Revista Mosaico Italiano nº 11

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Istituto ItaLiano di CuLtura Editora Comunita Rio de Janeiro - Brasil www.comunitaitaliana.com.br mosaico@comunitaitaliana.com.br Oirettore dell'IIC

Franco Vicenzotti fditore

Pietro Petraglia

Supervisore Giuseppe D'Angelo GrafieD ALberto

(aNa tho

Maria lugia Magnavitta Galeffi; Maria Lizete dos Santos; Anita Gullo (UFRJ); Mauro Porro (UFBA); Gina Galeffi (ABPI); Opazia (UFF); Luigi de Felippo (ACIB); Doris Nat;a CavaUari (USP); Antus Venturi; Milva Scorpioni; Sonia Cristina Reis (UfRJ); "rcangelo Carrera; Fabrizio Fassio; Clistiana (OCCO (UFF); Paola Micheli; Giuseppe O'AngeLo; Maria Pace (hiavari; Giuzy D'ALconzo; Hilario Antonio Amaral (UNESP); Flora De Paoli Faria (UFRJ)

Affonso Romano de Sant'Anna;

Marina Colasanti; Marco Lucchesi; Giovanni Meo Zilio; Maria Elena Kiinher; Alberto Asor Rosa; franco Vicenzotti; Sergio MicheLi; Pietro PetragLia; Luciana Stegagno l>icchio; Dacia Maraini; Francesco ALberoni; Giacomo Marramao

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, Editora Cornu nita Ltda .

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Eugenio Montale Commento a "Dora Markus" 13 ann i (e si sente) Ie ho dato una conclusione, se non un

centro») il personaggio femminile non piu la fantomalica Dora, ma proprio Gerti: a lei che occupa la seconda parte di Dora M. 10 Dora non I'ho mai conosciuta; feci quel primo pezza di poesia per invito di Bobi Bazlen che mi mando Ie gambe di lei in fotografia » (Iettera a Silvio Guarnieri del 1964). II complicato intrecciarsi di proiezioni fantastiche e psichiche che presiede alI'accidentata gestazione della lirica fa di Dora Markus uno dei componimenti piu misteriosi e segreti, ma anche piu ricchi di oggetti-simbolo e di

e

L

a lirica consta di due parti distinte, scritle a molti anni di distanza I'una dall'altra: la prima parte risaIe infatti al 1928, 0 al 1926, menlre la seconda del 1939. Per comprendere la complessa origine della poesia, necessaria richiamare alcuni dati biografici dell'autore. Montale non conosceva, ne conobbe mai, Dora Markus: aveva solo vislo una fotografia delle sue gambe, inviatagli dall'amico Bobi Bazlen col seguente biglietto datato 25 settembre 1928: «Gerti e Carlo: bene. A Trieste, loro ospite, un'a mica di Gerti, con delle gambe meravigliose. Faile una poesia. Si chiama Dora Markus •. La data del biglietto spingerebbe ad ascrivere al 1928 la prima parte della lirica, ma Montale sosteneva di averla scritta due anni prima, nel 1926, senza riuscire a concluderla (<<e I'inizio di una poesia che non fu mai ne finita ne pubblicata e non 10 sara maf,,). La Gerti nominata da Bazlen Gerti Frankel Tolazzi, una signora di Graz che Montale conosceva bene e che nel 1928 gli ispiro la poesia Carnevale di Gerti, compresa anch'essa nelle Occasioni. Nell'immaginario del poeta la sconosciuta Dora fini con I'assimilarsi a Gerti, tanto vero che quando nel 1939 Montale decise di ritornare su Dora Markus (<<Alia distanza di

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«occasioni» taciute e infine

risolte in una disperata e buia visione della rea Ita del 1939, con gli orrori che la storia stava preparando - deWintera produzione montal iana. RIFLESSIONI SUL TESTO

~.I~q ~

nel loro rapporto con la realta. Arsenio ancora alia ricerca di una via d'U5cita, di un mutamento rispetto a quel «troppo nolo I delirio ... d'immobilita» fatlo presagire dal tempora-

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Ie imminente; e nel momen10 in cui il temporale giunge,

sperimenta dolorosamente la propria incapacita di calarsi in una nuova e piu aulentica dimensione, a causa della resistenza opposta dalle «radici » che «(con se trascina, viscide, non mai I svelte», e quindi dalla sua stessa storia di individuo. Dora invece appare animata da un'inquietudine che rimane in superficie (proprio come da superficiali variazioni di colore dipende I' «iridare» delle scaglie / della triglia moribonda), mentre il suo euore un lago / d'indifferenza. Ogni speranza di mutamento per lei spenta, e il suo destino quello di brancolare senza meta attirata come una falena dalla luce dei fari, afferrandosi per sopravvivere all'incerta fede in qualche inutile amuleto. Non sembra arbitrario insomma vedere in Dora Markus un Arsenio dopo il temporale, riafferrato dall' «onda antica» della vita di sempre e ormai dimentico di ogni tensione a individuare A segno di un'altra orbita»: il «fantasma che ti salva» degli Ossi ormai ridotlo a un topo bianco, / d'avorfo. La sviluppo logico della visione del mondo montaliana sembrerebbe percio indicare per Dora Markus una datazione posteriore al 1927, anno in cui il poeta scrisse Arsenio, e dunque confermare la testimonianza offerta dal biglietlo di Bobi Bazlen citato sopra, in base al quale la composizione della prima parte della lirica dovrebbe collocarsi dopo iI setlembre 1928.

