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Introduction
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La Sacra Bibbia Nuova Riveduta 2006 © 2011, Società Biblica di Ginevra Introduzioni, note e annessi © 2011, Società Biblica di Ginevra Prima edizione 2011, © Società Biblica di Ginevra 1032 Romanel-sur-Lausanne, Svizzera Diffusione : La Casa della Bibbia Via G. Massari 189/A 10148 Torino Tel. 011 2052386 – Fax 011 2051566 info@lacasadellabibbia.it www.lacasadellabibbia.it Modelli: 978-2-608-36511-8 copertina rigida illustrata 978-2-608-36519-4 copertina rigida nera 978-2-608-36559-0 copertina in pelle nera, taglio argento Stampato in Germania – Bercker Graphischer Betrieb GmbH & Co.
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Introduction
III
Indice Prefazione. . . . . . . . . . . . . . . Introduzione alla Bibbia . . . . . . . . La trasmissione del testo biblico . . . . Origine e diffusione della Bibbia in Italia Abbreviazioni e simboli . . . . . . . . .
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. .V . IX . XIII . XIX XXIV
Salmi . . . . . . . Proverbi . . . . . Ecclesiaste . . . . Cantico dei cantici
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. 841 1000 1038 1052
Antico Testamento I L PENTATEUCO
Genesi . . . . Esodo . . . . . Levitico . . . . Numeri . . . . Deuteronomio
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. 1 85 156 208 279
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. . . . . . . . . . . .
341 383 424 431 485 530 584 634 681 740 757 781
L IBRI STORICI Giosuè . . Giudici . . Rut . . . . 1 Samuele 2 Samuele 1 Re . . . 2 Re . . . 1 Cronache 2 Cronache Esdra . . . Neemia . . Ester . . .
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L IBRI POETICI E SAPIENZALI Giobbe . . . . . . . . . 795
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L IBRI PROFETICI Isaia . . . . Geremia . . Lamentazioni Ezechiele . . Daniele . . . Osea . . . . Gioele . . . Amos . . . . Abdia . . . . Giona . . . . Michea . . . Naum . . . . Abacuc . . . Sofonia . . . Aggeo . . . Zaccaria . . Malachia . .
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1060 1148 1244 1254 1338 1364 1378 1384 1395 1398 1402 1411 1415 1420 1425 1429 1445
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Introduction
IV
Nuovo Testamento I VANGELI Vangelo di Matteo . Vangelo di Marco . . Vangelo di Luca . . . Vangelo di Giovanni.
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1453 1513 1552 1615
G LI ALBORI DELLA CHIESA Atti degli Apostoli . . 1662
L E LETTERE DI PAOLO Lettera ai Romani 1 Corinzi . . . . . 2 Corinzi . . . . . Lettera ai Galati . Lettera agli Efesini Lettera ai Filippesi Lettera ai Colossesi
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1724 1750 1775 1792 1801 1811 1818
1 Tessalonicesi . . 2 Tessalonicesi . . 1 Timoteo . . . . 2 Timoteo . . . . Lettera a Tito . . . Lettera a Filemone Lettera agli Ebrei .
. . . . . . .
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1825 1831 1835 1843 1849 1853 1856
L E LETTERE GENERALI Lettera di Giacomo . . 1 Pietro . . . . . . . . 2 Pietro . . . . . . . . 1 Giovanni . . . . . . 2 Giovanni . . . . . . 3 Giovanni . . . . . . Lettera di Giuda . . . Apocalisse di Giovanni
1876 1883 1891 1896 1904 1906 1908 1911
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Introduction
V
Prefazione L A N UOVA R IVEDUTA 2006 La versione Nuova Riveduta 2006 si presenta come una revisione della precedente edizione del 1994. La Nuova Riveduta è il frutto di un intenso lavoro di ricerca, di confronto sui testi ebraici e greci e di aggiornamento linguistico sulla base della Riveduta del 1924. Quest’ultima era stata realizzata da un comitato di esperti coordinati da Giovanni Luzzi ed era essa stessa il risultato di progressive revisioni che ebbero il loro impianto di origine nella Bibbia di Giovanni Diodati. La Nuova Riveduta, dunque, si colloca nella linea della tradizione del testo tradotto da Giovanni Diodati nel 1607 a Ginevra ; allo stesso tempo se ne distingue sia per l’aggiornamento linguistico, sia per la revisione operata sulla base di quei manoscritti greci ed ebraici che non erano disponibili all’epoca del Diodati stesso. Alcune particolarità del testo : 1. si è scelto di rendere il tetragramma sacro Yhwh, il nome di Dio più ricorrente nell’Antico Testamento, con il termine “Signore”, seguendo la tradizione orale ebraica, vale a dire il modo in cui esso viene letto e pronunciato dal popolo d’Israele. Fin dall’antichità, infatti, gli Ebrei considerarono impronunciabile il suddetto tetragramma per via della sua sacralità. Ancora oggi, quando si trovano di fronte ad esso, lo leggono come se ci fosse scritto Adonai, termine equivalente a “Signore”. In quest’edizione si è deciso di adottare la veste grafica di “SIGNORE” per rendere il tetragramma Yhwh e di “Signore” per tradurre il termine Adonai. Laddove ricorra Adonai Yhwh, abbiamo reso tale espressione con “il Signore, DIO” per evitare la ripetizione ;
2. i Salmi sono stati disposti, diversamente dagli altri libri, su un’unica colonna nell’intento di riprodurre, per quanto possibile, il parallelismo della poesia ebraica.
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Prefazione
VI
L’APPARATO DI NOTE TESTUALI In questa nuova edizione della Nuova Riveduta si è ritenuto utile dare al lettore la possibilità di poter verificare in prima persona quante, quali e di che genere siano effettivamente le varianti del Nuovo Testamento di cui spesso si sente parlare e discutere. È stato quindi necessario un lungo e accurato lavoro di collazione tra le tre principali fonti disponibili del testo greco del Nuovo Testamento : il Textus Receptus, il testo Nestle-Aland e il Testo Maggioritario. È seguito, poi, un minuzioso lavoro di integrazione dei dati ottenuti con il testo italiano della Nuova Riveduta. Nella fase di inserimento di questa notevole quantità di informazioni si è optato di tralasciare quelle varianti che riguardano semplicemente il diverso ordine dei termini all’interno di una frase (es. Gesù Cristo / Cristo Gesù) o la grafia di alcuni vocaboli (es. Dauid / Dabid per Davide) e che non influiscono in alcun modo sulla trasmissione o traduzione del testo. Si è anche deciso, all’interno delle note, di non esprimere alcun commento che potesse essere tendenzioso o soggettivo, del tipo “i più antichi manoscritti”, allo scopo di lasciare al lettore la libertà di trarre le proprie conclusioni. Ma come leggere questo apparato di note e di integrazioni al testo? Sicuramente è più difficile spiegarlo che non utilizzarlo, ma proveremo ugualmente a tracciare alcune linee-guida. La Nuova Riveduta segue generalmente il testo Nestle-Aland. Le tre fonti esistenti sono state indicate mediante l’uso di sigle/ abbreviazioni : NA = Nestle-Aland ; TR = Textus Receptus ; M = Testo Maggioritario. Sfogliando le pagine del Nuovo Testamento ci si può imbattere in una delle situazioni elencate qui di seguito, per ognuna delle quali diamo una breve spiegazione e almeno una citazione di verifica pratica.
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VII
Prefazione
1° Testo tra parentesi quadre [ ] : – sia TR che M riportano un intero versetto (p.es. Mt 17 : 21 ; Mr 9 : 44) che NA omette ; – sia TR che M, in Mr 16 : 9-20 e Gv 7 : 53-8 : 11, presentano un intero brano che NA, pur non mettendo in discussione la veridicità del fatto narrato, considera di dubbia appartenenza all’autore e che pertanto inserisce tra doppie parentesi quadre . In questi casi si è ritenuto utile riportare ugualmente tale versetto o brano per non creare un vuoto nella numerazione dei versetti, ma di evidenziarlo mediante l’utilizzo di parentesi quadre e di relativa nota esplicativa. 2° Testo tra mezze parentesi quadre * : – in ognuna delle tre fonti è presente la stessa lettura, ma in NA è racchiusa tra parentesi quadre per indicarne la dubbia autenticità (p. es. Mt 9 : 14). 3° Rimandi alle note a piè di pagina. Per segnalare tutte le altre differenze fra le tre fonti, si è ricorso a un uso intensivo di note esplicative. Le note possono essere raggruppate nelle seguenti classi : – NA differisce da TR e M : in nota si è segnalata la lettura di TR e M (p. es. Mt 1 : 25 ; 6 : 5), oppure altre eccezioni (p. es. At 16 : 1) ; – NA differisce da TR, ma è in accordo con M : in nota si è segnalata la lettura di TR (p. es. Mt 6 : 18 ; 9 : 5) ; – NA differisce da M, ma è in accordo con TR : in nota si è segnalata la lettura di M (p. es. Mt 3 : 11 ; 4 : 10) ; – tutte e tre le fonti differiscono tra loro : in nota sono state segnalate le altre due letture (p. es. At 5 : 41 ; Ef 4 : 6) ; – NA differisce da TR e M, ma per necessità di chiarezza il testo italiano segue, contrariamente al solito, TR e M : in nota si è segnalata la lettura di NA (p. es. Mt 1 : 7 ; Mt 11 : 16) ; – NA differisce da TR ed è in accordo con M, ma il testo italiano, contrariamente al solito, segue TR :
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Prefazione
VIII
in nota si è segnalata la lettura di NA e M (p. es. Mt 3 : 8 ; Gv 17 : 11) ; – NA differisce da M ed è in accordo con TR, ma il testo italiano, contrariamente al solito, segue M : in nota si è segnalata la lettura di NA e TR (p. es. Lu 6 : 9) ; – casi eterogenei : sono state segnalate in nota alcune letture presenti solo in un numero limitato di manoscritti (p. es. Mt 27 : 16 ; Mr 15 : 12).
