Bosa 2016

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foto: ConfiniVisivi e archivi comunali stampa: Arti Grafiche Pisano, Cagliari

Museo Casa Deriu Dalle ore 11.00 alle ore 13.00 – dalle 16.00 alle ore 20.00 Laboratorio e mostra del Filet di Bosa Panoramica sulla lavorazione del Filet di Bosa, dalla creazione della rete (da cui il nome Filet), al ricamo su di essa dei preziosi motivi floreali, faunistici e delle antiche scene della Caccia Reale. Il tutto arricchito da foto e testimonianze storiche.

Se il nuovo modello di scuola pone al centro dell’azione e educativa e formativa l’alunno, il progetto Monumenti Aperti ne è una delle esemplificazioni più significative. Per alcuni giorni gli studenti possono infatti confrontarsi in una esperienza da adulti, simile a quella lavorativa, in cui attivano e mettono in campo le competenze acquisite: linguistiche, storiche, culturali, estetiche, relazionali e comunicative; “mobilizzano” conoscenze, abilità, atteggiamenti, risorse personali. Sono loro i protagonisti che – fuori dalle aule scolastiche – si misurano con la realtà, in contesti diversi e stimolanti. Vedere i giovani che, con convinzione, illustrano le caratteristiche dei principali monumenti cittadini (e qui a Bosa sono tanti) non può che riempire l’animo di gioia e farci ben sperare nel futuro. Sono poste sul tavolo due carte vincenti. I nostri ragazzi, carichi di entusiasmo, fiducia negli altri, speranza e fantasia. Le nostre risorse storiche culturali, che pur nel loro silenzio - ci parlano, ci raccontano, ci mostrano, ci fanno capire e conoscere altri uomini, altri modi di essere, di pensare e di vivere; ci conducono, attraverso il linguaggio visivo e universale dell’architettura e dell’arte, in altre lontane e già sfumate realtà. Sono queste alcune fra le tante motivazioni che, anche quest’anno, ci hanno spinto – come Amministrazione Comunale di Bosa – ad aderire con convinzione alla manifestazione Monumenti Aperti. Ringrazio gli organizzatori, le scuole, gli insegnanti, gli alunni, l’assessore Alfonso Campus, per l’impegno e la passione messi in campo.

COMUNE DI Bosa

guida ai monumenti

Bosa

www.monumentiaperti.com

14/15 maggio 2016 www.monumentiaperti.com

Benvenuti!

Bosa

grafica: Daniele Pani

Luigi Mastino Sindaco di Bosa

Eventi Collaterali

Partecipano alla manifestazione Comune di Bosa Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Provincie di Sassari e Nuoro Istituto Superiore G.A Pischedda Dirigente Rosella Uda Istituto Comprensivo Dirigente Giovanni Ibba Alunni e Docenti I Genitori degli Alunni

#maperti16

Gusta la Città

Il Parroco della Concattedrale e della Chiesa del Carmelo La Città del Sole s.n.c. Cooperativa “L’Antico Tesoro” La biblioteca (Angela Cabula) L’Archivio Storico (Amalia Santona) Associazione Culturale il Coro di Bosa La Società del Mutuo Soccorso

Informazioni utili I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese verranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso. e-mail: protocollo@comune.bosa.or.it Info Point: presso Casa Deriu - Corso Vittorio Emanuele tel 0785 377043

Nelle 2 giornate saranno attivi: Il trenino turistico partenza angolo Piazza Monumento, Chiesa del Carmelo, San Giovanni, Castello Malaspina, Convento Cappuccini, Chiesa Bosa Marina, le Conce, chiesa San Pietro, Cattedrale e corso Vittorio Emanuele. Orari di partenza: 10.30 - 11.30 - 12.30 e nel pomeriggio 16.00 - 17.00 - 18.00 - 19.00. Il battello: un’ora di escursione lungo il fiume Temo partenza banchina vicino Ponte Vecchio. www.comune.bosa.or.it www.bosaonline.com www.monumentiaperti.com www.sardegnagrandieventi.it

Operatori economici che garantiscono l’apertura del proprio esercizio commerciale in occasione della manifestazione. Gusta la città con loro! Ristorante Verde Fiume Via Lungo Temo 51 Tel. 0785373482 Trattoria Sa Nassa P.zza Duomo 2 Tel. 0785373024 Ristorante Il gambero Rosso Via Nazionale Tel. 0785374150 Mangiaimbuto vineria P.zza Modoleddu Tel. 0785373736 Ristorante Borgo S.ignazio Via Sant’Ignazio Tel. 0785374129 Hotel/ Ristorante Pizzeria Sa Pischedda via Nazionale Tel. 0785372000 Ristorante Pizzeria La Margherita Via Parpaglia Tel. 0785373723 Ristorante Pizzeria Sas Covas Loc sas Covas Tel. 0785372033 Ristorante Pizzeria Nuova Costa Via isabella di Villamarì Tel. 0785374016 Ristorante Le Conce Vie dei Conciari lato fiume Ristorante Sa Cariasa Via Gioberti cell. 3312895025 Ristorante-pizzeria La Margherita Via Parpaglia Tel. 0785373723