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Abbiamo gia visto come Dora Markus sia un personaggio sostanzialmente di fantasia, un mito poelico. La questione della conlroversa datazione della prima parte della lirica potrebbe acquisire nuove prospettive proprio alia luce della correlazione fra Dora e un altro personaggio di fantasia comparso nella seconda edizione degli Ossi di seppia, Arsenio. Ammesso che ambedue i personaggi siano proiezioni della soggeltivita del poeta (e certo sarebbe difficile negarlo), interessante cogliere i differenti atteggiamenti che essi rivelano

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(VDe Caprio, S.Giovanardi "I testi della letteratura italiana" Ed.Einaudi . Pp 911-916)


~ ,~"c:;q t--;..;..;---------~.p:.=:_---FAI RITORNARE CARNEVALE!

Aspetta il vento la mi a danza mentre corro sull a strada; " Hai visto com 'e in crespato il mare?." "Che fred do v iene dai monti! " Abbracc iati usciamo e Ie nostre mani cerca no un ca lore anti co . So che mi aspettano i coriandoli . .. Q ualcosa ancora trema sull a pell e, Lasc ia che meUa I'oro sui capelli e un trucco mi accenda il viso". Lasc ia che rida guardandomi all o specchi o come un atto re nel suo ca merin o e che sia un a vertigine la fo li a quando estasi ata m i amm ira, Nei mascheroni a pi edi di ca rtapesta co lorata tra pi cco le fessure du e occhi tristi guardano e s' illumin ano. "Com' e breve la gioia di essere! .. " Fa che ti veda ancora come un a stell a lumin osa nel tuo vestito di paill ettes mentre mi muovo ondul ata tra i festoni ross i e viola lun go i balconi. " Fai ritornare il Ca rneva le ! . .." Di etro Ie nostre maschere seri e c'e un vi so che ride nell e ca nzoni che ritornano sempre uguali e timide co me i pensieri nuovi.

Luisella Vasilico


-;::::=======:;------.......;.;;..;..;;.;;..;;.;;..;~_t ,~Ic,q ~ Ecco che cosa ti aspetta • se VUOI• Insegnare all' universita Francesco A lberoni *

a camera universitaria, che

L

dovrebbe allevare individui Ilben e creatlvl, In Italia produce dipendenza, incertezza e servilismo. Nel sistema economica chi non si trova bene in una

impresa se ne cerca un'altra, ed ogni impresa sceglie la persona pill adatta ai suoi scapi. Nell'universita

no. Perche anche se, formal mente, ci sona moltissimi atenei,

e come

se ce ne fosse uno solo. Tutti i programmi sona centralizzati e,

per ogni materia, tutti i professori vengono scelti da un unico gruppo di potere nazionale. II laureato, di sol ito, incomincia la carriera universitaria con un Assegno di Ricerca. Decide una Commissione

Giudicatrice, In realta Ie il professore che presenta il suo candidato, e i suoi colleghi 10 promuovono in quanto lui promette di promuovere uno dei loro. Cos) il giovane incomincia a lavorare con quel ÂŤmaestroÂť da cui dipendera, d'ora

in avanti, tutto il suo futuro. Dopo

Ie ricerche gradite ai superiori, 10 autorizzeranno a partecipare al Concorso di Professore Associato. Anche questa Commissione Giudicatrice Nazionale viene eletta dallo stesso Gruppo di Potere che ha scelto quella del concorso precedente. Ed ha gia stabilito, in anticipo, chi vincera e chi no. Supponiamo che 10 facciano vincere. E' sui 45 anni e deve fare altri tre anni per avere la conferma. Quindi pazienza e prudenza. Passa altro tempo e, al nostro amico, resta solo I'ultima tappa, quella di Professore Ordinario, la pill difficile. Ora deve assolutamente essere nella cordata giusta, aver dato Ie giuste garanzie politiche, non avere nemici ed essere stato inserito con malta

anticipo nell'elenco di coloro che saranno promossi. Se si

e compor-

tato proprio per bene puo farcela, entro i 55 anni. PiG i soliti tre anni per la conferma. Cos), verso i sessant'anni, sara finalmente libero di creare e di scrivere quello che pensa, prima di andare in pensione a 65.