R INGRAZIAMENTI Cogliamo l’occasione per esprimere un vivo ringraziamento agli esperti e studiosi delle Sacre Scritture che hanno dedicato molti anni a un confronto meticoloso con i testi originali, alla revisione del linguaggio e alle continue letture del testo definitivo. Ma, soprattutto, ringraziamo Dio per la sua benevolenza e per il suo sostegno che non è mai venuto meno. Lui ha concesso, nella sua grazia, che giungesse a compimento il sacro dovere di tradurre la sua Parola fedelmente e in maniera comprensibile. Nella convinzione di aver dato un importante contributo a favore dei lettori desiderosi di fare uno studio attento e rispettoso della Parola del Signore, ne raccomandiamo la lettura.
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Introduzione alla Bibbia E LEMENTI ETEROGENEI E UNITARIETÀ NELLA B IBBIA La Bibbia è un documento letterario unico, perché è la Parola di Dio. È una piccola biblioteca contenente i testi scritti da una quarantina di autori, che differivano fra di loro per età, livello d’istruzione e posizione sociale. Tali scritti sono stati composti nel corso di tredici o quindici secoli circa. Nonostante l’eterogeneità del contenuto, la Bibbia presenta unitarietà e armonia davvero notevoli, tanto che i suoi sessantasei libri potrebbero essere paragonati ai sessantasei anelli di una medesima catena. Nelle Sacre Scritture sono presenti vari generi letterari : testi storici, poetici, profetici, didattici, escatologici ecc. L’insieme del libro costituisce un complesso vastissimo di informazioni sul mondo degli uomini e una testimonianza dettagliata sugli interventi di Dio nelle vicende di singoli individui o negli avvenimenti di intere nazioni. Nella sua sovranità Dio ha guidato i redattori delle Sacre Scritture perché comunicassero fedelmente il suo pensiero. Cosí l’apostolo Paolo scriveva : “Ogni Scrittura è ispirata da Dio…” (2 Ti 3 :16). L’apostolo Pietro, da parte sua, affermava : “…infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 P 1 :21). Oltre a questo, Dio ha messo ogni cura nel preservare e trasmettere la sua parola nel corso dei secoli. Ciò costituisce garanzia ulteriore dell’autenticità del Sacro Testo. La Bibbia, caratterizzata da unitarietà nella sua ispirazione, ha come tema centrale la persona e l’opera salvifica del Cristo, verso cui tutto converge. Il messaggio della salvezza eterna che Gesù Cristo offre all’uomo è il filo conduttore di tutta la Scrittura.
ATTUALITÀ E UNIVERSALITÀ
DELLA
B IBBIA
Sebbene la Bibbia affondi le radici nella storia antica, essa rimane sempre attuale, perché tratta di avvenimenti collocati nel passato, nel presente e nel futuro.
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Introduzione
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Come documento di vitale importanza per gli uomini di tutti i tempi, la Bibbia è, anzitutto, la rivelazione del solo vero Dio. Essa svela altresì il problema fondamentale dell’uomo di qualsiasi epoca, cultura e sotto qualunque cielo : il suo errare lontano da Dio in seguito alla ribellione di Adamo. Con questi l’umanità intera è stata trascinata nel peccato, nella miseria e nella sofferenza. Vi si trova, infine, la rivelazione della soluzione divina e assoluta al problema del male : l’opera redentrice di Gesù Cristo, i cui effetti non conoscono limite alcuno di tempo né di spazio : “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Gv 3 : 6).
L ETTURA E INTERPRETAZIONE DELLA B IBBIA Colui che si accinge allo studio delle Sacre Scritture deve tener presente che egli si sta applicando all’ascolto delle parole di Dio. Similmente a Cristo, che è divenuto carne e si è fatto uomo, cosí le parole di Dio sono state rese umane. Come Cristo è divenuto uomo senza mai macchiarsi di peccato, cosí le parole di Dio sono divenute umane senza tradire la loro fedeltà al pensiero divino. Le difficoltà di tipo linguistico sono umane, ossia normali, e non devono scoraggiare il lettore. Perciò questi deve avere cura di comprendere quel che gli scrittori hanno voluto intendere e quanto Dio stesso abbia voluto esprimere con le loro parole. Per valutare esattamente il pensiero degli scrittori è necessario tener presente il genere letterario in esame. La verità, infatti, può venir presentata da angolazioni diverse, perché varia è la maniera di parlare degli uomini. Tuttavia, nell’applicazione dei vari metodi di indagine letteraria, bisogna dare prova di prudenza. Infatti qualunque estremismo metodologico che tenda a escludere la fede dall’orizzonte dello studioso è da rifiutare. È importante, quindi, leggere le Sacre Scritture con atteggiamento rispettoso nei riguardi del Signore. La Bibbia non è un libro qualsiasi, ma il Libro di Dio. Si deve tener presente, inoltre, che il suo scopo primario è quello di rivelare Gesù Cristo, l’unico mediatore fra Dio e gli uomini (1 Ti 2 : 5).
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Introduzione
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La Scrittura è stata data “affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv 20 : 31). La Bibbia afferma che la Parola di Dio è il nutrimento per eccellenza dell’anima : “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Mt 4 : 4). Perciò è bene fare una lettura quotidiana di questa Parola, nella calma, dopo aver predisposto il proprio cuore all’ascolto di Dio, per ricavarne il maggior profitto spirituale possibile. Ai neofiti potrebbe risultare utile iniziare la lettura dal Vangelo secondo Giovanni ; infatti sono molte le frasi testuali di Gesù che vi sono riportate. Altri, invece, potrebbero iniziare la lettura della Bibbia dal Vangelo secondo Marco, per la rapida successione delle tappe essenziali della vita di Gesù che vi sono registrate. Il libro degli Atti degli Apostoli attirerà quanti amano i racconti che trattano di uomini d’azione. Il libro dei Salmi risponderà particolarmente all’attesa di chiunque si rifugia nella preghiera e nell’adorazione. Nel proseguire la lettura con perseveranza il lettore troverà la risposta delle Scritture alle proprie domande. Una buona conoscenza della Bibbia nel suo insieme gli permetterà di apprezzare il valore intrinseco di ogni sua componente. Cosí il miglior interprete della Scrittura sarà la Scrittura stessa.
E FFETTI PRODOTTI DALLA LETTURA
DELLA
B IBBIA
Il messaggio della Bibbia produce arricchimento spirituale, fede, pace interiore e speranza. La Sacra Scrittura dà ai suoi lettori la comprensione dei pensieri di Dio ; essa permette loro di scoprire la pace con Dio mediante la fede in Gesù Cristo. Le dichiarazioni e le promesse della Bibbia creano nel cuore dell’uomo un fondamento stabile, le certezze eterne alle quali aspira e una speranza che trasforma la sua esistenza : “Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché, mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza” (Ro 15 : 4). La benedizione di Dio scende su colui che si lascia istruire dalla Bibbia, si appropria delle promesse di Dio e ubbidisce al suo mes-
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Introduzione
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saggio : “Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino !” (Ap 1 : 3).
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Introduction
XIII
La trasmissione del testo biblico I L TESTO DELL’A NTICO TESTAMENTO Il testo ebraico dell’Antico Testamento è sopravvissuto attraverso i secoli ed è giunto fino a noi grazie allo scrupoloso lavoro degli antichi scribi, i quali hanno continuato a produrre copie fedeli dei preziosi manoscritti in loro possesso, tramandandoli di generazione in generazione. A partire dai primi secoli dall’era cristiana la trasmissione del testo fu assicurata da un gruppo di studiosi ebrei, noti come Masoreti (da Masora, lett. “tradizione”), che continuarono a operare con lo scopo di “fissare” definitivamente il Testo Sacro per preservarlo e trasmetterlo nella forma più integra possibile. Proprio da questi studiosi deriva il nome di Testo Masoretico, che ancora oggi identifica il testo ebraico dell’Antico Testamento. All’epoca esistevano diversi centri di attività dei Masoreti. Intorno al X secolo quello di Tiberiade assunse la posizione predominante grazie alla scuola guidata dalla famiglia ben Asher e, attraverso edizioni successive, nel XII secolo il testo ben Asher giunse a essere l’unico testo riconosciuto delle Scritture ebraiche. Nel 1488 fu realizzata in Italia (a Soncino, vicino a Cremona) la prima edizione a stampa di una Bibbia ebraica. Tuttavia l’edizione più importante dell’epoca, utilizzata come testo di riferimento fino al XX secolo, fu la Seconda Bibbia Rabbinica di Jacob ben Chayyim (Venezia 1524/25), basata su ma noscritti del tardo Medioevo. A partire dal 1937 quest’edizione venne sostituita dalle edizioni della Biblia Hebraica di Rudolf Kittel e dalla Biblia Hebraica Stuttgartensia, basate sul manoscritto B19A del 1008 d.C., detto anche Codice di Leningrado (si tratta del più antico manoscritto in nostro possesso dell’intero testo ben Asher). L’assenza di manoscritti completi prima dell’anno 1000 si spiega con il fatto che gli studiosi ebrei, una volta raggiunto l’accordo su un testo, distruggevano i precedenti.
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La trasmissione del testo
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Il ritrovamento dei famosi manoscritti di Qumran, del IIIII secolo a.C., ha comunque confermato l’attendibilità e l’accuratezza del testo masoretico del 1008 d.C. Per la Nuova Riveduta 2006 il testo di base utilizzato è stato quello dell’edizione 1967/1977 della Biblia Hebraica Stuttgartensia, attingendo in alcuni casi anche dalla versione greca dei Settanta (III secolo a.C.) e dai manoscritti di Qumran.
