"Io scrivo"

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IO SCRIVO Esercitazione di gruppo su file condiviso- attività dad IL TESTO NARRATIVO CLASSE: IA ANNO SCOLASTICO 2019-20


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La perla magica C'era una volta una ragazza di nome Kate, era figlia unica e tutti i pomeriggi usciva con il suo gruppo di amici. Un giorno decisero di andare tutti insieme a fare una passeggiata. Si avviarono e dopo tante ore di cammino arrivarono in un bosco. Non era molto bello quel posto perchè era inquinato; c'erano rifiuti di plastica da tutte le parti. All'improvviso Kate, senza farsene accorgere, si allontanò dal gruppo perché aveva visto un lupo disteso a terra, morto, a causa dei rifiuti che probabilmente aveva ingerito. Quando i ragazzi si resero conto che Kate non c'era più, era calata ormai la sera. Girarono tutto il bosco e infine, dopo tanto tempo, la trovarono appoggiata ad un albero che dormiva. I ragazzi la svegliarono subito e tornarono a casa. Durante il percorso Kate disse ai suoi amici che in sogno aveva visto un lupo bellissimo, capace di parlare, era lo spirito dei boschi che le aveva fatto promettere che avrebbe fatto qualcosa per salvare l’ambiente dai veleni dell’inquinamento.I ragazzi rimasero colpiti dalle sue parole e promisero che si sarebbero impegnati tutti per portare a termine quella missione.

Il giorno dopo si recarono di nuovo nel


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bosco alla ricerca del lupo, ma incontrarono una strega che gli chiese cosa facessero nel suo territorio. I ragazzi, spaventati, risposero che loro volevano salvare il mondo dall'inquinamento. La strega allora gli disse che dovevano tornare indietro nel tempo, esattamente nell'era mesozoica e dovevano cercare nei fondali marini una conchiglia contenente una perla magica. Ma per fare ciò dovevano sottoporsi ad un suo incantesimo.

I ragazzi accettarono la proposta e si misero in viaggio verso l'Era dei dinosauri. Appena arrivati, incontrarono un signore anziano,


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mandato dalla strega, che gli indicò la strada da percorrere per raggiungere l'oceano nel quale cercare la perla. Kate e uno degli amici si tuffarono nell'acqua e nuotarono per tanto tempo tra i pesci. Dopo molto tempo riuscirono a trovare la conchiglia con la perla, l'afferrarono e la riportarono subito alla strega, la quale si congratulò con loro. Di lì a poco quel bosco, che prima era una discarica di rifiuti, diventò un luogo bellissimo.


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Il portale magico Erano cominciate le vacanze natalizie, Emily e la sua famiglia le avrebbero trascorse nella casa dei nonni: la ragazza era impaziente di trasferirsi. Una volta arrivata a destinazione, disfece le sue valigie per poi uscire a fare una passeggiata. Quando fu in giardino, notò che nella staccionata dietro la casa c'era un dipinto che raffigurava una bellissima cascata, circondata da un prato di tulipani. Sembrava si trovasse lÏ da secoli, date le sue condizioni: i colori erano sciupati e la superficie era tutta rovinata.

Emily pensò che l'avesse realizzato il nonno, quando era giovane.


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Il giorno dopo, la ragazza, guardando fuori dalla finestra, vide che stranamente nel giardino una zolla d'erba appariva rialzata, come se sotto ci fosse qualcosa. Scese di corsa le scale per recarsi di nuovo in quel giardino strano e cominciò a scavare. Sotto il terreno scoprì una scatola dall'aria piuttosto misteriosa. Emily la aprì e vi trovò dentro un diario. Prese i due oggetti e, ricopri in fretta la fossa che aveva scavato, tornò, quindi, dentro. leggendo quel diario, scoprì che apparteneva alla nonna. Raccontava di un magico pennello, in grado di aprire un portale, ma per trovarlo occorreva seguire un percorso specifico che l'avrebbe condotta all'oggetto desiderato. Senza aspettare oltre, la ragazza seguì il percorso disegnato all'interno del diario, che la fece arrivare ad una grotta. Lì dentro si trovava il pennello. Appena Emily lo prese, da alcuni indizi capì che il portale in realtà era proprio quel dipinto che si trovava dietro la casa dei nonni. Quindi ripercorse la strada al contrario e, una volta arrivata, con il pennello iniziò a ripassare tutti i tratti del disegno che magicamente iniziò a prendere vita, con colori vividi e quasi trasparente.