di alcuni anni, gli

Signor ministro, mi creda, oggi chi fa

dicono di prepararsi al Concorso Statale per diventare Ricercatore. Qui la commissione Ie eletta da tutti i professori italiani della mate-

carriera universitaria in Italia come un cane tenuto al guinzaglio per tutta la vita. Una condizione umiliante.

ria con un meccanismo elettorale

malvagi, sono sbagliate Ie regole, Ie

complicatissimo. Che, pero, Ie governato da un ristretto gruppo di potere politicamente orientato, e decide in anticipo chi dovra essere promosso e chi no. Percio al nostro giovane andra bene solo se i I suo maestro inserito nella cordata giusta. Mettiamo che riesca. Ora Ie diventato Ricercatore. Ha circa 35 anni, uno stipendio da fame e deve aspettare tre anni per la conferma. Tre anni sulIe spine. Ma Ie la regola: deve sempre sentirsi sotto giudizio, chinare la testa, fare il bravo. Dopo qualche anno, se ha fatto

istituzioni. L'autonomia non esiste, la concorrenza non esiste, Ie elezioni

un tirocinio

e

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Ma non sono gli uomini ad essere

del Cun e delle commissioni dei cancorsi nazionali sono manovrate.

Negli Stati Uniti i professori Ii scelgono Ie Universita in base aile loro esigenze. Percio un bravo ricercatore puo fare una carriera folgorante. Quando Watson e Crick hanno scoperto I'elica del Dna e hanno preso il premio Nobel, Crick era giovanissima e nemmeno dottore. Oa noi no.

Per questo c'le la fuga dei cervelli, Ie personal ita pill creative lasciano I'universita, e i professori di valore sono amareggiati e senza fiducia.


II Governo regionale veneto ha dato inizio al riscatto nella identita originaria dei suoi discendenti di emigrati Giovanni Meo Zilio Veg"; a calame !!.'

S

i sono conclusi con grande successo i primi tre corsi di lingua e cultura veneta presso Ie Universita Brasiliane di Caxias do Sui e di Erexim (Stato di Rio Grande do Sui - Brasile) oltre che presso il Circo10 Veneto di Santa Maria (nello stesso Stato) patrocinato dalla locale universita. E' la prima volta nella storia delle lingua padane che una di esse viene insegnata a livello universitario in un paese straniero. Cia costituisce un precedente "rivoluzionario" nel mondo accademico nazionale e internazionale. I corsi sono stati frequentati soprattutto da discendenti di veneti di terza, quarta e quinta generazione che hanno conservato per pili di cento anni, a livel10 familiare e comunitario, il ricordo e la nostalgia della lingua dei lora padri la quale a sua volta stata parlata per pili di mille anni nel territorio della Serenissima Repubblica Veneta. La riscoperta della lora lingua, questa volta addirittura a livello

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universitario, concorre a consolidare e salvaguardare la coscienza della loro identita storica, culturale e sociale che da sempre ha caratterizzato in modo peculiare i nostri popoli. I vecchi emigranti del XIX secolo che han no trapiantato eroicamente nelle foresle brasiliane dell'epoca usi, costumi e tradizioni che in parte perdurano tutt'oggi non avrebbero mai immagi nato che la loro lingua, considerata fino a pochi decenni fa lingua di emarginati e di poveracci potesse arrivare sui banchi dell'universita e diventare modello esemplare per I'insegnamento delle altre lingue regionali. II merito di questa grossa operazione culturale che avra risonanza storica soprattutto delIa "Associazione Federale Padani nel Mondo" (Presidente Gianpaolo Gobbo e Vicepresidente Vicario Archimede Bontempi) che ne ha preso la coraggiosa iniziativa e della Regione Veneto che I'ha immediatamente finanziata. L' Associazione

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ha messo a disposizione i propri specialisti e ne ha gestito la complessa organizzazione didattica e la Regione Veneto ha acquisito un ulteriore credito nei riguardi dei propri corregionali. Essa non manchera di assicurare il suo indispensabi Ie sostegno finanziario e i I costante appoggio dei propri assessorati competenti (soprattutto quello all'Emigrazione e quello della Cultura e della Identita) agli sviluppi della esemplare operazione. E' auspicabi Ie che accanto all'insegnamento e alia diffusione della lingua nazionale italiana vengano creati corsi di lingua e cu Itura delle altre etnie italiane di grande tradizione come ad esempio il friulano 0 il siciliano 0 il sardo. In questo modo si valorizzerebbero e si salverebbero Ie diverse identita culturali che insieme concorrono a formare e a valorizzare la stessa identita ital iana. Giovanni Meo Zilio Pres. Onorario della "A.F.P.M."


