PORTFOLIO
Manuele Mossoni
Sin dall’infanzia nutro questa enorme passione per l’architettura e il mondo delle costruzioni, in tutti i suoi aspetti e sfaccettature. La mia passione viene confermata quando nel 1995 vado in Cina , dove per la prima volta entro a contatto con il mondo dell’edilizia e delle costruzioni assistendo alla realizzazione della diga sul fiume Giallo. Dopo il ritorno in italia, la scelta di formarmi come Geometra presso l’istituto A. Deffenu, parallelamente inizio a collaborare con degli studi tecnici e nel 2006 conseguo il diploma di Geometra. Dopo la fine degli studi superiori decido di continuare la mia formazione spostandomi dal luogo di origine e iscrivendomi al Politecnico di Milano dove ho conseguito la Laurea di primo livello in Architettura e produzione edilizia. Attualmente lavoro come progettista in uno studio di Architettura a Milano e parallelamente seguo il corso in Master of Science of Architecture presso il Politecnico di Milano Manuele Mossoni
PROGETTI SELEZIONATI
INDICE
2012| SOCIAL INFRASTRUCUTRE
| Masterlplan
2011|
INSTANT HOUSE 2011
| Padiglione espositivo
2011|
SOCIAL HOUSING CONTEST
| Social Housing
2011| EUROPAN 11 | Masterplan 2011|
TORRE DELLA QUARTA REGIA
| Riqualificazione lungomare
2009|
MASTERPLAN SAN TEODORO
| Masterplan
2012|
INSTANT HOUSE 2012
|Residenze collettive
2011|
Masterplan Segrate-Linate
| Masterplan
2011|
PARIS MARKET LAB
| Ristorante
2012|SOCIAL INFRASTRUCUTRE
Politecnico di Milano - Design studio 2 Professori : Dorigati Remo, Caravatti Emilio , Corso Renato Juarez , D’Alfonso Maddalena. Team: Felipe Moncalves
Relazione tra città e campus IIl Campus Leonardo (Politecnico di Milano) è completamente incorporato nella struttura della città, si può così considerarl oin Campus universitario cittadino pur partendo come campus esterno alla città. Attualmente non esiste una chiara distinzione tra campus e città, questo porta ad una difficile identificazione rispetto alle altre funzioni dell’area, questo porta ad un’isolamento sociale del campus rispetto alla città. Composizione degli elementi. La costruzione del campus, durante gli anni, ha portato alla creazione di diverse facoltà accostate una all’altra, l’assenza di un progetto globale per il campus ha portato le varie facoltà a progettare autonomamente la propria porzione senza immaginare scenari che unificassero, fisicamente,socialmente e architettonicamente , i vari campus. Relazioni tra le facoltà. L’eterogeneità del sistema città studi ha portato ad una frammentazione fisica e sociale. Attualmente il campus lavora come un’entità chiusa riscpetto alla città e si analizza al suo interno anche le facoltà lavorano come entità chiuse e separate allontanado la visione di un campus unico. La situazione di campus urbano porta grandi problematiche per un eventuale espansione dello stesso, questo porta alla ricerca di nuovi spazi che non sempre sono all’interno del campus stesso. Il progetto ha l’obbiettivo di creare una nuova struttura ipogea che utilizzando i percorsi esistenti crea un nuovo elemento di aggregazione. La dimensione del campus e la mancanza di spazi comuni ha portato ad una frammentazione interna. All’interno di questo nuovo elemento vengono inserite funzioni strategiche che possano attirare flussi di persone estranee alla facoltà con l’obbiettivo di connettere maggiormente il campus con la città. La creazione di questa nuova “Social Infrastructure” porta ad una riflessione sull’utilizzo attuale del campus; attualmente gli spazi vengo utilizzati in un’ttica tradizionale, il progetto propone di riconvertire gli spazi inutilizzati all’interno del campus ( tetti, giardini, il retro degli edifici ) con alcuni adattamenti sarà possibile ottenere spazi per nuove funzioni. Allo stesso tempo il linguaggio architettonico utilizzato, che sarà univoco nell’unione delle facoltà, porte ad un’immediata identificazione degli spazi universitari.
