La ciclabile della Riviera di Ponente

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GLI ITINERARI DI CYCLE! - 1

LA CICLABILE DELLA RIVIERA DI PONENTE 1


SOMMARIO La ciclabile della Riviera di Ponente

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La ferrovia Genova-Ventimiglia 5 La Via della Costa 13

Una passeggiata a Sanremo con Italo Calvino 15 Ancora sulla vecchia ferrovia da Varazze a Cogoleto 24 E da Varazze a Albissola 26

Testi, foto e disegni di Albano Marcarini - Prima edizione, 2015. Questa guida è disponibile anche in e-book su I-books di I-tunes Per info e suggerimenti: marcarini@mac.com - Un grazie ad Andrea Bruzzone. Per altri itinerari: www.sentieridautore.it - www.andcycle.it 2


LA CICLABILE DELLA RIVIERA DI PONENTE

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etta alla grande l’idea è di realizzare una pista ciclabile da Genova a Marsiglia. Una cosetta da niente: circa 450 chilometri. Quando sarà pronta sarà la più bella d’Europa. In Francia si stanno dando da fare. In Italia abbiamo inaugurato nell’ottobre 2008 i primi 16 chilometri, da S. Lorenzo al Mare a Sanremo che sono diventati 24 nel 2013 quando è stata prolungata fino a Ospedaletti. Nel 2015 il Giro d’Italia ha preso avvio proprio lungo questa pista ciclabile in una specie di felice connubio fra mobilità dolce e prestazioni agonistiche. Tutto nasce là dove c’era una ferrovia. Sul suo tracciato ora si pedala felici, toccati dalla brezza a un palmo dal mare. Il treno è stato spostato sotto la montagna e la vecchia linea litoranea è diventata un’insperata risorsa per i ciclisti, prima costretti a frequentare la trafficata Via Aurelia. «Durante il percorso, vedute magnifiche: ecco corriamo lungo il mare - aveva annotato Teresa di Lisieux di ritorno da Roma verso la Francia - e la ferrovia 3


Qui accanto, la galleria S.Bartolomeo, lunga 1500 metri. Nella pagina precedente, l’uscita dalla galleria Capo Verde con la veduta sul litorale. Nella pagina seguente: in alto, l’automotrice ‘Belvedere’ Breda ALtn 444.3001 utilizzata negli anni Cinquanta del secolo scorso nel servizio speciale finesettimanale ‘Freccia Aurelia’ sulla tratta Milano - Sanremo (foto Archivio Breda); in basso una cartolina raffigurante la linea ferroviaria sul lungomare di Sanremo.

è tanto vicina che mi pare le onde arrivino fino a noi, ora ecco aperte distese di aranceti dai frutti maturi, di verdi olivi dalla ramaglia, di palme graziose … al cader del giorno vedevamo numerosi piccoli porti di mare che si illuminavano di mille luci, mentre in cielo scintillavano le prime stelle». L’operazione non è solo il semplice recupero di una massicciata ferroviaria. La pista è la spina dorsale per la valorizzazione di tutta la fascia costiera all’interno di un parco di oltre 400 mila metri quadrati. Il percorso, asfaltato e sempre protetto, consente due corsie di marcia per i ciclisti e una per i pedoni, ben delimitate. Vi sono aree di sosta, punti panoramici e non mancano le occasioni di ristoro in chioschi accanto alle spiagge. Le vecchie stazioni sono o saranno trasformate in punti di ospitalità per i turisti in bicicletta con officine, punti di noleggio bici, ostelli, centri informativi. I parcheggi che occupano gli spazi di manovra delle ex-stazioni consentono l’interscambio fra auto e bicicletta. La pista è dotata di un impianto di videosorveglianza con 28 telecamere e colonnine SoS per le emergenze. Insomma un’operazione all’avanguardia, un vero modello in questo campo che compensa le lungaggini, le resistenze che hanno accompagnato la sua realizzazione da almeno quindici anni a questa parte. Ora tutti sono convinti della sua utilità e reclamano a gran voce il prolungamento in entrambe le direzioni, verso Imperia a levante, verso Ventimiglia a ponente. 4