A Festa da Esperam;a

Festa della Speranza

DI AMELIA SPARANO

Traduzione dell'autrice

Efemera migalha no infinito sinto-me nucleo e centro do universo. Eu e todos nos vivos protagonistas no sonho da existencia. Medimos 0 incessante fluir do tempo no pulsar do relogio

Effimero nonnulla spersa nell'infinito nell'intimo mi sento centro dell'universo. 10 e tutti noi vivi protagon isti del sogno singolare della vita E pretendiamo cantrollare il fluido tempo nel ritmico tie tac dell'orologio

minutos horas

vinte e quatro horas uma noite e um dia um rodopio do planeta piao E os nossos dias tem nome sete numa semana,

E nome os doze meses que perfazem um ano. uma volta completa do piao sempre em redor de seu astro de luz Numeramos as anos Hoje dois mil e quatro. Mas quantas, quantas voltas o orbitante planeta completou ? A partir de que dial Primeiro de Janeiro eo inicio imaginario de um novo ana decretado por nosso calendario. Euma pagina branca de uma agenda a preencher e um caminho que se abre um principio de vida, ilusorio e benefico que nos promete flores. Ea festa da esperan~a e nos anima a prosseguir sonhando.

minuti secondi e primi ore

ventiquattr'ore un girotondo della trottola terra E diamo nome a sette giorni nome a dodici mesi ehe eompletano un an no un giro del pianeta intorno al sole. E numeriamo gli anni. Oggi primo gennaio camineia il duemila quattro. Quante quante parabole I'orbitante pianeta ha gia compiuto? A partire da che giorno? Celebriamo un'inizio immaginario decretato dal nostro calendario Capodanno rituale festa della speranza illusorio e benefico rinnovo. Pagine bianehe di un'agenda intatta vaga promessa di giorni migliori nuovo cammino che promette fiori e ci rallegra e sprona a prosseguire sognando. Auguri a tutti. E spandiamo speranze a mani piene.

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~ ~.I~q t-....;;;.;,;;.;;.,;.,;,;,.;.;;;:;,.;,....-----------Campare cent' anni Umberto Eco rna dove si andra a finire con la globalizzazione, rna con minore frequenza riflettiamo sui fatto che 10 svi luppo massimo raggiunto dall'umanita (e in questo campo I'accelerazione supera

hi ssa quanti ricordano ancora la poesia di De Amicis: "Non sempre il tempo la belta cancel la - 0 la sfioran Ie lacrime e gli affani; - mia madre ha sessent'anni, - e pill la guardo e pill mi sembra bella". Non un inno alia bellezza femminile, ma alia pieta figlia Ie. Pieta che oggi dovrebbe spostarsi sulla frontiera dei novant'anni, perche una signora si sessa nta, se appena in buona sa lute, si presenta ancora fresca e attivissima - e, se poi ha falto ri corso al chirurgo plastico -, dimostra vent'anni di meno. Peraltro ricordo che quando era ragazzo mi dicevo che non era giusto superare i sessant'anni, perch" dopo sarebbe stato terribile sopravvivere acciaccato, bavoso e demente in un ricovera per poveri vecchi. E quando pensavo al Duemila mi dicevo che sl, teste Dante, avrei potuto vivere sino ai settanta e quindi arrivare sino al 2002, ma era un'ipotesi si molto remota e di rado si raggiungeva quella venerabile eta. Ci riflettevo qualche anno fa quando ho incontrato. Hans Gadamer che aveva gia cento anni, era venuto da lontano per un convegno e mangiava a tavola con gusto. Gli ho chiesto come stava e lui mi ha risposto con un sorriso quasi mesto che gl i facevano male Ie gam be. Veniva voglia di prenderlo a schiaffi per tanta ilare impudenza (infatti vissuto benissimo ancora due ann i). Noi continuiamo a pensare di vivere in un'epoca dove la tecnica sta facendo passi da gigante ogni giorno, ci chiedia-

C

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quella di ogni altra impresa) Ie I'allungamen to dell'eta media. In fondo, che I'uomo avrebbe potuto dominare la natura, 10 aveva oscuramente compreso it troglodita che era riu sc ito a produrre artificialmente it

fuoco, per non dire di quel nastra

antenato

piu maturo

che ha inventato la ruota. Che potessimo costruire un giorna macchine volanti 10 dicevano

gia Ruggero bacone, Leonardo e Cyrano di Bergerac; che si sarebbe arrivati a moltiplicare la velocita dei nostri spostamenti era chiaro dall'invenzione del vapore; che avremmo avuto la

luce elettrica si poteva supporre sin dai tempi di Volta. Ma per secoli gli uomini hanna sognato invano I'elisir di lunga vita e la fontana dell'eterna giovinezza. Net Medioevo esistevano ottimi mulini a vento (ancor buoni oggi per produrre energia alternativa) rna c' era una chiesa dove, chi ci andava

in pellegrinaggio, poteva ottenere it miracolo di vivere sino a quarant'anni. Siamo andati sulla luna pili di trent'anni fa e non riusciamo ancora ad andare su