2011|INSTANT HOUSE 2011
Concorso Progetto selezionato per la mostra tenutasi al MadeExpo 2011 a Rho Fiera - Milano Team: Fabio De Ciechi, Luca Genoni, Carlo Gallelli.
InstantHouse Social è il progetto di piccole strutture a scala locale, il cui obiettivo è mettere in comunicazione, attraverso una rete di servizi, gli spazi dell’abitare intorno ai parchi, che diventano così il grande spazio pubblico attorno al quale si collegano le diverse parti della città di Milano. Una rete di servizi situati lungo il sistema delle vie d’acqua prospettate dal progetto EXPO 2015 è così il tema centrale della proposta del concorso. La proposta prevede la costruzione di uno spazio di aggregazione multifunzionale all’interno dei parchi e della rete di vie d’acqua prevista per EXPO 2015. Il progetto si genera dall’unione di elementi sviluppati a partire da alcune parole chiave. Il contesto è l’ambiente con cui il progetto finto si relaziona attraverso una fitta rete di servizi e infrastrutture a scala urbana. Da qui l’idea di un social club che sia prevalentemente uno spazio aperto e flessibile. Uno spazio di passaggio che sappia essere il guscio di diverse culture e capace di contaminarle reciprocamente. In esso convergono due idee maturate da alcuni anni di confronto con questo territorio; la prima, rivolta al futuro, non è altro che la presa di coscienza di quello che Milano sarà nei prossimi anni: una città chiamata a fare da guida nella sperimentazione di progetti legati al verde a ad una nuova cultura dell’alimentazione in un panorama sempre più globalizzato fatto da nove miliardi di persone. La seconda invece è l’anima della città, apparentemente lenta nei sui grandi processi di trasformazione, ma fatta di una moltitudine di energie individuali. Ecco perché secondo noi è necessario che tutti i progetti non soffrano di discontinuità, e siano dunque sempre connessi da spazi pubblici piccoli e dinamici nei quali ciascuna micro realtà possa affermarsi all’interno di una visione molto più ampia per il futuro. Il tema della permeabilità è fortemente connesso al luogo in cui la costruzione sarà collocata. Si voleva creare uno spazio raccolto, riparato e molto ben definito all’interno di un parco; uno spazio nel quale il primo elemento di arredo fosse proprio l’ambiente circostante visibile da ogni punto. Si è pensato per questo motivo ad una struttura che uscisse dal terreno per svilupparsi come una piccola collina di legno. A questo punto la definizione degli spazi interni ha suggerito quali parti della copertura rendere opachi e quali mantenere completamente aperti alle voci ed ai profumi del verde. Lo studio di forma prende avvio dalle considerazioni appena esposte. Ma come trasferire queste idee ad un progetto rendendo in modo chiaro la grande capacità ed esperienza delle industrie italiane nella lavorazione del legno? E soprattutto, come combinare questa capacità tecnica con i concetti di sostenibilità ambientale ed energetica? Queste le domande poste per passare da un prodotto concettuale alla sua realizzabilità. L’organicismo della forma prevede l’impiego di elementi strutturali in legno lamellare. Trattandosi di elementi tutti differenti tra loro si è passati ad un procedimento analitico di parametrizzazione della forma che avesse come output un catalogo di pezzi realizzabili con le più avanzate tecnologie di taglio a controllo numerico. La maglia strutturale risulta così composta da un’orditura principale e da una secondaria di irrigidimento che conferiscono particolare rilevanza estetica al progetto. L’intreccio che ne deriva è un suggestivo gioco di vuoti e pieni che lasciano filtrare la luce con un effetto percettivo molto simile a quello che si ha tra gli alberi in un bosco. Le parti della copertura completamente opache sono ottenute da pannelli in legno composti da scarti industriali pressati e trattati per esterno. L’orientamento della forma e la sua ultima definizione prende in considerazione l’esposizione solare della copertura. Questo a supporto della possibilità di applicare sulle parti opache un sistema fotovoltaico in silicio amorfo in film sottile. Questa tecnologia consente di essere applicata su superfici curve risultando praticante invisibile da alcuni punti di vista privilegiati. L’idea è di rendere completamente autosufficientel’intera struttura con una superficie circa 8 mq di pannelli solari.
