Majora Magazine N°3

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Majora Intelligent Fishing - Via Molina 80/10 Vignate (Mi) 20060 - +39 02 95364376 - info@majorafishing.com

Quadrimestrale di informazione pubblicitaria - Febbraio 2017 - N.3

ROD BUILDING

LE BASI

TROTA LAGO

A GALLA O POCO SOTTO

TECNICHE VERTICALI

IN MARE CON LA GOMMA

SPINNING

ASPI LIGHT



IN QUESTO NUMERO

UNA NUOVA STAGIONE DI PESCA

2 IN VETRINA

Una entusiasmante stagione di pesca sta per aprirsi e, puntuale come sempre, ecco il nuovo numero di Majora Magazine con tanti suggerimenti proposti dal nostro staff di esperti. Cominceremo con i consigli di Federico Bulgari, noto rod builder, che ci insegna come assemblare le canne partendo dalle basi. È poi la volta di un servizio di pesca all’aspio con attrezzatura da spinning leggero. Il siluro in acque fredde è l’obbiettivo dei mitici fratelli Ferrari che in questo numero ci danno le “dritte” su come cercarlo nei fondali. Non poteva mancare poi, la consueta lezione di Fabio Zeni che ci porta nei laghetti con tecniche di pesca a striscio molto selettive. Dopo il report sul Real Winner Day che si è svolto lo scorso autunno, ecco un servizio sulla pesca a feeder alla ricerca dei super barbi dei fiumi di pianura. Segue un servizio sulla trout area game con una serie di consigli che aiuteranno gli appassionati di questa disciplina ad arricchire il proprio bagaglio tecnico. Restando in campo spinning, con le soft bait del marchio francese Delalande andremo ad affrontare i pesci predatori marini. Infine, uno speciale sulle canne da spinning della tedesca Sportex, con ghiotte novità per la stagione 2017.

6 HI-TECH Rod building 12 SPINNING CLASSIC Aspi light, predatori in corrente 18 CAT FISHING Strategie di stagione 24 TROTA LAGO A galla o poco sotto 30 AGONISMO SPINNING Real Winner Day 34 FEEDER FISHING Barbi XXL 40 SPINNING Trout Area 46 TECNICHE VERTICALI In mare con la gomma 52 SPECIALE CANNE SPORTEX 58 TEST

Buona lettura

Quadrimestrale di informazione pubblicitaria Grafica e impaginazione: Davide Valla Testi: Renzo Della Valle Fotografie: archivio Majora, Renzo Della Valle, Davide Valla Stampa: Grafica F.B.M. s.r.l. Via C.Cattaneo, 3/5 – 20064 Gorgonzola Distribuzione gratuita nei negozi di pesca sportiva


IN VETRINA

DELALANDE NEO SHAD FUJI THREAD FLUO Per questo 2017 Fuji ha deciso di dare nelle mani dei rod builder una nuova gamma colori, di cui fa parte una piccola serie di fili dalla colorazione fluorescente, molto richiesti all’azienda nipponica dai pescatori di tutto il mondo. Ricordiamo che Fuji non produce solamente serie prestigiose di passanti universalmente riconosciuti come i migliori, ma anche una vasta componentistica per il mon-

taggio canne che si pone allo stesso livello degli anelli. La qualità dei nuovi thread è infatti la medesima di tutti i fili per legature di Fuji, ma con queste colorazioni l’effetto sulla canna sarà sensazionale. La serie è dedicata a tutti gli amanti delle legature che spiccano sul grezzo oppure per funzionalità, per legare gli ultimi anelli dei vettini e rendere le mangiate più evidenti, magari anche durante le ore notturne.

REAL WINNER SUPER SINKING 12cm Da anni veniva richiesto ai Fratelli Pasin, titolari del marchio Real Winner, un minnow per pescare in fiume, ma è stato necessario molto tempo e studio per dare l’assetto giusto a questo importante artificiale indispensabile per tutti i pescatori di marmorate. Quest’anno, finalmente, dopo numerosissimi test si è trovato il peso e l’assetto ideali inserendo questa versione con alcuni colori, quelli più utilizzati per questo af-

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fascinante salmonide. Il suo scodinzolio è frenetico e presenta un accentuato rolling in fase di caduta, ideale per sondare anche i diversi strati di un lago o di una buca raggiungendo più velocemente la profondità desiderata, alla ricerca di lucci e perca oppure per resistere alle fortissime correnti dove si nascondono le marmorate più belle, grazie anche al peso di 38 grammi. Nei colori saltwater è ideale anche per cercare pesci serra, lecce o palamite.

Il Néo Shad è un nuovo concept studiato e realizzato a stretto contatto con il Team Delalande France. Questa piccola e cicciotta softbait a forma di shad dalla coda molto pronunciata ha un nuoto unico, introvabile sul mercato. Nasce per la pesca alla spigola, dove nei vari test si è dimostrata insuperabile, ma ha già fatto innamorare numerosi pescatori d’acqua dolce specialmente per perca e persici. All’interno della mescola gommosa è presente la nuovissima gomma scentata, brevetto

di Delalande. Lo scent iniettato nel corpo del Néo Shad ha ingredienti segreti, ma è certamente composto da sostanze attiranti provenienti da pesci e crostacei. La funzione ultima è quella di unire alle caratteristiche attiranti tipiche degli shad gommosi (morbidezza naturale, vivacità di nuoto e realismo di forme) anche la componente sapore, che convince il pesce predatore a trattenere il Néo Shad per un tempo più lungo senza rigettarlo, consentendo al pescatore di ferrare con il dovuto tempismo.

CRAZY FISH NANO MINNOW Introdotto lo scorso anno sul mercato italiano, il marchio Crazy Fish ha raggiunto grande popolarità grazie alle numerose imitazioni “micro” gommose che contraddistinguono la sua produzione. Nano Minnow è un mini shad dal corpo sottile e agile. Grazie alla coda XL questa softbait offre il meglio delle sue prestazioni anche a velocità bassissime di recupero, permettendovi di stimolare i pesci meno attivi, ma grazie anche al corpo molto sottile, sarà perfetta per recuperi rit-

mati e ad alte velocità, dove la coda muoverà una gran quantità d’acqua facendo sbandare l’artificiale ad ogni stop. Innescato con ami, teste piombate e inneschi anti incaglio di appropriata misura (anch’essi disponibili su catalogo Crazy Fish), questa mini shad gommosa è tra le esche più usate per la street fishing, quando si va alla ricerca dei carnivori che popolano canali e rogge di pianura. Misure: 40 e 55 millimetri.


MAJORA PRESENTA

FUJI FROSTED SILVER WHITE MAJORTECH FALCON Dopo la fortunata serie di mulinelli a bobina fissa dotati di frizione anteriore e posteriore, Majortech presenta questo mulinello a bobina rotante dalle caratteristiche tecniche molto interessanti. Si tratta di un casting reel di tipo low profile, ossia a profilo ribassato che agevola la presa con la mano destra migliorando gittata e precisione dei lanci senza affaticare polso e braccio. Il corpo del Falcon è infatti

molto compresso, e lo spostamento verso il basso della ruota di comando riduce l’ingombro migliorando, tra l’altro, la bilanciatura con la canna. Il rischio di parrucche è eliminato grazie al freno di tipo magnetico regolabile. La frizione a stella consente una taratura perfetta sui carichi di rottura dei nylon di buon spessore (max 140 metri dello 0,26 mm). Rapporto di recupero 6,3:1 per 190 grammi di peso.

Un’importante novità per i rod builder italiani è l’introduzione da parte del top brand giapponese Fuji di una nuova colorazione per i telai degli anelli in Alconite. Il Frosted Silver White (Argento Bianco Satinato) è una struttura che darà un tocco di luce ai nostri montaggi, ideale sia per il saltwater sia per il freshwater. Alconite è attualmente il materiale sintetizzato da Fuji e usato per realizzare l’anello del passante con il migliore rapporto qualità prezzo in assoluto. Gli anelli in Alconite montati su telai delle

serie K satinati e rifiniti con la colorazione bianco argentea rappresentano un’ottima soluzione per il montaggio delle canne uso marino. Le telescopiche e le fisse uso saltwater meglio si adattano, infatti ad essere abbinate con i passanti Frosted Silver White. È il caso delle canne da surf, oppure quelle per la piccola e media traina, oppure ancora quelle da spinning mirate alla cattura di predatori di taglia. Le serie dei Frosted Silver White è molto ampia e atta a soddisfare qualsiasi esigenza di montaggio.

o esche che hanno bisogno di una grande reattività per essere mosse, sia in freshwater che saltwater. La gamma completa comprende ben 12 modelli, con i più corti che partono da 1.90 e 2,10 metri per il lancio di esche medio-leggere sino a quelli più lunghi, da 2,70 metri, per lo spinning medio, medio-pesante e pesante.

Sportex con il miglior rapporto qualità/prezzo sul mercato.

SPORTEX HYDRASPEED Tutte le serie di canne Sportex hanno caratteristiche uniche che le distinguono ponendole al top della produzione su scala internazionale. Potenza e velocità sono i punti di forza delle nuovissime Hydra Speed interamente progettate in Germania dal marchio che vanta più di 50 anni di attività. Le Hydra Speed sono canne che si distinguono per l’azione extra fast e una notevole riserva di potenza verso il tallone, sviluppando una poderosa “schiena” nella parte centrale. Grazie al grezzo realizzato in carbonio alto modulo risultano leggere e ultrasensibili. La bilanciatura è ottimale grazie anche alla perfetta colloca-

zione dei componenti. Hydra-Speed ha una incredibile capacità di caricare il lancio, permettendo di coprire lunghissime distanze con precisione millimetrica. Nessun rischio di rottura, con la sicurezza di poter disporre di 10 anni di garanzia a copertura dei blank. L’anellatura in SiC (carburo di silicio) garantisce lunga vita alla lenza, mentre il portamulinello originale Fuji assemblato su impugnatura in EVA della migliore qualità garantisce una presa salda del mulinello e un grippaggio della mano molto ergonomico. L’azione delle Hydra Speed le rende ideali per l’utilizzo di minnow, long jerk, plug, popper

Con i suoi 140 euro di partenza, questa serie si va ad inserire tra le canne

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IN VETRINA

FABIO ZENI SCATTO & DARDO MAJORTECH SPECIALIST Ogni passatempo è fatto anche di primi approcci e si sa bene che chi affronta una nuova esperienza come quella della pesca sportiva non sempre è disposto a un grande esborso per acquistare le prime attrezzature. Per questo esistono marchi e linee di produzione che puntano sul prodotto medio economico, in grado di soddisfare le esigenze del principiante che, nei suoi primi passi nel mondo della pesca, vuole spendere senza esagerare. La filosofia economica di Majortech va vista in questa ottica e tutti i prodotti rappresentati da questo

marchio vanno nella direzione del “giusto prezzo”, senza tuttavia dimenticare requisiti importanti quali l’affidabilità, una buona qualità e una grande varietà di prestazioni. La linea di fili Specialist entra di diritto in questa filosofia. Si tratta di lenze da mulinello di produzione giapponese che tuttavia sono alla portata di qualsiasi tasca. Grande varietà di diametri perfettamente calibrati con carichi di rottura all’altezza di ogni situazione. Tutta la gamma di fili Specialist by Majortech sono stati testati in ogni situazione per garantire il massimo delle prestazioni.

Nella dotazione di chi pesca la trota a striscio in laghetto le bombarde sono spesso essenziali, ma non rappresentano certo tutta questa disciplina. Spesso bisogna ricorrere ad altri tipi di zavorre, e i pescatori più esperti non mancano di fornirsi di particolari piombi che a volte si rivelano ancora più efficaci. Dalla vasta gamma di prodotti Fabio Zeni, Scatto è forse il piombo più rapido nell’azione di affondamento grazie alla sua particolare forma. L’asta in acciaio, che non flette durante il recupero, oltre che ad evitare grovigli del filo nell’azione di lancio, permette un movimento

SPORTEX SPINNING BAG Lo spinning, si sa, è la più dinamica tra le discipline sportive. Ogni azione che caratterizza questa tecnica è improntata a un dinamismo esasperato e, di conseguenza, è importante disporre sempre di accessori comodi e pratici che non devono limitare i movimenti né tantomeno appesantire troppo. Soprattutto chi pesca dalla riva, in acqua dolce o in mare, è obbligato a portarsi appresso il minimo indispensabile che va stipato in una borsa ben congegnata. Spinning Bag by Sportex è la borsa perfetta per gli amanti dello spinning in ogni tipo di

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più catturante rispetto ai suoi simili con l’astina in plastica. Viene spesso usato in gara nelle grammature basse per pesca in velocità anche in superficie, nella pesca a fondo nelle grammature più alte. Astina in acciaio inox. Dardo è il piombo rapido e preciso la cui forma gli permette di affondare molto velocemente ma di muoversi parallelo al fondo al primo richiamo del filo. È ideale nelle grammature basse per la pesca in velocità anche in superficie e fantastico nella pesca estiva di profondità grazie alle sue caratteristiche di movimento. Astina in acciaio inox.

acqua. Il materiale predominante con cui è realizzata è PVC che garantisce grande impermeabilità consentendo di pescare tranquillamente anche sotto la pioggia o in wading. Perfetta per contenere box extralarge, pinze e vari accessori. Due ampie tasche laterali consentono di tenere a portata di mano accessori di prima necessità, mentre in quella frontale possiamo inserire una tackle box di generose dimensioni. Disponibile in due modelli: 50x26x15 cm per quella di misura maggiore e 40x26x14 cm per quella più piccola.


