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Quadrimestrale di informazione pubblicitaria - Luglio 2016 - N.2
NEW DISTRIBUTION
CRAZY FISH
CATFISHING
SPINNING ESTIVO
SPINNERBAIT
LAMPI IN ACQUA
CARPODROMO
CON FUN FISHING
IN QUESTO NUMERO
UN’ESTATE PIENA DI PESCI!
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Secondo appuntamento con Majora Magazine! Un numero tutto dedicato ai pesci estivi, con approfondimenti su tecniche specifiche. Estate, pesca in mare… quale occasione migliore per cogliere la sfida con un pesce fantastico come il tonno rosso, magari pescato con una canna interamente self made? In fiume, invece, i fratelli Ferrari ci svelano i segreti dello spinning heavy al siluro. Ma estate significa anche trota lago e il nostro Fabio Zeni ci spiega come pescare in profondità con la sua attrezzatura super tecnica. Bass ed estate sono un binomio inscindibile: ecco come stanare il “diavolo verde” con gli spinnerbait. È poi la volta di una pesca totalmente diversa ma non per questo meno divertente: la roubaisienne in carpodromo. In alternativa, torrenti e fiumi di fondovalle aspettano l’appassionato che vuole divertirsi con trote e cavedani, ottima occasione per fare un po’ di sano spinning con le esche ultraleggere. Infine, ecco le mini e micro esche Crazy Fish, che non mancheranno di dare belle sorprese anche per il prossimo autunno.
6 HI-TECH Tonni a spinning: montiamo la canna 14 TROTA LAGO Striscio di profondità 22 CAT FISHING Siluri estivi a spinning heavy 30 BASS LURES Spinnerbait questi sconosciuti 38 CARPODROMO Astuzie in laghetto 46 SPINNING CLASSIC A galla e poco sotto 54 ANTEPRIMA Le nuove esche Crazy Fish 60 TEST
Buona lettura
Quadrimestrale di informazione pubblicitaria Grafica e impaginazione: Davide Valla Testi: Renzo Della Valle Fotografie: archivio Majora, Renzo Della Valle, Davide Valla Stampa: Grafica F.B.M. s.r.l. Via C.Cattaneo, 3/5 – 20064 Gorgonzola Distribuzione gratuita nei negozi di pesca sportiva
IN VETRINA
HEDDON CHUG ‘N SPOOK & CHUG ‘N SPOOK JR. CORTLAND 444 MODERN TROUT Per chi pesca a mosca Cortland è un sicuro riferimento in fatto di attrezzature. Le code di questo marchio americano hanno fatto il giro del mondo e non smettono di stupire per i risultati pratici. La 444 Classic Modern Trout è una coda versatile che permette di usare una vastissima tipologia di imitazioni, dalle secche alle sommerse, dagli streamer alle ninfe con una precisione di posa incredibi-
le. Galleggiante, ha l’anima realizzata con una treccia di nylon molto resistente. La distribuzione del peso per tutta la lunghezza è stata attentamente calcolata grazie anche al lungo back taper che permette di caricare il lancio molto velocemente. Il colore arancio acceso offre una notevole visibilità al pescatore anche in correnti turbolente o in condizioni di luce scarsa.
Nel 1898 James Heddon produceva la sua prima esca artificiale e, mostrando agli amici l’incredibile funzionalità di questo plug galleggiante, nel 1902 decise di avviare la produzione su scala industriale. In breve gli artificiali Heddon diventarono famosissimi in tutti gli Stati uniti e nella seconda metà del ‘900 arrivarono anche in Europa. Diversi modelli sono “million sellers”, ossia sono stati venduti in milioni di pezzi e, tra questi, lo Zara Spook è senza dubbio il più noto. Si tratta di uno stickbait galleggiante a
forma di sigaro che produce un’azione di nuoto unica grazie al recupero “walking the dog”. Oggi, questa piccola grande invenzione è stata rivisitata introducendo il Chug’n Spook, che adotta un incavo anteriore responsabile di sciacquii attiranti nei recuperi wtd. Con il suo fratello più piccolo Chug’n Spook Jr., questo artificiale abbina le migliori caratteristiche funzionali degli stickbait e dei popper. La misura maggiore è perfetta per bass e lucci, quella più piccola attira anche persici e cavedani.
Lipless sono disponibili in tre versioni: cm 7 da 20grammi - 10 cm da gr 40 e 12 cm da gr 60. I nuovi Tuna Lipless da 7 cm x 20 grammi sono devastanti su tombarelli, alletterati e palamite, ma anche indispensabili per i pescatori di tonni del Tirreno e del Ligure, dove spesso capita che le mangianze di tonni importanti avvengano su piccolissime acciughe, rendendo inutili le classiche esche da tonno da 40-60 grammi.
Come i “fratelli maggiori” sono caratterizzati da armatura passante e resina espansa a cellula chiusa. Quattro nuove colorazioni comprendono livree esclusive testate accuratamente una ad una, in base alle esperienze maturate lungo le coste di tutto il Mediterraneo e dopo una ricerca accurata su quelli che sono i “gusti” del tonno rosso. Rispetto alle due misure maggiori sono venduti già armati di ancorette.
REAL WINNER TUNA LIPLESS 7cm - 20g Per i veri esperti di spinning il marchio Real Winner è sinonimo di qualità costruttiva e grande funzionalità. I primi modelli, nati più di vent’anni fa, hanno conquistato l’interesse di tutti gli appassionati di spinning in acqua dolce, ed oggi la dinamica azienda dei fratelli Pasin ha accettato la sfida marina ai tunnidi con la nuova serie dei Tuna Lipless. Questi minnow, come dice il nome stesso, sono privi di paletta di nuoto
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MAJORA MAGAZINE
e fondano il loro funzionamento sulla perfetta bilanciatura del corpo, oltre che su una silhouette perfettamente idrodinamica. Il vantaggio di possedere un affondamento moderato consente di rallentare i recuperi, contrariamente all’uso dei metal jig massicci e pesanti che richiedono spesso recuperi molto veloci che li fanno scendere troppo rapidamente, uscendo dalla mangianza. Collaudati per anni sul tonno rosso, i Tuna
MAJORA PRESENTA DAIKICHI BIG FIGHT FLUOROCARBON La casa giapponese Daikichi è famosa, oltre che per gli ami avveniristici, per una vasta gamma di fili da pesca. Quest’anno presenta la nuova serie di fluorocarbon da terminali per pesci di grossa taglia. Le misure partono da diametri importanti, ossia lo 0,40 millimetri per arrivare a 1 millimetro, vantando tutte un elevato carico di rottura. Disponibile in bobine da 25 metri, Big Fight Fluorocarbon rappresenta l’ideale per la realizzazione di leader o di montature per la pesca in mare, ma anche in acque dolci qualora sia richiesto un carico di rottura estremamente alto, come per la pesca del siluro, del
CROWN TD 1980C Ampia e spaziosa scatola portamosche, ideale per riporre nella più totale sicurezza le vostre ninfe o i vostri streamers, difatti le guarnizioni sono totalmente waterproof e il polimero in cui è realizzato il guscio esterno è altamente resistente agli urti, rendendo così questo flybox il compagno ideale per le battute di pesca più difficili, ma ideale anche per chi come moltissimi, in questo ultimo periodo si è appassionato alla disciplina della
luccio o della marmorata. Si potranno inoltre sfruttare al meglio le altre note caratteristiche del fluorocarbon, quali l’elasticità ridotta, la grande resistenza all’abrasione e l’invisibilità in acqua. Quest’ultima caratteristica è prerogativa unica dei monofili in fluorocarbonio: l’indice di rifrazione di questo materiale sintetico, una volta immerso, è quasi identico a quello dell’acqua, risultando praticamente invisibile nell’elemento liquido. Un indubbio vantaggio quando si tratta di affrontare pesci di taglia che, magari, hanno già avuto un… doloroso ricordo dell’amo e prima di abboccare di nuovo ci pensano un poco…
DAIKICHI 266 TI SPINNING HOOKS Trout Area, grazie al doppio scompartimento, questa scatola potrà ospitare una grande quantità di microspoon, mantenendoli in perfetto ordine al suo interno. La superficie traslucida rende possibile trovare con molta più velocità la mosca o l’ondulante da noi desiderato, facendoci guadagnare secondi preziosissimi sopratutto nelle competizioni. Dimensioni: 198x112x42mm File in foam: 14+14
Non sempre i nostri cucchiaini sono muniti di armature adeguate al tipo di pesca che intendiamo svolgere. Sempre più spesso, il tipo di pesce o la tecnica scelta richiedono ancorette o ami specifici, che si possano sostituire all’armatura originaria con la sicurezza di montare componenti robusti, affilati ed affidabili. Il marchio giapponese Daikichi produce ami di tutti i generi, e alcune serie sono perfette per armare esche artificiali.
Come i nuovi 266 TI Spinning, ideati per il montaggio sui metal jig saltwater, ma che si adattano anche a popper e stickbait usati sempre più spesso nello spinning marino. La struttura robustissima e a prova di piegatura li rende ideali nella pesca del tonno, ma sono ottimi anche con pesci serra e lecce amia. Il mono amo è la scelta ideale per chi ha fatto del catch and release anche in mare la sua scelta sportiva.
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REAL WINNER KILLER TROUT & KILLER SPOON
CIERRE WADER & BELT Per chi vanta una certa esperienza e tanti anni di “vita sull’acqua” il marchio Cierre è sicuro riferimento nel campo dell’abbigliamento sportivo, con capi robusti ma leggeri e di alta vestibilità. I nuovissimi wader e belt Cierre sono l’ideale per chi cerca un prodotto comodo e di qualità ad un costo contenuto. Studiati per sopportare continue sollecitazioni, sono realizzati in tessuto Ambertex, resistente alla colonna d’acqua fino a 10.000 mm H2O e traspiranti per 3.000g/m2/h. Queste caratteristiche stanno a significare che il tessuto Ambertex garantisce una perfetta tenuta impermeabile, pur consentendo un buon grado di
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traspirabilità che elimina i problemi derivanti dalla sudorazione interna. In pratica si possono ottenere stivali e wader sempre asciutti dentro e perfettamente impermeabili fuori. Il modello wader presenta una tasca centrale sul petto con cerniera termosaldata, doppio strato di rinforzo su ginocchia e tibie, bretelle elastiche regolabili e una comodissima cintura lombare regolabile. Il belt invece ha due tasche laterali con cerniera termosaldata, doppio strato di rinforzo su ginocchia e tibie e cintura regolabile. Entrambi i modelli hanno la calza in neoprene di prima qualità e sono realizzati in cinque taglie: S, M, L, XL, XXL.
Trout Area è una branca dello spinning ultraleggero che si sta espandendo a macchia d’olio anche nei nostri laghetti ripopolati a trote. In questa disciplina, piccoli ondulanti dalle prestazioni specialistiche la fanno da padroni. Killer Trout, prodotti dal marchio italiano Real Winner, sono oggi disponibili anche nella versione mini, pesanti solo tre grammi. Cromature inattaccabili, pellicole 3M e armature super affilate (ami Daikichi) sono i punti di forza
di questa bella serie. Inoltre, la gamma degli spoon Real Winner si amplia anche nelle misure maggiori con i nuovi Killer Spoon. Realizzati sulla base dei classici Killer Trout, si sviluppano in tre misure maggiori: 5 centimetri per 12 grammi, 6 centimetri per 18 grammi e 7 centimetri per 24 grammi. La gamma va a completare tutta la serie da trota, ma è utilissima anche nello spinning al persico, aspio, luccio e siluro.
MAJORTECH LA PESCA PER TUTTI Il mondo della pesca sportiva è letteralmente saturo di mulinelli di ogni genere e per qualsiasi esigenza, ma sono realmente poche le gamme di questi attrezzi che assolvono a una richiesta sempre maggiore per chi pesca: il rapporto qualità/prezzo. Necessità imprescindibile che non tutti i marchi possono soddisfare. In questo contesto va evidenziata la linea di mulinelli Majortech. Si tratta di prodotti dalle prestazioni oneste, con un ottimo funzionamento delle parti meccaniche e una notevoli cura dei particolari estetici. Muli-
nelli adatti a tutte le tasche, con frizione centrale sulla bobina o posteriore per una più facile regolazione. Corpi compatti, rotori bilanciati al computer e archetti robusti corredati da rullini scorrifilo di tipo antitwist: sono le caratteristiche comuni a tutta la produzione Majortech. La suddivisione principale di queste piccole e affidabili macchine riguarda l’impiego, che può essere destinato all’acqua dolce o al mare. La grande varietà di modelli è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza: non c’è che l’imbarazzo della scelta.
SPINNING AL TONNO CANNE E BRICOLAGE PERFETTI
Una pesca che sta prendendo una parte sempre maggiore di pescatori marini è quella del tonno a spinning. Si tratta di una tecnica estrema che richiede un’attrezzatura molto robusta ma nel contempo leggera e maneggevole. La ricerca del tonno da parte degli angler più appassionati è tale che molti di essi ricorrono a canne costruite in proprio, o “personalizzate” con l’aiuto di alcuni bravi ed esperti negozianti
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HI TECH
La “tonnomania” ha rapidamente contagiato una grande parte degli appassionati di spinning marino e oggi sono sempre più numerosi coloro che rivolgono l’interesse a questo splendido abitante degli abissi. Bisogna subito sottolineare, tuttavia, che la caccia ai tunnidi non è una disciplina per tutti. Serve innanzitutto una sicura e veloce imbarcazione per raggiungere gli spot frequentati dal “rosso” e, ancora prima, bisogna attrezzarsi a dovere perché questo incontrastato dominatore del blu profondo sviluppa una potenza incredibile. Servono quindi mulinelli e canne
all’altezza della situazione e, se per i “muli” ci si può rivolgere al negoziante di fiducia e scegliere quanto di meglio offre il mercato, per le canne possiamo anche farci prendere dalla mania del fai da te e montarci in proprio una superba canna da spinning che poi, in pesca e con il tonno allamato, saprà regalarci emozioni incredibili. Per i meno avvezzi al bricolage oggi il lavoro di montaggio della canna da tonno viene fornito anche da alcuni abili negozianti, nonché bravi pescatori, che con la propria esperienza possono realizzare canne su misura per ogni tipo di richiesta.
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COSA SERVE
IL BOLIDE DEL GRANDE BLU TONNO, IL RE DEL NOSTRO MARE Una preda ambita da tanti appassionati di spinning marino, ma certamente non alla portata di tutti per il suo stile di vita e per la forza tremenda che sprigiona una volta allamato, è il tonno rosso. Tra tutti i pesci pelagici che possono essere insidiati con attrezzatura sportiva, il tonno, e in particolare il tonno rosso (Thunnus thynnus) è senza dubbio il più affascinante. Adattati al nuoto veloce, i tonni hanno corpo ovaloide allungato e piuttosto compresso sui fianchi, decisamente idrodinamico. La pinna dorsale e quella anale sono alte e robuste, posizionate nella metà posteriore del corpo. Le pettorali sono potenti, le anali piccole. Dopo la pinna dorsale e 8
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quella anale sono presenti alcune pinnette stabilizzatrici, circa 7-10 per parte. La livrea è grigio argentea con particolari striature laterali e riflessi blu o neri. Le dimensioni sono elevate: si va da circa un metro per il Thunnus atlanticus ai 4,5 metri del Thunnus thynnus, il cosiddetto tonno rosso. Per quest’ultimo possiamo scordarci di allamare i veri giganti della specie: i “mostri” sui trecento chilogrammi sono molto rari e altrettanto raramente attaccano le esche artificiali nel Mediterraneo ma quelli di qualche decina di chili sono numerosi e addirittura in aumento, grazie alle leggi che li hanno severamente protetti in questi ultimi anni.
