Risveglio Pentecostale - Anno LXIV - numero 7/8 - Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
Risveglio luglio/agosto 2010
“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)
P E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
“Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno; e non più la luna t’illuminerà con il suo chiarore; ma il Signore sarà la tua luce perenne, il tuo Dio sarà la tua gloria” [Isaia 60:19 ]
L’uomo che
Risveglio P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Vice Presidente: Vincenzo Specchi Segretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo Presidente emerito: Francesco Toppi Consiglieri onorari: Germano Giuliani, Francesco Rauti
Eli visse in un periodo storico molto difficile per il popolo d’Israe le: Giosuè era morto, così come tutta la generazione che con lui era entra ta nella terra promessa: “…Poi, dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele. I figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono gli idoli di Baal; abbandonarono il Signore, il Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal
Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Tel. 049.605127 fax 049.612565 e mail: adi.veneto@tin.it www.assembleedidio.org Versamenti sul c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Registrazione n.1688 del 1.3.2000 Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chie se Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In con formità alla Legge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei dati perso nali, la Redazione di Risveglio Penteco stale garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati perso nali sono custoditi in un archivio elet tronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile Risveglio Pentecostale. Gli articoli fir mati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pente costale - Cristiani Oggi: Vincenzo Spec chi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione. 2
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paese d’Egitto, e andarono dietro ad altri dèi, fra gli dèi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono davanti a essi e provocarono l’ira del Signore; abbandonarono il Signore e servirono Baal e gli idoli di Astarte” (Giud.2:10-13). Eli occupava un posto di gran de responsabilità: era sacerdote dell’Eterno e Giudice d’Israele. Il suo nome significa “elevato”, ma il nome che portava non corri spondeva al suo carattere: era un uomo indeciso, indolente e apatico. La Scrittura ce lo presenta sempre seduto su una sedia mentre osserva con distacco tutto quello che acca de attorno a lui. “Il sacerdote Eli stava in quell’ora seduto sulla sua sedia all’entrata del tempio del Signore” (I Sam.1:9). A causa di questa sua posizione: divenne insensibile Il suo atteggiamento fisico eviden zia la sua triste condizione spiritua le, che lo porta a mostrare profonda insensibilità verso coloro che si tro
e visse e morì seduto (1 Samuele 1:1-18)
vano nella sofferenza e che avreb bero bisogno, da lui, di una paro la di incoraggiamento. Lo vediamo “seduto sulla sua sedia all’entrata del tempio del Signore” (v.9), intento a riposarsi e a osservare con distacco quanti en trano nel tempio per pregare. Quel giorno rimase seduto mentre Anna stava invocando il Signore affinché le facesse grazia di poter avere un figlio. La lunghezza della preghiera di Anna evidentemente incurio sì o forse disturbò Eli, che decise di entrare nel Tempio per control lare. “La sua preghiera davanti al Signore si prolungava, ed Eli osservava la bocca di lei” (v.12). Di fronte a quella scena qual siasi cuore ripieno della grazia e dell’amore di Dio si sarebbe com mosso, ma il cuore di Eli era di ventato duro e insensibile a tal punto che, anziché dare conforto a quella povera donna, la redarguì senza pietà: “Quanto durerà questa tua ubriachezza?”
in questo numero
re senza intervenire quando il Suo nome viene disonorato. Eli, ormai insensibile alla voce di Dio, non riconobbe la malvagi tà del proprio operare. Dio mandò un Suo servitore ad avvertirlo: “Come mai onori i tuoi figli più di me…?” (1 Sam.2:29). Dio mise Eli di fronte alle proprie responsabilità, offrendogli l’oppor tunità di ravvedersi e di assumer si le responsabilità che gli compe tevano. Ma il cuore di Eli, ormai, era diventato come pietra refratta ria che il fuoco non può scalfire. Come conseguenza della sua im mobilità, Eli perdette il senso del peccato e dell’importanza del ser vizio che doveva rendere a Dio. Il suo cuore non recepì alcuno sti molo, nemmeno per un innato istinto di amor proprio, quando Dio, anziché fare udire la Sua vo ce a lui, chiamò il piccolo Samue divenne duro e indifferente a le! Il Signore ci aiuti a non lascia ogni stimolo re che il nostro cuore si raffreddi, Come è vero che Dio onora quelli che Lo onorano è altresì ve ma a tenere vivo, ardente il nostro ro che Dio non rimane a guarda amore per Lui e l’opera Sua! perse la sua autorità Eli perse lentamente autorità an che in famiglia proprio per la sua indolenza. “I figli di Eli erano uomini scellerati; non conoscevano il Signore” (1 Sam.2:12) “Il peccato di quei giovani era dunque grandissimo agli occhi del Signore, perché disprezzavano le offerte fatte al Signore” (v.17). L’uomo che era duro con tut ti usava per i propri figli un altro metro, un’altra misura: “Eli… udì tutto quello che i suoi figli facevano… disse loro: Perché fate queste cose?” Eli, che non aveva voluto esercitare il controllo del proprio cuore, ravvedendosi dalle attitudi ni sbagliate, perse anche il rispet to dei figli che non solo non gli diedero ascolto, ma disonorarono Dio con il proprio comportamen to.
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L’UOMO CHE VISSE E MORÌ SEDUTO Vincenzo Specchi ..............................pag.2-4
IL BATTESIMO IN ACQUA Wayne Benson ...................................pag.5-6
RISPOSTE DELLA BIBBIA Carmelo Fiscelli .............................. pag.8-10
IL PREZZO DELLA PACE Francesco Davide Scianna..............pag.14-15 NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ.................................. pag.16-23 APPUNTAMENTI . ........................... pag.24
AMICIZIA Salvatore Esposito .............................pag.7-9
VIA DA VOI OGNI AMAREZZA Angelo Gargano............................. pag.11-13
Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org
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divenne apatico e rassegnato al suo infausto destino L’epilogo della vita di Eli non differisce da quanto fatto per una vita intera: divenne ansio so e, pur sapendo che tutto sa rebbe andato di male in peggio, non si ravvide né fece nulla per cambiare le cose; rimase seduto sulla sua sedia, come sempre. Trascurò di adempiere alle proprie responsabilità come ser vo di Dio, come padre, come guida del popolo, rassegnato a un destino che, nella sua indo lenza, riteneva immutabile. Il popolo d’Israele, senza una guida, pensò che la presenza dell’Arca di Dio lo avrebbe por tato alla vittoria, ma non consi derò che non la si poteva usa re come un talismano, come un portafortuna, così migliaia di israeliti rimasero uccisi nella battaglia: “L’arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Ofni e Fienas, morirono” (1 Sam.4:11). Mentre il popolo d’Israele combatteva, Eli, colui che dove va essere a capo del suo popolo durante la battaglia, dov’era? “Eli stava sull’orlo della strada seduto sulla sua sedia, aspettando ansiosamente, perché gli tremava il cuore per l’arca di Dio”: non era con l’Arca di Dio, ma si preoccupava per essa, non era con i suoi figli, ma era in ansia per loro. Eli era un uomo scon fitto ancora prima dell’esito di quella battaglia. La sua vita era arrivata al ca polinea e fu “disarcionato dalla sua sedia”: “L’arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Ofni e Fineas, morirono. Un uomo di Beniamino, fuggito dal campo di battaglia, arrivò di corsa a Silo quel medesimo giorno, con le vesti stracciate e la testa coperta di terra. Quando giunse, Eli stava sull’orlo della strada seduto sulla sua sedia, aspettando an4