La ferrovia Genova - Ventimiglia L’intento di dar vita a una ferrovia lungo le coste liguri, da Nizza al confine con la Toscana, nacque nel 1857 seguendo l’ispirazione del Conte di Cavour che riteneva le ferrovie determinanti per l’unificazione nazionale. La costruzione, decisa nel 1860, fu affidata a un pool guidato dalla Cassa di Commercio e dell’Industria di Genova e dal Credito Mobiliare di Torino. Non fu opera facile poiché l’aspra morfologia costiera richiese gallerie, trincee, tratti in rilevato artificiale. Fra Voltri e Savona i treni iniziarono a correre il 25 maggio 1868, dopo che la Società delle Strade Ferrate Romane subentrò al primo concessionario. A Ventimiglia si arrivò quattro anni più tardi - il 25 gennaio 1872 - sotto la gestione della società Strade Ferrate dell’Alta Italia, e il 18 marzo dello stesso anno la vaporiera raggiunse il confine con la Francia. I 155 chilometri del percorso, a unico binario, seguivano fedelmente la costa al fine di evitare trafori troppo costosi e avevano il vantaggio di toccare tutte le località marittime ma anche il grosso difetto urbanistico di tagliarle a metà privandole di un accesso diretto al mare. 32 stazioni, 12 fermate, 85 gallerie (per complessivi 26,4 km) e oltre 1100 manufatti, tra cui alcuni importanti ponti e viadotti, componevano il consistente quadro dell’opera. Nel 1885 l’esercizio della linea fu assegnato alla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo con un traffico in crescita: 5 coppie di treni quotidiani nel 1875, 8 nel 1897, 14 nel 1911 con un tempo di percorrenza di 5-6 ore. La rilevanza internazionale della linea - vi si instradavano i treni di lusso per le località della riviera, provenienti da Vienna, Monaco, Berlino - portò all’inizio del ‘900 a migliorie fra cui l’elettrificazione con il sistema trifase tra il 1916 e il 1931 e il raddoppio dei tratti Ospedaletti - Confine di Stato, Sampierdarena - Voltri e Loano - Albenga, avvenuti nella prima metà del XX secolo. Miglioramenti proseguirono costanti nel tempo anche se con grande lentezza: negli anni ’60 fu adottata l’elettrificazione a corrente continua; nel 1977 fu inaugurata una variante a doppio binario tra Voltri e Finale Ligure, abbandonando i primi 52 km del percorso originario. Nel 2001 si completò anche il raddoppio in variante e quasi del tutto in galleria fra Imperia Porto Maurizio e Bordighera, con la dismissione di 33 km del tracciato originario che sono quasi la totale sostanza dell’attuale pista ciclo-pedonale. 5


Pista ciclabile S. Lorenzo al Mare Ospedaletti (Imperia) Distanza: 24 km. Altimetria: pianeggiante. Condizioni d’uso: pista ciclo-pedonale asfaltata e protetta, sul tracciato della ex-ferrovia Genova-Ventimiglia. Punto di partenza: S. Lorenzo al Mare, a 8 km da Imperia. Punto di arrivo: Ospedaletti. Ente gestore: Area 24 S.P.A, corso Felice Cavallotti 51, 18038 Sanremo, 0184.524066, www.area24spa.it/ default.php Condizioni del percorso: pista ciclopedonale. Consta di una carreggiata in asfalto con una corsia per senso di marcia e di un camminamento riservato ai pedoni. Nei punti più panoramici si trovano delle terrazze dotate di panche e fontanelle d’acqua dove è piacevole sostare. A S.Stefano al Mare e a Sanremo è possibile noleggiare biciclette, direttamente lungo la ciclabile. Segnaletica: la ciclopista salvo brevi varianti segue il tracciato della ferrovia. Sicurezza: Il percorso, interamente in sede propria, è protetto dal lato mare e dotato di colonnine di chiamata di soccorso e video sorveglianza. Le gallerie, la più lunga misura 1,7 km, sono illuminate. La buona tavola: La Locomotiva, via C. Queirolo 31, Arma di Taggia, 0184.448715. Bagatto, via Matteotti 145, Sanremo, 0184.531925, nel cuore della città bassa, da provare la crespella di farina di ceci e asparagi. A tavola da 50 Euro. Paolo e Barbara, via Roma 47, Sanremo, 0184.531653, si va per il ‘cappon ma 6

gro’, con almeno 80-90 Euro in tasca. Nuovo Piccolo Mondo, via Piave 7, Sanremo, 0184.509012. Anch’esso in centro, ambiente piccolo, con cucina locale dal conto ‘rilassato’: 35 Euro. Il buon riposo: Pisolo Resort, p.za Colombo 29, Sanremo, 340.8748323, intima sistemazione centrale, con camere insonorizzate e confortevoli. Doppia da 60 Euro. Hotel Globo, via Asquasciati 2, Sanremo, 0184.509485, tre stelle nel centro della città, con una sala affrescata dove riposò Vittorio Emanuele II. Camere doppie da 106 Euro a notte. B&B La Casa di Piera e Alice, corso N.Sauro 59, Sanremo, 320.4253218, ospitalità di famiglia con due camere, bagno e WI-FI. Camera doppia a 35 Euro a persona. Orari di visita dei monumenti: Convento di S. Domenico, p.za Beato Cristoforo, Taggia, dalle 9 alle 11.30 e dalle 15 alle 17.30, tutti i giorni salvo il lunedì, 0184.477278, www.conventosandomenicotaggia.org Internet: www.turismoinliguria.it Da fare in più: la “Via della Costa” (vedi a pagina 9) o cimentarsi in bici lungo la celebre salita del Poggio, tratto strategico della Milano-Sanremo; partecipare ogni anno alla Cycling Riviera Run, una mezza maratona che si sviluppa sul percorso della pista ciclabile del Ponente Ligure; oppure seguire l’itinerario pedonale ‘Sanremo con Italo Calvino’, in appendice a questo volumetto. Scarica il file GPX per il tuo navigatore: http://www.sentieridautore.it/sentieridautore.it/I-BOOKS_GPS.html