Tiro alla fune
E’ bene sottolineare, prima di parlare di attrezzature, che queste si differenziano moltissimo in base alla zona d’Italia in cui questi pesci vengono pescati e insidiati (es: nel Mar Ligure, vista la taglia ridotta, l’attrezzatura sarà più “light”, rispetto a quella utilizzata per i bestioni del Mar Adriatico), per cui rimarremo molto sul generico nelle descrizioni, cercando però di essere il più precisi possibile dove sia necessario. Se vogliamo provare l’emozione di avere in canna un tonno per sentire la forza che questo fantastico gamefish sa sprigionare, lo spinning è la tecnica più adatta. Si tratta di una pesca estrema da ese-
HI TECH guire esclusivamente dalla barca utilizzando canne specifiche e studiate appositamente, come offset comprese tra i 8’0” e gli 8’6”. Per quanto riguarda il mulinello, servono modelli robusti e con bobine dotate di grossa capacità e frizioni resistenti, anche se difficilmente si supereranno i 12kg di serraggio. In bobina si carica un trecciato dalle 50 alle 80 libbre e, come terminale, uno spezzone lungo tra i 60 e i 90 centimetri in fluorocarbon dallo 0,70 fino al 1mm (alcuni preferiscono utilizzare uno spezzone di fluorocarbon o nylon più lungo fino a tenere il nodo di congiunzione tra il mulinello o il primo anello, o addirittura in bobina). Gli ar1
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tificiali più utilizzati sono metal jig e stickbait dai 20 ai 60 grammi con tonalità naturali, azzurro-argento e nero-argento o tonalità più accese come il rosa o il giallo/arancio, mentre nel Mar Adriatico sono sempre più frequenti i pescatori che utilizzano softbait e popper a volte superiori ai 100g. Conviene armare l’esca con ami singoli, che rispetto all’ancoretta esercitano una presa nettamente superiore all’interno della bocca del pesce. Inoltre, essendo più mobile, il singolo amo riesce meglio a ruotare in caso di abboccata, piantandosi quasi sempre nell’angolo della bocca del tonno, uno dei punti che garantiscono la miglior presa.
In cerca di prede
La pesca al tonno è prettamente di ricerca: si scruta di continuo l’orizzonte cercando di scorgere qualche mangianza, segnale della presenza dei tonni. Uno stormo di gabbiani che vola a cono su un punto fisso è il fattore più evidente. L’errore più comune, in questi frangenti, è di arrivare con la barca troppo vicino o, addirittura, sopra la mangianza: una manovra errata che farà felici solo alici e sardine perché farà allontanare i tonni. Quindi, fermiamo i motori a una sessantina di metri dal “punto caldo” così che la barca possa scivolare d’inerzia per altri 10-20 metri. Solo allora cominceremo a lanciare.
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Modello
Lunghezza
Cast
Max Drag
Max Line
Light
240cm
20-80g
9kg
50lb
Medium
240cm
30-130g
11kg
60lb
Heavy
240cm
35-180g
13kg
70lb
IL GREZZO GIUSTO PAROLA D’ORDINE: ROBUSTO! I grezzi (detti anche blanks) usati per il montaggio delle canne da spinning al tonno devono essere realizzati secondo progettazioni accurate, volte a ottenere una curvatura sotto flessione che lasci sempre, verso l’impugnatura, una buona riserva di potenza necessaria a domare le sfuriate più cattive del tonno. Il miglior compromesso tra resistenza e comodità durante il trasporto, sono i grezzi con manico offset, in questa maniera avremo tutta la “schiena” necessaria al combattimento, con la comodità di poter accorciare la canna di almeno 7080cm durante il trasporto. Nello schema l’esempio della piega dei blank per lo spinning al tonno di Crown, una novità di questa estate.
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ATTREZZATURA
TEST SEVERI: LA PROVA DEL NOVE DELLA CANNA Una volta messa assieme l’attrezzatura giusta per affrontare una sessione di pesca al tonno, puntiamo la barca verso il mare aperto e cerchiamo di individuare le zone frequentate dal pesce foraggio. Se non abbiamo esperienza in proposito, è raccomandabile affidarsi per la prima sessione a un charter di pesca specializzato nella ricerca offshore di tunnidi e altri pesci pelagici. Oggi molti pescatori attrezzati con barche adatte ad affrontare una pesca veloce in mare aperto offrono questo servizio a prezzi accessibili (specialmente se ci si organizza in
gruppi di due-tre amici), per cui non è un problema affrontare il mare affidandoci allo loro esperienza e conoscenza delle condizioni migliori. Una volta appresi i rudimenti e individuate le condizioni migliori, potremo in seguito affrontare il blu profondo con una nostra imbarcazione, meglio se in compagnia di amici fidati e ugualmente “tonnomaniaci”. Per individuare le mangianze dei tonni è indispensabile scrutare con attenzione la superficie marina; un buon binocolo è spesso indispensabile, ma anche un cappellino con visiera lunga e gli occhiali po-
GREZZI TESTATI PER UNA REALE SICUREZZA I grezzi Crown progettati per la pesca del tonno a spinning, sono stati testati per resistere alle peggiori fughe di questi incredibili animali, che sono capaci di correre verso il fondo a più di 50km/h con le frizioni serrate a più di 9kg, rendendo la vita difficilissima alle nostre attrezzature. In foto vediamo il modello più “light” di questi grezzi un blank con manico offset lungo 240cm con cast da 20-80g e un max drag consigliato di 9kg. Gli altri due modelli, entrambi lunghi 240cm sono più potenti, pur mantenendo la stessa tipologia di progressione del blank e hanno le seguenti caratteristiche: 30120g di cast per 11kg di max drag il modello medio e 35-180g di cast x 13kg di max drag il modello più “heavy”. Un tris di grezzi, progettati per essere usati nelle differenti zone d’italia, quindi con le differenti taglie dei tonni in mangianza.
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larizzati aiutano nella ricerca. Ma nella ricerca di cosa? I gabbiani sono un’ottima “pista” da seguire, in quanto i pennuti sono i primi a scovare dall’alto dei loro voli i movimenti superficiali delle alici che tradiscono la presenza, poco sotto, dei tonni in caccia. Gli schizzi prodotti dalla minutaglia attirano i gabbiani che arrivano sul banchetto anche da lunghe distanze. Se i gabbiani sono numerosi e in frenetica attività sulle alici, possiamo star certi che appena più sotto ci saranno anche i tonni. Una buona strategia consiste nel raggiungere la mangianza rimanendo con
HI TECH CCKWAG Alconite Ring - Frosted Silver White Frame
T-KWSG SIC Ring - Titanium Frame
la barca sopravento cercando di individuare la direzione del branco di pesce foraggio, poi ci avvicineremo a motore spento e in scarroccio quel tanto che basta per raggiungere i pesci con i nostri lanci, che dovranno essere lunghi e calibrati. Per questo motivo la scelta della canna giusta riveste grande importanza: serve un attrezzo preciso e agile nelle proiezioni. La precisione millimetrica non è fondamentale poiché la mangianza è di solito ampia e, con un minimo di abilità, raggiungere la zona clou è abbastanza facile, anche perchè se le alici non saranno state spaventate dalla nostra presenza, nel tentativo di sfuggire ai tonni si porteranno proprio sotto la barca sfruttando la protezione del suo cono d’ombra e tutto diventerà più facile…
La scelta perfetta
L’attrezzo giusto per affrontare situazioni di questo genere è in genere valutato sui 10kg di frizione massima, capace di lanciare in scioltezza minnow, pencil, popper, jig da lancio e stickbait di peso variabile tra 30 e 130 grammi. Potremmo quindi valutare queste canne nella categoria degli attrezzi da spinning medio-pesante. Importante è la struttura dei fusti che deve poter reggere le sfuriate del tonno senza cedere troppo nella parte bassa, quella più vicina al calcio. Circa la struttura della fibra dei blank, una grafite composita a modulo non troppo alto è spesso la soluzione migliore, poiché questo tipo di grafite abbina una buona resistenza alla flessione a una discreta sensibilità che favorisce la precisione dei lanci e
ANELLI A TUTTA PROVA: ALCONITE O SIC, PERCHE’ FUJI Nello spinning al tonno i passanti della canna sono soggetti a sollecitazioni fortissime ed è quindi importante scegliere modelli che abbiano l’anello interno ultra resistente. In genere si preferisce dare la preferenza a passanti con anello in carburo si silicio (SiC – Silicon Carbide) oppure in Alconite. Il primo tipo di materiale, un po’ più pesante rispetto all’Alconite, rappresenta il top per quanto riguarda resistenza all’abrasione, capacità di raffreddamento da attrito e levigatezza. In questo campo gli anelli Fuji offrono come sempre il massimo delle prestazioni.
la corretta gestione dell’esca artificiale. In genere le canne da spinning progettate per il tonno rosso del Mediterraneo, più specificatamente per il Ligure e Tirreno, hanno un vettino più morbido rispetto agli attrezzi classici da heavy game, che consente di lanciare esche mediamente più piccole o metal jig a distanze maggiori, tenendoci a distanza di sicurezza dalla mangianza senza spaventare i predatori in caccia. I passanti devono essere della migliore qualità e quasi sempre la scelta ricade sugli anelli della Fuji, sia i modelli con anello in SiC sia quelli in Alconite. Per i pescatori più esigenti possiamo ricorrere ai Fuji Torzite che offrono il massimo in tema di resistenza all’abrasione, leggerezza e tenuta agli urti. MAJORA MAGAZINE
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CANNE AL TOP
LA CANNA IDEALE: QUANDO IL FAI DA TE E’ MEGLIO Oggi esistono svariati modelli di canne dedicate alla pesca a spinning del tonno rosso e ognuno di essi fornisce risultati sicuramente eccellenti. Ma una parte sempre più grande degli estimatori di questa disciplina si sta orientando verso modelli personalizzati, che possono offrire prestazioni ancora superiori e gratificare maggiormente chi le usa, soprattutto dopo avere tirato a bordo un esemplare di qualche decina di chilogrammi. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione dei materiali, si è passati da prezzi inaccessibili ad avere diverse possibilità di scelta per una canna customizzata secondo i propri gusti a dei prezzi accessibili, naturalmente stando attenti agli acquisti dei grezzi e dei materiali, per questo Majora offre una vasta gamma di prodotti.
Impugnatura Hand Made
Il lavoro inizia con la preparazione dell’impugnatura (foto 1): si utilizzano due pezzi di EVA forati, uno da cm 25 che è quello posto nella parte superiore del portamulinello e uno da cm 35 che è quello posto fra il porta mulinello e il tappo. A questo punto, incolliamo con l’Ultimate Epoxy di Rod Dancer la parte di EVA di 25 cm dell’impugnatura (foto 2, 3, 4). Proseguiamo applicando la carta gommata per creare lo spessore necessario al fissaggio del porta mulinello (foto 5, 6), lasciando un vuoto di cm 5 circa che viene poi riempito da una colata di epossidico in modo da fissare il porta mulinello (foto 7). Applichiamo ora ed incolliamo la parte di EVA da 35 cm (foto 8). L’impugnatura a questo punto è completa e viene quindi messa nella levigatrice
(foto 9) e levigata a mano dandole la forma desiderata. (foto 10). Nelle seguenti foto si vede il lavoro finito della levigatura su tutta l’impugnatura (foto 11, 12). Nella foto 13 si può vedere l’insert (inserito in questa fase della lavorazione perché deve essere ben resinato) dove gli si può applicare la crociera Fuji GC (G) oppure il tappo Fuji BRC GC. Nel caso qui descritto, abbiamo usato un porta mulinello alps. Se vogliamo usare il top, rappresentato dai portamulinelli Fuji, il più indicato è il DPS-H, oppure il classico DPS-M.
Verniciatura
Terminata l’impugnatura proseguiamo con la verniciatura del fusto, in questo caso in rosso (foto14) ed eventuali serigrafie e dediche.Alla fine vengono montati gli anelli utilizzando i nuovi Fuji Thread e il Thread Master di Rod Dancer (foto 15, 16, 17).
LA SCALATA I CONSIGLI DEGLI ESPERTI Una delle scelte più difficili riguarda sempre la scelta degli anelli e le loro relative dimensioni. Per i grezzi Crown, abbiamo studiato due semplici scalate, realizzate con anelli KWSG, pietre SIC con frame Stainless Gunsmoke, e con puntale HNST, anch’esso SIC con struttura Stainless Gunsmoke. Il primo esempio è consigliato per l’azione più light e per l’azione medium, se utilizzata per tonni relativamente piccoli, altrimenti per una pesca più heavy, il secondo esempio è l’ideale sull’azione più potente o altrimenti sempre sulla medium se utilizzata per tonni di grosse dimensioni. Le stesse misure di anelli sono applicabili con serie di anelli più economiche, come l’Alconite o più performanti, come il SIC Titanium o il Torzite.
1 ° Esempio
KWSG 40
2 ° Esempio
KWSG 40
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KWSG 25
KWSG 30
KWSG 16
KWSG 25
FUJI KWSG
FUJI HNST KWSG 12 KWSG 10 KWSG 10 HNST 10
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*Ringraziamo l’Hobby di Leoni Maurizio & C. s.n.c. ed in particolare Paolo per l’aiuto nella realizzazione di questo articolo. 0546 25021
EPOXY BICOMPONENTI OBBLIGATORIE
IMPUGNATURE AL TOP COMPONENTI E MATERIALI
Una legatura può essere realizzata col miglior filo disponibile, ma la sua durata o l’effetto estetico non possono essere all’altezza se non si ricorre a collanti trasparenti di buona qualità. Le vernici epossidiche a due componenti sono sempre preferibili. La vernice Hard Epoxy fornisce i migliori risultati sia in tema di protezione della legatura sia per quanto riguarda l’effetto estetico. La particolare struttura sintetica evita la formazione di bollicine d’aria ed è venduta in pratici flaconi che facilitano l’erogazione dei due componenti.
In mare e per lo spinning al tonno si dà la preferenza ai polimeri gommosi come l’EVA che, rispetto al sughero, offre maggiori garanzie di resistenza e durata nel tempo. Anche in questo settore Fuji offre componenti di prim’ordine, come gli speciali EVA Grip realizzati per combinarsi ai portamulinelli Fuji nelle varie tipologie. Su misura, non richiedono adattamenti strutturali. I polimero EVA di Fuji è resistente ai raggi UV e grazie alla sua particolarità densità resiste ad abrasioni o tagli, pur risultando leggerissimo.
FILI PER LEGATURE QUALITÀ MADE IN JAPAN Un componente spesso sottovalutato nel montaggio della canna è il filo necessario a realizzare le legature dei passanti. Nelle canne da spinning marino questo materiale deve essere molto robusto, ma deve anche assolvere a determinati requisiti di durata e di estetica. Fuji, famosa per le serie di passanti, distribuisce anche fili per legature ideali per le canne da spinning al tonno. Come la serie Ultra, a finitura brillante e resistente ai raggi UV. Oppure la serie Metallic, a finitura metallica, ideale per legature o per rifiniture esteticamente ineccepibili. MAJORA MAGAZINE
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TROTE SOTTO STRISCIO DI PROFONDITA’
Chi l’ha detto che d’estate non si possono pescare le trote in laghetto? Certo, la situazione si complica per via del caldo e trovare le nostre amiche che vanno nei fondali in cerca di fresco non è un’operazione facilissima. Tuttavia, con le “dritte” giuste e seguendo i consigli degli esperti, possiamo divertirci ugualmente in attesa che il fresco autunnale riporti le trote in superficie.