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siosamente, perché gli tremava il cuore per l’arca di Dio. Appena quell’uomo entrò nella città portando la notizia, un grido si alzò da tutta la città. Eli, udendo le grida, disse: “Che significa questo tumulto?” E quell’uomo corse a portare la notizia a Eli. Eli aveva novantotto anni; la vista gli si era indebolita, cosí che non poteva vedere. Quell’uomo disse a Eli: “Sono io che vengo dal campo di battaglia, e che ne sono fuggito oggi”. Ed Eli disse: “Come sono andate le cose, figlio mio?” E colui che portava la notizia rispose: “Israele è fuggito davanti ai Filistei; vi è stata una grande strage fra il popolo; anche i tuoi due figli, Ofni e Fineas, sono morti e l’arca di Dio è stata presa”. Appena udí menzionare l’arca di Dio, Eli cadde dalla sua sedia all’indietro, accanto alla porta; si ruppe la nuca e morí, perché era un uomo vecchio e pesante. Era stato giudice d’Israele per quarant’anni” (I Sam.4:11-14). La figura di Eli rimane per noi un modello negativo da non imitare. La sua storia è un monito per tutti i credenti, affinchè possia mo adoperarci per adempiere al mandato che Dio ci ha dato e affinchè possiamo servirLo con cuore integro, facendo della vo lontà di Dio lo scopo primario della nostra vita. Ciascun credente nato di nuo vo non è stato chiamato a sal vezza per “scaldare una sedia” come Eli, ma per svolgere ap pieno, per la Gloria di Dio e per il bene del Suo popolo, l’opera alla quale noi tutti siamo chia mati, secondo i talenti che ab biamo da Lui ricevuto e di cui un giorno saremo chiamati a rendere conto. Enzo Specchi
a u q c a n i o Il battesim Camminare in Novità di Vita
Il battesimo in acqua è la pubblica dimostrazione di quan to è accaduto nel cuore del credente. È testimonianza di fede e atto di ubbidienza conseguente alla propria dichiarazione di appartenenza a Cristo Gesù. Il giorno di Pentecoste Pietro invitò: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38), e tremila convertiti furono battezzati quel gior no (v.41). Leggiamo nel Libro degli Atti degli Apostoli che, quanti si convertirono vennero battezzati: i Samaritani (8:12), l’eunuco Etiope (8:38), l’apostolo Paolo (9:18), Cornelio e la sua famiglia (10:47-48), Lidia e quelli di casa sua (16:15), il carceriere di Filippi con la sua famiglia (16:33) e i discepoli di Efeso (19:5). Non c’è nella Scrittura l’indicazione di uno specifico perio do di tempo che preceda il battesimo in acqua, proposto fin dai primi passi della vita cristiana. L’Etiope fu battezzato im mediatamente appena giunto nel luogo ove c’era dell’acqua; Paolo fu battezzato da Anania poche ore dopo la conver sione; Cornelio e i suoi amici furono battezzati nello stesso giorno in cui erano venuti al Signore e il carceriere di Filippi “subito fu battezzato con i suoi” (16:33). Come quando qual cuno muore viene preparato per la sepoltura, così chiunque si converte e muore al peccato è pronto a seppellire la vec chia vita. Il battesimo testimonia pubblicamente che il credente ha già iniziato a camminare “in novità di vita” (Rom.6:4). La Parola di Dio indica alcune verità associate al battesimo in acqua • il battesimo è vitale perché comporta il sottomettersi al comandamento dato dal Signore Gesù. Prima di ascende al cielo, Egli disse ai Suoi discepoli: “An-
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Camminare in Novità di Vita date dunque e fate miei discepoli tuti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” E aggiunse “Insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Mat-28:19-20) • il battesimo testimonia della nuova vita “Se dunque uno è in Cristo egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Cor.5:17). Dà pubblica testimonianza della propria identifi cazione con Cristo, con la Sua morte, sepoltura, risurrezione (Rom.6:3-13, Gal.2:20; 3:27; Efe.2:5-6, Col.2:12; 3:14). Il “vecchio uomo” è simbolicamen te morto e sepolto. Il battesimo pro clama il messaggio dell’Evangelo atte stando il perdono e la cancellazione del peccato
sancisce pubblicamente il desiderio di vivere per Cristo, impegnando così il neofita a una meravigliosa ragione di vita • il battesimo è atto di obbedienza verso Colui che è il Signore e Salvatore. L’obbedienza a Gesù è la prima lezione che ogni cristiano deve imparare. Le benedizioni di Dio deri vano dall’ascoltare e mettere in pratica la Sua volontà! Pietro annunciò que sta promessa: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà” (Atti 2:38-39).
Ogni credente impari da Gesù che, avvicinandosi a Giovanni Battista per ricevere il battesimo, disse: “Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia” (Mat.3:15). Gesù fu battezzato per es sere di esempio a chiunque crede in Lui. Ogni cuore salvato sia battezzato in acqua, in obbedienza a Gesù. “E ora, perché indugi? Alzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome” (Atti 22:16). • il battesimo indica la serietà Grandi sono i benefici nel fare la del proponimento di seguire Gesù. volontà di Dio e crescere ogni giorno È la testimonianza del proprio impe gno. Il battesimo annuncia che siamo di più “nella grazia e nella conoscensalvati, che siamo già “nati di nuovo”, za del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2 Pie.3:18). morti al peccato, che viviamo in Lui, Wayne Benson e ora siamo liberi di camminare “in novità di vita” (Rom.6:4). È l’atto che • il battesimo annuncia la fedeltà a Cristo, ponendo noi stessi dalla parte di Dio (Mat.12:30). I Giudei che si convertivano all’Evangelo già crede vano al Padre e allo Spirito di Dio, ma non a Gesù quale Figlio di Dio. Do po la loro conversione, sono venuti al la conoscenza di tutte le Persone del la trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (Mat.28:19).
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A micizia Il periodo estivo generalmente offre la possibilità di iniziare nuove relazioni amichevoli e la fascia d’età più coinvolta è sicuramente quella adolescenziale. Proprio quest’ultima può essere definita come il “medioevo” della vita, ossia l’età di mezzo dell’esistenza che segna il passaggio dalla fanciullez za all’età adulta; dalle cure affettuose del nido familiare si giunge pro gressivamente, e non senza difficoltà, all’inserimento nella società. In questo contesto l’amicizia è elemento caratterizzante, poiché il con fronto con i “pari” è d’obbligo. Un riferimento alla natura dell’amicizia è d’obbligo per comprendere che cos’è, ciò che le appartiene necessariamente e non in modo acciden tale. L’amicizia è un sentimento affettuoso, basato su stima, fiducia e rispet to vicendevoli, che lega tra loro due o più persone. Riferendoci alla Bibbia apprendiamo che essa non ipotizza ma affer ma la sua realtà, dunque bisogna prenderne atto esaminando la propria posizione: “L’amico ama in ogni tempo; è nato per essere un fratello nella sventura” (Proverbi 17:17). “L’amico ama…”, iniziamo volutamente da questa parola fondante del cristianesimo: amore. Dio non chiama al successo mondano, né al potere, né alla prosperità economica, ma alla carità. “Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro” (Giovanni 17:25-26). Quindi, in ogni tempo, il piano divino contempla la chiamata a servire gli altri con affetto sincero. È vocazione alla sostanza, non all’apparenza: “è nato per essere” (cfr. 2 Timoteo 3:5). Oggi ci si preoccupa di avere una lista di contatti virtuali piuttosto lunga, mentre un antico proverbio esortava alla qualità dei rapporti non alla quantità, ammonendo: “Chi ha molti amici può esserne sopraffatto, ma c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (Proverbi 18:24). Famiglia, scuola e gruppo dei pari rappresentano generalmente gli ambiti con cui quotidianamente ci si rapporta; ad essi tuttavia, si deve aggiungere la Chiesa. Questi sono gli “spazi” in cui si misura se stessi e da cui provengono richieste che bisogna essere in grado di coordinare. In modo più sintetico la Scrittura presenta due contesti, antitetici, nei quali si stabiliscono quotidianamente relazioni interpersonali amichevoli.
