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Sommario Dedicato a… La fotografia è evoluzione I mezzi che hai ha disposizione Come sono composte le compatte? Passiamo alle “DSLR” Com’è fatta una Reflex al suo interno Cosa sono g li obiettivi? Basta con la teoria, iniziamo la pratica La presa fotografica è fondamentale! La tecnica non è importante? Il fotografo non trova le situazioni, le crea. La storia che ha cambiato la mia vita La scelta della composizione La regola dei terzi Sezione aurea Costruire una sezione aurea Come impostare la modalità “priorità di tempi” Perché scattare in Raw? Triangolo di esposizione Conclusioni che ti faranno iniziare


Dedicato a…

Questo manuale è dedicato a tutti coloro che hanno la passione per la fotografia ma ancora non si sentono “fotografi”. È dedicato ai fotografi amatoriali. È dedicato ai fotografi professionisti. A chi vuole ampliare giorno dopo giorno le proprie conoscenze. Questo ebook è dedicato a tutti coloro che hanno la passione per la fotografia, e pensano a questa, come una serie di instanti della propria vita incisi per sempre in uno scatto.


Per maestri ho avuto i miei occhi. - Michelangelo Antonioni


LA FOTOGRAFIA Ăˆ EVOLUZIONE

La fotografia nasce con il dagherrotipo verso gli inizi del 1800 continuando a svilupparsi ed evolversi anno dopo anno fino ai nostri giorni. Un tempo per scattare una singola fotografia bisognava restare immobili in posizione per molti minuti, trovando la corretta messa a fuoco, e allo stesso tempo anche la luce ideale per scattare. Per non parlare dei tempi che dovevano passare prima di vedere i proprio scatti stampati, passavano settimane e settimane! Oggi invece, grazie alle nuove tecnologie possiamo vedere le nostro foto in tempo reale e stamparle su carta in appena pochi secondi. Questo breve incipit è volto solo ad attirare la tua attenzione sul cambiamento costante e rapido dell’ evoluzione della fotografia. Serve ad incoraggiarti a non fermarti mai, a non credere di avere l’intera conoscenza della materia, il tempo scorre, le foto restano ferme per lo stesso istante, ma la fotografia no! Pensa a quei fotografi che si sentivano esperti decine di anni fa, ora non saprebbero impugnare una macchinetta.


Ricordati sempre, la fotografia è una scienza che muta la sua forma ogni giorno che passa, è inarrestabile. Il progresso tecnologico porterà questa magnifica arte ad evolversi anno dopo anno, proprio per questo, prima di iniziare la lettura di questo libro mi riservo nel darti il primo consiglio, forse il più importante: “Non sentirti mai “arrivato”, ma sentiti sempre in corsa.” Grazie per aver comprato il libro e buona lettura!



Prima di iniziare a fotografare devi conoscere i mezzi che hai a disposizione

Prima di parlare di fotografia bisogna conoscere il mezzo necessario per fotografare, ovvero la macchinetta fotografica. Una macchina fotografica è come una macchina da corsa, più ne si conoscono le sue potenzialità, maggiori saranno le sue prestazioni. Per iniziare devi sapere che la divisione principale tra le macchine fotografiche è tra: Macchine Compatte e Reflex. Le macchine fotografiche compatte sono considerate da molti le entry level (“parenti economiche”) delle Reflex, invece per i meno esperti del settore, una volta, erano le macchinette fotografiche “da battaglia”, dotate di poche potenzialità. Al contrario, le compatte moderne, sono strumenti incredibilmente sofisticati che ti permettono di aver scatti di ottima qualità grazie ad una tecnologia più semplice, differenziandosi dalla complessità di una Reflex. Chiamate “punta e scatta” per la loro semplicità, sono l’ideale per chi fotografa in viaggio e non vuole portarsi dietro il peso degli obiettivi.


Il loro principale punto a favore è, appunto, la praticità e semplicità nello scattare qualsiasi fotografia. Ma non credere che una compatta sia “un giocattolo” da usare, oggi esistono molte compatte economiche di livello “Professional” le quali offrono risoluzioni elevate e controlli degni di un’impostazione manuale in pieno stile Reflex (si può modificare il valore dell’apertura dell’otturatore fino alla compensazione dell’esposizione).


Il grande neo di queste compatte è sicuramente l’obiettivo, nella maggioranza non è intercambiabile come le Reflex ma sarà un obiettivo fisso. Molte compatte di prestigio hanno uno zoom a bordo limitato, che ti permette comunque di “zoommare”, ma potrai raggiungere brevi distanze. Le compatte moderne sono molto robuste, e ultimamente stanno sviluppando modelli impermeabili che possono arrivare anche a 10 metri di profondità. I lati positivi delle compatte? Aboliamo subito il falso mito che le compatte vengono utilizzate solamente per le classiche foto ricordo da viaggio perché, oramai, prendono sempre maggiore spazio anche in ambito sportivo, dalla vela all’arrampicata, allo scii, alla bici, al Kayak e tanti altri. É diventata una sorta di polifunzionale, oltre al fatto che, una compatta robusta è decisamente più maneggevole di una reflex.


Come sono composte le compatte?

Tutte le compatte hanno un flash integrato, comodo per gli scatti in ambienti con una luminosità ristretta. Possiedono quasi tutte un “contatto caldo”, cioè un ponte che ti permetterà di poter aggiungere un’ unità flash esterna aggiuntiva. Un buon display lcd per inquadrare e controllare in tempo reale (live view) la composizione nella tua inquadratura (la dimensione dello schermo è uno delle principali varianti riguardo il prezzo). Inoltre, sono create con materiali solidi, resistenti agli urti e, normalmente, hanno una presa in rilievo sotto il pulsante di scatto per renderla più stabile durante gli scatti.


Passiamo alle “DSLR” (Digital single-lens reflex )

Se vuoi passare ad un livello decisamente superiore, sicuramente una macchina fotografica Reflex farà al caso tuo. È vero, sicuramente è una spesa maggiore, ci sono obiettivi dal prezzo proibitivo, ma fidati, se vuoi imparare la magnifica arte della fotografia, sarà necessario comprarti una reflex. Quello che ti offre una reflex in confronto ad una compatta non è nemmeno degno di paragone, dalla qualità delle immagini alla possibilità di controllare manualmente un numero decisamente più elevato di fattori di scatto.

Modello Reflex Korelle


Come sono composte le Reflex?

