del cliente. Nei servizi di collocamento e di

negoziazione,

invece,

deve

valutare

38

esclusivamente

l’appropriatezza

In base alla direttiva MiFID ( Market in Financial Instruments Directive) e all’ art. 2 d.lgs. n. 164 del 2007, spetta al Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia e la Consob, definire i criteri per l'individuazione dei clienti pubblici qualificati.

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dell’operazione 39.

7. Considerazioni conclusive La difficile situazione finanziaria nella quale versano gli enti locali, specie quelli di media e piccola dimensione se, per un verso, vede ridursi in termini reali le risorse su cui poter contare, d’altro canto non allenta le esigenze di spesa per corrispondere alla domanda di servizi essenziali e indispensabili avanzata dai cittadini. La riduzione dello stock di debito riscontrato negli ultimi anni è anche la conseguenza di un progressivo disimpegno degli enti locali sul fronte degli investimenti. Il ricorso ad operazioni di finanza derivata è invece in gran parte ascrivibile ad una ricorrente crisi di liquidità o all’eccessivo costo del debito che si vuole in ogni modo ridurre e che proprio allora include maggiori rischi. Anche sui derivati rivolti alla riduzione del costo del debito – al di fuori di strategie di globale ristrutturazione – si concentrano profili di preoccupazione, mentre altrettanta riflessione meritano le ricontrattazioni dei derivati che, tramite lo “smontaggio” delle operazioni in essere, rischiano, non solo di aumentare la complessità degli strumenti, ma di rappresentare ulteriore aggravio finanziario per gli enti, in genere compensato grazie ad ulteriori premi di liquidità scontati peraltro sulle nuove condizioni contrattuali. Occorre porre attenzione alle rimodulazioni operate a fronte di mark to market negativi, nei cui effetti a cascata è il rischio di esposizioni finanziarie destinate a divenire progressivamente insostenibili ma anche le chiusure contrattuali in presenza di mark to market positivo non manca di destare interrogativi per lo scambio di esiti economicamente positivi con esigenze di cassa attuali. 39

L’intermediario deve solo accertarsi che il cliente abbia il livello di scienza e di conoscenza necessari per la comprensione dei rischi discendenti dallo strumento finanziario o dal servizio di investimento offerto ma non è tenuto a valutare altresì la coerenza delle caratteristiche di detti strumenti o servizi, rispetto alla situazione finanziaria ed agli obiettivi di investimento del cliente.

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In realtà quelle descritte sono operazioni economiche le cui regole e i cui guadagni o perdite non si conciliano facilmente con la disciplina finanziaria dei bilanci pubblici.. Chiusure e rimodulazioni contrattuali sono spesso l’effetto della indicata discrasia funzionale e depongono per la difficile conciliabilità di tali operazioni con le regole di finanza degli enti locali.

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APPENDICE ALCAMO Alcamo - Irs con Cap 21.07.2005 Comune

Prov.

Alcamo

Tp

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Banca

Data iniziale

Intesa

21/07/2005 8.147.503,86

Vendita floor

6

Spread

--

Soglie-barriera

Periodo

1,7005

Se Euribor >6 Se Euribor <6

30/12/200530-12-2024

Comune riceve

Comune paga

Up-front

Rinegoz.

--

No

7,70 Euribor + spread

5,527a 4,473

AUGUSTA Augusta - Irs Collar Multispread 27.07.2006 Comune

Augusta

Prov.

Banca

Sr

Data iniziale

OPI

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

27/07/2006 16.900.256,00

5,75

Comune riceve

Comune paga

30/06/2006

4,896

3,75

31/12/2006

4,896

3,75

Soglie-barriera

Periodo

3 0,91 Se Euribor >5,75 (06/2007-12/2014) (06/2007-12/2014) 30/12/20064,896 a 3,15 0,76 4,855 Se Euribor <3-3,15-3,3 (06/2015-12/2024) (06/2015-12/2024) 30-12-2025 3,3 0,61 Se 5,75>Euribor>3-3,15-3,3 (06/2025-12/2034) (06/2025-12/2034)

Up-front

Rinegoz.

