EyeSee 4/2022

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RIVISTA SCIENTIFICA E DI INFORMAZIONE OFTALMOLOGICA FGE S.r.l.-Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca (AT) - Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) - Anno IV - N. 4/2022 - Trimestrale 4/2022 ANNO IV IL NOSTRO FUTURO COMUNE Crisi climatica e sostenibilità: la sfida del millennio per l’oftalmologia IN DETTAGLIO Lettere al Pianeta LARGO AI GIOVANI “Come la digitalizzazione ha migliorato la mia attività chirurgica” INNOVAZIONI Una piccola grande rivoluzione circolare

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Redazione

Timothy Norris

Laura Gaspari, MA redazione@eyeseenews.it www.eyeseenews.it

Pubblicità info@fgeditore.it tel 01411706694

Direttore responsabile Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it

Grafica e impaginazione Cristiano Guenzi

Coordinamento scientifico Vittorio Picardo, MD

Hanno collaborato a questo numero: Amar Agarwal, M.S., FRCS, F.R.C.Ophth

Roberto Bellucci, MD

Lucio Buratto, MD

David F. Chang, MD Martin Dirisamer, MD, PhD Sjoerd Elferink, MD Eleonora Giorgi Farhad Hafezi, MD, PhD, FARVO Nikki Hafezi, MAS IP ETHZ

Richard Packard, MD

Ioannis G. Pallikaris, MD, PhD Andrea Rendina Alessandra Senici Supriya Sriganesh, MD

Marie-José Tassignon, MD, PhD, FEBO Rengaraj Venkatesh DO, DB

Editore

FGE srl – Fabiano Gruppo Editoriale Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) Sede legale: Regione Rivelle, 7 14050 Moasca(AT) Tel 0141/1706694 Fax 0141/856013

Registrazione presso il Tribunale di Asti n. 1/2020 del 05/02/2020

Copia omaggio

EditorialE

CovEr topiC IL NOSTRO FUTURO COMUNE in dEttaglio LETTERE AL PIANETA largo ai giovani “COME LA DIGITALIZZAZIONE HA MIGLIORATO LA MIA ATTIVITÀ CHIRURGICA” innovazioni UNA PICCOLA GRANDE RIVOLUZIONE CIRCOLARE nEwS approfondimEnti PRESENTATA A ROMA LA FONDAZIONE ONESIGHT ESSILORLUXOTTICA ITALIA

GLAUCOMA: TRATTAMENTO TOPICO E DISTURBI DELLA SUPERFICIE OCULARE EvEnti CongrESSuali iniziativE FONDAZIONE ONESIGHT ESSILORLUXOTTICA DALLA PARTE DEI PIÙ DEBOLI nEwS dallE aziEndE

1 Sommario
RIVISTA SCIENTIFICA E DI INFORMAZIONE OFTALMOLOGICA 4/2022 ANNO IV IL NOSTRO FUTURO COMUNE Crisi climatica e sostenibilità: la sfida del millennio per l’oftalmologia IN DETTAGLIO Lettere LARGO AI GIOVANI “Come la digitalizzazione ha migliorato la mia attività chirurgica” INNOVAZIONI Una piccola grande 2 4 14 22 26 28 36 38 42 46 40

LA CHIRURGIA DELLA CATARATTA

E IL SUO IMPATTO AMBIENTALE NEL 21ESIMO SECOLO

LLa chirurgia della cataratta, in particolare quella eseguita nei Paesi sviluppati, rappresenta un problema sempre più importante per il nostro Pianeta. Alla quantità di rifiuti che da essa proviene, con una combinazione eterogenea di imballaggi delle IOL e di oggettistica monouso come camici, farmaci e strumenti, si aggiunge l’impronta di carbonio generata dal costante spostamento di pazienti e medici, determinando un impatto ambientale in costante crescita. Solo di recente abbiamo compreso quali effetti porta l’impronta di carbonio al nostro ecosistema, e, in particolare come potremmo limitarli, proprio grazie al lavoro di diffusione compiuto da istituzioni di eccellenza come Aravind.

che un modello simile a quello degli ospedali Aravind potrebbe essere una soluzione: il riuso dei camici e degli strumenti, il lavaggio dei guanti tra un intervento e l’altro e la presenza di due tavoli operatori per sala operatoria, il lavaggio rapido degli strumenti operatori con l’uso degli autoclave senza attendere l’asciugatura. Là dove sono state adottate, queste misure si sono accompagnate ad una bassissima incidenza di infezioni iatrogene e postoperatorie, molto più basse degli standard britannici e statunitensi.

Tutte le interviste contenute in questo numero sono consultabili collegandosi al sito: www.eyeseenews.it

Molti sono gli elementi della nostra pratica che vanno per lo meno analizzati, a partire dal riuso degli strumenti chirurgici, in contrasto alla consuetudine degli ospedali di fare affidamento sul monouso. Gli studi di costo-efficacia pendono tutti in favore del monouso, ma ciò considera unicamente la questione in termini economici, senza alcun riferimento all’impatto ambientale e alle esternalità ad esso associate.

Oggi si sta iniziando a pensare

Tuttavia, mentre questo sistema è facilmente esportabile in diversi paesi asiatici per fronteggiare l’alto flusso di pazienti, nei Paesi come USA e UK le resistenze da parte di enti regolatori, le preoccupazioni dei medici e le aspettative dei pazienti potrebbero rappresentare un vero ostacolo.

Ci sono tuttavia alcuni accorgimenti che potrebbero fin da subito essere adottati allo scopo di ridurre il nostro impatto ambientale.

Innanzitutto l’adozione di strategie per rendere più efficiente il flusso di pazienti, con un minore numero di visite prima dell’intervento, potrebbe già essere un buon metodo per ridurre l’im -

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EditorialE
di Richard Packard

pronta di carbonio. Abbiamo già sperimentato molte di queste strategie durante i due anni e mezzo di pandemia, nel tentativo di affrontare le sfide che il COVID ha posto, in particolare nel rapporto tra medico e paziente.

Un approccio molto a favore della sostenibilità ambientale è senza dubbio la chirurgia bilaterale eseguita nello stesso giorno. Per quanto sia considerata inaccettabile in molti Paesi, viene eseguita già da molti anni in Finlandia e permette ovviamente una sensibile riduzione degli spostamenti. La soluzione salina bilanciata è fornita solitamente in bottiglie di plastica, mentre sarebbe molto migliore e ben più riciclabile il vetro. Tuttavia, anche quest’ultima soluzione non è esente da un costo ambientale, dato il consumo di carburante necessario alla raccolta delle bottiglie vuote. In aggiunta, per quanto per sua stessa natura la chirurgia della cataratta extracapsulare a microincisione goda di un’impronta di carbonio nettamente inferiore ad una chirurgia con facoemulsificazione, non credo che questa pratica verrebbe adottata nei Paesi sviluppati solamente in virtù del suo minore impatto ambientale. Tutto ciò che dovrà essere fatto, dovrà essere all’insegna di un bilanciamento accettabile tra le pratiche correnti e l’esigenza di ridurre i rifiuti, ottimizzare il flusso dei pazienti e minimizzare gli spostamenti di persone e cose che più incidono sull’impronta di carbonio.

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Molti sono gli elementi della nostra pratica che vanno per lo meno analizzati, a partire dal riuso degli strumenti chirurgici, in contrasto alla consuetudine degli ospedali di fare affidamento sul monouso

IL NOSTRO FUTURO COMUNE

Crisi climatica e sostenibilità: la sfida del millennio per l’oftalmologia

Intervista al Dottor David F. Chang, ex Presidente ASCRS, Presidente dell’ASCRS Foundation, co-chair dell’Ophthalmic Instrument Cleaning and Sterilization Task Force e al Dottor Sjoerd Elferink, co-chair del Dutch Working Group on Sustainable Ophthalmology, Presidente dello Young Ophthalmologists Green Group, Flevoziekenhuis/hospital di Almere, Paesi Bassi

L“Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Era il 1987 e le Nazioni Unite introducevano per la prima volta il concetto di sostenibilità nel nostro linguaggio in un rapporto dal titolo più che eloquente: ‘Our Common Future’, il nostro futuro comune. Una sfida che tutta l’umanità doveva raccogliere per il bene delle generazioni presenti e, soprattutto, di quelle future.

Oggi, dopo 35 anni, ambiente e sostenibilità sono l’urgenza più pressante, e le catastrofiche previsioni che ci arrivano ci parlano di una situazione che in realtà è sotto i nostri occhi: inverni ed estati sempre più caldi, ghiacciai in scioglimento, specie animali in via d’estinzione, biodiversità costantemente minacciata e fenomeni naturali aggressivi.

Malgrado ciò che dicono i negazionisti del cambiamento climatico, la causa e catalizzatore di questo disastro siamo noi, gli esseri umani, e tocca sempre a noi impegnarci per trovare una soluzione.

