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“...ho il desiderio di partire e di es- me. Io mi trovo dunque sotto questa legge: che volendo io fare il bene, il sere con Cristo perchĂŠ è molto memale si trova in meâ€? (Rom.7:18-21). glioâ€? (Vers.NR) ovvero “...è cosa di Il bene lo si può individuare e gran lunga miglioreâ€? (Vers.R v.23) compiere soltanto per l’opera che la La nostra societĂ fa sempre mag- grazia di Dio può realizzare nel cuogiore fatica a riconoscere il vero be- re umano: “Esaminate ogni cosa e ritenete il beneâ€? (I Tess.5:21) e ancora: ne, vale a dire tutto ciò che risulta sano, retto, insomma utile e virtuoso “Quanto a voi, fratelli, non vi stane quindi anche praticamente vantag- cate di fare il beneâ€? (2 Tess.3:13). Per non parlare poi di ciò e di chi gioso. è buono! La difficoltĂ sorge non soltanto Un giorno si avvicinò a GesĂš un nella capacitĂ di scorgere il bene, giovane ricco, il quale: “... inginocma anche nell’abilitĂ di compierlo. chiatosi davanti a lui, gli domandò: Infatti, gli unici beni che gli esseri umani sembrano saper discernere Maestro buono, che farò io per eredied apprezzare sono quelli di consu- tare la vita eterna? E GesĂš gli disse: mo o i beni nel senso di ricchezze e PerchĂŠ mi chiami buono? Nessuno è di averi, forse perchĂŠ il criterio che buono, tranne uno solo, cioè Iddioâ€? si usa per definire ciò che è bene è (Marco 10:17, 18). Anche qui un po’ di bontĂ la può esclusivamente quello egoistico. mettere in noi soltanto la grazia di La Bibbia collega questa incapacitĂ a una degenerazione non di na- Dio: “O voi fate l’albero buono e tura sociale e collettiva, ma di carat- buono pure il suo frutto, o fate l’altere personale e individuale... e per bero cattivo e cattivo pure il suo frutto; perchĂŠ dal frutto si conosce l’albequanto riguarda l’individuo non la riconduce soltanto alla vita intellet- roâ€? (Matteo 12:33) o ancora: “E il suo tuale o sociale, ma a quella spiritua- padrone gli disse: Va bene, buono e le e morale: “Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c’è Dio. Si sono corrotti, si son resi abominevoli nella loro condotta; non v’è alcuno che faccia il bene... Tutti si sono sviati, tutti quanti si son corrotti, non v’è alcuno che faccia il bene, neppur unoâ€? (Salmo 14:1,3) e l’apostolo Paolo afferma: “Difatti, io so che in me, vale a dire nella mia carne, non abita alcun bene; poichĂŠ ben trovasi in me il volere, ma il modo di compiere il bene, no. PerchĂŠ il bene che voglio, non lo fo; ma il male che non voglio, quello fo. Ora, se ciò che non voglio è quello che fo, non son piĂš io che lo compio, ma è il peccato che abita in

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ȾɤȽČ?Ǹ ȚȨČ?ȾȨÉ„É‘Ȩ fedel servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signoreâ€? (Matteo 25:21). Eppure nel brano dell’epistola ai Filippesi (1:21-26), l’apostolo Paolo ci prende per mano e ci fa salire di un gradino, anzi di due... da ciò che è bene a ciò che è buono fino a ciò che è migliore, anzi a ciò che è “molto meglioâ€? (Vers.Nuova Riveduta) ovvero “di gran lunga miglioreâ€? (Vers.Riveduta). Questo termine, “miglioreâ€?, è usato ben dodici volte nell’Epistola agli Ebrei per descrivere “le cose migliori e attinenti alla salvezzaâ€? (6:9), come un sacrificio migliore, un patto migliore, una speranza migliore, una sostanza migliore, una risurrezione migliore, una patria migliore, ecc. Tutti coloro che hanno conosciuto Cristo e lasciano questa precaria e terrena dimora hanno giĂ precedentemente imparato ad apprezzare e quindi a desiderare le cose migliori e attinenti all’eterna salvezza: “E prego che il vostro amore abbondi sempre piĂš in conoscenza e in ogni discernimento, per-

chĂŠ possiate apprezzare le cose migliori, affinchĂŠ siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristoâ€? (Filip.1:9,10), talchĂŠ negli ultimi momenti dell’esistenza terrena desiderano ardentemente “di essere con (Cristo) perchĂŠ è molto meglio (o cosa di gran lunga migliore)â€?. Tutti coloro che lasciano questa fragile dimora terrena sperimentano almeno tre cose “di gran lunga miglioriâ€?: UNA DIPARTITA MIGLIORE “Cosa di gran momento è agli occhi dell’Eterno la morte dei suoi dilettiâ€?, è scritto nel Salmo 116, versetto 15. Questo istante, definito nel salmo “gran momentoâ€?, è raffigurato dall’apostolo Paolo con il termine “partireâ€?... “ho il desiderio di partireâ€?. Ăˆ un termine interessante che descrive: • un vascello il cui comandante molla gli ormeggi preparandosi a salpare, perchĂŠ si trova in uno scalo straniero e avverte il profondo bisogno di lasciare il porto dove risiede per tornare a casa... Si tratta di una metafora marinara. Chi passa dalla terra al cielo in realtĂ

LQ TXHVWR QXPHUR COSE DI GRAN LUNGA MIGLIORI (OLVHR &DUGDUHOOL SDJ A FIUGGI PIOGGE DI BENEDIZIONE /RUHQ]R )UDPDULQ SDJ UN UOMO DABBENE PIENO DI SPIRITO SANTO E DI FEDE )HOLFH $ /RULD SDJ GERMANO GIULIANI (OLR 9DUULFFKLRQH SDJ

VHWWHPEUH RAIMONDO ROSSI 9ROWR 'L *HQQDUR SDJ

ENZA RAUTI $EHOH 7URVLQR SDJ

FRANCESCO DAVIDE SCIANNA &RPLWDWR GL =RQD ,WDOLD 1RUG 2YHVW SDJ

NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITĂ€ SDJ

GIANPAOLO SCATTORELLI &RPLWDWR GL =RQD ,WDOLD 1RUG 2YHVW SDJ

APPUNTAMENTI SDJ

VITO BONOMO 3DROR /RPEDUGR SDJ

UN APPELLO SDJ

GIOVANNI PAVONE &RPLWDWR GL =RQD ,WDOLD 1RUG 2YHVW SDJ

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“torna a casa”, non perché venga dal cielo o che quella naturale e quella spirituale non siano la sua famiglia, ma l’espressione si propone soltanto di sottolineare la gioia, l’allegrezza, il desiderio appunto con cui si naviga verso il cielo. Chi viene accolto tra le braccia del Signore ci ha semplicemente preceduti alla casa del Padre: “Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?” (Giov.14:1,2); • un accampamento che viene tolto, quindi una metafora militare. La nostra vita terrena è paragonata ad una tenda, mentre quella celeste ad una casa, ad un edificio: “Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli. Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, se pure saremo trovati vestiti e non nudi. Poiché noi che siamo in questa tenda, gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita” (2 Cor.5:1-4). Andare con il Signore corrisponde a svellere i picchetti, ad arrotolare la tenda, a partire affrontando un viaggio che dura appena un momento. Subito dopo si giunge al porto bramato. Il credente non si dissolve nel nulla, ma trova una casa, un edificio, anzi una “città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio” (Ebr.11:10).

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La dipartita dei credenti non è un viaggio verso l’ignoto, caratterizzato da angoscia e disperazione, ma la trasferta più breve sulla distanza più lunga con il mezzo più veloce... assenti dal corpo e in un istante presenti con il Signore: “... ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore” (2 Cor.5:8). Noi, che questo miracolo apprezziamo, siamo meravigliati dinanzi alla potenza di Dio, che ha ridotto il più grande nemico dell’umanità ad un “mero mezzo di trasporto”, il più veloce che ci sia, con il quale partiamo dal corpo e abitiamo all’istante con il Signore; il mezzo del trapasso dalla terra al cielo, dal tempo all’eternità, talché anche noi esclamiamo con l’apostolo Paolo: “La morte è stata sommersa nella vittoria. O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” (1 Cor.5:54,55). UNA VITA MIGLIORE “...Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo....”. “Essere”, un verbo che non vuol dire soltanto “stare”, ma “esistere”, indica e descrive quindi l’esistenza, la vita, ma non nel senso di vita biologica, bensì di vita piena, completa. Infatti gli oggetti, per esempio, “stanno” da qualche parte, poggiati su una superficie che li sostiene, ma non per questo esistono, posseggono vita. Quando qualcuno muore sentiamo spesso ripetere “è passato a miglior vita”... è un modo di esprimersi! Non sapremmo dire per quanti ciò è reale, ma certamente è vero per i credenti in Cristo Gesù, che “passano a vita migliore”. Questa “vita migliore” è: • immediata; l’apostolo Pao-


lo credeva che la parte spirituale del credente si ritrova ad essere immediatamente con Cristo alla separazione dello spirito e dell’anima dal corpo: “...Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo...”. Come il ladrone sulla croce: “E Gesù gli disse: Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso” (Luca 23:43); • piena; i credenti non desiderano partire dal corpo soltanto per lasciare la vita terrena, che talvolta riserva non pochi dolori e non lievi sofferenze. Non necessariamente chi desidera morire lo vuole per la ragione migliore. Il desiderio può essere dettato soltanto dalla necessità di sottrarsi alle sofferenze della vita fisica, senza alcuna garanzia o ignorando totalmente la necessità di assicurarsi una vita vera, eterna, in comunione con Dio nell’aldilà. I credenti desiderano “partire” non soltanto per far cessare le sofferenze quaggiù, ma per poter sperimentare una vita vera, migliore, definitiva, piena e felice, lassù, nel cielo. “Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate” (Apo.21:3,4).