169.000

No

5,75+spread 3-3,15-3,3+spread Euribor+spread

AVOLA Avola - Irs Purple Collar 30.03.2006 Comune

Prov.

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Avola

Sr

BNL

30/03/2006

6.831.927,86

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Soglie-barriera

Periodo

30/06/2006 6

2,4 (12/2006-06/2023) 2,2 (06/2023-12/2025)

1,4

Comune riceve

5,0341

Comune paga

4,25

Up-front

Rinegoz.

--

Si

Se Euribor >6 7,40 30/12/20065,0226 a 30-12-2025 Se Euribor <2,4-2,2 4,0501 4,7 a 3,7 (purple) Se 6>Euribor>2,4-2,2 Euribor+1,4

BIANCAVILLA Biancavilla - Irs Collar 10.05.2004 Comune

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Ct

BNL

10/05/2004 3.634.846,05

Biancavilla

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

6,2

3

2,32

Periodo

Soglie-barriera

30/06/2004 30/12/200430-12-2023

Se Euribor >6,2 Se Euribor <3 Se 6,2>Euribor>3

Comune riceve

Comune paga

6,0824

4,497

Up-front

Rinegoz.

36.000

No

8,52 6,0771 a 5,32 4,6160 Euribor+spread

BRONTE Bronte - Irs In & Out 10.03.2003 Comune

Bronte

Prov.

Ct

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

BNL 10/03/2003 6.677.138,46 --

4 a6 (soglia out)

3,25

Se Euribor >soglie out 30/06/2004Se Euribor <soglie out 30-12-2018

48

6,2187 a 5,0580

euribor+3,25 4,8 a 6,05 (tassi in)

Up-front

Rinegoz.

150.000

No


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

BUSCEMI Buscemi - Irs Collar 02.03.2006 Comune

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Prov.

Banca

Data iniziale

Sr

BNL

02/03/2006 2.034.053,66

Buscemi

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

30/06/2006 5,8

2,7 (12/2006-12/2011) 2,6 (06/2012-06/2016) 2,5 (12/2016-12/2025)

Comune riceve

Comune paga

4,3024

3,3

Up-front

Rinegoz.

--

Si

0,79 Se Euribor >5,8 30/12/200630-12-2025

6,59 4,8105 a 4,2 3,49-3,39-3,29

Se Euribor <2,7-2,6-2,5 Se 5,8>Euribor>2,7-2,6-2,5

Euribor+0,79

CALATAFIMI SEGESTA Calatafimi Segesta (1°contratto) - Irs con Collar 22.06.2004 Comune

Prov.

Calatafimi Tp Segesta

Banca Data iniziale

BNL

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Comune riceve

Soglie-barriera

Comune paga

22/06/2004 1.912.750,15

Up-front Rinegoz.

14.463 6,6

2,9

2,2

Se Euribor >6,6 30/06/2004Se Euribor <2,9 30-12-2022 Se6,6>euribor>2,9

5,529a 5,3

Si

8,80 5,1 euribor + spread

Calatafimi Segesta (2°contratto) - Irs con Collar Plus 22.06.2004 Comune

Prov.

Calatafimi Tp Segesta

Banca Data iniziale

BNL

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Comune riceve

Soglie-barriera

Comune paga

22/06/2004 1.651.761,27 6,6

2,9

1,71 Se Euribor >6,6 30/06/200430-12-2027 Se Euribor <2,9 Se6,6>euribor>2,9

5,5oppure euribor + 0,3 (se euribor >5,5)

Up-front Rinegoz.

15.465

Si

Up-front

Rinegoz.

--

No

Up-front

Rinegoz.

4.000

Si

8,31 4,61 euribor + spread

CAPO D’ORLANDO Capo d'Orlando (1° Contratto) - Irs Collar 27.12.2007 Comune

Capo

Prov.

Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 27/12/2007 7.351.269,11

d'Orlando 6,3

2,6

1,05 a 1,2

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

31/12/2007

4,702

4,55

30/0672008

4,7047

4,6

31/12/2008

4,7075

4,6 6,3 + spread 2,6 + spread Euribor+spread

30/06/200931-12-2025

Se Euribor >6,3 Se Euribor <2,6 Se 6,3>Euribor>2,6

4,7423 a 4,05

Capo d'Orlando (2° Contratto) - Irs 09.03.2004 Comune

Capo d'Orlando

Prov.

Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

BNL 09/03/2004 401.380,43 6,6

1,8

1,9

30/12/200430-12-2024

49

6 oppure Se Euribor >6,6 8,50 Se Euribor <1,8 6,3 (se 5,7 Se 6,6>Euribor>1,8 euribor>6) Euribor+spread


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

CAPACI Capaci - Irs Collar 11.04.2005 Comune

Capaci

Prov. Banca Data iniziale

Pa

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

BNL 11/04/2005 1.723.882,63

Soglie-barriera

30/06/2005 30/12/2005 5,6

2,5

1,44

30/12/200530-12-2024

Comune riceve

Comune paga

4,81

3,64

4,8101 Se Euribor >5,6 4,8105 a Se Euribor <2,5 4,2 Se 5,6>Euribor>2,5

Up-front

Rinegoz.

17.200

No

4,18 7,04 3,94 Euribor+1,44

CARINI Carini (1° contratto) - Irs Collar 13.09.2007 Comune Prov.

Carini

Pa

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 13/09/2007 5.898.961,82

6,3

3,5

0,28

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

30/06/2008

4,1879

2,25

31/12/2008 30/06/2009 31/12/2009

4,1881 4,1882 4,1883

2,25 2,4 2,4 6,58 3,78 Euribor+1,44

30/06/201031-12-2027

Se Euribor >6,3 4,1885 a Se Euribor <3,5 4,1899 Se 6,3>Euribor>3,5

Up-front

Rinegoz.

58.900

No

Up-front

Rinegoz.

68.000

No

Up-front

Rinegoz.

35.300

Si

Up-front

Rinegoz.

54.000

No

Carini (2° contratto) - Irs Purple Collar 30.11.2005 Comune Prov.

Carini

Pa

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 30/11/2005 8.562.470,33

Periodo

Soglie-barriera

3012/2005

4,5608

30/06/2006 6

2

1,4

30/12/200630-12-2024

Comune riceve

Se Euribor >6 Se Euribor <2 Se 6>Euribor>2

Comune paga

3,5

4,5605 3,5 7,40 4,5602 a 4,2 a 4 (purple) 4,2429 Euribor+1,4

Carini (3° contratto) - Irs Purple Collar 30.11.2005 Comune Prov.

Carini

Pa

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 30/11/2005 3.437.313,60

Periodo

Soglie-barriera

3012/2005 30/06/2006 6,2

2

2,72

30/12/200630-06-2029

Se Euribor >6,2 Se Euribor <2 Se 6,2>Euribor>2

Comune riceve

Comune paga

6

5

6

5 8,92 5,7 (purple) Euribor+2,72

6

CASSARO Cassaro - Irs 28.02.2003 Comune

Cassaro

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Sr

BNL

28/02/2003 1.165.465,13

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

--

--

2,5

50

Periodo

30/06/200330-12-2021

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

6,0306 a Euribor+2,5 7,75


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

CASTROREALE Castroreale - Irs con Collar 20.04.2005 Comune

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Castroreale Me

BNL

20/04/2005 1.198.844,80

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Comune riceve

Soglie-barriera

Periodo

Comune paga

31/12/2004

4,4

30/06/2005

4,4

31/12/2005

4,4

30/06/2006 5,9

2

2

30/12/200630-12-2019

Se Euribor >5,9 Se Euribor <2 Se 5,9>Euribor>2

Up-front

Rinegoz.

