Risveglio Pentecostale - Anno LXV - numero 11 - Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
Risveglio novembre 2011
“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)
P E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
anzerò d i f i t ; à it n r te ’e me per l a ò r olenza e z v e n n a e d i b f i n t i , à «Io it u a e in eq ltà, i e z i d t e s f iu n i g e n i m e a m ò a fidanzer ea 2:19-20) i T . i n io s s a p m e i n co ore» (Os n ig S l i i a r e c s o e tu con
Risveglio P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Vice Presidente: Vincenzo Specchi Segretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo Presidente emerito: Francesco Toppi Consigliere onorario: Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova Tel. 049.605127 - fax 049.612565 e mail: adi.veneto@tin.it www.assembleedidio.org Versamenti in Posta su c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Versamenti tramite canale bancario Poste: codice IBAN IT16 N076 0112 1000 0001 2710 323 codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Banca: codice IBAN IT31 C061 7512 1550 0000 0051 080 codice BIC CRGEITGG782 intestato a: Chiesa Crist. ADI Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Registrazione n.1688 del 1.3.2000 Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In conformità alla Leg ge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Risveglio Pentecostale garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile Risveglio Pentecostale. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale - Cristiani Oggi: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione 2
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Udire la Parola Quanto è prezioso udire la Parola di Dio! Quant’è prezioso appartare del tempo per conoscerla di più e quali insegnamenti si apprendono, quali lezioni eccellenti s’imparano! Quant’è buono e formativo frequentare l’Istituto Biblico Italiano per chi desidera approfondire lo studio della Parola di Dio e vuole scoprire il posto che Dio gli ha preparato nella Sua opera; per chi desidera particolare ammaestramento in vista di un servizio più efficace nell'ambito della propria chiesa; per chi avverte la chiamata divina al ministerio cristiano! Che cosa succede quando si nutre lo stesso desiderio della folla, udire la Parola, un’aspirazione descritta con l’espressione “essendogli la moltitudine addosso”? L’ARMONIA (v.2,7) C’erano due barche a terra e Gesù ne prese una, quella di Simone. Dopo aver ammaestrato le turbe, chiese al legittimo proprietario di scostarsi un po’ da terra: vi sarebbe stata una grande presa di pesci talché sarebbero stati costretti a chiedere la collaborazione dei colleghi dell’altra barca. Da soli non ce l’avrebbero fatta. Abbiamo sempre bisogno di altre chiese, di altri ministeri, di altri fratelli, di altre sorelle per pescare i pesci e portarli. A Samaria ebbero bisogno di Pietro e Giovanni dopo l’opera compiuta dal Signore per mezzo di Filippo, il diacono (cfr.Atti 8). Le parole degli uomini dividono, creano conflitti, turbano l’armonia producendo scompi-
glio, ma la Parola di Dio unisce nella collaborazione, genera armonia, indica a ciascuno i propri limiti, distrugge l’arroganza umana, ci umilia perché dinanzi al compito dell’evangelizzazione, di fronte alle esigenze e alle necessità dell’opera di Dio ci uniamo in uno sforzo comune per il bene delle anime. L’UMILTÀ (v.3) Gesù montò sulla barca di Simone e, sedutosi, ammaestrava la moltitudine. Questo fu il Suo primo pulpito, rudimentale e preso in prestito. Gesù è nato in una mangiatoia, perché “non v’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2:7); è cresciuto a Nazaret,
Istituto Biblico Italiano: L’Istituto Biblico Italiano è la Scuola Superiore di formazione teologica e cultura biblica delle Assemblee di Dio in Italia che, con un corso di studio triennale, incoraggia i credenti animati dal desiderio di acquisire una sana conoscenza spirituale. In particolare, aiuta quanti avvertono una pressante vocazione al ministerio cristiano, mediante l’istruzione biblica, la vita comunitaria, l’esercizio pratico e quanto altro risulti utile alla crescita e all’edificazione personale. L’attività dell’Istituto Biblico Italiano è organizzata secondo un preci-
in questo numero
di Dio [LUCA 5:1-11]
ma non aveva una casa propria da dove partire per svolgere il ministerio nelle regioni della Palestina; si fermò a Capernaum, a casa di Pietro, perché non aveva dove posare il capo; i fondi necessari per lo svolgimento della missione sulle strade polverose del Vicino Oriente Gli venivano forniti da donne facoltose che Lo seguivano e Lo assistevano. Gesù non ha mai gestito la cassa; alla fine, mentre seminudo moriva in croce, i soldati Gli presero anche la tunica e la divisero in quattro parti; nemmeno da morto ha potuto disporre di una tomba propria, anche quella l’ha avuta in prestito; i panni di lino furono acquistati per l’occasione. In Cristo Gesù, dalla nascita alla morte sulla cro-
ce, la Parola di Dio ci presenta un esempio di umiltà: non aveva nulla dei beni di questo mondo, ma pure era ed è padrone di tutto, perché le ricchezze vere sono quelle del cielo! LA FEDE (vv.4-6) Il Signore cessò di parlare, ma poi “disse a Simone” (v.4), cioè passò a ordinare. Gli ordini di Gesù non sono i comandi secchi e perentori di un generale terreno, impartiti dall’alto del ruolo gerarchico, sono invece i consigli di un Padre buono e fedele. Egli ci parla, ci impartisce ordini, ci consiglia per indicarci la strada della prosperità spirituale e della benedizione traboccante: “Prendi il largo e cala-
novembre 2011 UDIRE LA PAROLA DI DIO
Eliseo Cardarelli . ............................... pag.2-4
IL FIDANZAMENTO CRISTIANO
Enzo Specchi ..................................... pag.5-7
GIOVANI IN PRIMA LINEA
Angelo Gargano.............................. pag.8-10
CERCASI PADRE E MARITO... DISPERATAMENTE
Domenico Modugno .................... pag.11-13
UN INVITO SPECIALE
Silvano Masullo . .......................... pag.13-14
SETTE PASSI PER TROVARE DIO William Booth . ............................. pag.16-20
conoscere per servire so programma scolastico che include lo studio delle discipline bibliche, attività evangelistiche settimanali, oltre a servizi pratici quotidiani utili per la formazione del carattere cristiano. L’Istituto Biblico Italiano non è un arido seminario con la pretesa di “pro-
PROMOSSI ALLA GLORIA STEFANO LATTUCA
durre” ministri dell’Evangelo, ma si prefigge di offrire opportunità ai giovani credenti delle chiese ADI di approfondire lo studio delle Scritture e la comunione con Dio, ricercando la guida dello Spirito Santo in ogni attività, convinti che a distribuire i doni spirituali debba essere il Signore. L’Istituto Biblico Italiano è per tutti: per chi avverte la chiamata divina al ministerio cristiano; per chi desidera approfondire lo studio della Parola di Dio e vivere un periodo di raccoglimento in un ambiente spiritualmente propizio, nel corso del quale scoprire il posto che Dio gli ha preparato nella Sua opera.
Eliseo Lattu ca . ................................... pag.21
NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ.............................. pag.22-23 APPUNTAMENTI . .................... pag.24 Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org
Risveglio Pentecostale è disponibile anche in edizione per non vedenti. Gli articoli, salvati in formato leggibile mediante computer con un programma screen reader, vengono inviati ai non vedenti che ne fanno richiesta all’indirizzo adi.veneto@tin.it (i file sono disponibili nei formati .rtf .txt .doc .epub).
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Istituto Biblico Italiano: il programma L’Istituto Biblico Italiano offre tre corsi della durata di otto mesi ciascuno. Il primo è di carattere basilare, si propone di fornire i lineamenti fondamentali della conoscenza biblica. Nel secondo, alcune materie specifiche sono trattate in maniera più diffusa. Il terzo consiste in un tirocinio pratico svolto in collaborazione con un pastore in una delle comunità delle Assemblee di Dio in Italia sparse sul territorio nazionale. Gli studenti qualificati, alla fine del primo corso, ricevono un attestato di Cultura Biblica Basilare. Al termine del secondo corso viene conseguito un certificato di Formazione Teologica e Cultura Bi-
blica. Con il completamento del terzo anno viene rilasciato il Diploma di Formazione Teologica e Cultura Biblica, riconosciuto dallo Stato Italiano, ma che non abilita di per sé all’esercizio del ministerio cristiano. Infatti, l’opera dell’Istituto Biblico Italiano riguarda soltanto l’insegnamento biblico e non garantisce l’ingresso nel ministerio cristiano, che dipende esclusivamente dalla chiamata divina. La scuola concede molto tempo per lo studio privato e per lo svolgimento dei compiti assegnati, affinché i risultati conseguiti dipendano soprattutto dalla diligenza degli studenti. Le lezioni impegnano tutti i giorni feriali,
te le reti per pescare” (v.4). La fede è dimostrazione di cose che non si vedono: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiam preso nulla; però, alla tua parola calerò le reti” (v.5). La realtà ci mostra le nostre sconfitte, alimenta il pessimismo e la rassegnazione; la Parola di Dio invece nutre la speranza, indica la soluzione, addita la benedizione, rende possibile il miracolo proprio lì dove abbiamo magari abbiamo sperimentato i nostri fallimenti, che costituiscono umanamente “la tomba della speranza”. Seguiamo le disposizione della Scrittura e saremo benedetti! Non saremo felici per ciò che sentiamo, ma perché la Parola lo promette: fondiamo la nostra fede sulla Parola di Dio e non su quello che vediamo! Edifichiamo la nostra fede su quello che gli occhi nostri leggono, non su quello che vedono; su ciò che le nostre orecchie sentono della voce di Dio, non su quello che l’animo nostro avverte e le nostre sensazioni percepiscono. IL CULTO (vv.8-10/a) “Simon Pietro, veduto ciò, si gettò a’ ginocchi di Gesù...” (v.8). Offrì un’adorazione spontanea a Gesù: tutto era partito dalla Parola di Dio predicata da Lui (v.1). Il nostro culto è sano e spontaneo, libero ed edificante, efficace e gradito a Dio, se è il risultato della meditazione della Parola di Dio: “Ma siccome abbiam lo stesso spirito di fede, ch'è in quella parola della Scrittura: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, e perciò anche parliamo” (II Corinzi 4:13); “La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente; … cantando di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, sal4
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escluso il sabato, che viene dedicato ai diversi lavori di manutenzione dello stabile nella mattinata, e all’evangelizzazione nel pomeriggio. Ovviamente, la domenica si partecipa ai culti nelle diverse chiese ADI di Roma.