già preceduti e nemmeno per questi ultimi causa disagio e delusione incontrare i santificati, che man mano raggiungono il traguardo della beatitudine senza fine! Non è una sorpresa per i santi incontrarsi in cielo, è una benedizione, un motivo di ulteriore soddisfazione! • la bellezza dell’ambiente. Come sarà il cielo? Sarà così come è Gesù! “... Io vado a prepararvi un luogo” (Giov.14:2). Sarà stupendo, meraviglioso come Colui che lo ha preparato, si noterà subito il tocco del Divino Architetto, l’abilità del Saggio, Creativo e Perfetto Arredatore! È talmente bello che risulta indescrivibile... le parole umane non bastano, risultano insufficienti, vengono improvvisamente a mancare. “Bisogna gloriarmi: non è cosa giovevole, ma pure, verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Io conosco un uomo in Cristo, che quattordici anni fa (se fu col corpo non so, né so se fu senza il corpo; Iddio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. E so che quel tale (se fu col corpo o senza il corpo non so; Iddio lo sa) fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili che non è lecito all’uomo di proferire” (2 Cor.12:1-4); • la comunione suprema. L’apostolo Paolo, in Filippesi 1:23, non parla di “essere” con gli angeli o con i santi, ma di “essere con Cristo”: “... V’accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anUNA COMUNIONE MIGLIORE che voi” (Giov.14:3); l’aspetto più bello del “...E di essere con Cristo...” È una cielo non è l’ambiente, non è costituito espressione significativa. Nelle sue epidagli ospiti creati, ma dal Creatore e Prostole, l’apostolo Paolo, per descrivere la prietario di ogni cosa: Cristo Gesù. Egli è vita nuova e la comunione spirituale dei il Creatore e Colui che sostiene ogni cosa credenti con il loro Signore qui sulla terra, utilizza ripetutamente l’espressione “in con la Parola della Sua potenza; è il Giusto Giudice e il Leone della tribù di GiuCristo”. Mentre oggi noi siamo “in Cristo”, cioè da, ma anche il Salvatore potente, il Conviventi in Lui, spiritualmente ricchi in Lui, solatore ineguagliabile, il Consigliere ammirabile, l’Amico fedele, premuroso e afprotetti in Lui, consolati in Lui, vittoriosi in Lui, ed Egli è con noi: “... ecco, io sono fettuoso. Egli è la stella lucente e mattutina, è la con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età rugiada del mattino, è la luce del mondo, presente” (Matteo 28:20), un giorno noi è l’ineffabile e glorioso Pastore delle pesaremo “con Lui”. core, è il potente e maestoso Signore dei • la comunione dei santi. Dall’episosignori e Re dei re... ecco perché “essere dio della trasfigurazione sembra di capire che i credenti si riconosceranno in cie- con Cristo è cosa di gran lunga migliore”! lo. Non è motivo di dolore e di dispiacere Eliseo Cardarelli per coloro che vengono accolti nell’eterna e beata dimora incontrare quanti li hanno 5,69(*/,2 3(17(&267$/( 6(77(0%5(


XXXV Incontro Nazionale Giovanile Adi-Ibi

Fiuggi, 29 ottobre - 1 novembre 2010

A Dio piaccendo, da vvenerdì 29 otttobre a lunedì 1 novembre a Fiuggi Terme (FR), presso la capiente tensostruttura del PalaFiuggi, si terrà il XXXV Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI. l predicatore d Ospite quale ai culti serali sarà il fratello Greg Mundis che da anni sta servendo il Signore in seno alle Assemblies of God. Il fratello Mundis dal 1998 è direttore responsabile per l’Europa dell’opera delle nostre chiese consorelle statunitensi. Preghiamo il Signore affinché questi giorni possano essere particolarmente benedetti per quella gioventù che, ancora oggi, “si offre volenterosa quando raduni il tuo esercito. Parata di santità, dal seno dell’alba la tua gioventù viene a te come rugiada” (Salmo 110:3)

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ARTICOLI DI FEDE posizione delle mani (Isa.53:4-5; Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar. 16:17-18; Giac.5:14-16 Crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13).

Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza dell’annuncio di “Tutto l’Evangelo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Giov.16: 13; Matt.28:19-20).

Crediamo nell’unico vero Dio, Eterno, Onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono tre distinte Persone: Padre, Figliolo e Spirito Santo (Efe.4:6; Matt. 28:19; Luca 3: 21-22, I Giov.5:7). Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani Crediamo che il Signore Gesù Criche, nell’esercizio del sacerdozio unisto fu concepito dallo Spirito Santo e versale dei credenti, si manifestano per assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo l’edificazione, l’esortazione e la con(Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23). solazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della società umaCrediamo nella Sua vita senza pecca- na (I Cor.12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; to, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vi- Rom.12:1). caria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurrezione, nel- Crediamo ai ministeri del Signore glola Sua ascensione alla destra del Padre, rificato, quali strumenti autorevoli di quale unico mediatore, nel Suo perso- guida, d’insegnamento, di edificazione nale e imminente ritorno per i reden- e di servizio nella comunità cristiana, ti e poi sulla terra in potenza e gloria rifuggendo da qualsiasi forma gerarchiper stabilire il Suo regno (I Pie.2:22; II ca (Efe.1:22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18). Cor.5:21; Atti 2:22; I Pie.3:18; Rom. 1:4; Crediamo all’attualità e alla validità 2:24; I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov. 14:1-3; delle deliberazioni del Concilio di GeI Cor. 15:25; I Tim.2:5). rusalemme, riportate in Atti 15:28-29; 16:4. Crediamo all’esistenza degli angeli creati tutti puri e che una parte di questi, caduti in una corruzione e per- Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorifidizione irreparabili, per diretta aziocazione dei redenti, i quali hanno perne di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Matt.25:41; severato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13). Efe.6:11-12). Celebriamo il battesimo in acqua per Crediamo che soltanto il ravvediimmersione, nel nome del Padre e del mento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sacerdote, sia- Figliolo e dello Spirito Santo, per coloro che fanno professione della propria no indispensabili per la purificazione dal peccato di chiunque Lo accetta fede nel Signore Gesù Cristo come loro personale Salvatore (Matt.28:18-19; Atti come personale Salvatore e Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I Pie.1:18, 19; 2:38; 8:12). Efe.2:8). Celebriamo la cena del Signore o SanCrediamo che la rigenerazione (nuo- ta Cena, sotto le due specie del pane e va nascita) per opera dello Spirito San- del vino, rammemorando così la morte to è assolutamente essenziale per la sal- del Signore e annunziandone il ritorno, vezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Tito 3:5). amministrata a chiunque sia stato batCrediamo alla guarigione divina, se- tezzato secondo le regole dell’Evangelo e vive una vita degna e santa davanti a condo le Sacre Scritture mediante la Dio e alla società (I Cor.11:23-29; Luca preghiera, l’unzione dell’olio e l’im22:19-20).


A Fiuggi piogge di benedizione! AL XV CONVEGNO NAZIONALE DELLE SCUOLE DOMENICALI Dal nove all’undici settembre, nella cornice della Fonte Anticolana di Fiuggi (FR), si è tenuta la quindicesima edizione del Convegno Nazionale delle Scuole Domenicali. Gli oltre seicentocinquanta convenuti da diverse zone d’Italia si sono raccolti nella presenza del Signore per pregare e lodare Dio, che non ha mancato di guidare puntualmente la Sua Parola e di spandere copiose benedizioni. Al fratello Eliseo Fragnito è spettato il compito di porgere il consiglio della Parola di Dio nel culto della prima serata. Nella meditazione del Vangelo di Marco ha incoraggiato al servizio al Signore, seguendo l’esempio di quella donna che, offrendo quanto aveva di più prezioso, “ha fatto ciò che poteva” per Gesù. La mattina successiva l’incontro è iniziato con un partecipato tempo di preghiera, che ha predisposto i cuori al culto, nel quale il fratello Gioacchino Caltagirone nella meditazione dell’epistola di Giuda ha evidenziato come Dio, anche oggi, “può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili con gioia davanti alla sua gloria”. Gli studi in questo Convegno dal tema “Se uno compie un servizio, lo faccia… mediante la forza che Dio fornisce” (1 Pietro 4:11) hanno avuto carattere pratico, strettamente connesso alle caratteristiche che ciascun monitore e monitrice dovrebbero manifestare nel servizio della Scuola Domenicale, mediante “La Preparazione al Servizio”, “L’Espletamento del Servizio” e “La Ricompensa del Servizio”. I relatori sono stati i fratelli pastori Giuseppe Conserva, Domenico Modugno e Amelio Fatini. Nel culto serale del secondo giorno il fratello Daniele Vitale, illustrando l’incontro fra Giacobbe ed Esaù ha invitato, da parte del Signore, a procedere nel servizio “al passo dei bambini”, curandoli teneramente come Gesù fa anche con noi. Nella predicazione del culto conclusivo il fratello Felice A. Loria, presidente delle Assemblee di Dio in Italia, con l’imperativo di Gesù a Pietro: “Seguimi... Tu, seguimi” ha evi-

denziato l’importanza della chiamata personale, non solo a salvezza, ma anche al servizio, che implica accoglienza, effettiva partecipazione del cuore, impegno nel trasmettere il sano insegnamento della Parola di Dio come esempi viventi, non per protagonismo, ma come semplici servitori per innalzare Colui che ha dato Se stesso per noi. È stato un proficuo tempo di benedizione, durante il quale il nostro Re ha operato nei cuori dei convenuti, anche di quanti non credenti hanno avuto accesso ai culti e sono stati raggiunti dal messaggio di “Tutto l’Evangelo” aprendo il proprio cuore al Signore. Una proprietaria di un hotel presente a un incontro, toccata dal Signore, ha poi messo a disposizione una sala della propria struttura nella quale si è tenuto un culto pubblico. Per ogni porta che si apre all’Evangelo diamo tutta la gloria a Dio! Lorenzo Framarin

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Un Uomo Dabbene Pieno di Spir ito Sa nto e di Fede Messaggio del fratello Felice Antonio Loria al culto di funerale del fratello Germano Giuliani

Quando mi è giunta notizia che il fratello Giuliani è stato promosso alla casa del Padre, una folla infinita di ricordi mi ha assalito‌ ho ringraziato il Signore per questo uomo di Dio‌ e poi ho chiesto: “Signore, dammi una Parola!â€? Mentre ero cosĂŹ, le parole che hanno risuonato nella mia mente sono state: “Egli era un uomo dabbene!â€? Le prendiamo nel capitolo 11 del libro degli Atti, dal verso 19 al verso 26.