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Senza pensarci due volte, attraversò il disegno che la fece arrivare esattamente alla cascata che era raffigurata nel dipinto. Dietro quest'ultima si trovava una bellissima e grande casa. Emily, entrando, scoprì che in realtà era una biblioteca piena di bellissimi libri che avrebbe voluto leggere dal primo all'ultimo. Per non dare nell'occhio, la ragazza decise di rincasare per poi tornare lì il giorno seguente e quello dopo ancora. Erano ormai passate varie settimane che aveva trascorso, oltre che con i suoi familiari, dentro la casa oltre la cascata leggendo avidamente tutti i libri che poteva, ma adesso doveva tornare a casa propria: le vacanze erano finite! Prima di andare via, mise il pennello nella scatola assieme al diario nel posto originario, promettendo a se stessa che sarebbe ritornata il più presto possibile in quel luogo magico, dove aveva trascorso alcuni dei momenti più belli della sua vita


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Andrà tutto bene! Nick era un ragazzo di dodici anni che, insieme a suo fratello Andrew abitava in una piccola casetta in mezzo al nulla. Ci troviamo nel 2170, l'anno in cui il perfido Virus Corona, il killer malvagio che stava dominando il mondo, infettando tutti i suoi esseri viventi Nick si prendeva molta cura del suo piccolo fratellino Andrew perché aveva un carattere buono, gentile e coraggioso, mentre quello di suo fratello era un temperamento agitato, spaventato e ansioso. Un giorno, mentre Nick era andato a caccia per preparare il pranzo, Andrew ebbe una brutta sorpresa. A casa loro si era presentato proprio

il Virus Corona e gli aveva

detto che se non gli avesse consegnato il vaccino creato dal padre, un abile biologo, gliela avrebbe fatta pagare cara . Il ragazzo spaventato promise che se fosse tornato gli avrebbe fatto trovare il vaccino,ma prima avrebbe dovuto escogitare il modo per sottrarlo a suo padre, che non permetteva a nessuno di avvicinarsi al suo laboratorio. Quando Nick tornò a casa, Andrew gli raccontò subito l’accaduto e si sentì rincuorato:

i due fratelli iniziarono a pensare subito a come

nascondere il vaccino che avrebbe salvato l'umanità dal Corona.


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Avevano poco tempo, se il virus fosse tornato avrebbe trovato certamente

il modo di fargli del male,

quindi si recarono nel

laboratorio, raccontarono tutto al padre, presero i flaconi del vaccino e, iniziarono a girare per il mondo, affinché ogni essere umano ne avesse la propria dose. Poi, i due ragazzi che

avevano in mansarda, un loro piccolo

laboratorio, mescolando sostanze sconosciute, avevano, crearono un veleno portentoso, capace di agire contro il pericoloso Virus Corona anche

se

solo

ne

avesse

annusato un po’. Dopo aver salvato l'umanità i due ragazzi eliminarono il Virus consegnandogli, vaccino,

al posto del

la medicina da loro

creata. il virus infatti aprì subito il flacone che lo conteneva per poterlo distruggere, ma inevitabilmente lo inalò. Così il VIRUS FU DEBELLATO


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Il mistero della foresta C'era una volta, un villaggio bellissimo e tutto illuminato. Accanto a questo villaggio, sorgeva una foresta che di giorno era lucente, ma di notte diventava buia e spaventosa. La cosa peggiore, è che di notte, in quella foresta, viveva un gigantesco drago blu che si confondeva con il buio. Tutti i giorni questo drago andava

nel

villaggio

e

spaventava tutti. Un giorno passò di lì un uomo

molto

coraggioso,

forte che

e

appena

seppe la storia del drago, decise di sconfiggerlo. Così si nascose e aspettò la notte. Dopo qualche minuto si sentì un'agghiacciante ruggito, e improvvisamente

il

drago

uscì spezzando molti alberi. Il drago iniziò ad aggirarsi nel villaggio, ma l'uomo uscì


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dal suo nascondiglio e prima che il mostro potesse reagire, lo colpÏ tante volte fin quando il drago lanciò un urlo terrificante e cadde a terra. Da quel momento in quel villaggio tornò la pace.


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LA SCOMPARSA DI DANIELE E LUCIANA Ogni tardo pomeriggio la signora Maria, anziana e sola, passeggiava tranquilla e serena nel parco con la sua adorabile cagnolina Stella, e molto spesso incontrava due innamorati, Daniele e Luciana, durante la loro romantica e affettuosa passeggiata. Daniele era un ragazzo riservato, ma molto simpatico, mentre Luciana era una ragazza molto più estroversa rispetto al suo ragazzo, bella e gentile con tutti, soprattutto con chi le portava rispetto. Ogni volta che incontrava questa simpatica coppia di fidanzati,la signora Maria scambiava qualche chiacchierata con loro, ma, ogni volta, percepiva una strana sensazione. Una sera si recò nel parco per fare la sua solita passeggiata, ma notò l'assenza dei due ragazzi. Maria, preoccupata, percorse sempre la stessa strada, ma di loro non trovò nessuna traccia. La stessa cosa avvenne nei giorni successivi e cominciò a preoccuparsi sempre di più. Una sera, mentre tornava a casa, si fermò ad un'edicola e dai giornali esposti in primo piano apprese

una notizia che riguardava proprio i

due innamorati, diceva :" Strana scomparsa di due ragazzi: Daniele e Luciana!".


