Risveglio Pentecostale - Anno LXV - numero 5 - Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
Risveglio maggio 2011
“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105)
P E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
a nel Signore, «Benedetto l’uomo che confid . Egli è ia per cui il Signore è la sua fiduc all’acqua, no come un albero piantato vici il fiume; o che distende le sue radici lung lura e la ca non si accorge quando viene ll’anno ne il suo fogliame rimane verde; n cessa e no della siccità non è in affaianno ) em 17:7-8 di portar frutto» (Ger
Risveglio
Malleabilità, uguale a
P E N T E C O S T A L E
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Vice Presidente: Vincenzo Specchi Segretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo Presidente emerito: Francesco Toppi Consigliere onorario: Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova Tel. 049.605127 - fax 049.612565 e mail: adi.veneto@tin.it www.assembleedidio.org Versamenti in Posta su c/c postale n.12710323 intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Versamenti tramite canale bancario Poste: codice IBAN IT16 N076 0112 1000 0001 2710 323 codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova
La nostra libertà consiste nella schiavitù di Cristo. Con l’aiuto di Dio prenderemo in considerazione tre periodi: “mi sono fatto servo di tutti” (v. 19); “mi faccio ogni cosa a tutti” (v. 22); “e faccio tutto per il Vangelo” (v. 23). Il soggetto della nostra meditazione si può sintetizzare così: "Malleabilità, uguale a disponibilità". Ricolleghiamoci alle due domande poste da Paolo all’inizio del capitolo: “Non sono io libero? Non sono io apostolo? (9:1). Si tratta di domande retoriche e affermative per dichiarare: “Certo che sono libero! Certo che sono apostolo! Sono libero e sono apostolo!” Sono due domande che puntualizzano, chiariscono, reclamano, gridano sia la libertà di Paolo sia la libertà di ciascuno di noi. Con la seconda domanda Paolo reclama anche la legittimità del suo apostolato, che qualcuno metteva in dubbio. Però notiamo una realtà fondamentale: iden-
Banca: codice IBAN IT31 C061 7512 1550 0000 0051 080 codice BIC CRGEITGG782 intestato a: Chiesa Crist. ADI Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Registrazione n.1688 del 1.3.2000 Trib. di Padova La pubblicazione è distribuita a membri e simpatizzanti delle Chiese Cristiane Evangeliche A.D.I. ed è sostenuta da offerte volontarie. In conformità alla Legge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Risveglio Pentecostale garantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inoltre assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa al mensile Risveglio Pentecostale. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. I manoscritti non pubblicati non si restituiscono. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale - Cristiani Oggi: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione 2
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tifica la sua libertà nella schiavitù di Cristo. Che strano quest’uomo! Mentre dice: “Non sono io libero?” alla fine dei conti dice: “La mia libertà consiste nella schiavitù di Gesù Cristo”! L’APOSTOLATO SI CONCRETIZZA NEL DESTINO DELLA VOLONTÀ DI DIO L’apostolato di Paolo (il mandato ricevuto, la chiamata) si concretizza nel destino della volontà di Dio. Così gli disse Anania: “Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà…” (Atti 22:14). Comunemente si dice che non abbiamo un destino, non crediamo genericamente al destino. Ma in questo caso specifico dobbiamo credere che il nostro destino si deve concretizzare nella volontà di Dio. Non chiunque mi dice “Signore, Signore…”, non quelli che raccontano favole, ma coloro che operano e fanno coincidere il proprio destino con la volontà di Dio entreranno nel Suo regno.
David Wilkerson alla casa del Padre 19 maggio 1931 - 27 aprile 2011
Il fratello pastore David Wilkerson, mercoledì 27 aprile è stato coinvolto in uno scontro frontale in Texas che lo ha portato alla “Casa del Padre”. Aveva 79 anni. Questo servo di Dio fin dal 1958 ha sentito la chiamata del Signore ad annunciare la salvezza in Cristo Gesù ai membri delle gang di New York e fra i tossicodipendenti. Da ciò ha fondato l’opera del Teen Challenge, presente oggi in tutto il mondo. È stato autore di oltre 30 libri,
dei quali il più noto è La croce e il pugnale, che racconta dell’opera di Cristo Gesù nell’ambito della malavita a New York. Nel 1987 è tornato al “crocevia del mondo” , nel cuore di New York, per fondare la Times Square Church, continuando a servire fedelmente il Signore nella sua comunità e predicando ovunque, anche in molte parti del mondo, potenti messaggi biblici che hanno incoraggiato molti a riporre fiducia totale in Dio.
disponibilità
in questo numero
[PRIMA L E T T ER A AI CORINZI 9:15 -23] NON C’È SDOPPIAMENTO DI PERSONALITÀ La mente di chi ha una doppia personalità è malata. Eppure ci sono anche persone “normali” che manifestano una doppia personalità, che fanno mostra ma hanno rinnegato la sostanza; che hanno apparenza ma non sostanza. Quel che è dentro, insomma, non corrisponde a ciò che appare. Ma nel caso di Paolo non c’è sdoppiamento di personalità. Al contrario si presenta con una nuova identità. Egli è talmente cosciente di questa personalità da differenziarla da quella di un tempo, che ritiene “tanta spazzatura” a causa di Gesù Cristo. Non c’è sdoppiamento di personalità, ma coscienza di una realtà precedente e di una nuova situazione. La precedente non è più buona. Quanto alla nuova, sa quel che dice perché sa in Chi ha creduto! Sa molto bene anche che, pur essendo a volte considerati come pecore da macello, “né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:39). SCIENTIFICITÀ DELLA DIDATTICA, UNIVERSALITÀ DEL METODO Ora, dalla sua nuova personalità discende la “scientificità” della didattica paolina e l’“universalità” del metodo con cui egli conduce i perduti a Cristo. Notiamo con attenzione: per ben riuscire nella nostra azione didattica non possiamo affidarci all’improvvisazione. E neanche possiamo fondarci sul pressapochismo.
Improvvisazione e pressapochismo sono sinonimi di superficialità. Non possiamo affidarci neppure al nostro intuito, ma dobbiamo possedere, necessariamente, “scientificità” e “universalità”. Queste due parole non sono difficili. Questa nuova scientificità, che è certezza e sicurezza, Paolo non l’ha acquisita ai piedi del maestro Gamaliele, ma l’ha ricevuta con potenza sulla strada di Damasco! L’ha ricevuta perché una luce ha sfolgorato intorno a lui; perché è caduto per terra. Dalla luce ha appena intravisto un volto; e da quel volto ha udito una voce, che gli confermerà, tramite Anania, quante cose dovrà patire per il nome di Gesù. Patire per il nome di Gesù è una gioia, è un onore, è la nostra forza! La sua didattica, il suo metodo, possiede una scientificità divina, che scaturisce, badiamo bene, dal suo cadere per terra. Per possedere e per fare buon uso di questa scientificità dobbiamo “cadere per terra”, umiliarci. Dobbiamo guardare al volto di Gesù e dobbiamo udire “la voce di Gesù”, il Messia tanto atteso.