Ristorante-pizzeria Da Muà Viale Alghero Tel. 0785373009 Ristorante Al Galeone Viale Mediterraneo, Bosa Marina Trattoria Il Biancospino Corso Vittorio Emanauele Tel. 0785373060 Ristorante Km zero Piazza Mercato Tel. 0785373824 Hotel ristorante da Mannu, da Giancarlo e Rita Viale Alghero Tel. 0785375307 Hotel ristorante Royal Viale Alghero 27 Tel. 0785373574 Hotel ristorante Stella Maris Via Colombo, Bosa Marina Hotel ristorante Al Gabbiano Viale Mediterraneo, Bosa Marina Tel. 0785374123 Hotel ristorante Malaspina Via Genova 19, Bosa Marina Tel. 0785 374132 Hotel ristorante Miramare Via Colombo 2 Tel. 0785373400 Hotel ristorante Sa Pischedda Via Nazionale Tel. 0785372000

coordinamento della rete: IMAGO MUNDI Onlus - Associazione Culturale

media partner


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Nelle 2 giornate saranno attivi: Il trenino turistico partenza angolo Piazza Monumento, Chiesa del Carmelo, San Giovanni, Castello Malaspina, Convento Cappuccini, Chiesa Bosa Marina, le Conce, chiesa San Pietro, Cattedrale e corso Vittorio Emanuele. Orari di partenza: 10.30 - 11.30 - 12.30 e nel pomeriggio 16.00 - 17.00 - 18.00 - 19.00. Il battello: un’ora di escursione lungo il fiume Temo partenza banchina vicino Ponte Vecchio. www.comune.bosa.or.it www.bosaonline.com www.monumentiaperti.com www.sardegnagrandieventi.it

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Deriu. Antonio Atza, nativo di Bauladu, fu legatissimo alla città di Bosa di cui era profondamente innamorato, dove visse la sua infanzia, adolescenza e giovinezza fino all’età di ventinove anni. Nel 2001, all’età di 76 anni, fece dono al Comune di Bosa delle sue opere attraverso le quali è possibile ripercorrere tutto il suo cammino artistico, dalle primissime opere realiste a quelle astratte e materiche come le Sabbie e i Blues, dalle “gabbie” di fili di plastica fino ai paesaggi surrealisti più recenti.

Cattedrale della Beata Vergine Immacolata

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Le pitture della chiesa sono quasi tutte opera di Emilio Scherer, pittore parmense che operò tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Sicuramente le pitture più interessanti stanno nella grande cupola e nel Presbiterio. Il dipinto della cupola, che rappresenta la gloria del Paradiso, è un’opera di rara espressività e dinamismo. Sui quattro pennoni del presbiterio sono dipinti gli evangelisti: S. Matteo che conversa con l’Angelo; S. Marco con il leone; S. Luca, sul cui sfondo giace il bue alato, tiene in mano la tavolozza, i pennelli e i colori e mostra in quadro la Madonna; dal pennone in cui è raffigurato S. Giovanni l’aquila spicca il volo quasi a ghermire il leone di S. Marco.

Chiesa del Rosario

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Il Castello Malaspina

Museo Casa Deriu

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La Pinacoteca Civica dedicata ad Antonio Atza, uno dei più grandi protagonisti dell’arte visiva sarda della seconda metà del Novecento, è situata nel Corso Vittorio Emanuele, di fronte al Museo Casa

Chiesa di Regnos Altos

Il palazzo Uras-Chelo, noto come Casa Deriu dal nome degli ultimi proprietari, è ubicato nel Corso Vittorio Emanuele. Originariamente proprietà della famiglia Uras, appartenente alla piccola nobiltà rurale cittadina, il palazzo passò per via femminile, alla fine dell’Ottocento, al Cav. Zedda Athene, e infine, ancora per via femminile ai Deriu, ultimi proprietari da cui la casa-museo prende il nome. Il palazzo costruito su più piani, ha mantenuto in quello centrale, detto piano nobile, gli arredamenti originali ed è abbellito da decorazioni e ornamenti rappresentativi dello status economico-sociale dei proprietari. Attualmente l’edificio ospita esposizioni temporanee d’arte e di artigianato e all’ultimo piano la collezione permanente di Melkiorre Melis, artista bosano del novecento.

