In caso di mancato recapito si restituisca a Maico srl a socio unico, cas. post. n°. 20, Periodico Tecnogramma - Sped. in A.P. 70% - DCB Bolzano - N° 2/2004 Autoriz. Dir. Prov. BZ N° 3399/R4 S. Leonardo (BZ) che si impegna a pagare la relativa tassa - Contiene inserto pubblicitario. Registrato tribunale di Bolzano N° 1/91RST Direttore responsabile: E. Krumm - Direttore: 758069 - 02/2011 W. Reisigl, Cas. post. N. 20 S. Leonardo
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In questo numero:
COLLANTE
Se tra vetrocamera e profilo c'è la colla
MARCATURA CE
Metodi a confronto: autocertificazione, cascading e prova ITT
CASACLIMA
Il marchio di qualità della finestra m gr a m e cno e T o ch ss Ad e ò an s i p u l t a r e! asco
Grazie agli oscuranti il risparmio energetico prende quota
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FEBBRAIO 2011
L'efficienza spicca il volo
Editoriale L'efficienza spicca il volo Il foro finestra è il campo dove si gioca una partita molto importante: quella tra l'isolamento e le dispersioni. Il premio in palio è l'efficienza energetica dell'edificio. I contendenti si affrontano per due tempi, e non possono certo abbassare la guardia nei supplementari. Primo tempo: il serramento. I costruttori di infissi sanno come mettere a punto infissi performanti, ad alta tenuta e bassa trasmittanza termica. La marcatura CE li ha costretti a lavorare sodo, ma i risultati di questa preparazione si vedono. Secondo tempo: la posa del serramento. Qui le infiltrazioni provano a dire la loro, con controtelai metallici e davanzali passanti che insidiano l'involucro e creano ponti termici. Ma la reazione dei posatori non si fa attendere. Armati di prodotti isolanti, schiume e sigillanti, riescono a frenare l'avanzata delle dispersioni. Tempi supplementari: gli oscuranti. La partita non è ancora finita, quanto fatto a livello di serramento e di installazione rischia di essere vanificato con l'aggiunta dell'oscurante. Gli spifferi riescono infatti a sfondare la difesa passando dal cassonetto per le tapparelle, mentre il cappotto viene forato con elementi metallici per fissare il fermapersiana… che peccato! Questa partita può finire diversamente. Gli oscuranti sono molto di più che accessori da montare a lavoro finito. Tanto prima vengono integrati nel progetto del foro finestra, tanto meglio riusciranno a svolgere la loro funzione di proteggere dal surriscaldamento estivo. L'articolo di apertura di questo numero è un approfondimento sui sistemi schermanti: quali erano, quali sono e quali saranno. E un invito a cercare nuove soluzioni per fare volare l'efficienza energetica.
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La redazione
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Sommario PAGINA 4
Ad e s so si può Tecnogram ma anche ascolt Anda a r e! te a p ag. 46
Magazine
PAGINA 6
Uno sguardo sugli oscuranti
Viaggio tra persiane, tapparelle, frangisole e ultime tendenze per scoprire le soluzioni più energeticamente efficienti. Con le testimonianze di quattro operatori del settore.
Idee Maico per montare gli oscuranti su cappotto, pag. 18
Il Portacardini Aladim per fissare scuri e persiane e il Cassotelaio per tapparelle e frangisole.
PAGINA 20
La giusta misura
Commisurare le performance del serramento alle caratteristiche del territorio: lo dice la norma UNI 11173, che definisce le prestazioni minime degli infissi a seconda della zona in cui saranno installati.
PAGINA 24
Cólla còlla tiene meglio
L'incollaggio strutturale del vetro come metodo alternativo per costruire finestre. I consigli di un'esperta di vetro e di un serramentista che ha appena convertito la produzione.
Intervista a Urs Uehlinger, pag. 32
Parla l'ingegnere svizzero che ha ideato questa tecnica.
PAGINA 34
Mettetevi alla prova!
I pro e i contro dei tre metodi per misurare le prestazioni dei serramenti ai fini della marcatura CE: autocertificazione, cascading e prova di laboratorio.
PAGINA 40
Qualità a colpo d'occhio
È arrivato il marchio "Finestra Qualità CasaClima", un'indicazione immediata sul valore della finestra. Due consulenti Maico supportano i serramentisti nell'iter per conseguirlo.
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Numero 21 - Febbraio 2011
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Magazine SERVIZI
Maico Log oltre Maico Maico Log, il servizio informatizzato per gestire in modo ottimale il proprio magazzino ferramenta, da oggi si apre anche ad altri prodotti. Non solo le scorte dei meccanismi Maico, ma anche le quantità di profili, vernici, viti e di tutta la merce a stock potranno essere monitorate tramite i lettori ottici: appena le giacenze scenderanno sotto il livello prestabilito, Maico Log lo segnalerà. L'intero magazzino potrà così essere gestito in maniera informatizzata, con la stessa interfaccia software e con gli stessi lettori
ottici finora utilizzati. I vantaggi? Il monitoraggio in tempo reale della merce permette di: • tenere le scorte al minimo • tagliare i costi di mantenimento del magazzino • avere gli articoli sempre disponibili • velocizzare gli ordini. Per maggiori informazioni: d.mirandola@maico.com
PRODOTTI
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Lunga vita al colore!
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Non accontentatevi dei soliti colori standard (bianco, marrone, nero-grigio): da oggi le guarnizioni Deventer in elastomero termoplastico sono disponibili in qualsivoglia colorazione RAL, con la garanzia di elevata qualità e stabilità del colore.Per rispondere ad esigenze estetiche particolari della clientela e per offrire soluzioni personalizzate di qualità, si possono ordinare (rispettando un quantitativo minimo di metri per colore) guarnizioni in colori fuori standard, idonee ai sistemi in legno o misti. Questa offerta permette di uniformare la tinta tra guarnizione a telaio e vernice del serramento, di osare abbinamenti innovativi, nonché di coordinare cromaticamente la guarnizione con gli elementi delle altre linee di Maico Rustico e Multi. Una possibilità in più per valorizzare il vostro serramento.
MAGGIORI INFORMAZIONI
PRODOTTI
Un profilo che facilita sigillatura e intonacatura Corretto posizionamento del sistema di sigillatura e intonacatura perfetta: è possibile con il nuovo profilo Maico in PVC con rete per intonaco, applicabile su qualsiasi sistema di controtelaio a "L" tramite nastro biadesivo premontato (che compensa anche eventuali movimenti di dilatazione). Questo sistema permette di gestire in maniera ottimale la sigillatura e l'intonacatura, da un lato determinando la posizione corretta del filo intonaco e del sigillante (un nastro precompresso autoespandente, come per esempio illmod 600, da inserire nella cava già predisposta nel profilo), dall'altro garantendo l'assenza di fessure critiche tra gli elementi. Il profilo, grazie alla sua forma ad angolo, alla rete di armatura e al fatto che arriva a coprire il fronte del controtelaio, permette infatti di abbracciare con l'intonaco tutti gli elementi sottostanti, ovvero muro, cappotto e controtelaio.
PRODOTTI
Partire con il "piede" giusto La nuova pellicola "Barriera al vapore" della linea Proposa di Maico, con guarnizione in gomma e rete per intonaco, rende la posa più pratica, flessibile e affidabile. Infatti, grazie al sistema di applicazione ad incastro, non bisogna più preoccuparsi di eventuali problemi di adesione tra la superficie del controtelaio e la pellicola stessa. Alla pellicola è saldata una guarnizione con uno speciale piede: la posa avviene semplicemente infilando il piede in un canalino da 4 mm. Si può così trasportare in cantiere il controtelaio con pellicola già montata senza timori: se durante il trasporto la guarnizione dovesse sfilarsi dall'alloggiamento, per rimontarla basterebbe un attimo.
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Per contattare l'agente Maico della propria zona, visitare la pagina internet www.maico.com/agenti
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Uno sguardo sugli oscuranti Il mondo degli oscuranti è bello perché è vario. Talmente vario che – tra scuri e scuretti, tapparelle e frangisole, veneziane integrate e vetri elettrocromici – il rischio è di perdersi. O di restare aggrappati alla tradizione lasciandosi sfuggire i benefici della tecnologia. Con l'aiuto di un progettista, un esperto di vetro, un impresario e un venditore, addentriamoci nel mercato dei sistemi oscuranti per scoprire quali sono le soluzioni più efficaci per abbassare i consumi energetici.
Incidono sul risparmio energetico I sistemi oscuranti, così come i serramenti e la loro posa, influenzano il risparmio o lo spreco di energia negli edifici. Specialmente in quelli moderni, dotati di grandi vetrate panoramiche che in estate rischiano di surriscaldare l'ambiente interno se non adeguatamente schermate. Così come per i serramenti, inoltre, anche per gli oscuranti il montaggio non va improvvisato ma pensato già in fase di progetto, pena la perdita di efficienza energetica. Aggiungere persiane o tapparelle a lavoro finito, magari forando il cappotto con elementi metallici, significa generare ponti termici e infiltrazioni in un involucro fino a quel momento ermetico e isolato.
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A che servono? Sembra una domanda banale, ma per valutare la bontà dei sistemi oscuranti è necessario avere ben chiare le funzioni che devono essere in grado di svolgere. Proteggono dal caldo e dalla luce La funzione primaria degli oscuranti è, come dice il nome, quella di "rendere scuro", di ombreggiare per evitare che in estate l'irraggiamento faccia aumentare la temperatura all'interno dell'edificio. In altre parole un oscurante riduce i consumi energetici per la climatizzazione estiva. Si tratta quindi di dosare o bloccare la radiazione calorica e quella luminosa.
Oltre a fermare il calore, infatti, l'oscurante regola la luminosità ed evita l'abbagliamento. Proteggono dal freddo Ci si pensa di meno, ma i sistemi schermanti contribuiscono anche a ostacolare l'ingresso del freddo durante le notti invernali. L'incidenza sui consumi per riscaldamento e raffrescamento è innegabile. Lo conferma Roberto Magnanelli, impresario edile secondo cui, se gli edifici sono progettati e realizzati in modo energeticamente efficiente, della climatizzazione estiva si può persino fare a meno: "Negli edifici a
basso consumo energetico non entra il freddo e non entra il caldo. Certo, chi vuole i 10 °C ad agosto li può ottenere solo con un climatizzatore. Però la scorsa estate, quando fuori c'erano 36-38 °C, all'interno dei nostri edifici abbiamo misurato 25-26 °C". Proteggono la privacy Oltre alle funzioni legate a filo doppio ai consumi energetici ce n'è una che tutela la nostra riservatezza: l'oscurante nasconde agli sguardi esterni lo spazio interno. Viceversa, è molto gradita la possibilità di vedere fuori.