“Quelli che erano stati dispersi per la persecuzione avvenuta a causa di Stefano, andarono sino in Fenicia, a Cipro e ad Antiochia, annunziando la Parola solo ai Giudei, e a nessun altro. Ma alcuni di loro, che erano Ciprioti e Cirenei, giunti ad Antiochia, si misero a parlare anche ai Greci, portando il lieto messaggio del Signore GesĂš. La mano del Signore era con loro; e grande fu il numero di coloro che credettero e si convertirono al Signore. La notizia giunse alle orecchie della chiesa che era in Gerusalemme, la quale mandò Barnaba fino ad Antiochia. Quand’egli giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò, e li esortò tutti ad attenersi al Signore con cuore risoluto, perchĂŠ egli era un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla molto numerosa fu aggiunta al Signore. Poi Barnaba partĂŹ verso Tarso, a cercare Saulo; e, dopo averlo trovato, lo condusse ad Antiochia. Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istrui-rono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristianiâ€? (Atti 11:19-26). Il verso centrale nella versione Luzzi (riferito a Barnaba e, in questo caso, al fratello Giuliani) è: “PoichĂŠ egli era un uomo dabbene e pieno di Spirito Santo e di fedeâ€?. Come conseguenza “una folla molto numerosa fu aggiunta al Signoreâ€?. A questo appuntamento, oggi, molti non sono potuti intervenire a causa del periodo feriale; egualmente qui è presente una folla molto numerosa! A prima vista potremmo essere indotti all’errore, con un testo del genere; soprattutto per quello che comunemente si verifica dopo la morte di una persona. Tutti, per un senso di pietĂ popo-

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lare, diventano “dabbeneâ€?, cioè “buoniâ€? dopo la morte. Non è cosĂŹ col fratello Giuliani che il 9 agosto il Signore ha chiamato a casa, a quella del Padre. Il termine usato nel testo originale per “dabbeneâ€? è “agathosâ€?. E in questo termine, che la KoinĂŠ usa, c’è di piĂš della bontĂ . C’è valenza, c’è nobiltĂ , c’è eccellenza, c’è, addirittura, perfezione. Come dice la radice aga, c’è molto: era, insomma, un uomo buono, eccellente. Ma, se analizziamo bene il testo, emerge questa veritĂ : l’essere dabbene non è collegato a virtĂš o qualitĂ innate. Lo voglio ribadire: agathos, cioè l’uomo dabbene, l’uomo valente, l’uomo eccellente, riferito a Barnaba, e in questo caso al fratello Giuliani, non è collegato a virtĂš o qualitĂ innate, ma alla pienezza dello Spirito di Dio e della fede in Cristo GesĂš. Infatti, riferendosi a Barnaba, il verso 23 afferma: “Quando egli giunse ad Antiochia, vide la grazia di Dio e si rallegrò e li esortò tutti... â€?. Cioè, non appena questo servitore di Dio giunse ad Antiochia realizzò immediatamente queste tre realtĂ : vide la grazia di Dio, si rallegrò per essa e, costretto dalla grazia, esortò tutti. Ma che significa “vide la grazia di Dioâ€?? Vide forse un’aureola intorno ai volti dei convertiti? No! Vide la grazia di Dio produrre metamorfosi. Vide la grazia di Dio trasformare i cuori in cuori al servizio di Dio. Vide la grazia di Dio modificare i costumi orientali peccaminosi in quelle abitudini che fecero cadere l’impero romano. Potremmo ancora continuare. La grazia di Dio costringe a rinunciare, come il fratello Giuliani ha fatto, a una brillante carriera e a mettersi a disposizione di Dio. Possa la Sua grazia,


anche oggi, costringere dei cuori a rinunciare a se stessi e a mettersi al servizio di Dio! Badiamo bene, queste tre realtà sono conseguenza della pienezza dello Spirito Santo e della fede! Ma consentitemi di soffermarmi innanzitutto sull’espressione con cui comincia il testo “poiché egli era un uomo...”. Il verso, così concepito ed espresso dal diletto Luca, contiene una miriade di significati, che desidero riportare alla vostra e alla nostra attenzione. Ne cito soltanto alcuni: Era un uomo. Non un dio. Era un uomo. Non un eroe. Era un uomo comune, semplice, debole, fragile. Un individuo come tanti. Questo ci fa comprendere quel che Dio ha fatto nel fratello Giuliani, e quel che Dio può continuare a fare in ognuno di noi. Era un uomo. Era un uomo, però possedeva una peculiarità, una particolarità, una eccezione non umana; perché abbiamo detto che non è il risultato di una qualità innata, ma una eccezione divina: era pieno di Spirito Santo e di fede! Non dice che era un uomo pieno “di fede e di Spirito Santo”. No, no. Il testo dice che era un uomo pieno... “e di Spirito Santo... e di fede”; perché la sua era una fede non comune, come semplice fiducia, ma quella procurata dallo Spirito Santo di Dio. Questa sua pienezza di Spirito di Dio e di fede, riferita a Barnaba e in questo momento riferita al nostro caro fratello Giuliani, non l’ha vissuta come un atto mistico e ritenuta in sé. Qualcuno diceva che la fede è qualcosa che bisogna ritenere in sé, è personale: e allora “andate per tutto il 5,69(*/,2 3(17(&267$/( 6(77(0%5(


mondo e predicate l’Evangelo” a cosa serve? Perché Gesù ha dato questo comando? Ma questo uomo di Dio l’ha manifestata in diverse occasioni. La Scrittura dice che Barnaba... “avendo un campo, lo vendette, e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli” (Atti 4:37). Ha visto la necessità e ha trasferito il suo atto di fede alle sue possessioni, ritenendole nulla davanti al valore della fede in Cristo Gesù. Barnaba ha garantito Paolo, l’apostolo delle genti, di fronte agli altri apostoli, perché quando Paolo si convertì trovò difficoltà ad inserirsi nella comunità degli apostoli. Allora si è presentato Barnaba e ha detto: “Non vi preoccupate, di lui garantisco io!” Tante volte abbiamo sentito questa parola. Ricordo che in uno degli ultimi incontri del Consiglio Generale, avendo il fratello Giuliani garantito per qualcuno e avendo, questo qualcuno, fallito, lui disse: “Le spese le rimetto di tasca mia!” E ci siamo messi tutti a ridere: “Ma no, fratello Giuliani. Ma no, assolutamente.” Poi, quando Paolo scomparve per circa tre anni, Barnaba lo cercò a Tarso e lo condusse ad Antiochia. Nell’aspro dissenso che ci fu fra loro a proposito di Giovanni detto Marco [un giovane che per calcolo o per convenienza - non sappiamo - non li seguì in una missione] Paolo disse: “Non è giusto che ci segua in questa missione.” Così fra lui e Barnaba, due personalità così diverse, nacque un dissenso. E Barnaba (il cui nome era Giuseppe, che significa “aggiunga”, cui fu aggiunto il soprannome Barnaba, che significa “figlio di consolazione” - cfr. Atti 4:36), diede a questo giovane, Giovanni 5 , 6 9 ( * / , 2 3 ( 1 7 ( & 2 6 7 $ / ( 6 ( 7 7 ( 0 % 5 (

detto Marco, una seconda possibilità. Barnaba disse a Paolo: “Ebbene, tu non lo vuoi prendere con te? Lo prendo io con me.” Gli diede una seconda opportunità. Ebbe, spesso il fratello Giuliani ha dato delle seconde possibilità agli altri, soprattutto ai giovani. Sarà lo stesso Paolo che, scrivendo a Timoteo, più tardi dirà: “Prendi Marco [quello per cui avevano discusso e c’era stato il dissenso] ...e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero.” (2 Timoteo 4:11). Ah, se un uomo dabbene, com’era Barnaba, pieno di Spirito Santo e di fede, non gli avesse dato questa seconda possibilità! Ringraziato sia Iddio, per questo uomo, che ha concesso ad altri seconde possibilità di inserimento nell’opera di Dio! Risultato: “E una folla molto numerosa fu aggiunta al Signore”. C’è il pensiero dell’Opera che rappresentò indegnamente solo per la grazia di Dio (non ho qualità o virtù innate... assolutamente), che testimonia del ministero del fratello Giuliani. Noi siamo oggi in tanti, qui, a testimoniare che il fratello Giuliani ha sempre prediletto e ricercato, a volte rasentando l’incomprensione, che lo Spirito Santo riempisse ed operasse... ... Che lo Spirito Santo di Dio riempisse ed operasse, perché diventassimo noi tutti, uomini, pieni di Spirito Santo e di fede, al servizio di Dio. Avvìati, fratello Giuliani, verso la fine. Tu ti riposerai e poi ti rialzerai, per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei tempi. Dio ci benedica, per Cristo Gesù, benedetto in eterno. Felice A. Loria


Promossi a ll a Glor i a

Ȩ Ƚ Ǹ Ȩ ȵ ɤ Ȩ Ʉ Ƚ Ǹ Ȑɑȹ 0 192 9 -2 010

Germano Giuliani è nato a Milano il 31 agosto 1929 in una famiglia numerosa di origini meneghine e veneziane, che ha conosciuto i rigori e le privazioni della seconda guerra mondiale. Giuliani e la musica La sua passione per la musica emerge intorno ai diciott’anni. Ha iniziato gli studi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ottenendo il diploma in composizione e pianoforte, per poi l’entrata nel mondo professionale alla RAI, dove ha svolto un’attività come musicista-compositore per 16 anni. Di sé Germano Giuliani scriverà: “Dalla consulenza per la musica leggera, che mi fece soffrire non poco per la mia innata avversione, passai a quella per la musica sinfonica, operistica e cameristica che mi fece sentire nel mio elemento. Operai anche nel

settore cinematografico e in quello televisivo... Mi fu affidato il ruolo di capo della sezione Musica Sinfonica, Liri ca e da Camera”. La conversione Tutto cominciò nel 1954, quando una zia fece al fratello Germano Giuliani il dono più importante della sua vita: una Bibbia. All’incontro con questo libro, seguirono due anni di confronti, alla ricerca della verità. Questo era il ritornello delle domande poste a chi avrebbe dovuto dargli delle risposte: “Come mai la Bibbia dice in un modo e noi, nella nostra religione, facciamo in un altro?” Risposte che non sono mai arrivate. La Bibbia fu accompagnata da un secondo dono, quello di un amico di fede evangelica che, tra un taglio di capelli e l’altro, gli parlò di Gesù come