Per collegarsi al video, scansionare il codice QR

Dottor David F. Chang, ex Presidente ASCRS, Presidente dell’ASCRS Foundation, co-chair dell’Ophthalmic Instrument Cleaning and Sterilization Task Force

La medicina non è esente perché il settore sanitario è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di carbonio: un anno fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la più grande sfida per la sanità globale sarà proprio il cambiamento climatico, con un drammatico aumento delle problematiche sanitarie legate alla carenza di aria respirabile, acqua pulita e una nutrizione adeguata, oltre che dei costi per i sistemi sanitari che dovranno far fronte a tutto questo. In questo scenario, l’oftalmologia mondiale deve iniziare a fare la sua parte, se non ad assumersi un ruolo chiave nel guidare la comunità medica verso una battaglia che tutti dobbiamo combattere, dai più giovani fino ai più anziani. Per questo motivo sempre più società scientifiche iniziano a prendere seriamente posizione su questo argomento inserendo la sostenibilità nei loro programmi, perché la posta in gioco è alta, le soluzioni alla portata di tutti e l’impegno dev’essere globale.

L’ORLO DEL PRECIPIZIO: L’IMPEGNO PER EVITARE DI CADERE

Il Dottor David F. Chang, rinomato chirurgo di cataratta statunitense, ultimamente sta sensibilizzando sulla necessità di rendere l’oftalmologia e la chirurgia oculare più sostenibili. “Se vogliamo imparare come essere più sostenibili, noi oftalmologi dei Paesi più abbienti possiamo imparare delle lezioni molto importanti dagli ospedali oftalmici nei Paesi in via di sviluppo, che non hanno il

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lusso di sprecare risorse inutilmente”, afferma il Dottor Chang, che ha collaborato in numerosi studi clinici con i chirurghi dell’Aravind Eye Care Hospital, nel sud dell’India. Aravind provvede circa al 60% delle cure oftalmiche a basso o addirittura gratuitamente per i pazienti indigenti. Per farlo, il sistema Aravind riutilizza molta dell’attrezzatura chirurgica e dei medicinali per la chirurgia della cataratta. “Tenendo attentamente traccia dei dati con le cartelle cliniche e i registri elettronici, i chirurghi di Aravind hanno stabilito che il riutilizzo di camici chirurgici, guanti e forniture come tubi per il facoemulsificatore e flaconi per l’irrigazione non aumenta il tasso di infezione”, spiega il Dottor Chang. “Ciò permette loro di sostenere grandi volumi di chirurgie con maggiore efficienza nei costi, riducendo inoltre i rifiuti chirurgici e l’impronta di carbonio della chirurgia della cataratta”. Il modello Aravind è sotto gli occhi di tutta la comunità oftalmologica da molti anni e i suoi risultati lasciano tuttora a bocca aperta. “L’impronta ecologica di Aravind per una singola chirurgia della cataratta è un ventesimo di quella in un Paese occidentale, come il Regno Unito. Negli Stati Uniti il solo settore sanitario contribuisce al 10% delle emissioni del Paese. Se la sanità mondiale fosse uno Stato, si collocherebbe a livello globale al quinto posto delle emissioni totali di carbonio; il sistema sanitario degli Stati Uniti sarebbe tredicesimo nella medesima classifica”, afferma Chang. I dati sono inquietanti e ci forniscono uno spaccato peggiore di quello immaginato, che ha sicuramente contribuito a cambiare la visione di tanti specialisti, che hanno compreso l’impatto enorme che la loro professione

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Se vogliamo imparare come essere più sostenibili, noi oftalmologi dei Paesi più abbienti possiamo imparare delle lezioni molto importanti dagli ospedali oftalmici nei Paesi in via di sviluppo, che non hanno il lusso di sprecare risorse inutilmente
David F. Chang
Dottor Sjoerd Elferink, co-chair del Dutch Working Group on Sustainable Ophthalmology, Presidente dello Young Ophthalmologists Green Group, Flevoziekenhuis/hospital di Almere, Paesi Bassi

stava avendo sul nostro pianeta. “In primis, stavo già provando a rendere la mia vita privata più sostenibile: prediligo una dieta vegetariana, uso vestiti di seconda mano, non prendo un aereo dal 2018 per spostarmi”, racconta Sjoerd Elferink, giovane chirurgo olandese di cataratta del Flevoziekenhuis/hospital di Almere, Paesi Bassi, impegnatissimo sull’argomento e protagonista all’ultimo congresso ESCRS di simposi e corsi in materia. “A seguito di un cambio di organizzazione nei flussi della chirurgia della cataratta nel 2019 ho potuto vedere quanto spreco si creava in sala operatoria. Sono rimasto così scioccato che ho deciso di fare delle ricerche in materia”.

I dati trovati dal Dottor Elferink sono altrettanto impressionanti. “Uno studio disponibile all’epoca era stato condotto nel Regno Unito nel 2013 e contava che una chirurgia della ca-

taratta vale circa 131 chilogrammi di CO2. Facendo un rapido calcolo, ho capito che operare per un giorno intero equivale a un viaggio in auto dalla mia città, Amsterdam, a Cape Town, in Sudafrica. Lì ho capito che potevo fare di più la differenza nella mia vita professionale”, spiega Elferink.

Il Dottor Chang ha co-presieduto una task force multisocietaria sulla pulizia e la sterilizzazione degli strumenti oftalmici (OICS), con rappresentanti dell’American Academy of Ophthalmology (AAO), dell’American Society of Cataract & Refractive Surgery (ASCRS) e la Ophthalmic Outpatient Surgery Society. “Più di mille chirurghi nordamericani ha risposto al sondaggio che la nostra task force ha condotto sui rifiuti in sala operatoria”, spiega Chang. “Più del 90% di partecipanti hanno dichiarato di essere consapevole che gli sprechi in oftalmologia sono molto alti e il

91% ha manifestato preoccupazione per il cambiamento climatico”. I dati raccolti dal Dottor Chang suggeriscono che c’è già vasto consenso tra i chirurghi sia sulla possibilità di ridurre gli sprechi, poiché il volume globale di chirurgie della cataratta è così alto, che sprechi e rifiuti eccessivi e non necessari creano un vero problema per la sostenibilità.

“REFUSE, REDUCE, REUSE”

La sostenibilità è sia concetto ambientale, che economico. Pensare a strategie per ridurre lo spreco nella chirurgia oftalmica ha ricadute importanti su tutti e due questi aspetti. “La sostenibilità è anche una questione morale che riguarda l’equità, perché le nazioni più ricche generano un peso sulle emissioni di carbonio globali sproporzionato, e la conseguente crisi climatica va a impattare negativamente i Paesi e le società meno

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Ci sono misure, come una corretta disinfezione della zona oculare e perioculare e l’uso di antibiotici intracamerulari come la moxifloxacina, molto più efficaci nel prevenire l’endoftalmite, piuttosto che l’abitudine di coprire il paziente con teli chirurgici
Sjoerd Elferink
Il Dottor Chang e il Dottor Elferink, insieme anche al Presidente ESCRS Oliver Findl, all’ultimo congresso ESCRS a Milano. Entrambi hanno tenuto lecture, simposi e corsi sulla sostenibilità in oftalmologia

abbienti”, afferma David Chang. Questo è quello che ci ribadisce anche il sopracitato report 2021 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, uscito durante una pandemia mondiale. Una vera chiamata ad agire per tutta la comunità medica. Le strategie da adottare sono in realtà state dimostrate come efficienti in numerosi studi. Principalmente, la strada da percorrere è quella di un’ottimizzazione delle risorse, che comprenda la lotta agli sprechi tramite l’uso più efficiente delle risorse e un riutilizzo, ove possibile, delle stesse, senza mettere a rischio la sicurezza del paziente. “Tra le famose 10 R dell’economia circolare, quelle di cui dobbiamo tenere conto principalmente sono il rifiuto di ciò che è superfluo, la riduzione e il riutilizzo. Rifiutare il superfluo e ridurre gli sprechi hanno un impatto molto più grande del solo riutilizzo”, afferma Elferink. “Prendiamo l’esempio di Aravind: generano il 95% in meno di sprechi non solo riutilizzando, ma anche riducendo e non acquistando il materiale chirurgico superfluo”. I farmaci chirurgici oftalmici rappresentano una grande percentuale dell’impronta di carbonio della chirurgia della cataratta a causa delle risorse necessarie per produrli e confezionarli. La task force sulla pulizia e la sterilizzazione degli strumenti oftalmici ha redatto una dichiarazione sulla riduzione degli sprechi per i farmaci chirurgici che è stata sostenuta da più società scientifiche. “Nella nostra indagine sui chirurghi della cataratta, la maggior parte ha ritenuto che fosse sicuro riutilizzare farmaci topici da contenitori multidose su più pazienti”, afferma il Dottor Chang. “Tuttavia, meno del 50% lo stava effettivamente facendo e si tende a scartare la bottiglia dopo un giorno, una settimana o un mese”. Il documento della task force, basato su evidenze scientifiche, afferma che i flaconi multido-