Fissiamo dunque la partenza a S. Lorenzo al Mare. Prima però di iniziare a pedalare è bene visitare il borgo con i suoi carrugi. In una piazzetta si svolgono i tornei di pallapugno, o gioco del pallone elastico, una pratica sportiva spettacolare e diffusa nelle Langhe, nel Monferrato e nel Ponente Ligure. Da S. Lorenzo si parte subito con una lunga galleria: 1500 metri sotto la roccia, con i segni del suo trascorso utilizzo ferroviario. La costa ligure è una successione di quadri d’ambiente diversi in pochi chilometri. A tratti scoscesi e solitari si alternano abitati che miracolosamente sono stati esenti dal contagio edilizio che ha colpito la costa ligure. Così è di S. Stefano al Mare, col suo carrugio interno, stretto fra le alte case in pietra. Ma è la vista del mare a rendere seducente il percorso. Le onde, quando il mare è mosso, si infrangono sugli scogli e il pulviscolo d’acqua raggiunge la pista. Mirto, rosmarino, cocomero asinino fanno compagnia a esotici come l’agave e la palma da dattero. Le serre dei fiori, per le quali la zona va famosa, restano in alto, sopra l’Aurelia, aggrappate alle colline. Qualche uliveto lambisce il mare; fu la coltura che, fin dal XII secolo, diede forma e armonia al paesaggio costiero ligure con le sue ‘fasce’, i muri, le gradonate, i caselli in pietra. La ‘taggiasca’ è la varietà di olive più apprezzata e rimanda ad Arma di Taggia che si raggiunge dopo 12 km dalla partenza. Arma - ricordano Edward e Margaret Berry nel loro viaggio Alla porta occidentale d’Italia (1931) - significa ‘grotta’ nel dialetto ligure e, in effetti, una grande cavità esiste vicino al mare, trasformata nel 1260 in un cappella dedicata alla Madonna dell’Arma. Ora, a Taggia, s’impone una visita alla Quadreria del convento di S. Domenico. Il pregevole edificio, che i ‘tabiesi’ si convinsero a edificare nel 1459 dietro esortazione di padre Cristoforo da Milano, è nobilitato dai dipinti raccolti nell’annessa chiesa e negli altri ambienti interni. I protagonisti sono due artisti di scuola ligure del XV sec. di grande fama: Ludovico Brea e Giovanni Canavesio. Per arrivare al convento occorre lasciare la ciclabile e inoltrarsi per un paio di chilometri nell’entroterra, fino a Taggia. Bussana, sulla collina prospicente il mare, ricorda il terremoto del 23 febbraio 1887. Il paese fu abbandonato e trasferito vicino alla costa. Le rovine furono recuperate 7

In alto, la ciclabile sfila accanto le pertinenze delle ville nobiliari con i loro alberi monumentali. Sotto, un tratto della pista, molto frequentata in ogni stagione dell’anno.


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Nella pagina precedente, una veduta panoramica di Sanremo. In questa pagina, sotto, pattinatori, pedoni e ciclisti condividono lo spazio sulla pista ciclabile.

sul finire degli anni ’50 per opera di alcuni artisti dando vita a una sorta di colonia internazionale con pittori, poeti, scultori, scrittori. Dopo aver scorto, sul poggio, il borgo ricostruito dopo il terribile evento sismico, la ciclabile sottopassa Capo Verde con un’altra breve galleria. Usciti dal portale si è in vista della rada di Sanremo. Un cippo chilometrico superstite indica la distanza progressiva: 129 km da Genova. La ferrovia qui aveva l’ardire di sfilare accanto a lussureggianti giardini e alle ville più nobili della città. Oggi è diventato il modo più piacevole di accedervi, come nel celebre parco di villa Ormond, ricco di essenze rare ed esotiche. L’origine di Sanremo risale al periodo romano poiché qui, dove il torrente Foce si butta nel mare, sorgeva la villa Matuziana, il possedimento della ‘Gens Matucia’, una delle più facoltose famiglie romane stabilitasi in Liguria. Sebbene il toponimo ricordi Remo, in realtà i santi venerati qui furono Siro e soprattutto Romolo, eremita il cui ricordo è rimasto lungamente vivo nella popolazione poiché a lui si dovette la protezione dai barbari e dalla peste. Addirittura si narra che durante un’incursione saracena sarebbe apparso in cielo, armato di una spada

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La luminosa facciata del Casinò Municipale di Sanremo.

