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VITE CHE CAMBIANO e che generano cambiamento

Abbiamo intervistato Marie Redempta che ha ricevuto una delle borse di studio di Fondazione Marcegaglia per intraprendere gli studi universitari in un’importante università del paese. Ci ha raccontato di questa opportunità e dei suoi sogni per il futuro.

Beatrice Villa di Fondazione Marcegaglia: Per prima cosa ti chiedo di presentarti Mi chiamo Marie Redempta Nyiransabimana e ho 23 anni. Vivo a Rilima nel distretto di Bugesera con i miei genitori. La mia è una famiglia umile ma ricca di amore, siamo 7 sorelle femmine e 5 sono già uscite di casa in cerca di mezzi di sussistenza per assicurarsi un futuro.

B.V.: La tua famiglia ti ha incoraggiata negli studi?

Sì, nonostante le difficoltà tutta la mia famiglia mi incoraggia a studiare molto e sono orgogliosi del percorso che ho fatto finora e dell’ammissione all’ALU (African Leadership University), che è una delle università più prestigiose.

B.V.: Negli anni scorsi sei stata beneficiaria del programma School Feeding, cosa ha significato per te?

Il programma School Feeding permette anche agli studenti provenienti da famiglie povere di avere un pasto assicurato a pranzo anche se non possono pagare la mensa. Questo è stato fondamentale per me, per potermi concentrare nello studio senza avere fame e i miei risultati scolastici ne hanno senz’altro beneficiate.

B.V.: Ora, grazie ai tuoi meriti scolastici, hai ricevuto una borsa di studio per frequentare un’università prestigiosa, come vivi questa opportunità?

Sono molto felice e grata per l’opportunità di frequentare una prestigiosa università come la ALU. Sono determinate a studiare sodo e a sfruttare tutte le occasioni di formazione che mi capiteranno. E’ la mia occasione per elevare il tenore di vita mio e della mia famiglia.

B.V.: Perché hai scelto di studiare Entrepreneurial Leadership e quali sono I tuoi sogni per il futuro?

Il tema dell’imprenditoria mi interessa molto e vorrei diventare una donna d’affari e di successo nel mio paese. Mi piacerebbe tra qualche anno diventare di ispirazione per le donne africane per dimostrare che anche una donna che ha umili origini può diventare qualcuno e può contribuire a migliorare la vita delle persone nelle nostre comunità.

INTERVISTA A TITTA, DONATRICE E VOLONTARIA PER PASSIONE

Abbiamo intervistato Gloria Chà, nostra donatrice e volontaria da alcuni anni, che ci ha raccontato come la sua passione per la natura e gli animali l’abbia avvicinata ai progetti della Fondazione in Rwanda e come questo incontro abbia cambiato la sua vita. Beatrice Villa di Fondazione Marcegaglia: Ciao Gloria, raccontaci qualcosa di te Ciao, mi chiamo Gloria, ma tutti mi conoscono come Titta, vivo a Carrara e sono una veterinaria. Lavoro con gli animali da una vita e devo dire che è molto più che un lavoro, direi una passione profonda.

B.V.: E’ stato proprio il tuo lavoro di veterinaria che ti ha avvicinata per la prima volta alla Fondazione, vuoi raccontarci come mai?

Il mio incontro con la Fondazione e con il Rwanda è stato quasi casuale perché la mia amica Chiara (segretario generale della Fondazione), tornata da una delle sue missioni nel paese mi ha raccontato di aver visitato il Volcanoes National Park per vedere da vicino i famosi gorilla di montagna e questo ha riacceso la mia passione per i gorilla e l’ammirazione per la zoologa Dian Fossey. Allora quando Chiara è tornata in Rwanda l’ho seguita con questo forte desiderio di fare l’esperienza del trekking per vedere i gorilla, l’idea era quella di una vacanza alternativa B.V.: Sei andata in Rwanda curiosa dei luoghi e degli animali, ma poi sono le persone che ti hanno stupita più di tutto, è così?

Sicuramente il trekking per visitare i gorilla è stata un’esperienza meravigliosa, però ciò che davvero ha lasciato il segno nella mia vita sono state le visite nei villaggi a contatto con delle realtà per me sconosciute. Credo di aver sempre avuto una certa sensibilità per i temi sociali, però conoscere da vicino una realtà come quella dei villaggi rwandesi e vedere le condizioni di vita delle famiglie è stata un’esperienza molto toccante.

La prima volta a muovermi sono stati la natura e gli animali, ma poi sono tornata tre volte mossa dall’esperienza umana. La cosa davvero commuovente ed emozionante è stata vedere di volta in volta il cambiamento nella vita delle persone coinvolte nei progetti. Alla fine con poco – un pezzo di terra, una mucca, tre caprette, 50 euro per mettere su un negozio – si assiste ad un vero cambiamento di vita.

B.V.: Raccontaci un aneddoto del tuo viaggio o qualche incontro significativo che hai fatto

Un giorno siamo andati a visitare una famiglia che la Fondazione aveva aiutato nel ricostruire la casa e ricordo come se fosse ora questo bambino che mi è corso incontro e mi è venuto in braccio. Aveva degli occhi profondi che non dimenticherò mai… mi commuovo ancora a parlarne.

B.V.: Come ti ha cambiata questo viaggio e cosa hai deciso di fare al tuo rientro?

Il contatto con queste realtà ti cambia la vita in positivo. Non si sopporta più la superficialità e ci si sente cambiati dentro con la voglia di parlarne e sensibilizzare altre persone. Credo che il mondo del volontariato sia poco pubblicizzato in Italia così molti pensano che i soldi donati ad associazioni e fondazioni vadano nel nulla o vengano sprecati, ma ho visto che non è affatto così.

Così al mio rientro ho scelto di organizzare alcune cene nel mio territorio per parlare dei progetti della Fondazione e per raccogliere fondi in particolare per il Centro per l’Infanzia. E’ stata una grande soddisfazione avere tanti partecipanti e veder crescere la sensibilità. Spero quest’anno di poter replicare questa esperienza.

B.V.: Tu hai visto con i tuoi occhi i progetti e incontrato i beneficiari, spiega a chi ci legge perché è importante destinare il 5×1000 alla Fondazione? Io ho fatto esperienza dei progetti in Rwanda, ma ciò che la Fondazione fa è molto più ampio e riguarda tutte le donne e le famiglie in senso più ampio. Dal mio punto di vista posso dire di aver visto che con poco si può fare tanto, non è uno slogan ma la realtà, perciò anche il piccolo contributo di una donazione o del 5×1000 lascia il segno nella vita di una persona.

(https://www.fondazionemarcegaglia.org/)

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