Marte,

mentre ai tempi dello sbarco lunare una persona di settant'anni era arrivata alia fine della sua vita mentre oggi (infarto e cancro a parte) ha speranze non irragionevoli di arrivare ai novanta. Insomma, il grande progressa (se di progresso vogl iamo parlale) Ie stato nel campo della vita pill che in quello dei computer. I computer era no gia annunciati della macchina calcolatrice di Pascal, che morto a trentanove anni ed era gia una bella eta. Perallro Alessandro Magno e Catullo sano morti a trentatr'; anni, Mozart a trentasei, Cho-

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pin a trentanove, Spinoza a quarantaci nque, San Tommaso a quarantanove, Shakespeare e Fichte a cinquantadue, Cartesio a cinquantaquattro, Hegel, vecchiss imo, a sessantuno. Molti dei problemi che dobbiamo affrontare oggi dipendono dall'allungamento della vita media. Non sto solo parlando delle pensioni. Anche I' imensa migrazione del Terzo mondo verso i paesi occidentali nasce certamente dal fatto che qui milioni di persone sperano di trovare cibo, lavoro e tutto quel10 che promettono cinema e televisione, ma cercano anche di raggiungere un mondo dove 5i vive pill a lungo - e comunque di fuggire da uno dove si muore troppo presto. Eppure (anche se non ho Ie statistiche sottomano) credo che la somma che spendiamo per Ie ricerche gerontologiche e la medicina preventiva sia infinitamente minore di quella che spendiamo per la tecnologia bellica e per quella informatica, per non dire che sappiamo abbastanza bene come distruggere una citta e come trasportare I'informazione a basso costo, rna non abbiamo ancora idee precise su come conciliare benessere collettivo, avenire del giovani, sovrappopolazione del globo e alungamento della vita. Un giovane puo pensare che il progresso quello che gli consente di emettere messaggini col cellulare 0 volare a poco prezzo a New York, mentre il fatto stupefacente (e iI problema irrisol to) Ie che si prepari, quando va bene, a diventare adu lto a quarant'anni mentre i suoi antenati 10 diventavano a sedici. Certamente bisogna ringraziare Iddio 0 la sorte perch" viviamo pill a lungo, ma dobbiamo affrontare questo problema come uno dei piu drammatici del nostra tempo, non come un fatto pacifico. Guarda cosa si deve fare per campare ...

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~ngua, la perla dei Colli Euganei, nel settecentesimo anniversario della nascita del Petrarca

P

rima 0 dopo un Geografo e Storico della letteratura

italiana, sutla scia degli in¡

segnamenti di Carlo Dionisotti e Franco Moretti dovra scrivere un saggio definitivo sull'importanza dei Colli Euganei come centri ispiratori della grande letteratura di origine veneta: se infatti costume parlare della " linea lom-

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barda nella letteratura italiana" (da Carlo Dossi a Carlo Gadda, passando per Arrigo Baito) 0 di "Trieste e la tradizione mitteleuropea" (da Scipio Slataper a Bazlen, da Italo Svevo a Umberto Saba ecc) altrettanlo giusto ricordare che all'interno del piccolo Parco dei Colli Euganei hanna data opere di grandissimo valore letterario il greeD - veneto Ugo Foscolo che qui, a leolo, ha seritto il manifesto del romanticisma italiano che tanto successo ebbe presso gli adolescenti del tempo " Le ultime lettere di lacapo Ortis" e qui a una decina di chilometri, nella Abbazia Benedettina del tredicesimo secolo

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di Praglia in un anna di tatale concentrazione ed auto analisi il Fogazzaro scrisse quel grande romanzo intimistieo borghese di forte impronta cattolica che " II piccolo mondo antico", in prossimita del luogo dove quasi duemila anni prima il grande storieo romano Tito Livio aveva scritto i suoi fondamentali saggi; rna last but not least nel vicinissimo delizioso paesino di perfetto stampo medioevale di Arqua tra vigneti ed uliveti sparsi nei colli declinanti Francesco Petrarca ha seritto opere poetiche immortali nella splendida villa generosamente regalata gli dalla potenle famiglia dei Carraresi che allora governava con pugno di ferro rna con grande sensibilita per Ie arti e la cuitura, la citta di Padova ed il suo contado. Oi recente una splendida mostra curata da Sgarbi ha evidenziato come il '300 a Padova abbia anticipato il Rinascimento italiano. I Carraresi fecero della Padova del '300 uno splendido centro di produzione culturale sponsorizzando scultori come iI Donatelia, pittari come Giotto e Jacopo D' Avanza e finanziando generosamente il Bo', l'Universita di Padova che era sorta alia fine del 200 da una costola delI'Universita di Bologna. II Petrarca andb a vivere nella splendida casa offert.gli dai Carraresi nel 1369, vi mort nel 18 luglio 1374. I suoi resti sono sepolti neli'arca - sarcolago, nel cortile della Cattedrale di stile