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'oscurante dosa l'ingresso di calore e luce. Ma protegge anche dal freddo
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Vetri di ieri e di oggi Parte delle funzioni degli oscuranti è svolta anche dal vetro delle finestre. Mario Boschi, consulente del gruppo Saint-Gobain, ci ricorda come il controllo solare per il raffrescamento estivo non sia una novità bensì abbia radici molto antiche: "L'effetto di non far passare una parte dei raggi solari già si otteneva coi vetri colorati, che si fabbricano da sempre, per esempio verdi. Una volta andavano di moda quelli marroni, poi sono arrivati quelli grigi e quelli blu… I vetri colorati erano una prima forma di filtro solare". Tornando al presente, le moderne vetrocamere basso emissive (che impediscono al calore interno di uscire) e selettive (che lasciano entrare i raggi luminosi ma non quelli infrarossi responsabili del surriscaldamento) sono capaci di risultati eccellenti. Prosegue Boschi: "Ci sono vetri che hanno un fattore solare del 10%. Cioè, considerando 100 tutta l'energia incidente, il vetro ne fa passare solo 10. Di fatto ha la funzione di una tenda esterna".
Come scegliere l'oscurante giusto? Per individuare la tipologia di oscurante più adatta all'edificio il progettista vaglia una serie di fattori, non da ultimo quello estetico, come riconosce l'ingegner Emanuele Tozzoli dello studio E2Project: "Molto è dettato dall'impatto estetico, quindi dalle esigenze dello studio di architettura o dall'esistenza di vincoli paesaggistici tali per cui bisogna per forza inserire la vecchia persiana anziché un sistema a lamelle. In questi casi si fa buon viso a cattivo gioco e si mette quello che è prescritto. Altrimenti a dettare i canoni dell'ombreggiamento sono le esperienze di studio su una tapparella piuttosto che su una tenda interna, su una veneziana o su un sistema a controllo solare che interviene solo nei momenti in cui ce n'è bisogno".
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Posizione Tra i fattori da cui dipenderà l'efficacia dell'oscurante c'è il suo collocamento rispetto alla finestra: • esterno • interno • integrato. Una schermatura posta all'esterno blocca la radiazione solare prima che entri nell'edificio e dissipa facilmente il calore assorbito. Per questo ottiene risultati migliori rispetto a una schermatura interna. La terza via è rappresentata dall'oscurante interno alla vetrocamera (vedi paragrafo "Veneziana integrata" a pag. 14). Regolazione Poter modulare l'ingresso della luce è senza dubbio un vantaggio. Un sistema oscurante regolabile ci permette di scegliere se far entrare tutta la luce, una parte (e quanta parte) della luce o se schermare completamente. Le esigenze cambiano, infatti, a seconda della stagione e dell'ora del giorno. Isolamento termoacustico Va da sé che il sistema oscurante non deve peggiorare il livello di isolamento raggiunto dalla finestra ma, al contrario, lo deve potenziare. Eppure le situazioni in cui l'oscurante rema contro l'efficienza del foro finestra sono frequenti, dalle persiane in materiali conduttori che si surriscaldano fino ai cassonetti per le tapparelle che veicolano l'aria dall'esterno verso l'interno.
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Motorizzazione Un'ultima caratteristica da soppesare è la possibilità di gestire in modo automatico l'apertura e la chiusura. La motorizzazione al posto della movimentazione manuale è comoda ma, soprattutto, spinge sul pedale dell'efficienza energetica. In che senso? Entriamo nel campo della domotica, dove la gestione integrata di finestre, porte, oscuranti, impianti di riscaldamento e climatizzazione può minimizzare gli sprechi e migliorare il comfort abitativo. Come sostiene l'ingegner Tozzoli: "Il vantaggio più interessante è proprio l'ottimizzazione dei consumi energetici. Poniamo, per esempio, di avere uno studio rivolto a ovest, con una bella vetrata che dà sul giardino, senza alberi davanti, nel quale in estate passo le ore serali. Se mi fossi scordato di tirare giù la tapparella, la sera rischierei di trovare una temperatura elevata. Allora dovrei aprire la finestra o, se fuori facesse ancora caldo, accendere il condizionatore". Se motorizzate, le lamelle del frangisole potrebbero scendere e inclinarsi all'ora preimpostata o, in uno scenario di domotica ancora più spinta, potrebbero attivarsi tramite sensori che percepiscono la radiazione solare.
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li oscuranti esterni alla finestra bloccano meglio il calore rispetto a quelli interni
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Cosa c'è sul mercato? Ora che abbiamo chiarito funzioni e qualità di un oscurante, possiamo passare in rassegna le soluzioni che esistono da secoli, decenni o solo da pochi anni. Scuretti interni La piccola anta che funge da oscurante è fissata direttamente alla finestra sul lato interno e dunque non interferisce con l'integrità e l'isolamento del foro. Dal punto di vista dell'efficienza, però, bisogna notare che gli scuretti interni bloccano i raggi solo dopo che hanno colpito e surriscaldato il vetro. E che non permettono di "dosare" la quantità di luce. Scuri e antoni La posizione esterna consente una schermatura efficace del calore ma, trattandosi di imposte cieche, la regolazione luminosa resta limitata. E niente vista sull'esterno. Persiane e gelosie Quello delle persiane e delle gelosie è un universo eterogeneo che scaturisce dalla fantasia dei serramentisti e dalle tradizioni regionali. Le varianti sono moltissime, da valutare tenendo presente il fattore regolazione: tanto più le lamelle sono regolabili, tanto più sarò libero di gestire l'ingresso della luce. Quindi sì alle lamelle orientabili, meglio ancora se abbinate allo sportello a sporgere (alla genovese). Le persiane sembrano essere ancora "le più amate dagli italiani". A Vincenzo Rizzo, responsabile commerciale di Edilpiù che conta quattro show-room di serramenti in Romagna, abbiamo chiesto quali sono gli oscuranti più venduti: "Nella nostra zona il prodotto di punta è sicuramente la persiana in alluminio con le stecche orientabili: l'alluminio perché non richiede manutenzione, le stecche regolabili perché permettono di dosare la quantità di luce. Il suo tallone d'Achille rimane la conducibilità termica. Per esempio, se d'estate la persiana è esposta al sole ed è troppo vicina alla finestra, le trasmetterà calore. L'importante è che il progetto preveda una certa distanza tra la finestra e la persiana, oppure che preveda cornicioni un po' più sporgenti che gettino un cono d'ombra sull'infisso in alluminio. Tutto va coordinato all'interno del progetto". È la dimostrazione che anche un punto debole come la conducibilità termica del materiale smette di essere un problema se il progettista ne tiene conto e integra l'elemento in maniera intelligente con il resto dell'edificio.
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L'efficienza energetica pone nuovi problemi. Consideriamo per esempio il montaggio delle persiane su cappotto. È chiaro che usare gli stessi cardini che si impiegherebbero sulla muratura non è possibile, ma sul mercato già esistono prodotti per soddisfare questo nuovo bisogno (per il fissaggio su cappotto Maico ha sviluppato accessori appositi come il Portacardini Aladim, vedi approfondimento a pag. 18). Oppure, con un po' di creatività, le soluzioni si possono inventare, come ha fatto Roberto Magnanelli: "I cambiamenti in genere fanno paura, per fortuna a me stimolano molto. In ogni caso la paura è molto più grande di quanto dovrebbe essere. A me molte cose si sono semplificate, siamo riusciti a ottenere risultati altissimi a costi bassissimi. Per montare le tapparelle, o anche le persiane e gli scuri, ci siamo inventati dei cubetti di legno e il montaggio è diventato più semplice e veloce che sulla muratura. Il tempo che abbiamo risparmiato lo abbiamo fatto risparmiare anche ai nostri clienti, loro sono stati contenti e noi con loro".
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Tapparelle avvolgibili Proseguendo nella nostra panoramica sulle tipologie di oscuranti incontriamo le tapparelle. Riprendiamo in mano la nostra lista di fattori: • posizione • regolazione • isolamento • motorizzazione. Posizione e possibilità di motorizzazione ok. Anche la regolazione della luce è abbastanza flessibile, specialmente nel sistema "alla genovese". Il tasto dolente è l'isolamento. Se le tapparelle sono in alluminio in estate tenderanno a surriscaldarsi, mentre se il cassonetto del rullo non è ben coibentato causerà infiltrazioni. Anche in questo caso i problemi sono risolvibili. Basta optare per un altro materiale o inserire nel progetto un
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e persiane sono ancora le più vendute, ma i frangisole sono tecnicamente più evoluti
accorgimento che contrasti il surriscaldamento dell'alluminio, per esempio un terrazzino o un aggetto che proietti la sua ombra sulle tapparelle. Per evitare l'ingresso di aria attraverso il cassonetto, invece, si può scegliere un modello ermetico con manutenzione dall'esterno (il Cassotelaio di Maico è stato sviluppato proprio per impedire il passaggio dell'aria, vedi approfondimento a pag. 19) Frangisole I frangisole, anche detti raffstore o brise-soleil o tende veneziane esterne, sono l'evoluzione delle tapparelle. Il controllo sulla luminosità è massimo: si può decidere non solo l'altezza a cui far scendere (o salire nei modelli a impacchettamento inferiore) le lamelle, ma anche la loro inclinazione. Inoltre il rischio del surriscaldamento è scongiurato perché l'aria circola tra le stecche dissipando il calore. Va sempre prestata attenzione, però, all'isolamento del cassonetto. I frangisole sono oscuranti tecnicamente evoluti che si sposano perfettamente con gli edifici a basso consumo energetico. Nonostante stiano penetrando il mercato, nella classifica dei "più venduti" rimangono dietro alle persiane. Abbiamo chiesto perché a Vincenzo Rizzo: "Per due motivi. Il primo è il costo: sono prodotti di alta tecnologia che hanno costi sensibilmente più alti rispetto ad altri tipi di prodotti. E poi perché hanno caratteristiche estetiche prettamente votate a fabbricati in stile moderno. In questi ultimi anni si interviene molto sulle ristrutturazioni e meno sul nuovo. Quando si ristrutturano fabbricati rustici che hanno più di venti o trent'anni, il progettista non reputa i frangisole adatti all'estetica della facciata, per esempio di un casolare di campagna. Ma, anche nel caso in cui li proponesse, spesso gli uffici tecnici delle amministrazioni comunali non concedono l'autorizzazione edilizia". L'ingegner Emanuele Tozzoli ci spiega
quali oscuranti preferisce a livello di prestazioni: "Ne prediligo due. Il primo è il frangisole perché riesce a spezzare la componente radiante diretta pur lasciando la possibilità di entrare alla luce parzialmente diretta e diffusa. Inoltre, nei casi in cui gli orientamenti sono sfavorevoli da ombreggiare come l'est, il sud-est o l'ovest (perché ricevono la luce la mattina e il pomeriggio quando il sole è basso, ndr), un meccanismo a lamelle riesce a fermare meglio la componente radioattiva solare indesiderata. L'altro sistema l'ho visto all'ultima fiera del Saie qui a
Bologna ed è l'ombreggiamento integrato con il fotovoltaico trasparente. Si tratta di pannelli solari fotovoltaici a celle mono o policristalline: lasciano passare la luce perché hanno una percentuale trasparente elevata ma allo stesso tempo, essendoci la cella di silicio, offrono un grado di ombreggiamento interno. Queste soluzioni mi hanno molto colpito, anche a livello estetico". Dunque celle fotovoltaiche inserite nella vetrocamera della finestra. Ci stiamo spingendo verso le nuove frontiere degli oscuranti.
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Con i vetri fotocromatici che si scuriscono, i palazzi si metteranno gli occhiali da sole» Saint-Gobain
Che cosa bolle in pentola? Il settore delle schermature solari ci riserva novità curiose e avveniristiche che vale la pena sondare.
