Risveglio Pentecostale - Anno LXV - numero 1 - Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
Risveglio gennaio 2011
“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)
P E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
«La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse i ra e p o li g e d a g in p s é h perc nella sua mèsse» [Luca 10:2]
Possa Tu Prosper are… Risveglio P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Vice Presidente: Vincenzo Specchi Segretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo Presidente emerito: Francesco Toppi Consigliere onorario: Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Tel. 049.605127 fax 049.612565 e mail: adi.veneto@tin.it www.assembleedidio.org Versamenti sul c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Registrazione n.1688 del 1.3.2000 Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chie se Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In con formità alla Legge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei dati perso nali, la Redazione di Risveglio Penteco stale garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati perso nali sono custoditi in un archivio elet tronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile Risveglio Pentecostale. Gli articoli fir mati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pente costale - Cristiani Oggi: Vincenzo Spec chi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione 2
“L'anziano al carissimo Gaio, che io amo nella verità. Carissimo, io prego che in ogni cosa tu prosperi e goda buona salute, come prospera l'anima tua. Mi sono rallegrato molto quando sono venuti alcuni fratelli che hanno reso testimonianza della verità che è in te, del modo in cui tu cammini nella verità…” (dalla Terza Lettera di Giovanni).
de, a fare meglio. Nota: quando preghiamo per qualcuno, è necessario che l’altro lo sappia? Non sempre… che il Signore ci doni sapienza. Comunque l'importante è che ciò non costituisca per noi un vanto e tanto meno un credito nei suoi riguardi.
Sana prosperità C’è ritrosia a parlare di prosperità, timore ad essere confusi con i sostenitori Se fosse vissuto nel ventunesimo sedel “vangelo della prosperità” (semplificolo, probabilmente Gaio avrebbe ricecando tutto si riduce a una equazione: se vuto un messaggio di posta elettronica… la tua vita è ricca in benessere vuol dire poco cambia, sempre di lettera si tratta! che Dio è con te, altrimenti no). Ma l’apoQuesta non vuole essere una introduzio- stolo Giovanni non appartiene a coloro ne dal sapore profano, ma l’invito a pro- che distorcono le Scritture. Innanzitutvare a immaginare questo collaboratore to notiamo come pone la questione: “Io nell’opera di Dio, di nome Gaio, mentre prego che in ogni cosa tu prosperi… colegge uno scritto proveniente dal cuore me prospera l'anima tua” e chiediamodell’anziano apostolo Giovanni, e a conci se preferiremmo veder prosperare la siderare questa lettera come scritta pro- nostra anima in base a come prospera la prio per te da un servo di Dio di oggi, ad nostra vita, oppure se vorremmo veder esempio dal tuo pastore. prosperare la nostra vita in base a come prospera la nostra anima. Nel primo caso Una lettera personale ci troveremmo a portare con noi un’aniQuale gioia deve aver provato! Quale ma povera e malata, stanca e delusa, dal onore! Giovanni scrive proprio a lui, una borbottìo facile… Come Giovanni aveva lettera personale. L’avrà letta e riletta ben compreso, facciamo anche noi. Perchissà quante volte… Mai più avrà imma- ché prosperare vuol dire crescere bene, ginato che un giorno avrebbe fatto parte in modo florido. Ma letteralmente viedella Bibbia… ne anche da “pro-spirare”, soffiare avan“Ti amo nella verità…”. Quello della ve- ti: di qui prende spunto la similitudine del rità è un messaggio particolarmente caro vento che giunge opportuno a spingere a Giovanni: Cristo è Verità! In altre parole la nave. Tutti, e i veri cristiani forse più di vuole dire: “L’amore che nutro per te, ca- chiunque altro, siamo un po’ come barrissimo, si basa esclusivamente su Cristo, ed è sostenuto dalla Sua Verità. Perché l’amore di Dio, personificato nella concretezza del Figlio, è tutto!”. Quanto è importante che gli anziani preghino per i credenti “Carissimo, io prego… per te”. Il Luzzi traduce con “Io faccio voti”. Non un nome in mezzo a una lista di preghiera collettiva, non una menzione generica e frettolosa, ma una preghiera nominativa, speciale. È lo Spirito che suggerisce quel nome, che prega per noi e tramite noi. Quante intercessioni dello Spirito per questioni che non conosciamo, ma che Lui ha ben presenti… Quale spinta alla fe-
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… Come l’Anim a Tua che che devono affrontare il mare della vita quotidiana, su rotte che difficilmente conoscono la calma. Il mare schiaffeggerà in continuazione la nostra “prua”, mentre brezze gagliarde faranno vibrare le nostre vele. Giovanni sta in qualche modo dicendo, a Gaio e a noi: "Io prego per te che tu possa affrontare e superare ogni difficoltà della vita, perché Gesù è il Timoniere esperto che con gioia hai scelto alla guida della tua “barca”. Lui ti condurrà, con bussola certa e barra fissa, e con Lui (e tanti altri fratelli di fede) viaggerai col soffio di Dio in poppa!"
la viene una certezza: “L'Eterno lo sosterrà quando sarà nel letto della infermità; tu trasformerai interamente il suo letto di malattia” (Salmo 41:3). Signore, grazie!
no essere gli altri ad accorgersene e a renderne testimonianza). In che cosa si vedeva il modo di camminare di Gaio nella verità? Nella pratica dell’ospitalità, nella fedeltà, nell’amore per l’Opera di Dio. Semplici virtù che possono Sana allegrezza portare ognuno di noi non solo ad es“Mi sono rallegrato molto quando sere notati dalla Chiesa, ma soprattutsono venuti alcuni fratelli che hanno re- to a essere apprezzati dal Signore della so testimonianza della verità che è in Chiesa. te, del modo in cui tu cammini nella verità”. È inizio d’anno, tempo di consunSana benedizione tivi e promesse. Agli anziani, nel prega“Non ho gioia più grande di questa: re per gli altri, può capitare di ritrovarsi sapere che i miei figli camminano nella a piangere… considerando quel tal fra- verità”. Per ognuno che sta operando a tello che, anziché progressi, sta facen- beneficio di altri credenti, producendo Sana salute do passi all’indietro… e lo spirito sospi- la gioia degli anziani, ci sia una benedi“Io prego che tu… goda buona sara. Ma, fiduciosi, andiamo avanti affi- zione dall’Alto! Perché “il Signore onolute, come prospera l'anima tua”. An- dando ciascuno alla grazia di Dio. Allo ra coloro che Lo onorano”, anche nelle che questa sia parte della preghiera stesso tempo, sia ringraziato il Signore cose piccole ma di valore eterno. degli anziani per i credenti. L’apostolo per quanti Gaio sono presenti nella Sua E per tutti, la preghiera degli anziani Giovanni interviene a modo suo su un Chiesa, portatori di Cristo e della Sua sia questa: "Fratello, sorella, che insietema delicato come quello della salu- Verità. E quale allegrezza producono! me possiamo crescere bene, in modo te. Parafrasando dice: "Apprezza il dofiorente, fruttuoso, compiendo prono della salute, quando c’è; conservaSano camminare gressi nella fede, come il Signore vuola per quanto dipende da te; e, quan“Tu agisci fedelmente in tutto ciò che le!" do non c’è, ricordati della Parola che fai in favore dei fratelli, per di più straChe ognuno di noi si sforzi di mettedice: «Lo spirito dell'uomo lo sostienieri. Questi hanno reso testimonianza re al primo posto il camminare nel Crine quand'egli è infermo; ma lo spirito del tuo amore, davanti alla chiesa…”. sto-Verità, così che anche i nostri figli abbattuto chi lo solleverà?» (Proverbi Ringraziamo il Signore anche per tan- e i figli dei nostri figli possano seguire 18:14)". Signore, dai forza allo spirito ti credenti che hanno gli occhi aperti il medesimo esempio, a favore di una stanco! Che la depressione sia sconfit- per vedere l’opera di Cristo nei figli di Chiesa sana, nella gioia, che prospera. ta sul nascere, prima che possa metDio. Vedere, sì vedere, perché il modo Che lo Spirito di Dio “soffi gagliardo” tere radici e indebolire la fede! Per chi in cui si cammina è riconoscibile (nota: su di noi! oggi è nell’infermità, dalla stessa Paro- non tocca a noi dichiararlo, ma devoElio Varricchione
in questo numero
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POSSA TU PROSPERARE... IL FRUTTO NOTIZIE COME L'ANIMA TUA DELLO SPIRITO DALLE NOSTRE Elio Varricchione ............................. pag.2-3 Michele Venditti . .......................... pag.12-14 COMUNITÀ..................................pag.20-23 A FUOCO IL LOCALE DI CULTO L'ALBO D'ORO APPUNTAMENTI ............................pag.24 DI PATERNÒ DEI PRIMATI Calogero Palumbo . ......................... pag.4-5 Michele Rutigliano ....................... pag.15-16 RISVEGLIO PENTECOSTALE PER NON VEDENTI IL CANTO GIUSTO UN PRINCIPIO E IPOVEDENTI ...............................pag.24 AL MOMENTO GIUSTO DA RICORDARE Gioacchino Caltagirone ...................pag.6-7 Vincenzo Calabrese ..................... pag.17-18 Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org LA PIAGA AFFIDARSI DELLO SCORAGGIAMENTO A DIO Angelo Gargano ............................. pag.8-11 Salvatore Ciofalo ............................... pag.19 Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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Alcuni credenti all'esterno del locale di culto di Paternò
A fuoco il locale di culto di Paternò
UN INCENDIO NELLA NOTTE DI CAPODANNO HA DISTRUTTO IL LOCALE DI Nella notte di Capodanno un incendio, probabilmente provocato da un petardo penetrato dalla copertura nel locale di culto della Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio in Italia di Paternò (CT) ha interamente distrutto i mille metri quadrati della struttura, sedie, banchi, impianti… con tutti gli arredi e le suppellettili ivi contenuti. Le fiamme hanno risparmiato la sola casa pastorale ma, a causa delle alte temperature sviluppatesi, le spesse pareti portanti, hanno subito delle microfratture che dovranno essere consolidate con un intervento che ne garantisca la sicurezza statica. È stato nel corso della notte del 31 dicembre, quando il resto della cittadina era in festa, che un centinaio di credenti, accorsi appena appresa la notizia del rogo nel proprio locale di culto, hanno dovuto assistere impotenti a quanto stava accadendo sotto i loro occhi: il tentativo dei vigili del fuoco di salvaguardare le fatiche, l’impegno e i sacrifici affrontati per anni dalla fratellanza
La sala del locale di culto di Paternò la mattina dell'1 gennaio 2011