Anche le reflex hanno un proprio flash integrato (di qualità superiore a quello presente nelle compatte, riescono a sviluppare un illuminazione superiore) ed un sensore di contatto a caldo per un’unità flash esterna. Sono ricaricabili con batterie a litio (ormai quasi tutti i modelli). Hanno un display Lcd sul retro che ti permetterà di inquadrare in tempo reale (c.d. modalità Live View) e di poter vedere le informazioni di scatto sul monitor per impostare lo scatto con i miglior parametri possibili: dagli istogrammi della luminosità, alle impostazioni RGB, alla griglia dei terzi per facilitarne la composizione. Inoltre, grazie ad un pad, (di solito sulla destra del corpo macchina) avrai la possibilità di spostarti sul menù dello schermo e gestire il punto di messa a fuoco manuale.


Ma ora vediamo com’è fatta una Reflex al suo interno

La parte fondamentale di ogni fotocamera è il sensore, che ha preso il posto della pellicola fotosensibile di una volta. Il sensore immaginalo come un rettangolo di diverse dimensioni, formato da milioni di piccoli punti, (a seconda del tipo di sensore e risoluzione) in grado di catturare la luce introdotta, trasformarla in un segnale elettrico, per poi essere trasformata in seguito nella foto finale che hai davanti ai tuoi occhi. (Non mi soffermerò a spiegarti come il sensore tramuti sequenze elettroniche in immagini, ti ho promesso un libro poco tecnico e voglio fornirti solo le informazioni tecniche necessarie. Se vuoi approfondire questi procedimenti troverai tutto sul sito di Fotografia Moderna) Subito dopo il sensore, troviamo uno specchio dove viene riflessa l’immagine che vediamo dal mirino, quando premi il pulsante di scatto, questo specchio si alza per far passare la luce attraverso di esso e gli permette di imprimere la luce nel sensore.


In grandi linee il processo fotografico di una reflex è questo. Ti ripeto, non voglio ammorbarti sul come funziona una macchina fotografica, ma se vorrai approfondire maggiormente le tue conoscenze tecniche su come funziona una macchina fotografica, ti aspetto su Fotografiamoderna.it. Lo so, vuoi passare alla pratica, non vedi l’ora, dai poche pagine e comincerai a scoprire le tecniche necessarie per cominciare a fotografare!



Ora che conosci la differenza tra compatte e Reflex ti basta solamente capire cosa sono gli obiettivi e quale utilizzare, in base al tipo di foto che vuoi scattare, per poter iniziare finalmente a fotografare!


Cosa sono gli obiettivi?

Gli obiettivi sono formati da un sistema complesso di specchi (lenti) e motori elettromagnetici, che a seconda della loro “lunghezza” focale, possono permetterti di visualizzare la porzione di campo visivo in maniera differente. Si dividono in: zoom grandangolari, teleobiettivi e macro. Gli obiettivi grandangolari, più corti di 18mm, sono ideali per i panorami e per registrare scene “larghe”. I teleobiettivi sono ideali per fotografare soggetti lontani e primi piani. Gli obiettivi macro sono obiettivi che ti permetteranno di fotografare soggetti molto vicini a grandezza naturale (hanno una lunghezza focale compresa tra i 50mm e i 105mm di solito) Di solito con l’acquisto di una macchina fotografica è compreso un obiettivo standard 18-55, che ti permetterà all’inizio di scattare in molte situazioni modeste fotografie.


L’aspetto principale da considerare quando si acquista un obiettivo è la sua lunghezza focale, cioè quel numero che vedi seguito da l’unità di misura indicata in mm (millimetri). Quel numero determina la lunghezza focale, in parole povere la porzione di immagine che entrerà nell’inquadratura. Ricordati sempre: minore è quel numero, maggiore è l’angolo di campo! Al contrario, maggiore sarà quel numero, minore sarà la porzione di scena inquadrata!

La lunghezza focale 50mm è quella che si avvicina di più a quella dell’occhio umano. Ricapitoliamo, più è piccolo il numero, maggiore sarà l’inquadratura, maggiore il numero, minore l’inquadratura. Un fattore importantissimo degli obiettivi è la loro luminosità, rappresentata da quel numero che vedi di solito vicino alla f. es f2/8, f3/6 etc.. Un’apertura veloce ti permetterà di scattare con velocità superiori anche in condizioni di luce sfavorevoli (f2/8). Questo perché? Perché un buon obiettivo luminoso riesce a raccogliere la giusta luce anche a velocità molto alte. Immaginati due obiettivi con capacità di raccogliere la luce in maniera differente che scattano alla stessa velocita 1/250 per esempio. A parità di parametri, l’obiettivo più luminoso riuscirà


ad avere una resa migliore dell’immagine grazie alla maggiore luce acquisita. Essendo questo un fattore molto importante è anche indice di prezzo, un obiettivo veloce con un’apertura di diaframma elevata può raggiungere anche prezzi molto alti.



Perfetto, finalmente abbiamo finito con la teoria, ora possiamo iniziare a studiare la pratica, quindi: Potrai iniziare a scattare!

Una volta che avrai comprato tutto l’occorrente non ti resta che provarlo immediatamente sul campo. Ricordati, il modo migliore per migliorare la tua tecnica fotografica è solamente quello di testarla giorno dopo giorno! #1 suggerimento Prima di scattare entra nel menù e imposta la risoluzione di scatto, dovrà essere dimensione Large (non preoccuparti per le dimensioni, una volta tornato a casa trasferirai le tue foto al computer tramite cavo dati o direttamente tramite la tua SD, facendo così tornare libera la memory card). Imposta sin da subito come formato dell’immagine Jpg + RAW (così potrai modificarle in post-produzione, ma vedremo in seguito come farlo) Le impostazioni ISO lasciale (per ora) quelle di base, saranno impostata di default.


La presa fotografica è fondamentale!

Purtroppo molti corsi non si soffermano su questo fattore, ma io voglio farlo in maniera precisa. È come guidare una macchina, se sai come usare la frizione, tenere lo sterzo e giocare con il sequenziale la tua guida oltre che più sicura sarà anche più divertente. Le regole fondamentali da seguire sono semplici ma fondamentali: L’indice della mano destra dovrà stare sul pulsante di scatto e il pollice appoggiato sul retro della camera ( i modelli recenti hanno un inserzione per essere più comodi e offrire maggiore stabilità) La mano sinistra dovrà reggere l’obiettivo, ma non dovrà girarlo come fanno la maggior parte delle persone utilizzando tutta la mano; dovrai impugnarlo con l’indice e il pollice della tua mano sinistra! Solamente con queste due dita dovrai manovrare la ghiera dello zoom e messa a fuoco!

Importantissimo: I gomiti devono essere verso il basso, non aperti! E ora una chicca, gli appassionati di fotografia che seguono i miei consigli su fotografiamoderna.it probabilmente già la conosceranno, e avranno anche letto i complimenti che i vari fotografi hanno fatto pubblicamente, si tratta della ormai famosa “tecnica del cecchino”.


