Majora Intelligent Fishing - Via Molina 80/10 Vignate (Mi) 20060 - +39 02 95364376 - info@majorafishing.com
Quadrimestrale di informazione pubblicitaria - Marzo 2016 - N.1
TREMARELLA
CON FABIO ZENI
FUJI
Il SIGNORE DEGLI ANELLI
SPINNING
REAL WINNER E TROTE
SILURO A VERTICAL
CATFISHING
NEW SPORTEX Black Pearl
THE BENCHMARK IN ROD BUILDING
Forza, design e leggerezza Il nome Black Pearl è ormai da diverso tempo, tra tutti i pescatori, sinonimo di pescate straordinarie e memorabili. I punti forti di questa serie sono sempre stati l’incredbile rapporto qualità/prezzo e la sua enorme capacità di resistere agli utilizzi più disparati, permettendo a pescatori da tutto il mondo di portare a guadino pesci impensabili con attrezzature così leggere. Da quest’anno Sportex ha deciso di superarsi, incrementando ulteriormente questo rapporto e rendendo questa serie perfetta sotto tutti i punti di vista: migliorando le azioni e la resistenza, utilizzando componenti di ultima generazione e diminuendo nettamente il peso. Ha reso così possibile la sensazione che ogni gene pescatore sogna, quello di utilizzare una top di gamma ad un prezzo contenuto con garanzia sul grezzo di 10 anni. Il feeling sarà istantaneo, non appena la si prenderà in mano, anche solo per provarla in negozio, vi trasmetterà quella sicurezza che cercate ad ogni acquisto. L’ampia scelta di azioni vi aiuterà ad innamorarvi di questa serie, che offre una gamma di 21 canne: partendo da una leggerissima 180cm da 4-15g, 2 modelli all-round con impugnatura da casting, arrivando no a lunghe 3m capaci di scagliare esche da 90g. La serie comprende inoltre 2 modelli chiamati Black Pearl Shad, studiati per la pesca pesante e utilizzatissime nella pesca al siluro, lunghe 240 e 270cm e capaci di gestire esche no a 205g e 2 modelli Travel in 5 pezzi, ideali per portare sempre con se la propria passione. Una serie perfetta alla portata di tutti! Sportex, sempre al top.
Tutti i prodotti Sportex offrono l’esclusiva garanzia sul grezzo di 10 anni.
Black Pearl e tutti i prodotti SPORTEX sono distribuiti in esclusiva da Majora Intelligent Fishing. Per scaricare il catalogo completo visita il nostro sito: www.majoraashing.com
Majora Intelligent Fishing - Via Molina , 80/10 - 20060 Vignate (MI) Italy - Phone +39.0295364376 - Fax +39.0287181418 - info@majoraashing.com https://www.facebook.com/majoraintelligenttshing
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IN QUESTO NUMERO
UN GIORNALE PER TUTTI
2 IN VETRINA 8 HI-TECH Torzite, il Signore degli anelli 16 SPINNING LIGHT Minnow e trote in laghetto 24 CAT FISHING Vertical e siluri XXL 30 BASS LURES Gamberi e jig per Mr. Bass 36 TROTA LAGO Striscio e bombarde da campioni 42 SPINNING CLASSIC Apertura della trota in fiume 50 STRISCIO LAGHETTO Tremarella con Fabio Zeni
Majora Magazine è un nuovo modo di dare informazioni sulla pesca sportiva. Non un semplice mezzo per veicolare pubblicità, bensì un contenitore di consigli, suggerimenti e trucchi per pescare a 360 gradi con le attrezzature migliori. Non uno sterile elenco di notizie sui prodotti diretto al negoziante, ma un vero e proprio magazine con servizi mirati ai pesci e alle tecniche più in voga nelle nostre acque. Il giornale si rivolge quindi alle due principali categorie del mondo della pesca sportiva: il negoziante al passo con i tempi e il pescatore che vuole migliorare il suo know how tecnico, naturalmente utilizzando i prodotti e le attrezzature distribuite da Majora Intelligent Fishing. I fedelissimi della pesca potranno così trovare gratuitamente, sul bancone del loro negozio preferito o sfogliare in formato digitale, informazioni dettagliate su pesci e sistemi di pesca che in Italia vanno per la maggiore, in acqua dolce e mare. Buona lettura!
Quadrimestrale di informazione pubblicitaria Grafica e impaginazione: Davide Valla Testi: Renzo Della Valle Fotografie: archivio Majora, Renzo Della Valle, Davide Valla Stampa: Grafica F.B.M. s.r.l. Via C.Cattaneo, 3/5 – 20064 Gorgonzola Distribuzione gratuita nei negozi di pesca sportiva
IN VETRINA
REAL WINNER KILLER TROUT 3g La fortunata serie degli ondulanti Killer Trout by Real Winner ha una new entry: il modello più piccolo da tre grammi. Si tratta di una versione appositamente studiata per la “trout area”, la disciplina di origine giapponese che ha riscoperto la pesca alla trota con esche metalliche e che, anche da noi, sta letteralmente spopolando nei laghetti per la pesca sportiva. Secondo questa tecnica gli ondulanti devono avere peso e volume molto ridotti, oltre a una sagoma studiata per ondeggiare ed essere appetibili dalle trote anche su trazioni molto lente. Il segreto del successo della trout area fishing sta infatti proprio nell’impiego
SPORTEX BLACK PEARL L’azienda tedesca Sportex è da sempre sinonimo di alta qualità nel mondo delle canne da pesca. La notevole varietà di modelli realizzati con materiali tecnologicamente avanzati e rifiniti nei minimi dettagli pone questo marchio tra i preferiti degli appassionati sia in acqua dolce sia in mare. La serie Black Pearl
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di questi mini ondulanti dai movimenti vivaci anche su trazioni molto lente. Abbinati a fili sottilissimi e canne corte e sensibili, questi piccoli artificiali metallici sanno smuovere anche le trote più apatiche e in Giappone vengono usati molto spesso in competizioni esclusive della trout area. I Killer Trout da tre grammi messi a punto dai fratelli Pasin rappresentano l’unica realtà italiana di costruzione di ondulanti di produzione made in Italy e, rispetto alla produzione giapponese, non hanno nulla da invidiare: leghe metalliche perfettamente lavorate, componenti di prima qualità e un’azione di nuoto unica.
è realizzata con fusti in carbonio alto modulo di diametro sottile che tengo no basso il peso del blank, ma estremamente rapido e veloce nella risposta a qualsiasi sollecitazione. Leggere e sensibili, queste canne dispongono di una notevole riserva di potenza nella parte bassa vicino al calcio per domare anche le prede più grosse e combattive. Le Black Pearl sono assemblate con componenti di prima scelta: passanti con interno in
ATLAS MIKE’S KING GLITTER SALMON EGGS Le uova di salmone sono universalmente riconosciute tra le esche naturali migliori per insidiare tutte le specie di salmonidi. Trote e salmoni, ma anche i salmerini non sanno resistere a questa esca che negli USA viene usata molto spesso per affrontare torrenti e fiumi. Non a caso Atlas, la principale azienda specializzata nella lavorazione delle uova di salmone uso pesca, ha sede proprio nello stato americano del Wisconsin. Da noi le uova di salmone vengono usate principalmente
nella pesca della trota in laghetto e possono fare miracoli quando tutti gli altri bocconi falliscono. Novità di quest’anno sono le Atlas Mike’s King Glitter, trattate con uno speciale procedimento che aumenta la visibilità dell’uovo con glitter a riflessi metallici. Naturalmente tutte le migliori caratteristiche delle uova Atlas sono presenti in questa nuova gamma: dimensioni large dell’uovo, consistenza ottimale per inneschi perfetti, aroma irresistibile, conservazione durevole.
Sic e con legature durevoli e ineccepibili, trattate con vernici epox di ottima qualità; portamulinello VSS e impugnature in Duplon garantiscono giornate infinite di puro divertimento. Incredibilmente ampia la gamma dei modelli che spaziano dagli attrezzi più corti e sensibili per lo spinning leggero in torrente e fiume a quelli più lunghi e potenti per il lancio marino dalla costa. Per gli specialisti del luccio e del siluro è
stata messa a punto anche una gamma di attrezzi extra heavy per il lancio e la perfetta gestione di artificiali pesanti e voluminosi. Sobrio e raffinato, il look di queste canne è al passo con le esigenze e le mode della pesca sportiva attuale. Il rapporto qualità/prezzo è molto elevato, mentre la garanzia di dieci anni sui blank sottolinea l’estrema serietà costruttiva di questi attrezzi di concezione tedesca.
MAJORA PRESENTA
CIERRE WADING BOOTS Un buon paio di wader rende poco se non è abbinato a calzature leggere, sensibili, drenanti e ben risuolate. I nuovi scarponcini da wader della linea Cierre, progettati per il pescatore italiano e le sue esigenze specifiche nell’affrontare tutte le acque nazionali, è un ottimo esempio di alta qualità a buon prezzo. La struttura è stata realizzata con un basso numero di cuciture nella parte bassa
DAIKICHI PRO MATCH che spesso si rivelano il punto debole della scarpa, rovinandosi contro sassi o legni durante il wading. Il drenaggio è assicurato dal particolare tessuto della calzatura e dai buchidi drenaggio, che evitano pericolosi ristagni d’acqua migliorando l’aderenza dello scarponcino al wader. È disponibile in due versioni con suola in feltro o in gomma, entrambe perfettamente chiodabili. Taglie: dal 40 al 46.
L’innesco è sempre abbinato a un amo che deve essere di qualità elevata, ma qualsiasi amo deve essere legato a un filo dalle ottime caratteristiche fisiche. Il finale deve inoltre possedere il giusto grado di elasticità per resistere alle prime tirate del pesce, oltre a una notevole morbidezza per lasciare all’esca tutta la sua naturalezza nella delicata fase di presentazione al pesce. I fili giapponesi sono oggi
al top di tutte queste specifiche e un’azienda giapponese specializzata in ami come Daikichi non poteva non essere insensibile a questo argomento. Novità di quest’anno è la sua gamma di monofili in nylon e fluorocarbon che permette ai suoi ami di fornire il top delle prestazioni. Questi fili assicurano, inoltre, costanza nei diametri e carico di rottura reale, secondo i rigorosi criteri di qualità giapponese.
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CROWN LAVARELLO Il marchio Crown è il risultato di un attento studio condotto da Majora sulle canne da spinning e mosca per il mercato italiano. Attrezzi specifici per i pesci e le acque nazionali che hanno incontrato i favori di tantissimi appassionati, fino a spingere l’azienda italiana a ideare una gamma di canne telescopiche per la pesca lacustre del lavarello. Per questa specialità sono necessari attrezzi super sensibili per identificare anche le tocche più delicate, tipiche di questo coregonide, a svariati metri di profondità. Il lavarello, o coregone, è infatti un pesce pelagico che spesso si sposta in branchi compatti sui fondali dei laghi a svariate decine di metri, in cerca di plancton e piccole larve di insetti. La sua pesca richiede grande sensibilità ed attrezzi leggerissimi e perfettamente bilanciati. L’abboccata del lavarello sulle micro imitazioni di chironomidi è molto delicata e servono quindi cimini super sensibili montati su canne leggere. La Crown lavarello è una telescopica disponibile sia in versione montata con anelli Fuji sia in versione nuda ma fornita di impugnatura in sughero. Questa seconda versione permette di personalizzare l’attrezzo rendendolo, se necessario, teleregolabile, per adeguarlo alla montatura in uso o alle specifiche esigenze fisiche del pescatore.
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REAL WINNER TUNA LIPLESS L’esperienza maturata in anni di pesca in acqua dolce e mare dai fratelli Pasin, ideatori della fortunata serie di minnow Real Winner, ha portato alla realizzazione di una gamma di lipless appositamente studiata per la pesca ai tunnidi e al tonno rosso in particolare. Questo fantastico gamefish è in netta ripresa nelle acque del Mediterraneo e dopo avere rischiato l’estinzione è oggi abbastanza diffuso, tornando a far parte di diritto delle
prede di chi fa spinning in mare. I Tuna Lipless sono un made in Italy di altissima qualità: rifiniti a mano con cura maniacale, impiegano materiali robustissimi necessari a reggere alle sfuriate del re dei pelagici. L’azione di nuoto molto efficace anche sulle trazioni veloci tipiche dello spinning marino li mette in primo piano quando si tratta di insidiare i tunnidi in superficie. Sono perfetti anche per tutte le specie di pesci predatori tropicali.
FUN FISHING MICRO BOILES La boilie come esca naturale conservata ha subìto una notevole evoluzione che in breve tempo l’ha portata ad adattarsi a tecniche di pesca che vanno ben oltre il semplice carpfishing, per il quale era stata inizialmente ideata. Oggi vengono confezionate boilies di dimensioni molto piccole e con ingredienti che attirano barbi, tinche ed altri ciprinidi, oltre naturalmente a carpe
di tutte le taglie. Le nuove micro boilies da 8 millimetri sono perfette per la pesca a feeder e con la roubaisienne in carpodromo; le aromatizzazioni derivano da ingredienti naturali a base di granchio, mais dolce, ver de vase e aglio. Ottima la consistenza semi morbida che rende l’innesco molto naturale evitando di insospettire gli esemplari di taglia XL. Confezioni da 80 grammi.
MAJORA PRESENTA
DAIKICHI 238BN NO KILL HOOKS Tra i pescatori a spinning è ormai comune il rispetto per il pesce catturato, con relativo rilascio secondo i dettami della pesca no kill. Segnale inequivocabile di crescita etica di questa grande categoria di lanciatori che, al pari dei loro colleghi moschisti, sentono sempre più importante la necessità di rilasciare il pescato con ogni cura. Tolte le tradizionali ancorette, sono perciò sempre più numerosi coloro che
preferiscono montare sui loro artificiali ami singoli, meglio se privi di ardiglione in quanto non lasciano ferite di sorta nella bocca del pesce. Questi ami sono ora disponibili in una serie dedicata della giapponese Daikichi, e sono perfetti per essere sostituiti alle ancorette su minnow, jerk, lipless etc etc.. Il meglio per chi ha fatto della pesca una pratica sportiva rispettosa di pesci e ambienti.