se di farmaci topici possono essere utilizzati su più pazienti chirurgici fino alla data di scadenza e che ciò è stato approvato pure dalla FDA, dal CDC e dalle autorità di regolamentazione americane. “Se ogni struttura chirurgica nel mondo adottasse queste raccomandazioni di consenso, si avrebbe un impatto importante sui costi e sull’impronta di carbonio della chirurgia oftalmica”, ha affermato Chang. Il riutilizzo degli strumenti chirurgici e dei farmaci topici è, nonostante tutto, uno dei cavalli di battaglia e anche qui il modello Aravind fa scuola. “Riutilizzano i camici, i guanti, i tubi del facoemulsificatori, i contenitori di soluzione salina, i bisturi e la strumentazione opportunamente pulita e sterilizzata, le suture e i farmaci, sia topici che intraoculari. Senza contare che operano più persone nella stessa sala operatoria, in una perfetta catena di montaggio per grandi volumi di chirurgie della cataratta. Tutto questo negli Stati Uniti sarebbe proibito perché la percezione è che non sarebbe sicuro per il paziente”, afferma Chang. Proprio sulla percepita scarsa sicurezza del paziente si apre un dibattito al quale i dati, ancora una volta, danno una risposta.

chirurgici da caso a caso è remota”. Come dimostrato nelle evidenze portate sempre da Aravind, si può ovviare al problema delle infezioni con un corretto protocollo di disinfezione e uso di farmaci. “Ci sono misure, come una corretta disinfezione della zona oculare e perioculare e l’uso di antibiotici intracamerulari come la moxifloxacina, molto più efficaci nel prevenire l’endoftalmite, piuttosto che l’abitudine di coprire il paziente con teli chirurgici”, afferma Elferink. A supporto, uno studio condotto da Aravind e co-firmato dal Dottor Chang, ha dimostrato che il tasso di endoftalmiti in 2 milioni di chirurgie consecutive di cataratta (di cui 1 milione con iniezioni intracamerulari di moxifloxacina e 1 milione senza) il tasso di infezione è di 0,04% (4 su 10.000). “Negli Stati Uniti eliminiamo tutta l’attrezzatura dopo un utilizzo per via della percezione che sia più sicuro, eppure l’IRIS registry dell’AAO ha riportato una percentuale identica nel tasso di endoftalmiti, cioè 0,04%, in 8,5 milioni di chirurgie della cataratta consecutive nello stesso periodo”, spiega Chang.

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Una grossa paura e contestazione, soprattutto nel riutilizzo di materiali chirurgici e farmaci topici, è quella per le infezioni oculari. “Una delle cose più importanti da tenere a mente è che nella chirurgia oculare operiamo un’area del corpo sterile”, sostiene Chang. “Non contaminiamo i guanti e i camici con sangue o tessuto, e l’unico fluido corporeo è uno 0,2 ml di umor acqueo, che è immediatamente rimpiazzato dal viscoelastico e dalla soluzione salina. Ciò significa che la possibilità di contaminazione nel riutilizzo di camici

“Il nostro impatto sulle emissioni di carbonio è di venti volte maggiore, in larga parte a causa dell’obbligatorietà dell’utilizzo singolo, senza nessun vero beneficio sui tassi di infezione. Ciò significa che tutti questi protocolli sull’utilizzo singolo non si dimostrano un vantaggio, eppure sono resi obbligatori dai produttori e dalle agenzie regolatorie in nome della sicurezza”, L’eccessivo scrupolo sulla sicurezza è una barriera che è percepita in tutto il mondo oftalmologico occidentale. “Tutte queste misure sulla sicurezza sono proposte dalle leggi e dagli organi che si occupano di prevenzione dalle infezioni. Il problema è che quando noi proponiamo delle nuove buone pratiche, che magari sono sostenute dai colleghi, questi si sento-

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L’oftalmologia ha un’opportunità unica e il dovere di agire per rendere la nostra più importante procedura chirurgica, la chirurgia della cataratta, più sostenibile
David F. Chang

no bloccati proprio dalle disposizioni in materia di infezioni”, sostiene Sjoerd Elferink. “Bisogna collaborare con gli organi preposti alla prevenzione delle infezioni il più possibile, bisogna mostrare loro un nuovo modello sostenibile”.

Nell’estate del 2020, sono stati condotti cinque diversi studi sulla capacità potenziale del COVID di aerosolizzazione e pubblicati sul Journal of Cataract & Refractive Surgery. “Naturalmente eravamo preoccupati sul rischio della diffusione del COVID da un paziente all’altro, o allo staff chirurgico”, afferma il Dottor Chang. “La conclusione di quegli studi è che è virtualmente impossibile che il SARS-CoV-2 aerosolizzi e si diffonda da un paziente durante una chirurgia della cataratta, e questo si dovrebbe applicare anche a batteri e funghi. Questo mette in discussione molte pratiche che eseguiamo nelle nostre sale operatorie per evitare la contaminazione incrociata, che hanno senso per la chirurgia generale e l’ortopedia, ma non per l’oftalmologia”, spiega Chang.

OFTALMOLOGIA IN PRIMA LINEA

La chirurgia della cataratta è tra le più eseguite al mondo. Con l’invecchiamento della popolazione si prevede inoltre che in futuro i volumi aumenteranno sempre di più e, di conseguenza, anche l’impatto ecologico. “L’oftalmologia è avanti rispetto alle altre sottospecialità mediche riguardo la sostenibilità, e spero continui così”, afferma Sjoerd Elferink. “Come oftalmologi possiamo avere un impatto significativo ed essere un modello per le altre specialità”.

Le società scientifiche non si sono tirate indietro e hanno iniziato ad implementare strategie per non restare a guardare e impegnarsi nella

lotta al cambiamento climatico, per favorire una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Durante l’ultimo congresso a Milano, ESCRS ha prodotto la dichiarazione Mission Zero, in cui si impegna a rendere più sostenibili tutte le attività della società, ma non solo. “Sono grato ad ESCRS per aver preso questo argomento così seriamente e aver iniziato ad ospitare simposi e workshop sulla sostenibilità in chirurgia, nella cura del paziente oftalmico, portandoci a dialogare anche con le aziende”, spiega Elferink.

Anche i giovani di ESCRS non si sono tirati indietro: è nato all’interno degli ESCRS YOs un piccolo think tank specializzato in sostenibilità, di cui il Dottor Elferink fa parte, per produrre idee da condividere con il Direttivo della società. “Come giovani, siamo il futuro dell’oftalmologia, e come tali vogliamo fare qualcosa”, afferma Elferink. Dall’altra parte dell’Atlantico, ASCRS ha iniziato a focalizzarsi sulla sostenibilità proprio grazie all’impegno del Dottor Chang. L’interesse dei suoi colleghi c’era, il problema stava nella frammentazione di tutti gli sforzi già compiuti e le informazioni erano spesso difficili da reperire. Per questo motivo, il Dottor Chang ha riunito un team che creasse EyeSustain, un sito e un’app dedicati alla sostenibilità in oftalmologia. “Questa vuole essere una coalizione globale di oftalmologi e società scientifiche per promuovere la sostenibilità tramite informazione, coinvolgimento e il fare rete”, dichiara David Chang. L’obiettivo non è solo quello di limitarsi ai chirurghi oftalmici per convincerli a ridurre l’impatto ambientale in sala operatoria o in clinica, ma di coinvolgere tutto il

mondo che ruota intorno all’oftalmologia. “Vogliamo creare una coalizione tra tutte le professioni associate, dallo staff di sala operatoria, a chi lavora in ufficio, nell’amministrazione, fino alle aziende produttrici. Puntiamo a costruire un network che ci permetta anche di continuare a produrre evidenze scientifiche”, afferma Chang. EyeSustain è attualmente co-sponsorizzato anche da ESCRS e AAO, a riprova che l’impegno deve essere globale e non limitato da confini, geografici e non. “Spero che EyeSustain diventi un modello anche per altre sottospecialità mediche, come spero che altre società oftalmologiche si uniscano e portino il loro contributo con risorse e strategie”, continua David Chang. Agire a livello nazionale è altresì importante, come dimostra il Dutch Working Group, un gruppo di oftalmologi olandesi, tra cui Sjoerd Elferink, che si impegnano a scrivere buone pratiche in ogni aspetto dell’oftalmologia e che ora sono riconosciuti come gruppo attivo all’interno della società oftalmologica olandese, oltre ad essere stati ospiti sia del Royal College of Ophthalmology che di ESCRS durante l’ultimo congresso a Milano. “I Paesi Bassi fortunatamente hanno già iniziative a livello di politiche sanitarie che guardano alla sostenibilità, ma servivano atti pratici. Da quando abbiamo iniziato abbiamo prodotto delle buone pratiche sulle iniezioni intravitreali e sulla cataratta, aggiungendone altre tre quest’anno”, spiega Elferink. “Sono fiero di ciò che stiamo facendo e credo dovremmo condividere questa idea con altri Paesi”.