I L TESTO DEL N UOVO TESTAMENTO Per quanto riguarda il Nuovo Testamento abbiamo oggi a disposizione una quantità straordinaria di manoscritti che ne attestano l’integrità : oltre 5.600 manoscritti greci (senza contare gli altri 16.000-18.000 in latino e altre lingue), alcuni dei quali distanti dagli originali solo pochi decenni. Si tratta della più vasta documentazione oggi esistente relativa a uno scritto dell’antichità. Quando si sente parlare di “testi originali” è utile specificare che non ci si riferisce ai documenti autografi dei vari scrittori del Nuovo Testamento, andati completamente persi (discorso valido per qualsiasi opera classica), ma a quelle copie realizzate a mano attraverso i secoli e pervenute fino a noi : sono queste la nostra fonte documentaria. Tale ricchezza di manoscritti, però, non fu presa in grande considerazione fino agli inizi del XVI secolo, principalmente a causa del grande prestigio di cui godeva la Vulgata latina di Girolamo (traduzione degli inizi del V secolo), spesso usata come testo di base per le prime traduzioni della Bibbia nelle lingue popolari. Fu infatti necessario attendere fino al 1516 perché la prima edizione del Nuovo Testamento greco vedesse la luce, sebbene l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg risalisse al 1451. È da quel momento che si può cominciare a tracciare la storia del testo greco del Nuovo Testamento, della quale riportiamo qui di seguito le tappe fondamentali. Fu l’arcivescovo di Toledo, Francisco Ximénes, a promuovere nel 1502 l’edizione a stampa del Nuovo Testamento greco, all’interno dell’ambizioso progetto di un’edizione poliglotta in più volumi di tutta la Bibbia, la cosiddetta Bibbia Complutense (opera portata
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La trasmissione del testo
a termine nel 1517). Il Nuovo Testamento, che ne costituiva il 5° volume, venne stampato nel 1514, ma non poté essere pubblicato fino al conseguimento dell’approvazione papale nel 1522. Intanto, nel 1515, l’editore Froben di Basilea commissionò al celebre umanista Erasmo da Rotterdam la preparazione di un testo greco del Nuovo Testamento. Dopo soli dieci mesi, il 1° marzo 1516 venne pubblicato e messo in vendita il Novum Instrumentum omne di Erasmo, la prima edizione del Nuovo Testamento greco. Erasmo procedette in gran fretta, utilizzando come base per il suo lavoro solo pochissimi codici del XII-XIII secolo che aveva a sua disposizione a Basilea. Apportò le dovute correzioni a tali manoscritti e li mandò in stampa. Il risultato fu quello di un testo che, in seguito, Erasmo stesso affermò essere stato “messo giù precipitosamente piuttosto che stampato con cura editoriale” a. Arrivò, ad esempio, al punto di operare lui stesso una retro-traduzione degli ultimi versetti dell’Apocalisse dalla Vulgata latina in greco (al codice di cui disponeva mancava l’ultimo foglio), producendo un testo che non trova riscontro in nessun altro manoscritto esistente. Quest’edizione fu comunque apprezzata da molti, tanto che negli anni successivi ebbe altre quattro riedizioni, riviste e corrette dallo stesso Erasmo. Fra le edizioni che assicurarono la trasmissione del lavoro intrapreso da Erasmo, ricordiamo l’edizione del francese Robert Estienne del 1551, nella quale, per la prima volta, fu introdotta la suddivisione del testo in versetti numerati, e quella della famiglia di tipografi Elzevier, del 1633, presentata al pubblico come Textus Receptus (ovvero, “testo accolto”). Nella prefazione latina di quest’edizione gli editori scrissero : “Ora, dunque, hai un testo accolto da tutti, nel quale non presentiamo niente di cambiato o corrotto” b. Da quel momento in poi l’espressione Textus Receptus venne utilizzata per indicare tutte quelle edizioni che si attenevano al testo di Erasmo. a “…praecipitatum verius quam editum», Kurt Aland-Barbara Aland, Il testo del Nuovo Testamento, Genova, ed. Marietti, 1987, pag. 8. b “…textum ergo habes, nunc ab omnibus receptum : in quo nihil immutatum aut corruptum damus”, ibid., pag. 10.
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La trasmissione del testo
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Per diverso tempo l’autorità del Textus Receptus fu pressoché totale e indiscussa, ma a partire dalla fine del 1600 si cominciò a esprimere una certa diffidenza nei confronti di tale testo ; vennero realizzate, infatti, edizioni del Nuovo Testamento per le quali il numero dei manoscritti utilizzati risultava sempre maggiore, corredate da un apparato nel quale erano annotate le varianti in essi riscontrate. Agli inizi del 1700 si passò a un approccio più diretto, non limitandosi solo a segnalare le varianti conosciute, ma anche a dichiarare quali di queste fossero superiori al Textus Receptus o addirittura a correggerne direttamente il testo, inserendovi le lezioni migliori, cosa che fecero gradualmente alcuni studiosi, fra i quali Wells (1709-1719), Bengel (1734), Wettstein (1751-52) e Griesbach (1755-77). Una netta presa di distanza dal testo di Erasmo si ebbe però solo alla fine del secolo successivo, quando il tedesco Costantin von Tischendorf pubblicò un’edizione del Nuovo Testamento (la Editio octava critica maior del 1869-1872) basata principalmente su un manoscritto del IV secolo da lui stesso rinvenuto alcuni anni prima nella biblioteca del monastero di S. Caterina sul Sinai, il cosiddetto Codice Sinaitico. Alcuni anni dopo, nel 1881, gli studiosi inglesi B.W. Westcott e J.A. Hort stamparono una nuova edizione del Nuovo Testamento, The New Testament in the Original Greek, che teneva conto di un altro codice del IV secolo, il cosiddetto Codice Vaticano. A seguito di questi lavori, nel 1898 il teologo e filologo tedesco Eberhard Nestle pubblicò la prima edizione del suo Novum Testamentum graece, per la cui redazione eseguì un accurato lavoro di confronto fra i testi proposti da Tischendorf e da Westcott e Hort. Da quel momento in poi il Textus Receptus venne comunemente ritenuto superato e quindi “abbandonato”. A partire dalla tredicesima edizione del 1927 il lavoro editoriale di Eberhard Nestle passò al figlio, Erwin Nestle, che si adoperò alla preparazione di un apparato critico (inteso come la descrizione dei criteri usati per scegliere una determinata variante e la segnalazione di tutte le altre presenti negli altri manoscritti) sempre più completo. Nel 1952, ventunesima edizione, iniziò a collaborare a
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La trasmissione del testo
tale lavoro anche il prof. Kurt Aland ; da qui il titolo comune di Nestle-Aland. Nel 1963, con la venticinquesima edizione, si giunse alla pubblicazione di un testo che in tempi recenti è stato riconosciuto come una sorta di “standard”, perfezionato con le successive edizioni (1979 e 1993). Un’altra edizione venne pubblicata, a partire dal 1966, su iniziativa della UBS (United Bible Societies) col titolo di The Greek New Testament. Si tratta di un’edizione semplificata, per traduttori e studenti, curata da un comitato di studio presieduto sempre dal prof. Kurt Aland, alla quale sono seguite altre tre edizioni (1968, 1975 e 1993). Con la pubblicazione della terza edizione di The Greek New Testament e della ventiseiesima edizione del Nestle-Aland si assiste all’unificazione del testo greco del Nuovo Testamento ; queste edizioni, infatti (come anche la quarta e la ventisettesima, oggi in uso), appaiono uguali nel testo, differenziandosi solamente per l’apparato critico a piè di pagina. Volendo riassumere in poche righe questo lungo processo storico, possiamo dire che il testo greco del Nuovo Testamento si può presentare sotto tre forme diverse : 1° il Textus Receptus, il testo greco adottato da Erasmo e dal quale derivano, ad esempio, la traduzione italiana di Giovanni Diodati e l’odierna Nuova Diodati. Questo testo si basa su un gran numero di manoscritti per la maggior parte tardivi e appartenenti all’area bizantina ; 2° il testo Nestle-Aland (detto anche “testo critico” per via del metodo di critica testuale utilizzato per cercare di risalire il più vicino possibile al testo originale), sul quale si basano, ad esempio, la Riveduta e la Nuova Riveduta. Tale testo si fonda su un numero più limitato di manoscritti, ma decisamente più antichi, appartenenti all’area alessandrina (da qui anche il nome di “testo alessandrino”) ; 3° il Testo Maggioritario, realizzato partendo dal presupposto che la migliore lezione disponibile sia quella che ha il maggior
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La trasmissione del testo
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numero di manoscritti che la documentano. Essendo i manoscritti della tradizione bizantina quelli più numerosi, ne consegue che si tratta di un testo molto simile al Textus Receptus, dal quale se ne discosta solamente per un numero esiguo di varianti, supportate da pochi documenti. Molto si è scritto e discusso al riguardo, cercando di dimostrare quale fosse il testo più vicino agli autografi del Nuovo Testamento, ma spesso ne sono scaturite sterili polemiche che non hanno prodotto altro risultato se non quello di confondere o, addirittura, scoraggiare il lettore della Parola di Dio. Quello che spesso non si fa, quando si parla di varianti del testo greco del Nuovo Testamento, è spostare l’attenzione su quanto invece abbiamo di certo e sicuro. È indiscutibilmente vero che oggi disponiamo di un grandissimo numero di manoscritti e che questi spesso non sono in perfetto accordo tra di loro, ma dobbiamo anche puntualizzare che queste discrepanze, se paragonate all’intero testo del Nuovo Testamento, costituiscono solo una piccola percentuale. Lo stesso Hort, uno dei promotori della critica testuale, dopo lunghi anni di studi e ricerche, scrisse : “ I 7/8 del testo del Nuovo Testamento sono certi oltre qualsiasi dubbio e il rimanente 1/8 consiste in divergenze di poca importanza”, precisando inoltre che le varianti significative, ovvero quelle che possono cambiare il senso di una frase, “costituiscono solamente 1/1.000 di tutto il testo” a. Delle circa 200.000 varianti conosciute, quindi, solo 200 possono avere una certa rilevanza, ma neppure una di queste è tale da mettere in discussione una sola delle dottrine contenute nella Parola di Dio. Da ciò ne consegue che le varianti del Nuovo Testamento possono essere importanti dal punto di vista filologico, ma non dal punto di vista teologico o dottrinale. Questa è una delle conferme di come Dio, nel corso della storia, abbia meravigliosamente vigilato sulla sua Parola per far giungere all’uomo la sua completa rivelazione. a Stephen Pisano S.J., Introduzione alla critica testuale dell’Antico e del Nuovo Testamento, Ed. Pontificio Istituto Biblico, 1998, pag. 64.