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La donna rimase sconvolta e tornò a controllare la panchina dove i due fidanzati

si sedevano e vide che non c’era piÚ, al suo posto

c'erano due alberi. La signora Maria, che era molto arguta, osservò attentamente gli alberi e vide che con i loro rami intrecciati e il flessuoso tronco ricordavano la forma di Daniele e Luciana legati in un tenero abbraccio. Un incantesimo aveva unito i due ragazzi per sempre e il loro amore sarebbe stato custodito da quel parco misterioso.


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Dalla città al bosco magico Marica era una ragazza di città. Le piaceva molto leggere e trascorrere del tempo a fantasticare . I suoi genitori un giorno decisero di andare a vivere in campagna, in mezzo alla natura. Allora Marica, molto contenta, iniziò a leggere libri sulle campagne e boschi. Leggendo leggendo, si incuriosì molto. Nei libri c'era scritto che nei boschi vivevano creature magiche e gentili. Arrivò il giorno tanto atteso del trasferimento. Marica appena arrivata in campagna, sistemò la sua roba in camera sua ed andò subito nel bosco. Camminando camminando vide delle strane creature volare, erano delle fate. Marica subito fece amicizia e le fate le

raccontarono che doveva

stare molto attenta perché nel bosco c'era anche

un drago verde

che dall'aspetto sembrava innocuo e gentile, ma che

in realtà era

pronto a divorare chiunque gli fosse capitato a breve distanza. Le fate mostrarono il bosco a Marica, che conobbe

anche i nani,

creature anche loro molto gentili e ben predisposte verso gli umani. La giornata terminò in un baleno, e Marica chiese alle fate se volevano andare a casa sua. Le fate accettarono perché il bosco di notte era molto pericoloso.


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Una volta arrivate

casa si divertirono raccontandosi storie e

sfogliando libri dalle immagini fantastiche: Marica non sarebbe mai piĂš stata sola!


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Tommy ed Eddy In un piccolo paese abitava una giovane mamma con i suoi due figli, Tommy ed Eddy. La donna era rimasta vedova e non sapeva più come fare a mandare avanti la sua famiglia da sola, allora prese una decisione:avrebbe tenuta con sé Tommy (il figlio più grande) mentre avrebbe affidato Eddy(quello minore) alle cure di una nobildonna che viveva da sola in una grande villa ai margini del bosco. Così fu. Il giorno seguente, mentre Tommy stava ancora dormendo, la madre prese l'altro figlio e si recò dalla nobildonna e depose il bimbo avvolto in una coperta sulla soglia del portone, bussò e si allontanò in fretta. Purtroppo la nobildonna all’insaputa di tutti aveva abbandonato la villa, nessuno quindi aprì il portone. Passò del tempo

e quando il bimbo

ebbe fame cominciò a piangere, poi gattonando si addentrò nel bosco, fino a giungere davanti ad una grotta. Verso sera, una lupa che viveva nell’antro, trovò quell'esserino indifeso e lo portò dentro con lei e da quel momento lo allattò e se ne prese cura. Passarono molti anni, i due fratelli erano ormai grandi, quando un bel giorno Tommy decise di andare nel bosco per vedere come fosse, infatti non vi era mai andato. Arrivò per caso davanti ad una grotta


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e vide un ragazzo. Si avvicinò e notò una grande somiglianza con se stesso: era Eddy. Tommy cercò di parlargli, ma Eddy, spaventato e intimorito, non sapeva rispondere: era cresciuto con gli animali non conosceva

il

linguaggio di un essere umano. Tommy, meravigliato e incuriosito da quello strano ragazzo, decise di portarlo con sé a casa sua per farlo conoscere anche a sua mamma e cercare una spiegazione a quell’incredibile somiglianza. Arrivati a casa la donna riconobbe subito il figlio abbandonato tanti anni prima, si fece coraggio e svelò ai due ragazzi la verità e quanto le fosse costato dover rinunciare a uno dei suoi figli per necessità, ma ora il destino, dopo tanti anni, li faceva ritrovare, e insieme avrebbero affrontato ogni ostacolo. Lei e Tommy avrebbero insegnato a Eddi a parlare, avrebbero fatto in modo di recuperare il tempo perso, non si sarebbero mai più lasciati. osì fu ma Eddy, di tanto in tanto, si reca ancora nel bosco per incontrare la sua "mamma lupa".


