Anno IV. Numero 1/2012
stampato in proprio a cura di Mamma!
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Se ci leggi e' Giornalismo, se ci quereli e' Satira
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I Ricavi verranno reinvestiti nel progetto editoriale
Paura, eh?
Mazinga, Diossina, Viaggi, Clero, Islam, Alieni, Guerre, Finanza, Futuro e tutte le altre paure più in voga del momento, raccontate,
fumettate e smantellate da Ale Giorgini, Andrea Managò, Andy Ventura, Arnald, Assia Petricelli e Sergio Riccardi, Cani&Porci, Carlo Gubitosa, Carolina Cutolo, Claudio Gianvincenzi, Comedysubs, Demerzelev, Elena Ferrara, Ellekappa, Fabrizio Des Dorides, Flyfra, Frago, Gianluca Ferro, Gianluca Romano, Gianpiero Caldarella, Giuseppe Lo Bocchiaro, John Black, Kanjano, Katie West, Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo, Lucio Villani, Malì Erotico, Marco Pinna, Mario Gaudio, Maurizio Boscarol, Mauro Biani, Mp5, Pseudonimo, Riccardo Orioles, Roberto Ugolini e Roberta Bosco, Sergio Nazzaro, Thierry Vissol, Toni Bruno, Verdana Manuzio, Vito Manolo Roma, Zerocalcare
all'interno lo speciale per ere bulli di quartiti e ragazzot smaliziati!
Click.
La lampadina a basso consumo appena spenta, segna l’inizio della notte. Respiri l’affitto, pagato, quasi, anzi sì, ma rimane poco. Respiro. Le palpebre non si acquietano e osservano il vuoto. Dormirci su, perché qualcuno ci ha mai dormito giù? Respiro, il condominio: due alla volta. Dopo, fine mese, anzi fine mese quello dopo ancora. Precedenza al pezzo della Geberit che serve per tirare giù l’acqua nel cesso, trovarlo, pagarlo, evitare il cambio della cassetta completa. No, non ho problemi a veder scorrere l’acqua giù nel gabinetto, ma gli ospiti sì. Pochi, non invito più come prima, razionalizzare le razioni. Nessun ristorante, nessun invito a cena. Respiro, a fatica: è il raffreddore di stagione. Il colpo di freddo e il colpo di vento, le colpe mi respirano. Doccia calda breve, bolletta uguale. Poca TV, molto PC a batteria, internet flat, respiro. Per un attimo la tentazione di riaccendere la lampadina energetica a basso consumo, ma consuma lo stesso. Spenta, meglio. Respiro uguale: a fatica. Le sigarette, diminuire. Risparmiare. La salute, invenzione della parafarmacia sotto il quartiere. Liberalizzazioni, abbonamento dei mezzi. Le mani si stringono in un pugno, rilassa la mano, allunga le gambe, respiri meglio. Pulizia dei denti, dentista, maglia a collo alto, evitare le camice che per stirarle serve il ferro da stiro o la lavanderia. Accendo la radio, tutti sorridono felici e allegri, seduti con lo stipendio tranquillo. In TV peggio, sui giornali anche, precari a parte che gli piace mangiare le briciole del tavolo di una redazione importante. La notte non si fa la rivoluzione, si riposa. Si respira. Non ci riesco, mi rigiro, devo cambiare le lenzuola, acqua, detersivo, stendere e asciugare, la pensionata di sopra che butta acqua e devo tenerle dentro, ma almeno lei ha una pensione, io domani, il futuro, non alzarti non puoi sono le tre del mattino. Tranquillo respiro, i panni piegati in ordine sulla sedia, lo diceva la mamma, piega tutto bene che si conserva a lungo, mi piego nel letto, mi conservo male, respiro a fatica, la fatica mi respira, non vedo oltre, non voglio neanche affacciarmi. Ansia e affanno, pane e companatico. Risveglio stanco, affaticato prima della fatica. La sveglia suona, battuta anche questa volta, un attimo prima, risveglio. D’improvviso il ricordo di una gran vita di merda, la finestra affaccia nelle mura interne di un impianto di palazzine, una boccata d’aria. Dove sono finito, non sogno da molto. Già, ricordo al mio respiro che sono vivo. Infelice, ma vivo. Sergio Nazzaro
MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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La legge della Crisi sulla paura (molto liberamente ispirata alla legge di Murphy) Crisologia e Paurologia generale ELLEKAPPA di
er tolaso ne di B ne mediatica. io iz u t In io n’operaz ollare. è solo u on possono cr ti n I merca Ricetta di S ilvio Non c’è motiv o di avere pau ra della crisi. Ritira quei q uattro soldi che hai e vatti a fare u na crociera.
Postu la Se la t to di Merke ua pau l ra quella di prec più ricorren te ipitare dallo p nel vu è sic oto va è prop analista. i rio lì, in fondo al bara tro. Teorema del Rating Dateci una speculazione d’appoggio e vi sprofonderemo il mondo.
Fitch i S&P, d a l l i t Pos esi. . Vend A.A.A
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Os M ser v Ch arto azio è u i pre ne su ne d no nd i l ell sfi e la aur ’en gat la ea fa o. ure ti nt pr aa od 28 ige an ni
o or ro v a l vo ul il la s ro re ne erde r Fo i p di ra d to. e a u gg pa un Le hai fort Se i già se
Leg Se l ge dell a cr isi p a Crisi uò f ar p aura
Legge d Se la c i Zorba risi no n lo stes so. Te può far pau lo dev r o dire a, lo farà in gre co?
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l’HIV ia del b o f a ti sull bie s di Aiu a dell’Aid ativo ofo i i s i c l a so la An paur l preser v ro la i ulle a che s Cont r ve usare l i. ai e aur otm hai p scrivim posta non s rno dopo. H i e o la d olo ti, del gi ge s por i tra Leg i senti ti sop locart l t Se te non di co e n c i e l g ta. ò fe Sar sidera upo e del L a r ind u a lla p tte m su comba m i r i G s i d o . Lup tto cipio estra Prin ura del da ma ppucce a a a a r t p La do la s ontra C la panci c n n n e i co ti fac rova imen Altr o e si rit s Ros ciata. r u q s a ità oethe sulle affin II Comma di G lo ril G icogur u Memento i paura che lo ps ha Se . de d an i gr H imm sull'uscita agli alla dalla crisil come Bossi, ti sb a si . io Niente pau nosci Borghez ra, prim O forse non co o poi uscir emo da Ma non tu tti dal Comm a Se hai p di Goethe sulle a aura ch ed ffi non fa rtela p i Pietro sia co nità assare. me Bos si
r re itte esse ie w r le fob l i T le pe u s d ta ne dison . zio amen e di E del buio, icanalista g a g r e d s e L a . p r n e u d e dig uno i pa nsi o fo dig Se ha andare da dove puoi Co uisit t pro à pro e l q inuti mo posto -jour. Re enfan n pap t ti u n è l’ul are un aba u ere r v p èa com
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
so' mario matite
penne
ZeroCalcare PARTIRE pag. 7
Lucio Villani 8 PER MILLE A MAZINGA pag. 11
Flyfra | Illustrato da Ale Giorgini PREVISIONI FINANZIARIE DEL CALENDARIO MAYA pag. 6 Riccardo Orioles | Illustrato da Kanjano I KLINGON pag. 10
Sergio Riccardi & Assia Petricelli VOCI DALLA TUNISIA pag. 16
John Black | Illustrato da Cani&Porci PAURA E DELIRIO A CASA TUA pag. 14
Toni Bruno NON TI SCORDAR DI ME pag. 19
Carolina Cutolo | Ill. da Gianluca Romano OGNI RIFERIMENTO pag. 18
Maurizio Boscarol DIFESA FRANCESE pag. 23
Roberto Ugolini & Roberta Bosco BOMBSHELL INTERVISTA AD ATAR OFEK pag. 20 Andrea Managò | Foto di Malì Erotico PAURA DI ABITARE pag. 26
Lelio Bonaccorso & Marco Rizzo QUANDO I MONDI SI SCONTRANO pag. 29 Gubi & Kanjano MORIRE D'INDUSTRIA pag. 32
aura te
Gianpiero Caldarella | Ill. da Elena Ferrara CONTALI BENE pag. 28
MP5 FACEBOOK pag. 39
Thierry Vissol | Ill. da Mauro Biani HO PAURA pag. 34
Emmepi I RAMI DEGLI ALBERI pag. 37
Arnald | Musica di Giuseppe Lo Bocchiaro NIENTE PAURA pag. 36
Kanjano & Ferro IL VECCHIO MEDITERRANEO E LA PICCOLA LAMPEDUSA pag. 43 Mario Gaudio TI PREGO, DIO, UCCIDI LA MAESTRA pag. 45 Mauro Biani IL BUIO E POI pag. 46
Demerzelev | Ill. da Fabrizio Des Dorides PETER PADAN pag. 41 Claudio Gianvincenzi | Ill. da G. Romano IL PETAURO CHE SOTTOVALUTO’ LA TOPONOMASTICA
pag. 42
La grafinchiesta è opera delle mani di Verdana Manuzio e delle sinapsi di Carlo Gubitosa
La Posta del duodeno spalmata tra le pagine di quest'orgia di paure è a cura di Pseudonimo.