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Introduction
Origine e diffusione della Bibbia in Italia Le prime versioni in lingua volgare della Vulgata, la Bibbia in latino tradotta da Girolamo, iniziarono a comparire probabilmente a partire dal XIII secolo. Si trattava, per la maggior parte, di traduzioni libere di singoli libri, anonime (unica eccezione è il lavoro del domenicano Domenico Cavalca sul libro degli Atti, intorno alla prima meta del 1300) e spesso contenenti note esplicative. Il 1° agosto 1471 il tedesco Vandelino di Spira pubblicò, a Venezia, la prima edizione della Bibbia in italiano, con il titolo di Bibbia degnamente vulgarizzata per il clarissimo religioso duon Nicolao Malermi, nota in seguito col nome di Bibbia d’Agosto. Opera del monaco camaldolese Nicolò Malermi, che in parte tradusse dal latino e in parte ritoccò versioni manoscritte dei secoli precedenti, questa Bibbia incontrò grande favore ed ebbe molte edizioni successive. Nel mese di ottobre dello stesso anno, sempre a Venezia, uscì un’altra Bibbia in volgare (nota come Bibbia d’Ottobre), questa volta anonima, che ricalcava sostanzialmente testi di tradizione toscana di origine trecentesca. Questa edizione fu soprannominata anche Bibbia Jensoniana, dal nome di Niccolo Jenson, probabile stampatore dell’opera. Nel 1530, presso la tipografia Giunti di Venezia, l’umanista toscano Antonio Brucioli pubblicò Il Nuovo Testamento di greco nuovamente tradotto in lingua toscana (cioè italiana) seguito, nel 1532, dall’intera Biblia, quale contiene i sacri libri del Vecchio Testamento. Per quanto riguarda il testo di base da lui utilizzato, sembra che per Antico Testamento si sia servito della traduzione latina del celebre biblista Sante Pagnini (1527) e che per il Nuovo Testamento abbia utilizzato la versione latina di Erasmo da Rotterdam (1516). Nel 1559 la sua traduzione fu messa all’Indice dalla Chiesa Cattolica a causa delle sue “simpatie” per la Riforma, benché Brucioli non abbia mai abbandonato ufficialmente il cattolicesimo. Nel 1536 il frate domenicano Zaccheria da Firenze produsse il suo Nuovo Testamento, che non fu altro che una revisione del
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testo di Brucioli, al quale apportò variazioni quasi esclusivamente stilistiche e formali. Due anni dopo, nel 1538, a Venezia, fu pubblicata La Bibbia nuouamente tradotta dalla hebraica verità in lingua thoscana, a cura del frate domenicano Santi Marmochino. Si tratta in realtà, per l’Antico Testamento, di una revisione del testo di Brucioli con un ampio utilizzo del testo latino di Pagnini e, per il Nuovo Testamento, di una esatta riproduzione del testo di Zaccheria. Nel 1551 venne pubblicato a Lione Il Nuouo ed Eterno Testamento di Giesu Christo, tradotto dal frate benedettino Massimo Theofilo Fiorentino, direttamente dall’originale greco. Nel 1555 fu pubblicata a Ginevra un’edizione bilingue (italiano-francese) del Nuovo Testamento a cura del valdese Giovan Luigi Pascale, nella quale fu inserita, per la prima volta in Italia, la suddivisione in versetti. Per la parte italiana Pascale utilizzò come guida la versione del Brucioli, rivedendola sul testo greco e rendendola più scorrevole, mentre per il francese si servì della traduzione di Olivetano riveduta da Calvino. Nel 1560 Pascale venne condannato e messo a morte dall’Inquisizione. Nel 1562 venne portata a termine una revisione, rimasta anonima, della versione di Brucioli e stampata a Ginevra dall’editore Francesco Durone. A partire dal 1559 papa Paolo IV, nel tentativo di controllare e contrastare il diffondersi di eresie, emanò un insieme di provvedimenti che culminò nella redazione dell’Indice dei libri proibiti (ribadito poi nel 1564 da Pio IV e nel 1596 da Clemente VI). Questi decreti contenevano, tra le altre cose, il divieto di stampare, leggere e possedere versioni della Bibbia in lingua volgare senza previa autorizzazione personale e scritta del vescovo, dell’inquisitore o addirittura dell’autorità papale. Come conseguenza di questo provvedimento la produzione di Bibbie in italiano subì un brusco arresto. Nel XVII secolo l’unica Bibbia tradotta in italiano fu quella del protestante Giovanni Diodati, pubblicata a Ginevra nel 1607 col titolo di La Bibbia. Cioè, i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento. Nuovamente traslati in lingua italiana, da Giovanni Diodati, di nation Lucchese. Profondo conoscitore della lingua ebraica (era professore di ebraico all’Università di Ginevra), Diodati realizzò, per la prima
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volta in Italia, una traduzione direttamente dai testi originali greci ed ebraici. La sua opera è ancora oggi considerata, dal punto di vista stilistico, uno dei capolavori della lingua italiana del ‘600. Nel 1641 lo stesso Diodati portò a termine una revisione della sua opera in vista di una seconda edizione, nella quale furono introdotti i Salmi in rima. Nel 1757 papa Benedetto XIV espresse il desiderio di una traduzione della Bibbia in italiano. Fu così che l’abate Antonio Martini pubblicò dapprima il Nuovo Testamento in sei volumi (1769-1771) e poi l’Antico Testamento in sedici volumi (1776-1781). Martini tradusse dalla Vulgata e al testo italiano affiancò il testo della Bibbia latina. Questa traduzione ebbe grande successo ; lo stesso papa Pio VI l’approvò, dichiarandola conforme alle norme dell’Indice. Quest’edizione fu ristampata molte volte e rimase la traduzione ufficiale della Chiesa cattolica fino alle prime edizioni rivedute sui testi originali del secolo scorso. Agli inizi del XX secolo, nel 1924, la traduzione di Diodati fu sottoposta a una profonda revisione, nell’intento di adeguarla all’evoluzione della lingua italiana e riconfrontarla con le allora recenti scoperte nel campo delle lingue originali. Il lavoro di revisione fu commissionato dalla Società Biblica Britannica e Forestiera e realizzato da un comitato presieduto dal valdese Giovanni Luzzi. Questa nuova versione del testo biblico (erroneamente conosciuta come la “Bibbia Luzzi”) prese il nome di Riveduta. In effetti, parallelamente al lavoro di revisione della Diodati, Giovanni Luzzi preparò anche una propria traduzione dell’intera Bibbia, la monumentale Bibbia tradotta dai testi originali e annotata in dodici volumi, tra gli anni 1921-30, a cura della Società Fides et Amor di Firenze ; però non ebbe grande diffusione. Nello stesso periodo iniziarono a proliferare in ambiente cattolico nuove traduzioni della Bibbia, all’inizio ancora dalla Vulgata e in seguito dai testi nelle lingue originali. Tra le prime vanno segnalate quella di A. Mercati (1929, ed. Fiorentina, la prima traduzione cattolica dopo quella del Martini), quella di E. Tintori (1931, ed. Paoline), quella di M. Sales (1931, ed. Berruti, una revisione di quella del Martini) e quella di G. Ricciotti (1939-1940, ed. Salani). Tra le
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seconde segnaliamo quella di A. Vaccari (1958, ed. Salani), quella di G. Robaldo (1958, ed. Paoline), quella di F. Nardoni (1960, ed. Fiorentina), quella di S. Garofalo (1963, ed. Marietti), quella di E. Galbiati - A. Penna - P. Rossano (1964, ed. UTET) e quella di B. Mariani (1964, ed. Garzanti). Nel 1968 fu pubblicata dalla Mondadori la Bibbia Concordata, tradotta dai testi originali, con introduzione e note a cura della Società Biblica Italiana. A quest’edizione lavorarono studiosi cattolici, protestanti, ortodossi ed ebrei. Nel 1971 la Conferenza Episcopale Italiana pubblicò la Versione CEI, che divenne subito il testo ufficiale della Chiesa cattolica. Tale edizione fece seguito alle disposizioni del Concilio Vaticano II (1965), che aveva dichiarato lingua liturgica l’italiano e non più il latino. Per la sua realizzazione si scelse di non operare una traduzione ex-novo, a causa dell’impellenza di una nuova versione ufficiale della Bibbia e del poco tempo a disposizione ; si optò piuttosto di procedere a un profondo rifacimento in base ai testi originali di una versione già diffusa, quella delle edizioni UTET, che aveva il pregio di essere opera di soli tre traduttori. Nel 1974 fu pubblicata una nuova edizione con leggere modifiche. Con questo testo verranno pubblicate in seguito alcune Bibbie contenenti note e commenti di vario tipo, fra le quali le più conosciute sono La Bibbia di Gerusalemme (1974, ed. Dehoniane) e la Bibbia TOB (1976, ed. Elledici), con il loro corpo di note tradotto dalle rispettive edizioni francesi. Segnaliamo inoltre la recente revisione della CEI pubblicata nel 2008. Nel 1985 fu pubblicata la Parola del Signore. La Bibbia in lingua corrente, comunemente chiamata TILC (Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente), prodotta in collaborazione tra cattolici e protestanti e pubblicata in coedizione dalla Elledici e dall’Alleanza Biblica Universale. Nel 1991 l’editrice La Buona Novella di Brindisi pubblicò la Nuova Diodati, la versione Diodati riveduta soltanto nella lingua per avvicinarla a quella corrente. La caratteristica principale di quest’edizione risiede nell’aver scelto come testo di riferimento per il Nuovo Testamento il Textus Receptus (il testo greco utilizzato dallo stesso
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Origine e diff usione in Italia
Diodati nel ‘600, l’unico allora disponibile) e nel non aver tenuto conto dei numerosi manoscritti ritrovati successivamente, cosa che invece era già stata fatta per la Riveduta del 1924. Nel 1994 fu la volta della versione Nuova Riveduta, edita dalla Società Biblica di Ginevra. Si tratta di una revisione della precedente Riveduta (1924) e pertanto la si può considerare come naturale discendenza del testo tradotto da Giovanni Diodati nel 1607 e revisionato nel 1641, dalla quale si distingue tuttavia sia per l’aggiornamento linguistico, sia per la revisione operata sulla base dei manoscritti greci ed ebraici non disponibili all’epoca di Diodati stesso. Ad essa sono seguite negli anni nuove edizioni con migliorie grafiche, linguistiche e testuali, fino a giungere all’attuale Nuova Riveduta 2006.