I lipless Real Winner per lo spinning su mangianze e da riva si rivestono di una nuova pelle tutta completamente cromata. Inoltre, grazie ad un ulteriore processo chimico si è riusciti ad ottenere una nuova ed esclusiva livrea cromata con base rosa, colore che sempre più si sta affermando come il più efficace per molteplici condizioni in queste tipologie di pesca abbinato alle già esistenti livree PSRD e SRD. Disponibili nelle misure: 12cm - 60g 10cm - 40g 7cm - 20g 5cm - 14g


ROD BUILDING LE BASI TESTO E FOTO DI FEDERICO BULGARI - CUSTOM RODS www.bulgaricustomrods.com bulgarifederico@yahoo.it +39 340 4166473

Nell’assemblaggio delle canne, i componenti oggi disponibili permettono di ottenere lavori perfetti sia sotto il profilo funzionale sia sotto quello estetico. Merito soprattutto dei materiali di alta qualità come tutta la componentistica Fuji, ma anche l’abilità e l’esperienza costruttiva contano molto. Col supporto tecnico di Federico Bulgari, rod builder d’eccezione, ecco qualche consiglio di carattere generale su come affrontare il montaggio delle canne partendo dai concetti più basilari

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HI TECH

Per un vero appassionato di pesca il massimo della soddisfazione si ottiene realizzando in proprio l’attrezzatura da usare in acqua dolce o in mare. I campi ove mettere alla prova la propria capacità costruttiva sono numerosi; per esempio, oggi il fai da te delle esche artificiali è di gran voga, ma con un po’ di abilità è possibile assemblare anche una canna da pesca. Naturalmente, se vogliamo ottenere il massimo del risultato dovremo procurarci prodotti e componenti di primo livello, ma prima dovremo arricchire la nostra esperien-

za con una serie di nozioni di tipo tecnico che spesso derivano dalle aziende che tali prodotti hanno affinato grazie al loro know how tecnologico. Da anni l’azienda giapponese Fuji produce anelli, impugnature e componenti al top della tecnologia e, senza di essa, il risultato finale dei nostri sforzi produttivi sarebbe ben misera cosa. Vediamo in queste pagine, col supporto tecnico dell’esperto rod builder Federico Bulgari (bulgarifederico@yahoo. it) cosa bisogna conoscere e cosa si deve usare per ottenere un perfetto montaggio della canna.

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DA SAPERE

IL GREZZO E LE SUE CARATTERISTICHE CONOSCERLO PER OTTENERE IL MASSIMO Nel montaggio della canna tutto parte dal grezzo (blank in inglese) che intendiamo assemblare per ottenere la nostra canna da spinning, carpfishing, traina eccetera. Il montaggio più semplice ricorre a grezzi in due pezzi di misura uguale o differente, in quanto gli anelli che andremo a montare saranno fissi e quindi più facili da posizionare e successivamente legare. Gran parte dei blank attuali viene costruita avvolgendo fogli di carbonio impregnati di resine su dei mandrini. Il punto dove inizia e finisce l’avvolgimento determina la cosiddetta “spina” di esso in quanto si crea uno spessore maggiore. La spina non è visibile ad occhio nudo ma 8

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si può facilmente trovare: flettendo e facendo ruotare il blank poggiandolo con la base (“butt”) a terra, esso tende a scattare in una determinata posizione (sempre la stessa). Ecco, quella è la spina. In realtà ne esistono di due tipi, spina e controspina, sarà la nostra esperienza a farci individuare quella che tra le due trasmette maggiore resistenza. Sull’asse della spina andremo poi a posizionare gli anelli e la placca perché è dove il grezzo piega senza subire torsioni innaturali.

Scegliamo i componenti

In commercio si trovano molti componenti diversi: plac-

che di ogni genere, minuterie metalliche e anelli adatti ad ogni tipologia di montaggio. Tutti questi articoli vanno scelti in base alla tipologia di grezzo che si intende montare. È evidente che le canne hanno caratteristiche molto diverse in relazione al tipo di pesca che faremo; quindi, oltre all’aspetto estetico, una canna da carpfishing ha caratteristiche molto diverse rispetto ad una da spinning per cui dovremo considerare quello tecnico. Vediamo di fare un esempio: scegliamo un blank da spinning adatto alla pesca del black bass da utilizzare con esche in silicone e montaggi Texas da montare per il casting; un grezzo con spicca-


HI TECH te doti di rapidità e sensibilità con un range di casting adatto alle grammature che andremo ad utilizzare. Per questo tipo di tecnica preferisco utilizzare placche Fuji ACS o PTS, che hanno aree esposte al grezzo, ne permettono il diretto contatto e ne esaltano le doti di sensibilità. Per quanto riguarda l’anellatura opterei per una soluzione moderna come potrebbe essere la combinazione dei modelli Fuji T-KWTG10-5.5 e T-KBTG4*3 T-KTTG4*4 con apicale T-LGTT 4 che, grazie ai ponti molto bassi e rigidi, trasmettono ogni vibrazione del filo alla canna. Il telaio di questi anelli è in titanio e ci garantisce estrema leggerezza; la pietra invece è in Torzite, un materiale che non ha eguali; resistente, leggero ed estremamente liscio, adatto ad essere utilizzato con ogni tipo di filato, treccia o nylon che sia. Le misure di questi anelli sono molto piccole rispetto alle tendenze di qualche anno fa ed assicurano estrema precisione di lancio sia nel corto sia nel lungo raggio.

UN PO’ DI OCCORRENTE CHROMA SEAL - COLOR PRESERVER

Mantiene i colori delle legature originali e brillanti. Idrorepellente, flessibile e antiingiallimento.

PROFESSIONAL PRIMER & C.P.

Prodotto con policarbonati a base acquosa con la prerogativa aggrappante. Permette una adesione ottimale fra materiali quali il carbonio, vetro resina o superfici verniciate con i fili di montaggio e le vernici di finitura. Fissaggi di anelli tenaci , color preserver, alta resa e veloce applicazione per un rod building di alto livello

HARD A+B EPOXY

Prodotto espressamente per legature E’ al top per brillantezza, adesione, flessibilità. Ottima fluidita’ che facilita l’applicazione e il livellamento durante la rotazione. Una finitura superlativa di lunga durata e senza ingiallimento.

ULTIMATE GEL - IMPUGNATURE Per l’applicazione e fissaggio. Due componenti che velocizzano il montaggio di ghiere, impugnature, portamulinelli, tappi e gimbal. Riempitivo eccellente, indurimento in 15’, adesione perfetta senza scricchiolii.

EVA HIGH DENSITY Le impugnature devono essere funzionali per ottimizzare l’utilizzo della canna per il lancio e il recupero e rendere le stesse esteticamente piacevoli. Al fine di soddisfare le innumerevoli esigenze di costruzione mettiamo a disposizione una gamma ampia per diametri, fori interni, lunghezze e sagome di EVA ad alta densità, il quale offre una superficie di ottima finitura e resistenza all’abrasione.

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IL MONTAGGIO

UN TOCCO DI CLASSE LEGATURE E DECORAZIONI Fino ad ora abbiamo considerato l’aspetto più tecnico del montaggio, ma quando si tratta di una canna artigianale l’aspetto estetico diventa un elemento importante. Impreziosire la canna con un bel tappo, minuteria metallica e dettagli in carbonio credo sia indispensabile. Tornire in modo originale il calcio, sia esso in sughero o eva, dona alla canna unicità assoluta. Durante il montaggio ci dobbiamo inoltre dedicare alla decorazione della stessa con legature particolari utilizzando tecniche tipo il marbling, il weaving, il wrapping cross eccetera. Prima, tuttavia, dovremo procedere alla sistemazione dei componenti principali.

FISSAGGIO DELLA PLACCA

Per fissare al grezzo la placca portamulinello è necessario dargli spessore. Esistono diversi sistemi adatti allo scopo: il nastro di carta, il nastro di fibra di vetro e gli arbor (tubi di grafite o poliuretano espanso). Una volta che il grezzo è delle dimensioni corrette, si provvede a miscelare la resina bicomponente in gel. Il composto ottenuto verrà distribuito generosamente nel punto da ingrandire, in seguito è necessario far scivolare la placca assicurandoci di pulire l’eccesso di resina.

LEGATURE E VERNICIATURE Scelto il taper andremo a fissare temporaneamente gli anelli nella posizione corretta con del nastro di carta poi, utilizzando filati specifici da rod building, legheremo i nostri anelli. In seguito è necessario controllare che placca ed anelli siano in asse. La inevitabili imperfezioni di posizionamento andranno sistemate. A questo punto, aiutandoci con un rod dryer, stenderemo la resina epossidica bicomponente accuratamente miscelata partendo sempre dall’inizio della legatura. Stenderemo la resina in modo che questa abbia il tempo di penetrare perfettamente sotto il filo riempiendo il vuoto tra filo ed anello. Probabilmente, durante questa operazione, si formeranno delle piccole bollicine di aria che elimineremo con la fiamma di un accendino, passandoci sopra velocemente. Perché la canna si asciughi in modo adeguato serviranno dalle 6 alle 8 ore, la canna va mantenuta sul rod dryer. Mi raccomando, aspettate almeno una settimana prima di portare la vostra nuova canna a pesca con voi!

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HI TECH PARTICOLARI CHE CONTANO TECNOLOGIA E FINITURE ESTETICHE Nell’assemblare la canna possiamo utilizzare componenti che migliorano le performance dell’attrezzo risultando avveniristiche nel look. Certi portamulinelli, ad esempio, sono integrati nell’impugnatura e lasciano scoperto il blank sottostante per migliorare la sensibilità dell’attrezzo durante il recupero dell’esca o per aumentare la percezione dell’abboccata. Portamulinelli di questo tipo si usano molto spesso nelle varie tecniche dello spinning. Oppure, sempre a proposito di impugnature, possiamo optare per le versioni splittate ossia divise in due parti delle quali quella alla base può servire ad impugnare meglio la canna nel lancio a due mani oppure a bilanciare la canna. L’impiego di neoprene o EVA lavorati con disegni speciali, al posto del classico sughero, aggiunge modernità e un tocco di personalizzazione uniche.

I CONSIGLI DELL’ESPERTO ECCO ALCUNI SCHEMI DI MONTAGGIO SUGGERITI DAI TECNICI FUJI

ASSEM B L AG G I O P E RS O N A L I ZZATO CA N N E DA

C A RP F I S H I N G

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ASPI LIGHT C’è un nuovo predatore che polarizza l’attenzione degli spinner del nord Italia, ormai presente in tanti fiumi e canali. L’aspio è un ciprinide come il cavedano ma dall’indole strettamente carnivora al pari della trota o del luccio. Un pesce dalle caratteristiche sportive molto interessanti che, soprattutto nei mesi invernali, accentua l’attività di caccia diventando vulnerabile nei confronti delle imitazioni del pesce foraggio.

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SPINNING CLASSIC

Vorace, elusivo, fulmineo, opportunista, imprevedibile… si sprecano gli attributi per l’aspio, l’ultimo dei pesci predatori alloctoni giunti nelle nostre acque e ormai presente in quasi tutti i fiumi e canali tributari del Po. Un pesce dalle qualità molto interessanti che può raggiungere svariati chili di peso e che accomuna le migliori doti dei carnivori nostrani: abboccata fulminea, difesa potente, imprevedibilità di comportamento, taglia massima di alcuni chilogrammi… Ce n’è già abbastanza per pensare di impostare da subito qualche battuta diretta alla sua cattura, anche perché i mesi invernali sono i

migliori per sperare di prendere gli esemplari più grandi e combattivi. La caccia all’aspio accomuna le caratteristiche della trota, del luccio e del cavedano in un mix di grande sportività. Altro pregio, quello di poterlo insidiare a spinning leggero che esalta le sue caratteristiche di lottatore permettendoci di affrontare grandi fiumi come il Po o il basso Adda con un’attrezzatura minimale. Liberi nei movimenti e muniti di una manciata di artificiali, potremo percorrere chilometri del nostro corso d’acqua preferito in attesa di sentire la “botta” improvvisa e potente di un grosso aspio in caccia.

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FIUMI DI PIANURA

GLI SPOT: DOVE SUL FIUME Non è ben nota la zona dalla quale si sono diffusi gli aspi nelle nostre acque; si presume che, verso la metà degli anni ’90, i ripopolamenti dei campi gara nel cremonese con materiale ittico proveniente dall’est Europa abbiano permesso a questo ciprinide di raggiungere il Po e da qui diffondersi verso tutti gli affluenti, principalmente quelli di sinistra: basso Adda, basso Ticino, Mincio, Oglio e tutti i canali ad essi collegati. Oggi troviamo popolazioni stabili di aspio in tutto il Po fino alle porte di Torino e non è escluso che, in un futuro prossimo, potremo trovare questo ciprinide anche nei grandi laghi subalpini. L’aspio è comunque una spe14

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cie che ama i fiumi di buona portata, con acqua non limpidissima dove può nascondere meglio la propria sagoma di pesce carnivoro e portare attacchi vincenti alla minutaglia. Anche se può raggiungere alcuni chilogrammi di peso, questo ciprinide preferisce cacciare pesci di taglia piccola. Nel fiume predilige i tratti con buona corrente a filo delle massicciate nel periodo estivo e le buche nel tratto iniziale in autunno e inverno. Fatto strano, il periodo della riproduzione è anticipato di parecchio rispetto a cavedani, scardole e barbi nostrani: lo possiamo trovare in frega già in febbraio e questa fase lo porta a formare branchi

cospicui, spesso costituiti da esemplari di ottima taglia, che si spostano in massa lungo l’asta principale del fiume con una buona vena di corrente e fondali si sabbia e ghiaia; qui le grosse femmine si appresteranno a deporre le uova e i maschi più piccoli a fecondarle. Importante è comunque la disponibilità di pesce foraggio, che l’aspio caccia con grande abilità tutto l’anno.