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TROTA LAGO
Il bello della pesca a striscio sta anche nel fatto che si tratta di una disciplina che ha “destagionalizzato” la pesca della trota in laghetto. Un tempo, infatti, si pensava che le trote immesse nelle cave fossero pescabili solo da settembre a maggio. E, in effetti , i gestori dei laghetti a pagamento intensificavano le immissioni di salmonidi soprattutto in questo periodo. Ma… nei mesi più caldi, le trote sopravvissute dove andavano a finire? A
rispondere ci hanno pensato i maestri della trota lago che, con opportune tecniche che si rifanno all’impiego di bombarde specialistiche, ci hanno svelato l’arcano. Per tutta l’estate le trote sprofondano cercando il fresco e l’acqua ossigenata che solo le cave più grandi e profonde possono garantire. Ma per pescarle a profondità che possono raggiungere i venti metri occorrono una tecnica sopraffina e attrezzature specialistiche.
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LE BASI
DOVE SONO LE TROTE? CERCHIAMOLE NEI GRANDI LAGHI E A FONDO Come abbiamo accennato nella pagina precedente, d’estate le trote dei laghetti vanno in cerca di fresco e di ossigeno, due condizioni vitali per la loro sopravvi-
venza poiché l’acqua fredda è anche la più ossigenata e sopra i 20 gradi tutte le trote in genere cominciano a soffrire, iridee comprese. Ma i laghi in cui durante l’esta-
te è possibile praticare con successo la pesca a striscio non sono molti, e per lo più dislocati nella pianura Padana. Anche in giro per il resto d’Italia se ne trova qualcuno, ma non con le caratteristiche d’ampiezza e profondità dei laghi padani che, oltre tutto, sono alimentati da sorgenti sotterranee. Sorgenti dalle quali sgorga acqua di falda fresca, a volte gelida, che si spande intorno alla polla per molte decine di metri creando, sul fondo del lago, una sorta di oasi fresca in mezzo a un deserto d’acqua calda.
CONTROLLO E SENSIBILITA’
Nella pesca estiva self control e dimestichezza con l’attrezzatura sono tutto o… quasi 16
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TROTA LAGO Qui le trote passano l’estate e, da come aggrediscono e combattono, si capisce che vi stanno molto bene. Come vedremo, è abbastanza facile catturarle. Difficile, semmai, è trovare posto sulle sponde che a queste “oasi” stanno dirimpetto. Un posto che in qualche modo va conquistato, mettendosi vicino a un amico che pesca lì già dalla mattina presto o aspettando che qualcuno termini le sue ore di permesso.
Sveliamo il segreto
Quindi, una volta preso il posto buono, il divertimento è quasi assicurato. Mal che vada, una ventina di pesci finiscono nel cestino. C’è sempre chi, però, ne cattura il doppio se non addirittura il triplo. Questione di posto? No, è soltanto perché pesca meglio. Questi personaggi, che un tempo erano pochi ma ora sono un po’ di più, in estate sembrano quasi pe-
scatori extraterrestri, perché accumulano trote su trote. Come fanno? Semplicemente, fanno molta attenzione a far passare le loro bombarde sempre alla stessa profondità, che non è facile tenere con una bombarda che scende verso il fondo come un proiettile. Questi campioni hanno un controllo sulla bombarda talmente efficace che, se azzeccano la profondità di pesca, catturano una trota al giro. Ma come fanno? Si concentrano parecchio e hanno sviluppato una grande dimestichezza con l’attrezzatura, oltre ad avere una sensibilità notevole su mano, polso e braccio. Dunque, occorre esperienza. Chi non ce l’ha, solitamente tenta di aggirare l’ostacolo utilizzando bombarde “morbide”, così qualche abboccata in caduta la trova sempre ma niente di più, perché poi non gli riesce di fare l’intera passata a striscio senza impedi-
re alla bombarda di risalire. Come sempre, nello striscio serve impegno, mentale e fisico, ma poi il risultato, oltre che nel cestino, sarà anche nella soddisfazione di poter dire: «Io le ho pescate, e non loro»…
Solo bombarde?
A dire il vero, per cercare le trote sui fondali dei laghi ci sarebbero, oltre alla bombarda, anche le tecniche della pesca a bandiera o quella con galleggianti particolari tipo il “pippo”. Ma se vogliamo fare una pesca dinamica e, perché no, anche più produttiva, quella con bombarde “dedicate” alla pesca in profondità è certamente la migliore. Serve comunque un’attrezzatura specialistica e bombarde dal funzionamento preciso; se vogliamo sperare di prendere qualcosa con la solita attrezzatura usata in inverno lasciamo perdere, e dedichiamoci ad altro…
THRUSTER & CO. SCEGLIAMO I MODELLI PER IL FONDO Le bombarde adatte a cercare le trote in profondità nei mesi estivi hanno la caratteristica di sprofondare velocemente ma ciò non deve trarre in inganno, perché il loro comportamento in pesca si addolcisce a mano a mano che scendono per via della pressione dell’acqua e della necessità di tenerle costantemente giù, in profondità. Alleggerirle nel grado di affondamento si potrebbe anche ma si perderebbe la percezione della profondità di pesca perché la loro predisposizione naturale al traino di un filo sarebbe quella di risalire veloci e quindi si otterrebbe un alleggerimento della loro pressione sulla cima della canna. E nella pesca in profondità il pescatore ha bisogno di sentire in canna la trazione della bombarda che costantemente punta in basso, perché dalla quantità di sforzo che deve fare per sostenerla e recuperarla capisce, appunto, se sta salendo, scendendo o .percorre il fondo in maniera orizzontale.
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L’ATTREZZATURA
CANNE DEDICATE: ATTREZZI TOSTI MA SENSIBILI Nello striscio estivo la canna riveste la stessa importanza della bombarda, ma molto conta anche la mano del pescatore perché, appunto, è da quello che fa o non fa che dipende la cattura. Il tipo di recupero non ha niente di straordinario, è fatto di pompate di canna e di tratti a recupero lineare con il mulinello e, per questo motivo, può dirsi facile. Diventa difficile o, quantomeno impegnativo, il controllo che bisogna porre sulla bombarda che, costan-
temente, tende a precipitare. È solo questione d’allenamento.
Azione di recupero
Ma che cos’è la “pompata”? In termini strisciaroli si intende un lento movimento a tirare la lenza con la punta della canna, seguita dal veloce ritorno dell’attrezzo alla posizione di partenza. In altre parole è un su e giù della punta della canna durante il quale il mulinello non recupera mentre la canna tira
RECUPERO A SCELTA I richiami della bombarda, una volta trovata la corretta corsia di navigazione della bombarda, possono essere condotti con canna in verticale o laterale.
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(“pompa”), mentre il mulo gira velocemente quando la pompata finisce e la canna viene riportata alla posizione iniziale. L’operazione può essere fatta con canna alta ma anche di lato, da destra a sinistra, con la canna bassa. L’ampiezza della pompata può variare da 30 centimetri fino a 2 metri. Un’alternativa a questo tipo di recupero consiste nell’impostare dei recuperi lineari col mulinello tenendo la canna ferma interrotti, di tanto in tanto, da pompate di canna dal basso verso l’alto nel caso di pesca con canna alta oppure da due o tre “avanti e indietro” nel caso di pesca
TROTA LAGO SCEGLIAMO LA CANNA: STELLAR: LA TROTA LAGO IN 11 MODELLI Dopo la fortunata serie di canne Seven Stars firmate da Fabio Zeni, ecco le Stellar. Si tratta di una serie di ben undici modelli curati in ogni singolo pezzo, bilanciate alla perfezione e comodissime da trasportare. Montate con componentistica Fuji, sono state curate una ad una per ottenere il massimo delle prestazioni. Una panoramica della gamma Stellar: undici modelli per ogni tecnica, dal piombino alla pesante bombarda.
PERFETTA BILANCIATURA
AZIONE 10
Il particolare del sistema di bilanciatura su tallone, che migliora l’assetto della canna affaticando meno polso e braccio.
Si tratta dell’azione più potente, lunga 5,15 metri e perfetta per il lancio di bombarde di profondità da 30-35 grammi.
con canna bassa. L’abboccata verrà, per lo più, percepita nel momento di passaggio da un tipo di mossa all’altro e dovrà essere controllata mantenendo la canna ferma e recuperando lentamente con il solo mulinello. La ferrata, ampia e a tutto braccio, partirà soltanto quando il cimino piegherà deciso.
Guardiamo l’orologio
Questa operazione è necessaria per calcolare l’affondamento della bombarda sia nella fase di ricerca iniziale delle trote, sia per mantenere la giusta corsia di navigazione della bombarda in profondità, dopo avere allamato la prima trota. Sarebbe infatti impensabile calcolare a mente decine di secondi a ogni lancio in attesa della ca-
lata della bombarda. Molto meglio ricorrere all’orologio. L’operazione è semplice: si lancia, si chiude l’archetto appena prima dell’impatto, si recupera il filo della parabola e si cominciano a contare i secondi dell’affondamento. Nei lanci successivi si aumenta progressivamente il calcolo dei secondi fino ad arrivare sul fondo. In caso di mangiata, si memorizza il tempo di affondamento e, per ottenerla, si inizia il recupero che può iniziare delicato lineare o con una lunga pompata. Si può iniziare il conteggio anche tenendo l’archetto aperto, ma in questo caso ricordiamoci di dimezzare i secondi di caduta della bombarda che non sarà trattenuta dalla tensione del filo.
La canna giusta
Nella pesca a striscio in profondità la canna serve per pescare a 10, 15, 20 metri di profondità con un “piombo” eccezionalmente affondante che, a dispetto della pressione dell’acqua sulla gran quantità di filo annegata, deve reagire a ogni minima sollecitazione. Sollecitazioni che solo una canna potente gli può dare malgrado, appunto, le resistenze dovute all’acqua e al suo stesso peso. Una canna molle, quindi, è totalmente controindicata nella pesca in profondità estiva, come del resto lo è un cimino troppo sensibile perché piegherebbero troppo durante il recupero strisciato della lenza. MAJORA MAGAZINE
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I COMPONENTI
ATTREZZATURA SPECIALISTICA FILI, AMI E TERMINALI A TUTTA PROVA Per quanto riguarda il filo, sulla bobina è da consigliare uno 0,18 diretto con le bombarde fino a 15 grammi di peso, cui aggiungere uno spezzone di shock-leader dello 0,20-0,22 con le bombarde di peso superiore. Sul mulinello, ancor meglio dei monofili di nylon sarebbero i multifili trecciati in polietilene che hanno un carico di rottura triplo. Con un buon multifilo si potrebbe evitare lo shock-leader e guadagnare enormemente sulla distanza di lancio, si pensi in bobina che potrebbe bastare uno 0,10! Ma, allora, perché usare il condizionale? Per il semplice motivo che costano cari e perché, essendo privi di elasticità (cosa buona nello striscio), cambia il tipo di ferrata che, da ampia, veloce e potente con il nylon, diventa corta e delicata con il trecciato. Non ricordarsene, potrebbe voler dire rompere il terminale o strappare sul-
la ferrata e, per non correre questi rischi sarebbe opportuno avere tutti i mulinelli caricati con il trecciato... ma in tal caso l’investimento iniziale sarebbe enorme anche se poi, a conti fatti, si andrebbe comunque a risparmiare perché il trecciato è praticamente eterno.
Fili
Se può essere soggettiva la scelta del nylon o del trecciato sulla bobina del mulinello, per quanto riguarda i terminali, invece, non c’è nulla di meglio dei monofili in fluoro carbon al cento per cento. Sono invisibili e, soprattutto, così resistenti ai denti della trota da dare l’idea di essere indistruttibili. Ovviamente, indistruttibili non sono ma la loro resistenza ci permette di utilizzarli in diametri più sottili rispetto a quelli che si sceglierebbero con il nylon: se questa pesca estiva richiede normalmente un terminale di nylon da 0,16/0,18 millimetri di diametro, ricorrendo al fluorocarbon si può salire tranquillamente allo 0,20 millimetri di diametro ottenendo una maggiore sicurezza nel recupero del pesce. Provare per credere!
Inneschi
Infine, quali inneschi? Fermo restando che tutti gli inneschi rotanti vanno benissimo, i bocconi migliori per la pesca a striscio estiva sono il caimano bianco, il vermone, le due grosse camole, la coda del caimano accoppiata a una camola e il verme lungo per quanto riguarda le esche naturali. Il caimano, in particolare, sembra avere una marcia in più in determinate situazioni e tenerlo ben fresco e pronto all’uso fa spesso miracoli. Altra esca che non tradisce mai e che in certi momenti fa la differenza è il vermone innescato su un amo del numero 4 o 5. Da preferire sono gli esemplari con la pancia gialla perché, in rotazione, creano un effetto cromatico di “chiaroscuro” che li rende maggiormente visibili. Useremo varie misure di amo in relazione al tipo di esca naturale. Quelli del numero 5 e 6 sono da preferire con la pastella, i falcetti, i caimani e i vermi grossi. Quelli del numero 7 e 8 con le camole (naturali e artificiali), con gli “spaghetti” (worm in silicone), con i vermetti in gomma colorati e con gli inneschi com-
SUPER FLUORO Della serie Stellar fa parte anche il fluorocarbon, purissimo, ottimo per realizzare terminali praticamente invisibili. 20
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TROTA LAGO binati: gomma più camola, verme più camola eccetera. Per quanto riguarda le esche artificiali usate da sole, invece, eccezionali sono la pastella, il twister (o “falcetto”) e il worm in silicone accoppiato a una camola.
UN SIGNOR NYLON Caricato in bobina, il nylon resta sempre un’ottima scelta, specie se… di qualità e fabbricato in Giappone.
AMI DA INNESCO La serie Daikichi dispone di ami super affilati adatti per tutte le esche naturali da trota lago. Un made in Japan che funziona sempre.
SUPREME QUALITY JAPAN FISHING HOOKS
COMPONENTI DI QUALITÀ Nel realizzare i finali anche i componenti hanno importanza. Devono essere robusti e affidabili, come queste girelle triple a barilotto.
Foto scattate da Laghetto Sgagna - Via Bergamo 37, Pontirolo Nuovo (BG) 24040 - tel: 338 842 0349
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SPINNING HEAVY AI MEGA SILURI
Il siluro rappresenta la più grande specie di pesce predatore presente nelle acque europee. In Italia vive da quaranta anni e nei fiumi è al vertice della catena alimentare, andando spesso a sostituirsi ad altri pesci carnivori più piccoli. Nel Po e nei suoi affluenti ha trovato un habitat naturale, raggiungendo taglie da capogiro. Proviamo a pescarlo a spinning pesante, ricorrendo ad artificiali di buona misura e con i consigli preziosi di Dario e Dino Ferrari.
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CATFISHING
Attaccare per la prima volta un siluro over trenta chili è un’emozione che non si dimentica facilmente. Il colpo fortissimo che si sente sulla canna e la partenza violenta del filo lasciano il segno e provocano una sorta di “dipendenza” che ci porta a ripetere l’esperienza, alla ricerca di siluri sempre più grossi e tirate sempre più cattive. Con la pesca a spinning l’adrenalina sale a mille, perché si tratta di una pesca diretta, ove il contatto col pesce arriva dritto al braccio e la percezione di lottare ad armi pari con un animale che può pesare come noi crea sensa-
zioni indicibili. Da venti anni i gemelli Dino e Dario Ferrari hanno fatto della pesca al siluro la loro passione preferita. Il Po mantovano è teatro di lotte all’ultimo… artificiale, dove essi ingaggiano battaglie cruente con pesci che passano facilmente i cinquanta chilogrammi di peso. Il loro record mondiale, che risale al febbraio 2015 e ha fatto fermare l’ago della bilancia a 127 chilogrammi per 2,67 metri di lunghezza, è stato fatto proprio a spinning e testimonia la loro bravura raggiunta nell’insidiare questo gigante dei fiumi.
