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Mensile delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Anno XXIX n.12 - dicembre 2010
CristianiOggi
osservatorio cristiano
attualità
Lascialo ancora quest’anno “Crisi”. Basta questa piccola parola per definire e inquadrare il periodo storico che viviamo. La crisi sembra essere il virus moderno e attuale, tutti ne sono infetti. C’è crisi nel Governo che vive una situazione di evidente fragilità, c’è crisi ancor di più nell’economia che proietta in un futuro sempre più incerto. C’è crisi nelle famiglie che si sono risvegliate in un clima di terrore e sospetto e che, a causa degli ultimi fatti di cronaca, dimostrano inconfutabilmente di essere costantemente in pericolo, vivendo barricate in casa con la paura del vicino e dello straniero, con il pensiero preoccupante di essersi fidati forse troppo perfino degli affetti più cari. C’è crisi nei valori nei quali abbiamo sperato, ma che la società, oramai sempre più violenta e carica di tensioni, pronta a esplodere a ogni piccolo sussulto, ci mostra sempre più lontani. Se questo è il quadro odierno, come vive il cristiano questo tempo? La crisi purtroppo, a prescindere dal momento che si vive, tante volte coglie anche il cristiano che, nonostante sia parte del campo di Dio sia chiamato a vivere fuori dalle influenze del mondo, non riesce a portare frutto. Questa dunque è la crisi dell’umanità. Gesù nella parabola del fico sterile (Luca 13:8) parla di un fico nella vigna che delude, ancora una volta, il
Scorciatoie pericolose Capita di dover arrivare a un importante appuntamento e di ritrovarsi in ritardo, rendendo sempre più concreta, minuto dopo minuto, la possibilità di mancare all’appuntamento fissato. Questo crea apprensione, poi preoccupazione fino a una vera e propria ansia. Così, spingendo sull’acceleratore, abbiamo la strana impressione che tutti i semafori diventino rossi
al vederci sopraggiungere e che tutte la altre auto davanti a noi vadano così piano… poi ecco, pensiamo all’eventualità di imboccare una scorciatoia che salti il traffico ed eviti i semafori. Il più delle volte queste scorciatoie risultano disagevoli: la strada non è asfaltata, l’illuminazione assente, tanto da farci pensare che forse sarebbe stato meglio restare sulla strada prin-
cipale, piuttosto che imboccare una scorciatoia pericolosa. I primi cristiani non imboccavano scorciatoie pericolose, ma seguivano Gesù, Colui che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita” (Vangelo di Giovanni 14:6). Invitiamo il Signore a guidarci e Lui lo farà facendoci evitare scorciatoie pericolose!
suo padrone. La sua presenza in quella vigna mostra l’amore e la volontà chiara di volerlo proprio lì nel bel mezzo della vigna, un albero certamente legato ai ricordi e ai sapori che il suo frutto dolce era riuscito a trasmettere a coloro che avevano avuto l’occasione e il piacere di gustarlo. Purtroppo, la parabola ci insegna che tutto ciò appartiene al passato e la realtà è questa: “Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercare frutto da questo fico, e non ne trovo”. Molti possono vantare un passato simile a quello del fico, ricco di vittorie. Ma ora la mancanza del frutto dimostra che la crisi li ha colpiti. Forse il fico è morto e non c’è più speranza di gustare nuovi frutti? Il vignaiuolo non la pensa così: “Gli zapperò intorno e gli metterò del concime”. Per sperare in un nuovo frutto è necessario zappare intorno a quell’albero, liberando il
terreno da tutto ciò che sottrae energia e luce; raffinandolo e rendendolo più friabile e morbido, perché possa assorbire e trattenere l’acqua utile a ravvivare le radici; rinnovandolo fino ad arrivare a sollevare quelle zolle profonde, ricche di elementi nutritivi, sapendo che c’è molto di più di quello che si vede superficialmente. Questo è il lavoro che Dio deve fare nel nostro cuore per renderlo un cuore nuovo. Per sperare in un nuovo frutto è necessario aggiungere del concime, che è indispensabile, come la preghiera e la comunione con Dio. Il segreto di tanti successi è nel concime della preghiera che deponiamo ai piedi di Dio per avere successo. Il concime è sufficiente, è come la Parola che può formare un uomo pienamente, senza bisogno di altro. Il concime è efficace, come il frut-