maggio 2011 MALLEABILITÀ, UGUALE A DISPONIBILITÀ
Antonio Felice Loria ..........................pag.2-5
LA FAMIGLIA SOTTO ASSEDIO
Carmine Lamanna .......................... pag.6-8
PRONTO SOCCORSO
Felice Leveque ..................................pag.9-10
PERICOLO ISOLAMENTO
Luigi Milillo ................................... pag.11-13
TEMPO DI RACCOLTA
Paolo Faia ...................................... pag.14-17
LA BENEDETTA PRESENZA DEL SIGNORE
Francesco Citarella ...................... pag.18-19
XVI CONVEGNO NAZIONALE DELLE SCUOLE DOMENICALI
Renato Mottola .................................. pag.20
OTTO PER MILLE ................... pag.21 NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ ............................. pag.22-23 APPUNTAMENTI ..................... pag.24 Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org
Risveglio Pentecostale è disponibile anche in edizione per non vedenti. Gli articoli, salvati in formato leggibile mediante computer con un programma screen reader, vengono inviati ai non vedenti che ne fanno richiesta all’indirizzo adi.veneto@tin.it (i file sono disponibili nei formati .rtf .txt .doc .epub). Risveglio Pentecostale - Maggio 2011
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SCIENTIFICITÀ DIVINA DA CONSOLIDARE Questa scientificità divina iniziale non si riceve per tenerla così com’è. Paolo la consolida in Arabia e a Damasco; si prepara in digiuni e preghiere. Per tre anni frequenterà “una nuova università”, che non è a numero chiuso e non richiede un titolo di studio, ma una chiamata divina. Tre lunghi anni di preparazione, di consolidamento didattico alla ricerca del metodo. Per tre anni è un uomo sconosciuto. Non si comporta come coloro che appena hanno qualcosa vogliono emergere, senza nessuna preparazione, si vogliono mostrare… senza di questa emersione non si sentono qualcuno. Se Dio ti ha chiamato, opera! Agisci! Anche se gli altri non lo sanno… Dio lo sa! Solo dopo questi tre anni Paolo salì a Gerusalemme, dove incontrò per pochi giorni gli apostoli Pietro e Giacomo. Poi per altri 14 anni quest’uomo predica e insegna, per poi tornare una seconda volta a Gerusalemme per la verifica didattica, mediante il confronto. Paolo nella seconda lettera ai Corinzi dice: “Poiché noi non abbiamo il coraggio di classificarci e confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d’intelligenza” (10:12). Quanto è edificante quando ci confrontiamo e ci misuriamo con gli altri! Così fece Paolo. Siccome la sua didattica non era cieca, ma aveva occhi; siccome la sua era una didattica scientifica perché era divina e la sua era una didattica intelligente… espose privatamente il Vangelo, il suo metodo; si sottopose all’esame degli altri. In qualche modo disse: “Fratello Pietro, fratello Giacomo, fratello Giovanni, sono 14 anni che io predico il Vangelo in questo modo, che io insegno così. Secondo voi: è giusto o è sbagliato?” Un uomo sapiente come lui, siccome era distante dagli apostoli del fondamento, dopo 14 anni si sottopose ad esame. Badate, disse: “Mi feci esaminare, però non ho rinunciato alla mia libertà in Cristo. Quella libertà che era la schiavitù… a quella non rinuncio. Mi voglio confrontare con i fratelli, ma conservando la mia identità e la mia persona”. Perché Paolo andò a questo confronto? Sembra di udirlo: “Perché non mi ritenni uomo capace di conoscere solo io l’assoluto, di possedere solo io la verità o la didattica giusta”. Incontri come questi ci servano come confronto, come esperienza e, perché no, come insegnamento! Inoltre, si sa che il metodo valido per tutti non esiste. E non esiste una didattica universale, scientifica, per tut4
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ti. Non esistono, perché non esiste un individuo uguale a un altro. Neppure i gemelli monozigoti sono uguali. La scientificità e l’universalità di questo metodo sono nell’essere di Cristo, in ogni circostanza. Vogliamo conoscere questa didattica e questo metodo? MI SONO FATTO SERVO DI TUTTI Senza questo “farsi”, in ogni ministero c’è il fallimento. Dobbiamo realizzare la nostra libertà, quella vera, quella intima, quella che ci gratifica. In che cosa? Nella schiavitù di Gesù Cristo! “Ho rinunciato alla mia volontà, per far prevalere quella di Cristo… a costo della vita”: questa è la didattica. Questo è il metodo. “Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno. So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa…” (Atti 20:22-24). Il metodo universale nella scuola non esiste, ma Paolo l’aveva, perché non faceva conto della propria vita. Quando realizzeremo questo, anche noi possederemo la didattica! MI FACCIO OGNI COSA A TUTTI Al “mi sono fatto servo per tutti” segue il “mi faccio ogni cosa a tutti!” Badate bene, Paolo si è fatto schiavo. Ora lo schiavo è persona, è un individuo che liberamente decide di ridursi “da qualcuno a qualcosa”. Mi trasformo in ogni cosa, verso tutti, significa perdita momentanea della propria dignità. Paolo taceva e non faceva quel che avrebbe dovuto perché aveva uno scopo: condurre anime a Cristo Gesù. E non solo, ma questo uso del presente sta a significare: “Non mi sono fatto una sola volta, ma mi faccio ogni giorno, ogni momento; mi riduco a cosa, ogni giorno. Una cosa!” Una cosa non ha nome, non ha senso, non ha significato, non ha valore: “Io mi faccio una cosa senza valore, purché quella cosa serva per la causa di Cristo”. Tutto faccio, per amore del Vangelo. Questa è la mia didattica scientifica. Questo è il mio metodo universale. “Mi faccio” vuol dire ho rinunciato alle mie pretese, alle mie rivalse, alle mie difese. Per me decide qualcun altro. Sarà sempre Paolo a dire a Filemone: “Perciò, pur avendo molta libertà in Cristo di comandarti quello che conviene fare, preferisco fare appello al tuo amore, semplice-
mente come Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù”. Il testo qui ci fa vedere un Paolo anziano che quasi si inginocchia davanti a Filemone. “Ti prego, ti supplico!” Paolo che supplica un altro uomo? Sì proprio lui che aggiunge: “Non ho voluto far nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata”: È qui che c’è collegialità didattica. Questa è una rivalutazione dell’altro… considerare gli altri più che se stessi… pur di condurre un’anima a Dio!
“Faccio” con uno scopo, portando a termine il compito che mi è stato affidato, che è quello di portare anime a Cristo Gesù. Poi ci penserà Lui. Non facciamo come quelli che vogliono “aggiustare” altri uomini prima di portarli a Cristo, ma come i nostri fratelli di un tempo, che anche se non avevano troppa cultura dicevano: “Accetta Gesù Cristo, che ti cambia la vita!” Questa è la didattica. Questo è il metodo.
QUESTO “FARSI” SI CHIAMA “MALLEABILITÀ” La malleabilità è una qualità di tutti quegli uomini e L’EVANGELO NON POTRÀ MAI ESSERE MODIFICATO, quelle donne che - come fece Maria - sanno rispondere: MA IL MODO DI PORGERLO SÌ “Mi sia fatto secondo la tua parola”. Il Vangelo è eterno e non potrà mai essere modificaNoi siamo come il ferro nelle mani del fabbro. to; ma il modo di porgerlo deve essere adeguato all’indiInizialmente il ferro è duro. Per farlo diventare morviduo che ti sta di fronte. bido il fabbro lo mette nel fuoco, alimentato dal soffio “Predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole del mantice… Poi, dopo che il fuoco lo ha ammorbidito, e sfavorevole, convincili, esorta con ogni tipo di insegna- il fabbro col martello gli dà la forma, aiutato da un discemento e pazienza”. polo che batte il ferro con una grossa mazza. Martello e C’è in Cristo questo “farsi”? Certo che c’è. “Egli spomazza agiscono contemporaneamente, alternandosi in gliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo siuna frazione di secondo con una abilità particolare. mile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, Durante il susseguirsi dei colpi di martello il ferro si umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e raffredda e, per poterlo ancora lavorare, bisogna rimetalla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente interlo nel fuoco. nalzato…”. Vogliamo essere innalzati da Dio? Dobbiamo Questo ci insegna che lo Spirito Santo ci può dare il “farci”. Poi Lui “ci fa”. metodo se tu ed io ci mettiamo e rimettiamo sui carboAnche Gesù ha avuto una Sua didattica. Il Vangelo ni accesi… stesso è il contenuto della didattica. Questa è l’opera di Gesù Cristo, il “Fabbro divino”; con Il Maestro con Nicodemo ha parlato in un modo, con il fuoco dello Spirito Santo e col martello della Sua Parola donna samaritana in un altro. la, aiutato dai discepoli, ci dà la forma: quella che vuole E con i fanciulli non ha usato parole difficili, non ha te- Lui, come “a Lui pare bene di fare”. nuto “lezioni frontali”, senza preoccuparsi se avevano C’è questo “farsi” in ognuno di noi? C’è questa mallecapito o no. abilità? Siamo disponibili? Mi sono convertito, ho serviAi discepoli che dicevano: “Non infastidite il Maestro to, ho affrontato… e adesso? Hai rinunciato? No! Adesso con questi bambini…” Gesù rispose: “Lasciate i fanciulli quel “mi sono fatto” deve diventare “mi facvenire a me”. E poi proabilmente si abbassò, li abbracciò, cio”… e quel “mi faccio” deve diventare “io fece sentire loro il calore delle Sue mani e del Suo cuofaccio tutto per il Vangelo”… re… Una lezione senza troppe parole, ma che lezione! Felice Antonio Loria FACCIO TUTTO PER IL VANGELO L’ultimo “faccio” significa “porto a termine”. Non “faccio tanto per fare”. Non “faccio con superficialità”.