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Un ragazzo speciale Eric era un ragazzo di dodici anni,e viveva con sua mamma in un paesino di pochi abitanti. Fin dalla nascita si era mostrato un ragazzino speciale, infatti, all’età di soli quattro anni, aveva incominciato a spostare gli oggetti con la forza del pensiero. Queste capacità le aveva ereditate dal padre che aveva acquisito poteri paranormali da quando era stato colpito dalle radiazioni di una strana esplosione interplanetaria avvenuta nel cielo. Il padre era morto proprio a causa di quelle doti soprannaturali che aveva in ogni modo cercato di tenere segrete, ma che

erano state scoperte dal

governo del suo Paese che lo aveva costretto a metterle al servizio dello stato e ad affrontare pericolosi missioni da agente segreto. Eric si accorse che il governo aveva iniziato a tenere sotto sorveglianza

anche la sua vita, lo monitorava infatti con dei droni

per riprenderlo mentre usava i suoi poteri. Lui cercò in tutti i modi di eliminare i filmati che lo riguardavano, ma facendolo si mise nei guai. .Il governo aveva posto sotto osservazione anche alcuni animali che

erano

stati

colpita

dai

raggi

della

stessa

esplosione

interplanetaria osservata da suo padre, ma loro ne erano rimasti feriti, e non guarivano,

anche se avevano allungato la propria

esistenza e accresciuto a dismisura le proprie dimensioni.


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Un giorno degli agenti chiesero a Eric di guarire un alce enorme usando i suoi poteri,egli ci riuscì ma si sentì privato da una così grande quantità di energia da sentirsi male e e star quasi per morire, per fortuna ciò non accadde, ma le sue avventure non erano finite, anzi erano solo iniziate.


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Il tesoro di Nettuno Jack è un ragazzo che ama le avventure. Le ama così tanto che un giorno decise di chiamare i suoi amici Anna e Mark e partire. Prima di partire bisognava però creare un’avventura. Corsero, allora, in soffitta e trovarono un libro:” La leggenda del pesce Pongo “. La leggenda diceva che in una crepa in fondo all’Oceano vivevano tantissimi pesci tra cui Pongo, un pesce bellissimo, tutto arcobaleno, che indicava la strada per il tesoro di Nettuno. Jack era così eccitato! Il mattino seguente presero una barca e partirono per l’Oceano. Nessuno però sapeva che l’Oceano era un posto pericolosissimo. Durante la notte un polpo gigante con 16 tentacoli, 8 occhi rossi come il fuoco e denti aguzzi, afferrò la barca. Erano tutti spaventatissimi, ma si fecero coraggio, si presero la mano e chiusero gli occhi. Quando li riaprirono,

si resero conto che il polpo li aveva portati

nella crepa, sul fondo dell’Oceano e niente, adesso, poteva fermarli. Cominciarono a cercare il pesce Pongo e dopo due dì e due notti lo trovarono.


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Il pesce Pongo, come diceva la leggenda, gli indicò la strada: in fondo alla crepa bisognava toccare una stella marina per aprire un passaggio segreto. I tre avventurieri partirono e riuscirono a trovare il tesoro di Nettuno. Nonostante la fatica e i sacrifici per arrivare fino a lÏ, decisero di regalare il tesoro al mare e di tornare a casa dove li aspettavano le loro famiglie.


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Jerry e lo scettico C'era una volta un ragazzo di nome Jerry che frequentava l'ultimo anno di un college a NEW YORK.

Un giorno come tanti, mentre andava a scuola, incontrò una strana signora, piuttosto anziana e dall'aspetto raccapricciante, che si rivolse a Jerry chiedendogli qualcosa di molto strano: gli

chiese di

andare a prendere un medaglione che si trovava in una chiesa sulla strada di fronte. Jerry si rifiutò, non conosceva la signora e poi avrebbe dovuto rubare in una chiesa.


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A quel punto la vecchietta si fece minacciosa e terrificante e raccontò a Jerry di essere una strega e che se non avesse obbedito lei avrebbe trasformato tutti i suoi amici in dei mostruosi troll. Jerry disse che non credeva alla magia e se ne andò a scuola, ma qui trovò un enorme sorpresa: entrato in classe vide che i suoi compagni erano davvero diventati degli orribili troll. Jerry era disperato,non credeva ai suoi occhi. Marco, il suo compagno di banco, ora era più di 2 m, aveva denti da 30 cm l’uno e degli occhi rossi che facevano paura. Jerry doveva fare qualcosa e l'unica soluzione era quella di accontentare la strega e

portarle il medaglione che aveva chiesto,

quindi corse verso la chiesa indicategli, dove trovò subito quel prezioso oggetto. Jerry si gettò alla disperata ricerca della strega e per fortuna la trovò allo stesso posto in cui l’aveva lasciata, quasi che lo stesse aspettando. Ottenuto il medaglione, la strega annullò il sortilegio e disse a Jerry che non avrebbe mai più dovuto dubitare della magia.


