Marco Ambrosi
Marco Ambrosi progetto e ritratti
Siamo tutti stranieri Il libro che avete fra le mani documenta parzialmente “Con questa faccia da straniero”, il progetto ideato da Marco Ambrosi e realizzato per la seconda volta nel quartiere Veronetta in Verona dall’Associazione Culturale Dèsegni, nell’ambito della “Festa del Buon Vicinato”, una articolata manifestazione finalizzata a far incontrare “vecchi” e “nuovi” veronesi. Veronetta è il quartiere scaligero dalla popolazione più variegata: genti da tutto il mondo lo rendono vivo con le loro lingue, le attività commerciali, i diversi usi, i costumi tradizionali spesso indossati nel quotidiano a testimoniare composta nostalgia e orgogliosa identità. Per due anni di seguito, in una domenica di settembre, la piazza davanti alla chiesa di Santa Toscana è diventata il centro di un magnifico trambusto generato da persone di ogni provenienza e cultura, accomunate dal piacere di mescolare le proprie idee e i propri segni. Parrucchieri, truccatori, sarti, stilisti del quartiere hanno dato vita a un momento di incontro creativo, attivo e giocoso: i cittadini sono stati invitati a entrare in contatto con Lo Straniero mettendosi letteralmente nei suoi panni. Su un set allestito all’interno di uno dei negozi che si affacciano sulla piazza Marco Ambrosi ha ritratto le trasformazioni, fotografando i protagonisti “prima” e “dopo”. Oggi chiunque può scattare fotografie anche con un telefono e condividerle in pochi secondi col resto del mondo: con questo evento si è anche voluto restituire al fotografo e alla sua arte il magico ruolo di tramite fra pubblico e privato, di legame fra lontane intimità. “Prova a metterti nei miei panni!” Chissà quante volte lo abbiamo detto, aggrappandoci a una frase fatta per comunicare al nostro interlocutore la sensazione di non essere compresi, invitandolo con la metafora del cambio d’abito a non giudicarci superficialmente. Con questa faccia da straniero testimonia che coprirsi con stoffe diverse aiuta a scoprirsi curiosamente simili.
Valentina Gramazio copywriter pubblicitaria, giornalista pubblicista e cantante jazz, vive in perenne pendolarismo fisico e mentale fra Lombardia, Veneto e Sicilia. È titolare dell’agenzia di comunicazione Gramazio adv e collabora da molti anni con Marco Ambrosi ideando e realizzando eventi culturali fra i quali “Dissezioni” - http://dissezioni.wordpress.com/ ed “Equilibrismi” - www.equilibrismi.it
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L’associazione culturale Dèsegni è nata nel 2011 da un gruppo di amici che rappresentano svariate professionalità, settori ed interessi: architettura, commercio, antropologia, calligrafia, scrittura, restauro, fotografia, design, insegnamento, danza. Propone eventi ed iniziative per mettere in dialogo le diverse culture, divulgare conoscenza e arricchire le menti; vuole portare cultura e arte fra la gente e ritiene che la bellezza debba appartenere a tutti. Benché sì giovane si è già cimentata in due edizioni di “Con questa faccia da straniero”, nella prima edizione di “Equilibrismi”, e in varie collaborazioni a progetti di altre Associazioni. Associazione Culturale Dèsegni www.desegni.it – info@desegni.it
Marco Ambrosi, fotografo ed animatore, collabora da più di trent’anni con agenzie di pubblicità ed aziende, lavorando con una rete di partner che si occupano di calligrafia, copywriting, musica, gastronomia, graphic e indutrial design, outsider-art. Ha pubblicato, esposto, lavorato in più di quindici paesi. “La fotografia può fare molto più che decorare una parete, vendere un prodotto o documentare un evento: può “cambiare le cose” e la percezione che ne abbiamo. Per questo ho proposto agli amici dell’Associazione Dèsegni di sostenermi in “Con questa faccia da straniero”: con la fotografia abbiamo potuto far incontrare la gente, spingerla a guardarsi e riguardarsi secondo un altro punto di vista, abbiamo potuto farle osservare quanto l’abito fa il monaco e quanto l’abito influenzi il comportamento, nostro e altrui.” Marco Ambrosi, Fotografo http://marcoambrosi.tumblr.com | info@marcoambrosi.it
