Risveglio FEBBRAIO 2012
Risveglio Pentecostale Anno LXVI numero 2 Periodico Mensile Poste Italiane spa Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)
P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
«Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre: Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome» [APOCALISSE 3:7-8]
Risveglio P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Vice Presidente: Vincenzo Specchi Segretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo Presidente emerito: Francesco Toppi Consigliere onorario: Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Tel. 049.605127 fax 049.612565 - e mail: risveglio.pentecostale@assembleedidio.org www.assembleedidio.org Versamenti in Posta su c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Versamenti tramite canale bancario Poste: codice IBAN IT16 N076 0112 1000 0001 2710 323 codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Banca Carige: codice IBAN IT31 C061 7512 1550 0000 0051 080 codice BIC CRGEITGG782 intestato a: Chiesa Crist. ADI Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Registrazione n.1688 del 1.3.2000 Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evan geliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In conformità alla Legge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Risveglio Pente costale garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile Risveglio Pentecostale. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale Cristiani Oggi: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione 2
R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
Un avvenimento sul quale riflettere La Costa Concordia, una delle navi più grandi della flotta Costa Crociere (compagnia numero uno in Europa), venerdì 13 Gennaio era partita per una crociera di otto giorni nel Mediterraneo Occidentale, quando dopo poche ore di navigazione si è incagliata nei pressi dell’Isola del Giglio. Questo “gigante del mare” si stava dirigendo da Civitavecchia a Savona, prima tappa del “Profumo d’Agrumi”, come la compagnia ha battezzato l’itinerario che tocca anche i porti di Marsiglia, Barcellona, Palma de Maiorca, Cagliari e Palermo, per poi fare ritorno a Civitavecchia, Savona e Marsiglia. Al momento della crociera inaugurale, il 7 luglio 2006, la “Concordia” era la più grande nave passeggeri battente bandiera italiana, presentandosi con dei “numeri” davvero impressionanti: 290 metri di lunghezza per 35 di larghezza, 114.500 tonnellate di stazza e 1.500 cabine in grado di accogliere sino a 3.780 passeggeri. Una vera e propria “città galleggiante”, che con le proprie centrali di bordo produceva energia elettrica sufficiente al fabbisogno di una città di cinquantamila abitanti! Il suo peso equivaleva a quello di 110 Boeing 747 e la lunghezza dei cavi elettrici installati a bordo avrebbe coperto cinque volte e mezzo la distanza tra Roma e Milano. I rivestimenti in teak avrebbero coperto due campi di calcio, mentre con tutte le tovaglie a bordo si sarebbe potuto apparecchiare una tavola lunga 27
chilometri. A bordo era presente ogni genere di confort, tra cui 58 suite con balcone, cinque ristoranti, 13 bar, 5 vasche idromassaggio e 4 piscine, di cui due con tetto in cristallo, per godersi il sole anche d'inverno. Un vero e proprio “tempio galleggiante del divertimento sul mare”, come la definiva la stessa compagnia sul suo sito Internet, con quasi duemila metri quadrati articolati su due ponti destinati allo sport e al benessere e un'area termale di seimila metri quadrati su due piani. Notevole, come vuole la tradizione Costa, era la presenza di opere d'arte a bordo: oltre seimila tra copie e originali, di trentacinque artisti contemporanei. Insomma su questa nave tutto era davvero di primordine, per non parlare della tecnologia per la navigazione ed i sistemi di sicurezza. Eppure... questa nave ammiraglia è affondata! È questo sicuramente un avvenimento sul quale è necessario riflettere! LA SICUREZZA DELLA VITA Se avessimo messo nello stesso porto l’arca di Noè e la Concordia, la maggior parte delle persone avrebbe preferito la seconda, perché probabilmente l’arca di Noè al confronto sarebbe apparsa più fragile, così come alle volte appare proprio la volontà di Dio, che in realtà è perfetta, come lo era l’arca anche se non aveva la tecnologia, il materiale, i professionisti, i mezzi di comunicazione, la bussola e i mezzi di salva-
in questo numero
Anche se l’uomo, in un delirio d’onnipotenza, ha certificato le proprie opere come “assolutamente sicure”, le amare esperienze della vita, al contrario, ci hanno insegnato che nulla al mondo è totalmente al sicuro; a tal proposito Salomone, l’antico saggio re d’Israele, afferma: “Io intrapresi lavori grandi ... più di tutti quelli che erano stati prima di taggio presenti sulla Concordia. me a Gerusalemme... Così divenni granL'arca fu costruita da dilettanti, tali erano Noè ed i suoi figli (con i mate- de e superai tutti quelli che erano stariali esistenti a quel tempo!), mentre la ti prima di me... la mia saggezza rimase essa pure sempre con me... Poi consideConcordia da professionisti, che hanno avuto a disposizione i migliori mate- rai tutte le opere che le mie mani averiali e la miglior tecnologia conosciuta vano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vadall’uomo! nità, un correre dietro ai vento, e che L’apostolo Paolo poté dire: “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per sver- non se ne trae alcun profitto sotto il sole” (Ecclesiaste 2:4,7,9,11). gognare i sapienti; Dio ha scelto le coLa Concordia era curata in ogni parse deboli del mondo per svergognare le ticolare che riguardava il confort, la veforti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le co- locità, l'emergenza, aveva tutti i dispose che non sono, per ridurre al niente le sitivi più moderni, non esageriamo nel cose che sono, perché nessuno si vanti definirla una nave “magnifica”, eppure nonostante tutti gli forzi umani non di fronte a Dio” (I Corinzi 1:27-29).
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febbraio 2012 UN AVVENIMENTO SUL QUALE RIFLETTERE
Domenico Modugno ....................... pag.2-4
PIETRO VESCOVO DI ROMA?
Gennaro Chiocca .............................. pag.5-7
BISOGNO DI DIO
Daniele Di Iorio ............................... pag.8-10
L'AMORE È PAZIENTE. ......... pag.10 ADULARE IO NON SO
Felice Leveque . .............................. pag.12-13
IL PRUNO E LA CROCE
Simone Caporaletti ...................... pag.14-15
IL RISTABILIMENTO
Paolo Perone . ................................ pag.16-17
PROMOSSI ALLA GLORIA SALVATORE GEMELLI
........................................................... pag.18-19
NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ..............................pag.20-23 APPUNTAMENTI . .................... pag.24 Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org
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è riuscita a completare il suo viaggio: “Io mi sono rimesso a considerare che sotto il sole, per correre non basta essere agili, né basta per combattere essere valorosi, né essere saggi per avere del pane, né essere intelligenti per avere delle ricchezze, né essere abili per ottenere favore; poiché tutti dipendono dal tempo e dalle circostanze. L'uomo, infatti, non conosce la sua ora; come i pesci che sono presi nella rete fatale e come gli uccelli che sono colti nel laccio, così i figli degli uomini sono presi nel laccio al tempo dell'avversità, quando essa piomba su di loro improvvisa” (Ecclesiaste 9:11,12); LA FUGACITÀ DELLA VITA I passeggeri della Concordia avevano programmato una meritata vacanza, magari ambita da tanto tempo e rinviata chissà quante volte, che è stata vanificata improvvisamente; questa tragedia ci porta a riflettere sulla fugacità della vita. Ci pare di ascoltare Gesù che narra questa parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: “Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?” E disse: “Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni e dirò all'anima mia: «Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti»“. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio» (Luca 12:14-21). LA FRAGILITÀ DELLA VITA Venerdì 13 Gennaio alle ore 21,30, il comandante decide di passare nei pressi dell’isola del Giglio per effettuare una manovra di saluto (il cosiddetto inchino), ma si avvicina troppo… Un boato scuote l’aria e tutte le anime presenti sulla nave in pochi minuti passeranno dalla gioia, dalla celebrazione della vita, al4
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la paura di morire. È bene conoscere Dio e stare vicini a Lui nel corso della vita, e non attendere che la morte ci sorprenda: “Proclamatelo, fateli avvicinare, si consiglino pure assieme! Chi ha annunziato queste cose fin dai tempi antichi e le ha predette da lungo tempo? Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c'è altro Dio, Dio giusto, e non c'è Salvatore fuori di me. Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro. Per me stesso io l'ho giurato; è uscita dalla mia bocca una parola di giustizia e non sarà revocata: Ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento” (Isaia 45:21-23). Quanto è avvenuto a bordo della nave rispecchia l'inclinazione dell'uomo a non volersi rendere conto della realtà e dell'ineluttabilità della morte, difatti tutta l’umanità “è in viaggio” e questo avvenimento deve farci riflettere. Caro amico, spero tu appartenga al Signore ed abbia posto la tua fiducia in Lui, perché soltanto Gesù può prendersi davvero cura di te in ogni circostanza avversa della vita. Gli eventi accadono così rapidamente che spesso siamo letteralmente “travolti” dagli stessi, senza poter fare nulla o quasi per evitarne le conseguenze. Poniti queste domande e rispondi sinceramente: pensi di essere pronto ad incontrare Dio? Hai accettato Cristo Gesù come tuo personale Salvatore? Perché non realizzi ora il beneficio della certezza della gloria celeste? Perché attendere che qualche vicenda triste della vita faccia “affondare” la barca della tua vita? Oggi è il tempo propizio di Dio, questa è la tua opportunità: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3:20). Domenico Modugno
Pietro
Una certa tradizione orale afferma che l'apostolo Pietro non solo si sia recato a Roma, ma sia stato il vescovo, il responsabile, della chiesa locale. Sul fatto che Pietro sia stato a Roma possiamo solo parlarne dal punto di vista storico (non vi sono molte certezze, più che altro dubbi) e da quello della tradizione popolare (nel quale ciascuno può affermare quello che vuole) perché sul piano biblico non ci sono riferimenti che ci facciano pensare a un avvenimento del genere.