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AMBIENTE E SITUAZIONI
BIG E LIVELLI ALTI: CERCHIAMO IL RECORD DURANTE LE PIENE I siluri più grandi che popolano il Po e i suoi affluenti principali nel loro tratto inferiore possono raggiungere taglie incredibili. Ma un siluro “vecchio” non si lascia ingannare facilmente e per vincere la sua innata diffidenza occorre molta esperienza. Soprattutto, per sorprendere i siluri più grossi bisogna saper cogliere i momenti più propizi, che sul Po e nei grandi fiumi di pianura in genere coincidono con l’aumento di livello e lo sporcarsi dell’acqua. Sono quindi le piene primaverili e autunnali i periodi che possono regalare catture da record, per non parlare di quelle, eccezionali, dei mesi più caldi che rendono i big siluri particolarmente aggressivi. 24
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VAI CON LA PIENA
Fiume alto e acqua torbida: i siluri vengono sottoriva e cacciano a galla!
CATFISHING Livelli in aumento
Quando il fiume si alza e si sporca rapidamente, il pesce foraggio tende a portarsi a galla e sottoriva attirando l’attenzione dei grossi siluri che non si lasciano sfuggire l’occasione di riempirsi la pancia. Il siluro non ha una vista molto sviluppata, i suoi occhi sono infatti molto piccoli se rapportati alla testa e al corpo. In compenso la sua percezione dei rumori in acqua è molto sviluppata e questo gli consente di orientarsi anche con acque molto torbide e localizzare le sue prede con grande precisione. Attraverso gli organi della linea laterali e dei lunghi baffi sensitivi, il siluro rintraccia le vibrazioni emesse dalle potenziali prede e, complice l’acqua torbida, si avvicina ai malcapitati pesci sorprendendoli anche a galla e nelle acque basse del sottoriva inondato. Le piene del fiume rappresentano quindi un’occasione da non perdere, soprattutto se puntiamo a migliorare il nostro record personale. I siluri più grossi, infatti, perdono anche se per poco la loro diffidenza quando si portano vicino a riva e sorprenderli con le nostre esche artificiali diventa una bellissima realtà.
Sicurezza innanzitutto
Se disponiamo di una barca in alluminio o vetroresina, spinta da un buon fuoribordo da almeno 15 cavalli, possiamo metterci alla ricerca dei siluri più belli con la
tecnica dello spinning. Ma attenzione: affrontare il fiume durante una piena non è un gioco da ragazzi. Con i livelli alti l’acqua acquista velocità, si intorbidisce parecchio e ci fa perdere la percezione del fondo. L’uso di un potente ecoscandaglio, oltre a permetterci di localizzare i siluri, ci eviterà di finire rovinosamente su secche o sabbiaie create dal fiume proprio con la piena. E poi bisogna valutare tutti quegli ostacoli che la piena trasporta, a partire da alberi, tronchi e rami alla deriva, ma anche detriti galleggianti che all’elica del nostro motore non fanno certo bene… La principale raccomandazione è quella di essere sempre molto prudenti; affrontiamo il fiume in piena con rispetto e soprattutto nelle zone che conosciamo molto bene, dove abbiamo già navigato diverse volte con li-
velli dell’acqua normali. Così facendo non correremo il rischio di incappare in ostacoli dei quali non conoscevamo l’esistenza. Importante è anche muoversi con circospezione; se abbiamo deciso di sondare qualche chilometro di fiume, è meglio prima risalirlo lentamente, col motore regolato a una velocità che ci permetta di vedere per tempo eventuali ostacoli galleggianti o semi sommersi, e poi scendere col motore spento, perlustrando il sottoriva con l’ausilio di un potente motore elettrico che avremo piazzato a prua.
TIRO ALLA FUNE CANNE A TUTTA PROVA Le canne non devono essere troppo pesanti, altrimenti stancano in breve tempo, facendoci diventare poco precisi nei lanci e inefficaci nell’azione di pesca. Il marchio tedesco Sportex produce varie serie di canne specifiche proprio per lo spinning al siluro. Il top di gamma sono le nuove Team Waller Z Spin, novità 2016, rinnovate sia nei materiali sia nel look che è cambiato completamente rispetto alla serie precedente. La solidità dei fusti è garantita dal particolare processo di lavorazione della fibra di carbonio, HT Cross Winding Technology. Si tratta di canne molto leggere se paragonate alla loro potenza. Sono tutte realizzate in due pezzi, con un’azione parabolica progressiva, potenza di lancio 80-150 grammi; comunque possiamo lanciare tranquillamente artificiali che partono da 2025 grammi a salire. Le misure disponibili sono tre da metri 2,40 - 2,75 - 3,00. Le prime due misure sono più idonee per l’utilizzo dalla barca.
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HOT SPOT
SILURI DOVE: SOTTORIVA INONDATI E TANTI OSTACOLI A spinning, una delle strategie più produttive è senza dubbio quella di battere la sponda del fiume mantenendo la nostra imbarcazione parallela alla riva aiutati dal motore elettrico ausiliario. Abbiamo già accennato all’impiego di questo importante mezzo di propulsione in abbinamento al motore a scoppio; ma
in realtà cosa ideale sarebbe disporre di due motori elettrici, uno a prua e un secondo a poppa a fianco del motore a scoppio. I due elettrici ci aiuteranno a mantenere la barca ad una distanza di circa dieci metri da riva, correggendone la posizione durante la ricerca dei siluri. Lanceremo con precisione nel sottoriva men-
tre la nostra barca scende in scarroccio lungo la corrente del fiume. In questa fase i motori elettrici ci servono anche per rallentare la velocità dell’imbarcazione e fare più lanci in prossimità di uno spot che ci sembra idoneo a ospitare i pesci.
HEAVY SPINNING QUALITÀ E PREZZO OTTIMALI La serie Turbo Cat Spin di Sportex è la generazione seguente del modello che nel 2015 ha permesso ai fratelli Ferrari di stabilire il record del siluro catturato a spinning. Il processo di lavorazione del carbonio HPC aggiunge solidità e una tremenda velocità nella risposta alle sollecitazioni, sia nel recupero degli artificiali sia nella ferrata. Il cimino sensibile ma robusto consente di percepire anche le mangiate più flebili. Tutta la serie è montata con anelli in SiC e impugnature in Duplon. Le misure di 2,40-2,70 e 3,05 metri con potenze di lancio da 90 a 160 grammi permettono di gestire al meglio tutti gli artificiali da siluro.
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CATFISHING CRANK DA SILURO: NON TROPPO GROSSI MA… ROBUSTI! Nello spinning dalla barca le imitazioni di pesci dotate di timone di nuoto voluminoso sono determinanti. Questi artificiali sviluppano un nuoto molto vivace e, spesso, l’inserimento di palline metalliche all’interno dei corpi aumenta l’emissione di vibrazioni, rendendo il crankbait facilmente percepibile dal siluro anche in acque torbide. Possiamo usare modelli da 8-12 centimetri e dal peso di 21-28 grammi, nella foto alcuni Fat Free Shad dell’americana Bomber. Si tratta di crankbait ideati per i grossi bass ma perfetti anche nella ricerca dei baffoni che popolano i nostri grandi fiumi. Per sicurezza, abbiamo sostituito l’armatura originale con robuste ancorette e ami doppi Daikichi, che non si piegano praticamente mai. Dopo aver sostituito anelli e ancorette è sempre bene controllare che il nuoto del nostro artificiale sia rimasto adescante.
Rive in frana
In genere le sponde idonee ad ospitare siluri sono quelle con alberi sommersi e rive in frana dove nel sottoriva si creano giri d’acqua abbastanza lenti ed è proprio lì che dovremo lanciare l’artificiale con la massima precisione e, cosa molto importante senza rumore, frenando la caduta dell’artificiale appena prima che tocchi l’acqua. Altrimenti rischiamo che il siluro si insospettisca e rifiuti il nostro artificiale; anche se può sembrare strano, viste le sue dimensioni, il siluro è un pesce molto sospettoso e diffidente soprattutto nei tratti di fiume con una maggiore pressione di pesca.
Immissari
Altro spot da tenere sempre in considerazione sono le
foci dei fiumi o canali che si immettono nel corso principale. La diversa colorazione dell’acqua che spesso caratterizza la linfa di un immissario rispetto al fiume principale, ma anche tutta quella massa di sostanze nutrienti che il corso secondario trasporta, sono tutti fattori che attirano irresistibilmente il siluro, che istintivamente “sa” di trovare pesce foraggio. In questi luoghi lanceremo l’artificiale sul filo della corrente e nei sottoriva adiacenti. Nei periodi estivi si possono trovare siluri in caccia anche lungo le sponde dove a causa dall’innalzamento del fiume troviamo erbai sommersi; lì il pesce foraggio va ad alimentarsi, attirando l’attenzione di siluri grandi e piccoli. Anche in questo caso ci lasceremo trascinare dalla corren-
te e lanceremo perpendicolari lungo tutta la sponda; qui potrà capitare di assistere a spettacolari cacciate di siluri su branchi di cefali: in questo caso lanciategli sopra senza indugio! Nel complesso, la tecnica sembrerebbe abbastanza semplice ma va fatta con molta discrezione e precisione nei lanci. Tutte le ore del giorno possono riservare catture, non ci sono regole precise, sia di giorno sia di notte. Ma se abbiamo deciso di salire in barca per una sessione notturna, ricordiamoci che la prudenza non è maitroppa. Teniamo sempre a mente che stiamo pescando su un fiume in piena, e teniamo sempre sotto controllo gli alberi e i pericoli che si trovano dinanzi a noi e alla nostra barca. MAJORA MAGAZINE
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HOT SPOT
ANCHE CON LA GOMMA Una selezione di esche siliconiche Delalande alternative ai crank e ottime per il siluro.
Nulla va lasciato al caso Spinning heavy, esche Tiro alla fune Quando ci si trova in canna Sui grandi fiumi come il Po il light siluro può raggiungere le taglie massime e, come i fratelli Ferrari insegnano, trovarsi in canna un esemplare di svariate decine di chili non è un’evenienza tanto improbabile. L’attrezzatura deve quindi essere rapportata alla taglia di questi super predatori ed entra nella categoria dello spinning pesante: canne che lanciano fino a 150 grammi, mulinelli delle serie 5000 e 8000, fili trecciati da 80 libbre. Questa attrezzatura serve soprattutto a tener testa a siluri over 50 chilogrammi, poiché gli artificiali in sé stessi non pesano moltissimo anzi, nella pesca a spinning dalla barca la loro grammatura è certamente sottodimensionata all’attrezzatura usata. Useremo infatti quasi sempre crankbait pesanti al massimo trenta grammi, oppure shad di gomma zavorrati con teste piombate di alcune decine di grammi. 28
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Dovendo sondare i primi strati d’acqua, non servono esche pesanti che debbano scendere molto in profondità; lo spinning che si fa dalla primavera all’autunno dalla barca è quasi una pesca di superficie e tutta la tipologia di esche, da quelle in plastica rigida a quelle con i “siliconici” non abbisogna di pesi eccessivi. La stessa taglia delle esche è inoltre più dimensionata rispetto a quella usata per il vertical o per le altre tecniche ideate per sondare i fondali dei grandi fiumi. Non a caso gli artificiali sono “presi a prestito” da altre tecniche mirate alla cattura di predatori differenti. Nel caso dei crankbait, per esempio, useremo i modelli più grandi dedicati alla ricerca del bass o del luccio. Idem dicasi per gli shad siliconici ideati per cercare il lucioperca o ancora il luccio, modelli lunghi al massimo una ventina di centimetri.
un siluro che passa il mezzo quintale, è chiaro che tutta l’attrezzatura deve reggere a tirate violente che possono durare anche diversi minuti. Tutto deve essere scelto e selezionato a dovere per eliminare qualsiasi punto debole dell’attrezzatura. Anche il filo riveste ovviamente grande importanza: nello spinning al siluro si dà ormai la preferenza ai “braided”, o trecciati in dyneema, che assicurano un’ottima tenuta al nodo, un elevatissimo carico di rottura e una buona resistenza all’abrasione sugli ostacoli vegetali, che durante le piene del fiume si sprecano. 80 libbre di tenuta è il carico di rottura ideale: i trecciati con questa tenuta hanno diametro attorno allo 0,38 millimetri e si possono bobinare agevolmente su mulinelli dalla taglia 5000 alla 8000, oltre che a lanciare con disinvoltura anche artificiali non molto pesanti.
LAMPI NELL’ACQUA: SPINNERBAIT ESTIVI
Tra tutte le categorie di esche impiegate per la caccia al bass, quella degli spinnerbait è forse la meno conosciuta. Ed è forse anche sottovalutata: molti pensano infatti che questi artificiali abbiano una resa simile ai cucchiaini rotanti, che nel bass fishing non funzionano molto, e perciò non li usano. Ma gli spinnerbait sono esche composite dalle mille sfaccettature e, se si pesca in acque ingombre di ostacoli, spesso sono insostituibili. Facciamone una radiografia, con qualche suggerimento per ottenere il massimo delle prestazioni
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BASS LURES
Si era agli inizi degli anni ’80 quando i primi spinnerbait fecero la loro timida comparsa nei negozi del nord Italia. Con un ritardo di una ventina di anni anche i bassmen italiani potevano finalmente contare su un autentico fuoriclasse tra gli artificiali. Sì, perché lo spinnerbait, in virtù dei suoi componenti e della particolarissima costruzione, è un’esca che esce dagli schemi classici di impiego nella pesca del bass. Forse è questo il motivo per cui, nei primi anni della sua introduzione in Italia, molti lanciatori non seppero apprezzarlo nella giusta misura. Troppo ingombrante, poco “armato”, con quella paletta così distante dall’amo
che, si diceva, distoglie l’attenzione del pesce facendolo mangiare male. Ancora oggi c’è gente con tali convinzioni che inorridisce solo a vederli. Beata ignoranza! Oggi, a più di trenta anni dal loro arrivo, i veri appassionati di pesca al bass ne tengono sempre una discreta scorta nella loro dotazione, soprattutto coloro che frequentano acque ingombre di ostacoli naturali. Perché gli spinnerbait sono gli unici artificiali, assieme alle esche siliconiche innescate Texas, capaci di passare indenni tra la vegetazione acquatica più intricata, sebbene le loro doti catturanti si rivelino spesso ineguagliabili anche in acque aperte.
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SPINNERBAIT
COSTRUZIONE SEMPLICE E GENIALE OTTENIAMO IL MASSIMO DAI COMPONENTI Lo “scheletro” di uno spinnerbait è costituito da una forcella metallica che reca alle due estremità una o più palette metalliche ruotanti e da un corpo con relativo amo; il nome stesso di questo artificiale (“spinner”, cucchiaino rotante e “bait”, esca) definisce tale struttura. La forcella è quasi sempre in filo di acciaio, ma in certi modelli si ricorre a un filo di titanio che ha la caratteristica di flettersi per favorire l’abboccata, tornando poi alla forma iniziale. Bisogna infatti considerare che, quando un bass attacca lo spinnerbait, se è molto aggressivo lo ingolla completamente; la parte di forcella che regge la paletta ruotante deve perciò collassate verso il 32
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corpo per permettere all’amo di esporsi e far presa, con l’aiuto di una energica ferrata, nella bocca del pesce. Lo spinnerbait è completato da un festone di striscioline di gomma, più spesso in materiale siliconico, che calza sulla parte finale del corpo, nel punto ove esce l’amo. Nel recupero, sotto la trazione altalenante e con le vibrazioni delle palette, tale gonnellino pulsa e fluttua in maniera molto efficace, aumentando il potere attirante dello spinnerbait.