ELASTICI PIENI FUN FISHING Da più di venti anni Fun Fishing è il marchio di riferimento per chi pesca a feeder, in carpodromo e al colpo. Esche, galleggianti, accessori e svariate minuterie sono perfettamente tarate su queste discipline. Per chi pesca a roubaisienne o a canna fissa gli elastici pieni sono una ghiotta novità che non mancherà di interessare anche gli esperti. Prodotti in lattice di qualità ad alta resistenza, sono trattati con un sottile strato
superficiale di silicone per aumentare la scorrevolezza e garantire tenuta su tutta la lunghezza. Lunghezza che è stata portata a sei metri per ogni confezione. Disponibili nei colori verde, rosso, blu, viola e arancio per una visibilità perfetta in qualsiasi condizione di tempo, hanno un grado di morbidezza ideale per resistere alle sfuriate delle grosse prede ed evitare la slamatura dei pesci più piccoli. Diametri da 1 a 3,2 millimetri.
CORTLAND PRECISION FINESSE TROUT La nostra innovativa Precision Finesse Trout è studiata per pescare con piccolissime mosche a grandi distanze in correnti complesse. Le sue caratteristiche comprendono una liscissima e particolare running line dal diametro incredibilmente ridotto, caratteristica che ci permetterà di lanciare ancora più distante in situazioni di vento sostenuto. Il rivestimento morbido della testa
invece rende i lanci veloci più precisi e delicati. Tutti questi accorgimenti diminuiscono notevolmente il dragaggio della coda, permettendo al pescatore di rimanere in pesca più facilmente e più a lungo, rendendo anche i mendin molto più facili da eseguire, grazie al galleggiamento migliorato. Disponibile dalla WF2 alla WF6.
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YUM DINGER 3” Con l’iniziare della stagione della trota lago, presentiamo una delle esche più interessanti per questo periodo! Yum Dinger da 3 pollici, un’esca già ampiamente utilizzata nella versione da 4/5/6” per la pesca del black bass e considerata dai più una delle migliori in assoluto, per consistenza, scent, potere attrattivo e prezzo! Finalmente da questa stagione
REAL WINNER RED LINE
Una novità assoluta per il brand italiano Real Winner, che da tempo cercava un monofilo da spinning che coprisse quasi a 360 gradi
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FUJI THREAD ULTRA POLY sarà disponibilenella versione ridotta da 3” ideale per la pesca a wacky rig nei laghetti! Una tecnica divertente e funzionale che regalerà risultati sorprendenti durante tutto il periodo invernale! Naturalmente finita la stagione della trota lago si potranno utilizzare nuovamente sui Bass, che sicuramente non disdegneranno la versione ridotta della loro esca preferita.
le pesche possibili con i loro artificiali. E’ così, che in collaborazione con una azienda giapponese, è stato prodotto il Real Winner
Ci sono voluti due anni di studio alla celeberrima casa giapponese Fuji, per riuscire a portare al risultato voluto questo filo per legature. Presentato nel 2015, questo filo è già da un anno diventato parte integrante della vita di numerosissimi rod builder. La qualità dei filati rispetta a pieno il prestigio e la qualità da sempre offerta dal marchio giapponese e la ampia color chart vi guiderà in una scelta che già da un anno è diventata molto più semplice per moltissimi amanti del
montaggio canne, quando dovrete scegliere a chi affidare la durata e la bellezza della vostra canna da pesca. Disponibili in tre versioni: -Ultra, che rispecchia a pieno i classici fili da legature, dai colori brillanti e accesi, da utilizzare con il color preserver. -NoCP, la serie che non ha bisogno di color preserver, e renderà molto più veloci e agevoli i vostri montaggi. Metal. la serie metallizzata, perfetta per dare piccoli tocchi di luce oppure accendere totalmente le vostre legature.
Red Line, un fluorocoated dall’elevato carico di rottura in relazione al diametro e una incredibile resistenza all’abrasione. Il colore è rosso, questo perché nella colonna d’acqua, il colore rosso è il primo tra i colori dello spettro a scomparire, facendo diventare il nostro filo pressoché invisibile. La copertura in fluoro, oltre ad eliminare parecchio fattore di allungamento tipico dei nylon, lo rende molto più resistente all’abrasione e permette un miglior serraggio dei nodi, sia su nodi al moschettone che di congiunzione treccia-monofilo. L’assenza totale di memoria meccanica permette un perfetto utilizzo in bobina, oltre che da terminale, evitando le classiche parrucche
che spesso ci costringono ad eliminare metri preziosi di filo. Il trattamento saltwater permette di utilizzare questo fluoro coated indistintamente in acqua dolce o salata, senza timore che il filo vada in decadimento, lasciandoci proprio nel momento del bisogno. I diametri disponibili sono 8, da 0,16mm a 0,35mm e le bobine sono da 250m, ideali per imbobinare più di una bobina e non avere avanzi inutilizzabili di filo. La linea rossa è di per sé la linea di confine tra una zona sicura e una rischio, è quella su cui piace viaggiare ad ogni pescatore, ed è quella che spesso ci fa fare la differenza tra una discreta ed una adrenalinica giornata di pesca.
La serie Diablo di Crown nasce per soddisfare le esigenze dei più evoluti Fly Fisherman’s che ricercano moderne e innovative azioni. I blank rimodulati in HM/IM12 differenziati nelle sezioni hanno dato origine a canne più leggere, più rapide e più resistenti. Grazie a queste azioni precise e veloci, con le canne Diablo si otterranno agevolmente lanci più lunghi e precisi, senza vibrazioni e la conseguente perfetta distensione di coda e finale. Il portamulinello è in lega ERGAL, le impugnature in sughero AAA assottigliate e gli anelli single foot blacknikel. Il modello all round 9’6” #6 si differenzia dalle altre per l’impugnatura antiscivolo cork-composit. Tutti i modelli sono corredati di tubo rigido in cordura, per proteggere al meglio le canne.
Cod.
Pieces
Lenght
Coda
Peso
Impugnatura
24000280
2
6’3”
2/3
78 g
A
24000284
3
7’2”
2/3
86 g
A
24000288
3
7’6”
3/4
89 g
A
24000291
3
8’0”
4/5
98 g
A
24000296
3
9’0”
4/5
118 g
B
24000300
4
9’6”
6
130 g
C
24000306
3
10’0”
4
119 g
B
24000309
3
10’0”
7/8
130 g
B
24000314
4
11’0”
4
124 g
B
Impugnatura A
Impugnatura B
Impugnatura C
FUJI IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Da sempre il marchio giapponese Fuji è leader incontrastato nella costruzione di passanti per ogni genere di canna e di componentistica di alto livello. La novità più recente è rappresentata dagli anelli Torzite, il massimo per chi esige resistenza, leggerezza e ridotta frizione da un anello per il montaggio delle canne
HI TECH
Per chi apprezza i progressi tecnologici applicati alla pesca sportiva Fuji è il marchio di riferimento per tutta la componentistica di montaggio delle canne. L’azienda giapponese vanta decine di anni di esperienza in questo settore e continua a far appassionare migliaia di
pescatori con prodotti sempre all’avanguardia. La ricerca e sviluppo è per il marchio Fuji Kogyo Co., un punto di forza imprescindibile dal quale scaturiscono continue innovazioni che anno dopo anno continuano a stupire il mondo dei pescatori sportivi.
ANELLI LEGGENDARI
TRADIZIONE GLORIOSA DAI PRIMI PASSANTI AL TORZITE Chi vanta qualche decennio di attività di pesca ricorderà certamente gli anelli in ossido di alluminio introdotti da Fuji alla fine degli anni ’70 che rivoluzionarono il modo di assemblare le canne da spinning. In quegli anni si usavano ancora passanti metallici monoblocco il cui anello era semplicemente trattato con materiali anti corrosione, o composto da sostanze vetrose come l’agata. Ma nessuno di questi passanti poteva resistere all’usura causata dai continui sfregamenti del nylon sulla parte interna dell’anello e, prima o poi, era giocoforza sostituire tutta la serie dei passanti ed anche il puntale. Fuji, che in quegli anni esordiva in tutto il mondo con componentistiche dalla progettazione innovativa, iniziò a studiare un anello resistente alle fessurazioni da sfregamento, abbinandolo 10
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a un telaio robusto ma leggero. Nacquero così i primi anelli in ossido di alluminio color grigio, montati su telai mono ponte molto leggeri in acciaio inox. Tra l’anello e il telaio del ponte era inserito un secondo anello color verde fosforescente, che aveva la funzione di ammortizzare gli shock meccanici provenienti dall’esterno e collegare in maniera più precisa e sicura la parte
ceramica dell’anello al telaio. In breve, questi passanti sostituirono tutti gli altri preesistenti, permettendo al marchio giapponese di diventare leader indiscusso nel settore della componentistica. Le migliori aziende specializzate nella produzione di canne da spinning e traina, soprattutto, cominciarono ad assemblare le loro serie con questi anelli, In breve, questi passanti sostituirono tutti gli
Esordi Leggendari
Qualità al Top
I primi anelli prodotti da Fuji alla fine degli anni ’70 con anello interno in ossido di alluminio
I Fuji SiC, in carburo di silicio, super resistenti all’usura e levigati a diamante, hanno rivoluzionato il mondo dei passanti.
HI-TECH
Nella foto abbiamo messo a confronto la serie completa degli anelli SiC in carburo di silicio con la nuova serie dei Torzite. È evidente una maggiore sottigliezza e leggerezza dei Torzite che tuttavia mantengono la stessa resistenza agli urti. I Torzite inoltre presentano una maggiore resistenza alla flessione.
altri preesistenti, permettendo al marchio giapponese di diventare leader indiscusso nel settore della componentistica. Le migliori aziende specializzate nella produzione di canne da spinning e traina, soprattutto, cominciarono ad assemblare le loro serie con questi anelli, migliorando notevolmente le prestazioni dei loro prodotti. Un primato da battere Ma la Casa giapponese non poteva certo accontentarsi e, nella continua ricerca di materiali sempre più performanti, nel 1981 arrivò a creare gli anelli in SiC. Questa sostanza derivata dal silicio (SiC - Silicon Carbide - carburo di silicio) si era dimostrata perfetta per realizzare gli anelli dei passanti. Super resistente alle fessurazioni e abbastanza leggera, poteva essere lucidata a diamante riducendo grandemente SiC
le frizioni di qualsiasi lenza. La sua scoperta da parte di Fuji e l’impiego su molti nuovi tipi di telai, a ponte singolo e doppio, avvenne in concomitanza col boom di un altro materiale altamente innovativo, la fibra Spectra, con la quale si poterono creare le prime lenze multifilamento, i cosiddetti trecciati. Questi superfili dal carico di rottura incredibile hanno ancora oggi il difetto di intaccare in maniera irreparabile gli anelli meno resistenti, fessurandoli con grande facilità. I passanti Fuji SiC si dimostrarono capaci di resistere all’usura causata dai trecciati grazie alla loro durezza e in breve vennero adottati da tutte le case costruttrici di canne di alto livello. Inoltre, la grande varietà di serie realizzate con vari tipi di telaio consentì all’azienda giapponese di affermarsi TORZIT E
Lʼampia curva di Torzite
garantisce ottime performance
Assenza totale di angoli vivi
Nonostante la forma molto sottile, il, potere di tenuta della pietra è la medesima del SiC
anche in tutti i campi di impiego delle canne, da quelle da traina a quelle da vertical, passando da quelle da mosca. Prestazioni al Top Bisogna sottolineare che il successo dell’azienda Fuji non deriva soltanto dall’impiego di materiali innovativi per la costruzione degli anelli, come l’ossido di alluminio, il carburo di silicio o la più recente alconite, ma anche dallo studio di soluzioni per rendere le serie di passanti sempre più leggere, al fine di massimizzare le prestazioni di una canna dal punto di vista della sua bilanciatura e per affaticare meno la nostra muscolatura, soprattutto nelle discipline che richiedono lanci e recuperi continui, come nel caso dello spinning. I passanti devono quindi rispondere, nella filosofia produttiva di Fuji, anche ad altri requisiti, tra i quali la leggerezza è sicuramente tra i più importanti. Proprio lo studio sulla leggerezza dei materiali ceramici ha portato Fuji alla produzione di un nuovo anello dalle caratteristiche uniche: Torzite, la migliore “pietra” che si possa immaginare! MAJORA MAGAZINE
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COM’È FATTO
TORZITE PIÙ DI UN ANELLO, UN CONCETTO RIVOLUZIONARIO Nel 2014 Fuji ha presentato alla popolazione mondiale dei pescatori la sua ultima “creatura”: gli anelli Torzite. Questa novità rappresenta il massimo della tecnologia applicata ai componenti necessari per assemblare una canna. Rispetto ai passanti in SiC i nuovi Torzite sono incredibilmente più leggeri, pur mantenendo inalterate le caratteristiche di robustezza e resistenza alla frizione che ha reso i SiC famosi in tutto il globo. Torzite deriva da due parole: Torus per l’originale e innovativa forma dell’anello ceramico e Zite che dà l’immagine del minerale duro e brillante. Si tratta di un materiale ceramico di sintesi che viene lucidato a diamante per offrire il minore attrito possibile al passaggio di qualsiasi tipo di lenza. Torzite è anche incredibilmente resistente: nonostante la struttura dell’anello risulti molto sottile, la sua tenuta è la stessa di quella degli anelli in SiC. La robustezza di Torzite è dovuta al fatto che questo materiale, una volta lavorato ad anello, mostra di possedere una notevole tenacità. Questa caratteristica consente agli anelli in Torzite di reggere agli shock meccanici, come possono essere urti accidentali su superfici dure o colpi provenienti dal telaio esterno. Leggerezza assoluta La caratteristica più importante dei nuovi Torzite è la loro incredibile leggerezza: il peso specifico di questo materiale ceramico è infatti inferiore al carburo 12
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di silicio. Ma la vera innovazione sta nella struttura del suo anello. I passanti in Torzite sono infatti più sottili e, se rapportati ai consimili in SiC, risultano del 40 per cento più leggeri. Inoltre, se abbinati a telai in titanio, permettono di ridurre il peso complessivo del 10 per cento. Quindi, anelli più sottili e leggeri, ma ugualmente resistenti anzi, resilienti per essere più precisi. La resilienza è, in fisica, la capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi. La superiore resistenza alla flessione e una notevole tenacità del materiale permette ai Fuji Torzite di reggere agli urti e alle fessurazioni da attrito. Diametri ridotti La maggiore resilienza dei Fuji
Torzite ha comportato un ulteriore vantaggio che si traduce nella possibilità di ridurre lo spessore degli anelli. Rispetto agli anelli in Sic, quelli in Torzite appaiono più sottili. Per mantenere la robustezza degli anelli in SiC, Fuji ha lavorato gli anelli Torzite con un diametro interno maggiore. Questo espediente, tuttavia, non toglie forza agli anelli in Torzite che sono sensibilmente più leggeri, ma ugualmente robusti come quelli in Sic. Visto che i nuovi anelli Torzite hanno uno spessore minore dei SiC, si è ottenuto un ulteriore vantaggio: i nuovi Torzite permettono di scalare il montaggio di una misura fino all’anello del 12 e grazie ciò è possibile ridurre il peso complessivo dei passanti. La canna risulta così più leggera, meglio bilanciata e più sensibile rispetto ai modelli
RIDUZIONE DEL PESO LEGGEREZZA E DIAMETRI PIÙ GRANDI La genialità di Fuji nel realizzare i nuovi Torzite si vede anche nella struttura di questi anelli. Rispetto alle serie di passanti in SiC i Torzite sono più sottili, con una riduzione di peso del 40 per cento, pur avendo un diametro maggiore che contribuisce a mantenere inalterata la robustezza e la tenuta agli urti. L’abbinamento a telai in titanio strutturati con un solo ponte ha inoltre permesso di scendere ulteriormente nel peso complessivo; oggi i passanti in Torzite con telaio in titanio risultano del 10 per cento più leggeri rispetto ai loro consimili con anello in SiC.