Sezione della finestra con veneziana integrata prodotta da Finstral
Veneziana integrata Già da qualche anno sul mercato si vedono veneziane "interne" alla finestra. Il limite dei primi modelli era che nello spazio dove erano alloggiate le lamelle doveva entrare il cavetto per la movimentazione. Di conseguenza l'intercapedine tra le due lastre di vetro non era chiusa in modo ermetico. Oggi questo problema è stato risolto collocando la veneziana tra una vetrocamera sigillata (che assicura l'isolamento) e un vetro singolo eventualmente apribile (che permette la manutenzione). Finstral, che produce il serramento rappresentato in sezione qui a fianco, ha calcolato che il valore di trasmittanza termica Uw della finestra migliora di 0,1 W/m2K con la veneziana abbassata. Se si desidera il buio totale va previsto un sistema oscurante aggiuntivo.
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Fotovoltaico integrato "Esistono raffstore – aggiunge l'ingegner Tozzoli – sulle cui lamelle sono applicate celle fotovoltaiche di silicio. Queste lamelle svolgono la funzione di oscuranti e allo stesso tempo, dato che l'ombreggiamento è tanto più efficace quanto più è ortogonale ai raggi del sole, ottimizzano l'efficienza della cella fotovoltaica". Integrare celle fotovoltaiche sui frangisole comporterebbe un maggiore investimento iniziale, ma i costi sarebbero ripagati dal risparmio energetico. È un'opportunità interessante anche per l'edilizia residenziale e, perché no, per i condomini.
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L'impianto fotovoltaico integrato sulla facciata dell'edificio Enzian Tower a Bolzano
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Vetri di domani Abbiamo già visto che i vetri attuali fermano una grande parte della radiazione calorica, lasciando passare solo il 10%, in alcuni casi addirittura l'8% dell'energia solare. Oltre questi valori non ha senso andare perché, se è vero che in estate si fa volentieri a meno del calore in ingresso, è altrettanto vero che in inverno è comodo che il sole scaldi la casa. Di conseguenza la ricerca del settore vetrario si sta orientando non verso un ulteriore abbassamento del fattore solare ma verso la sua adattabilità alle condizioni di irraggiamento, come ci racconta Mario Boschi di Saint-Gobain: "Noi stiamo lavorando per fare i vetri elettrocromici e i vetri fotocromatici. Se lei ha degli occhiali, potrebbero essere fotocromatici, che cambiano di colore in funzione della quantità di luce che li colpisce. Più la luce è intensa, più il colore si scurisce. In poche parole, con i vetri fotocromatici, i palazzi si mettono gli occhiali da sole". Dunque i vetri fotocromatici si adattano automaticamente alle condizioni ambientali, mentre quelli elettrocromici? "L'elettrocromico – prosegue Boschi – cambia colore con l'applicazione di un campo elettrico. Il vetro della finestra da normale diventa, per esempio, bronzo. Il fotocromatico per l'edilizia è ancora fantascienza, l'elettrocromico invece è già realtà ma al momento è poco utilizzato perché molto costoso". Oggi il costo dei vetri elettrocromici, che cambiano colore quando si preme un interruttore e passa la corrente elettrica, è di centinaia di euro al metro quadro.
Il jolly verde Last but not least, ultimo ma non meno importante, è l'oscurante più ecologico di tutti: la vegetazione. Gli alberi piantati vicino alla casa – naturali al 100 per cento, economici, rilevanti tanto quanto l'orientamento dell'edificio – andrebbero presi in considerazione dallo stesso progettista. Specialmente quelli a foglie caduche, che fanno ombra d'estate e lasciano entrare il sole d'inverno.
Un'occasione per i serramentisti Negli ultimi anni chi costruisce finestre e porte ha affrontato molti cambiamenti per restare competitivo in un mercato che chiede certificazioni e alti valori di tenuta e isolamento. A volte è stato necessario modificare il metodo di lavoro, ma chi è riuscito ad adattarsi allo scenario dell'edilizia a
basso consumo energetico ne è uscito più forte, con più competenze, con prodotti più performanti. Non è solo un fabbricante di infissi, è diventato un esperto del foro finestra, inteso come serramento e giunto di posa. Nel foro finestra troviamo anche gli oscuranti, che invece sono rimasti ai margini di questo allargamento di conoscenze e know-how. Ed è un peccato. Chi compra una finestra, infatti, cerca anche un sistema schermante e sarebbe ben contento di rivolgersi a un unico interlocutore per serramento, posa e oscurante. Perché allora non cogliere quest'occasione? Con questo articolo abbiamo tracciato una panoramica del settore degli oscuranti, con i prodotti esistenti e quelli futuribili. Ma la soluzione ideale potrebbe ancora essere inventata. Magari combinando serramento e oscurante in un unico sistema integrato. Magari per mano di un serramentista.
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Gli alberi a foglie caduche ombreggiano d’estate e fanno entrare il sole d’inverno
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L'ARTICOLO IN PILLOLE • I sistemi oscuranti possono ridurre o azzerare i consumi per la climatizzazione estiva. • Per preservare l'efficienza energetica dell'edificio non vanno inseriti a lavoro finito forando il cappotto con elementi metallici, ma devono essere inclusi già nel progetto e montati con prodotti adeguati. • Oltre all'estetica, la scelta dell'oscurante dovrebbe tenere conto della sua posizione rispetto alla finestra, della possibilità o meno di regolare l'ingresso della luce, delle prestazioni isolanti e dell'eventualità di motorizzare apertura e chiusura.
MAGGIORI INFORMAZIONI Massimiliano Salvato Productmanagement Maico m.salvato@maico.com
RITRATTI Roberto Magnanelli
Vincenzo Rizzo è il responsabile commerciale di Edilpiù. L'azienda, specializzata nella vendita di serramenti, è stata fondata nel 1981 a Lugo (RA) dall'attuale amministratore Gian Paolo Bacchini. Oggi conta sessanta collaboratori, show-room a Ravenna, Imola, Bologna e un bacino di vendita che coincide con la zona della Romagna.
Vincenzo Rizzo
Roberto Magnanelli è contitolare assieme al fratello Andrea dell'Impresa Fratelli Magnanelli di Montescudo (RN). L'impresa edile, fondata dal nonno negli anni '40, si occupa sia di ristrutturazioni sia di nuove costruzioni, dal settore residenziale a quello alberghiero, dagli edifici pubblici ai centri benessere. Tra le realizzazioni più prestigiose c'è una CasaClima Goldnature a Rimini con un fabbisogno di appena 1 kWh/m2a.
Mario Boschi è consulente di SaintGobain, gruppo che progetta, realizza e distribuisce materiali per i settori dell'edilizia, dei trasporti e dell'industria. Attivo in 59 paesi con 4.500 collaboratori, in Italia il gruppo è presente dalla fine dell'Ottocento quando fu avviata la produzione vetraria nello storico stabilimento di Pisa.
Emanuele Tozzoli
Mario Boschi
Emanuele Tozzoli, classe 1982, laureato in Ingegneria Edile - Architettura, lavora per E2Project, studio di Rastignano (BO) che si occupa di progettazione e riqualificazione di edifici a basso consumo energetico. Tra i servizi della società: consulenza energetica, progettazione di impianti e domotica.
Idee Maico per montare gli oscuranti su cappotto Per scuri e persiane: Aladim Il Portacardini Aladim è il prodotto di punta della linea Proposa di Maico per montare scuri e persiane su edifici con cappotto. Il suo principale vantaggio? Concilia velocità di installazione ed efficienza energetica. Velocità e isolamento Nella prima fase del montaggio il Portacardini Aladim è dotato di una struttura portante in alluminio che facilita il posizionamento dei blocchi in poliammide e fibra di vetro. Poi le parti metalliche si asportano e rimangono solo i blocchi sui quali fissare i cardini: senza più ponti termici l'isolamento è totale. Il muratore non interviene Non c'è bisogno del muratore perché il Portacardini Aladim non va annegato nel mattone, né richiede zanche da murare. Basta fissare la cornice metallica con i chiodi premontati, utilizzare i blocchi portacardine come dime di sé stessi, forare e inserire i tasselli meccanici o chimici.
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Il cappottista ringrazia Lo strato di isolamento del cappotto è integro e privo di interruzioni. Inoltre Aladim non intralcia le operazioni di montaggio, che si susseguono indipendenti l'una dall'altra: il posatore monta il Portacardini Aladim, il cappottista posa lo strato isolante a filo dei blocchi e stende l'intonaco, il posatore installa gli oscuranti.
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Fermapersiana e spagnoletta L'integrità dello strato isolante è preservata anche in corrispondenza dei fermapersiana e della piastra per la spagnoletta. Sul telaio metallico di Aladim, infatti, si possono ancorare bracci con blocchi isolanti più piccoli che evitano di forare il cappotto con lunghi perni a lavoro finito.
Per tapparelle e frangisole: Cassotelaio Abbiamo visto che le tapparelle e, soprattutto, i frangisole sono tra le tipologie di oscuranti più valide. A patto che si faccia attenzione a un punto critico per l'isolamento: il cassonetto. Dispersioni Il cassonetto che accoglie il rullo con le stecche è una cavità vuota, spesso chiusa con un sottile coperchio frontale, in cui l'aria esterna entra: il freddo arriva così a pochi centimetri dall'interno e gli spifferi si insinuano lungo i bordi. La presenza di inserti metallici e la posizione del serramento a filo muro interno peggiorano ulteriormente la situazione.
Più di un cassonetto Il Cassotelaio combina in un unico sistema il cassonetto delle tapparelle (o del frangisole) con il controtelaio per la posa della finestra, a tutto vantaggio dell'efficienza energetica. Il Cassotelaio riesce a preservare l'isolamento perché: • aumenta la distanza tra l'interno dell'edificio e la cavità del rullo grazie a una parete molto spessa e a pannelli in EPS; • non possiede componenti in materiali conduttori (persino le viti sono in nylon); • prevede che la finestra sia posata verso l'esterno per migliorare l'andamento delle isoterme.
0,37 W/m2K di trasmittanza Il Cassotelaio – che è una struttura autoportante comprensiva di cassonetto, controtelaio a "L" e binari guida per l'avvolgibile – è disponibile in due versioni: a sistema chiuso o con cielino. Il primo modello, che consente la manutenzione solo dall'esterno, è ermetico all'aria e ottiene i valori di isolamento più alti: fino a 0,37 W/m2K di trasmittanza termica nello spessore da 36,5 cm! La versione con cielino (il coperchio inferiore che permette la manutenzione dall'interno dell'edificio) raggiunge prestazioni comunque buone: 0,56 W/m2K nello spessore dell'esempio precedente.
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La giusta misura Comprereste una Ferrari per lavorare nei campi? Probabilmente no. Così come non indossereste un abito da cerimonia per andare in ufficio. E allora perché vendere dei serramenti ultra performanti a chi ha bisogno di un prodotto con valori "normali"?
tecnogramma 10 - Luglio 2007
Il buon senso che vi impedisce di presentarvi in ufficio in abito da sera può essere usato anche per evitare di cadere nella trappola della "corsa alla classe migliore". Da quando è entrato in vigore l'obbligo di marcatura CE dei serramenti è partita la gara per ottenere i valori più alti. E fin qui niente di sbagliato. Ma sembra anche che questi risultati straordinari si debbano vendere a tutti i costi e a tutti i clienti. E questa non sempre è la strategia migliore.