Predatori e prede

Da buon pesce carnivoro al vertice della catena alimentare, l’aspio si nutre principalmente di pesci più piccoli e soprattutto dei branchi di pesce foraggio che trova nel suo habitat. Al primo posto


SPINNING CLASSIC troviamo le alborelle, ma in mancanza di queste ripiega su piccoli gardon, scardolette, barbetti e, in mancanza d’altro, anche i propri simili allo stadio giovanile! Fatto interessante, la taglia media di tutte le sue prede non è molto elevata, forse per il fatto che la sua bocca è priva di una vera dentatura e quindi, per trattenere le sue vittime, è importante soprattutto che la loro taglia non sia elevata. D’inverno è pertanto fondamentale, prima di selezionare le esche artificiali, trovare i branchi di pesce foraggio che, nel periodo invernale, preferiscono sostare negli avvallamenti del letto principale dl fiume: buche profonde anche svariati metri, con ostacoli vegetali e minerali che smorzano la corrente creando un riparo sicuro. Ottime, di solito, sono le massicciate e le prismate che si aprono

su fondali marcati a corrente lenta; nel tratto iniziale e finale, dove la corrente è veloce, potremo sperare di trovare gli aspi in caccia e di catturarne qualcuno di taglia XL. Va infatti tenuto presente che in acqua lenta o ferma l’aspio è difficile da convincere, mentre in corrente viva le sue diffidenze nei confronti dell’artificiale si attenuano, forse anche per il fatto che diventa aggressivo e più disposto a rischiare.

Attrezzatura ok

Abbiamo accennato alla necessità di affrontare l’aspio con l’attrezzatura da spinning leggero ma, viste le abitudini di caccia di questo interessante predatore e gli ambienti che predilige, occorre fare qualche precisazione in merito. Spesso, nei fiumi di grande portata comeil Po, gli spot da battere si

trovano sulla sponda opposta e necessitano lanci molto lunghi e precisi. Per questo la solita cannetta da spinning light da sette piedi va sostituita con un modello di pari potenza di lancio (8-18 grammi) ma lunga almeno 2,40 metri, che ci farà guadagnare preziosi metri nella gittata. I modelli con manico lungo possono essere agevolmente impugnati per lanciare a due mani, un vantaggio che ci permetterà di caricare meglio la canna e ottenere il massimo della distanza, oltre ad acquisire una superiore precisione. Anche il filo va selezionato a dovere: anziché il classico 0,22 di nylon opteremo per un trecciato o un fuso dello 0,15 (con aggiunta di spezzone di fluorocarbon finale), con lo scopo anch’esso di farci guadagnare metri nel lancio.

CONOSCIAMOLO BENE PER PESCARLO MEGLIO L’aspio (Aspius aspius) è un ciprinide a tutti gli effetti al pari del cavedano, ma già nelle taglie medio piccole accentua l’indole predatoria proprio come trote o persici, diventando rapidamente ittiofago. Proviene dalle acque dolci e salmastre, costiere e fluviali dell’Europa centro orientale e dell’Asia centrale, popola i bacini idrografici dell’Elba e del Danubio fino alla regione dei Kirghisi. Si tratta quindi di un ciprinide abituato ad acque fresche per gran parte dell’anno e si presume che da noi abbia trovato condizioni climatiche molto differenti che, comunque, lo avvantaggiano rispetto ai ciprinidi autoctoni. Infatti è assodato che inizia la frega, nel bacino del Po e affluenti, già in febbraio, anticipando nettamente la riproduzione dei “confratelli” cavedani che rientreranno nella sua dieta, assieme ad alborelle, piccole savette e pighi, non appena raggiungerà i due anni di età. MAJORA MAGAZINE

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ESCHE E TRUCCHI

PESCE FORAGGIO: CERCHIAMOLO E BINGO! Un branco di aspi che decide di svernare in una buca del fiume diventa rapidamente lo spauracchio di tutti i pesci che razzolano sul fondo. In poco tempo gli aspi localizzano i soggetti più piccoli e con precisione chirurgica li attaccano in gruppo, facendone man bassa in men che non si dica. Se il pesce foraggio si trova ancora in acque relativamente basse, al margine di una sabbiaia che sprofonda nella buca, gli aspi si produrranno in cacciate spettacolari molto simili a quelle del “cugino” cavedano che insegue le alborelle nel periodo estivo. Sono attimi frenetici che possono durare pochi secondi, ma se avremo la fortuna di essere vicini e lanciare con precisione il nostro artificiale proprio sopra la cacciata, l’attacco sarà quasi certo. Col pesce foraggio meno imbrancato e sparso un po’

PICCOLI MINNOW MOVIMENTI VIVACI E COLORI NATURALI

ovunque lungo la buca, le cacciate di massa sono meno frequenti e allora vedremo gli aspi attaccare da soli una singola preda, dopo averla attentamente selezionata. Tipiche di questi frangenti sono le bollate rumorose che l’aspio compie per ghermire un’alborella o un piccolo cavedano che pinneggiano tranquilli quasi a galla, attacchi improvvisi che il predatore compie sorprendendo la piccola preda e facendoci sobbalzare, tanto rumoroso è lo schiocco della sua mangiata a galla. Del resto, l’attacco dell’aspio è velocissimo grazie alla sua poderosa struttura e alle pinne potenti, al punto che spesso esso tende ad anticipare la piccola preda nella sua fuga, attaccandola in testa o a metà corpo. Un particolare da tenere presente e che ci avvantaggia nello scegliere

I Real Winner Sinking sono perfetti per la caccia all’aspio nei fiumi e canali di pianura. Il movimento vivace e naturale simula alla perfezione il pesce foraggio rappresentato da alborelle, gardon e piccoli cavedani. Le misure da 5 e 7 centimetri pesanti rispettivamente 5 e 10 grammi sviluppano vibrazioni attiranti richiamando l’attenzione dell’aspio anche da grandi distanze. La nuova colorazione VCRG è perfetta per le acque poco limpide dei fiumi di pianura.

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artificiali muniti di doppia ancoretta.

Piccole imitazioni

Anche se l’aspio può raggiungere e superare i sei chilogrammi, la taglia media delle sue prede è quasi sempre ridotta. Le sue preferenze vanno al gardon, all’alborella ma anche a cavedani, barbi e savette negli stadi giovanili di sviluppo. Va da sé che l’imitazione di questi ciprinidi deve essere sempre di piccola taglia; un minnow da aspio, palettato o lipless, è già grande quando raggiunge i dieci centimetri e in genere si preferiscono imitazioni sui 7-8 centimetri di lunghezza. Il funzionamento di questi artificiali deve essere impeccabile e “vivo” già dal primo ingresso in acqua. Infatti, se è in zona l’aspio è attratto dal “plof” dell’esca in acqua e può scattare deciso se l’artificiale si muove come un pesciolino terrorizzato già nel primo metro di recupero. Per ottenere questo effetto bisogna recuperare molto veloci, nonostante il freddo invernale e l’acqua non certo tiepida ci facciano indurre a rallentare il recupero; non dimentichiamo infatti che l’aspio proviene da fiumi freschi o freddi e quindi la sua reazione al richiamo di un’esca abilmente manovrata è


SPINNING CLASSIC sempre rapida e improvvisa.

Minnow classici

L’imitazione più classica di pesce foraggio, ossia il minnow palettato, deve essere di tipo sinking o suspending e dotato di ottima aerodinamicità per farci raggiungere con precisione target che possono essere distanti da riva. Tutta la serie dei Real Winner Sinking è efficace, con particolare riguardo per i modelli da 5, 7 e 10 centimetri. La taglia andrà selezionata in base alla specie di pesce foraggio presente: modelli piccoli per imitare alborelle e mini cavedani, un po’ più grandi per cavedanelli, barbetti e gardon. Sempre della Real Winner, la versione Super Sinking aggiunge peso

per raggiungere distanze da primato e sondare agevolmente i fondali quando gli aspi non mostrano di cacciare in acque basse. Il movimento è sempre vivace nonostante il peso maggiorato, ottimo per stimolare aspi grandi e piccoli all’attacco.

Vai col lipless

La versione “spalettata” dei minnow, ossia i lipless, è anch’essa efficace nella ricerca dell’aspio invernale. L’ottimo movimento sinuoso, in aggiunta a un effetto rollio che appare marcato nei migliori modelli, fa di questi artificiali una seconda buona scelta soprattutto per raggiungere bersagli lontanissimi, in abbinamento a un filo

trecciato che avremo caricato nei diametri dello 0,12-0,14 su bobine di discreta portata. Anche il lipless va recuperato, come i palettati, allegramente con brevi pause che daranno a questi artificiali l’effetto rollio necessario a convincere aspi poco aggressivi. Della Real Winner il Casting da 5 e 7 centimetri pesanti rispettivamente 5 e 11 grammi, sono perfetti per fondali medio bassi e aspi in caccia su prede veloci. In alternativa il Super Casting da 7 centimetri, pesante ben 15 grammi, consente di sondare fondali maggiori con recuperi più lenti e fasi di caduta che accentueranno il suo effetto rolling necessario a convincere aspi poco aggressivi.

SUPER PREDATORE Perfettamente strutturato per cacciare, l’aspio è un gran divoratore di pesce foraggio. Per la sua cattura selezioniamo le migliori imitazioni di pesciolini, con o senza paletta.

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STRATEGIE DI STAGIONE

I mesi invernali non rappresentano certo il periodo migliore per tentare la cattura del siluro, ma anche se le condizioni climatiche sono avverse qualche bel baffone è sempre disposto ad assaggiare le nostre esche. Occorre tuttavia conoscere a fondo le abitudini dei nostri avversari in questa stagione non facile e mettere in atto alcune tecniche “mirate” che il mondo del catfishing ci mette a disposizione. Come sempre ci avvarremo dei preziosi consigli dei fratelli Dino e Dario Ferrari.

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CATFISHING

Siluri d’inverno: un obbiettivo non facile da raggiungere, ma non impossibile! Certo, attaccare un bel siluro nel periodo che va da dicembre e febbraio non è semplice, poiché l’abbassarsi delle temperature aria/acqua e le giornate molto brevi inducono il baffone ad una sorta di letargo che lo spinge a sonnecchiare apatico, semi sprofondato nel limo dei fondali maggiori. Tuttavia, se sapremo stimolarlo a dovere, esso

non saprà resistere e spesso saranno gli esemplari più grossi a farsi vivi. Per indurli a mangiare occorrono tecniche molto particolari che devono far permanere l’esca davanti alle loro capaci bocche il più a lungo possibile, come nel caso della vertical fishing. E, ancora prima, è necessario capire dove stazionano le nostre ipotetiche prede onde evitare di perdere le poche ore di luce disponibile in una vana ricerca.

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AMBIENTE E SITUAZIONI

INVERNO: FIUME BASSO E ACQUA CHIARA Con il sopraggiungere dell’inverno la temperatura dell’acqua naturalmente scende, i cefali tornano in gran parte verso la foce e i siluri tendono a raggrupparsi in zone bene distinte. Uno dei principali spot dove ricercare il nostro amato siluro sono i giri d’acqua lenti e profondi che troviamo lungo il corso del fiume formati principalmente da massicciate che si estendono verso il centro del corso d’acqua. In questi tratti, con l’imbarcazione e con l’aiuto di uno o meglio ancora due motori elettrici sonderemo con la nostra esca tutto il fondale adiacente senza tralasciare nulla, facendo saltellare l’innesco su e giù toccando molto discretamen20

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CAMPIONI MONDIALI

Da venti anni i gemelli Dino e Dario Ferrari hanno fatto della pesca al siluro la loro passione preferita. Il loro record mondiale, che risale al febbraio 2015 e ha fatto fermare l’ago della bilancia a 127 chilogrammi per 2,67 metri di lunghezza, è stato fatto proprio nel periodo invernale e testimonia la possibilità di allamare grossi esemplari anche nella stagione più fredda dell’anno.


CATFISHING te il fondale, quasi accarezzandolo, per un’escursione di circa 50-70 centimetri: la lenza in questo caso deve restare quasi perpendicolare rispetto a noi. Di solito l’abboccata arriva quando l’esca giunge al culmine della salita e si traduce con una trazione violenta verso il basso, tipica del siluro che si è staccato dal fondo per ghermire la preda in salita, oppure in una lieve trazione che è in pratica una trattenuta del siluro a mezz’acqua; in questo caso il pesce ha aspirato l’esca e la mantiene in bocca senza tornare sul fondo.

Approcci “furbi”

È fondamentale la discrezione durante l’azione di pesca e un approccio silenzioso nell’affrontare la zona prescelta. Molte volte si assiste e vere e proprie “corse” veloci con l’imbarcazione sullo

spot, la barca si ferma all’improvviso, e l’equipaggio inizia subito l’azione di pesca lungo la sponda dove la barca è appena transitata: nulla di più sbagliato! Se stiamo scendendo lungo il corso del fiume e abbiamo già individuato lo spot dove iniziare l’azione di pesca ci dobbiamo fermare minimo cento metri a monte e lasciare che la barca scenda in scarroccio lungo la corrente del fiume con il motore spento. Solo quando le onde formate in precedenza cessano completamente si può iniziare l’azione di pesca. In questo modo saremo sicuri di non aver compromesso lo spot. Se invece stiamo risalendo il fiume, non dobbiamo assolutamente navigare sul tratto sul quale abbiamo intenzione di pescarci sopra; dovremo invece fare il giro più largo possibile sulla sponda opposta, portare

l’imbarcazione più a monte del posto di pesca in modo da approcciare lo spot senza onde che si infrangono sulla sponda del fiume o sullo scafo dell’imbarcazione. Se durante l’azione di pesca transita un’altra imbarcazione è meglio fermarsi se possibile, aspettare che le onde finiscano e poi iniziare l’azione di pesca. Questi sono “trucchi” fondamentali per iniziare ad approcciare un tratto di fiume in modo corretto, tenendo conto che la pressione di pesca al siluro è in forte aumento e questo pesce diventa sempre più sospettoso. La sua diffidenza può portarlo ad abbandonare completamente un tratto di fiume che a noi può apparire ideale ad ospitare questa specie e ciò spiega perché, più spesso di quanto non si creda, troveremo molte zone “da manuale” completamente deserte.