to e l’unzione dello Spirito Santo, che agisce potentemente. La promessa di Gesù è chiara: “Riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi”, e di questa efficacia l’uomo ha bisogno, non può farne a meno. Questo è il lavoro che Dio vuole fare nel nostro spirito per suscitare un risveglio. “Signore, lascialo ancora quest’anno”. Somiglia molto alla preghiera che Gesù Cristo, seduto alla destra, rivolge al Padre, intercedendo per ognuno noi. Siamone certi: nel nuovo anno Cristo continuerà la Sua opera in noi, come un buon vignaiuolo e, con il suo aiuto, il fico (l’uomo) potrà portare molto frutto. “Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me” (Giovanni 15:4). Paolo Testa
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c’è un messaggio per te
La sindrome del click Se volessimo esaminare con attenzione chi ci circonda, converremmo che questa è la generazione del “tutto e subito”, una generazione che si è lasciata alle spalle i valori veri e sani (della moderazione, dell’equilibrio, del pudore…), un tempo guida nel cammino della vita.
Ciò a causa dell’ormai imperante tendenza dell’“hic et nunc” (qui e adesso), che inevitabilmente ha portato a una diffusa superficialità. Il vertiginoso progredire della tecnologia e, in particolare, delle comunicazioni ha reso possibile in poco tempo il trasferimento di beni e servizi su scala mondiale, innescando una spirale di consumo generalizzato che non conosce tregua. La Chiesa vive in questa strana e frenetica società, molte volte imitandone i comportamenti, purtroppo anche quelli meno virtuosi: ecco che si contraggono debiti con facilità, si spende in cose
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futili, dipendendo da mode temporanee e da false sollecitazioni pubblicitarie. Queste, che sono brutture di un mondo perduto e lontano da Dio, sempre più spesso si evidenziano come vergognose catene che tendono a legare chi è stato fatto libero, per Grazia, avendo ricevuto per fede Cristo Gesù. Ti accorgi allora che tale stato di disobbedienza verso Colui che è morto per noi, provoca una grave quanto contagiosa perdita di benedizioni, col conseguente impoverimento della vita spirituale. E quante volte le persone che Dio ci ha affidato, invece di ricevere da noi un valido aiuto, rimangono scandalizzate dai nostri compromessi e dalle nostre misere giustificazioni! È proprio il caso di considerare le parole di Isaia: “Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui alcuna aurora!” (Isaia 8:20). USA E GETTA Da cristiani consacrati, non dovremmo permettere a nessuna sindrome di prendere il sopravvento, ostacolando il nostro rapporto con Dio e con gli altri; eppure, nella frenetica vita di oggi, persino i rapporti personali diventano “usa e getta”: si costruiscono e si demoliscono troppo velocemente, senza viverli come si dovrebbe. Dovremmo, invece, fermarci un attimo per guardare e domandare “…quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada e incamminarci per essa; solo così potremmo trovare riposo alle anime nostre!”, come scrive il profeta Geremia. I social network, per esempio, che sono diventati i primi mezzi di comunicazione, hanno sì azzerato le distanze, ma altresì, laddove l’attesa e la riflessione portava le persone ad avvicinarsi lentamen-
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te, a conoscersi, a condividere vive emozioni con i soli mezzi della sana conversazione e del contatto diretto, fanno in modo di ottenere a tempo di record tutte le informazioni possibili sulle persone che si vogliono conoscere. Purtroppo nessuno più ascolta quello che l’apostolo Paolo consigliava vivamente: “Cercate di vivere in pace, di fare i fatti vostri…” (I Tessalonicesi 4:11); e ancora: “Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi. Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore” (Efesini 5:15-17). È auspicabile fermarsi e rivalutare l’attesa come momento fondamentale per la crescita della nostra vita in Cristo, ricuperare dunque il tempo per poter riflettere sui nostri comportamenti e chiedere la forza a Dio di non agire più con leggerezza: “Sta’ in silenzio davanti al Signore e aspettalo; non adirarti per chi prospera nelle sue imprese…” (Salmo 37:7).