HI-TECH montati con anelli in SiC con telaio in titanio. Come risultato si ottiene una canna dal peso complessivo ridotto del 20-30 per cento in meno rispetto a un uguale modello montato con passanti in SiC. Sicurezza totale Un buon passante, si sa, deve poter resistere all’usura causata dallo sfregamento continuo della lenza. Se un tempo gli anelli dovevano reggere il passaggio dei monofili di nylon, oggi devono resistere anche ai ben più abrasivi multifili trecciati la cui rigidità superficiale crea non pochi problemi di tenuta. Se il passante non è realizzato con materiali ultra resistenti e perfettamente lavorato in maniera da ottenere una superficie liscia e inscalfibile, in breve dà luogo a micro solchi che rovinano irreparabilmente tutta la lenza. Fuji è sempre stata attenta a questo particolare, e già con i primi anelli in ossido di alluminio sviluppati alla fine degli anni ’70 riuscì a ridurre il problema delle fessurazioni superficiali, risolto poi definitivamente con l’introduzione degli anelli in carburo di silicio. Nei nuovi Torzite la superficie è ancora più liscia, con una presenza minima di micro cavità che potrebbero danneggiare il filo. Ora il coefficiente di frizione è inferiore dell’80 per cento rispetto a quello degli anelli in carburo di silicio. Il filo
passa quindi sulla superficie dell’anello con minore resistenza, consentendo un recupero più fluido.I nuovi Torzite segnano un ulteriore passo verso la perfezione, anche per quanto concerne il coefficiente di frizione. Gli anelli in Torzite di Fuji hanno infatti una forma appiattita se visti in sezione trasversale che raddoppia la superficie a contatto col filo rispetto ai SiC. Questo particolare consente di ridurre la pressione del filo del 50 per cento rispetto agli anelli in SiC.
FRIZIONE RIDOTTISSIMA LA FORMA APPIATTITA RIDUCE LA PRESSIONE DEL FILO
Abbiamo messo a confronto due serie di passanti dello stesso tipo, i KR Concept con telaio monoponte in titanio, montate con anelli in Torzite e in SiC. Le due serie si adattano perfettamente a canne da spinning lunghe 2.70 metri. Alla pesatura, la serie KR con anelli in Torzite risulta circa il 20 più leggera!
DIAMETRI CONTENUTI MISURE RIDOTTE E MAGGIORE SENSIBILITÀ Lo spessore inferiore degli anelli Torzite e il maggiore diametro rispetto agli anelli SiC comporta anelli, misurati al loro interno, inferiori nel diametro fino alla misura 12. Si tratta anche in questo caso di un notevole vantaggio poiché la serie completa di anelli Torzite montata su una canna risulta molto più leggera, a tutto vantaggio di una migliore bilanciatura della canna che, a sua volta, porta a migliorare la sensibilità nella gestione delle esche, come nel caso dello spinning in acqua dolce e mare o della pesca della trota a striscio in laghetto.
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ANELLI E TELAI
RESISTENZA ALL’ABRASIONE IL SECONDO PUNTO FORTE DI TORZITE Nel progettare passanti per canne da pesca Fuji ha sempre tenuto in massima considerazione la tenuta degli anelli ai continui sfregamenti causati dai fili, in particolare i trecciati che, come abbiamo visto, essendo mediamente più sottili e rigidi rispetto ai monofili di nylon possono causare pericolosissime fessurazioni o veri e propri solchi sulla superficie dell’anello. Già con l’introduzione dei primi passanti in ossido di alluminio, avvenuta alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, questo problema venne grandemente ridotto, per poi essere definitivamente scongiurato con l’introduzione degli anelli SiC in carburo di silicio. I nuovi Torzite assicurano una resistenza all’abrasione è praticamente la stessa di quelli in SiC, nonostante il loro spessore risulti inferiore. La particolare tenuta a solchi e fessurazioni è dovuta all’elevata densità di cristalli contenuti 14
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nei Torzite che massimizzano la durezza di questo straordinario materiale anche sulla superficie esterna. Durezza che risulta ben superiore al quarzo, il materiale più duro tra gli elementi sabbiosi.
SUPERFICIE LEVIGATA LAVORAZIONE A DIAMANTE PER SCORREVOLEZZA AL TOP Uno dei punti d forza dei passanti Fuji è sempre stata l’accuratezza della lavorazione superficiale degli anelli, che nei nuovi Torzite ha raggiunto livelli di perfezione assoluti. Rispetto al SiC, Torzite presenta un quantitativo di micro cavità superficiali davvero minimo. Il coefficiente di frizione risulta così inferiore dell’80 per cento rispetto a quello del SiC. Viene allungata la vita del filo ed anche il suo recupero risulta più fluido e silenzioso.
HI-TECH Torzite e telai Per ottenere il massimo delle prestazioni da un passante è importante non solo impiegare materiali durissimi, leggeri e resistenti all’usura ma abbinarli anche a telai che sappiano conservare e, se possibile, migliorare queste prestazioni. Per questo Fuji ha pensato di abbinare i nuovi leggerissimi anelli In Torzite con gli altrettanto leggeri telai in titanio. I passanti della serie T-RV hanno la sigla che indica, appunto, questo leggerissimo metallo (T = titanio) mentre RV sta per “reverse” ossia la particolare struttura inversa del doppio ponte. I reverse guides della serie T-RV sono il risultato di una lunga serie di studi volti a massimizzare le prestazioni degli anelli in Torzite e dei ponti che li sorreggono. La struttura tridimensionale di questi passanti è stata studiata per sorreggere al meglio gli anelli in Torzite ed impedire eventuali problemi col filo che, passando attraverso gli anelli con le sue spire, potrebbe formare grovigli con i ponti del passante.
Nella serie T-RV il passante si compone di tre ponti. Il primo ponte anteriore dritto accoglie per primo le spire del filo proveniente da mulinello mentre gli altri due ponti posteriori vanno ad unirsi nel piede che si lega alla canna e sono strutturati per consentire al filo in uscita dall’anello di scorrere agevolmente. La parte del telaio contenente l’anello Torzite ha un’inclinazione di 10 gradi per migliorare il passaggio del filo e ridurre ulteriormente il rischio di grovigli. Lo studio tridimensionale di questi passanti ha inoltre permesso di ridurne l’ingombro. I T-RV guides sono molto compatti e leggeri, a tutto vantaggio delle prestazioni della canna che sotto flessione, mostra una curva più armoniosa con meno punti rigidi ed appare nel complesso meglio bilanciata. Combinazioni ideali Uno dei punti di forza della Casa giapponese è anche quello di progettare i passanti
col proposito di migliorare le prestazioni dell’attrezzatura. Non soltanto si cerca di salvaguardare la tenuta dei fili, ma anche la canna che li lancia e li recupera può dare il massimo delle prestazioni secondo la serie di passanti che vengono montati. Il numero di passanti, la loro struttura e il loro ingombro sulla canna, il diametro interno di ciascun anello, il loro peso, sono tutte caratteristiche che, se ottimizzate a momento del montaggio della canna, ne migliorano le prestazioni. Da anni Fuji studia la migliore scelta e disposizione su ogni genere di canna da lancio; i risultati di tali progetti vengono poi resi disponibili per le aziende produttrici di canne che intendono usare componentistica Fuji sui loro prodotti. I “Fuji Concept Guides” permettono così di allungare la gittata dei lanci, bilanciano meglio le canne, aumentano la sensibilità sull’esca, esaltano la curvatura della canna sotto flessione, oltre a ridurre naturalmente gli attriti sugli anelli allungando la vita dei fili. Cosa pretendere di più?
REVERSE GUIDE: IL CONNUBIO IDEALE Nel progettare i nuovi Torzite, Fuji ha cercato di elevarne al massimo le qualità abbinandoli a telai super leggeri, compatti e con un design che impedisce la formazione di grovigli del filo. Sono così nati i Reverse Guides che, nella serie T-RV realizzata in titanio, mantiene immutate tutte le prestazioni fisico-meccaniche degli anelli Torzite.
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MINNOW E TROTE IN LAGHETTO
Se c’è un artificiale che in laghetto ha sempre funzionato con trote di tutte le taglie, è il minnow. Affondante o suspending, munito di timone o “lipless”, questa hard bait non ha rivali in molte situazioni di pesca in cava e resta il riferimento principale per chi si cimenta con iridee, fario e salmerini dall’autunno alla primavera. 16
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LIGHT SPINNING
Sin dagli albori della pesca a spinning in cava il minnow ha ricoperto un ruolo molto importante, spartendosi le preferenze di trote e pescatori con un’altra grande categoria di esche metalliche, i cucchiaini rotanti e ondulanti. Negli anni la sua efficacia è rimasta immutata e anche oggi, con l’avvento di nuovi gruppi di artificiali e tecniche innovative, questa imitazione molto realistica di pesce foraggio continua a mietere vittime tra i salmonidi lanciati nei laghetti di tutta Italia.
A cosa è dovuto questo grande potere catturante? Sappiamo bene che tutte le specie di salmonidi che finiscono nei laghetti provengono dagli allevamenti e, quindi la loro aggressività di pesci predatori nei confronti di prede naturali come il pesce foraggio (che i minnow vogliono imitare) è grandemente ridotta. Ma allora perché una trota di allevamento dovrebbe attaccare un’imitazione di piccolo pesce che, forse, non ha mai visto in tutta la sua esistenza? Cerchiamo di comprenderne i motivi nelle pagine che seguono.
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PERCHÉ FUNZIONANO
IMITAZIONI REALISTICHE... O QUASI RISVEGLIAMO L’AGGRESSIVITÀ DELLA TROTA Iridea, fario o salmerino, ogni specie di salmonide immessa nei laghetti ha origini artificiali, con la fecondazione delle uova in laboratorio e l’accrescimento in vasca degli avannotti. Dopo molteplici generazioni di pesci nati e cresciuti in cattività, è naturale che anche predatori specializzati come questi salmonidi perdano progressivamente il loro istinto a cacciare e, forse, anche la capacità a distinguere cosa è commestibile e cosa merita di essere inseguito ed attaccato. Chi frequenta con una certa costanza i laghetti da trota avrà senz’altro osservato l’atteggiamento indolente di questi pesci: le trote (iridee soprattutto) si aggirano spesso con grande lentezza, tutte imbrancate, lungo le sponde del laghetto, refrattarie a qualsiasi stimolo. Nelle situazioni di abulia estrema, esse se ne stanno ferme a 18
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galla, con un atteggiamento tipico dei cavedani e delle carpe nella stagione calda. Una trota ruspante non si comporrebbe certamente così e, se sollecitata con un’esca sapientemente presentata, non ci penserebbe due volte a scattare o, per lo meno, a iniziare un inseguimento deciso. Cosa fare, allora, se le nostre prede non sono più quei fieri cacciatori di una volta? Non resta che stimolarle facendo leva sui loro sensi di pesci carnivori, in particolare sul senso dell’udito e della vista. Nei pesci, il senso dell’udito agisce attraverso gli organi della linea laterale e dell’orecchio interno, mentre la vista, molto simile dal punto di vista funzionale a quella di noi umani, attraverso gli occhi. Linea laterale e orecchio interno permettono a tutti i pesci di
individuare potenziali prede tramite le vibrazioni che esse emettono spostandosi nell’elemento liquido. Le vibrazioni, sotto forma di onde sonore a bassa e alta frequenza, vengono in questo modo individuate e trasferite al cervello del pesce che decide se spostarsi e attaccare la potenziale preda. Un senso dell’udito così specializzato è utilissimo per localizzare fonti sonore utili all’alimentazione del pesce carnivoro anche quando la potenziale fonte di cibo è molto distante. Il pesce è inoltre in grado di distinguere la frequenza di tali vibrazioni nell’immensità di quelle presenti nell’acqua e di origine molto varia. Molte specie, inoltre, possono sentire anche onde sonore che entrano nel campo degli ultrasuoni. La vista, invece, nei pesci funziona meglio sulle corte distanze.