LE NOVITA’ DI CASA SPORTEX Quando si tratta di pescare il siluro dalla barca nel freddo dell’inverno, la scelta delle canne ricade quasi sempre sui modelli da vertical. Si tratta di canne dotate di grande potenza, in grado di gestire pesi che variano tra 100 e 250 grammi. C’è chi preferisce attrezzi dall’azione rigida, capaci di trasmettere meglio i segnali di abboccata del siluro e chi invece sceglie attrezzi più morbidi, che accompagnano meglio il movimento a saliscendi dell’esca rendendola più naturale. Team Waller Z Fireball Questa nuova canna abbina alla possibilità di manovrare perfettamente i nostri inneschi sul fondo a una straordinaria forza e rapidità, ferrando i grossi e robusti ami con un solo colpo. E grazie alla incredibile leggerezza della canna, è possibile pescare per ore e ore senza mai stancarsi. Team Waller Z Vertical Heavy È la risposta a tutti i pescatori che usano esche molto pesanti ingestibili con una normale canna da fireball. Il blank è stato completamente ridisegnato utilizzando la tecnologia HT Cross Winding e un grezzo in carbonio alto modulo, ottenendo una bilanciatura e una leggerezza eccezionali.

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TECNICA E TRUCCHI

SILURI APATICI: TORNIAMO SUL FONDO Torniamo ora all’azione di pesca. Dopo le massicciate che danno su fondali importanti, come secondo spot le sponde sabbiose che degradano in modo accentuato, dove notiamo un rallentamento della corrente del fiume, sono anch’esse molto valide con livelli bassi e acqua fredda. Qui l’azione migliore è la deriva frenata: rallentiamo l’imbarcazione con l’aiuto dei motori elettrici in modo che la nostra esca ci preceda di circa una decina di metri mentre la barca scende lentamente lungo il filo di corrente che generalmente si forma tra la corrente principale del fiume e la zona con meno velocità di corrente. Il piombo da usare va scelto in base alla profondità e alla velocità della corrente del fiume; in genere varia tra i 120 e i 180 grammi. Un consiglio importante: meglio limitare il peso il più possibile perché meno peso significa meno rumore e il trecciato in acqua fischia meno. Quando

è possibile cerchiamo anche di variare le dimensioni dell’esca, questo aiuta a rendere il siluro meno diffidente e più propenso all’attacco. Anche il trecciato usato sul mulinello deve essere liscio e sottile, tra lo 0,40 e lo 0,50 circa; ma di trecciati e terminali ne parleremo meglio in una prossima occasione.

Spot alternativi

Non sono da tralasciare le

lanche con una discreta profondità, almeno 7-8 metri e tutti quei tratti di fiume dove la corrente viene rallentata da ostacoli artificiali o naturali che abbiano una buona profondità. Anche qui è fondamentale un approccio metodico e discreto, tenendo soprattutto presente che in acqua ferma o lenta i suoni si propagano molto più facilmente arrivando sul fondo più nitidi e facili da percepire dal siluro: qualsiasi rumore

UN GRANDE CLASSICO Lo Shad GT, imitazione classica di pesce foraggio ora disponibile anche nelle misure da 18 e 22 centimetri. 22

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CATFISHING anomalo che arriva dalla nostra barca può mettere in allarme il baffone che, anche se rallentato nei riflessi dall’acqua fredda, tenderà a rifiutare la nostra presentazione oppure ad attaccare con minore determinazione.

Esche e inneschi

La tecnica a vertical ha selezionato drasticamente le esche, che per funzionare al meglio nei numerosissimi rischiami a saliscendi devono assolvere a determinate caratteristiche. Tralasciando il pesce morto innescato con sistema Drachkovitch o simi-

li, per questa occasione punteremo ai pesci di gomma morbida, dei quali il marchio francese Delalande dispone di una grande varietà, molti dei quali di grande misura e quindi adatti alla ricerca del siluro XL. Tutti i pesci di gomma vanno adeguatamente piombati per mantenere un contatto costante sul fondo anche in presenza di correnti sostenute o di fondali che possono superare i dieci metri. Quasi sempre si ricorre a piombi sferici nei quali è fusa la montatura che serve a collegare da una parte il finale e dall’altra l’armatura. Dela-

lande produce ami piombati con testa sferica con amo del 9/0 che arrivano a pesare 80 grammi e che possono andare bene per innescare shad gommosi di media misura. Interessanti anche i piombi Boulboule che migliorano la presentazione dell’imitazione gommosa rendendola più naturale. Altro piombo ideato soprattutto per l’innesco di pesci vivi o morti ma che si adegua anche all’innesco di pesci di gomma è il nuovo Excit’ Ball disponibile anche in pesi notevoli e perfetto per sondare fondali notevoli o correnti sostenute.

SWAT HEAD Testa snodata ideale per l’innesco dello Swat Shad, disponibile anche nella misura da 60 grammi.

BOULBOULE La testa dispone di tre occhielli, uno per il fissaggio alla lenza, gli altri due per armare l’esca utilizzando braccioli del materiale che preferite.

GT HEAD Ideale per qualsiasi tipo di esca, dagli shad ai grubtail. Offre la possibilità di innescare l’esca sia con ami da Texas sia con ami standard.

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A GALLA O POCO SOTTO

LAGHETTI HAPPY - LOC. PRADOSSI, COMUNE DI MONTIRONE (BS), VIA BELLEGUARDELLO 37

Nelle sue infinite sfaccettature la pesca a striscio comprende anche tecniche che possono regalare forti emozioni poiché la trota viene insidiata quasi a vista, e vederla mangiare le nostre camole suscita stati adrenalinici impagabili. Come? Con l’uso di particolari bombarde dalla galleggiabilità calcolata per far viaggiare l’esca poco sotto la superficie. Ce lo spiega il nostro campione Fabio Zeni che in questa specialità è un vero maestro

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TROTA LAGO

La pesca “a bombarda” viene così definita perché la componente principale di questa disciplina è un galleggiante sapientemente piombato che ha la funzione di portare la nostra esca alla profondità desiderata, disegnando nel recupero traiettorie che hanno il compito di rintracciare i branchi di trote stimolandole ad abboccare. In realtà le bombarde altro non sono che una componente della più vasta disciplina della pesca a striscio ove esse possono anche non essere impiegate

per lasciare il posto alla sola montatura a base di piombini (si parla in questo caso proprio di “pesca a piombino” con le tecniche della tremarella e del salterello). Ma ci sono anche tecniche che ricorrono a galleggianti di forma particolare, che in parte si sono evoluti dalle bombarde e che in questi ultimi tempi stanno riscuotendo parecchio successo nei laghetti italiani ripopolati a trote. È proprio quello di cui ci andremo ad occupare in questo servizio.

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LE BASI

TROTE A VISTA O QUASI: RECUPERI LENTI E CALCOLATI In certi periodi dell’anno, che possono variare parecchio a seconda della latitudine sul nostro territorio, ma anche in base alla conformazione del laghetto e al suo apporto idrico, le trote si aggirano lente e indolenti presso la riva e stimolarle con le consuete bombarde o a piombino spesso porta solo a scarse catture. Occorrono recuperi più calcolati, con richiami verso la superficie e lente discese verso il fondo, con la doppia camola innescata col sistema rotante che si muove anche mentre guadagna la

CONTROLLO E SENSIBILITÀ

Nella pesca sottoriva con le trote ben visibili self control e dimestichezza con l’attrezzatura sono tutto o… quasi 26

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profondità. In queste condizioni sicuramente difficili per la pesca, le consuete bombarde con diversa galleggiabilità risultano poco efficaci poiché l’esca va manipolata con cadenze lentissime e nei primissimi strati d’acqua. A volte può funzionare un gal-

leggiante di tipo classico, ma l’evoluzione dello striscio in laghetto ha portato allo sviluppo di particolari bombarde con galleggiabilità G pari a zero che svolgono un ruolo molto più efficace. Le Flutter messe a punto da Fabio Zeni svolgono al meglio questa


TROTA LAGO funzione permettendoci di pescare sia nel sottoriva con trote “a vista” sia al largo con lanci precisi ad intercettare le trote che stazionano pigre appena sotto la superficie.

Le condizioni ideali

Come si è detto, pescare con bombarde dalla galleggiabilità zero è quasi d’obbligo se le trote non paiono interessate a esche che si muovono in profondità e con cadenze medio veloci. Una riprova di quando detto l’abbiamo avuta lo scorso gennaio presso i Laghetti Happy di Montirone (BS). Il bacino più profondo è caratterizzato da acque limpidissime nei mesi freddi e le bellissime trote che lo popolano si possono quasi contare nel loro vagare sottoriva e presso la superficie. In certe situazioni tuttavia esse si mostrano piuttosto indolenti, ed è proprio quello che è accaduto nella realizzazione di questo servizio. L’unico modo per convincerle a mangiare è stato quello di ricorrere a una Flutter scelta nelle misure più piccole e discrete per portare la doppia camola davanti ai musi delle trote per vederle abboccare con una certa decisione. Condizioni di apatia, quasi un rifiuto dell’esca, da parte delle trote, le possiamo riscontrare in diversi periodi dell’anno e questo porta a un impiego sempre più ricorrente delle bombarde galleggianti. Una fase “critica” si verifica per esempio anche in autunno quando, per le

acque ancora tiepide e poco ossigenate, le trote stazionano al largo quasi immobili. Con un galleggiante normale sarebbe impossibile raggiungerle, ed ecco tornare utili le Flutter che, scelte nelle misure maggiori, dispongono del peso necessario per arrivare sui branchi distanti anche svariate decine di metri dalla riva.

Cadenze variate

Un altro vantaggio offerto dalle Flutter è quello di poter variare il recupero o più semplicemente, di non esercitarlo affatto! Grazie alla forma attentamente studiata e all’impiego di EVA, un materiale poliuretanico molto galleggiante e praticamente indistruttibile, le

Flutter risultano molto reattive nei recuperi s strappetti, la qual cosa permette di variare i recuperi attuando una serie di strappatine che faranno avanzare l’esca in maniera molto invitante verso la superficie. Rilasciando il recupero, invece, la doppia camola o il vermetto torneranno lentamente verso il fondo roteando pigramente. Un recupero combinato di questo tipo molto spesso si rivela vincente, ma possiamo anche lasciare la Flutter completamente ferma e usarla come un normale galleggiante. La notevole galleggiabilità della bombarda segnalerà la mangiata della trota in maniera decisa, rendendola visibile anche a grande distanza.

FLUTTER: UN PO’ BOMBARDA, UN PO’ GALLEGGIANTE

L’uso delle bombarde galleggianti, a galleggiabilità zero è sempre più frequente nei nostri laghetti ed è spesso risolutivo quando le trote si mostrano apatiche e indolenti, a galla nel sottoriva o in branco al largo. La Flutter, messa a punto dall’esperienza di Fabio Zeni, rappresenta una grande innovazione nella pesca della trota in laghetto,. Il materiale scelto per il corpo è EVA della migliore qualità, leggerissimo ma indistruttibile. La struttura superficiale della Flutter comprende delle ondulazioni che durante il recupero creano una turbolenza che attira il pesce verso la superficie dell’acqua, portandolo dritto verso l’esca. Le misure disponibili pesano rispettivamente 6-8-10-12-15 grammi. Useremo le più leggere per la ricerca sottoriva e per non intimorire troppo le trote, mentre quelle più pesanti per cercare i branchi di pesce che stazionano al largo.

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L’ATTREZZATURA

TROTE ATTIVE: LA PESCA DIVENTA “VIRTUOSA” Sin qui abbiamo parlato di trote molto apatiche, che si aggirano quasi a galla e che attaccano solo esche dal movimento altalenante e molto lento. Ma possono crearsi situazioni (per nostra fortuna!) più favorevoli nelle quali i salmonidi mordono volentieri su recuperi più veloci e lineari, Queste condizioni possono verificarsi se l’acqua non è proprio cristallina ma bene ossigenata, oppure se una

discreta brezza mette il pesce in movimento rendendolo abbastanza aggressivo. È la condizione migliore per trovare le trote attive, e d’inverno può capitare abbastanza spesso. Non sono necessarie bombarde molto pesanti anche perché le trote si portano sottoriva e perciò possiamo ricorrere a un’attrezzatura piuttosto leggera che avvantaggia la manovrabilità e il divertimento.

Virtuosa e galleggiabilità

Per scegliere bene quando bisogna usare bombarde a scarso affondamento occorre comprendere bene il concetto di “galleggiabilità” o G di una bombarda. I dati che ogni modello di bombarda riporta sul corpo sono due: il primo esprime in grammi il suo peso reale fuori dall’acqua (e quindi la lanciabilità), mentre il secondo esprime la G, ossia il peso che la bombarda assumerà in acqua e

VIRTUOSA: LA BOMBARDA RIVOLUZIONARIA PER I CAMPIONI

Questa serie di bombarde si caratterizza per la silhouette “a gobbe”, una forma che incanala l’aria durante il lancio facendo raggiungere alla bombarda distanze da primato. Nel recupero inoltre le gobbe agiscono da stabilizzatori, creando un canale di turbolenza che “imprigiona” la bombarda obbligandola a viaggiare perfettamente dritta. In più vengono a crearsi vibrazioni che attirano le trote anche da grandi distanze.

VIRTUOSA G1

Bombarda realizzata in poliuretano per la pesca appena sotto la superficie con affondamento di 45° verso il pescatore. Ideale per le stagioni più fredde o per pesci apatici stazionanti appena sotto il pelo dell’acqua. In pesca, tenendo il filo in tensione la bombarda avrà un assetto orizzontale.

VIRTUOSA G2

Bombarda in poliuretano molto simile nell’assetto alla G1 ma più rapida nella discesa. Ideale per la pesca appena sotto la superficie (con recupero veloce per pesci attivi) fino ad 1,5 metri di profondità (con recupero più lento per pesci apatici). La fascia rossa distingue il grado di affondamento.

VIRTUOSA G3

Bombarda realizzata in poliuretano con affondamento orizzontale e con spostamento in caduta di 45° verso l’esca, ideale per pesce rapido e attivo fino a 2 metri di profondità. La fascia intermedia color oro permette di distinguere immediatamente il grado di affondamento.