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operare più con dei “click” avventati, ma mostrando dedizione, costanza, umiltà: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso” (Filippesi 2:3). È importante imparare dal Sommo Maestro, lasciarsi “segnare dentro”, lasciarsi “incidere” dalla Parola, affinché si vivano effetti non temporanei, ma duraturi. • Fermarsi in definitiva, per riscoprire il gusto dolce dell’ubbidienza. Se, infatti, ci disporremo ad ubbidire alle direttive del nostro Padre Celeste, quando magari ci invita a rivalutare le nostre scelte, a ritornare sui nostri passi, ne trarremo sicuramente enormi e meravigliosi benefici. Il nostro principale desiderio voglia essere quello di pregare di più il Signore, per trovare la forza di distaccarci dal mondo, adesso anche virtuale, quanto basta per valutare, liberi da ogni influenza di “rete”, i tempi difficili in cui ci troviamo a vivere. Tempi in cui, nonostante si assista all’evidente globalizzazione del …E ALLORA? Allora, per ritrovare quella bene- materialismo, della superficialità e della corruzione, sarebbe buono detta comunione con Dio e rivipoter mostrare e dichiarare a tutvere appieno la pace della salvezti la bellezza e la prosperità che ci za, bisogna fermarsi e attendere viene dalla sola e vera “connessiol’Eterno. ne”, quella per lo Spirito Santo al • Fermarsi per risintonizzare il “server” del cielo! nostro cuore sulla frequenza del Se ci fidiamo di Dio e di ciò che cielo. ha promesso a tutti coloro che Lo Esser capaci, quindi, di operaservono col cuore, ci sarà ogni re ancora oggi quella selezione “Hi-Fi” (in alta fedeltà), girando la giorno più facile accettare il Suo manopola dei nostri desideri, per amorevole invito: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trapoter superare il marasma delle voci terrestri, che provengono dal- sformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conola stazione della mondanità, delle passioni, del successo e così via, sciate per esperienza quale sia la e per ascoltare invece la Voce Ce- volontà di Dio, la buona, gradita e leste, dicendo come il piccolo Sa- perfetta volontà” (Romani 12:2). muele: “Parla, Signore, poiché il Aniello Casciello tuo servo ascolta”. • Attendere per imparare a non
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attualità
Scorciatoie pericolose
È capitato sicuramente a tutti noi di rischiare di arrivare a un importante appuntamento con un notevole ritardo. La possibilità di fare una brutta figura, l’eventualità concreta di non incontrare la persona con la quale avevamo fissato l’incontro, ha messo in noi apprensione, preoccupazione e finanche ansia. Spingendo sull’acceleratore, avevamo l’impressione che tutti i semafori si illuminassero di rosso al nostro sopraggiungere. Ci sembrava che le macchine che erano davanti a noi andassero troppo piano e, innervositi, abbiamo dato più colpi al clacson per sollecitare l’autista che ci precedeva. E, come se tutto questo non bastasse, le lancette dell’orologio sembravano correre all’impazzata, in modo abnorme. Mentre in noi il sangue ribolliva abbiamo pensato al-
la possibilità di una scorciatoia, una via alternativa per saltare il traffico, per evitare i semafori, nel tentativo estremo per cercare di arrivare solo con un po’ di ritardo. A volte, però, queste scorciatoie sono risultate pericolose: la strada non era asfaltata, era angusta, disagevole, l’illuminazione assente; questo e tanto altro hanno prodotto in noi inquietudine, tanto da pensare che forse sarebbe stato meglio restare sulla strada principale, piuttosto che imboccare una scorciatoia pericolosa. NAVIGATORE SATELLITARE Anche la tecnologia è sempre più attenta a questo tipo di esigenze e ci viene incontro in svariati modi; infatti il navigatore satellitare, oggi, è montato su quasi tutte le auto di nuova generazione. Ebbene, anche