--

No

4,4 7,90 4,4 Euribor+spread

5,2674 a 4,9

CATANIA Catania (1° Contratto) - Irs In & Out 03.04.2003 Comune

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Ct

BNL

03/04/2003 138.798.282,00

Catania

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

5,5 a 6 (soglie out)

2

Periodo

Soglie-barriera

Se Euribor >soglie out 31/12/2002 Se Euribor <soglie out 31-12-2017

Comune riceve

Comune paga

6,1739 a 5,556

Up-front

Rinegoz.

2.333.333

No

euribor + spred 5,45 a 5,75

Catania (2° Contratto) - Irs In & Out 03.04.2003 Comune

Prov.

Catania

Ct

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

Banca 03/04/2003 138.798.282,00 di Roma 5,5 a 6 (soglie out)

2

Se Euribor >soglie out 31/12/2002 Se Euribor <soglie out 31-12-2017

Up-front

Rinegoz.

2.333.333

No

Up-front

Rinegoz.

2.333.333

No

euribor + spred 6,1739 a 5,45 a 5,75 5,556

Catania (3° Contratto) - Irs In & Out 03.04.2003 Comune

Prov.

Catania

Ct

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Banca 03/04/2003 138.798.282,00 di Roma

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

5,5 a 6 (soglie out)

2

Periodo

Soglie-barriera

Se Euribor >soglie out 31/12/2002 Se Euribor <soglie out 31-12-2017

Comune riceve

Comune paga

euribor + spred 6,1739 a 5,45 a 5,75 5,556

CHIARAMONTE GULFI Chiaramonte Gulfi - Irs Collar 28.10.2003 Comune

Chiaramonte Gulfi

Prov.

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Rg

BNL

28/10/2003

2.402.411,27

Acquisto Cap

6,5

Vendita floor

1,9 (12/2003-06/2005) 2,5 (06/2005-06/2007) 3 (06/2007-06/2008) 3,5 (06/2008-06/2012) 4 (06/2012-12/2021)

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

2,4 Se Euribor >6,5 30/12/200530-12-2024

Se Euribor <1,9-2,5-3-3,5-4

Se 6,5>Euribor>1,9-2,5-3-3,5-4

51

8,90 5,8742 a 5,5

6,5

Euribor+2,4

Up-front

Rinegoz.

205.000

Si


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

COLLESANO Collesano - Irs con cap 21.06.2004 Comune

Prov.

Collesano

Pa

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Banca

Data iniziale

BdS

21/06/2004 1.877.018,81

Vendita floor

6

Spread

--

1,5

Comune riceve

Soglie-barriera

Periodo

Se Euribor >6 Se Euribor <6

30/06/200430-12-2013

Comune paga

Up-front

Rinegoz.

18.770

No

7,50 4,91 a Euribor+1,5 4,93

FRANCOFONTE Francofonte - Irs Collar 29.12.2005 Comune

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Sr

UBM

29/12/2005 4.820.696,67

Francofonte

Acquisto Cap

6,25 7,4 7,9

Vendita floor

Spread

3 1,55 (06/05-12/06) 3,7 0,4 (12/06-12/12) 4,2

Periodo

Comune riceve

Soglie-barriera

Se Euribor >6,25-7,4-7,9 30/06/200530-12-2018

-0,1

(12/12-12/18)

Se Euribor<3-3,7-4,2 Se 6,25>euribor>3 Se 7,4>euribor>3,7 Se 7,9>euribor>4,2

Comune paga

Up-front

Rinegoz.

--

No

Up-front

Rinegoz.

26.400

No

Up-front

Rinegoz.

6.000

No

7,8 4,94 a 4,45

4,55-4,1-4,1

Euribor+spread

GIARDINI NAXOS Giardini Naxos (1° Contratto) - Irs con Collar 25.06.2004 Comune

Giardini Naxos

Prov.

Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 25/06/2004 2.910.563,00

Periodo

Soglie-barriera

30/06/2004 6,8

3,5

1,98

30/12/200430-12-2027

Comune riceve

Comune paga

6

4,1

6 oppure Se Euribor >6,8 8,78 Se Euribor <3,5 6,3 (se 5,48 Se 6,8>Euribor>3,5 euribor>6) Euribor+spread

Giardini Naxos (2° Contratto) - Irs con Collar 25.06.2004 Comune

Giardini Naxos

Prov.

Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 25/06/2004 2.207.615,00

Periodo

Soglie-barriera

30/06/2004 31/12/2004 6,8

3,5

2,46

30/06/200531-12-2017

Se Euribor >6,8 Se Euribor <3,5 Se 6,8>Euribor>3,5

Comune riceve

Comune paga

6,8798

4,63

6,8071

5,96 9,26 5,96 Euribor+spread

6,7209 a 5,7282

LEONFORTE Leonforte- IrsPurple Collar 08.03.2006 Comune

Prov.

Leonforte En

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

BNL 08/03/2006 7.739.653,03

Periodo

Soglie-barriera

31/12/2005 30/06/2006 6

2,4

0,56

Se Euribor >6 SeEuribor <2,4 Se 5,9>Euribor>2,1 Se Euribor >6 31/12/2004SeEuribor <2,4 31-12-2035 Se 5,9>Euribor>2,1 31/12/200431-12-2035

52

Comune riceve

Comune paga

4,054 4,0432

3,2

4,0318 a 3,9712 3,97

6,56 3,7 Euribor+0,56 6,56 3,7 Euribor+0,56

Up-front

Rinegoz.

No


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

MESSINA Messina - Irs con Collar 28.06.2007 Comune

Messina

Prov.

Banca

Me

Dexia Crediop

Capitale Nozionale

Data iniziale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Soglie-barriera

Periodo

Comune riceve

Comune paga

28/06/2007 88.500.000,00 6,6

4,89

0,63

30/06/200730-12-2036

Up-front

Rinegoz.

--

Si

Up-front

Rinegoz.

--

Si

Up-front

Rinegoz.

--

Si

Se Euribor >6,6 7,23 4,63159 a Se Euribor <4,89 5,42 4,321 Se 4,89<Euribor<6,6 Euribor+spread

Messina - Irs con Collar 28.06.2007 Comune

Messina

Prov.

Banca

Me

Dexia Crediop

Capitale Nozionale

Data iniziale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

30/12/200730-12-2036

Se Euribor > Se Euribor < Se >Euribor>

4,63159 a 4,321

Comune paga

28/06/2007 109.175.667,04

Messina - Irs con Collar 28.06.2007 Comune

Messina

Prov.

Banca

Me

Dexia Crediop

Capitale Nozionale

Data iniziale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Soglie-barriera

Periodo

Comune riceve

Comune paga

28/06/2007 14.161.437,53 6,99

4,95

0,99

30/12/200630-12-2031

Se Euribor >6,99 6 oppure 7,98 Se Euribor <4,95 6,3 (se 5,94 Se 6,99>Euribor>4,95 euribor>6) Euribor+spread

MAZARA DEL VALLO Mazara del Vallo - Irs con Purple Collar 08.11.2004 Comune

Prov.

Mazara del Vallo

Tp

Banca Data iniziale

BNL

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

08/11/2004 18.976.428,41

Periodo

Soglie-barriera

31/12/2004 5,5

2,1

1,62

30/06/200530-12-2014

Comune riceve

5,2328 Se Euribor >5,5 Se Euribor <2,1 Se 5,5>euribor>2,1

Comune paga

3,4

Up-front

Rinegoz.

189.700

No

Up-front

Rinegoz.

30.000

Si

Up-front

Rinegoz.

75.000

Si

7,12 5,1983 a 5 (tasso purple) 5,0365 euribor + spread

NIZZA DI SICILIA Nizza di Sicilia - Irs con Collar 23.02.2006 Comune

Prov.

Nizza di Sicilia

Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

Intesa 23/02/2006 3.318.054,00 6

3,15

1,45

31/12/200531-12-2018

Se Euribor >6 Se Euribor <3,15 Se 6>Euribor>3,15

4,99

7,45 4,6 Euribor+spread

MONTALBANO ELICONA Montalbano Elicona - Irs In & Out 22.05.2003 Comune

Montalbano Elicona

Prov.

Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

--

3,8 a 5,8 (soglie ont)

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

BNL 22/05/2003 3.794.503,09 2,15

Se Euribor >soglie out euribor + 2,15 30/06/20036,5748 a Se Euribor <soglie out 4,9 a 6,3 (tassi in) 31-12-2022 5,1114

53


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

PALAZZOLO ACREIDE Palazzolo Acreide - Irs In & Out 05.12.2002 Comune

Palazzolo Acreide

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Sr

BNL

05/12/2002 1.962.536,22

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

--

4,5 a 6,2

2,3

Periodo

Comune riceve

Soglie-barriera

Comune paga

Se Euribor >soglie out 30/06/2003Se Euribor <soglie out 30-12-2021

(soglia out)

Up-front

Rinegoz.

120.000

No

Up-front

Rinegoz.

115.000

No

euribor+2,3 3 a 4,75 (tassi in)

Palazzolo Acreide - Irs In & Out 05.12.2002 Comune

Palazzolo Acreide

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Prov.

Banca

Data iniziale

Sr

BNL

05/12/2002 1.873.680,05

Vendita floor

--

Spread

4 a 6,2

2,4

(soglia out)

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

Se Euribor >soglie out 30/06/20035,2464 a Se Euribor <soglie out 30-12-2021 5,5322

euribor+2,4 4,95 (tasso in)

RADDUSA Raddusa - Irs con cap 13.05.2004 Capitale Nozionale

Comune Prov.

Banca Data iniziale

Raddusa Ct

B.d.S. 01/05/2004 2.763.724,00

Acquisto Vendita Spread Cap floor

Periodo

Comune Comune paga riceve

Soglie-barriera

Up-front Rinegoz.

36.240 6 (strike cap)

--

2,5

Se Euribor >sogliestrikecap 31/12/200331-12-2022 Se Euribor <sogliestrikecap

2,9

No

8,05 Euribor+2,05

RIPOSTO Riposto (1°contratto) - Irs con Collar 28.06.2004 Comune Prov. Banca Data iniziale

Riposto

Ct

Capitale Nozionale

Acquisto Vendita Cap floor

Spread

BNL 28/06/2004 1.723.368,80

Periodo

Soglie-barriera

30/06/2004 31/12/2004 6

2,9

1,43

30/06/200530-12-2024

Se Euribor >6 Se Euribor <2,9 Se 6>euribor>2,9

Comune riceve

Comune paga

5,8428

4,43

5,8397

4,43 7,43 4,33 euribor + spread

5,5281 a 4,558

Up-front Rinegoz.

91.000

No

Riposto (2°contratto) - Irs con Collar 03.10.2005 Comune Prov. Banca Data iniziale

Riposto

Ct

Capitale Nozionale

Acquisto Vendita Cap floor

Spread

BNL 03/10/2005 9.152.477,79

Periodo

Soglie-barriera

30/06/2006 30/12/2006 6

2,85

0,5

30/06/200730-12-2030

Se Euribor >6 Se Euribor <2,85 Se 6>euribor>2,85

Comune riceve

Comune paga

4,2715

3,3

4,2645

3,3 6,50 3,35 euribor + spread

4,2568 a 3,88

Up-front Rinegoz.

--

No

ROMETTA Rometta - Irs In & Out 18.11.2002 Comune

Prov.

Rometta Me

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

BNL 18/11/2002 4.977.577,79 --

4,1 a 5,9 (soglie ont)

2,4

30/06/200331-12-2022

54

Se Euribor >soglie out Se Euribor <soglie out

5,9015a 5,3364

euribor + 2,4 5,7 a 5,2 (tassi in)

Up-front

Rinegoz.