TINTE VISTOSE
La paletta
Ma torniamo alla paletta metallica. Montata da sola o in tandem con un’altra di forma uguale o diversa, rappresenta il componente più importante ai fini del rendimento dell’esca. In base alla forma possiamo suddividere le palette in tre tipi; tondeggiante, allungata
Un spinnerbait della Booyah con paletta e corpo colorati in maniera vivace, ottimo in acque torbe.
BASS LURES a forma di foglia di salice e a goccia allungata. Nei modelli a paletta singola può essere presente, indifferentemente, uno di tali modelli; nei “tandem” è la paletta allungata a foglia di salice a trovarsi in coda, mentre avanti ad essa, collegata al filo di acciaio con un cavalierino metallico, si preferisce inserire una piccola paletta tondeggiante. Questa è la scelta più comune ma è chiaro che, con la grande varietà di forme e misure attualmente disponibili, le case costruttrici si sono sbizzarrite ottenendo abbinamenti tra i più diversi. A noi interessa sapere che gli abbinamenti tandem oppongono maggiore resistenza all’acqua e in genere fanno permanere lo spinnerbait verso la superficie, mentre i modelli con una
QUESTIONE DI PALETTA FORME E PESI A CONRONTO Nella foto i tre principali tipi di paletta montati sullo spinnerbait. In alto la paletta Colorado, o a goccia, usata da sola o in tandem con altre palette. Se montata da sola gira sul proprio asse, tenendo lo spinnerbait in superficie. Viene usata quindi se vogliamo pescare in superficie, con recuperi veloci. Ma è perfetta anche con recuperi lenti alternati da soste; in questa seconda fase essa continua a girare con lo spinnerbait che scende in verticale, stile elicottero. La paletta centrale è detta a forma di salice, o willow leaf. Oppone poca resistenza all’acqua ed è perciò indicata quando si vuole scendere in profondità, con recuperi lenti e regolari. La terza paletta in basso è detta
sola paletta, specie quelli con paletta allungata, facilitano la tenuta del fondo e possono essere utili con predatori poco propensi a cacciare a galla.
Pesi e misure
Come i cucchiaini rotanti, gli ondulanti e i jig, anche gli spinnerbait vengono prodotti secondo pesi standard che di solito aumentano al crescere delle dimensioni e sono identici per tutte le marche. I più piccoli pesano 1/8 di oncia (3,5 grammi), ma è più frequente trovare modelli da 1/4, 3/8 e 5/8 di oncia. Nel bassfishing sono questi i modelli più usati, mentre nella pesca del luccio (altro predatore molto “interessato” agli spinnerbait) i pesi e le dimensioni aumentano sino a un
paio di once, ossia sessanta grammi! Con le misure standard è possibile sondare fondali fino a 5-6 metri; per fondali maggiori vengono utili i modelli da 1 oncia (28 grammi) che tuttavia, essendo in genere molto voluminosi e duri al recupero, richiedono l’attrezzatura da casting. Teniamo comunque presente che il peso specifico dell’esca è in parte annullato, in fase di recupero, dalla resistenza esercitata dalla paletta metallica e dal gonnellino in gomma. Ecco perché, se lo spinnerbait è stato assemblato bene, sono possibili recuperi lenti molto efficaci con innumerevoli “variazioni sul tema”, comprese le fasi di caduta in verticale che spesso convincono il pesce ad attaccare.
Indiana ed ha forma a goccia allungata. Oggi è poco usata ed è una via di mezzo, quanto a prestazioni, tra la Colorado e la willow leaf.
UNO SCHELETRO FLESSIBILE: LA DOPPIA FUNZIONE Negli spinnerbait Booyah, una forcella di acciaio inox collega le palette metalliche al corpo. La misura del filo impiegato ha il giusto spessore per permettere alla forcella di flettersi e collassare sull’amo in fase di ferrata, consentendo una salda e sicura presa dell’amo nella bocca del bass.
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COM’E’ FATTO
PARTICOLARI CHE CONTANO I PUNTI FORTI DEGLI SPINNERBAIT BOOYAH La paletta metallica inserita sul bracciolo della paletta influenza moltissimo le prestazioni dello spinnerbait in fase di recupero. In particolare la forma, le dimensioni (che seguono la stessa numerazione progressiva delle palette dei cucchiaini rotanti) e lo spessore hanno notevole importanza sui tipi di azione attirante che l’artificiale è in grado di produrre in acqua. Le forme più comunemente reperibili sono tre: paletta Colorado. Di forma tondeggiante, tende ad allargare molto l’angolo di rotazione, per cui riflettono meno
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la luce ma emettono molte vibrazioni facilmente percepibili dal pesce. Possono venire abbinate in tandem a una paletta allungata a foglia di salice; in questo caso la Colorado ha forma più piccola e viene collegata al bracciolo di acciaio tramite cavalierino metallico. Oppone molta resistenza alla trazione ed è efficace nei recuperi combinati con pause durante le quali continua a ruotare in caduta con effetto “elicottero”; paletta willow leaf (foglia di salice). La forma allungata di questo modello ne aumenta la velocità di rotazione, con
una minore resistenza all’acqua che favorisce l’affondamento dello spinnerbait. Il buon funzionamento a basse velocità di recupero la rende adatta in acque fredde, con pesci apatici e poco disposti all’inseguimento. In alcuni modelli viene montata in tandem con una seconda willow leaf per aumentare il volume dell’esca, pur utilizzando spinnerbait con basse grammature; paletta Indiana. La forma a goccia allungata è simile alla Colorado ma meno bombata e più allungata. L’angolo e la velocità di rotazione sono
AMO ROBUSTO
OCCHIO 3D
Amo ultra Point super affilato della norvegese Mustad.
I due occhi sono in materiale plastico tridimensionali
ROTAZIONE SICURA
SKIRT IN SILICONE
La paletta gira sempre grazie alla girella su cuscinetto.
Il gonnellino è composto da 55 filamenti di silicone.
BASS LURES SPINGERE ALL’ATTACCO SPINNERBAIT COME ESCA DI REAZIONE Gli spinnerbait sono spesso definiti “esche di reazione” poiché sanno indurre il bass all’attacco anche quando non è super aggressivo, facendolo “reagire” in maniera positiva nei confronti della nostra presentazione. La reazione positiva è indotta non soltanto dal fatto che con lo spinnerbait possiamo avvicinarci molto agli spot dove staziona il predatore, ma anche dall’insieme di caratteristiche attiranti che questo “strano” artificiale possiede. È soprattutto la varietà di vibrazioni attiranti a scatenare l’attacco del pesce. Tali vibrazioni sono emesse dalla paletta metallica che, da sola o in tandem con una seconda paletta, emette onde sonore a bassa e alta frequenza, ma anche dal gonnellino di elastici che copre l’amo. L’effetto visivo di insieme, costituito dal brillare delle palette in rotazione e dal pulsare del gonnellino siliconico, è un’altra caratteristica che aggiunge efficacia adescante. Infine il volume dell’esca, che in movimento appare più grande di quanto sia in realtà, può anch’esso scatenare la reazione positiva del bass.
una via di mezzo tra le Colorado e la willow leaf, tuttavia sviluppano la migliore rotazione su basse velocità di recupero. In questi ultimi anni sono cadute un po’ in disuso a favore degli altri due modelli, tuttavia possono rivelarsi insuperabili quando occorre rallentare al massimo il recupero.
Il “dressing”
Assieme alla paletta metallica, nello spinnerbait c’è un altro componente che contribuisce a dare volume all’esca: è il festone di elastici che, a mo’ di gonnellino (non a caso in inglese viene chiamato “skirt”) va a ricoprire la parte posteriore del corpo/ zavorra, dove si trova l’amo. Nel recupero, tramite le vibrazioni della paletta e col variare della trazione, questi filamenti gommosi fluttuano e pulsano ricordando al predatore il corpo di un pesciolino in fuga. I migliori skirt da
spinnerbait sono realizzati in gomma siliconica che resiste meglio agli assalti del bass e contribuisce a dare al corpo dello spinnerbait un movimento naturale. Va ricordato che nel suo fluttuare anche lo skirt produce vibrazioni, più “morbide” rispetto a quelle emesse dalla paletta metallica in rotazione ma ugualmente efficaci. Le colorazioni dello skirt sono variabilissime ma, in questi ultimi anni, si è cercato di riprodurre la livrea del pesce foraggio più comunemente predato dal bass. Così, tutta la produzione della casa americana Booyah adotta skirt che hanno sullo stesso skirt due differenti colori, uno più chiaro nella parte bassa del festone di elastici a imitare i fianchi e la pancia del pesce foraggio e uno più scuro a imitare il dorso delle piccole prede. Ciascun filamento siliconico dello skirt può essere bicolore, oppure essere intriso di particelle me-
talliche che contribuiscono a imitare le squame del pesce foraggio.
La testa piombata
Il peso dello spinnerbait è principalmente concentrato nella testa, che ingloba una parte della forcella metallica con l’occhiello dell’amo, tenendo il tutto ben saldato al suo interno. I migliori spinnerbait, come quelli della Booyah, impiegano leghe metalliche molto robuste, al posto del semplice piombo, che meglio resistono agli urti contro gli ostacoli facendo da base per il trattamento superficiale della verniciatura. Oggi si tende a imitare la testa dei pesci foraggio, con tanto di occhi tridimensionali, branchie e squame, perciò è importante che la struttura del corpo sia molto rigida per evitare che questi particolari si deformino o, nel caso degli occhi, si stacchino. MAJORA MAGAZINE
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I RECUPERI
LA VITA DELLO SPINNERBAIT: TRAZIONI LENTE VELOCI E ALTERNATE Così costruito, lo spinnerbait può funzionare ovunque, dalle acque ferme alle mediamente correnti. Soprattutto, è possibile variare all’infinito le cadenze di recupero, così da invitare all’attacco sia i pesci più aggressivi, sia quelli apatici. Ma è soprattutto negli specchi d’acqua naturali con abbondante vegetazione acquatica (canneti, erbai, banchi di ninfee) oppure ostacoli naturali e non (tronchi e rami sommersi, attracchi per le imbarcazioni, porticcioli, scafi delle imbarcazioni e manufatti di ogni genere) che lo spinnerbait offre il meglio di sé. L’amo singolo, adeguatamente protetto dal sovrastante bracciolo della forcella metallica, passa indenne ovunque e tale vantaggio “perdona” eventuali lanci sbagliati o traiettorie di recupero erronee. Si accennava al recupero: uno dei pregi dello spinnerbait è quello di consentire di attuare una grande varietà di cadenze, dalla superficie al fondo. Sbagliano coloro che credono di avere per le mani un rotante un po’ particolare e si limitano a variare la velocità per tenere il fondo o viaggiare in superficie. Poiché questo artificiale ha la prerogativa di funzionare ad anche a bassissime velocità e nelle fasi di caduta in verticale, il suo potere attirante 36
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resta invariato con qualsiasi cadenza di recupero.
Bass attivi
Con pesci aggressivi o acque tiepide un recupero veloce a galla nei pressi degli ostacoli galleggianti più visibili può risultare vincente. La canna va tenuta alta non appena l’esca tocca l’acqua e si recupera cercando di far viaggiare l’esca appena sotto. Il massimo effetto si ottiene con la paletta dello spinnerbait che a tratti rompe la superficie dell’acqua, causando turbolenze e varianti sulla frequenza delle onde sonore che inducono il pesce all’attacco. I modelli a paletta singola Colorado offrono le migliori prestazioni per questo tipo di recupero.
Bass neutrali
All’opposto, un recupero molto lento sul fondo può rivelarsi utile per predatori intanati poco disposti ad uscire allo scoperto o in acque fredde. I professionisti americani di pesca al bass
ANCHE DI NOTTE Il Moontalker, spinnerbait dai colori scuri che si stagliano meglio nelle notti di luna piena.
hanno coniato un termine, “slow rolling”, che definisce il movimento lentissimo dello spinnerbait a seguire i contorni del fondale con una velocità sufficiente appena a far girare le palette. Recupero molto efficace a fine inverno o in autunno, quando improvvisi sbalzi termici inibiscono l’aggressività del centrarchide. Spinnerbait con paletta singola willow leaf o tandem willow leaf/Colorado funzionano egregiamente per questo recupero. Una via di mezzo tra questi due recuperi è il saliscendi sul fondo; si ottiene spostando ritmicamente la canna verso l’alto e verso il basso. Si lascia scendere in verticale lo spinnerbait sul fondo, poi lo si richiama lentamente verso l’alto alzando la canna e recuperando un poco di filo. Si fa scendere nuovamente lo spinnerbait sul fondo accompagnandolo con la canna e col filo teso. È un recupero valido specialmente sui fondali cosparsi di erbe e con pesci in attesa tra gli ostacoli.
BASS LURES
LINEARE A GALLA
SALTELLI SUL FONDO
Con spinnerbait monopaletta di tipo Colorado e bass aggressivi.
Con spinnerbait monopaletta di tipo Colorado o willow leaf.
SALISCENDI OBLIQUO
LINEARE SUL FONDO
Con spinnerbait monopaletta di tipo Colorado e bass neutrali.
Con spinnerbait a paletta willow, con paletta singola o tandem.
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ASTUZIE IN LAGHETTO ADVANCED ROUBA FISHING
La pesca delle carpe in laghetto sta diventando una specialità sempre più seguita perché garantisce catture a ripetizione anche ai meno esperti, contrariamente alle più distanti uscite sul fiume, dove il bottino non è sempre “garantito”, dipendendo la pescosità delle acque correnti soprattutto dalle condizioni ambientali che sono sempre più imprevedibili. In laghetto, invece, la trasparenza, la temperatura ed il livello dell’acqua rimangono sempre costanti, favorendo e prolungando i periodi di attività dei ciprinidi. L’unico fattore di variabilità nei carpodromi è rappresentato dal tipo di esca, poiché qui i ciprinidi si stancano facilmente degli inneschi utilizzati più di frequente dai pescatori, in gara e non, preferendo assaggiare un boccone diverso dai soliti proposti e proprio per questo maggiormente appetibile ed interessante
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CARPORDROMO
Per chi ha fatto della pesca al colpo la passione preferita e di carpe e carassi le prede più ambite, il carpodromo è diventata una meta irrinunciabile. Le possibilità offerte da questi particolari laghetti sono molte: facili da affrontare perché piccoli, poco profondi e dalle rive squadrate, questi mini ambienti si trovano spesso a poca distanza da casa, all’interno di proprietà private, e consentono di trasportare in sicurezza tutta l’attrezzatura di pesca. Molti di essi vengono spesso prenotati per gare e sfide, diventando quindi un’ottima palestra per confrontare la propria abilità con quella di altri “colleghi” più esperti. Proprio nei carpodromi la pesca della car-
pa utilizzando roubaisienne e canne da inglese è diventata un’arte sopraffina, dove l’impiego di finali capillari, ami microscopici ed esche super attiranti è una consuetudine per “fregare” quei pesci che, ormai allamati e rilasciati più e più volte, hanno sviluppato una certa diffidenza nei confronti di bocconi e montature tradizionali. Proprio per tentare le carpe con metodi e attrezzature innovative abbiamo impostato una sessione di pesca con la roubaisienne in un piccolo ma incantevole carpodromo ben popolato di carpe, affrontandole con le novità dell’azienda francese Fun Fishing. I risultati, ovviamente, sono stati più che lusinghieri!