questo strumento può portarci ad avere grossi problemi. Difatti è possibile scegliere vari tipi di percorsi per arrivare a destinazione e, tra questi, il percorso più corto. Apparentemente questo tipo di tragitto dovrebbe portarci prima a destinazione, ma a volte il navigatore sceglie scorciatoie senza tener presente, ad esempio, l’attraversamento di un centro storico (quindi strade strettissime), oppure strade secondarie (quindi poco affidabili). NAVIGATORE “CELESTIALE” Nella Parola di Dio, a tal proposito, possiamo citare uno degli esempi più eclatanti, cioè quando il popolo d’Israele, mentre era in marcia verso la terra promessa, venne guidato dal Signore attraverso una strada decisamente più lunga. Tutto questo era
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tirsi e tornare in Egitto”. Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mare Rosso” (Esodo 13:17,18). In tutto questo scopriamo la saggezza e l’affidabilità di Dio, che dall’alto guida il Suo popolo, ma al tempo stesso questa strada più lunga aveva uno scopo: la disciplina e la formazione del popolo d’Israele. La decisione d’Israele di seguire la via che Dio gli aveva indicato portò un’altra grande benedizione: il Signore era sempre con loro. “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte” (Esodo 13:21,22). Che bella esperienza per tutto il popolo d’Israele viaggiare accompagnato dal Signore, passo dopo passo, di giorno e di notte, camminare quando lo indicava il Signore, accamparsi quando era Lui a dirlo; fu quindi una scelta che portò ad un’ineguagliabile esperienza con Dio.
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migliore che ciascuno di noi deve percorrere.
A volte la strada è lunga e difficile, ma Dio ci conduce per un cammino sicuro, per prepararci come cittadini di una dimora, questa volta celeste: “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore” (Filippesi 3:20). Nella Scrittura leggiamo che tutta la vecchia generazione di Israele morì nel deserto per la sua disubbidienza a Dio. Un monito per tutti noi a guardare a Dio, a dipendere da Lui, a non cercare scorciatoie pericolose. Da ora in avanti, affida il viaggio della tua vita al “Navigatore per eccellenza”, il Signore. La Via maestra per giungervi si chiama Cristo Gesù: “Gesù disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Attraverso la Sua morte, ha aperto per tutti i redenti una via recente e vivente: “Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne” (Ebrei 10:19). Dio indicherà la via maestra alla tua vita arresa L’UNICA STRADA SICURA Non a caso, nella Parola di Dio, dei nelle Sua mani: “Chi è l’uomo che teme il Signore? Dio gl’insegnerà la via primi cristiani, che seguivano il Siche deve scegliere”…“Io ti istruirò e ti gnore Gesù, si diceva appunto che illogico, perché Israele avrebbe dovu- seguivano proprio “la Via” (cfr.Atinsegnerò la via per la quale devi camto subitaneamente entrare in posses- ti 9:2). “In quel periodo vi fu un gran minare; io ti consiglierò e avrò gli occhi so di quella che sarebbe divenuta la su di te” (Salmo 25:12; 32:8). Adesso tumulto a proposito della nuova Via” nazione promessa da Dio. La più bre- (Atti 19:23). “Ma siccome alcuni si conosci tutti gli strumenti per conve considsteva in un’antica strada di ostinavano e rifiutavano di credere di- durre un viaggio senza dover prendecomunicazione tra l’Egitto e la Pale- cendo male della nuova Via davanti al- re “scorciatoie pericolose”. stina, chiamata la via dei Filistei. Nel la folla, egli, ritiratosi da loro, separò i Apri il tuo cuore a Dio, affidati a 1968, infatti, fu riscoperta nella famo- discepoli e insegnava ogni giorno nella Lui, fidati di Lui e della Sua Parola ed sa guerra dei 6 giorni tra Israele e gli scuola di Tiranno” (Atti 19:9). Egli ti indicherà la strada giusta da Arabi e permise ai primi di giungere percorrere e la destinazione finale delAffidare la propria vita al Signoalle porte d’Egitto. re vuol dire invitarLo a guidarci nelle la tua anima, cioè il cielo ed un’eterMa ai tempi di Mose, seppur Israele nostre scelte, certi che il Signore non nità con Lui: “Là sarà una strada mabramasse arrivare quanto prima nel- ci