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che, purtroppo, sono andati letteralmente in fumo in poche ore. Nonostante gli ingenti danni che, dalle prime ipotesi di stima, sembrano oltrepassare di gran lunga i trecentomila euro, la fratellanza non si è dispersa. Domenica 2 gennaio, per la grazia di Dio e la sensibilità dell’Amministrazione Comunale che ha reso disponibile la sala dell’auditorium di Paternò, la fratellanza ha avuto egualmente l’opportunità di riunirsi per offrire il culto al Signore, ed essere incoraggiata dalla Sua presenza. La Parola di Dio ha invitato tutti i credenti presenti a continuare a confidare nel Signore. Considerando la vicenda della restaurazione di Gerusalemme e del suo tempio, avvenuta al tempo del governatore Neemia, la speranza di quanti hanno creduto, è stata rafforzata. Siamo certi che anche voi vorrete unirvi a noi, sostenendoci nel grande lavoro che ci troviamo da fare, dicendo, come Neemia:
Auditorium di Paternò, il culto al Signore di domenica 2 gennaio 2011
CULTO DELLA COMUNITÀ ADI SICILIANA “Sbrighiamoci e mettiamoci a ricostruire. E si fecero coraggio con questo buon proposito” (Neemia 2:18). Desideriamo cogliere l’opportunità offertaci dalle pagine di Risveglio Pentecostale per esprimere il nostro ringraziamento a quanti, mediante la loro presenza sul posto e con numerose telefonate, ci hanno mostrato concretamente la solidarietà dell’amore fraterno, ma vi chiediamo in particolare di pregare per noi, affinché il nostro Signore ci dia grazia di tornare nuovamente a ricostruire, anche materialmente, quello che in brevissimo tempo è andato perduto! Cercheremo con l’aiuto di Dio di riedificare, ponendo attenzione alla sicurezza, pur in quella economicità che il Signore ci darà sicuramente da usare per amministrare saggiamente quello che Lui stesso vorrà darci nella generosità che la fratellanza di Paternò e della nostra opera nazionale vorrà ancora una volta mostrare. La fratellanza di Paternò vi saluta con affetto fraterno in Cristo Gesù, il benedetto in eterno! Calogero Palumbo
SOSTEGNO E OFFERTE Per l'invio di offerte per il locale della comunità di Paternò ecco le coordinate bancarie complete dei conti correnti bancari e postale intestati a Assemblee di Dio in Italia - Cassa Nazionale Monte dei Paschi di Siena ag. 8 Firenze Codice Iban IT79 V 01030 02808 000000614146 Codice Bic/Swift PASCITM1FI8 Intesa San Paolo ag. di Firenze, Via Pratese 191 Codice Iban IT36 Q 03069 02801 100000009937 Codice Bic/Swift BCITITMM Bancoposta Succursale 26 Firenze Codice Iban IT35 W 07601 02800 000000317503 Codice Bic/Swift BPPIITRRXXX Ricordarsi di specificare la causale pro chiesa di Paternò
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Il Canto Giusto Al “Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano. A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell'istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono” (Atti 16:25-26) IL CANTO NELL'AVVERSITÀ “E dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvergliarli attentamente. Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi” (Atti 16:23-24). Questa era la condizione di Paolo e Sila e questa situazione li spinse a cercare Dio in preghiera e a lodarLo di cuore. Molto spesso sperimentiamo nella nostra vita quanto sia difficile adorare, lodare e onorare il Signore nelle prove. La Bibbia ci ricorda che “...quando giunsero a Mara, non potevano bere l’acqua di Mara, perché era amara... Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» (Esodo 15:23,24). La nostra natura è incline allo scoraggiamento, allo sconforto, ma come figli di Dio dovremmo imparare da questi due servi del Signore che a notte fonda, rinchiusi in una delle celle più interne dove le tenebre la facevano da padrone, riescono a lodare il nome dell’Iddio vivente. IL CANTO PRIMA DI VEDERE LA GLORIA DI DIO Il nostro testo mette in evidenza come il terremoto e la conseguente apertura delle celle siano avvenuti in seguito all’adorazione elevata a Dio da Paolo e Sila.
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Questi due servitori di Dio avrebbero potuto dire: “Se il Signore compie un miracolo in nostro favore, Lo loderemo, Lo pregheremo e Gli canteremo degli inni con tutto il nostro cuore”. Eppure, ancor prima di vedere un miracolo straordinario, cominciarono a lodare Dio. I figli di Israele, quando uscirono dall’Egitto, si trovarono in una situazione davvero senza speranza! Il mar Rosso era di fronte a loro, a sinistra e a destra avevano alte montagne e dietro gli Egiziani pronti ad ucciderli. Il popolo di Dio sembrava intrappolato senza via di scampo. Tuttavia, Dio li aveva condotti di proposito in questa situazione disperata! Fu un momento di panico per l’intera nazione. Gli uomini tremavano, le donne e i bambini piangevano, gli anziani si sentivano indeboliti. Improvvisamente Mosè fu assalito dai capi di famiglia, che gridarono inferociti: “«Mancavano forse tombe in Egitto, per portarci a morire nel deserto? Che cosa hai fatto, facendoci uscire dall’Egitto? Era appunto questo che ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare, ché serviamo gli Egiziani!” Poiché era meglio per noi servire gli Egiziani che morire nel deserto»” (Esodo 14:11). Eppure nessuno in Israele avrebbe mai immaginato la grande liberazione che Dio stava per compiere in loro favore. Improvvisamente il Signore divise in due il mare e il popolo camminò sul suolo asciutto, tra due muri d’acqua. E, quando Faraone con il suo esercito tentò di inseguirli, il Signore soffiò sulle acque, che miracolosamente si chiusero su di loro, affogandoli tutti.
l Momento Giusto Dio li aveva liberati ancora una volta da una situazione impossibile. A un certo punto un canto si elevò dall’accampamento. Il verso 31 del capitolo 14 e il primo verso del capitolo 15 sottolineano che essi cantarono il canto giusto sulla sponda sbagliata. Il canto d’Israele non fu cantato nella fede sincera, perché essi cantarono solo dopo che furono sull’altra sponda del Mar Rosso, sul lato della vittoria e non su quello della prova e della tentazione. Il Signore, invece, vorrebbe che ognuno di noi imparasse a cantare le Sue lodi quando ci troviamo sul lato della prova. Dio, anche nel momento più buio della nostra vita, è degno di essere adorato e lodato. Anche quando non sembrano esserci via d’uscita, quando si è senza speranza e tutto sembra distruggersi attorno a noi, Egli rimane ancora degno di essere lodato.
chiedevano delle canzoni quelli che ci avevano deportati, dei canti di gioia quelli che ci opprimevano, dicendo: «Cantateci canzoni di Sion!»” (Salmo 137:1-3). Il popolo di Dio si trovava nel momento più difficile della sua storia e, mentre veniva portato a Babilonia, gli veniva chiesto di cantare. “Non siete voi quelli che dite di avere un Dio grande e potente che ha aperto per voi il mar Rosso, il fiume Giordano? Forza! Cantateci delle canzoni, vogliamo ascoltare”. Ma scopriamo che, a differenza di Paolo e Sila, nel cuore del popolo di Dio non c’era vita spirituale, non c’era altro che scoraggiamento e disperazione. Molti cristiani oggi possono trovarsi nella stessa situazione. Forse perchè presi in trappola dalle circostanze avverse, forse perché avvolti da situazioni difficili per le quali non vedono via d’uscita, forse perchè qualche vecchia tentazione IL CANTO CHE IL MONDO HA BISOli insegue, forse perchè si sentono dei falliti nella GNO DI ASCOLTARE vita cristiana. “E i carcerati li ascoltavano... e le catene di tutti Eppure per questi credenti oggi il Signore si spezzarono” (Atti 16:25-26) vuole compiere un’opera gloriosa, opera che tenPer i carcerati di quella notte quel canto rap- derà al rinnovamento dello spirito, che li farà dei presentava una luce in mezzo alle tenebre, una potenti servitori di Dio per l’annuncio glorioso gioia in mezzo a molte afflizioni. dell’Evangelo. Non lo sappiamo, ma forse alcuni di quei carSe solo riuscissimo a sentire il grido di quancerati erano destinati alla morte e quel canto ti ancora non conoscono il Signore: “Voi potete rappresentava per loro una speranza per il futu- mostrarci un miracolo? Non è l’apertura del mar ro. Rosso che ci impressionerà, né vedere ciechi reIl salmista scrive: “Là, presso i fiumi di Babi- cuperare la vista, ma il conoscere personalmente lonia, sedevamo e piangevamo ricordandoci che v’è un Dio capace di liberare tutti coloro che di Sion. Ai salici delle sponde ave- confidano in Lui con fede. È questo il miracolo vamo appeso le nostre che vogliamo vedere!”. cetre. Là ci Gioacchino Caltagirone
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La piaga dello scoraggiamento "Se ti scoraggi nel giorno dell'avversità, la tua forza è poca" (Proverbi 24:10)
C’è un male che si diffonde come un’epidemia in ogni parte del mondo. Non si tratta dell’influenza, del cancro o dell’Aids; questa piaga che può essere mortale, se non si è ben equipaggiati, è lo scoraggiamento. Durante la vita affrontiamo momenti di cristi e di scoraggiamento. Siamo soggetti a pressioni, portiamo pesi e affrontiamo difficoltà; spesso la situazione appare difficile e ci scoraggiamo. Purtroppo lo scoraggiamento può coinvolgere tutti, anche i credenti. Tre cose caratterizzano questa piaga: è universale, può ritornare, è contagiosa. Lo scoraggiamento è universale e può colpire chiunque: giovane o vecchio, ricco o povero, colto o ignorante, credente o no, ciascuno può trovarsi affetto da scoraggiamento cronico. Lo scoraggiamento può ritornare più volte. Chi è stato scoraggiato una volta, non ha immunità per il futuro. Lo scoraggiamento è contagioso: chi sta intorno può scoraggiarsi perché sei scoraggiato e viceversa. È un problema che insidia anche i
cristiani; è importante comprendere, alla luce della Parola di Dio, come trattarlo. LE CAUSE Conoscendo le cause della malattia, è possibile ricorrere alle cure. La stanchezza: le condizioni del fisico influenzano lo spirito e le emozioni. Lo spirito, l’anima e il corpo vivono in stretta relazione tra loro. Quando si è stanchi fisicamente si è più vulnerabili allo scoraggiamento. L’esperienza ci insegna che, quando si intraprende un lavoro, all’inizio c’è entusiasmo e gioia, ma, quando si procede nell’opera, se non si fa ricorso a nuovi stimoli, tutto diventa routine e ci si stanca facilmente. L’apostolo Paolo ha conosciuto la piaga dello scoraggiamento, quando era stanco. Era stato molto impegnato nel ministerio (Filippi, Tessalonica, Berea, Atene) e non aveva avuto sufficiente tempo per recuperare le forze. A Corinto poi: “…ogni sabato insegnava nella sinagoga e persuadeva giudei e Greci. Quando poi Sila e Ti-
moteo giunsero dalla Macedonia, Paolo si dedicò completamente alla Parola, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo” (Atti 18:4,5). Era impegnato nel ministerio e nel lavoro secolare quale fabbricante di tende, con Aquila e Priscilla. Affaticato e scoraggiato, prese la decisione di interrompere l’opera iniziata (Atti 18:6), ma il Signore lo incoraggiò ad andare avanti, assicurandogli la Sua preziosa assistenza (Atti 18:9,10). La stanchezza che rende tesi e vulnerabili è una delle cause dello scoraggiamento. La frustrazione. L’entusiasmo e la gioia fanno considerare le cose positivamente, ma quando vengono meno lo scoraggiamento è dietro l’angolo e si vedono le cose negativamente. Quando si perde di vista ciò che si sta costruendo servendo il Signore, gli occhi cadono inevitabilmente su ciò che è demolito intorno a noi e lo scoraggiamento arriva. Certo, vi sono cose che non vanno intorno a noi, ma noi siamo impegnati a costruire.