Si, perché fotografare è un po’ come essere un cecchino, attendere, e al momento giusto (quando si è composta l’inquadratura) bisogna “sparare”. E cosa fa’ un cecchino quando spara? Svuota e trattiene il respiro per avere maggiore fermezza al momento dello sparo. Stessa cosa dovrai fare anche te, nel momento in cui stai inquadrando respira profondamente, quando ti sentirai pronto per scattare espira fino a non tenere quasi più fiato. Appena ti senti arrivato al punto giusto, i tuoi battiti automaticamente cominciano a rallentare e il tuo corpo si muoverà di meno. Trattieni il (non) respiro e scatta! (Le prime volte volte ti consiglio di scattare in rapida sequenza se stai fotografando delle scene che non ti ricapiteranno davanti facilmente) Respira profondamente, espira, trattieni e scatta! Esercitati, quando riuscirai a fare questo processo in una frazione di secondo sarai pronto. Logicamente questa tecnica te la consiglio solamente per le fotografie che richiedono più impegno, non fraintendere! Non è necessario effettuarla ogni volta che vuoi scattare delle semplici foto ricordo, soprattutto se sei in viaggio e fotograferai qualsiasi cosa ti troverai davanti. Ma magari se trovi un monumento, un paesaggio, un leone in un safari, un momento di particolare emozione che spiegarlo a parole non renderebbe meglio di una foto scattata con fermezza, Ecco, in questo caso sistemati bene e ricordati: Respira, espira, trattieni e scatta!


Chi sarà il tuo migliore amico? Il treppiedi.

Capisco bene che è scomodo da portare e se sei in viaggio non è sicuramente il compagno ideale, quindi in sua assenza cerca di utilizzare qualsiasi superficie pur di avere maggiore stabilità. Una foto stabile, con un cavalletto, sarà più nitida di una stessa fatta a mano libera. La luce che entra viene impressa nel sensore, ma se ci sono anche minimi spostamenti quella luce non viene impressa in maniera precisa, ed è questa la causa delle fotografie “sfocate”! Un consiglio che voglio darti è, come detto, di utilizzare qualsiasi superfice possibile; un muretto, una ringhiera, qualsiasi superfice piatta che ti permetta di rimanere immobile. Puoi posizionare i tuoi gomiti e rimanere fermo, ma se ne hai la possibilità ti consiglio di poggiare direttamente la tua fotocamera, l’inquadratura sarà sicuramente più stabile. Con le macchinette moderne e i loro LCD che si possono spostare e inclinare non avrai di certo il problema di non riuscire a trovare un piano di appoggio!



La tecnica non è importante

In qualsiasi corso ti riempiranno la testa con le tecniche fotografiche, ti riempiranno così tanto di numeri che a fine giornata ti chiederai se hai letto un manuale di fotografia o di matematica. La fotografia non è questo. Non sono numeri. La fotografia è sensazione! Proprio per questo in questo manuale ti parlerò necessariamente della parte tecnica ma vorrei puntare maggiormente a far risaltare “l’occhio” che deve avere un fotografo. A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento? (Eugene Smith) Quello che porta a distinguersi dalla foto di massa è questo, il sentimento. La fotografia non è inquadrare e scattare, non è nemmeno inquadrare, ma è scegliere gli istanti migliori e scattare. La fotografia è cercare il particolare, il dettaglio , quella raffinatezza che solo pochi riuscirebbero a notare, quel particolarismo che ti porterà a distinguerti.


Proprio questo è il primo esercizio che voglio spingerti a compiere: tutti i fotografi professionisti ti consigliano di cominciare a casa con le prime fotografie, è vero la casa è il primo luogo dove nascono le nostre migliori fotografie. Ma il mio esercizio è differente, è cominciare subito a scoprire i dettagli che non sono sotto l’occhio di tutti. Prendi per esempio la tua sala, le fotografie che scatterai probabilmente saranno inquadrature larghe che la rappresentano per intero. Riprenderai il divano con i cuscini messi in un determinato modo, creerai la composizione con le tende, magari ti verrà fuori anche un ottimo scatto. Ma non è quello che ti sto per chiedere. Riprendi il dettaglio che ti piace di più della tua stanza, risaltalo, fallo sentire come dettaglio principale. Un ricordo che hai portato da qualche viaggio, un regalo di qualche vecchio parente tenuto li in un angolo, cerca di far sentire questo tuo oggetto al centro dell’attenzione nella sala.


Ricorda sempre: Il fotografo trasmette agli altri quello che vuole far vedere. Devi far uscire il tuo “occhio da fotografo”, l’occhio che si distingue dalla massa. Per la tecnica si fa sempre in tempo ad impararla, una volta imparate le due-tre formule base per le diverse situazioni di scatto puoi uscire, fotografare e portare a casa qualche scatto buono, ma se vuoi ottenere scatti unici, è ben altro che devi imparare.


Perché rimaniamo colpiti dalle foto? Perché il fotografo è riuscito a portare davanti ai nostri occhi una realtà che non avevamo notato. Un’inquadratura diversa, un dettaglio di un paesaggio che non avevamo mai notato, nonostante ci passiamo davanti tutti i giorni. Quindi ti ripeto, ancora una volta, cerca di sviluppare la tua sensazione per lo scatto, non fermarti ai totali, alle inquadrature larghe, ma cerca subito dettagli interessanti.

Il fotografo non trova le situazioni, le crea.


Cerca l’istante Questa è una lezione speciale, molto importante per me. È una lotta che ho sempre affrontato con qualunque fotografo mi fossi trovato di fronte, il vero fotografo non si limita a riprendere, ma crea, ricerca l’istante. Molti fotografi si limitano a inquadrare cosa trovano davanti senza soffermarsi sul resto. Io sono un sostenitore accanito che lo scatto ideale non lo deve solo trovare, ma anche creare. In che senso? Riprendiamo l’esercizio precedente, se ci troviamo dentro casa possiamo metterlo in pratica velocemente. Invece che un’inquadratura totale e vuota, portiamo dentro i nostri figli, il nostro cane, la nostra compagna, e lasciateli vivere come qualsiasi giorno della settimana di una comune famiglia. Voi rimanetene fuori, isolatevi “da questa realtà”, rimanete esterni. I vostri parenti diventeranno parte integrante della scenografia senza nemmeno accorgersene. Il cane che salta per giocare sul bambino, magari mentre la madre guarda la televisione e cuce i pantaloni del figlio che ha bucato giocando a pallone.