Mamma! numero 8 - Febbraio 2012
Direttore editoriale, Progetto grafico, Copertina: Kanjano (Giuliano Cangiano) Direttori irresponsabili: Carlo Gubitosa − Mauro Biani Sysadmin www.mamma.am: Francesco Iannuzzelli Grafinchiesta: Verdana Manuzio Tutti i presenti: Ale Giorgini, Andrea Managò, Andy Ventura, Arnald, Assia Petricelli e Sergio Riccardi, Cani&Porci, Carolina Cutolo, Claudio Gianvincenzi, Comedysubs, Demerzelev, Elena Ferrara, Ellekappa, Fabrizio Des Dorides, Flyfra, Frago, Gianluca Ferro, Gianluca Romano, Gianpiero Caldarella, Lo Bocchiaro, John Black, Katie West, Lelio Bonaccorso e Marco che laGiuseppe paura Rizzo, Lucio Villani, Malì Erotico, Marco Pinna, Mario Gaudio, Maurizio Boscaa angoscia rol, Mp5, Pseudonimo, Riccardo Orioles, Roberto Ugolini e Roberta Bosco, Sergio Nazzaro, Thierry Vissol, Toni Bruno, Vito Manolo Roma, Zerocalcare. fuori
e io
Ringraziamo Roberto "ReRosso" Ragone e ComedySubs.org per le traduzioni delle battute di comedians stranieri che trovate sparse per le pagine di questo numero.
dal finestrino si apre
MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
Il numero 8 di Mamma! è stato stampato in proprio presso Me.Ca. - Recco (GE) e spedito grazie agli abbonamenti sottoscritti da Ferruccio G. (GE), Giovanni P. (TA), Stefano Z. (MI), Claudio L. (AO), Sara R. (CO), Carlo P. (TE), Michele D. (TA), Ettore A. (TO), Marilena N. (VI), Daniele M. (FE), Luca G. (PD), Matteo L. (RM), Pietro B. (GE), Roberta M. (BO), Giorgio B. (MI), Massimiliano B. (PD), Raffaele F. (PU), Giuseppe G. (CR), Roberta M. (BO), Gianluca D. (BO), Stefano C. (RM), Luciano M. (RM), Lorenzo M. (LU), Claudia P. (LT), Giancarlo C. (BG), Stefania D. (RM), Francesca M. (VA), Daniele G. (FI), Giuseppe T. (CZ), Luciano S. (MI), Michele I. (CA), Giulio P. (PR), Gino L. (AQ), Cosimo M. (FI), Francesco P. (TO), Matteo N. (MI), Stefano C. (MI), Roberto R. (BA), Nicola M. (PR), Giuseppe L. (PA), Giuseppe C. (RN), Roberto Z. (CT), Emanuele C. (ME), Bianca Maria B. (MI), Piergiorgio D. (RM), Alessandro C. (MI), Silla B. (RE), Mauro G. (PD), Salvatore R. (PA), Sara M. (RM), Claudio G. (RM), Francesco E. (LT), Patrizia M. (RM), Melania B. (VE), Agostino L. (RM), Marco C. (OR), Lorenzo G. (FI), Luca M. (BO), Corrado B. (CA), Thomas D. (Germania), Nicola M. (BS), Guido B. (NA), Matteo R. (TO), Edoardo L. (RM), Laura S. (BO), Pio C. (TA),Vincenzo O. (BG), Giuliano P. (MI), Massimiliano P. (TN), Andrea C. (Paesi Bassi), Domenico S. (MI), Luca U. (Germania) e altri valorosi che possono esserci sfuggiti nel marasma dell'impaginazione.
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fear
is
your only
God
di carlo gubitosa strip frago | fragocomics.com
ph. Katie west | www.katiewest.ca
L’
età delle ideologie è tramontata, le religioni non ci convincono più e la paura è il più grande motore spirituale del nostro tempo.
più nulla da perdere. Lo abbiamo fatto col coraggio di cambiare tutto gettando via formule grafiche e abitudini già collaudate. Il risultato è questo numero dove i “padri fondatori” hanno affidato la baracca chiavi in mano a Kanjano, che ha diretto con grande maestria una ottima orchestra di autori. Qui si affronta l’editoria come la vita, senza illusioni di immortalità e assaporando giorno per giorno le piccole cose: come questa carta ostinata che avete tra le mani, che fa il paio con quella dei nostri libri. Ma la carta più sovversiva rimane la cartamoneta di chi ha voluto sostenere questo sogno, e numero dopo numero ci aiuta a vincere la paura di dover chiudere questa bella bottega. Buona lettura e buona vita.
Paura di morire poveri, di non farcela, di vedere l’Italia sprofondare nel Mediterraneo assieme alla Grecia, paura che diventino lussi per pochi la sanità, la scuola, i trasporti e le pensioni che fino a ieri erano servizi per tutti, e una paura fottuta dei “mercati”, talmente profonda e irrazionale da consegnare le chiavi del Paese ai mercanti. Per questo motivo stavolta abbiamo scritto, disegnato, illustrato, impaginato e creato come se non ci fosse un domani, guardando negli occhi la paura come chi non ha
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
flyfra
astrobroker profetico
tassinaro
B
rindate con gli amici a spese di quella povera vecchina a cui avete sottratto 5 euro per la chiamata e 2 per il bagaglio per un tragitto di 500 metri. L’anno nuovo potrebbe portarvi cattive sorprese, ma non ve ne preoccuperete più di tanto visto che appartenete alla più influente lobby italiana.
farmacista
L
e liberalizzazioni di Bersani vennero scongiurate con fantomatici sconti di 15 centesimi sui farmaci di classe C. Il 2012 potrebbe essere un anno di magra, a partire dall’aumento del numero di licenze, ma lo supererete brillantemente con un pò di ingegno. Basterà chiedere ai 4-5 medici di base con cui avete un “rapporto privilegiato” di stampare più ricette del dovuto. Questo vi costerà qualche lozione per capelli, ma in fondo quello del farmacista è un mestiere, non una missione.
notaio
I
l 2012 sarà un anno pieno di ostacoli da superare. Qualcuno vuole farvi fuori snellendo la burocrazia italiana. Ma a pensarci bene i vostri archivi contengono informazioni che, per quantità e qualità, farebbero impallidire Zuckerberg. Se le cose buttano male fate uno squillo a Equitalia o al Sismi per cercare un accordo.
medico specialistico
N
ell’anno nuovo non basterà più il giochetto “100 senza fattura, 120 con” perché l’IVA si appresta a raggiungere il 23% e voi non avete dimestichezza con le monete. Se non siete degli amanti del rischio allora vi toccherà rimetterci qualcosina facendo somma tonda. Se siete amanti del rischio (e quel week-end a Campione d’Italia dice che lo siete) allora è il momento giusto di diventare evasori totali. Riflettete.
imprenditore onesto
P
er cavalcare la “crescita” del 2012 avete due opzioni: intestare l’azienda a vostro figlio o a vostra moglie per usufruire degli sgravi fiscali previsti dalla manovra. C’è solo un problema: vostro figlio ha soltanto 12 anni e potreste perdere di credibilità nei confronti dei creditori. D’altro canto vostra moglie non gode di molta credibilità ai vostri occhi. Scegliete pensando al male minore (vostro figlio non vi tradisce).
Previsioni F
medioborghese patriottico
N
el 2011 avete tentato la svolta in politica senza successo. Ma nel 2012 potrete ancora dare una svolta alla vostra carriera, se non al vostro portafogli. Provate ad esempio con un acquisto massiccio di BTP a 10 anni, casomai vantandovene su un quotidiano locale (o addirittura nazionale) sperando che Lilli Gruber vi intervisti in prima serata su La7. Se ciò non accadrà vi consolerete a spese del contribuente medio, percependo il 7% di interessi sui titoli su base semestrale, rendendo la scelta di mandare vostro figlio alla Luiss meno onerosa.
L’
del calend
per l’ann
Medio Borghese medio
anno nuovo, come il vecchio, è l’occasione giusta per mettere a frutto gli insegnamenti di vostro nonno: cocaina e mignotte sono gli investimenti migliori. “Rigate dritto” e fottetevene della sovrattassa sul vostro SUV, tanto vi rifarete sulla badante.
MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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Finanziarie
dario maya
no 2012
aaargh.it
A
Imprenditore Vero
prire una sede commerciale a Lugano non sembra una cattiva idea. Dopotutto in Svizzera avete già un cliente e diversi soci. Bisogna pur rilanciare questo made in Italy nel mondo. E già che ci siete conviene aprire anche un c/c bancario. Tutto lecito: tra l’altro anche la vostra barca batte bandiera Svizzera, sebbene sia ormeggiata a Cipro. Non mostrate incertezze.
I
Impiegato
l 2012 è un anno di cambiamento: è giunto il momento per voi di diventare ecologisti. Non che ve ne freghi più di tanto, ma avete scoperto che andare al lavoro in bici vi fa risparmiare un bel po’ sulla benzina. Rispolverate così la vostra indole freak, ma non esagerate: ricordatevi la molletta per i pantaloni, altrimenti si sporcano con la catena.
D
Neolaureato
a settimane ormai controllate la vostra età pensionabile sui vari siti dei quotidiani nazionali. Non capite perché dovrete andare in pensione nel 2053 indipendentemente dagli anni di contributi che avete già versato. Il 2012 quindi sarà un anno importante per la pianificazione del vostro futuro: rinviare l’ingresso nel mondo del lavoro non è una cattiva idea.
I
Superricco
l 2012 vi metterà alla prova.Tenteranno di farvi pagare tasse di cui non siete a conoscenza e che non amate. Non a caso avete preso cittadinanza a Montecarlo. Quei 300 giorni all’anno che passate in Italia nella vostra casa di Roma per il Fisco potrebbero essere considerati come residenza e non come semplice vacanza. Ma non è la prima volta che fanno questi accertamenti, il vostro commercialista sbrigherà il tutto. Rimanete sereni.