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"Io non ti lascerò e non ti abbandonerò"
Lo scrittore agli Ebrei ci esorta, dicendo: “Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (12:1,2). L’opposizione. È facile scoraggiarsi, quando ci si scontra contro il muro dell’opposizione. I capi religiosi di Corinto si opponevano reagendo duramente al messaggio di Paolo, perché non volevano che qualcosa cambiasse: “Facevano opposizione e lo insultavano” (Atti 18:6). Satana cercherà di scoraggiarti, lo ha fatto già nel passato con molti servitori di Dio, creando motivi e strumenti di opposizione, perché sa bene che lo scoraggiamento rende infruttuosa l’opera dei servi del Signore. Giobbe è stato attaccato, ha incontrato opposizione anche da parte della moglie che, invece, avrebbe dovuto stargli accanto e sostenerlo.
Ha trovato opposizione in quelli che si definivano “amici”. Se trovi opposizione lungo il cammino, sappi che non sei il primo. L’apostolo Pietro ci mette in guardia: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede” (1 Pietro 5:8,9)
all’impegno… allora il pensiero del fallimento prende il cuore e la mente. Si è tentati di interrompere l’opera che sentivamo di compiere. Non lasciarti schiacciare dal fallimento, il Signore è il nostro aiuto! La storia biblica è piena di grandi uomini che hanno dovuto subire dei fallimenti, ma si sono rialzati e sono andati avanti e Dio li ha usati potentemente per la Sua gloria. La paura. Può essere generata Non scoraggiarti per i tuoi fallidall’opposizione dura. Come rispondi menti, continua ad andare avanti e quando la paura si affaccia nella tua ad amare il Signore, ricordando che vita? Forse vorresti lasciare il lavo“tutte le cose cooperano al bene di ro, l’impegno, il servizio… per paura quelli che amano Dio, i quali sono di non farcela. La tattica del nemico chiamati secondo il suo disegno” (Roconsiste nel cercare di far paura per mani 8:28). scoraggiare. Se nello scoraggiamento rimaniamo fedeli, Gesù stesso verrà a Stanchezza, frustrazione, opposiincoraggiarci: “Non temere, ma con- zione, paura e fallimento sono conditinua a parlare e non tacere; perché zioni che possono aprire la strada allo io sono con te, e nessuno ti metterà le scoraggiamento. Se le incontri sta in mani addosso per farti del male; per- guardia, lo scoraggiamento non sarà ché io ho un popolo numeroso in que- lontano. sta città” (Atti 18:9). Come figli di Dio, come servi di Dio possiamo fare appello alle meraviIl fallimento. Spesso i risultati gliose promesse della Parola del Sinon corrispondono alle aspettative, gnore, che ci incoraggiano a farci ani-
iamento "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò" Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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"Io non ti lascerò e non ti abbandonerò"
mo, perché la vittoria ci appartiene nel nome del Signore. “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? …Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:35-39).
vedi la situazione ed esaminala alla luce della parola di Dio. Onora Dio anche con il tuo lavoro. Se il tuo scoraggiamento deriva da una crisi spirituale, rivedi la tua situazione, rimetti in ordine le priorità spirituali: ritorna alla preghiera, alla lettura della Parola, alla frequenza dei culti. La parola d’ordine nello scoraggiamento è non abbandonare, ma riorganizzare. Per superare lo scoraggiamento dobbiamo prima di tutto ricordarci di Dio. Prima di tutto bisogna ricordarsi che il Signore è vicino, Lui non lascia e non abbandona! LA CURA Poi dobbiamo ricordare che Egli è Se lo scoraggiamento ci coglie, la l’Onnipotente. Dio è sufficiente per prima cosa da fare è riorganizzare vincere qualsiasi scoraggiamento e rile priorità. Se lo scoraggiamento è a solvere ogni situazione. causa di un problema nel tuo matriNello scoraggiamento bisogna rimonio o con i tuoi figli, metti ordine correre al Signore, togliendo lo sguarnelle priorità di rapporto fra moglie e do dalla situazione scoraggiante per marito e con i tuoi figli. poggiarlo unicamente su di Lui. RicorSe lo scoraggiamento è a causa di da le promesse di Dio, ricorda la Sua un problema nella chiesa, metti ordi- bontà, ricorda i Suoi miracoli, ricorda ne nelle priorità spirituali, sii disposto il Suo amore, ricorda la Sua fedeltà, a umiliarti, a fare un passo indietro. ricorda la Sua potenza, ricordati del Se il tuo scoraggiamento è deriSignore. vante da un problema lavorativo, riInfine, bisogna resistere e lottare
contro lo scoraggiamento senza rassegnarsi. Il diavolo e i suoi seguaci cercheranno di scoraggiarci, ma possiamo e dobbiamo resistere: “Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7). Resisti alle tentazioni, ai pensieri negativi, alle sue menzogne e ai suoi propositi. Non arrenderti! Appoggiati al Signore, decidendo oggi di non lasciarti scoraggiare; Dio ti darà una grande e strepitosa vittoria! L’AIUTO È veramente terribile trovarsi nel tunnel dello scoraggiamento, non si scorgono vie d’uscita! Essere scoraggiati non è peccato, ma rimanere nello scoraggiamento può diventarlo. Lo scoraggiamento affievolisce la fede e produce una tale debolezza spirituale da rendere facili prede del nemico delle anime. Ma Dio ha compassione degli scoraggiati e li vuole aiutare, affinché possano nuovamente vedere la Sua gloriosa luce. Dio ha avuto pietà di Mosè, di Elia, di Davide, di Paolo; quando sono stati scoraggiati è intervenuto meravigliosamente e, ancora oggi, è pronto a farlo!
scoraggi 10 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - G e n n a i o 2 0 1 1
Nello scoraggiamento Dio viene in aiuto ricordando che Egli è presente. “Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te” (Atti 18:9,10). Il vangelo di Matteo si conclude con una gloriosa promessa del nostro Salvatore: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (28:20). Nello scoraggiamento Dio viene in aiuto dando sicurezza e protezione. La vita non è in balia delle circostanze, ma sotto il controllo di Dio. Siamo figli di Dio e il Padre conosce i nostri limiti e i nostri bisogni. Potremo incontrare difficoltà e opposizioni, ma ogni cosa resterà sotto il controllo del Signore e niente potrà privarci della gloria che ci attende: “Poiché egli mi nasconderà nella sua tenda in giorno di sventura, mi custodirà nel luogo più segreto della sua dimora, mi porterà in alto sopra una roccia” (Salmo 27:5).
Signore. Rimani attivo, servi il Signore, perché Dio ha un programma meraviglioso. Quando serviamo fedelmente il Signore, Dio stesso lavora per mezzo di noi. “E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (1:6). Noi vediamo quello che sta davanti a noi, Dio vede la conclusione delle cose: teniamo negli occhi e nel cuore la visione di Dio.