Lasciate scorrere la realtà e fotografatela esternamente, il risultato sarà straordinario. Questo esercizio lo puoi mettere in pratica ovunque, dalle feste con i parenti fino alla fermata dell’autobus. Nella realtà di tutti i giorni ci troviamo di fronte a sguardi, a movimenti, a sensazioni forti, ma non ce ne rendiamo nemmeno conto. Siamo troppo occupati a guardare il telefonino o ad andare di corsa che non notiamo più i dettagli. Il vero fotografo fa proprio questo. Trova i dettagli che sfuggono al resto delle persone che “corrono troppo veloce”. È anche un po’ una filosofia zen, centra molto la meditazione in questo che ti sto dicendo. Voglio portarti a fermarti, a osservare, a distaccarti da questa realtà così veloce e cinica. Ti voglio raccontare un breve episodio, accadutomi tempo fa, il quale mi ha fatto riflettere..


Stavo andando a lavoro ed erano le 5,30 di mattina circa. Sono ormai 10 anni che mi alzo presto la mattina, ma ti premetto che sono un tipo abitudinario, mi limito a guidare per arrivare al mio posto di lavoro. Entro in macchina, guido, faccio la stessa strada da 10 anni, supero sempre gli stessi incroci, attraverso sempre le stesse vie, ma quasi sempre senza guardarmi attorno. Una mattina mi sono svegliato con uno spirito diverso, il giorno prima avevo comprato un libro di Anthony Robbins e devo dire che ha acceso molto il mio spirale motivazionale. Quella mattina mi sono svegliato 10 minuti prima, non ho voluto fare le cose di corsa come ogni giorno, mi sono addirittura acceso come sottofondo ai miei preparativi il famoso Spotify (applicazione multimediale) facendo partire dei brani del famoso pianista Ludovico Einaudi. Uscendo da casa mi sono accorto subito che stava giĂ albeggiando e il sole aveva dei colori cosĂŹ tenui che erano giĂ degni di uno scatto. Ho sorriso e sono andato avanti.


Mi sono fermato ai semafori guardando dentro le macchine che mi trovavo accanto e vedevo volti nervosi, volti tristi, che guardavano il volante e spenti spingevano l’acceleratore al semaforo verde. Proprio in quel momento ho guardato alla mia destra e ho visto una scena che mi è ha lasciato di stucco; un signore anziano stava facendo jogging, stava camminando in quel momento sul marciapiede per fermarsi ad aspettare che il semaforo pedonale diventasse verde. Fino qui tu dirai niente di spettacolare vero? Se ti dovessi dire che accanto a quel signore c’era un cane? Come ti immagineresti la situazione? Prova ora a chiudere gli occhi e dipingere il quadro che avevo di fronte. Ti sei sicuramente immaginato un incrocio, un semaforo, un signore anziano con un cane al guinzaglio vicino che sono in procinto di attraversare.


Ecco, ora ti dico cosa ho visto io: Il cane non era al guinzaglio, e l’incrocio che ti sto descrivendo è un incrocio mega trafficato, dove diciamo che avere il cane a guinzaglio è d’obbligo per la sua salvaguardia. Invece il cane era li, sciolto, e non attraversava. Non ne aveva nemmeno la voglia. Era li che guardava il suo padrone, anziano, e lo guardava fisso, fermo, aspettando un suo cenno. In quel momento mi sono reso conto che davanti di lui era appena nata un alba stupenda e il signore stava andando a correre al parco con il suo cane, sciolto. Mi sono commosso. Mi sono girato alla mia sinistra e ho trovato un ragazzo che era con la testa china sul suo telefonino e sicuramente stava scrollando la pagina principale di Facebook. Era diventato verde per noi e per il signore. Il ragazzo accanto a me è partito senza nemmeno fare caso a quello che stava succedendo accanto a lui, io non sono partito, ho messo le quattro frecce, ho estratto di corsa la macchina fotografica e ho inquadrato di corsa verso il signore.


Mi sono trovato davanti il signore che attraversava la strada con il cane che lo guardava fisso passo passo, con l’alba da sfondo e il parco. La bellezza nei gesti più naturali. Ora chiudi gli occhi, e dimmi se il tuo quadro non è fornito di dettagli che ti suscitano emozioni! Io in quel momento ho realizzato della differenza di vita, tra come persone diverse affrontano le loro giornate. Probabilmente quel ragazzo non si sveglierà mai prima delle 10 e non proverà mai quello che prova quel signore portando il cane al parco ogni mattina. Ebbene si, mi sono reso conto che quel signore ogni mattina alle 5.30 lo trovo a quel semaforo con il suo cane. E prima non ci avevo mai fatto caso! Diamine! Una scena così bella mi era sempre sfuggita, sono stato il ragazzo del telefonino anche io in passato! Bene, sappi una cosa, da quel giorno guardo quello che mi succede accanto.


Tutto questo perchÊ te lo racconto? Per dirti che anche senza tecnica, senza aver impostato particolarmente la mia macchinetta fotografica ho creato una delle fotografie piÚ significative del mio quotidiano. Ogni volta che guardo quello scatto rivivo quell’istante in cui ho appreso di non voler essere distratto a non guardare la vita che intanto mi scorre intorno. La voglio vivere, fotografare e portarla sempre con me, in modo da condividerla con il mondo.



La scelta della composizione

La composizione fotografica è una scienza inesatta, non esiste una composizione-tipo che sia adatta a tutti, la fotografia è arte, ed è così oggettivamente soggettiva che ogni scatto può avere un’inquadratura che risulti essere migliore o meno a seconda delle preferenze di per ognuno. Numerosi studi in passato hanno dimostrato come sia effettivamente possibile aver risultati diversi in relazione alla diversa visione personale di ognuno su una medesima foto. Passiamo adesso alla spiegazione di una importante regola, c.d. “regola dei terzi”, grazie alla quale possiamo, in qualche modo, intervenire circa la visione dell’occhio umano in relazione ad una fotografia.


La regola dei terzi

La regola dei terzi è una regola usata per molti anni solo dai pittori, poi ha visto il suo ingresso nella fotografia essendo una regola molto semplice quanto professionale. La potrai applicare giĂ durante i tuoi primi passi nel mondo della fotografia. Adesso provo a farti capire come funziona. Hai visto la griglia che appare davanti ai tuoi occhi quando imposti il tuo dispositivo fotografico in modalitĂ â€œlive view"o tramite il classico obiettivo della macchinetta?