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Quando il massimo non è il meglio Ciò che è fondamentale è individuare la soluzione più adatta a ciascun cliente, e non presentare a tutti lo stesso prodotto, benché eccellente. Anzi, proprio questa eccellenza potrebbe rivelarsi una trappola. Ciò che sembra un vantaggio competitivo – ovvero promettere in fase di trattativa un valore molto elevato – nasconde spesso un pericolo: non riuscire a mantenere quel valore una volta posato il serramento. E, come tutti sappiamo, una cosa è ottenere la classe 7A di tenuta all'acqua sul banco di prova, un'altra è riuscire a replicare quel risultato in cantiere poiché, per esempio nel caso delle porte, l'attenzione posta nelle regolazioni durante i test è molto maggiore dell'attenzione che ricevono i serramenti in fase di posa. La differenza può essere anche di due-tre classi. Dunque, dichiarare un valore molto alto può rappresentare un rischio, perché può dare luogo ad aspettative che poi potrebbero non essere soddisfatte. A questo proposito ricordiamo che il codice del consumo (art. 129, punto 5) afferma che "il difetto di conformità che deriva dall'imperfetta installazione del bene di consumo è equiparato al difetto di conformità del bene quando l'installazione è compresa nel contratto di vendita ed è stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilità. Tale equiparazione si applica anche nel caso in cui il prodotto, concepito per essere installato dal consumatore, sia da questo installato in modo non corretto a causa di una carenza delle istruzioni di installazione". Visto che non tutti i clienti hanno le medesime esigenze, è meglio considerare che per ogni caso vi è una soluzione "giusta", ovvero un serramento con valori di trasmittanza termica, permeabilità all'aria e tenuta all'acqua idonei per quella specifica situazione.
tecnogramma 21 - Febbraio 2011
P
er ogni situazione vi è una soluzione "giusta", ovvero un serramento con valori idonei per quello specifico caso
21
Cap. 1
Leggi e normative
Articolo 5.1.2
F
Il prospetto 9 indica quale tra le classi di tenuta all'acqua previste dalla UNI EN 12208 debba essere scelta in relazione alle caratteristiche ambientali del sito (zona di vento, tipo di esposizione e zona climatica) e all'altezza dell'edificio.
are riferimento alla UNI 11173 significa dimostrare competenza e capacità critica
Prospetto 9 - Scelta della classe
Tipo di esposizione dell'edificio
Zone di vento
Altezza dell'edificio (m) 10
di tenuta all'acqua di porte e finestr
Classe A Aree urbane in cui almeno il 15% della superficie sia coperto da edifici la cui altezza media superi i 15 m
Esposizione del serramento piena 4A
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Un valido modo per definire quale sia la soluzione più giusta per il singolo caso è valutare concretamente le circostanze ambientali e le esigenze reali della clientela. In questo abbiamo a disposizione una norma, la UNI 11173 "Finestre, porte e facciate continue – Criteri di scelta in base alla permeabilità all'aria, tenuta all'acqua, resistenza al vento, trasmittanza termica ed isolamento acustico". Questa norma, risalente al 2005 ma rivista nel 2007, dà indicazioni sulle prestazioni minime che un serramento dovrebbe fornire, a seconda delle condizioni di esposizione agli agenti atmosferici dell'edificio in cui viene installato.
22
5A
80
A ciascuno il suo
Come funziona la norma La norma definisce innanzitutto le diverse situazioni ambientali, considerando le zone climatiche, le zone di vento, l'esposizione del serramento (parziale o piena), l'ubicazione dell'edificio (altitudine e distanza dalla costa), le classi di rugosità del terreno. A queste variabili si aggiunge l'altezza dell'edificio, che contribuisce ad individuare il valore minimo di permeabilità all'aria, tenuta all'acqua e resistenza ai carichi del vento che il serramento deve avere. Per un approfondimento vedi il "Manuale di posa dei serramenti esterni" di Maico, pag. 19 e seguenti.
Tenuta all'acqua
2
5A
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9A
parziale 4B
Classi B e C Aree con ostacoli diffusi (alberi, case, muri, recinzioni, ecc.), aree urbane in cui meno del 15% della superficie sia coperto da edifici la cui altezza media superi i 15 m, aree suburbane, industriali, boschive
Classe D Aree prive di ostacoli o con, al più, rari ostacoli isolati: aperta campagna, aeroporti, aree agricole, pascoli, zone paludose o sabbiose, superfici innevate o ghiacciate, ecc.
Esposizione del serramento
Esposizione del serramento
piena 4A
5B
5A
6B
6A
7B
8A***) 9A***) 4B
7A
8A 9A
4A
5B
5A
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Classi di rugosità del terreno
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8A
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Versione 08 / 2010
Per la scelta della classe di tenuta all'acqua è necessario considerare diverse variabili, specificate per esempio nel "Manuale di posa dei serramenti esterni" di Maico
Un esempio Prendiamo la tenuta all'acqua. Secondo la UNI 11173 un serramento che viene installato in Pianura Padana (zona di vento 1), in un contesto urbanizzato (classe di rugosità A), in un edificio di altezza inferiore ai 10 m, in posizione parzialmente esposta, è sufficiente che abbia come valore minimo di tenuta all'acqua 4B.
Tipo di esposizione dell'edificio
Zone di vento
Altezza dell'edificio (m) 10
6
piena 5A
parziale 5B
Esposizione del serramento
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9A
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Exxx
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Exxx
• P er ogni situazione vi è una soluzione giusta, con valori di trasmittanza termica, tenuta all'acqua e permeabilità all'aria idonei. • L'idoneità è definita dalla UNI 11173:2005 che permette di scegliere criticamente il serramento adatto in base a parametri climatico-ambientali. • Riferirsi alla norma significa mostrare competenza e buon senso, senza voler esagerare nel vendere serramenti con valori altissimi.
Exxx ***)
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5B
L'ARTICOLO IN PILLOLE
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8A
Exxx
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)
Esposizione del serramento
Exxx ***)
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Classe D Aree prive di ostacoli o con, al più, rari ostacoli isolati: aperta campagna, aeroporti, aree agricole, pascoli, zone paludose o sabbiose, superfici innevate o ghiacciate, ecc.
Exxx
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parziale
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Esposizione del serramento
7A
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Classi di rugosità del terreno
Classi B e C Classe A con ostacoli diffusi (alAree urbane in cui almeno Aree beri, case, muri, recinzioni, sia ie superfic della 15% il aree urbane in cui meno ecc.), coperto da edifici la cui altezdel 15% della superficie sia za media superi i 15 m coperto da edifici la cui altezza media superi i 15 m, aree suburbane, industriali, boschive
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e (continua) di tenuta all'acqua di porte e finestr
6A
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Leggi e normative
Prospetto 9 - Scelta della classe
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Cap. 1
MAGGIORI INFORMAZIONI nti parzialmente esposti perde validità.
la classificazione dei serrame in funzione dell'altezza dell'edificio,
Pertanto è
***) Per le singole zone di vento e nte esposti. prevista per i serramenti piename a vigente. opportuno utilizzare la classificazione di vento di progetto secondo la normativ un'idonea valutazione del carico presuppone che sia stata condotta L'individuazione della classe Exxx alla media. Deve anche essere tenuto a costruzioni di altezza superiore applica si izione, all'espos e vento alla zona di 50 anni. Si tratta Infatti questa classe, in relazione è riferita ad un periodo di ritorno di viene calcolata la spinta del vento, del vento, in funzione della quale è necessario conto che la velocità di riferimento cio stesso e dal quale, in primo luogo, volta nell'arco della vita utile dell'edifi un'unica si verificar può , è pertanto consigliabile quindi di un evento che, presumibilmente Alla luce di queste considerazioni della sicurezza dei suoi occupanti. e ne costruzio della stabilità caso, salvaguardarsi in funzione della carico di vento di progetto ed, in ogni e di prova non minore del 60% del E corrispondente ad una pression adottare una classe di tenuta all'acqua xxx
Michele Bernardi Productmanagement Maico m.bernardi@maico.com
non minore del livello 9A.
Manuale di posa Maico
23
In conclusione La norma definisce le caratteristiche necessarie e sufficienti che i serramenti devono presentare, ma si tratta di indicazioni, non di direttive obbligatorie. Queste informazioni, assieme alla descrizione che la UNI 11173 fornisce della modalità di svolgimento delle prove di tenuta all'acqua, permeabilità all'aria e resistenza ai carichi del vento per la marcatura CE, possono essere intelligentemente impiegate per dimostrare competenza e capacità critica in fase di vendita. Fare riferimento alla UNI 11173 significa ricercare la "giusta misura" senza voler esagerare nel promettere prestazioni straordinarie, ponendosi nei confronti del cliente (progettista, impresario o privato che sia) non tanto come fornitore, quanto come partner nella realizzazione del suo progetto.
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Cólla còlla tiene meglio Con una colla lungo tutto il perimetro della finestra, l'unione tra vetrocamera e telaio è più salda rispetto a quando i due elementi sono tenuti insieme solo dal listello fermavetro. Meno calo dell'anta, più isolamento e più resistenza allo scasso: sono i vantaggi dell'incollaggio strutturale del vetro.
Dalle auto ai serramenti L'incollaggio strutturale del vetro è una tecnica di costruzione dei serramenti diffusa nei paesi di lingua tedesca, meno in Italia. Ha avuto origine nell'industria automobilistica, dove il vetro del parabrezza è appunto un elemento "strutturale" che dà stabilità alla carrozzeria a cui è incollato. Nel caso della finestra si tratta di fissare la vetrocamera al telaio non solo bloccandola con il listello fermavetro, ma anche iniettando una colla lungo il perimetro. Il collante fa sì che vetrocamera e telaio non siano più elementi distinti, ma diventino un corpo unico che prende dal vetro la propria stabilità.
Incollare, non stravolgere Costruendo secondo la tecnica dell'incollaggio il serramentista ha la possibilità di realizzare infissi dalle forme nuove, dal forte impatto estetico e con una superficie vetrata più estesa. Ma non è obbligato a farlo. Può anche continuare a produrre esattamente le stesse finestre di prima, con uguali geometrie e profilature. Così come si prepara a fare Finnova, azienda che costruisce serramenti in legno e che sta per convertire l'intera produzione all'incollaggio strutturale. Parla il responsabile dell'ufficio tecnico Andrea Formentin: "Tutta la nostra produzione andrà incontro a questo cambiamento. Ma non modificheremo, almeno inizialmente, i profili degli infissi perché dalla verifiche fatte è emerso che non ce n'è bisogno".
C
ome il parabrezza dà stabilità alla carrozzeria, lo stesso può fare il vetro col profilo
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Tutti i pro Se le finestre possono anche rimanere le stesse di prima, perché allora cambiare metodo di costruzione? Per beneficiare dei vantaggi dell'incollaggio strutturale del vetro. Scopriamo quali sono.