L
Ricercatore
a ruota gira. Forse non nel 2012 e forse non in Italia, ma gira. Sembra ormai che i posti a tempo indeterminato nell’Accademia vengano vinti dai più prolifici di voi (con l’aiuto di un giudice se serve). Certo, anche nel caso migliore di un concorso vinto vi toccherà fare i conti con colleghi attempati e gelosi, soprattutto perché la loro produzione scientifica trentennale è pari alla metà della vostra, ma poco importa. Certo non avrete fondi per la ricerca, ma poco importa. Certo dovrete anche insegnare 4 corsi mentre all’estero vi pagherebbero il doppio per non farlo, ma poco importa. O forse sì.
I
Operaio
l 2012 sarà un anno duro, ma niente potrà togliervi l’allegria. Siete stanchi delle discussioni sull’articolo 18, tanto le dimissioni in bianco le avete già dovute firmare tempo fa, e le mozzarelle del discount non sono male se si mangiano prima che diventino blu. L’aumento dell’IVA non vi sfiora: da tempo il vostro budget di spesa si basa su prodotti con IVA ridotta. Non perderete le amicizie più care, anche perché queste dovranno rimanere in fabbrica per altri 5 anni almeno e questo vi porterà un notevole risparmio anche dal punto di vista dei regali per il pensionamento. Il cesto (vuoto) di Natale 2011 del CRAL è premonitore del vostro conto corrente nell’anno che viene, ma in fondo quello spumante d’Asti non vi era mai piaciuto.
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Questa vita è troppo difficile. Ho paura che non ne usciremo mai vivi. Arnald
zerocalcare.it
MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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mamma, li klingon!
di riccardo
orioles
isiciliani.it
Io, per esempio, ho una paura fottuta dei Klingon. Se ne stanno lì, nel loro maledetto pianeta fuori mano, ma tutti sappiamo benissimo che idee hanno. Sono di un’altra razza, un’altra religione. A loro gli piacerebbe mettere le zampacce pure sulla Terra (e chissà quanti ce ne sono qua in giro, con tutto questo colabrodo) e prima o poi ci riescono, se non stiamo attenti. No, un momento, io non sono razzista. Non butterei mai fuori i bambini Klingon dalle nostre scuole, e non sparerei mai a un Klingon al mercato – anche perché a dire il vero ancora io personalmente non ne ho veduti. No, bisogna fare le cose per bene, secondo la legge. Dichiariamo guerra al pianeta Klingon, questa è l’idea mia. Eh, presidente Monti? Se lei ci pensa bene, non è poi un’idea tanto male. Allora: emergenza Klingon, unità nazionale! Niente più scioperi – si sciopera in tempo di guerra? – e sacrifici per tutti, i Sacrifici della Vittoria. Soldi a manetta alle imprese, se no chi produce le astronavi? E a casa i sindacalisti e a chi gli dà retta, se no le imprese si arrabbiano e producono male. Che altro? Bandiere, propaganda militare nelle scuole, taciil-nemico-ti-ascolta e compagnia bella. Così si rimette in piedi un paese. Sacrifici, ascoltare i vecchi, disciplina. Certo, non sarà indolore: mica puoi mantenere tutti quei fannulloni (scuole, servizi pubblici, università, pubblico impiego) mentre la patria è in pericolo: scherziamo? Impiegati in divisa, esami solo nelle licenze dal fronte, a scuola sante nerbate, in fabbrica il primo che sgarra fuori. Vincere! Tutto il resto viene dopo. Che dice, presidente, può funzionare? Capisco che sta per dirmi, ma sinceramente, fra noi: davvero lei pensa per salvare Unicredit la gente è pronta a fare tutti ‘sti sacrifici? Magari un momento sì, ma fra un anno? Invece, pensi un po’ ai Klingon: sso’ mostri ferocissimi, de razza aliena, se magnano i neonati a colazione e trasformerebbero in cartelloni pubblicitari il Colosseo. Uniamoci, tassisti! Commercialisti! Imprenditori d’impresa! Cavalieri! Uniamoci contro i Klingon e tutti i panciafichisti pacefondai come un sol uomo! Se c’è da licenziare qualcuno, pazienza, è per vincere la guerra. E poi magari ci lacrimiamo sopra. MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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Molte persone hanno paura dell’altezza. Io no. Io ho paura della larghezza. Steven Wright
luchoboogiegraphic.blogspot.com
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o i r i l e d e a r u Pa
a u t a s a c a
di john
L
black
illustrazione di maledestro.blogspot.com
trafficantedipinguini.co.nr
E OCCASIONI DI AVER PAURA SONO UNA DELLE POCHE COSE CHE NON SCARSEGGIANO DI QUESTI TEMPI. POTESSIMO SOSTITUIRLE AL PETROLIO, LA BP E LE ALTRE COMPAGNIE CI PIAZZEREBBERO UNA PIATTAFORMA SOPRA IL CULO. E I SOLDATI AMERICANI SI RITROVEREBBERO DI COLPO SENZA LAVORO.
malmente di fronte alla consapevolezza di non riuscire a superare un ostacolo o trattenere una scoreggia in ascensore, poi c’è l’Ansia, la Paura, il Panico ed infine il Terrore, il livello massimo, che in genere si raggiunge quando durante il sesso coniugale vieni sorpreso dal faccione di Bruno Vespa facendo zapping. Peggio di questo c’è solo la morte. La paura delle paure. Irreparabile, irreversibile, irrevocabile, irrimediabile, definitivo, punto di non ritorno, la fine di tutto... c’è solo una cosa cui si possano attribuire tutti questi aggettivi contemporaneamente. E non sto parlando della fiumana di gente Paure. Ognuno ha le proprie che lo ossessionano, diverse in coda per l’uscita del nuovo libro di Fabio Volo. L’unico a seconda della collocazione sociale, del genere, dell’età evento che rende metaforico ogni altro impiego di quegli o della parte del pianeta in cui è nato o si è trovato (per aggettivi, che conferisce a quelle parole il loro primigenio scelta o per costrizione) a vivere. Personalmente ho paura significato è la morte. di tantissime cose come ad esempio delle malattie vene- La morte è l’unica cosa terribile come “Don Matteo” ma ree, o di rimanere bloccato in ascensore con un testimone che fortunatamente non continua per infinite stagioni. Soldi Geova leghista. tanto la morte significa che d’ora in poi non vi accadrà più Viviamo in un’epoca in cui, quotidianulla, niente che possiate vedere, sentinamente, veniamo bombardati da re, toccare. è per questo che la morte avvertimenti riguardanti onde killer, resta incomprensibile per chi vive, ed La morte è l'unica cosa germi killer, carni killer, auto killer, droè l’unico confine invalicabile per l’imghe killer, stranieri killer, killer killer e terribile come "Don Matteo" maginazione umana. Riusciamo ad imbanche amiche e differenti. E ancora: maginare un sacco di cose incredibili ma che, fortunatamente, L’Iran vuole costruire bombe atomie impossibili come ippogrifi che sodonon continua che, i kamikaze islamici vogliono farsi mizzano cavalli alati, o una finanziaria saltare in aria nel nostro punto Sisal, il giusta ed equa ma non possiamo immaper infinite stagioni. riscaldamento globale sta causando il ginare un modo che non contenga noi rapido scioglimento dei ghiacci nel tuo che ce lo immaginiamo. Mojito. Roba da farti cagare sotto ogni Tuttavia, da brave scimmie mutanti quavolta che metti il piede giù dal letto. li siamo, subito dopo essere scesi dagli alberi, e aver fatto In realtà, gran parte di questa roba non accade a te o vici- colazione, abbiamo cominciato a pensare a come risolvere no a te. Avete mai visto una mucca pazza? I vostri compu- questo fastidioso problema della morte. I sofisti ad esemter sono andati distrutti dal millennium bug o continuate pio hanno concluso dicendo che la paura della morte è a formattarli mensilmente a causa dei trojan che beccate contraria alla ragione perché quando la mia morte arriva su youporn? Qualcuno di vostra conoscenza ha avuto l’in- io non ci sono più, mentre finché ci sono io la morte non fluenza suina? (Borghezio non conta). Sono quasi del tutto c’è. Facile pensarla così quando si è cadaveri da secoli. I certo che la risposta sia NO. Eppure tutti viviamo conti- gatti di Schrödinger invece non si sono mai posti di questi nuamente nel panico. Date un’occhiata nelle borsette delle problemi. Loro erano vivi e morti allo stesso tempo. E ragazze che conoscete, troverete di sicuro quelle maledet- avevano la voce di Antonio Banderas. te bottigliette di Amuchina. Come se vi importasse che le Tutte le culture umane si sono impegnate a costruire ingeloro mani siano disinfettate a dovere una volta che siete gnosi congegni che rendessero la vita vivibile, nonostante la riusciti a convincerle a farvi fare una sega. consapevolezza dell’oscura mietitrice. Ma tra la stupefacenHo letto che esistono almeno 5 diversi livelli della paura. te varietà di espedienti trovati, la più diffusa ed efficace conC’è il Timore che è un livello minimo che si tiene nor- siste nella panacea religiosa. La religione nega il fatto che la
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m o rte sia un qualcosa di definitivo. L’idea cioè che la morte non sia la fine di tutto ma soltanto il passaggio da una vita ad un’altra molto più figa. La vita concreta e terrena sarebbe solo l’ultimo degli interminabili trailer che ti propinano al cinema prima che inizi finalmente “il film”. La religione è una cagata pazzesca! Novantadue minuti di applausi che purtroppo mi faccio da solo. Secondo queste persone vestite in maniera buffa e che dicono di parlare con uno o più tizi invisibili, chi muore non si toglierà dalle palle per sempre, dissolvendosi e tramutandosi in un lauto affare per i cassamortari, ma passerà semplicemente in un altro mondo in cui continuerà ad
esistere ed essere il coglione di prima. Oppure, secondo una corrente minoritaria, tornerà di nuovo sulla terra, magari in una forma diversa, come un animale, ma non troppo diversa da quella originale. Gli stronzi, ad esempio, torneranno a reincarnarsi all’interno dell’intestino crasso. Nella religione, ricordare che la morte incombe diventa funzionale per costringere gli esseri mortali a comportarsi bene mentre sono ancora in vita e a non mangiare carne di maiale il venerdì senza aver prima indossato un cappello sacro saltellando in cerchio tre volte e dato un bacino a una mucca. Devono sudarselo il paradiso o la reincarnazione. La vita dopo la morte è garantita, ma la sua qualità dipenderà da quante monete infileremo nel cestino dell’offertorio alla domenica. Il concetto cattolico del peccato originale è poi stata l’invenzione definitiva dopo la ruota. Infatti non basta che tu viva lontano dai vizi non facendo nulla che possa costringere Gesù a toglierti dalla sua lista di amici su Facebook, ma dovrai anche farti un culo a capanna con le cosiddette “buone azioni” per evitare di prenderti un’insolazione all’inferno. Il cattolicesimo ti affibbia questo handicap del peccato originale ma ti riempie la vita di barriere architettoniche. Per evitare di essere sodomizzato da Satana dovrai dimostrare spirito di sacrificio e autoinfliggerti sofferenze espiatorie. E voi pensavate che fossero gli islamici quelli fuori di testa. Insomma si muore. è giusto farsene una ragione. Che poi è anche meglio così. Sai che palle dover sopportare in eterno i propri amici e familiari. Come in una interminabile cena di Natale. Quanto alle altre vostre paure ricordate sempre che c’è di peggio. Ad esempio potreste essere Angelino Alfano.