Quella griglia che vedi ha dei “nodi” che si creano nel punto in cui si incrociano le righe verticali e orizzontali Ponendo il soggetto in una di quelle intersezioni, l’immagine, si dice, essere più dinamica. In sostanza è come dividere lo schermo in 9 quadrati uguali tramite due righe orizzontali e verticali (questa regola è oramai così utilizzata che i nuovi dispositivi hanno già inserita l’impostazione automatica della griglia). La regola vuole che se posizioni il soggetto principale nelle intersezioni tra i quadranti laterali e il quadrato centrale che deve restare “vuoto”, la composizione risulterà dinamica e non statica. L’orizzonte di solito viene disegnato sulla linea orizzontale superiore per far risaltare il limite tra cielo e terra in modo da dargli la giusta proporzione. Un consiglio che do’ sempre è quello di mettere il soggetto a sinistra o a destra a seconda della lettura che vogliate dare alla foto. Siete voi ad indicare il giusto verso di lettura.


Proviamo a spiegarlo con un esempio: mi trovo davanti un panorama il quale ha come sfondo il mare e una cornice di fiori, voglio fotografare la mia ragazza senza perdere la profondità dello sfondo naturale. L’inquadratura che probabilmente utilizzerei per dare il giusto risalto ad ogni oggetto vedrà la mia ragazza nel quadrante in alto a destra.

Ti starai chiedendo perchĂŠ a destra e non a sinistra vero?


Perché inconsciamente il nostro occhio è abituato a leggere da sinistra a destra qualsiasi cosa abbia bisogno di una lettura, sia testuale ma anche visiva! Metti caso che io posizioni la mia ragazza in parallelo ai fiori, in questo caso la terrei a “campo largo” senza farla risultare al centro dell’attenzione. Ma, la lettura che io voglio dare a questa foto è quella di una descrizione che abbia dei fiori bellissimi di fronte al mare e, in quel contesto da favola, io mi trovi con la mia ragazza”. Ma ora, per farti notare i vari giochetti di questi regola, immaginiamo che la mia ragazza si trovi nel riquadro di sinistra (non più a destra come la foto precedente) e che sulla destra, si veda come sfondo il mare. Stesso scenario, ma la lettura è differente. Ora è “La mia ragazza si trova al mare” Pensa a quante chiavi di lettura puoi dare dalla stessa location con composizioni differenti.


Sezione aurea

La sezione aurea ha una storia più antica di quella che pensi, veniva utilizzata dall’astronomia alla realizzazione di opere artistiche. Ha dentro di se un significato spirituale, è un po’ come indicare “la perfezione” Tutto risale al numero di Fibonacci. Facciamo un grande passo indietro, vedrai che è molto interessante! La successione di Fibonacci è una successione di numeri interi in cui ciascun numero è la somma dei numeri precedenti. Tranquillo, tranquillo, non voglio parlarti di matematica assolutamente! È storia! La successione di Fibonacci è 1-1-2-3-5-8-13-21-34-55-89-144-233-377-610-987 etc… è infinita!


Dividendo con la cifra precedente, ci si accorge che la cifra che esce fuori è sempre vicina a 1,618. Questo numero è definito “numero aureo”. Sia le sue proprietà geometriche che matematiche hanno suscitato per millenni nella mente dell’uomo la conferma del rapporto tra il microcosmo e il macrocosmo, tra dio e l’uomo, l’universo e la natura. Il rapporto tra il tutto e la parte che si ripeteva all’infinito, tra la stessa parte più grande e la più piccola attraverso ulteriori suddivisioni. Ecco, tutto questo discorso filosofico per arrivare a dirti che con il tempo gli è stato attribuito anche un valore di “bellezza”,associandolo direttamente all’appellativo di aureo. Quindi in sostanza la sezione aurea è “la bellezza”. Ora vediamo come possiamo applicare la sezione aurea nella fotografia e nella composizione, in modo da ottenere così una composizione affascinante.


Come costruire una sezione aurea

Abbiamo il nostro rettangolo con il lato più corto A e il lato più lungo B. Ora dividiamo il lato B con la lunghezza del lato A in modo da ottenere un quadrato e un rettangolo. Qui otteniamo una riga che attraversa lo schermo, e la prima regola aurea vuole che se inseriamo il soggetto su questa riga la composizione risulterà già più dinamica e piacevole. Ma continuiamo a dividere la nostra composizione tracciando una riga obliqua tra il quadrato creato e il rettangolo principale.


Quel punto trovato è il secondo modo per trovare la giusta collocazione del soggetto principale. Ma continuiamo a tracciare dei quadrati dalle stesse proporzioni del quadrato e rettangolo grandi. Otteniamo così una spirale caratteristica della composizione che possiamo utilizzare proprio come linea compositiva. Questa spirale andrà a convergere in un punto, ecco quello è il punto aureo. Il vostro soggetto dovrà trovarsi in quell’esatto punto. Vedi? Non è importante quanto spendi, ma l’occhio che hai costruito ed allenato! Un buon fotografo può anche avere un attrezzatura da 3000 euro, ma se non svilupperà un occhio diverso dalla massa sarà sempre un produttore di scatti visti e rivisti. Uno scatto che ti rimane può essere scattato anche grazie ad una compatta da 200 euro. Certo non voglio dirti che la qualità non sia importante, ma ormai con prezzi abbastanza economici riesci a portare a casa una macchinetta più che decente.


Comincia con quella, non farti abbindolare subito con mega corpi macchina da 5000 euro che pagherai in comode rate per 23 anni a soli 10 euro al mese. Comprati una macchinetta a seconda delle tue disponibilità sia economiche che tecniche. Non fare come la maggior parte delle persone che spende 10000 euro per poi lasciarla dopo una settimana nell’armadio perché “troppo impegnativa” Trova la giusta via di mezzo senza spendere troppo. Ti conosci? Già lo sai prima di acquistarla se andrai in giro con una reflex al collo o la lascerai a casa dopo una settimana dal suo acquisto, perché è pesante e poco pratica. Non spendere troppi soldi all’inizio, spendi il tuo tempo per migliorare il tuo occhio. Il mio consiglio è: “Cerca il dettaglio.” E’ quella la vera differenza tra fotografo e fotografo. Continua i tuoi esercizi che hai letto in precedenza, e aggiungine uno. Sicuramente avrai uno smartphone, quindi se ancora non hai la possibilità di comprarti una Reflex, sostituiscila per il momento con il telefonino. Ecco ora devi segnarti che ogni giorno, da adesso, dovrai scattare almeno una foto in un luogo e dovrai riprendere un dettaglio di quello stesso luogo.


Esempio: ti trovi in biblioteca, scatta una panoramica degli scaffali, e successivamente trova un dettaglio o una situazione che reputi interessante, dalla studentessa a testa china sul libro con la matita in bocca, al libro lasciato solo sullo scaffale. Trova una situazione che ti ricorderà del luogo generale anche dal dettaglio. Una volta che hai raggiunto almeno 30 scatti (quindi dopo un mese) metti tutti i tuoi scatti “comuni” in una cartella e i dettagli in un'altra separata. Fai passare una settimana. Apri la cartella dei dettagli e vedi se riesci a collegare i singoli dettagli con il loro luogo. Attenzione! Non è un gioco di memoria!