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Chi dunque vuol essere amico del mondo, ossia chi vuol amare il mondo, si costituisce nemico di Dio. L’aberrante contesto che fa da sfondo alla dichiarazione di Giacomo è la ricerca del piacere, non del bene (Giacomo 4:13). Il Nuovo Testamento stabilisce una differenza fra i diversi usi del termine “mondo”: il cosmo (Ebrei 11:3); la terra abitata (Matteo 24:14); la società pecca trice e malvagia (Efesini 2:2); un’epoca, periodo di tempo, secolo (Matteo 24:3); l’altro mondo (Luca 20:35). Giacomo denota quindi la società pec catrice e malvagia con cui non è consen tito instaurare amicizie. Quali i motivi di un tale divieto? Alcuni si possono rilevare in ciò che Paolo scrisse al giovane Timoteo ammo nendo così “Allontanati” (2 Timoteo 3:18). Nel libro della Genesi, nei capitoli 2 e 3, emerge il proposito divino di stabilire un’intima relazione con l’uomo e con la donna; fondamento di questa amicizia è la libertà di compiere senza impedimenti le proprie scelte. Più tardi “Abramo… fu chiamato amico di Dio” (lettera di Giacomo 2:22,23). Il segreto di tale amicizia è da ricerca re nella sua vita di fede. “Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio” (Ebrei 11:8-10). Soprattutto l’amicizia è stato un valore presente nell’insegnamento del Maestro a proposito della gioia degli “amici dello sposo” (Matteo 9:15, Marco 2:19, Giovanni 3:29); quindi delle reali possibilità in una relazione informale che scavalca qualsiasi convenzione (Luca 11:5-8); e
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della stessa missione cristiana al punto da essere Lui stesso definito “amico dei pubblicani” (Matteo 11:19, Luca 7:34). I Vangeli riportano le requisitorie dei religiosi contemporanei di Cristo che Lo accusavano di familiarizzare troppo coi peccatori, dei quali, tuttavia, Gesù non ap provava la condotta disordinata, ma chde condusse alla conoscenza e alla salvezza. “Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza” (Ebrei 9:28). Cristo non insegnò una separazione fisi ca dal mondo, bensì spirituale. La pratica del monachesimo è avulsa dalla Sacra Scrittura (Giovanni 17:15, Luca 16:9). Cornelio pure portò i suoi amici al Si gnore (Atti 10:24). Qual è la condizione? Conoscere e amare la Parola: “Voi siete miei amici, se fate le cose che vi comando” (Vangelo di Giovanni 15:14). Prendiamo in considerazione la possi bilità di stringere la più importante delle amicizie, ossia quella con Cristo. Il libro dei Proverbi ci incoraggia a ri cercarla in modo prioritario. “L’amico ama in ogni tempo; è nato per essere un fratello nella sventura” (17:17); “Chi ha molti amici può esserne sopraffatto, ma c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (18:24). Essa porterà alla nostra vita dei grandi vantaggi: liberazione dalla paura: “Ma a voi che siete miei amici, io dico: Non temete coloro che uccidono il corpo, e che dopo ciò, non possono far nulla di più” (Luca 12:4); dono del vero amore: “Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici” (Giovanni 15:13); emancipazione: “Io non vi chiamo più servi; perché il servo non sa quel che fa il suo signore; ma voi vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio” (Giovanni 15:15). Salvatore Esposito
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Bibbia r ispo
ste d ell a
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Dopo aver illustrato l’opera storico di grande spessore, ma della Grazia in Cristo, che san unicamente al fatto che furono il primo “popolo del libro”! tifica completamente l’uomo, I Giudei ebbero per primi il iniziando dall’interiore e mani festandosi anche nell’esteriore, privilegio di ricevere la Parola l’apostolo Paolo confuta delle di Dio, perché a loro furono affidati i Suoi oracoli. Sebbene perplessità, che potrebbero nell’ottica della salvezza valga sorgere nella mente dei suoi unicamente la fede nell’opera uditori. Se il giudeo e il gen della Grazia, conoscere gli in tile sono sullo stesso piano segnamenti della Parola di Dio agli occhi di Dio, nascere nel concede un grande vantaggio popolo di Israele non è forse inutile e persino dannoso, da rispetto a chi non l’ha mai udi ta. to che si è più responsabili a L’istruzione biblica è prezio motivo della legge? sa. “Figliuol mio, se ricevi le Andando avanti con simili mie parole e serbi con cura i conclusioni si arriverebbe a miei comandamenti, prestangiustificare la condotta mal do orecchio alla sapienza e vagia… “facciamo il male inclinando il cuore all’intelliaffinché ne venga il bene” genza; sì, se chiami il discer(Rom.3:8). nimento e rivolgi la tua voce L’Apostolo, nella guida e all’intelligenza, se la cerchi nella luce dello Spirito Santo, come l’argento e ti dai a scarisponde ad alcune probabili obiezioni con la sapienza, che varla come un tesoro, allora intenderai il timor dell’Eterno, gli viene dal Signore. “Qual è dunque il vantaggio e troverai la conoscenza di Dio” (Prov.2:1-5). del Giudeo?… prima di tutto, La Parola guida al timore di perché a loro furono affidati Dio e alla vita santa. gli oracoli di Dio” (Rom.3:1). Come la speranza del rac Questo vantaggio non fu do colto è legata al seme, che vuto alla discendenza da an viene sparso nei solchi della tenati illustri o ad un passato
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tto raggiungere la fa ra co an la ro della Pa Dio si terra, così l’ascolto za della eta divina a Israele, esse? m an om di Dio offre la sper rimangerà le Sue pr de fe in li salvezza. Diventerà Eg udire la so che io ez pr o er vv da È La Scrittura replica ? le to es qu in hé Egli Parola di Dio, perc a i Suoi “Se siamo infedeli, non fid af e rc or modo il Sign mane fedele, pe hé ” (II ri ed o, m uo ll’ so es oracoli al cuore de everla af può rinnegare Sé st ric n no e è meglio ch Tim.2:13). dele e . fatto Dio resta sempre fe non i nt ta re da mo Potremmo ricor l’incredulità dell’uo oi pia e cr e ar nt ve Su i di e di che, prima Gli fa stravolger n co o at ip ec rt pa denti, avevano i spirituali, ni. ù espose la parabola distacco alle riunion Signore ha Ges il ò ale gli ci te an st no no a m delle nozze, alla qu arono la ro Pa a Su lla ti pens sparso il seme de poi scortesi invitaipare più. Il re, te an in rm te de i, or in quei cu di non partec . Udire la za e celeste, ez lv sa ro lo la r pe che raffigura il Padr , ma in un e pr m se e to Parola di Dio offr non cambiò proget . o! 9) gi 8, ag 2: .2 nt grande va vitò altri (Mat ha n no o gi ag n trasse nt no Se codesto va Israele infedele le ul nn “a , se di prodotto la salvezza la fedeltà neficio dalle promes offerte be no rà la loro incredulità r lunghi Dio, ma queste furo i fedeli Pe ). r :3 di Dio?” (Rom.3 e restano valide pe o la at ar ep pr ha e or gn anni il Si (Ebr.4:2,3). la venuta al e el ra Is di ndato la Sua Chie e fo on ha zi io na D Figlio con o più del Suo Unigenito profetici. L’apostasia di uno dal . sa i ebbe incalzanti messagg profezia, credenti li escluder tuttavia ni og , , Ogni promessa Suo piano glorioso la Sua riguar o ic bl bi e ar ol ic rt ogni pa Dio avrebbe ancora in gloria. o. st davano Cri Chiesa, che porterà fedele sia ri C no la ve ri re Tutte le Scrittu Il Signore rimane i Suoi ne sto. nelle Sue parole sia av o an er iti el ra ). Is i (Rom.3:4 Certo gli Gentili a giudiz e fu un re scelto e ai to et sp ri i at gi ag vant David i agì li di Dio” ed motivo degli “oraco loro acco colmato di privilegi, po oserà r no era più semplice pe essi furono con immoralità. Nessu male a tto vi fa gliere Gesù, tutta ssero. pensare che Dio ha ifi oc cr Lo increduli e a giudicarlo. non ha o gi ag nt va el qu Se
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Il Signore rimane fedele, ma è molto importante che noi Gli siamo fedeli, perché Egli possa così adempiere per noi le Sue promesse e benedirci. Perché devo essere giudi cato, se la mia “ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio”? (Rom.3:5). Paolo affronta una strana concezione. Se, quando pecco, Dio di mostra la Sua giustizia, ed in fondo contribuisco a farLo conoscere bene, perché do vrei essere un peccatore ed essere punito? “Ma se per la mia menzogna la verità di Dio è abbondata a sua gloria, perché son io ancora giudicato come peccatore?” (Rom.3:7). Il mio peccare Gli rende gloria, perché dimostra la Sua giustizia e la Sua santità: non è giusto che mi riprenda! “E perché non “facciamo il male affinché ne venga il bene”, come da taluni siamo calunniosamente accusati di dire? La condanna di costoro è giusta” (Rom.3:8). Paolo replica che la Natura di Dio si dimostra a prescin dere della condotta dell’uo mo e che peccare non è mai
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un vantaggio. Non fu merito di Giuda se Cristo morì sulla croce. Nella Sua sapienza Dio fece cooperare ogni cosa al bene, ma il tradimento resta! Il buon risultato di Dio non sminuisce la responsabilità dei peccatori. È meglio collaborare con Dio nell’ubbidienza, piuttosto che nella malvagità e nell’in fedeltà! Il peccato è peccato e la condanna dei peccato ri è giusta ed inevitabile (Rom.3:8), ma Dio ci ha chia mati a santità. Nella mente dell’uomo pos sono sorgere strane conclu sioni, tuttavia la Sua Parola possiede le risposte adeguate a tutte le nostre perplessità. Taluni hanno provato a contorcere la Scrittura per giustificare le loro perversio ni e coprire le magagne della vecchia natura. Quanto a noi siamo deter minati a rivolgerci alla Parola di Dio in umiltà, chiedendo al Signore di poter intendere bene la Sua volontà per vi vere in santità ed essere così confermati nella Grazia, che è in Cristo Gesù. Carmelo Fiscelli
VIa da Voi Ogni A m ar ezz a (Efesini 4:31)
Lungo il cammino della vita ci dobbiamo con frontare con molti problemi, ma sia ringraziato il Signore, perché nella Sua Parola troviamo tutte le risposte di cui abbiamo bisogno. La Bibbia non contiene soluzioni facili, ma contiene risposte per ogni difficoltà. La vittoria dei credenti dipende unicamente da come que sti applicano i principi della Parola di Dio alla propria vita e da come affrontano i problemi che ogni giorno si presentano. Un problema serio e un nemico terribile è l’amarezza. L’amarezza, oltre a togliere la gioia, distrugge le persone che ne sono affette, rovina matrimoni, relazioni familiari, relazioni fraterne, amicizie. Quelli che coltivano nel cuore l’amarezza vedo no ogni cosa nel modo peggiore possibile.