vescovo di Roma? DAL PUNTO DI VISTA BIBLICO In merito alla presenza e al ministero di Pietro a Roma non abbiamo alcuna notizia Scritturale. Tutto è “tradizione” o, per l’esattezza, come la definisce qualcuno, “leggenda bellamente architettata”. Nel capitolo 12 degli Atti, il verso 17 dice: “…Pietro, essendo uscito (dalla casa di Maria, madre di Giovanni soprannominato Marco) se ne andò in un altro luogo”. In questa frase alcuni ravvedono la partenza di Pietro per Roma. Come mai Luca, così preciso nelle sue descrizioni, non dice nulla, cioè non nomina il luogo dove Pietro se n’è andato? Se realmente Pietro si fosse recato a Roma, Luca lo avrebbe detto, come lo ha fatto per Paolo, data l’importanza dell’evento. I fatti storici devono necessariamente avere più valore delle tradizioni, solo gli avvenimenti storici hanno fondamento. In Atti al capitolo 15 nella descrizione del “Concilio di Gerusalemme” ritroviamo Pietro; avrebbe fatto un viaggio di andata e poi di ritorno da Roma con i mezzi di allora? Pietro ha forse detto qualcosa del suo operato a Roma,
come hanno fatto Paolo e Barnaba invece, riferendo le grandi cose che Dio aveva compiuto per mezzo loro nei loro viaggi? Anzi, sappiamo solo che, dopo il Concilio, Pietro è andato ad Antiochia, come possiamo dedurre dalla lettera dell’apostolo Paolo ai Galati 2:9-11. È interessante notare che l’apostolo Paolo, nella sua lettera ai Romani (58-59 d.C.), non ha una sola parola per Pietro. Paolo manda i suoi saluti a una lunga lista di fratelli e sorelle (capitolo 16), ma Pietro non è nominato. Quando lo stesso Paolo è in viaggio per Roma (61 d.C.) i cristiani di quella città gli vanno incontro “fino al Foro Appio e alle Tre Taverne” (Atti 28:15) e Pietro non è con loro. Nella lettera ai Galati, Paolo dice: “Colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo della circoncisione aveva operato in me per farmi apostolo dei Gentili” (2:8) e ancora “E quando conobbero la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni…dettero a me e a Barnaba la mano d’associazione perché noi andassimo ai gentili, ed essi ai circoncisi”. Questa potrebbe essere un ulteriore prova biblica dell’inesistenza del ministero di Pietro a Roma, capitale dei gentili e degli incirconcisi. Nella lettera ai Colossesi (62 d.C.) Paolo, nel dare i saluti ai fratelli, elenca diversi nomi di persone che sono prigioniere come lui a Roma, ma il nome di Pietro non figura nella lista. Nell'epistola a Filemone, scritta pressappoco nello stesso periodo, durante la prigionia a Roma, Paolo invia i saluti nominando i suoi compagni di carcere. Anche qui nessuna traccia di Pietro. Nella seconda lettera indirizzata a Timoteo, scritta qualche anno dopo (66-67 d.C.),
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sempre in prigione a Roma, Paolo afferma che solo Luca è con lui. Questa lettera è stata scritta alla vigilia del suo martirio e non c’è nessun accenno a Pietro. Tutto questo silenzio di Paolo sulla presenza di Pietro a Roma, nel corso di quegli anni in cui i due avrebbero dovuto o potuto incontrarsi un giorno, ci induce a pensare che Pietro non sia mai stato a Roma, e che tutto quello che si dice di lui attraverso la “tradizione” sia frutto di una leggenda dalla quale qualcuno trae vantaggio per legittimare proprie posizioni attuali. La prima lettera di Pietro si chiude con queste parole: “La Chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta…”. Dobbiamo intendere questa città così come suona, cioè l’antica capitale della Caldea, sull’Eufrate, oppure si tratta di Roma, come città di allora? Intanto dobbiamo dire che, sebbene la Scrittura non parli di Pietro a Roma, ne parla “Gli Atti di Pietro”, un'opera apocrifa, redatta in greco verso il 200-210. Se si identifica Babilonia com Roma Imperiale, dobbiamo allora ammettere che tutto quello che dice la Scrittura (Apocalisse 17-19) nei confronti della Babilonia mistica si deve applicare per logica alla Roma situata sui sette colli. Il firmatario della presentazione degli “Atti di Pietro” afferma si tratti di un’opera popolare che si concede alcune licenze storiche: Pietro rimane dodici anni a Gerusalemme e un anno a Roma, dove muore sotto Nerone in una cronologia fantasiosa. Quasi tutta la narrazione è tributaria dell’ondata romanzesca e dell’infatuazione per il mirabolante (Evangeli apocrifi, Ed. Massimo, Milano). Purtroppo per onestà biblico-storica non possiamo dire nulla di Pietro a Roma, se non ammettendo che questa tesi nasca da una tradizione popolare. A tal proposito vorrei citare il pensiero di Enrico Meynier, autore della Storia dei Papi: “Giammai si vide meglio la potenza delle umane invenzioni, quando esse corrispondono a determinate necessità storiche. È di fatti la leggenda che ha generato la Roma papale, con il suo prestigio e la sua maestà. E dopo averla creata, ecco come l’ha abbellita: sul luogo dove Pietro sarebbe stato ospite di una famiglia cristiana fece sorgere una chiesa; è la leggenda che ha fatto scaturire da una roccia, per ordine dell’apostolo, l’acqua necessaria al battesimo dei carcerieri da lui convertiti durante la sua prigionia nel 6
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Mamertino; è la leggenda che ha fatto costruire sulla via Appia la chiesa: “Domine, quo vadis?”; è la leggenda che ha indicato il luogo preciso dove l’apostolo s’é separato da Paolo per andare al martirio; è la leggenda che ha segnato il luogo del suo sepolcro e permesso a Michelangelo di innalzarvi la più grande cupola del mondo”. SUL PIANO STORICO Un buon numero di interpreti antichi e moderni hanno veduto nella Babilonia di 1 Pietro 5:13 il nome allegorico di Roma. In realtà Babilonia era un importante centro del giudaismo; fra i Giudei presenti in Gerusalemme alla Pentecoste sono menzionati i Parti, i Medi, gli Elamiti, gli abitanti della Mesopotamia. I convertiti fra questi, tornati nei loro paesi, sono stati certamente i primi banditori dell’Evangelo in quelle regioni orientali. E Pietro, le visitava per consolidarle, ha dovuto preoccuparsi anche di quelle sorte in seno ai forti nuclei di Giudei in Babilonia e delle regioni vicine. Di là, non potendosi recare personalmente in Asia Minore, egli ha scritto alle chiese lì disperse, una lettera che Silvano avrebbe portato loro. Ora l’itinerario che Silvano intendeva seguire è indicato probabilmente dall’ordine in cui sono nominate le province e le regioni nel capitolo 1 e si è osservato che quest’ordine segue la direzione generale Est-Ovest; non quella che sarebbe da aspettarsi qualora la lettera fosse partita da Roma. Se è vero da una lato che in Babilonia si vede in senso allegorico Roma (Apocalisse), dobbiamo pur dire che la data della Rivelazione non coincide con quella di 1 Pietro (si parla addirittura di trenta anni dopo); inoltre non risulta da nessuna fonte storica che negli ambienti Giudeo-Cristiani Roma fosse chiamata così, almeno fino al 70 d. C. Quella di Pietro a Roma è una semplice tradizione popolare… se pensiamo che la stessa tradizione lo vuole anche in Puglia! "Ma pure “ammettendo” che Pietro sia morto a Roma, non possiamo pensare a Babilonia se non come quella comunità sulle rive dell’Eufrate che aveva costantemente rapporti con la Chiesa di Gerusalemme" (Enrico Bosio). Il martirio di Pietro è accennato in Giovanni 21: 18-19. Anche Merrill F. Unger sostiene che la visita di Pietro a Roma manca di prove storiche, e che Babilonia fa riferimento ai giudei converti-
ti sull’Eufrate, centro da cui era iniziata la dispersione. In essa, sia secondo Filone che secondo Giuseppe Flavio, nell’era apostolica, era localizzata una grande comunità di Giudei. SUL PIANO TRADIZIONALE Sono numerose le tradizioni che descrivono Pietro a Roma: Dionisio nel 165-174 d.C., Ireneo dopo la metà del secondo secolo; Clemente di Alessandria, Tertulliano, che addirittura dice che Pietro battezzava nel Tevere; Girolamo e Eusebio di Cesarea che dichiarano la venuta di Pietro a Roma per risolvere un problema con Simon Mago, che si dichiarava Figlio di Dio. Solo la Scrittura è in grado di dirci le cose come sono realmente andate; quanto a noi, riteniamo opportuno predicare solo ciò che troviamo scritto nella Bibbia, la Parola di Dio! Gennaro Chiocca
ABC della Salvezza A AMMETTI DI ESSERE PECCATORE!
Solo Gesù è morto sulla croce per il perdono dei tuoi peccati. "Non c’è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10). "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23). Chiedi a Dio il Suo perdono, ti ascolterà e ti perdonerà!
B BISOGNA NASCERE DI NUOVO!
"Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Giovanni 3:3). "Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). "A tutti quelli che lo hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio" (Giovanni 1:12). "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6). Dio ti dice che, anche se hai peccato, questo non Gli impedisce di continuare ad amarti. Sì, Dio ti ama così come sei, ma vuole fare per te qualcosa di speciale, vuole darti una vita nuova
C CREDI NEL SIGNORE GESÙ, CONFESSALO COME TUO PERSONALE SALVATORE!
Se hai accettato Gesù come tuo Salvatore potrai potrai rivolgerti a Lui in ogni momento, per ogni cosa, ringraziandoLo con tutto il cuore, perché "in nessun altro è la salvezza" (Atti 4:12). "Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti sarai salvato" (Romani 10:9). "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia" (Atti 16:31). R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
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Bisogno di Dio Tema affascinante che interessa tutti, perché le domande che vi sono implicate coinvolgono ogni persona. Ovviamente le risposte sono varie e complesse e mai si potrà essere esaustivi. Senza andare troppo indietro nel tempo, durante il Settecento, il secolo dei lumi, si diffuse la convinzione che la storia dell'uomo fosse tesa verso una continua evoluzione. Già il pessimismo cosmico leopardiano, almeno in Italia, bocciò le convinzioni illuministiche, affermando che l’infelicità degli uomini ha cause naturali e non sociali, cause sostanzialmente non modificabili. Le tragedie della prima metà del Novecento hanno dato poi ancora maggiore consapevolezza alle nuove generazioni d’essere creature imperfette e finite. I modelli di perfezione sbandierati dai mass-media si scontrano sempre più con la sofferenza del singolo che, condizionato, si affanna a conquistarli, anche a costo di trascurare i valori umani. È una scalata inarrestabile perché alla meta non si arriva mai, poiché il fine non è da ricercare nella materia ma altrove. Sorge il bisogno di Dio! Si delinea subito
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l'idea che non si tratta di un bisogno culturale, infatti, prescinde dalle singole culture, poiché in tutto il pianeta l’uomo guarda in alto. In modi diversi, al di là di qualsiasi condizionamento sociale e religioso, in momenti di particolare difficoltà, l'uomo guarda in alto. Egli è stimolato a ricercare quella spiegazione superiore che, con tutta probabilità, è l'unica che abbia senso ricercare. Proprio la meraviglia, proprio l'inadeguatezza rispetto alla grandezza e alla varietà delle esperienze umane sono alla base del nostro bisogno. L'uomo, immerso nell'universo, non ne scorge la fine né il fine, e allora ... sono legittimi e immediati i noti interrogativi: "Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?", rispetto ai quali il pensiero filosofico e il progresso scientifico, naturali depositari di queste domande, non hanno dato risposte soddisfacenti. Vale la pena, allora, di prendere in considerazione il terzo aspetto della questione: dopo la teoria culturale legata al condizionamento sociale, dopo la teoria naturale legata al pensiero materialista, per cercare di comprendere il bisogno d'infinito è necessario ammettere che si tratta di un bisogno spirituale. Nel senso che la domanda è generata non dalla
capacità speculativa o dal nostro sapere, ma da qualche zona profonda del proprio essere. Neanche la moderna psicanalisi, con le sue ipotesi inquietanti, riesce ad andare aldilà delle mere teorizzazioni.