mi, inni e cantici spirituali” (Colossesi 3:16). Nessuno impose nulla a Pietro, fu un atto razionale, consapevole, frutto di una profonda convinzione, non emotivo e superficiale: “..veduto ciò..” (v.8). Si trattò di un gesto profondamente spirituale, perché Pietro si sentì peccatore... come Isaia: allora è vero culto! E coinvolse anche gli altri, i suoi soci. Signore, aiutaci ad ascoltare e a meditare la Tua Parola! Il nostro allora sarà un culto veramente spirituale, sentito, coinvolgente... perché sarà frutto della potenza della Parola di Dio! LA MISSIONE (vv.10/b, 11) Il brano inizia con Gesù che “ammaestrava le turbe” (v.3) e si conclude con Gesù che parla ancora (v.10). Ora il Maestro addita a Simon Pietro una missione, un compito. La Parola di Dio ci presenta e ci dispensa la vita, indicandocene anche le responsabilità; i diritti, ma anche i doveri; gli onori, i privilegi, ma anche le necessità della vita cristiana: dai pesci agli uomini! Abbiamo una missione da compiere: pescatori d’uomini: “Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15)! Pietro lo sperimentò: attesa la Pentecoste, predicò e tremila persone si convertirono all’Evangelo. Lasciamo le cose del mondo... usiamole pure, ma senza farci usare e governare, evitando che ci frenino nel servizio al Signore e noi vedremo la gloria di Dio! Eliseo Cardarelli
il fidanzamento
CRISTIANO Secondo il dizionario Zingarelli il termine “fidanzamento” significa: promessa reciproca di matrimonio. Altre definizioni lo annoverano come “periodo di tempo compreso tra la promessa di matrimonio e le nozze” oppure come la “cerimonia relativa a tale promessa”. Quest’ultima definizione è basata su tradizioni e costumi del nostro paese: in Italia si usava, e in alcune regioni si usa ancora, celebrare una cerimonia particolare per ufficializzare il fidanzamento dei propri figli. Nel passato il fidanzamento era ritenuto così importante che era reso ufficiale con la trascrizione su un registro tenuto presso le chiese e i comuni. Nella Parola di Dio, in genere, si può riscontrare come nel passato la scelta dei giovani fosse fatta dalla famiglia, in particolare dal padre. “Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie che si chiamava Tamar” (Genesi 38:6). Una persona, chiamata l’amico dello sposo, faceva da intermediario fra le parti, dando all’evento una veste ufficiale e legale. “L’amico dello Sposo” è citato da Gesù in Giovanni 3:29. L’evento costituiva un impegno non solo di fronte al popolo e alla famiglia, ma aveva anche valore giuridico, tanto che il fidanzato veniva esentato dal servizio militare fino ad un anno dopo il matrimonio. “C’è qualcuno che si è fidanzato con una donna e non l’ha ancora presa? Vada, torni a casa sua” (Deuteronomio 20:7). Nell’epoca in cui viviamo non sono più i genitori che scelgono, anche se ritengo sia sempre importante il coinvolgimento delle due famiglie. Il fidanzamento è più dell’amicizia: è possibile essere amici senza essere fidanzati, ma non è possibile essere fidanzati senza essere, prima, amici. Il fidanzamento è l’anticamera del matrimonio e, per questo, è riservato alle persone che sono mature sotto tutti i punti di vista: biologico, fisico, psichico e sociale. Purtroppo oggi, facilmente, questo impegno viene preso alla leggera e, per questo motivo, sono molti i fidanzamenti che vengono interrotti, causando ferite, delusioni, amarezze e dolore che si protraggono nel tempo. Il fidanzamento per prima cosa è una promessa di fedeltà dinanzi a Dio; è per questo motivo che due giovani che si amano veramente saranno capaci di essere fedeli e rispettosi l’uno verso l’altro. R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N ov e m b r e 2 0 1 1
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Infatti, la Parola di Dio chiama “ fornicazione” il rapporto sessuale al di fuori del matrimonio, e la fornicazione è peccato. Molti affermano che la morale oggi sia cambiata rispetto al passato, ma sappiamo che la Parola di Dio non muta, è sempre la stessa, e i Suoi principi sono immutabili: la verginità prima del matrimonio, sia maschile sia femminile, è considerata ancora degna di onore per ogni credente nella chiesa del Signore! Il fidanzamento presuppone un impegno non solo della durata di un certo periodo delimitato, ma costituisce un tempo di preparazione al matrimonio e, per questo, riguarda tutta la vita. “Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni. Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il Signore” (Osea 2:19-20). Consigli ai giovani che desiderano piacere al Signore Prima di fidanzarsi bisogna conoscersi Non è consigliabile che per conoscersi, ci si separi dal resto del gruppo dei giovani o dalla comunità: la personalità e il carattere di una persona si manifestano dal modo di rapportarsi con gli altri nei momenti in cui ci si trova insieme agli altri. Il fidanzamento è cosa seria Essere amici è una cosa, fidanzati è un’altra; obiettivi e comportamenti sono differenti: amici possiamo essere con tutti, fidanzati lo si è solamente in due! Teniamo in grande stima il nostro rapporto avendone la massima cura, senza mai banalizzarlo o svilirlo! Fattore economico Non dobbiamo vederlo come fattore di ricchezza, ma è buono impegnarsi per avere il necessario per poter vivere sobriamente, sempre dipendendo dal Signore. “Metti in ordine i tuoi affari di fuori, metti in buono stato i tuoi campi, poi ti fabbricherai la casa” (Proverbi 24:27). Essere portatori di malattie o menomazioni fisiche Qualora si dovesse essere portatori di malattie ereditarie, oppure affetti da menomazioni 6
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non evidenti, bisogna mettere al corrente l’altra persona: nasconderlo porterebbe a far sorgere fin dall’inizio problemi molto seri, incluso il fallimento del matrimonio stesso, venendo a mancare quel fondamento di reciproca fiducia e rispetto sui quali si fonda il rapporto fra i due. Situazioni familiari particolari Dobbiamo essere molto chiari con noi stessi e con gli altri: credere che certi problemi di famiglia non chiariti, né affrontati insieme non saranno in grado di influenzare negativamente il futuro del rapporto è solo una triste illusione. Piuttosto, bisogna discutere e affrontare in maniera matura eventuali problemi che si presentano durante il fidanzamento: con l’ignorarli, oppure con il cercare di bruciare le tappe non tenendone assolutamente conto, si rischia di bruciare la propria vita di coppia. Durata del fidanzamento Non troppo breve, ma neanche troppo lunga: per ovvi motivi di rapporto, per non dover affrontare tentazioni dalle conseguenze poco piacevoli. Fidanzamento e matrimono fra credenti e non credenti Per potersi apprezzare reciprocamente bisogna essere fratello e sorella in Cristo, poi si può avere un’amicizia cristiana, poi si può essere fidanzati e quindi sposi. Cercare e sperare di trovare la ragazza o il ragazzo fuori dalla chiesa del Signore, pensando che questo possa essere approvato da Lui, è in contrasto con la Parola di Dio, e sperare che colui o colei che poniamo caparbiamente al nostro fianco si converta dopo il matrimonio costituisce un rischio troppo elevato e può essere molto pericoloso. “Tu non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei in mezzo ai quali abito; ma andrai al mio paese, dai miei parenti, e vi prenderai una moglie per mio figlio, per Isacco” (Genesi 24:3-4) “Guardati dal fare alleanza con gli abitanti del paese, altrimenti, quando quelli si prostituiranno ai loro dèi e offriranno sacrifici ai loro dèi, potrà avvenire che essi t’invitino e tu mangi dei
loro sacrifici, prenda delle loro figlie per i tuoi figli, e le loro figlie si prostituiscano ai loro dèi e inducano i tuoi figli a prostituirsi ai loro dèi” (Esodo 34:15-16) “Così i figli d’Israele abitarono in mezzo ai Cananei, agli Ittiti, agli Amorei, ai Ferezei, agli Ivvei e ai Gebusei; sposarono le loro figlie, diedero le proprie figlie come spose ai loro figli, e servirono i loro dèi. I figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi del Signore; dimenticarono il Signore, il loro Dio (Giudici 3:5-7) “Il re Salomone, oltre alla figlia del faraone, amò molte donne straniere: delle Moabite, delle Ammonite, delle Idumee, delle Sidonie, delle Ittite, donne appartenenti ai popoli dei quali il Signore aveva detto ai figli d’Israele: «Non andate da loro e non vengano essi da voi, poiché essi certo pervertirebbero il vostro cuore per farvi seguire i loro dèi». A tali donne si unì Salomone nei suoi amori. Ed ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine; e le sue mogli gli pervertirono il cuore. Al tempo della vecchiaia di Salomone, le sue mogli gli fecero volgere il cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente al Signore suo Dio, come il cuore di Davide suo padre (I Re 11:1-4) “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo»” (2 Corinzi 6:14-16). Sappi aspettare, sappi attendere; il Signore ti darà il meglio, non aver fretta e non correre! “La casa si costruisce con la saggezza e si rende stabile con la prudenza; mediante la scienza, se ne riempiono le stanze di ogni specie di beni preziosi e gradevoli” (Proverbi 24:3-4) Fidanzarsi non implica isolarsi Se è la persona giusta, questa non ti porterà a trascurare le attività e i programmi della Chiesa. Se lui o lei ti distrae dagli impegni della Chiesa oggi, significa che già ci sono e ci saranno dei problemi. Oltretutto, questo è un