fiammeggiante, mettendo scompiglio negli aggressori. Se il lungomare è la facciata ‘borghese’ della città, la Pigna, addossata alla collina, è la parte popolana e multietnica con le sue alte case radunate strette strette come fosse una sola cosa. «Ad ogni curva - ricordano ancora i Berry - si può praticamente scorgere qualcosa di notevole: qui un vecchio negozio con il banco formante parte della facciata, protetto da una solida imposta di legno, là una lastra scolpita o un architrave di marmo nero, dove si trovava un tempo lo stemma di una famiglia nobile; altrove una scalinata conduce giù a qualche vicolo scuro; spesso il colpo d’occhio sulla stretta strada, attraversata da archi di rinforzo contro il terremoto, con strisce soleggiate che interrompono l’oscurità delle case, forma un meraviglioso contrasto di luce e d’ombra». Dalla vecchia stazione di Sanremo, dove negli anni Cinquanta arrivava ogni sabato da Milano il cosiddetto ‘treno dei mariti’ carico di impiegati che raggiungevano le 11


Il porto di Sanremo.

mogli in riviera per passare il fine settimana, riprende il nostro itinerario. La galleria Capo Nero, lunga 1700 metri, era stata predisposta per ricevere un secondo binario; sulla volta sono stati collocati dei pannelli che rievocano la gara ciclistica Milano - Sanremo, mentre la segnaletica orizzontale prende una colorazione rosa in omaggio al Giro d’Italia. Parallela a questa galleria, ma più vicina al mare ne esiste una seconda, risalente all’originario tracciato del 1872 a un solo binario. La galleria sbocca a Ospedaletti, il cui nome rimanda all’ospizio per pellegrini voluto per ringraziamento da uno scampato naufragio del nobile provenzale Fulcone di Villaret. Siamo all’inizio del XIV secolo ma il momento di gloria dell’abitato giunse dopo il 1860 quando, su consiglio del medico personale, l’imperatrice di Russia Maria Alexandrovna iniziò a frequentare il borgo di pescatori trasformandolo in una lussuosa località di soggiorno. Esempi per tutti villa Sultana, edificio fine ottocentesco che ospitò il primo casinò italiano, o il corso Regina Margherita ornato da palme ed eucalipti. La ciclabile termina a Ospedaletti con la speranza di farla arrivare presto a Ventimiglia. 12


La Via della Costa 83 km – Partenza: Cervo (Imperia) Arrivo: Ponte S.Luigi (confine di Stato) Se non siete del tutto predisposti per la bicicletta o se volete alternarla con un po’ di trekking ecco pronta la Via della Costa, itinerario nato fra il 2006 e il 2007, lungo le tracce delle strade medievali che, lungo la Liguria di Ponente, portavano i pellegrini alla lontana meta di Santiago di Compostella. La famosa conchiglia è il simbolo e il segnavia di questo piacevole e facile ‘trekking’ di mare. Attrezzato dal Servizio Parchi della Provincia di Imperia segue il profilo marittimo da Cervo al confine con la Francia per una lunghezza di 83 km, frazionabili in 6 tappe di 6 ore di marcia ciascuna. Ha i grossi vantaggi di essere percorribile in ogni stagione dell’anno per via del clima favorevole, di non affrontare lunghe salite, di stare vicino agli abitati e alle fermate dei mezzi pubblici. Essendo via di pellegrinaggio tocca le pievi del Ponente ligure, soprattutto le belle e fastose chiese barocche che sono il vanto artistico di questa terra. Di notte si alloggia in albergo o negli ostelli consigliati per pellegrini. Info: Provincia di Imperia, Servizio Parchi, http://www.viadellacosta.it

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UNA PASSEGGIATA A SANREMO CON ITALO CALVINO

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ono cresciuto in una cittadina che era piuttosto diversa dal resto dell’Italia, ai tempi in cui ero bambino: San Remo, a quei tempi ancora popolata di vecchi inglesi, granduchi russi, gente eccentrica e cosmopolita», dice della sua città Italo Calvino, uno dei grandi scrittori italiani del secolo scorso. Questo breve itinerario va alla ricerca dei ‘suoi’ luoghi, ma dovrà nasconderne alcuni, ormai destituiti d’identità nel marasma edilizio che ha colpito la bella ‘città dei fiori’. Non andremo, per esempio, alla ricerca dell’orto dei Calvino, su per la ‘strada di S.Giovanni’, umiliato dai piloni dell’autostrada. Faremo un giro fra i ricordi giovanili dello scrittore, partendo dal rondò Garibaldi, all’estremità di levante della città. Imbocchiamo via Volta e andiamo alla ricerca della villa dei Calvino. La troviamo salendo a destra per una viuzza (via Meridiana). La villa, al civico 82, andava nota per il lussureggiante giardino esotico (il padre di Calvino era agronomo e la madre botanica). Oggi pare ammutolita nel soffocante abbraccio di alti condomini che le tolgono il sole. Tornati in via Volta si procede per via Roglio salendo alla Pigna, il nucleo storico della città, addossato a un colle. L’ingresso avviene per la cosiddetta porta Bugiarda, un nome singolare che si riferisce forse al fatto che una volta superatala ci si trovava in dubbio su quale direzione seguire nella molteplicità di vicoli, alcuni dei quali senza uscita. In seguito prese il nome di Porta del Roglio da una voce del dialetto ligure, riferibile alla corrente dei ‘beudi’ che dalle colline dell’entroterra portavano acqua ai molini e ai frantoi del borgo. Archi, scalinate, pieghe e stretti pertugi fra le pareti delle case disegnano questo caratteristico quartiere. «Per arrivare fino in fondo al vicolo», scrive Calvino ne Il sentiero dei nidi di ragno, «i raggi del sole devono scendere diritti rasente le fredde pareti, tenute discoste a forza di arcate che traversano la striscia d’azzurro carico». In alcuni casi lo spazio disponibile per le abitazioni era talmente ristretto che si ingegnarono delle soluzioni 15

