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VENEZIA E LO SHOCK DEI CANALI VERDI

Le immagini del Canal Grande diventato improvvisamente verde brillante il 28 maggio scorso, hanno fatto il giro del mondo, allarmando istituzioni locali e residenti. Nei video si vedevano i gondolieri navigare in acque fosforescenti mentre i turisti fotografavano l’enorme chiazza verde dal Ponte di Rialto. C’è chi ha sospettato gli attivisti per il clima che imbrattarono con del liquido nero la Fontana di Trevi a Roma, ma secondo le indagini non sembrano essere loro i responsabili. Le autorità locali hanno scoperto che il liquido è fluoresceina, una sostanza non tossica utilizzata per scopi scientifici. Da dove provenisse il colorante e come fosse finito nelle acque del Canal Grande, resta tuttavia un mistero. Nel 1968, l’artista argentino Nicolás García Uriburu mise della fluoresceina nell’acqua per attirare l’attenzione sul rapporto tra natura e civiltà durante la 34a Biennale di Venezia.

promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale). Il conflitto in Ucraina e la mancata importazione di legname da questa regione ha promosso ulteriori investimenti nella piantumazione di nuove aree forestali a tutto beneficio del nostro patrimonio verde. L’utilizzo massivo di legname e carta ha portato, come sappiamo, a un progressivo disboscamento a livello globale: il ritmo di taglio non ha rispettato quello di crescita ma lo ha sorpassato nettamente, devastando ettari ed ettari di foreste. Da allora si è avuta una serie di rovinosi effetti a catena. Di fronte a una situazione sempre più disperata e, quindi, alla necessità di imporre regole chiare e condivisibili, sono nate associazioni di tutela delle foreste e organismi di certificazione come PEFC. Questi Enti pilotano una gestione boschiva sostenibile che rispetta piante e animali che abitano nella foresta, tutela la biodiversità di ciascun habitat, rispetta il naturale ritmo di crescita della foresta e, in base a questo, armonizza il ritmo dei tagli, impone che le aree soggette a taglio vengano rimboschite o, ancora meglio, rigenerate naturalmente. La procedura di verifica conduce al rilascio di un attestato a favore dell’ente gestore: la certificazione PEFC appunto, o certificazione della gestione forestale; questo documento diventa così un attributo di valore per la materia legnosa ricavata, e destinata a diventare carta o prodotto in legno.

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