raccoglierle, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via, un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare; un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. (Ecclesiaste 3:1-8). Questo strano cullarsi tra finito e infinito non approda a nulla, dà la percezione dell'infinito ma non la conoscenza. L'uomo avverte il "bisogno di Dio", intuisce la "tensione", che lo spinge verso questa dimensione. Desidera conoscere, si sforza di conoscere ... mattone su mattone costruisce le sue torri di Babele, ma queste non guadagnano mai il "cielo". Ecco, si avvicina al confine del visibile, ma poi vede il baratro dimensionale e ha paura di volare, eppure il cielo è là, azzurro più che mai, ma non riesce a raggiungerlo. Ha paura di perdersi e si ferma. L'uomo ha fame, è cosciente di non poter vivere di solo pane, anzi è stanco di spendere "il suo denaro", "le sue risorse" per ciò che non lo nutre realmente (Isaia 55:2). Vive nel finito, nello spazio, nel tempo. Sa che termina, che si consuma, che muore, vive inquieto, in dissidio, ma non ne sa uscire. La distanza fra "ciò che si vede" e "ciò che non si vede" aumenta ad ogni tentativo di valico. Un teologo assurdamente disse: "Sembra che Dio si nasconda tra le nuvole". Vano è ogni impegno, inutile ogni sforzo, si trasferisce nell'uomo l'idea che la sua esistenza sia segnata da un terribile destino di segregazione, che il suo vissuto debba essere caratterizzato da quest'orrida solitudine, da quest'implacabile inquietudine. Eduardo De Filippo, alla fine della sua vita, scrisse: "Vorrei un po' di pace, quella pace vera, quella pace senza il sapore della morte". Veramente un dramma, una tragedia d'immane dimensioni. Blaise Pascal (1632-1662) disse: "L'abisso infinito che c'è nel cuore dell'uomo non può essere riempito che da qualcuno infinito e immutabile, Dio stesso!".
IL BISOGNO DI DIO Con l'accettazione dell'ipotesi spirituale, se così si vuole definirla per meglio essere compresi, il bisogno d'infinito si trasforma fatalmente in bisogno di Dio. In quest'ultimo periodo si è notato un crescente interesse del "bisogno di Dio". Si è osservato un certo orientamento verso il sacro o, per meglio dire, un ritorno al sacro. L'aumento di domanda è evidenziato anche dalla forte diffusione delle religioni orientali, dal boom della chiromanzia, dell'astrologia, dell'occultismo e dello spiritismo. Tutto questo è bisogno di Dio! L'uomo desidera Dio, particolarmente le nuove generazioni sono alla ricerca di quell'immenso che per troppi decenni è stato frainteso, manipolato e, di conseguenza, deriso e poi negato. Oggi si capisce meglio che è impensabile "uccidere Dio nell'uomo" e chi L'ha voluto uccidere ha ucciso l'uomo stesso: basti pensare a quei popoli vissuti per generazioni senza Dio, in un ristrettissimo materialismo che li ha spinti verso la povertà spirituale, morale ed economica. L'uomo post-moderno sta cogitando: ripiegato su se stesso cerca Dio, si apre a quest'avventura. L'incontro con Dio lascia sbigottiti ma riempie di dolcezza: proprio quando l'occhio fisico non vede, ecco che lo spirito avverte suoni che arrivano da lontano. Fremiti, vibrazioni che stimolano in noi questo bisogno. Il ritmo perenne del vivere e del morire, dello scorrere e del mutare, ci lancia verso l'infinito ma subito ci riporta nel finito, come su un'altalena ben descritta nel libro biblico dell’Ecclesiaste: “Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per COME CONOSCERE QUESTO "DIO CHE RIEMpiangere e un tempo per ridere, un tempo PIE, CHE ARRICCHISCE?" per far cordoglio e un tempo per ballare, un La Bibbia suggerisce: "Dio ha tanto amato il tempo per gettar via pietre e un tempo per mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo,
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Gesù Cristo, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). Secondo la Parola di Dio, mentre l'uomo viveva la sua catastrofe, mentre l'uomo si consumava nel suo "destino di morte", Dio provvedeva per lui. L'uomo non sapeva arrivare a Dio, allora Dio arrivò all'uomo nella persona di Gesù Cristo. L'astronauta USA Irwin disse: "La cosa più grande nella storia dell'umanità non è che l'uomo ha camminato sulla luna, ma che Dio ha camminato sulla Terra nella persona di Gesù Cristo". Ecco che allora si prospetta un nuovo bisogno: "Il bisogno di Cristo", un ponte che by-passa quella voragine dimensionale che ci divide da Dio, una porta aperta sull'infinito, una via per arrivare all'immenso. Sempre nella Bibbia è scritto: "Chi riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli rimane in Dio" (1 Giovanni 4 :15). Questo indica che attraverso Cristo posso "rimanere in Dio" e "Dio rimane in me". COME S'INCONTRA CRISTO, COME LO SI REALIZZA, DOVE LO SI CONOSCE ? Prima si è detto di una "zona profonda" del nostro essere. La Bibbia definisce questa zona interiore come il "cuore dell'uomo", afferma che in questo luogo specifico e determinato Cristo si rivela, infatti è anche scritto: "Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore" (Geremia 29:13). Oggi si possono documentare innumerevoli casi di persone che tranquillamente testimoniano di aver trovato Cristo, dopo averlo cercato con tutto il proprio cuore. L'uomo può trasformare il suo cuore in un laboratorio di ricerca e iniziare un'indagine diversa, con un oggetto veramente nuovo: "Ciò che non si vede e non si tocca", quindi una ricerca estesa non al campo del visibile ma alla realtà dell'invisibile ... Chi si apre a quest'esperienza di ricerca spirituale, chi ripiegato su se stesso cercherà Cristo, Lo troverà e Lo conoscerà non come un Dio lontano e disinteressato, ma come un Dio vicino e amico, un Dio gentile che aspetta d'essere invitato, per entrare e riempire ogni vuoto. Sì, chi Lo cerca trova Cristo che dice: "Vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti" (Giovanni 14:27). Quella pace vera, non legata a ciò che passa, ma che affonda le sue radici nelle cose eterne, nelle cose immutabili che solo Gesù può offrire. Daniele Di Iorio 10 R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
L’amore è paziente [1 CORINZI 13:4]
A nessuno piace aspettare, nessuno ama fare la fila! A nessuno fa piacere quando c'è qualcuno che sta sconsideratamente bloccando tutta la corsia stradale con il suo modo di guidare lento e incerto! A nessuno fa piacere il comportamento delle persone che ti tagliano la strada infilandosi davanti a te nelle estenuanti ore di guida nel traffico, per guadagnare una sola posizione. Non piace nemmeno a me, ed ecco perché accelero perché questo non accada. Devo ammetterlo, spesso sono impaziente. Ma l’amore, quello di Dio, non lo è. La Parola di Dio invita a riconsiderare la nostra attitudine “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù” (Filip.2:3-5). Dio ci invita a stimare gli altri più di noi stessi, ad amare il nostro prossimo come noi stessi. “L’amore è paziente” e, se fossi paziente, sarei certamente più felice. Se sono paziente, allora non provo angoscia quando sono in coda, ma utilizzo il tempo che Dio mette a mia disposizione per pregare, mentre sto aspettando. Posso pregare per chi sta lavorando, per la cassiera, per le altre persone in coda, per le loro famiglie, perché Dio mi dia una opportunità di testimoniare dell’Evangelo a qualcuno di loro. Se sono in paziente attesa non mi turberò se qualcuno mi passa davanti, anche ingiustamente, perché così, intanto, potrò pregare per lui. Se non sono in ansia, ma sono paziente, posso rivolgermi alla persona che sta osta-
CHE COSA CREDIAMO Crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come l’ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e condotta (2 Tim.3:15,17; 2 Pie.1:21; Rom.1:16; 1 Tess.2:13).
colando il mio passaggio al supermercato con il suo carrello messo di traverso alla corsia, dicendo: “Mi scusi, credo di avere bisogno del suo aiuto, mi aiuta a passare? Grazie, Dio la benedica!”, piuttosto che accostarmi con il cuore fumante e ribollente per l’arroganza di certe persone. Devo tenere bene a mente che, come per me, il sole sorge e tramonta anche per questa persona, solo che io ho la grazia di Dio di poterLo ringraziare per ogni momento, anche per quello di attesa. Tutte le istruzioni di Dio per noi, le cose da fare, quelle da non fare, sono per il nostro bene, lo afferma la Bibbia “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Rom.8:28). Se faremo proprio quello che Dio ci consiglia, vivremo in pace, con più gioia e, perfino, con minore stress. Mettere in pratica la volontà di Dio nella propria vita dovrebbe essere il desiderio continuo del popolo di Dio e di ogni credente. Scegliamo, dunque, di prendere l’impegno a ricercare di essere più pazienti gli uni con gli altri, a motivo della buona opera che il Signore ha iniziato in ciascuno di noi, “soltanto, dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via” (Filip.3:16), la via dell’amore di Dio, che è paziente verso di noi!
Crediamo nell’unico vero Dio, Eterno, Onnipotente, Creatore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono tre distinte Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo (Efe.4:6; Matt.28:19; Luca 3:21, 1 Giov.5:7). Crediamo che il Signore Gesù Cristo fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Giov.1:1,2,14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).
Crediamo al battesimo nello Spirito Santo come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza dell’annuncio di “Tutto l’Evangelo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:1416; 15:79; 19:26; Mar.16:20; Giov.16:13; Matt.28:19-20).
Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolaCrediamo nella Sua vita senza peccato, zione della comunità cristiana e, connei Suoi miracoli, nella Sua morte vica- seguentemente, della società umaria, come “prezzo di riscatto per tutti” na (1 Cor.12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; gli uomini, nella Sua resurrezione, nel- Rom.12:1). la Sua ascensione alla destra del Padre, Crediamo ai ministeri del Signore gloriquale unico mediatore, nel Suo perso- ficato quali strumenti autorevoli di guinale e imminente ritorno per i reden- da, d’insegnamento, di edificazione e ti e poi sulla terra in potenza e gloria di servizio nella comunità cristiana, riper stabilire il Suo regno (1 Pie.2:22; 2 fuggendo da qualsiasi forma gerarchiCor.5:21; Atti 2:22; 1 Pie.3:18; Rom.1:4; ca (Efe.1:22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18). 2:24; 1 Cor.15:4; Atti 1:911, Giov.14:13; 1 Cor.15:25; 1 Tim.2:5). Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di GeCrediamo all’esistenza degli angeli rusalemme, riportate in Atti 15:28-29; creati puri e che una parte di que16:4. sti, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diretta azione Crediamo alla resurrezione dei morti, di Satana, angelo ribelle, saranno con alla condanna dei reprobi e alla glorifilui eternamente puniti (Matt.25:41; cazione dei redenti, i quali hanno perEfe.6:11-12). severato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13). Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, Celebriamo il battesimo in acqua per siano indispensabili per la purificazio- immersione nel nome del Padre, del ne dal peccato di chiunque Lo accet- Figlio e dello Spirito Santo per coloro ta come personale Salvatore e Signore che fanno professione della propria fe(Rom.3:22-25; Atti 2:38; 1 Pie.1:18,19; de nel Signore Gesù Cristo come perEfe.2:8). sonale Salvatore (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12). Crediamo che la rigenerazione (nuova nascita) per opera dello Spirito Santo è Celebriamo la cena del Signore o Sanassolutamente essenziale per la salvez- ta Cena, sotto le due specie del pane e za (Giov.3:3; 1 Pie.1:23; Tito 3:5). del vino, ricordando così la morte del Signore e annunziando il Suo ritorno, Crediamo alla guarigione divina, seamministrata a chiunque sia stato batcondo le Sacre Scritture mediantezzato secondo le regole dell’Evangete la preghiera, l’unzione dell’olio e lo e viva una vita degna e santa davanti l’imposizione delle mani (Isa.53:45; a Dio e alla società (1 Cor.11:23-29; LuMatt.8:1617; 1 Pie.2:24; Mar.16:17-18; ca 22:19-20). Giac.5:14-16). R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
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Adulare io “Lasciate che io parli senza riguardi personali, senza adulare nessuno; poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo” (Giobbe 32:21-22). Colui che parla qui è Eliu che si è presentato come giovane di età (Giobbe 32:6). Nella vicenda che riguarda Giobbe e i suoi amici Eliu ha parte rilevante. Con un’autorità che può provenire solo da Dio, Eliu sarà lo strumento efficace che farà comprendere a Giobbe la necessità di sottomettersi, senza condizioni, a tutta la volontà del Signore. Eliu è un giovane che attende il parlare degli anziani, crede che l’esperienza acquisita nel tempo possa dare saggi consigli. “Parleranno i giorni, il gran numero degli anni insegnerà la saggezza” (Giobbe 32:7). Comprenderà, però, che sopra ogni cosa “quel che rende intelligente l'uomo è lo spirito, è il soffio dell'Onnipotente” (Giobbe 32:8). Nei versi presi in considerazione, come testo della meditazione, mi soffermerò maggiormente sull’espressione “adulare io non so”. ADULARE Eliu non sapeva adulare. Il messaggio che arriva con più efficacia è la disapprovazione e perfino l’odio che Dio nutre nei confronti dell’adulazione: “Se lo facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo”. Nell’adulare Eliu si schiererebbe come nemico di Dio. L’adulazione è da prendere in seria considerazione come peccato agli occhi di Dio. Non è qualcosa di così leggero come tanti vogliono far credere. Oggi, forse ancora più che nel passato, l’adulazione ha una parte rilevante nella società. Si adulano i potenti, o presunti tali, per entrare nelle loro simpatie, farseli amici, per poi ottenere un favore o semplicemente un posto in vista e altro ancora. Mi chiedo se anche la Chiesa non subisca l’influenza di questo male! Riflettendo sulle parole di Eliu, verrebbe da rispondere affermativamente. Anche un credente può cadere nel laccio dell’adulazione. Adulare è lodare esageratamente e ipocritamente. 12 R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
non so INCENSARE Un sinonimo di adulare è incensare. Incensare è far salire lievemente i fumi d’incenso in segno di adorazione, o con valore purificatorio, e questo avviene in alcuni rituali religiosi. Nella spiegazione del verbo adulare c’è una chiave che ci fa comprendere perché Dio detesta l’adulazione, ed è l’adorazione. Come credenti, noi sappiamo bene che l’adorazione deve essere rivolta solo a Dio. “Tu non adorerai altro dio, perché il Signore, che si chiama il Geloso, è un Dio geloso” (Esodo 34:14). Non facciamo di qualche potente, qualsiasi sia la sua natura, un dio. Nei centri di così detto potere è frequente la presenza di adulatori, da sempre. MENZOGNA Nell’adulazione, per forza di cosa, è inclusa la menzogna. Alla luce della Parola di Dio possiamo affermare che l’adulatore è un menzognero. “Ciascuno mente parlando con il prossimo; parla con labbro adulatore e con cuore doppio” (Salmo 12:2). Il re Davide, autore del Salmo 12, ispirato dallo Spirito Santo, definisce l’adulatore persona con cuore doppio. L’espressione cuore doppio intende persona che agisce avendo in sé sentimenti contrastanti. Il cuore doppio non è chiaro, non è ben illuminato. Accostando il tutto all’adulatore, risulta che chi ha tale atteggiamento non ha in sé quella purificazione trasparente che Dio vuole donare ad ogni uomo, attraverso il sangue di Gesù Cristo. “Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo” (Giacomo 4:8)!
fetto dalla Sua Chiesa per il bene della Chiesa stessa. Dio ha in avversione ogni forma di adulazione. L’adulazione non fa che produrre rovina. “La lingua bugiarda odia quelli che ha ferito, e la bocca adulatrice produce rovina” (Proverbi 26:28). LA VERA ADORAZIONE Ripetiamo le parole di Eliu: “Adulare io non so!” In Eliu non solo non c’è intenzione di adulare, in lui manca la capacità. Studiando attentamente le parole di questo giovane a Giobbe, sospinte dal soffio dell'Onnipotente, si evince della sua fedeltà e della sua adorazione a Dio. Eliu è vero adoratore di Dio. Innalza Dio sopra tutti e tutto. Adora Dio perché Lo ama. Non riesce ad adulare nemmeno Dio, poiché Lo adora per quello che Egli è: l’Onnipotente. I veri adoratori adorano Dio senza aspettarsi favori particolari, poiché sanno che il loro Signore ha già dato in dono il massimo: la vita eterna. “Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
IL RISULTATO FINALE A questo punto non si può fare a meno di ricordare le parole di Giobbe nell’ultimo capitolo del libro che porta il suo nome. “Allora Giobbe rispose al Signore e disse: «Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco. Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami! Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto. Perciò mi LA FINE DELL’ADULATORE La fine dell’adulatore è tremenda. Essendo di- ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere»” (Giobbe 42:1-6). venuto nemico di Dio non può che essere altriEliu fu strumento nelle mani Dio. menti. Dal salmo 12 leggiamo: “Il Signore recida Giobbe si rialzò dalla tremenda prova vissuta. tutte le labbra adulatrici, la lingua che parla con Noi, cari nel Signore, dobbiamo aver presente arroganza, di quelli che dicono: Con le nostre lingue prevarremo; le nostre labbra sono per noi; chi che l’adulazione produce solo rovina. Dio ci aiuti e ci benedica! potrebbe dominarci?” (v.3-4) Felice Leveque Recidere è tagliare nettamente, con azione istantanea. Dio può recidere un ramo inR isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
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IL PRUNO E LA CROCE In Esodo 3 si narra di Mosè al servizio di suo suocero. Egli pascola le sue pecore nel deserto, durante 40 lunghi anni. Anche noi eravamo nel deserto della vita, spesso soli, annoiati, senza scopo, anche se non eravamo pastori, anzi eravamo smarriti, erranti come pecore. Mosè, che giunge a Oreb, al monte di Dio, per ricevere la chiamata divina, è figura di ciascuno di noi che riceve la chiamata divina quando con l’occhio della fede, scorge il Calvario, il monte dove Gesù morì per noi. UN LEGNO IN FIAMME In Esodo 3 Mosè incontra un pruno in fiamme che non si consuma, e l’Angelo del Signore, il Figlio di Dio prima dell’incarnazione, Gesù stesso, che appare in una fiamma di fuoco. Come parallelo cerchiamo di guardare al Nuovo Testamento, possiamo vedere nel Vangelo Gesù che muore sulla croce e comprendere che, in quei momenti, ben altri tipi di “fiamme” hanno cercato di avvolgerLo. C’erano le fiamme del nostro peccato che, senza il sacrificio di Gesù, ci avrebbero condotto all’inferno, luogo al quale eravamo diretti come uomini peccatori. Per non parlare delle fiamme dell’ira di Dio che gravava su di noi. Oh, quanto Gesù ha voluto liberarci dalle fiamme della perdizione! Se n’è fatto carico Lui per noi sulla croce affinché ne fossimo liberati! Quanto sono terribili quelle fiamme, se il ricco della narrazione del Vangelo esclama disperato: “Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma” (Luca 16:24). Il glorioso Angelo del Signore, puro e santo,
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si presenta in mezzo ad un piccolo arbusto, per attirare Mosè. Un cespuglio spinoso, non un enorme cedro del Libano. Neanche la croce del Calvario aveva nulla che attirasse i nostri sguardi. Gesù non aveva un’apparenza particolare. Ma noi ci lasciamo attirare da un’altra fiamma, che all’occhio attento si vede chiaramente, che riscalda l’animo sensibile, che viene dal legno della croce, dal calore del sacrificio di Cristo, quella dell’amore di Dio. “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” (1 Giovanni 4:10). Quante volte poi Mosè si troverà a faccia a faccia con l’Angelo del patto nel tabernacolo. Quante volte noi, dopo che abbiamo visto l’amore di Gesù, ci siamo lasciati scaldare il cuore dalla Sua presenza e dalla Sua Parola! Il pruno non si consuma, e neanche l’amore di Gesù si consuma mai “…perché l’amore è forte come la morte…” le sue fiamme, vampe, ardori, sono fiamme di fuoco, una fiamma ardente, potente, del Signore (cfr. Cantico dei Cantici 8:6). UNA GRANDE VISIONE Indubbiamente Mosè è curioso di scoprire che cosa nasconda quella che lui stesso definisce “una grande visione”. “Voglio andare da quella parte a vedere…” Anche noi vogliamo vedere bene per quale ragione Gesù è morto per noi. Davanti alla croce di Cristo alcuni guardavano da lontano, alcuni prendevano in giro, altri si facevano gli affari loro (spartivano le vesti), molti altri si battevano il petto in segno di contrizione, e c’era anche chi affermava che Gesù era giusto, il Figlio di Dio! E noi come osserviamo tutto questo?