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sergioriccardi.blogspot.com
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assiapetricelli.blogspot.com
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ogni
illustrazione di
riferimento di carolina
A
gianluca romano
cutolo
ll’inizio pensai si trattasse di uno scherzo. di pessimo gusto, certo, ma uno scherzo. aver pubblicato un romanzo di successo può generare invidie dalle conseguenze imprevedibili. ma questo non giustifica il prendersi pesantemente gioco della mia vita.
E vedere Saverio Morelli davanti casa mia che mi sfascia la Panda con un cric urlando frasi prive di logica, sarebbe stato un fatto già piuttosto grave, se il resto della vicenda non avesse poi preso una piega ben più nefasta. Ma andiamo per ordine: Saverio mi accusava di averlo diffamato, di avergli rovinato la vita. Diceva che adesso ogni donna che incontrava gli rideva in faccia perché aveva letto il mio libro. Del tutto inutile fargli presente che, se in effetti in un passaggio avevo accennato a una nostra imbarazzante vicenda di letto, ero stata molto attenta a renderlo irriconoscibile. «Come no! Nome e cognome! Grosso neo sul sopracciglio sinistro! Impotente sentimentale! Pisello micragnoso!». E giù a tirar colpi alla carrozzeria rossa fiammante. Non avrei mai utilizzato termini del genere, ma era così furioso e fuori controllo che ho rinunciato alle spiegazioni e mi sono barricata in casa a chiamare la polizia. Mentre attendevo l’arrivo delle forze dell’ordine, il dubbio mi ha sfiorata e ho preso in mano una copia del mio libro: «Diario di una precaria». Quando finalmente ho trovato il passaggio incriminato, lo stomaco mi si è stretto di colpo come una tagliola: Saverio aveva ragione,
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usavo il suo vero nome invece dello pseudonimo, snocciolavo dettagli, lo facevo a pezzi. Ma come era possibile? Non avevo scritto quelle frasi, quelle parole! E ora il libro non solo era disponibile in quasi tutte le librerie italiane, ma era già alla terza ristampa in soli tre mesi! Decine di migliaia di copie in circolazione! Una vertigine di angoscia mi è esplosa nel cervello. Letteralmente in preda al panico mi sono messa a controllare le altre pagine, e non solo trovavo espressioni che non avrei mai utilizzato, ma le parole sotto i miei occhi sembravano mischiarsi come un turbine di lettere impazzite, e si trasformavano in qualcosa di diverso ed estraneo senza che potessi farci niente. Stavo diventando pazza? Strappata a quell’assurdo terrore dal suono del campanello sono andata ad aprire. Finalmente la polizia. «È lei Carla Barletta?» «Sì, sono io. Ho chiamato perché un ragazzo mi stava distruggendo l’automobile, ecco guardi: se n’è andato ma la Panda è completamente distrutta! Non avevo neanche finito di pagarla...». «Non siamo qui per questo. Se vorrà potrà sporgere denuncia in altra sede. Le comunichiamo che ha ricevuto una diffida da Ginevra Autieri. Oltre a quattro denunce per diffamazione. Ecco i documenti. Una firma qui, grazie. Arrivederci». Non era possibile. Non stava succedendo a me. Ginevra era la titolare dell’agenzia immobiliare in cui lavoravo fino all’anno prima. Nel libro avevo parlato delle sue vessazioni, degli straordinari non pagati, del bieco indottrinamento con cui ci spingeva a convincere gli anziani a vendere la nuda proprietà, ma ero stata bene attenta a non fornire elementi che la identificassero! O almeno così pensavo… Ho sfogliato istericamente il libro fino a trovare la parte su Ginevra e mi è venuta la pelle d’oca: di nuovo nome e cognome autentici, dettagli inequivocabili, persino il nome dell’azienda. E proprio mentre leggevo una frase si è trasformata sotto i miei occhi nell’indirizzo preciso del mio ex posto di lavoro, comprensivo del CAP. Era un incubo. Non poteva essere reale. Con il cuore impazzito e le dita che mi tremavano ho controllato uno per uno i quattro passaggi del libro per cui ero stata accusata di diffamazione: tutti i nomi erano cambiati, da pseudonimi a nomi veri, e le situazioni descritte senza la minima prudenza, e con una cattiveria che non mi conoscevo. È vero che mentre scrivevo avevo voluto vendicarmi di tutti loro, ma non in modo così cieco e scioccamente passibile di querela! Il libro era completamente trasformato! Non avevo scelto io quelle parole! Non ero io l’autrice! Questa ultima considerazione, pur nella disperazione più totale, mi ha fatto venire in mente una piccola, remota, surreale speranza. Ho chiuso il libro per leggere il nome dell’autore sulla copertina con un anelito da condannato a morte che già col cappio stretto intorno al collo spera nella grazia dell’ultimo momento: il libro che avevo in mano si intitolava «Memorie di una Co. co. pro.» di Carletta Barla.
tonibrunostory.blogspot.com
Ho visto una cosa, davvero, uno studio che diceva che parlare in pubblico è la paura numero uno della persona media. L’ho trovato stupefacente. La numero due era la morte. La morte è al numero due? Significa che la persona media, se deve andare a un funerale, preferirebbe essere dentro la bara piuttosto che fare l’elogio funebre. Jerry Seinfeld
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bombshell di Roberto
Ugolini e Roberta Bosco
i n t e r v i s ta
N
guarda il corto
a d
o f e k
el giorno della memoria sui social network si moltiplicano i post che condannano le politiche israeliane. Ovviamente seguono puntuali le repliche, commenti sdegnati che arrivano fino alle accuse di antisemitismo. Così decido che è il momento giusto per inoltrare questa intervista. Per impegni di lavoro ho avuto modo di passare una ventina di giorni a Tel Aviv, tra novembre e dicembre. Assieme a Carlo Gubitosa, ci siamo chiesti come potesse passarsela un satiro israeliano. Così, curiosando in rete, scovo “Bombshell” (bomba che ticchetta), il film del giovane regista Atar Ofek. A suo tempo ne parlarono anche i quotidiani italiani. La pellicola è una satira sul terrorismo palestinese che però non esita a sbeffeggiare anche i soldati israeliani. Il film fu un successo, ma oltre all’esclusione dai festival locali, provocò una marea di polemiche. Anche se i fatti risalgono al 2008 la curiosità è tanta, così lo contatto e tento di incontrarlo. Purtroppo in quei giorni Atar era impossibilitato a raggiungermi a Tel Aviv, ma si rende disponibile ad un'intervista via mail. L’amica, musicista e scrittrice Roberta Bosco si è occupata di tradurre le mie domande e di interpretare le risposte di Atar nella maniera più appropriata, evitando gli equivoci e rendendo il “carteggio” piacevole.
url.mamma.am/bombshell MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
ata r
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Partiamo da Bombshell, raccontaci come è nato e con quali risorse sei riuscito a girarlo. Il progetto è nato mentre seguivo il corso di cinema all’università. Avevamo il compito di fare un corto di 3 minuti, con il vincolo di dedicarci a un personaggio. Da persona cinica e interessata alla politica e all’attualità, pensai ad una storia sull’ultimo giorno di un terrorista suicida. Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura ho pensato sarebbe stato divertente immaginare un terrorista che perde l’autobus, obbiettivo del suo attentato, ma poi ho realizzato che c’era del potenziale per una più lunga commedia degli equivoci. Alla fine la sceneggiatura è arrivata alla lunghezza di una cinquantina di pagine. In origine il protagonista sarebbe dovuto essere un uomo, ma visto che hanno cominciato ad esserci anche terroristi donne, ho cambiato il sesso del protagonista, in modo da sviluppare anche una connotazione più romantica tra i personaggi, e infine sono giunto al titolo dal doppio significato “Bombshell” (bombshell significa sia donna sexy, sia esplosione, N.d.T.) Purtroppo il budget ridottissimo mi ha obbligato a tagliare una buona metà dello script, eliminando di conseguenza alcuni personaggi e alcune situazioni comiche. E visto che il film era ritornato ad essere più che altro un progetto studentesco, ho agito come ogni altro studente di cinema nelle mie stesse condizioni: ho reclutato attori, amici, familiari e maestranze cui piacesse il progetto e che aderissero volontariamente. Fortunatamente lo hanno fatto dandomi un grande aiuto, e i 60.000 ILS ottenuti dal fondo per il cinema (poco più di 12.000 euro N.d.T.) sono stati tutti spesi in benzina, cibo, attrezzature...