Non scappare, le battaglie non si vincono fuggendo. Permetti al Signore di sostenerti, di incoraggiarti, di darti una visione per il futuro. Ricorda che la vittoria è nostra, ci appartiene nel nome del Signore. Quando dici: “È impossibile!” il Signore dice: “Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio” (Luca 18:27). Quando dici: “Sono troppo stanco!” il Signore dice: “Venite a me voi Nello scoraggiamento Dio viene tutti che siete affaticati e oppressi, e in aiuto dando una visione per il fu- io vi darò riposo” (Matteo 11:28). turo. Non permettere allo scoraggiaQuando pensi: “Nessuno mi ama” mento di farti smettere di servire il il Signore ti ricorda che “Dio ha tan-
to amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio…” (Giovanni 3:16). Quando dici: “Non posso andare avanti” il Signore dice: “La mia grazia ti basta” (2 Corinzi 12:9). Quando pensi: “Questa situazione mi annienterà” il Signore dice: “Tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio” (Romani 8:28). Quando ti chiedi: “Con ciò che ho come potrò andare avanti?” il Signore ti ricorda: “il mio Dio provvederà meravigliosamente a ogni vostro bisogno” (Filippesi 4:19). Quando dici: “Sono preoccupato, mi sento frustrato” la Parola del Signore dice: “Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi” (1 Pietro 5:7). Quando dici: “Mi sento solo e abbandonato” il Signore dice: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Ascolta la voce di Dio e prendi coraggio, Lui caccerà ogni scoraggiamento mediante la Sua potenza che opera in te. Angelo Gargano
iamento "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò" Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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Il frutto dello Spirito
E LA MANIFESTAZIONE VERSO IL PROSSIMO “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, scutere frasi del tipo “io amo Dio”, ma sarà pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, sotto gli occhi di tutti se il credente eviden mansuetudine, autocontrollo…” (Galati 5:22) zia amore verso il prossimo. Come cristiani evangelici di fede pen tecostale diamo molta enfasi al battesimo nello Spirito Santo e facciamo bene, per ché esso non solo è una promessa per tut ti i credenti, ma anche un dono che meglio ci addentra nel servizio cristiano. Non dob biamo però tralasciare l’importanza del frutto dello Spirito. È interessante notare come il peccato sia definito “opera della carne”, poiché conse guenza diretta della natura umana corrot ta, mentre la grazia è chiamata “frutto dello Spirito”, perché ha la sua origine nello Spi rito di Dio. Il frutto dello Spirito Santo rappresenta il carattere di Cristo e quindi la meta a cui ogni cristiano deve mirare. Il “frutto” è conseguenza del lavoro dello Spirito Santo che abita in noi dal momento della nuova nascita. Più si lascia operare lo Spirito Santo, più si manifesta il frutto dello Spirito. Lo scopo dello Spirito Santo è evidenzia re Cristo, quindi, se c’è la manifestazione del frutto dello Spirito Santo, io diminuisco e Cristo viene evidenziato. “Bisogna che Egli cresca, e che io diminuisca” (Giov.3:30). Il termine “frutto” è la traduzione del ter mine greco “karpòs”, che sta ad indicare il prodotto spontaneo della presenza del lo Spirito di Cristo nel cristiano (“karpòs” è spesso adoperato per indicare il prodotto spontaneo dell’albero da frutto). Il termine “frutto” al singolare ci descri ve un’opera unitaria dello Spirito Santo e non a comparti. Capita a volte di vedere credenti sempre pronti alla risata, ma poco inclini all’auto controllo, o particolarmente dediti ad una pur lodevole opera di beneficenza, ma po co propensi al perdono. Il frutto dello Spirito Santo non è fine a se stesso, ma si manifesta in particolare verso il prossimo e non verso Dio. È difficile di 12 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - G e n n a i o 2 0 1 1
AMORE. Il termine greco è “agape” e si gnifica amore, affezione, oggetto d’amore, carità. Questo aspetto del frutto del lo Spirito dovrebbe portarci non solo ad essere amore voli in modo generico, ma a manifestare tale affezione nei con fronti del fratello o della sorella. Il frutto del lo Spirito non è di caratura mistica, ma pratica. Dovrem mo difen dere per giusta cau sa, curare, aiutare colui verso il qua le proviamo un’affezione che viene dallo Spirito. Il nostro fratel lo o la nostra sorel la dovrebbero esse re “l’oggetto del nostro amore”, quindi della nostra premurosa cura. L’amore vero si manifesta prima nei confronti di chi ci è più vicino: moglie, marito, figli, genitori, fratelli e sorelle in Cristo e poi di chi è più lontano. L’amore che si manifesta solo a chi è lon tano è un amore falso, che tende unicamen te a placare la nostra coscienza. Non è possibile non amare i propri figli, non parlare con loro e poi adottare un bam bino “lontano”! Amare non è viziare, ma proteggere. È bello notare la vicendevole protezione
che vi era tra l’apostolo Paolo (Gal.5:7-12) e i Galati (Gal.4:15b). In Romani 15:30 questo aspetto del frutto dello Spirito è definito “l’amore dello Spiri to”, appunto perché ha per autore “lo Spiri to d’amore” (II Tim.1:7). Tale amore in noi ci porta a prega re per i nostri fratelli e in parti colare per quanti sono impe gnati nel ministerio “Ora fratelli, vi esorto, … per l’amore dello Spiri to, a combattere con me nelle preghie re che rivolgete a Dio in mio favo re” (Rom.15:30). Quando “ve dremo fac cia a faccia” (I Cor.13:12), Colui che ci ha chiama ti, tale aspetto del “frutto del lo Spirito” sarà completamente godibile perché scevro di ogni umana defezione.
ne non della sfrontatezza, ma della serenità “Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascolta vano” (Atti 16:25). PACE. Il termine greco usato è “eirene” che significa proprio pace, ma in partico lare “stare in pace con il prossimo”, non so lo quindi una pace interiore, ma stringere pace, vivere in pace con il prossimo. Co me è vero che il fondamento della pace è la pace con Dio (Rom.5:1) è altresì reale l’im pegno che la Scrittura ci incita a profonde re per vivere in pace con tutti (Rom.12:18; Ebr.12:14). PAZIENZA. Il termine greco usato è “makrothumia”, che significa longanimità, pazienza, costanza. Letteralmente è “ma kros”, grande, lungo, profondo, ampio, ab bondante e “thumos”, anima. Noi diremmo “un’anima grande”. È la qualità che fa sop portare gli altri anche quando la pazienza è messa a dura prova. Potrebbe essere tra dotto con una lunga temperanza, una pa zienza che rimane costante nel tempo. BENEVOLENZA. Il termine greco usa to è “chrestotes” che significa bontà, buona qualità, giustizia, onestà, dolcezza, sempli cità. La bontà del cristiano si manifesta con semplicità e dolcezza, ma anche con giu stizia. Per cui non siamo chiamati ad esse re superficiali nel pur biblico esercizio di “fare il bene”. Un termine questo che nel la Scrittura viene legato a Dio per indica re un Suo attributo morale. “Considera dun que la bontà e la severità di Dio: la severi tà verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso” (Rom.11:22). Una bontà contrapposta alla severità di Dio, ma anche una bontà che re sponsabilizza il credente.
GIOIA. Il termine greco usato è “chara”, che significa gioia, letizia, gaudio, piacere, in particolare per qualcosa. La “cosa” che rende gioioso il credente non è la circostan za, ma Cristo e la meta da Lui promessaci. È quella gioia che scaturisce dalla certez za della salvezza, è “la gioia che dà lo Spi rito Santo” (I Tess.1:6). Anche questo aspet to dovrebbe manifestarsi verso l’altro, ren dendolo partecipe della nostra gioia incon dizionata. La vera gioia non la mostriamo nell’euforia della festa, ma nella serenità BONTÀ. Il termine greco usato “aga della prova. thosune”, significa bontà, benevolenza, “Siate sempre gioiosi” (I Tess.5:16), Pao ma è più legato al bene “agathos”. Ci parla lo e Sila nel carcere sono la manifestazio
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dell’essere pronti nel fare il bene. Un fare il bene che non pone l’accento tanto sui fauto ri del bene, ma sul bene stesso. Un bene che quindi non è destinato al la pubblicità del benefattore, ma utile a ri spondere al bisogno. “Ma quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra” (Mat.6:3). FEDELTÀ. Il termine greco usato è “pi stis” che significa fede, fiducia, con fidanza, ma anche fedeltà, le altà. Il termine fede è lega to principalmente a Dio, mentre il termine fedel tà è legato sia a Dio che all’uomo. Te nendo presente che il contesto ri guarda in parti colare i rappor ti fra uomini, la traduzione "fe deltà" sembra più appropria ta. Ci dice che il cristiano do vrebbe essere fedele e leale sia nei rapporti con il prossimo che con Dio. “…E le cose che hai udi te da me in presenza di molti testimoni, affi dale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri” (II Tim.2:2).
sa, egli non aprí la bocca” (Isaia 53:7), “E, andato un poco innanzi, si gettò con la fac cia a terra, pregando e dicendo: Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo cali ce! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi” (Mat.26:39). AUTOCONTROLLO. Il termine greco usato è “egkrateia”, che significa padro nanza di sé, riservatezza, moderazione, continenza, temperanza. Tale aspetto si ri ferisce in particolare a noi stessi e non ai nostri rapporti col prossimo e con Dio. È un vocabolo di solito usato per indicare l’auto controllo in questioni sessuali e del corpo in generale. Autocontrollo quindi anche nel mangiare e nel bere. “Se trovi del miele, prendine quanto ti basta; perché, mangian done troppo, tu non debba poi vomitarlo” … “L'uomo che non si sa padroneggiare, è una città smantellata, priva di mura” (Prov.25:16, 28).