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TROTA LAGO quindi la sua velocità di affondamento. Abbiamo detto che le Flutter e tutte le bombarde per la pesca simil-galleggio di qualsiasi grammatura hanno una G pari a 0 mentre quelle che a noi interessano per cercare le trote poco sotto hanno una G pari e 1, 2 e 3. In pratica una bombarda con G uguale a 1 affonda con una velocità pari a un piombino di un grammo mentre una sua equivalente ma con G uguale a 2 affonda come un piombino da 2 grammi. Tutte le bombarde con G compresa tra 0 e 3 sono considerate da superficie e anche la serie Virtuosa con G1, G2e G3 entrano in questa categoria.

L’assetto giusto

Nella scelta di una bombarda di superficie è importante anche considerare il suo assetto di navigazione. Durante il recupero la bombarda può infatti mantenere un assetto perfettamente orizzontale che mantiene anche durante le fasi di rilascio. In genere queste bombarde, indipendentemente dalla loro G e dal loro affondamento più o meno lento, tendono risalire verso la superficie in maniera veloce. Le bombarde della serie Virtuosa hanno la caratteristica dello spostamento in caduta di 45 gradi verso l’esca nella serie G3, mentre per le G1 e G2 esse si pongono nell’affondamento con un’angolazione di 45 gradi verso il pescatore.

DA UN PROGETTO DI MASSIMO E FABIO ZENI: LA TROTA LAGO IN 11 MODELLI Nello striscio classico la canna riveste un ruolo importante. L’attrezzo deve assolvere a diverse caratteristiche, non ultima quella di poter scagliare con scioltezza bombarde medio pesanti a distanze notevoli, quando si tratta di trovare i branchi di trote distanti da riva e quasi a galla. Per questo motivo un attrezzo telescopico di una certa lunghezza, ben sopra i quattro metri di lunghezza, è di grande aiuto. Ma è importante anche disporre di cimini sensibili per decifrare mangiate non sempre decise a grande distanza da riva e con molto filo fuori. Trovare attrezzi di questo tipo non è facile e solo i modelli firmati dai campioni dello striscio possono certificarlo. La gamma delle telescopiche Stellar comprende ben undici modelli per ogni tecnica, dal piombino alla pesante bombarda. Firmate da Fabio Zeni, coprono tutte le tecniche di pesca a striscio maggiormente praticate nei nostri laghetti.

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REAL WINNER DAY

NUOVO LAGHETTO CANADINO - SPINO D’ADDA (CR) VIA CASCINA CANADINO 2

La popolare manifestazione sportiva, giunta alla sua quattordicesima edizione, si è svolta lo scorso dicembre presso il Nuovo Lago Canadino a Spino d’Adda (CR). Nonostante le condizioni avverse, un buon numero di appassionati si è trovato per darsi battaglia utilizzando, e con successo, gli artificiali da trout area del noto marchio milanese

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AGONISMO SPINNING

Le gare di pesca a spinning in laghetto sono in costante ascesa, merito anche della crescita di popolarità della “trout area game”, la disciplina di provenienza giapponese che ha elevato a vera e propria tecnica la pesca della trota con artificiali nei laghetti sportivi. Da noi, lo spinning nei laghetti e nelle cave ha da sempre raccolto un grande numero di estimatori, e le numerose edizioni che il Real Winner Day si è lasciato alle spalle ne sono la conferma.

Ma la diffusione della trout area game anche nei nostri laghi ha dato nuovo impulso a questa pesca facendo sì che le attrezzature e le esche artificiali selezionate per questa disciplina siano diventate molto numerose. Ovviamente, anche Real Winner vi si è interessata ampliando la sua produzione con nuovi minnow e nuovi mini spoon che, nel corso dell’ultima manifestazione tenutasi lo scorso Dicembre, non hanno mancato di garantire numerose catture ai partecipanti.

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STRATEGIE DA GARA

OTTIMIZZARE I TEMPI: LA REGOLA FONDAMENTALE La gara di pesca vede scandire i suoi tempi secondo precise regole alle quali chi partecipa non può sottrarsi e anche le competizioni di spinning non sono da meno. Nella primissima fase, quella seguente il fischio di apertura le trote sono di solito ben disposte nei confronti delle esche artificiali e tutti, chi più chi meno, possono conseguire catture. Se le operazioni di semina sono state fatte a dovere e i pesci non sono troppo intontiti dal trasporto o da condizioni ambientali critiche (acqua troppo fredda oppure poco ossigenata), le prime catture arrivano abbastanza facili. Bisogna tuttavia capire subito quali “gusti” mostrano le trote in quel momento 32

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e, parlando di trout area e di artificiali Real Winner nello specifico (obbligatori nel corso del Real Winner Day)

bisogna individuare subito il tipo di artificiale e quale genere di recupero funziona meglio. Di solito, visto che le


AGONISMO SPINNING trote sono ancora piuttosto tranquille, funzionano artificiali dalle dimensioni medio piccole dal nuoto regolare: la scelta può andare sul minnow sinking oppure sull’ondulante da qualche grammo. Chi indovina per primo quale tipo di esca funziona meglio e con quale tipo di recupero va impiegata può staccarsi di parecchi punti dagli altri concorrenti e ipotecare seriamente la vittoria già nella prima fase. Altra regoletta importante è quella di non perdere tempo nel cambiare troppe esche alla ricerca di quella buona: meglio puntare su quelle tre-quattro sulle quali si è fatta bene la mano e cambiarle fino a trovare in brevissimo tempo il modello e il colore giusti.

Verso il centro gara

Alla fine della prima prova i punteggi prendono forma e, nella classifica generale, cominciano ad emergere coloro che alle gare partecipano spesso ed hanno sviluppato un certo senso agonistico. Nei vari settori, infatti, dopo la prima ora si denotano gli agonisti puri, coloro che non si perdono una gara e che ormai hanno saputo ottimizzare i tempi affinando la ricerca delle trote. Trote che, dopo le mitragliate di lanci della prima sessione, si fanno via più nervose e riluttanti a mangiare. Quelle più aggressive si son fatte prendere nella prima mezz’ora di gara un po’ da chiunque e, nella

seconda fase, quelle rimaste sono sempre più difficili da convincere. Durante le prove dei Real Winner Day, tuttavia, l’organizzazione provvede a lanci supplementari di trote tra una sessione e l’altra con lo scopo di mantenere alto il numero delle abboccate. Del resto, è nello spirito di chi organizza questa manifestazione l’intento di far divertire tutti i partecipanti, al di là di quella che è la prova agonistica in sé. Gli iscritti alla gara devono innanzitutto svagarsi con numerose mangiate, oltre che divertirsi con le esche Real Winner e trovare nuovi stimoli per pescare anche fuori gara. È questa la filosofia del Real Winner Day che non è mai venuta meno in 14 anni di eventi.

Largo ai vincitori

Nell’ultima fase della manifestazione solo i più bravi riescono a conseguire catture e, se si sono comportati bene nelle fasi precedenti con un ritmo di catture, possono giungere alla fine con spe-

ranze di piazzarsi sul podio. Le trote nel frattempo si sono fatte molto apatiche, seguono poco e vanno stimolate con recuperi ad arte. Molto spesso bisogna scendere molto nella misura dell’artificiale e, a tale riguardo, possono rivelarsi essenziali i piccolissimi spoon da trout area come i nuovi Killer Trout. I campioni, poi, sanno cogliere variazioni minime nelle condizioni di acqua e aria (un lieve aumento della temperatura nelle ore centrali della giornata, una brezza anche lieve che aumenta l’attività delle trote in alcuni settori) che possono permettere qualche cattura in più. Alla fine, salvo sfacciati colpi di fortuna che nelle gare possono sempre capitare, il podio viene conquistato dai più bravi e caparbi, quelli dalla fiducia incrollabile che non hanno mai mollato nelle centinaia di lanci effettuati, E così è stato anche per questa prova, che ha messo sul podio i campioni di una manifestazione che ha garantito, anche questa volta, divertimento per tutti.

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BARBI XXL

La pesca a feeder è in costante ascesa tra gli appassionati italiani e questo scorcio d’inverno segna uno dei periodi migliori per tentare la cattura col pasturatore dei più grossi esemplari di barbi, nostrani ed europei. Teatro ideale delle operazioni è il grande fiume di pianura che, se affrontato con livelli e temperature giuste, può regalare le più belle catture dell’anno. Affrontiamolo con un’attrezzatura di qualità e le catture non tarderanno ad arrivare!

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FEEDER

La fine dell’inverno e l’inizio della primavera segnano uno dei periodi più favorevoli per insidiare i ciprinidi più grossi a feeder fishing. Stiamo parlando dei barbi europei di taglia XL che popolano i grandi fiumi del piano e che in questo passaggio di stagione seguono la scia di pastura rilasciata dal feeder per arrivare sul nostro amo sapientemente innescato. Dopo un lungo e freddo inverno questi ciprinidi appaiono meno sospettosi e anche

gli esemplari giganti possono finire, con un po’ di savoir faire, nel nostro guadino. Naturalmente, come sempre, occorre fare un po’ di esperienza e affinare quell’abilità che si cela in ogni bravo pescatore. Ma bisogna selezionare anche attrezzature di qualità perché i barbi di tre o quattro chilogrammi non perdonano errori tecnici. Prepariamoci quindi a battaglie epiche e approfittiamone ora perché il tempo è propizio!

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AMBIENTE E STRATEGIE

IL GROSSO COME SCELTA: UNA PESCA SENZA COMPROMESSI Un vantaggio offerto dal freddo invernale sta nella limitazione di attività dei pesci di piccola taglia che preferiscono intanarsi nei fondali del fiume in attesa di temperature più miti. Se abbiamo deciso di puntare agli esemplari più grossi di barbo, quindi, la nostra scelta sarà facilitata perché nei mesi invernali e fino a inizio primavera i “giganti” saranno più attivi e perciò più vulnerabili. Il barbo europeo (Barbus barbus), soprattutto, mostra di essere poco sensibile alle basse temperature e gli esemplari da foto ricordo verranno a far visita ai nostri ami con maggiore frequenza. Se la tecnica si semplifica alquanto, proprio perché la selezione della taglia vie36

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ne fatta “naturalmente”, così non è per la tattica. Si prendono i barbi, e si prendono grossi, solo se li si pesca dove ci sono. Sembra lapalissiano, ma non lo è poi così tanto.

D’inverno è abbastanza tipico cercare i pesci nelle zone più profonde, laddove l’acqua conserva qualche grado in più. I grossi barbi europei invece si trovano spesso e si


FEEDER pescano in fondali da un metro e mezzo, due, presso le curve formate dalle prismate, dove a volte il fiume si risolve in un basso e veloce raschio.

La canna giusta

Per le canne da barbo a feeder la produzione si divide tra modelli barbel rod e feeder rod. Una barbel rod è il tipico esempio di specializzazione inglese degli attrezzi da pesca orientato ovviamente al barbo. Normalmente si tratta di canne da 12’ (366 centimetri), in due sezioni, dotate di vetta cava (Avon) e di vetta in cui è possibile inserire i tipici quiver tips di differenti test curve. Una “comune” canna de feeder per il barbo in genere parte da una lunghezza di 13’ (393 centimetri), è in tre pezzi, ha un’anellatura molto più fitta e soprattutto ha differente azione e maggiore rapidità. In genere più parabolica e lenta la barbel rod, più progressiva e veloce la feeder rod. Alcune feeder rod per la pesca del barbo nei grandi fiumi dalle forti correnti sono addirittura esagerate, lunghe anche 480 centimetri, pesanti e spesso talmente sbilanciate da essere ingestibili. Fortunatamente ci sono in commercio canne adatte all’uso di pasturatori da 90-120 grammi, capaci di non spiombare in corrente, ma dal peso e dalla bilanciatura gradevoli e ampiamente gestibili, per godersi appieno il combattimento con un grosso barbo in tutta sportività.

SPORTEX - RAPID FEEDER

Questa bella serie targata Sportex si contraddistingue per la sua universalità e per l’elevatissimo rapporto qualità/prezzo. Il blank sottilissimo in carbonio alto modulo la rende una canna superefficiente al momento della ferrata e incredibilmente resistente durante i combattimenti più estenuanti. La forte schiena si congiunge tramite innesti alla cima e una volta messi in azione i segmenti scompariranno totalmente nella perfetta curva della canna. Per il barbo sceglieremo i modelli da 12 e 13 piedi entrambi con potenza di lancio compresa tra 90 e 120 grammi.

SPORTEX - EXCLUSIVE BARBEL

Una canna sviluppata per gli specialisti della pesca ai barbi. Leggera, potente e dotata di una sensibilità incredibile aiuterà prima a percepire, poi ad allamare ed infine a stancare questi incredibili pesci che amano vivere e cibarsi nelle correnti più forti. Una canna perfetta per tutte le tecniche con cui si possono insidiare questi pesci, e che si adatta anche al feeder medio e pesante. Grazie al versione con il doppio cimino avremo sempre la canna adattabile ad ogni occasione. Il modello Dual Tip è lungo 12 piedi e adotta due vettini da 1,75 e 2,25 libbre.

SPORTEX - HEAVY FEEDER

Questa serie annovera modelli tra i più potenti, adatti ad insidiare i barbi più grossi e studiati per lanciare pesanti pasturatori nelle forti e profonde correnti che caratterizzano i grandi fiumi di pianura. Nonostante la loro enorme forza, queste canne sono estremamente leggere, sensibili e bilanciate e la loro curva vi permetterà di combattere enormi prede e di stancarle in pochissimo tempo, pur facendovi divertire anche coi pesci di piccola taglia. Due i modelli disponibili lunghi rispettivamente 13 e 14 piedi con potenze di lancio entrambi da 160 a 210 grammi.