1
Calo dell'anta, addio! Il problema del calo dell'anta è tanto più sentito quanto più la finestra è pesante e le finestre di oggi, con vetri doppi o tripli, pesano parecchio. In un serramento costruito secondo la tecnica dell'incollaggio, l'elemento portante non è più il profilo ma il vetro che, con la sua stabilità, contrasta la deformazione dell'anta. Risultato? La finestra cala di meno (alcune stime parlano di -30%), con una conseguente riduzione degli interventi post-vendita di regolazione e dei costi a carico del rivenditore. Inoltre la distribuzione del carico e
delle sollecitazioni è omogenea lungo tutto il perimetro e favorisce il corretto funzionamento della finestra nel tempo.
2
Cresce l'isolamento La maggiore stabilità dell'anta ha ricadute anche sulle prestazioni isolanti dei serramenti di PVC. Il motivo è presto detto: è possibile eliminare il rinforzo metallico interno perché il vetro rende il profilo più stabile. Questo vale soprattutto per il PVC bianco. I colori scuri, invece, risentono maggiormente delle dilatazioni ed è quindi preferibile confron-
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tarsi con l'estrusore per valutare se togliere il rinforzo o lasciarlo. L'inventore di questo metodo costruttivo, lo svizzero Urs Uehlinger (vedi intervista a pag. 32), ha calcolato che uno stesso profilo senza rinforzo metallico può migliorare il suo valore di trasmittanza termica Uf di 0,2 W/m2K. Un ostacolo in più per i ladri L'incollaggio strutturale rende il lavoro degli scassinatori più difficile, in particolare quando tentano di introdursi inserendo un cuneo o un altro attrezzo sotto al vetro, che è saldamente unito al profilo.
3
e si mantengono gli stessi profili e si inietta il collante sotto la vetrocamera, i cambiamenti sono minimi
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In produzione solo un passaggio in più I serramentisti che decidono di passare a questa tecnica mantenendo inalterata la geometria delle loro finestre devono cambiare solo l'ultimo tratto della linea produttiva, ovvero la fase di vetrazione. Il cambiamento è più o meno accentuato a seconda che il collante sia applicato sulla lastra esterna della vetrocamera, sulla lastra interna oppure nel canalino. Nell'ultimo caso, con il collante iniettato sotto la vetrocamera, le modifiche alla linea produttiva sono davvero minime, dato che si continua a lavorare in verticale e basta aggiungere il passaggio numero 2 alla seguente sequenza: 1. inserimento della vetrocamera e tassellatura (posizionamento degli spessori) 2. applicazione del collante lungo il perimetro 3. fissaggio del listello fermavetro. Se anziché nel canalino si sceglie di applicare il collante sulla lastra interna o esterna, allora è necessario introdurre un cambiamento in più perché il serramento deve essere disposto orizzontalmente. Nessuna rivoluzione, quindi. Il passaggio dal metodo costruttivo tradizionale all'incollaggio va comunque preparato con attenzione considerando in particolare due aspetti: • la compatibilità tra la colla e i materiali con cui entra in contatto • lo spessore delle lastre di vetro.
Il collante è compatibile? Al momento della scelta del collante è fondamentale verificarne la compatibilità con i tasselli e con le componenti della vetrocamera. Con i tasselli Gli spessori vanno applicati sempre e comunque anche sulle finestre realizzate tramite incollaggio. È bene richiedere al fornitore del collante di effettuare un test di compatibilità. Con i sigillanti della vetrocamera Il bordo nero con cui terminano le vetrate isolanti è costituito da sigillanti, precisamente da butile (sigillante di prima barriera) e polisolfuro (sigillante di seconda barriera). Se il serramentista comunica al suo vetraio il tipo di colla che intende usare, questi può verificarne la compatibilità con i suoi sigillanti.
V
a verificata la compatibilità tra collante e sigillanti del vetro
È quello che accade alla Glas Müller di Bolzano, come ci spiega l'amministratore delegato Francesca Righetti: "Quando abbiamo un cliente serramentista che segue la tecnica dell'incollaggio ci facciamo dare una confezione del silicone che utilizza, la mandiamo al nostro ufficio tecnico per fare le prove di compatibilità con il nostro polisolfuro e con il nostro butile e, a seconda del risultato, dichiariamo per iscritto che quel materiale è compatibile con i nostri prodotti".
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Perché questo test preliminare è così importante? Se si tralascia la verifica di compatibilità quali problemi potrebbero insorgere? Continua Francesca Righetti: "Per esempio potrebbero esserci fenomeni di penetrazione del butile nella zona in vista del vetro. Mi spiego: il butile ha una funzione molto importante ma non deve superare l'altezza del profilo del serramento, sia esso in legno, PVC o metallo. L'utente non vede il butile perché è nascosto. Se invece ci sono dei fenomeni di migrazione o di incompatibilità, si creano delle striature che 'camminano' all'interno del vetro. Dato che il butile si è spostato, io non so se la vetrata continua a trattenere il gas e a evitare che l'umidità penetri all'interno oppure se, al contrario, permette l'ingresso dell'umidità e la fuoruscita del gas". Quindi le conseguenze di una mancata compatibilità si ripercuotono sia sul piano estetico, con le striature nere all'interno del vetro, sia sul piano prestazionale, perché non si è più certi dell'ermeticità della vetrocamera.
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Con il foglio di PVB "L'altro fenomeno che può verificarsi, che però è difficile da testare, è proprio la migrazione tra il collante e il PVB della vetrata stratificata. Questo è un problema aperto. Qualche volta ci sono solo fenomeni di ingiallimento lungo il perimetro di cui l'utente finale non si accorge nemmeno. Ma in qualche caso più grave può esserci una defoliazione che rischia di far perdere al vetro la sua caratteristica di sicurezza". La verifica della compatibilità tra collante e PVB (la pellicola trasparente in polivinilbutirrale che tiene insieme le lastre nelle vetrate stratificate di sicurezza) è più complicata rispetto al test collante-sigillanti. Il vetraio, infatti, acquista il vetro stratificato dai grandi produttori internazionali che per legge sono vincolati a dichiarare la classe di sicurezza ma non tutte le caratteristiche del prodotto.
Non sono obbligati, per esempio, a rendere noto il fornitore del foglio di PVB, per cui il vetraio non riesce ad assicurare che la pellicola interna al vetro sia sempre compatibile con il collante del serramentista. In futuro il problema potrebbe essere risolto "blindando" i contratti tra le multinazionali del vetro e i vetrai: se le prime avvisassero i secondi nel momento in cui cambiano una componente del prodotto, compreso il foglio di PVB, i vetrai potrebbero rifare i test di compatibilità e la filiera sarebbe garantita fino al serramentista.
Il vetro è abbastanza spesso? Un altro aspetto su cui il serramentista deve soffermarsi è la statica della finestra. Il vetro non è più "portato" ma è "portante", e questa nuova funzione va a sommarsi a quelle classiche. Osserva Francesca Righetti: "Pensi per esempio a una vetrata isolante, con un vetro interno all'ambiente dove magari ci sono 20 °C perché il riscaldamento è acceso e un vetro esterno all'ambiente dove ci sono -10 °C perché è gennaio. La vetrata è sottoposta a un carico climatico che la porta a muoversi, a cercare un equilibrio con l'ambiente circostante. Se questa vetrata è supportata, come accadeva finora, si continua a lavorare allo stesso modo. Se invece la vetrata in queste condizioni climatiche svolge anche una funzione portante, lo spessore
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D
ato che il vetro diventa portante, le lastre devono essere spesse
delle lastre deve essere adeguato alle dimensioni del serramento. Per esempio fino a 3 metri quadri (purché i lati non siano maggiori di 1,40 per 2,40 metri) si può usare il 4 mm. Ma per le misure maggiori bisognerebbe creare nuove tabelle, differenziare a seconda che il vetro sia doppio o triplo e a seconda dello spessore del canalino, utilizzare coefficienti di conversione tra lo spessore del vetro monolitico e quello del vetro stratificato. Questo perché un vetro stratificato, per esempio un 3 più 3, è spesso 6 mm ma dal punto di vista statico non lavora come un vetro da 6 mm. Lavora a malapena come un vetro da 4 mm, anzi, forse peggio perché è la somma di due vetri da 3 mm tenuti insieme da un elemento flessibile come il PVB". Le singole lastre devono quindi avere uno spessore adeguato, che consenta loro sia di svolgere le funzioni isolanti che da un vetro ci si aspetta, sia di sostenere e dare stabilità al serramento.
Per chi vuole sperimentare Fin qui abbiamo considerato l'incollaggio strutturale dal punto di vista del serramentista che non cambia i profili delle proprie finestre. Ma chi ha voglia di sperimentare può orientarsi verso profili dalle linee essenziali, molto stretti e con molto vetro. Addirittura la vetrocamera potrebbe ricoprire completamente il telaio dal lato esterno. Questi nuovi profili che riducono il telaio in favore del vetro possono migliorare notevolmente le prestazioni del serramento, sia quelle termiche sia quelle acustiche.
Disegno 1
Disegno 2
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sigillante tassello
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Disegno 3
collante
È possibile adottare la tecnica dell'incollaggio strutturale del vetro senza modificare il profilo della finestra
Chi vuole sperimentare può ricoprire il telaio con il vetro, parzialmente (disegno a sinistra) o del tutto (a destra)
La linea Provetro di Maico include prodotti specifici per l'incollaggio strutturale testati secondo le normative europee: • la colla sigillante ibrida 640 a base di polimeri MS • il sigillante siliconico 670. La colla 640 è monocomponente e indurisce per effetto dell'umidità. Il suo impiego ideale corrisponde al disegno 1, con il vetro incollato a un profilo "classico". La colla 640 è inodore, sovraverniciabile e antimuffa. Il sigillante siliconico 670 a reticolazione neutra è bicomponente e ciò gli consente di indurire in breve tempo indipendentemente dall'umidità. Le sue altissime performance lo rendono adatto alle situazioni raffigurate nei disegni 2 e 3 e alle facciate continue, vale a dire a tutti i casi in cui il vetro non è più sostenuto in modo meccanico dal profilo ma solamente dal collante. Il sigillante siliconico 670 – che resiste ai raggi UV, alle intemperie e agli sbalzi termici (da -50 a +150 °C) – è disponibile in bianco o in nero e non è verniciabile. Andrea Formentin li ha già provati ed è entusiasta. Ecco cosa ha risposto quando gli abbiamo domandato il motivo per cui Finnova ha deciso di cambiare tecnica costruttiva: "Prima tutto la nostra necessità e voglia di produrre un infisso dalla qualità indiscutibile. Purtroppo abbiamo avuto esperienze di infiltrazioni d'acqua e abbiamo studiato le problematiche dei siliconi attualmente in commercio, che si somigliano tutti e hanno delle carenze. Ci sono problemi per quanto riguarda l'aggrappaggio sul legno e sulla vernice. Noi abbiamo fatto una serie di prove con vari tipi di siliconi e quello di Maico ci ha dato più garanzie e più performance". Il sigillante siliconico Maico lo ha convinto anche dal punto di vista dei tempi di lavorazione, che non devono essere allungati nell'attesa che la superficie del prodotto indurisca: "Una delle problematiche maggiori riguarda l'incollaggio, la siliconatura normale e poi la movimentazione dell'infisso. Un silicone normale ha bisogno di tempi abbastanza lunghi per arrivare all'aggrappaggio vero e proprio, mentre quello che useremo ha tempi di reticolatura decisamente inferiori". In conclusione, le finestre costruite secondo la tecnica dell'incollaggio strutturale del vetro possono essere molto performanti e molto belle, tanto da invogliare i serramentisti a cambiare metodo di costruzione. L'unico consiglio è di non improvvisare la conversione dalla sera alla mattina, ma di valutarla e preparala assieme ai propri fornitori (di vetro, di guarnizioni, di profili) affinché il passaggio sia indolore e, anzi, proficuo e fruttuoso.