Se non siete in bici o se avete trovato il modo di parcheggiarla al sicuro potete aggiungere all’escursione sulla pista ciclabile una passeggiata a Sanremo alla scoperta dei luoghi della gioventù di Italo Calvino: dal cinema degli svaghi domenicali, al Porto Vecchio, al Casinò fra i nobili e i principi decaduti. Tempo di percorrenza: 2 ore. Dislivello: circa 100 metri. Iat Sanremo, Palazzo Riviera, via Nuvoloni 1, 0184.59059, www.visitrivieradeifiori.it

Nella pagina accanto, le cupole della Chiesa Russa di Sanremo.


La facciata del Cinema Centrale di Sanremo.

pensili al di sopra dei vicoli pedonali. Si sale per i carrugi fino al giardino a terrazze dedicato alla Regina Elena, consorte del re Vittorio Emanuele II e ‘habitué’ della riviera, che occupa buona parte delle memorie storiche sanremesi; qui infatti sorgeva il castello, demolito nel 1754 dai genovesi per non dare difese alle ribellioni; inoltre vi erano anche le case più alte della Pigna, rovinate con il terremoto del 1887. L’intero spazio, lasciato all’abbandono, fu convertito in lussureggiante giardino a partire dal 1890. Salendo per le terrazze del giardino si arriva infine sul luminoso santuario della Madonna della Costa, bella opera barocca. Da qui si domina la città e si abbraccia l’orizzonte del Mar Ligure. Se aperto vale la visita interna

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La raccolta completa delle opere di Italo Calvino sta in ‘Romanzi e racconti’ (a cura di M.Barenghi e B.Falcetto), nella collana ‘I Meridiani’, Mondadori, Milano 1991, 2 voll a 60 Euro ciascuno. Le singole opere di Calvino sono disponibili anche nella collana ‘Oscar Mondadori’. Un’intervista a Calvino, fatta da Maria Corti, dove lo scrittore rievoca i suoi trascorsi a Sanremo è inclusa nel volume ‘Saggi 19451985’, sempre nella collana ‘I Meridiani’, Mondadori, Milano 1995, 120 Euro.

Il santuario della Madonna della Costa sull’altura di Sanremo.

per la dovizia di opere d’arte, un repertorio firmato da valenti artisti sei-settecenteschi: Domenico Fiasella, Bartolomeo Guidobono, Anton Maria Maragliano, Giacomo Antonio Boni. A quest’ultimo si ascrive la decorazione della volta del presbiterio. Ma la Pigna richiama di nuovo la nostra curiosità e si scende per altri vicoli, fino a piazza dei Dolori, dove s’innalza il Palazzo civico antico, al cui interno sta l’oratorio di S.Sebastiano, eretto quale ex-voto per la salvezza dalla pestilenza del 1502 e al quale originariamente era intitolata la piazza. Sul lato verso il mare si mostrano i blasoni di Genova (croce rossa in campo bianco) e di Sanremo (leone rampante su una palma), ma l’insegna più curiosa è la finta lapide che campeggia all’ingresso dell’oratorio dove si intima al popolo di non orinare o sporcare sotto il portico del palazzo. Nel Palazzo civico risiedeva il Podestà, inviato da Genova. Di fronte a questo palazzo si trova la residenza 17

Nella pagina seguente, alcune immagini del quartiere storico di Sanremo, la Pigna con alcuni particolare della bella pavimentazione stradale a ciottoli e mattoni.


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Una veduta panoramica del porto turistico di Sanremo. Nella pagina seguente, la palazzata che corona piazza Cassini.

settecentesca dei nobili Gentile-Spinola. Quindi si esce per porta S. Stefano. Vale la pena notare come, in realtà, quello delle porte urbiche sia un sistema che, nella Pigna, si replica a breve distanza per tre volte: la prima, relativa alla cerchia muraria del 1321 (come scritto sulla lapide d’ingresso); la seconda, che corrisponde a un accesso di epoca tardomedievale (XV secolo); la terza, e ultima, ovvero la porta del XVI secolo, controllato da un torre che preavvisava di eventuali e temute incursioni piratesche. Si giunge in piazza Cassini, con la chiesa dei Padri Gesuiti. Accanto, in piazza Nota, una lapide con il volto dello scrittore identifica il liceo nel quale studiò. La targa ricorda anche l’esperienza partigiana di Calvino, rievocata nel libro Ultimo viene il corvo. Ora, attraversando in basso piazza Eroi Sanremesi, si percorre via Faraldi nell’animazione commerciale. All’incrocio con corso Matteotti, sulla destra, si trova subito il cinema Centrale, degno rappresentante delle architetture per lo spettacolo realizzate in Riviera a cavallo fra ‘8 e ‘900, con le decorazioni floreali di Galileo Chini. Era il luogo di svago pomeridiano di Calvino, affascinato dalla cupola mobile della sala che negli intermezzi delle proiezioni lasciava trasparire uno spicchio di cielo, «col lento passare di una nuvola che poteva pur giungere da altri continenti, da altri secoli».