THERE IS NO PLAN(ET) B

La corsa contro il cambiamento cli-

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Spesso questi argomenti mettono angoscia e pensiamo che nulla si possa cambiare, che il problema sia irreparabile. Cosa facciamo? Gettiamo la spugna o combattiamo?
Sjoerd Elferink

matico continua sempre più veloce e servono sempre più persone che contribuiscano a fermare un processo dalle inevitabili conseguenze catastrofiche a livello globale. “Quando tutti noi capiremo quanto il nostro spreco, non solo non è necessario, ma ha un significativo impatto ambientale, forse saremo motivati a ripensare a ciò che facciamo nella nostra pratica quotidiana”, afferma David Chang. “Oltre a tutto il resto, un altro grosso incentivo nel ridurre gli sprechi è il risparmio di soldi e il taglio dei costi”.

La prima arma è l’informazione. “Io spero che tutti, soprattutto i miei coetanei, capiscano l’urgenza della situazione, anche se negli workshop sulla sostenibilità ai congressi c’è ancora poco pubblico. Spero sempre che le persone siano consapevoli, ma la verità è che non lo sono ancora”, spiega Sjoerd Elferink.

Gli strumenti per informarsi e sensibilizzarsi sul problema esistono e sono in realtà accessibili a tutti.

“EyeSustain ha un’app su cui è possibile trovare tutto, tra cui suggerimenti che si possono implementare fin da subito per ridurre gli sprechi

in sala operatoria”, sostiene Chang. “Esiste ora anche una risorsa chiamata My Green Doctor con strategie sostenibili e accessibile gratuitamente a tutti i membri di ESCRS”.

“Prendete un’ora libera del vostro tempo per navigare sul sito di EyeSustain: scegliete un argomento e leggete le risorse, che sono davvero tante e molto utili. Sono sicuro che vi faranno capire quanto è importante iniziare ad agire ora”, aggiunge Elferink.

Iniziare ad agire subito ed ora, in primis in sala operatoria con il riutilizzo delle boccette multidose e un nuovo modo di ripensare anche la sterilizzazione degli strumenti e la vestizione dei pazienti. “Usate farmaci topici multidose, rivedete cosa c’è nelle confezioni chirurgiche standard e rimuovete ciò che non è sempre usato. Sbarazzatevi dei teli chirurgici che coprono tutto il corpo e non lasciate che i pazienti si cambino con camici monouso. Utilizzate la sterilizzazione a vapore a ciclo breve. Tra i vari casi, disinfettate le mani con una soluzione alcolica invece di sapone e acqua

corrente. Coinvolgete il vostro personale e sensibilizzatelo sul tema”, consiglia il Dottor Chang.

L’obbligo morale di fare qualcosa oggi per salvare il domani è sempre più imperativo e il tempo sta per scadere. “Spesso questi argomenti mettono angoscia e pensiamo che nulla si possa cambiare, che il problema sia irreparabile. Cosa facciamo? Gettiamo la spugna o combattiamo? Io ho due figli piccoli e vorrei che avessero l’immagine e l’esempio di un padre che lotta e che un giorno possa dire di aver fatto qualcosa senza essersi perso d’animo. Spero di continuare a convincere i miei colleghi”, conclude Sjoerd Elferink. L’impegno deve essere costante, nella vita personale e professionale e agire anche nel proprio piccolo può contribuire.

Non ci sono scuse e non ci sono alternative. “L’oftalmologia ha un’opportunità unica e il dovere di agire per rendere la nostra più importante procedura chirurgica, la chirurgia della cataratta, più sostenibile”, conclude David Chang.

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RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

1 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

ACY 30 mg/g unguento oftalmico

2 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA

Ogni grammo di ACY unguento oftalmico contiene 30 mg di aciclovir Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6 1

3 FORMA FARMACEUTICA

Unguento oftalmico, tubo da 4,5 g

4. INFORMAZIONI CLINICHE

4.1 Indicazioni terapeutiche

ACY unguento oftalmico è indicato per il trattamento delle cheratiti (infiammazioni della cornea) da Herpes Simplex

4.2 Posologia e modo di somministrazione

Adulti, bambini e anziani

Applicare l’unguento (1 cm circa) nel sacco congiuntivale inferiore, cinque volte al giorno ad intervalli di circa quattro ore La terapia deve continuare per almeno tre giorni dopo la guarigione

4 3 Controindicazioni

Aciclovir unguento oftalmico è controindicato nei pazienti con ipersensibilità nota ad aciclovir, a valaciclovir o ad uno qualsiasi degli eccipienti 4 4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

I pazienti devono essere informati che può verificarsi un lieve bruciore transitorio dopo l’applicazione I pazienti devono evitare di indossare lenti a contatto durante l’uso di aciclovir unguento oftalmico

4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione Non sono state identificate interazioni clinicamente significative 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento Fertilità Vedere il paragrafo 5 3 Gravidanza

Si deve considerare l’uso di aciclovir unguento oftalmico solo qualora i potenziali benefici superino la possibilità di rischi non noti

Un registro relativo all’impiego di aciclovir in gravidanza dopo la commercializzazione, ha fornito dati sugli esiti della gravidanza nelle donne esposte alle varie formulazioni di aciclovir Tali osservazioni non hanno mostrato un aumento nel numero di difetti alla nascita tra i soggetti esposti ad aciclovir in confronto alla popolazione generale e tutti i difetti riscontrati alla nascita non mostravano alcuna particolarità o caratteristiche comuni, tali da suggerire una causa unica

La somministrazione a livello sistemico di aciclovir nei test standard accettati a livello internazionale, non ha prodotto effetti di tossicità embrionale o effetti teratogeni nei conigli, nei ratti o nei topi

In studi non standard nei ratti si sono osservate anomalie del feto solo dopo dosi sottocutanee di aciclovir così elevate da produrre effetti tossici nella madre La rilevanza clinica di questi risultati é tuttavia incerta

Allattamento

Dati limitati sull’uomo indicano che il farmaco si ritrova nel latte materno a seguito della somministrazione sistemica Tuttavia la dose ricevuta da un lattante a seguito dell’impiego materno di aciclovir unguento oftalmico, dovrebbe essere insignificante

4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Gli unguenti oftalmici possono avere effetti sulla capacità visiva e pertanto si raccomanda cautela quando si guida o si utilizzano macchinari

4 8 Effetti

indesiderati

La seguente convenzione è stata impiegata per la classificazione degli effetti indesiderati in termini di frequenza: molto comune ≥ 1/10, comune ≥ 1/100 e < 1/10, non comune ≥ 1/1 000 e < 1/100, raro ≥ 1/10 000 e < 1/1 000, molto raro < 1/10 000

I dati provenienti da tali studi clinici sull’impiego di aciclovir 3 % unguento oftalmico sono stati utilizzati per assegnare le categorie di frequenza alle reazioni avverse A causa della natura degli eventi avversi osservati, non è possibile determinare in maniera univoca quali eventi siano correlati alla somministrazione del farmaco e quali siano correlati alla malattia stessa I dati provenienti dalle segnalazioni spontanee sono stati utilizzati come base p er determinare la frequenza di quegli eventi osservati dal post-marketing.