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nessuno mai aveva fatto prima. E con queste due cose... la Parola di Dio e la testimonianza di un uomo semplice, il fratello Giuliani iniziò a comprendere il vero significato dell’Amore di Dio, a frequentare la Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale (allora ospite della chiesa Metodista in Via Cesare Correnti, in pieno centro di Milano), fino al punto di dare il suo cuore al Signore, due anni dopo, nel 1956. Alla conversione, reale, convinta, determinata, seguì presto il battesimo in acqua. Nel 1959 il Signore lo battezzò nello Spirito Santo. Questo evento ha caratterizzato l’insieme della sua storia. Così scriverà: “Frequentavo l’ambiente cattolico e l’essere venuto in possesso di una Bibbia, sia pur di edizione cattolica allarmò i miei amici preti. Il loro mal celato turbamento e l’ordine perentorio di non leggere quel libro, se non con la necessaria dispensa dell’allora cardinale Ildefonso Schuster, mi insospettirono e, naturalmente, incrementarono la mia curiosità. Avevo tentato di farmi chiarire dalle mie “guide spirituali” certi concetti dottrinali ma, nonostante svolgessi tra i giovani della parrocchia il mio ruolo di presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica, non venni mai soddisfatto, anzi da allora venni decisamente evitato”. A quel tempo il pastore della Chiesa di Milano era il fratello Mario Lucini, che Giuliani definisce come uomo di poche ma mirate parole, di carattere asciutto, riservato ma non arido, amante della giustizia divina e ineccepibile in quella secolare, che guidava la chiesa dalla conoscenza teorica della Bibbia alla sua pratica applicazione. “Io fui battezzato, quasi clandestinamente, nella vasca da 5 , 6 9 ( * / , 2 3 ( 1 7 ( & 2 6 7 $ / ( 6 ( 7 7 ( 0 % 5 (

bagno di casa sua nel 1956”. La chiamata al ministero Quando il pastore Lucini andò col Signore, la Chiesa di Milano fu curata per un anno da un suo stretto collaboratore, il fratello Luigi Varricchione (padre di chi scrive). Luigi, consapevole di avere un altro ruolo (che eserciterà assistendo il fratello Germano fino alla fine nel 1987), sarà tra coloro del Consiglio di Chiesa che il Signore spingerà a proporre al fratello Giuliani di prendersi cura della comunità. Era il 1960 ed erano passati soli quattro anni dalla conversione. Iniziarono così i suoi quasi cinquant’anni di ininterrotto servizio al Signore. Quando nel 1974, all’apice della sua carriera, lascerà la RAI per dedicarsi a tempo pieno all’Opera di Dio, dirà: “La mia rinuncia a portare avanti la mia professione di compositore mi fu rimproverata da importanti maestri e direttori d’orchestra. Rinunciavo e ancora non sapevo che sarei diventato un semplice strumento di quell’insuperabile compositore e direttore dell’armonia universale che è Dio. Per circa 50 anni Egli mi ha affidato la concertazione di una piccola parte di quell’immensa orchestra che è la Sua Chiesa”. Se pensiamo che le prime tracce della storia della Chiesa di Milano risalgono al 10 agosto 1910, esattamente 100 anni fa...., realizziamo che il fratello Germano è stato al servizio del Maestro per metà dell’esistenza della comunità. Cinquant’anni sono una vita intera. Molti di noi abbiamo conosciuto il significato del suo ministero, a beneficio della Chiesa di Milano, delle Chiese della Lombardia, dell’Opera di Dio, in Italia e non solo. La sua vita cristiana


con la manifestazione pratica della fede è stata come un solco lungo e profondo che ha ospitato, incoraggiato e fatto sviluppare tanti semi, che si è rivelato una traccia indelebile di ispirazione, formazione, guida nella vita di molti. Come dimenticare la forza della sua predicazione ispirata; le esortazioni sulla rilevanza del battesimo nello Spirito Santo, sul “chiedete e riceverete”, sulla liberalità cristiana... E poi l’insegnamento dell’importanza di onorare il Signore con la musica e il canto solo con vera e profonda consacrazione... In tanti, nello scrivere di lui, lo ricordano come un uomo affabile, integro, fedele servitore di Dio, potentemente usato dal Signore. Si ha l’impressione che un pezzo della nostra vita se ne vada, ma forse non è così, perché qualcosa rimane in noi, anzi è diventato “noi”, in quanto quello che siamo è anche a motivo di ciò che sono stati i nostri maestri... Al suo fianco, da quando l’ha sposata nel 1957, c’è sempre stata la cara sorella Maddalena, donna di grande esempio che la terra di Piemonte ha donato a Milano, alla sua famiglia, alla nostra chiesa. Un vero aiuto convenevole, fino al 2001, quando lo ha preceduto alla Casa del Padre. Talenti a disposizione del Maestro Molto si potrebbe aggiungere sui talenti del fratello Giuliani, a cominciare da quello musicale. È impossibile separare Germano dal suo pianoforte. Su quella tastiera e dal suo cuore sono nati i suoi oltre 250 inni, molti dei quali cantati dal “suo” coro Maran-atà ed entrati nell’innologia classica delle nostre chiese. Su quella tastiera ha gioito nel vedere la continuazione del medesimo talento nei figli gemel-

li Daniele e Raffaele e successivamente nei quattro nipotini. Per parlare della sua prolifica attività letteraria. C’è infatti un’altra tastiera fondamentale per Germano, quella della sua macchina da scrivere... tramite la quale ha lasciato centinaia di pubblicazioni, libri, appunti, bigliettini, poesie. Testi scritti per rimanere, ammaestrare, esortare... Per finire Chi scrive ha avuto il privilegio e l’onore di collaborare col fratello Giuliani dal 1987. Potremmo ricordare dell’intenso lavoro svolto gomito a gomito con i vari Consigli di Chiesa e collaboratori che si sono succeduti in questi anni; del suo contributo alle attività del Comitato di Zona prima e del Consiglio Generale delle Chiese ADI poi, come membro effettivo per tanti anni e onorario negli ultimi tre. Potremmo soffermarci anche sul suo spiccato senso dell’umorismo, che toccava, magari, più di quando parlava seriamente. Della sua risolutezza nel rifiutare i computer. O del combattimento giornaliero, in tempi più recenti, contro i farmaci... che prendeva solo perché costretto dall’amorevole fermezza di chi gli stava vicino... Il fratello Giuliani ha continuato a servire il Signore fino all’ultimo giorno, anche dopo aver lasciato, per motivi di salute e di età, il ruolo di pastore. La comunità lo aveva nominato pastore onorario, a giusta ragione, il 20 settembre 2009. Nella notte del 9 agosto 2010 il suo cuore si è fermato. Improvvisamente, inaspettatamente, ci ha lasciati per trasferirsi nella Casa del Padre. Ha combattuto il buon combattimento, ha finito la corsa, ha conservato la fede. Adesso è alla presenza di Dio,

nella Vita! La Parola ce lo attesta. In occasione del suo funerale, la chiesa era gremita nonostante il periodo feriale. Tantissimi pastori, credenti e amici da ogni parte d’Italia, sono stati presenti a Milano, o direttamente o tramite uno scritto o una telefonata: a tutti giunga tramite queste colonne un grande grazie! La Parola predicata dal fratello Felice Antonio Loria è stata la risposta al bisogno di noi tutti in quella difficile circostanza, e ha lasciato un segno che non dimenticheremo. Così è stato anche per gli interventi dei fratelli Vincenzo Specchi, Giuseppe Tilenni, Davide Di Iorio, Samuele Plasmati, e altri ancora, le cui parole hanno onorato il ricordo della fede del fratello Giuliani, mentre la Parola di Dio ha esortato alla speranza nella Vita. Ora tocca a noi raccogliere il suo testimone, fatto di amore, di fede, di perseverante e fedele servizio; di consacrazione, di speranza, di dedicazione a Dio dei talenti perché Lui li possa sapientemente moltiplicare; di unzione e potenza dello Spirito Santo; di visione per il mondo che ha bisogno di Gesù e per una Chiesa che sappia vedere che i campi sono pieni di grano maturo e sappia ancora pregare: “Signore, la messe è grande e gli operai sono pochi... spingi degli operai nel Tuo campo... e se vuoi, spingi me!”... Germano Giuliani è stato un uomo di Dio, che il Signore ha semplicemente donato alla Sua Chiesa per amarla, curarla e servirla... Grazie, Germano! Grazie, Signore, per questo dono! Grazie, Signore, per un dono che lascerà una traccia nella Tua storia, per sempre. Elio Varricchione

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Promossi a ll a Glor Gl lor i a

Ȩ ɕ ɕ Ʉ H Ʉ ȇ Ƚ Ʉ ȹ Ȩ Ǹ H 193 0 -2 010

Era una fresca serata di giugno al Campeggio di Rota d’Imagna. La dolcezza era nell’aria dopo una giornata afosa, anche il fruscìo delle foglie ci donava un senso di pace. Al termine di una giornata edificante, ci sedemmo formando un cerchio e chiedemmo al fratello Raimondo Rossi di raccontarci la sua conversione al Signore. Tutti zitti zitti lo ascoltammo mentre ci diceva: “Dopo aver seguito il Cattolicesimo romano, cercavo la verità frequentando un gruppo dedito all’occultismo e per oltre quindici anni ho seguito la Teosofia, che è una filosofia sorta negli Stati Uniti che si rifà alle discipline del Buddismo. Durante questo periodo, nel 1977, mia moglie Lucia, tramite la testimonianza di sua madre, si convertiva al Signore che la guarì anche da un pericoloso esaurimento nervoso. Lu-

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cia mi parlava del Signore, ma io restavo vincolato alle filosofie orientali.” Tutto cambiò per il fratello Raimondo quando decise di assistere ai culti. Ad uno di questi, una domenica, ci fu l’appello alla conversione. Raimondo sentì dentro di sé una spinta irresistibile ad alzarsi e rispondere con tutto il cuore a Cristo, che gli aveva aperto il cuore alla Grazia. Fu battezzato in acqua e poco dopo fu battezzato nello Spirito Santo. Prima di entrare nel ministero pastorale, il fratello Rossi partecipava attivamente a diverse attività della Chiesa di Cologno Monzese, allora curata dal fratello Mariani. Si prese cura degli adolescenti e dei giovani, poi delle quattro classi della Scuola domenicale e del coro. Lavorò anche per alcune trasmissioni radiofoniche per la diffusione del Vangelo. In o ogni situazione aveva al ffianco ianco la moglie Lucia, che è stata p stata per lui un vero e valido ““aiuto aiuto convenevole”.