Questo esercizio serve per vedere se il dettaglio che hai immortalato è stato cosi interessante che lo riuscirai ad associare subito a quel luogo! Se il dettaglio è stato così significativo non dovresti aver problemi, se invece non associ le due fotografie vuol dire che il dettaglio da te fotografato era stato immortalato come un punto di “massa”.


Non ti preoccupare, ricomincia! La fotografia è anche questa, saper aspettare, meditare, conoscere e apprendere sempre qualcosa di nuovo. Non ti corre dietro nessuno, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. Vale la pena aspettare, ricordati, non stai perdendo il tuo tempo, stai plasmando il tuo occhio a vedere meglio. Anzi, a guardare più in profondo. La foto ti deve rimanere impressa, ti deve segnare, per questo ti ripeto che puoi plasmare la tua esperienza anche con mezzi poco costosi. Logicamente se sei un fotografo professionista dovrai spendere in qualità, ma semplicemente perché quelle stesse foto porteranno il pane sulla tua tavola la sera, quindi se dovrai stampare scatti per un lavoro di un matrimonio non potranno essere fatti con uno smartphone (anche se belli) ma sicuramente con una reflex professionale. Ma questo è tutto un altro discorso.



Priorità di Tempi

Nella fotografia gli elementi essenziali sono la luce e il tempo, e la comodità principale è che queste due varianti sono gestite direttamente dallo stesso otturatore della tua Reflex. Per fartela breve (non voglio creare il solito manuale fotografico pieno solo di numeri, ma voglio badare alla sostanza) la modalità “priorità tempi” è utilizzata quando ci si trova di fronte a situazioni “veloci” (eventi sportivi) o statiche ma con pochissima luminosità. Quante volte ti sarà capitato di fotografare il cielo stellato ma la foto risultava scura? La soluzione in quella situazione era aumentare il tempo di scatto. Perché? Rendendo lenta la velocità di chiusura dell’otturatore sarebbe entrata più luce, uguale foto più luminosa. (Compensando e aiutandoti anche con la regolazione degli ISO, lo capirai tra un po’ di pagine tranquillo) Quindi la velocità e l’apertura dell’otturatore determinano quanta luce e per quanto tempo dovrà entrare e raggiungere il sensore della fotocamera. Proprio per questo, variando questi parametri, si ottengono diversi risultati di scatto. La velocità dell’otturatore determina quindi la quantità di luce per ottenere l’esposizione che desideriamo. “Se la priorità di tempi che impostiamo è “bassa”, quindi uno scatto lento, entrerà più luce dentro il nostro obiettivo, se impostiamo una velocità “alta”, verrà raccolta poca luce.” Questi elementi li puoi controllare direttamente sulla tua DSLR sul suo LCD, la velocità é indicata da quei numeri che appaiono sullo schermo e che possono variare dai 30 secondi (in generale) al 1/4000 secondi. Aumentando la velocità dell’otturatore di uno stop, si dimezza la quantità di luce che raggiunge il sensore. Sopratutto se sei alle prime armi, la priorità di tempi ti risulterà difficile, non ti troverai immediatamente a tuo agio con le velocità, ma ti basta sapere che: Più il numero “visivamente” è grande (es. 1/1000), maggiore è la velocità, di conseguenza sarà uno scatto velocissimo Più il numero è netto (es. 30 secondi), minore sarà la velocità, di conseguenza otterrai uno scatto lentissimo.


Impostare la modalità “Priorità di Tempi” Per impostare la priorità di tempi bisogna prima verificare il modello di macchina fotografica che abbiamo in mano, ogni casa produttrice ha il suo “modo” di indicare le varie modalità di scatto. Per le due principali, la Canon e la Nikon abbiamo rispettivamente la modalità “tv” e “s” per indicare la modalità di scatto priorità di tempi sulla nostra ghiera in alto. Una volta impostata la modalità se andiamo a girare la ghiera che ci troviamo di fronte, “all’altezza del pollice” (se abbiamo una corretta postura), andremo a modificare la velocità. Girando verso sinistra andremo ad abbassare i tempi di scatto, girando la rotella verso destra andremo a velocizzare la priorità di tempi. La particolarità che differenzia la priorità di tempi dall’impostazione manuale per la fotocamera è il fatto che una volta impostata la velocità di scatto, la fotocamera imposterà automaticamente (grazie ad un sensore interno) l’apertura del diaframma, per ottenere un’esposizione più corretta possibile. Ok, ora ti voglio dare le soluzioni per le due fotografie di prova principali:“freezare” una goccia d’acqua o renderla un flusso vellutato. Per ottenere il famoso effetto “goccia”, cioè riuscire a congelare il movimento dell’acqua che schizza fuori, dobbiamo impostare la nostra velocità di scatto a una velocità molto alta (essendo il movimento dell’acqua già abbastanza veloce di suo). Una volta impostato il valore a magari 1/1000 di secondi dobbiamo fare attenzione però alla luminosità della scena che verrà diminuita radicalmente. Quindi per compensare l’esposizione dobbiamo aumentare la luce ambiente del soggetto in questione o possiamo anche aiutarci aumentando gli ISO, magari riuscendo a trovare il giusto compromesso tra i due in modo da non ottenere “l’effetto grana” sulle nostre fotografie.


Per ottenere “l’effetto vellutato” al contrario dobbiamo impostare una velocità molto bassa perché l’otturatore dovrà avere il tempo di imprimere tutto il movimento possibile. Logicamente, a seconda dei casi, dobbiamo agire sulla luminosità esterna, se ci troviamo di giorno e vogliamo fotografare un ruscello ma la luce è molto forte dobbiamo agire abbassando la sensibilità del sensore, viceversa per uno scatto notturno. Con una velocità lenta si può ottenere anche l’effetto “scia”, utile sopratutto se si vuole disegnare il traffico delle auto o evidenziare la velocità di una moto.



Apertura del Diaframma

È la seconda modalità indispensabile da dover conoscere per poter fotografare in piena autonomia. La modalità “Priorità Diaframma”è basata sul controllo delle dimensioni d'apertura del diaframma, che determinerà la parte che rimarrà a fuoco. Si può chiamare anche "modalità di controllo della profondità di campo" e la potrai trovare sulla ghiera della tua macchinetta con "A" o "Av" a seconda del tipo di reflex che avrai a disposizione. Vogliamo fare subito una prova in modo da capirla subito? Prendi in mano la tua reflex e seleziona questa modalità, premi il pulsante di scatto a metà e l'obiettivo metterà a fuoco automaticamente il soggetto inquadrato. Ok ora man mano comincia a girare il selettore, aumenta o diminuisci gradualmente gli f/stop. Scommetto che vedrai le porzioni messe a fuoco cambiare!