2011|SOCIAL HOUSING CONTEST
Concorso Pregetto che ha ottenuto l’accesso al repertorio europeo Social Housing. Team: Prof. Arch. Claudio Fazzini (capogruppo),Dott. Arch. Ida Lia Russo, Ing. Lorenzo Morandi.
Il Concorso ha come obbiettivo la formazione di un repertorio, della durata di cinque anni, di progetti-tipo di edilizia residenziale significativi per caratteristiche tipologiche e tecnologiche e realizzabili a basso costo. Obiettivo del Bando è la promozione della qualità architettonica, della ricerca e dell’innovazione nel settore dell’edilizia residenziale, attraverso l’offerta di una esemplificazione concreta di edifici residenziali a elevate prestazioni e basso costo. Il progetto è stato eseguito con lo studio MCM Fazzini di Milano, capo progettista Prof. Arch. Claudio Fazzini, ed è stato ammesso all’interno del repertorio europeo.
2011|EUROPAN 11
Concorso Secondo posto Team: Alina Lippiello and Leonardo Zuccaro Marchi, Pierre Bertrand Guyot de la Hardrouyere Fausto Cuzzocrea Fabio De Ciechi Vesna Marković Annalisa Romani Filippo Zordan
2011|RIQUALIFICAZIONE TORRE DELLA QUARTA REGIA Concorso Team: progetto individuale
Il progetto vuole focalizzare tutte le risorse in gioco su punti chiave, proprio per ottimizzarne il risultato finale e per non disperdersi in interventi sconvenienti per il futuro dell‘area. Analizzate le principali problematiche, che si denotano anche dall’evoluzione storica, si è passato alla stesura di linne guida che definissero parametri rigidi per il nuovo progetto. Le seguenti parole chiave vengono sviluppate per dar luogo ad un progetto di coesione e sviluppo dell‘intera area. Il progetto porta alla definizione di 5 linee guida: accessibilita’,funzione,sostenibilita’,restauro,gestione , accessibilita‘. Per quanto riguarda l’accessiblità il progetto punta al ribaltamento della sostanziale situazione di isolamento che vive tutta l’area della Scafa. Gli interventi condotti sono a supporto degli inteventi previsti nell’area ( nuovo ponte di collegamento), e puntano a valorizzarne i risultati. L’area in questo momento soffre di una inaccesibilità da parte delle principali reti di viabilità che evitano l’intera area, d’altra parte soffre anche negli spostamenti all’interno. Il progetto propone di focalizzare gli interventi proprio su queste due problematiche; per quanto riguarda la prima si propone di connettere l’ingresso del comparto ( Torre della Quarta Regia e nuovo Porto pescherecci ) alla via che porta al Nuovo ponte, questo per consentire un più agevole connessione con il Villaggio pescatori ,che ricoprirà un ruolo di attore primario nello sviluppo del’area. Un secondo intervento prevede la creazione di una pista ciclabile con asse est-ovest che colleghi il Villaggio Pescatori tramite il ponte fino al nuovo campus universitario. Questo sistema di viabilità consentirà un connessione ecologica al comparto invitando l’uso di mezzi alternativi all’automobile. Per quanto riguarda la viabilità interna si prevede in primis un circuito ciclabile interno all’area che agevoli gli spostamenti all’interno (Torre della Quarta Regia - Porto pescherecci - Capitaneria ) , questo per creare un sub-sistema di viabilità lenta che, date le qualità naturalistiche del luogo incentivi il rispetto del’’ambiete. Il sistema ciclabile è progettato in simbiosi con una viabilità pedonale, rappresentata principalmente dalla nuova passeggiata di Ponente , ma anche dai percorsi ricavati nel nuovo parco. Il sistema pedonale consentirà infatti una connessione nord-sud tra i principali edifici nell’area , scoraggiando così l’utilizzo dell’auto e invogliando la percorrenza in questa isola pedonale che si caraterizza per diventare una piazza lineare individuata tra la Torre e la passeggiata del molo di Ponente. PARCO DELLA QUARTA REGIA Il Parco della Quarta Regia prevede la risistemazione del’area con un intervento iniziale di bonifica e rimozione di quegli elementi cresciuti spontaneamente nel passato. Il progetto prevede la creazione di tre vie pedonali principali che attraversano tutta