comportamento egoistico, perché si impedisce all’altro di continuare a collaborare con il gruppo nel quale stava operando, pensando soltanto alla propria soddisfazione e alla propria gioia. Quando si trova la persona giusta, ci si deve sentire più forti nel Signore in quanto non si è più da soli a servire, ma si può farlo in due. In questo modo si potrà fare di più per l’opera del Signore. Se non si dà la giusta priorità, da parte di entrambi, ai programmi della chiesa del Signore, oppure uno dei due si dispone malvolentieri, è meglio mettere subito le cose in chiaro, ed evitare così problemi futuri! È sconsolante il fatto che alcuni uomini di Dio debbano rinunciare al loro ministero a causa della moglie che non li sostiene nel servizio al Signore! Così anche è triste sapere di donne che sono frenate nel servire il Signore, represse da mariti possessivi ed egoisti, poco interessati all’impegno della propria moglie nell’opera di Dio! Requisiti In questa lettera di C.T.Studd sono manifesti i sentimenti e i requisiti indispensabili in due giovani che vorrebbero fidanzarsi e quindi sposarsi: Ti amo per il tuo amore per Gesù. Ti amo perché tu ami Gesù Ti amo per il tuo zelo per Lui. Ti amo per la tua fede in Lui. Ti amo per il tuo amore per le anime. Ti amo per la tua gentilezza. Ti amo per la grazia che dimostri agli altri. Ti amo per il tatto che hai, non solo verso di me, ma anche verso gli altri. Ti amo per la sensibilità che hai, non solo verso di me, ma anche verso gli altri. Ti amo perché mi ami. Ti amo perché sei tu. Ti amo per sempre. Ti amo perché Gesù ti ha usato per benedirmi e per infiammare la mia anima. Signore Gesù, come posso ringraziarTi abbastanza per un simile dono che Tu mi hai dato? Questo è vero amore! Enzo Specchi R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N ov e m b r e 2 0 1 1
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G I O VA N I I N
“Giovani, vi ho scrit to perché siete forti, e la parola d Considerando i giovani di oggi, spesso si deve costatare l’immaturità che li distingue e la superficialità del loro modo di vivere. Per cercare di meglio comprendere e far comprendere, alcuni dicono, generalizzando, che i giovani di oggi non sono come quelli di trent’anni o cinquant’anni fa, quando c’era più senso di responsabilità e più attaccamento ai veri valori della vita. Un altro luogo comune consiste nel dire che ormai l’adolescenza si è spostata avanti negli anni e, quindi, non c’è da meravigliarsi se a 25-30 anni si manifestano ancora atteggiamenti adolescenziali e a 35-40 si è ancora dei “bamboccioni”. Purtroppo, molti riflessi sociali che riguardano la persona coinvolgono inevitabilmente la chiesa e anche tra i giovani credenti si può notare un qualche ritardo nella maturazione caratteriale e spirituale. Vero è che molti giovani, figli della tecnologia imperante del nostro tempo, disdegnano le responsabilità e si accodano al comune modo di pensare e di fare, ma nelle nostre chiese ci sono anche molti giovani di qualità che sentono il peso della responsabilità come figli di Dio e l’onore del servizio cristiano e, vivendo la loro fede in “prima linea” sia nei confronti del mondo che all’interno della chiesa. Proprio questi giovani sono i “combattenti”, i “valorosi” al servizio del Re dei re e Signore dei signori. GIOVANI IN PRIMA LINEA NELL’EVANGELIZZAZIONE Evangelizzare è il compito primario di ogni credente. Il Signore ci ha salvato, affinché divenissimo, a nostra volta, strumenti di salvezza. Il grande mandato di Gesù Cristo conferito ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo riguarda, appunto, l’evangelizzazione (Matteo 28:1820; Marco 16:15-18). Nessuna attività potrebbe essere più importante e più necessaria di questa. La speranza di molti credenti, purtroppo, è riposta sul fatto che i non salvati entrino “per caso” nelle nostre chiese ed ascoltino “per caso” il messaggio
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dell’Evangelo. La salvezza del mondo non è affidata al “caso”, ma alla Chiesa che deve, secondo le circostanze e secondo le possibilità, portare il messaggio di salvezza ai peccatori. Una chiesa locale sana è composta da credenti che sentono forte il peso dell’evangelizzazione. Ogni cristiano è un testimone e ogni credente dovrebbe essere un conquistatore di anime. I giovani credenti delle nostre chiese costituiscono l’esercito primario di cui il Signore desidera servirSi per l’evangelizzazione delle nostre città. Non voglio dire che il compito spetta solo a loro, ma voglio dire che per l’età, per le energie che possiedono, sono fra coloro che possono di più adoperarsi per la conquista di anime al Signore. Grazie a Dio, nelle nostre chiese ci sono molti giovani che hanno una sana e biblica visione evangelistica, che tutte le settimane escono per le strade e portano la Buona Notizia della salvezza di Gesù Cristo ai peccatori, perché credono che “chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). GIOVANI IN PRIMA LINEA NELLA FORMAZIONE DI ALTRI GIOVANI Mentre molti giovani nel mondo sono impegnati a raggiungere traguardi carrieristi, vivendo soltanto per loro stessi, nelle nostre chiese ci sono molti giovani che hanno realizzato la grazia di Dio per la loro salvezza e si dedicano continuamente alla formazione e alla crescita spirituale di altri giovani all’interno della comunità. Mi sto riferendo a quei giovani impegnati nelle classi della Scuola Domenicale, a quei giovani coordinatori dei vari Gruppi Giovanili delle chiese locali, che hanno rifiutato la “religione dell’apparenza” e hanno deciso di fare sul serio con il Signore e insegnano ad altri a fare la stesa cosa.
Il segno distintivo della fede cristiana è l’amore, la sincerità e il vivere quello che si annuncia. L’apostolo Paolo pregava il Signore affinché i credenti della chiesa di Filippi potessero essere “limpidi (sinceri) e irreprensibili per il giorno di Cristo” (Filippesi 1:10). La Bibbia insegna che non c’è posto per quanti vogliono apparire e non vivono la loro vita cristiana con sincerità e coerenza. Il mondo è stato offeso, sviato e scoraggiato dalla so-
vazioni serie e bibliche che li spingono a cantare e suonare alla gloria di Dio. Cantare è un modo per esprimere devozione profonda del cuore al nostro Signore, riconoscendo che Egli merita la lode, apprezzando quello che Lui è e quello che ha fatto per noi. Cantiamo perché riconosciamo che Dio è degno della nostra lode (Apocalisse 5:9; Efesini 5:19,20). Il canto esprime gratitudine, il canto esprime gioia e questa condizione è importante quando veniamo a pre-
PR I M A LINE A i Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno” [1 Giov.2:14] la apparenza di alcuni “cristiani”. Molte persone con apparenza di religiosità costituiscono belle chiese e istituzioni, ma mancano di potenza spirituale e di consacrazione. Servono Cristo con le loro labbra, ma il loro cuore è lontano da Lui, fingendo di essere qualcosa che non sono. Grazie a Dio, nelle nostre chiese ci sono giovani speciali, unici nel loro genere, che non si rifiutano di vivere in “prima linea”, di “scendere in campo” ed essere strumenti di edificazione e di crescita per gli altri.
sentarci davanti al Signore (Salmo 100). Cantiamo a Dio perché riconosciamo la Sua gloriosa vittoria. L’esempio più brillante della vittoria del Signore è una semplice tomba vuota. Cristo ha vinto la morte! Altro esempio di vittoria è quello sul peccato. Noi abbiamo vinto il peccato e vinceremo la morte! La conferma che la Sua vittoria è anche la nostra sta nel fatto che anche noi trionfiamo in Cristo (2 Corinzi 2:14). Cantiamo perché Dio è la nostra forza: mentre eravamo senza forza Cristo è morto per noi! GIOVANI IN PRIMA LINEA NELLA LODE E NEL CANTO Non solo Dio è la nostra forza ma anche il nostro rifuCRISTIANO gio e il nostro liberatore (Salmo 18:1,2). Sono tanti i giovani seri e consacrati nelle nostre chieCantiamo perché solo Dio è la nostra salvezza. se che si dedicano alla lode, alla musica e al canto criGiovane, stai fermo nella fede e vedrai la salvezza che stiano. Non ci riferiamo a quanti inseguono continuagiunge dal Signore! Questa salvezza accende la nostra mente nuovi stili e nuovi modi di fare musica secondo le speranza, ci dà il perdono dei peccati e ci fa partecipi tendenze e le mode che continuamente il mondo prodella gloria celeste. pone, ma a coloro che cantano con gioia le lodi del SiChi non ha le giuste motivazioni per cantare evidenzia gnore desiderando ardentemente di piacere a Dio. Que- che Dio non è la sua priorità, il centro dei suoi interessti sono strumenti di benedizione per la fratellanza gui- si e della sua lode, perché cantare di vero cuore a Dio sidando il canto nelle chiese impegnandosi nei vari cori, gnifica riconoscere chi Egli è e che è degno di vera lode. svolgendo il proprio servizio con impegno, gioia, dediI giovani credenti e tutti quanti noi abbiamo abbondanti zione allo scopo di rendere onore a Dio e alla chiesa del motivi per innalzare Dio e cantare le Sue lodi. Signore Gesù Cristo. Cantare non è una moda neopentecostale o evangeli- GIOVANI IN PRIMA LINEA NELL’ESEMPIO ca del nostro tempo, perché, da sempre, il popolo di Dio In mezzo a tanta superficialità e qualunquismo che si ha dimostrato gioia, comunione e devozione a Dio annota nella società è incoraggiante poter vedere giovani che attraverso il canto. consacrati che vivono la fede in modo degno del SignoCantare le lodi a Dio era una pratica importante re, giovani schierati in prima linea che hanno fatta pronell’Antico Testamento. I credenti di allora si dilettavano pria l’esortazione dell’apostolo Paolo: “Soltanto, comnel cantare (Salmo 146:1,2). portatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, Anche i credenti del Nuovo Testamento sono stati in- sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta vitati a dimostrare gioia, devozione e gratitudine a Dio dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combatattraverso il canto (Giacomo 5:13). tendo insieme con un medesimo animo per la fede del I cristiani “non cantano tanto per cantare” e i giovani vangelo” (Filippesi 1:27). credenti spirituali lo sanno molto bene. I giovani credenPurtroppo, a volte, accade di sentirsi disturbati ti saggi e maturi nelle vie del Signore hanno delle moti- nell’interiore a causa di giovani che si professano creR i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N ov e m b r e 2 0 1 1
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ABC della Salvezza A
AMMETTI DI ESSERE PECCATORE! Solo Gesù è morto sulla croce per il perdono dei tuoi peccati. "Non c'è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10). "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23).