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Se si continua per corso Matteotti si affianca il casinò, anch’esso citato dallo scrittore. Più avanti, sulla destra, più alte delle palme che la circondano, spiccano le guglie policrome della chiesa Russa. Ora si traversa la via e si avvicina il mare. La Passeggiata Imperatrice, dedicata all’imperatrice di Russia Maria Alexandrovna, soggiornante in riviera fra il 1874 e il 1875, era il ritrovo di Calvino e dei suoi amici. Trattenendoci vicino alla costa, si passa la vecchia stazione, nodo della pista ciclabile realizzata sulla ex-ferrovia, e si raggiuge, oltre il Forte di S. Tecla, il porto Vecchio. Si può passeggiare sul molo per avere una veduta della città dal mare. Calvino trascorse qui la sua prima notte fuori casa: «Il mare non luccicava, lo si sentiva solo allo sciacquio contro la viscida murata del molo, e all’antico odore. Un’onda lenta lavorava gli scogli. Davanti alla prigione camminavano le guardie carcerarie. Mi sedetti sul molo, in un punto riparato dall’aria. Davanti a me c’era la città con le sue incerte luci». Per tornare nella vivacità cittadina si possono traversare le nascoste piazzette Sardi e Bresca. Per via Gaudio si esce su corso Matteotti, da cui, verso destra, si raggiunge il teatro Ariston, sede del Festival della canzone italiana, poi piazza Colombo e il Rondò Garibaldi da cui eravamo partiti.

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ANCORA SULLA VECCHIA FERROVIA DA VARAZZE A COGOLETO

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ulla Riviera di Ponente la sostituzione della ferrovia (la nuova linea è in galleria) offre opportunità turistiche e un diverso modo di apprezzare la linea di costa. Anche da Varazze a Cogoleto, come sulla Riviera dei Fiori a Sanremo, si cammina o si pedala dove una volta correva il treno. Dalla stazione Fs di Varazze, imboccando via S.Rocco s’inizia a percorrere il ‘carrugio’ centrale della cittadina, fra case strette e alte, dai vivaci colori. Il nucleo antico era nel Medioevo cinto da mura e possedeva ben cinque porte. Inoltre aveva due sobborghi esterni: Solaro a levante, Borghetto a Ponente. A un tratto s’incontra, sulla sinistra, la piazza dove prospetta la bella collegiata di S.Ambrogio, del 1535 ma riconfigurata nel 1666 (la facciata nel 1914). Della precedente chiesa resta il maestoso campanile lombardo in laterizio. All’uscita di Varazze si passa accanto alla chiesa di S.Caterina, del sec. XVII. Dietro la chiesa, presso il dancing Nautilus (viale Europa) prende avvio la passeggiata sulla ex- sede ferroviaria. Lasciate le case che affacciano al mare, il tracciato si protende lungo la costa fra scogli e rocce, denominate localmente ‘Bianchi e Neri’ per via del loro colore. In passato costituivano punti di riferimento per i naviganti. Al chilometro 3 s’incontra la prima di una serie di brevi gallerie. Sono la testimonianza più pregnante della cessata ferrovia. Carlo Emilio Gadda lasciò belle parole su di esse: «Sbucato dalla galleria delle Pievi, l’elettrico scivola già col pantografo dentro il fornice buio della successiva, portandovi la sua corsa inderogabile, illividita da scintille violette». Si notano, nonostante l’oscurità, le garitte ricavate nelle pareti del tunnel, le placche in ceramica con indicazioni di servizio, le mensole della linea ae24


rea. Lungo il percorso s’incontrano anche alcuni caselli cantonieri. Si riconoscono perchè riportano sulle pareti le distanze chilometriche della linea. Tutta la fascia costiera, dal mare fin sulle colline, era in passato pertinenza agraria del castello della famiglia Invrea, impiantatasi sulle terre di un monastero femminile dipendente dalla badia di Tiglieto. Il suo paesaggio, modellato a fasce e oggi purtroppo quasi del tutto irriconoscibile, fu lodato e descritto da molti viaggiatori ottocenteschi. Il percorso pedonale si chiude al ponte sul torrente Arrestra, all’ingresso nel comune di Cogoleto e confine fra le province di Savona e di Genova. Si attraversa la via Aurelia e si segue ancora l’ex-ferrovia, ora su strada asfaltata e con due ulteriori gallerie, fino a fiancheggiare l’attuale scalo ferroviario. Avendo tempo si può indugiare a Cogoleto, il cui disegno riprende quello tipico del borgo costiero ligure con la vecchia strada litoranea interna al caseggiato e i vari vicoli trasversali, un tempo collegati al mare e detti ‘scali’. Una radicata tradizione sostiene che qui sia nato Cristoforo Colombo, cui è dedicato un monumento nel centro storico.