l’area, partendo dalla passeggiata pedonale fino al nuovo porto pescherecci passando per la torre. Nel percorso vengono situate delle attrezzature per la sosta il primo tipo lungo tutto il percorso il secondo negli spazi a verde antistanti il mare. Il primo tipo è una panchina in CLS rivestito da un layer protettivo, questa è utilizzata come arredo urbano anche nel percorso di Ponente. Al di sotto della panca vengono installati dei corpi illuminanti per l’illuminazione nelle ore serali. La seconda è rappresentata da una panca di sosta che può essere utilizzata per brevi soste o per picnic. Il concetto principale è quello di rendere agevole e piacevole il percorso per attirare nuove persone all’interno e far conoscere le funzioni insediate (ittiturismo, vendita diretta del pescato, porto dei pescherecci, piste ciclabili, passeggiata di Ponente)
2009|San Teodoro - Dal centro al porto.
Qualificazione area di collegamento tra il centro e il porto di san teodoro Politecnico di Milano Relatore. Prof. Arch. Claudio Fazzini
La tesi dal titolo ”A San Teodoro, dal centro al porto; la qualificazione urbana nei centri a forte valenza turistica” nasce da un duplice interesse, unito analiticamente agli aspetti disciplinari dell’architettura e del territorio: da una parte allargare la conoscenza e capire cos’è successo al luogo dove sono nato e dove vive la mia famiglia; dall’altra cimentarmi con un “problema” particolarmente sentito a San Teodoro, e cioè la qualità dell’ambiente urbano nella difficile situazione di “città delle vacanze”, in quanto sovraffollata nel periodo estivo e pressoché disabitata nelle altre stagioni. Alcune questioni di fondo definiscono il tema, prima di analizzare quelle specifiche: a) La crescita dei centri costieri è diventata in questi anni spesso caotica, veloce e disorganica, lasciata alla intraprendenza del singolo che, spesso, si discosta dai bisogni della comunità e priva di una visione unitaria degli interventi e delle trasformazioni in atto. b) L’approccio progettuale, soprattutto per sistemi urbani a stretto contatto con un delicato ecosistema, deve diventare sistemico e non episodico, i danni difficilmente si possono cancellare. c) Riorganizzare lo spazio comune, quello verde, vanno ripensate le nuove agorà, reali luoghi di aggregazione, di incontro umano e culturale. Senza un approccio più ampio e globale si rischia di creare delle rigidità già evidenti nella attuale spazio urbano. d) Il turismo, spesso troppo invasivo, non solo trasforma i luoghi e il paesaggio, ma diviene un fatto sociale, muta la mentalità e mette in crisi i rapporti tra la gente imponendo comportamentiestranei ad una cultura di una determinata zona. e) Bisognerebbe soffermarsi su quale può essere lo sviluppo più sostenibile, per la popolazione, per il territorio e per l’economia, le trasformazioni che hanno portato questa Gallura, aspra e selvaggia, per anni “distante” da ogni forma di convivenza, a trovarsi ,in un arco temporale relativamente breve, a fare i conti con il “pieno”caratteristico delle città o comunque delle metropoli. Queste trasformazioni che hanno cambiato l’assetto di un territorio ed in particolare , San Teodoro, trasformando e definendo nuovi caratteri del territorio: Il mare, che rappresentava un pericolo per l’arrivo improvviso dei pirati, da tener lontano da ogni forma abitativa, oggi diventa la ricchezza grazie proprio a chi arriva dal mare per portare quel turismo che dura pochi mesi, ma ossigena la realtà economica sarda, sempre lontana dagli importanti flussi di sviluppo. La laguna, ieri luogo da evitare per la presenza della temibile anofele, che porta la malaria ,oggi diventa oggetto di interesse naturalistico, luogo di itinerari a cavallo o a piedi. La zona costiera, fatta di piccole insenature ma anche di lunghe spiagge di sabbia granitica, un tempo luogo di pascolo del bestiame, oggi diventa luogo del divertimento, del tempo libero, grazie alle grandi bonifiche degli anni cinquanta, che hanno permesso di ridare alla comunità terre altrimenti inospitali .