Estratto del messaggio presentato dal fratello Felice Antonio Loria, presidente delle Assemblee di Dio in Italia, nel culto conclusivo al 16° Convegno Nazionale delle Scuole Domenicali, tenutosi a Paestum dal 7 al 9 aprile
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LA FAMIGLIA
sotto assedio
La tragedia dei divorzi è sotto gli occhi di tutti e le notizie di matrimoni finiti, anche dopo pochi mesi o pochi anni, non costituiscono più delle novità. Che il matrimonio stia incontrando grandi difficoltà, credo che sia indubbio: affermare che sia “sotto assedio” è lapalissiano. Pertanto, parlare di armonia coniugale sembra oggi un’impresa assai ardua, come confermato dai dati statistici che ci giungono attraverso radio e TV, nei quali si apprende che le separazioni ed i divorzi continuano spaventosamente ad aumentare e, di contro, i matrimoni hanno subito una brusca frenata nel sud Italia ed una netta diminuzione nel nord. Bisogna decretare dunque la fine di questa antica istituzione? Alzare bandiera bianca in segno di resa? Affermare che così va il mondo? Abituarsi a vedere famiglie rovinate e figli segnati, forse per sempre, da questa triste esperienza? Un antico canto che si ascoltava nelle nostre comunità in occasione dei matrimoni diceva: “La casa è un paradiso quando c’è il Signor”! Illusione? Sogno? Cominciamo con il chiederci perché due persone si sposano, ovvero, che cos’è il matrimonio. UNA FAMIGLIA PROTETTA Il matrimonio è un’idea di Dio: fu, infatti, la prima istituzione voluta dal Creatore. Fu stabilito prima della legge, prima d’ogni forma d’autorità e prima ancora del peccato. Dio stesso celebrò il primo matrimonio, quello fra Adamo ed Eva. Il Signore avrebbe potuto formare Eva dalla polvere della terra, come aveva fatto con
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Adamo, ma Egli voleva che tra l’uomo e sua moglie ci fosse una relazione ancora più intima di quella che poteva derivare dall’essere fatti della stessa materia, ossia dalla polvere della terra. Così Dio formò la donna da una parte dell’uomo stesso. Per questa ragione Gesù è interessato alle famiglie, al bene delle stesse. Infatti, il Suo primo miracolo non fu a beneficio di un cieco, di un sordo, di un paralitico o di un lebbroso, ma di una famiglia appena costituitasi: “Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». Gesù le disse: «Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta». Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». C’erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: «Riempite d’acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all’orlo. Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l’acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora». Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui” (Vangelo di Giovanni 2:1-11). È palese che la famiglia affronti momenti difficili nei quali si ritrova senza forza fisica, mentale e spirituale. Da dove può venire il vigore se non da Dio? Le famiglie cristiane trovano in Lui la forza per affrontare l’oggi e guardare con serenità al domani (cfr. Isaia 40:31). UNA FAMIGLIA INCROLLABILE Per formare una famiglia è importante avere una casa, un tetto, ma se non si hanno delle buone fondamenta e delle robuste pareti, il tetto prima o poi cade.
Quindi per prima cosa devono esserci le fondamenta. Cristo deve essere il centro e il padrone della nostra casa e della nostra famiglia. Non è forse questo che Gesù ha insegnato? «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande” (Matteo 7:27). In questa parabola Gesù presenta due case, due famiglie, due coppie di coniugi, con due destini diversi, sottolineando che per una la rovina è stata grande, mentre l’altra ha gioito, perché la casa è rimasta stabile malgrado la tempesta. La forza di quella casa è nel suo fondamento, per questo non ha vacillato. Cristo sia il fondamento di ogni casa: per certo essa non crollerà! UNA FAMIGLIA IN ARMONIA La coppia cristiana deve vivere e realizzare una perfetta intesa familiare e coniugale, perché, se questa dovesse venir meno, anche la sua fede subirebbe la stessa sorte con la perdita della vita eterna. Per realizzare questa intesa c’è un cammino da fare insieme, caratterizzato da momenti difficili e da traguardi impegnativi che alla fine ripagano abbondantemente. La perfezione di un’intesa, perciò, non verrà mai dalla qualità dei “meccanismi” (il mondo ne offre tanti), ma solo dalla guida di Dio: Lui è la perfezione. Egli fa “ogni cosa bene” (cfr. Marco 7:37). L’armonia coniugale è una meta da conquistare, ottenere e conservare individuando e combattendo i nemici che la minacciano. Uno degli esempi di maggiore concordia offerto dalla Sacra Scrittura si osserva nelle persone di Aquila e Priscilla, le quali, in ogni riferimento biblico, sono sempre citate insieme: né Luca né gli Atti, né l’apostolo Paolo nelle sue Epistole le ricordano divise. Risveglio Pentecostale - Maggio 2011
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ARTICOLI DI FEDE Dietro questi riferimenti vi è molto di più della semplice casualità: essi ci parlano di un’unione salda e di un amore coniugale maturo e profondo. Proprio a questo riguardo, nella Parola di Dio notiamo come, per ben quattro volte su sei, il nome di Priscilla viene anteposto a quello del marito: ciò era inusuale, se non sconveniente, per il tempo, quindi conferma che dinanzi a Dio “non v’è riguardo a qualità di persone” (cfr. Efesini 6:9); nel vero amore, difatti, non c’è posto per la “gerarchia”, ma soltanto per un affettuoso rispetto reciproco. Aquila e Priscilla rappresentano ancora oggi un riferimento sicuro per la salute di tanti matrimoni. La famiglia, così come la Chiesa, è un’istituzione “sotto assedio” minacciata dal diavolo. Non è facile realizzare una famiglia felice, se i coniugi non si studiano di conformare o adattare sempre meglio il carattere dell’uno a quello dell’altro e se non sono disposti a sacrificare veramente il proprio egoismo. Il segreto per una perfetta concordia è riportato in Filippesi 2:3,4: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri”. La famiglia è sotto assedio, ma è possibile romperlo: Dio è pronto ad aiutarci, se mettiamo la nostra vita e quella della nostra famiglia nelle Sua mani. Allora potremo non solo cantare, ma realizzare ogni giorno che: “È la casa un paradiso quando c’è il Signor, v’è la gioia, v’è il sorriso, è l’asil d’amor. Si combatte fra le pene, si sopporta ogni dolor, non si invidia l’altrui bene, quando c’è il Signor”! Carmine Lamanna 8
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diante la preghiera, l’unzione dell’olio e l’imposizione delle mani (Isa.53:4-5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar.16:17-18; Giac.5:14-16). Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubCrediamo nell’unico vero Dio, Eter- bidienza a tutta la verità delle Sacre no, Onnipotente, Creatore e Signo- Scritture, nella potenza dell’annunre di tutte le cose e che nella Sua u- cio di “Tutto l’Evangelo” al mondo nità vi sono tre distinte Persone: Pa- (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; dre, Figlio e Spirito Santo (Efe.4:6; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Matt.28:19; Luca 3: 21-22, I Giov.5:7). Giov.16:13; Matt.28:19-20). Crediamo e accettiamo l’intera Bib Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13).
Crediamo che il Signore Gesù Cristo fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).
Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della soCrediamo nella Sua vita senza pecca- cietà umana (I Cor.12:4-11; Gal.5:22; to, nei Suoi miracoli, nella Sua morte Ebr.13:15; Rom.12:1). vicaria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurre- Crediamo ai ministeri del Signore zione, nella Sua ascensione alla de- glorificato, quali strumenti autorestra del Padre, quale unico mediato- voli di guida, d’insegnamento, di ere, nel Suo personale e imminente dificazione e di servizio nella comuritorno per i redenti e poi sulla terra nità cristiana, rifuggendo da qualsiasi in potenza e gloria per stabilire il Suo forma gerarchica (Efe.1:22-23; 4:11regno (I Pie.2:22; II Cor.5:21; Atti 2:22; 13; 5:23; Col.1:18). I Pie.3:18; Rom.1:4; 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov.14:1-3; I Cor.15:25; I Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di GeTim.2:5). rusalemme, riportate in Atti 15:28Crediamo all’esistenza degli angeli 29; 16:4. creati tutti puri e che una parte di Crediamo alla resurrezione dei morquesti, caduti in una corruzione e ti, alla condanna dei reprobi e alla perdizione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, sa- glorificazione dei redenti, i quali hanno perseverato nella fede fino alla firanno con lui eternamente puniti ne (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13). (Matt.25:41; Efe.6:11-12). Celebriamo il battesimo in acqua Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue per immersione, nel nome del Padi Cristo, unico Sommo Sacerdote, dre e del Figliolo e dello Spirito Sansiano indispensabili per la purifica- to, per coloro che fanno professione zione dal peccato di chiunque Lo ac- della propria fede nel Signore Gesù Cristo come personale Salvatore cetta come personale Salvatore e (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12). Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18,19; Efe.2:8). Celebriamo la cena del Signore o Crediamo che la rigenerazione (nuo- Santa Cena, sotto le due specie del pane e del vino, rammemorando così va nascita) per opera dello Spirito la morte del Signore e annunziandoSanto è assolutamente essenziale per la salvezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; ne il ritorno, amministrata a chiunque sia stato battezzato secondo le Tito 3:5). regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a Dio e alla soCrediamo alla guarigione divina, secondo le Sacre Scritture me- cietà (I Cor.11:23-29; Luca 22:19-20).
Pronto Soccorso "Dacci aiuto per superare le difficoltà, poiché vano è il soccorso dell'uomo" (Salmo 60:11). Soccorrere è aiutare accorrendo, intervenire prontamente. Aiutare chi si trova in grave e immediato stato di necessità. Il pronto soccorso sarà tale, quindi, se rispetta queste semplici pratiche: accorrere e intervenire nel tempo più breve possibile. Davide, l’autore del salmo 60, chiede aiuto a Dio per sé e per i suoi fratelli. Chiede soccorso. Non è un ferito in un incidente, non è stato colto da malore. Le difficoltà in cui si trova sono ben altre. Si possono, queste difficoltà, considerare come le complicazioni, come gli ostacoli che ogni uomo può incontrare e in cui s’imbatte nella vita. “Dacci aiuto” grida Davide. Il grido è rivolto a Dio, che già tante volte lo ha aiutato e lo ha soccorso. "Dammi aiuto, Signore!". Devi gridare in questo modo, caro lettore. Invoca Dio,
Egli ti ascolta. Come Davide, però, devi riconoscere che sei in difficoltà, sei in necessità, ammetti che sei alle strette. La vita sta divenendo, per te, sempre più difficile, il cammino sempre più arduo, faticoso. Tutto si sta complicando. Stai incontrando difficoltà impreviste. Hai provato già delle soluzioni. Ti sei rivolto a chiunque per avere un minimo di soccorso. Nulla, non c’è stato niente da fare. Anche chi ti vuole bene sinceramente, non ha potuto fare nulla. Ripeto: nulla. Hai scoperto a tue spese, come Davide, che "vano è il soccorso dell'uomo". L’uomo può a volte soccorrere per un bisogno fisico, un aiuto economico, talvolta anche morale, ma per un dato tempo. La persona che soccorre non è sempre lì pronta. A volte ritarda, in altre occasioni può portare, persino, il soccorso sbagliato. In altre parole non sempre
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l’uomo, con tutte le buone intenzioni, riesce nell’impresa del soccorso. Affermiamo con Davide: “Vano è il soccorso dell'uomo". In un altro Salmo, troviamo sempre Davide che grida a Dio e implora il Suo soccorso. "Ma tu, Signore, non allontanarti, tu che sei la mia forza, affrèttati a soccorrermi" (Salmo 22:19). Si potrebbe dire che Davide aveva la santa abitudine di chiedere soccorso a Dio. Nelle parole che seguono, tratte da un altro salmo di Davide, leggiamo della sua esultanza dopo il soccorso ricevuto dal Signore. "Il Signore è la mia forza e il mio scudo; in lui s'è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto" (Salmo 28:7). L’esultanza di un cuore liberato. Liberato dai timori, dalle preoccupazioni che distruggono l’anima, dal dubbio che non offre alcuna certezza, alcuna sicurezza.
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Soccorso in tempo. In tempo per riprendere a vivere pienamente. In tempo per gioire come non si è mai gioito. Un cuore che esulta. Solo Dio con il Suo aiuto ti darà una soddisfazione, una contentezza che non può essere contenuta. Gioia che si esprimerà, perciò, manifestamente. Fai tuo l’invito dello scrittore dell’epistola agli Ebrei: "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:16). Ecco, siamo giunti al termine di questa meditazione. Se ancora non hai gridato a Dio, se ancora non sei convinto che nella condizione in cui stai vivendo solo da Dio può venire il soccorso, accostati al trono della grazia. Piega le tue ginocchia o almeno piega il tuo cuore e grida: Signore, soccorrimi! Egli sarà il tuo "Pronto Soccorso". Felice Leveque
PERICOLO ISOLAMENTO
Negli ultimi tempi si sta diffondendo anche in Europa un tipo di comportamento definito con un termine giapponese “Hikikomori”, che significa “isolarsi, stare in disparte, nascondersi nel proprio guscio”. Vittime di questo fenomeno sono soprattutto gli adolescenti che pian piano rifiutano qualsiasi contatto col mondo esterno, preferendo rinchiudersi nelle quattro mura della propria cameretta, stando ore e ore connessi a internet “chattando” o navigando in realtà virtuali, che non lasciano spazio a nessun tipo di rapporto interpersonale reale. Addirittura chi soffre di questo tipo di
comportamento depressivo si limita a consumare i propri pasti in maniera isolata, sempre all’interno della propria stanza. Molti affermano che la causa del fenomeno “Hikikomori” è da ritrovarsi nell’eccessiva pressione che la famiglia, la scuola e per ultima la società esercita sull’individuo, che preferisce così ritirarsi nel proprio guscio, sentendosi incapace di confrontarsi con il mondo esterno. In Italia questo fenomeno non è ancora esploso in modo rilevante, anche se la maggior parte dei nostri giovani è affascinata, possiamo dire “legata”, a una forma morboRisveglio Pentecostale - Maggio 2011
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sa, quasi fosse una droga o alcool, a questa realtà virtuale che il mondo di internet offre quotidianamente. Non si vuole qui screditare totalmente la rilevanza di internet come strumento, che deve essere, però, usato in maniera equilibrata, soprattutto navigando in siti “leciti”. È proprio grazie a questo strumento che in questi ultimi anni si è avuto una condivisione, un ampliamento delle barriere della conoscenza, anche grazie all’offerta della realtà “virtuale”. Senza, ormai, sono molti coloro che non riuscirebbero a vivere, cadendo in “crisi di astinenza”. Per non parlare dell’uso smodato dei telefonini. Sempre più si osservano persone per strada, in macchina, o nei negozi che "smanettano" a più non posso digitando sulla tastierina del proprio cellulare per inviare un messaggio che inevitabilmente attenderà una rapida risposta. Oggi sempre più ragazzi sono avulsi dalla vita che li circonda, pensierosi, attenti a rilevare il più piccolo avviso di chiamata e la più leggera vibrazione del proprio apparecchio telefonico. Questo comportamento si riflette anche nei sempre più rari momenti in cui figli e genitori si ritrovano insieme, magari a pranzo: accade così che, al minimo squillo, si azionano le dita con una velocità incredibile, per tuffarsi in una conversazione iniziata magari ore prima e che potrà anche protrarsi per tutta la giornata. Cogliendo il bisogno sempre più crescente di quest’incredibile mercato, le
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cocompagnie telefoniche propongono co stantemente offerte allettanti, promozioni che consentono di inviare anche centinaia di messaggi al giorno, ad un costo contenuto o addirittura nullo. Eppure, questo moderno mezzo di comunicazione apparentemente innocuo può, paradossalmente, condurre al
pericolo dell’isola dell’isolamento. È importante equiavere il giusto equi librio nell’uso di questo strumento, nienanche perché nien eguate può essere egua ricchezgliato alla ricchez all’importanza e all’importan za che un rapporrappor to reale e concreto con una persona può offrire. ParoLa stessa Paro la di Dio ci mostra imporquanto sia impor contante avere un con tatto diretto con il prossimo. Gesù stesso, nei tre anni e mezzo di minimini sterio, ha mostrato prossidi amare il prossi semmo, stando sem pre a contatto con la gente. Nei VangeVange li possiamo vedevede re Gesù in mezzo alla folla, che parpar la alla folla, che ascolta la folla, e compie miracoli e opere grandi. Gesù sfama una grande folla, comcom piendo la moltimolti plicazione di pani e pesci: “Chiamata a sé la folla, disse loro: «Ascoltate e intendete… »” (Matteo 15:10). Anziché passare ore e ore incollati a un freddo monitor, sarebbe opportuno trascorrere più tempo alla presenza di Dio, alla meditazione della Sua Parola: “Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te. Tu sei benedetto, o Signore; insegnami i