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romanico che da un aspetto ancora piu serioso e raccolto alia Piazza rettangolare caratterizzata dall'imponente e severa architettura sempre romanica. Nel settecentesimo anniversario della nascita del Poeta, sembrava giusto esa ltare la deli ziosa cittadina che si arrampica tra i Colli Euganei con una incredibile ricchezza di flora mediterranea legata al dolcissima clima tra cui 5i impongono oliveti e vigneti che creane d'autunno un tripudio di colori dal giall0 all'amaranto al marrone, di primavera dal bianco al rosa in una allegra e gioiosa esplosione di ciliegi. Arqua, che ovviamente dalI'autore del "Canzoniere" che ha ispirato la rinascita di IUIta la poesia moderna europea, dalla Pleiade francese (Ou Bellay, Pier Ronsard ecc) ai poeti tedeschi ed ingles! movimento poeti'conatll l'Europa come giustamenle

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____________________~~~~~~~~~co~

ricordare infatti che anche se

nel suo "The Western Canon" il grande critico letterario americana Harold Bloom ha identificato Dante Aligh ieri come il

vertice massimo espresso da ll a poesia occidenta le, I'influenza del Pelrarca sugl i svi luppi paelici europei fu malta piu importante forse anche perc he i ve rtici raggiunti da Dante Alighier i erano ta li da scoraggiare possibil i im itatori con esclusione (arse de l grande John Millon che nel suo "Paradise Lost" esprime devotamente il suo tributa al nastra grande Dante. Per turta questa era giusto che Arqua assumesse il nome di Arqua Petrarca. Le migliaia di amanti della poesia che van na costa ntemente ad esprimere il lora omaggio meditando nei pressi del sarcafaga di Arqua, per poi ri foci llarsi nel le sp lendide trattorie in cui si difende la vecchia tradizione veneta del "magnar ben e del bever meio" (in una tr ipudiante sagra eli Uri si e bisi", "bigoi aa padova na", " ri soto ai ca nastrei", " ri soto al nero de sepia", "riso co i tarresani", "bacca la alia vicentina", " baccala mantecado", "sarde en saar", " paenta e asei", " mussa ca a polenta", carne de cava la cal

cl intan" ecc, ecc, ecc,) il tutta innaffiato can i ricchi vi ni D.O.C 10ca li, il Rosso ed il Bianca dei Colli Euganei, sono una prova coslante che il fascino dei sonetti del naslra poeta continua imperterrita nel tempo. A riprova dell'amore imperituro per

il Petrarca, varrei far seguire una composizione dell'amica e paeta veneto Luigi Cerantola ispirata per I'appunto ad Arqua ed all 'autare del "Canzoniere". (Quadra)


Ettore Finazzi-Agro esiste una figur giucome la Ie itima sw;pi(:ioIJe - ed siste, stan do aile decisioni r centi del nostro parlamento -, ebbene io vi incorrerei stasera. Vale percio la pen a che io confessi subito la mia colpa: i I fatto stesso che io sia qu i a parlare dell' opera poetica di Marco mi rende legittimamente sospettabile, percM di Marco sono amico - non so se fraterno 0 paterno, data la differenza d'eta - da molti anni. A lui mi uniscono ricordi e complicita, letture e brani di esistenza che fanno data da una sera lontana a Rio de Janeiro, quando, quasi per caso, mi recai ad assistere ad una sua conferenza presso il centro culturale del Banco do

Brasil. Noi universitari siama in genere smaliziati, a volte cinici, ed e difficile che ci lasciamo sedurre dai discor5i altrui (noi ci viviamo, ci nutriamo, ci giochiamo con Ie parole ... ), ma accade a volte, raramente, che si possa rimanere incantati dalla grazia sublime di un ragionamento inaspettato, di un approccio particolarmente originale, di una totale, folgorante illuminazione di un tema che ci pareva scontato e che ritroviamo invece,

Ii,

davanti a noi, spogliato di ogni superfetazione critica, di ogni luogo comune, restituito al suo nitore iniziale, alia sua mirabile essenza. Equesta cia che mi accadde quella sera, assistendo alia conferenza di Marco: la scoperta di una

verita nuda e semplice, come sempre semplice (non banale, ma semplice) e senza veli dovrebbe essere la verita della letteratura. Feci, alia fine, una domanda dichiarando il mio nome e, con mio grande stu pore, Marco - con un atteggiamento che scoprii, poi, essere pro-

fondamente suo - dichiaro gioiosamente, con una simpatia inattesa, di aver letto Ie mie cose, dicendosi molto felice di incontrarmi in quel modo. Felice fu, in effetti, varie quell'incontro che si volte ripetuto, in Italia 0 in Brasile (ricordo, soprattutto, una passeggiata che sembrava non aver fine suli'Avenida Atlantica, animata da una di-