Ritratti
I collanti Maico
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Francesca Righetti è amministratore delegato di Glas Müller Vetri Spa, azienda con sede a Bolzano che produce vetro isolante tra cui le vetrate Sanco a prestazioni multiple. Fondata oltre 100 anni fa da Andreas Müller come negozio di vetri, quadri e cornici, oggi l'azienda è alla quarta generazione con la titolare Christine Müller, conta 49 dipendenti e distribuisce i suoi prodotti in tutta l'Italia settentrionale.
Andrea Formentin è socio e responsabile dell'ufficio tecnico di Finnova srl, azienda con sede a Castelfranco Veneto (TV) che produce e vende in tutta Italia serramenti in legno e legno-alluminio: finestre rettangolari classiche oppure curve, scuri e persiane. Nel 2011 Finnova è passata dalla tecnica di costruzione tradizionale all'incollaggio strutturale del vetro.
«Ci chiesero di rendere le finestre in legno più concorrenziali. Così abbiamo inventato l'incollaggio» Parla Urs Uehlinger, l'ingegnere svizzero che ha portato la tecnica dell'incollaggio strutturale del vetro nel mondo dei serramenti. raccolte informazioni importanti per l'accoppiamento legno-vetro".
Se dovesse formulare una definizione, come descriverebbe l'incollaggio strutturale del vetro?
Lei e Stefan Aegerter avete portato l'incollaggio strutturale del vetro nel settore dei serramenti. Come vi è venuta quest'idea?
"Si parla di incollaggio strutturale quando due materiali diversi – nel caso dei serramenti vetrocamera e profilo – vengono uniti e danno origine a una struttura portante. La qualità dell'incollaggio, specialmente la resistenza ai carichi del vento, dipende dalle caratteristiche del collante e dalla geometria della fuga". Quando e per quali usi è stata sviluppata questa tecnica? "Nel settore automobilistico i vetri vengono incollati alla carrozzeria da circa vent'anni: questo conferisce rigidità
all'auto e permette di ridurre il peso complessivo. Anche nel mondo delle costruzioni la tecnica dell'incollaggio si usa da anni per le facciate continue. Proprio in questo ambito sono state
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Ritratto
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Urs Uehlinger, ingegnere del legno, è responsabile del reparto di ricerca "Product Engineering" dell'istituto svizzero Berner Fachhochschule a Biel, nel cantone di Berna. Focus del dipartimento – che comprende anche un laboratorio di prova – sono porte, finestre, mobili e unità edili in generale.
"Nel nostro istituto di Berna, la Berner Fachhochschule, abbiamo iniziato a interessarci alla tematica nel 1996. All'epoca due serramentisti ci avevano chiesto una soluzione per frenare la continua perdita di quote di mercato da parte degli infissi in legno. Così abbiamo avviato un progetto di ricerca – al quale hanno partecipato anche un fornitore di colla, uno di ferramenta e uno di vetro – per studiare e testare la praticabilità dell'incollaggio del vetro al legno. Oltre alla tecnica sono stati monitorati anche il ritorno commerciale e la razionalizzazione della linea produttiva perché volevamo che fosse possibile adottare questo metodo di serie. Alla fine abbiamo presentato il primo prototipo alla fiera di Norimberga nel 2002". Può riassumerci i principali pro e contro di questa tecnica rispetto al metodo di costruzione tradizionale? "Migliorano le caratteristiche statiche e termiche del serramento, può essere ottimizzata la linea produttiva per esempio partendo da barre in legno già profilate, sul piano estetico si possono restringere i profili e aumentare la superficie vetrata, si riducono gli
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interventi post-vendita. Tra le criticità: la dipendenza dal fornitore del vetro in quanto il collante deve essere compatibile con la seconda barriera della vetrocamera; l'investimento in produzione e in logistica perché la linea produttiva e la gestione dello spazio possono variare a seconda del tipo di incollaggio." Come è stato accolto l'incollaggio dai serramentisti europei?
Attraverso Tecnogramma ha la possibilità di parlare ai serramentisti italiani del legno, del PVC e dell'alluminio. Che cosa direbbe loro per convincerli a provare questa tecnica di costruzione?
"La Svizzera incentiva notevolmente questi progetti di innovazione. Anche in Austria la tecnologia ha preso piede ed è stata ulteriormente sviluppata dagli istituti di prova e dall'industria. In Germania l'incollaggio aveva iniziato a diffondersi ma poi un eccesso di burocrazia, norme e direttive ne ha frenato l'avanzata. Quando gli estrusori del PVC sono entrati nel dibattito hanno dato una grossa spinta all'evoluzione del metodo. Oggi lo scetticismo verso l'incollaggio è quasi del tutto scomparso".
"Sono dell'idea che l'incollaggio non sia l'unica strada per fare buone finestre. Però chi si trova davanti a un bivio e deve decidere il futuro della propria azienda valutando costi e benefici dovrebbe tenere in considerazione questa tecnica, per la produzione di serie oppure come variante della linea produttiva. Negli ultimi anni si è imparato molto e il metodo è stato perfezionato e consolidato. Rimane una condizione sine qua non: il fornitore della colla e quello del vetro devono sedere allo stesso tavolo". Lanciando uno sguardo al futuro, verso quale direzione sta evolvendo la tecnica dell'incollaggio nel settore dei serramenti? "Credo che si diffonderà sempre più anche sulle linee di produzione standard. Oggi la colla si adatta al profilo, forse in futuro sarà il contrario. Non bisogna dimenticare, infine, che a poter essere incollati non sono solo vetro e profilo ma anche altri elementi (come la ferramenta, ndr)".
L'incollaggio consente di ridurre il profilo della finestra e di aumentare la superficie vetrata
L'ARTICOLO IN PILLOLE • Nei serramenti costruiti secondo la tecnica dell'incollaggio strutturale del vetro, un collante tiene saldamente uniti profilo e vetrocamera. • Si possono mantenere gli stessi profili oppure li si può modificare per ampliare la superficie vetrata. • Tra i vantaggi: maggiore stabilità e minor calo dell'anta, aumento dell'isolamento e della sicurezza antieffrazione. • La linea Provetro di Maico include collanti specifici per la tecnica dell'incollaggio strutturale.
MAGGIORI INFORMAZIONI Axel Brunoni Productmanagement Maico a.brunoni@maico.com
Mettetevi alla prova! Accontentarsi della sufficienza, farsi passare i risultati oppure impegnarsi per ottenere il massimo? Certo, il compito si può superare in un modo come nell'altro, ma essere preparati e competenti rappresenta una marcia in più. Perché il giudizio del mercato è più severo dei voti della scuola, e fare il minimo indispensabile spesso non basta.
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Di fronte all'obbligo di marcatura CE ogni serramentista ha la facoltà di decidere quale strada seguire per raggiungere l'obiettivo. Le possibilità a sua disposizione sono tre – il test in laboratorio con la prova iniziale di tipo, la dichiarazione di valori calcolati con foglio elettronico, l'impiego dei risultati ottenuti tramite cascading – ognuna con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Il nostro consiglio? Mettetevi alla prova!
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35 Perché accontentarsi della sufficienza? Ovvero i limiti dell'autocertificazione La nuova EN 14351-1:2010 ammette chiaramente l'autocertificazione dei seguenti valori: il coefficiente di trasmittanza termica, la permeabilità all'aria, l'abbattimento acustico. Mentre i primi due valori sono da dichiarare per legge, per il terzo non vi è alcun obbligo. È chiaro però che proporsi sul mercato con un valore di abbattimento acustico buono ed in più certificato è certamente un vantaggio competitivo, considerato anche che questo dato viene richiesto sempre più spesso. Vantaggi e svantaggi del calcolo tabellare Secondo la versione 2010 della EN 14351-1 è possibile servirsi di fogli elettronici (precedentemente validati) per calcolare autonomamente questi valori, sotto la propria responsabilità. Tenendo conto che l'investimento per l'acquisto di un foglio elettronico può anche essere inferiore ai 300 euro, è chiaramente più economico servirsi del metodo di calcolo tabellare che effettuare le prove presso un laboratorio. Inoltre si guadagna in semplicità e velocità. Qual è allora il problema? Non tiratevi giù La questione riguarda i risultati raggiungibili seguendo il metodo tabellare, che sono limitativi rispetto alle reali performance del serramento (ad esempio il massimo ottenibile per la permeabilità all'aria è la classe 2, per l'abbattimento acustico il valore massimo certificabile è 38 dB). Sono dei valori che si potrebbero superare se solo si sottoponesse lo stesso serramento alle prove ITT. Bisognerebbe però preparare un campione, quindi molti preferiscono evitare questa incombenza accontentandosi dei risultati ottenuti con il calcolo tabellare. Attenzione però: ai fini della marcatura CE è obbligatorio dichiarare anche la resistenza degli accessori di sicurezza, la resistenza all'urto da corpo molle e pesante (solo per porte-finestre) e – come sostiene qualche autorevole istituto – la resistenza al carico del vento. Per queste categorie bisogna perciò necessariamente realizzare una finestra campione, anche se si sceglie di calcolare autonomamente la trasmittanza termica, la permeabilità all'aria e l'abbattimento acustico. Un altro limite, da considerare in prospettiva valutando gli sviluppi futuri del mercato, è che lo standard qualitativo richiesto ai serramenti diviene sempre più elevato e fondamentale ai fini di certificazioni quali ad esempio CasaClima. Disporre di valori di trasmittanza termica bassi non permette di rientrare in questo standard.
B
isogna comunque realizzare un campione
È farina del vostro sacco? Ovvero le meraviglie della certificazione a cascata La seconda possibilità a disposizione dei serramentisti è l'adesione ad una procedura di cascading, secondo quanto definito dalla stessa EN 14351-1:2010. Significa che ai fini della marcatura CE si possono utilizzare i risultati ottenuti da una system house con i propri campioni. E si tratta di valori molto buoni. Per questo molti preferiscono questa strada: si fa meno fatica e più bella figura.
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Il rovescio della medaglia La EN 14351-1:2010 afferma chiaramente che la responsabilità dei valori dichiarati è unicamente del produttore. E che vi deve essere totale corrispondenza tra quanto dichiarato dai certificati e quanto realmente fornito. Che cosa significa? In sostanza vuol dire che quanto più elevati sono i valori ottenuti tramite cascading, tanto più il produttore deve essere coscienzioso nella realizzazione e nella posa dei propri serramenti. Una verifica delle reali prestazioni da parte di un committente particolarmente pignolo, infatti, potrebbe mettere nei guai chi ha "copiato i risultati" senza essere capace di fare i compiti da solo.