Quanti nutrono sentimenti di amarezza non so no in grado di perdonare, sono aspri, critici, mal dicenti, non in grado di cogliere quanto di buono li circonda e fa il Signore. Un cristiano che vive nell’amarezza, è in grado di far più male all’opera di Dio di qualunque al tro. Una persona amareggiata rifiuta di affrontare la situazione che sta vivendo, diventa negativa e è alla continua ricerca di situazioni, azioni, gesti che possano giustificare lo stato d’animo che sta vivendo. Una persona piena di amarezza vivrà in una perenne tristezza, unita al rancore verso chi ritie ne causa della propria situazione. L’amarezza è una delle armi più affilate di Sata na perché contrista lo Spirito Santo e ostacola lo Risveglio Pentecostale - Luglio/Agosto 2010
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sviluppo spirituale del credente. L’amarezza è capace di cambiare interamente una persona. È difficile vivere con una persona con il cuo re pieno di amarezza, a meno che non si abbia il medesimo spirito. Il veleno dell’amarezza si evidenzia nelle azione che una persona compie e nelle parole che dice. Le conseguenze dell’amarezza sono incalco labili. Non soltanto ci priva della comunione con Dio, ma porta l’uomo che la coltiva all’au todistruzione. L’amarezza è un autentico veleno per il cre dente. Un credente amareggiato, che vuole conti nuare a nutrire la sua amarezza, troverà sempre un motivo per continuare ad essere amareggia to. Troverà motivi per essere amareggiato os servando i fratelli, osservando gli anziani, il pastore, lo svolgimento del culto, il colore delle pareti, il volume della musica, la lunghezza dei sermoni o altre cose ancora. Nell’epistola agli Ebrei 12:15, l’amarezza è de finita una “radice velenosa”. Questo significa che sta sotto e spesso non è visibile a occhio nudo. Non si può estirpare un’erbaccia tagliando soltanto le foglie, per farlo bisogna sradicarla. Il comando della Parola di Dio è perentorio: “Via da voi ogni amarezza” (Efesini 4:31). Le conseguenze Una persona amareggiata è come la città di Gerico ai tempi di Eliseo: “Gli abitanti della città dissero a Eliseo: Ecco, il soggiorno in questa città è gradevole, come vede il mio signore; ma le acque sono cattive e il paese è sterile” (2 Re 2:19). A prima vista, la città di Gerico poteva sem brare gradevole, accogliente: il suolo era ricco, il clima era gradevole, il luogo era delizioso. Ad uno sguardo superficiale Gerico si mo strava come la città ideale per far vivere la pro pria famiglia e crescere i figli. La condizione reale di Gerico era che la sua terra era sterile. Non significa che non cresceva nulla ma, benché crescesse ogni cosa, niente arrivava a 14 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - L u g l i o / A g o s t o 2 0 1 0
maturazione. I vigneti germogliavano, gli alberi fiorivano, ma la frutta non arrivava a maturazione. Non solo la terra era sterile, ma le acque era no cattive. Le acque portavano morte invece di vita, de terminavano la sterilità invece della fruttuosità. Accade la stessa cosa per chiunque coltiva radici di amarezza. Le apparenze possono sembrare promettenti, ma la vita è sterile e priva di frutto spirituale. L’acqua, simbolo della Parola, invece di dare vita dà morte. L’amarezza spinge l’uomo a ripiegare su se stesso, a diffidare degli altri e a temere nuove offese. Quando ci si chiude in se stessi si conosce la solitudine e si cade nel peggiore isolamento. L’isolamento derivante dall’amarezza rende insensibili. L’uomo amareggiato si rinchiude in se stesso e diventa egocentrico, senza considerazione per gli altri e a poco a poco il suo cuore si raf fredda del tutto. L’isolamento derivante dall’amarezza impe disce la crescita. Ciò che ci fa crescere sono le nostre relazioni con gli altri; non è possibile crescere nell’isolamento. Un cuore che coltiva amarezza non è dispo sto al sacrificio, non ha pazienza, non perdona, non rinuncia. L’amarezza è l’arma distruttiva più usata dal nemico. Nessun figlio di Dio dovrebbe tollerare di coltivare amarezza nel proprio cuore. Alcuni, in preda all’amarezza si sono amma lati, soffrono d’insonnia e non riescono più ad essere razionali. Si può essere amareggiati anche nei con fronti di Dio: è bene ricordare che Dio non è un nemico, al contrario, Egli rimane l’Amico fedele. Si può essere amareggiati nei confronti degli uomini: è bene ricordare che nessuno è perfet to e che tutti possiamo sbagliare. Dobbiamo imparare a sopportarci e a perdo narci a vicenda. In qualsiasi caso, chi coltiva l’amarezza nel cuore, sarà distrutto da questo diabolico senti mento.
Il rimedio Ritorniamo a considerare Gerico e il profeta Eliseo: “Egli disse: Portatemi una scodella nuova, e mettetevi del sale. Quelli gliela portarono. Egli andò alla sorgente delle acque, vi gettò il sale, e disse: Così dice il Signore: Io rendo sane queste acque, ed esse non saranno più causa di morte né di sterilità” (v. 20,21). Gli abitanti di Gerico riconobbero che la loro unica speranza era in Dio. Per porre rimedio a quella brutta situazione si rivolsero a Eliseo, l’uomo di Dio. Dio aveva la soluzione al loro problema. Dio non sbaglia mai! Eliseo prese una scodella, la riempì di sale che gettò nella sorgente. Non gettò il sale nei secchi pieni o nelle ci sterne d’acqua. Agì direttamente sulla sorgente. Immediatamente si ebbero dei risultati e quelle acque che erano motivo di morte furono trasformate in fonte di vita. Per l’amarezza, il Signore ha sempre un rime dio. Come si può essere liberati dalla prigionia dell’amarezza? La sola chiave capace di aprire la porta di questa cella è il perdono. La preghiera del “Padre nostro” include una frase che a volte si ripete senza riflettere: “Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori” (Matteo 6:12). Che significa: ‘Perdonami come io perdono al mio prossimo’. Il nostro prossimo comprende i nostri amici, i nostri figli, i nostri genitori, la nostra famiglia, i nostri fratelli e sorelle, i nostri anziani e diaconi della chiesa, il pastore, i no stri compagni di lavoro, i nostri vicini, i nostri datori di lavoro… Dobbiamo essere disposti a perdonare tutti quelli che avrebbero potuto causarci della sof ferenza intenzionalmente o inconsapevolmente. Gesù è il nostro prezioso esempio. Sulla croce Egli esclamò: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34). Chi erano questi? Erano Pilato, i soldati, i falsi accusatori, la folla degli schernitori, coloro che avevano complottato contro di Lui e coloro che avevano gridato: “Crocifiggilo!”. “Padre perdona loro…”.