Disturbi del sistema immunitario Molto raro: reazioni di ipersensibilità immediata incluso angioedema ed orticaria

Patologie dell’occhio

Molto comune: cheratopatia puntata superficiale Tale reazione non ha comportato l’interruzione prematura della terapia ed è regredita senza apparenti sequele Comune: bruciore moderato e transitorio dell’occhio che si verifica subito dopo l’applicazione, congiuntivite Raro: blefarite

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato RCP Acy qxp Layout 1 23/07/21 11:25 Pagina 1 all’indirizzo http://www agenziafarmaco gov it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa 4.9 Sovradosaggio

Non si prevedono effetti indesiderati se l’intero contenuto di un tubo contenente 135 mg di aciclovir (unguento oftalmico) fosse ingerito

5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

5 1 Proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: antivirali per uso topico codice ATC: D06BB03 L’Aciclovir è un antivirale altamente attivo, in vitro, contro l’Herpes Simplex tipo 1 e 2 e contro il Varicella Zoster La tossicità per le cellule di mammifero è scarsa Una volta entrato nella cellula infettata dall’Herpes, l’Aciclovir viene trasformato nel composto attivo: Aciclovir trifosfato Il primo stadio del processo di fosforilazione è dipendente dalla timidina chinasi codificata dal virus

L’Aciclovir trifosfato agisce sia come substrato che come inibitore della DNA-polimerasi virale bloccando il proseguimento della sintesi del DNA-virale senza interferire con i normali processi cellulari

5 2 Proprietà farmacocinetiche L’Aciclovir viene rapidamente assorbito attraverso l’ epitelio della cornea ed i tessuti superficiali dell’occhio, fino a raggiungere nell’umor acqueo concentrazioni efficaci Con le tecniche correnti non è possibile misurare concentrazioni ematiche di Aciclovir dopo applicazioni di ACY unguento oftalmico , tuttavia tracce del farmaco possono essere dosate nelle urine anche se a livelli non significativi dal punto di vista clinico

5 3 Dati preclinici di sicurezza

La DL 50 (orale) nel topo è > 10 000 mg/kg, nel ratto è > 20 000 mg/kg

Mutagenicità: i risultati di un ampio numero di test di mutagenesi in vitro e in vivo indicano che l’Aciclovir non comporta rischi genetici per l’uomo Inoltre i risultati di studi sull’animale indicano che esso non è teratogeno o cancerogeno, né ha effetti sulla fertilità

6 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

6.1 Elenco degli eccipienti Vaselina bianca

6.2 Incompatibilità Nessuna nota

6 3 Periodo di validità 2 anni, a confezionamento integro 6 4 Precauzioni particolari per la conservazione Conservare a temperatura inferiore a 25°C

6 5 Natura e contenuto del contenitore Astuccio contenente un tubo in alluminio da 4,5 g 6 6 Precauzioni particolari per lo smaltimento Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO Farmigea S p A - Via G B Oliva, 6/8 - 56121 Pisa Concessionario esclusivo per la vendita Polifarma S.p.A - Viale dell’Arte 69 - 00144 Roma

9.
su concessione Farmigea S.p.A.
8 NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO AIC 028231025
DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: 2 Gennaio 1999 Data del rinnovo più recente: 2 Ottobre 2008 10 DATA DI REVISIONE DEL TESTO 05/2019 Classe C/RR Prezzo ACY “30 mg/g unguento oftalmico” 4,5 g - 17,90€ Prezzo soggetto a possibili variazioni

LETTERE AL PIANETA

Aravind, un modello ospedaliero perfettamente funzionale, a bassissimo impatto ecologico è possibile

QQuando maturiamo nella nostra coscienza spirituale e ci identifichiamo con tutto ciò che è nel mondo senza alcuna forma di sfruttamento, stiamo aiutando noi stessi. Stiamo guarendo noi stessi. Govindappa Venkataswamy

Il progetto ESCRS Milan 2022 Mission Zero, portato avanti all’ultimo congresso della European Society of Cataract and Refractive Surgeons, ha dimostrato di essere un brillante esempio e una pietra miliare in un percorso verso la riduzione dell’impatto ambientale. Una direzione sempre più obbligata che velleitaria, di fronte alla sempre maggiore rapidità del cambiamento climatico e al peggioramento delle condizioni del nostro Pianeta Terra. Allo scopo di fare la propria parte, medici e società oftalmologiche di tutto il globo hanno iniziato a ricercare soluzioni per la riduzione del proprio impatto ambientale, convergendo le proprie ricerche verso una delle realtà più straordinarie e lungimiranti mai create da un oftalmologo. Questa non è la storia del suo creatore, Govindappa Venkataswamy, meglio conosciuto come Dr. V, quanto più del suo straordinario lascito. Fondata nel 1976 a Madurai, Tamil Nadu, la prima crisalide dell’Aravind Eye Hospital contava undici letti in una piccola struttura. Oggi, la stessa organizzazione conta 55 milioni di pazienti ed una politica all’insegna della sostenibilità sociale ed ambientale, perfettamente in linea con la visione del suo celebre fondatore.

“L’Aravind Eye Hospital è nato il giorno immediatamente successivo al pensionamento del Dottor Venkataswamy, con una visione ben precisa da parte del suo fondatore: eradicare la cecità evitabile”, spiega

il Dottor Rengaraj Venkatesh DO, DB, Chief Medical Officer dell’Aravind Eye Hospital di Pondicherry. “Un progetto che negli anni è cresciuto fino ad arrivare ad avere diversi centri di cura, molteplici ospedali e più di un centinaio di ambulatori per la cura primaria, con una media di diciassettemila pazienti visitati e più di tremila operazioni chirurgiche svolte ogni giorno”.

Secondo Venkatesh, Aravind si propone prima di tutto come un modello di sostenibilità sociale, garantendo un alto standard qualitativo anche per i pazienti che non possono permettersi le cure migliori.

“Non tutti i pazienti che si presentano ad Aravind possono permettersi le cure di cui hanno bisogno, e per questo motivo avevamo la necessità di creare un modello finanziario sostenibile. Abbiamo quindi optato per un modello diventato poi molto popolare, in cui i pazienti che si possono permettere le tecnologie più all’avanguardia coprono anche le spese per i meno abbienti, che possono accedere gratuitamente alle cure mediche essenziali”, spiega Venkatesh. “Si tratta della prima parte di un modello detto della ‘Tripla P’, in cui il paziente viene sempre messo al centro di tutto”.

Cura del Paziente, rispetto per il Pianeta, Profitto a scopo di reinvestimento. Il paradigma della Tripla P esposto da Venkatesh riassume efficacemente il sistema di sostenibilità dell’intero modello Aravind. “È un sistema che ci permette di essere finanziariamente indipendenti, senza la necessità di dipendere da grant o fondi. In aggiunta, con gli utili che facciamo siamo stati in grado di aprire nuovi ospedali”, spiega Venkatesh. “Questo ci ha inoltre permesso di dedicarci sempre più alle politiche ecosostenibi-

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In DettaglIo
Intervista al Dottor Rengaraj Venkatesh, Aravind Eye Hospital, Pondicherry, India Dr. R. Venkatesh DO, DB, Chief Medical Officer dell’Aravind Eye Hospital di Pondicherry

li, con la riduzione dell’impronta di carbonio e dei prodotti di scarto” All’interno della Tripla P, nel sottoinsieme dedicato al Pianeta, sei R sostengono efficacemente gli obiettivi di ecosostenibilità di Aravind, fa notare Venkatesh. “Ridurre, Riusare, Riciclare, Rigenerare, Riparare e Riqualificare. Sei parole di responsabilità, con un valore straordinario. Tra queste, le più importanti sono le prime tre, in quanto un modello ecosostenibile deve necessariamente ridurre i propri consumi, riutilizzare quando possibile, e riciclare ciò che non può essere riutilizzato”, spiega. L’alto volume di materiale di scarto prodotto in sala operatoria è un problema globale che va preso in grande considerazione. Il suo riuso è uno degli obiettivi principali di Aravind, che adotta politiche precise, mantenendo comunque un alto profilo di sicurezza.

“Solo in India sette milioni di operazioni di cataratta vengono eseguite annualmente, ventotto milioni se consideriamo l’intero pianeta. Per ogni singola operazione serve moltissima attrezzatura chirurgica e la maggior parte di questa è composta di materie plastiche usa e getta”, osserva Venkatesh. “Per questo motivo abbiamo puntato a ripensare la possibilità del riuso. Uno degli esempi più lampanti è la cassetta del facoemulsificatore, che viene comunemente cambiata ad ogni utilizzo, e che ad Aravind viene usata in tutta sicurezza per venti, venticinque operazioni. La stessa cosa vale per la soluzione salina, che essendo monodirezionale può permettere diverse facoemulsificazioni. Di ancora maggiore importanza sono le confezioni di collirio che spesso vengono gettate dopo solo una goccia e che noi

invece usiamo più volte al giorno su diversi pazienti senza alcun rischio per la loro salute”, racconta. Quando il riutilizzo non è possibile, il prodotto di scarto in Aravind viene tassativamente riciclato.

“Con l’eccezione dello scarto biomedico, l’ottanta per cento dei rifiuti viene riciclato in un centro convenzionato che ci garantisce un control-

lo di qualità”, sostiene Venkatesh. “I dati suggeriscono comunque che il quantitativo di rifiuti generato da Aravind è fino a venti volte inferiore a quello di un ospedale omologo europeo o statunitense”. La riduzione dei consumi è un altro punto fondamentale del metodo Aravind, sia in sala operatoria che a livello logistico. Secondo

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Ridurre, Riusare, Riciclare, Rigenerare, Riparare e Riqualificare. Sei parole di responsabilità, con un valore straordinario
By
- Own work, CC BY-SA 4.0
Rengaraj Venkatesh
Il fondatore di Aravind, Govindappa Venkataswamy
Aravind Eye Care System

In DettaglIo

impianto decentralizzato di depurazione e ritorna in circolo”, afferma Venkatesh. “Produciamo a chilometro zero molti ingredienti per le nostre cucine grazie ad un orto organico integrato alla struttura. In aggiunta, ospitiamo la maggior parte dello staff medico, sanitario e anche i nostri studenti nel campus adiacente, incoraggiando lo spostamento a piedi. Tutto questo crea un equilibrio perfettamente funzionale e sostenibile, con un mantenimento del flusso di pazienti e un ottimo profilo di sicurezza”.