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Difficoltà: bassa. Durata: 1 ora e 30 minuti. Lunghezza: 5,7 km. Dislivello: insensibile. Segnavia: pannelli illustrativi. Partenza: Varazze. Si raggiunge da Genova con i treni della linea per Ventimiglia. Arrivo: Cogoleto, collegata a Genova con gli stessi treni. Dove mangiare: a Cogoleto, trattoria Speremmü Ben, via Aurelia di Ponente 14, 010.9182250. Contatti utili: Ufficio IAT Varazze, 010.935043.

Tromp-l’oeil e vive colorazioni identificano le case del centro storico di Varazze.


... E DA VARAZZE A ALBISSOLA

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a riconversione della ex-ferrovia litoranea procede compatibilmente con la realizzazione della nuova variante nell’entroterra e con la disponibilità del vecchio sedime. Così, nel tratto fra Varazze e Albissola non si può ancora dire che esista un percorso ciclo-pedonale completo, anche se, con qualche piccolo artificio, fra marciapiedi e lungomare è possibile collegare le due frequentate località. Dal centro di Varazze si segue l’asse dorsale composto dal vecchio tracciato della Via Aurelia, ora via Coda, interno al caseggiato. Giunti all’estremità di ponente, presso il porto turistico, si segue il sentiero-giardino che corre accanto, ma separato dalla strada statale 1, fino alla Punta della Batteria, o Capo Aspera. Come si può notare, la vecchia galleria ferroviaria, che sottopassava il capo, qui non è stata ancora recuperata. Dopodiché si prosegue sul marciapiede che costeggia, sul lato a mare, la via Aurelia avendo di fronte i mastodontici edifici, in abbandono, dell’Opera Bergamasca, uno dei più eclatanti esempi ottocenteschi di istituzione sociale a favore della gioventù. La struttura, aperta

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Itinerario lungo la Riviera di Ponente. Attenzione! In bicicletta non è possibile transitare sui marciapiedi (mantenersi lungo la via Aurelia) ed evitare a Celle la salita alla Crocetta per via di una scalinata (anche qui mantenersi sulla via Aurelia. Difficoltà: bassa. Durata (a piedi): 1 ora e 30 minuti. Lunghezza: 7,6 km. Dislivello: 40 metri. Partenza: Varazze. Si raggiunge da Genova con i treni della linea per Ventimiglia. Arrivo: Albissola Marina, collegata a Genova con gli stessi treni. Contatti utili: Ufficio IAT Varazze, 010.935043.


nel 1895, si proponeva di «favorire i bambini e le bambine nella cura preventiva più efficace contro quelle disposizioni morbose che ne inceppano il loro sano ed integro sviluppo». Nei suoi padiglioni furono accolti negli anni migliaia di bambini trasportati qui dalla provincia bergamasca con treni speciali per gli agognati ‘bagni di mare’. Vari enti ma anche aziende private come l’Italcementi provvedettero al suo mantenimento fino al 2004. Il profilo costiero è impervio con scogliere che si protendono nel mare. A tratti si scorge la vecchia linea ferroviaria che sottopassata l’Aurelia si avvicina al mare alternando alcune gallerie. Di fatto, aggirata anche Punta dell’Olmo, con la sua minuscola cala ed entrati nel comune di Celle Ligure, si scopre che si può scendere sul vecchio tracciato, finalmente recuperato a passeggiata lungomare. L’altra sorpresa è che nella prima galleria, dei Piani di Celle, intitolata agli ‘Artisti della matematica’, sono affisse alle pareti delle curiose e intriganti opere dove i numeri fanno da soggetto conduttore. All’uscita dalla galleria, ormai nella zona balneare di Celle, si attraversa l’Aurelia per seguire l’alberato lungomare. Quando la collina però si avvicina alla spiaggia si consiglia un percorso alternativo (non accessibile in bicicletta), sul tracciato della vecchia strada romana,

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In alto, la piazza Jacopo Beato a Varazze. Sotto, una veduta generale del porto turistico e dell’abitato.


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che passava più in alto rispetto all’attuale. Si riattraversa l’Aurelia e si imbocca via Crocetta salendo verso la Madonnina. In pratica si resta paralleli alla via Aurelia, ma circa una trentina di metri più in alto, fra lussuose ville con giardini di piante esotiche. Splendida la vista sul mare - verso ponente si scorge Capo Noli - e numerosi i dettagli decorativi che accompagnano la bella passeggiata. Una scalinata riporta quindi al livello basso e una passerella evita di traversare a raso la Via Aurelia. Si entra così nel nucleo storico di Celle Ligure. A partire dalla chiesa di Nostra Signora della Consolazione, con il caratteristico intonaco a bande bianche e turchine, si protende l’asse stradale storico delle vie Ghiglino e Aicardi lungo il quale, nei secoli, si addossarono due schiere di caseggiato: uno rivolto verso il mare, ma poi condizionato dal passaggio della ferrovia, ora convertita a lungomare; l’altro rivolto verso l’entroterra con gli spazi per gli orti e i frutteti. Qualche arco passante collega ancora le due schiere e rivela, con la vivace cromia delle facciate e l’animazione commerciale, un bello spaccato di borgo ligure. Giunti all’estremità di ponente del lungo arenile di Celle, ci si trova di fronte alla collina dei Bottini, una tozza emergenza di puddinga entra la quale fu scavata la galleria ferroviaria, non ancora recuperata. Bisogna pertanto tornare sull’Aurelia fortunatamente dotata di una 29