LIGHT SPINNING Vi sono pesci che vedono bene anche a diversi metri (ma comunque molto meno rispetto all’uomo) e sono in grado di distinguere molti colori nello spettro di luce. Alcuni, addirittura (è il caso del bass) possono distinguere anche sfumature di uno stesso colore. Cosa attira in un minnow Onde sonore e colori: sono queste le componenti di un’esca che possiamo impiegare per indurre la trota “atipica” di laghetto ad attaccare. Componenti che caratterizzano l’azione di nuoto e la sagoma dei minnow con e senza paletta. Ecco: in definitiva questo è il motivo per cui una trota, seppure di allevamento, attacca un’imitazione realistica di pesce foraggio. Probabilmente essa morde perché le componenti vibrazione e colore riescono ancora a stimolare la sua aggressività latente di pesce predatore. Ma ci sono minnow che, sotto questo aspetto, funzionano meglio in laghetto perché emettono il giusto ammontare di onde sonore ed hanno colori più interessanti di altri.
MINNOW CON PALETTA DUE DIFFERENTI AZIONI DI NUOTO I minnow dotati di timone di nuoto sviluppano due differenti movimenti che possono influire sull’attacco del pesce carnivoro. Il movimento più evidente è il classico scodinzolio caratterizzato da una cadenza a zig alternata. Tale azione di nuoto è generata dalla forma e dall’inclinazione del timone, ma anche dalla sagoma e dalla lunghezza del minnow. Il secondo movimento, meno evidente nei minnow palettati ma ugualmente importante, è l’effetto rollio, ossia un ondeggiamento sull’asse del corpo che aumenta il realismo di nuoto dell’imitazione di pesce foraggio.
UNA PESCA DIVERTENTE Minnow e trote in laghetto, un classico sempre attuale.
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COME FUNZIONANO
AZIONE DI NUOTO LE DIFFERENZE CHE CONTANO
Le vibrazioni percepite dalla trota sono emesse dal particolare movimento in acqua del minnow, movimento che può essere impartito dal timone di nuoto o, nel caso dei minnow lipless, dal particolare posizionamento di una zavorra all’interno del corpo. L’azione di nuoto è abbastanza diversa nei due gruppi di imitazioni: stretta e centrata sull’asse del corpo per quanto riguarda i minnow con timone e più ampia, con un “effetto rollio” più marcato nei minnow lipless ossia senza timone. Pescando nelle acque ferme dei laghetti è importante che tali azioni di nuoto, e relative onde sonore emesse, siano facilmente percepibili dalle trote e che abbiano una lunghezza d’onda sufficiente a stimolare il loro interesse con conseguente attacco. Non è infatti detto che un pesce di allevamento come la trota di laghetto riconosca nel movimento del minnow una forma di vita commestibile e, forse, 20
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conta di più stimolare la sua curiosità o altri istinti primordiali, oltre ovviamente a quello predatorio che anche in questi pesci, seppur di allevamento, è sempre latente. Minnow vivaci I minnow da trota in laghetto devono assolvere a una funzione importantissima: devono muoversi in maniera molto vivace anche nei recuperi lenti, fondamentali quando ci si trova dinanzi a trote che hanno poca voglia di inseguire l’esca. Devono cioè esibire numerosi scarti laterali, di una certa ampiezza , in un breve spazio durante i recuperi monotoni e lineari e rispondere immediatamente a qualsiasi sollecitazione, comprese quelle improvvise e veloci jerkate
FARIO ALTERNATIVE
Pescando vicino al fondo, col minnow sinking possono agganciarsi anche belle fario.
che a volte possono indurre la trota ad attaccare di riflesso. Nei minnow affondanti muniti di paletta, che sono i più usati in laghetto, questo movimento vivace non è facilissimo da ottenere e solo una progettazione accurata e una costruzione certosina può portare ad avere questa azione particolare. Il dorso incurvato per tutta la lunghezza, la forma dritta del ventre e una posizione centrata della zavorra interna, oltre a una inclinazione ottimale del timone, portano ad avere azioni di nuoto molto evidenti, reattive a qualsiasi sollecitazione, in una parola: “vive”! È il caso di tutta la produzione dei minnow sinking Real Winner dotati di timone di nuoto, recentemente ristrutturati e rifiniti nei minimi dettagli.
LIGHT SPINNING Il nuoto dei lipless I minnow senza paletta devono anch’essi muoversi in maniera allegra nei recuperi lenti, ma la loro azione di nuoto appare differente rispetto ai modelli con timone. Il nuoto a zig zag è più sinuoso ed anche l’effetto rollio, ossia il movimento ondeggiante sul loro asse, è più pronunciato. Ne deriva un’azione di nuoto più morbida, che in certe situazioni risulta molto catturante rispetto agli ondeggiamenti stretti e vivaci dei minnow con timone. I lipless vengono spesso preferiti quando le trote stazionano al largo e negli strati d’acqua prossimi alla superficie. Essendo privi di paletta, e mediamente più pesanti, bucano l’aria a meraviglia e ci permettono di raggiungere distanze notevoli. Hanno tuttavia il difetto di tenere poco il fondo e nei recuperi veloci risalgono veloci mantenendo la superficie.
COLORI VIVACI
Non dobbiamo avere timori nel provare tinte accese o fluorescenti: in cava funzionano!
TROTE ATTIVE RECUPERI ALLEGRI A MEZZ’ACQUA Se le trote mostrano una certa vivacità, saltando a galla e inseguendo decise qualsiasi esca, col minnow possiamo divertirci parecchio. I modelli con e senza paletta interesseranno soprattutto i salmonidi
di taglia medio piccola che morderanno decisi anche a pochi metri da riva. È importante localizzare il branco di pesci e lanciare nella loro direzione di nuoto, facendo passare i minnow davanti ai primi soggetti del gruppo. Un buon paio di occhiali a lenti polarizzanti, in questi casi, aiuta.
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QUANDO SI USANO
TROTE SVOGLIATE RECUPERI LENTI MA ALTERNATI Abbiamo stabilito che i minnow funzionano con le trote di laghetto che mostrano un minimo di attività nell’inseguire l’esca. I modelli con timone di nuoto, dai movimenti vivaci e variati anche su trazioni lente, possono dare belle sorprese con pesci che si trovano a mezz’acqua e che viaggiano in branchi vicino a riva. Una situazione tipo è quella di trote in gruppo che si spostano lungo il perimetro seguendo un tragitto lento e monotono. Il branco è di solito composto da una trota più grossa (la femmina) seguita da pesci più piccoli (i maschi pronti per la frega). Se riusciamo a far passare il nostro minnow nel branco, facendogli fare la stessa traiettoria del branco in lento spostamento, avremo
BIG COL LIPLESS
Spesso, le trote più belle mangiano solo il minnow senza paletta.
abboccate decise. Altra situazione favorevole per provare i minnow palettati è con trote iridee di taglia maxi. Il minnow di dimensioni medie (7-9 centimetri) è sempre stato un castigatore di iridee over due chilogrammi che a volte sembrano gradire un boccone sostanzioso e facile da aggredire. Recuperi medio lenti, con rare variazioni come brevi soste e tranquille ripartenze, possono invitare i trotoni che vivono nel laghetto già da un po’ di tempo e che sono sopravvissuti alle mattanze di inizio lancio.
Alternativa lipless I minnow senza paletta sono insuperabili per raggiungere trote che stazionano o si spostano a centro laghetto. Si lanciano molto bene e raggiungono distanze equiparabili solo dai cucchiaini ondulanti di peso medio. Tuttavia, come abbiamo già sottolineato, non tengono bene il fondo e il loro uso è consigliato soprattutto con pesci che si trovano negli strati d’acqua superficiali. Recuperi lenti, tenendo la canna di tre quarti verso l’alto, con qualche lieve jerkata senza pause successive, funzionano con trote mediamente attive. Sono un vero asso nella manica nelle giornate di vento forte, perché bucano bene l’aria arrivando su pesci che, con questa situazione, appaiono più aggressivi e disposti a seguire l’esca.
ACQUE IMMOBILI
Calma piatta. Proviamo con lanci lunghi e recuperi a galla molto variati.
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SPORTEX AIR SPIN Ultraleggera, velocissima, sottile: questa esclusiva serie di canne è la perfetta combinazione di superbe caratteristiche. Al suo interno pulsa la tecnologia Helicore, mista a carbonio T800 e speciali resine composte da micromolecole, un insieme che dona alla canna leggerezza e resistenza, come mai è stato possibile prima. Anellata in FUJI Torzite, il top sul mercato, e arricchita da niture di pregio, questa canna raggiunge un livello di leggerezza e bellezza unico, che sommata alla straordinaria capacità di caricare il lancio e alla incredibile azione progressiva vi farà letteralmente sognare di possederla. Air Spin e tutti i prodotti SPORTEX sono distribuiti in esclusiva da Majora Intelligent Fishing. Per visionare il catalogo completo visita il nostro sito: www.majoraashing.com
Tutti i prodotti Sportex offrono l’esclusiva garanzia sul grezzo di 10 anni.
Majora Intelligent Fishing - Via Molina , 80/10 - 20060 Vignate (MI) Italy - Phone +39.0295364376 - Fax +39.0287181418 - info@majoraashing.com
VERTICAL & SILURI XXL
Il siluro è una realtà ittica ben consolidata nei nostri fiumi del piano. Dopo anni dalla sua immissione nelle acque italiane, ormai ha raggiunto taglie da capogiro che richiedono tecniche ed attrezzature molto specialistiche. I pescatori più scaltri hanno saputo adeguare sistemi e metodi di innesco a questo super predatore e ne sono scaturite discipline micidiali. Il vertical è una di queste.
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CATFISHING
La comparsa del pesce più grande che oggi popola le acque dolci italiane ha creato non pochi problemi di ordine ecologico. Il siluro, con la sua presenza decisamente… ingombrante, ha comportato un ridimensionamento di tutta la fauna ittica presente nei fiumi e canali di pianura. Per alcune specie nostrane il suo sopravvento ha addirittura causato la sparizione, provocando malumori tra i pescatori di vecchia data, tanto che oggi il popolo degli sportivi è diviso tra
gli acerrimi denigratori e gli estimatori convinti di questo gigante con le pinne. Tra i sostenitori più entusiasti, i gemelli mantovani Dario e Dino Ferrari hanno saputo elevare la sua pesca a una vera e propria arte, mettendo a frutto abilità ed esperienza per catturare i più grossi esemplari della specie. Una delle loro tecniche preferite è il vertical dalla barca, una pesca a saliscendi molto specialistica che in determinati periodi, e particolari condizioni del fiume, può fare miracoli.
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AMBIENTE E SITUAZIONI
A CACCIA DI MOSTRI IL FIUME E I SUOI SEGRETI Chissà perché, tutte le volte che si parla di siluri il vespaio di polemiche è assicurato! Sarà per il fatto che questo pesce non si è creato una buona fama tra la massa dei pescatori italiani, sarà perché molti credono sia facile pescarlo, fatto sta che il “gigante coi baffi” è destinato a suscitare questioni a non finire. Ormai è presente nei nostri fiumi da più di quaranta anni ed è essendo un pesce longevo, può raggiungere taglie incredibili. Proprio questa sua capacità di superare il quintale di peso lo ha reso un temibile predatore e la sua pesca ha un che di leggendario. Ma il siluro, soprattutto quello di taglia XXL, non si lascia catturare facilmente. Come tutti i grandi pesci predatori al vertice della catena alimentare non mangia sempre anzi, ha abitudini di caccia particolari. Oltretutto passa gran parte della sua vita a stretto contatto del fondo, nascosto dietro a qualche 26
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grosso ostacolo o sprofondato nel soffice limo. I soggetti che passano il mezzo quintale vanno in caccia solo in determinati orari, o quando il fiume presenta condizioni di caccia favorevoli. Le piene estive, per esempio, lo mettono in frenesia alimentare e allora anche gli esemplari più grandi vanno in caccia, portandosi anche in superficie. Nei periodi di bassa pressione o con condizioni atmosferiche particolari, invece, si sposta a mezz’acqua in fase di attesa. Stimoliamoli sul fondo Situazioni particolari a parte, il siluro resta un pesce di fondo e qui bisognerà cercarlo, stimolandolo con sistemi ed inneschi particolari che dovranno indurlo a mangiare anche quando attraversa fasi di apatia, che sono poi quelle che caratterizzano gran parte della sua esistenza. Ma trovare
i siluri posati sul fondo non è facilissimo. Spesso i nostri amano sprofondarsi nella melma o nel morbido limo che si sedimenta nelle anse del fiume riparate dalla corrente, o alla base delle grandi buche dove la forza dell’acqua si smorza. Incollati al fondo o affossati in esso, spesso non sono localizzabili nemmeno con un buon ecoscandaglio.
TROVATI!
L’eco ha localizzato i siluri, sospesi di poco sul fondale. È ora di provare a vertical!