Secondo Venkatesh, l’adozione di misure atte al rispetto dell’ambiente non impatta negativamente il profilo di sicurezza, anzi, garantisce un’inversione di tendenza.

Venkatesh è tutta una questione di precisa organizzazione. “Ogni chirurgo ha due tavoli, ed otto set chirurgici. Ogni volta che viene ultimata un’operazione l’intero set viene sottoposto a sterilizzazione flash in appositi autoclave e reimmesso in circolo subito dopo, così da ridurre il consumo dato da cicli di sterilizzazione classici. Anche la riduzione dell’impronta di carbonio rientra in questa filosofia”, afferma. “Molti nostri pazienti vengono da molto distante, e per questo puntiamo a effettuare visita ed operazione nello stesso giorno, se non in due giorni separati accogliendo il paziente in struttura. Se il paziente è accompagnato, ospitiamo anche gli accompagnatori, così da abbattere l’impatto ambientale degli spostamenti”, osserva Venkatesh. “Per i casi meno gravi, invece, abbiamo un servizio costante di telemedicina e consulenza, e in certi casi alcune visite postoperatorie vengono effettuate con questa metodologia”.

La struttura stessa degli ospedali di Aravind è una dedica alla salvaguardia del Pianeta.

“Il sessanta per cento dell’elettricità che usiamo viene generata dal nostro impianto solare, il novanta per cento dell’acqua passa per un

“Teniamo in grande considerazione per i nostri pazienti il rischio di sviluppo di TASS ed endoftalmiti. Specialmente per quanto riguarda quest’ultima abbiamo pubblicato i dati della nostra pratica clinica e abbiamo osservato una riduzione dell’incidenza di quattro volte rispetto agli standard

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Attraverso la LAICO ci impegniamo moltissimo a diffondere il nostro modello economico e a garantire la massima consulenza a chi vuole fondare un ospedale sostenibile non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico
Rengaraj Venkatesh
Quantitativo di rifiuti dopo 50 facoemulsificazioni in un ospedale Aravind ➧

In DettaglIo

Intelletto e potenziale non sono sufficienti. Serve la gioia di fare qualcosa di meraviglioso

Govindappa Venkataswamy

statunitensi ed europei”, osserva Venkatesh. “Da otto, dieci casi ogni diecimila, a due ogni diecimila nei nostri ospedali. Un risultato dato dalle nostre procedure e dall’uso degli antibiotici rigorosamente intracamerulare”.

Dal punto di vista della sostenibilità sociale ed economica, il Modello Aravind viene diffuso dall’organizzazione stessa tramite supporto e consulenza, in collaborazione con le più importanti organizzazioni non profit. Una missione che punta a garantire l’accessibilità alle cure mediche anche nei Paesi in via di sviluppo.

“Attraverso la LAICO, Lions Aravind Institute of Community Ophthalmology, ci impegniamo

moltissimo a diffondere il nostro modello economico e a garantire la massima consulenza a chi vuole fondare un ospedale sostenibile non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico. Collaboriamo attivamente con moltissime organizzazioni come Lions, Rotary, Sightsavers, CBM, SEVA, Operation Eyesight Universal e molte altre”, elenca Venkatesh. “Perché la nostra missione è la stessa del nostro fondatore: eradicare la cecità evitabile. Non abbiamo concorrenti nel mercato, perché non li vediamo come tali, anzi, ci offriamo di condividere con loro le nostre conoscenze, i nostri valori, gli spieghiamo che si può fare profitto rispettando il pianeta pur

tenendo la salute del paziente in primo piano”.

Il principio di sostenibilità ambientale adottato da Aravind ha iniziato sempre più a diffondersi tra le varie società oftalmologiche globali.

“Si è parlato molto del modello Aravind in società come IAPB, l’ASCRS e, recentemente, l’ESCRS di Milano ha dedicato una lecture al mio caro amico e mentore David Chang, che da tempo porta il nostro esempio in diversi meeting in giro per il mondo, in particolare per quanto riguarda l’oftalmologia a basso impatto ambientale. È un processo di advocacy molto importante in cui ci impegniamo personalmente moltissimo”, conclude Venkatesh.

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Tutta la strumentazione viene sterilizzata con un ciclo rapido in autoclave e reimmessa subito dopo in circolo, riducendo al minimo l’impronta di carbonio.

Lente per il controllo della progressione miopica nei bambini ed adolescenti

La miopia sta diventando un problema sempre più diffuso a livello planetario.

Per rispondere a questa problematica Ital-lenti ha sviluppato MYOPKIDS, un’innovativa lente con defocus periferico, con lo scopo di limitare lo sviluppo della progressione miopica nei bambini e negli adolescenti.

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1.

2.

DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione KETOFTIL 0,5 mg/g gel oftalmico

COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA

Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione 1 ml contengono 0,69 mg di ketotifene fumarato, pari a 0,5 mg di ketotifene. Ketoftil gel oculare 1 g contengono 0,69 mg di ketotifene fumarato, pari a 0,5 mg di ketotifene. Eccipiente con effetti noti Il flacone multidose e il gel oculare contengono benzalconio cloruro. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. FORMA FARMACEUTICA

Collirio, soluzione (contenitore multidose). Collirio, soluzione (contenitori monodose). Gel oftalmico.

4. INFORMAZIONI CLINICHE

4.1 Indicazioni terapeutiche - Congiuntiviti e cheratocongiuntiviti acute e croniche di natura allergica (primaverili, atopiche ed altre).

4.2 Posologia e modo di somministrazione - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione: 1 goccia nel sacco congiuntivale 2 o più volte al dì, secondo prescrizione medica. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico: 1 goccia nel sacco congiuntivale 2 volte al dì.

4.3 Controindicazioni - Ipersensibilità al ketotifene o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Generalmente controindicato in gravidanza (v. paragrafo 4.6).

4.4 Speciali avvertenze e precauzioni d’uso - Ketoftil collirio, soluzione (contenitori multidose) e Ketoftil gel - Le formulazioni di Ketoftil collirio multidose e Ketoftil gel contengono benzalconio cloruro come conservante che potrebbe depositarsi sulle lenti a contatto morbide; pertanto Ketoftil non deve essere usato se il paziente indossa questo tipo di lenti. Le lenti devono essere rimosse prima dell’applicazione ed è necessario attendere 15 minuti prima di rimetterle. I prodotti contenenti benzalconio cloruro come conservante potrebbero decolorare le lenti a contatto morbide. Il benzalconio cloruro può causare irritazione oculare, occhio secco, alterazione del film e della superficie corneali. Da usare con cautela nei pazienti con occhio secco e con compromissione della cornea. I pazienti devono essere monitorati in caso di uso prolungato. Ketoftil, nelle sue diverse

forme farmaceutiche, può determinare al momento dell’applicazione un leggero e fugace bruciore. Ketoftil gel oftalmico, per la natura dei suoi eccipienti, può causare al momento dell’applicazione un lieve e transitorio offuscamento visivo. Ketoftil collirio, soluzione e gel - Nessuna particolare avvertenza.

4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione - Se Ketoftil viene utilizzato in concomitanza con altri medicamenti oculari, è necessario far intercorrere almeno 5 minuti tra un’applicazione e l’altra. La somministrazione orale di ketotifene può potenziare gli effetti dei medicinali depressivi sul SNC, degli antistaminici e dell’alcool. Anche se questi fenomeni non sono stati osservati con Ketoftil, la possibilità di tali effetti non può essere esclusa.

4.6 Fertilità, gravidanza ed allattamento - Gravidanza Non sono disponibili dati sull’uso di ketotifene in gravidanza. Studi su animali con dosi orali tossiche hanno mostrato un incremento della mortalità pre- e postnatale, ma non hanno evidenziato effetti teratogeni. I livelli sistemici di ketotifene dopo l’applicazione oftalmica sono molto più bassi di quelli raggiunti dopo somministrazione orale. Si dovrebbe comunque usare cautela nel prescrivere questo medicinale a donne in gravidanza. Allattamento Anche se i dati di studi su animali dopo somministrazione orale dimostrano l’escrezione del principio attivo nel latte materno, è improbabile che la somministrazione topica nella donna possa produrre quantità di principio attivo rilevabili nel latte materno. Ketoftil può essere usato durante l’allattamento. Fertilità Non sono disponibili dati relativi agli effetti del ketotifene fumarato sulla fertilità negli esseri umani.