B
BISOGNA NASCERE DI NUOVO! "Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Giovanni 3:3). "Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). "A tutti quelli che lo hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio" (Giovanni 1:12). "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6).
C
CREDI NEL SIGNORE GESÙ, CONFESSALO COME TUO PERSONALE SALVATORE! "In nessun altro è la salvezza" (Atti 4:12). "Perché se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti sarai salvato" (Romani 10:9). "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia" (Atti 16:31). 10 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N o v e m b r e 2 0 1 1
denti ma che in realtà non hanno mai conosciuto il Signore. Gloria a Dio, invece, per quei tanti giovani che affollano le nostre chiese, che hanno deciso di fare sul serio con il Signore e hanno preso l’impegno i vivere il Vangelo. Questi giovani sono un esempio trainante per gli indecisi, per i “barcollanti”, per coloro che si sentono deboli e incapaci. Vivere in contatto con giovani credenti che onorano veramente il Signore alimenta in noi il desiderio di essere più santi, in quanto vediamo in loro e attraverso di loro la vita di Gesù Cristo esprimersi ed il fatto di vederla reale in loro ci convince che è possibile anche in noi. Questi giovani, impegnati a vivere il Vangelo, hanno capito ciò che altri giovani superficiali e incostanti nella fede hanno trascurato, cioè, che il Signore ha stabilito che “chi dice di rimanere il lui, deve camminare com’egli camminò” (1 Giov.2:6). Dio ci chiama ad un cammino santo perché Lui è santo (1 Pietro 1:16). Il livello designato da Dio per un cammino di santità è molto alto, ma non irraggiungibile, poiché Egli ci ha dato lo Spirito Santo, affinché abiti in noi e ci renda atti a rivestire ogni fibra del nostro essere della santità di Colui che è solo ed assolutamente santo. Questi giovani speciali, che sono schierati in prima linea nel combattimento cristiano, sanno molto bene che la santificazione non è opzionale, perché sta scritto: “Impegnatevi a cercare... la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14).
L’impegno di ogni giovane credente e di ogni salvato dovrebbe essere quello di riuscire a vivere nel mondo senza appartenere al mondo (Giovanni 17:15,16). I giovani credenti sono chiamati a risplendere nella loro generazione in modo da lasciare una buona eredità a quanti stanno crescendo e guardano a loro. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:16). La vita cristiana ci porta ad andare controcorrente, ci indica un cammino diverso da quello del mondo. La Parola di Dio ci aiuta a mantenere vivo un cuore onesto e lo Spirito Santo ci dà la forza per onorare il Signore come si conviene. L’integrità dei figli di Dio onora il Vangelo ed è un bene che bisogna difendere e preservare, perché, se lo si dovesse perdere, verrebbe meno la buona reputazione dei figli di Dio e risulterebbe molto difficile riacquistare questo prezioso tesoro. Grazie a Dio per quanti giovani sono già schierati in “prima linea” e combattono “strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Giuda 3), ma il nostro desiderio e la nostra preghiera si eleva a Dio, affinchè ogni giovane che porta il nome del Signore Gesù Cristo possa essere reso capace di sostenere il combattimento della fede, rimanendo in prima linea per onorare ogni giorno il Signore della gloria. Cari giovani credenti, se Cristo vive in voi non siete deboli, anzi lo Spirito Santo dichiara: “GioLa società continua nel suo cam- vani, vi ho scritto perché siete formino irrefrenabile di degenerazio- ti, e la parola di Dio rimane in voi, ne e, pur diventando sempre più e avete vinto il maligno” (1 Giovandifficile resistere alla tentazione, ni 2:14b). Prendetene atto e prosei cristiani si devono distinguere in guite il cammino da valorosi! questo mondo pieno di peccato e di peccatori. Angelo Gargano
CERCASI PADRE E MARITO… DISPERATAMENTE Davide è l’uomo secondo il cuore di Dio, il beneamato, colui che Dio ha scelto perché fosse il più grande re del popolo d’Israele. La storia di Davide occupa, nella Bibbia, il secondo posto dopo quella di Gesù. Basti pensare che circa sessanta capitoli e la metà dei Salmi gli sono attribuiti e nel Nuovo Testamento egli è citato cinquantotto volte. Dopo di Gesù (ottantanove capitoli dei Vangeli) è il personaggio del quale più si parla. Si può quindi capire l’importanza che la vita di quest’uomo ha nella rivelazione divina. Davide è tuttavia presentato come un uomo sottoposto alle stesse nostre passioni. Il fatto che gli errori, anche gravi, di un servitore così in vista non siano né nascosti, né velati, costituisce anche un’evidente prova interna dell’ispirazione divina delle Scritture. Sulla sua vita matrimoniale, pochi amano soffermarsi, eppure potrebbe essere paragonata ad un segnale stradale, ad uno stop presso il quale ogni credente dovrebbe
fermarsi per scegliere la migliore destinazione verso la quale andare.
I FIGLI
I figli di Davide sono davvero tanti. Ma seguono tutti il Dio di Israele? Dalla Scrittura apprendiamo che uno di loro, Amnon, si invaghì della sua sorellastra Tamar, figlia di un altro matrimonio di Davide e la violentò. Dopo lo stupro abbandonò Tamar e lei ne uscì sconvolta. Si sparse la cenere sulla testa e fece a pezzi la tunica con le maniche indossata dalle figlie vergini del re. Si legge della reazione di Davide: “Il re Davide udì tutte queste cose e si adirò molto” (II Samuele 13:21). Non leggiamo che Davide prese di petto la situazione, che punì severamente il figlio, che cacciò Ammon. Nessun rimprovero, nessun castigo. E, peggio ancora, non fece nulla per Tamar. Sua figlia aveva bisogno del suo papà, delle sue coccole, di pro-
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tezione, di un fazzoletto per asciugare le sue lacrime, ma sua figlia ottenne soltanto silenzio. E così Absalom, suo fratello, riempì il vuoto. Diede rifugio alla sorella e complottò contro Amnon: lo fece ubriacare e poi lo fece uccidere. Incesto, inganno, una figlia stuprata, un figlio assassinato, un figlio assassino. Davide, che quando era giovane aveva affrontato da impavido il gigante Goliat, non intervenne, non reagì e non agì. Il suo silenzio era quasi assordante, la sua assenza come padre sconvolgente. Absalom fuggì da Gerusalemme per rifugiarsi in casa di suo nonno. Davide non fece alcun tentativo di rivederlo. Per tre anni vissero in città diverse. Quando Absalom ritornò a Gerusalemme, Davide non volle vederlo. Absalom si sposò ed ebbe quattro figli (II Samuele 14:28). Davide trascurò tutti i suoi figli. Un episodio più tardo della sua vita rivela il suo fallimento di genitore. Uno dei suoi figli, Adonia, organizzò un colpo di stato. Ecco un verso carico di tristezza: “Suo padre non gli aveva mai fatto un rimprovero in vita sua, dicendogli: Perché fai così?” (I Re 1:6). Davide è l’immagine dell’indolenza, del disinteresse. Certo non è un buon esempio di padre.
LA FAMIGLIA
Quanto visto fino ad ora, ci lascia immaginare il suo ruolo di marito. Se poi studiamo la Scrittura, allora l’idea di Davide incapace di gestire anche la sua famiglia, si consolida: “Nacquero a Davide dei figli a Ebron. Il suo primogenito fu Amnon, nato da Ainoam di Izreel; il secondo fu Chileab, nato da Abigail di Carmel, che era stata moglie di Nabal; il terzo fu Absalom, figlio di Maaca, figlia di Talmai, re di Ghesur; il quarto fu Adonia, figlio di Agghit; il quinto fu Sefatia, figlio di Abital; e il sesto fu Itream, figlio di Egla, moglie di Davide. Questi nacquero a Davide in Ebron” (II Samuele 3:2-5). Davide dunque, aveva sei mogli e con Mical, la sua prima moglie, e Bat-Sceba, la più
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famosa, Davide si ritrova con otto mogli: troppe per dedicare a ciascuna un giorno alla settimana. Sono inoltre citati nella Scrittura i nomi dei suoi figli, ma si legge anche: “Tutti questi furono i figli di Davide, senza contare i figli delle sue concubine” (I Cronache 3:9). Davide concepì altri figli con altre donne: sapeva con precisione quante mogli e quanti figli aveva? Ma soprattutto, non aveva letto nella Parola di Dio: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:24)? Davide è il conquistatore, il fondatore della capitale, Gerusalemme, lo scrittore, il cantore d’Israele, ma quando si trattava della sua famiglia era un disastro. Trascurare la famiglia fu il suo fallimento più grande e finì per costargli molto caro. Tornando a suo figlio Absalom, Davide scoprì che i semi dell’odio erano germogliati. Absalom ordì un colpo di stato e Davide fu costretto a fuggire. Riconquisterà il suo regno, ma Absalom perderà la vita. Mentre cercava di fuggire a dorso di un mulo, i suoi lunghi capelli rimasero impigliati tra i rami di un terebinto e i soldati lo uccisero a colpi di lancia. Quando Davide venne informato dell’accaduto, gridò: “Absalom figlio mio! Figlio mio, Absalom figlio mio! Fossi pur morto io al tuo posto, Absalom figlio mio, figlio mio!” (II Samuele 18:33). Lacrime tardive.