300.000

No


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

ROSOLINI Rosolini - Irs Collar 21.12.2007 Comune

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Sr

BNL

21/12/2007 10.185.084,36

Rosolini

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Soglie-barriera

Periodo

Comune riceve

Comune paga

3,716

3,6

30/12/2007 2,2 -0,9 30/06/2008 5,5 2,2 -0,55 30/12/2008 5,5 2,2 -0,1 30/06/2009 5,95 3,1 0,15 30/12/2009 5,95 3 0,5 (06/2010-12/2010) 5,95 2,75 0,6 (06/2011-06/2015) 5,9 2,75 0,6 (12/2015-06/2018) 5,85 2,75 0,6 (12/2018-06/2023) 5 2,5 0,55 (12/2023-12/2027)

Up-front

Rinegoz.

--

Si

5,5

Se euribor>5-5,5-5,85-5,9-5,95

Cap+spread

30/06/2008Se euribor<3,1-3-2,75-2,5-2,2 30-12-2027

3,7160 a 4,9270

Se 5,95-5,9-5,85-5,5-5> >euribor> >3,1-3-2,75-2,5-2,2

Floor+spread

Euribor+spread

SAN VITO LO CAPO San Vito Lo Capo - Irs Collar 07.05.2003 Comune

Prov.

SanVito Lo Capo

Tp

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Soglie-barriera

Periodo

Comune riceve

Comune paga

BNL 07/05/2003 2.413.331,18 SeEuribor > SeEuribor < Se >euribor>

30/06/200330-12-2022

Up-front

Rinegoz.

61.000

No

5,7866a 5,25

SIRACUSA Siracusa Comune - Irs 03.08.2007 Comune

Siracusa

Prov.

Banca Data iniziale

Sr

BdS

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Comune riceve

Soglie-barriera

Comune paga

03/08/2007 8.197.752,76

Up-front Rinegoz.

-5,75 2,75 (12/2007-06/2010) (12/2007-06/2010) 6 3 (12/2010-06/2013 6,4 (12/2010-06/2013) (12/2013-06/2015) 3,4 6,3 (12/2015-12/2018) (12/2013-12/2018)

0,95 Se euribor>5,75-6-6,3-6,4 30/06/200730-12-2018

No

Cap + Spread 5,305 a Floor + 4,871 Spread

Se euribor<2,75-3-3,4 Se 5,75-6-6,3-6,4>euribor>2,75-3-3,4

Euribor + Spread

TAORMINA Taormina - Irs In & Out - 05.12.2002 Comune

Capitale Nozionale

Prov.

Banca

Data iniziale

Taormina Me

BNL

05/12/2002 1.370.422,00

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune Comune paga Up-front riceve

30.000 --

da 4,2 a 6 0,42 (soglie out)

55

Se Euribor >soglie out Euribor + 2 31/12/2002- Se Euribor <soglie out da 3,25 a Euribor+0,42 31/12/2021 5,7

Rinegoz.

No


Corte dei conti – Sezione di Controllo per la Regione siciliana

TORRETTA Torretta - Irs Purple Collar 03.09.2004 Comune

Torretta

Prov.

Pa

Capitale Nozionale

Banca

Data iniziale

BNL

03/09/2004 796.790,83

Acquisto Cap

5,9

Vendita floor

2,1

Spread

1,17

Periodo

31/12/200431-12-2023

Soglie-barriera

Se Euribor >5,9 Se Euribor <2,1 Se 5,9>Euribor>2,1

Comune riceve

Comune paga

Up-front

Rinegoz.

7.900

No

7,07 5,3496 a 4,8 (purple) 4,6 Euribor+1,17

SIRACUSA PROVINCIA Siracusa Provincia - Irs In & Out 04.03.2003 Comune

Prov.

Siracusa Sr Provincia

Banca

Data iniziale

Capitale Nozionale

Acquisto Cap

Vendita floor

Spread

Periodo

Soglie-barriera

Comune riceve

Comune paga

BNL 04/03/2003 22.201.567,89 --

3,8 a 6,2

2

(soglieout)

56

Se Euribor >soglie out 30/06/2003Se Euribor <soglie out 30-12-2021

5,844 a 5,5

euribor + 2 5,50

Up-front

Rinegoz.

780.000

No


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