4.7 Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari - In soggetti sensibili, Ketoftil, all’inizio del trattamento, potrebbe attenuare la capacità di reazione. Se il paziente avverte visione offuscata o sonnolenza a seguito della somministrazione di questo medicinale, non deve guidare veicoli o utilizzare macchinari.

4.8 Effetti indesiderati - Le reazioni avverse provenienti da studi clinici (tabella 1) sono elencate in base alla classificazione MedDRA per sistemi e organi. All’interno di ogni classe per sistemi e organi, le reazioni avverse sono riportate in ordine di frequenza, con le reazioni più frequenti per prime. All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente per gravità. In aggiunta, la corrispondente categoria di frequenza per ogni reazione avversa è basata sulla seguente convenzione (CIOMS III): Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000,<1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 1. Reazioni avverse

• Disturbi del sistema immunitario Non comune: ipersensibilità • Patologie del sistema nervoso Non comune: mal di testa • Patologie dell’occhio Comune: irritazione oculare, dolore oculare, cheratite puntata, erosione puntata dell’epitelio corneale Non comune: visione offuscata, (durante l’instillazione), occhio secco, disturbi palpebrali, congiuntiviti, fotofobia, emorragia congiuntivale. • Patologie gastrointestinali Non comune: secchezza della bocca • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: rash, eczema, orticaria • Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: sonnolenza.

Reazioni avverse dall’esperienza post-marketing (frequenza non nota) Sono state osservate anche le seguenti reazioni avverse post-marketing: • reazioni di ipersensibilità incluse reazioni allergiche locali (in prevalenza dermatiti da contatto, gonfiore della zona oculare, prurito palpebrale ed edema) • reazioni allergiche sistemiche con inclusi gonfiore/edema facciale (in alcuni casi associate a dermatiti da contatto) • riacutizzazioni di condizioni

allergiche pre-esistenti quali asma ed eczema. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verifificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto

permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

4.9 Sovradosaggio - Ketoftil multidose Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. L’assunzione orale di questo medicinale non è raccomandata. L’ingestione per via orale del contenuto del flacone multidose da 10 ml o del tubo è equivalente a 5 mg di ketotifene (la dose giornaliera raccomandata per i bambini al di sopra dei 3 anni è di 2 mg). I risultati clinici non hanno indicato segni o sintomi gravi dopo l’ingestione di una dose fino a 20 mg di ketotifene. Ketoftil monodose Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. L’assunzione orale del contenuto del contenitore monodose è equivalente a 0,25 mg di ketotifene (la dose giornaliera raccomandata per i bambini al di sopra dei 3 anni è di 2 mg). risultati clinici non hanno indicato segni o sintomi gravi dopo l’ingestione di una dose fino a 20 mg di ketotifene.

5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

5.1 Proprietà farmacodinamiche - Categoria farmacoterapeutica: Oftalmologici-altri antiallergici, codice ATC: S01GX08 Ketoftil è un medicinale antiallergico e antiistaminico attivo per via locale in tutte le forme di cheratocongiuntivite allergica. La sua attività antianafilattica, di tipo non steroideo, si esplica sia attraverso una inibizione del release dei mediatori chimici della allergia e flogosi locale dai mastociti (istamina, SRS-A, etc.),che attraverso una inibizione della attivazione degli eosinofili da parte degli antigeni o del fattore attivante piastrinico (PAF). L’effetto antistaminico si manifesta attraverso una inibizione degli effetti della istamina sui recettori H1 periferici.

5.2 Proprietà farmacocinetiche - Per via orale (nel ratto) l’emivita di assorbimento del ketotifene è di 0,5±0,2 ore e quella di eliminazione è di 8,4 ore. La sua eliminazione avviene per il 25%-30% attraverso l’emuntorio renale. Somministrazione oculare (coniglio): con ketotifene fumarato marcato con C14, la massima concentrazione nei tessuti oculari si rileva 15 minuti dopo la somministrazione; il livello massimo si raggiunge nell’epitelio corneale, seguito da congiuntiva, cornea, iride, sclera, corpo ciliare e umore acqueo. Il tempo di ritenzione medio a livello congiuntivale è di 5,7 ore. La concentrazione ematica per dosi oculari ripetute è stata calcolata essere pari a circa 1/70 di quella congiuntivale.

mg/Kg TOPO RATTO

PER OS 408±61 468 ± 107

SOTTOCUTE 820±78 430 ± 54

ENDOVENA 14,9±1 5,4 ± 0,8

5.3 Dati preclinici di sicurezza - Il ketotifene presenta una bassa tossicità acuta. La DL50 è riportata nella tabella seguente: Nessun effetto tossico è stato riscontrato per dosi orali ripetute e largamente superiori a quelle utilizzabili per l’impiego clinico-terapeutico.

6.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

6.1 Elenco degli eccipienti - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (flacone multidose): Sorbitolo, benzalconio cloruro, TS- Polisaccaride e acqua per preparazioni iniettabili. Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (con - tenitori monodose): TS-Polisaccaride, sorbitolo e acqua per preparazioni iniettabili. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico: Idrossietilcellulosa, sorbitolo, benzalconio cloruro e acqua per preparazioni iniettabili.

6.2 Incompatibilità - Non note.

6.3 Validità - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione - flacone multidose da 10 ml 3 anni a confezionamento in - tegro. Il flacone multidose non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore. Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose 0,5 ml 30 mesi a confezionamento integro. I fla - concini monodose non contengono conservanti antimicrobici atti a preservarne la sterilità in fase d’uso e perciò, una volta aperto il contenitore, il prodotto in esso contenuto deve essere utilizzato immediatamente. Il prodotto che eventualmente dovesse avanzare deve essere gettato. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico 3 anni a confe - zionamento integro. Il prodotto non deve essere usato oltre 30 giorni dopo la prima apertura del contenitore.

6.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Nessuna.

6.5 Natura e contenuto del contenitore - Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (flacone multidose) Un flaco - ne contagocce in polietilene da 10 ml, dotato di tappo ad apertura razionale e non istintiva. Ketoftil 0,5 mg/ml collirio, soluzione (contenitori monodose) Scatola da 25 contenitori in polietilene da 0,5 ml. I contenitori, in stecche da 5 unità, sono racchiusi in bustine di politene-alluminio-poliestere. Ketoftil 0,5 mg/g gel oftalmico Tubo in alluminio da 10 g, internamente ricoperto da resine epossidiche, con punta oftalmica.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione - Collirio Flacone multidose Per apri - re, premere la capsula di chiusura e contemporaneamente svitare. Dopo l’uso richiudere avvitando a fondo. Contenitore monodose Separare un flaconcino dalla stecca e aprire. Dopo l’uso, gettare anche se rimane del contenuto. Gel oftalmico Per ottenere un migliore gocciolamento, durante l’applicazione tenere il tubetto perpendicolare e non obliquo.

7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

POLIFARMA S.p.A. - Viale dell’Arte 69 - 00144 Roma

8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

KETOFTIL 0,5 mg/ ml collirio, soluzione - flacone da 10 ml: A.I.C. 029278013

KETOFTIL 0,5 mg/ml collirio, soluzione - 25 contenitori monodose: A.I.C. 029278025

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9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

Data della prima autorizzazione: 13 Maggio 2000

Data del rinnovo più recente: 13 Maggio 2010.

10.

DATA DI REVISIONE DEL TESTO

Giugno 2020.

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SISTEMA DI GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA CERTIFICATO

Largo ai giovani

“COME LA DIGITALIZZAZIONE HA MIGLIORATO LA MIA ATTIVITÀ CHIRURGICA”

Sostenibilità, efficienza e miglioramento utilizzando strumenti digitali in oftalmologia

SSi è sempre più abituati all’uso del video chirurgico, soprattutto ai congressi e corsi, come metodo didattico e dimostrativo. Il video è uno strumento molto utile, che permette a qualsiasi medico oftalmologo di osservare il lavoro dei colleghi, analizzarne i passaggi, commentarne le scelte e mettersi a confronto in maniera costruttiva.

Questo è particolarmente vero se si pensa all’utilità potenziale di uno strumento simile per un giovane chirurgo in formazione, soprattutto se si considera la sempre più rampante digitalizzazione in campo oftalmologico, che ha reso questo tipo di contenuti facilmente accessibili e fruibili da menti fresche tra le generazioni di “nativi digitali”.

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Intervista alla Dottoressa Supriya Sriganesh, Nethradhama Superspeciality Eye Hospital, Bangalore, India Dottoressa Supriya Sriganesh, specialista di cataratta e refrattiva al Nethradhama Superspeciality Eye Hospital, Bangalore, India

Non solo video però: in un mondo sempre più interconnesso e digitale, gli strumenti a nostra disposizione sono numerosi e ci permettono di ripensare a nuove soluzioni non solo per la pratica clinica e la chirurgia, ma anche per la formazione.