Nel caso di Mosè, il Signore vede che si muove, si scosta. Il Signore Gesù innalzato dalla terra, sulla croce, mediante il Suo sacrificio d’amore, attira tutti a Sé. Egli è risorto e vive, quindi vede benissimo quando ti avvicini, dai un cenno di assenso e non rimani in mezzo al deserto della tua solitudine. Nicodemo era un uomo religioso, ma lasciò il suo deserto, i suoi dubbi, quando da solo andò a consultare Gesù di notte, e non rimase nel deserto, stavolta tra la folla, neanche quando si decise e andò a prendere il corpo di Gesù sulla croce, insieme con Giuseppe di Arimatea. E tu rimarrai impassibile, davanti alle braccia aperte di Gesù che ti ama tanto? Il Signore lo chiama: “Mosè, Mosè”. Il Signore chiama tutti gli uomini: se sei un figlio di credenti, Gesù ti chiama ora, come con il ragazzo nel tabernacolo: “Samuele, Samuele”. Se sei già un Suo discepolo, Gesù ti chiama a non cadere in tentazione: “Simone, Simone”. Se invece sei un oppositore e un bestemmiatore, Gesù ti dice: “Saulo, Saulo perché mi perseguiti?”
contro il tetano, l’epatite, ecc. Gesù per togliere la malattia più terribile, quella del peccato, si è immerso totalmente nella vergognosa morte della croce, prendendo il fango del nostro peccato su di Sé, in modo da renderci liberi. “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” ( 2 Corinzi 5:21). Nasce nell’uomo che si accosta il timore di Dio. Mosè si nasconde la faccia perché ha paura di guardare Dio. Davanti a Gesù sulla croce, ciascuno nascondeva la faccia non per paura, ma per il disappunto e l’orrore che provocava.
LA COSCIENZA DELLA LIBERAZIONE “Sono sceso per liberarlo” (Esodo 3:8). La liberazione nell’Antico Testamento consisté innanzi tutto nel passaggio del Mar Rosso. Ma considera che Gesù vede ora la tua afflizione e vuole liberarti proprio ora. Dio promette a Mosè un luogo, un paese buono e spazioso. Allo stesso modo, Gesù vuole darti la certezza di essere con Lui nella gloria, nel luogo che Egli UN’OPERA DI LIBERAZIONE sta preparando per te. Quest’opera inizia con la purificazione: “TogliIl centurione davanti alla croce lo riconobbe e ti i calzari”. disse: “Veramente costui era Figlio di Dio”. E tu Anche tu, davanti al sacrificio di Cristo, puoi non lo riconoscerai? scoprire che sei peccatore e che Gesù ha pagato Non abbiamo più un pruno ardente che possa per te. Il prezzo del nostro peccato è stato paga- attirarci, ma Gesù ci attira con la fiamma del to dal nostro Redentore, dal Salvatore che strap- Suo amore, mostrato nel sacrificio più alto. “Dio pa dal vizio e dal male. mostra la grandezza del proprio amore per noi in C’è da ammirare quegli operatori che, per cer- questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, care di salvare delle vite umane, hanno operato Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). presso la nave naufragata di recente. Si sono immersi in acque pericolose, si sono esposti a Simone Caporaletti malattie, hanno dovuto fare opportuni vaccini
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il ristabilimento Zaccaria è il profeta che vive intorno al 519 a.C. e viene chiamato al ministerio per assistere gli esuli che erano ritornati dall’esilio babilonese dopo ben 70 anni deportazione. In una fase di questo ristabilimento Zaccaria viene chiamato dal Signore e riceve la visione del sommo sacerdote Giosuè, uno dei protagonisti di questo ritorno, in una condizione spiritualmente penosa, è: “davanti all'angelo del Signore, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo” (Zaccaria 3:1). Cari nella grazia, non giudichiamoci gli uni gli altri, come la Scrittura ci esorta a fare: «Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi (Matteo 7:1). “Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri” (Galati 5:15). Il tuo vecchio uomo ti accusa e non fa altro che ricordarti quanto hai fallito nelle vie di Dio e le sue parole sono così affilate e più convincenti dell’arringa di un loquace accusatore, ma non dimentichiamo: “Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è potente da farlo stare in piedi” (Romani 14:4). Ma se siamo tra quelli a cui le accuse sono rivolte ricordiamoci che “se qualcuno ha peccato, noi
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abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto” (1 Giovanni 1:9). Zaccaria vede Giosuè davanti al Signore e alla sua destra Satana che lo accusa. Tu hai un vecchio uomo che continuamente cerca di ostacolarti, un avversario che vuole rubarti, distruggerti ed ammazzarti, un mondo che vuole travolgerti. Ma lo Spirito Santo, nel tuo cuore, ti sostiene e santifica, la Chiesa ti ama e ti vuole con sé, Gesù intercede per te ed il Padre ha le Sue braccia aperte per te. LA DIFESA v.2 Meravigliosa è la Parola di Dio che ha sempre molteplici effetti e messaggi in una sola delle sue frasi. In questo caso Non solo un esplicita difesa in favore di Giosuè, ma qui ci accorgiamo che è il Figlio di Dio stesso a prendere la parola, colui che verrà chiamato nostro avvocato nelle lettere di Giovanni. Colui che sa cosa significhi essere come Giosuè Sommo sacerdote, avendo portato i pesi e le responsabilità del Sommo Sacerdote dei futuri beni. La forza della difesa è strettamente legata all’angelo dell’Eterno si rivolge a Satana affermando che colui che è accusato è compreso nel perdono di Dio, è come un tizzone che meritava di essere totalmente bruciato insieme al resto, ma che è stato scampato dal fuoco. Siamo tutti tizzoni scampati dal fuoco! LA CONDIZIONE v.3 La condizione spirituale di questo servo di Dio è compromessa per l’accusa violenta di Satana. Se avessimo i vestiti sporchi, non usciremmo di casa in quello stato! Così è il peccato nella nostra vita: ci impedisce di uscire alla presenza del Signore. Se fossimo degli ipocriti religiosi, non avremmo alcun problema a prelevare dal guardaroba l’abito del religioso domenicale, ma siccome ci rendiamo conto che il nostro vestito interiore è unico, l’anima nostra è l’unico vestito che abbiamo e dobbiamo tenerlo così come Gesù ce lo ha donato, allora è necessario lavarlo. “Purificami con issopo, e sarò puro;lavami, e sarò più bianco della neve” (Salmo 51:7). Se pensi che non venire al culto o non assumere responsabilità perché ti senti mancante, possa risolvere il problema, sappi che sbagli perché stai agendo come Adamo, che per coprire la sua nudità, si cucì delle foglie di fico e si nascose. Indipendentemente da quanto la tua anima sia sudicia, sei in piedi davanti a Dio, non per essere giudicato, ma per essere perdonato e ricevere una nuova veste, bianca di un candore sfolgorante. LA SOLUZIONE v.4 In quell’occasione il Figlio di Dio ordinò che a Giosuè venissero tolti i vestiti. Il peccato non puoi toglierlo da solo e non puoi coprirlo con un bel sorriso impostato, c’è
bisogno che qualcun’altro te lo tolga, ti dia vesti pulite e prenda le tue. “Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri” (Romani 13:14). “Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l'anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come uno sposo che si adorna di un diadema,come una sposa che si adorna dei suoi gioielli” (Isaia 61:10). Gesù ti sta dicendo di credere nel Suo perdono: “Credi in Gesù e sarai salvato”. LA CHIAMATA v.5 Alcuni pensano che possono essere chiamati a salvezza senza chiamata al servizio! Quando Gesù chiamò i discepoli, che cosa promise loro? “Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini”. È un invito duplice a lasciarsi salvare e trasformare in figli che servano il loro Signore e Dio. Quando Gesù chiamò a salvezza l’apostolo Paolo si rivolse ad Anania “Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo»” (Atti 9:13-17). Straordinario l’intervento in Zaccaria che accede nella visione e chiede che venga donato un turban-
te pulito sul capo di Giosuè. Sappi che nella tua comunità c’è il pastore, ci sono gli anziani che pregano per te e per il tuo ristabilimento. Il turbante nuovo messo sul capo di Giosuè non era un indumento qualsiasi per ripararlo dal sole o dal freddo: “Gli porrai in capo il turbante e metterai sul turbante il santo diadema” (Esodo 29:6). Quel diadema particolare era riservato solo al sommo sacerdote, era indice di un governo spirituale autorevole. Il figlio di Dio stava restituendo a Giosuè dignità al servizio, lo stava riabilitando, gli stava dando un’altra opportunità! Giosuè non avrebbe mai potuto dire: “Signore, ti ringrazio, ma non importa, a me basta la salvezza, il servizio fallo fare a qualcun altro. Io, lo sai, non sono all’altezza!” Vivere la gioia della salvezza in modo completo ed appagante, è possibile solo tramite il servizio! LE PROMESSE v.6-10 Il perdono rimane una grazia immeritata, ma l’Angelo del Signore pose delle condizioni: “Se tu cammini nelle mie vie e osservi quello che ti ho comandato, anche tu governerai la mia casa, custodirai i miei cortili, e io ti darò libero accersso fra quelli che stanno qui davanti a me”. Viene posta enfasi su un Germoglio che a suo tempo sarebbe stato manifestato, grazie al quale l’iniquità sarebbe stata espiata e la gioia di questa purificazione avrebbe prodotto in Giosuè e in quanti serviranno il Signore dopo di lui ad un servizio spirituale senza precedenti e vissuto nella gioia totale: “Voi vi inviterete gli uni gli altri sotto la vite e sotto il fico”. Allora, che cosa aspetti? Lasciati ristabilire! Paolo Perone
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PROMOSSI ALLA GLORIA
Salvatore Gemelli
1917 - 2011