condurrà per una scorciatoia irestra, una via che sarà chiamata la Via la terra promessa, Dio gli fece fare un ta di pericoli o di dubbia moralità; se Santa; (nessun impuro vi passerà) essa tragitto più lungo: nessuna scorciatoia il cammino per il quale Dio ci vuosarà per quelli soltanto; quelli che la sepericolosa. La ragione è spiegata nella le condurre è più lungo di quello che guiranno, anche gli insensati, non poParola di Dio: “Quando il faraone la- avevamo previsto, vorrà dire che avre- tranno smarrir visi. In quella via non sciò partire il popolo, Dio non lo conmo più tempo per poter contemplare ci saranno leoni; nessuna bestia feroce dusse per la strada del paese dei Filiquanto è meraviglioso questo viaggio vi metterà piede o vi apparirà; ma vi stei, benché fosse più corta, perché Dio con Lui e quanti pericoli e difficoltà ci cammineranno i redenti” (Isaia 35:8). pensava: “Altrimenti il popolo, veden- ha evitato, perché Lui, l’onnisciente, do imminente la guerra, potrebbe pen- conosce ogni cosa e sa qual è la strada Carmine Lamanna
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Venite a fare colazione
Una biografia di Martin Lutero narra la seguente storia: “Una volta ero terribilmente assalito e provato dalla mia natura peccaminosa, dalla malvagità del peccato e dai pericoli che assillano la Chiesa. Una mattina vidi mia moglie vestita a lutto. Sorpreso le chiesi chi fosse morto. “Non lo sai?”, ella replicò, “Dio è morto”. “Come puoi dire una simile sciocchezza?”. “Davvero non è morto?”, mi rispose. “Certamente”, continuai, non comprendendo lo scopo delle sue affermazioni. “Eppure, nonostante questa tua certezza, ti stai comportando come se ciò fosse vero, tanto sei disperato e scoraggiato”. I discepoli avevano incontrato Gesù risorto già due volte. Ciò nonostante li ritroviamo ancora in riva del lago, senza speranza, e lasciati a se stessi. Prima probabilmente si sentivano soli per via della morte di Gesù e perché non avevano compreso il significato totale dell’opera del Calvario; ora, dopo la resurrezione li ritroviamo ancora scoraggiati, forse perché si sentivano indegni di un Si-
gnore così buono e generoso. I fallimenti possono nascere quando restiamo delusi da qualcuno, ma anche quando restiamo delusi da noi stessi. Come i discepoli sulla via di Emmaus, a volte noi ci sentiamo quasi traditi dal Signore perché non ha soddisfatto le nostre aspettative. Essi nutrivano la speranza di un mondo migliore, l’autonomia politica di Israele, un cammino fatto solo di vittorie. Forse oggi qualcuno può provare gli stessi stati d’animo. Altre volte, come Pietro ed i suoi compagni di pesca, possiamo sentirci delusi da noi stessi. Forse Pietro non avrebbe voluto abbandonare il suo Maestro, ma lo fece: Lo rinnegò, lasciandoLo nelle mani di uomini senza scrupoli. Chissà se avrebbe potuto fare qualcosa. I rimorsi pesavano nella sua mente. Ed ora cosa gli avrebbe detto Gesù? Certamente attendeva parole di disprezzo, le avrebbe meritate, perché non aveva corrisposto alla fiducia offerta da Cristo. Insomma, era
un fallito. E gli altri? Non credo fossero da meno. Gesù era risorto, ma stavano vivendo ancora come se il Maestro fosse ancora nella tomba di Giuseppe d’Arimatea. In questo passo della Scrittura, troviamo la cura rinnovata del Signore per noi. Ancora prima di affrontare Pietro, Gesù si preoccupa di riempire il suo stomaco. Quanto è compassionevole il nostro Salvatore! Egli viene a noi non per recriminare, ma per sfamare! Egli si presenta a noi non per criticare, ma per saziare. Anche oggi c’è una mensa preparata per te. Gesù è qui e ti chiama. Ancora una volta Gesù sfama i Suoi discepoli, dando loro del pane e del pesce. Siamo ancora sulle rive del Lago di Tiberiade, proprio dove Gesù aveva incontrato la maggior parte dei Suoi discepoli. Erano trascorsi tre anni, ma, nonostante le esperienze fatte, c’era bisogno ancora di Gesù nel servizio. Possono passare gli anni dall’in-