La decisione Di amarezza si può anche morire. Se questo è un tuo problema fa’ un’immediata e pronta decisione: spezza le catene dell’amarezza, sii pronto a perdonare e la pace di Dio invaderà la tua vita. Dio può operare una potente trasformazione quando si va a Lui con fede e si è disposti a perdonare. In un cuore che perdona regna una pace me ravigliosa! Gesù era in pace con Dio e con il mondo in tero perché aveva perdonato e per questo poté rimettere il suo spirito nelle mani del Padre Suo. Chi rifiuta di perdonare sarà sempre tormen tato e turbato; chi invece perdona conoscerà la pace che viene dal trono di Dio. Molti credenti non vedranno mai frutto nella loro vita perché coltivano radici di amarezza. Possono avere anche un buon potenziale, buo ni talenti, ma l’amarezza che è nel loro cuore ucciderà la gioia e impedirà il frutto. L’amarezza deve essere affrontata alla radice, bisogna permettere al Signore di operare. La Parola ci dice che una persona piena di amarezza non può produrre buon frutto per la gloria di Dio (Giacomo 3:8-12) e, allo stesso tempo, invita ad affrontare onestamente la si tuazione e ad estirpare ogni radice amara (Giacomo 3:13-18). Lo Spirito Santo ci spinge a fare un esame at tento ed onesto per verificarne la condizione. Può anche accadere che esteriormente la vita di alcuni appaia bella: una buona famiglia, un buon lavoro, serenità economica ma, spiritual mente, sono sterili, perché coltivano sentimenti di amarezza che sta uccidendo la loro gioia. La Parola di Dio ancora una volta ci ammo nisce dicendo: “Il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo” (Efesini 26,27). Non permettere che il sole oggi tramonti, perdona e realizzerai la pace di Dio e la pace con Dio. “Via da voi ogni amarezza” (Efesini 4:31). Angelo Gargano
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II l p r e z z o d e l l a “Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatta la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (Col.1:19-20). Il sacrificio di Cristo porta pace nel cuore dell’uomo. Si parla di pace, tutti i giorni; più ci sono conflitti e più si parla di pace. È la nostra natura che chiede pace. Nella vita dell’uomo c’era un conflitto, non poteva avvicinarsi a Dio a motivo del peccato. L’uomo è nel tormento del peccato; è per questa ragione che ha bisogno di pace. Ogni volta che c’è da conquistare la pace c’è anche un prezzo da pagare. L’uomo per avere pace non ha dovuto paga re, perché Qualcuno per lui ha pagato. Chi poteva pagare per la pace di cui l’uomo aveva bisogno? È stato versato il sangue del Figlio di Dio, af finché l’uomo potesse avere vera pace. Cristo ha pagato per tutti gli uomini! Cristo Gesù, il figlio di Dio, ha versato il Suo sangue per dare pace. Solo il sacrificio di Cristo produce pace nel cuore degli uomini, nel cuore di tutti quelli che desiderano questa pace.
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Si parla di pace, ma ci si domanda se tutti la vogliano veramente. “Giustificati per fede, abbiamo pace”, siamo stati graziati, tutto è stato cancellato. La giustificazione è stata completa, perché siamo entrati per l’unica via che ci ha portato a far parte della famiglia di Dio. Nel libro di Dio non c’è più nulla che possa incriminare chi ha ricevuto nel cuore la pace di Dio, ogni cosa è stata cancellata dal sangue che Gesù ha versato sulla croce. Cristo è risorto per tutti quelli che confidano in Lui, non soltanto per perdonare ma anche per giustificare. Molti provano ad andare a Cristo, ma poi si fermano pensando che prima debbano diventa re più bravi, migliori. Dio desidera che andiamo a Lui così come siamo, perché è il sangue di Cristo che lava da ogni peccato. La Scrittura afferma che “senza spargimento di sangue non c’è perdono”, ed il prezioso san gue di Gesù è stato versato! Sei pronto a ricevere il beneficio per quanto Cristo ha compiuto sulla croce? Gesù avrebbe potuto salvare la propria vita, ma ti ha amato così tanto da morire perché tu potessi vivere.
ARTICOLI DI FEDE
pace Il sacrificio della croce parla di pace! Chi è stato riscattato dal sangue di Gesù ha pace. Se il mio peccato non viene cancellato non posso avere la pa ce di Dio. Chi non riceve la grazia di Dio, resta escluso dalla Sua pace. Non esiste altra via che condu ce al cielo se non quella di Cristo, via che ha aperta mediante l’offer ta del Suo sangue sulla croce. L’uomo non può fare a meno di Gesù: se muore senza Cristo, sen za speranza e senza Dio, dove si troverà un giorno? Caro lettore, non pensare nem meno per un momento che i tuoi meriti o le tue buone azioni pos sano renderti degno di salvezza! Soltanto il sangue di Gesù può provvederti l’entrata nel cielo. “Giustificati per fede abbiamo pace con Dio” (Rom.5:1) e pace con gli uomini. Francesco Davide Scianna
Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar. 16:17-18; Giac.5:14-16 Crediamo e accettiamo l’intera Bib bia come la ispirata Parola di Dio, uni ca, infallibile e autorevole regola del la nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13).
Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si ma nifesta, secondo le Scritture, con il se gno del parlare in altre lingue e, pra ticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella po tenza dell’annuncio di “Tutto l’Evange lo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Giov.16: 13; Matt.28:19-20).
Crediamo nell’unico vero Dio, Eter no, Onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi so no tre distinte Persone: Padre, Figliolo e Spirito Santo (Efe.4:6; Matt. 28:19; Luca Crediamo ai carismi e alle grazie del 3: 21-22, I Giov.5:7). lo Spirito Santo nella vita dei cristiani Crediamo che il Signore Gesù Cri che, nell’esercizio del sacerdozio uni sto fu concepito dallo Spirito Santo e versale dei credenti, si manifestano per assunse la natura umana in seno di l’edificazione, l’esortazione e la con Maria vergine. Vero Dio e vero uomo solazione della comunità cristiana e, (Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23). conseguentemente, della società uma Crediamo nella Sua vita senza pecca na (I Cor.12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; to, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vi Rom.12:1). caria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurrezione, nel Crediamo ai ministeri del Signore glo la Sua ascensione alla destra del Padre, rificato, quali strumenti autorevoli di quale unico mediatore, nel Suo perso guida, d’insegnamento, di edificazione nale e imminente ritorno per i reden e di servizio nella comunità cristiana, ti e poi sulla terra in potenza e gloria rifuggendo da qualsiasi forma gerarchi per stabilire il Suo regno (I Pie.2:22; II ca (Efe.1:22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18). Cor.5:21; Atti 2:22; I Pie.3:18; Rom. 1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov. 14:1-3; Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di Ge I Cor. 15:25; I Tim.2:5). rusalemme, riportate in Atti 15:28-29; Crediamo all’esistenza degli ange 16:4. li creati tutti puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e per Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorifi dizione irreparabili, per diretta azio cazione dei redenti, i quali hanno per ne di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Matt.25:41; severato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13). Efe.6:11-12). Crediamo che soltanto il ravvedi mento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sacerdote, sia no indispensabili per la purificazio ne dal peccato di chiunque Lo accetta come personale Salvatore e Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18, 19; Efe.2:8). Crediamo che la rigenerazione (nuo va nascita) per opera dello Spirito San to è assolutamente essenziale per la sal vezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Tito 3:5). Crediamo alla guarigione divina, se condo le Sacre Scritture mediante la preghiera, l’unzione dell’olio e l’im posizione delle mani (Isa.53:4-5;
Celebriamo il battesimo in acqua per immersione, nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo, per colo ro che fanno professione della propria fede nel Signore Gesù Cristo come loro personale Salvatore (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12). Celebriamo la cena del Signore o San ta Cena, sotto le due specie del pane e del vino, rammemorando così la morte del Signore e annunziandone il ritorno, amministrata a chiunque sia stato bat tezzato secondo le regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla società (I Cor.11:23-29; Luca 22:19-20).