Sezione 3D del percorso
Stazione di bike sharing all’inizio del percorso
Dislocazione degli spazi espositivi
Connessione con la viabilità esestente con dettaglio dell’illuminazione nelle ore notturne.
Percorso nelle ore notturne
2012|INSTANT HOUSE 2012
Concorso Progetto selezionato per la mostra tenutasi al MadeExpo 2012 a Rho Fiera - Milano Team: Fabio De Ciechi, Luca Genoni, Carlo Gallelli, Loris Nobile.
Nel corso della sua storia Milano e’ stata capace di anticipare e proporre nuove tendenze in linea coni nuovi modi dell’abitare contemporaneo. Abitare oggi a Milano, dal nostro punto di vista, significa essere circondati dalle infinite varianti ed esperienze di cui la città giornalmente si nutre. Progettare a Milano in quest’ottica significa guardare alle tradizioni, ai costumi e agli spazi che sono giunti fino a noi, sperando che questi elementi, tutti insieme, continueranno nel futuro ad essere espressione della forza creativa di cui la Città e’ conservatrice. Inutile soffermarsi su quanto Milano stia cambiando, e su quanto si stia consumando la transazione ad un epoca post-industriale, dove prevarranno i servizi e la produzione intellettuale. E’ invece di fondamentale importanza tentare di osservare la realtà con gli occhi del Cittadino, e ciò che tali occhi sono in grado di percepire e’ una città che vive di continui spostamenti diffusi. Un ritmo, questo, che macroscopicamente può apparire lento ma fatto di infinitemicro attività che muovono l’economia in modo trasversale e molecolare. Adattarsi a questo ritmo significa modificare i tempi dell’abitare che tendono ad accorciarsi notevolmente. Abitare temporaneo Il verbo abitare implica la presenza di almeno due soggetti: una persona che risieda ed un luogo che sia in qualche modo vissuto. Risiedere in un luogo per brevi periodi vuol dire essere capaci di adattarsi in modo rapido ed efficace agli stili di vita che un luogo e’ in grado di proporre. Sulle caratteristiche che il luogo deve avere per essere vissuto , invece, si aprono infinite possibilità di interpretazione. Il progetto che andremo a proporre vuole essere una di queste infinite possibilità.
Vista interna per evidenziare il rapporto tra zona studio (SOHO) e soggiorno.