Ci raccontò anche, con la sua solita compostezza, che si trovò per motivi di lavoro nella città di Hong Kong, dove fu pregato di recapitare un certo numero di Vangeli in lingua cinese a una persona che egli stesso non conosceva. Il rischio era grande per le prevedibili ripercussioni. Ad ogni modo, la missione fu compiuta! Intanto, correva l’anno 1981, il fratello Mariani, col nome di Gesù sulle labbra, chiudeva gli occhi a questo mondo. Alla cerimonia funebre predicò il fratello Germano Giuliani. Nella preghiera finale egli disse: “Signore, tu hai chiamato a Te il fratello Mariani. Ti preghiamo affinché tu provveda a chiamare il successore, anzi ti ringraziamo perché hai già provveduto ed è già nel nostro mezzo”. Raimondo Rossi non pensò che quelle parole ispirate potessero riferirsi a lui, ma poco dopo la comunità lo elesse per pasturare la Chiesa (che poi si trasfe-


rirà nella cittadina di Brugherio) ed egli la curò con energia, amore, intelligenza e completa dedizione, fino al 2009, quando per motivi di salute dovette lasciare l’incarico. Per tanti anni ha servito l’Opera di Dio con pacifica e illuminata saggezza, prima nel Comitato di Zona Nord Ovest, poi dal 1987 al 2010 nel Comitato di Zona Lombardia (del quale è stato Segretario dal 1989 al 1999). Ha fatto parte per diversi anni anche dei Comitati per i Centri Comunitari di Castelletto Merli e di Rota d’Imagna. Oltre che pastore, Raimondo Rossi era un attento studioso e ricercatore, che ha messo a disposizione di tantissimi credenti, anche quale apprezzatissimo insegnante della Scuola di Cultura Biblica della Lombardia. Si è sempre distinto per pacatezza, senno, precisione.

Non aveva problemi coi congiuntivi, il suo italiano era chiaro e nitido, soprattutto comprensibile. I suoi studi e le sue prediche erano ben armonizzate ed aderenti alla Scrittura. Era molto serio nelle cose che riguardano il decoro e la testimonianza. È stato pormosso alla casa del Padre il 30 luglio 2010, amorevolmente assistito fino all’ultimo dalla moglie Lucia e dalle figlie Cristina e Alessandra con le relative famiglie. La cerimonia funebre è stata presieduta dal pastore Vincenzo Longobardi, che è succeduto al fratello Rossi nel 2009. Il locale di Brugherio era colmo per la presenza di tanti credenti e conoscenti, di quasi tutti i pastori lombardi e altri provenienti dalla Liguria, dal Piemonte, da Roma. Il fratello Eliseo Cardarelli, pa-

store a Roma-Cinecittà e RomaCorcolle e membro del Consiglio Generale delle Chiese, ha predicato sul testo “Ho desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore” (Filippesi 1:23), con parole di grande consolazione, chiare e pacate. Infine, nel momento dell’ultimo saluto, il fratello Elio Varricchione, pastore a Milano, Via Forze Armate, ha ricordato alcuni tratti del ministero di Raimondo Rossi, come parte di quei fedeli servi del Signore che “…vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede” (Ebrei 13:7). La presenza del Signore ha consolato i cuori inondandoli della Sua pace, preludio di quella pace che godremo nel riposo in Cristo, il Signore. Volto Di Gennaro

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Promossi

ǸɨȨȇȐ LȃȨǸȽȽǸ ɑǸȽȃȐɕȃɄ 1938-2010 1938 2010 Venerdì 3 settembre, dopo oltre cinque mesi di malattia, il Signore ha chiamato a Sé il fratello Francesco Davide Scianna, pastore e fondatore della chiesa evangelica ADI di Novara. Nato a Bagheria (Pa) il 5 novembre 1938, secondo di cinque figli, il fratello Scianna ha vissuto sin dalla fanciullezza nell’atmosfera di semplicità e di fervore delle prime generazioni pentecostali. Tra difficoltà economiche del periodo del Dopoguerra e persecuzioni locali ad opera dei religiosi e delle leggi razziali allora in vigore, la famiglia Scianna ha visto la mano potente del Signore rispondere a ogni preghiera. La madre Ignazina e poi la sorella Enza furono letteralmente strappate dalla morte in modo miracoloso in risposta alle fervide preghiere dei credenti. Francesco Scianna, cresciuto in questo clima pentecostale, ha toccato con mano la fedeltà di Dio che ha segnato in modo indelebile la sua vita, facendo di lui un uomo di preghiera. Nella tarda adolescenza diede il cuore al Signore decidendo di seguirLo accantonando desideri personali per dedicarsi interamente alla forte chiamata al servizio del Maestro, che sentiva dentro sé. Trasferitosi prima all’estero, poi al nord per motivi di lavoro, collaborò subito con i credenti locali e in particolare con il fratello Pasquale Basile per l’opera pentecostale nascente a Vercelli. Dopo il matrimonio con la sorella Maria D’Amore, si impegnò per aprire una testimonianza evangelica nella città di Novara e fu così che, nel 1967, iniziarono i primi culti. L’opera di testimonianza fu accompagnata da spirito di sacrificio e di consacrazione pratica: il fratello Scianna, con il pa 5 , 6 9 ( * / , 2 3 ( 1 7 ( & 2 6 7 $ / ( 6 ( 7 7 ( 0 % 5 (

dre Michele, raggiunsero personalmente tutti i principali paesi della provincia di Novara, fino al Lago Maggiore, distribuendo opuscoli e testimoniando per le strade. Ogni sforzo evangelistico fu sempre accompagnato dalla preghiera. L’immagine di Francesco Scianna che è più familiare a chi ha potuto godere del suo ministero, è quella di un uomo in ginocchio con il viso nascosto dalle mani, mentre intercede con voce rotta per i bisogni della Chiesa. Era in preghiera quando, nel retro della lavanderia che portava avanti insieme alla moglie, ricevette il battesimo nello Spirito Santo una domenica sera. Era in preghiera quando, nel segreto della sua cameretta, chiedeva a Dio: “Signore, dammi cinquanta anime!” (e il Signore ha risposto largamente a tale richiesta, nel corso degli anni). Nel ministero pastorale di oltre quarant’anni, la comunità di Novara, che mosse i primi passi con i soli membri della famiglia Scianna, si è ingrandita in modo benedetto sotto la cura di un uomo riservato, che non ha mai mostrato ai credenti i propri pesi, preferendo scaricarli ai piedi del Signore. Era un uomo silenzioso e schivo, timido ma irremovibile quando convinto delle sue posizioni, non amante della ribalta ma pronto a intervenire con determinazione quando necessario. Ha speso la sua vita interamente per l’opera di Dio, il quale gli ha concesso una predicazione evangelistica di efficacia non comune. Per la sua riservatezza e la sua integrità, è stato un pastore stimato dai conservi, tra i quali ha ricoperto per un periodo qualche incarico di zona. Oltre alla chiesa di Novara, ha curato la Chiesa ADI di Vercelli,

d lla morte ddell ffratello ll PPasquadopo le Basile, fino al 2005. Negli anni di ministero ha avuto l’appoggio e l’incoraggiamento della moglie e dei quattro figli, nelle scelte e nei sacrifici richiesti dal servizio. Fino all’ultimo giorno ha voluto servire il Signore, provando, nonostante l’impossibilità a causa della malattia, a parlare di Gesù ai passanti. Quando, due giorni prima di essere chiamato a casa, gli è stato chiesto se avesse paura, la sua risposta è stata: “No, la mia vita è nelle mani del Signore”. La sua fede e la sua testimonianza di servizio sono state onorate dai numerosi credenti e pastori che hanno partecipato ai funerali, lunedì 6 settembre. Francesco Davide Scianna lascia all’amatissima famiglia e ai credenti, cui si è dato interamente, l’eredità di un esempio luminoso, quello di un uomo di Dio pentecostale per esperienza, incrollabile nella preghiera e nella fede, consacrato a Cristo e alla Sua Chiesa, che ha fatto proprie le parole di Paolo: “Tenendo alta la parola di vita, in modo che nel giorno di Cristo io possa vantarmi di non aver corso invano, né invano faticato” (Fil.2:16). il Comitato di Zona Italia Nord Ovest


alla

Gloria

ɄȵɄ LȃǸɜɜɄɑȐȵȵȨ ȨǸȹɉǸ1940-2010 Il 13 agosto il Signore ha chiamato alla Casa del Padre il nostro fratello Giampaolo Scattorelli, pastore della comunità di Nole Canavese in provincia di Torino. Il fratello Scattorelli era nato a San Francesco al Campo in provincia di Torino il 12 novembre del 1940. Ha iniziato a lavorare giovanissimo nel settore tessile ove ha sentito parlare della salvezza in Cristo Gesù da Ida, una giovane collega che era impiegata nella medesima ditta del basso canavese nei primi anni ‘60. Nel lavoro era un responsabile severo ed esigeva serietà dai colleghi da lui coordinati. Per questa ragione, la testimonianza di questa giovane credente lo colpì in modo particolare perché alle parole seguiva un comportamento integro, già inusuale ai quei tempi nella società. Giampaolo, tuttavia, non si arrese immediatamente al Signore. Ci vollero insistenti preghiere e digiuni non solo da parte di Ida ma anche degli altri credenti della comunità pentecostale di Ciriè da lei frequentata. Per mezzo delle preghiere Giampaolo conobbe la misericordia del Signore e realizzò il perdono dei peccati per mezzo dell’esperienza della nuova nascita ed in seguito il Signore lo battezzò nello Spirito Santo. Iniziò il suo cammino di fede accanto alla sorella Ida, divenuta sua sposa e inseparabile consorte dal 1° maggio del 1965. Dal loro matrimonio nacquero 3 figli: Ester, Davide e Samuele. La famiglia Scattorelli si è distinta in questi anni per la sua ospitalità. Molti, infatti, furono coloro i quali trovarono accoglienza nella loro abitazione in borgata Marsaglia di Devesi (Ciriè). In prossimità della loro dimo-

ra, nel 1985 il fratello Giampaolo, dopo aver frequentato per alcuni anni la comunità delle Assemblee di Dio in Italia di Givoletto in provincia di Torino e collaborato con il pastore, fratello Bartolo Crapanzano, avvertì il desiderio, in accordo al Comitato di Zona, di aprire una testimonianza evangelica pentecostale nel comune di Nole Canavese (To) per agevolare la frequenza ai culti dei credenti residenti nell’area.