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Nel frattempo la lettera ai Romani era stata già scritta e consegnata per mezzo di Febe. Passa ancora un altro anno e Paolo non è a Roma. DURANTE L’ATTESA Che cosa avranno pensato i fratelli? Innanzi tutto quei discepoli si troChe l’apostolo aveva poca fede! Solo al vavano nel luogo giusto. Gesù aveva chiesto loro di incontrarlo in Gali- terzo anno l’apostolo raggiunge Roma. Possiamo dedurre che Dio non volelea per le ultime istruzioni prima della Sua ascensione. Stavano aspettando di va che Paolo si recasse in quella città? No! Nel frattempo Dio aveva da fare incontrare il loro Maestro. ancora qualcosa in Paolo. Come spesso accade, ciò che viviaQuando il Signore ci fa attendere è mo non corrisponde a ciò che avevasolo perché ci sta preparando. Fidiamo pensato. moci, Lui conosce anche la nostra caIntanto era sopraggiunta la notte. Che cosa fare? La cosa più sempli- pacità di attesa. Egli non ci renderà ce, quando nulla accade, è tornare in- nevrotici continuando ad aspettare. Che cosa avrebbe potuto fare invece dietro; se non fisicamente, possiamo abbandonare la mente ai vecchi ricor- Pietro? Non sarebbe stato più efficadi, ponendoci in un’attitudine di con- ce aspettare Gesù pregando? Qualche volta, se preghiamo, ci sembra di non fronto. Pietro torna a pescare. Era essere attivi. stato tirato via dalla barca tre anni Eppure accade di più mentre noi siaprima, ora vi ritorna. mo apparentemente fermi, che mentre Mentre attendiamo Gesù e le Sue istruzioni, ci sembra che il Signore sia realmente ci stiamo muovendo. Pregare ed attendere non è tempo in ritardo. Era un modo per spezzare quel tem- sprecato; si tratta di un investimento che renderà solo dopo. Anzi, anpo che non sembrava terminare mai, che nell’immediato. Perché la pazienma l’opzione di Pietro fu ancora falza conserva la potenza. limentare. E per di più, la sua scelta condizionò i suoi compagni. LA CURA DI GESÙ Il pessimismo sembra essere contaGesù arrivò e, come sempre succede, gioso. L’attesa della fede non ha nulla non fu riconosciuto. Pietro era assora che vedere con quella dal medico o bito dal suo ennesimo fallimento. presso qualche ufficio. I nostri impegni senza Cristo non Dio non ci fa aspettare perché è più ci condurranno da nessuna parte. occupato con chi è giunto prima di Abbiamo bisogno di Lui e delle Sue noi; Egli ci fa attendere perché solo istruzioni. Non giungerà mai il temcosì può formare il nostro carattere; po quando potremo cavarcela da sosolo nell’attesa si rivela ciò che siamo davvero e quanto sia grande l’intensi- li. Diventare discepoli significa anche consegnare la vita nelle Sue mani. Latà del nostro desiderio. sciare l’autonomia, la propria indipenPaolo stava pregando per poter andenza per fidarsi di Gesù. dare a Roma e visitare la chiesa che Gesù invitò anche Pietro a fare colì si era formata. Ma Dio non rispose immediatamente. Anzi, prima lo ri- lazione. Aveva tante cose da dirgli, ma prima si preoccupò del suo corpo. portò più ad est, verso Corinto, e poi Era stato elemento di scoraggiamenlo mosse verso Gerusalemme dove sato per molti, ma Gesù pensava a lui. rebbe stato imprigionato, assalito da una folla inferocita, battuto, percosso Prima di pensare alla Sua opera, Gesù e poi tratto in prigione. In un frangen- considerò gli operai. te tentrarono anche di assassinarlo. Gesù è morto, ma è risorto. La tomCome se non bastasse, passò due anni in carcere in Siria, poi fu imbarcato ba è vuota! Il Suo corpo non è stato trafugato, alla volta di Roma su una nave che fece naufragio. Riuscì ad arrivare a riva Gesù è il vivente. Allora, cerchiamo di vivere alla luce su una zattera, e quando giunse sulla spiaggia, mentre pensava di rifocillarsi di tale e gloriosa rivelazione. Non più il buio di una tomba, ma la e riprendere le forze presso un fuoco, luce del mattino della resurrezione. ecco che un serpente lo morse. Paolo Il Maestro è interessato a noi. pregò di andare a Roma (cfr. Romani 1:8), ma da quella preghiera passò un Giuseppe Romanelli anno e, anziché essere a Roma, si trovò in carcere.