E' vero che il film fu escluso dai festival di Haifa e Gerusalemme perché si temevano reazioni da parte di associazioni per le vittime degli attentati? Gli organizzatori dei festival di Haifa e Gerusalemme non mi hanno mai spiegato i motivi dell’esclusione, ma sospetto che siano motivi politici. Sebbene io sappia che la maggior parte di loro ha un orientamento di sinistra, probabilmente hanno ritenuto il mio film un po’ troppo di “destra” e non il contrario, come probabilmente, invece, ci si aspetterebbe. Che distribuzione ha avuto in Israele? Nonostante si tratti di un corto, direi che ha avuto una discreta visibilità. è stato trasmesso dal popolare Channel 2 e distribuito in diverse cineteche. Inoltre, ha avuto un’ottima risonanza su giornali e siti web. Nel film irridi sia i terroristi che l’esercito e salvi, nel vero senso della parola, solo le vittime. Le tue intenzioni sono state chiare a tutti? Ovviamente non tutti hanno compreso le mie intenzioni, qualcuno lo ha ritenuto un film pro-Palestina, altri un film troppo sionista-nazionalista e credo che ciò sia dovuto dal fatto di aver messo in ridicolo entrambe le fazioni. La mia opinione personale è che l’occupazione favorisca il terrore, ma anche il contrario e non necessariamente in questo ordine.
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Le polemiche intorno al film hanno condizionato la tua vita privata? Le polemiche non hanno cambiato la mia vita privata, ma dalle critiche ricevute da parte di alcuni attivisti pacifisti, ho imparato sulla mia pelle che la rigidità e il conservatorismo non appartengono solo alle correnti di destra.
i loro padroni, diretti o indiretti, andrebbero incontro ad una possibile censura. Un altro problema qui è che se critichi un politico durante un programma di satira politica non lo indebolisci ma, al contrario, ne rafforzi la popolarità. Ti prendi il lusso di schernire anche l’esercito, quale influenza ha il servizio militare sulla cultura dei giovani israeliani? L’esercito in Israele sta rendendo i giovani più militanti. Questo processo inizia nelle scuole, dove cercano di educare gli alunni a diventare combattenti, il che potrebbe avere cattive influenze sulla società civile. D’altronde voi Italiani cosa fareste di diverso se foste circondati da paesi islamici che non fanno nulla per nascondere il proprio odio nei vostri confronti?
Qual è stata la tua produzione artistica dal 2008 ad oggi? Sinceramente, dal 1998 ad oggi non ho avuto una produzione artistica degna di nota, ma scrivo su un blog socio-politico e alcuni articoli sono stati pubblicati anche da una delle maggiori testate giornalistiche on line nazionali. Adoro chi spezza i tabù, ma si può scherzare su tutto? Credo che la satira debba puntare le sue frecce contro i forti e gli aggressori, evitando di colpire anche le vittime. Sbeffeggiare la vittima non è una cosa ammissibile, a meno che questa non sia stata l’aggressore un minuto prima.
E della tua esperienza militare che ci racconti? Durante il mio servizio militare ero più che altro un addetto di magazzino e non un soldato “da combattimento” a tutti gli effetti, quindi non è nata da lì la mia coscienza politica. Però durante le ore di guardia alla base militare (lunghe e noiose) ho letto un libro che ha avuto un’influenza enorme su di me. Era “La scuola dei dittatori” dello scrittore italiano Ignazio Silone. Altamente raccomandato e sempre attuale.
Le gag del film non sono semplice comicità, ma vera e propria satira su delicati temi politici. Ma la politica non è una cosa seria? Al fine di diffondere un messaggio politico è lecito utilizzare tutti i mezzi moralmente accettabili, ed è noto che il pubblico è più ricettivo quando questi messaggi sono veicolati attraverso l’ironia.
Chiudiamo con una nota di ottimismo. Nei 22 giorni che ho passato a Tel Aviv ho osservato giovani che hanno voglia di divertirsi, ma soprattutto di vivere una vita normale. Come vedi la futura classe dirigente israeliana, cambieranno le cose? L’escapismo che hai riscontrato a Tel Aviv può averti dato un segnale positivo, ma è anche una maledizione, visto che affinché il male trionfi i buoni devono stare fermi e tranquilli. Ma questo succede ovunque, non solo a Tel Aviv. Per quanto riguarda i futuri leader, anche se avremmo alcuni validi politici, rimango molto scettico sulle loro possibilità di essere eletti. Il popolo israeliano è assuefatto alla delusione, quindi probabilmente la gente continuerà a votare i soliti noti, sostenendo che “sono tutti la stessa merda, quindi che differenza fa?” Quella sorta di mentalità che, alla fine, ha sempre fatto comodo ai partiti di destra.
Cosa significa far satira in Israele, quali sono le censure e le reazioni del mondo politico che incontrate? In realtà non ricordo di essermi mai scontrato con la censura. Il mio film fu escluso dai festival di Tel Aviv e di Gerusalemme, come fu scartato anche da altri festival in altre parti del mondo. Che questo avesse a che fare o meno con la censura lo possiamo supporre... Forse era semplicemente un film di merda... In Italia la satira, dopo essere stata gradualmente rimossa dai media tradizionali, sta risorgendo su internet e sta tornando in edicola. Quali canali utilizzano gli autori satirici israeliani? Penso che, tutto sommato, in Israele non c’è troppa pressione su chi fa satira politica. Se però, provassero a schernire
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boscartoon.com
Ciao Pseudonimo, ti scrivo perché sto male. Il mio ragazzo mi ha mollata e adesso sento un vuoto dentro che nessuno riesce a colmare. Non vedo futuro, non c’è nulla che mi piace. Cosa posso fare per uscire da questa situazione? Teresa, 28 anni Prova ad essere un po’ meno originale, tanto per cominciare.
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di gubi e verdana di
manuzio Secondo l’IStat, In ItalIa I mIgrantI Sono
meno di 5 milioni, parI a poco pIù dell’
8% della popolazione, con un numero dI IrregolarI
stimato tra i 500 mila e i 700 mila.
Secondo il doSSier immigrazione della caritaS, gli immigrati aSSicurano allo Sviluppo dell’economia italiana
un contributo notevole:
Sono circa il 10% degli occupati come lavoratori dipendenti, Sono titolari del 3,5% delle impreSe, incidono per l’11,1% Sul prodotto interno lordo (dato del 2008), pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali, dichiarano al fiSco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro.
glI ImmIgratI verSano alle caSSe pubblIche pIù dI quanto prendano come fruItorI dI ServIzI SocIalI. a queSto va aggIunto che, Secondo la legge boSSI/fInI, I mIgrantI che perdono Il lavoro dIventano IrregolarI,
e perdono anche i contributi versati
Se vengono IdentIfIcatI ed eSpulSI.
lavorare per un padrone che tI ruba I rISparmI a pIacImento IerI era
schiavismo, oggI SI chIama
sistema previdenziale combinato con le leggi sui flussi migratori. secondo il censis (luglio 2010), 2 addette su 5 nel settore domestico
lavorerebbero ancora in nero. la retribuzione netta menSile nel 2009 è Stata in media di 971 euro per gli Stranieri 1.258 euro per gli italiani.
Le grafinchieste di www.mamma.am MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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ma I SondaggI rIvelano che glI ItalIanI hanno
10 milioni di fantasmi in testa, e In medIa valutano che glI StranIerI SIano Il
23% della popolazione (15 milioni) e che glI IrregolarI SIano
più dei regolarizzati.
neglI annI 2000 Il bIlancIo annuale dell’InpS è rISultato coStantemente In attIvo anche grazie ai contributi degli immigrati
le uscite per I ServIzI dI cuI hanno benefIcIato I mIgrantI Sono State valutate parI a cIrca
10 miliardi di euro (9,95):
2,8 mld SanItà 2,4 per gli immigrati regolari 400 milioni per gli irregolari
2 mld mInIStero della gIuStIzIa Tribunale e carcere
2,8 mld Scuola 450 mln ServIzI SocIalI comunalI
400 mln polItIche abItatIve
le entrate aSSIcurate daglI ImmIgratI, Invece, SI avvIcInano aglI
600 mln penSIonI 400 mln preStazIonI famIlIarI 500 mln mInIStero dell’Interno Centri di identificazione ed espulsione e Centri di accoglienza
11 miliardi di euro (10,8):
2,2 mld taSSe
1 mld 100 mln rInnovo permeSSI dI SoggIorno e pratIche dI cIttadInanza Iva
7,5 mld contrIbutI prevIdenzIalI
matrimoni misti nel 1995
oggi
Su 100
Su 100
2 10 non risulta statisticamente fondata l’idea che falliscano con più facilità del resto delle unioni.
nel 2009 Sono StatI regIStratI
valori per 100.000 abitanti
l’immigrazione aumenta ma i crimini rimangono più o meno uguali 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0
4.298 reSpingimenti 14.063 rimpatri forzati 10.913 perSone trattenute nei cie nell’InSIeme Il
persone trattenute nei cie 58,4% delle non è stato rimpatriato.