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Introduction
Abbreviazioni e simboli
L IBRI DELLA B IBBIA Abb. Abacuc Abdia Aggeo Amos Apocalisse diGovan Atti degliApost Cantico deicant Colossesi 1 Corinzi 2 Corinzi 1 Cronache 2 Cronache Daniele Deuteronomio Ebrei Ecclesiaste Efesini Esdra Esodo Ester Ezechiele Filemone Filippesi Galati Genesi Geremia Giacomo Giobbe Gioele Giona Giosuè Giovanni
Capp. Pag. Ac 3 Ad 1 Ag 2 Am 9 Ap 22 At 28 Ca 8 Cl 4 1 Co 16 2 Co 13 1 Cr 29 2 Cr 36 Da 12 De 34 Eb 13 Ec 12 Ef 6 Ed 10 Es 40 Et 10 Ez 48 Fi 1 Fl 4 Ga 6 Ge 50 Gr 52 Gm 5 Gb 42 Gl 3 Gn 4 Gs 24 Gv 21
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1 Giovanni 2 Giovanni 3 Giovanni Giuda Giudici Isaia Lamentazioni Levitico Luca Malachia Marco Matteo Michea Naum Neemia Numeri Osea 1 Pietro 2 Pietro Proverbi 1 Re 2 Re Romani Rut Salmi 1 Samuele 2 Samuele Sofonia 1 Tessalonicesi 2 Tessalonicesi 1 Timoteo 2 Timoteo Tito Zaccaria
1 Gv 2 Gv 3 Gv Gd Gc Is La Le Lu Ml Mr Mt Mi Na Ne Nu Os 1P 2P Pr 1R 2R Ro Ru Sl 1S 2S So 1 Te 2 Te 1 Ti 2 Ti Tt Za
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5 1 1 1 21 66 5 27 24 4 16 28 7 3 13 36 14 5 3 31 22 25 16 4 150 31 24 3 5 3 6 4 3 14
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Abbreviazioni
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A LTRE ABBREVIAZIONI A.T. aram. ca. cap./capp. cf./cfr. ebr. p. es. gr. introd. lett. M mss. N.T. NA n. ed. pag./pp. ss. TR V. dei LXX v./vv. vd. Vulg.
Antico Testamento aramaico circa capitolo/i confrontare ebraico per esempio greco introduzione letteralmente Testo Maggioritario manoscritti Nuovo Testamento Testo Nestle-Aland nota degli editori pagina/e seguenti Textus Receptus Versione dei Settanta versetto/i si veda Vulgata
=
riferimenti dei passi identici o, a piè di pagina, un’espressione equivalente, che talvolta ha valore esplicativo
+
() []
riferimenti paralleli delle citazioni letterali dell’A.T. nel N.T.
raggruppano un insieme di brani o isolano un riferimento parallelo da quelli che le precedono vd. Prefazione
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Genesi I l libro della Genesi è il primo dei cinque libri del Penta-
teuco, tradizionalmente attribuiti a Mosè. Come indicato dal
nome, esso narra le origini dell’universo e dell’umanità, e la
scelta, da parte di Dio, di un uomo al quale viene promessa una discendenza (il futuro popolo d’Israele), destinata a ricevere
una terra e a essere fonte di benedizione per gli altri popoli.
Gli avvenimenti narrati si collocano in un periodo che arriva fino al 1800 a.C.
Tema principale: le origini
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Ge Es Le Nu De Gs Gc Ru 1S 2S 1R 2R 1Cr 2Cr Ed Ne Et Gb Sl Pr Ec Ca Is Gr La Ez Da Os Gl Am Ad Gn Mi Na Ac So Ag Za Ml Mt Mr Lu Gv At Ro 1Co 2Co Ga Ef Fl Cl 1Te 2Te 1Ti 2Ti Tt Fi Eb Gm 1P 2P 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap
GENESI 1:1
2
I TEMPI ANTICHI, DALLA CREAZIONE AD ABRAMO, 1:1–11:9 (At 17:24-28)
La creazione
1
Ne 9:6 (Sl 124:8; Gr 32:17; 10:12) Ro 1:20; Ap 4:11; Gv 1:1-3
Nel principio Dio creò i cieli e la terra. Sl 104:2; Is 45:7; 2 Co 4:6
2 La
terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse : «Sia luce !» E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona ; e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina : primo giorno. Sl 104:2-3; 19:2
6 Poi
Dio disse: «Vi sia una distesa a tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 9 Poi
Gb 38:8-11; Sl 104:6-9, 14-16
Dio disse : «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così fu. 10 Dio chia-
mò l’asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. 13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno. Sl 104:19; 136:7-9; 148:3, 5-6
14 Poi
Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. 16 Dio fece le due grandi luci : la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 18 per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era
a Una distesa, altri traducono: un’atmosfera o firmamento.
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GENESI 2:3
3 buono. 19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno. 20 Poi
Sl 104:24-26; 148:7, 10
Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo». 21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. 22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra». 23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno. Ge 2:19-20 (Ge 5:1-2; 2:7, 21-23)
24 Poi
Dio disse : «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie : bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. 25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono. Creazione dell’uomo e della donna 26 Poi
Sl 8:4-8 (Ec 7:29; Ef 4:24)
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e 365 AT 04.indb 3
abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.
2
(Es 20:8-11; Is 58:13-14) Mr 2:27
Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. 2 Il settimo giorno Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta a. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta. a +Eb 4:4, 9.
Ge Es Le Nu De Gs Gc Ru 1S 2S 1R 2R 1Cr 2Cr Ed Ne Et Gb Sl Pr Ec Ca Is Gr La Ez Da Os Gl Am Ad Gn Mi Na Ac So Ag Za Ml Mt Mr Lu Gv At Ro 1Co 2Co Ga Ef Fl Cl 1Te 2Te 1Ti 2Ti Tt Fi Eb Gm 1P 2P 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap
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Ge Es Le Nu De Gs Gc Ru 1S 2S 1R 2R 1Cr 2Cr Ed Ne Et Gb Sl Pr Ec Ca Is Gr La Ez Da Os Gl Am Ad Gn Mi Na Ac So Ag Za Ml Mt Mr Lu Gv At Ro 1Co 2Co Ga Ef Fl Cl 1Te 2Te 1Ti 2Ti Tt Fi Eb Gm 1P 2P 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap
GENESI 2:4 Ge 1:26-28; 1 Co 15:45-49
4 Queste
sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c’era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c’era alcun uomo per coltivare il suolo ; 6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. 7 Dio il SIGNORE formò l’uomo a dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente b. 8 Dio
Ap 22:1-2; 2:7
il SIGNORE piantò un giardino in Eden c, a oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. 9 Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci. 11 Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c’è l’oro; 12 e l’oro di quel paese è puro ;
4 qui si trovano pure il bdellio d e l’ònice. 13 Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di Cuse. 14 Il nome del terzo fiume è Chiddechel f, ed è quello che scorre a oriente dell’Assiria. Il quarto fiume è l’Eufrate. 15 Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 16 Dio il SIGNORE ordinò all’uomo : «Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare ; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai». (1 Co 11:7-10; 1 Ti 2:11-13) (Ef 5:22-33; Mt 19:3-9)
Poi Dio il SIGNORE disse : «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». 19 Dio il SIGNORE , avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l’uomo gli avrebbe dato. 20 L’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l’uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui. 21 Allora 18
a Uomo, ebr. ’adam, da ’adamah, terra, suolo, terreno. b +1 Co 15:45. c Eden, lett. delizie. d Bdellio, resina aromatica prodotta da una pianta d’Arabia. e Cus, ovvero l’Etiopia. f Chiddechel, ossia il Tigri.
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ESODO 40:38
35 E
tivano; 37 ma se la nuvola non si alzava, non partivano fino al giorno in cui si alzava. 38 La nuvola del SIGNORE infatti stava sul tabernacolo di giorno; e di notte vi stava un fuoco visibile a tutta la casa d’Israele durante tutti i loro viaggi.