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contro con Cristo, ma sempre avremo bisogno di Lui.
Radioevangelo: la buona notizia in tutte le case Radio Evangelo trasmette programmi di edificazione e musica cristiana in varie zone di Italia a carattere locale. Ecco l’elenco delle emittenti locali, alcune delle quali si possono anche ascoltare online dal sito www.assembleedidio.org EMILIA ROMAGNA Bologna 88,450 Mhz e 88,300 Mhz, Rimini 95,00 Mhz LAZIO Roma 101,700 Mhz, Colleferro 107,500 Mhz, Rieti 101,950 Mhz, Latina Sonnino 93,500 Mhz, Frosinone 89,300 Mhz, Sora 89,400, Cassino 89,300 Mhz, Atina 102,800 Mhz, Isola Liri 101,400 Mhz ABRUZZO L’Aquila Valle di Roveto 92,600 Mhz CAMPANIA Napoli 102,800 Mhz, Monte Faito 102,800 Mhz, Avellino Casalbore 96,300 Mhz, S.Angelo dei Lombardi 91,200 Mhz, Salerno Atena Lucana 88,400 Mhz, Benevento Ponte 88,800 Mhz CALABRIA Reggio Calabria 107,700 Mhz, Melito Porto Salvo 104,300 Mhz, S. Lorenzo Superiore 101,700 Mhz, Palizzi 104,800 Mhz, Ardore Marina 88,800 Mhz, Crotone Isola Capo Rizzuto 104,900 Mhz, Caccuri 107,400 Mhz, Catanzaro Monte Pero 90,500 Mhz, Striano 106,300 Mhz, Satriano Centro 95,00 Mhz PUGLIA Bari 91,500 Mhz, Gravina di Puglia 103,500 Mhz. BASILICATA Matera 98,300 Mhz e 93,00 Mhz, Taranto Ginosa 102,300 Mhz SARDEGNA Cagliari 101,750 Mhz SICILIA Catania 91,00 Mhz, Macchia di Giarre 93,800 Mhz, Praino di Milo 93,400 Mhz, Acireale 92,500 Mhz, Acireale Piano D’Api 92,800 Mhz, Messina 99,00 Mhz, S’Agata di Militello 88,250 Mhz, Naso 91,200 Mhz, Forza D’Angrò 87,500 Mhz, Trapani Erice 103,00, Salemi 98,900 Mhz, Caltanissetta Gela 104,200 Mhz, Agrigento Raffadali 98,500 Mhz, Palermo Misilmeri 99,500 Mhz.