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Il viaggio nella foresta segreta C'era una volta, tanto tempo fa, un piccolo villaggio di gnomi, tutti con caratteristiche diverse. Poco distante dall’allegro villaggio c'era il confine con la foresta. Un giorno un gruppetto di gnomi disobbedì al grande Papà Gnomo che era il capo di tutti gli gnomi e si avventurò dall'altra parte del confine, perché erano curiosi di vedere il villaggio perduto, ma il viaggio era pieno di insidie perché gli gnomi avrebbero dovuto attraversare la foresta proibita. Il gruppetto

di amici era composto da uno gnomo intelligentissimo

detto Quattrocchi, un altro fortissimo, detto Forzuto, poi ce n’era uno timoroso e

distratto, detto Tontolone e, infine,

una gnoma,

l'unica ragazza del gruppo e del villaggio. Uno dei tanti problemi che gli gnomi dovevano risolvere forse il più importante, era

il potente

mago acchiappa-gnomi, Gnomello con i suoi aiutanti, un avvoltoio e un gatto. Gnomello li aveva avvistati con il cannocchiale dal suo rifugio, che si trovava su un enorme burrone è voleva bloccarli a tutti i costi. Gli gnomi, si addentrarono nella foresta nel pieno della notte senza fare il minimo rumore; arrivati al confine del bosco, rappresentato da una grande barriera di foglie,

scavarono dei sotterranei,

facendosi luce con delle lucciole che avevano posto in un barattolo allungato e ben chiuso da un tappo.


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Oltre a quelle caratteristiche torce, gli gnomi avevano portato con sé

anche delle provviste, in particolar modo

le bacche del loro

villaggio. Nel sotterraneo trovarono dei conigli con gli occhi luminosi che gli permettevano di vedere al buio.

Una volta giunti all'entrata del villaggio, gli gnomi si accorsero che c'erano delle presenze: un lanciando contro di loro un altro gruppo di

popolo sconosciuto li aveva accerchiati

delle lance di legno. Dall'alto erano calati

gnomi mascherati che in seguito si manifestò

costituito da sole gnome femmine. Il gruppo di gnomi intrusi spiegò perché si trovasse in quel territorio. Inaspettatamente, arrivò Papà Gnomo che era andato a cercare

i suoi gnomi ed ebbe modo di

presentarsi a Mamma Gnoma, che dirigeva quel popolo sperduto e fecero amicizia.


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All'improvviso arrivò anche Gnomello, lo sterminatore di gnomi

e ci

fu un duello all’ultimo sangue, che risultò vinto da Papà Gnomo e Mamma gnoma che avevano deciso di mettere insieme le proprie forze, Una volta sterminato il male, il Popolo Sperduto aiutò a tornare a casa il gruppetto di papà gnomo, che una volta giunto a casa festeggiò con tutto il villaggio.


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NELLA TANA DEL DRAGO Molto tempo fa Bilbo,uno gnomo della Contea della Terra di Mezzo,si avventurò in una foresta buia e impenetrabile, alla ricerca di cibo. Cercando tra i rovi, vide una grande apertura nel terreno.

Senza esitare si intrufolò nel cunicolo buio. Scivolò e iniziò a rotolare sempre più velocemente e, in un batter d’occhio, si ritrovò su un tappeto fatto di foglie. Aprì gli occhi, si trovava in un grande luogo


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illuminato da rocce; sulle pareti di rocce c’erano profondi graffi di artigli e sul pavimento erano sparsi ossi e teschi di animali. All’improvviso Bilbo sentì dei passi pesanti che fecero vibrare gli ossi a terra e vide anche un’enorme fiammata sfiorargli il volto. Ora era chiaro: si trovava nella tana del terribile drago Dyson. Bilbo scappò e si nascose in un angolo buio,poi

sguainò la spada e al momento

opportuno si scagliò contro il drago, trafiggendolo. Il mostro cadde a terra e si pietrificò.


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LE ALI DI MIRO’ C’era una volta un piccolo villaggio abitato da piccoli esserini, questa felice comunità era adagiata ai piedi di una grandissima cascata che era la loro principale fonte di sopravvivenza. Da questa potevano infatti avere acqua e pesca molto redditizia. Nonostante la loro piccola taglia gli abitanti del villaggio erano molto intelligenti.