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Notizie dalle nostre Comunità BATTESIMI A CAMPOROTONDO ETNEO (CT) Venerdì 23 aprile, a meno di un anno dall’apertura del loca le di culto, abbiamo avuto grande gioia poiché una creden te di giovane età ha fatto patto col Signore, scendendo nel le acque battesimali e testimoniando della conversione al Salvatore Gesù. Ancora oggi, la potenza di Dio continua a salvare, a liberare, a trasformare e a riempire di pace! Per l’oc casione è stato con noi il fratello Antonino Barbera, pastore a Macchia di Giarre (CT) e Mascalucia (CT), usato da Dio per il
consiglio della Sua Parola. Numerose persone del luogo han no avuto modo di ascoltare per la prima volta il messaggio dell’Evangelo e questo ha rallegrato grandemente il cuore dei credenti. Martedì 1 giugno ci siamo accostati alla Cena del Signore. Siamo certi che Dio continuerà a portare avanti l’opera Sua. A Lui soltanto vada tutta la gloria. Domenico Maurizio Tosto
INCONTRO ANZIANI PROVINCIA DI MATERA Desideriamo rendervi partecipi delle benedizioni ricevute dal Signore in un periodo di attività spirituali efficaci e distri buite nell’arco di un mese a beneficio dell’intera Comunità di Matera Via San Pardo. Ha preso avvio un periodo di preghie re mattutine a partire dal 3 maggio con la visita del fratello Archetto Brasiello da Velletri, che domenica 9 maggio è stato ospite e ha portato il messagio della Parola basato sul capito lo 14 dei Giudici “Una potenza preponderante”. Le riunioni speciali di culto programmate sono iniziate il 17 maggio. Al primo culto è stato ospite il fratello Domenico Modugno, pastore a Modugno (BA), che presentando la me ditazione della Parola da Marco 10:46-52 ha messo in risalto la domanda di Gesù al cieco: “Che cosa vuoi che io ti faccia?”. La sera successiva, siamo stati allietati dalla presenza di un “giovanotto” di ottantotto anni, Carmine De Biase, provenien te da Filadelfia negli Stati Uniti, che ha incoraggiato la comu nità con energia e vivacità a vivere le prove “Camminando con Dio” mediante la prima epistola di Pietro 1:13-20. La se ra seguente il fratello Michele Mango, pastore ad Arona, per tre sere consecutive ha presentato delle meditazioni su 2 Re 2:23-25. La prima sera ha consigliato di evitare la “mancanza di rispetto”, la seconda ha incoraggiato a “eludere l’ingratitu-
dine riconoscendo l’opera di Dio” e la terza ha sconsigliato la “superficialità inopportuna”. Incastonata in questo program ma il 22 maggio si è tenuta la Riunione annuale degli anzia ni in cui nel culto mattutino ha predicato il fratello Giovanni Attorre meditando da 2 Timoteo 3:10-17. Lo studio “Un’opera che non verrà mai meno” è stato illu strato da Michele Mango a conclusione della mattinata. La do menica abbiamo concluso con la celebrazione della Cena del Signore. Il messaggio predicato dal fratello Michele Mango è stato incentrato su 2 Re 2:19-22: “Dio opera dove e quando meno ti aspetti”. Questo periodo di risveglio ha dato frutti oltre ogni aspet tativa! Il fine settimana successivo è stato allietato dalla visita del coro di Raffadali (AG) accompagnato dal fratello Gaetano Montante che ha predicato nei culti di sabato 29 maggio, do menica mattina e domenica sera 30 maggio con le seguenti meditazioni “Perché questo spreco” (Matteo 26:6-13); “Una visione da lasciare in eredità” (Giosuè 14:6-14 e “È tutto pronto” (Matteo 22:1-14). Le abbondanti benedizioni del Signore han no lasciato l’odor soave di Cristo Gesù che continua ad elargi re ulteriori benedizioni. Carmine Lamanna
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NOTIZIE DA PALERMO Il 9 maggio abbiamo avuto la gioia di celebrare i battesi mi nella comunità di Palermo, Via NC 1. Anche questa, come sempre in queste occasioni, è stata una giornata ricca di gio ia e di benedizioni. Alcuni giovani, cresciuti nell’ambito della comunità, dopo aver fatto la loro esperienza spirituale, hanno deciso di scendere nelle acque battesimali. Con loro alcuni adulti, che hanno ricevuto la parola della testimonianza evan gelica da parenti, e hanno così testimoniato pubblicamente della salvezza in Gesù. Nello stesso mese, dal 22 al 28, abbiamo svolto una cam pagna evangelistica mediante la tenda. Ogni sera le riunioni hanno registrato una buona affluenza e molte persone han
no avuto modo di ascoltare il messaggio della salvezza. Quasi ogni sera, al termine della riunione, è stato fatto un appel lo per la salvezza, per la guarigione, per il rinnovamento del la propria vita spirituale e molti, credenti e non, si sono ac costati, a testimonianza del bisogno sentito da parte di mol ti di una potente azione dello Spirito nella propria vita. Alcuni simpatizzanti hanno dichiarato il loro proposito di continuare a frequentare le riunioni in chiesa e il nostro auspicio e la no stra richiesta al Signore sono che lo Spirito Santo dia loro de terminazione e porti queste anime ad una effettiva esperien za di salvezza. Rodolfo Arata
BATTESIMI A CATANIA Con gioia comunichiamo ai lettori del Risveglio Pentecostale che giorno 9 maggio è stata una giornata di grande festa per la Chiesa di Catania, Via Susanna. In una meravigliosa gior nata, sulla splendida spiaggia catanese, il Signore ci dato la grazia di vedere testimoniare della loro fede 35 neofiti, di cui 31 della comunità di Via Susanna, 2 di Lineri (CT) e 2 di Tremestieri Etneo (CT) che sono scesi nelle acque battesimali. Abbiamo avuto il piacere di avere con noi il fratello Renato Mottola, pastore della comunità di Matinella (SA) e diaspo ra, il quale è stato uno strumento di benedizione nel porger ci i messaggi della Parola di Dio, sia per il culto all’aperto di
domenica mattina sia per il culto di domenica sera in cui si è celebrata la Cena del Signore. Molte persone nuove han no ascoltato per la prima volta la Parola di Dio. Per l’occa sione era presente anche la troupe televisiva del programma Protestantesimo, la quale ha effettuato delle riprese durante i due servizi. Per tutto questo vogliamo dare gloria solo a Dio, soprattutto per l’opera meravigliosa che sta svolgendo nelle nostre comunità. Il nostro desiderio e la nostra preghiera è di vedere ancora altre anime accettare e seguire Gesù come loro personale Salvatore, Signore e Maestro. Paolo Lombardo