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Un altro pericolo si nasconde nella possibile differenza di sistema tra la system house e il serramentista. Se prendiamo in considerazione, ad esempio, le certificazioni a cascata dei principali fornitori di meccanismi tedeschi, troviamo che le finestre testate presentano delle caratteristiche tecniche che ben pochi serramentisti italiani rispettano (tipologia e posizione della guarnizione, quote della profilatura, dimensioni del listello fermavetro). Bisogna quindi valutare attentamente se il serramento testato dalla system house e quello effettivamente prodotto dal licenziatario coincidono per caratteristiche, dimensioni e accessori montati. Ribadiamo che secondo la EN 14351-1:2010 il responsabile della corrispondenza dei valori è il produttore e spetta quindi a lui dimostrare che, pur seguendo alla lettera le indicazioni di lavorazione fornite dal licenziante, non è possibile raggiungere i valori dichiarati. Un'ultima considerazione: utilizzando il cascading, si avranno dei certificati di prova "passati" da una system house sui quali apparirà quindi il nome del licenziante.
Il cascading responsabile Vi è una forma di cascading che, a differenza delle altre, si attiene al principio di realtà: si ottiene sì il trasferimento dei certificati di prova della system house,
I
valori dichiarati devono essere mantenuti
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ma con i valori che il serramento è realmente in grado di raggiungere. E, a volte, anche con qualcosa in più: nel caso di Maico, ad esempio, un corso che permette di affrontare la marcatura con "cognizione di causa", acquisendo le competenze e gli strumenti per potersi destreggiare da soli, apprendendo quali sono i punti deboli ma anche i punti forti della propria produzione, affrontando e superando i propri limiti. Ti diamo ciò che meriti Il cascading Maico è un cascading responsabile: il serramentista deve realizzare un campione, con il quale affronterà le prove di permeabilità all'aria e di tenuta all'acqua. Il valore ottenuto sarà quindi quello realmente meritato, e mantenere le promesse dei certificati non sarà un problema.
La prova di laboratorio. Ovvero un investimento per il futuro Effettuare tutte le prove ITT necessarie per la marcatura CE significa scegliere forse il percorso più difficile, ma vuole dire anche superare questo esame con le proprie forze, autonomamente. E ottenere la certezza che il risultato dei test rispecchia ciò che effettivamente sappiamo fare. I valori che dichiariamo sui certificati corrispondono alle prestazioni che il nostro serramento raggiunge nella realtà. E molto spesso si tratta di valori ben più alti della sufficienza. Sinceri con sé stessi, sinceri con i clienti Non dimentichiamo che realizzare un campione comporta un lavoro di miglioramento: sottoponendo a verifica il proprio prodotto se ne possono individuare i punti deboli, e correggerli. Come pure si possono comprendere quali sono i punti forti e sottolinearli. Chi teme di non raggiungere dei valori buoni, può sempre effettuare delle pre-prove presso il laboratorio Maico Technology: una pre-prova è un po' come un test intermedio, che consente di fare il punto della situazione, di verificare il grado di "preparazione" raggiunto ed eventualmente di migliorare le proprie prestazioni. Secondo un'indagine a campione effettuata dal laboratorio Maico Technology sui test di tenuta all'acqua, nel 90% dei casi vi è stato un miglioramento tra i dati della pre-prova e i risultati finali. In metà dei casi il miglioramento è stato di 1-3 classi, mentre il 40% ha fatto registrare un miglioramento che arrivava anche fino a 9 classi.
C
on Maico Technology studiate insieme a un esperto
Dalla pre-prova alla prova finale la tenuta all'acqua del serramento cresce nel 90% dei casi (fonte: Maico Technology, dati rilevati su un campione di 20 intervistati)
Miglioramento da 4 a 9 classi Miglioramento da 1 a 3 classi Nessun miglioramento
Un campione ponderato Effettuare le prove comporta costi maggiori e la tipologia e il numero di campioni da presentare per le prove ITT è il fattore che maggiormente incide sul bilancio complessivo. Ma è possibile realizzare campioni "ponderati", ovvero studiati in maniera tale da comprendere il maggior numero possibile di varianti produttive senza penalizzare eccessivamente le prestazioni. A seconda della tipologia del materiale e degli spessori dei profili si consigliano campioni composti comeHandwerkerverband il seguente:
2350
sopraluce apribile
3000
800 1400 Il campione dovrebbe comprendere: • una finestra in legno a due ante con anta-ribalta e sopraluce apribile; • una porta-finestra in legno a due ante, con anta principale realizzata con zoccolatura inferiore e anta secondaria realizzata con traverso centrale in legno.
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La scelta della specie legnosa degli elementi di prova è a discrezione del produttore. Ad ogni modo, per poter coprire al massimo la produzione, consigliamo di realizzare il campione in legno tenero. In tal modo anche i valori di resistenza ai carichi del vento saranno estensibili ai serramenti realizzati in legno duro. La porta-finestra deve essere realizzata con vetri antisfondamento.
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800
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Provare per crescere Scegliere di arrivare alla marcatura CE effettuando tutte le prove ITT è certamente un impegno maggiore per il serramentista, sia dal punto di vista del tempo, sia per quanto riguarda l'investimento economico. È quindi una scelta che ad alcuni può sembrare troppo onerosa, ma che porta invece ad una serie di vantaggi e di certezze sul lungo e medio termine difficilmente raggiungibili in altro modo. E, cosa ancor più importante, permette di acquisire conoscenza, competenze, sicurezza. In poche parole: permette di crescere.
L'ARTICOLO IN PILLOLE • La versione 2010 della EN 14351-1 ammette l'autocertificazione di alcuni valori: trasmittanza termica, permeabilità all'aria, abbattimento acustico. I risultati ottenuti sono però limitativi delle reali capacità del serramento. • Aderire al cascading è facile e i risultati sono molto buoni, ma non sempre rispecchiano la realtà e sono difficili da mantenere in cantiere. • Effettuare le prove ITT richiede impegno e risorse, ma i risultati sono reali e chi affronta la procedura acquisisce competenze e capacità.
MAGGIORI INFORMAZIONI Matthias Zwick Maico Technology m.zwick@maico.com Michele Bernardi Productmanagement Maico m.bernardi@maico.com
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Qualità a colpo d'occhio
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I marchi di qualità aiutano i consumatori a riconoscere a prima vista i prodotti di valore. Tra le scansie di un supermercato, sull'etichetta di un capo di abbigliamento, persino in una città da visitare: quel bollino familiare ci rassicura perché ci dice che stiamo scegliendo bene. Ora anche sulle finestre compare una speciale etichetta. È il sigillo "Finestra Qualità CasaClima" che identifica gli infissi isolanti, resistenti e durevoli. Un'indicazione utilissima per chi non è del settore che, oltre a estetica e prezzo, può finalmente "vedere" caratteristiche invisibili come le prestazioni.
Conviene ai consumatori Per i non addetti ai lavori valutare la qualità di una finestra non è semplice. Estetica e prezzo sono lampanti, ma per rendersi conto del livello prestazionale ci sono solo le parole del venditore e un'etichetta CE di non immediata comprensione. La presenza del marchio super partes CasaClima, invece, segnala al volo che le performance di quella finestra sono buone.
Conviene a progettisti e posatori Così come il cliente finale, anche il progettista ha la garanzia che le prestazioni dell'infisso siano alte. Inoltre le Finestre Qualità CasaClima sono corredate da un manuale di posa: progettista e posatore hanno così a loro disposizione i disegni del nodo architettonico e del metodo secondo cui installare la finestra.
Conviene al serramentista Se consumatori e progettisti riconoscono la qualità di una finestra dotata di sigillo, il suo costruttore non potrà che beneficiarne. Il marchio CasaClima è già noto al grande pubblico e ora l'etichetta applicata agli infissi sarà ulteriormente divulgata non solo da parte dell'agenzia bolzanina, ma anche dalle associazioni a difesa dei consumatori (per esempio Altroconsumo, Legambiente e Legacoop).
L'adesivo a forma di "Q" Le finestre che hanno ottenuto l'ambito sigillo sono immediatamente riconoscibili da: • un marchio a forma di "Q" come "Qualità CasaClima" sul telaio • un'etichetta con la classe B, A o Gold posta sul vetro, nell'angolo in basso a destra. Sull'etichetta compare anche un codice di riconoscimento: dal sito dell'Agenzia CasaClima è possibile verificare che quel serramento abbia effettivamente ottenuto il marchio di qualità (con questo controllo incrociato eventuali "falsari di etichette" verrebbero subito smascherati). L'apposizione della Q e dell'etichetta sulla finestra non è obbligatoria. Il serramentista ha comunque in mano il proprio certificato personalizzato su carta intestata CasaClima.
I requisiti Quali sono le caratteristiche di una finestra con l'ambito sigillo? Dal sito www.agenziacasaclima.it (sezione CasaClima - Finestra Qualità CasaClima) è possibile scaricare il regolamento completo per la concessione del marchio. Qui di seguito abbiamo riassunto i requisiti principali (sulla base della versione 1.3 del "Regolamento per la concessione del marchio di qualità", pubblicata il 6 dicembre 2010).
A
nche le associazioni dei consumatori promuoveranno il sigillo "Finestra Qualità CasaClima"
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L
a finestra deve resistere ad aria (classe 4), acqua (almeno 8A) e vento (almeno 4B)
Le prestazioni della finestra A essere prese in esame sono esclusivamente le finestre che non consentono il passaggio di persone. Quindi sì alle finestre con anta o vetratura fissa, alle finestre anta-ribalta e alle finestre scorrevoli complanari; no invece alle portefinestre, agli scorrevoli e alle finestre a bilico. Si valuta: • l'isolamento termico (la trasmittanza del telaio Uf, del vetro Ug e la temperatura superficiale interna minima; per i valori vedi tabella nella pagina a fianco) • la permeabilità all'aria, che deve corrispondere alla classe 4 • la tenuta all'acqua, che deve raggiungere almeno la classe 8A • la resistenza al carico del vento, con classe minima 4 per la tenuta e B per la deformazione • la capacità portante dei dispositivi di sicurezza, che deve essere di almeno 350 N. È necessario fornire all'Agenzia CasaClima copia dei rapporti di prova rilasciati da un laboratorio notificato. Attestati ottenuti tramite cascading non sono ammessi tranne nel caso in cui la finestra sia già assemblata e ci si limiti a montare ferramenta, guarnizioni, vetro oppure a verniciarla. L'abbattimento acustico non viene considerato. Le prestazioni del giunto di posa Allo scopo di garantire che le prestazioni della finestra prodotta siano mantenute anche dopo l'installazione, il costruttore deve dimostrare l'isolamento termico del giunto. In questo caso è possibile presentare sia un rapporto di prova ottenuto in laboratorio sia il calcolo eseguito tramite software. Vanno anche presentati i disegni del metodo di posa e le isoterme che raffigurano la temperatura di superficie nei punti critici. Il metodo di posa deve prevedere obbligatoriamente l'utilizzo del controtelaio su tutti e quattro i lati del foro finestra.
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CE-CASACLIMA: CHE DIFFERENZA C'È?
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Il marchio CasaClima, facoltativo, non sostituisce il marchio CE, obbligatorio per legge. Potremmo però dire che lo presuppone e va oltre. Cerchiamo di fare chiarezza. CE è un marchio di "conformità" con il quale il serramentista informa il cliente circa le prestazioni che la finestra ha ottenuto. CasaClima, invece, è un marchio di "qualità" che il serramentista può applicare solo e soltanto se la finestra ha raggiunto un determinato (alto) livello di prestazioni.