Un giorno a causa dell’inquinamento tutti i pesci scomparvero e purtroppo alcuni di loro morirono di fame, i superstiti pensarono a trovare una soluzione il più velocemente possibile.


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Un vecchio saggio della tribù si ricordò di un’antica leggenda che narrava dell’esistenza di una scorta di pane dietro la cascata. Pensando a lungo a come arrivarci, il saggio si ricordò di Mirò, un bambino sordomuto che la notte si trasformava in uccello. Nessuno nel villaggio conosceva la sua lingua dei segni. Rispolverando vecchi libri, il capo villaggio, che era il più vecchio e il più saggio di tutti, aveva in custodia la grande biblioteca e lì trovò un libro che spiegava ogni singolo segno di quel codice. Una volta detto a Mirò cosa avrebbe dovuto fare, il bambino entrò in azione e ogni notte faceva avanti e dietro per caricare nel cesto che portava tra le zampe una piccola quantità di pane. In questo modo il ragazzino salvò la sua tribù e i pesci tornarono a nuotare nella cascata fino ad arrivare nel lago di fronte al villaggio.


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IL BALLO DI DIDONE “La regina ha organizzato un ballo ed ha invitato tutti”, così aveva esordito il maggiordomo di corte durante la conversazione con mio padre, ed io non vedevo l’ora di andarci. Dopo quello che avevo saputo,io, Anna Sarti, la più coraggiosa avventuriera di tutti i tempi, potevo lasciarmi scappare quell’opportunità? Nonostante mi trovassi nell’altra stanza, andai nel soggiorno e dopo aver preso l’invito dalle mani dell’uomo, confermai la presenza della mia famiglia all’evento dell’anno. Quando Edward andò via iniziai a tirar fuori tutte le notizie che ero riuscita a trovare sul famoso “tesoro di Didone”. La leggenda narra che dopo la partenza di Enea, la regina Didone avesse nascosto tutti i suoi gioielli in uno scrigno e lo avesse riposto nella grotta dove oggi sorge il castello di Middelton. Inoltre, sempre secondo questa leggenda, il tesoro si sarebbe reso visibile soltanto a chi fosse riuscito a trovare una spilla a forma di cuore. Proprio per questo motivo qualche mese prima avevo fatto un viaggio e dopo aver attraversato mari e monti ero riuscita a trovare quella spilla. Ma ora arrivava la parte più difficile: programmare tutto nei minimi dettagli e, una volta entrata nella sala, cercare il passaggio segreto per arrivare alla grotta. Il giorno dopo passai ore ed ore a ripetere il piano prima di partire per il castello e quando arrivai scesi dalla carrozza al settimo cielo! Entrammo nella sala da ballo…era enorme e le librerie erano troppe,


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ma decisi di provare lo stesso. Dovevo riuscirci a tutti i costi, inoltre conoscevo il piano alla perfezione!

Dopo aver congedato i miei genitori, partii all’avventura! Decisi di provare con la seconda libreria sul lato sinistro, perchÊ il cuore raffigurato sulla spilla era diviso in due parti ed era leggermente spostato verso sinistra.


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Senza destare sospetti mi avvicinai alla libreria e dopo aver toccato invano qualche libro, improvvisamente lo scaffale si mosse ed entrai nel varco che si era aperto. Mentre stavo attraversando un lungo e buio corridoio, mi sentii improvvisamente mancare la terra sotto i piedi e finii davanti ad una porta che per aprirsi aveva proprio una fessura a forma di cuore! Inserii la mia spilla nella serratura e la porta si aprì magicamente. Non potevo crederci! Davanti a me c’era quello che avevo tanto desiderato da tempo. La sensazione che si prova quando si raggiunge un obiettivo è impagabile perché bisogna sempre credere in ciò che si fa.


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IRIS E IL VILLAGGIO SEGRETO Un po' di tempo fa, in un paesino nel nulla, viveva una bambina dolce e bella di nome Iris. lei aveva solo un amico, Marco, gli altri bambini la deridevano perché spesso diceva che sua madre, scomparsa da tre anni, le aveva raccontato dell’esistenza di un regno fantastico dopo le colline, ma nessuno le credeva; così, un giorno partì insieme a Marco per vedere quel regno incantato. Marco aveva un po' paura, ma accompagno lo stesso con Iris per non lasciarla andare da sola. Camminarono a lungo finché non superarono le colline, poi si fermarono a mangiare qualcosa. Marco sentì uno strano rumore e, spaventato, disse a Iris che forse sarebbe stato meglio sbrigarsi, ma lei lo rassicurò dicendo che probabilmente era stato il vento, ma in realtà non era così! Stavano per rimettersi in cammino, quando spuntò fuori un'ombra oscura: era un drago! Increduli, scapparono in una foresta e quando il drago stava per raggiungerli, spuntò fuori

una donna che uccise il drago e poi

sparì nel nulla. A quel punto Marco disse che sarebbe stato meglio tornare indietro perché non voleva incontrare altre creature mostruose ma Iris, che era molto coraggiosa, disse che avrebbero dovuto

continuare a

cercare il villaggio, così, convinto Marco a riprendere la loro ricerca, si misero di nuovo in cammino.