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io so in Chi ho creduto
Dalla malavita a Cristo È motivo di grande gioia e allegrezza poter raccontare l’esperienza che ho realizzato con il mio Signore e Salvatore Gesù Cristo, Colui che con la Sua immensa grazia e misericordia ha cambiato totalmente la mia vita, trasformando tutto il mio essere, donandomi pace, gioia e la vita eterna. Mi chiamo Pacifico e vivo a Napoli. Fino a tre anni fa la mia vita era come in un pantano fangoso, vivevo nel peccato. Ero affiliato alla malavita e conducevo una vita ripiena di malvagità e cinismo, aspetti che contraddistinguono la realtà di cui ero protagonista. Diverse volte sono stato catturato e ho trascorso trent’anni della mia vita nelle carceri più dure d’Italia. Il tempo trascorso in reclusione è stato un periodo in cui i sentimenti di cattiveria, di orgoglio, di rabbia, che alimentavano la mia vita, invece di scomparire, sono cresciuti sempre di più fino a portarmi a credere che quella, ormai, sarebbe stata la
mia esistenza. Non riuscivo a intravedere per la mia vita un futuro diverso da quella triste realtà nella quale vivevo e in cui avevo coinvolto anche la mia famiglia. Vivendo quel tipo di vita, non mi mancava nulla a livello economico, e io dimostravo sicurezza nelle mie azioni e scelte. Quando poi la sera mi ritrovavo solo sul mio letto, potevo realizzare tutta la vanità, la nullità e il vuoto della mia esistenza e nel mio cuore sentivo forte lo sgomento. Ero inquieto, senza pace, senza speranza fino al giorno in cui ho incontrato Colui che ha stravolto totalmente la mia esistenza. All’inizio del 2007 sono venuto a contatto con alcuni credenti evangelici che mi hanno parlato di un Signore che poteva cambiare la mia vita e liberarmi totalmente da ogni tipo di legame. Incuriosito da quelle parole, accettai l’invito di frequentare una riunione di culto evangelico. Ricordo che
quella sera, recandomi sotto una umile tenda, nella zona di Napoli-Gianturco, ho realizzato per la prima volta che c’era Qualcuno che era interessato alla mia vita e che voleva parlare direttamente e personalmente al mio cuore. Compresi subito che per me non c’era nessuna alternativa se non quella di arrendermi a quel Cristo che si stava intromettendo in maniera potente nella mia vita. Quando il predicatore invitò i presenti ad accettare Cristo quale proprio Salvatore, confessando a Lui tutti i peccati, io mi ritrovai in ginocchio davanti al Signore, piangendo come non avevo mai fatto. Stavo realizzando la salvezza in Cristo e manifestavo gioia anche in quel pianto di liberazione. Quando mi rialzai da quel momento di preghiera, provavo una pace vera e profonda nel mio cuore: finalmente! Mi sono sentito un’altra persona, non ero più il Pa-
cifico di prima, ora ero diventato un figlio di Dio. Da quella sera ho continuato a frequentare le riunioni di culto sotto la tenda e, sera dopo sera, il Signore ha modellato la mia vita. Ringrazio il Signore perché mi ha dato umiltà, saggezza, amore per il prossimo e ha messo in me un grande e forte desiderio di essere un testimone della Sua grazia. Oggi, a quasi settanta anni, frequento la Comunità Evangelica Pentecostale delle Assemblee di Dio in Italia a Napoli-Gianturco. Con il battesimo ho fatto un patto con il Signore, Colui che mi ha liberato completamente da tutti quei lacci che mi tenevano legato alle cose di questo mondo! Non possiedo più nulla dei beni di cui mi circondavo nella vecchia vita, nonostante questo mi sento la persona più ricca e felice di questo mondo. Vivo onestamente con mia moglie, anche lei convertita all’Evangelo, insieme ai miei figli e alla casa di mio padre. Sono l’uomo più felice della terra perché Gesù vive nel mio cuore. Voglio rivolgere una parola a quanti sentono il bisogno e il desiderio di cambiare la propria vita: solo in Cristo è possibile vivere una nuova esistenza ricca di ogni benedizione. Se il Signore ha potuto cambiare una persona come me, sono certo che può cambiare chiunque vada a Lui chiedendo liberazione e salvezza. Al mio Signore e Salvatore vadano la gloria, l’onore e la mia ubbidienza! Pacifico
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