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Notizie dalle nostre Comunità BATTESIMI A MONTESILVANO - PESCARA Siamo lieti di comunicarvi che domenica 9 maggio presso il nostro locale di culto sito in Montesilvano – Pescara, abbiamo avuto un servizio battesimale e sei sorelle hanno fatto pat to con il Signore secondo l’insegnamento della Parola di Dio. Siamo grati a Dio per la Sua fedeltà. La sala di culto era gre mita da circa quattrocento persone di cui molte sono state co strette a rimanere in piedi: è vero che la benedizione di Dio non si misura dal numero di partecipanti al culto, ma è altre sì vero che vedere fratelli di “servizio alla por ta” affaccendati ad aggiungere continuamente sedie è stato incoraggiante. Tanti giovani e non solo, invitati dalle sorelle che sono scese nel le acque battesimali, hanno partecipato al cul to ed ascoltato il lieto messaggio dell’Evangelo. Durante il culto il cuore di noi tutti è stato al lietato dai canti della nostra corale che ha can tato alla gloria di Dio e per l’edificazione della chiesa. Per l’occasione è stato gradito ospite il fratello Tilenni, pastore delle chiese di Firenze, Prato e missioni, nonché membro del Consiglio Generale delle Chiese. Il messaggio predica to ha avuto come fondamento il passaggio di Filippesi 3:13,14. Il tema della predicazione ver teva sull’inciso: “una cosa faccio”, evidenziando come, in mezzo a tante scelte e decisioni che la vita ci chiama a fare, quella indubbiamente più NOTIZIE DA CONEGLIANO VENETO (TV) Il 15 maggio si è realizzata una manifestazione a carattere evangelistico a Conegliano Veneto (TV). Abbiamo chiesto e ottenuto l’aula magna dell’ISISS “Da Collo” con circa seicen to posti a sedere. È stata una bella opportunità per farci co noscere dalla cittadinanza di Conegliano e di Vittorio Veneto, paese limitrofo, in quanto abbiamo fatto una grande distri buzione di volantini stampati per l’occasione. Un vivo ringra ziamento va alla segreteria della chiesa di Padova per il sup porto datoci, alla corale di Vicenza che ha cantato alla glo ria del Signore, ai tanti fratelli, sorelle che con i loro pasto ri si sono spostati dalle comunità vicine per fare festa insie me a noi. Ringraziamo Dio anche per la predicazione del fra tello Vincenzo Specchi, pastore a Padova e Vicenza che ha
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importante è fare di Gesù il proprio Salvatore e Signore. Alla fine del culto abbiamo distribuito a tutti coloro che ci hanno fatto visita una copia del Nuovo Testamento. Preghiamo in sieme che Dio ci conceda dei “tempi di ricostruzione” caratte rizzati dall’azione efficace dello Spirito Santo, unico in grado di “convincere il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Giovanni 16:8). Michele Venditti
edificato tutti i presenti e invitato a rispondere positivamen te al messaggio dell’Evangelo. La Parola, predicata sul testo di Marco 10:46-52, ha preso spunto dalla vicenda del cieco di Gerico, che ha ottenuto guarigione cogliendo l’opportuni tà unica del passaggio di Gesù. In conclusione della riunione i tanti occhi lucidi e i volti radiosi hanno testimoniato di come la presenza di Dio sia stata reale e tangibile. Preghiamo affin ché il seme che è stato sparso possa portare frutto e che altre riunioni come queste, nell’attesa del ritorno glorioso di Gesù il Signore, possano avvenire in futuro, secondo quanto Gesù disse: “Trafficate fino al mio ritorno” (Luca 19:12-13). Giacomo Aceto
BATTESIMI A GISSI (CH) Domenica 23 maggio è stata una giornata di grande fe sta per le comunità di Gissi, Vasto e Termoli perché quat tro giovani hanno confessato la propria fede in Cristo scendendo nelle acque battesimali. Tre dei quattro neo fiti sono stati battezzati anche nello Spirito Santo. Molte anime per la prima volta hanno ascoltato il messaggio dell’Evangelo che per l’occasione è stato predicato dal fra tello Salvatore Cusumano. Nel pomeriggio a Vasto si è te nuto un culto con la celebrazione della Cena del Signore. Il nostro Padre celeste non ha fatto mancare le Sue copio se benedizioni. Grazie siano rese al nostro Signore per tut to quello che sta facendo per le nostre comunità. Ci affi diamo alle preghiere della fratellanza affinché l’Opera Sua possa progredire in queste zone. Pasquale Puopolo LIVORNO - BATTESIMI E SANTA CENA “In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tess.5:18). Questo è il sen timento dei fratelli e delle sorelle della Comunità di Livorno in questi giorni di Grazia che il Signore ci concede. Se è bello ringraziare Dio ogni giorno per tutte le cose che fa, può ben immaginare la fratellanza tutta quanto possa essere profon da e sentita la riconoscenza verso il nostro Salvatore nel ve dere nuove anime testimoniare col battesimo per immersione la loro nuova vita in Cristo Gesù. Domenica
23 Maggio 2010, quattro giovani credenti di Livorno sono sce si nelle acque battesimali in adempimento fedele al coman damento del nostro Signore, segnando momenti indelebili nei loro e nei nostri cuori. Per l’occasione, insieme alle visite dei fratelli delle comunità vicine, graditissimo strumento nelle mani di Dio è stato il fratello Giuseppe Leccese, pastore del la Comunità di Castelfranco di Sotto, insieme alla sua famiglia e alla corale dei giovani che hanno interpretato al meglio l’at mosfera di gioiosa gratitudine della serata. Il messaggio è sta to semplice e diretto ed ha catturato l’attenzione di tutti; da vanti alle mille inaffidabili e fasulle voci di questo mondo re ligioso e non, lo Spirito Santo pone ancora attenzione, gloria a Dio, sulla “serietà” dell’invito divino alla Salvezza. È in que sto clima di sentita gioia che due settimane dopo abbiamo celebrato la Cena del Signore insieme al fratello Paolo Perone, pastore della Comunità di Empoli, alla sua famiglia e ad alcu ni cari servitori di Dio della Missione Evangelica Zigana: Dio non ha fatto mancare la sua presenza. L’invito si fa sempre più pressante, occorre seriamente rimboccarsi le maniche per mettere a posto la stanza del nostro cuore. Forse dire grazie è troppo poco, ma questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di noi. Comitato di Zona Nord Est - Giuseppe Fontani
DEDICAZIONE LOCALE DI CULTO A CASAMASSIMA (BA) Siamo riconoscenti al Signore per la Sua bontà e l’aiuto effi cace nella realizzazione del nostro desiderio di poterci riunire nella Sua casa domenica 13 giugno, dopo tre anni e mezzo, e poter dedicare a Dio il locale di culto a Dio nostro Padre Celeste. Il nostro ringraziamento va altresì rivolto ai fratelli del Consiglio Generale e del Comitato di Zona che si sono prodi gati per rendere possibile questo sogno che i fedeli locali ave vano nel cuore. Per l’occasione abbiamo avuto la gradita vi sita del fratello Carmine Lamanna, pastore della comunità di Matera San Pardo, che è stato di grande benedizione ed edi ficazione nel presentare la Parola di Dio, incoraggiandoci a non trascurare la casa del Signore, ma ad essere parte attiva
di tale opera il cui Costruttore e Architetto è Dio stesso. Riconosciamo che la dedicazione di un locale non è solo un motivo di gioia per il fatto che possiamo riunirci insieme ai fratelli, ma perché rappresenta la voce di Dio nella città, un faro di luce nelle tenebre, un’oasi di riposo e un santuario di adorazione. Un luogo dove le anime possono ricevere il mes saggio di salvezza, di ristoro e possono essere fortificate nella potenza del nostro Signore Gesù Cristo. Pregate per noi affin ché ciò si realizzi pienamente in questa città, perché ricono sciamo che solo attraverso la mano benefica di Dio sopra di noi potremmo essere di benedizione. Lorenzo De Fano Risveglio Pentecostale - Luglio/Agosto 2010
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Notizie dalle nostre Comunità INCONTRO FRATERNO DELLE CHIESE CRISTIANE EVANGELICHE ADI DEL TRIVENETO Ci rallegriamo nel rendere partecipe la fratellanza del le benedizioni ricevute nel corso dell’incontro fraterno del le Chiese Cristiane Evangeliche delle Assemblee di Dio in Italia del Triveneto giunto alla dodicesima edizione e tenu tosi il 2 giugno al palazzetto dello sport della zona Mandria, a Padova. Oltre 600 partecipanti al culto mattutino, che han no superato i 700 nel culto pomeridiano, testimoniano co me in questa vasta area geografica zona che confina a nord con il Trentino Alto Adige, a est con Trieste e che giunge fi no alla zona limitrofa all’Emilia con Rovigo, un popolo di ri scattati loda e benedice il Signore proclamando il messag gio di “Tutto l’Evangelo”. Ospite e predicatore nei due culti è stato il fratello Antonio Di Bello, segretario del Comitato di Zona Italia Nord Est e pastore a Foiano della Chiana (AR) e