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LA TECNICA
A ROUBAISIENNE TIRA E MOLLA CON L’ELASTICO Una tecnica particolarmente efficace per le carpe di laghetto è quella con la roubaisienne. Grazie alla precisione e prontezza con cui si può assestare il colpo, cioè la ferrata, con questa lunga canna a innesti di origine francese, il divertimento è assicurato. A differenza della pesca con canna inglese, molto più pratica e veloce da impostare, chi opta per la rouba in carpodromo deve necessariamente preventivare un po’ di tempo da dedicare ai preparativi prima di riuscire ad entrare in pesca. Innanzitutto è necessario predisporre tutti gli accessori che ci serviranno per operare correttamente con la canna alla francese. Oltre al panchetto, occorre 40
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predisporre qualche metro di spazio dietro l’apposito appoggia canna con rulli ad angolo, dove far scorrere il corpo principale del lungo giavellotto durante il recupe-
ro della cattura.
Rouba in carpodromo
Normalmente la roubaisienne è dotata di un elastico interno estroflettibile che,
CARPORDROMO uscendo dalla punta del segmento apicale, serve per ammortizzare i colpi e le fughe più potenti delle carpe, subito dopo averle agganciate. Anche la scelta dell’elastico da inserire nella porzione apicale dell’attrezzo è un’operazione che richiede qualche minuto, in particolare se abbiamo a disposizione diversi elastic bands con capacità flessibili differenti, tra cui scegliere. La giusta scelta dell’elastico deve necessariamente tenere conto delle dimensioni delle carpe che si trovano nello specifico laghetto. A volte i ciprinidi sono numerosi ma solo del peso di 1 o 2 chilogrammi; altre volte pinneggiano ottimi esemplari di 4 o 5 chili, e quindi è necessario avere a disposizione un elastico proporzionato alla taglia delle catture che andremo ad affrontare. Alcuni elastici sono più duri e meno
estroflessibili quando non occorre andare troppo per il sottile, oppure molto allungabili e plastici se necessitiamo di un controllo maggiore sulle testate dell’avversario, pur utilizzando finali sottilissimi. Essendo la rouba una canna priva di mulinello, tutto l’effetto ammortizzante della montatura è affidato, nella roubaisienne da carpodromo, all’elastico che dovrà sopportare le tirate della carpa senza rompersi.
Ammortizzare l’impossibile
Una volta entrati in pesca con la posizione a noi più congeniale c’è solo da attendere l’abboccata. Una montatura tipo, con carpe a mezz’acqua, può essere la seguente: amo Daikichi 1551 BR del n. 20, finale in fluorocarbon Daikichi dello 0,12, lenza madre dello 0,14 ed elastico da 1,0 a 1,8 millimetri. Particolare attenzione andrà
data alla ferrata: non stiamo usando una bolognese o un’inglese; alziamo la canna con fermezza ma non esageriamo! L’elastico ammortizzerà la fuga del pesce ma dovremo controbattere attraverso due movimenti contrastanti. Quando il pinnuto tenderà a muoversi verso il largo, abbasseremo la canna concedendo lenza, mentre alzeremo l’attrezzo quando il pesce inizierà a indebolire la sua corsa. Pian piano porteremo la canna all’indietro, facendo attenzione al rullo alle nostre spalle. Una volta giunti all’innesto del kit, che coinciderà con la lunghezza della lenza, sganciamo la punta e pescheremo solo con le ultime due-tre sezioni. Sarà come usare una corta canna fissa con elastico e avremo un contatto ancora più diretto con la preda. Divertimento assicurato!
ELASTICI DA CAMPIONI SCEGLIAMO IL MEGLIO PER NON AVERE SORPRESE Poiché l’effetto ammortizzante, nelle roubaisienne da carpodromo, è quasi tutto affidato all’elastico che esce dal vettino, è fondamentale che questo componente sia della massima qualità. Il marchio francese Fun Fishing lavora da più di vent’anni allo sviluppo di accessori per la pesca al colpo. Sviluppati nell’ovest della Francia, i prodotti Fun Fishing rappresentano il top nella ricerca di funzionalità e durata nel tempo. La gamma di elastici pieni Fun Fishing prodotta in materiale ad alta reistenza è ricoperta da un sottile strato di lubrificante Superglide per garantire scorrevolezza e resistenza. Incredibile il grado di allungamento di questo prodotto, la cui morbidezza regge le fughe delle carpe più robuste ma evita anche le slamature dei soggetti più piccoli.
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PASTURAZIONE
ESCHE E PASTURA: CONCETTI DA RIVEDERE I carpodromi sono ambienti acquatici dalla superficie ridotta e i pesci che lo popolano (carassi e pesce bianco, oltre alle immancabili carpe) sono spesso soggetti a una forte pressione di pesca. In molti di questi ambienti vengono disputate gare e le prede, a forza di essere catturate e rilasciate, acquisiscono una certa riluttanza nell’abboccare. Tra l’altro, il permesso di pasturare in molti di tali ambienti disorienta il pesce che, spesso, gira tutto il perimetro del laghetto attirato da esche o aromi tra i più diversi. Ogni pescatore usa pasture
con ingredienti molto differenti e i pesci seguono… piste differenti lasciando spesso lo specchio d’acqua sotto la roubaisienne. Per questo è importante saper pasturare e usare sia l’esca adatta da mettere sull’amo sia le pasture con gli ingredienti più efficaci. Se abbiamo deciso di pasturare con lo stesso tipo di esca che usiamo sull’amo, teniamo presente che la quantità di esche da fiondare è proporzionale all’attività dei pesci presenti. Tra l’altro, in carpodromo si parla quasi sempre di esche sull’amo come pastura poi-
ché gli sfarinati sono quasi sempre vietati. Se il pesce risponde bene ai primi assaggi, il quantitativo di pastura può essere lanciato a intervalli minori (in gara si arriva anche a una pasturata ogni 50 secondi!). Di solito, comunque, si tende a ridurre il quantitativo di pastura ma ad intensificare i lanci, cercando di tenere sempre il pesce sotto l’apicale della roubaisienne. La pastura può essere composta da bigattini, mais, pellet o altre granaglie.
Rivoluzione pellet
Un discorso a parte sono le micro pellet, cresciute enormemente in carpodromo sia per quanto concerne l’impiego come esca sia come pastura. In carpodromo la scelta delle esche spazia tra i bigattini e il mais, con una terza meno usata alternativa rappresentata dai vermi. Ma c’è anche il pellet! Ormai non è più una novità,
PASTURAZIONE CHIRURGICA
La scodella per cime, montata sulla rouba permette pasturazioni con i pellet silenziose e super precise.
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CARPORDROMO
PELLET DA INNESCO: MORBIDE PICCOLE E GUSTOSE Soft Hook sono le pellet da innesco ideate da Fun Fishing per il carpodromo. Il marchio francese è nato più di venti anni orsono proprio con l’elaborazione di esche e pasture per la pesca al colpo, ed ha trovato nelle micro pellet da innesco una validissima soluzione per la pesca in carpodromo. Queste piccole esche sono perfette per le competizioni, ma anche nella pesca amatoriale rivelano tutta la loro efficacia, soprattutto in quei carpodromi dove la pressione di pesca rende le carpe sospettose. Soffici e facilmente modellabili, rimangono a lungo sugli ami più piccoli. Disponibili in tre differenti formati e un numero incredibile di aromi, sono diventate un must tra i cultori della carpa in laghetto.
ma questa esca sa ancora garantire risultati eccezionali. Originariamente il pellet altro non era se una piccola porzione di pastura compressa in cilindretti di varie misure, tra uno e dieci millimetri, utilizzabile sia come innesco sia come pasturazione. L’ingrediente base di questi pellet viene esaltato con speciali procedimenti in modo che la sua attrazione nei confronti dei pesci risulti molto più accentuata rispetto a una normale pallina di pastura. Oggi questo tipo di boccone si è evoluto in maniera incredibile e la varietà di misure, aromi e consistenza è davvero varia. I pellet migliori hanno consistenza morbida e sono modellabili sull’amo per garantire inneschi super efficaci.
Cupping kit
Un grande vantaggio della roubaisienne è la precisione, diremmo millimetrica, che essa offre nel depositare il galleggiante e la montatura sottostante. Anche la pasturazione deve quindi essere effettuata nel medesimo spot. E a tale riguardo due sono i sistemi più usati, anche quando ci si reca al carpodromo. Il primo è di tipo classico, con lancio di palle di pastura calibrate soprattutto prima di entrare in pesca, in piedi a fianco del panchetto. Poi, una volta che si è in pesca, si continua a richiamare le carpe con fiondate di pastura ben calibrate. Non sempre, tuttavia, questa operazione ottiene la dovuta precisione ed ecco venire in aiuto il secondo metodo
di pasturazione, quello con il “cupping-kit”. In pratica si tratta di fissare una coppetta di materiale plastico su una vetta della canna specifica per la pasturazione. In questa mini bacinella metteremo la pastura sotto forma di pellet, bigattini, granaglie o sfarinati pressati a formare piccole noci. Basterà allungare la roubaisienne fino al punto in cui immergeremo il galleggiante, ossia sotto l’apicale, e versare il contenuto della coppetta in acqua, semplicemente girando la canna su se stessa. La pastura entrerà in acqua silenziosamente e con una precisione elevatissima, fattore importantissimo, quest’ultimo, quando le carpe stazionano sul fondo e sono molto poco disposte e spostarsi. MAJORA MAGAZINE
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ACCESSORI
UNA PESCA DI DETTAGLI: I PARTICOLARI CHE CONTANO
GALLEGGIANTI DA ROUBA SENSIBILI E LEGGERI COME PELLET I piccoli e sensibilissimi galleggiantini sono perfetti per segnalare con tempismo cronometrico il momento esatto dell’abboccata, quando cioè la carpa ha completamente addentato il pellet, trascinando tutto il segnalatore. Hanno portata leggerissima da 0,10 a 0,40 grammi e sono ottimali in condizioni di pesca difficili, quando le carpe assaggiano delicatamente, dimostrandosi particolarmente letargiche e svogliate. Naturalmente, per ottenere montature precise che portino l’esca alla profondità desiderata quando le carpe non girano a galla, occorre una sapiente taratura dei galleggianti che andrà fatta con una sonda adeguata, prima di entrare in pesca.
Dopo avere pasturato a dovere, magari ricorrendo al cupping-kit per ottenere una deposizione della pastura precisa e silenziosa proprio sopra il galleggiante, arriveranno le prime abboccate. Non appena le esche raggiungono il fondo, inizia una competizione alimentare tra i pesci che all’inizio saranno un po’ di tutte le taglie. In effetti la pasturazione funziona così, ha l’effetto di richiamare tutti i pesci piccoli che a loro volta fanno da traino per 44
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quelli più grandi e sospettosi. Ma ben presto l’effetto pastura si trasformerà in frenesia che porterà i pesci a non aspettare più l’arrivo delle esche sul fondo, ma li farà salire verso le esche fiondate in acqua. Di questo comportamento potremo accorgercene quando vedremo delle mangiate in caduta, cioè quando il galleggiane non è ancora entrato in pesca e questa situazione segna il momento giusto per sostituire la prima montatura (e relati-
va cima della roubaisienne) per la ricerca delle carpe sul fondo ed iniziare ad usare un secondo apparato per tentare i pesci a mezz’acqua. Pescando negli strati intermedi dobbiamo continuare a pasturare, diminuendo però la quantità delle esche nel cupping kit e aumentando la frequenza delle pasturazioni. Questa variante farà salire a galla definitivamente le carpe più prepotenti e grosse che ormai sono in conflitto con le altre per cercare di accaparrarsi le poche esche che toccano l’acqua. Quando si vedranno le pinne delle carpe che fuoriescono dall’acqua e noteremo le mangiate appena l’esca tocca l’acqua, sarà il momento di impiegare il terzo apparato, quello per la pesca a galla. In questo caso, tuttavia, è meglio ricorrere alla fionda per pasturare poiché le fasi delle abboccate saranno molto concitate e lasceranno poco tempo per ferrare. Tenendo la canna schiacciata sulla gamba dall’avambraccio e la mano, bisogna cercare di lasciare liberi il pollice e l’indice per afferrare il fondello della fionda, poi con l’altra mano si vanno a mettere all’interno pochi granelli di pellet. Dopo aver fiondato, saremo quindi pronti a ferrare alzando semplicemente il piede.
E se l’affare si complica?
Quando le carpe mangiano decise tutto è facile, e se le vediamo girare quasi a galla potremo addirittura prevenire
CARPORDROMO le loro mosse con montature e tattiche precise e micidiali. Ma se le abboccate si fanno desiderare e gli unici pesci che si allamano sono esemplari di dubbia taglia, allora bisogna concentrarsi di più. Una situazione difficile può verificarsi in inverno, quando il freddo schiaccia i pesci sul fondo e le basse temperature li rende apatici e poco disposti a muoversi. Ma anche i fronti freddi che seguono periodi molto caldi, in estate o a inizio autunno, possono creare scompensi nel modo di comportarsi (e di alimentarsi) delle carpe. Non dobbiamo
dimenticare che i carpodromi sono ambienti piccoli e poco profondi, quindi i cambiamenti meteo che portano acqua fredda possono sconvolgere immediatamente l’attività dei pesci, poiché la massa d’acqua minore si raffredda rapidamente. Ciprinidi come le carpe reagiscono a situazioni negative portandosi sul fondo, e qui le dovremo cercare con adeguati sistemi di pesca. Per la pasturazione, di solito si ricorre ai bigattini incollati che raggiungeranno in fretta il fondo e che potremo proporre alle carpe formando palline, che inserire-
mo nel cupping-kit fissato nel sottopunta della rouba. Una buona montatura può essere la seguente: appoggiato 5 centimetri, galleggiante K1 Fun Fishing 0,30 grammi, madre lenza dello 0,14, amo del n. 20, due bigattini colorati galleggianti innescati dalla testa, spallinata dell’11 aperta in 40 centimetri di lunghezza in modo da ottenere una calata molto lenta. In questa maniera, anche nel caso le carpe non siano incollate al fondo, avranno il tempo di seguire l’innesco e abboccare quando i bigattini si adagiano sul fondo.
Diffusione su pastura
Diffusione su pellets
SUPER ATTRATTORE
HSA in flaconi da 200 ml: un mix di aminoacidi e aromi solubili, una vera bomba in acqua!
UNA NOTA DI COLORE
Il colorante liquido è perfetto per i pellet espandibili, sui quali ha un effetto finale perfetto.
FLUO BOOST
Perfetto per creare aloni in acqua super visibili, contiene anche aminoacidi attrattivi per attirare i pesci da grandi distanze.