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L’ATTREZZATURA

SCEGLIAMO IL FEEDER: PASTURATORI A TUTTA PROVA Il pasturatore più usato e conosciuto dai cacciatori di barbi è senz’altro l’oval block end. Le versioni a pianta quadrata e sezione ovale, realizzati in robusta plastica hanno sempre dato il meglio con i barbi. Tuttavia un “piatto” oval block end tende a fare “ala” e a sollevarsi dal fondo appena la corrente si insinua sotto di sé a dispetto del piombo che porta. Per avere un riscontro immediato, prendiamo due feeder di uguale peso, uno oval e uno cilindrico usando la stessa canna, la stessa madrelenza e nella stessa cor-

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rente, e vedrete che quest’ultimo è più stabile. Certo, un oval block end spesso porta più pastura e bigattini. Ma è meglio metterne meno e dove vogliamo noi o lasciare il tutto in balia (è il caso di dirlo) della corrente? Attenzione però: a volte un feeder ballonzolante con la corrente è proprio quello che vogliono i barbi, oval o cilindrico che sia, a patto che siamo noi a controllarne l’azione e il movimento. Una valida alternativa è come sempre rappresentata dalle classiche “gabbiette” in metallo, da sempre ideali per

contenere i bigattini ai quali mischieremo anche un po’ di pastura per rallentarne la fuoriuscita.

Quale pastura?

Un’altra regola aurea che spesso viene infranta parlando barbi invernali è l’uso della pastura. Normalmente gli sfarinati vengono, e a ragione, ritenuti efficaci con una temperatura dell’acqua più calda, e perdono la loro attrattività col raffreddarsi dei fiumi. D’inverno, dicono i vecchi, meglio la “ciccia” dei cagnotti che le briciole della pastu-


FEEDER ra. Tuttavia un po’ di pastura salata, con sfarinati di pesce e formaggio, ha sempre dato buoni risultati anche con acque fredde, sia messa in piccole quantità nel feeder, a rallentare la fuoriuscita dei bigattini, sia lanciata sul fondo con qualche “boccia” ben

calibrata e lanciata sulla linea di pesca. Un ultimo consiglio: se cercate il barbo grosso, non cedete alle lusinghe di quella falsa sportività che impone microfili e ami infinitesimali. Meglio essere preparati al big senza rischiare di perdere

il pesce della vita e quindi terminali dallo 0,16 sino anche allo 0,25 (uno 0,18, per iniziare la battuta di pesca, è un ottimo compromesso), e, con bigattini come esca, ami che non si aprono, a gambo corto o medio del numero dal 16 al 12.

OCCHIO ALL’AMO! COMBATTIMENTI SICURI Nella pesca del grosso barbo di pianura un punto debole dell’intera montatura da feeder è l’amo, che va quindi scelto tra i modelli più robusti, in grado di reggere alle possenti tirate dei soggetti di taglia XL senza piegarsi o, peggio, rompersi. Gli ami proposti dal marchio Daikichi sono realizzati con il miglior acciaio.

2323R BN

Black Nickel

Amo a curvatura tonda e occhiello con microardiglione e punta affilata chimicamente. Struttura robusta indispensabile per catture impegnative in acque dolci a ledgering innescando bigattini, vermi o mais e in saltwater per saraghi e orate.

dimensioni reali*

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MAGGOT FEEDER

FEEDER METALLICI

Gli amanti dei feeder per bigattini apprezzeranno moltissimo i feeder Fun Fishing di tipo block end. La struttura è solida e affidabile, realizzata in plastica resistente agli urti e ai graffi. Il feeder è dotato di alette per stabilizzare il volo e per fare più presa sul fondo, così che non si muova con la corrente. Venduto in blister da due pezzi. Disponibile in due misure, small e large da 20 e 30 grammi.

Sono realizzati in metallo indeformabile e rivestiti da uno spesso strato di materiale plastico. Il piombo, anch’esso rivestito, è progettato per non emettere bagliori e mimetizzarsi alla perfezione una volta in acqua. Tutti i modelli (tranne il10g) sono dotati di un anello in acciaio rivestito in PVC nero, permettendo al feeder di rilasciare la pastura senza problemi. Venduti in blister da 2 pezzi in versione round rettangolare, quest’ultima nei pesi da 50 e 80 grammi. MAJORA MAGAZINE

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FILOSOFIA E TECNICA

Il bello dello spinning sta anche nella varietà di tecniche che lo compongono e che spaziano dal lancio pesante con artificiali molto voluminosi al lancio ultraleggero con esche che sfiorano il grammo di peso. Questa seconda branca in particolare ha subìto recentemente una notevole spinta grazie all’introduzione della “trout area game”, una particolare disciplina di origine giapponese che permette di pescare le trote dei laghetti con attrezzatura minimale ed esche artificiali in materiale rigido piccolissime.

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TROUT AREA

Una tecnica dinamica e sicuramente affascinante che ha preso rapidamente spazio tra i cultori dello spinning in laghetto è certamente la cosiddetta “trout area game”. Si tratta di una tecnica nella tecnica, nel senso che questa disciplina fa parte dello spinning ultraleggero che a sua volta rientra nella immensa disciplina dello spinning, o pesca a lancio, con le esche artificiali. Se vogliamo è una estremizzazione dello spinning leggero in laghetto, già ben noto

ai lanciatori italiani grazie al fatto che i laghetti per la pesca sportiva sono ripopolati con trote di allevamento da più di trenta anni. Infatti, a spinning leggero i pescatori italiani hanno sempre insidiato le trote di cave e laghetti, ma con l’introduzione della pesca trout area si è scesi nel peso delle esche, facendo emergere prepotente lo spinning ultraleggero, quello, per intenderci, che riguarda il lancio di esche artificiali sotto i quattro grammi di peso.

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LE BASI

PESCA MADE IN JAPAN: LAGHETTI E TROTE SMALL SIZE La trout area game è nata in Giappone, terra di grandi e appassionati pescatori e si è sviluppata in numerosi piccoli laghi naturali e artificiali con acqua sufficientemente fresca e ossigenata da poter garantire la vita ai salmonidi. Per “area” si intendono

proprio queste piccole superfici d’acqua. Nel Paese del Sol Levante i laghetti da trout area game sono generalmente più piccoli dei nostri e con una profondità inferiore; anche la taglia media delle trote immesse è minore: si parla in genere di pesci di

qualche etto. Già questa caratteristica induce i salmonidi ad attaccare esche molto più piccole rispetto a quelle usate da noi italiani, abituati a catturare trote iridee che possono arrivare anche ai dieci chili. Ma a questo punto subentra quella che nella trout area game è una vera e propria filosofia: le trote catturate vanno tutte rilasciate, senza nemmeno toccarle. Il no kill più o meno obbliga-

DOVE METTO LE ESCHE?

Per riporre i nostri artificiali da trout area, ben suddivisi per grammature e colori e pronti per ogni occasione, possiamo usare le scatole di ultima generazione di Casa Crown. Il modello TD1980C è in robusta plastica antiurto, divisa in due scomparti. Waterproof, può contenere l’intera nostra dotazione di mini ondulanti. 42

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TROUT AREA torio nei laghetti giapponesi offre lo spunto per insidiare pesci via via sempre più smaliziati e diffidenti: a forza di essere bucate e rilasciate, le piccole iridee diventano scaltre e riuscire a prenderne in quantità, soprattutto durante le numerose competizioni, ad appannaggio dei garisti più bravi ed esperti.

Solo hardbait

Altra caratteristica della trout area game è quella di permettere il solo uso delle hardbait, ossia esche in materiale rigido quali metallo o plastica dura. Tutto il resto è bandito. La motivazione è ancora una volta, di natura filosofica e tesa al rilascio delle trote nelle migliori condizioni. Un’esca di gomma morbida potrebbe esse-

re ingoiata per intero dalla trota e ciò potrebbe causarle ferite mortali. I giapponesi che frequentano i laghetti area trout, in osservanza del rispetto della preda, si sono dati questa regola cercando di manipolare il meno possibile la trota catturata. Addirittura essi usano particolari guadini in rete gommata per non danneggiare il pesce e usano congegni per slamare la trota senza toccarla affatto.

Piccole esche e ami barbless Per i giapponesi l’incolumità delle trote resta al primo posto quando si tratta di fare trout area game. Per questo motivo, oltre a evitare di toccare le prede nella fase della slamatura, essi hanno sostituito le classiche ancorette delle hard bait con ami singoli

privi di ardiglione. In questa maniera slamare le catture diventa molto più facile e i danni al pesce sono ridotti al minimo. Oggi, tutta la produzione di esche made in Japan destinata alla pesca della trota in laghetto è fornita di ami barbless e, ovviamente, anche i produttori europei e italiani di hard bait per trout area si sono adeguati fornendo le loro esche con ami piccoli e privi di ardiglione. Tutti gli ondulanti mini della Real Winner, per esempio, adottano ami singoli senza ardiglione: i Killer Trout da 1,8-3-5-8 grammi sono forniti di ami giapponesi Daikichi super resistenti all’apertura. Non sono da meno i mini spoon della Crazy Fish quali i Lema e Cory che montano ami della giapponese Meito.

CANNE DA TROUT AREA: CORTE, LEGGERE E SENSIBILISSIME Per questa disciplina, caratterizzata dall’uso di artificiali che pesano al massimo qualche grammo, le canne rivestono un ruolo fondamentale Difficilmente passano i due metri ed hanno una potenza di lancio che si attesta sui quattro grammi, spaziando da uno a sette grammi. In casa Crazy Fish la Ebisu Violet dal colore accattivante è lunga 1,83 metri e lancia da 0,5 a 3 grammi. Pesa solo 87 grammi ed è dotata di azione morbida ma molto sensibile.

CRAZY FISH - CORY

Materiale: ottone Pesi disponibili: 1,1 grammi Amo: Meito (Japan)

CRAZY FISH - LEMA

Materiale: ottone Pesi disponibili: 1,6 grammi Amo: Meito (Japan)

CRAZY FISH - SEEKER

Materiale: ottone Pesi disponibili: 2,5 e 3,0 grammi Amo: Meito (Japan) MAJORA MAGAZINE

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GLI ARTIFICIALI

ESCHE DA AREA GAME: ONDULANTI SUPERSTAR La trout area game ha rilanciato alla grande i cucchiaini ondulanti, che hanno sempre fatto parte della dotazione dei pescatori nostrani di trote e che oggi, grazie alla “micronizzazione” delle esche da trout area, hanno visto un improvviso ritorno di fiamma. Gli spoon da trout area sono infatti molto piccoli e pesano in genere da mezzo grammo fino a cinque grammi. I Lema, i Cory e i Seeker della Crazy Fish, per esempio,

pesano dal grammo ai tre grammi. Le grammature che vanno per la maggiore sono comunque quelle da 1,5-2,53,5 e 5 grammi. Le grammature minori si usano di solito quando le trote stazionano in superficie. D’inverno il loro impiego è limitato ai laghetti un po’ più tiepidi quindi useremo i modelli da un grammo e mezzo per restare nella strike zone il più a lungo possibile, attuando recuperi molto lenti e calcolati. I mo-

delli più pesanti, come i Killer Trout della Real Winner da 3 e 5 grammi, si usano con trote che stazionano apatiche nei fondali e che vanno stimolate con recuperi lenti alternati da brevi pause. Grammature superiori come il sei grammi vanno bene per trote che stazionano a mezz’acqua e molto al largo, quando servono ondulanti massicci che, abbinati a trecciati sottili, ci permetteranno di ottenere gittate molto lunghe.

SEMPRE PIÙ PICCOLI SCEGLIAMO CON CRITERIO I mini spoon da trout area possono pesare anche un grammo o poco più, come il modello di questa foto, e trovano un valido impiego quando le trote si mostrano molto apatiche, poco disposte ad inseguire un’esca di maggiori dimensioni. I movimenti ondulatori regolari e medio-ampi convincono anche i salmonidi più riluttanti. Per ottenere il massimo dell’azione di nuoto è tuttavia necessario impiegare fili molto sottili (uno 0,004 se si usano trecciati) e collegare lo spoon con un semplice moschettone della misura più piccola.

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TROUT AREA Il movimento ondeggiante degli spoon è quasi sempre vincente su trote mediamente apatiche e questa è la chiave del successo di questa nuova generazione di artificiali. Va ricordato tuttavia che nei modelli mini e micro è fondamentale ottenere il massimo dalla loro azione di nuoto. Per tale motivo l’aggiunta di moschettoni di collegamento nelle misure più piccole (taglia 00/000) senza girella e ami singoli di misura rapportata alla lunghezza dello spoon aiutano parecchio a enfatizzare il movimento wobbling di questi artificiali.

COLORAZIONI NATURALI E FANTASIA ECCO LE PRINCIPALI CATEGORIE RIFLETTENTI (argento, oro, iridescente): giornate serene o pesca a mezz’acqua PASTELLO (rosa, bianco, celeste): trote apatiche in superficie NATURALI (verde, giallo chiaro, ayu, marroncino): trote lente in acqua limpida FLUORESCENTI (chartreuse, rosa, fucsia...): acque torbide o trote aggressive

Scegliamo i colori

Le colorazioni dei mini ondulanti vanno decise in base alla tinta dell’acqua e delle condizioni climatiche. L’argento e l’oro sono un classico in giornate molto luminose e discretamente ventose; viceversa, in giornate calme e con acqua molto chiara, il bianco e il nero sono più indicati per stimolare le trote che, con tali condizioni, si mostrano spesso apatiche e poco disposte a inseguire l’esca. Nelle giornate nuvolose sono invece i colori contrastanti a funzionare meglio, compresi quelli che a noi possono apparire innaturali come il giallo/rosso fluorescenti o il rosa shocking. Il fatto di scegliere questi colori anomali è comunque la routine per chi pesca in laghetto in tutte quelle condizioni nelle quali la trota non ha alcuna voglia di inseguire per nutrirsi.