Mosè non poté entrare nella tenda di convegno perché la nuvola si era posata sopra, e la gloria del SIGNORE riempiva il tabernacolo. 36 Durante tutti i loro viaggi, quando la nuvola si alzava dal tabernacolo, i figli d’Israele par-
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Ge Es Le Nu De Gs Gc Ru 1S 2S 1R 2R 1Cr 2Cr Ed Ne Et Gb Sl Pr Ec Ca Is Gr La Ez Da Os Gl Am Ad Gn Mi Na Ac So Ag Za Ml Mt Mr Lu Gv At Ro 1Co 2Co Ga Ef Fl Cl 1Te 2Te 1Ti 2Ti Tt Fi Eb Gm 1P 2P 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap
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Levitico I l terzo dei cinque libri attribuiti a Mosè, il libro del Levi-
tico, segue Esodo e può essere datato nello stesso periodo, vale
a dire durante il soggiorno di un anno che il popolo fece presso il monte Sinai. Esso contiene prevalentemente prescrizioni
relative al culto e alla distinzione tra ciò che è puro e ciò che è impuro, regole civili e morali, con un elemento ricorrente: la necessità, per gli Israeliti, di rispecchiare la santità del loro Dio.
Tema principale: la santità
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LEVITICO 1:17
157 Gli olocausti Ge 8:20-21 (Le 6:2-4; Nu 15:1-16, 28) (Sl 66:13-15; 51:16-19) (Eb 10:1-14; Ef 5:2; Fl 2:8)
1
Il SIGNORE chiamò Mosè, gli parlò dalla tenda di convegno e gli disse: 2 «Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Quando qualcuno di voi vorrà portare un’offerta al SIGNORE , offrirete bestiame grosso o minuto. 3 Se la sua offerta è un olocausto di bestiame grosso, offrirà un maschio senza difetto : l’offrirà all’ingresso della tenda di convegno, per ottenere il favore del SIGNORE . 4 Poserà la mano sulla testa dell’olocausto, e il SIGNORE lo accetterà come espiazione. 5 Poi sgozzerà il vitello davanti al SIGNORE e i sacerdoti, figli di Aaronne, offriranno il sangue e lo spargeranno sull’altare, da ogni lato, all’ingresso della tenda di convegno. 6 Poi scuoierà l’olocausto e lo taglierà a pezzi. 7 I figli del sacerdote Aaronne metteranno del fuoco sull’altare e disporranno della legna sul fuoco. 8 Poi i sacerdoti, figli di Aaronne, disporranno quei pezzi, la testa e il grasso, sulla legna messa sul fuoco che è sull’altare. 9 Ma laverà con acqua le interiora e le zampe, e il sacerdote farà fumare ogni cosa sull’altare, come olocausto, sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE . 10 Se la sua offerta è un olo-
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causto di bestiame minuto, pecore o capre, off rirà un maschio senza difetto. 11 Lo sgozzerà dal lato settentrionale dell’altare davanti al SIGNORE ; i sacerdoti, figli di Aaronne, ne spargeranno il sangue sull’altare da ogni lato. 12 Poi lo taglierà a pezzi e, insieme con la testa e il grasso, il sacerdote li disporrà sulla legna messa sul fuoco sopra l’altare. 13 Ma laverà con acqua le interiora e le zampe ; poi il sacerdote off rirà ogni cosa e la brucerà sull’altare. Questo è un olocausto, un sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE . 14 «“Se
Le 5:7-10; 2 Co 8:12
la sua offerta al SIGNORE è un olocausto di uccelli, offrirà delle tortore o dei giovani piccioni. 15 Il sacerdote off rirà in sacrificio l’uccello sull’altare, gli staccherà la testa, la brucerà sull’altare, e il sangue sarà fatto colare sopra uno dei lati dell’altare. 16 Poi gli toglierà il gozzo con quel che contiene, e lo getterà sul lato orientale dell’altare, nel luogo delle ceneri. 17 Spaccherà quindi l’uccello per le ali, senza però dividerlo in due, e il sacerdote lo brucerà sull’altare, sulla legna messa sopra il fuoco. Questo è un olocausto, un sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE .
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14.06.2011 15:12:36
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LEVITICO 2:1 Le offerte
2
Le 6:7-11; 7:9-14; Nu 15:4-10
«“Quando qualcuno offrirà al SIGNORE un’oblazione, la sua offerta sarà di fior di farina, su cui verserà dell’olio, e vi aggiungerà dell’incenso. 2 La porterà ai sacerdoti figli di Aaronne ; il sacerdote prenderà una manciata piena del fior di farina spruzzata d’olio, con tutto l’incenso, e farà bruciare ogni cosa sull’altare, come ricordo. Questo è un sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE . 3 Ciò che rimarrà dell’oblazione sarà per Aaronne e per i suoi figli ; è cosa santissima tra i sacrifici consumati dal fuoco per il SIGNORE . 4 Quando off rirai come oblazione una cosa cotta nel forno, offrirai focacce azzime di fior di farina impastata con olio o gallette azzime unte d’olio. 5 Se la tua oblazione è cotta sulla piastra, sarà di fior di farina, impastata con olio, azzima. 6 La dividerai in porzioni e vi verserai sopra dell’olio : è un’oblazione. 7 Se la tua oblazione è cotta in padella, sarà fatta di fior di farina con olio. 8 Porterai al S IGNORE l’oblazione fatta di queste cose ; sarà presentata al sacerdote, che la porterà sull’altare. 9 Il sacerdote preleverà dall’oblazione la parte che dev’essere offerta
365 AT 04.indb 158
158 come ricordo e la farà fumare sull’altare. È un sacrificio di profumo soave, consumato dal fuoco per il SIGNORE . 10 Ciò che rimarrà dell’oblazione sarà per Aaronne e per i suoi figli ; è cosa santissima tra i sacrifici consumati dal fuoco per il SIGNORE . 1 Co 5:6-8; Mr 9:49-51
11 «“Qualunque
oblazione offrirete al SIGNORE sarà senza lievito ; non farete bruciare nulla che contenga lievito o miele, come sacrificio consumato dal fuoco per il SIGNORE . 12 Potrete off rirne al SIGNORE come oblazione di primizie ; ma queste offerte non saranno poste sull’altare come offerte di profumo soave. 13 Condirai con sale ogni oblazione e non lascerai la tua oblazione priva di sale, segno del patto del tuo Dio. Su tutte le tue offerte metterai del sale. 14 «“Se
Le 23:10-14, 17
fai al SIGNORE un’oblazione di primizie, offrirai, come primizie, delle spighe tostate al fuoco e chicchi di grano nuovo, tritati. 15 Vi metterai sopra dell’olio e vi aggiungerai dell’incenso : è un’oblazione. 16 Il sacerdote farà fumare come ricordo una parte del grano tritato e dell’olio, con tutto l’incenso. È un sacrificio consumato dal fuoco per il SIGNORE . 14.06.2011 15:12:36
Salmi I centocinquanta Salmi (ebr. tehillim, lodi) sono
altrettanti cantici, preghiere di lode, di supplica o
espressioni di grande dolore o rammarico. Composti in un periodo che sembra collocarsi tra il XV e il VI sec. a.C., in
circostanze assai diverse, e attribuiti a numerosi autori, tra i quali Mosè, Davide, Asaf, i discendenti di Core, Eman, Etan e altri non identificati, potevano essere utilizzati nel culto
di famiglia o nel tempio, talvolta durante le feste religiose.
Tema principale: la lode
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14.06.2011 15:16:09
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SALMI 1:1
842 LIBRO PRIMO, SALMI 1–41 (2 S 23:1-2)
Due uomini, due vie, due destini (Sl 112; 128; Gr 17:7-8; 1 Ti 4:8-9) (Pr 14:32; Mt 7:21-27; 13:40-43) Is 42:21; 3:10-11; Gm 1:25
1
2 3
4 5 6
Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori, né si siede in compagnia degli schernitori, ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce ; e tutto quello che fa prospererà. Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde. Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori nell’assemblea dei giusti. Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina.
Il regno del Figlio di Dio
2
(At 4:25-28; 13:27-41; Mt 21:37-45; Fl 2:9-11) Sl 18:50; 21:8, ecc.; 110; Gv 3:36
2
3 4 5 6
Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane? I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto a, dicendo : “Spezziamo i loro legami e liberiamoci dalle loro catene». Colui che siede nei cieli ne riderà ; il Signore si farà beffe di loro. Egli parlerà loro nella sua ira e nel suo furore li renderà smarriti : «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».
a +At 4 :25-26.
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SALMI 3:8
843 7
8 9 10 11 12
Io annuncerò il decreto. Il SIGNORE mi ha detto : «Tu sei mio figlio, oggi a io ti ho generato. Chiedimi, e io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. Tu le spezzerai con una verga di ferro ; tu le frantumerai come un vaso b d’argilla». Ora, o re, siate saggi ; lasciatevi correggere, o giudici della terra. Servite il SIGNORE con timore e gioite con tremore. Rendete omaggio al figlioc, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella vostra via, perché improvvisa l’ira sua potrebbe divampare. Beati tutti quelli che confidano in lui!
Fiducia durante la persecuzione
3
2 S 15–16; Sl 4–5; 27:1-3, 6; 56:2-4
2 3 4 5 6 7
8
Salmo di Davide, composto quando fuggiva davanti ad Absalom, suo figlio. O SIGNORE , quanto sono numerosi i miei nemici ! Molti sono quelli che insorgono contro di me, molti quelli che dicono di me : «Non c’è più salvezza per lui presso Dio !» [Pausa] Ma tu, o SIGNORE , sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo. Con la mia voce io grido al SIGNORE ed egli mi risponde dal suo monte santo. [Pausa] Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene. Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d’ogni intorno. Ergiti, o SIGNORE , salvami, Dio mio ; poiché tu hai percosso tutti i miei nemici sulla guancia, hai rotto i denti agli empi. Al SIGNORE appartiene la salvezza ; la tua benedizione sia sul tuo popolo! [Pausa]
a +At 13 :33; +Eb 1 :5; 5 :5. b +Ap 2 :27; 19 :15. c Rendete omaggio al figlio, lett. baciate il fi glio. Alcune versioni antiche riportano : ricevete istruzione. Altre : rendete
omaggio sincero.