Se il nostro metro di misura sarà la Leg ge, saremo giudicati per la nostra incapa cità di rispettarla. “Sappiamo che l’uomo non è giustificato dalle opere della Legge…” (Gal.2:16). Se il nostro cammino sarà guidato dal la carne, vivremo in antitesi alla volontà di Dio, “perché la carne ha desideri contrari al lo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in mo do che non potete fare quello che vorreste” (Gal.5:17) e non erediteremo il regno di Dio “Vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio” (Gal.5:21). Se, invece, il nostro incedere sarà detta to dallo Spirito di Cristo, saremo approva ti da Dio Padre come lo fu il nostro Maestro MANSUETUDINE. Il termine Cristo Gesù. “Quelli che sono di Cristo han greco usato è “praotes” che significa mi te, gentile. Il mite non è sciocco, non è mite no crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri” (Gal.5:24). perché non sa o non può reagire, ma per Signore, concedici di manifestare il frut ché lascia il comando della propria vita a to dello Spirito per essere servi fedeli, or Dio stesso. Gesù ne è l’esempio supremo. dinati e limpidi. “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprí la Michele Venditti bocca. Come l'agnello condotto al mattato io, come la pecora muta davanti a chi la to
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L'Albo d'Oro dei Prim ati "Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo" (1 Cor.9:24)
Dobbiamo manifestare la nostra posizione di credenti davanti a ogni persona, senza vergognarci, perché Cristo ci ha salvati dalla morte per darci vita eterna. I campioni dello sport non appartengono a se stessi, appartengono alla società che li ingaggia per le loro caratteristiche fisiche. Il mondo si identifica negli atleti migliori, in quelli che raggiungono nuovi primati. Ogni primato è una barriera di tempo, di spazio, di circostanze avverse affrontata con coraggio e superata dimostrando le potenzialità fisiche e psichiche della persona. L’apostolo Paolo fa l’esempio di un atleta che corre “non in modo incerto”. Questo è il motivo di tanti sacrifici; corriamo per una vittoria più gloriosa, ma “non in modo incerto”. Così possiamo essere esempi nella società a dimostra-
zione dell’opera di Cristo in noi. Anche noi abbiamo dei record di fede e di coraggio da raggiungere e mostrare al mondo. Per questo motivo Cristo ci ha posti “al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro” (Efe.1:21). La lettera agli Ebrei al capitolo 11 ci presenta una specie di “Albo d’Oro”, in cui sono elencati i campioni della fede che si sono distinti come atleti spirituali, combattendo “non contro carne e sangue, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo modo di tenebre, contro le forze della malvagità che sono nei luoghi celesti” (Efe.6:12). Leggiamo in questo Albo d’Oro gli esempi di alcuni campioni di fede che hanno raggiunto i record i quali hanno dato loro il primato che anche noi siamo chiamati a raggiungere “Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio, dice il Signore degli eserciti” (Zacc.4:6). Eccone alcuni da Ebrei 11: La conoscenza di Dio (v.4) “Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino” La perseveranza (v.5) “Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio” Il predicatore di giustizia (v.7) “Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede” La fiducia nella Parola di Dio (v.8) “Per fede Abramo, quando fu chia-
mato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava” La fiducia nella fedeltà di Dio (v.11) “Per fede anche Sara, benché fuori di età, ricevette forza di concepire, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa” La speranza contro speranza (v.17) “Per fede Abraamo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito” L’espansione della testimonianza di generazione in generazione (v.2021) “Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future. Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e adorò appoggiandosi in cima al suo bastone” La rivelazione profetica (v.22) “Per fede Giuseppe, quando stava per morire, fece menzione dell'esodo dei figli d'Israele e diede disposizioni circa le sue ossa” Il coraggio e la determinazione (v.23) “Per fede Mosè, quando nacque, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello, e non ebbero paura dell'editto del re” Il ripudio della gloria umana (v.24) “Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone” La costanza (v.27) “Per fede abbandonò l'Egitto, senza temere la collera del re, perché rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile” Affidarsi nella potenza Dio (v.29) “Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta, mentre gli Egiziani che tentarono di fare la stessa cosa, furono inghiottiti” Una battaglia vinta e mai combattuta (v.30) “Per fede caddero le mura di Gerico dopo che gli Israeliti vi ebbero girato attorno per sette giorni” Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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ARTICOLI DI FEDE Il superamento degli handicap sociali (v.31) “Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo accolto con benevolenza le spie” Avere lo sguardo alle cose che non si vedono (v.34-39) “Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero l'adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni... Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso”. Questi records non potranno essere superati come lo sono, invece, i primati degli atleti. Non si possono valicare questi limiti di ardimento contro un nemico forte e agguerrito, contro gli spiriti della potenza del male. Possiamo però raggiungerli, imitare la fede che ha animato quei santi uomini. Non ci troveremo, naturalmente, a dover lottare e soffrire le loro stesse situazioni. Anche se le situazioni mutano di storicità, ma tuttavia c’è sempre “un mar Rosso” da oltrepassare, nei numerosi aspetti che la vita quotidiana ci offre, e c’è sempre una chiamata al risveglio spirituale, anche e soprattutto quando si raggiungono molti anni di fede. Possiamo eguagliare questi campioni se siamo animati dalla medesima fede. Ecco che questo capitolo della Parola di Dio, questo Albo d’Oro dei records della fede ci è stato dato per averlo in evidenza durante la nostra vita, tenendolo davanti sia quando varchiamo la soglia della nostra comunità, sia quando ci rechiamo al nostro posto di lavoro, o ci appartiamo nella nostra cameretta segreta. Vigliamo affinché l’Albo d’Oro della nostra fede non ingiallisca a causa dell'incuria. Siamo chiamati a onorare il Signore, raggiungendo quei traguardi che Dio pone innanzi a noi, superando quegli stessi limiti che agli uomini dediti alla mente e alla natura umana non sembrano ragigungibili, ma che a quanti sono rigenerati e santificati in Cristo Gesù appariono come tappe per giungere, quali atleti spirituali, alla vittoria finale. Michele Rutigliano 16 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - G e n n a i o 2 0 1 1
diante la preghiera, l’unzione dell’olio e l’imposizione delle mani (Isa.53:4-5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar.16:17-18; Giac.5:14-16). Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubCrediamo nell’unico vero Dio, Eter bidienza a tutta la verità delle Sacre no, Onnipotente, Creatore e Signo Scritture, nella potenza dell’annun re di tutte le cose e che nella Sua u cio di “Tutto l’Evangelo” al mondo nità vi sono tre distinte Persone: Pa (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; dre, Figlio e Spirito Santo (Efe.4:6; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Matt.28:19; Luca 3: 21-22, I Giov.5:7). Giov.16:13; Matt.28:19-20).
Crediamo e accettiamo l’intera Bib bia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13).
Crediamo che il Signore Gesù Cri sto fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).
Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della soCrediamo nella Sua vita senza pecca- cietà umana (I Cor.12:4-11; Gal.5:22; to, nei Suoi miracoli, nella Sua morte Ebr.13:15; Rom.12:1). vicaria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurre- Crediamo ai ministeri del Signore zione, nella Sua ascensione alla de- glorificato, quali strumenti autorestra del Padre, quale unico mediato- voli di guida, d’insegnamento, di e re, nel Suo personale e imminente dificazione e di servizio nella comuritorno per i redenti e poi sulla terra nità cristiana, rifuggendo da qualsiasi in potenza e gloria per stabilire il Suo forma gerarchica (Efe.1:22-23; 4:11regno (I Pie.2:22; II Cor.5:21; Atti 2:22; 13; 5:23; Col.1:18). I Pie.3:18; Rom.1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov.14:1-3; I Cor.15:25; I Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di Ge Tim.2:5). rusalemme, riportate in Atti 15:28Crediamo all’esistenza degli angeli 29; 16:4. creati tutti puri e che una parte di Crediamo alla resurrezione dei morquesti, caduti in una corruzione e ti, alla condanna dei reprobi e alla perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, sa- glorificazione dei redenti, i quali hanno perseverato nella fede fino alla firanno con lui eternamente puniti ne (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13). (Matt.25:41; Efe.6:11-12). Celebriamo il battesimo in acqua Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue per immersione, nel nome del Pa di Cristo, unico Sommo Sacerdote, dre e del Figliolo e dello Spirito San siano indispensabili per la purifica- to, per coloro che fanno professione zione dal peccato di chiunque Lo ac della propria fede nel Signore Gesù Cristo come personale Salvatore cetta come personale Salvatore e (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12). Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18,19; Efe.2:8). Celebriamo la cena del Signore o Crediamo che la rigenerazione (nuo Santa Cena, sotto le due specie del pane e del vino, rammemorando così va nascita) per opera dello Spirito la morte del Signore e annunziandoSanto è assolutamente essenziale per la salvezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; ne il ritorno, amministrata a chiun que sia stato battezzato secondo le Tito 3:5). regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla soCrediamo alla guarigione divina, secondo le Sacre Scritture me- cietà (I Cor.11:23-29; Luca 22:19-20).
un principio da ricordare Nel Libro degli Atti degli Apostoli 20:32-38 viene riportato l’incontro a Mileto dell’apostolo Paolo con gli anziani di Efeso. Cosciente di non aver più altre occasioni di poter incontrarli, l’apostolo rivolge parole profonde e paterne, a dimostrazione del suo affetto verso la fratellanza e per l’opera del Signore, affidandoli a “Dio e alla Parola della sua grazia…”. Con vivo desiderio rivolge un'ultima esortazione riguardo il loro servizio per il Signore, ricordando un principio importante, se non fondamentale, se si vuole essere certi di aver adempiuto la Sua divina volontà: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (v.35b). La sua attuale validità richiama l’attenzione di ogni figliolo di Dio desideroso di disporsi al servizio cristiano e a considerarne il valore dato dalla Scrittura. Dalle prime pagine del Libro di Dio è scritto che fin dalla creazione Dio non ha mai fatto mancare nulla alla Sua creatura. Ha sempre donato generosamente, dando tutto di Sé: dal giardino di Eden fino a Mosè sul monte Sinai, dal regno di Davide, un uomo dal cuore secondo Dio, fino alla venuta di Cristo in terra. Nel suo Vangelo Giovanni ci ricorda: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giov.3:16). Notiamo che il donare generoso di Dio nasce dal Suo cuore, dal Suo amore. La verità è che “chi ama dona”. Cristo Gesù nel Suo ministero terreno insegna il principio del dare secondo Dio “Dà a chiunque ti chiede; e a chi ti toglie il tuo, non glielo ridomandare” (Luca 6:30); “Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere?... E il re risponderà loro: In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me” (Matteo 25:35-37,40). Nel suo discorso l’apostolo non espone un punto di vista personale, ma esprime con chiarezza la volontà divina. “…Ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: Più felice cosa è il dare che il ricevere” (v.35).