Durante gli F/stop più bassi (esempio F/1.4) la parte a fuoco sarà il soggetto più vicino e aumentando gradualmente l'apertura della focale (fino ad esempio F/16) lo scenario a fuoco sarà quasi tutto lo scenario all'interno della composizione. Facile no? Hai capito una delle modalità più difficili per un fotografo semplicemente facendo una prova, ed è questo quello che devi capire da questo capitolo: Qualsiasi tecnica in fotografia non ti sarà mai chiara se non la metti subito all'opera. L’arte della fotografia se non la pratichi, non riuscirai mai a capirla.



Cosa sono gli Iso

Gli ISO, anche se sono sottovalutati, sono uno degli elementi principali delle impostazioni della macchina fotografica. Gli ISO sono la sensibilità del sensore alla luce, più è alta la sensibilità più luce raccoglie e viceversa. Pensa che una volta per impostare gli ISO bisognava cambiare il rullino, ora basta un semplice click! Come l’apertura e il tempo di esposizione, anche gli ISO vengono misurati in stop ed ogni stop è il doppio del precedente : 50 – 100 – 200- 400- 800- 1600- 3200- 6400 Quindi, ti ripeto per chiarire il concetto: più è alto è il valore, più luce viene raccolta. Le macchinette fotografiche professionali riescono ad arrivare anche a livelli di 3,280,000 ISO, è come dire scattare di notte come se fosse giorno! La scarsità di luce è una situazione comune per i fotografi, e per ovviare al problema si interviene allungando i tempi di esposizione e modificando gli ISO. Non sempre i tempi sono la soluzione migliore, soprattutto se lo scenario è in movimento, proprio per questo si agisce con gli ISO.


Ma non è tutto oro quel che luccica, gli ISO aumentano sì la sensibilità della fotocamera raccogliendo più luce, ma di conseguenza a valori troppo alti manifestano un disturbo nello scatto che viene chiamato “rumore”. Puoi fare diverse prove aumentando gli ISO, ad alcuni valori il rumore è accettabile, ma se aumenterai la sensibilità fino all’eccesso, verrà creata una “grana” fastidiosa sulla foto appena scattata. Questo è il rumore che ti avevo descritto prima. Ti starai chiedendo se usare il flash non sia sufficiente per aumentare la luce, lo so, ma, no, non è così! Il flash serve per illuminare un soggetto vicino, creare effetti di luce creativi, ma se devi fotografare un monumento o un paesaggio un semplice flash non ti sarà sufficiente. Se stai alzando gli ISO vuol dire che stai scattando in una zona con scarsa luminosità, quindi starai abbassando la velocità di scatto. (Mi raccomando, ricordati di usare sempre il cavalletto!) Le tue foto saranno completamente diverse!


Ecco per te altri esercizi per conoscere meglio gli ISO: 1° Esercizio: Conoscere la differenza degli ISO Esci la sera con la tua reflex, portati dietro un cavalletto, trova la tua situazione e imposta gli ISO a 200. Sicuramente la tua foto sarà scura se ci sarà poca luce. Ecco ora l’esercizio, alza gli ISO fino a trovare la giusta luminosità senza creare un rumore esagerato. 2° esercizio: Coordina ISO e velocità di scatto Una volta che hai trovato gli ISO giusti per quella situazione gioca con la modalità tempi. Comincia ad abbassare la velocità di scatto, e trova la giusta coordinazione con gli ISO! Alla fine riuscirai a gestire questi valori con semplicità e praticità.


IL SEGRETO É ALLENARSI! FOTOGRAFARE GIORNO DOPO GIORNO



Il Bilanciamento del Bianco

Il bilanciamento del bianco, purtroppo, è tanto importante quanto dimenticato. Bilanciare il bianco in una foto significa rendere il punto di colore bianco uguale a quello percepito dai nostri occhi. I colori che percepiamo visivamente, da quelli chiari a quelli scuri, prendono tutte le loro sfumature a secondo della luce che gli viene diretta e dalla sua quantità. Le differenze nel colore della luce vengono espresse in gradi Kelvin, più la temperatura del colore è bassa più il rosso sarà presente e la luce risulterà essere più calda. Più il valore è alto, più sarà presente il colore blu e la luce risulterà più fredda. Proverò a farti un esempio. Normalmente le temperature del colore variano dai 1000k di un lume di candela ai 8000k in condizioni di cielo coperto o nuvoloso.


I nostri occhi sono abituati a questo fenomeno e reagiscono in automatico calibrando i colori in una calorimetria simile tra loro ma, per le macchinette fotografiche non funziona cosĂŹ. Mi spiego meglio, il procedimento di bilanciamento del bianco viene fatto in automatico in tutte le macchine fotografiche moderne, ma non sempre è bilanciato in modo corretto. Se ci troviamo di fronte ad un cielo nuvoloso e dopo 1 minuto entriamo in un luogo chiuso, nelle due foto il bianco potrebbe risultare differente! Proprio per ovviare a questo problema si ricorre al bilanciamento del bianco manuale ogni volta che si cambia scenario. Ăˆ un procedimento in realtĂ molto semplice e veloce, per questo ti consiglio di farlo ogni volta che ti trovi a cambiare repentinamente scenari. Un fotografo deve tenere cura di tutti questi dettagli se vuole raccontare quello che vede davanti ai suoi occhi!


Ormai tutte le macchine fotografiche hanno il rivelamento del bianco sia in automatico che in manuale, per impostarlo bisogna selezionare l’opzione “Bilanciamento del biancoâ€? nel menu e prendere un foglio bianco. Dovresti sempre avere appresso un cartoncino bianco, si trovano su Amazon a prezzi veramente ridicoli. (Ho scritto un articolo su FotografiaModerna.it a riguardo, dagli una lettura) Fatti aiutare da un tuo amico o sistema il cartoncino in maniera tale da non farlo cadere. Ora inquadralo, metti a fuoco nella sua parte che strale e scatta. Bene il punto di bianco sarĂ impostato correttamente!



Leggere l’Istogramma

Quante volte ti sarà capitato di vedere i tuoi scatti la sera e trovare numerose foto sottoesposte o addirittura bruciate? Almeno il 70% delle volte! Questo perché con le nuove macchinette senza rullino fotografico la possibilità di scattare milioni di foto al giorno ha ridotto l’interesse verso il singolo scatto. Di conseguenza entra l’atteggiamento “tanto uno scatto sarà buono”. Invece no! Devi essere costante nel controllare ogni tuo singolo scatto! Ma puoi ovviare a questo problema tramite un semplice processo, rendere l’istogramma visibile nel lcd della tua Reflex.