TROPPO TARDI
Davide non scrisse salmi sui figli o su una delle sue mogli, o sulla sua famiglia. Era troppo impegnato per occuparsene, per prendersene cura. Dopotutto come poteva Davide, che aveva sedotto Bat-Sceba, fatto ubriacare e uccidere Uria, correggere i suoi figli quando stupravano e uccidevano? Troppo tardi per lui, ma non è troppo tardi per te. Dai valore alla tua famiglia. Ama teneramente tua moglie e prenditi cura dei figli che Dio ti ha dato.
ARTICOLI DI FEDE Seguili, donando loro non l’ultimo smartphone o il miglior capo di abbigliamento, ma la cosa più importante: il tuo tempo, le tue attenzioni, il tuo amore. Leggi con i tuoi figli la Bibbia e libri cristiani. Per i figli l’amore equivale al tempo. Non pagare il prezzo che Davide pagò. Come muore un eroe della fede che ha trascurato la sua famiglia? Davide è molto anziano, sente molto freddo e le coperte non riescono a riscaldarlo. I suoi servitori decidono allora di cercare una persona che possa riscaldarlo, qualcuno che lo stringa gli ultimi giorni della sua vita. Chiamano una delle sue mogli? No! Chiamano uno dei suoi figli? No: “Cercarono dunque per tutto il paese d’Israele una bella ragazza… La ragazza era bellissima, si prendeva cura del re, e lo serviva; ma il re non ebbe rapporti con lei” (I Re 1:3,4). Morì accudito da un’estranea, perché aveva reso estranea la sua famiglia. Troppo tardi, ma non è troppo tardi per te! A volte corriamo avanti e dietro con mille cose da fare, mille impegni. Fermiamoci un attimo… forse nostra moglie e la nostra famiglia sono rimaste indietro e forse non conosciamo né i pensieri, né le ambizioni, né i desideri dei nostri figli. Fermiamoci, riflettiamo su Davide, soprattutto sui suoi ultimi momenti di vita e poi diamo uno sguardo alla nostra famiglia: forse sta aspettando che torniamo a riassumere il posto che ci compete di sacerdoti all’interno delle nostre case. Non fallire come marito e come padre! Domenico Modugno
dell’olio e l’imposizione delle mani (Isa.53:4-5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar.16:17-18; Giac.5:14-16). Crediamo al battesimo nello Spirito Santo come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle SaCrediamo nell’unico vero Dio, E cre Scritture, nella potenza dell’an terno, Onnipotente, Creatore e nuncio di “Tutto l’Evangelo” al monSignore di tutte le cose e che nel- do (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44la Sua unità vi sono tre distinte Per 46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. sone: Padre, Figlio e Spirito Santo 16:20; Giov.16:13; Matt.28:19-20). (Efe.4:6; Matt.28:19; Luca 3:21-22, I Crediamo ai carismi e alle grazie Giov.5:7). dello Spirito Santo nella vita dei criCrediamo che il Signore Gesù Cri stiani che, nell’esercizio del sacerdosto fu concepito dallo Spirito San- zio universale dei credenti, si manito e assunse la natura umana in se- festano per l’edificazione, l’esortano di Maria vergine. Vero Dio e vero zione e la consolazione della comuuomo (Giov.1:1,2,14; Luca 1:34,35; nità cristiana e, conseguentemente, Matt.1:23). della società umana (I Cor.12:4-11; Crediamo nella Sua vita senza pec- Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1). cato, nei Suoi miracoli, nella Sua Crediamo ai ministeri del Signore morte vicaria, come “prezzo di riglorificato quali strumenti autorescatto per tutti” gli uomini, nella voli di guida, d’insegnamento, di e Sua resurrezione, nella Sua ascen- dificazione e di servizio nella comusione alla destra del Padre, quale nità cristiana, rifuggendo da qualunico mediatore, nel Suo persona- siasi forma gerarchica (Efe.1:22-23; le e imminente ritorno per i redenti 4:11-13; 5:23; Col.1:18). e poi sulla terra in potenza e gloria per stabilire il Suo regno (I Pie.2:22; Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio II Cor.5:21; Atti 2:22; I Pie.3:18; Rom.1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, di Gerusalemme, riportate in Atti Giov.14:1-3; I Cor.15:25; I Tim.2:5). 15:28-29; 16:4. Crediamo e accettiamo l’intera Bib bia come l’ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13).
Crediamo all’esistenza degli angeli creati puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Matt.25:41; Efe.6:11-12).
Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorificazione dei redenti, i quali hanno perseverato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13). Celebriamo il battesimo in acqua per immersione nel nome del Pa dre, del Figlio e dello Spirito San to per coloro che fanno professione della propria fede nel Signore Gesù Cristo come personale Salvatore (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12).
Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, siano indispensabili per la purificazione dal peccato di chiunque Lo accetta come personale Sal vatore e Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18,19; Efe.2:8). Celebriamo la cena del Signore o Santa Cena, sotto le due specie del Crediamo che la rigenerazione (nuova nascita) per opera dello Spi pane e del vino, ricordando così la morte del Signore e annunziando il rito Santo è assolutamente essenziale per la salvezza (Giov.3:3; I Suo ritorno, amministrata a chiun que sia stato battezzato secondo le Pie.1:23; Tito 3:5). regole dell’Evangelo e viva una vita degna e santa davanti a Dio e alla Crediamo alla guarigione divina, secondo le Sacre Scritture me- società (I Cor.11:23-29; Luca 22:1920). diante la preghiera, l’unzione R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N ov e m b r e 2 0 1 1
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Un invito s “O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!” (Isaia 55:1,2).
Dopo esser stato liberato dalla mano potente del Signore dalla schiavitù egiziana attraverso il miracolo più conosciuto dell’Antico Testamento, ovvero il passaggio nel Mar Rosso, il popolo d’Israele intraprese un viaggio nel deserto verso Canaan. La moltitudine in diverse occasioni ebbe delle difficoltà oggettive, come la mancanza d’acqua, ma Dio mostrò sempre il rimedio, facendola sgorgare semplicemente percuotendo la roccia. Così come la roccia colpita nel deserto produsse dei fiumi d’acqua, che dissetarono il popolo assetato, un fiume di benedizione scorre per noi dall’opera di Gesù Cristo alla Croce! Nell’ultimo giorno di un’antica festa ebraica, si svolgeva un rituale radicato nella memoria e nella coscienza del popolo. Il sacerdote preposto prendeva una brocca d’oro piena d’acqua e, arrivato al centro della folla, ne versava il contenuto a terra, per ricordare al popolo l’acqua che il Signore aveva provveduto nel deserto. In rimembranza di questo evento l’apostolo Paolo, scrivendo ai Corinzi, dice: “Tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e la roccia era Cristo” (I Corinzi10:4). Il Signor Gesù nell’ultimo giorno della Festa delle Capanne si alzò in piedi, in mezzo alla moltitudine, ed invitò il popolo a rivolgersi a Lui, perché Egli avrebbe offerto un’acqua migliore di quella che Mosè aveva fatto zampillare dalla Roccia, perché l’acqua che Egli avrebbe dato non solo avrebbe tolto la sete spirituale ma sarebbe stata tanto abbondante da traboccare e diventare una benedizione per gli altri! UN INVITO ANCORA VALIDO L’invito è valido ancora oggi! Questa esortazione non solo è attualissima, ma è estesa a tutte le genti di questo mondo, senza distinzione di classe sociale, culturale o conoscenza re14 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N o v e m b r e 2 0 1 1
speciale ligiosa, difatti: “Tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e la roccia era Cristo” (I Corinzi.10:4). L’acqua che Gesù dona all’uomo produce degli effetti immediati, perenni, impareggiabili: “Ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna” (Giovanni 4:14). Un famoso scrittore cristiano, descrisse vividamente la sua esperienza: “Ho bevuto da ogni coppa di presunta gioia, ho bevuto in fretta e profondamente. Ho bevuto quello che milioni di essere comuni hanno bevuto e stavo per morire assetato, perché non c'era più nulla da bere”! Il grande predicatore evangelico, Charles Spurgeon, disse: “Noi abbiamo bisogno del nostro Dio per essere dissetati; è per questo che deve essere ricercato, perché Egli non si nega a nessuno di noi, se cerchiamo personalmente la Sua faccia”. La realtà è che l’uomo lontano da Dio spreca molto tempo, energie e ricchezze in ricerche inutili e non sempre ci riesce, perché le cose materiali, il più delle volte, lasciano più insoddisfatti di prima! Le cose di questa terra non soddisfano. UN APPELLO ANCORA VALIDO L’appello del profeta Isaia, ispirato dallo Spirito Santo, rivolto a tutti coloro che sono rimasti insoddisfatti dalle “acque inquinate” di questa vita, appare di straordinaria attualità: “O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti! (Isaia 55:1,2). Queste parole oggigiorno potrebbero
apparire desuete nella vita frenetica che viviamo, ma sono avvertimento per quanti non si curano dell’altissimo prezzo che dovranno pagare alla fine dell’esistenza se continueranno a trascurare il messaggio di Dio. Gesù è l'unico che ti può soddisfare. Egli è La risposta, in Lui c’è cibo, acqua, vita abbondante, che possono soddisfare la tua esistenza! La Sua generosità è meravigliosa! Il Suo amore è immenso, la Sua pazienza è sorprendente! Egli ti chiama per dissetarti e saziarti di ogni bene! Se ti stai domandando che cosa devi fare per ottenere una grazia tanto grande, la risposta è: bisogna che Gesù ti salvi, che incontri personalmente Colui che è morto ed è risorto per i tuoi peccati, per donarti la vita eterna: “Chiunque vive e crede in me, non morrà mai” (Giovanni 11:26). La salvezza della tua anima è lo scopo per cui Gesù è morto sulla croce, non farne poca stima, il Signore ne ha pagato l’intero prezzo: “Parlate al cuor di Gerusalemme, e proclamatele che il tempo della sua servitù è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato” (Isaia 40:2). La salvezza è per grazia, mediante la fede, ed è per tutti quelli che la desiderano senza differenza di razza, di ceto sociale, di livello culturale e di posizione economica. Essa è eterna, ma deve essere accettata; solo allora la sete dell’anima sarà dissetata: “Cercate l’Eterno, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentr’è vicino” (Isaia 55:6). Silvano Masullo
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SETTE PASSI
PER TROVARE
DIO
Lo scritto How to find God di William Booth, fondatore dell’Esercito dell Salvezza, vissuto in Inghilterra negli ultimi anni del ‘800 presenta non le idee di un fanatico, ma la visione di un uomo che per tutta la vita ha amato Dio profondamente. Booth ha amato, oltre Dio, anche gli altri, continuando ad adoperarsi affinché quanti, vivendo nelle tenebre, nella difficoltà e nel peccato, avevano bisogno di conoscere Dio, potessero incontrarLo personalmente. Anche oggi per chiunque è possibile nutrire il santo desiderio di cercare Dio, di entrare e gustare la gioia e la pace che Egli dona gratuitamente ad ogni cuore che si apre nella Sua presenza, ricercando una personale relazione con il nostro Padre che è nel cielo.