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Ma l’insegnamento più toccante, il massimo valore al principio del dare, viene dato da Gesù quando offre la Sua vita, morendo alla croce, al, Golgota per redimerci dai nostri peccati. Paolo ricorda ai lettori delle Epistole questa gloriosa verità: “Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave” (Efe.5:2); “Gesú Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre” (Gal.1:4). La Parola del Signore ci ricorda che un principio, se è attuale, va pure praticato. L’apostolo Paolo riporta alla mente dei suoi fratelli un episodio sicuramente a loro noto dicendo: “In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando cosí, e ricordarsi delle parole del Signore Gesú, il quale disse egli stesso: Vi è piú gioia nel dare che nel ricevere” (v.35). La praticità del principio enunciato sta nella sua stessa dimostrazione, che vuole rispondere ad alcune domande: come dare, cosa dare e perché dare? Prima di tutto è importante dare con sentimento gradito a Dio, che possa soddisfarLo. Nella Scrittura in diverse occasioni leggiamo dell’amore di Dio, l’amore che lo Spirito Santo ha sparso nei nostri cuori, una forza motrice che spinge verso l’ubbidienza alla Sua parola. Applicando la parola di Dio, gli Efesini avrebbero soddisfatto il cuore del loro Padre celeste. L’apostolo Paolo, citando una qualità del donatore, ricorda che egli è colui che lo fa non per forza e neanche di mala voglia, ma con allegrezza (cfr.2 Cor.9:7). In secondo luogo Paolo ricorda che: “In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli”. Egli infatti ha dato l'esempio prendendosi cura di alcuni fratelli, caricandosi delle loro necessità. Il popolo del Signore offre generosamente tutto ciò che lo Spirito Santo mette in cuore di dare, proprio come Barnaba
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che mise a disposizione ciò che aveva per aiutare i credenti poveri di Gerusalemme (cfr.Atti 4:36,37). Ognuno di noi desidera prendersi cura dell’opera del Signore, della nostra comunità, perché il Regno di Dio si spanda e progredisca sempre più. Il principio del dare è uno dei metodi voluti da Dio per soddisfare i bisogni che si presentano inaspettatamente, come ricordò l’apostolo: “Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me” (v.34). Tutto questo, oltre che dare la gloria a Dio per la fede che i credenti esercitano, produce anche un grande beneficio, che è la gioia. “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”. Questo tipo di gioia è il sentimento che proviamo quando adempiamo nella nostra vita la volontà di Dio: questo modo di servire il Signore produce un meraviglioso stato di benessere nel cuore e nello spirito del credente. Diversamente avviene quando non facciamo quello che ci è stato chiesto di fare. Il dare produce maggior gioia del ricevere. Tutti quanti noi almeno una volta abbiamo realizzato gioia nel momento in cui abbiamo ricevuto. Ma nell’adempiere questo principio l’apostolo parla di maggior gioia, una gioia legata all’atto del donare. Infine la gioia che i credenti realizzano è una preziosa ricompensa donataci fin quando saremo in questa vita. Nella Bibbia questo tipo di gioia non figura come una delle realtà spirituali che porteremo in cielo come l’amore (cfr.I Cor.13:13); per questo, come figli di Dio, non vogliamo privarci di questa gioia tanto preziosa, ma vogliamo realizzarla affinché la gloria di tutto questo vada al nostro amato Salvatore Gesù Cristo. Vincenzo Calabrese
AFFIDARSI A DIO “Fermatevi, dice, e riconoscete che io sono Dio”
[SA L MO 46:10]
Sembra anacronistico, oggi, parlare di fermarsi, visto che tutti vanno di fretta. Se questo è vero per la vita di tutti i giorni, spesso nel tragitto verso la meta celeste il credente ha bisogno di fermarsi per riflettere e riconoscere che l’Eterno è Dio. Forsemquesta può sembrare una cosa scontata, in quando pensiamo che il credente non abbia bisogno di riconoscere Dio, perché già lo ha fatto. Ma dobbiamo riconoscere che anche il credente, spesso, è avvolto nel turbine perenne della fretta, e ha bisogno di riconoscere Dio sempre, e chi serve Dio ancora più degli altri. Quando la Scrittura ci invita a fermarci, evidentemente vuol dire che possono esserci momenti e circostanze nella vita in cui è possibile perdere di vista verso chi è rivolto veramente il nostro servizio. LA NECESSITÀ DI FERMARSI Questo invito viene direttamente da Dio “Fermatevi, Egli dice”. Fermiamoci per poter riflettere e valutare bene dove stiamo andando: verso quale direzione, e questa direzione è approvata da Dio? Come Lo stiamo seguendo? Lo stiamo servendo con il sentimento giusto? La necessità di fermarsi è opportuna per riacquistare serenità: nella famiglia, spesso trascurata a causa di altri impegni; nel rapporto con la fratellanza, forse non sempre sereno e tranquillo; nel servizio a Dio; nella vita di tutti i giorni. Fermarsi implica chiedere aiuto a Dio, cercando le Sue forze per poi ripartire con più vigore ed energia. Non è disonorevole fermarsi. È disonorevole andare avanti quando, invece, ci sarebbe bisogno di fermarsi. LA NECESSITÀ DI RICONOSCERE Dobbiamo riconoscere che non stiamo servendo un uomo o seguendo una religione, ma che siamo all'opera per il Creatore di ogni cosa! Bisogna riconoscere che è Dio che dà la forza e il vigore per il servizio. Senza di Lui, o senza la Sua approvazione, il servizio potrebbe diventare attivismo che non serve a nulla. LA NECESSITÀ DI SERVIRE DIO Ogni credente è chiamato a servire Dio con tutto se stesso e con tutte le proprie forze ed essere disponibile per Dio e la Sua opera. La comunità è il banco di prova dove il credente inizia i primi passi per un servizio accettevole a Dio. Servendo Dio, la chiesa e la società ogni credente si sente parte dell’opera meravigliosa del Signore, nella quale tutti possono, e sono chiamati, a dare il proprio contributo. Servire il Signore con tutto il cuore è la chiave che porterà la vera serenità, la vera tranquillità e la vera pace nel credente che sente, ogni giorno di più, la necessità di onorare Dio. Salvatore Ciofalo Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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Notizie dalle nostre Comunità TENDA DI EVANGELIZZAZIONE A FIANO ROMANO (RM) Siamo riconoscenti al Signore per la Sua benignità e per il privilegio che ci ha concesso di servirLo con gioia nella campagna evangelistica tenutasi a Fiano Romano dal 22 al 29 maggio. Sono state serate copiosamente benedette dal Signore con grande partecipazione sia dei fratelli della Chiesa di Fiano Romano, che di altre comunità. Il Signore ci ha parlato, esortato, benedetto, ha toccato i nostri cuori e guidato ogni cosa con il Suo Santo Spirito. “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori” (Salmo 127:1). Alcuni visitatori che hanno partecipato alle riunioni sotto la tenda, ravvivati dal messaggio la Parola di Dio, potente ancora a salvare, liberare, guarire e battezzadell’Evangelo, stanno frequentando con regolarità la nostra Comure, possa essere annunciata con costanza, con fedeltà e con amore. nità. Preghiamo il Signore che possa continuare a produrre dei frutti Paolo Tarantino alla Sua gloria e chiediamo le vostre preghiere affinché in queste zone
APERTURA NUOVO LOCALE DI CULTO A POPOLI (PE) Rendiamo noto alla fratellanza l’apertura di un nuovo locale di culto nel paese di Popoli (Pe), comune della provincia di Pescara. Sabato 12 e domenica 13 Giugno 2010 abbiamo dedicato al Signore questo locale con due culti che hanno visto una buona partecipazione anche dei credenti della chiesa di Montesilvano-Pescara. Preghiamo affinché la Parola di Dio predicata possa portare frutto alla gloria di Dio. Popoli, paese dell’entroterra abruzzese, si affaccia con altri paesi per lo più della provincia de L’Aquila nella Valle Peligna. La testimonianza pentecostale a Popoli risale agli anni ’50, ma con la migrazione di molti credenti all’estero il paese è rimasto per tanti anni privo di un luogo di culto aperto al pubblico. Con la comunità di Sulmona (Aq), missione della chiesa di Montesilvano-Pescara, abbiamo deciso di spostare il luogo per gli incontri a Popoli (Pe), posizionato al centro di tanti paesi dove risiedono famiglie di credenti: Torre dei Passeri (Pe), Alanno (Pe), Sulmona (Aq), Pratola Peligna (Aq), Roccacasale (Aq), Bussi (Aq), Scarafano (frazione di Capestrano – Aq), Vittorito (Aq) e Prezza (Aq). La testimonianza è stata portata a Raiano (Aq) e Pacentro (Aq). Il nostro desiderio è vedere l’opera crescere nella “Valle Peligna” secondo l’insegnamento della Parola di Dio. Altro motivo per dare gloria a Dio è la posizione del locale di culto, che finalmente, dopo anni di seminterrati, si trova sulla strada principale,
la Tiburtina Valeria, che da Popoli (Pe) va verso Sulmona (Aq). Pregate per queste zone una volta ricche di credenti, affinché Dio ci conceda di vedere nuove e reali conversioni a Gesù nostro Signore. L’entroterra abruzzese è tutt’oggi un campo di missione, la nostra preghiera è che il Signore ci conceda “operai nella messe” che lavorino con costanza e dedizione in piena comunione e collaborazione con la chiesa di Montesilvano – Pescara. L’indirizzo del nuovo locale di culto di Popoli è via Tiburtina Valeria snc (alla fine del paese di Popoli andando verso Sulmona sulla sinistra); le riunioni si tengono il mercoledì alle ore 19,00 e la domenica alle ore 10,30. Per qualsiasi informazione o se avete vostri cari o conoscete credenti nelle zone citate potete fare riferimento al sottoscritto: 347/8266739 – michele.venditti@libero.it Michele Venditti
EVANGELIZAZZIONE A CERIGNOLA - POSTANGELONI - SAN FERDINANDO E MANFREDONIA (FG) Siamo riconoscenti al Signore dell’opportunità e libertà che Dio ci ha concesso nel poter svolgere delle campagne di Evangelizzazioni nelle città di Cerignola, Cerignola Postangeloni, Borgo Tressanti, Borgo Mezzanone, San Ferdinando Di P. e Manfredonia. Nel mese di Maggio, tutti i mercoledì nelle varie piazze della città di Cerignola, in molti hanno ascoltato il messaggio dell’evangelo. Da Maggio a Settembre, con la collaborazione delle comunità di Postangeloni e Cerignola ci siamo ritrovati in molte piazze della città e anche in quest’occasione, sono stati in molti ad avere la possibilità di ascoltare il prezioso messaggio della grazia. A Giugno, insieme alle comunità elencate, ci siamo spostati tutti mercoledì e i venerdì nella zona di Postangeloni coprendo tutte le borgate vicine. Dio ci ha dato non solo la forza ma anche il coraggio di raggiungere delle zone molto difficili dove diversi ostacoli si sono presentati, ma il Signore ci ha aiutati, fortificati e sostenuti. Anche a San Ferdinando di Puglia il Signore ci ha dato grazia di raggiungere diverse piazze e annunciare il vangelo della Salvezza. 20 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - G e n n a i o 2 0 1 1