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
crImInI
permeSSI dI SoggIorno
la ricerca transatlantic trends. immigrazione 2009 ha posto in evidenza che metà dei nordamericani e degli europei, italiani compresi, vedono l’immigrazione come un problema. fonte deI datI: XX doSSIer StatIStIco ImmIgrazIone carItaS/mIgranteS
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“D
ove abiti? In affitto”. Il luogo non importa, la sostanza è l’impossibilità di fare diversamente. La risposta che capita sempre più spesso di ascoltare in tante conversazioni lascia emergere con chiarezza la natura di un disagio abitativo che ogni giorno diventa più forte. di Andrea
managò
Il diritto all’abitare si sta trasformando nella paura di non riuscire a sostenere tutte le spese per la casa: affitto, bollette, ristrutturazioni, mutuo. Soprattutto i giovani che vivono nelle grandi città ormai vedono come un miraggio la possibilità di comprarne una. Non è un caso se nel secondo trimestre 2011 le richieste di accendere un mutuo siano calate dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In frenata anche il mercato immobiliare, le transazioni fanno registrare un -3,2% sui dati 2010. In Gran Bretagna la chiamano già “generation rent”, generazione in affitto. Un fenomeno ormai consolidato Oltremanica che vede la fascia di popolazione compresa tra i 20 e i 45 anni costretta a vivere a lungo, quando non per sempre, in affitto. Impossibilitati a comprare un’abitazione a causa dei salari troppo bassi rispetto al prezzo degli immobili, solo il 5% di loro cerca di mettere da parte i soldi necessari ad acquistare prima o poi un appartamento. Per ora in Italia il fenomeno è presente sottotraccia ma, si sa, il Bel Paese esporta velocemente dall’estero soprattutto gli usi e consumi meno invidiabili. Le statistiche più recenti raccontano che il 74% dei nuclei familiari italiani è proprietario della casa in cui vive. In
Europa fa meglio solo la Spagna, con percentuali di poco superiori all’80%, nulla a che vedere ad esempio con la Germania, dove ci si ferma al 40%. In compenso però, alla corte di Angela Merkel gli affitti hanno costi ben più accessibili e il prezzo di un immobile di 70 metri quadri a Berlino oscilla attorno ai 100 mila euro. Nella patria dei “palazzinari” la musica è diversa, a Roma in periferia si viaggia sui 4.000/4.500 euro al metro quadro. Ecco allora che per un piccolo appartamento da 55 metri quadrati si possono tranquillamente spendere 250 mila euro. Dopo appena 250/300 comode rate di mutuo da 800/1.000 euro al mese la casa diventa di proprietà. I prezzi sono alle stelle ed i salari medi bloccati, eppure soprattutto attorno alle città si continua a costruire. Non solo, il numero elevato di case di proprietà fa schizzare in alto il costo di un appartamento o anche solo una stanza in affitto, spesso in nero. Ne sanno qualcosa gli oltre 100 mila studenti fuori sede che vivono nella capitale: per un posto letto vicino a una sede universitaria c’è chi spende anche 350 euro al mese. Una stanza singola può arrivare tranquillamente fino a 550 euro. In totale fa oltre 6.500 euro l’anno, solo di affitto, con le spese si superano senza problemi i 7.000. Non male, considerando che questo popolo di aspiranti dottori, quando e se troverà lavoro, otterrà nella maggior parte dei casi un contratto a tempo determinato da 800/1.000 euro al mese. Chi non ha alle spalle il sostegno della famiglia, e in questo periodo di crisi sono sempre di più, vede volatilizzarsi più di metà dello stipendio solo per le spese di affitto e le utenze. Quel che resta serve per vivere: con 13 euro al giorno e la paura di andare in default alla prima spesa imprevista. Lo stesso rischio che corrono la Grecia, l’Irlanda, la Spagna. Quello di una generazione di giovani che ha chiesto una casa in vendita e si è ritrovato con una vita in affitto.
Paura di abitare MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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foto di
malierotico.com
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illustrazione di
CONTALI BENE di gianpiero
caldarella
scomunicazione.it
elena ferrara
Sono sicuro (?) di avere paura. Poi ci penso. Non posso esserne sicuro (!) Come persona impaurita avrei il diritto di non essere preciso, di non spacciare sensazioni per certezze.
C
ome persona sicura invece la paura non mi riguarda, tuttalpiù è un alibi, nel caso dovessero accusarmi di delitti che non (?) ho commesso. Eppure ero sicuro di avere paura (!) Qualcosa non ha funzionato. Mi sento derubato della condizione di precarietà che la paura mi regalava. C’è un inganno che si nasconde dietro la sicurezza. È una cesoia che riduce lo spettro visivo, risparmia molti rischi, risolve il problema alla radice con un tono pacatamente governativo (!): “vivere non ti conviene, ti fotterebbero al primo angolo della strada, ascoltami, segui questa linea, non alzare gli occhi, non distrarti, non ti interessa quello che ti accade intorno, forza, accelera il passo, portami quello che ti avevo chiesto e ti permetterò di compiere questo viaggio indisturbato e poi un altro ancora. Tu servi (?) La tua sicurezza è inespugnabile ma non provare a fermarti se non vuoi abituarti a convivere con la paura di stare al mondo”. Alle volte le parole in sicurezza sono altre (?), ma questa sforbiciata costa. Quello che lo stato fa pagare ai propri cittadini spacciandolo per sicurezza è un prezzo altissimo, non solo in euro ma soprattutto in ore, giorni, anni... la sicurezza si paga col tempo, quello impiegato ad accorgersi quanto la paura sia un’amante desiderabile. In fin dei conti, la sicurezza non fa fuori la paura di stare al mondo, la sicurezza fa fuori il mondo. Direttamente. Senza ripensamenti. Senza dubbi. Come un giocatore di biliardo che non trova più avversari al suo livello. La partita è finita (?) Può posare la stecca. La vita non si fa ingessare ancora una volta. Resta il ricordo della paura di perdere. Lo sforzo per non fare tremare la mano. Poi il colpo. Forse stavolta sbaglio (!) Ho paura di non sbagliarmi. PS: Hai contatto tutti i punti esclamativi? Erano meno dei punti interrogativi? A quale dei due offriresti una birretta? Sei sicuro?
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bonaccorsolelio.blogspot.com
thewarbulletin.com
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nuovi lettori ci bastano per combattere
meglio morti che venduti! questa è
C
i sono ancora in Italia trecento teste pensanti che vogliono ragionare sul mondo e abbandonare le verita' a buon mercato di guru, partiti, leader, capetti e santoni?
Per mantenere viva questa rivista senza padroni, pubblicità e preconcetti ci bastano 300 lettori per sopravvivere e continuare in questo progetto editoriale pieno di azzardi e libertà. Altrimenti non c'è problema, passiamo a fare altro.
N
ello spirito che animava Leonida alle Termopili, preferiamo combattere e morire che trascinarci come schiavi di un'editoria senz'anima.
Le formule di adesione che proponiamo sono le seguenti:
! ! ! !
O si cresce o si muore. Se nel 2012 troveremo almeno 300 lettori intenzionati a sostenerci con un abbonamento, continueremo a sfidare il mercato editoriale dominato dai grandi colossi. Se invece ci verrà fatto capire che non c'è bisogno di giornalismo a fumetti e che per saziare la vostra curiosità vi bastano la stampa di partito, i fogli repubblicani, i servizi pubblici dei privati e le società per azioni che raccontano fatti quotidiani, allora non c'è problema: prendiamo atto di quel che vuole il pubblico e chiuderemo a testa alta questa rivista e ci inventeremo qualcosa di nuovo e di diverso per continuare a dire quel che ci pare, come ci pare e dove ci pare. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta, mettendo in piedi senza un centesimo di fondi pubblici o privati una rivista apprezzata da chiunque la legga, un validissimo gruppo redazionale, un piano editoriale che non ha eguali nella stampa periodica, una essenziale struttura organizzativa per la gestione della stampa e della spedizione. Più di questo non si poteva fare lavorando gratis: adesso sta a voi lettori decidere se farci crescere o farci chiudere.
"Socio" - 15 euri/anno Tessera dell'associazione e rivista in formato elettronico "Abbonato" - 25 euri/anno Come il "Socio" Più microabbonamento a tutte le uscite 2012 della rivista Mamma! "Sostenitore" - 35 euri/anno Come l'"Abbonato" Più un libro a scelta tra quelli pubblicati nel corso del 2012 "Eroe" - 100 euri/anno Come il "Sostenitore" Più un disegno originale di un autore di Mamma! e TUTTI I LIBRI pubblicati nel corso del 2012 spediti a casa man mano che escono.
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morire d'industria kanjano.org
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storie di fifa e di diossina
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giornalismi.info/gubi
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Louis Vissol al fronte, 1915.
LouisVissol e i suoi compagni tedeschi di ginnastica acrobatica, aprile 1915.