In questi quessti venticinque venticinque anni anni ilil frafraIn tello Scattorelli ha svolto il suo ministero con fedeltà al Signore in una zona non particolarmente sensibile al messaggio dell’evangelo. La sua attività non è stata appariscente, prediligeva, infatti, lavorare dietro le quinte in modo molto discreto. Sempre rispettoso verso la fratellanza in genere e particolarmente verso i conservi nel Signore. La sua discrezione si contrapponeva ad un sottile senso dell’umorismo tipicamente nordico che forniva contributi e spunti utili per le riflessioni degli interlocutori. Spronava i credenti a partecipare alle iniziative sia locali sia nazionali. Alcuni fratelli pastori ricorderanno i suoi interven-

ti di saluto con una forte cadenza piemontese per la zona NordOvest ai Convegni nazionali. Particolarmente apprezzata è stata la sua collaborazione in favore del Centro Comunitario Evangelico “Val D’Ulivi”, per le attività di manutenzione e per il suo contribuito al buon svolgimento del turno Adulti negli ultimi anni. Duramente provato da una malattia, il fratello Giampaolo Scattorelli si è spento lasciando questa terra in punta di piedi così come era vissuto, attorniato dall’affetto della sua sposa, dei figli, dei suoi cari e dei fratelli in Cristo. Chi gli è stato vicino negli ultimi giorni può testimoniare come egli fosse pronto nello spirito ad incontrare il suo Salvatore. Il suo coraggio, la sua calma, la sua pazienza ed elevata dignità nella sofferenza, sono stati e saranno un esempio per noi tutti. Il desiderio di partire e di essere con Cristo per il fratello Giampaolo è stato più forte che “il rimanere” (Filip.1:22). Nell’attesa di incontrarci nel cielo, riconosciamo in questo umile servo del Signore un uomo che ha combattuto il buon combattimento, ha finito la corsa, ha conservato la fede. Sebbene la sua famiglia e la chiesa da lui curata ne sentano fortemente la mancanza, con loro ringraziamo il Signore per aver donato il fratello Giampaolo alla Sua Chiesa. Ora gli è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, gli assegnerà in quel giorno, e non solo a lui, ma anche a tutti quelli che avranno amato l’apparizione del Signore. il Comitato di Zona Italia Nord Ovest 5,69(*/,2 3(17(&267$/( 6(77(0%5(


Promossi

XȨɜɄ ɄȽɄȚɄ 1920-2010

Ill ffratello ll Vito Bonomo, ddopo anni di malattia, amorevolmente accudito dai figli, il 13 aprile è andato nella gloria del suo Signore. Il servizio di saluto s’è svolto l’indomani nella Chiesa ADI di Centuripe (EN) alla presenza dei suoi cari e di quanti l’hanno conosciuto ed amato. Era nato l’8 aprile 1920. Il fratello Vito raccontava spesso che, mentre era militare nella seconda guerra mondiale, ancor prima di conoscere Dio, era stato scelto per partire per la Russia e ciò lo rattristava tantissimo. Pregò piĂš volte i superiori che glielo risparmiassero, ma inutilmente. In extremis, però, mentre erano in procinto di partire, un giovane calabrese espresse il desiderio di voler prendere il suo posto e gli fu concesso. Giorni dopo, al comando giunse notizia che i componenti di quel reggimento erano tutti morti. Il fratello Bonomo cosĂŹ era stato risparmiato e graziato e, quando si convertĂŹ, faceva di questo fatto una commovente illustrazione della salvezza avuta grazie a Cristo, morto per lui. A Centuripe, nel dopoguerra, la testimonianza evangelica era stata portata dall’America tramite il fratello Timpanaro e uno dei primi fratelli convertitisi, Prospero Guagliardo, testimoniò al fratello Vito, suo amico, portandolo al culto in una casa privata in cui le riunioni si tenevano na 5 , 6 9 ( * / , 2 3 ( 1 7 ( & 2 6 7 $ / ( 6 ( 7 7 ( 0 % 5 (

scostamente. Dio comunque salvava, battezzava nello Spirito Santo e guariva. In una delle riunioni alle quali partecipò, il Signore salvò il fratello Vito Bonomo e la moglie Agata, la quale era affetta da una grave malattia che la paralizzava e, dopo alcuni giorni di preghiera e digiuni, fu potentemente guarita! Il fratello Vito si era considerato e dichiarato fino a quel momento ateo. La sua conversione avvenne nel 1948 e, dopo appena due anni, fu scelto come pastore della piccola ComunitĂ evangelica. Il Signore benedisse la strumentalitĂ del fratello Bonomo e il ministero affidatogli, salvando circa ottanta nuovi credenti, battezzando con lo Spirito Santo e guarendo tanti tra loro. Il fratello dovette affrontare persecuzioni e difficoltĂ anche con le forze dell’ordine, che non guardavano di buon occhio l’incrementarsi di questo gruppo di credenti. Egli, però, non temette mai l’uomo, ma fu tenace e tanto fiducioso nel Signore, Colui che ha vinto il mondo. La sua fede è stata grande e incondizionata. Niente e nessuno riuscĂŹ a turbarlo o a distrarlo dall’amore di Dio, nemmeno la prematura dipartita della moglie, che poco dopo lo lasciò vedovo, con due bambini piccoli. Per rivelazione del Signore, espressa dalla prima moglie mentre era ancora sul letto di morte, si risposò con Maria Taverna, dalla quale ebbe la cura dei primi due e l’arrivo di altri tre figli. Questa fu una sorella amabile, fedele e caritatevole, che ha lasciato un grande esempio tra i credenti della comunitĂ e tra quanti la conobbero. Pur lavorando tenacemente per dare dignitosamente il pane alla sua famiglia, lo scopo del fratello Bonomo si è sem-

pre la Chiesa, che ha curato con amore, umiltĂ , senso di responsabilitĂ e disponibilitĂ verso tutti. Dio non ha promesso sempre il sole. Le tempeste non sono mancate. A causa di una caduta e poi del diabete, è rimasto a letto per ben otto anni, accudito amorevolmente dalle figlie. Citava spesso a memoria molti brani e versetti della Bibbia a chiunque andasse a visitarlo, dando esempio fino all’ultimo di una grande fede, pazienza e perseveranza. Ci ha lasciato una traccia di impegno per l’opera di Dio e di fedeltĂ fino alla fine, in attesa della gloria, per cui, come Abele, in Ebrei 11:4, “benchĂŠ morto, egli parla ancoraâ€?. Paolo Lombardo

Es

Vincenza Tattolo, meglio conosciuta con il nome di Enza Rauti (dal cognome del marito), nasceva ad Andria in provincia di Bari il 4 dicembre 1932. Rimase presto orfana di entrambi i genitori e visse un’infanzia lontana dagli agi e dalle spensieratezze dei primi anni di vita. Giovanissima, ricevette l’Evangelo realizzando la salvezza e il battesimo nello Spirito Santo. La grazia di Dio colmò il vuoto e la tristezza del suo cuore. Verso la fine del 1949 incontrò un giovane da poco convertito, ma animato da intrepido zelo, che Dio stava preparando per svolgere un lungo, ricco


alla

Gloria

ȨɄɨǸȽȽȨ @ǸɨɄȽȐ 1926 2010 1926-2010

Giovanni Pavone nacque a Vestea, in provincia di Pescara, il 17 marzo 1926. All’età di 24 anni si sposò con Maria Macrini, con la quale ebbe tre figli. Nel 1958, a Vestea, paese di montagna, i coniugi Maria e Giovanni Pavone, tramite la testimonianza del fratello Gabriele Pavone, si convertirono al Signore. Tutti e due furono battezzati nell’aprile di quell’anno e ambedue appena usciti dall’acqua, ricevettero il dono dello Spirito Santo. A quei tempi in Abruzzo non c’era lavoro e per questo la famiglia Pavone fu costretta a partire per la Germania. Nel 1961 la famiglia Pavone si stabilì a Wanne-Eikel. In quei tempi nella zona del Ruhrgebiet, cioè Bochum, Gelsenkirchen, Dortmund,

Essen e dintorni, abitavano molti italiani. Il fratello Pavone iniziò a parlare di Gesù nelle baracche dei connazionali e molti accettarono il Salvatore. A partire dal settembre 1961 si tennero tre incontri settimanali nella piccola abitazione nel cosiddetto ‘Lager’ Eickeler Bruch 169 a Wanne-Eickel. Col passare del tempo il gruppo giunse a comprendere trenta membri tanto che, per mancanza di posto, non era più possibile radunarsi in casa. Dall’ottobre del 1965 gli incontri furono tenuti nella Gemeindehaus WanneWest Gelsenkircher Str.73. Qui ancora oggi dopo 45 anni ci si raduna per pregare il Signore. Nel 1965 si tenne un raduno a Wanne-Eickel e la città mise a disposizione la più

randde ssala ala disponibile, disponibile iill SSaalbau aallbau grande am Stedtgarten. Tramite il fratello Giovanni Pavone moltissimi hanno ricevuto la buona novella e hanno accettato Gesù come personale Salvatore. Il fratello Giovanni Pavone è stato promosso alla casa del Padre; si è spento dopo quasi 60 anni di matrimonio, all’età di 84 anni, sabato 10 aprile. Riccardo Saccottelli

empio Per Le Donne Cristiane

ȽɺǸ HǸɤɜȨ e prezios miniso s stero pion neristico e p pastorale. I 27 genIl n 1950 naio E Enza spos Francesò s Rauti, sco rimanendo fed delle all suo fifianco, con fedele amore e dedizione, per 60 anni di servizio reso al Signore e alla Sua opera. La vita di Enza fu segnata da rinunce, privazioni e persecuzioni. Sebbene fisicamente molto provata da diversi interventi chirurgici, offrì al Signore e al Suo popolo il meglio delle sue energie in un servizio generoso e disinteressato.