Di solito si attiva tramite un pulsante vicino al“pad". L’istogramma ti aiuterà a vedere dove la quantità di pixel sovraesposti o sottoesposti all’interno della fotografia, quindi in poche parole, puoi capire in anticipo se l’immagine risulterà sovraesposta o sottoesposta. Ti sembrerà complicato, ma fidati la sua lettura è talmente semplice che dopo i primi 10 scatti lo leggerai in automatico! I pixel che trovi sulla sinistra dell’istogramma corrispondono alle ombre, al centro i toni medi, a destra le luci. Se i pixel sono raggruppati alle estremità la conseguenza sarà una sovraesposizione o una sottoesposizione, se invece la distribuzione è costante e regolare nell’istogramma avremmo una giusta esposizione


Esempio di scatto sottoesposto

Come vedi, tutti i pixel sono raggruppati a sinistra. Questo avviene quando i valori di esposizione sono troppo veloci o l’apertura del diaframma è impostata troppo piccola. Una causa potrebbe essere stata la velocità di scatto impostata troppo veloce, con la conseguenza di aver avuto una luce raccolta inferiore al livello ideale per raggiungere una giusta esposizione. Puoi aggiustare questa situazione in post-produzione aumentando la “parte luminosa” spostando i punti nei livelli di Photoshop (o Lightroom) verso destra. Non esagerare, potresti addirittura peggiore la situazione finendo per perdere tutti i dettagli dello scatto “bruciandoli”. Se hai scattato in Raw questi dettagli riuscirai a conservarli, riuscendo a giocare bene con le ombre e le luci nello scatto registrato.


Scatto sovraesposto

Se abbiamo un numero di pixel registrati a destra vuol dire che avremmo uno scatto sovraesposto, detto anche “bruciato”. Vuol dire che in fase di scatto è arrivata troppa luce nel sensore della macchina fotografica, quindi o lo scatto è stato troppo lento o l’otturatore aveva un apertura eccessiva. Accade se nella priorità di Tempi abbiamo impostato un tempo lentissimo per la situazione che avevamo di fronte (magari in una scena già luminosa) e la luce registrata è in eccedenza per riuscire ad ottenere una buona esposizione, bruciando cosi i vari dettagli dell’inquadratura. Anche in questo caso si può correggere in post-produzione se lo scatto è in formato Raw.


Esposizione corretta

In questo caso la distribuzione dei pixel va correttamente dalle zone d’ombra di sinistra alle luci sulla destra, una distribuzione abbastanza omogenea, quindi come risultato otterrai un esposizione corretta! Le ombre saranno omologate bene, con le luci non troppo forti ma presenti all’interno della composizione. I mezzitoni cosi presenti significheranno una fotografia contrastata, con i dettagli nello scatto molto chiari e visibili.


Perché scattare in Raw? I formati dei file sono tantissimi, jpeg, tga, raw, png, ma qual è il formato ideale per i fotografi? Assolutamente il Raw. Scattare in Raw è come prendere un pezzo di argilla per poterlo poi modellare in seguito. E come hai visto precedentemente, in fase di post-produzione ti sarà essenziale. In poche parole il salvataggio Raw del tuo scatto mantiene intatte le informazioni dei colori del tuo scatto, così che in post-produzione puoi bilanciare se ci sono predominanti senza modificare radicalmente il tuo scatto. Prima di tutto devi impostare la tua macchina fotografica, quindi vai sul menu – Impostazioni – e sulla scelta del tipo di file imposta Raw + Jpeg. Io scelgo sempre questa impostazione per un motivo abbastanza semplice. Su 100 scatti, inevitabilmente non potranno mai essere tutti e 100 di tuo gradimento, quindi che farai? Cancellerai gli scatti che non ti piacciono! Devi sapere che se una fotografia in jpeg ti occupa di spazio pochi mega, il formato Raw è notevolmente più pesante.


Quindi riempire il tuo HD o la tua Memory Card di foto che probabilmente cancellerai in futuro è un peccato. Per questo scattare in doppia modalità ti dà la possibilità di tenere i file Raw dei tuoi scatti preferiti, ma anche di lasciarti solamente in jpeg quegli scatti che non ti convincono fino in fondo. Cancellare le foto è un peccato! Pensa a quando impiegavano le ore per sviluppare i rullini e non avevano tutto questo spazio a disposizione! Certo le foto che ti vengono mosse cancellale pure, è vero un fotografo professionista ti potrebbe dire che sono recuperabili (con Photoshop tutto è possibile) ma dovrai impiegare ulteriore tempo per stabilizzare uno scatto di cui probabilmente ne avrai altri 5. Comunque per ovviare a questo problema ti consiglio sempre di guardare i tuoi scatti dopo aver fotografato. Un rapido controllo giusto per capire se dovrai scattare subito dopo un'altra foto o quella di prima era sufficiente.


Di solito la Reflex ti permette di scegliere come verranno memorizzate le tue fotografie, scegli la modalitĂ nome + formato, sarĂ molto piĂš comodo quando andrai a vederle nella cartella del tuo pc!


Triangolo di Esposizione

Come sicuramente avrai capito, il risultato finale, ovvero la fotografia, è solamente il risultato della luce che viene impressa sul sensore, e questo è dato da 3 fattori:

Questi sono strettamente legati l’uno dall’altro, perché aumentando uno si dovrà agire di conseguenza sull’altro. Aumentando gli ISO si dovrà agire sull’apertura dell’otturatore e di conseguenza sul suo tempo, e così via. Devi pensarli come tre parametri strettamente collegati tra di loro tramite un filo, quando tiri il filo da una parte, dall’altra parte dovrai agire di conseguenza.


Conclusioni, che ti faranno iniziare

Ora finiamola di leggere, le basi le conosci, non ti rimane che metterle in pratica e migliorare giorno dopo giorno. Quando chiuderai questo libro non sarai un fotografo esperto, ma sarai un fotografo diverso. Ricorda, prendi spunto dagli altri, fatti venire l’ispirazione guardando inquadrature dei grandi professionisti, ma poi cerca la tua dimensione. Il mio obiettivo in questo libro è quello di aprire quello spiraglio che hai dentro di te e farlo uscire del tutto. Ti ringrazio di cuore per aver comprato questo libro e spero di averti aiutato a guardare la fotografia con occhi diversi


Ti voglio lasciare con questa frase che racchiude tutte le pagine precedenti:

Ricordati sempre, non è la macchinetta a fare il fotografo, ma gli occhi.


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