CATFISHING Questo strumento, infatti, utilissimo nel rilevare la conformazione del fondale e l’eventuale posizione di pesci distanti da esso, non rileva presenze che si staccano per poche decine di centimetri dal fondo. Oltretutto sui fondoni più morbidi i siluri tendono a sprofondare quando non sono attivi, scomparendo letteralmente all’ecoscandaglio. Per trovare i pesci più belli serve quindi molta esperienza ed anche l’uso dell’elettronica va fatto con criterio. Vertical e deriva La tecnica della pesca in verticale con barca in lenta deriva è senza dubbio quella che può dare maggiore divertimento sia in quantità sia in qualità delle catture. Con questa disciplina andremo a stimolare i siluri che giacciono sul fondo in atteggia-
-mento neutrale.Si tratta in pratica di una variante della nota pesca a “mort maniè” o pesca col pesce morto manovrato, ma tarata sulla ricerca dei siluri di taglia che non sono in caccia. Con l’aiuto di un natante, meglio se munito di motore elettrico ausiliario per fare correzioni di rotta, ci porteremo sulle traiettorie del fiume lasciandoci portare in deriva dalla corrente sui fondali più interessanti. Deriva che non andrà fatta in maniera estensiva (perderemmo solo tempo prezioso!) ma solo nei tratti che riterremo frequentati dai siluri. La tecnica migliore consiste nell’individuare il fondale che si ritiene propizio, fare un sondaggio per trovare il pesce e solo in un terzo tempo tentare la posa dell’esca, passando in deriva
col motore spento. Come esca useremo carassi, scardole, piccole brémes di peso variabile tra 200 e 400 grammi, ma in alternativa siliconici snodati.
FIREBALL CHE FUNZIONA MONTATURA FACILE FACILE Per zavorrare l’esca, a vertical si usa spesso la fireball, una testa piombata sferica con due occhielli posti a 90°. Il peso varia tra 60 e i 200 grammi, da cambiare durante l’azione di pesca in base alla corrente e alla profondità dell’acqua tramite l’utilizzo di due moschettoni, uno posto sulla lenza madre e uno che collega la fireball al terminale. Per la costruzione del terminale si parte con il legare un filo di rame sull’amo di coda della misura 7-8/0 (oggi possiamo trovare in commercio gli ami singoli o doppi già armati con filo di rame), poi colleghiamo l’amo di coda con l’amo trainante tramite un bracciolo di trecciato dal diametro di 1-1,5 mm il quale può variare tra 8 e 12 cm e anche più in base alla dimensione delle esche. Il terminale con i due ami va collegato alla fireball tramite moschettone, poi applichiamo 4-5 cm di guaina siliconica a coprire e irrigidire il collegamento tra di essi; è possibile variare la montatura con un amo doppio o ancoretta sempre sulla coda.
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ABC TECNICA
VERTICAL MIRACOLOSO: ANCHE IN CONDIZIONI DIFFICILI La presenza dei siluri sui fondali del fiume cambia ovviamente in funzione del livello dell’acqua e della sua temperatura, della pressione barometrica e, a volte, anche dalla pressione di pesca. Ma il vertical riesce ad adattarsi in maniera eccellente a tutte queste varianti, nonostante la sua semplicità di esecuzione. In pratica consiste nel manovrare un pesce morto (ma anche una sua imitazione di gomma siliconica) sotto la barca, richiamandolo a saliscendi a facendogli fare saltelli con brevi pause sul fondo. Il fine è quello di risvegliare l’interesse del grosso siluro ponendogli davanti al muso una facile preda. Con opportune correzioni di rotta della barca in deriva e un buon uso dell’ecoscandaglio riusciremo a mettere in atto una strategia di pesca micidiale. In sintesi, gli spot che possono dare gradite sorprese sono: - rigiri di acqua formati dalle massicciate che si incontrano lungo il corso. Sonderemo bene il fondale all’interno di esse e tutti i suoi sbalzi di profondità; - punte di sabbia che si estendono lungo le sponde; dietro di esse troveremo un aumento di profondità ed un rallentamento della corrente; - curvoni e tratti di fiume con fondale profondo e regolare, meglio se la corrente del fiume non è troppo forte; - zone dietro strutture e ponti, qui generalmente troveremo acqua ferma o molto lenta; attenzione agli ostacoli sul fondale. 28
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Il richiamo L’azione di pesca si svolge alzando e abbassando il nostro innesco in modo costante e regolare, cercando di accarezzare il fondale senza sbattere in modo violento il piombo su di esso e in contemporanea correggere la discesa dell’imbarcazione tramite uno o meglio due motori elettrici, posti a poppa e a prua della barca. Questi servono anche per rallentare la deriva e far avanzare i terminali 10 - 20 metri rispetto alla nostra posizione, pratica da effettuare quando i siluri vengono disturbati dal rumore della nostra imbarcazione che possono essere piccole onde formate dal vento, oppure anche lo stesso ecoscandaglio. In barca comunque dovremo essere il più silenziosi possibile.
La mangiata Con siluri apatici, l’abboccata si verifica di solito quando la
serie di strappetti verso l’alto raggiunge il suo apice. Se il siluro è un po’ più aggressivo sentiremo un colpo deciso, con la canna che punta forte verso il basso. Significa che il siluro ha attaccato staccandosi dal fondo e tende e tornarci con l’esca in bocca. Una sensazione diversa, invece, se il siluro dopo avere attaccato rimane sospeso con l’esca in bocca senza riscendere; in questo caso perderemo il senso di pesantezza di tutta la montatura, lasciandoci dubbiosi se ferrare o meno. Se la taglia del predatore è un po’ scarsa l’abboccata si tradurrà in una serie di colpi più deboli: sono i tentativi del pesce di ingoiare l’esca, ai quali risponderemo in ogni caso con una robusta ferrata. Altre volte ancora, invece, il siluro tende ad aspirare le preda e poi la segue nella stessa direzione della barca, obbligandoci a recuperare il filo in bando e a dare una bella stoccata finale.
CATFISHING
MONTATURA INLINER SOSTITUZIONI VELOCI IN PESCA Alternativa alla fireball è il piombo inliner, che offre il vantaggio di avere un taglio longitudinale per una sostituzione veloce durante l’azione di pesca. Questo piombo si utilizza sia in verticale sia a striscio, le grammature variano tra 90 e 250 grammi. L’innesco si inizia legando tramite trecciato della misura 1/1,5 mm l’amo di coda misura 7-8/0 già armato di filo di rame; poi a circa 7-8 cm (questa misura varia in base alle esche selezionate)gimento ci serve per evitare accavallamenti tra lenza madre e terminale.
leghiamo l’amo trainante sempre 8/0 tramite il classico nodo senza nodo utilizzato nel carpfishing, e per finire a circa 7 cm leghiamo una girella di circa 200 libbre alla quale va collegata la lenza madre, (l’utilizzo della girella è indispensabile per annullare le rotazioni del terminale in fase di pesca e di recupero ). Nel primo tratto del terminale applichiamo circa 6 cm di guaina siliconica per irrigidire il tratto di trecciato che collega girella e amo trainante, questo accor
AZIONE DI PESCA
CANNE TOSTE
Con un’ecoscandaglio sensibile possiamo verificare la manovra della nostra esca sul fondo.
Canne corte ad innesti robusti o monopezzo con anelli sopraelevati per la pesca con il moltiplicatore.
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ARTIFICIALI D’AUTORE GAMBERI E JIG PER MR. BASS
In previsione della riapertura delle ostilità col boccalarga facciamo il punto sulle esche migliori per affrontare stagni e lanche con le armi migliori. Con pesci ancora rallentati nei riflessi e poco disposti a seguire gli artificiali bisogna fare una selezione delle esche che funzionano anche quasi ferme: è il momento delle imitazioni siliconiche di gambero e dei jig, con relativi abbinamenti.
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BASS LURES
Finito anche questo strano inverno, la primavera porta buone nuove a chi ha fatto dello spinning a 360 gradi la sua passione preferita. Nelle acque ferme di laghi, laghetti, stagni e lanche dei fiumi l’amico black bass esce dal semi letargo e comincia a guardarsi intorno. In aprile - maggio dovrà assolvere alle sue fun-
zioni riproduttive e col progredire della stagione il nostro amico deve quindi incamerare energie per attuare la frega in maniera ottimale. La fase di risveglio post invernale e la prima parte della primavera è quindi uno dei periodi migliori per pescare questo fantastico predatore, ma con quali esche? Lo vediamo nelle pagine che seguono.
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QUANDO USARLI
ESCHE E BASS AL RISVEGLIO MOVIMENTI LENTI SUL FONDO Il mese di marzo, ma anche prima in certe acque del centro e sud Italia, vede il ritorno alla ribalta dell’amico black bass.
LO SPOT IDEALE
Il “diavolo verde” si sgranchisce le… pinne e inizia una ricerca sempre più serrata di qualcosa di sostanzioso. A fine inverno
Tronchi semi sommersi in acqua fonda: posto ideale per crostacei e… bass.
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Mr. Bass non è nel pieno della sua forma fisica: il freddo, anche se breve, ha rallentato tutte le sue funzioni vitali e le scorte di grassi accumulati per vivere in acque gelide sono ormai al termine. Logico, quindi, vederlo lento nei primi spostamenti sul fondo, con reazioni letargiche che si trasformano però in fughe veloci se noi, sulla riva, ci facciamo vedere troppo. Oltretutto, nell’acqua ancora limpida di gran parte dei laghi naturali e artificiali, stagni e laghetti il nostro avversario ha modo di distinguere tutto ciò che si sposta dentro e fuori, per cui anche le esche che andremo a selezionare dovranno essere molti simili nelle forme e nei colori al cibo reperibile in questo periodo. In questa fase iniziale il suo potrebbe definirsi un atteggiamento neutrale, con la tentazione di mordere con franchezza un’esca che gli passa lentamente dinanzi al muso ma, più
BASS LURES spesso, anche con una lentezza che gli deriva dal non avere ancora ripreso tutti i comandi sui suoi organi sensoriali. Pesce foraggio o… gamberi? A fine inverno la disponibilità di prede per il nostro amico non è molta. I pesci di piccola taglia (alborelle, scardole, gardon) nei laghi grandi e nelle cave si trovano ancora al largo e in profondità, fuori dalla portata dei bass che hanno svernato vicino alle rive; affinché i bass comincino a nutrirsi regolarmente di questo foraggio bisognerà attendere il caldo tiepido di aprile, quando i banchi di minutaglia si porteranno definitivamente sottoriva.. Per fortuna del bass c’è un’alternativa che sottoriva non manca quasi mai, rappresentata da alcunespecie di gambero americano ormai reperibili quasi ovunque. Il noto gambero killer, o gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), per esempio, è diffusissimo in tanti laghetti e lanche dei fiumi, mentre il gambero “americano” (Orconectes limosus), più piccolo e meno colorato del killer, ha da tempo ripopolato i grandi laghi prealpini. Entrambe le specie amano i sottoriva profondi con abbondanza di ostacoli vegetali e molto spesso condividono lo stesso areale con i bass in fase letargica. Essendo molto nutrienti sotto l’aspetto proteico, non passano inosservati e la facilità di essere catturati dal bass li rende un’ottima alternativa al pesce foraggio. I gamberi conducono vita appartata, all’interno di anfratti sul fondo o nell’intrico nella vegetazione acquatica, ed escono allo scoperto solo con certe condizioni o di notte. Tuttavia i bass sono dei veri esperti nel cercare i
gamberi e quando li trovano, ne fanno incetta. Imitazioni quasi… reali Abbiamo detto che in questo periodo l’acqua è ancora limpida: la temperatura bassa non permette ad alghe e plankton di svilupparsi e quindi i bass iniziano a spostarsi dai loro ricoveri invernali in una situazione favorevole per il loro senso della vista, in quanto possono distinguere qualsiasi cosa che si trova sul fondo, gamberi compresi. Da parte nostra, quindi, c’è l’obbligo di presentare imitazioni di gambo molto realistiche nella forma e nei colori, cercando ovviamente di selezionare quelli della specie predominante nel nostro lago o stagno preferito. È questa la prima regola da seguire e, a tale proposito, una perfetta conoscenza dello spot che andremo a sondare e dei gamberi che lo popolano, è fondamentale.
Un’imitazione realistica di gambero della Delalande. Le chele stilizzate hanno un movimento super vivace.
LE PREDE DEL BASS A FINE INVERNO BOCCONCINI DELIZIOSI E SUPER PROTEICI In gran parte dei laghi, stagni e lanche dei fiumi sono diffuse due specie di gamberi di provenienza americana: il Procambarus clarkii e l’Orconectes limosus. Il primo è forse più noto e facile da riconoscere per le maggiori dimensioni delle chele e il colore di un rosso vivace. Lo troviamo in moltissimi laghi e laghetti naturali, nel Po e nelle lanche dei suoi affluenti. Il secondo è ormai diffuso nei grandi bacini subalpini e nei vicini laghetti collinari. Entrambi sono un’importante fonte di proteine e per questo motivo vengono cacciati dal bass che, a fine inverno, spesso non ha altro cibo a disposizione.
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COME USARLI
DA SOLI O ABBINATI? SEGUIAMO I GUSTI DEL BASS
Abbiamo visto che per l’inizio di stagione le imitazioni di gamberi sono senza dubbio migliori di quelle del pesce foraggio. Ci sono modelli che possono essere innescati da soli ed altri che richiedono l’abbinamento con i jigs da bass, altra categoria di esche altamente redditizia quando i nostri avversari si
spostano pigramente sul fondo e puntano tutto sulla ricerca dei crostacei. Le imitazioni gommose molto realistiche, con tanto di chele perfettamente riprodotte, zampette mobili e telson (la coda dei gamberi) si innescano da sole su ami particolari dalla testa piombata, come per esempio i Pumpkin Head Jig dell’americana Yum. La particolare spirale metallica va avvitata nella parte posteriore del gambero e la punta dell’amo va inserita nel corpo dell’imitazione sili
JIG & CRAW
Acque ancora fresche, limpide e con poco pesce foraggio in circolazione? Con queste condizioni il bass che si è da poco risvegliato dall’inverno punta tutto sui gamberi e l’abbinamento di un crostaceo siliconico con un jig dai filamenti sinuosi è la soluzione migliore per convincerlo all’attacco. L’abbinamento deve garantire una presentazione armoniosa nel volume e nei colori.