I sette passi qui di seguito sono per quanti hanno un serio desiderio di ricevere grazia, perdono e misericordia da Dio, che solamente può salvare dalle potenze delle tenebre e dal giudizio che viene. A quanti leggono queste righe desidero dare poche, ma essenziali consigli: 1. Apparta un tempo dedicato esclusivamente per leggere e considerare queste parole lontano dalla confusione, se possibile, in un posto tranquillo dove tu possa stare da solo con Dio. 2. Prega ardentemente, chiedendo a Dio la guida dello Spirito Santo,
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promesso a quanti Lo seguono. Dio donerà lo Spirito Santo a coloro che glieLo chiedono (Luca 11:13) . 3. Con tutto il tuo cuore, sulle tue ginocchia, affronta davanti al Signore un passo alla volta. Fai attenzione a non fare il passo successivo senza prima aver compreso chiaramente quello che stai leggendo e averne accettato la verità contenuta, prendendo consapevolmente ogni decisione con solenne fermezza. 4. Dopo aver letto tutto con cura e aver considerato ogni cosa dall’inizio alla fine, rileggi nuovamente il tutto, seguendo le stesse istruzioni. 5. Se tutto questo programma vie-
ne seguito accuratamente, sono certo che nessuna persona sincera potrà fallire nel proposito di ricevere grazia da Dio, ma potrà sperimentare l’abbraccio amabile del Salvatore ed il perdono dai propri peccati. Primo passo
SCOPERTA DEL PECCATO
“Tutto quello che non viene da fede è peccato” (Romani 14:23). “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17). “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi” (1 Giovanni 1:8) Il peccato è ogni cosa che dispiaccia a Dio, e solo colui che pecca dispiace al Signore. In ogni tempo devo esaminare me stesso, le mie ambizioni per sapere se quanto sto inseguendo è per me più importante di Dio, oppure se sto facendo qualcosa di sbagliato e mi trovo ad essere, praticamente, in una condizione di peccato. Forse ho peccato con i miei pensieri, contro chi mi è vicino, contro la mia stessa anima. Forse ho peccato con i pensieri in quello che sto cercando, nelle mie parole, con le mie azioni. Ho peccato nel mondo, nel mio lavoro, nelle cose piacevoli. Ho fatto molte cose e non ho fatto altre che avrei potuto fare. Lo devo ammettere! Non posso coprire o addurre scuse per i miei peccati. I miei peccati sono molti più di quanti io possa contare, e hanno causato tanto dolore a Dio; ogni uomo è molto lontano da essere in
grado di farne la stima. I miei peccati hanno disonorato il mio Padre Celeste, hanno considerato degno di poca stima il sacrificio di Gesù, mio Salvatore, e hanno avuto una pessima influenza non solo sui componenti della mia famiglia, ma anche sulle mie amicizie e su quanti hanno sempre avuto cura di me. Ora realizzo che merito per l’eternità il disappunto di Dio e vedo che posso solo morire sommerso dai miei peccati, destinato a una eterna separazione da Dio, pronto ad essere gettato per la dannazione nell’Inferno. O Signore, abbi pietà di me! Secondo passo
TRISTEZZA DEL PECCATO
“Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte” (2 Corinzi 7:10) Non solamente devo vedere che ho peccato contro Dio, causandoGli grande dolore, ma devo anche essere veramente dispiaciuto per averlo fatto. Io odio le mie malvagità, e odio me stesso per averle seguite e alimentate. Sono addolorato per i miei peccati, non solamente perché mi espongono al giudizio e alla punizione, ma perché sono stati commessi contro il mio Padre Celeste, che mi ha egualmente amato e ha avuto continuamente cura di me. Se potessi cancellare il mio passato e ricominciare da capo, di corsa lo farei. Ma non è possibile! I peccati commessi sono scrit-
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ti contro di me nel libro di Dio, ed Egli li conosce e li ricorda del continuo. Nessuna preghiera, nessuna offerta, nessuna lacrima che io possa versare, nessuna buona opera che io possa fare potranno rimuovere quelle terribili registrazioni. La mia sola speranza è nel poter trovare grazia e misericordia in Gesù Cristo, che ha detto: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Terzo passo
CONFESSIONE DEL PECCATO
“Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia” (Proverbi 28:13) “Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia” (Giacomo 5:16) “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9) Non posso solamente essere dispiaciuto per le cose sbagliate che ho fatto, ma sono chiamato a riconoscere liberamente e confessare apertamente i miei peccati a Dio. Non ci sono scuse, devo farlo. È vero che taluni peccati sono stati compiuti ignorando la volontà di Dio, e Dio lo sa. Ma come sa questo, conosce anche quanto spetta a me fare; Lui, che mi ha mostrato per primo la grandezza del Suo amore morendo sulla croce per me, desidera che io agisca secondo la Sua vo-
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lontà. Io forse ignoravo la tremenda situazione in cui mi trovavo quando seguivo il modo di fare degli altri nel mondo. Questa ignoranza non ha scuse. Se avessi letto di più la mia Bibbia e avessi ascoltato il consiglio di quanti mi avevano parlato della volontà di Dio, avrei saputo le cose buone per l’anima mia, e avrei innalzato a Dio la mia richiesta di aiuto. Ma non l’ho fatto, la mia bocca è rimasta chiusa quando la potevo aprire. E adesso sono qui che devo confessare a me stesso e a Dio il mio peccato, senza scuse, meritando pienamente la Sua riprensione e il Suo castigo ora e per sempre. Non solamente questa confessione dev’essere privata, un fatto fra me e Dio, ma sapendo che ho peccato nella presenza della mia famiglia o di altre persone che mi circondano, sono consapevole di dover mostrare loro il mio dispiacere per quanto ho fatto. Appena ne ho l’opportunità, devo ammettere il mio peccato prima ai credenti, prima alla mia famiglia, e poi al mondo. Come non ho avuto remore a peccare davanti a tutti, così posso dichiarare anche il mio peccato davanti a tutti! Quarto passo
RIGETTARE IL PECCATO
“Se non vi ravvedete, perirete tutti” (Luca 13:3). “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati” (Atti 3:19)
Non solamente ho potuto vedere che sono un peccatore che odia i propri peccati e li confessa a Dio e agli uomini, ma ora ho bisogno dell’aiuto di Dio per rinunciare e gettare lontano da me qualsiasi tipo di peccato. Qualsiasi piacere io abbia provato peccando nel passato, qualsiasi piacere il peccato mi abbia promesso per il futuro, ora con, la forza che Dio mi dà, non solo voglio gettare via queste cose da me, ma non voglio mai più nemmeno sentire nominare certe proposte per la mia vita! Quinto passo
CHIEDERE PERDONO PER IL PECCATO
“Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese” (2 Cronache 7:14) “Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà” (Giacomo 4:10) Vergognandomi di aver abbandonato il mio Padre Celeste disprezzando e rigettando il Suo amore, frantumando ogni Suo comandamento, lasciandomi influenzare da altri che fanno la medesima cosa, ora qui sulle mie ginocchia, umilmente, mi sottometto a Lui. Prego che Egli abbia pietà e misericordia di me, un miserabile peccatore, e Lo supplico affinché per amore di Cristo perdoni tutti i miei peccati, e mi doni il Suo favore, facendo di me, l’immeritevole, un membro della Sua famiglia.