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14.06.2011 15:16:12
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SALMI 4:1
844
Sicurezza nel momento del pericolo
4
2 S 17:15-29; Sl 3; 84:11-12
2
3 4 5 6 7
8
Al direttore del coro. Per strumenti a corda. Salmo di Davide. Quando io grido, rispondimi, o Dio della mia giustizia ; quando ero in pericolo, tu mi hai liberato ; abbi pietà di me ed esaudisci la mia preghiera ! O figli degli uomini, fino a quando si farà oltraggio alla mia gloria? Fino a quando amerete la vanità e andrete dietro alla menzogna? [Pausa] Sappiate che il SIGNORE si è scelto uno che egli amaa ; il SIGNORE mi esaudirà quando griderò a lui. Tremate b e non peccatec ; sui vostri letti ragionate in cuor vostro e tacete. [Pausa] Offrite sacrifici di giustizia e confidate nel SIGNORE . Molti van dicendo : «Chi ci farà vedere la prosperità?» O SIGNORE , fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto! Tu mi hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano. In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE , mi fai abitare al sicuro.
Preghiera contro gli empi
5
Sl 7; 11; Pr 6:16-19
2 3 4 5
Al direttore del coro. Per strumenti a fiato. Salmo di Davide. Porgi l’orecchio alle mie parole, o SIGNORE , sii attento ai miei sospiri. Odi il mio grido d’aiuto, o mio Re e mio Dio, perché a te rivolgo la mia preghiera. O SIGNORE , al mattino tu ascolti la mia voce ; al mattino ti offro la mia preghiera e attendo un tuo cenno ; poiché tu non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà ; presso di te il male non trova dimora. Quelli che si vantano non resisteranno davanti agli occhi tuoi ; tu detesti tutti gli operatori d’iniquità.
a Uno che egli ama, oppure uno che lo ama. c +Ef 4 :26.
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b Tremate, altri traducono : adiratevi.
14.06.2011 15:16:12
Vangelo secondo
Matteo
I l Vangelo secondo Matteo è stato attribuito a Matteo
(o Levi), un esattore delle tasse che divenne uno dei dodici discepoli di Gesù. La data di redazione risale agli anni 50-60 d.C. Esso
contiene cinque cicli di discorsi e numerose citazioni dell’Antico
Testamento: l’autore si rivolge ai Giudei con la chiara intenzione di sottolineare che Gesù era veramente il Messia, il liberatore
promesso. Con Marco e Luca, Matteo forma il gruppo dei Vangeli
cosiddetti “sinottici”, in quanto essi presentano la vita di Gesù in una prospettiva simile tra loro.
Tema principale: Cristo, il Re
365 NT 03.indb 1453
14.06.2011 14:45:29
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MATTEO 1:1 Genealogia di Gesù Cristo
1
(1 Cr 2:3-15; 3) = Lu 3:23-38 (1 Cr 17:11-14; At 13:23) Genealogia a di Gesù Cristo b, figlio di Davide, figlio
di Abraamo. 2 Abraamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe ; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli ; 3 Giuda generò Perez e Zerac da Tamar ; Perez generò Chesron ; Chesron generò Ram; 4 Ram generò Amminadab; Amminadab generò Nason ; Nason generò Salmon; 5 Salmon generò Boaz da Raab; Boaz generò Obed da Rut ; Obed generò Isai, 6 e Isai generò Davide, il re. Davidec generò Salomone da quella che era stata moglie di Uria; 7 Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abiia; Abiia generò Asa d; 8 Asa d generò Giosafat; Giosafat generò Ieoram ; Ieoram generò Uzzia; 9 Uzzia generò Iotam; Iotam generò Acaz; Acaz generò Ezechia; 10 Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amone; Amon e generò Giosia; 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Sealtiel ; Sealtiel generò Zorobabele; 13 Zorobabele generò Abiud; Abiud generò Eliachim ; Eliachim generò Azor; 14 Azor gene-
1454 rò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud ; 15 Eliud generò Eleazar ; Eleazar generò Mattan; Mattan generò Giacobbe ; 16 Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo. 17 Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni ; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni. Nascita di Gesù Cristo 18 La
Lu 1:26-38; Gv 1:1-2, 14 (= Lu 2:1-21; Is 7:14; Ga 4:4)
nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. 20 Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo : «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato viene dallo Spirito Santo. 21 Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome
a Genealogia, lett. libro della genealogia (cfr. Ge 5:1). b Cristo, gr. Christós, lett. unto, termine di derivazione greca che corrisponde alla parola ebr. tradotta con Messia. d Così TR e M; NA Asaf. e Così TR e M; NA Amos. c TR e M Davide il re generò…
365 NT 03.indb 1454
14.06.2011 14:45:35
MATTEO 2:9
1455 Gesù a, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». 22 Tutto ciò avvenne affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 «La vergine b sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele» c , che tradotto vuol dire : «Dio con noi». 24 Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; 25 e non ebbe con lei rapporti coniugali d finché ella non ebbe partorito un figlioe; e gli pose nome Gesù. Arrivo dei magi
2
= Lu 2:22-38 (Nu 24:17; Sl 72:10-11)
Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all’epoca del re Erode f. Dei magi g d’Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: 2 «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo».
3 Udito
questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo doveva nascere. 5 Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea ; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: 6 “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giudah; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele” i». 7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s’informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; 8 e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando lo avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch’io vada ad adorarlo». 9 Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov’era il bambino, vi si fermò
a Gesù, gr. Iesoûs dall’ebr. Yeshua‘, forma posteriore rispetto a Yehoshua‘, che ha il significato di Yhwh è salvezza (secondo la tradizione scritta) o il Signore è salvezza (secondo la tradizione orale). b Vergine, traduzione letterale dal gr. parthénos di Mt 1:23 che, a sua volta, è la citazione di Is 7:14 (secondo la V. dei LXX). È utile ricordare che le citazioni dell’A.T. riportate nel N.T. sono prese dalla V. dei LXX, che è l’antica traduzione del testo ebraico in lingua greca. Cfr. la nostra versione di Is 7:14, dove giovane è la traduzione letterale dell’ebr. ‘almah, termine nel quale la caratteristica di verginità è chiaramente sottintesa. Infatti i traduttori, ebrei, della V.dei LXX non hanno esitato a tradurre tale termine con parthénos, cioè vergine. c +Is 7:14. d Non… rapporti coniugali, lett. non la conobbe. e TR e M non ebbe partorito il suo figlio primogenito… f Erode, detto il Grande, morì nella primavera del 4 a.C. secondo il calendario di Dionigi il Piccolo (morto intorno al 525-555 d.C.); tale sistema di computo del tempo, che ha come riferimento la nascita di Gesù, è tuttora in vigore. g Magi, ossia sacerdoti presso i Medi, i Persiani e i Caldei; si dedicavano allo studio degli astri e praticavano la divinazione. h Fra le i +Mi 5:1. città principali di Giuda, altri traducono: fra i prìncipi di Giuda.
365 NT 03.indb 1455
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14.06.2011 14:45:35
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MATTEO 2:10 sopra. 10 Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre ; prostratisi, lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. 12 Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un’altra via. Fuga in Egitto Es 1:15, ecc.
13 Dopo
che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse : «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire». 14 Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto. 15 Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta : «Fuori d’Egitto chiamai mio figlio» a . Erode fa uccidere i bambini innocenti Sl 2:2-4, 10-12; 76:10
16 Allora
Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e
1456 in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai magi. 17 Allora si adempì quello che era stato detto per bocca del profeta Geremia: 18 «Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande b: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più»c. Giuseppe ritorna dall’Egitto e si stabilisce a Nazaret 19 Dopo
= Lu 2:39, ecc.
la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse : 20 «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, e va’ nel paese d’Israele ; perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino d». 21 Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d’Israele. 22 Ma, udito che in Giudea regnava Archelao e al posto di Erode, suo padre, ebbe paura di andare là ; e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23 e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno.
a +Os 11:1. b TR e M …un canto funebre, un pianto e un lamento grande. c +Gr 31:15. e Archelao, d Cercavano di uccidere il bambino, lett. cercavano la vita del bambino. figlio di Erode il Grande (vd. 2:1), subentrò al padre nel governo di Giudea, Samaria e Idumea.
365 NT 03.indb 1456
14.06.2011 14:45:35
1749 Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti a. 22 Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore. 23 Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta. Erasto, il tesoriere della città, e il fratello Quarto vi salutano. 24 [La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]b 25 *A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il mes-
ROMANI 16:27 saggio di Gesù Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, 26 ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell’eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede, 27 a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria in eterno. Amen. c
a Parenti, altra possibile traduzione: connazionali (vd. anche 9:3). NA omette il v. 24. c M mette Ro 16:25-27 dopo Ro 14:23.
365 NT 03.indb 1749
b Così TR e M;
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14.06.2011 14:46:59
Prima lettera ai
Corinzi
S econdo quanto narrato negli Atti degli Apostoli (18:1-22),
la chiesa di Corinto venne fondata dall’apostolo Paolo durante il suo secondo viaggio missionario. La redazione della Prima
lettera ai Corinzi viene generalmente fatta risalire a quattro
o cinque anni più tardi (55 d.C.). Essa espone le risposte date dall’apostolo in relazione ad alcuni problemi e disordini che la chiesa aveva dovuto aff rontare.
Tema principale: la realtà della chiesa locale
365 NT 03.indb 1750
14.06.2011 14:46:59
1 CORINZI 1:19
1751 Saluti e rendimento di grazie
1
Ro 1:1-7; Gd 1-2; At 18
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sostene, 2 alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro : 3 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. (Fl 1:3-6; Cl 1:3-6) cfr. Ro 5:1-2; Ef 1:3-14
4 Io
ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; 5 perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, 6 essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo; 7 in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù *Cristo . 8 Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. 9 Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore.