Il canto a tragiu

Chiesa del Carmelo

Pinacoteca Melkiorre Melis

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Il terzo piano del museo Casa Deriu ospita l’esposizione permanente dedicata all’artista bosano Melkiorre Melis, donata dagli eredi al Comune di Bosa nel 1989. Melkiorre Melis fu uno dei più importanti esponenti dell’arte e della comunicazione, in ambito nazionale, del periodo fascista. Attraverso questa collezione si ha una conoscenza della produzione del più importante ed eclettico pittore bosano, che comprende, oltre ai quadri, anche manufatti di varia ispirazione. Sono numerose le opere esposte, in quanto l’artista si è dedicato anche alla creazione di mobili, oggetti e ceramiche

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Situato sul colle di Serravalle, è una delle fortificazioni medievali più conosciute dell’isola che subì, nel tempo, modifiche ed ampliamenti dettati da esigenze di difesa e protezione degli abitanti in caso di bisogno. L’impianto più antico è attribuito ai marchesi Malaspina, del ramo dello Spino Secco, originari della Lunigiana, giunti nel XII secolo in Sardegna con una flotta per difendere le coste dalle incursioni arabe. Alla fine del XIII secolo risalgono già i primi restauri e la realizzazione di alcune torri di forma quadrangolare, tra le quali spicca il mastio costruito nei primi anni del trecento dall’Arch. Giovanni Capula, lo stesso che progettò le torri dell’Elefante e di San Pancrazio di Cagliari. Nei primi anni del XIV secolo il Castello venne ceduto in pegno e poi venduto al Giudicato di Arborea e diventò residenza giudicale, insieme a quella di Oristano. In epoca regia, fu affidato ad alcuni feudatari e lentamente abbandonato dagli spagnoli nel XVII secolo, allorché divenne dimora dei più indigenti. Nell’ottocento fu in parte smantellato della trachite, per costruire molte abitazioni cittadine.

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Intitolata a N.S. del Santissimo Rosario, la chiesa è situata nel Corso Vittorio Emanuele. L’edificio datato al XIX secolo, probabilmente si erge su un impianto precedente, che solo attente indagini potrebbero riportare alla luce. Il modello di riferimento seguito per l’edificazione della facciata è palesemente quello barocco della locale chiesa del Carmelo, ravvisabile nella ripartizione in due ordini, qui più slanciato, di cui quello inferiore è caratterizzato da una compatta superficie in trachite rossa interrotta al centro dall’elegante portale d’ingresso fiancheggiato da leggere paraste e sormontato da un timpano spezzato che racchiude l’immagine della Madonna.

Pinacoteca Antonio Atza

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La chiesa dedicata all’Immacolata Concezione è il duomo di Bosa, concattedrale della diocesi di Alghero-Bosa. Le sue origini risalgono al XII secolo, ma l’edificio subì diversi rimaneggiamenti nel corso del tempo, particolarmente nel XV secolo. L’edificio attuale, frutto dei restauri effettuati a partire dal 1803 dall’architetto bosano Salvatore Are e il capomastro sassarese Ramelli, venne consacrato nel 1809. L’interno a navata unica con volte a botte, con quattro cappelle laterali, presenta l’area presbiteriale con abside semicircolare affrescata e l’altare maggiore in marmo coronato dalle statue della Vergine e dalle statue di SS. Emilio e Priamo patroni di Bosa.

Cattedrale - I dipinti

Bosa

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Canto a più voci di tradizione orale di Bosa A Bosa, come in altre poche comunità della Sardegna, si è tramandato oralmente un modo di cantare a più voci denominato cantu a tragiu. Non esiste documentazione scientifica in proposito, per cui non è possibile stabilire la data certa della sua origine. La storia della musica religiosa e dell’istituzione confraternale post tridentina lo fa risalire al XVI secolo, dopo il concilio di Trento, quando tramite i monaci francescani, gesuiti ed altri, fu importata la pratica del falsobordone. Il canto a tragiu è una pratica polifonica basata su quattro voci maschili: bassu (la voce più grave), contra, tenore e cuntraltu. Normalmente ciascuna parte è affidata ad un solista ma, durante i riti della Settimana Santa, è uso cantare con più persone per parte. 7

Nel 1606 i Carmelitani, che giunsero a Bosa nella seconda metà del secolo XVI, ottennero dal Vescovo Manca il trasferimento dalla chiesa di S. Antonio a quella di S. Maria del Soccorso che a sua volta nella seconda metà del settecento fu demolita perché bisognosa di grandi restauri, per costruirne una nuova più grande e dedicarla alla Madonna del Carmelo. L’edificio fu compiuto nel 1779, come attesta una lastra murata sopra il portale del prospetto, ma fu consacrato solo nel 1810. L’interno della chiesa appare semplice ma domina nel presbiterio un bellissimo altare Rococò di marmi policromi e lateralmente il pulpito ligneo decorato in oro zecchino. Di grande valore storico- culturale l’organo posto sopra la tribuna, ormai l’unico nel suo genere, rimasto in Sardegna.