Il fratello Salvatore Gemelli nacque a Messina il 10 marzo 1917. Per le orgini nobili trascorse l'infanzia in agiatezza, ma questo non lo presevò dalle difficoltà: la morte del padre e successivamente quella della sorella minore rimasero lasciarono un vuoto nel cuore del piccolo Salvatore, vuoto che andava crescendo sempre di più. Verso i 13 anni scoprì la propria passione per la pasticceria, passione che lo porterà a ricevere il messaggio dell’Evangelo. Era infatti solito recarsi nella bottega di un pasticciere messinese, Ignazio Console, il quale lo istruiva con le sue conoscenze. Un giorno, mentre si recava in pasticceria, sentì una musica che proveniva da un piccolo locale gremito di persone: era una comunità evangelica pentecostale riunita per celebrare un culto al Signore. Incuriosito, si affacciò all’uscio e subito fu invitato a entrare e ad accomodarsi. Fu toccato dal modo di lodare il Signore, fatto in semplicità e spontaneità. La Parola, predicata in quell’occasione dal fratello Crisafulli, toccò il suo cuore e lo fece arrendere a Gesù: un ragazzo di soli 14 anni da barone venne trasformato in un figlio del Re dei re. Pochi mesi dopo fu battezzato in acqua secondo l’insegnamento delle Scritture, ma in segreto, insieme al fratello Antonino, perché la madre non lo avrebbe permesso. Dopo qualche tempo durate un culto in casa, il Signore manifestò la sua potenza donandogli il battesimo nello Spirito Santo. Nel 1935, dopo un periodo di evangelizzazione personale nella sua famiglia e tra i suoi conoscenti, decise di offrire completamente la sua vita al servizio del Signore nel ministerio cristiano, rinunciando così a tutti i benefici che la sua vita nobiliare gli avrebbe portato. Tutto questo nonostante che nel 1934 fosse stata approvata la nota circolare Buffarini-Guidi, che vietava il culto pentecostale in Italia. Da quel momento si aprì un capitolo di vita ministeriale del fratello Salvatore Gemelli, di circa 9 anni, in cui incontrò una dura persecuzione ovunque andasse per predicare la buona notizia dell’Evangelo, rischiando costantemente la prigionia e le percosse. Iniziò così a predicare il Vangelo clandestinamente in case, magazzini e altri rifugi di fortuna in cui si riusciva a celebrare il culto al Signore, che non mancò di benedire quei cuori che si arrendevano alla Sua Parola, salvando, guarendo e battezzando con lo Spirito Santo. Lo zelo per l’opera del Signore lo spingeva a percorrere centinaia di chilometri alla settimana in bicicletta per predicare l’Evangelo della Grazia in tutti i paesi che 18 R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
riusciva a raggiungere. Nel 1936 sposò la sorella Maria Donia, fedele moglie e aiutante nel campo del Signore. Poco dopo il matrimonio, il Signore li chiamò in maniera personale a portare il loro servizio nella città di Roma. Qui stettero fino alla fine del 1946, quando il fratello Antonino Di Biase (allora pastore della comunità di Montreal-Canada) non lo invitò a portare il messaggio del Vangelo alla sua famiglia residente nel basso Lazio, nel piccolo paese di Sant’Apollinare. Nonostante questo significasse lasciare un impiego da pasticciere a Cinecittà (dove l’assidua produzione cinematografica a favore della propaganda del regime fascista rendeva questo impiego sicuro e discretamente retribuito), accolse con gioia l’invito a portare la testimonianza dell’Evangelo in quelle zone. La guerra aveva portato distruzione ovunque, ma il Signore anche in questa difficoltà poté aiutare il fratello Crisafulli a dimostrare anche con le proprie azioni ciò che Cristo aveva compiuto nella sua vita. Degne di nota sono le lunghe distanze percorse a piedi da Sant’Apollinare per raggiungere paesi come Coreno Ausonio, Badia di Esperia, San Giorgio a Liri, Sant’Andrea del Garigliano, in percorsi a volte resi ancor più impervi per i ponti diroccati e i fiumi da guadare. Questi anni di servizio passarono così, tra gioie e difficoltà, ma lo zelo per l’annuncio dell’Evangelo non venne mai meno nei cuori dei coniugi Gemelli: l’opera del Signore era vasta e c’era il costante bisogno di operai che si disponessero, tanto che i coniugi Gemelli furono chiamati anche in altre parti d’Italia e del mondo (Taranto nel 1953, Francia nel1968, Stati Uniti e Canada nel 1969). Nel 1990, mentre si stavano preparando per recarsi nel locale di culto, il Signore volle chiamare a Sé la sorella Maria Gemelli, in maniera del tutto inaspettata e silenziosa. Questo evento sferrò un duro colpo allo stato d’animo di Salvatore, ma anche in questo spiacevole evento il Signore seppe glorificare il Suo nome perché tutta la fratellanza delle chiese che erano sorte attraverso il ministerio del fratello Gemelli lo sostennero e aiutarono. In particolare nel 1996, una famiglia della comunità di Cassino, la famiglia Petrellese, accolse con gioia la possibilità di trasferirsi con tutti i propri averi in casa Gemelli, realizzando un appartamento sopra quello già esistente per prendersi cura in modo più completo dell’ormai anziano pastore. Il Signore così restò fedele alle Sue promesse perché donò nuo-
vamente al fratello Salvatore una famiglia con cui condividere tutte le esperienze e le meraviglie che il Signore fa. Nell’anno 2001 si venne a sapere che nel 1940 un giovane di San Giorgio a Liri, Enrico Nardone, partito per il Brasile, aveva trovato nell’Evangelo tutto ciò di cui aveva bisogno. Subito egli iniziò a pregare e a scrivere ai suoi parenti ed amici della fede in Cristo, e nonostante le lettere non fossero mai arrivate per problemi postali, le intercessioni al Padre Celeste non restarono inascoltate: il Signore si usò del fratello Gemelli per annunciare la Parola di Dio con franchezza, anche se contrastato dalla diocesi di Montecassino, per evangelizzare anche la famiglia del fratello Nardone. In quegli anni sorsero innumerevoli comunità dislocate nella zona, da Coreno Ausonio a Badia di Esperia, da San Giorgio a Liri a Sant’Apollinare, da Sant’Andrea a Cassino, dove ancora oggi, a distanza di anni, per grazia di Dio possiamo beneficiare dell’opera che il Signore ha compiuto attraverso di lui. Nel 2005 il fratello Salvatore fu colpito da un ictus che paralizzò interamente il lato sinistro del suo corpo, costringendolo a restare a letto per circa 7 anni fino a quando, il 2 dicembre 2011, il Signore lo ha chiamato a Sé nell’ospedale San Raffaele di Cassino. Nonostante la malattia, il suo ardore per l’opera di Dio non si affievolì, ed egli continuò a cantare le lodi al Signore nel letto dell’infermità, a dare il suo contributo nella predicazione dell’Evangelo nei culti che settimanalmente si svolgevano a casa sua, ad evangelizzare anche ai numerosi infermieri che provvedevano a visitarlo, ricevendo così la Parola del Signore. La fratellanza si è prodigata nella cura del fratello Salvatore, in particolare i fratelli Aldo Romanelli e Pasquale Leva aiutarono la famiglia Petrellese. Queste poche note sulla vita del nostro caro fratello Gemelli ci ricordano che il Signore è fedele nel benedire tutti coloro che ricevono Cristo nel cuore, e può servirsi in maniera gloriosa di chiunque con umiltà e sottomissione si china al Suo volere. Per noi tutti che lo abbiamo conosciuto è stato un padre affettuoso, un nonno premuroso, un amico silenzioso, un pastore interamente dedicato al Vangelo, un esemplare fratello in Cristo.
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Notizie dalle nostre Comunità BATTESIMI A CERIGNOLA (FG) Con gioia comunichiamo che il Signore continua l’opera Sua nella città di Cerignola (FG). Domenica 25 Settembre 2011 quattro credenti, tre sorelle e un fratello, hanno pubblicamente testimoniato della loro fede nel Signore e hanno promesso con gioia e serietà di seguirLo e servirLo tutti i giorni della loro vita. Per l’occasione la predicazione della Parola di Dio è stata ministrata dal fratello Pasquale Puopolo, pastore a Foggia Via Tito Serra, San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis (FG), che ha portato l’attenzioni dei convenuti sul testo di Atti 8:26-40 in cui il “Cammino dell’eunuco” mette in risalto il cammino dalla nascita dell’uomo, il cammino della
nuova nascita in Cristo Gesù, il cammino insieme a Cristo. La domenica successiva, il 2 Ottobre 2011, sempre nella stessa comunità, abbiamo celebrato la Cena del Signore. Per l’occasione la Parola del Signore ci è stata annunciata dal fratello Salvatore Santoro pastore a Trinitapoli e Margherita di Savoia (BT) attraverso il testo di Isaia 40:27-31, ricordando che Dio ci ha chiamati a confidare nella Sua Onnipotenza. La Cena del Signore è stata, come sempre, fonte di ricordo e di grande benedizione per noi e in maniera particolare per coloro che per la prima volta si sono accostati. Gianluca Lo Giudice
BATTESIMI A TRAPANI “ Così la Chiesa … avendo pace, essendo edificata e camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava “ (Att.9:31). Il 16 settembre cinque fratelli provenienti dall’Africa e alloggiati presso il Centro di accoglienza nei pressi di Trapani sono scesi nelle acque battesimali. In quell’occasione il Pastore delle Assemblee di Dio in Congo, Delly, anch’egli alloggiato presso il centro, è stato lo strumento nelle mani di Dio per il consiglio della Sua Parola. Il giorno 29 altri tre fratelli, sempre provenienti dall’Africa e alloggiati in un altro piccolo Centro di accoglienza presente sempre nei pressi di Trapani, hanno confessato pubblicamente la loro fede in Gesù che li ha salvati dai loro peccati scendendo nelle acque battesimali e il pastore Nelson, proveniente dalla Nigeria che ha curato i tre fratelli, ci
ha edificato con la predicazione della Parola. Questi due eventi sono stati seguiti da altrettante agapi fraterne in cui abbiamo realizzato insieme a questi cari fratelli la gioia del Signore. Domenica 6 novembre invece due fratelli (tra cui un ultraottantenne) e due sorelle, questa volta italiani, sono scesi nelle acque battesimali testimoniando che Gesù li ha salvati e manifestando il loro desiderio di servirLo per tutta la loro vita. Ringraziamo il Signore che per grazia ci sta concedendo di servirLo con l’arrivo di profughi che hanno tanti bisogni e ai quali possiamo annunciare il messaggio dell’Evangelo. Chiediamo alla fratellanza di sostenerci con le preghiere, affinché Egli continui a guidarci per la salvezza dei perduti e per l’edificazione dei credenti. Salvatore De Braco
BATTESIMI A ROMA OLGIATA - BRACCIANO Siamo lieti di comunicare che sabato 17 Settembre è stata una grande giornata di festa per la missione ADI di Bracciano (RM). È stato infatti svolto un culto di battesimi al lago di Bracciano. Ancora oggi la potenza di Dio continua a salvare, a liberare, a trasformare, ma soprattutto a riempire i cuori con la Sua pace. I cantici e le testimonianze hanno attirato la curiosità di molti passanti, meravigliati di questo particolare evento. Il pastore Alberto Mungai ha spiegato il significato del Battesimo secondo la Parola di Dio, mentre il fratello Silvano Roma,
responsabile di Radio Evangelo Roma, ha portato la meditazione della Parola di Dio. Numerose persone del luogo hanno avuto modo di ascoltare per la prima volta il messaggio mentre il sole tramontava, un fratello e una giovane sorella hanno testimoniato della loro nuova vita in Cristo Gesù con il battesimo per immersione, ministrato dal pastore della missione, Angelo Rossi. Il giorno seguente, domenica 18 Settembre, abbiamo celebrato un culto di Santa Cena; per l'occasione, il messaggio della parola di Dio è stato predicato dal fratello Caruso, pastore onorario della comunità di Roma-Fidene.