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Camminarono molto, finchĂŠ non videro una luce, gli corsero incontro e si ritrovarono in un regno distrutto. Iris stava per perdere ogni

speranza, quando videro un'ombra: era la donna che li aveva salvati! Corsero da lei per ringraziarla e Iris la riconobbe, era la sua mamma! Dopo essersi abbracciate, la mamma le spiegò che se ne era andata per salvare il regno ma non era riuscita nell’impresa, quindi quel regno bellissimo di cui le aveva tanto parlato quando lei era piccola si era trasformato in quello che avevano davanti ai suoi loro occhi; Iris e Marco le chiesero come avrebbero potuto

salvare quel regno e la

mamma gli disse che l'unico modo era uccidere lo stregone che si


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trovava nel castello del re, quindi avrebbe combattuto

escogitarono un piano: Marco

lo stregone sfidandolo e Iris lo avrebbe colto

di sorpresa. Il piano funzionò finché non toccò a Iris fare la sua parte, perché lo stregone reagì con una forza inaspettata, per fortuna Marco riuscì a contrastarlo salvando la vita a Iris. I due ragazzi riuscirono alla fine a uccidere il malvagio avversario e il regno tornò alla sua bellezza di sempre. Iris e Marco decisero di restare lì per sempre Gli abitanti del regno decisero di ricompensarli per quanto avevano fatto scegliendoli come loro sovrani… i due poi si sposarono e vissero felici... ma questa è un'altra storia!


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IL BAMBINO FANTASMA Il giorno di Halloween, in un piccolo paese, un ragazzo e dei suoi amici decidono di andare in una casa abbandonata dove nessuno

era mai

andato per paura di cosa ci fosse dentro. Si diceva che nel giorno di Halloween in quella casa si risvegliava un fantasma ‌

L'esterno era pieno di ragnatele e ragni, la porta era tutta rotta e sul muro c'era scritto “pericolo!� Entrati dentro, i ragazzi videro tanta polvere e i mobili a soqquadro, erano terrorizzati, ma volevano scoprire se davvero ci fosse un fantasma...


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Così, iniziarono a perlustrare la casa, ma a un certo punto sentirono dei rumori, il lampadario si muoveva, le porte si aprivano e chiudevano e tutto iniziò a tremare. I quattro amici, terrorizzati, si rifugiarono in una stanza,

ad un certo punto, iniziarono a sentire una voce

spaventosa, poi sbucò lo spirito di un bambino. I ragazzi iniziarono a urlare in preda al panico, ma il fantasma li rassicurò dicendogli che lui era buono e che voleva solo tornare ad essere un bambino, quindi raccontò loro la sua storia: un giorno, suo zio, uno scienziato cattivo, lo aveva usato come cavia in un esperimento che avrebbe dovuto farlo diventare immortale, ma qualcosa non funzionò nel macchinario in cui lo aveva rinchiuso e lui era stato trasformato in un fantasma, uno spirito rinchiuso nel mondo degli essere umani. L'unico modo per tornare bambino era, ora, distruggere quella macchina esattamente alla mezzanotte del giorno di Halloween, impresa che, siccome era un fantasma, non sarebbe mai riuscito a portare a termine da solo. I ragazzi una volta ascoltata la storia, decisero subito di aiutare quel povero fantasma Lo spirito rivelò loro che il malefico marchingegno era nascosto dietro una pesantissima libreria, nello studio dello zio.I ragazzi vi si recarono subito e

una volta arrivati a destinazione,

videro un’enorme libreria che sarebbe stato impossibile da spostare da soli, così decisero di togliere

prima

tutti i libri, in modo da

renderla più leggera, ma, quando presero uno dei libri, quello che sembrava il più vecchio e più più pesante, la libreria iniziò a muoversi, aprendo l’accesso marchingegno.

alla stanza degli esperimenti e del malefico


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Il fantasma spiegò che che l'unico modo per distruggere la macchina era darle fuoco, e

indicò ai ragazzi dove potessero

trovare della

benzina. Due dei ragazzi presero la pesante tanica e versarono il liquido per bene da tutte le parti. Un altro, che fortunatamente aveva con sè un accendino che usava per fare gli scherzi di Halloween, appiccò il fuoco, quindi iniziarono a correre

il più veloce possibile fuori di lì,

Erano appena usciti, quando sentirono un grande botto, e la casa crollò completamente. In quello stesso istante lo spirito ritornò ad essere un meraviglioso bambino. I ragazzi furono felicissimi e si misero a festeggiare tutti insieme Halloween.


