Riabilitazione visiva mediante Biofeedback in paziente con albinismo oculocutaneo Trabucco P1, Carnevale C2, Gerace E2, Rigoni E2 1
Ospedale “S.M.Goretti”- Latina; 2Università degli studi di Roma “Sapienza”- Policlinico Umberto I, Roma
Scopo: valutare i vantaggi della riabilitazione visiva mediante biofeedback, con l’utilizzo di un microperimetro MP-1 in una giovane paziente affetta da albinismo oculocutaneo. Metodi: è stata studiata una ragazza di 14 anni con albinismo oculocutaneo; l’acuità visiva corretta (BCVA) era di 4/10 nell’occhio destro e di 5/10 nell’occhio sinistro; era inoltre presente nistagmo e strabismo. L’esame del segmento anteriore mostrava una pigmentazione iridea blu con alto grado di trasparenza; l’esame del fundus mostrava un’ipopigmentazione retinica. La Microperimetria (MP-1, versione software 1.7.6; Nidek Technologies) è stata eseguita in midriasi farmacologica. E’ stata utilizzata una croce rossa di 2 gradi come target di fissazione, uno sfondo bianco con illuminazione 4 apostlibs, uno stimolo tipo Goldman III con tempo di proiezione di 200 ms e una griglia customizzata di 68 stimoli intorno ai 10 gradi centrati sulla fovea. La strategia di soglia utilizzata era del tipo 4-2-1. La stabilità della fissazione è stata valutata calcolando la bivariate contour ellipse area (BCEA) comprendente il 68% dei punti di fissazione. Sono state quindi eseguite 10 sessioni di riabilitazione della durata di 10 minuti per ciascun occhio, a cadenza settimanale. Risultati: prima del trattamento, la sensibilità retinica media era di 19.3 dB in occhio destro e di 19.7 dB in occhio sinistro; la BCEA era 2.13 deg2 in OD e 1.68 deg2 in OS. Dopo 5 sedute, la sensibilità retinica media era di 19.8 dB in OD e 19.7 in OS; la BCEA era 1.50 deg2 in OD e 1.49 deg2 in OS. Dopo 10 sedute, la sensibilità retinica media era di 19.2 dB in OD e 17.9 dB in OS; la BCEA era 0.73 deg2 in OD e 0.63 deg2 in OS. Non è stata notata una differenza statisticamente significativa della sensibilità retinica media tra prima, durante (5 settimane), e dopo le sedute riabilitative (rispettivamente: p=0.25, p=0.46, p=0.29). Si è invece notata una differenza statisticamente significativa della BCEA tra le 5 e le 10 settimane dopo la riabilitazione (p=0.03). Non sono stati registrati cambiamenti dell’acuità visiva. Conclusioni: i risultati ottenuti nella paziente da noi studiata dimostrano che la riabilitazione tramite biofeedback è stata in grado di migliorare la stabilità della fissazione, con evidente miglioramento nella qualità di vita della paziente; tuttavia, non si sono registrati miglioramenti per quanto riguarda l’acuità visiva e la sensibilità retinica. Inoltre, la terapia con biofeedback è estremamente economica per il paziente e non ha grosse complicanze.