BATTESIMI A NAPOLI - CASSANO Condivido con voi la gioia di domenica 2 Ottobre della chiesa di Napoli zona Cassano, quando due care sorelle hanno scelto di dare testimonianza della loro esperienza di fede scendendo nelle acque battesimali. Tutta la chiesa , molti parenti delle neofite e tante persone della zona sono intervenuti per l’occasione e hanno potuto partecipare al servizio di culto in cui la meravigliosa presenza di Dio è stata abbondante sin dall’inizio. La Parola di Dio ci ha raggiunto mediante la strumentalità del fratello Fran-
cesco Guarino, pastore a Brusciano (NA), che dal Vangelo di Luca 9:57-62 ci ha presentato la chiamata di Gesù a seguirLo incondizionatamente, stabilendo le giuste priorità, e di servirLo con costanza. Ci ha rallegrato ascoltare le genuine testimonianze che hanno reso evidente l’opera dello Spirito Santo nella vita delle neofite. Pregate per quest’opera nascente, perché possiamo continuare a vedere la manifestazione della mano di Dio operante. Giuseppe Perrella
BATTESIMI A S.ANASTASIA Domenica 23 Ottobre 2011 3 giovani fratelli e 2 sorelle hanno testimoniato pubblicamente della loro fede in Dio con il battesimo secondo le scritture testimoniando della propria esperienza della nuova nascita. Per l'occasione abbiamo avuta la gioia di avere tra noi il fratello Gaetano Maglione, che Dio ha usato per la sua Gloria e per l'edificazione dei presenti. La Domenica successiva abbiamo celebrato la cena del Signore. Dio ha continuato a consolare e benedire i cuori 20 R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
attraverso la Sua Parola, presentata dal fratello Marco Pisculli. Il desiderio del nostro cuore è che Dio continui ad usarsi di ciascuno di noi per predicare l'Evangelo che è la Potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede. Vi chiediamo il sostegno attraverso la preghiera, affinché Dio ci dia grazia di raggiungere quanti sono alla ricerca della verità di Dio. Il Signore ci benedica. Giuseppe Costanzo
BATTESIMI A PONTICELLI (NA) “L'Eterno ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia”. Dio nel Suo infinito amore continua a salvare e liberare dalla schiavitù del peccato! In Ottobre 2011 abbiamo visto quattro credenti di cui una coppia di marito e moglie testimoniare della loro fede nel nostro Signore e Salvatore Cristo Gesù con il battesimo. Per l'occasione domenica 6 Novembre abbiamo avuto la gradita visita del fratello Nino Bozzon, quale strumento nelle mani di Dio che ci ha presentato il consiglio della Sua Parola. La domenica successiva abbiamo celebrato un Culto di Santa Cena. Grande è stata la commozione nell'accostarci al pane e al vino, ricordando
il sacrificio di Gesù Cristo e annunciando sempre con più fervore che Egli sta per ritornare. Il desiderio di ciascuno di noi è quello di piacere al Signore, rimanerGli fedeli ed essere trovati vigilanti e operanti nel Suo campo, consapevole del grande lavoro che ci resta ancora da espletare per raggiungere le persone intorno a noi. Vi chiediamo di sostenerci nelle vostre preghiere, ricordandovi di noi , come anche noi preghiamo per l'opera di Dio sparsa nella nostra nazione e nel mondo intero. Giuseppe Costanzo
BATTESIMI A NAPOLI-BAGNOLI Il 16 Ottobre la chiesa di Napoli-Bagnoli ha avuto la gioia di vedere tre fratelli e una sorella fare un patto con il Signore scendendo nelle acque battesimali. Bagnoli è un comunità nata nel 2009 quando alcuni credenti hanno avuto in cuore di aprire ed accendere una luce in questa parte di Napoli. La predicazione della Parola di Dio è stata tratta dalla lettera di Paolo Apostolo ai Filippesi 1:6. Alcuni di questi credenti provengono da esperienze difficili e per qualcuno drammatiche. Ma questo non ha impedito al Signore Gesù di strappare questi cari al potere delle tenebre. Il ringraziamento va a Gesù Cristo , che continua a salvare in questi tempi difficili. Un ringraziamento va anche al fratello Paolo Vitulli pastore della comunità di Napoli-Santa Lucia e al consiglio di
Chiesa, per averci ospitato nel loro locale di culto. Domenica 23 ottobre nella Chiesa di Bagnoli si è tenuto un culto di Santa Cena, con i simboli del pane e del vino, ricordando la Sua morte affinché Egli venga. Michele Ruoppolo
NOTIZIE DA PINEROLO Ringraziamo il Signore per la testimonianza pubblica di fede, espressa mediante il battesimo in acqua di due fratelli. Il culto di battesimi si è tenuto domenica 23 Ottobre a conclusione di una serie di culti celebrati nel corso della settimana. Oltre ad alcuni fratelli pastori della Zona, è stato gradito ospite il fratello Pellegrino Caruso, già pastore nel torinese ed ora pastore in Lombardia. Dopo aver ascoltato le testimonianze dei neofiti, è stato presentato con chiarez-
za il messaggio della Parola di Dio tratto dall’epistola agli Ebrei da 11:30 a 12:3. Nel corso della predicazione il fratello Caruso ha annunciato ai presenti che, alla luce del Vangelo, è possibile essere aggiunti all’elenco degli uomini e donne di fede se si accetta Gesù nel proprio cuore quale personale Salvatore. In seguito, i cori della Scuola domenicale dei bambini prima e quello degli adolescenti poi, con gioia e partecipazione, hanno cantato degli inni di lode al Signore. La commozione degli presenti è stata intensa e il Signore si è rivelato ancora una volta misericordioso nei nostri confronti. Domenica 6 Novembre, abbiamo celebrato la Cena del Signore sempre nel culto mattutino con la partecipazione del fratello Giuseppe Tona, pastore a Acqui Terme e Novi Ligure in provincia di Alessandria, di cui Dio si è usato per amministrarci la Sua Parola. “Fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (1 Cor.15:58). Giuseppe Crapanzano
NOTIZIE DA MONTECALVO IRPINO (AV) Comunichiamo la gioia per il culto battesimale tenuto a Montecalvo Irpino (AV) il 23 Ottobre. Due credenti hanno fatto patto col Signore. Per l' occasione il fratello Gianluca Lo Giudice, pastore a San Ferdinando di Puglia, Cerignola e Manfredonia (FG) ha predicato dal testo di 1 Samuele 17, incoraggiando i presenti ad avere la fede di Davide per essere vittoriosi in ogni circostanza. I giovani delle comunità vicine, Savignano e Casalbore (AV) hanno cantato dei canti e testimoniato edificando la comunità. Molti erano i presenti che hanno ascoltato il messaggio del Signore per la prima volta. Vi invitiamo a pregare il Signore insieme a noi affinché possa salvare le loro anime. Dio ci benedica insieme e
pace del Signore a tutti i fedeli in Cristo Gesù. A Dio tutta la gloria! Paglia Raffaele
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Notizie dalle nostre Comunità APERTURA LOCALE A FIORENZUOLA D’ARDA (PIACENZA) Fiorenzuola d’Arda, una cittadina che conta oltre 15.000 abitanti, situata lungo la Via Emilia tra Parma e Piacenza, è il comune più popoloso della provincia di Piacenza. Fiorenzuola risale storicamente all’epoca romana, presumibilmente intorno al 230 a.C. e la sua fondazione è da collegarsi all’opera di colonizzazione e centuriazione attuata dai Romani nei territori compresi tra il Po e la Via Emilia.La cittadina emiliana si è contraddistinta nel passato per essere stata un centro dotato di numerosi “ospedali” per l’assistenza ai pellegrini che si incamminano sulla via Francigena. Da anni i credenti della comunità di Piacenza pregavano per l’apertura di un locale di culto che potesse dare ai credenti del posto la possibilità di avere un luogo dove potersi riunire per adorare Dio e per accogliere i fiorenzuolesi in un “luogo” dove trovare ristoro spirituale ascoltando la predicazione dell’Evangelo. Il 13 ottobre u.s. è stato un giorno speciale e di commozione per i credenti di Fiorenzuola riuniti nel locale di culto per offrire al Signore il culto di dedicazione. Per l’occasione è stato presente il fratello Gaetano Montante, pastore a Raffadali e Sant’Elisabetta (AG), il quale ci ha ministrato la Parola di Dio. Il testo della meditazione è stato Luca 10:30-35. Il fratello Montante ha considerato la locanda della parabola di Gesù come una figura della comunità locale. Fiorenzuola nel passato aveva proprio la peculiarità di avere delle “strutture” per accogliere i pellegrini che percorrevano la via Francigena. Attraverso la predicazione della Parola di Dio, il fratello ha evidenziato la “posizione della locanda”, sulla strada tra Gerusalemme e Gerico. Innanzi tutto la locanda aveva lo scopo di rifocillare i viandanti, offrire riposo e prestare le cure necessarie ai mal capitati, allo
stesso modo la comunità deve essere un luogo dove le persone possano trovare cibo spirituale per l’anima, riposo al cuore e le cure necessarie. Un’altra considerazione fatta è che il costo della permanenza nella locanda era stato pagato dal buon samaritano. Gesù ha pagato per tutti noi il prezzo del riscatto e offre a tutti i fiorenzuolesi la grazia. Infine il fratello Montante ha focalizzato, attraverso la predicazione, la figura del gestore della locanda, facendo alcune preziose considerazioni sull’opera dello Spirito Santo. Ringraziamo il Signore con tutto il cuore per la gioia e l’onore che ci accorda di poterLo servire anche a Fiorenzuola dove, da quando abbiamo aperto il nuovo locale di culto, diverse persone si sono aggiunte ai credenti locali e stanno frequentando assiduamente le riunioni. Chiediamo alla fratellanza di pregare per la Sua opera nella cittadina emiliana, affinché altri “viandanti” siano aggiunti alla schiera dei salvati per ricevere dal Signore la salvezza e le cure dell’anima. Il locale di culto di Fiorenzuola D’Arda si trova in Via San Fiorenzo, 15 e le riunioni le teniamo il lunedì e il venerdì alle ore 19:30. Paolo Faia