Sesto passo
CONSACRAZIONE
“Non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d’iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio” (Romani 6:13) “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale” (Romani 12:1) Prometto a Dio, adesso e per sempre, nella Sua forza e potenza, con tutto il mio cuore che, se mi perdona e mi riceve nella Sua grazia, a partire da questo momento io spenderò tutto il resto dei miei giorni facendo quanto mi sarà possibile per la Sua gloria, per l’avanzamento del Suo regno, portando l’amore di Gesù a quanti ancora non Lo conoscono, non Lo hanno ricevuto e sono nella condizione in cui mi trovavo anch’io! Settimo Passo
FEDE
“Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»” (Giov.6:28-29). “L’uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato” (Galati 2:16).
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PROMOSSI
Stefano “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6) Io credo che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nella Sua grande misericordia e nel Suo amore, è morto per me al mio posto, caricando i miei peccati su di Sé sul duro legno della croce. E credo che sono qui per accoglierLo come benvenuto nel mio cuore, quale Salvatore dei miei peccati, unico in grado di farlo perché risuscitato dai morti, vincitore sul peccato e sulla morte. Gesù Cristo dice nella Bibbia che se io andrò a Lui, non mi rigetterà (Vangelo di Giovanni 6:37). Ora vengo a Lui con tutto il mio cuore, proprio adesso che sono povero, solo, sporco di peccato, bisognoso di salvezza. Io so che Egli non mi rigetterà. E posso certamente credere che è giunto il momento per me di ricevere la Sua grazia, anche se immeritata. So che Egli mi perdona adesso e che il Suo sangue sparso sulla croce è potente ancora oggi a lavare tutti i miei peccati. Mi ha cercato per il mio peccato, nonostante fossi peccatore il castigo che doveva essere per me è stato su di Lui e per le Sue lividure sono stato guarito dalla mia iniquità. Ora ho una nuova relazione con il vero Dio vivente e sono stato perdonato. Gloria a Dio, il Signore Gesù mi ha salvato! William Booth
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1928
È difficile in poche righe raccontare la vita del fratello Stefano, nato il 18 aprile 1928 a Raffadali (AG). La famiglia era composta dalla sorella Vincenza e da due fratelli, Pietro e Pasquale. In quegli anni la testimonianza dell’Evangelo arrivò a Raffadali (AG) e il padre Rosario, venendone a conoscenza accettò il messaggio e si convertì al Signore. La mamma Teresa invece lo rifiutò per molti anni. Alla nascita di Stefano il padre Rosario rifiutò, alla luce della Parola di Dio, di battezzarlo, cosa che la moglie fece con le zie, di nascosto. Rosario cercò di trasmettere a Stefano gli insegnamenti biblici, nonostante l’opposizione di Teresa, la quale dopo trentanove anni di dure lotte e di contrasti personali nel confronti del marito a causa delle fede evangelica, vedendone la perseveranza e il cambiamento di vita, diede anche lei il cuore al Signore convertendosi all’Evangelo. Durante quel periodo Stefano frequentava con il padre, quando possibile, gli incontri con altri fedeli. La persecuzione impediva le riunioni e spesso il fratello Stefano vedeva il padre uscire di sera senza sapere dove andasse. Si seppe poi che si incontrava in campagna con altri credenti per pregare, così anche Stefano cominciò a frequentare quelle riunioni clandestine. Col passare del tempo la persecuzione cominciò a venire meno e si aprirono dei locali per offrire a Dio il culto. Il fratello Stefano era un assiduo frequentatore dei culti, sia in case private che nei luoghi pubblici. Fece una profonda e vera esperienza con il Signore; il 4 ottobre 1943 fece il battesimo in acqua e l’11 agosto del 1946 il Signore lo battezzò con lo Spirito Santo. Cominciò a lavorare nel campo del Signore testimoniando e annunzian-
ALLA GLORIA
L attuca
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do l’Evangelo in molti paesi dell’agrigentino. Per molti anni, di giorno lavorava nei campi e la sera predicava l’Evangelo. Con i mezzi di trasporto di allora il sacrificio fisico era enorme, ma scrisse in una pagina delle sue agende, dopo una giornata di lavoro nei campi e tanta strada fatta il piedi per raggiungere le varie località: “Rincasavo stanco, ma contento e soddisfatto per essere stato al servizio del Signore”. Nel 1955 nel mese di luglio si unì in matrimonio con la sorella Lina Chiazza che lo assisterà e sosterrà in tutti questi anni di ministerio. Durante gli anni del matrimonio, durato 56 anni, Dio diede loro la gioia di avere dei figli, Eliseo, Maria Teresa ed Ester, tutti salvati e al servizio del Signore, con le loro rispettive famiglie. Molti furono i Comuni nel quali il fratello Stefano svolse il suo ministerio e moltissime furono le persone raggiunte con l’Evangelo. Molti gruppi e chiese sono state curate nel corso del suo ministerio. Da Raffadali, ove risiedeva con la famiglia, raggiungeva le comunità di Aragona, Racalmuto, Sant’Angelo Muxaro, Casteltermini, Siculiana, Sutera, Castrofilippo, San Biagio Platani, Sciacca, Alessandria della Rocca, Milena, Campofranco… Nell’agrigentino non c’è comunità che non sia stata visitata dal fratello Stefano. Per 33 anni curò la comunità di Ribera, per 30 anni quella di Montallegro, per 20 anni quella di Cianciana, per 20 anni quella di Cattolica Eraclea. In tutti questi anni, e fino a che la salute glielo ha permesso, il fratello Stefano ha percorso centinaia di migliaia di chilometri sulle strade della Sicilia per la causa dell’Evangelo. Sotto il sole cocente della Sicilia o con i temporali, partiva per andare a trovare i credenti nei diversi comuni agrigentini. Lo sentiva non solo come un dovere cristiano verso i credenti, ma soprattutto come impegno preso con Dio. La domenica, e per molti decenni, fu costretto a fare quattro riunioni di culto in un giorno in diverse località, rientrando la sera sfinito, ma contento di aver annunziato l’Evangelo. Membro del Comitato di Zona della Sicilia per circa 20 anni si prodigò per il bene delle anime in tante città della Sicilia. Insieme ad altri fratelli, Vincenzo Federico e Vincenzo Costanza, divenuto poi consuocero, iniziò l’attività dei campeggi estivi, organizzando nel 1956 il primo campeggio delle nostre chiese nella località “Barone”. Questa attività, insieme con la moglie che lavorava in cucina, la svolse fino al 1990. Durante Il terremoto del 1968 nella valle del Belice, insieme ai fratelli Federico, Barbera e Cascio ha portato, per
almeno tre anni, aiuti alle popolazioni colpite dal sisma. Molte sono state le opposizioni e gli ostacoli incontrati a causa della fede in tutti questi anni, soprattutto durante il periodo della persecuzione, ma il fratello Stefano con l’aiuto del Signore è rimasto fedele a Lui fino al suo ingresso nell’eternità. Diverse volte, soprattutto all’inizio del suo ministerio, fu chiamato dalle autorità istigate dalle forze religiose, con l’intento di farlo desistere dal predicare l’Evangelo. Nel 1958, mentre accompagnava in visita fra le chiese sella Sicilia un fratello americano, tra le provincie di Trapani e Agrigento, una banda di malfattori sequestrò il fratello americano. Il fratello Stefano si trovò così coinvolto nel primo rapimento di persona in Sicilia. Dopo diversi giorni di sequestro, il fratello americano venne miracolosamente liberato dal Signore. Molte volte il fratello Stefano vide la mano di Dio operare in suo favore. Ha servito il Signore per circa 55 anni, fino a quando la sua salute non ha cominciato a venire meno. Ha combattuto il buon combattimento, ha serbato la fede ed è entrato nell’eternità, aspettando il premio che il Signore gli ha preparato. Ci ha lasciato un esempio di fede, e di vero servizio, e noi familiari vogliamo continuare a servire il Signore con questa eredità lasciataci perché anche noi, un giorno, vogliamo essere con lui davanti dal trono di Dio. Durante la malattia il fratello Stefano è stato assistito amorevolmente dalla moglie, la sorella Lina e dalla figlia Maria Teresa con genero e nipoti. La famiglia tutta desidera rivolgere un particolare ringraziamento oltre che al Signore, anche al personale medico e para medico che, soprattutto negli ultimi tempi ha fatto il possibile per alleviare i dolori della sua malattia. Abbiamo ricevuto sostegno fraterno dai fratelli responsabili delle Assemblee di Dio in Italia, come anche da tanti pastori e diversi credenti dalla Germania, dal Belgio, dalla Francia, dal Canada e dagli Stati Uniti. Ora fratello Stefano, avendo completato fedelmente quanto il Signore gli ha dato da compiere su questa terra, si trova alla presenza del Dio che ha servito e onorato tutta la sua vita, vissuta in fedeltà a Lui fino alla fine. Eliseo Lattuca R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N ov e m b r e 2 0 1 1
