ROMA: L’AMBIENTE E LE ORIGINI
A cura di Marina Pirovano
CHI I Latini erano una popolazione di origine indoeuropea, dedita all’agricoltura (legumi e cereali) e alla pastorizia (bovini, ovini, suini).
A cura di Marina Pirovano
DOVE Sui colli sovrastanti il fiume Tevere, poco lontano dal mare, alcune comunitĂ avevano fondato
dei
piccoli
villaggi
di
capanne,
dapprima sul colle Palatino e in seguito sui colli
circostanti.
La
zona
collinare
era
protetta dalle inondazioni del fiume che frequentemente circostante.
A cura di Marina Pirovano
allagava
la
pianura
Il colle Palatino dominava il Tevere proprio nel punto in cui l’isola Tiberina costituiva un agevole passaggio per chi voleva attraversare il fiume.
A cura di Marina Pirovano
PERCHÉ Alla foce del Tevere, che era navigabile, c’erano le saline. Per conservare la carne e per fare il formaggio, i Latini avevano bisogno del sale che poteva essere caricato sulle navi e trasportato verso l’interno del territorio. Ai piedi del Palatino nacque un fiorente mercato, soprattutto di sale. Attraverso la via che prese il nome di Salaria, il sale poteva arrivare dalla costa fino all’Appennino. Dalla
A cura di Marina Pirovano
foce del Tevere, inoltre, i Latini potevano spingersi nel Mediterraneo.
A cura di Marina Pirovano
QUANDO
A cura di Marina Pirovano
COME Intorno al 900 a.C., gli abitanti dei villaggi iniziarono a lavorare il ferro. Lo sviluppo dell’artigianato e del commercio ebbe come conseguenza l’ampliamento e la crescita dei borghi originari. Intorno al 700 a.C. i sette villaggi si unirono in una lega per meglio affrontare gli attacchi dei popoli vicini, in particolare
degli
Etruschi.
Il
territorio
intorno ai colli fu recintato da mura e i villaggi, ormai unificati, si organizzarono con A cura di Marina Pirovano
un esercito con a capo un re. Nacque la città di Roma: il colle Palatino si trasformò nel Foro, centro della vita pubblica, luogo di incontro e di mercato.
A cura di Marina Pirovano
La
popolazione
prevalentemente da
era
costituita
Latini
alla quale si
aggiunsero i Sabini, abitanti dei colli del Viminale e del Quirinale (leggenda “Ratto delle Sabine�).
A cura di Marina Pirovano
LEGGENDA SULLA NASCITA DI ROMA Il re della città di Alba Longa, Amulio, nell'antico Lazio, aveva una nipote: la sacerdotessa Rea Silvia. Rea Silvia ebbe due gemelli e lo zio,che era il re della città, per timore che i due bambini potessero prendere il suo posto,ordinò di uccidere la donna e i due bambini. Le guardie del re Amulio, però, non ebbero il coraggio di uccidere i due bambini e così li misero in un cesto e li abbandonarono sulle rive del Tevere. La cesta si arenò; i due gemelli piangevano e il loro pianto fu udito da una lupa che provvide a portare la cesta nella sua tana e diede loro il suo latte. Il pastore Faustolo, passando vicino alla tana, vide il cesto con i due gemelli, s’ impietosì , li prese e li portò a casa sua dove li allevò insieme a sua moglie.
A cura di Marina Pirovano
Divenuti grandi, i due gemelli Romolo e Remo, conobbero la loro storia e così tornarono ad Alba Longa per scacciare Re Amulio,colui che cercò di ucciderli quand'erano ancora in fasce. Numitore, in segno di gratitudine verso i nipoti, permise loro di fondare un’altra città sulle sponde del fiume Tevere. Così, Romolo scelse il colle Palatino e Remo l’Aventino. La leggenda narra che i confini tracciati dal primo (di cui in tempi recenti sono stati trovati i resti delle mura), forse per scherzo, forse per gelosia, furono oltrepassati da Remo che, in seguito a tale affronto, fu ucciso proprio per mano del fratello Remo.
In questo modo Romolo si impossessò da solo del potere e la città, appena fondata, prese il nome dal suo fondatore. Era così nata Roma: secondo la tradizione era il 21 aprile del 753 a.C. A cura di Marina Pirovano