CONTRASTANTI (nero, blu, viola, glow): trote in profondità o giornate coperte

ARMATURA DI RIGORE GLI AMI BARBLESS La filosofia della trout area esige il massimo rispetto delle catture, per cui i mini spoon sono corredati di ami singoli privi di ardiglione. La misura corretta deve rispettare le proporzioni dello spoon, al fine anche di consentire all’artificiale la massima libertà di movimento senza limitarne le capacità attiranti. Sul catalogo Daikichi sono disponibili serie di ami perfetti per la trout area come i modelli delle serie 340BN e 238BN con occhiello ampio e finitura black nickel.

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IN MARE CON LA GOMMA

TESTO E FOTO DI YOANN LEBERT

Ăˆ ormai sotto gli occhi di tutti che la rivoluzione delle esche gommose nel mondo dello spinning ha portato grandi cambiamenti anche nella ricerca dei pesci predatori marini. Dalla pesca in superficie al fondo, non esiste carnivoro che non si lasci tentare dalla naturalezza che le imitazioni gommose di pesce foraggio sanno esprimere. I pescatori francesi in tal senso sono dei veri maestri e a noi italiani possono davvero insegnare molto. Vediamo, in questa occasione, cosa possiamo apprendere nella ricerca sul fondo di predatori marini quali dentici, pagri e cernie.

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TECNICHE VERTICALI

Sarebbe irriverente iniziare questo articolo senza ammettere come, in questo campo, abbiamo tanto da imparare da chi, da decine di anni ormai, utilizza le softbait dalle scogliere o dalla barca nel Cantabrico o in Bretagna. I Francesi sono da sempre stati maestri in questa tecnica, destinata a catturare i due predatori più significativi delle loro acque, ovvero le spigole e i merluzzi. In questi ambienti, dominati da scogliere altissime o secche sempre battute dalle onde oceaniche e da correnti molto forti, le esche morbide innescate su teste piombate di

varie grammature sono spesso una soluzione necessaria, perché gran parte delle esche che noi conosciamo (minnow, wtd, popper) sono spesso inutilizzabili per le condizioni che abbiamo appena descritto. Ma se in Atlantico le specie di predatori insidiabili sono essenzialmente queste, in altri contesti, come ad esempio nelle scogliere o nelle secche del Mediterraneo, è possibile praticare (con successo) questa tecnica? È questa una domanda che molti si sono fatti e alla quale hanno cercato di dare una risposta dopo tanti tentativi e innumerevoli prove.

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LE STRATEGIE

SOFTBAIT E PESCA IN VERTICALE: COSA CI INSEGNANO I FRANCESI Le variabili dell’utilizzo nelle nostre acque delle softbait per la pesca profonda sono diverse, infatti nel Mediterraneo abbiamo specie diverse di predatori, un’acqua molto più cristallina e una visibilità

diversa che quindi ci costringe spesso a pescare più profondi; la corrente è estremamente variabile in uno stesso spot e infine la pressione di pesca è molto spesso superiore. Le soluzioni a queste proble-

matiche non sono semplici e sicuramente quelle più critiche da affrontare sono la profondità di pesca e la visibilità relativa.

Soluzioni in divenire

L’obiettivo per noi che peschiamo nel Mediterraneo è quello di poter presentare ai nostri predatori di fondo delle esche nella maniera più naturale ed attrattiva possibile, cercando di far fruttare la già nota capacità adescante delle softbait. La prima soluzione che viene in mente è quella di pescare profondo

PREDATORI AGGUERRITI Anche carnivori temibili come il barracuda non sanno resistere ai movimenti naturali delle softbait. 48

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TECNICHE VERTICALI aumentando semplicemente il peso delle teste piombate, per portare sul fondo le nostre esche e animarle in maniera sinuosa. Questo è valido fino ad un certo punto, perché aumentando progressivamente il peso delle teste piombate si va certamente sul fondo, ma anche si snatura il movimento fluido e naturale delle esche che quindi perdono la loro attrattività. La soluzione adottata da molti è stata quella utilizzata da alcuni pescatori di lucci in laghi molto profondi, aumentando relativamente il peso della jig-head (la testa piombata con amo) ma contenendone le dimensioni entro un certo range, aumentando invece il

volume dell’esca siliconica, per sfruttare quindi l’effetto creato della corrente sull’esca. Uno dei punti chiave di questa tecnica è proprio quello di pescare sul flusso di corrente, cercando di assecondarla in maniera da fare in modo che sia proprio questa a dare un’azione del tutto naturale alla nostra softbait. In natura, è un fenomeno abbastanza comune vedere come il pesce foraggio risalga e si faccia trasportare dalla corrente e di conseguenza è lecito aspettarsi che i predatori conoscano questo fenomeno e quindi cerchino di aspettarli proprio sul flusso per poterli catturare.Per realizzare questo movimento è importante

anticipare la corrente, motivo per cui in questa tecnica le esche vengono lanciate e non fatte affondare sotto la barca (come nelle altre tecniche verticali). Una volta raggiunto il fondo si recupera la lenza in bando e si inizia il recupero, ogni tanto eseguendo una jerkata lunga ma soprattutto tenendo il contatto con l’esca e quindi la lenza sempre in tensione, lasciando che sia soprattutto la corrente a far muovere l’esca vicino al fondo, lasciandola lentamente ri-affondare. Quando questa tocca di nuovo il fondo si ripete quanto appena descritto finché una volta arrivata sotto la barca, dovremo iniziare una nuova deriva.

GLI SPOT DA BATTERE: IL MIX PERFETTO DELLE SITUAZIONI Da quanto descritto appare chiaro come sia molto importante: 1) Trovare uno spot adeguato, come un salto di profondità deciso o una secca su un fondale compreso fra i 35 ed i 65 metri 2) Capire che tipo di corrente sussiste in quel momento e quindi posizionare la barca di conseguenza 3) A seconda dell’intensità della corrente sarà possibile avere un’azione di pesca più o meno prolungata per ogni deriva. In caso di corrente sostenuta, deriva più veloce e quindi più rapida - mentre all’opposto in condizioni di calma, deriva lentissima ma anche azione di pesca più prevedibile 4) Effettuare 2/3 derive per ogni spot, poi in base alle risposte dei pesci (mangiate, presenza di foraggio o predatori in attività visibili nell’eco), insistere cambiando tipologia di esca/colore o cambiare spot

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ATTREZZATURE ED ESCHE

ATTREZZIAMOCI BENE: LE SORPRESE SONO SEMPRE POSSIBILI Da quanto abbiamo detto si può intuire come per questa pesca serva una canna che sia sensibile sul vettino e terzo terminale per poter sentire le mangiate dei pesci ed il movimento minimo dell’artificiale, e allo stesso tempo abbastanza potente da poter lanciare esche di una certa grammatura (in media fra 20 e 70 grammi e oltre) e soprattutto poter combattere con dei predatori di fondo che in queste condizioni possono dare davvero del filo da torcere. Come filo si raccomanda di non scendere né salire

oltre le 30-35 libbre, usando possibilmente un trecciato a 8 capi di buona qualità. Aumentando il libbraggio diventa difficile pescare e far affondare adeguatamente l’esca; diminuendolo, invece si pesca sicuramente meglio ma si rischia soprattutto quando si ha a che fare con prede XXL. Vale la pena ricordare, che nei mesi “hot” (ovvero in primavera e in autunno) è tutt’altro che raro incontrare in questi spot anche predatori non di fondo, come i tonni rossi. Non è il caso di snaturare la tecnica e

appesantirla, ma è importante saperlo nel caso capiti ed essere per lo meno in grado di “tenere botta”.

Le esche Delalande

La scelta delle softbait è in stretta relazione con le specie che si stanno insidiando e anche con il “mood” in cui questi si trovano (apatici/in attività - in presenza di molto/scarso foraggio eccetera). Esistono due tipologie essenziali che poi possono essere più o meno modificate: gli shad e gli slug. Abbiamo osservato in un anno circa

DENTI AGUZZI Nonostante la poderosa dentatura dei carnivori marini, le gomme Delalande resistono molto bene. 50

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TECNICHE VERTICALI SELEZIONIAMO LE GOMME: SHAD E SLUG IN PRIMO PIANO La gamma di esche Delalande indicate per la ricerca dei predatori marini è molto varia e adattabile anche alla pesca su fondali notevoli. Ecco una piccola selezione dei modelli più efficaci e facili da usare per aprendere al meglio i rudimenti di questa affascinante tecnica.

FIRE EEL

SWAT SHAD

SHAD GT

Novità 2017, è una via di mezzo tra una anguilla e una aguglia. Indicatissimo nella ricerca di pesci elusivi come la spigola, la Fire Eel è ottima anche per tutti i pesci predatori di fondo quali cernie di varie specie e dentici.

La struttura triangolare di questo shad e la forma generosa della coda spostano una notevole massa d’acqua. Indicatissimo nella pesca della spigola e del tonno, viene prodotto nelle misure da 7 e 13 centimetri.

Tra le imitazioni Delalande più usate sia per il realismo delle forme sia per l’azione di nuoto molto naturale. Il corpo amplifica infatti l’effetto rollio tipico di un pesce ferito, mentre la coda sviluppa un nuoto molto verosimile.

di pesca intensiva come nella nostra esperienza gli slug siano risultati più efficaci durante il periodo estivo/caldo (ad esempio il Lançon ZX) e di come all’inverso funzionino meglio gli shad durante i mesi freddi (Shad GT oppure lo Swat Shad). La taglia è importante e qui bisogna non aver paura di osare: usiamo tranquillamente shad dai 15 cm ai 18 cm mentre per gli slug si va dai 20 fino ai 23 centimetri. Per quanto riguarda i colori l’esperienza porta ad utilizzare colorazioni naturali quando l’acqua è molto limpida (Trasparente/Bianco/Ayu Back/Blue back/Black Back), mentre più aggressive e vistose quando peschiamo in condizioni di visibilità più scarsa (giallo/verde con fianchi rossi, arancio, rosa anche nelle tonalità fluo).

Su ogni tipologia di esche è possibile utilizzare diverse jig-head modificandone il movimento per adattarne il nuoto a situazioni/pesci differenti. Le football head ad esempio fanno affondare le esche lentamente e conferiscono un movimento di rolling molto spiccato anche durante la fase di affondamento (durante la quale si possono comunque avere delle mangiate). Si prestano meglio ad essere utilizzate quando non c’è un flusso di corrente intenso. Al contrario jig-head tipo bullet servono per tagliare meglio la corrente e quindi anche per raggiungere il fondo più velocemente o quando si pesca più profondo. Ami di ottima fattura e generalmente corti sono quelli più utilizzati, anche con montature texasrig anti-incaglio che risultano molto utili quando si pesca su

fondali misti o rocciosi. Concludendo possiamo dire che si tratta di una tecnica molto interessante che unisce diversi aspetti dello spinning con molto know-how delle tecniche verticali. È una tecnica nel suo sviluppo embrionale e la sensazione è che serva ancora molto tempo per sistematizzarla meglio, valutare ad esempio quali materiali usare (non esiste ad esempio una canna dedicata a questa tecnica, per lo meno nel Mediterraneo). Probabilmente, con il diffondersi della tecnica, verranno fuori varianti più o meno efficaci teorie basate su esperienze personali. Il suggerimento è quello di provare sperimentando e non fossilizzarsi troppo su teoremi vari: la natura ci insegna ad adattarci e che ogni situazione/certezza può cambiare in pochi minuti. MAJORA MAGAZINE

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SPORTEX SINONIMO DI QUALITA’

Da alcuni decenni Sportex è sinonimo di qualità nel mondo delle canne da pesca. Questo marchio tedesco si è guadagnato grandissima reputazione tra i pescatori di tutto il mondo grazie all’apporto tecnologico che oggi distingue tutta la sua produzione di canne. Tecnologia ed innovazione che si traducono in qualità e lunga durata, due caratteristiche sempre più difficili da trovare in un mondo dove il consumismo esagerato diventa, purtroppo, anche sinonimo di prodotti di scarsa qualità costruttiva e breve durata

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SPORTEX

Per chi ha fatto della pesca sportiva il passatempo preferito un marchio glorioso come Sportex non può passare inosservato. Dopo alcuni decenni di attività produttiva il marchio tedesco è diventato vanto ed orgoglio per generazioni di appassionati sparsi in tutto il mondo. Chi esige qualità e durata in un attrezzo da pesca sa bene di poter trovare nelle canne Sportex la scelta sicura. Ieri

come oggi, le canne Sportex garantiscono anni di fedele servizio, supportate da una progettazione costruttiva quasi maniacale e dalla scelta di componenti al top della produzione mondiale. Nuovi materiali e scelte costruttive all’avanguardia fanno delle canne Sportex il massimo in tema di robustezza, prestazioni tecniche e durata nel tempo. Cosa pretendere di più?

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QUALITA’ E INNOVAZIONE

COSA RENDE UNICHE QUESTE CANNE? ECCO I PRIMATI DEL MARCHIO TEDESCO Ieri come oggi, chi sceglie una canna Sportex ha compreso quali innegabili differenze distinguono un prodotto destinato a durare nel tempo ed uno dalla “vita” limitata. Gli attrezzi del marchio tedesco

sono infatti destinati a garantire anni di perfetto funzionamento poiché nascono già con questo obbiettivo, al momento della progettazione. Ogni canna segue una creazione individuale, anche

TECNOLOGIA DEL FUTURO LA RIVOLUZIONARIA STRUTTURA HELICORE BLANK Anni di esperienza e test di laboratorio hanno condotto Sportex a realizzare fusti che abbinano le migliori caratteristiche fisico-dinamiche per tutte le tecniche di pesca. Sviluppando il processo costruttivo HT Cross Winding che ha reso famoso Sportex in tutto il mondo, i ricercatori dell’azienda tedesca hanno realizzato blanks incredibilmente leggeri e dall’azione velocissima. Grazie alla tecnologia Helicore, nel lancio questi grezzi tornano alla posizione rettilinea con scarsissime oscillazioni, che è risaputo essere responsabili di perdita di precisione e potenza, fino al 20% nelle canne con maggiori oscillazioni. Per merito di questa straordinaria tecnologia, le canne Sportex sono incredibilmente veloci e prive di oscillazioni, risultando pronte, precise nel lancio e ultra rapide.