A Luglio nella piccola missione di Manfredonia (FG) abbiamo avuto la tenda. Sono stati con noi nelle varie serate molti fratelli della provincia e della Regione: Guerino Perugini, Fulvio Tarabella, Salvatore Notaristefano, Enzo De Fano, Nicola Caponio, Francesco Arnese, Angelo Rotundo. L’ultima settimana di Agosto e la prima di Settembre la tenda evangelistica è stata installata di nuovo nella città di Cerignola. La prima serata abbiamo avuto con noi il fratello Salvatore Chiaradia,e nelle sere a seguire i fratelli Enzo De Fano, Angelo Rotundo, Pasquale Puopolo, Salvatore Santoro. Anche quest’anno possiamo dire che Dio è stato molto buono, non solo per le opportunità che ci ha donato, ma soprattutto per il Suo insostituibile aiuto, senza il quale tutto sarebbe inutile e pesante. A Lui, che siede sul Suo trono, vogliamo dare tutta la gloria, l’onore, la magnificenza da ora e per sempre. Pregate per noi, affinché Dio ci sostenga in questo incarico affidatoci. Gianluca Lo Giudice
NOTIZIE DA PETRALIA SOTTANA (PA) Le Madonie, gruppo montuoso dell'Appennino siculo della catena settentrionale della Sicilia, ospitano 30 comuni palermitani e vengono suddivise, sulla base della loro posizione geografica, in Alte e Basse Madonie. Nel 1960 il messaggio dell’Evangelo raggiunse i paesi delle Alte Madonie grazie al fratello Pasqualino La Placa che nel 1962 si trasferì in Svizzera per lavoro. Il desiderio di divulgare la grazia di Dio animò il fratello Pietro Restivo, che con dedizione tenne delle campagne di evangelizzazione. Si formarono così i primi nove gruppi di credenti in diversi paesi della zona. Nel 1971 il fratello Restivo venne trasferito a Messina e il fratello Gaetano Di Pisa della comunità di Misilmeri (Pa) ne prese il testimone cominciando a servire il Signore in quelle zone insieme alla moglie e ai figli. Accolta la sua richiesta dal Consiglio Generale delle Chiese delle A.D.I, venne presentato alle comunità in presenza del fratello Vincenzo Federico. Negli anni il lavoro per il Signore in quelle zone fu ricompensato con la crescita del gruppo di Petralia Sottana. Così nel 1979 si acquistò il locale di culto nel centro della cittadina e il 15 Giugno 1980 viene celebrato un culto di ringraziamento al Signore con la dedicazione dello stesso, a cui parteciparono numerosi credenti provenienti da diverse località della Sicilia. Dal 1981 al 1993 venne installata una stazione di Radioevangelo, attraverso cui molti furono raggiunti nelle proprie case con la Parola di Dio. Sebbene molti credenti negli anni si siano trasferiti altrove per motivi di lavoro, il Signore nella Sua fedeltà ha continuato a benedire la Sua opera chiamando altri alla salvezza.
Dopo diversi anni di servizio, il fratello Gaetano Di Pisa si ritirò dalla carica ufficiale di pastore e il 10 Luglio 2010, in presenza di una commissione del Comitato di Zona Sicilia, il testimone passò al fratello Librizzi che si prese cura della comunità. Nella celebrazione del culto al Signore, il fratello Alfonso Faseli ha predicato la Parola di Dio meditando sul testo di Matteo 26:6-13. Il Signore ci ha esortato a compiere le buone opere, abbandonando ogni giorno quelle cattive, perché il profumo di Cristo possa spandersi ovunque. Il fratello Rodolfo Arata ha ricordato come anni addietro, insieme al fratello Restivo, aveva visitato le piccole comunità della zona. Il 17 Luglio si è celebrato un culto di Santa Cena, in cui il fratello Di Pisa ha presieduto per l’ultima volta. Per l’occasione un gruppo di giovani della comunità di Misilmeri sono venuti a trovarci e hanno cantato degli inni alla gloria di Dio. La predicazione della Parola di Dio è stata affidata al fratello Cristian Infantino, che ha meditato sulla vera Pasqua stabilita dal Signore, prendendo come testo Esodo 12:1-14 . Dopo aver preso insieme la cena del Signore, è stata elevata una preghiera di ringraziamento per il servizio fedele svolto in questi anni. Durante i quaranta anni di ministerio dei coniugi di Pisa e dei tantissimi collaboratori, le chiese delle Alte Madonie hannocontinuato a portare alta la bandiera dell’Evangelo. La preghiera è che Dio continui a benedire la Sua opera in queste zone e che altri possano disporsi a servire il Signore con tutto il cuore dovunque Egli voglia. Gaetano Di Pisa
DEDICAZIONE LOCALE A PRIZZI (PA) Con allegrezza e gratitudine al Signore desideriamo rendere partecipe la fratellanza della grande gioia che ha invaso tutta la chiesa di Prizzi (Pa), nel dedicare per la gloria del Signore, il giorno 19 settembre 2010, il nuovo locale di culto che si trova proprio all’ingresso principale del paese. Ringraziamo Dio con tutto il nostro cuore perché dopo diversi anni di impegno e lavoro ci ha dato grazia di poter realizzare il completamento dell’edificio. La testimonianza evangelica nel nostro paese è arrivata circa negli anni '30 attraverso un nostro fratello di nome Giorgio Cancellieri, prizzese che, emigrato in America in cerca di fortuna, dopo circa sette anni di lavoro rientrò a Prizzi. Quando andò in America, non conosceva Cristo, mentre quando ritornò a Prizzi aveva fatto l’esperienza della salvezza, e appena arrivò
parlò del Cristo vivente a sua moglie e ai suoi figli e continuò ad essere un ardente testimone nel paese, cosi apri la sua casa per ricevere i simpatizzanti e celebrare il culto a Dio. Non aveva cultura, ma aveva un messaggio forte, semplice,autorevole e potente; il paese di Prizzi fu scosso, Dio lo benedisse grandemente, l’evangelo si diffondeva e anime si convertirono al Signore. Nessuna cosa ha ostacolato il fuoco dell’amore di Dio che ardeva nei cuori, nonostante che quei tempi fossero oscuri per la chiesa di Prizzi a motivo della persecuzione subita dai credenti sia da parte del fascismo che da parte del clero Cattolico, ma Dio benediceva grandemente accompagnando la Sua Parola con segni prodigi e miracoli. La comunità cresceva e i fratelli hanno preso diversi locali in affitto per raccogliersi insieme, finché nel 1957 Dio diede grazia di acquistare un locale più grande (ex cinema) che col passare del tempo è diventato troppo angusto e poco adeguato alle nuove esigenze della comunità locale, che ancora oggi Dio sta benedicendo grandemente con salvezze genuine e un glorioso movimento di Spirito Santo. Per l’occasione è stato nostro ospite il fratello Felice Antonio Loria, Presidente e legale rappresentante delle Assemblee di Dio in Italia, che Dio ha usato efficacemente con il consiglio della Parola, e molti sono stati i cuori toccati dallo Spirito Santo. È stato un giorno di festa per i credenti locali, i volti erano raggianti, il locale era gremito; hanno partecipato in molti dalle comunità dei paesi vicini sia dalla provincia di Palermo sia da quella di Agrigento; hanno partecipato anche molti prizzesi comprese le Autorità Civili e Militari. Il Signore ci ha onorato grandemente con la Sua presenza e non ha fatto mancare la Sua benignità in nostro favore. Siamo grati a Dio per la Sua bonta, la Sua misericordia e per l’opera che sta continuando a portare avanti in questo paese. Nunzio Siragusa Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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Notizie dalle nostre Comunità BATTESIMI A CISTERNA DI LATINA (RM) Il 23 ottobre 2010 è stato un giorno di grande gioia e benedizioni spirituali per la comunità di Cisterna di Latina (LT). Alla presenza di circa 200 persone, quattordici nuovi credenti sono scesi nelle acque battesimali in ubbidienza al comando del Signore. La commozione era chiaramente dipinta sul volto di tutti i presenti, mentre i neofiti, in gran parte giovani, rendevano la loro pubblica testimonianza di fede. La riunione concludeva una serie di tre culti di evangelizzazione tenuti nel capiente auditorium di una scuola media della città. Lo strumento che Dio ha usato per l’annuncio della Sua Parola, è stato il fratello Ken Acheson, missionario scozzese delle Assemblee di Dio di Gran Bretagna. La Parola di Dio è stata proclamata con unzione e potenza dall’Alto e tanti hanno risposto con fede all’appello dell’Evangelo. In particolare, il testo biblico meditato nel corso del servizio battesimale è stato tratto dall’epistola ai Romani 6:3-7: la nuova creatura in Cristo scopre ben presto che la grazia di Dio non solo libera dal peccato, ma apre la via alle infinite risorse
di Dio per una vita cristiana perseverante e vittoriosa. Profondamente grati a Dio per le grandi cose che Egli compie, siamo certi che Egli continuerà a benedire la Sua opera e a chiamare anime a ravvedimento. “Grazie a te solo, noi possiamo lodare il tuo nome” (Isaia 26:13). Eliseo Fragnito
BATTESIMI A PIOPPO (PA) “Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati” (Atti 2:47). Con le nostre notizie vogliamo rallegrare la fratellanza. Il nostro è un piccolo paese, ma con un grande Dio all’opera. Anche quest’anno, nel mese di giugno abbiamo istallato la tenda di evangelizzazione. Sono state serate di gloriose benedizioni dove agli appelli di salvezza venivano avanti tanti giovani e altre anime, che già da prima avevano espresso il desiderio di accettare Gesù, cosi abbiamo fatto i battesimi. Il 24 ottobre abbiamo avuto tre generazioni di neofiti: adolescenti, giovani e anziani tra cui una sorella di 75 anni. Hanno testimoniato della loro scelta di diventare figlioli di Dio sette anime preziose che si sono aggiunte non solo alla nostra comunità ma al numero dei salvati per grazia che un giorno insieme alla Chiesa Universale faranno festa alle nozze dell’Agnello. Domenico Cilio
BATTESIMI A CATANIA, VIA SUSANNA Desideriamo rendervi partecipi che domenica 10 ottobre u.s. il Signore ci dato la gioia di vedere 25 neofiti, di cui 23 della comunità di Catania, Via Susanna, e 2 della comunità di Motta S. Anastasia (CT), testimoniare della loro fede scendendo nelle acque battesimali. Ci siamo rallegrati di vedere tra i neofiti in particolare diversi giovani che hanno fatto patto con il Signore. Erano presenti per l’evento diversi amici e parenti, che hanno partecipato al culto con interesse e ascoltato per la prima volta il messaggio dell’Evangelo. Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di ospitare il fratello Giovanni Villari, pastore delle comunità di Siracusa e Priolo, il quale è stato uno 22 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - G e n n a i o 2 0 1 1
strumento di benedizione nel ministrarci la Parola di Dio, sia per il culto all’aperto di domenica mattina sul lido catanese e sia per il culto di domenica sera, in cui si è celebrata la Cena del Signore. Per tutto questo vogliamo ringraziare il Signore per le continue benedizioni che largisce sull’Opera Sua e per le anime che vengono a Gesù Cristo, Paolo Lombardo il Salvatore.