tuoi statuti” (Salmo 119:11-12). Anziché passare ore con il telefonino in mano inviando SMS continuamente, sarebbe opportuno non trascurare la preghiera! “Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: "Rendimi giustizia sul mio avversario". Egli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: "Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno, pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa"». Il Signore disse: «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto. Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti? Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Luca 18:1-8). Il Signore stesso ci rivolge un tale invito: “Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; io mi lascerò trovare da voi, dice il Signore” (Geremia 29:12-14). Il pericolo dell’isolamento è reale, perciò trascorriamo più tempo con il Signore e con i credenti: “Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme! É come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d’Aaronne, che scende fino all’orlo dei suoi vestiti; è come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il Signore ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno” (Salmo 133:1-3). Luigi Milillo
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Tempo di raccolta Considerando il periodo dell’anno nel quale ci troviamo, le parole di Gesù sono quanto mai attuali: “Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ebbene, vi dico: alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura” (Giovanni 4:35). L’esortazione che Gesù rivolse allora ai Suoi discepoli, dopo circa duemila anni viene rivolta ancora oggi a tutti coloro che desiderano seguirLo e servirLo fedelmente. In contrapposizione all’invito del Signore di essere impegnati nel Suo “campo”, troviamo le scuse di coloro che vivono pensando soltanto ai propri interessi: “Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire” (Luca 14:18-20). Purtroppo ci sono credenti che sono così presi dalle “faccende della vita” (II Timoteo 2:4) che non riesco-
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no a vedere le necessità che ci sono nell’opera di Dio e per questo motivo non danno nessun contributo nel servizio cristiano. “Il Signore della mèsse” continua a rivolgere alla Sua Chiesa l’invito: “Alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura”. L’esortazione di Gesù comporta tre aspetti molto importanti per coloro che desiderano impegnarsi nel servizio cristiano. TOGLIERE LO SGUARDO DAI PROPRI INTERESSI: “ALZATE GLI OCCHI” La prima cosa che devono fare coloro che desiderano impegnarsi nel servizio è quella di rivolgere lo sguardo nella giusta direzione. Il pericolo è focalizzare l’attenzione verso i beni materiali in maniera eccessiva, spendendo le proprie energie e il proprio tempo per “ciò che non sazia”. Essere presi dalle necessità materiali a discapito
degli impegni spirituali non rientra certamente nella volontà del Signore per la vita del credente (Proverbi 23:5). Dio provvede mirabilmente per i Suoi figli, quando questi confidano in Lui con fiducia: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in piú. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:33-34). L’ansietà non deve trovare posto nel cuore di chi ha Dio come proprio Padre Celeste; chi focalizza lo sguardo su Cristo, impiegando le proprie energie per annunciare l’Evangelo della grazia, non ha motivo per lasciarsi scoraggiare dall’ansietà per i beni materiali. Chi invece rivolge l’attenzione verso i beni materiali, a danno delle ricchezze celesti, presto o tardi si troverà in uno stato di miseria spirituale: “Cosí parla il Signore degli eserciti: ‘Questo popolo dice: Non è ancora venuto il tempo in cui si deve ricostruire la casa del Signore’. Per questo la parola del Signore fu rivolta lo-
ro per mezzo del profeta Aggeo, in questi termini: ‘Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?’ Ora cosí parla il Signore degli eserciti: ‘Riflettete bene sulla vostra condotta! Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c’è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata’. Cosí parla il Signore degli eserciti: ‘Riflettete bene sulla vostra condotta!’” (Aggeo 1:2-7)! I credenti, essendo stati “risuscitati con Cristo”, sono chiamati a “cercare le cose di lassú dove Cristo è seduto alla destra di Dio … E ad aspirare alle cose di lassú, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi 3:1-2). Dal momento che il cuore dei credenti è rivolto al Signore, tutto quello che Dio non gradisce sarà tolto dalla loro vita mediante l’opera potente dello Spirito Santo e il loro sguardo sarà indirizzato verso i beni celesti (II Corinzi 4.18).
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Se il nostro desiderio è quello di essere impegnati Essere impegnati in qualsiasi attività nell’opera del per l’edificazione della nostra comunità e per procla- Signore significa agire per fede in ubbidienza alla Paromare l’Evangelo nel luogo in cui dove viviamo, faccia- la di Dio. mo nostro l’invito che Cristo, il nostro Signore, ci rivolL’errore che alcuni credenti commettono è quello di ge con amore: “Alzate gli occhi”. guardare ai risultati, piuttosto che vedere le necessità che i perduti hanno di ascoltare il messaggio di salGUARDARE ALL’OPERA DI DIO: vezza. “GUARDATE LE CAMPAGNE” Commettere un tale errore significa andare alla ricerca di metodi diversi da quello della predicazione Togliere lo sguardo dai propri interessi è certamen- della Parola di Dio pur di raggiungere i risultati sperati. te fondamentale, ma non basta: occorre anche guarNell’opera del Signore, il detto “il fine giustifica i dare nel giusto modo all’opera di Dio. mezzi” non è valido, il principio rimane quello voluto Questo significa guardare il bisogno che c’è nel e stabilito da Dio stesso: “Poiché il mondo non ha cocampo del Signore con la stessa visione di Gesù: “Poi, nosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a la mattina, mentre era ancora notte, Gesú si alzò, uscí Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la paze se ne andò in un luogo deserto; e là pregava. Simozia della predicazione” (I Corinzi 1:21). ne e quelli che erano con lui si misero a cercarlo; e, troPossa il Signore aiutare tutti coloro che desiderano vatolo, gli dissero: ‘Tutti ti cercano’. Ed egli disse loro: impegnarsi nella Sua opera, affinché ogni cosa sia fat‘Andiamo altrove, per i villaggi vicini, affinché io preta secondo la Sua volontà e per la Sua gloria, così codichi anche là; per questo infatti sono venuto” (Marco me viene presentata dall’immutabile Parola di Dio. 1:35-38).
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GUARDARE ALL’URGENZA DELLA NECESSITÀ: “BIANCHEGGIANO PER LA MIETITURA”
interessare le persone piuttosto che agire secondo la Sua volontà. Il Signore non chiama i Suoi servitori per convincere, intrattenere o fare opera di proselitiLa terza considerazione che possiamo fare alla luce smo, ma per mandarli “per tutto il mondo e predicare del versetto preso in considerazione è che “le campa- l’Evangelo ad ogni creatura” (Marco 16:15). gne biancheggiano per la mietitura”. Quando la semina è fatta secondo i principi della Perché ci possa essere un raccolto è necessario pri- Sacra Scrittura, arriverà certamente anche il momenma di tutto che vi sia stata una semina. Spargere il se- to di rallegrarsi nel vedere persone salvate: “Tornerà me della Parola di Dio in modo che porti frutto nei con canti di gioia quando porterà i suoi covoni” (Salmo cuori di coloro che lo riceveranno è un servizio che ri- 126:6b). chiede fedeltà, zelo, impegno, fede e la consapevolezIl raccolto si ottiene per opera del Signore e non za che “se ne va piangendo colui che porta il seme da certamente per le capacità umane: “Io ho piantato, spargere” (Salmo 126:6a crf. Ecclesiaste 11:1). Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere” (I CoAnnunciare l’Evangelo spesso significa trovare del- rinzi 3:6). le opposizioni o addirittura essere perseguitati (I Pietro 4:14). Al chiaro invito di Gesù: “Alzate gli occhi e guardate Possa il Signore aiutare ogni servitore fedele affin- le campagne come già biancheggiano per la mietituché, se dovesse tardare il momento in cui si vedono ra”, valido ancora per noi che viviamo nel terzo millenpersone convertirsi, non ceda alla tentazione di sconio, quanti sono disponibili a rispondere come il proferaggiarsi e smettere di proclamare la Parola di Dio o ta Isaia: “Eccomi, manda me” (Isaia 6:8)? mettersi alla ricerca di “metodi nuovi” allo scopo di Paolo Faia
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C
ome Mosè, anche noi abbiamo assoluta necessità di realizzare la presenza di Dio tra noi, Suo popolo, perché questa rappresenta la priorità della nostra vita e della nostra esperienza di fede. Rischiamo, altrimenti, di seguire soltanto una religione fra le tante e di vivere una realtà superata e senza futuro. Il nostro non può essere un movimento puramente umano, condotto da uomini (“Va’, Sali tu…”), e nemmeno un movimento mistico o “spiritualoide” (“io manderò un angelo davanti a te…”) (Es. 33:1,2).