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conica e fatta uscire appena dal dorso; in questa maniera il nostro gambero può passare indenne tra gli ostacoli del fondo ed avvicinarsi moltissimo alle tane dei bass in attesa. In alternativa vanno bene anche ami di tipo offset, ossia con gambo piegato a L appena prima dell’occhiello, e di tipo wide gap, ossia con gambo a curva ampia. Per piombare questi ami possiamo ricorrere al classico innesco Texas che richiede piombi forati a proiettile da fissare davanti all’amo, sul finale, con gli appositi stopper di gomma oppure con la punta di uno stuzzicadenti spezzata entro il foro del piombo. I jigs abbinati alle imitazioni gommose di gambero svolgono tre importanti funzioni. Aggiungono peso all’intera montatura ed essendo disponibili in varie grammature (calcolate in once – 1 oncia = 28 grammi) ci permettono di sondare qualsiasi fondale, da due fino a dieci metri. Aumentano il volume dell’esca, con i filamenti gommosi che fluttuano nei recuperi a saltelli sul fondo rendendo il gambero abbinato più realistico. Infine rendono l’insieme col gambero anti incaglio, grazie alle fibre di nylon che vanno a coprire la punta dell’amo che esce dal dorso del crostaceo di gomma.
Pressione di pesca Una grossa differenza, in termini quantitativi e qualitativi di catture, la fanno gli spot frequentati assiduamente dalla concorrenza piscatoria e quelli invece (pochi, purtroppo!) che vedono pescatori di rado. Negli ambienti poco estesi e molto pressati i bass son sempre sul chi vive e anche a pochi giorni dal loro risveglio invernale
BASS LURES diventano molto sospettosi e difficili da convincere. In condizioni come questa dovrebbero essere le imitazioni molto realistiche, usate da sole, a dare qualche chance in più ma non è una regola ferrea e può capitare di catturare bass da record con modelli più fantasiosi e colorati. In zone super pressate, una regola da seguire è comunque quella di abbinare jig e gamberi di gomma con gli stessi colori e sfumature, a meno che non si peschi in acque torbide ove è più importante creare un contrasto di colorazioni per consentire ai bass di localizzare meglio la preda.
JIG SIMIL GAMBERO Il Pigskin Jig della Booyah è perfetto per sondare i fondali rocciosi dove si nascono i gamberi e… i bass più belli.
GAMBERO STILIZZATO
Il Money Craw della Yum, imitazione stilizzata per inneschi singoli o abbinati al jig.
INNESCO STAND UP
Gli ami piombati Pumpkin Head Jig della Yum presentano il gambero posato su fondo con le chele verso l’alto, una posizione di difesa tipica di questo crostaceo.
CRAW E OSTACOLI Tra gli ostacoli vegetali l’innesco Texas è insuperabile.
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STRISCIO E BOMBARDE DA CAMPIONI
La pesca in laghetto con le esche naturali si identifica nell’uso delle bombarde, particolari zavorre ad assetto variabile che aiutano a portare l’esca al largo e a sondare con metodo gli strati d’acqua. Si tratta di una vera e propria tecnica che non delude mai, in continua evoluzione grazie all’impiego di attrezzature sempre più sofisticate. 36
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TROTA LAGO
Per tanti appassionati, tentare la cattura delle trote in cava significa pescare a bombarda, una disciplina nata da più di trenta anni in occasione dello sviluppo dei laghetti come centri sportivi di pesca. Da allora questa tecnica dinamica e divertente ha fatto passi da gigante grazie alla bravura di alcuni campioni e allo sviluppo di attrezzature sempre più micidiali. La stessa bombarda, che a prima vista potrebbe apparire con un accessorio dal
funzionamento semplicissimo, si è evoluta per fornire prestazioni quasi… fantascientifiche. Oggi infatti questa particolare zavorra non solo consente di sondare fasce d’acqua prestabilite e di fare lanci stratosferici, ma aiuta anche ad attirare l’attenzione delle trote con l’emissione di onde sonore, necessarie ad invitare i pesci sull’esca piazzata sul finale. La bombarda diventa così un attrezzo fondamentale nella dotazione dell’esperto di striscio. Vediamo come.
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PESCA A BOMBARDA
SI FA PRESTO A PARLARE DI BOMBARDA! MA SI TRATTA DI UNO STRUMENTO SOFISTICATO Una volta appresa l’ABC della pesca a striscio bisogna far pratica con le varie attrezzature che compongono questa affascinante e dinamica disciplina. Le bombarde sono la componente principale, zavorre specialistiche che servono a portare la nostra esca tra le trote anche quando si trovano molto distanti da riva o in profondità. Ma hanno anche la funzione di presentare il boccone nel modo migliore, senza insospettire o spaventare i salmonidi. Le bombarde in commercio per la pesca a striscio della trota possono essere di vari colori, forme e grammature, ma la domanda che un pescatore si pone sempre quando arriva sul posto di pesca è: «Che tipo di bombarda devo usare per catturare?». Per rispondere al quesito bisogna considerare innanzitutto la stagione, poi le condizioni atmosferiche della giornata e infine osservare attentamente 38
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il lago per individuare la presenza delle nostre prede. L’affondamento e la tenuta della profondità (si parla in questo caso di “corsia” in quanto la
IRIDEA DA... BOMBARDARE!
bombarda nel recupero deve mantenere una certa fascia di fondo per gran parte della sua corsa) variano logicamente a seconda del peso.
In laghetto è la rainbow la preda preferita da chi pesca a striscio.
TROTA LAGO I modelli più leggeri sono anche i più piccoli mentre quelli più pesanti, che arrivano anche a 40 grammi, possono avere dimensioni ragguardevoli. Questo perché per bilanciare un piombo di peso simile occorre un consistente volume di materiale galleggiante. Ma non è tutto. Osservando le differenze fra due bombarde affondanti possiamo già avere interessanti indicazioni sul loro comportamento in acqua: se due modelli, entrambi di trenta grammi, hanno dimensioni diverse significa che quello più grande tenderà a stare in superficie, perché è maggiore la quantità di materiale galleggiante impiegata nella sua costruzione. Viceversa il modello più piccolo tenderà ad
affondare più in fretta e a mantenersi più in profondità perché, a parità di zavorra, ha un volume minore rispetto al precedente. Per questo, alcuni produttori hanno posto in commercio bombarde che, pur essendo dello stesso modello, hanno un diverso rapporto fra peso e volume: si possono trovare così modelli affondanti della stessa serie e dello stesso peso che, accanto alla grammatura, hanno indicato anche il grado di affondamento. Facciamo un esempio concreto: una bombarda di trenta grammi con indicato G8 affonda con la stessa velocità di un peso da 8 grammi, mentre lo stesso galleggiante nella versione G12 affonda come un peso da 12 grammi.
L’apparenza inganna Prendiamo due bombarde di peso uguale ma di marchio differente: esse possono assumere azioni diverse anche in funzione di come è distribuita la zavorra all’interno. Di solito il peso viene dato da un cilindretto di piombo o di ottone che può avere dimensioni diverse a seconda dell’azione che si desidera ottenere: se è abbastanza lungo e sottile, ben distribuito nel senso della lunghezza, la bombarda lavora in orizzontale mantenendo una traiettoria più uniforme sempre alla stessa profondità, sia in superficie sia negli strati più bassi; se la zavorra è più concentrata dietro avremo una azione più discontinua che alterna veloci affondamenti nelle soste a brusche risalite durante i recuperi.
PRIMO: TROVARE LE TROTE CERCHIAMOLE SOTTO CON BOMBARDE CALIBRATE Tutte le specie di trota amano acque fredde e molto ossigenate, e nemmeno le iridee o le fario immesse nei laghetti sfuggono a questa vitale necessità. Il loro comportamento varia quindi a seconda del periodo dell’anno e, anche nelle piccole acque ferme dipende da queste due importanti caratteristiche fisico-chimiche dell’elemento liquido. Le bombarde, nella loro varietà di modelli e con la capacità di restare a galla o scendere a tutte le profondità, ci permettono di localizzare i branchi di trote con una certa facilità. La loro efficacia è determinante soprattutto nel periodo più freddo, quando i pesci stazionano sui fondali senza alcuna possibilità da parte nostra di individuarli a vista MAJORA MAGAZINE
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BOMBARDE E VIBRAZIONI
EVOLUZIONE QUASI NATURALE LE BOMBARDE CHE EMETTONO ONDE SONORE Sin qui abbiamo parlato delle principali caratteristiche della bombarda. Ci sono bombarde con un effetto “G” galleggiabilità differente, un diversa inclinazione nell’affondamento, una maggiore aerodinamicità per ottenere lanci più lunghi, una superiore idrodinamicità per scendere in profondità. Ma non è tutto. Oggi esistono anche bombarde che emettono onde sonore attiranti per la trota. Da un po’ di tempo i migliori esperti di questa disciplina avevano notato che, nelle condizioni di pesca più difficili, con pesci apatici e poco disposti a seguire l’esca piazzata dietro la bombarda, è necessaria una sollecitazione di tipo sonoro. Del resto, gli inneschi ad effetto rotante che, nella pesca a striscio, assieme alla bombarda rappresentano l’innovazione più importante fondando la loro efficacia proprio sulle vibrazioni attiranti emesse dall’esca in rapida torsione sul proprio asse, avevano pensato di aggiungere ulteriori vibrazioni attiranti sulla montatura. E dove mettere tali onde sonore attiranti se non sulla bombarda che, in fondo, è la componente principale, se non unica, di tutto il finale da striscio? Bombarde… sonore Una legge dell’idrodinamica applicata a oggetti che navigano sott’acqua afferma che sono le forme a ogiva quelle che si muovono meglio, opponendo poca resistenza all’acqua e sviluppando scarse turbolenze dietro ad esse. È il motivo per il quale i sommergibili hanno la loro struttura caratteristica, 40
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e nemmeno le bombarde sfuggono a questa regola: la loro forma ogivale è più ingrossata verso la parte anteriore e tende ad assottigliarsi verso quella inferiore, dove spunta l’astina forata entro la quale passa la lenza madre che va al mulinello. La bombarda deve inoltre avere la funzione di passare quasi inosservata alle trote, in maniera tale che esse abbiamo modo di concentrarsi maggiormente sull’esca trascinata poco dietro. Ma, come si diceva all’inizio, il bello della pesca a striscio sta nella sua continua evoluzione tecnica e qualcuno, dopo avere constatato che in laghetto le trote son sempre più restie ad inseguire e abboccare con franchezza, ha pensato di dare alle bombarde una componente attirante.
Il bresciano Fabio Zeni, campione della specialità trota lago, ha sviluppato queste innovative bombarde che nel recupero sviluppano onde sonore attiranti. L’innovativa forma ondulata delle bombarde della serie Virtuosa, messe a punto da Zeni, sfrutta un principio dell’idrodinamica per cui l’acqua, scorrendo su una superficie ondulata crea un vero e proprio canale di turbolenza che sviluppa vibrazioni. In questa maniera è possibile attivare anche le trote più apatiche, Inoltre questa particolare turbolenza armonizza perfettamente il nuoto della bombarda. Così la bombarda non assolve più alle sole funzioni di portare l’esca al largo o in profondità, diventa essa stessa, come l’esca rotante che reca sul finale, fonte di attrazione per le trote, convogliando poi l’effetto attirante sull’esca.
ONDE SONORE Le scie vibrazionali di una bombarda Virtuosa; lo stesso effetto è ripetuto sott’acqua.
TROTA LAGO
LE BOMBARDE DEL FUTURO ASSETTO PERFETTO E VIBRAZIONI ATTIRANTI La serie delle bombarde Virtuosa è stata realizzata da Majora in collaborazione col campione Fabio Zeni ed è caratterizzata da una sagoma ondulata che favorisce la formazione di onde sonore attiranti. Il materiale principale è poliuretano, robusto e della giusta densità. Ogni modello ha un affondamento e spostamento differente per adattarsi a qualsiasi situazione ed esigenza. La galleggiabilità da G1a G5 consente di sondare con metodo qualsiasi fascia d’acqua.
G1
G2
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G4
G5
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TROTA DI FIUME DAL FONDOVALLE AL PIANO
Per chi attende la ripresa delle ostilità con il più pregiato tra i salmonidi nostrani, la trota marmorata, la riapertura della pesca non riguarda i torrenti di montagna bensì le più ampie e tranquille acque dei fiumi di fondovalle e di pianura, dove e quando questo sempre più raro endemismo si mostra già disponibile ad ingaggiare emozionanti duelli con la nostra attrezzatura 42
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SPINNING CLASSIC
Nessuna pesca risveglia voglia di antico e sapori di tradizioni come la ricerca della trota di fiume, la mitica trota marmorata. Dalla riapertura della pesca a fine febbraio e per tutta la fase primaverile è questo l’obbiettivo principale per chi affronta i fiumi di fondovalle e i grandi corsi di pianura
dalle acque limpide, fresche e ossigenate. Se poi a fondo lenza ci si ritrovasse un incrocio con una fario, come quella di questa foto, oppure una vera fario, come può accadere in certi fiumi del centro e sud Italia, pazienza. Sono pur sempre trote. E in quanto a stazza non avremmo certo da lamentarci!