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traditional carbon blanks

Helicore-Blank

extended track and control for maximum accuracy reduced post pulse oscillation +20% casting energy


SPORTEX all’interno della stessa serie nella quale la progettazione cambia e si adegua alla lunghezza, alla potenza di lancio e al tipo di azione di ciascun modello. Solo in questo modo, ogni modello che fa parte di una determinata serie può svolgere ed assicurare il massimo delle prestazioni per le quali è stato progettato.

Test accurati

Prima di essere proposte a un pubblico sempre più esigente di pescatori, le canne Sportex subiscono test accurati in laboratorio e sull’acqua che possono durare anche anni. Obbiettivo primario dell’azienda tedesca è infatti quello di fornire un prodotto dagli elevati standard qualitativi che devono rimanere inalterati anche dopo un lungo e gravoso periodo di impiego. La conoscenza tecnologica di Sportex è cresciuta in un lasso di tempo molto lungo. Negli anni ‘50 Sportex é diventata famosa per i grezzi delle canne dalla tipica fiberglass colorazione vetrosa che ben presto permisero al brand tedesco di guadagnarsi svariati record nelle gare di lancio e di precisione. E quando venne introdotta la fibra di carbonio, Sportex fu la prima a riconoscere le rivoluzionarie prestazioni tecniche apportate da questo materiale, applicato alle canne da pesca. Grazie alla tecnologia HT-Cross Winding, i blanks Sportex sono oggi

al top in fatto di robustezza, leggerezza e velocità.

Controllo qualità

Alla Sportex, le procedure per il controllo qualità sono sempre state una componente primaria nella progettazione e nella realizzazione delle canne. Ciascun passaggio produttivo deve superare severi controlli qualitativi per poter garantire un’affidabilità di rendimento costante negli anni. Test e controlli costanti hanno permesso di raggiungere un traguardo che difficilmente altri marchi possono garantire: la garanzia di ben dieci anni sui blanks in produzione! E, grazie a un’accurata scelta dei componenti che, come si è detto, sono anch’essi di prima scelta, la garanzia viene estesa a tre anni anche sugli anelli guidafilo e sui portamulinelli.

l’assemblaggio dei blanks. Gli anelli guidafilo e i portamulinelli, nelle varie serie per lo spinning, carpfishing, feeder fishing eccetera, sono del marchio giapponese Fuji che, da solo, significa qualità ai massimi vertici. Per le impugnature, laddove si sono fatte scelte progettuali di tipo classico, viene impiegato sughero naturale di prima classe AAA. Il migliore.Duplon di grado più alto viene invece usato per realizzare impugnature di disegno più moderno. Legature e finiture vengono realizzate con i migliori fili sintetici ricorrendo a vernici bicomponenti di prima qualità.

Componenti al top

A proposito di componenti, va sottolineato che solo i materiali migliori vengono assemblati seguendo gli stessi rigorosi criteri adottati per

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UNA GAMMA COMPLETA

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AIR SPIN

HYPERION XT

Il meglio che può essere chiesto da una canna da spinning è racchiuso in questa superba serie che esprime il massimo della leggerezza, della velocità, della sottigliezza e della robustezza. Grazie all’impiego di carbonio alto modulo T800 assemblato con la tecnologia Helicore Blank (brevetto Sportex) e a resine epossidiche costituite da nanoparticelle, le Air Spin rappresentano il top della velocità e delle caratteristiche fisiche. I migliori componenti sono stati usati per progettare la serie, con portamulinello e anellatura Torzite, originali Fuji. Azione medio veloce e 10 anni di garanzia sul blank. La versione più leggera AS2401è ideale per gli amanti della trota in laghetto e dello spinning generico con esche medio leggere. Le versioni più potenti e lunghe sono ideali per la ricerca del luccio da riva. Inoltre la serie Air Spin vanta due modelli specifici per la pesca delle seatrout, con manico in sughero, che però, per caratteristiche, si adattano perfettamente alla ricerca della affascinante trota lacustre, dove è necessario raggiungere lunghe distanze con esche relativamente leggere.

Altra importante novità Sportex, questa serie abbina anch’essa l’impiego di fibre di carbonio T800 e resine epossidiche con nanoparticelle per conferire ai blank una straordinaria leggerezza e velocità di azione. La tecnologia Helicore offre inoltre il vantaggio di produrre fusti sottili nel diametro ma tremendamente robusti. La serie si distingue per la sua linea classica, con impiego di sughero di prima scelta per l’impugnatura e anellatura originale Fuji Alconite. Fuji originale anche il portamulinello VSS, robusto ed ergonomicamente perfetto. L’azione fast consente di scagliare gli artificiali a distanze da primato, senza perdere in precisione e accuratezza. La garanzia di 10 anni sul blank è già da sé sinonimo di qualità estrema. Una canna adatta a pescate di lunga durata, dove la distanza di lancio diventa fondamentale, senza però trascurare la sensibilità, per permetterci di variare l’azione di pesca da softbait a esche metalliche o minnow senza che l’efficacia della canna cambi. Sette modelli che spaziano dallo spinning medio leggero al pesante, per affrontare qualsiasi situazione e tecnica in acqua dolce e mare.


SPORTEX TIBORON

NOVA TWITCH

Questa serie al top della produzione Sportex si distingue per l’eleganza sportiva e le innovazioni tecnologiche. Il fusto è un mix geniale di materiali compositi, con carbonio lavorato con la tecnologia HT Cross Winding ulteriormente migliorata e resine epossidiche con nanoparticelle. Queste caratteristiche, unite all’assemblaggio della canna con componenti attentamente studiati al computer, come l’anellatura Fuji SIC e il portamulinello TVS anch’esso Fuji, consentono di ottenere il massimo della bilanciatura. Le prestazioni che ne derivano, in fatto di distanza di lancio e di precisione, sono al massimo livello. L’impugnatura splittata in due porzioni secondo i dettami della tecnologia giapponese aggiunge design e grande maneggevolezza. Una vasta gamma di lunghezze e grammature, con azione medio veloce, rende la TIBORON una serie completa soprattutto in mare, partendo dai modelli ULR (Ultra Light Rock) fino ad arrivare alle lunghe canne di 305 cm capaci di scagliare metal jig a distanze incredibili. La componentistica Fuji personalizzata e le rifiniture di pregio arricchiscono ulteriormente questa top di gamma, rendendola il sogno di ogni pescatore a spinning.

Questa nuovissima serie si distingue per l’alto rapporto qualità prezzo che garantisce ugualmente prestazioni tecniche elevatissime. Leggerezza e azione veloce sono al primo posto, mentre la struttura particolare del carbonio alto modulo di origine giapponese garantisce rigidità e leggerezza. L’azione particolare, di tipo semi parabolica medio veloce, molto adatta per la pesca a twitching, fa di queste canne un ottimo alleato quando si tratta di creare pressione sui pesci di taglia, permettendo di stancarli agevolmente nonostante la leggerezza di insieme della canna. L’anellatura in SIC (carburo di silicio) attentamente distribuita lungo il fusto consente di ottenere il massimo della bilanciatura, enfatizzando la sensibilità anche sulle esche artificiali più leggere. Il manico splittato tipo Matagi migliora anch’esso la bilanciatura e la sensibilità di insieme. Garanzia di 10 anni sui fusti. La serie è indicata per la pesca di persici, perca, trote in torrente o laghetto e spigole in ogni genere di spot. Nova Twitch, la nuova serie Sportex che vi farà provare emozioni nuove.

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TEST

CIERRE WADER & BELT Indispensabili per chi pratica tecniche di movimento, i nuovi wader e belt by Cierre si distinguono per impermeabilità e comodità ad un prezzo molto accessibile. Cinque le taglie disponibili, tutte munite di piede a calza in neoprene di prima qualità.

Da trent’anni il marchio Cierre è sinonimo di qualità nel settore dell’abbigliamento tecnico. Giacche, giubbini, gilet e oggi anche wader e belt sono distribuiti dal marchio italiano per soddisfare i pescatori che chiedono da questi capi di abbigliamento vestibilità, leggerezza, tenuta alle intemperie e durata nel tempo. Nuovissima per questa stagione è la linea di wader e belt, indispensabili per chi pratica tecniche caratterizzate da grande dinamismo, come lo spinning e il fly fishing, ma anche tecniche statiche come la pesca a passata in fiume o lago. Si tratta quindi di capi di abbigliamento utilissimi nelle occasioni più diverse, e che per tale motivo devono assolvere ad alcune funzioni fondamentali esprimendo il massimo della qualità tecnica. L’impermeabilità, per esempio, deve essere eccellente su tutta la superficie, ma anche l’effetto traspirante deve essere garantito soprattutto per quanto concerne i wader, che coprono gran parte del corpo e devono perciò eliminare i fastidiosi effetti derivanti dalla sudorazione, in special modo nei mesi più caldi. Per ovviare a questo problema Cierre ha impiegato lo speciale tessuto Ambertex, che garantisce una traspirabilità pari a 3000g/ m2/24h. Questo valore è dato dalla quantità di vapore acqueo che misura un metro quadro di tessuto in 24 ore ed è espresso in MVTR (Moisture Vapor Transmission Rate). Il valore di 3000g è decisamente buono e garantisce un’ottima dispersione della sudorazione all’esterno del tessuto in un giorno intero di dispersione di vapore acqueo. L’effetto impermeabile dei wader e belt Cierre è invece espresso da un altro valore anch’esso molto buono: 10.000mmH2O. Questo dato sta a significare che il tessuto Ambertex, messo al di sotto di una colonna d’acqua; ha una capacità impermeabile fino ad una sua altezza di 10mila millimetri.

Cura dei particolari

Il wader e il belt Cierre sono caratterizzati anche da una grande cura nei particolari costruttivi che rende questi capi di abbigliamento estremamente comodi e vestibili. Il piede in entrambi i capi è una calza di neoprene, il nome commerciale con cui la multinazionale Dupont commercializza una famiglia di gomme sintetiche. Le caratteristiche più importanti del neoprene sono la leggerezza e l’isolamento termico. Il neoprene è anche impermeabile e resiste bene condizioni climatiche “estreme” (calore, raggi UV, pioggia, acqua di mare eccetera). Wader e belt Cierre sono inoltre dotati di cintura lombare regolabile, doppio strato di tessuto per rinforzare le ginocchia, tasche con cerniere termosaldate. Taglie: S-M-L-XL-XXL pari alle misure 40-42-44-45-46.


TEST

CRAZY FISH EBISU VIOLET La più leggera delle canne Crazy Fish è stata espressamente ideata per la disciplina trout area. Sensibile e super maneggevole, è la soluzione ideale per chi inizia ad affrontare la pesca della trota in laghetto con artificiali super leggeri, ma trova ottime applicazioni anche in altri campi dello spinning ultralight

Nei laghetti di pesca sportiva la trout area game sta letteralmente spopolando. Questa disciplina di provenienza giapponese ha introdotto un nuovo metodo di insidiare le trote a spinning ultraleggero, offrendo spunti interessanti e divertenti per apprezzare questa branca “estremizzata” della pesca a lancio. Naturalmente, per ottenere dalla trout area il massimo dei risultati, tutta l’attrezzatura deve essere riqualificata. Non possiamo certo usare gli attrezzi da lancio ultralight che fino a ieri erano indirizzati al solo impiego dei mini cucchiaini rotanti; oggi servono canne per gestire al meglio ondulanti che scendono sotto il grammo di peso, oppure mini hard bait (micro crankbaits, minnow infinitesimali, lipless lunghi pochi centimetri) che per essere “sentiti” in punta di canna richiedono dalla canna prerogative tecniche molto particolari. Una buona canna da trout area deve possedere un’azione morbida, ossia esprimere una curvatura del fusto tendente al parabolico per giostrare meglio le sfuriate di trote che, nei nostri laghetti, possono raggiungere anche dimensioni considerevoli. Ma deve anche possedere un vettino sensibile poiché è importante percepire le ondulazioni dei mini spoon per capire se essi si stanno muovendo con cadenze adeguate, oppure sentire meglio l’azione di nuoto delle micro hard bait. Ovviamente una canna con queste caratteristiche fisiche non si improvvisa e occorre un discreto studio sulle caratteristiche del blank da spinning ultralight per ottenere le necessarie prestazioni.

Qualità e prezzo

La Ebisu Violet nasce col proposito di soddisfare al meglio le esigenze di chi affronta il mondo della trout area. Non è certamente un attrezzo super costoso, ma non per questo le sue prestazioni sono scarse o poco apprezzabili. Si tratta certamente di una canna dalle prestazioni oneste che non mancherà di soddisfare chi si avvicina a questa particolare branca dello spinning ultralight. È contraddistinta da un’azione morbida che aiuta ad accompagnare i lanci, ma non per questo la sua sensibilità è inferiore, anzi! Abbinata ad un mulinello di piccola dimensione e di peso minimale ha una bilanciatura perfetta (pesa solo 87 grammi) che migliora la sensibilità di insieme dell’attrezzo. Lunga (anzi, corta!) al punto giusto, i suoi 183 centimetri di lunghezza rappresentano la misura ideale per gestire al meglio i mini artificiali da trout area, consentendo di essere caricata a dovere nei lanci e di ottenere ottime gittate. La potenza di lancio espressa sulla serigrafia è quella rispondente al reale: da 0,5 a 3 grammi, il range di pesi più usato nella trout area game. Le finiture sono buone e la componentistica (anelli, impugnatura splittata, portamulinello) si attesta anch’essa su discreti livelli qualitativi. Un attrezzo, insomma, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo che ci permetterà di ottenere il meglio dalla trout area. Ma non solo: se la proveremo a street fishing pescando ultralight nei canali o nelle rogge di pianura (magari ricorrendo alle mini esche gommose sempre prodotte dal marchio Crazy Fish), la Ebisu Violet saprà destreggiarsi altrettanto bene con persici, sandre e ciprinidi vari. MAJORA MAGAZINE

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