il Suo posto, non vi sono sostituti o surrogati, Egli è indispensabile per noi. Una presenza che ci distingue dagli altri “Questo distinguerà il tuo popolo da tutti i popoli che sono sulla terra” (Eso.33:16). Il popolo di Dio deve distinguersi dagli altri e dal resto dell’umanità che lo circonda. Infatti “la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio” (Rom.8:19). Ma è Gesù che fa la differenza, è la Sua presenza che ci rende di-
LA BENEDETTA PRESENZA DEL SIGNORE
La Chiesa del Signore è unica proprio perché Gesù è al centro di essa, Egli è la sua guida, la Sua presenza è in mezzo a lei, il Suo trono ed il Suo mantello riempiono il Tempio (Isaia 6:1). La Sua è:
versi e “speciali”, è il Suo fuoco che illumina ed attira, talché “il dio che risponderà mediante il fuoco, lui è Dio” (1Re 18:24).
Una presenza che dà riposo e tranquillità Una presenza “La mia presenza andrà con te ed io ti darò di cui non possiamo fare a meno riposo” (Eso.33:14). Poiché “Dio è per noi un ri“Se la Tua presenza non viene con me, non fugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle farci partire di qui”(Eso.33:15). È inutile parti- difficoltà” (Sal. 46:1), non temeremo e saremo re, è inutile muoversi, è inutile iniziare o intra- fiduciosi anche se la guerra di levasse contro di prendere qualcosa: “Senza di me non potete fare noi. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” nulla” (Giov.15:5). Sarebbe un fallimento com- (Rom.8:31). Egli guarda, protegge e sostiene pleto, una esperienza amara e dolorosa. Nessun il Suo popolo, lo guida lungo le acque calme altro può guidarci, nessun altro può prendere dandogli pace e sicurezza. Possiamo riposare in 18 R i s v e g l i o P e n t e c o s t a l e - M a g g i o 2 0 1 1
Lui perché la Sua “nuvola” va dinanzi a noi ed il Suo “fuoco” ci riscalderà e ci illuminerà: “Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. Il Signore ti preserverà da ogni male, Egli proteggerà l’anima tua” (Sal. 121:6,7). Una presenza che ci darà grazia e benedizione “Abbiamo trovato grazia agli occhi tuoi” (Eso.33:16). La grazia è il favore e la benignità del Signore, Egli è Colui che ci dona abbondanza di grazia e prepara per noi grazia su gra-
incalzò il Signore e Gli chiese di più, desiderando vedere la Sua gloria. “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il nome del Signore davanti a te” (Eso.33:19). Il nostro Dio è pronto a renderci partecipi delle cose grandi e meravigliose di cui Egli dispone, semplicemente se Lo amiamo col cuore, se entriamo in un rapporto personale e profondo con Lui e se Gli chiediamo con “ardire” di mostrarci tutta la Sua gloria (1Cor.2:9,10). Questa è la gloria di Dio, la Sua presenza nella Chiesa. Abbiamo bisogno, pertanto, di apprezza-
zia. Egli ama il Suo popolo e lo benedice riversando su lui beni e benignità, la Sua provvidenza è spiegata in suo favore, la gioia del Signore non verrà mai meno (Giov.16:22), la Sua forza ci accompagnerà nel cammino (Sal. 84:7), la Sua grazia è perfettamente sufficiente (2 Cor.12:9) e la Sua benedizione ci farà ricchi (Prov.10:22). Oh benedetta presenza del Signore!
re, desiderare, ricercare e mantenere viva la Sua presenza tra noi. È una presenza santa, particolare, insostituibile, ma anche delicata. Il peccato potrebbe farcela perdere e potrebbe allontanare Dio da noi! Tale fu l’esperienza di Giosuè ad Ai: “Israele ha peccato… io non sarò più con voi” (Gios.7:11,12); tale fu l’esperienza di Eli quando i filistei si impadronirono dell’Arca: “La gloria di Dio si è allontanata…” (1 Sam.4:21,22). Una presenza Non facciamo poca stima della presenza di che ci porterà di gloria in gloria Dio tra noi: è la nostra vita, la nostra benedi“Farò anche questo…”, “Ti prego fammi vede- zione, la nostra forza, e sarà la nostra vittoria sire la tua gloria” (Eso.33:17, 18). A Mosè fu con- no alla fine (Sal.20:5-8). cessa la “presenza” del Signore, ma subito egli Francesco Citarella Risveglio Pentecostale - Maggio 2011
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XVI CONVEGNO NAZIONALE DELLE SCUOLE DOMENICALI Il sedicesimo convegno nazio nazionale delle scuole domenicali si è svolto a Paestum (Sa), al Centro Congressi Hotel Ariston, dal 7 al 9 aprile. Il convegno, riservato a pastori, monitori e assistenti delle scuole domenicali ha visto la partecipazione di quasi 800 iscritti provenienti da tutta Italia. Il tema di quest’anno è stato: “Appetite… onde cresciate per la salvezza”(1 Pietro 2:2). Predicatore nel culto introduttivo è stato il fratello Lorenzo De Fano, pastore a Bari-Capurso che ha portato all’attenzione degli uditori Matteo 23:37 “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” sottolineando come tante volte il Signore chiami a ravvedimento, pronto a riceverci quando sinceramente confessiamo le nostre colpe e ad aiutarci a crescere nonostante la nostra indegnità. Nel culto mattutino del giorno 8 il
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fratello Giuseppe Bortoli, pastore a Bassano del Grappa (Vi) ha predicato su II Samuele 12:1-8. È importante considerare le cose preziose ricevute in passato senza trascurare il presente, tempo nel quale è necessario vivere in ubbidienza alla Parola divina e se necessario cambiare le cose che ci allontano dalla salvezza; tutto questo in prospettiva di un futuro da consolidare. Il primo studio, tenuto dal fratello Luca Marino, pastore a Perugia e Terni, dal titolo “Il puro latte spirituale” ha sottolineato l’importanza del compito di ogni monitore di favorire la crescita delle nuove generazioni. Il secondo studio, esposto dal fratello Daniele Di Iorio pastore a Napoli-Vomero e San Cipriano d’Aversa, dal tema “Cibi succulenti” (Isaia 55:2) ha rimarcato come l’insegnamento del monitore debba essere attento alle dinamiche generazionali del tempo in cui è chiamato a servire e ai disagi che i giovani d’oggi devono affrontare, guidato dallo Spirito Santo al fine di far guadagnare Cristo.