Cristo, ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire. 11 Infatti, fratelli miei, mi è stato riferito da quelli di casa di Cloe che tra di voi ci sono contese. 12 Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io, di Apollo»; «io, di Cefa»; «io, di Cristo». 13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? 14 Ringrazio *Dio che non ho battezzato nessuno di voi, salvo Crispo e Gaio; 15 perciò nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome a. 16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto non so se ho battezzato qualcun altro. La sapienza del mondo e la sapienza di Dio (1 Co 3:18-20; Ro 1:16) Mt 11:25-27; Lu 1:35; Gr 9:23-24
fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù
Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a evangelizzare ; non con sapienza di parola, perché la croce di Cristo non sia resa vana. 18 Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio; 19 infatti sta scritto: «Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti»b.
a TR e M che ho battezzato nel mio nome.
b +Is 29:14.
Divisioni nella chiesa di Corinto 10 Ora,
365 NT 03.indb 1751
1 Co 3:3-8, 21-22
17 Infatti
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14.06.2011 14:47:01
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1 CORINZI 1:20 20 Dov’è
il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza del mondoa? 21 Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. 22 I Giudei infatti chiedono segni miracolosi b e i Greci cercano sapienza, 23 ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo e per gli stranieri c pazzia; 24 ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio ; 25 poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini. 26 Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; 27 ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; 28 Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, 29 perché nessunod si vanti di fronte a Dioe. 30 Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è sta-
1752 to fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; 31 affinché, com’è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore» f.
2
1 Co 1:17-25; 2 Co 4:5-7
E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio g con eccellenza di parola o di sapienza; 2 poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. 3 Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; 4 la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza h, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, 5 affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Ef 3:2-11; Gv 16:12-15; 1 Gv 2:20, 27; 1 Te 5:21 6 Tuttavia
a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero cro-
a TR e M di questo mondo. b TR e M chiedono un segno miracoloso. c TR e M per d Nessuno, lett. nessuna carne. e TR di fronte a lui/alla sua presenza. i Greci. f +Gr 9:24. g Così TR e M; NA il mistero di Dio. h TR e M di sapienza umana.
365 NT 03.indb 1752
14.06.2011 14:47:01
Apocalisse di Giovanni
L ’ Apocalisse si presenta come la rivelazione di Gesù Cristo
fatta al suo servo Giovanni durante il suo esilio sull’isola di Patmos.
Tradizionalmente la sua redazione viene attribuita a questo discepolo e apostolo di Gesù, durante la persecuzione scatenata dall’imperatore
Diocleziano contro i cristiani, intorno al 95 d.C. Rivolta a sette chiese dell’Asia minore, essa presenta la vittoria di Gesù Cristo malgrado l’opposizione degli uomini e di Satana.
Tema principale: il compimento di tutte le cose
365 NT 03.indb 1911
14.06.2011 14:48:45
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APOCALISSE 1:1 Titolo e argomento del libro
1
Am 3:7; Ap 22:6-10
Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. 2 Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto. 3 Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino! Dedica alle sette chiese dell’Asia (2 Gv 3; 2 Co 13:13) Ap 5:8-13; Mt 24:30-31
Giovanni, alle sette chiese che sono in Asia : grazia a voi e pace da colui a che è, che era e che viene, dai sette spiriti che sono davanti al suo trono 5 e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti b e il principe dei re della terra. A lui che ci ama c e ci ha liberati d dai nostri peccati con il suo sangue, 6 che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti e al suo Dio e Padre, a lui sia la gloria e la 4
1912 potenza nei secoli dei secoli f. Amen. 7 Ecco, egli viene con le nuvole g e ogni occhio lo vedrà ; lo vedranno anche quelli che lo trafisseroh, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen. 8 «Io sono l’alfa e l’omegai», dice il Signore Dio j, «colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente». Il Figlio dell’uomo appare in visione a Giovanni 9 Io,
Da 10:5-12, 14; Mt 17:1-2
Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù k, ero nell’isola chiamata Patmos l a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù k. 10 Fui rapito dallo Spirito m nel giorno del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una tromba che diceva : 11 «Quello che vedi n scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese o : a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea». 12 Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando p. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d’oro
a M pace da Dio, colui... b TR dai morti. c TR che ci ha amati. d TR e M ci ha e TR dei re e dei sacerdoti; cfr. Es 19:6. f Alcuni mss. riportano e la potenza lavato. in eterno. g Cfr. Da 7:13. h Cfr. Za 12:10. i Io sono l’alfa e l’omega, ovvero il primo j TR omette Dio. e l’ultimo (vd. 1:17; 22:13); TR l’alfa e l’omega, il principio e la fine. k TR e M Gesù Cristo. l Patmos, piccola isola del mar Egeo. m Fui rapito dallo Spirito, lett. fui/mi ritrovai in Spirito. n TR «Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo» e o TR alle sette chiese che sono in Asia. p Chi mi stava parlando, «Quello che vedi… lett. la voce che parlava con me.
365 NT 03.indb 1912
14.06.2011 14:48:51
APOCALISSE 2:7
1913 in mezzo ai candelabri a, uno simile a un figlio d’uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d’oro all’altezza del petto. 14 Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve ; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; 15 i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una fornaceb, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. 16 Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza. 17 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo c : «Non temere, io sono il primo e l’ultimo, 18 e il vivente d. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli e, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades. 19 Scrivi dunque f le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in seguito, 20 il mistero delle sette stelle che hai viste nella mia destra e dei sette candelabri d’oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e 13 e,
i sette candelabri g sono le sette chiese. Lettera alla chiesa di Efeso (At 20:17, 28-31; Ef 1:15-16; 5:2; Eb 6:10-12) (Mt 24:12-13; 13:12)
2
«All’angelo della chiesa di Efeso scrivi : queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro: 2 “Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli h ma non lo sono, e che li hai trovati bugiardi. 3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore del mio nome e non ti sei stancato i. 4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima ; altrimenti verrò j da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. 6 Tuttavia hai questo: che detesti le opere dei Nicolaiti k, che anch’io detesto. 7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è nel paradiso l di Dio m ”.
a TR e M sette candelabri. b TR e M come se fossero stati arroventati in una fornace. c TR dicendomi. d +Is 48:12. e TR e M …dei secoli, Amen; e tengo… f TR omette dunque. g TR e M candelabri che hai visto sono… h TR quelli che affermano di essere i TR So che hai sopportato molte cose, che hai costanza, che ti sei affaticato per apostoli. amore del mio nome e non ti sei stancato. j TR e M verrò presto… k Le opere dei Nicolaiti, dottrine o tendenze descritte più avanti nei vv. 14-15; non si sa niente di sicuro sull’origine del termine Nicolaiti. l TR e M in mezzo al paradiso… m TR e M del mio Dio.
365 NT 03.indb 1913
Ge Es Le Nu De Gs Gc Ru 1S 2S 1R 2R 1Cr 2Cr Ed Ne Et Gb Sl Pr Ec Ca Is Gr La Ez Da Os Gl Am Ad Gn Mi Na Ac So Ag Za Ml Mt Mr Lu Gv At Ro 1Co 2Co Ga Ef Fl Cl 1Te 2Te 1Ti 2Ti Tt Fi Eb Gm 1P 2P 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap
14.06.2011 14:48:51
Ge Es Le Nu De Gs Gc Ru 1S 2S 1R 2R 1Cr 2Cr Ed Ne Et Gb Sl Pr Ec Ca Is Gr La Ez Da Os Gl Am Ad Gn Mi Na Ac So Ag Za Ml Mt Mr Lu Gv At Ro 1Co 2Co Ga Ef Fl Cl 1Te 2Te 1Ti 2Ti Tt Fi Eb Gm 1P 2P 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap
APOCALISSE 2:8 Lettera alla chiesa di Smirne Mt 5:10-12; 10:22, 39; Gm 1:12; 1 P 4:12-13
«All’angelo della chiesa di Smirnea scrivi: queste cose dice il primo e l’ultimo, che fu morto e tornò in vita: 9 “Io conosco la tua tribolazione b, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli chec dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. 10 Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. 11 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda”. 8
Lettera alla chiesa di Pergamo 2 Te 1:4-5 (Gd 3-4, 11; 2 Gv 7-11) Is 11:4
«All’angelo della chiesa di Pergamo d scrivi : queste cose dice colui che ha la spada affilata a due tagli: 13 “Io conosco dove tu abiti e, cioè là dov’è il trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio 12
1914 nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure ai giorni di Antipa f, il mio fedele testimone, che fu ucciso fra voi g, là dove Satana abita. 14 Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d’Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare. 15 Così anche tu hai alcuni che professano similmente la dottrina dei Nicolaiti h. 16 Ravvediti dunque i, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. 17 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò j della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”. Lettera alla chiesa di Tiatiri 1 Te 1:2-3 (At 15:28-29; 1 Co 10:8, 19-22) (Eb 6:9-12; Ap 3:11, 21) 18 «All’angelo
della chiesa di Tiatiri k scrivi: queste cose dice il Figlio di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco e i piedi simili a bronzo incandescente:
a Smirne, città sul mare a nord di Efeso; la sua chiesa è menzionata solo in Apocalisse. b TR e M le tue opere, la tua tribolazione, la tua… c TR le calunnie di quelli che… d Pergamo, a nord di Smirne, celebre per il suo tempio di Esculapio; la sua chiesa è menzionata solo in Apocalisse. e TR e M Io conosco le tue opere e dove tu abiti… f Antipa, di questo martire della fede cristiana non si hanno altre notizie. g TR e M neppure nei giorni in cui Antipa, il mio fedele testimone fu ucciso tra voi… h Nicolaiti, vd. v. 6; TR che professano la dottrina dei Nicolaiti, cosa che io detesto. i TR omette dunque. j TR e M darò da mangiare della… k Tiatiri, prospera città del nord della Lidia (cfr. At 16:14); la sua chiesa è menzionata solo in Apocalisse.
365 NT 03.indb 1914
14.06.2011 14:48:51