Orari di visita dei monumenti: villa Faraggiana, Albissola Marina, 019.480622, aperta nei pomeriggi da marzo a settembre, chiusa il lunedì, www. villafaraggiana.it Dove mangiare: a Celle Ligure, ristorante Mosé, via Federico Colla 30, 019.991560; a Albissola Marina, L’ostaja, piazza Della Concordia 3, 019.4002451

Nella pagina accanto, la facciata della collegiata di S.Ambrogio a Varazze. Sotto la discesa verso il centro storico di Celle da via Crocetta.


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piacevole passeggiata pedonale, sul lato a mare con piazzaletti che aprono il panorama sull’intera cornice di Celle. Superata cala Cravieu col suo porticciolo si procede a lungo accanto alla statale i cui cippi chilometrici riportano ormai un’enorme distanza dal punto di partenza, a piazza Venezia a Roma: 565, 566, 567... In questo tratto, fra l’altro, il sedime della ferrovia è stato utilizzato per l’ampliamento della strada. Finalmente, giunti al vertice del contrafforte che scende dal Bric Pecorile, presso l’hotel Torre, si riconosce nuovamente il vecchio tracciato ferroviario, appena uscito da una galleria, e di nuovo reso agibile a pedoni e ciclisti: una scaletta consente di raggiungerlo dall’Aurelia. Ovviamente anche qui a tratti scoperti si alternano tratti in galleria. Anche la lunga galleria Rossello, che sottopassa il capo di Albissola, è stata arricchita da spunti

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Nella pagina accanto, alcune delle opere scultoree realizzate dagli Artisti della matematica nella galleria dei Piani di Celle. Qui sotto, l’arenile di Celle Ligure. Nella pagina seguente, la pista ciclo-pedonale all’imbocco della galleria Rossello.

La funicolare dei Bottini A Celle Ligure i villeggianti arrivarono intorno al 1830, quando una decina di ospiti si stabilì nel palazzo della famiglia Bottini. Questa famiglia genovese possedeva a Celle molti terreni, in particolare nella collina a ponente dell’abitato, rivestita dalla pineta. Poco redditizia l’agricoltura si pensò di valorizzare la zona all’inizio del Novecento con una lottizzazione a villini, molti dei quali in pregevole stile floreali. Unica pecca: la mancanza di una strada per arrivarvi. Fu così che si avanzò un progetto di funicolare elettrica direttamente collegata con le propaggini del centro storico per vincere un dislivello con la collina di circa 50 metri. Entrata in funzione intorno al 1920, ebbe vita breve. Alla metà degli anni Trenta, una strada ne sostituì la funzione.


decorativi, questa volta poetici composte su ceramiche affisse alle pareti. Ed eccoci infine spuntare ad Albissola con il suo bel litorale e i suoi nuclei, a partire da Capo. La passeggiata sulla ex-ferrovia, abbellita da ceramiche colorate a ricordo della maggiore attività locale, resta un poco rilevata e consente di occhieggiare nei giardini e nei frutteti o di accedere facilmente alle spiagge per una sosta distensiva. Si giunge così al piazzale della ex-stazione con l’edificio ancora presente e al ponte pedonale sul torrente Sansobbia che unsice Albissola Superiore ad Albissola Marina. Avendo tempo non si deve tralasciare una visita a villa Faraggiana, qualche centinaia di metri nell’entroterra. È un edificio settecentesco, circondato da un prezioso giardino all’italiana, rimasto - cosa rara - nell’aspetto di quando fu costruito. Le sue sale, per la ricchezza degli arredi, la finezza dei pavimenti e dei mobili, le sculture e i quadri, sono un vero e proprio museo d’arte.

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Gli itinerari di cycle! sono anche su IBooks nello Store ITunes di Apple a partire da 0.99 Euro Alcuni titoli disponibili: - La pista ciclabile della Val Brembana - La Lungavia delle Dolomiti - La ciclabile Menaggio - Porlezza - L’ex-ferrovia Malnate-Grandate - Mele e vecchi binari nel Pinerolese - La pista ciclabile della Val Ganna - La tramvia di Oropa - L’Ipposidra nel Parco del Ticino - La Guidovia della Madonna della Guardia - Il trenino della Val di Fiemme - La ciclabile della Val Venosta - La ciclabile della Valsugana - La ciclabile del Lago di Varese - Il sentiero ferroviario del Lötschberg


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