La Parola nel culto serale è stata predicata dal fratello Gennaro Chiocca, pastore a Lodi, S.Giuliano Milanese e Crema. Con il passo di Ezechiele 37:1-14 sono state presentate le risorse di Dio, innumerevoli e sorprendenti. Nell’ultimo studio del giorno 9, presentato da Abele Trosino, pastore della chiesa di Crotone “il cibo solido” (Ebrei 5:14) è stato il tema. Occorre un cibo per il quotidiano sostentamento del credente, non fine a se stesso, ma necessario al completo sviluppo dell’individuo. Il fratello Felice Antonio Loria, presidente delle ADI, è stato il predicatore del culto conclusivo del convegno. La Parola annunciata da I Corinzi 9:15-23 ha sottolineato com'è necessario proclamare la salvezza in Cristo. Sia ringraziato il Signore per come ha condotto ogni cosa per la sua gloria, per le abbondanti benedizioni ricevute e per i doni e carismi dello Spirito santo che hanno confermato quanto esposto in tutte le riunioni. Renato Mottola
CON IL TUO
OTTO PER MILLE
FACCIAMO DEL BENE A TUTTI
C’è l’opportunità di fare del bene a poveri, bambini delle zone disastrate dalla guerra, profughi, anziani, emarginati, tossicodipendenti e a quanti di qualsiasi razza, nazione o religione, hanno bisogno di assistenza. Le Assemblee di Dio in Italia, per mezzo del S.E.A.S., il Servizio Evangelico di Assistenza Sociale, raggiungono molti nel bisogno con i fondi derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF. L’OPERA DI AIUTO UMANITARIO SVOLTA DALLE ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA Il S.E.A.S. promuove e sostiene programmi di aiuto in vari Paesi del mondo con progetti nei settori alimentare, medico, sociale e scolastico per le popolazioni dell’Asia e dell’Africa e nelle situazioni di emergenza umanitaria. In Italia il S.E.A.S. interviene per l’Istituto Evangelico Betania-Emmaus attivo nell’assistenza a infanzia e anziani; per l’Istituto Evangelico Betesda per anziani; per il Centro Kades, comunità terapeutica per il recupero e la riabilitazione per quanti hanno dipendenza da droghe, alcool e medicinali. COME ASSEGNARE IL PROPRIO OTTO PER MILLE ALLE ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA A quanti ricevono i modelli C.U.D. (ex 101, 201, certificati di pensione...) e non sono tenuti a presentarli, suggeriamo di: 1 Firmare il modello nella casella: ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA; 2 Firmare in fondo alla copia del modello dove è scritto: FIRMA; 3 Inserire la copia in una busta dove va scritto: SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF, oppure munirsi di busta prestampata reperibile presso tabaccai; 4 Sulla busta utilizzata scrivere il proprio codice fiscale, cognome, nome e indirizzo; 5 Consegnare la busta chiusa allo sportello di una banca o di un ufficio postale dopo averla debitamente firmata in corrispondenza dei lembi di chiusura. Nel caso che venga presentato il Modello 730 o Unico (ex 740), compilare l’apposito modulo che si troverà all’interno dello stesso e inserirlo nella busta di cui sopra. Ricorda che se non firmi o non consegni i Modelli, la tua quota sarà comunque amministrata da altri. Se, invece, credi che questa sia una possibilità per fare del bene direttamente a quanti hanno bisogno, attraverso i nostri programmi di aiuto umanitari, allora firma ed invita altri a firmare. Le scelte non determinano un aumento delle imposte da pagare. Risveglio Pentecostale - Maggio 2011
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Notizie dalle nostre Comunità NOTIZIE DA PRIVERNO (LT) Con grande gioia comunichiamo come nel 2010 il Signore ci ha dato grazia di organizzare dei culti all’aperto a Priverno, il 12 giugno nella zona delle Case Popolari; strumento di cui il Signore si è usato è stato il fratello Fabio Rodorigo pastore a Ciampino (RM). Il 24 luglio nei giardinetti di Borgo S. Antonio
la Parola del Signore è stata predicata dal fratello Carmelo Lo Re, pastore a Monte San Biagio e Fondi (LT). La nostra speranza è che il seme della Parola sparso in questi giorni possa portare Salvezza. Francesco Alboreto
BATTESIMI A GINOSA (TA) Cari fratelli, con gioia vi comunichiamo che il Signore continua l’opera sua nei paesi di Ginosa e Marina di Ginosa. Domenica 6 marzo tre credenti, due sorelle di Ginosa ed un fratello di Matera, hanno pubblicamente testimoniato della loro fede nel Signore e hanno promesso con gioia di seguirLo e servirLo tutti i giorni della loro vita. Il culto è stato allietato da alcuni inni cantati dal gruppo musicale di Ginosa che ha preparato i cuori per l’ascolto del messaggio della Parola di Dio, ministrato dal fratello Martino Lamanna, pastore delle comunità di Palagianello e Castellaneta in provincia di Taranto. La meditazione, prendendo spunto dal brano di 1 Pietro 3:1822, ci ha ricordato l’evento del diluvio, nel quale l’acqua fu usata da Dio come mezzo per la separazione tra la vita e la morte, il giusto e l’ingiusto e che è simbolo dell’acqua della Parola che santifica il credente separandolo dal mondo e dal peccato. L’emozione è stata profonda tanto nei neofiti, quanto in quelli che avevano raggiunto il locale di culto: possiamo testimoniare insieme che lo Spirito Santo è ancora all’opera. La domenica successiva, il 13 marzo, sempre nella comunità di Ginosa abbiamo celebrato la Cena del Signore. Per l’occasione i cori di Palagianello e Ginosa hanno elevato al Signore canti di edificazione che ci hanno portato a considerare quanto grande sia stata l’opera del Signor Gesù sulla croce. Il messaggio della Parola di Dio, portato per l’occasione dal fratello Cosimo Motolese, ha preso spunto dalla purificazione del lebbroso in Levitico 14:1-7: dei due uccelli presi per la purificazione, uno veniva
ucciso e l’altro lasciato libero; una bella immagine di Gesù che ha dato la Sua vita affinché noi vivessimo. La Cena del Signore è stata, come sempre, fonte di ricordo e di benedizione per noi che per grazia abbiamo avuto libertà di accostarci al Padre. Continuate a pregare per noi e per tutta la Chiesa del Signore, affinché, uniti in un medesimo sentimento, possiamo con gioia percorrere la strada che conduce verso il cielo. Carmine Lamanna
BATTESIMI A PETILIA POLICASTRO (KR) Con immensa gioia vogliamo comunicare alla fratellanza dell’opera di Grazia che Dio sta continuando compiere a Peti-
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lia Policastro, salvando e battezzando nello Spirito Santo. Domenica 3 Aprile 2011, quattro sorelle e cinque fratelli, hanno reso testimonianza della loro nuova vita in Cristo con il battesimo in acqua. La riunione per motivo di spazio è stata svolta nella sala della Biblioteca comucomu nale, che per l’occasione era gremita in ogni ordine handi posto e molti conoscenti e parenti dei neofiti han no potuto ascoltare per la prima volta il messaggio della Parola del Signore. Per l’occasione abbiamo Trosiavuto la gioia di avere con noi il fratello Abele Trosi no pastore a Crotone, che ha ministrato la Parola del Signore, in Genesi 5:21-24, sottolineando il cammino bedi Enoc, dopo i sessantacinque anni. Siamo stati be nedetti grandemente. Ringraziamo il nostro Signore e a Lui soltanto vada tutta la Gloria! Pietro Frijo
NOTIZIE DA POMPEI (NA) E S. MARIA LA CARITA’ (NA) Desideriamo condividere con la fratellanza la nostra gioia per quello che il Signore ha fatto nell’anno 2010. Abbiamo avuto la grazia di installare, nella settimana dall’8 al 14 Maggio, i gazebo a S. Maria la Carità, dove c’è una missione curata dalla nostra comunità, e, nella settimana dal 26 Giugno al 2 Luglio, la tenda a Pompei. Per le occasioni, hanno collaborato con noi diversi pastori con le chiese da loro curate, contribuendo così a diffondere il messaggio dell’Evangelo. Un’altra benedizione il Signore ha voluto farcela godere all’inizio dell’anno nuovo quando, l’8 Gennaio, due giovani sono scesi nelle acque battesimali, testimoniando davanti a parenti, amici e a tutta l’assemblea della loro esperienza di salvezza. Per l’occasione