Ebbe tre figli: Esterina, Davide e Daniele per il bene dei quali tanto pregò e si dedicò. Con lo stesso amore pregò ed operò instancabilmente per tanti giovani credenti, cercando di recuperare coloro che erano venuti meno riconducendoli a Cristo. Enza Rauti fu una mamma in Israele, lo testimonia l’amore dimostrato da coloro che la incontravano e anche il grande affetto di tanti credenti che hanno fatto giungere lettere di apprezzamento e stima nei giorni successivi la sua dipartita. Tanti servitori di Dio, in tempi di condizioni economiche non floride, sono stati rifocillati alla sua tavola; tanti giovani e inesperti pastori si sono sentiti più sicuri e incoraggia-

ti grazie alla sua amorevole accoglienza e amabile ospitalità. Domenica 9 maggio, dopo un periodo di malattia, è stata chiamata alla casa del Padre per essere accolta e ricevere il premio dal Signore. I funerali si sono svolti nel locale di culto di Crotone, dove tanti credenti, conoscenti e tanti servi di Dio, provenienti da diverse parti d’Italia, erano presenti per manifestare il loro affetto e apprezzamento, stringendosi intorno al marito, ai tre figli e a tutti i suoi cari. Lascia alle giovani generazioni di donne cristiane la ricchezza del suo esempio come madre, moglie e prodiga collaboratrice nel ministero cristiano. Abele Trosino 5,69(*/,2 3(17(&267$/( 6(77(0%5(


8ɄɜȨɺȨȐ ȇǸȵȵȐ ȽɄɕɜɑȐ ɄȹɤȽȨɜɾ BATTESIMI A RAVENNA Con gioia comunichiamo che domenica 30 maggio, nella chiesa di Ravenna, il Signore ci ha dato la grazia di tenere un servizio battesimale. Tre nuovi credenti hanno reso pubblica testimonianza della loro salvezza e appartenenza a Cristo. Alla riunione erano presenti, oltre a fedeli, parenti, amici e simpatizzanti. È stata una buona opportunità di evangelizzazione. Per l’occasione abbiamo avuto il privilegio di ospitare il fratello Roberto Gentilini, pastore della comunità di Fonte Nuova (Roma) e responsabile del servizio ADI-audiovisivi, che è stato un valido mezzo nelle mani di Dio nel ministrare la Sua benedetta Parola. Il Signore si è usato di lui anche la sera prima nel culto tenuto, sempre a Ravenna, e poi, nel poBATTESIMI E NOTIZIE DA CESENA Il 22 maggio 2010 nella Piscina Comunale di Cesena, che ci è stata concessa per questa occasione, sono stati celebrati i battesimi in acqua di quattro credenti neofiti, tutti giovanissimi dai 16 ai 23 anni. Dopo aver cantato degli inni alla gloria del Signore, abbiamo ascoltato le testimonianze dei neofiti e poi l’annuncio della Parola di Dio, che ci è stata portata dal fratello Spiridione Strano, pastore a Rimini e missioni della diaspora riminese; la giornata è stata di grande benedizione per tutti e di buona testimonianza per i numerosi simpatizzanti che hanno partecipato alla riunione. In conclusione si è tenuta un’agape nella vicina sede della comunità di Cesena. Il giorno dopo in chiesa è stato celebrato un culto di Santa Cena con la predicazione del fratello Franco Carvello, pastore delle comunità di Forlì e di Lugo. Per conoscere la storia della Chiesa Evangelica A.D.I. di Cesena bisogna risalire all’anno 1993, quando un primo locale fu aperto come missione evangelistica di Rimini; dopo tre anni, per un diverso sviluppo dell’opera nella diaspora riminese, si pensò di tenere le riunioni infrasettimanali in una sala di quartiere nella zona “Vigne”; ciò è durato fino al 2001, anno in cui ci si è trasferiti in un piccolo locale situato nella stessa piazza del quartiere, Piazza dei Partigiani; infine a causa della crescita del numero dei credenti e dei simpatizzanti è stata inaugurata all’inizio del 2004 la sede attuale di via Malta 25. Fa parte di questa comunità la missione di Mercato EVANGELIZZAZIONE A VITTORIA (RG) Siamo grati al Signore che anche quest’anno a Vittoria (RG) ci ha dato la possibilità di predicare l’Evangelo nella piazza dei giardini pubblic,i adempiendo al mandato del Signore Gesù Cristo, il Quale vuole che tutti gli uomini siano salvati. Dal 29 maggio fino al 26 giugno, tutti i sabato sera, si sono svolti dei culti all’aperto. Hanno collaborato con noi con i fratelli Salvatore Ciofalo, pastore ad Augusta, Noto e Pachino (SR); Emanuele Scribano, 5 , 6 9 ( * / , 2 3 ( 1 7 ( & 2 6 7 $ / ( 6 ( 7 7 ( 0 % 5 (

meriggio della domenica, a Pinarella di Cervia, dove abbiamo potuto condividere, assieme ai fratelli battezzati, la Cena del Signore. Le benedizioni sono state copiose e abbiamo concluso con un’agape fraterna. Desideriamo ringraziare il Signore anche per come ci sta benedicendo nell’opera di evangelizzazione sia nella città di Ravenna che nelle zone limitrofe con l’ausilio di un gazebo che usiamo in collaborazione con la chiesa di Rimini. Molte sono le persone che si avvicinano per ascoltare la Parola di Dio e poi si fermano per avere spiegazioni. Dio possa continuare a darci la libertà di annunciare la Buona Novella! Luigi Mendolicchio

Saraceno, fondata circa 25 anni fa anch’essa originariamente nell’ambito della diaspora riminese. Anche in questa cittadina abbiamo cambiato locale di culto nel giugno del 2007, inaugurando la nuova sede di viale Roma 86/a alla fine di settembre dello stesso anno, con un culto alla presenza del fratello pastore Spiridione Strano, che ci ha ministrato il consiglio della Parola di Dio. Tutta la gloria vada solo al Signore Gesù Cristo per come sta portando avanti l’opera Sua in queste zone della Romagna. Pregate per noi affinché l’opera di diffusione del Vangelo si manifesti in maniera ancora più potente e gloriosa. Dio ci benedica! Graziano Leardini

pastore a Canicattini Bagni e Floridia (SR); Gaetano Tagnese, pastore a Lentini-Carlentini; Paolo Mercante, pastore a Francofonte (SR) e Scordia (CT), che si sono alternati alla predicazione dell’Evangelo. Tutte le sere la villa Comunale era gremita di tante persone che hanno ascoltato la Parola di Dio. Il desiderio del nostro cuore è che si possa avere una grande raccolta di anime per il Signore. Rosario Salinitro


BATTESIMI A MONTESANO SCALO (SA) Siamo lieti di comunicare alla fratellanza che domenica 30 maggio 2010, la chiesa di Sala Consilina (SA) e quella di Atena Lucana hanno gioito insieme nel vedere scendere nelle acque battesimali due giovani che hanno commosso con la loro testimonianza tutti i presenti amici e credenti, radunatisi insieme nella chiesa di Montesano Scalo. La Parola del Signore è stata predicata dal fratello Beniamino Niglio, pastore a Rofrano, che leggendo il Salmo 119:30, ci ha parlanto della scelta che noi tutti dobbiamo fare. Dio ci ha benedetto grandemente. A Dio vadano tutta la lode e la gloria. Di Santo Luigi NOTIZIE DA PISA “Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al Signore” (Salmo 50:14). Con questo proponimento desideriamo testimoniare all’intera fratellanza delle divine benedizioni ricevute nei mesi di maggio e giugno scorsi, quando prima i giovani e poi i bambini della nostra comunità sono stati strumenti di edificazione e di evangelizzazione nelle mani del nostro buon Padre Celeste. Abbiamo cominciato sabato 15 maggio con un incontro giovanile al quale hanno partecipato molti giovani provenienti da diverse zone della Toscana; espressione della gioiosa atmosfera sono stati gli inni di lode innalzati dalla corale della chiesa di Castelfranco di

Sotto (Pi). Per l’occasione, la Parola del Signore è stata ministrata con semplicità ed efficacia dal fratello Sandro Lazzurri, pastore della comunità di Cecina, che, sui versi dell’evangelista Matteo al cap.21:28-32, ha evidenziato quanto sia importante lavorare per il Signore. Il secondo appuntamento, sabato 22 maggio, presso un parco pubblico della cittadina di Torre del Lago Puccini (Lu) è stata un’evangelizzazione rivolta dai bambini della nostra comunità ad altri bambini che, invitati per l’occasione o semplici frequentatori del parco, attraverso una lezione di Scuola Domenicale Domenica adatta all’occasione, canti di adorazione e di lode d e una merenda finale consumata tutti insieme, hanno potuto ascoltare insieme ai genitori il sinceh ro e genuino messaggio di salvezza in Cristo Gesù. L’ultimo appuntamento, domenica 6 giugno, è staL’ ta la recita di fine anno della Scuola Domenicale che approfondendo la parabola del figlio prodigo (Luca ap cap.15:11-32), studiata insieme alle altre durante l’anca no, n e stata occasione di riflessione e di invito a restare st nella casa del Padre dove poter realizzare ogni giorno la vera gioia. Ringraziamo il Signore per quang to ci ha già concesso, e vogliamo insieme pregare affinché fin continui a benedire il lavoro e le attività della Scuola Domenicale, i giovani e l’intera Sua opera. Sc Antonio Leccese

CRONACA DA SIDERNO (RC) Siamo grati al Signore del fatto che il 2 giugno si è tenuto presso il Centro Polifunzionale di Siderno (RC) il 41° Incontro Giovanile Calabro. Tutti i credenti provenienti dalle varie comunità del territorio regionale si sono riuniti per offrire a Dio un culto di ringraziamento. Il locale dove il raduno si è svolto è diventato improvvisamente piccolo e le oltre 1300 sedie sono subito divenute insufficienti ad accogliere tutti i credenti. Ospite per l’occasione è stato il fratello Mike Player, pastore dell’Assemblea Cristiana di Boston (USA) e Sovrintendente Generale della IFCA, un’associazione di chiese che promuove e sostiene il ministero cristiano. La riunione mattutina ha avuto inizio con il canto di un coro di bambini provenienti da di-

verse comunità. Lo studio della Parola di Dio, tratto da Esodo 14:1-31, ha avuto come titolo: “Dio è potente a liberare”. Dopo il pranzo consumato al parco del centro, il culto è stato un’occasione di benedizione e consolazione per tutti i partecipanti. Molto apprezzato il ministero del fratello Player, che, con la sua irruente simpatia e profonda devozione, ha coinvolto e spronato tutti i partecipanti a maggior zelo per l’opera del Signore. La nostra preghiera è che Dio ci conceda di vedere il frutto di un’opera così grande nella città di Siderno, dove il raduno regionale delle Chiese Cristiane Evangeliche è sempre atteso con gioia ed entusiasmo da tutti. Bruno Carchedi 5,69(*/,2 3(17(&267$/( 6(77(0%5(