Biblioteca e Archivio Storico

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La Biblioteca Comunale, fondata nel 1857, conserva un patrimonio librario di oltre 24.000 volumi, di cui 5.000 appartengono al fondo antico, in gran parte proveniente dall’ex Convento dei Cappuccini, 29 sono i manoscritti del ‘500, ‘600, ‘700 e ‘800. La maggior parte delle edizioni, essenzialmente opere di diritto canonico, sono in latino, italiano e spagnolo, delle quali una è il Dictionarium latino del bergamasco Ambrogio Calepino del 1581 e un’altra è la traduzione in castigliano dall’italiano delle Costituzioni dei frati minori Cappuccini, stampata a Madrid nel 1644.

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Nel cortile del Castello sorge la chiesetta di Regnos Altos, la cui cronologia è tutt’oggi fortemente discussa. L’edificio era in origine dedicato a Sant’Andrea e cambiò titolazione nel 1847, anno in cui, tra i ruderi del castello, fu rinvenuta una piccola statuina lignea della Vergine chiamata de Sos Regnos Altos, con il duplice riferimento al luogo elevato del suo ritrovamento, il colle di Serravalle, e all’alto dei Cieli. L’attuale chiesa è il risultato di più fasi costruttive avvenute durante la signoria dei Malaspina, degli Arborea e di epoca spagnola. Nel 1973, durante i lavori di restauro, furono rinvenuti degli affreschi rivelatisi di straordinaria importanza per iconografia e stile.

Sede della Società Operaia

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La Società Operaia fu costituita a Bosa il 7 aprile 1867, per interessamento del Cav. Gavino Nino, massone, ex deputato, consigliere comunale della città e direttore del Regio Ginnasio. Interessante dal punto di vista storico e ar-

tistico il suo patrimonio: la sede della società dispone di un archivio dove vengono custoditi tutti i documenti storici, una bellissima cassaforte del XIX secolo con evidenti simboli massonici, una campana da tavolo con la raffigurazione delle guerre mondiali, ma l’attrazione culturale maggiore è costituita dalle opere del pittore parmense Emilio Scherer.

Emilio Scherer

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Tra i tesori della città di Bosa spiccano le opere di Emilio Scherer presso la Società Operaia costituita nel 1867 per cui l’artista realizzò nel 1897 due grandi tele: L’Allegoria dell’Italia Unita e il Ritratto di Vittorio Emanuele II con la Regina. Emilio Scherer nacque a Parma nel 1845 e morì a Bosa nel 1924. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti, trascorse un periodo di formazione a Napoli. Arrivò in Sardegna tra il 1873 e il 1875 e ottenne a Cuglieri l’incarico di realizzare dei quadri per la Basilica. Nel 1876 dipinse le tempere murali, commissionategli dal vescovo Eugenio Cano, della chiesa di S. Croce e della Cattedrale di Bosa. Tra il 1879 e il 1887, soggiornò a Tunisi per lunghi periodi e al suo ritorno a Bosa gli vennero affidate varie opere per la Basilica di Cuglieri, per la chiesa di Tresnuraghes, per la chiesa di Bosa Marina, quella di Sant’Antonio Abate e completò le decorazioni della Cattedrale di Bosa.

Le Conce Quartiere e Museo

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Giungendo in città, a sinistra del ponte a tre arcate in trachite rossa, colpisce una lunga fila di strutture modulari che si specchia nelle acque del fiume Temo. Sono le antiche conce, una serie di edifici a fronte continuo che risalgono alla prima metà dell’Ottocento. Le costruzioni furono realizzate a ridosso del fiume che garantiva l’approvvigionamento di acqua salmastra, utile nella lavorazione delle pelli, ma anche sufficientemente lontane per evitare gli sgradevoli effluvi derivanti dai processi lavorativi. L’attività conciaria a Bosa fu fiorente per tutto l’Ottocento, con sistemi di produzione all’avanguardia, con esportazioni non solo in Italia ma anche all’estero e particolarmente in Francia. La tradizione risalirebbe almeno ai tempi dei Romani e sarebbe perdurata fino alla metà del Novecento quando l’ultima conceria chiuse definitivamente i battenti.


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