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Pigi C'era una volta un ragazzo di nome Pigi, che aveva due fratelli e due sorelle e viveva in mezzo al bosco, in un villaggio chiamato "Taysh". Un giorno, sotto il suo letto, trovò un enorme buco, mentre stava osservandolo incuriosito, scivolò e ci cadde dentro.

Era come un tunnel sotterraneo che però andava solo in discesa. Pigi, arrivato al termine, scovò un ambiente simile ad una stanza da letto, ma molto più piccola. Vide un letto, anch'esso molto piccolo, dove dormiva un minuscolo elfo.

Pigi si avvicinò timoroso

e lo svegliò.

L'elfo lo guardò come se lo conoscesse da tempo, poi si mise a sedere stiracchiandosi e sbadigliando vistosamente.


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Pigi domandò chi fosse e perché

era lì. Trudy, questo era il nome

dell'elfo, gli disse che lui lo seguiva da quando era piccolo, perché era stupefatto dalla puzza dei calzini di Pigi. L'elfo gli mostrò il super calzino di Pigi, quello che aveva perso tre anni prima e non aveva mai lavato da quando aveva sei anni. Considerando il fatto che Pigi ora aveva 15 di anni, si può facilmente immaginare quali potessero essere le conseguenze per le povere narici di chiunque si fosse per caso trovato nelle vicinanze! Pigi e Trudy risero insieme di quel fatto e divennero amici per la vita.


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Che avventura! Giuseppe e Giovanni sono due fratelli gemelli.

Un giorno si recano vicino al lago di casa loro per passare un po’ di tempo insieme, mentre giocano con la palla, a Giuseppe capita di lanciarla vicino al lago, Giovanni corre a prenderla, ma quando ormai gli manca solo un po’ per afferrarla, viene risucchiato. Giuseppe si butta in acqua per salvare il fratello, ma succedono tante cose, tutte imprevedibili.

Mentre è sott'acqua,

Giovanni trova un forziere

contenente un elmo e una spada. Appena li indossa si materializzano dei mosti dallo strano aspetto: erano alti 100 cm e avevano

quattro

occhi, tre bocche e due nasi. Giovanni inizia a colpire, ma si accorge subito che erano invulnerabili. L'unico posto attaccabile era il collo e lì concentrò i suoi colpi. Una volta uccisi, dalla bocca di uno dei


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mostri uscĂŹ una chiave. un'uscita e scoprono

I due ragazzi si mettono

alla ricerca di

altri mostri. Dopo averli sconfitti, trovano

un'altra chiave con cui aprono un forziere, al cui interno trovano tante armi, tra cui una pistola. Mentre sono quasi all'uscita, incontrano un mostro marino con tre bocche e quindici occhi. I due ragazzi si ricordano che

una leggenda narrava che questo mostro

aveva mangiato tante persone, in quel momento compare Erkes, una scaccia mostri marini, che colpisce il mostro sulla schiena, ferendolo. I due ragazzi colgono l’occasione, colpiscono il mostro due volte e lo uccidono, finalmente possono tornare a casa per esclamare: CHE AVVENTURA!.


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C’era una volta un re C’era una volta un re che non voleva fare la guerra. I suoi ministri volevano convincerlo che fosse importante fare la guerra, ma il re non voleva proprio saperne. Un giorno partì con il suo esercito e tutti pensarono che si fosse convinto. I ministri aspettarono e aspettarono, ma il re non tornò, passarono i mesi e poi gli anni, ma di lui nessuna notizia. Pensarono allora che gli fosse successo qualcosa, che avesse perso la vita in battaglia con tutti i suoi soldati, in chissà quale parte del mondo. Un giorno, però, quando ormai tutti avevano perso le speranze, il re tornò, con tutto il suo seguito; raccontò di aver visitato luoghi bellissimi, incontrato popoli ospitali e imparato lingue misteriose. I ministri rimasero stupiti e quando gli chiesero cosa avesse conquistato egli rispose: la conoscenza


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Ai miei piccoli scrittori che hanno saputo trasformare la didattica a distanza in una meravigliosa avventura che ci ha tenuto uniti e ci ha fatto viaggiare con le ali della fantasia oltre i limiti‌ oltre gli ostacoli e le barriere‌ seguendo il tracciato meraviglioso di una penna! La Prof.


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