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TROTE QUANDO
UN PESCE DA RISPETTARE DIFENDIAMOLO CON OGNI MEZZO Tentare la trota nei grandi fiumi che attraversano le vallate alpine, o i corsi d’acqua che solcano la Pianura Padana caratterizzati da limpide e fresche linfe, non è mai stata cosa facile e oggi lo è ancora meno. I tempi d’oro sono finiti da un pezzo e il nostro preziosissimo endemismo si è fatto sempre più raro. L’inquinamento delle acque, la concorrenza alimentare prodotta da altri predatori alloctoni, la sconsideratezza di chi, ancora oggi, padella un pesce a rischio di estinzione, son tutte cause che hanno fatto della trota marmorata un pesce quasi fantomatico. Per contro, e per fortuna, in alcune realtà fluviali l’opera degli ittiologi coadiuvati da alcune associazioni che, bando alle ciance, si danno davvero da fare, si è assistito a una timida ripresa della popolazione di marmorate. In Lombardia 44
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(Adda sub-lacuale) si è sentito soprattutto l’intervento dello Spinning Club Italia attraverso l’attuazione del “Progetto Marmorata”. Ma anche da altre parti, come in Piemonte, in Trentino e in Friuli, si comincia ad avere qualche incoraggiante risultato. Insomma, se ci comportiamo con un minimo senso di responsabilità, non siamo ancora al punto di sentirci in colpa se le andiamo a pescare! Certo, dovremo rilasciarle tutte, toccandole il meno possibile e naturalmente schiacciare gli ardiglioni delle ancorette. Hot spot di fine inverno Un fiume, si sa, presenta una molteplicità di ambienti che non è facile interpretare, soprattutto se si è alle prime armi e si cerca la grossa trota con gli artificiali da spinning
Ancor prima di fare una radiografia delle zone più produttive sarebbe auspicabile trovare, magari proprio il giorno dell’apertura, delle condizioni di tempo e acqua favorevoli all’attività di caccia della nostra trota. Temperatura dell’aria, e quindi dell’acqua non proibitiva, linfe non eccessivamente limpide bensì opaline dopo un periodo discretamente piovoso, bassa pressione: sono tutte condizioni che inducono la marmorata a cercare qualcosa di sostanzioso. Occhio, però: la trota può essere a brevissima distanza da riva! Non bisogna assolutamente credere che, trovandoci sul comodo greto di un grande torrente di fondovalle o di un fiume di pianura, ci si possa concedere di arrivare vicino all’acqua con la grazia di un elefante! Anzi, sarebbe cosa buona e giusta fare i primi lanci restando a de-
SPINNING CLASSIC bita distanza dalla riva, per poi avvicinarci lancio dopo lancio e riservarci di esplorare solo in seguito gli altri spot situati verso il centro del corso d’acqua, come alberi sommersi o improvvise variazioni di livello. Ovviamente il discorso sfuma in maniera netta se il fiume scelto è piuttosto frequentato ed esiste la concreta possibilità di essere preceduti da altri pescatori. Pochi lanci nei posti buoni Lanci discreti e ben dosati, quindi, ma dove? A fine inverno la regina del fiume non si trova molto distante dagli spot dove ha condotto la costruzione del nido per la deposizione delle uova che, in pianura, avviene tra novembre e dicembre. Di solito le trote fertili scelgono l’asta principale del fiume dove sanno per istinto che l’acqua non si abbasserà troppo nei mesi seguenti la frega. L’ambiente “tipo” è una corrente omogenea e medio bassa su fondali di
ghiaia fine, a valle di una bella e profonda buca contornata da una massicciata e con ostacoli vegetali (alberi o ancora massi) nel bel mezzo. In questi recessi la trota elegge la sua tana, lungo la lama a fine buca conduce la riproduzione e, in seguito, le prime scorribande alla ricerca del pesce foraggio. Evitiamo quindi i rami secondari con acqua bassa, come pure le correnti molto sostenute alla base di massicciate o rive in frana. Sono tutti posti che verranno buoni più avanti nella stagione, con livelli alti e temperature aria/acqua più miti. Non è necessario mitragliare lo spot giusto con centinaia di lanci, molto meglio presentare l’esca con proiezioni precise e silenziose, centellinando i lanci e cercando di far finire la nostra esca in acqua in modo naturale, seguendo un approccio cauto tanto quanto l’avvicinamento alla sponda.
Zone magiche Pochi lanci ben calcolati Con acqua ancora fredda, all’apertura in febbraio e in genere per tutto il mese di marzo, la trota del piano staziona in acque non troppo mosse, preferendo fondali abbastanza marcati ma vicino a tratti di sponda bassi dove può spostarsi velocemente per compiere attività di caccia. La presenza di ostacoli voluminosi, quali massi e piante sommerse, è un altro fattore da tenere in considerazione: qui le trote si fermano in attesa del passaggio di pesce foraggio, subito dietro l’ostacolo e senza dover spendere energie nel contrastare la forza della corrente.
Corrente media e piante sommerse È uno spot da sondare quando il pesce foraggio comincia a spostarsi in corrente alla ricerca di pastura. Può costituire la tana per le trote più grosse. Zona difficile col rischio di perdere molti artificiali.
Fra il vivo e il morto
IBRIDO? VA BENE LO STESSO In molti fiumi la convivenza tra marmorate e fario genera ibridi come quello della foto: pesci ugualmente degni di essere insidiati e… rilasciati.
Il salto d’acqua alla fine di una punta di sabbia e ghiaia con acqua fonda vicino a una discreta corrente induce la trota a portarsi nel sottoriva all’inseguimento del pesce foraggio che staziona nel fondale.
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TROTE DOVE
FONDALI E CORRENTI SONDIAMO LE TANE GIUSTE Con la trota di fiume in questo periodo dobbiamo fare scelte drastiche sugli spot da battere. I raschi, per esempio, non sono ancora luoghi redditizi, al massimo potremmo incrociare qualche giovane esemplare. Un impegno maggiore va messo laddove la corrente si approfondisce nel blu cupo del fondale, allargandosi e rallentando. Il costante apporto di cibo contribuisce a raggruppare il pesce foraggio, ma in questo tipo di spot l’assoluta necessità di pescare a stretto contatto col fondo ed i suoi ostacoli, unico livello dove sperare di sollecitare le abboccate di pesci ancora svogliati ed infreddoliti, non mancherà di produrre i primi vuoti nelle scatole degli artificiali. Altra zona “magica” è la prismata lambita da una corrente medio fonda ma non cattiva. Se la marmorata non è in caccia, le sponde riparate da blocchi di cemento o massi rocciosi posso-
no fornire alla loro base sul fondo eccellenti tane per le trotone ma i rischi di seminare esche aumentano in maniera molto seria. Del resto spesso non c’è scelta: verificata la mancanza di soggetti attivi, occorre cercare le trote a filo di tana. In situazioni come queste è certamente meglio affrontare i fondali sotto sponda con ondulanti massicci che reggano bene la corrente restando sul fondo, in sostituzione dei classici minnow affondanti di media misura. Dove il fiume si allarga Nei fiumi del piano, massicciate e prismate terminano spesso con uno slargo finale prodotto da una curva secca che costringe il corso d’acqua a farsi vasto, lento e profondo, come a riprendere fiato un momento prima di affrontare il prolungato e veloce raschio con acqua medio bassa che di
HOT SPOT DI INIZIO STAGIONE Nei pressi delle buche a ridosso delle prismate: ottima zona per tentare la marmorata a fine inverno. 46
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solito segue. In una massa d’acqua così abbondante, orientare i propri lanci con metodo risulta più difficile del previsto, perciò conviene fare i primi lanci al largo, quasi sull’altra sponda per poi trattenere a tratti la lenza con giudizio in modo da lasciare alla corrente stessa il compito di condurla a sondare l’oscuro avvallamento. Il minnow sinking torna in questi frangenti a farla da padrone, nelle misure intermedie da 8 e 10 centimetri. Lo faremo giocare nella corrente, recuperandolo quel tanto che basta a muoversi ma badando di farlo scendere verso il fondo, alla ricerca delle trote che stazionano dietro a qualche sasso più corposo degli altri o nei pressi dei salti di profondità, anche minimi, che possono variare gli avvallamenti omogenei a centro fiume. Plastica, legno o… metallo? I veri appassionati di caccia alla marmorata si perdono spesso in lunghissime discussioni se sia meglio affrontare l’apertura e il periodo di pesca successivo con le imitazioni di pesci in plastica e legno oppure puntare tutto sulle esche metalliche, meno verosimili ma forse più adatte a restare sul fondo emettendo vibrazioni attiranti. Non esistono regole da seguire al riguardo: mentre in alcuni fiumi la maggioranza degli attacchi avviene sugli artificiali con forma di pesce, in altri le preferenze della marmorata vanno ai rotanti e agli ondulanti. I rotanti dovranno avere un alto peso specifico, non fosse altro che per la corrente presente e, cosa ancora più importante, che le trote in questo periodo stanno sul fondo e perciò è là che vanno cercate. Rotanti come gli Spinner della Lav, dotati di paletta allungata.
SPINNING CLASSIC a foglia di salice e scelti nelle misure maggiori 4 e 5 pesanti rispettivamente 12 e 16 grammi, tengono molto bene il fondo grazie alla rotazione della paletta aderente al corpo che oppone una minore resistenza alla corrente. In campo minnow, invece, nulla di meglio dei Real Winner affondanti nella versione Super Sinking (cioè super affondante), meglio strutturati nel tenere il fondo anche in presenza di discreta corrente, e scelti nelle misure da 7 e 10 centimetri pesanti rispettivamente 13 e 24 grammi.
Trotoni in corrente: Sondiamo le zone più tranquille Con le acque ancora fredde tipiche della riapertura a fine febbraio e, in genere, per tutto il periodo di inizio primavera la trota dei torrenti di fondovalle e dei fiumi del piano staziona ancora in acque tranquille, appostandosi nei pressi dei branchi di pesce foraggio che non hanno ancora affrontato la ricerca di pastura in corrente. Qui la cercheremo con esche metalliche di un certo peso e minnow sinking di media misura.
FINE BUCA Al termine degli avvallamenti, dove l’acqua torna ad abbassarsi riprendendo velocità, possiamo trovare trote in caccia molto aggressive.
SPIANATE PROFONDE Con livelli alti, le piane con una certa profondità possono ospitare trote attive che vanno affrontate con metodo e lanci lunghi. MAJORA MAGAZINE
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TROTE COME
SCEGLIAMO L’ATTREZZATURA STRUMENTI ROBUSTI E AFFIDABILI Con la trota di fiume non c’è molto da scherzare: già le catture si conteranno sulle dita di una mano, se poi affronteremo la situazione con un’attrezzatura inadeguata rischieremo di non vedere nemmeno quei pochi pesci. La canna riveste un’importanza fondamentale poiché deve assolvere a numerose funzioni e deve sempre essere all’altezza della situazione. Deve innanzitutto poter gestire al meglio gli artificiali che, come abbiamo visto, hanno in media un peso superiore a quelli che rientrano nella categoria del lancio medio leggero. Stiamo parlando di esche che vanno ben oltre i 15 grammi e che in certi casi (vedi gli spinner con paletta di una certa misura) fanno molta resistenza in acqua. Va da sé che un attrezzo che lanci e recuperi con scioltezza esche fino a 25 grammi è il minimo sindacabile. L’azione deve essere rigida, con una buona riserva di potenza verso il tallone. In pratica il cimino deve flettersi molto poco durante le azioni di recupero contro corrente e, in caso di abboccata da parte di un trotone, deve rispondere in maniera decisa, trasferendo al pesce tutta la potenza impressa da braccio e polso. Per gestire al meglio artificiali fino a tre quarti di oncia serve una certa lunghezza e non a caso i pescatori più esperti in questa disciplina si muovono lungo il fiume con canne sugli otto piedi (2,40 metri) dotate di impugnatura lunga per favorire i lanci a due mani. Attrezzi in fibra di carbonio con modulo medio alto assicurano il giusto grado di rigidità, senza “ballare” troppo in fase di 48
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lancio o cedere nella lunghezza durante i recuperi controcorrente. Mulinello al top Anche per il mulinello valgono le stesse regole di affidabilità e robustezza. Sceglieremo il meglio, perché in una sessione di pesca alla trota in fiume i lanci e recuperi si sprecano e tutta l’ingranaggeria viene messa a dura prova, dal sistema di scatto dell’archetto alla ruota di comando e al pignone che distribuisco no i movimenti alla girante e al saliscendi della bobina. Per
meglio bilanciare canne sugli otto piedi si dà la preferenza attrezzi di categoria 3000 o 4000, che contengano almeno 150 metri di monofilo dello 0,28 millimetri o 200 metri di trecciato dello 0,25. Nylon o trecciato? Rimaniamo in campo fili perché in questa disciplina occorre valutare i pro e i contro dei più usati, ossia il classico monofilo di nylon e il più moderno trecciato in Dyneema. Il trecciato, per il diametro più ridotto permette lanci più lunghi, ha maggiore resistenza alla trazione.
NODO DI GIUNZIONE Il nodo Peña, per unire il trecciato in fibra Spectra caricato sul mulinello e il monofilo di un metro in fluorocarbon. Facile esecuzione e ottima tenuta.