Le trincee della prima guerra mondiale. Dal febbraio al dicembre 1916, i 300 giorni della "battaglia di Verdun" hanno lasciato su un campo di 20 km quadrati 230.000 caduti tra francesi e tedeschi, Il conteggio arriva a 700.000 aggiungendo feriti e dispersi.
paure galliche
Il cielo non ci cadrà in testa, ma forse le stelle dell'Europa sì di Thierry Vissol *
Consigliere Speciale Media & Communicazione, Rappresentanza in Italia della Commissione europea
S
ono Gallo, ma da più di trent’anni non vivo più nel mio paese, non parlo quasi più la mia lingua. Sono in giro per l’Europa, parlando una delle cinque lingue che mastico e mi dedico, con i colleghi e altre migliaia di cittadini europei, a costruire un mondo diverso da quello dei miei genitori e nonni. Ogni tanto, anche se sembra un po’ “vieux jeu”, vale la pena di ricordare altri tempi, non così lontani. Mio nonno paterno ha lavorato in Germania dal gennaio 1913 al giugno 1914. Il 29 luglio 1914 riceveva dal suo amico tedesco Meinolf, compagno di ginnastica acrobatica, una lettera che terminava con: “Caro Louis, spero che ci rivedremo presto”. Forse si sono intravisti e anche sparati, nel fango sanguinoso delle trincee di Verdun… Quando il Piave era rosso del sangue degli italiani e degli austriaci è andato a dare una mano… e una parte della sua coscia. Mi piacciono di più i baci tra la Merkel e Monti, o la foto di Helmut Köhl e di François Mitterrand, mano nella mano davanti all'ossario di Douaumont a Verdun. Nel luglio 1940, mio padre è scappato dalla Francia per ritrovare le truppe del generale De Gaulle. Ritornato in Francia nel 1942 è scappato di nuovo, a piedi, attraversando i Pirenei, ricercato dalla Gestapo. Passato in
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Spagna è stato arrestato dalla polizia spagnola di Franco. Ha passato nove mesi nel campo di concentramento di Miranda de Ebro, dove perse 30 chili e fu liberato dagli americani per un sacco di grano. Altro che Erasmus! A Mons ho visitato spesso il "Parc d'Aventures Scientifiques" nel "borrinage" belga, dove si trova uno spazio molto commovente dedicato ai minori italiani, polacchi ecc., "prestati" dal loro governo per estrarre il carbone necessario alla ricostruzione del loro paese dove si moriva di fame, e finivano uccisi dal "grisou" o dalle malattie polmonari. Oggi il primo ministro belga si chiama Elio di Rupo. Fino al 1992, passare una frontiera era un’avventura. Adesso per noi europei non ci sono più. Si può viaggiare, lavorare, amare e anche divorziare senza frontiere. Nel 1900, la popolazione europea era di circa 300 milioni, quella degli USA di 76,3, dell’India 234 milioni, della Cina 400, dell’Africa 133 milioni. C'era un europeo per ogni 2,8 non europei. Eravamo i padroni del mondo! Nel 2011, siamo 500 milioni nell’UE. Gli americani sono 300 milioni, gli indiani 1,2 miliardi, i cinesi 1,3 miliardi, gli africani 1 miliardo, ecc. Cioè 14 non europei per ogni europeo. E senza di loro, non ce la faremo. Nella nostra società basata sul consumo energetico, la * L'autore si esprime a titolo personale. Le sue opinioni non coincidono necessariamente con quelle della Commissione Europea.
dipendenza europea dell’estero, che era del 65% nel 2010, sarà dell'83%. Dipendiamo al 90% dal resto del mondo anche per le "terre rare", minerali indispensabili per le tecnologie moderne, senza le quali saremmo impotenti. Meno male che con l’euro noi europei paghiamo il 30% in meno degli americani e di tutti coloro che pagano le materie prime in dollari (cioè tutti gli altri). Ma se vogliamo sviluppare le energie alternative, eolica e solare, avremo bisogno di sviluppare delle reti di distribuzione attraverso tutta l’Europa per collegare i vari campi eolici e solari ed evitare un black-out: un investimento di circa 1.000 miliardi di euro prima del 2020. Adesso l'età media degli europei è di 40 anni, sarà di 47 anni nel 2060 (io sarò morto da un bel po'!) Ciò significa che l’UE passerà da un rapporto di quattro persone in età lavorativa per ogni persona oltre 65 anni (16% della popolazione) ad un rapporto di solo due a uno (con il 30% di over 65). Di sicuro non saranno i cinesi a pagare le vostre pensioni, né i debiti accumulati per comprare le loro merci. Sì, è vero, c’è la crisi detta dell’euro. Sì, la disoccupazione giovanile in Europa supera il 20%. Sì, siamo pieni di debiti (anche se meno
di altri paesi, come il Giappone o gli Stati Uniti). Ma è tutta colpa dell’euro? O piuttosto dei nostri governi, che con il beneTarghetta messa sui feriti evacuati dal placito dei cittadini, non hanno fronte durante la I guerra mondiale. voluto rispettare i patti e hanno speso soldi che non avevano, scaricando i problemi sulle generazioni future? Non si scherza più. Le riforme sono necessarie. Dire quali sono le migliori è questione di dibattito democratico, non di demagogia, non di ritorno ai nazionalismi, ai campanilismi, all’isolazionismo, al rifiuto dello straniero. C’è bisogno di più Europa e di più partecipazione democratica da parte di cittadini informati e consapevoli delle sfide del mondo intorno a noi e della virtù della solidarietà. Io sono Gallo. I miei antenati avevano paura che il cielo cadesse sulla loro testa. Io no. Ma sono anche europeo, e ho paura che le stelle della bandiera europea mi cadano addosso seppellendomi nel blu dello spazio infinito.
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
inventoaltritempi.blogspot.com
arnald
niente
paura diversamenteoccupati.it
U
na lista, in ordine sparso, delle cose di cui ho avuto paura: il buio, l’armadio chiuso, l’armadio socchiuso, il primo giorno di scuola, l’ultimo giorno di scuola, il bullo di terza media, quello di quinta liceo, gli esami per la patente, gli esami universitari, gli esami del sangue, l’omosessualità, l’aids, l’uomo nero, l’uomo bianco, il mare, il mare di notte, il pesce con le spine, le malattie esistenti o immaginarie, i cani, i ragni, ET, l’aereo, l’aereo perso, i treni persi, la calvizie, gli aghi, i buchi, la solitudine, la folla, la povertà, avere i soldi e scoprire che sono pochi, sognare di rifare l’esame di maturità, svegliarmi e scoprire di non poter rifare l’esame di maturità, dover fare la cacca entro trenta secondi e avere il primo bagno disponibile a trentacinque secondi, il primo giorno di lavoro, l’ultimo giorno di lavoro, il primo bacio, la prima scopata, perdere i miei genitori, perdere il derby, perdere di nuovo i mondiali ai rigori, perdere il cellulare, perdere le chiavi di casa, perdere la casa, perdere. Come posso aver paura di morire, se sono tanto impegnato ad aver paura di vivere?
L
a paura del buio, la paura di essere cresciuto, il ricordo di ricordi mai vissuti, il bosco, quel cuore – il più involontario tra i muscoli – che fa un po' come gli pare. Gli anni Ottanta siciliani, la parrocchia, le donne. Una storia qualunque, insomma, firmata da Kanjano. Una shortstory che si rifiuta di stare sulla carta e che potete leggere scansionando il QRCODE o su url.mamma.am/parcoeur
MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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mp-vignacce-e-fumetti.blogspot.com
La merda può far paura. Una volta feci uno stronzo nero. So che uno stronzo nero vuol dire che c’è qualche problema, quindi andai nel panico. Chiamai mio padre e dissi: “Papà, non ci crederai mai... ho appena fatto uno stronzo nero!” Lui mi disse: “Bob, non ci crederai mai, ma sono in una riunione di lavoro e sei sul vivavoce!” Robert Schimmel
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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mpcinque.com
Riccardo Orioles Segnalazioni gratuite di siti amici. Nessun annuncio a pagamento è presente nella rivista
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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fabriziodesdorides.blogspot.com
Sono stanca e avvilita, tutte le relazioni che ho avuto mi hanno sempre deluso. Non ci credo più, ho paura di rimanere sola per tutta la vita. Quando troverò l’amore vero? Nadia, 13 anni Mah, secondo me il 30 febbraio.
Peter Padan
di Demerzelev
L’
alto volume dei pensieri assordava Peter Padan. Solo e notturno nella stanza, le paranoie del futuro gli sprangavano la mente, le colpe del passato gli pestavano lo stomaco. Lui era un teppista e si stava accorgendo che la crudeltà della vita era superiore alla sua. Perciò ne aveva paura. E la paura intimidisce, rende mansueti, repressi e poi si cresce, prima maturi e infine marci. Servi che il lavoro rende miseri. Pensava. La paura è un congegno più meccanico di un’arancia. Lui lo sapeva e lo sabotava con uno spinello. Poi evocava Campanellino, la sua ironica, burlesca e porno allucinazione. Nel migliore dei casi riusciva ad addormentarsi solo dopo una breve masturbazione. Così ogni notte fuggiva un po’ più lontano, dove tutto attorno si fa mare e l’indistinguibile permette di confondere l’esistente. Finchè, abbandonata, la sua ombra non si perse. Lui se ne accorse molto tempo dopo, bevendo birra su di una panchina con amici. Le loro ombre si allungavano come sempre sotto i coni di luce dei lampioni. Mancava solo la sua. Furono gli altri a farglielo notare. Cominciò a tremare. Dov’era finita la prova antiluminosa della sua presenza? Gli altri lo guardavano, intimoriti eppure ammirati. 41
demerzelev.myblog.it
C’era qualcosa di magico in Peter Padan, il loro fratello. Questo li rendeva tutti un po’ speciali. Così cominciarono a caricarsi. Notava i loro sguardi, stupiva e nel percepirsi investito da un nuovo carisma, rincuorava, fino a sentirsi montare l’euforia. Gli sembrava di essere diventato più leggero, avrebbe giurato di poter volare. Tutto quello per la sua ombra. Accettava lo scambio. La paura era sparita, persa, persino oltre la memoria. Libero, spaccò per terra una bottiglia. Il fracasso del vetro si mescolò al suo grido, mentre la mente di un testimone riproduceva un Also Sprach Zarathustra all’apogeo. Concluso il gesto, Peter vide quell’uomo allontanarsi in fretta, a terra i vetri, gli amici turbati. E se ne fregò. Dai suoi grandi poteri non derivavano grandi responsabilità. Si sentiva nuovo, ma senza disorientamento. Senza tempo. Cominciò a pensare in maniera diversa. C’era quella ragazzina di buona famiglia per esempio, lo snobbava ma era sicuro che in realtà non vedesse l’ora di essere scopata a sangue da lui. Pare che avesse un forum di poesia in rete e si facesse chiamare Wendy. Aveva già in mente qualcosa per lei. Ma prima voleva mettersi alla prova. MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
claudio gianvincenzi sdrammaturgo.wordpress.com
presentano
gianluca romano
gianlucaromano.deviantart.com
Il petauro che sottovalutò la toponomastica
N
el Villaggio degli Animali Outsider si era appassito il Sacro Fiore della Vita e del Cielo. Urgeva prenderne un altro nella Valle dell’Inesorabile Dolore Atroce e della Morte Tassativa. Venne sorteggiato il Petauro. La scamparono lo Zebù, la Martora, la Moffetta e il Dingo. “Ho paura”, disse il Petauro. Intervenne allora il Licaone Morganfriman, il vecchio saggio del villaggio: “Non devi. Sii uomo”.“A parte che sono un petauro, ma soprattutto: se non ho paura della Valle dell’Inesorabile Dolore Atroce e della Morte Tassativa, di cosa diamine devo aver paura?!” “La nostra comunità ha bisogno del Sacro Fiore della Vita e del Cielo!”