OSTIA LIDO (RM) BATTESIMI Con gioia comunichiamo che domenica 24 ottobre 2010, Dio ci ha rallegrati dandoci di vedere 4 neofiti (2 fratelli e 2 sorelle) scendere nelle acque battesimali per confessare pubblicamente la loro fede in Cristo Gesù quale personale Salvatore. Tre di loro erano giovani e questo è consolante in quanto testimonia che, nonostante la situazione in cui versa la società odierna, Dio è potente nel raggiungere i giovani cuori con la Sua grazia in Cristo Gesù. Per l’occasione abbiamo goduto del ministerio del fratello Terry Peretti, che è stato di consolazione porgendoci il consiglio della Parola. Dopo la riunione di culto moltissimi credenti e visitatori si sono trattenuti per un'agape, godendo della comunione fraterna. È stata davvero una bella festa, nel Signore! Dio continui a proteggere la Sua Chiesa e a mantenerci
tutti fedeli all’Evangelo della Grazia fino al ritorno del Suo Figliolo. A Dio la gloria. Sebastiano Bozzon
INCONTRO PROVINCIALE A CERIGNOLA (FG) Con gioia e ringraziamento al Signore sabato 6 novembre 2010 nella sala consiliare di Cerignola si è tenuto l’incontro provinciale di Foggia. Il Signore non ha mancato di elargire le Sue grandi benedizioni. Per l’occasione è stato con noi il fratello Eliseo Fragnito, pastore nelle comunità di Cisterna di Latina (LT) e Latina (LT) e segretario dell’Italia Centrale. Nel pomeriggio durante lo Studio Biblico il Signore ha parlato ai cuori di quanti eravamo presenti: pastori, consiglieri e coloro che sono impegnati nelle scuole domenicali. Il tema dello studio, intitolato “Servitori” e tratto da 1 Corinzi 3:1-9, hamesso in evidenza il riconoscimento del nostro ruolo, l’importanza di dare a Dio tutta la gloria, evitando l’incoronamento del proprio io, rispettandosi gli uni e gli altri essendo dei collaboratori, senza dimenticare gli obbiettivi del servizio con alacrità e interesse, ritenendo la propria dignità. I cuori
dei presenti sono stati riempiti della Parola del Signore. Il tema ha toccato e coinvolto non solo la nostra mente ma i nostri sentimenti più profondi. Dopo una breve pausa, ha avuto inizio il nostro culto. La sala consiliare era piena di credenti e amici, e il Signore ha usato il fratello Fragnito per portare l’attenzione dei presenti nel libro del Cantico dei Cantici 8:6-7 e in particolare sull’amore di Cristo per la Sua Chiesa, e l’amore della Chiesa per Cristo, che è un amore inacquistabile, inestimabile, invendibile. Ancora una volta abbiamo realizzato che Dio ci ama di un amore Eterno e che è altresì importante che la chiesa sia fedele nel mostrare amore per Lui. Benedetti da questo incontro ci siamo salutati con l’amore di Dio, rinnovando e ricordando quanto è importante condividere la comunione fraterna simbolo dell’unità con Cristo Gesù il Signore, Capo della Chiesa. Gianluca Lo Giudice
NOTIZIE DA PESCARA E CHIETI Lodiamo Dio per come sta portando avanti l’opera Sua in queste due città abbruzzesi. Sabato 5 giugno nella piscina dello stabilimento balneare “Palm Beach” è stato celebrato un servizio battesimale nel quale quattro neofiti hanno suggellato la loro testimonianza di fede e di ubbidienza. Oltre a loro un'altra coppia novantenne, per motivi di salute, si è dovuta accontentare della propria vasca da bagno, ma con lo stesso entusiasmo e con la stessa fede. In totale sei anime si sono aggiunte al numero dei riscattati. Che Dio, per lo Spirito Santo, dia loro la forza di preseverare fino all’ultimo respiro della loro esistenza terrena. Per l’occasione, il pastore Maurizio Morandi ha predicato sul tema dell’altruismo di Dio. Domenica 7 novembre, nel locale della
chiesa di Chieti, altre quattro anime hanno testimoniato della loro fede nel Salvatore Gesù Cristo attraverso il battesimo. La loro gioia era evidente e le loro testimonianze infuocate dell’amore di Dio. Ancora oggi ci sono altri in attesa di essere battezzati al prossimo servizio. Molte buone iniziative sono state prese dalla nostra comunità, tra cui visite ai detenuti in ben cinque istituti abruzzesi e sabato 4 dicembre un programma evangelistico all’interno della Casa Circondariale di Vasto. Vi chiediamo di pregare per noi, affinché forza e guida ci vengano da Dio per lo Spirito Santo. Mosè Ciccone
BATTESIMI A TRINITAPOLI (BT) Con gioia comunichiamo alla fratellanza che domenica 14 novembre 2010 abbiamo celebrato un culto battesimale nella comunità di Trinitapoli (BT). Una giovane credente ha confessato pubblicamente la sua fede in Gesù Cristo e testimoniato di volerLo servire. Il Signore ci ha colmati di copiose benedizioni attraverso il messaggio della Sua Parola, tratto dal libro degli Atti degli Apostoli 2:37-39 “…E dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?» E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo…
Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà»”. Per questa felice occasione erano presenti i genitori e le sorelle, mentre il locale di culto era occupato in ogni ordine di posto, anche per la partecipazione di credenti delle comunità di Cerignola e paesi vicini. Preghiamo il Signore che ci faccia crescere non solo in numero, ma anche in maturità cristiana. A Dio sia la gloria. Salvatore Santoro Risveglio Pentecostale - Gennaio 2011
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appuntamenti INCONTRO PASTORALE PROVINCIALE BARI Sabato 15 gennaio 2011, a Bari, presso il locale di culto di Via Giovacchini, si terrà alle ore 16 l'Incontro Pastorale Provinciale delle chiese della provincia di Bari.
RIUNIONE PASTORALE E CONSIGLI DI CHIESA NORD-OVEST Sabato 15 gennaio 2011, a Torino-Via Spalato, si terrà una riunione per pastori e consigli di chiesa della zona Italia Nord Ovest.
CONVEGNO AMMINISTRATIVO ZONA ITALIA CENTRALE E SARDEGNA Sabato 29 gennaio 2011, a Roma-Finocchio, si terrà il Convegno Pastorale Amministrativo della zona Italia Centrale e Sardegna.
INCONTRO PROVINCIALE PASTORI E COLLABORATORI BRINDISI E LECCE INCONTRO PROVINCIALE TARANTO Sabato 22 gennaio 2011, ad Ugento (LE), alle Sabato 15 gennaio 2011 si terrà a Massafra ore 17.30, si terrà un Incontro dei pastori e (TA) un Incontro delle chiese della provincia collaboratori delle chiese delle province di di Taranto. Ospite il pastore Giovanni Villari. Brindisi e Lecce. Predicatore il pastore Antonio Panzetta. CONVEGNO AMMINISTRATIVO ZONA CALABRIA INCONTRO INTERPROVINCIALE PASTORI Sabato 15 gennaio 2011, a Crotone, si terrà il E COLLABORATORI MATERA E POTENZA Convegno Pastorale Amministrativo della Lunedì 24 gennaio 2011, a Matera in Via San zona Calabria. Pardo 50/bis, alle ore 19, si terrà l'Incontro Interprovinciale per pastori e collaboratori delle province di Matera e Potenza.
INCONTRO PASTORALE PROVINCIALE BARI Sabato 5 febbraio 2011, a Barletta (BA), si terrà alle ore 16 l'Incontro Pastorale Provinciale delle chiese della provincia di Bari. INCONTRO PROVINCIALE FOGGIA Sabato 5 febbraio 2011, alle ore 19, si terrà un incontro provinciale delle chiese della provincia di Foggia a Lucera (FG). Predicatore al culto serale sarà il pastore Mario Cataldo.
Disponibile l'edizione digitale per non vedenti e per ipovedenti di questo numero di
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