è stato con noi il fratello Aniello Casciello, pastore delle comunità di Angri (Sa) e Siano (Sa), che ci ha ministrato il consiglio della Parola di Dio. Il giorno dopo, domenica 9 gennaio, abbiamo celebrato un culto di Santa Cena; per l’occasione il messaggio della Parola di Dio è stato predicato dal fratello Ubaldo Gargiulo, pastore della comunità di Nocera (Sa). A Dio va ogni ringraziamento per la Sua benevolenza e per il Suo amore. Armando Avella
BATTESIMI ROMA OLGIATA-BRACCIANO Domenica 3 aprile, nella Chiesa dell'Olgiata, è stato celebrato un culto di battesimi in cui cinque credenti, quattro sorelle ed un fratello, hanno testimoniato di aver accettato Cristo nella loro vita. Tre sorelle appartengono alla missione di Bracciano. La chiesa era gremita al punto che abbiamo dovuto aprire le porte, per permettere alle persone in piedi sul piazzale esterno di seguire la riunione. La predicazione della Parola di Dio è stata esposta dal fratello Angelo Rossi, pastore della Missione di Bracciano. Ciò che ha accomunato le cinque testimonianze che abbiamo poi ascoltato, è stato il fatto di aver conosciuto la Parola del Signore tanti anni prima, attraverso i genitori, il coniuge, un'evangelizzazione, ma di essersene purtroppo allontanati in cerca di alternative. E Dio ha mostrato il Suo amore e la Sua fedeltà, riportandoli nelle Sue vie dopo molto tempo e in modo diversi, perchè la Sua Parola non cade mai a vuoto. Ringraziamo il Signore anche per la presenza di molti amici e parenti che hanno onorato e sostenuto i neofiti e hanno potuto ascoltare il messaggio della Parola. L'evento è stato
di grande edificazione per la comunità dell'Olgiata e per la missione di Bracciano. Preghiamo per quanti altri, incoraggiati da questa festosa occasione, hanno chiesto di poter essere battezzati al più presto. Alberto Mungai
PALERMO- TOMMASO NATALE Desideriamo ringraziare il Signore, perché Egli continua a sostenere l’Opera Sua. Dopo tanti anni Dio ci ha dato la gioia di vedere il nuovo locale di culto terminato. La nuova struttura è stata realizzata nella zona nord della città di Palermo, nella borgata Sferracavallo a poche centinaia di metri dal locale precedente. È stato costruito su un terreno dato dal Comune, confiscato alle associazioni mafiose. Il 18 settembre 2010, giorno della dedicazione al Signore, è stato un giorno di grande festa per tutti i credenti per l’esaudimento di anni di preghiere “… Se io tardo aspettami …”. Sono interveinterve nuti circa 700 crecre denti dalle diverse province della Sicilia, e anche da oltre
oceano. La sorella Adriana Madonia, infatti, in rappresentanza di una associazione cristiana evangelica pentecostale italocanadese, ci ha donato i banchi che arredano il nostro locale. Gradito ospite il fratello Antonio Felice Loria, presidente delle “Assemblee di Dio in Italia” che, mediante la predicazione della Parola con il testo di Genesi 28:10, ha raggiunto i presenti con il messaggio dell’Evangelo. Il 12 febbraio di quest'anno la comunità ha avuto il privilegio di ospitare il convegno pastorale amministrativo della Sicilia, cui hanno partecipato circa 100 pastori provenienti dalle 9 province siciliane. Anche per questa occasione è stato presente il fratello Antonio Felice Loria. Domenica 27 marzo sono scese nelle acque battesimali sei sorelle e due fratelli. La felicità è stata tantissima. Toccanti le testimonianze dei neofiti, che hanno parlato dell’intervento di Gesù nella loro persona e nella loro vita con la potenza dello Spirito Santo. Gradito ospite è stato il fratrello pastore Enzo Specchi, pastore delle chiese di Padova e Vicenza. Il testo predicato è stato Giovanni 12. Magnificando il Signore per ciò che ci ha dato in questi mesi trascorsi, ringraziandoLo anticipatamente per ciò che ci darà nel futuro, vogliamo impegnarci a restarGli fedeli fino alla fine, sapendo che non è vana la nostra fatica nel Signore. Antonino Barresi Risveglio Pentecostale - Maggio 2011
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appuntamenti ASSEMBLEA GENERALE ADI Da mercoledì 4 a sabato 7 maggio 2011, a Capaccio Scalo/Paestum (SA), presso l'hotel Ariston in Via Laura, si terrà la XLIV Assemblea Generale. Il predicatore ai culti serali sarà il pastore Warren D. Bullock. SEMINARIO MONITORI NORD OVEST Sabato 14 maggio 2011, a Torino-Via Spalato, si terrà il IV Seminario Didattico per monitori della zona Italia Nord Ovest.
RIUNIONE PASTORi E CONSIGLI DI CHIESA NORD-OVEST Sabato 14 maggio 2011, a Torino-Via Spalato, si terrà una riunione per pastori e consigli di chiesa della zona Italia Nord Ovest. INCONTRO OVER 40 SICILIA Da venerdì 20 a domenica 22 maggio 2011, a Terrasini (PA) - Hotel "La Perla del Golfo", si terrà l'Incontro "Over 40" della chiese zona Sicilia. Ospite il pastore Giuseppe Conserva.
sostieni il Centro Kades con il tuo 5x1000 Il Centro Kades onlus opera nel campo delle dipendenze sia da sostanze sia da comportamenti patologici da oltre 30 anni, con ottimi risultati dell’80% fra coloro che hanno terminato il Programma di recupero. Svolge la propria attività con un reparto maschile Kades, uno femminile Beser e una Unità di Strada che visita continuamente le città d’Italia per portare una parola di speranza: “Si può uscire dalla dipendenza da sostanze e comportamenti!” Sostieni il Centro Kades con il 5 per mille dell’IRPEF indicando la scelta nel Modello Unico, nel Modello 730 o nel CUD con la firma nel riquadro “Sostegno del volontariato delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale” riportando il Codice Fiscale del Centro Kades
01361460064
5x1000 LA SCELTA CHE NON COSTA NULLA Centro Kades onlus - Assemblee di Dio in Italia Loc. Basso Erro 41 - 15010 Melazzo (AL) - tel. 0144.41222 http://www.assemb leedidio.org/kades - e mail kades@libero.it
Risveglio P E N T E C O S T A L E
INCONTRO PROVINCIALE FOGGIA Sabato 21 maggio 2011 si terrà un incontro provinciale delle chiese della provincia di Foggia a San Giovanni Rotondo (FG), presso il locale di culto sito in via Fiume, 6. Relatore dello studio e predicatore il pastore Felice Leveque.
INCONTRO INTERPROVINCIALE RAGUSA-SIRACUSA Domenica 29 maggio 2011, presso il Centro Comunitario ELIM, si terrà l'Incontro Interprovinciale delle chiese delle province di Ragusa e Siracusa. Ospite il pastore Lorenzo De Fano.
INCONTRO GIOVANILE ITALIA NORD OVEST Sabato 28 maggio 2011 si terrà l'Incontro Giovanile della zona Italia Nord Ovest.
XLIV Assemblea Generale 4-7 maggio 2011
È in programma dal 4 al 7 maggio 2011 la convocazione della XLIV Assemblea Generale , presso l’Hotel Ariston a Capaccio Scalo/Paestum (SA). Il tema “Possa la nostra comunione di fede manifestarsi in tutta la sua efficacia…” (Filemone 6) esprime il sentimento del Consiglio Generale delle Chiese: insistere, nonostante gli inevitabili ostacoli e incomprensioni, nel realizzare quotidianamente le insondabili ricchezze della comunione fraterna. Il risveglio spirituale, personale e comunitario è da ricercare nella trasparenza e lealtà dei nostri rapporti fraterni, caratteristiche essenziali per non incorrere in terrificanti naufragi spirituali quanto alla fede. Predicatore ai culti serali sarà il fratello pastore Warren D. Bullock, già impegnato nel ministero pastorale da oltre trent’anni e membro dell’Esecutivo delle Assemblies of God (le Assemblee di Dio statunitensi) che il Signore userà per l’edificazione degli intervenuti. Chiediamo che vengano elevate preghiere al Signore, affinché ogni decisione possa risultare alla Sua gloria e per il progresso dell’Evangelo.
Versamenti in Posta su c/c postale n.12710323 intestato a: Spedizione in Abbonamento Postale - Poste Italiane spa Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova D.L.353/03 (conv. L.27/02/04 n.46) art.1 com.2, DCB Vicenza Versamenti tramite canale bancario Poste: codice IBAN IT16 N076 0112 1000 0001 2710 323 codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX intestato a: Risveglio Pentecostale V. Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova
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