N
on possiamo prendere quello che si trova nell’Idilliaco Prato Profumato e Soave?” “No, quello nella Valle dell’Inesorabile Dolore Atroce e della Morte Tassativa è in offerta” “Ma io mi caco sotto al sol pensiero” “Sii valoroso: pensa a quanto rimorchierai al ritorno” “Ma sì, in fondo che sarà mai” “I nostri padri ci insegnano che tira più...eccetera”, sentenziò solennemente il Licaone. “Ah, un’ultima cosa: ma a che serve ‘sto Sacro Fiore della Vita e del Cielo?” “Ciao, ci vediamo”. Il martire della religione deve sacrificarsi sulla fiducia.
I
l Petauro partì ribaldo, evitò valanghe e venditori di rose, affrontò il Crepaccio della Notte Oscura e la Caverna dell’Orrore, sopravvisse al Pozzo dei Tormenti e alla Gola della Fila alle Poste, superò le Alture dell’Inaugurazione e il Picco dei Pranzi coi Parenti, attraversò il Valico della Monogamia e il Passo della Democrazia Parlamentare. Qualche difficoltà in più sopraggiunse quando arrivò alle Cascate della Diarrea, ma resistette con onore. Giunto infine nella Valle dell’Inesorabile Dolore Atroce e della Morte Tassativa, morì tra atroci dolori. Morale della favola: ci sarà un motivo se si chiama Valle dell’Inesorabile Dolore Atroce e della Morte Tassativa. MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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Non dovete avere paura del futuro. Non sapete che non esiste? Arnald
kanjano.org da uno scritto di Gianluca Ferro
Il vecchio Mediterraneo e la piccola lampedusa
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lampedusa, smettila di sporcarti le mani e vieni a mangiare
e’ ora di cena
MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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mariogaudio.it
Caro Pseudo, la mia ragazza mi ha mollato per un altro; dice che lui la fa stare bene. Io penso che sia scappata via da me solo perché ha paura d’amare. Beh, più che paura d’amare io vedo questa scelta come coraggio di sbattersene i coglioni.
Un agosto in sella ad un’Opel Corsa più che ventenne, muniti d’una cartina dell’Europa e di una videocamera, risalendo come salmoni in cerca di un'opinione lungo la scia (di memoria) che il disastro di Chernobyl si è lasciato alle spalle. Nelle orecchie lo sciamare disturbante degli opinionismi pro e anti nucleari prereferendari e l'eco della sciagura di Fukushima. In testa la voglia di farsi un'idea scevra di ideologie e convenienze, guardando le centrali incorniciate in finestre diverse da quelle televisive. Ci siamo inventati il nuclear crawling, abbiamo visto più centrali di Chicco Testa e ve le raccontiamo senza preconcetti, attraverso gli occhi di chi vive all'ombra dei loro comignoli. Un diario di viaggio onesto e senza fronzoli, da Roma a Chernobyl e ritorno. prossimamente in uscita. tutti gli aggiornamenti su unforget-chernobyl.blogspot.com
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
maurobiani.it
il buio e poi
e va bene
Ti scrivo per dirti quanto sono felice. Tre mesi fa il mio ragazzo mi ha mollato dicendomi che aveva bisogno di un periodo di riflessione. Adesso è tornato, e io credo che questa sia una grande prova di coraggio, e una grande prova del suo amore. Marta, 22 anni Questa è una prova che Jessica non gliel’ha data. E che lui ha paura del buio.
la gioia, il gioco, la paura cose reali, colorate
va bene fino a che la paura non diventa angoscia improvvisamente durante il viaggio
più spalanchi gli occhi e più non vedi nulla. si fondono colori di guerre, ingiustizie, cazzi personali indistinti, in un indistinguibile violento silenzioso urlante nero MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
allora senti e senti, Senti
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senti
fuori dal finestrino si apre l’ armadio
‘che lì, sentivi.
puoi richiedere i volumi su www.mamma.am/libri Rokuro HAKU
Gli autori di SCARICABILE
MP
KANJANO & Carlo GUBITOSA
no alla guerra, The Holy Bile no al nucleare
Nicola.
La mia terra la difendo
R–esistenza precaria
kanjano & gubi
LA MIA TERRA
LA DIFENDO
U
n libro per scoprire che non esiste un “nucleare civile” senza applicazioni militari derivate, non esiste “energia atomica pulita” senza rischi inaccettabili, non esistono “armi sicure” all’uranio impoverito senza vittime di guerra. Il figlio di una sopravvissuta alle radiazioni di Nagasaki ha trasformato in una appassionata denuncia a fumetti la cronaca degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi e statunitensi, che sono stati nascosti da un velo di silenzio. Nana Kobato, studentessa delle medie, si affaccia sul “lato oscuro del nucleare”, e scopre i pericoli delle centrali atomiche, gli effetti dei proiettili all’uranio impoverito, le devastazioni ambientali che uccidono adulti e bambini. In un racconto a fumetti chiaro e documentato, Rokuro Haku descrive gli effetti delle guerre moderne sull’uomo e sull’ambiente, e mette a nudo i poteri occulti che sostengono l’energia nucleare.
I
C
L
l libro degli autori di ScaricaBile, il “pdf satirico di cattivo gusto” che ha ridefinito su internet la soglia dell’indecenza con 32 numeri di puro genio e follia, centinaia di pagine maleducate, migliaia di lettori incoscienti. Da oggi lo spirito del magazine più scorretto d’Italia rivive nel libro “The Holy Bile”, una raccolta differenziata di scritti e fumetti inediti su qualunquismo, castità, religione e sondini terapeutici. Un concentrato purissimo di anticlericalismo, blasfemia, coprofagia, incesto, morte, pedofilia, prostituzione, sessismo, sodomia, violenza e volgarità gratuite. In breve, uno specchio perfetto dell’Italia moderna, per chi non ha paura di guardare in faccia la realtà con le lenti deformanti della satira. Testi e disegni di Daniele Fabbri, Pietro Errante, Jonathan Grass, Tabagista, MelissaP2,Vladimir Stepanovic Bakunin, Eddie Settembrini, Blicero, G., Ste, Perrotta, Marco Tonus, Mario Gaudio, Flaviano Armentaro, Maurizio Boscarol, Mario Natangelo, Alessio Spataro, Andy Ventura.
erti fumetti non possono farli i radical chic col culo parato o gli intellettuali da salotto. Ci voleva un lavoratore emigrato come Marco “MP” Pinna, che si è bruciato due settimane di ferie per partorire la saga di Nicola, l’antieroe in tuta blu del terzo millennio. Un mondo precario dove Nicola lotta per salvare la sua fabbrica dalla chiusura, e scopre i trucchi più loschi con cui i padroni fregano le classi medio–basse. Più spericolato di Batman, più sfigato di Fantozzi, più ribelle di Spartacus e più solo di Ulisse: Nicola è il simbolo della nostra voglia di resistere alle ingiustizie. Contro di lui un padrone senza scrupoli e una famiglia senza vergogna, incarognita dalle mode più devastanti del momento. Uno spietato “reality show” a fumetti, un micromanuale di economia finanziaria, un prontuario di autodifesa sindacale ma soprattutto lo sfogo di satira rabbiosa di un “artista–operaio”. Ottanta pagine di sopravvivenza proletaria: astenersi perditempo.
a storia di Giuseppe Gatì, 22 anni, pastore per vocazione, produttore di formaggi per mestiere, attivista antimafia per passione. Il suo volto è salito agli onori delle cronache nel dicembre 2008 per la contestazione al “pregiudicato Vittorio Sgarbi”, che ha scosso la città di Agrigento al grido di “Viva Caselli! Viva il pool antimafia!” Con l’aiuto degli amici e dei familiari di Giuseppe, Gubi e Kanjano hanno scoperto gli scritti, le esperienze e il grande amore per la terra di Sicilia di questo ragazzo, che ha lasciato una eredità culturale preziosa prima di morire a 22 anni per un banale incidente sul lavoro. Un racconto a fumetti che non cede alle tentazioni del sentimentalismo e della commemorazione, per restituire al lettore tutta la bellezza di una intensa storia di vita.
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48 pagine di incredibile godimento.
l a nuova rivista di satir a internazionalista
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MAMMA! | n. 8 | Paura, eh?
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MAMMA! | meseANNO
No, Bello, non stasera, che domani ho gara di tabelline...