e

scussione che noi volevamo

che non finisse mail. Oi fatto, iI nostro dialogo e continuato fino ad oggi, fra pause apparentemente interminabili e gioiose, a volte casuali, occasioni

di

incontro, mentre io

ho continuato a leggere i suoi testi, con una assiduita che prolungava la sua presenza e rinsaldava la mia stima nei suoi confronti. Nel frattempo, com' era da attendersi - 0, almeno, come io mi aspettavo fin dalI'inizio - , Marco

e diventato

uno dei poeti brasiliani pili noti, apprezzati, premiati. Questo, per la verita, Ie soltanto uno degli aspetti della sua attivita, una delle forme nelle quali si manifesta il suo "multiforme ingegno", anche se forse la forma nel quale esso si dichiara nella maniera pia compiuta - di quella com-

e

piutezza sempre sui punto di compiersi che e propria delIa poesia. Cia che stupisce, di fatto, in Marco e non solo I'ampiezza dei suoi impegni culturali (traduttore, critico, direttore di riviste, studioso di lingue) ma anche la sua capacita di transitare attraverso tali impegni, mantenendo una coerenza di fondo, un rigore ed una capacita di esprimersi nella pluralita che ha pochi paragoni, che io sappia, nel mondo. Tanto per fare un esempio: chi conosco io, chi voi conoscete che possa curare I'edizione delle opere (quasi) complete di Leopardi in lingua portoghese, organizzare un'antologia di poeti russi del '900 e comporre poesie in arabo? Marco ha fatto tutto questo e molto, molto altro ancora, pur mantenendosi, a

tutt'oggi, a distanza di sicurezza dai 40 anni! Oi fronte a tale variet. di interessi e a tale precocita di realizzazioni, il primo 50spetto potrebbe essere quel10 del dilettantismo. Ma un sospetto che puo sfiorare sol tanto chi non abbia letto Ie sue poesie, consultato i suoi studi, verificato Ie sue tradu-

e

zioni che, per contro, non su-

scitano la minima impressione di superficial ita, essen do, per contro, tutte opere di altissimo valore. E allora bisogna forse andare piu in profondit. e cercare di cogliere nella varieta, nella pluralita delle pratiche la singolarita e la specific ita di un autore che vive e si alimenta proprio della eterogeneita. Si potreb


be quasi dire che per capire Marco bisogna collocarsi in quell a situazione "triviale" evocata da Roland Barthes -

bisogna, cioe, attestarsi

agli incroci (ai trivi, appunto) nei quali precariamente converge e si dipana una verita plurale che poi quell a delIa cultura, nel suo sensa pill ampio. Per soffermarmi ancora per un attimo su Barthes (cui Marco somiglia, almena per quel che concerne la sua attenzione stupita verso quel sensa che si cifra e si decifra incessantemente nella scrittura - la funzione ermeneutica che per iI critico francese svolse i I giapponese e che per lui e stata svolta dali'arabo, suo inatteso "impero dei segni"), per citare, allora, ancora una definizione che Barthes ha data della scrittore (del grande scrittore), bisogna dire che la forza che contraddistingue la pratica artistica e culturale di Marco e proprio la sua capacita di "spostarsi", di "trasferirsi la dove non si attesi" . Ecco, per cercare di definire compiutamente I'attivita svolta dal mio caro Amico fino ad oggi, per cercare una logica unitaria nella diversita

e

e

e ampiezza dei suoi interessi,

si deve a mio parere partire da tale esigenza di spostarsi verso I'inatteso, di eludere ogni presa e ogni pretesa di comprensione, che deriva, a sua volta, da una consapevolezza acuta della trasversalita dei sa peri e dei linguaggi che Ii esprimono. Se fossi percio obbligato a dare un'idea semplice, a proclamare la nuda verit. della sua scrittura, potrei solo appellarmi a questa continua ulteriorita del sensa che gli si e rivelata fin dalI'inizio e che egli ha pervicacemente inseguito, a questa suo dimorare nel passaggio tra istanze arlistico-culturali differenti, a questa divagante attenzione verso un centro

che e ovunque e puo darsi che non sia mai da nessuna parte. II suo mirabile impegno, di fatto, la sua sublime 05sessione quella di arrivare a scoprire e a dar canto di questa eccentric a essenzialita, di questa inspiegabile gia da sempre spiegato e ancora sempre da decifrare, di questa piegatura del reale che trascorre e si dispiega nella diversita delle forme, nella misteriosa latenza del se-

e

gno e del sensa - sorretto sempre da una prodigiosa preparazione culturale e da una curiosita senza fine, rna consapevole, altresl, che il suo patrimonio di letture e di conoscenze 10 sospinge fatalmente verso cia che non si