NOTIZIE DA ASOLO (TV) Con gratitudine al Signore rendiamo partecipe la fratellanza della gioia provata sabato 12 novembre nella giornata di evangelizzazione nella cittadina di Asolo (TV). Da tempo in questa cittadina è presente una stabile testimonianza nelle case e, da anni i fratelli si riuniscono in preghiera, offrendo il culto al Signore. La chiesa di Castelfranco Veneto e la comunità di Padova hanno da sempre avuto a cuore questa preziosa luce che è stata accesa nell’asolano. Nei locali del Teatro Duse per l’occasione sono stati innalzati dei canti alla gloria del Signore e Salvatore Gesù Cristo con la collaborazione dei fratelli della corale delle Chiese di Padova e Vicenza, accompagnate dal fratello Vincenzo Specchi. Toccanti sono state le testimonianze: le esperienze di fede cristiana hanno commosso gli uditori. Ma, soprattutto, tutti hanno potuto ascoltare il messaggio dell’Evangelo, che è stato portato per l’occasione dal fratello Giuseppe Bortoli, pastore a Bassano del Grappa e Belluno, il quale si è soffermato sul significato del versetto “E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio“ (Ebrei 9:27) portando gli ascoltatori a riflettere sul fatto che Dio ha stabilito un “dopo”. La brevità della vita umana, l’insicurezza e la precarietà delle cose terrene e prov-
visorie debbono indurci a ripensare alla nostra esistenza, quella eterna. Tutti i presenti sono stati esortati a confidare nel valore dell’Evangelo e al sacrificio che Gesù Cristo ha compiuto per la salvezza di chiunque crede nel suo nome. Melchiorre De Martino
NOTIZIE DA SPADAFORA (ME) Sabato 19 novembre per la comunità di Spadafora è stato un giorno di grande festa, prima di tutto per aver ospitato per la prima volta nella storia della chiesa un Incontro Pastorale Provinciale e poi per la celebrazione del culto al nostro Signore sempre a carattere provinciale. Per l’occasione abbiamo avuto la gioia di avere in mezzo a noi il fratello Gioacchino Caltagi22 R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
rone che ci ha esposto il meraviglioso consiglio della Parola di Dio. Alla nutrita assemblea dei partecipanti sono arrivate, per la fedeltà del Signore e la strumentalità del suo servo, numerose benedizioni. “Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, sia no onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen” (I Timoteo 1:17). Salvatore Arancio
NOTIZIE DA BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) Un forte nubifragio si è abbattuto martedì 22 Novembre 2011, sulla provincia di Messina, in particolar modo nelle cittadine di Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto e Castroreale. Scenari a dir poco apocalittici si sono presentati davanti ai nostri occhi: frane, smottamenti e allagamenti hanno creato un forte stato di allerta in tutto il comprensorio, dove la protezione civile si è già messa all'opera per sopperire alle situazioni di forte disagio. Il torrente Longano, uno dei principali del territorio, è esondato invadendo tutte le vie barcellonesi e provocando ingenti danni: negozi distrutti, scantinati ed abitazioni a pian terreno invasi dal fango, auto e cassonetti dell'immondizia travolti. Grazie a Dio il Suo popolo è stato risparmiato da questa catastrofe, che avrebbe potuto provocare molte più vittime. Mercoledì 23 novembre abbiamo svolto serenamente il nostro culto a Dio, ringraziandoLo per
il Suo eterno amore e intercedendo per coloro che in questa tragedia hanno subito notevoli danni. Ringraziamo tutti i fratelli della nostra Opera Nazionale per l’interessamento, per le diverse chiamate ricevute e per le preghiere che sicuramente sono state elevate a Dio per ciascuno di noi. Gioacchino Caltagirone
BATTESIMI A MODUGNO (BARI) Con immensa gioia desideriamo condividere, con la nostra amata fratellanza, la mirabile opera di salvezza che Cristo ancora attua nella vita di quanti si arrendono alla Sua grazia, ravvedendosi dai propri peccati. Domenica 20 Novembre 2011, nella Chiesa di Modugno (Bari),sei credenti sono scesi nelle acque battesimali testimoniando della la loro fede nel Signore Gesù Cristo come proprio Salvatore, dichiarando, mediante il battesimo in acqua, la loro decisione di servirLo secondo l’insegnamento di tutto l’Evangelo. Domenica 27 Novembre abbiamo tenuto un culto di Santa Cena. Per l’occasione è stato fra noi il fratello Cosimo Motolese, pastore della Chiesa di Ginosa (Taranto). Soffermandosi sul Salmo 23, ha presentato la vita di Gesù il buon Pastore che ha detto: “Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”. Attraverso i simboli del pane e del vino, abbiamo ricordato la Sua morte espiatrice. Domenico Modugno
BATTESIMI A MUGNANO DI NAPOLI (NA) “E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’ opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Fil.1:6). Con gratitudine verso Dio e con gran gioia vi comunichiamo che domenica 20 novembre abbiamo avuto un culto con servizio battesimale; 12 credenti hanno fatto patto col Signore testimoniando della loro scelta di diventare figli di Dio. Erano presenti all’ evento diversi amici e parenti che hanno ascoltato per la prima volta il messaggio dell’Evangelo. Il pastore Daniele Melluso è stato uno
strumento di benedizione nel ministrarci la Parola di Dio, ricordandoci la promessa di Gesù: “Ecco Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente”. Domenica 27 novembre abbiamo avuto l’onore di accostarci alla cena del Signore, in un clima di intima comunione e di grande benedizione. Dio ha consolato i nostri cuori, incoraggiandoci a proseguire il nostro cammino in attesa del Suo glorioso ritorno. Beniamino Melluso
NOTIZIE DA VENARIA REALE (TO) Siamo grati al Signore per la Sua grande fedeltà. Il 20 novembre nella chiesa di Venaria Reale (TO), un giovane è sceso nelle acque battesimali, testimoniando pubblicamente della sua esperienza di fede. Ospite per l'occasione è stato il fratello Giuseppe Federico, pastore della chiesa di Nichelino (TO), il quale ha meditato un passo nel Libro del profeta Isaia. La nostra preghiera è che le diverse persone che hanno ascoltato il Messaggio del Vangelo per la prima volta, abbiano ricevuto il tocco della Grazia di Dio. Stefano Zedda R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012
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appuntamenti INCONTRO RESPONSABILI
TARANTO Lunedì 6 febbraio 2012 a Martina Franca (TA), incontro dei responsabili delle comunità della provincia di Taranto. RIUNIONE PASTORI E CONSIGLIERI DI CHIESA NORD OVEST Sabato 11 febbraio 2012, a Torino, presso il locale di culto di Via Spalato 9/b, riunione dei pastori e dei consiglieri di chiesa della zona Italia Nord Ovest.
INCONTRO PROVINCIALE CALTANISSETTA Domenica 19 febbraio 2012, a Gela (CL), Via Caronda, Incontro Fraterno delle chiese della provincia di Caltanissetta. Ospite il fratello Vito Burgio, pastore ad Agrigento. CONVEGNO DI ZONA ITALIA CENTRALE E SARDEGNA Sabato 25 febbraio 2012, presso il locale di culto della comunità di Fonte Nuova (RM), Convegno di Zona Italia Centrale e Sardegna riservato ai conduttori e consiglieri delle chiese.
INCONTRO FRATERNO MATERA E POTENZA Sabato 25 febbraio 2012, a Montescaglioso (MT), presso il locale di culto, Incontro delle comunità delle province di Matera e Potenza . RADUNO CAMPISTICO LOMBARDIA Sabato 25 febbraio 2012, a Milano, presso il locale di culto in Via delle Forze Armate, Raduno Campistico della zona Lombardia. Ospite il fratello Luca Marino, pastore della chiesa di Bologna.
Calendario 2012
Sono ancora disponibili copie del calendario di Risveglio Pentecostale e Cristiani Oggi del 2012 che potete richiedere telefonando allo 049.605127 o inviando un fax 049.612565 o una e mail a risveglio. pentecostale@assembleedidio.org
XVII Convegno Nazionale Scuole Domenicali a Fiuggi 8-10 marzo 2012 Al Teatro delle Fonti, all’interno della Fonte Anticolana a Fiuggi (FR), dall’8 al 10 marzo l’atteso appuntamento riservato a pastori, monitori e assistenti di Scuola Domenicale dal tema “Insegna loro i decreti e le leggi, mostra loro la via per la quale devono camminare e quello che devono fare” (Esodo 18:20). Negli incontri saranno trattati l’aspetto didattico e la metodologia "Inse gna loro i decreti e le leggi", l’aspetto pedagogico e l’autorevolezza dell’insegnamento "Mostra lo ro la via per la quale devono camminare" e l’aspetto pratico dell’applicazione della Parola "E quello che devono fare". Per informazioni Servizio Scuole Domenicali telefono 06.2251825-2284970
Tutti i numeri di Risveglio Pentecostale dal 1946 al 2000
L´archivio di tutti i numeri di Risveglio Pentecostale pubblicati dal 1946 si andrà completando a breve, a Dio piacendo, con il terzo CD-ROM che presenta il ventennio di pubblicazione dal 1981 al 2000 e segue i primi due contenenti i primi quindici anni di Risveglio Pentecostale dal 1946 al 1960 e il ventennio 1961-1980. Numero per numero le copie del mensile sono così semplicemente proposte alla lettura in formato digitale per computer: un vero tesoro che fotografa, nel corso degli anni, il Movimento Pentecostale in Italia. Per richieste e prenotazioni telefonate allo 049.605127, o inviate un fax 049.612565 o una e mail a risveglio.pentecostale@assembleedidio.org
Risveglio P E N T E C O S T A L E
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