Una garanzia di 4 anni I serramentisti che vogliono apporre il sigillo devono raddoppiare la durata della garanzia: quattro anni contro i due imposti dalla legge senza alcun intervento di manutenzione, salvo la lubrificazione delle parti mobili. Organizzazione, formazione, manuali La qualità di una finestra CasaClima va oltre il prodotto in senso stretto e coinvolge l'azienda che lo ha realizzato. Ciò che si attesta è il valore dell'intera filiera, per cui è necessario che: • sia stato implementato l'FPC (Factory Production Control), ovvero il controllo di produzione come previsto dalla marcatura CE • almeno un dipendente frequenti il corso "Qualità CasaClima nella posa del serramento" • un manuale di posa specifichi come installare la finestra sulle diverse tipologie di opera muraria secondo i principi dell'efficienza energetica • l'acquirente riceva un manuale di istruzioni d'uso e manutenzione e venga informato circa le particolarità della finestra (per esempio del fatto che, con serramenti altamente isolanti, è necessario provvedere a un corretto ricambio dell'aria per smaltire eventuale umidità e prevenire la formazione di muffa).
ità CasaClima
Il marchio di qu alità
16 FEBBRAIO 2011 Il marchio Finestra Qualità CasaClima sarà presentato a Firenze nel corso del convegno "Finestra sulla Toscana". L'evento, organizzato dal laboratorio e-dB LAB di Envircom in collaborazione con l'Agenzia CasaClima e con Maico Academy, sarà l'occasione per confrontarsi su temi quali la marcatura CE dei serramenti, la posa in opera e l'efficienza energetica dell'involucro edilizio.
Dove: UOLL, via Fantoni 8, Firenze Quando: 16 febbraio 2011, ore 14.30 La partecipazione è gratuita previa iscrizione su www.finestrasullatoscana.it o telefonando allo 055 0155404.
Ottobre 2010
finestra@agen ziacasaclima.it
ità Regolamento per la concessione del marchio di qual "Finestra Qualità CasaClima" versione 1.3, 6 dicembre 2010 Prestazione energetica Ug Uf EN 673 UNI (**) e Class W/(m2K) W/(m2K)
Isoterme: temperatura superficie interna minima Temp. interna
Temp. esterna
Theta 1
Theta 2
B
≤ 1.4
≤ 1.1
20 °C
0 °C
≥ 12,5 °C
≥ 16 °C
Gold (*)
≤ 1.0
≤ 0.6
20 °C
-10 °C
≥ 12,5 °C
≥ 16 °C
A
≤ 1.2
≤ 1.1
20 °C
0 °C
≥ 12,5 °C
≥ 16 °C
(*) Solo Partner CasaClima UNI EN 10077-1 o 10077-2 (**) Prendere il valore medio ponderato secondo la
serramento (canalino distanziatore) Theta 1: Temperatura superficie interna giunto vetrora (nodo primario e secondario) Theta 2: Temperatura superficie interna giunto muratu Prestazione Permeabilità all'aria Tenuta all'acqua
Resistenza al carico del vento Capacità portante dei dispositivi di sicurezza Assenza di sostanze pericolose
Norma di riferimento per la prova UNI EN 1026
UNI EN 1027 EN 12211 EN 14609
Norma di classificazione del risultato
Risultato minimo
UNI EN 12208
Classe 8A
UNI EN 12207 EN 12210
Classe 4
Tenuta: cl. 4 Deformazione: cl. B 350 N Dichiarazione: assenza nella parte interna
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Finestra Qual
Maico aiuta il serramentista Il percorso che porta al marchio sembra arduo. In realtà CasaClima ha già nominato i "tecnici esperti Finestra CasaClima" che hanno il compito di dare consulenza a chi desidera apporre il sigillo sui propri infissi. Due dei tecnici sono collaboratori di Maico Academy, Roberto Minciotti e Sergio Troiani, pronti ad affiancare i serramentisti nella preparazione dei documenti e a trasferire loro competenze sulle finestre energeticamente efficienti.
P
er avere supporto nel conseguimento del marchio ci si può rivolgere a Maico
Assiste nella preparazione della domanda I consulenti Maico si recano direttamente nell'azienda del serramentista: insieme a lui impostano la domanda per l'Agenzia CasaClima e raccolgono documentazione e materiali necessari. Ha un laboratorio di prove Maico dispone di un proprio laboratorio di prova – Maico Technology – dove è possibile testare sia le prestazioni della finestra, sia quelle del giunto di posa. Dà consulenza sull'FPC A richiesta, i consulenti Maico tengono corsi incentrati sull'FPC e su come avviare concretamente il sistema di controllo della produzione. L'incontro formativo si svolge direttamente presso il serramentista. Organizza corsi Più volte all'anno l'Agenzia CasaClima organizza, in collaborazione con Maico Academy, il corso "Qualità CasaClima nella posa del serramento". Partecipare alle giornate formative è uno dei requisiti necessari per ottenere il marchio (vedi il riquadro con le prossime date nella pagina a lato). Inoltre Maico Academy proporrà corsi ad hoc per dare ai serramentisti tutte le informazioni su che cosa fare e come preparare le domande per conseguire il sigillo Finestra Qualità CasaClima. Redige il manuale di posa Maico ha messo a punto un manuale per l'installazione energeticamente efficiente degli infissi, conforme alla linee guida di CasaClima. Il manuale di posa è personalizzabile sul metodo di lavoro del serramentista che lo richiede: alla prima parte teorica, infatti, segue una seconda parte composta dai disegni del suo specifico sistema di posa.
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Mettete in vista la qualità della vostra finestra! Con il marchio CasaClima e l'aiuto di Maico.
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CORSO POSA CASACLIMA A Bolzano: 23/24/25 febbraio - 1° livello 04/05/06 maggio - 1° livello 16/17 giugno - 2° livello www.maicoacademy.com info@maicoacademy.com A Firenze: 09/10/11 marzo - 1° livello 31 marzo / 1° aprile - 2° livello www.e-dblab.com qualita@envircom.it Tel. 055 0155404
L'ARTICOLO IN PILLOLE • Con il marchio "Finestra Qualità CasaClima" il valore dell'infisso diventa riconoscibile a colpo d'occhio. • Per ottenere il sigillo sono richieste determinate prestazioni alla finestra e al giunto di posa. • Il costruttore deve implementare l'FPC, frequentare un corso di formazione e disporre di manuali di posa, d'uso e di manutenzione. • Due consulenti Maico riconosciuti dall'Agenzia CasaClima possono affiancare i serramentisti nell'iter.
MAGGIORI INFORMAZIONI Alexander Schweitzer Responsabile Servizio Clienti Maico a.schweitzer@maico.com
tecnogra mma da ascolt are
N . 21 – FEBBR Sc A IO 2 0 1 1 s e n z a le o p ri re te le n o ti z ie d a l m g g e rl e, s e m p li c ondo de e m e n te i s e rr a m a s c o lt e n ti o s u ll a v o s tr a a u a n d o le s u l v o s tr to ra d io. o s te re o EC N O G
R AMMA
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T EC N O
GR AMM
A@M A IC
O.C O M
L‘efficien spicca il za volo
Grazie ag li oscura il rispar mio ener nti getico prende quota
In principio era la carta. Fin dalla prima uscita ci siamo abituati alle pagine da sfogliare di Tecnogramma. Poi, pur mantenendo la forma stampata, la rivista è uscita anche in versione digitale sul sito www.tecnogramma.it Dal numero 17 la rivista si è smaterializzata: oltre alle pagine di carta, oltre ai clic del mouse, Tecnogramma è diventato voce. Tecnogramma da ascoltare, ovvero la lettura ad alta voce delle notizie dal mondo dei serramenti, è per: • chi vuole tenersi aggiornato ma non trova il tempo di fermarsi a leggere; • chi è spesso in viaggio con l'autoradio accesa; • chi è curioso di sperimentare questa nuova forma della rivista. Per ordinare il cd, compilate il modulo a destra e barrate l'apposita casella. Per scaricare il file audio in formato mp3 o per abbonarvi al Podcast con iTunes o con un altro lettore di Feed RSS, andate alla pagina internet www.maico.com/podcast
tecnogramma Periodico di informazione Maico n. 21 – Febbraio 2011 Testi: Roberta Soda, Elisabetta Volpe Progetto grafico: Eugenio Zaffagnini
tecnogramma 21 - Febbraio 2011
Redazione: Michele Bernardi, Martina De Rosi, Christian Gasser, Andreas March, Wolfgang Reisigl, Giuseppe Salghetti Drioli, Massimiliano Salvato, Alex Schweitzer, Veico Strim
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Hanno collaborato a questo numero: Domenico Mirandola Stampa: Athesia Druck – Bolzano Contatti: Maico Srl a socio unico Zona Artigianale 15, 39015 S. Leonardo (BZ) Tel. 0473 651 200 (centralino) tecnogramma@maico.com www.tecnogramma.it Periodico Tecnogramma - Sped. in A.P. 70% - DCB Bolzano - N° 2/2004 Autoriz. Dir. Prov. BZ N° 3399/ R4 - Registrato tribunale di Bolzano N° 1/91RST Direttore responsabile: E. Krumm - Direttore: W. Reisigl, Cas. post. N. 20 S. Leonardo
Ringraziamo chi ci ha fornito le immagini contenute in questo numero. Partner: Edilpiù Srl Via Piratello 58/2 I-48022 Lugo (RA) www.edilpiu.eu lugo@edilpiu.eu Per la fotografia di pag. 13 Artigianlegno srl dei F.lli Zanini Via Castello 56 I-24060 Adrara S. Martino (BG) www.artigianlegno.eu commerciale@artigianlegno.eu Per la fotografia di pag. 13 Finstral Spa Via Gasters 1 I-39054 Auna di Sotto (BZ) www.finstral.com finstral@finstral.com Per la fotografia di pag. 14
Urs Uehlinger Berner Fachhochschule Solothurnstrasse 102 CH-2500 Biel 6 urs.uehlinger@bfh.ch www.ahb.bfh.ch Per le fotografie delle pagg. 26, 27, 28, 29, 32, 33 Stock fotografici: iStockPhoto - www.istockphoto.com Getty Images - www.gettyimages.com Foto originali: Francesco Russo www.graficante.it Per la foto di copertina Eugenio Zaffagnini Per le fotografie delle pagg. 4, 5, 12, 14, 18, 19, 20, 21, 28, 31, 38, 39, 44, 45
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Numero 4 Domotica Codice MP90
Raccolta I Il meglio dei nn 1-5 Codice 750041 Numero 7 Scuri e persiane Codice 750038
Numero 8 Superficie Tricoat Codice 750046
Numero 9 Pannelli per portoncini Codice 750070
CD Tecnogramma da ascoltare
CD Numero 18 Soluzioni informatiche Codice 750247
CD Numero 19 Rilevamenti in cantiere Codice 758027 CD Numero 20 Norma marcatura CE Codice 758043 CD Numero 21 Oscuranti Codice 758076
Numero 10 Consumo energetico Codice 750081 Numero 11 Differenziazione Codice 750099
Numero 13 Montaggio ferramenta Codice 750121 Numero 15 Serramenti scorrevoli Codice 750161 Numero 16 Anta-ribalta Codice 750196
Numero 18 Soluzioni informatiche Codice 750241
Numero 19 Rilevamenti in cantiere Codice 758020
Numero 20 Norma marcatura CE Codice 758041
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