da a leggere se non in modo en igmatico, verso quell' Assoluto che, dimorando nelle pieghe del reale e del linguaggio che 10 esprime, continuamente si offre e si nega alia conoscenza umana. Cia di cui oggi dobbiamo discutere, la poesia che siamo chiamati a commentare mi

si presenta percio solo come la traccia di una ricerca in-

terminata, sempre sui punta di compiersi e mai compiuta, vista che essa esclude, dalI'inizio, il raggiungimento del suo oggetto - mi si prospetta, infine, come 10 stupefacente arabesco che abita fra noi e cia che (forse) non ci e data di raggiungere. Ma questa, ancora una volta, e solo la semplice, grandiosa, nuda verit" della poesia 0, almeno, la mia trivia Ie, pre-

caria relazione can il Vera che in essa continuamente

intravedo e che continuamente mi fugge ...


- Scusi, infcrmicra. da Quan· do esercita qu c.!.to meslicre?

- Lei deve capire che nessuna banca seria puo preslare diedmila eura a chi ne ha veramente bisogno ..

CRUCIVERBA VERTICAU

ORIZZONTAll 1. cosa .. 6 . La civilta di Maorr,etlo. 11 . CittA spagnola. 14. In che modo. 15. Lo a il Lussemburgo. 17. In saguito, piu tardio 18. Blocoo par appunli. 19. Inil . di Leoncavallo. 21 . Invio di denaro. 23. Un calcolo ... presumibila. 24. Nella sera. 25. Convito, simposio. 27. L'antica strada che porta da Roma a TIVoli. 29. Una voee verbale .. anagrafica. 30. Cani ... che addentano. 31 . Nota musicale. 32. Scrittore latino. 33. La prima e I'ultima di venluno. 34. Strumanto musicale. 35. L'Amora dei Greci. 36. N on c'a nel pane azzimo. 39. Iniz. di Petro lini. 41. Meandro fluvia le. 42. Ordine d'arresto. 45. Lellera greca. 47. E sinonimo di coraggio. SO. Circonda I'abitato. 52. Nome di ra di NONegia. 53. Awarbio di tempo. 54. Provincia del Lazio. 56. Cortao in centro .. 57, II capolavoro lellerario di Petronio (y "'" i) . 59. Un ... po' di timidezza. 60. Un ossa del torace. 61. Caralleristica marina. 62. La sano i connazionali di Aralat. 64. Un trallo di fiume

2. 3. 4. 5. 7. 8. 9. 10. 12. 13. 16. 17. 20. 21. 22. 23. 24. 26. 28 . 29. 31. 34. 37. 38. 40. 43. 44.

46. 48. 49. 51 . 55. 57.

pericoloso. 65, 66, 67. 68. 69. 70. 71 .

58. 61 . 62. 63. 64. 67. 69.

Sigla di Trento. Relativa all'eros. Trtolo onorifico (abbrev.). Intemo in breve. Preposizione semplice. II Sacra .. . calice. Celere, motto veloee .

; Aveva canto occhil II capoluogo pugliese. Articolo lemminile. Resa piu tranquilla dal damatore. Lavorano con il grimaldello. Affluente della Garonna. Ballo coreografico. Pronome personale. Si festeggiano ... agni tanto. GenUini, reali, veri. Cosl finiscono molte let· tere spedite ai giomali. Pubblica Sicurezza. Nola musicale. II bottino del ladri. Lantano parente. Un tipo di minutl. Congiunziane latina. Indovinello ... radiotelevisivo. la cilia "Datta" (sIgle) . Parte del discorso. Massa ... infelice . Arnese del calzolaio. Combattono sul~e barricate. Prime in olandese. La una ... che non se ne intende. la fine della g;ornala. Una sostanza chimica. Ugo, Maresc;allo d'ltatia. Breve postilla, piccola chiosa a margine. Cos] detto il borsaiolo. Industria di Ivrea. Sler;!ita, secchezza. Per satire e scendere daU'aereo. Gravare di un'imposta. Creatura infernale. II "tello del mondo". tnollro, spedizione. Simbolo del calcio. Pranome relativo. Sigla di La Spezia.

e

e

~.•. JB!l! I~J: ~.,.h.~ .: . '. . ... .

_ ,",on l.eltf<.mar<o.l'ho trovato!

I'ron{o, parlo con l"Ala.ka?. le dico buongiorno

Clli"nqu~

Ie. "a.

LEONARDO DA VINCI Come tutti gli uomini anch'egli ebbe e suoi l imiti e Ie sue debolezze. L'i nesauribile curisita, la febbre di novita, la sma nia di perfezione gli impedirono di real izzare gl' innu merevoli progetti sc ientific i e di condurre a termi ne Ie opere pittoriche. L'ambizione 10 porto a cambia r padrone con eccesiva disinvo ltura e a metersi al servizio d i quello di turno. Era un adulatore cui piaceva essere adulato, amava il denaro e iI lusso. ~~~~~;;::=;::;:

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