ODISSEA MINIMA
MARCELLO TOMA
ODISSE A MINIMA
di Giuseppe Raniolo
Psicologo, Direttore dell’IIPG di Catania
Il mistero dell’uomo si cela nelle viscere della mente, nell’inconscio. Un luogo non-luogo, fuori dallo spazio e dal tempo. Acquatico e abissale. Fummo, prima di nascere, abitatori di acque originarie, ancestrali, primordiali, materne. In quelle acque siamo stati ogni uomo e ogni essere vivente. È nell’acqua che imparammo a sognare. Venire al mondo ha cambiato la nostra natura: noi, esseri per nove mesi acquatici, siamo diventati terrestri. Eppure portiamo dentro di noi il mondo che ci ospitò diventato adesso il mare in cui ci immergiamo quando sogniamo e quando fantastichiamo. Il nostro vivere, che è sempre un muoverci nel tempo e nello spazio, comprende la ricerca di una meta che solo illusoriamente collochiamo nelle vie del mondo ma che in fondo è un’ Itaca interiore. Il nostro vivere comprende un ritorno in un luogo originario senza tempo e senza spazio dove ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere stato convivono con ciò che abbiamo solamente fantasticato. Le viscere della mente, le circonvoluzioni cerebrali, gli intestini, il Labirinto, gli ingranaggi - budella meccaniche -, hanno tutti qualcosa in comune: somatico, psichico, minerale e metallico cercano di somigliarsi ed evocano associazioni che li assimilano l’uno all’altro. È il mostro ad abitare il labirinto, e la paura, percorrendolo, è di incontrarlo anche perché potremmo essere noi stessi il mostro che temiamo, e potremmo amare ed odiare, al contempo, il luogo che abitiamo. Così incomprensibile, contiene tuttavia il fascino della perdita e della deriva. Un luogo che probabilmente abbiamo costruito noi stessi. E così siamo nel contempo Teseo, il Minotauro e Dedalo. Mi piace pensare che Dedalo abbia progettato e realizzato un sottomarino. L’avrebbe costruito per ripescare almeno il corpo del figlio, di quell’Icaro che volò arrogantemente troppo in alto, verso il sole che lo punì precipitandolo in mare.
Nei dipinti di Marcello Toma, gli interni del sottomarino, il mezzo con il quale raggiungere gli abissi, si offrono in una sospensione che li assimila all’inconscio e quindi all’abisso stesso ma reso asfittico e opprimente seppure bello. Evocano l’acqua, l’ambiente in cui dovrebbero essere immersi, ma non la mostrano. Quello che ci mostra Marcello Toma è un sottomarino orfano dell’abisso che gli dà il nome, che ci mostra il proprio interno in cui regna un’armonia di forme enigmatiche, che esalta la sua funzione ostentando la sua nudità e l’asetticità del suo grigio corpo metallico. Un interno che attira e respinge, rifugio e prigione, che rende claustrofilici e claustrofobici. È in questa sonda degli abissi, sospesa in un nulla che la comprende, è all’interno di un sottomarino che guarda a se stesso e non all’acqua che dovrebbe attraversare e in cui dovrebbe inabissarsi, che si manifestano degli apporti, apparizioni salvifiche, frammenti certi di una vita certa. Foto, strumenti, oggetti, piante e animali che donano vitalità, narrazione, storia ad un ambiente in cui altrimenti si assisterebbe alla vittoria dell’inerte e dell’inorganico. La comparsa della vita, dell’azione, delle pratiche, del gioco, delle memorie, assicura al sottomarino una funzione evocativa che lo rende “sfondo” della nostra ricerca di uomini (quell’oppressione da cui siamo tristemente attratti, che ci ammalia e ci fa perdere a noi stessi) mentre “figura” diventano quei segni, simboli, allegorie che danno senso alla nostra vita, il frutto autentico della nostra ricerca. Essi costituiscono il tesoro che riportiamo ad Itaca. (Catania, 24/5/2017)
ITACA
di Constantinos Kavafis*
Se Itaca è la meta del tuo viaggio formula voti sia una lunga via; peripezie e scoperte la gremiscono. Lestrigoni, Ciclopi, e di Poseidone accessi d’ira escludili. Renderli vani è in te se via facendo col pensiero li domini, se carne e spirito risucchi la vertigine. Mai vedresti Lestrigoni e Ciclopi se Psiche in te non li generasse, né L’ irascibile Poseidone ti sbatterebbe se Psiche in te non lo drizzasse orrendo.