8ɄɜȨɺȨȐ ȇǸȵȵȐ ȽɄɕɜɑȐ ɄȹɤȽȨɜɾ CAMPAGNA EVANGELISTICA 2010 A VERCELLI Dal 29 maggio al 4 giugno è stata installata per la prima volta dopo molti anni in Vercelli in Piazza Camana la tenda di evangelizzazione. Questa attività mancava da tanto tempo nella nostra comunità per vari motivi. L’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo e ciò è stato testimoniato dalla presenza massiccia di fedeli alle riunioni che si sono tenute ogni sera. Sono intervenuti anche fedeli di altre comunità della provincia e fuori provincia nonché diversi visitatori e simpatizzanti. Un’attività come questa richiede molto impegno e la disponibilità alla collaborazione non è mancata: trasporto della tenda (prestataci dalla fratellanza della chiesa Evangelica ADI di San Giuliano Milanese, pastore Gennaro Chiocca), delle sedie, del materiale musicale e di amplificazione, montaggio e smontaggio, vigilanza diurna e notturna, preparazione ed esecuzione dei cantici, partecipazione ai culti, attività di volantinaggio ed evangelizzazione. Alcuni fedeli hanno reso la loro testimonianza pubblica e naturalmente ogni sera è stato annunciato il messaggio dell’Evangelo. La predicazione è stata curata dalla nostra comunità e da altri fratelli pastori: Angelo Gargano segretario del Comitato di zona e pastore a Torino, Via Spala-

to; Siciliano Corrado, pastore a Domodossola; Eligio Chirico, pastore a Gattinara e Borgosesia; Fabrizio Legname da Novara e Vincenzo Martucci, pastore a Genova e Asti. Quasi ogni sera, al termine della riunione, è stato fatto un appello per la salvezza, per la guarigione, per il rinnovamento della propria vita spirituale e molti, credenti e non, si sono accostati, a testimonianza del bisogno sentito da parte di molti di una potente azione dello Spirito nella propria vita. Alcuni simpatizzanti hanno dichiarato il loro proposito di continuare a frequentare le riunioni in chiesa e il nostro auspicio e la nostra richiesta al Signore sono che lo Spirito Santo dia loro determinazione e porti queste anime ad una effettiva esperienza di salvezza. L’evangelizzazione è uno dei comandamenti fondamentali dati da Gesù ai discepoli e ogni chiesa deve impegnarsi in tal senso. Ogni credente deve sentire la propria responsabilità per impegnarsi non solo nelle attività di tipo comunitario, come quella appena conclusa, ma con ogni mezzo, e specialmente con la propria testimonianza personale, che rimane di gran lunga il metodo più efficace per portare le anime al Signore. Filippo Franchillo

BATTESIMI A SPEZZANO DI FIORANO (MO) ra è che il nostro Dio continui l’opera Sua tra noi e tutti i creden“Il Signore ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioti di cuore sincero. Preghiamo gli uni per gli altri affinchè posia” (Salmo 126:3). Desideriamo con immensa gioia comunicare a tutta la fratellanza l’opera che il Signore continua a fare tra il siamo rimanere fedeli e crescere nella Sua volontà. Nicola Mancini Suo popolo. Domenica 13 giugno il Signore ci ha dato la gioia di vedere scendere nelle acque battesimali cinque nuovi credenti, tre sorelle e due fratelli, che col battesimo in acqua hanno testimoniato pubblicamente , confessando per fede di avere accettato e volere servire il Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Per accogliere i tanti intervenuti, amici e credenti delle comunità vicine, abbiamo affittato una sala del Comune di Maranello, adiacente la Galleria Ferrari. La Parola di Dio ci è giunta dal fratello Alessandro Cravana, pastore a Brescia e Cremona, dal testo di Ebrei 12:18,28 in modo efficace. soprattutto per quanti ascoltavano per la prima volta. Il nostro ringraziamento va a Dio che con la Sua presenza ha consolato e benedetto i nostri cuori. La nostra preghie 5 , 6 9 ( * / , 2 3 ( 1 7 ( & 2 6 7 $ / ( 6 ( 7 7 ( 0 % 5 (


BATTESIMI A CARRARA E A LA SPEZIA

Domenica 27 giugno per le Comunità di Carrara e La Spezia è stato un giorno di festa. La mattina a Carrara abbiamo ce-

leb lebrato il culto, con servizio battesimale, in cui qu quattro neofiti hanno testimoniato della loro fede scendendo nelle acque battesimali. Per l’occasio molte persone nuove erano presenti, tra cui sione, pa parenti ed amici dei neofiti. C siamo rallegrati per la presenza del fratello Ci Gi Gionathan Borelli, pastore a Siena e Pontedera. Eg è stato lo strumento per ministrarci la Parola. Egli Ne pomeriggio, presso il locale di culto di La Nel Sp Spezia, è stato tenuto il culto con la celebrazione della Cena del Signore. In questa parte dell’Italia ancora una volta possiamo affermare che il lia, Signore è all’opera: salva, battezza nello Spirito Sig Santo guarisce e consola i cuori. A Dio vada tutta la gloria. Santo, Geremia Cammarano

NOTIZIE DA CATANIA Desideriamo ringraziare il Signore per la Sua infinita misericordia. Il 13 giugno il Signore ci ha dato grazia di poter svolgere un culto “speciale” in cui 10 giovani e 2 adulti, scendendo nelle acque battesimali, hanno dichiarato pubblicamente la loro fede in Cristo e il loro impegno nel servizio con integrità di cuore. Per l’occasione il fratello Antonino Barbera, pastore delle comunità di Mascalucia e Macchia di Giarre, ci ha esposto il consiglio della Parola di Dio tratto città ddi Catania. ll nostra comunità e nell’intera ll dal Vangelo Secondo Marco al capitolo 16. Siamo rimasti, inol- Santo, e nella Che il Signore nella sua infinita grazia continui a chiamare tre, felicemente meravigliati nel vedere che molti degli interdei Servitori nel suo campo affinchè ci sia un abbondante racvenuti ai battesimi (amici, parenti, ecc) hanno realmente comcolto per la Sua gloria e per la nostra gioia. preso l’importanza di questo gesto di obbedienza fatto nella Giovanni Bonaventura consapevolezza di aver prima esperimentato nella propria vita la nuova nascita! Voglia il Signore portare avanti l’Opera Sua in questi giovani neofiti, molti dei quali già battezzati di Spirito NOTIZIE DA TRIGGIANO È una gioia rendere partecipe la fratellanza dell’entusiasmo che ha contraddistinto il culto con servizio battesimale tenutosi a Triggiano il 26 giugno, nel quale un giovane credente ha confessato pubblicamente la sua fede in Cristo Gesù come suo personale Salvatore. Dio ci ha benedetti grandemente con la predicazione della Parola di Dio annunciata dal fratello Vincenzo Martucci, pastore delle comunità di Asti e Genova. La Chiesa di Triggiano è un albero dalle radici antiche, le cui fronde si stagliano verso l’espansione dell’Evangelo in ogni contrada, vicolo e piazza (Luca 4:21-23). Chiediamo preghiere perché l’opera di Dio in Triggiano riparta a gonfie vele sotto l’egida dello Spirito Santo e la rinno-

vata consacrazione dei fedeli. “Signore, dà vita all’opera tua nel corso degli anni! Nel corso degli anni falla conoscere!” Paolo Citarella 5,69(*/,2 3(17(&267$/( 6(77(0%5(


DSSXQWDPHQWL RADUNO FRATERNO R C CALABRIA 66DEDWR VHWWHPEUH D &LWWDQRYD 5& VL WHUUj XQ 5DGXQR )UDWHUQR GHOOD ]RQD &DODEULD RADUNO GIOVANILE LOMBARDIA 6DEDWR VHWWHPEUH SUHVVR LO ORFDOH GL FXOWR GL 0LODQR 9LD )RU ]H $UPDWH VL WHUUj XQ 5DGXQR *LRYDQLOH GHOOD ]RQD /RPEDUGLD 5HODWRUH GHOOR VWX GLR ELEOLFR H SUHGLFDWRUH VDUj LO SDVWRUH *LXVHSSH 7LOHQQL 5LVLJQROR RADUNO PROVINCIA PALERMO 'RPHQLFD 6HWWHPEUH D &HIDO 3$ SUHVVR /·+RWHO &RVWD 9HUGH VL WHUUj LO 5DGXQR GHOOH &KLHVH $', GHOOD 3URYLQFLD GL 3DOHUPR 2VSLWH LO SDVWRUH 3DROR /RPEDUGR

RIUNIONE PASTORI E CONSIGLIERI NORD OVEST 6DEDWR RWWREUH D 7RULQR 9LD 6SDODWR VL WHUUj XQD 5LX QLRQH SHU 3DVWRUL H &RQVLJOLHUL GL &KLHVD GHOOD ]RQD ,WDOLD 1RUG 2YHVW

XXXV INCONTRO NAZIONALE GIOVANILE ADI-IBI GD YHQHUGu RWWREUH D OXQHGu QRYHPEUH D )LXJJL 7HUPH )5 SUHVVR OD WHQVRVWUXW WXUD GHO 3DOD)LXJJL VL WHUUj LO ;;;9 ,Q FRQWUR 1D]LRQDOH *LRYDQLOH $', ,%,

INCONTRO PROVINCALE PASTORI E COLLABORATORI BARI 6DEDWR RWWREUH VL VYROJHUj XQ LQFRQWUR SURYLQFLDOH SHU SDVWRUL H FROODERUDWRUL GHOOD SURYLQFLD GL %DUL D &DSXUVR %$ SUHVVR OD %LEOLRWHFD FRPXQDOH '·$GGRVLR 2VSLWH LO SDVWRUH &DUPHOR )LVFHOOL

CENTENARIO CHIESA MILANO 9HQHUGu VDEDWR H GRPHQLFD RWWREUH VL WHUUDQQR D 0LODQR 9LD GHOOH )RU]H $U PDWH GHOOH ULXQLRQL VSHFLDOL LQ RFFDVLRQH GHO FHQWHQDULR GHOOD FKLHVD GL 0LODQR 2VSLWH LO SDVWRUH 'DYLGH 'L ,RULR

SEMINARIO MONITORI NORD OVEST 6DEDWR QRYHPEUH INCONTRO CAMPISTI PUGLIA E BASILICATA D 7RULQR 9LD 6SDODWR D VL WHUUj GDOOH RUH 6DEDWR RWWREUH DOOH RUH LO 6HPLQDULR 0RQLWRUL GHOOD D 0DWHUD YLD 6DQ 3DUGR VL WHUUj O·,QFRQWUR ]RQD ,WDOLD 1RUG 2YHVW &DPSLVWL GHOOD ]RQD 3XJOLD H %DVLOLFDWD

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