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A GALLA E POCO SOTTO CAVEDANI E TROTE DI FONDOVALLE
Arriva l’estate e con essa la voglia di girare alla ricerca di qualche bel corso d’acqua che si snoda ai piedi delle montagne, ricco di frescura e… di pesce! Molti torrenti di fondovalle si presentano in questa fase di inizio caldo nelle condizioni migliori per essere affrontati a spinning; le trote e i cavedani che li abitano rispondono bene a vari gruppi di artificiali. Li affronteremo con una tecnica molto divertente, pescando a galla e appena sotto con esche dal funzionamento particolare
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SPINNING CLASSIC
Dopo mesi di acque fredde e sporche, livelli alti e pesci poco aggressivi, con l’arrivo dell’estate la situazione cambia a nostro favore in molti corsi di origine alpina e appenninica che si allargano nel fondovalle. Ora la situazione è ottimale: le temperature sono in aumento dentro e fuori l’acqua, la vita del torrente accelera tutti i suoi ritmi biologici e i pesci possono finalmente trovare un po’ di abbondanza di cibo. Le schiuse di insetti acquatici si moltiplicano, fornendo una base alimentare molto importante per pesci piccoli e grandi, mentre dalle sponde arrivano altri insetti trasportati dal vento che rendono l’alimentazione dei pinnuti
ancora più ricca e varia. Per i predatori come la trota è tempo di incamerare energie cacciando tutti questi insetti ma anche piccoli pesci come vaironi, sanguinerole, scazzoni e altri piccoli ciprinidi, mentre i cavedani, che in queste acque si comportano un po’ da predatori come le stesse trote, da bravi onnivori attaccano un po’ di tutto. Il panorama, per chi fa spinning con un’attrezzatura molto leggera, diventa quindi interessante ma anche molto divertente. In questa fase di inizio estate, infatti, i pesci cominciano a cacciare anche a galla e per noi si presenta l’occasione di pescarli a vista. Adrenalina a mille e divertimento assicurato!
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TORRENTI DI FONDOVALLE
AMBIENTI MAGICI: TROTE E CAVEDANI A SPINNING LEGGERO Nella loro corsa verso la pianura i torrenti alpini e appenninici aumentano il volume idrico fino ad assumere, nelle vallate più ampie, la conformazione di un fiume in miniatura. Compaiono raschi e spiaggette, rapide e zone di acqua lenta, buche profonde e rami laterali con correntine. Non sono più torrenti ma nemmeno veri fiumi e vengono spesso definiti come torrenti di fondovalle. Anche la popolazione dei pesci cambia: assieme alle trote, ancora presenti, compaiono varie specie di ciprinidi che razzolano sul fondo: barbi e lasche, ma anche vaironi, sanguinerole e le prime avanguardie delle alborelle. Il cavedano comin48
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cia ad essere presente dai 500 ai 300 metri di altezza a scendere, e assieme alle varie specie di trote rappresenta l’unico pesce predatore di questi particolari ambienti.
TROTE E NON SOLO
Chi ama lo spinning nei torrenti di fondovalle può quindi misurarsi con entrambi i carnivori, che tuttavia in questi ambienti hanno stili di vita molto differenti.
I corsi d’acqua di mezza montagna ospitano belle trote, ma anche il cavedano fa la sua importante comparsa.
SPINNING CLASSIC Salmonidi a 360 gradi
A fondovalle, la trota è spesso presente con numerose specie, autoctone e di immissione. La fario è ancora numerosa (specie nei corsi di origine alpina) e in alcune situazioni la sua presenza è condivisa dalla sempre più rara marmorata. Ma possiamo trovare anche l’iridea di semina, che in ambienti più ampi e con acque un po’ più tiepide si trova a meraviglia. E poi ci sono i salmerini, anch’essi di semina come l’iridea, che preferiscono i fondali ricchi di ostacoli e le acque medio-veloci. Tutti questi salmonidi, a partire dai primi caldi fino all’autunno si spostano nelle zone del torrente di fondovalle dove l’acqua è mossa e ossigenata. Di giorno se ne stanno nei tratti più profondi, dove sfuggono alla luce mimetizzandosi tra gli ostacoli dei fondali. Difficilmente sono attivi, a meno che una lieve piena e lo sporcarsi dell’acqua li metta in caccia, e allora anche con i nostri artificiali avremo qualche chance di cattura. All’alba e al tramonto, invece, si portano in caccia nelle
correnti veloci, ed è qui che li dovremo tentare con i nostri artificiali.
Cavedani furboni
Se la trota mostra il suo tallone d’Achille nella voracità tipica del predatore di corrente, e catturarla sarà relativamente facile se avremo adottato la tecnica giusta, col cavedano tutto è più difficile. I grossi cavedani che pinneggiano tranquilli nelle buche o nelle lunghe spianate contornate da alberi non sono affatto avversari facili da convincere, se ci vedono non abboccheranno mai e molto spesso esigono attacchi a distanza con lanci lunghi e super precisi. Nell’acqua limpida che caratterizza i torrenti di fondovalle essi possono controllare le rive e mettersi in allarme ad ogni movimento sospetto. In più, vivendo in branco, sembra quasi riescano a passarsi le informazioni su eventuali pericoli e se anche uno solo di essi ci vede, anche tutti gli altri si allertano. Se poi riusciamo a prenderne uno tra mille difficoltà, stiamo pur certi che in quel punto non ci
sarà più null’altro da fare.
Le “armi” giuste
La varietà di ambienti che caratterizza il torrente di fondovalle ci permette di attuare varie strategie ricorrendo a un’attrezzatura da spinning light che potremmo definire “essenziale”. Se il torrente è di quelli con letto ampio, con spiaggette sabbiose e spianate di ghiaia che andranno doverosamente affrontate “a distanza” onde evitare di farci vedere da trote e cavedani, allora possiamo optare per una canna sui due metri o poco più, che ci permetterà di fare lanci abbastanza lunghi. La precisione dei lanci deriva invece da una corretta potenza, che dovrà essere compresa tra cinque e quindici grammi. Grazie all’abbondanza di prede sulle quali trote e cavedani sono abituati a cacciare, la nostra possibile scelta di artificiali sarà molto ampia, dalle imitazioni del pesce foraggio agli insetti che finiscono accidentalmente in acqua, la scelta di esche adatte al fondovalle si fa piuttosto varia e interessante.
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GLI ARTIFICIALI
PESCE FORAGGIO E INSETTI: UN MENU’ DA IMITARE PER BENE REAL WINNER FLOATING
Il modello da 5 cm è molto reattivo alle sollecitazioni, ha nuoto vivace ed è un vero fuoriclasse nelle acque popolate da pesce foraggio, che il cavedano attacca per integrare la dieta a base di insetti.
LAV SPINNER UNIVERSAL
Il marchio Lav produce rotanti che si distinguono per la perfetta rotazione della paletta anche nei recuperi medio veloci e lineari appena sotto la superficie. Le misure più piccole sono perfette per cavedani e trote in acque velate e poco correnti.
LAV METAL FISH
Sempre della Lav, è adatto alle correnti più veloci, quando serve uno spinner che tenga bene la forza dell’acqua senza spiattellare a galla. La misura 1 da 6 grammi è la più indicata per trote e cavedani contro corrente.
REBEL CRIKHOPPER
La cavalletta galleggiante della Rebel è un “must” della pesca estiva di cavedani e trote. La palettina sotto la testa la fa muovere come un minnow, ma possiamo recuperarla anche a lievi strappetti simulando l’insetto che cerca di riprendere il volo.
REBEL BUMBLEBUG
Imitazione molto realistica dell’ape, con tanto di ali rigide che aiutano a stabilizzare l’esca quando staziona immobile a galla. Va recuperata a lievissimi strappi a galla a con lenti recuperi sotto. 3,7 centimetri e 3 grammi di peso.
TEENY TORPEDO
La più piccola versione del Torpedo, venduto negli USA in milioni di pezzi per il bass, è una valida alternativa topwater nella ricerca del cavedano in acque basse e limpide. Recuperi lenti e lineari o a strappetti. Misura 3,81 cm per 3,5 grammi. 50
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Scendendo di quota, i torrenti si arricchiscono di pastura ed i pesci predatori non possono che avvantaggiarsene. Le specie di ciprinidi di piccola taglia, quali sanguinerole, vaironi e alborelle, ma anche cavedani allo stadio giovanile sono prede abituali delle trote più belle. Gli stessi cavedani amano variare la loro dieta a base di insetti con questo tipo di pesce foraggio, del quale si cibano soprattutto in inverno, quando è importante immagazzinare energie con qualcosa di sostanzioso. Per le trote, comunque, i piccoli pesci sono importantissimi in ogni stagione e quindi anche le imitazioni di pesci foraggio fanno la loro parte. Sceglieremo pertanto minnow di piccola misura (3-5-7 centimetri), rigorosamente di tipo galleggiante, coi quali potremo mettere in atto recuperi appena sotto la superficie. Soprattutto nelle correntine laterali, dove la profondità è minima e la presenza di un’abbondante vegetazione crea ombra e ripari per le trote, questa pesca “di sorpresa” ha spesso la meglio sulle trote che si portano in caccia nell’incerta luce del tramonto. Anzi, proprio qui sorprenderemo gli esemplari più belli che si lasceranno convincere da una piccola imitazione di vairone o alborella sapientemente manovrati.
SPINNING CLASSIC
Piccolo è meglio
I minnow, ossia le imitazioni di pesce foraggio munite di timone di nuoto, sono da sempre i preferiti nella caccia alla trota in acqua limpida. La loro somiglianza e l’azione di nuoto molto naturale stimolano da sempre i salmonidi di ogni specie ad attaccare con decisione. I modelli galleggianti affondano poco nel recupero e sono perfetti per sondare le acque laterali alla corrente principale, oppure per i bracci laterali dove la forza dell’acqua scava interessanti correntine a ridosso di alberi e arbusti vari. Nei torrenti di fondovalle il minnow va sempre recuperato contro corrente e la strategia migliore consiste nel lanciare di tre quarti verso valle, lasciando che sia la corrente a fare affondare l’imitazione quel tanto che basta a tenerla viva e vivace nei movimenti. Con lanci ben calibrati e calcolando per bene la velocità di recupero, si possono son-
dare con calma tutti quegli anfratti in acqua bassa dove le trote si portano in caccia, e il fatto di pescare quasi in superficie ci permetterà di tenere sotto controllo il minnow fino all’attacco della trota, che spesso sarà improvviso e violento.
Rotanti e rotantini
Una seconda categoria di esche da sempre perfette per la ricerca della trota in corrente, ma validissima anche col cavedano quando l’acqua comincia a scaldarsi, è quella dei cucchiaini rotanti, o spinner che dir si voglia. Nelle misure più piccole, i rotanti possono essere recuperati contro corrente o a favore, nella ricerca di trote di ogni misura. Per il cavedano, invece, questi cucchiaini funzionano soprattutto nei recuperi contro corrente; una tecnica classica consiste nel lanciare di tre quarti verso valle, in direzione di ostacoli che spezzano la forza della
corrente, e recuperare tenendo lo spinner alla giusta profondità, che poi è quella ove si vedono girare i cavedani più belli. Il sistema funziona soprattutto con acque tiepide, e sono i cavedani che popolano i torrenti di fondovalle di origine appenninica a rispondere meglio, soprattutto a inizio estate in concomitanza con la fase della riproduzione. Nel caso degli spinner non è ancora ben chiaro il motivo per cui un pesce furbo e selettivo li attacchi, visto che non sono certamente simili al pesce foraggio. Forse l’emissione di vibrazioni che infastidiscono il ciprinide fino a farlo attaccare (e questo spiegherebbe la loro efficacia soprattutto durante la frega, quando i cavedani si mostrano molto nervosi) o le dimensioni piccole, che facilitano al pesce l’abboccata, fatto sta che lo spinner è da sempre una delle migliori esche da cavedano in corrente. MAJORA MAGAZINE
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TOP WATER
PESCA A GALLA: IL MASSIMO DEL DIVERTIMENTO Il caldo crescente e la presenza di insetti di ogni genere che vivono in acqua o svolazzano sulle rive del torrente di fondovalle ci offrono la grande opportunità di insidiare trote e cavedani con esche galleggianti che imitano i “terrestrial”, ossia copie di grilli, cavallette, bruchi che finiscono in corrente nelle giornate di vento. Lo spinning ultraleggero a galla è stato recentemente riscoperto con grande interesse a seguito delle nuove attrezzature che si possono trovare nei negozi specializzati. Sono stati soprattutto i nuovissimi “braided”, o multifili trecciati che dir si voglia, oggi disponibili anche in diametri sottilissimi (0,06 millimetri ed anche meno!) a permettere l’impiego a lancio di imitazioni che pesano pochissimi grammi e che possono quindi essere proiettate a distanze utili. Lo spinning ultralight prevede l’uso di canne di 6-7 piedi con una potenza minima di lancio di un grammo e massima di quattro grammi; come mulinelli, taglie 1000-1500 del peso massimo di 250 grammi caricati con trecciati dello 0,06-0,08. Le esche sono soprattutto imitazioni di mosconi, cavallette, grilli e bruchi vari. Il marchio americano Rebel ha recentemente rilanciato tutta la sua produzione in plastica galleggiante 52
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con modelli molto piccoli che tuttavia hanno un peso sufficiente ad essere proiettato a discreta distanza.
Mangiate a vista
Il bello dell’ultralight a galla sta nell’individuare la trota o, più spesso, il cavedano, mentre pinneggia all’ombra di una sponda infrascata e lanciargli la nostra imitazione galleggiante a brevissima distanza spesso produce attacchi d’istinto molto spettacolari. Se il pesce non è stato allarmato dalla nostra presenza (i lanci lunghi e calibrati saranno quindi basilari), lo vedremo salire fulmineo e ghermire l’artificiale
con incredibile determinazione. Mangiate spesso “cattive” che fanno salire l’adrenalina a mille e rendono la pesca in superficie la più bella in assoluto! La ferrata deve essere immediata ma non violenta: ricordiamoci che stiamo usando dei fili molto sottili che, anche se tengono qualche chilo, possono spezzarsi facilmente per la loro elasticità quasi nulla. Il loro elevato carico di rottura torna invece utile per contrastare la difesa dei pesci, specialmente di quei cavedanoni over chilo che venderanno cara la pelle con tirate violente verso gli ostacoli del sottoriva.
TERRESTRIAL E MINNOW LA COMBINAZIONE VINCENTE Crickhopper dell’americana Rebel è un’imitazione dalle prestazioni doppie, nel senso che la struttura molto imitativa di un “terrestrial” (per usare un termine caro agli appassionati di pesca a mosca) la rende perfetta per la pesca a galla, ma la presen-
za di un piccolo timone di profondità, tipico dei minnow, consente anche di recuperarla sotto, come fosse un pesciolino finto. Questa duplice possibilità aumenta all’infinito le possibilità di impiego della piccola Krickhopper: prima di tutto nella pesca a galla indirizzata alla ricerca a vista di trote e cavedani, e poi nella pesca a recupero più in profondità per trote, cavedani, aspi, persici e piccoli predatori in genere. La misura ridotta (3,5 cm per 2,8 grammi di peso) ne fa un’esca molto imitativa, che lanceremo a buona distanza ricorrendo ai multifili trecciati più sottili attualmente in commercio. Fili sottili, ma molto robusti nel carico di rottura, che hanno anche il vantaggio di lasciare alla Krickhopper maggiore libertà di movimento.