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Con questa faccia da straniero Questa faccia, mia. Nera. Ma forse non così tanto straniera. La conosco bene. Quando mi guardo allo specchio mi riconosco. Questo sono io. Non mi sento straniero. Conosco la mia storia. Quando mi chiamano con il mio nome mi giro e rispondo quasi sempre “sì”. Questo sono io. Allora faccio fatica a vedermi straniero. A sentirmi straniero. Ad essere straniero. E poi davanti all’altro che non conosco non mi sento straniero. Lo sento straniero. Lui è straniero. Come credo di essere straniero per lui. Siamo tutti e due stranieri. Lo guardo e cerco di conoscerlo. Prendi per esempio la prima volta che vai a casa di una persona. Non la conosci bene. Lei non ti conosce bene. Nella casa in cui entri per la prima volta ti senti straniero. Ma non solo per la casa, anche per quella persona. Perché scoprite la casa insieme. Tu scopri la sua casa con i suoi occhi e lei scopre la sua casa con i tuoi occhi. Come mi comporto davanti a lei? Dove mi siedo? Ho sete, posso chiedere? E lei: mangia maiale? Beve birra? Come faccio a farlo sentire a casa sua? Il disagio è sempre condiviso. Sono andato in Burkina Faso con un amico: mi sono reso conto che guardavo il mio paese con i suoi occhi. Conosco abbastanza bene il mio paese, così almeno credevo. Poi andare nelle strade di Ouaga con lui mi ha portato a guardare e vedere le cose sotto un altro punto di vista. Con una prospettiva diversa: ho riscoperto il mio Burkina Faso. Non scrivo per vivere il conflitto, scrivo per raccontare. Raccontare pezzi di vita. La mia vita. La vita di quelli che incontro. La vita in questo mondo dove tutto scappa. Scrivo per venire verso di te. Cerco di avvicinarmi con la parola. Non so parlare la tua lingua. Per me è sempre un tentativo. Una maniera di chiederti di guardarmi. Di vedermi. Di sentire la mia voce. È perché amo il mondo che scrivo. È perché amo noi in questo mondo. Amo me e l’altro. Quello che non sono. Leggi la mia storia. E quando mi leggerai, ascoltati. Forse sentirai la tua voce. Quella voce che alla fine ti racconterà di me. Io scrivo per conoscerti. Se mi leggi mi conoscerai, ti conoscerai. Vado per un cammino condiviso. Comune a tutti quelli che vivono su questa terra. Che camminano in queste strade. Che sono. Io sono. È quasi un grido: io sono. Io sono questo corpo. Sono questi piedi. Questa maniera di vivere e di pensare. Questo modo di scrivere. Questa maniera di ridere o di piangere. Questa voglia di vivere, di essere. Questa faccia che è mia. E non mi sento straniero.
Cleophas Adrien Dioma è nato a Ouagadougou (Burkina Faso) nel 1972.Vive a Parma. Poeta, fotografo, video documentarista è direttore artistico del Festival Ottobre Africano (www.ottobreafricano.org - cleobibisab@yahoo. com - info@ottobreafricano.org). Collabora con “Internazionale” e “Solidarietà Internazionale”.
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Una giornata particolare
Ana Blagojevic
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Dea Longo
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Antonella Iovino
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Nicol Guerra
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Crina-Alexandra Plugariu
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Carolina Caro
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Maurizio Zanetti
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Progetto grafico Luisa Rama - ramaart@tin.it Calligrafia Laura Toffaletti - laura.toffaletti@gmail.com Ritratti Marco Ambrosi - info@marcoambrosi.it Fotografie di “Una giornata particolare� Ana Blagojevic - anablagojevicvr@gmail.com Carolina Caracciolo - carolina.caracciolo00@gmail.com Dea Longo - camilla.dea@gmail.com Maurizio Zanetti - mauzzann@facebook.com Nicol Guerra - nikipichi@gmail.com Antonella Iovino - cainooo@gmail.com Crina-Alexandra Plugariu Testi Valentina Gramazio - valentina@gramazioadv.com Cleophas Adrien Dioma - cleobibisab@yahoo.com Stampa Greenville, Verona - digiovinephoto@digiovinephoto.it
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Il libro che avete fra le mani documenta “Con questa faccia da straniero”, il progetto ideato da Marco Ambrosi e realizzato in Verona dall’Associazione Culturale Dèsegni.
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