diaspora, che ha condiviso il messaggio della Parola di Dio in Genesi 45 considerando il personaggio di Giuseppe qua le figura di Cristo, il cui messaggio rammenta che è viven te e che vuole operare in quanti si accostano a Lui. Nel culto del pomeriggio con il Salmo 147, il fratello Di Bello ha sotto lineato come, ancora oggi, il Signore è colui che ricostruisce Gerusalemme quale figura dell’uomo, del singolo credente e della famiglia in ogni circostanza. Sono state grandi le bene dizioni godute e preziosi i momenti di adorazione e di invo cazione del Signore che non ha mancato di elargire, ancora una volta sul Suo popolo riunito, grandi piogge di benedi zione. A Lui solo, l’Eterno Onnipotente, vada tutta la gloria. Vincenzo Specchi
TENDA DI EVANGELIZZAZIONE AD ARZANO (NA) Da sabato 5 a venerdì 11 giugno abbiamo avuto la gioia di installare una grande tenda di evangelizzazione ad Arzano (NA) capace di ospitare circa 300 persone comodamente se dute. Sabato mattina di buon’ora, scaricata l’attrezzatura per il montaggio, un nutrito gruppo di fedeli ha issato la tenda in breve tempo. Nonostante i nostri difetti, le nostre mancan ze e le nostre timidezze, il Signore come sempre ci ha aiutati. Le riunioni sono state sempre gremite di fratelli e di sorelle, ma anche di anime nuove che, attratte dai cantici delle corali e dalle testimonianze dei fedeli, hanno avuto modo di ascol
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tare il messaggio dell’Evangelo. Nei culti la Parola di Dio ci è stata ministrata da diversi pastori di comunità limitrofi, qua li D. Di Iorio, P. Contrino, D. Vona, D. Marra, L. Cangianiello, R. Frezza, L. Abbruzzese. Per mezzo della predicazione del la Parola di Dio il Signore ci ha benedetto abbondantemen te. È stata per noi una gioia grande sentire la Buona Notizia annunciata e come sempre Dio non mancherà di farci vedere ancora anime liberate dal peccato, che si aggiungeranno alla lista dei nomi scritti nel libro della vita. Iddio ci benedica! Giuseppe Costanzo
BATTESIMI A LAVENA P.TE TRESA Con gioia desideriamo comunicare che il Signore è lo stes so ieri, oggi e sempre; infatti Egli salva, guarisce e battezza nello Spirito Santo i credenti. Il 6 giugno le chiese di Varese e di Ponte Tresa, con l’apporto e il sostegno di molte chie se della provincia di Varese e di alcune dalla vicina Svizzera, hanno svolto una pubblica riunione evangelistica, durante la quale tre giovani credenti hannno testimoniato la loro fe de in Gesù Cristo, immergendosi nelle lacustri acque batte simali. Il messaggio della Parola è stato tratto dal Vangelo secondo Matteo 13:53-58 e annunciato dal fratello Michele Plasmati, pastore della chiesa di Marchirolo (VA) che ha chiesto agli astanti in che modo conoscessero il Signor Gesù, se come il figlio del falegname, come un uomo giusto anco ra affisso a una croce o come il figlio di Dio dato in dono per la salvezza dell’intera umanità. Un ringraziamento spe ciale va a tutte le sorelle e tutti i fratelli che ci hanno sostenu to con la loro presenza e le loro preghiere. A Dio la gloria! Guerino Boscariol BATTESIMI A PONTEDERA (PI) Ringraziamo il Signore per come lo scorso giugno tre sorelle e un fratello hanno pubblicamente testimoniato la loro fede scen dendo nelle acque battesimali. Per l’occasione è stato con noi il fratello Nuccio Cavone, pastore delle comunità di Civitanova
Marche e Macerata, che ci ha fedelmente ministrato la Parola del Signore. È stata inoltre una ottima occasione di evangelizzazione delle molte anime nuove presenti al culto. Dio ci benedica! Gionathan Borelli
NOTIZIE DA BELMONTE MEZZAGNO (PA) Domenica 13 Giugno 2010 in coincidenza con la giornata na zionale di preghiera,la chiesa di Belmonte Mezzagno (PA) ha avuto la gioia di celebrare un culto di battesimi insieme ai fra telli della chiesa di Castellana Sicula e Polizzi Generosa. Sono scesi nelle acque tre neofiti della locale comunità e due della comunità consorella. La gioia è stata grande, le testimonianze hanno toccato i nostri cuori e i cuori dei molti pre senti, parenti e ami ci in chiesa per la pri ma volta. Il messaggio della parola di Dio in Romani 1:1-7 ci ha ri cordato che il Signore Gesù ci ha chiamati alla salvezza, alla co munione con il Suo corpo, alla santifica zione e all’apostolato. Dopo il culto abbia mo condiviso la no stra gioia in un’agape fraterna; poi abbiamo
continuato a pregare per i bisogni della nostra chiesa nella no stra Nazione. Ringraziamo il Signore per le benedizioni che ci concede, e vogliamo insieme pregarlo con tutto il cuore af finchè continui a benedire la Sua opera. Leonardo Passamonte
Risveglio Pentecostale - Luglio/Agosto 2010
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appuntamenti RADUNO CAMPISTICO NORD EST Sabato 4 settembre 2010 a Pieve di Cento (BO), si terrà il Raduno Campistico della zona Italia Nord Est.
INCONTRO FRATERNO FOGGIA Sabato 18 settembre 2010 a Foggia, presso il locale di culto di Piazza Scaramella, si terrà un Incontro Fraterno delle Chiese della provincia di Foggia.
RIUNIONE PASTORI E CONSIGLIERI NORD OVEST Sabato 9 ottobre 2010 a Torino-Via Spalato 9a, si terrà una Riunio ne per Pastori e Consiglieri di Chiesa della zona Italia Nord Ovest.
XV CONVEGNO NAZIONALE DELLE SCUOLE DOMENICALI Da giovedì 9 a sabato 11 settembre 2010, presso il Teatro Tenda di Fiuggi (FR), si terrà il XV Convegno Nazionale delle Scuole Do menicali. I predicatori ai culti saranno i pastori Eliseo Fragnito, Gioacchino Caltagirone, Daniele Vitale e Felice Antonio Loria. I relatori agli studi saranno i pastori Giusep pe Conserva, Domenico Modugno e Amelio Fatini.
RADUNO FRATERNO CALABRIA Sabato 25 settembre 2010 INCONTRO CAMPISTI PUGLIA E a Cittanova (RC), si terrà un Raduno Fraterno BASILICATA della zona Calabria. Sabato 16 ottobre 2010 a Matera, via San Pardo, si terrà l’Incontro RADUNO GIOVANILE LOMBARDIA Campisti della zona Puglia e Basilicata. Sabato 25 settembre 2010 presso il locale di culto di Milano - Via Forze XXXV INCONTRO NAZIONALE Armate, si terrà un Raduno Giovanile della GIOVANILE ADI-IBI zona Lombardia. Relatore dello studio bi da venerdì 29 ottobre a lunedì 1° novembre blico e predicatore sarà il pastore Giuseppe 2010, a Fiuggi Terme (FR), presso l’ampia Tilenni Risignolo. tensostruttura del PalaFiuggi, in Via IV Giugno, si terrà il XXXV Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI.
Risveglio P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
I primi quindici anni di pubblicazione del periodico Risveglio Pentecostale in formato digitale, riproposti alla lettura numero per numero: un vero tesoro che fotografa, nel corso degli anni, il Movimento Pentecostale in Italia
VOLUME 1
1946-1960
A O LT M C C R A D - RO IN C
I PRIMI QUINDICI ANNI
da richiedere aa ADI-Media, ADI-Media, Via Viadella dellaFormica Formica23 23--00155 00155Roma, Roma,Tel.06.2284970, Tel.06.2284970,fax fax06.2251432, 06.2251432,e-mail: e-mail: adi@adi-media.it adi@adi-media.it
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