SPINNING CLASSIC Per contro, si sfibra facilmente a contatto con sassi e massi, questi ultimi molto frequenti nelle zone frequentate dalle forti e maestose trote marmorate. Nylon: l’unico vantaggio è quello di una maggiore resistenza allo sfregamento su superfici rocciose. A sfavore abbiamo diametri proporzionalmente più alti, minore carico di rottura, eccessiva elasticità. Quindi meglio il trecciato, ma per la scarsa tenuta su rocce e sassi dei fondali, o le prismate lungo la riva? Un buon rimedio consiste nell’anteporre tra esca e trecciato un metro di fluorocarbon dello 0,28 millimetri collegato con un nodo speciale tipo il Peña. Quale diametro per il trecciato? Meglio stare abbondanti, per due buoni motivi. Primo: stiamo parlando di una trota che, quando di buona stazza, ha un forza incredibile e, se perdessimo il pesce della vita per aver sbagliato la scelta del filo, non ce lo perdoneremmo mai. Secondo: essendo di un pesce da trattare con tutte le cure che impone la sua rarità, con lenze troppo sottili si correrebbe il rischio di prolungare inutilmente la durata del recupero della preda, con probabili gravi conseguenze per la sua incolumità. È capitato più volte, purtroppo, che i buoni propositi di rilascio siano falliti perché, a seguito di un combattimento un po’ troppo violento oltre che prolungato nel tempo, non si sia più riusciti a riossigenare convenientemente la trota, condannandola a morte sicura. Una lenza affidabile e robusta, quindi, ci permetterà di accelerare nei limiti del possibile il duello e anche le fasi di rilascio saranno più sicure per la sopravvivenza del nostro avversario.
A inizio stagione la grande trota del piano non ha ancora recuperato pienamente le energie perse durante la riproduzione e un lungo inverno avaro di cibo. I suoi attacchi ai nostri artificiali andranno quindi favoriti da recuperi piuttosto blandi e le nostre imitazioni di pesce foraggio dovranno funzionare perfettamente anche con queste trazioni lente. Ottimi a tale proposito sono i Real Winner nelle versioni Super Sinking da 7, 10 e 12 centimetri che nonostante il peso maggiorato per tenere meglio il fondo, si muovono a meraviglia. Colorazioni naturali in acque limpide e tendenti al giallo con acque opaline e giornate coperte.
L’attrezzo ideale per lo spinning medio pesante nelle acque dei grandi torrenti di fondovalle e dei fiumi di pianura è un mix perfetto di robustezza, leggerezza, bilanciatura e sensibilità. Come la Crown Hermitage da 8 piedi con potenza di lancio fino a un’oncia e mezza (40 grammi), perfetta per gestire lenze fino a 20 libbre e con azione veloce ma progressiva. Oppure le Sportex serie Absolut, Styx e Black Pearl sempre da 8 piedi e con potenze di lancio di circa 10-30 per fiumi e torrenti dalla piccola portata, mentre 20-55 per i grandi fiumi di fondovalle dove è possibile agganciare le trote più importanti ed è necessario gestire esche particolarmente voluminose in forti correnti. Canne tutte montate con anelli top di gamma e superbamente rifinite con componentistica di alto livello.
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TREMARELLA CON FABIO ZENI
Una disciplina che si è staccata dalla pesca classica alla trota lago è la tremarella, nome singolare che identifica il modo di recuperare esche naturali e artificiali con una cadenza particolarmente efficace quando i salmonidi si mostrano apatici e poco dinamici nell’abboccare. In compagnia di Fabio Zeni, campione e grande esperto di trota lago, abbiamo fatto un “ripasso” tecnico di questa specialità, con alcune importanti novità in campo attrezzature.
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TROTA LAGO
Parlare di “tremarella” per chi è avvezzo di pesca alla trota in laghetto può apparire un argomento banale, data la grande risonanza che questa particolare disciplina ha ottenuto in tutte le cave e i laghetti ove vengono immesse trote. Ma chi è alle prime armi non ha mai provato a “tremarellare” in laghetto e di conseguenza non ha mai apprezzato i vantaggi, in termini di catture, che questo modo particolare di recuperare l’esca comporta. La “tremarella” è una vera
e propria specialità che si è staccata dalla branca dello striscio in lago, è una tecnica ultraleggera che, al posto della classica bombarda, impiega piccole zavorre abbinate a un attrezzatura ultralight necessaria a vincere la ritrosia delle trote. Alla tremarella si ricorre infatti quando le nostre avversarie appaiono apatiche e poco interessate ad inseguire l’esca che si muove lineare e veloce. È una disciplina che può ribaltare le sorti di una giornata di pesca e, non a caso, è praticata molto spesso in gara.
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LE BASI
RECUPERI RITMATI: IL SEGRETO DELLA TREMARELLA Chi pesca a striscio in laghetto sa benissimo che, per ottenere un buon numero di abboccate, è fondamentale stimolare le trote a mangiare anche quando esse si mostrano indolenti . Pur essendo pesci di allevamento non è infatti certo che esse attacchino qualsiasi esca con la stessa disinvoltura esibita nel mangiare il cibo sintetico quando si trovavano nei vasconi di cemento. Anzi, una volta liberate nei laghetti di pesca sportiva esse possono andare incontro a lunghe fasi di abulia dettate da comportamenti anomali. Riconoscere una trota “apatica” in laghetto è facile: il pesce si aggira quasi a galla, molto spesso aggregandosi con i suoi simili in branchi compatti che si spostano pigramente. Con questi pesci avremo maggiori chances attuando una “tremarella” nelle loro vicinanze che potrà portare 52
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a catture a ripetizione. Le trote catturate saranno spesso di taglia medio piccola ma… pazienza: visto che la tremarella è una pesca
da farsi con attrezzatura leggera, e visto che le catture avverranno a buon ritmo, il divertimento sarà ugualmente assicurato.
AZIONE MIRATA La particolare flessibilità del vettino che impartisce la cadenza dell’esca a tremarella.
TROTA LAGO L’importante è… stimolare Le trote restie a mangiare vanno stimolate nella giusta maniera e qui entra in gioco tutto il potenziale della tremarella. Con questa tecnica vengono infatti attuati dei sistemi di recupero ritmati che rendono l’esca molto appetibile, pur mantenendo trazioni molto lente. L’esca viaggia in una precisa fascia d’acqua ma con una cadenza saltellante, con scatti e rilasci continui imposti dal pescatore. Attraverso questo recupero “tremarellato” l’esca acquista un movimento irresistibile stimolando la trota più riluttante a tentare un assaggio. Ma per ottenere questi movimenti è importante disporre di un’attrezzatura adeguata, leggera e sensibile, ed occorre che l’esca giri sempre su sé stessa anche nei recuperi più lenti. Canne dedicate Le canne da tremarella messe a punto dal campione Fabio Zeni
fanno parte dell’attrezzatura da striscio super leggero ed hanno perciò azione e dimensioni diverse dalle canne classiche per lo striscio con la bombarda. Si tratta di strumenti molto sensibili che vanno trattati con cura e usati con una certa abilità per ottenere il massimo delle prestazioni. Sono progettati per lanciare zavorre minime, piombini da pochi grammi e vetrini che arrivano al massimo a 8 grammi. La lunghezza ideale di una buona canna da tremarella si aggira sui quattro metri. Un attrezzo specifico per questa disciplina si riconosce anche dai numerosi passanti che servono a distribuire nel modo migliore lo sforzo del lancio sulla lunghezza complessiva della canna. Gli anelli migliori devono facilitare la fuoriuscita del nylon tenendolo lontano dal fusto che, soprattutto quando è bagnato, frena
moltissimo i lanci perché il filo vi striscia sopra. L’azione della canna da tremarella è un’altra caratteristica molto importante: deve essere piuttosto morbida e il cimino, in particolare, deve essere estremamente sensibile sia per trasmettere le vibrazioni all’esca nei recuperi tremarellati sia per meglio avvertire l’abboccata. Nelle sollecitazioni tipiche del recupero a tremarella il vettino deve flettersi per consentire alla zavorra, e quindi all’esca, di avanzare a saltelli ma restando il più possibile nelle vicinanze del gruppo delle trote.
CANNE STELLAR STRUMENTI SENSIBILI PER RICHIAMARE LE TROTE Le canne della serie Stellar e Seven Star firmate da Fabio Zeni sono specifiche per ogni disciplina dello striscio in laghetto. I modelli con azione 1, 2 e 3 per le Seven Star e 0, 1, 2, 3 e 4 per le Stellar sono tarati sulla tremarella nelle varie tipologie di pesca: spaziano dalla pesca di ricerca con i piombini più piccoli alla pesca veloce con piombi e vetrini. Parabolicità del fusto e sensibilità del vettino cambiano in funzione della tecnica di recupero e del livello di aggressività delle trote.
SUPERLIGHT Azioni a bassa numerazione per una pesca di ricerca e per trote diffidenti o apatiche. MAJORA MAGAZINE
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ATTREZZATURA AL TOP
RECUPERI ROTANTI E RITMATI: IL SEGRETO DELLA TREMARELLA Il movimento dell’esca a saltelli è alla base della pesca a tremarella, ma conta anche il movimento rotatorio, come gran parte delle tecniche di pesca a striscio in laghetto. Le vibrazioni emesse da una camola vera, o da una piccola imitazione sintetica, mentre gira sul proprio asse sono già una fonte di attrazione positiva per tutti salmonidi di laghetto; se, poi, questa rotazione è alternata dalle brevissime soste e ripartenze tipiche della cadenza “tremarellata”, il mix di onde sonore che scaturirà renderà l’innesco ancora più efficace. Tuttavia bisogna tener presente che gli inneschi da tremarella sono attuati con ami di piccole dimensioni poiché, per convincere le trote riluttanti, è importante anche scendere nella taglia dell’esca. Ottenere un innesco rotante con una mini esca non è semplicissimo, ma con un po’ di esperienza anche il meno abile dei pescatori
riuscirà a fare catture in serie e a divertirsi. Montatura semplicissima Grazie al recupero tremarellato l’esca avanza e si ferma in rapide sequenze, a scatti continui paragonabili a quelli di un gamberetto in fuga. Se a questo già invitante movimento si aggiunge la rotazione
e una certa variazione di velocità degli scatti si capisce come l’istinto aggressivo della trota non sappia trattenersi. La tremarella si effettua con una montatura composta da una zavorra, una girella e un finale di lunghezza variabile dai 30 centimetri al metro emmezzo. Le zavorre più usate sono piombi di varie forme (i cosiddetti piombini o striscini) catenelle di piombini oppure i cosiddetti vetrini. Forma e peso specifico della zavorra influenzano il comportamento dell’esca sott’acqua. Recuperi ad arte Il recupero si effettua con la sola canna: mentre questa si sposta su e giù bisogna far vibrare il vettino e tra un recupero e l’altro il filo in eccesso va recuperato con il mulinello. Tutti questi movimenti servono a far procedere l’esca rotante alla stessa
POCHI ED ESSENZIALI Essenziali, i componenti per la tremarella devono essere di alta qualità.
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TROTA LAGO profondità e a scatti. L’intensità delle vibrazioni e la velocità di spostamento della canna variano a seconda della distan za di lancio e della profondità di pesca. Dopo aver effettuato il lancio, non appena la lenza tocca l’acqua si chiude l’archetto del mulinello e si mette il filo in tensione; poi si può iniziare a recuperare subito, se vogliamo tenere l’esca presso la superficie, oppure iniziare a contare mentalmente fino a quando si inizia il recupero. Aumentando il conteggio dopo ogni lancio potremo sondare tutte le fasce d’acqua con metodo e fino alla mezz’acqua. Una volta avvertita una mangiata si smette di recuperare a tremarella e, muovendo la canna un poco verso l’alto per sostenere il piombo, si attende la partenza decisa della trota e poi si ferra, senza troppa potenza ma con velocità e decisione.
CERCHIAMO LA PERFEZIONE La sequenza perfetta dei passanti in una nuova Stellar da tremarella.
PIOMBI LIGHT LA ZAVORRA E’ TUTTA QUI Componenti fondamentali per questa disciplina, i piombini forati e plastificati devono portare l’esca alla giusta profondità senza bloccarne i movimenti tremarellati. Lunghezza, peso e spessore vanno selezionati in base alla profondità, alla velocità di affondamento e all’azione che si vuole impartire all’innesco.
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PARTICOLARI CHE CONTANO
ALTERNATIVE IMPORTANTI: I COMPONENTI HI- TECH La pesca a tremarella può apparire una tecnica elementare ma, come molto spesso accade nella pesca sportiva, sono spesso i particolari tecnici e le alternative dei componenti a rendere tutto più complesso ma anche redditizio, se vogliamo parlare di quantità di catture. A volte i semplici piombini non funzionano e, in sostituzione, possono rendere molto meglio i vetrini da striscio, anch’essi molto piccoli e leggeri. In acqua sono invisibili e danno maggiori garanzie in acque molto limpide o trote ultra sospettose. Hanno forma tozza o più allungata e si adattano a una pesca di ricerca metodica e rapida dopo un veloce affondamento oppure per una pesca in superficie. Sono davvero leggerissimi: da pochi decimi di grammo sino a due grammi!
Fluorocarbon al top*** Uno dei problemi più difficili da risolvere è la scelta del fluorocarbon, che da anni fa discutere tutti i pescatori e non solo gli agonisti della trota lago. Questo particolare monofilo, oltre alla proverbiale invisibilità, è mediamente più rigido e aiuta a percepire meglio le mangiate; la buona resistenza all’abrasione aiuta inoltre a salpare la preda con maggiore sicurezza nelle ultime fasi del recupero, quando madre lenza e finale possono strisciare pericolosamente sui fondali duri e spigolosi tipici di molti laghetti.
MONOFILI MADE IN JAPAN I monofili marchiati Stellar sono dei top quality made in Japan, apprezzati in moltissime tecniche oltre alla trota lago.
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ATTACCHI INVISIBILI E LA ZAVORRA CHE NON C’E’ I vetrini di tipo short a forma tozza e slim, più allungato, si usano nella tremarella come zavorre invisibili in acqua, con affondamento ridotto rispetto ai classici piombi, a causa del peso specifico minore tra i due materiali. Questi due fattori permettono di pescare con grammature più elevate, utili a raggiungere distanze maggiori pescando quasi appena sotto la superficie sfruttando anche le caratteristiche di invisibilità del vetro.
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