Ma nelle città egizie tu errabondo viandante agli eruditi rivolgiti, e da loro impara impara senza fine. Della tua mente avrai stella polare Itaca-sempre. Là devi approdare, termine ultimo tuo prescritto. Il viaggio fallo anni durare, ritorna vecchio nella tua isola, gli accumulati lungo la via tesori li sbarcherai con te, perché da Itaca ricchezze non puoi sperare.
Voglila lunga, la via. E i mattini d’estate mai finiscano in cui ti accolgano finora ignoti porti che di dolcezze ti sfiniscano. A ogni suk dei Fenici sosterai, ci farai begli acquisti di coralli, di madreperle, d’ebani, di ambre, e di profumi che stordiscano pigliane a sacchi, di più godrai.
Il dono di Itaca è il viaggio che fu bello. Senza di lei, per te, quale cammino? E null’altro sarà il suo dare. Pur così povera mai ti avrà deluso. Ora tu sei di vita e di sapienza talmente ricco! E certo non ti è ignoto il senso che ogni Itaca tramanda.
* in Constantinos Kavafis, Un’ombra fuggitiva di piacere, a cura di Guido Ceronetti, Adelphi Edizioni, Milano 2004
MARCELLO TOMA
ODISSEA MINIMA
Cercando, cercando sempre, però cercando fuori da me stesso. (I. Allende, Il piano infinito)
SCARTO
GENESI
RADICI
LABILITÀ
SINCRONICITÀ
RICERCA
RIMEDI
BASI
ALTROVE
TARGET
ROTTA
MEMORIA
ELENCO DELLE OPERE
SC ARTO olio su tela - 150 x 100 cm GENESI gouache e olio su tela - 60 x 70 cm R ADICI gouache e olio su tela - 80 x 60 cm L ABILITÀ gouache e olio su tela - 70 x 60 cm SINCRONICITÀ gouache e olio su tela - 80 x 60 cm RICERC A dittico - olio su tela - 150 x 200 cm RIMEDI gouache e olio su tela - 60 x 80 cm BA SI gouache e olio su tela - 70 x 50 cm ALTROVE gouache e olio su tela - 60 x 60 cm TARGET gouache e olio su tela - 60 x 50 cm ROT TA olio su tela - 100 x 150 cm MEMORIA gouache e olio su tela - 50 x 40 cm
Foto delle opere: Livio Ninni Grafica: Emporio Creativo Torino
MARCELLO TOMA Laureato in architettura a Firenze nel 1987, ormai pittore a tempo pieno. Da qualche anno sviluppa una poetica legata alla contrapposizione tra l’oggetto meccanico, nelle sue mille sfaccettature, e l’animo umano con il complesso delle relazioni che sono alla base dell’esperienza quotidiana. Presente in varie collezioni private e alcuni musei, nel 2011 pubblica, insieme ad altri artisti, “Roma visionaria”, a cura di Lucia Collarile. Attualmente lavora a Torino, dopo lunghe esperienze lavorative a Firenze e Roma.
MOSTRE PRINCIPALI 2016 FIL ROUGE, Collettiva, Palazzo Risolo, Specchia (LE) SYNCRONIC-ART 3, Collettiva, Palazzo Ducale, Martano (LE) 2015 FORMATO RIDOTTO, Collettiva, Galleria Prencipe, Roma PAESAGGISMI, con S. Bolcato, Evasioni Art Gallery, Roma TINY BIENNALE, Collettiva, Gallery of art, Temple University, Roma 2014 SYNCRONIC-ART 2, Collettiva, Urban Center, Martano (LE) ARTE IN ATTESA, Personale, Studio associato Mussumeci-Russo, Roma EURITMICA, con S. Garrisi, Palazzo Micheli-Gorgoni, Galatina (LE) 2013 Da che pArte stai?, Collettiva, Spazio 120 Gallery, Roma 2012 ROMA VISIONARIA, Collettiva, Area10 Design, Roma ZEN ARTE vol.135, Personale, Zen Sushi Restaurant, Milano GIANICOLENSE 420, Collettiva, Art Gallery, Temple University, Roma INAUGURAZIONE MUSEO MAMEC, Collettiva, Cerreto Laziale (RM) 2011 IL GIOCO DELL’INGRANAGGIO (con Stefano Bolcato), Galleria Triphé, Cortona (AR) 2010 TESSERE O NON TESSERE, Collettiva, Castello Estense, Ferrara 2009 MONOCROMIE, Collettiva, Galleria La Pergola, Firenze [...]
ODISSEA MINIMA MARCELLO TOMA
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