Vista interna dell’are SOHO
Foto del plastico in occasione della mostra al MadeExpo 2012
2011|Masterplan area Segrate-Linate
Politecnico di Milano - Town Planning Team: Progetto individuale
Milano multi-core La situazione di Milano si sta definendo sempre di più come una città regione all’interno della Lombardia. Le città di confine hanno sempre più importanza e per il futuro dell’area si prospetta una divisione della centralità di Milano in tanti nuclei localizzati nelle attuali edge city. Il progetto porta alla valorizzazione e sviluppo di identità forti già presenti nel sito. Per anni queste aree hanno ospitato grandi industrie e zone dormitorio. La continua ricerca nel periodo industriale di aree a basso costo vicino la città per insediare industrie e aree residenziali, ha incentivato il fenomeno del pendolarismo. Il grande bacino di lavoratori di Milano ha portato e porta ancora oggi ad un sostanziale movimento nella città, al mattino e alla sera con il ritorno alle città satellite. La creazione di queste città “secondarie” è avvenuto senza un piano generale per questo fenomeno, gli interventi infatti non erano inseriti in una strategia comune ma soddisfavano i bisogni del momento senza pensare alle conseguenze. Questo fenomeno ha prodotto grandi centri residenziali privi di servizi e sistemi di aggregazione, creando ambienti anonimi e associali. Dopo il periodo industriale le città di confine hanno avuto un periodo di incertezza per il loro futuro e la loro funzione. Negli ultimi anni queste città dell’hinterland Milanese hanno avuto una rapida espansione e trasformazione che ha portato a conformare una vera e propria città regione. La concezione più sociale dell’urbanistica e dell’architettura da parte delle amministrazioni ha consentito di trattare con più razionalità il grosso problema delle città satellite. Per queste aree si prospetta un futuro meno legato alla città centrale e la sua identità e un creazione o incentivazione dei caratteri del luogo. Lo sviluppo è stato favorito anche dalla presenza di importanti infrastrutture nell’area che gli permettevano un perfetto collegamento con tutta l’Italia del sud e l’intera Europa. Questa grande regione urbana è perfettamente collegata grazie a tre grandi aeroporti (Malpensa, Linate, Orio al Serio), proprio questo sistema di infrastrutture inserisce l’area come epicentro economico per l’Italia, Masterplan Il Masterplan coglie questa occasione per integrare a questi grandi cambiamenti una strategia di sviluppo comune che possa unificare l’insieme degli interventi. All’interno del Masterplan si sviluppano dei progetti chiave che possano favorire uno sviluppo coerente con le esigenze del territorio. I grandi valori naturalistici all’interno dell’area portano a una progettazione attenta per non distruggere l’ecosistema naturale. Il Masterplan propone al tempo stesso un aumento dell’area urbanizzata ma con il minimo consumo di aree verdi. Si propone uno sviluppo sostenibile delle aree agricole con la valorizzazione delle cascine esistenti, si crea un sistema economico che renda redditizzie le aree agricole inserendo nuove funzioni più coerenti con le esigenze odierne. Il Masterplan prevede la realizzazione di connessioni tra i vari parchi esistenti che circondano l’area, creando un anello verde all’interno dell’area. Il progetto si ricollega a quello dei raggi verdi del Comune di Milano, infatti , il raggio verde 2, proseguendo il suo andamento e connettendo al nuovo sistema dei parchi dell’area a est di Milano.
Analisi tra le relazioni delle varie mobilitĂ
Analisi delle relazioni tra mobilitĂ e aree verdi
2011|PARIS MARKET LAB
Concorso Team: Ing. Lorenzo Morandi
FOOD LOCKER
La nuova idea di ristorazione parte dalla scomposizione del suo processo. Il piatto finale è il risultato dell’interazione tra chef e materie prime, componenti ai quali viene trasposta una forma architettonica. Il lavoro di trasformazione da concetto a oggetto tiene conto di aspetti sociali propri di questa tipologia d’uso: negli ultimi anni i ristoranti hanno sempre più cercato trasparenza del processo culinario, per una maggior sicurezza da parte del cliente e una miglior chiarezza nelle lavorazioni. La conseguenza architettonica è stata l’utilizzo di cucine open space, le cui grandi superfici vetrate permettono di assistere alla preparazione dei cibi. Il progetto FOOD LOCKER vuole fare un passo in avanti e svelare una componente fondamentale del processo nascosto fino ad ora: LE MATERIE PRIME. L’obiettivo principale è rendere trasparente il processo di lavorazione delle pietanze in modo da sviluppare un ristorante interattivo nel quale i clienti possano vedere i cibi prima che siano cucinati e trasformati, conoscendone origini e caratteristiche. La facciata dell’edificio diventa parete attrezzata a tutta altezza, in grado di conservare e organizzare le materie prime, la cui visione è possibile sia all’interno che all’esterno. L’edificio vuole essere proprio un involucro trasparente che racchiude in se il processo di lavorazione di una delle gioie del mondo… la buona cucina!
CONTATTI Manuele Mossoni manuelemossoni@gmail.com www.manuelemossoni.com