CRAZY FISH LA RIVOLUZIONE DEGLI SPECIALISTI
L’introduzione delle esche in gomma vinilica ha portato una vera e propria rivoluzione nel variegato mondo degli artificiali. Dagli Stati Uniti, patria indiscussa delle “soft baits”, questa rivoluzione è arrivata anche da noi, contagiando tutti i pescatori europei. E proprio da un marchio europeo saranno disponibili a brevissimo gli artificiali Crazy Fish, adatti a qualsiasi tecnica di spinning, in acqua dolce e mare. Esche di gomma, ma non solo: ci sono infatti esche metalliche che sembrano fatte apposta per affrontare le trote dei laghetti, la prossima stagione…
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ANTEPRIMA
In Italia la pesca con le esche morbide compie un quarto di secolo. Pochi anni, tutto sommato, se pensiamo che negli USA, dove le esche di gomma vinilica sono state inventate, questi artificiali vengono usati da più di sessant’anni e oggi il loro impiego riguarda tutte le specie di pesci sportivi, in acqua dolce e mare. Si è trattato di una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere la pesca sportiva con le esche artificiali e il
contagio da parte delle schiere di pescatori europei è stato, anche se in ritardo, praticamente globale, al punto che molte aziende europee si sono specializzate nella sola produzione di queste esche “morbide”. Tra queste, Crazy Fish è senza dubbio tra le più importanti, con una varietà di modelli che si adattano alle richieste del pescatore europeo e di quello italiano, notoriamente molto esigente.
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CRAZY FISH
UN MONDO DI GOMMA: LE ESCHE VINILICHE SONO IN CRESCITA Tra i milioni di pescatori sportivi sparsi per il globo, quelli che impiegano esche artificiali sono in costante crescita. È un settore molto dinamico e soprattutto giovane, perché la pratica dello spinning con le esche artificiali sembra fatta su misura per i pescatori under 40, per non parlare delle giovanissime leve che, sempre più spesso, si accostano al mondo della pesca sportiva scegliendo proprio questa affascinante disciplina. Lo spinning è infatti una pesca semplice nell’attrezzatura occorrente per praticarla ma complessa nelle sue infinite articolazioni. Si possono pescare tutte le specie di pesci predatori in ogni genere di ambiente, dai canali citta56
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dini ai grandi fiumi di pianura, dalle piccole cave da trota ai grandi laghi naturali, dai porti marittimi agli abissi oceanici. Da riva o dalla barca, in estate o d’inverno la pesca a spinning non conosce limiti di tempo o spazio. E la pesca con le esche di gomma, che
dello spinning è ormai parte integrante, con le sue infinite sfaccettature tecniche fa da richiamo per una massa imponente di appassionati.
Specializzazione
Definire la pesca con le esche morbide in poco spazio è
GLI ACCESSORI UNA VASTA GAMMA DI COMPONENTI Crazy Fish produce anche una vasta gamma di accessori per innescare al meglio gli artificiali gommosi, molti dei quali indispensabili soprattutto quando si scende nelle dimensioni dell’esca e una sua perfetta presentazione al pesce può comportare, se non si dispone dei componenti giusti, problemi di funzionamento da parte dell’esca stessa.
ANTEPRIMA un’impresa ardua poiché questa disciplina ha subìto nel giro di pochi anni una specializzazione estrema che ha portato alla realizzazione di una varietà di esche infinita. Un tempo, il pescatore che aveva accolto le soft baits nella sua dotazione di esche pescava in qualsiasi ambiente e un po’ tutte le specie di pesci carnivori; oggi, con la specializzazione sempre più spinta delle esche morbide, si sono selezionate varie tipologie di pescatori a spinning. Ci sono quelli che fanno solo street fishing rivolgendo i loro interessi ai pesci di piccola e media taglia nelle acque cittadine; ci sono quelli che pescano i più grandi esemplari di lucci o siluri con esche di gomma di dimensioni esagerate, ci sono i patiti della trota nei torrenti o nei fiumi
che utilizzano esche morbide di forma particolare eccetera. Di pari passo, le aziende hanno cercato di adattare la loro produzione a tutti questi interessi, arrivando a produrre esche morbide dall’impiego sempre più selettivo e specialistico. Tanto per fare un esempio, oggi non dobbiamo più stupirci se, nello street fishing metropolitano rivolto alla cattura di cavedani, sandre o persici, esistono svariati modelli di piccole esche gommose nati apposta per pescare pesci di taglia media proprio in ambienti ristretti. Obiettivi primari Il marchio Crazy Fish si prefigge innanzitutto di soddisfare la richiesta dei pescatori europei che, come ormai noto, hanno esigenze molto differenti rispetto a quelli ameri-
cani. Il bass, pesce nazionale statunitense, in Europa non è diffuso ovunque e gli anglers del nostro continente sono più avvezzi a cercare altre specie di predatori: trote, lucci, persici e sandre sono le prede più ambite e insidiate dalla massa dei cultori dello spinning europeo. Questi pesci hanno preferenze molto diverse rispetto al bass ed hanno una maggiore diffusione, popolando acque dalle caratteristiche ambientali molto differenti. Crazy Fish, avvalendosi della consulenza di campioni di spinning di derivazione europea, oltre che dell’esperienza di centinaia di pescatori sportivi super appassionati, ha elaborato una vasta gamma di esche morbide super specialistiche che meglio si adattano ai gusti dei pesci europei maggiormente insidiati.
NANO MINNOW
THOUGH
ALLURE
Tra gli shad gommosi è forse il rappresentante più piccolo, nelle due misure da 40 e 55 millimetri. Il corpo sottile e slanciato conferisce alla coda schiacciata una grande naturalezza di movimento. La gomma vinilica, morbidissima, è addizionata con sale. Disponibile in vari aromi tra i quali pesce, anice e gamberetto. Un vero killer per trote, persici reali e sandre.
È uno shad gommoso studiato per tutti i pesci predatori di taglia, in particolare bass, luccio, sandra e grossi persici. La struttura del corpo molto naturale con tanto di pinne (che servono anche a stabilizzare il nuoto) dispone di una coda voluminosa che conferisce un’azione di nuoto marcata anche su basse trazioni di recupero, producendo vibrazioni a bassa frequenza. Misure: 125 millimetri e per il 2016 il nuovo 100 millimetri.
Una via di mezzo tra ninfa, gamberetto e larva di grosso insetto, Allure è l’esca perfetta per la trota. in torrente come in laghetto, ma questa mini imitazione gommosa è eccellente anche per lo street fishing a persici e cavedani. L’innesco migliore si ottiene con i micro jig di Crazy Fish. La misura standard da 40 millimetri è stata completata per il 2016 con le taglie 27 e 52 millimetri.
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CRAZY FISH
SPOON E TROUT AREA: LA PARTE METALLICA DI CRAZY FISH Crazy Fish non è soltanto gomma morbida. Nella sua produzione di esche c’è anche una componente metallica, ossia la vasta gamma di cucchiaini ondulanti. Si tratta di spoon dedicati alle particolari esigenze dei pescatori europei. Gli ondulanti infatti fanno parte della dotazione consueta di chi pesca lucci, aspi, persici e trote nei Paesi europei e Crazy Fish è in grado di soddisfare questa richiesta con una varietà di esche metalliche molto specialistica. Lo spoon, del resto, è da sempre nella “genetica” di ogni bravo pescatore europeo. I pescatori scandinavi e anglosassoni lo usano da sempre per insidiare salmoni e lucci, mentre i tedeschi lo impiegano per cercare aspi e grossi persici reali. E gli italiani? C’è stato un periodo, negli anni ’70, in cui l’ondulante veniva usato anche da
noi per tentare soprattutto grosse trote in fiume e lago e lucci un po’ dappertutto; poi questa tradizione si è persa a favore di altri gruppi di esche che la moda aveva imposto su scala mondiale. Oggi si sta assistendo anche da noi a un ritorno a questo artificiale dal funzionamento semplice ma micidiale in certe situazioni. È stata soprattutto la tecnica di pesca “trout area” a riportare l’uso dello spoon anche da noi a livelli di impiego elevato. Trout area è una branca dello spinning ultraleggero nata in Giappone alcuni anni addietro e rivolta principalmente alla pesca delle trote nei piccoli laghi a pagamento. C’è tutta una filosofia (come sempre nelle tecniche di pesca che arrivano dal Sol Levante) che anima questa particolare disciplina,e non a caso, gli ondulanti da trout
SOAR
SLY
Mini ondulante di forma classica, pesante 1,8 grammi realizzato in puro ottone. Disponibile in ben 35 colorazioni, è lo spoon base per iniziare una sessione di trout area. Armato con amo Vanfook privo di ardiglione. 58
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Ondulante dalla forma allungata, con ondeggiamenti ampi e vivaci. Si lancia a distanze chilometriche grazie alla sua notevole aerodinamicità. Disponibile nelle misure da 4-6-9 grammi. In ottone, monta ami Meito o ancorette VMC
area sono spesso muniti di piccolissimi ami privi di ardiglione per rilasciare le trote nelle migliori condizioni. Il pescatore che pesca a trout area dovrebbe infatti avere un grande rispetto anche per le trote di allevamento che vengono immesse nei laghetti, così almeno funziona nelle piccole acque del Giappone dove i pescatori nipponici mostrano di avere un grande rispetto per qualsiasi cattura.
Piccoli e piccolissimi
Gli spoon da trout area prodotti da Crazy Fish sono realizzati con grande cura dei particolari. Prima di tutto il materiale principale è ottone, un metallo che offre il giusto peso specifico per dare agli ondulanti la corretta azione di nuoto, anche nei modelli più piccoli: si pensi che alcuni modelli pesano solamente 1,1 grammi! La gamma delle
SEEKER
Prodotto nella misura unica da 2,5 grammi, è un classico spoon in ottone per la caccia alle trote di laghetto. Azione di nuoto regolare con scarti laterali piuttosto ampi, monta un amo Meito privo di ardiglione.
ANTEPRIMA colorazioni è inoltre vastissima e tale da coprire qualsiasi esigenza dell’appassionato di pesca alla trota in laghetto. Colorazioni vivaci e con effetto contrastante per salmonidi aggressivi o condizioni di acqua torbida, oppure colorazioni naturali e poco
appariscenti per trote apatiche o acque limpidissime. La qualità nella cura dei particolari è elevata anche nei modelli più piccoli. E pure i componenti sono stati selezionati tra i migliori sul mercato. Gli ami che corredano tutta la
produzione da trout area, per esempio, sono della giapponese Meito oppure dell’altrettanto famoso marchio nipponico Vanfook. Ciascuna serie dispone di azioni di nuoto differenti e risponde molto bene anche alla minima sollecitazione.
SLIM FLICKER
SLIM FLIKER DEEP RUNNER
BEAGLE
Questo spinner è stato progettato per esplorare i fondali medi grazie alla struttura allungata della palettina in ottone e al peso concentrato del corpo. Le due misure da 1,9 e 2,9 grammi ne fanno un’ottima arma per affrontare le correntine veloci di torrenti e canali del piano. Le quattro colorazioni disponibili con palette dorate o argentate e i corpi disponibili anche in colorazioni UV permettono di affrontare qualsiasi situazione di tempo e acqua.
La versione più pesante dello Slim Flicker è dotata di corpi più massicci permettendo di scendere a profondità maggiori o di affrontare correnti più veloci: i pesi 2,6 e 3,5 grammi sono perfetti per torrenti, canali veloci e correntine secondarie dei fiumi. La scelta giusta per stanare persici, cavedani e trote di taglia. Come per la serie Slim Flicker, l’armatura si compone di un amo singolo della Meito intercambiabile con un semplice sistema di sgancio.
Bella serie di mini rotanti con paletta tondeggiante, perfetti per affrontare acque poco profonde e con scarsa corrente come quelle tipiche della street fishing (canali cittadini, rogge e fontanili) alla ricerca di trote, cavedani, persici e piccoli predatori. Due le misure: 1,5 e 2,1 grammi, in una varietà di quattro colorazioni differenti. L’armatura si compone di un amo singolo barbless della giapponese Meito, intercambiabile grazie al particolare sistema di sgancio. MAJORA MAGAZINE
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TEST
REAL WINNER CASTING Un vecchio cavallo di battaglia dell’azienda lombarda sempre attuale, ulteriormente migliorato nella costruzione e nell’azione di nuoto Da vent’anni il marchio Real Winner realizza minnow progettati per le esigenze dell’appassionato di spinning italiano, un made in Italy che funziona poiché tutta la produzione è frutto di un attento studio condotto dall’azienda sul comportamento dei pesci predatori nazionali. Anche la serie Casting ha seguito questo iter progettuale e offre quindi le migliori performance. Il Casting di tipo classico si compone di quattro misure: 5-7-10-12 centimetri pesanti rispettivamente 6-11-22-35 grammi. È molto evidente l’azione di nuoto ondeggiante, avvantaggiata dal peso contenuto che lascia a questi minnow lipless una notevole naturalezza di nuoto.
Pesci e acque
Come tutti i lipless, il Casting tiene bene la superficie ed è quindi consigliato per tutte le tecniche di pesca a galla, non ultima quella del cavedano estivo sui raschi dei fiumi con corrente allegra. Come dice lo stesso nome, i Casting sono stati ideati principalmente per essere lanciati a grande distanza e recuperati abbastanza velocemente. Mentre l’effetto wobbling con rollio sull’asse è fondamentale, spesso, per convincere all’attacco lucci e lucioperca, per i quali useremo le misure maggiori da 10 e 12 centimetri.
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TEST
MAJORTECH WINDSPEED Majortech è il riferimento per la serie di mulinelli by Majora col più alto rapporto qualità prezzo, adatti a ogni genere di pesca e per tutte le tasche. Nel panorama dei mulinelli a bobina fissa la nuova linea Majortech si distingue per i prezzi più che onesti, che tuttavia non devono far pensare ad attrezzi di scarsa resa. I Majortech rappresentano infatti il migliore rapporto qualità/prezzo grazie alla perfetta progettazione e all’impiego di materiali robusti e durevoli. Al vertice della produzione troviamo la serie Windspeed, costituita da tre modelli di taglia 500-1000 e 2000, tutti con rapporto di recupero veloce 5,1:1. La frizione risulta progressiva, caratteristica importante soprattutto con i monofili sottili che, i mulinelli di taglia medio piccola come questi, vengono usati molto spesso. La bobina è realizzata in alluminio, mentre quella di scorta è di grafite. La meccanica è supportata da ben otto cuscinetti a sfere di produzione giapponese, tre dei quali rendono più fluido soprattutto il “cuore” del mulinello, ossia la ruota di comando collegata al pignone. Gli altri cuscinetti migliorano soprattutto la scorrevolezza della manovella e del rullino scorrifilo. Il non cuscinetto presente in questa serie è di tipo a rulli e serve a bloccare in maniera istantanea l’antiritorno della bobina, con leva del freno inserita. In questa maniera il freno risulta a stop infiniti, con innegabili vantaggi ai fini della durata nl tempo e nella precisione di blocco del rotore. A proposito di ingranaggi, va detto che questi sono di tipo Power Drive con una fluidità di movimento davvero sorprendente. La manovella ha il braccio in lega metallica super robusta, e il pomello ad essa collegato è in materiale gommoso dal grip comodo e sicuro. Il rotore è stato bilanciato al computer durante la progettazione di questa bella serie, ed è pertanto privo di fastidiose vibrazioni durante la rotazione.
Quali tecniche
Windspeed 500 è il più piccolo della serie e, con una capacità in bobina di 125 metri dello 0,15, è perfetto per la pesca a spinning in torrente o la trout area in laghetto ricorrendo a fili sottili e mini cucchiaini. Windspeed 2000 è invece il più grandicello della serie, con capacità in bobina di 200 metri di monofilo dello 0,20. Si tratta di un medio leggero che può essere usato per varie tecniche, dallo spinning light allo striscio in laghetto con tecniche quali la tremarella. Grazie alla frizione progressiva possiamo destinarlo anche alla passata in fiume o alla pesca all’inglese.
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