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Notizie dalle nostre Comunità BATTESIMI A CASAVATORE (NA) Cari fratelli, con grande gioia desidero farvi partecipi che il dieci luglio, nella chiesa di Casavatore, hanno espresso la loro volontà di servire il Signore scendendo nelle acque battesimali quattro credenti, due dei quali giovanissimi, di 17 e 18 anni, e una coppia che ha deciso di condividere insieme questa importante scelta. La chiesa tutta e molti ospiti giunti per l’occasione hanno vissuto questo momento con grande entusiasmo e commozione. La Parola di Dio ci è giunta attraverso il fratello Antonio Vitale, pastore della chiesa di Sant’Arpino, che, riportandoci ai primi battesimi del capitolo 2 del libro degli Atti, ha incoraggiato i presenti a realizzare una salvezza indispensabile, invito divino e non di una chiesa, che si concretizza nella perseveranza. I quattro fratelli ci hanno rallegrato ed edificato con le loro testimonianze, che hanno manifestato la loro gioia per la scelta compiuta e il loro amore sincero verso il Signore. Vi chiedo di pregare per questa piccola chiesa inserita in
un difficile contesto sociale, affinché possa far brillare la luce dell’Evangelo. Giuseppe Perrella
BATTESIMI A SANTA MARGHERITA DI BELICE (AG) Con immensa gioia comunichiamo che domenica 21 Agosto, nella Comunità di Santa Margherita di Belice ci siamo rallegrati per i battesimi di quattro anime nuove. Sono intervenuti fratelli e sorelle dalle comunità dei dintorni per ringraziare Dio per la conversione di una coppia di coniugi di S. Margherita, di una sorella di Montevago e per la prima neofita della Missione di Sambuca di Sicilia, aperta da meno di un anno. Queste anime ci incoraggiano ad andare avanti, per adoperarci ad allargare il luogo della nostra tenda e i teli delle nostre dimore senza risparmio (cfr. Isaia 54:2) Antonino Mauceri
EVANGELIZZAZIONE A MAENZA (LT) Con gioia comunichiamo alla fratellanza che quest’anno per la prima volta il Signore ci ha dato grazia di organizzare un Culto all’aperto di evangelizzazione nella cittadina di Maenza (LT). La riunione si è tenuta sabato 10 Settembre nella suggestiva Piazza Lepri nel centro storico del comune ai piedi del Castello Baronale, che si erge nella parte più alta del paese. Fin dall’inizio della settimana abbiamo distribuito volantini e affisso locandine, che annunciavano la riunione, e con un sentimento di ringraziamento a Dio abbiamo potuto annunciare la 22 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - N o v e m b r e 2 0 1 1
Parola del Signore, predicata per l’occasione dal fratello Gianluca Ciancio pastore delle comunità di Cassino e Sora (FR), accompagnato da numerosi fratelli delle chiese da lui curate che hanno testimoniato dell’opera che il Signore ha fatto nella loro vita. Vi invitiamo a pregare per noi affinché il Signore ci dia grazia di continuare a predicare l’ Evangelo anche a Maenza con la speranza che il pane gettato sulle acque in questi giorni tornerà e darà lode e gloria al suo santo divino e benedetto nome. Francesco Alboreto
NOTIZIE DA CUORGNÈ (TO) Dalla chiesa di Cuorgnè siamo grati al Signore per come in questo anno che sta passando, non con poche difficoltà, ci stia facendo vedere le Sue grandi benedizioni. Domenica 18 settembre quattro giovani sono scesi nelle acque battesimali confessando il loro amore e l'inizio della gloriosa opera del Cristo in loro. Dio è il Padrone dell'Opera, ed è Lui che preserva e guarda da ogni pericolo la Sua Chiesa, purificandola e vivificandola con il Suo Santo Spirito. Alla nostra giornata di gioia ha partecipato il pastore della chiesa di Beinasco, Silvano Bianco, con un gruppo di giovani. Fra i battenzanti una giovane credente è della comunità di Ivrea, curata dal nostro fratello anziano della chiesa Nicola Pascuzzi. Grande è stata la gioia anche di questo gruppo che si è unito a noi nella lode al Signore. Due domeniche dopo, il 2 Ottobre, abbiamo avuto un culto di Santa Cena con la presenza del pastore di Milano, via Forze Armate, Elio Varricchione. Il Signore non ha fatto mancare la Sua benedizione, toccando i cuori dei presenti, tra cui una decina di anime nuove.
Voglia il Signore continuare a salvare in questa zona del Piemonte, dove ci sono decine di grandi paesi da raggiungere con la testimonianza dell'Evangelo. Vogliate pregare per noi e che la gloria vada al nostro Salvatore e Signore Cristo Gesù, benedetto in eterno. Paolo Faciano
INCONTRO CAMPISTICO ITALIA NORD EST A PIEVE DI CENTO (BO) Quest’anno, per la seconda volta, i credenti della zona Italia Nord-Est si sono radunati per l'atteso Incontro Campistico a Pieve di Cento (Bo). Questa città di circa settemila abitanti, posta tra le province di Bologna, Ferrara e Modena, ha accolto con un caldo fuori stagione i circa 1.500 partecipanti dalle comunità della nostra zona. Durante il culto mattutino, presieduto dal fratello Vincenzo Specchi, pastore a Padova e Vicenza, alcuni giovani che hanno partecipato ai turni del Centro Comuntario Evangelico di Culto Poggiale hanno cantato degli inni che hanno edificato tutti. Ospite gradito e predicatore è stato il fratello Antonio Felice Loria, pastore a Caccuri e Cosenza, presidente della nostra opera. Sotto la guida dello Spirito Santo, il fratello Loria ha esposto la Parola in maniera chiara e ben comprensibile. Nel culto mattutino, prendendo spunto da Malachia 3:1-6, il fratello Loria ha spronato i credenti non solo a prepararsi per il ritorno di Gesù, ma anche ad aspettarLo nella maniera voluta da Dio, sapendo che il centro dell’opera di Dio è Cristo e il fine di questa opera è il cuore dell’uomo che deve essere nettato dall’opera di Cristo. Nel culto del pomeriggio, presieduto dal fratello Antonio Di Bello, pastore a Foiano della Chiana, i presenti sono stati edificati dai canti che credenti delle comunità di Brescia e Cremona hanno cantato al Signore. Il testo meditato dal fratello Loria, tratto da Galati 1:1-10, ha esortato i presenti a non accettare e seguire un altro Vangelo, facendo attenzione perché l’avversario non ha smesso di attaccare l’integrità del Vangelo di Dio. Dobbiamo continuare a predicare il Vangelo
nella potenza dello Spirito Santo, potente a modificare il pensare, l'agire, e il vivere dell’uomo. Durante le riunioni i circa 140 bambini presenti hanno potuto ritrovarsi in un’altra confortevole sala, nella quale, sotto la guida delle sorelle della chiesa di Cento, hanno potuto svolgere diverse attività avente come tema: l’acqua nella Bibbia. Nonostante il caldo, è stato un giorno ricco di grandi benedizioni. Sicuramente il Signore ha toccato tanti cuori, incoraggiando e fortificando il Suo popolo a proseguire il cammino fino al ritorno di Gesù Cristo. Eliseo Lattuca
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appuntamenti INCONTRO NAZIONALE GIOVANILE ADI-IBI Da sabato 29 ottobre a martedì 1 novembre 2011, a Fiuggi Terme (FR) XXXVI Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI. Predicatore nei culti serali il fratello Alton Garrison, Assistente Sovrintendente delle Assemblies of God negli Stati Uniti. RIUNIONE PASTORALE E CONSIGLI DI CHIESA NORD-OVEST Sabato 12 novembre 2011, a TorinoVia Spalato: riunione per pastori e consigli di chiesa della zona Italia Nord Ovest.
INCONTRO PROVINCIALE FOGGIA Sabato 12 novembre 2011, presso la sala consiliare di Carapelle (FG): Incontro Provinciale delle chiese della provincia di Foggia. Ospite il fratello Castrenze Cascio, pastore della chiesa di Corleone (PA). INCONTRO GIOVANILE ITALIA NORD OVEST Sabato 26 novembre 2011 si terrà l'Incontro Giovanile della zona Italia Nord Ovest.
stum (SA): Raduno Over 40 di zona Archetto Brasiello, pastore della Campania e Molise chiese di Velletri (RM), Anzio (RM) e Lariano (RM). CONVEGNO PASTORALE PUGLIA-BASILICATA RADUNO CHIESE Giovedì 8 dicembre 2011, presso la EMILIA ROMAGNA comunità di Massafra: Convegno Giovedì 8 dicembre 2011, presso la Pastorale di Zona Puglia e Basilica- Sala Convegni Fiera di Forlì: Raduta. Ospite il fratello Felice Antonio no delle chiese dell'Emilia RomaLoria, pastore delle chiese di Cac- gna. Ospite il pastore Giuseppe curi (KR) e Cosenza e presidente Conserva, pastore delle chiese di delle Assemblee di Dio in Italia. Andria (BT) e Corato (BA)
INCONTRO FRATERNO ABRUZZO, MARCHE E UMBRIA RADUNO OVER 40 CAMPANIA E Giovedì 8 dicembre 2011: Incontro MOLISE fraterno delle chiese di Abruzzo, Dall'8 all'11 dicembre 2011, a Pae- Marche e Umbria. Ospite il fratello
RADUNO CHIESE TOSCANA Giovedì 8 dicembre 2011, presso il Palazzo delle Esposizioni di Empoli (FI): Raduno delle chiese della Toscana.
INCONTRO NAZIONALE GIOVANILE ADI-IBI Dal 29 ottobre al 1 novembre 2011, a Fiuggi Terme (FR), il XXXVI Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI Il PalaFiuggi è la sede in cui si terranno gli incontri e i culti. Predicatore ufficiale sarà il fratello Alton Garrison, Assistente Sovrintendente delle Assemblee
Risveglio P E N T E C O S T A L E
di Dio negli Stati Uniti d’America. Vogliamo fin d’ora pregare per l’affluenza a questo appuntamento riservato ai credenti di età compresa fra i 18 e i 40 anni, a cui possono anche accedere minorenni dai 15 ai 17 anni, accompagnati da responsabili di comunità o dai genitori, e giovani
famiglie con figli più piccoli, fino ai 14 anni, per i quali si proporranno delle attività opportunamente studiate per fasce d’età. Preghiamo che l’effusione di Spirito Santo vivifichi, compunga, potenzi dall’alto un giovane popolo che si raduna ai piedi del Signore per cercare la Sua faccia.
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