La digitalizzazione può migliorare le skill chirurgiche di un medico oftalmologo: questo è ciò che ha voluto dimostrare ad ESCRS 2022 a Milano la Dottoressa Supriya Sriganesh, giovane specialista in chirurgia della cataratta e refrattiva, originaria di Bangalore, in India, dove lavora presso il Nethradhama Superspeciality Eye Hospital. In un’intervista con lei, abbiamo esplorato tutti i vantaggi dei sistemi di digitalizzazione al servizio della chirurgia e della pratica clinica. Abbiamo parlato anche di un’interessante risorsa digitale che facilita in maniera semplice e sostenibile l’apprendimento delle tecniche a chirurgiche, accorciando sensibilmente le curve di apprendimento.

ACCORCIARE LA CURVA D’APPRENDIMENTO

“La curva d’apprendimento per un chirurgo si accorcia notevolmente con la digitalizzazione”, esordisce Supriya Sriganesh. “Sono passati quei tempi in cui si provava a decifrare i passaggi di una chirurgia in schermi piccoli e dalla bassa risoluzione”.

La tecnologia ha preso sempre più spazio nella pratica oftalmo -

logica, sia clinica che chirurgica, diventando un ottimo supporto sia operativo, che educativo. Ormai è la norma avere le più moderne innovazioni anche applicate agli strumenti chirurgici. “Abbiamo ora sistemi di visione 3D in cui ogni singolo specializzando in sala operatoria può vedere l’intervento alla stessa alta definizione del chirurgo operante, e può osservarne ogni sfumatura per poi riprodurla con efficienza e precisione”, spiega Sriganesh.

L’applicazione presentata dalla Dottoressa Sriganesh al congresso ESCRS è la Surgery Optimizer di Zeiss, un software attraverso cui gli interventi chirurgici vengono registrati nel sistema Callisto e caricati nel cloud. “Questa app implementa un software di intelligenza artificiale che automaticamente segmenta le diverse fasi della chirurgia della cataratta e archivia tutti i video in un cloud, disponibili per essere rivisti in ogni momento, sia sul cellulare che sul computer”, spiega la Dottoressa Sriganesh.

L’archivio può essere condiviso con vari utenti, rendendo più facile implementare strumenti di confronto con altri chirurghi. “Si possono visualizzare fianco a fianco i vari passaggi dei tuoi interventi chirurgici e quelli di altri colleghi, anche chirurghi riconosciuti a livello internazionale. Ciò è una vera manna per i giovani perché dà la possibilità di osservare i video integrali, che di solito per i congres -

si vengono tagliati. Aiuta moltissimo nel migliorare l’efficienza ad ogni passaggio di una chirurgia”, commenta Sriganesh. “Non è questione di osservare cosa fai male, ma quello che potresti fare meglio. La comparazione tra chirurgie permette in poche settimane di migliorare notevolmente le proprie capacità, standardizzare la metodologia chirurgica, velocizzare le manovre, e crescere come chirurgo per garantire i migliori risultati ai propri pazienti”.

Un piccolo problema insito in questo sistema, secondo alcuni, è che potrebbe incoraggiare la competizione tra chirurghi sulla velocità nell’eseguire una chirurgia. “Il vero obiettivo non è la velocità, ma l’acquisizione di abilità. La velocità è solo una felice conseguenza”, afferma Supriya Sriganesh.

Questo tipo di tecnologie aiuta anche in quelle situazioni dove ci sono molti specializzandi e pochi mentori, ed è dunque impossibile essere seguiti passo passo nella propria formazione chirurgica.

“Non solo la curva di apprendimento di un giovane si riduce drasticamente con l’implementazione di questo strumento, ma si rende anche più efficiente tra allievo e mentore la formazione digitale e a distanza”, spiega.

DIGITALIZZAZIONE, SOSTENIBILITÀ E LA NECESSITÀ DI CAMBIARE

Digitalizzazione non è solo l’utilizzo di software specifici per mi -

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I giovani oftalmologi devono imparare ad usare questi strumenti e dovrebbero esserci più specialità cliniche con questa possibilità
Supriya Sriganesh

Largo ai giovani

digitalizzato. “È una transizione che richiede tempo e impegno da parte degli istituti e dei medici, e non sempre siamo così pronti al cambiamento”, spiega. “Il nostro istituto organizza dei training anche internazionali, specialmente per i giovani, per imparare presso la nostra struttura a usare il nostro sistema di digitalizzazione”.

IL FUTURO A DISPOSIZIONE DI TUTTI

Digitalizzare la pratica chirurgica e clinica è in un certo senso una forma di democratizzazione, oltre che di ottimizzazione delle tempistiche, in quanto semplifica e rende più accessibile la comunicazione e la condivisione. “La digitalizzazione non è solo il futuro dell’oftalmologia, ma della medicina in generale. Il mio desiderio sarebbe di vedere implementata questa tecnologia per ogni aspetto della chirurgia, non solo per la cataratta, ma anche per la refrattiva”, commenta Supriya Sriganesh. “Ci dovrebbe essere una rete digitale di chirurghi, una comunità, dove ci si possano scambiare video, opinioni, informazioni”.

gliorare le proprie capacità, ma è anche un modo per ripensare l’organizzazione di un intero istituto in un modo più sostenibile. “Sicuramente la sostenibilità è il maggior vantaggio nell’avere un sistema completamente digitalizzato. Nel nostro istituto per esempio non usiamo più carta e tutte le informazioni sono archiviate sotto forma di registri medici elettronici. Questo significa che, non solo non si perde tempo a compilare documentazione cartacea inutilmente e si limitano gli errori umani nell’inserimento dei dati, ma si fa anche sì che i pazienti possano avere accesso alle loro cartelle cliniche velocemente anche dal loro cellulare”, spiega Supriya Sri Ganesh. Una soluzione verde, che richiede meno tempo e che rende tutte le informazioni disponibili ed accessibili a medici e pazienti. A tal proposito è molto importante dotarsi di sistemi di sicurezza informatici. “Stiamo parlando di dati sensibi -

li relativi ai pazienti. È necessario quindi dotarsi di solidi firewall per proteggerli da attacchi informatici e virus. Altra cosa importante è creare delle copie di backup per tutto periodicamente, così se c’è qualche problema tutto è protetto e salvato”, afferma Sri Ganesh.

La pandemia ha sicuramente accelerato l’entrata di questo tipo di tecnologie nella pratica di molti istituti e medici. “La telemedicina è molto popolare ora. Si può accedere ai dati dei pazienti sui propri dispositivi elettronici ed è più facile comunicare direttamente con il paziente senza ricorrere a visite in presenza, facendo risparmiare molto tempo al paziente stesso”, aggiunge Sriganesh.

Tuttavia, la difficoltà maggiore che incontra questo tipo di innovazione viene dalla resistenza al cambiamento da parte delle strutture e dei medici stessi, oltre che dalla complessità che richiede il passare da un sistema tradizionale ad uno

Anche la ricerca ne trarrebbe un grande giovamento. “Il valore per la ricerca è inestimabile: se si hanno i dati in un posto solo, è più facile estrapolarli per studi retrospettivi con solo l’uso di una parola chiave. Tutti sappiamo che migliori sono le metodologie, più la scienza progredisce”, afferma Sriganesh.

I giovani devono essere dunque i primi destinatari e fruitori di un sistema più digitalizzato per la loro futura pratica clinica, e il modo migliore per usarlo al meglio è iniziare fin da subito. “I giovani oftalmologi devono imparare ad usare questi strumenti e dovrebbero esserci più specialità cliniche con questa possibilità. Questo permetterebbe loro anche di confrontarsi con grandi personalità del campo, chiedere le loro opinioni, inviare materiale: tutto quello che normalmente non avviene ai congressi, ai webinar o ai corsi.

Sarebbe meraviglioso che esistesse una piattaforma digitale per i giovani dove tutto questo venisse reso possibile oggi e per il futuro”, conclude.

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Presentazione della Dottoressa Sriganesh all’ultimo ESCRS, in presenza anche del Presidente Oliver Findl

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UNA PICCOLA GRANDE RIVOLUZIONE CIRCOLARE

EYE PCR presenta un innovativo anello intracapsulare in grado di migliorare la vita del chirurgo oftalmologo

Intervista al Professor Ioannis G. Pallikaris, Direttore del Dipartimento di Oftalmologia e Rettore dell’Università di Creta, Grecia

DDecentramento, tilting della lente, ma specialmente opacizzazione secondaria sono problemi comuni e risolvibili nel mondo della chirurgia della cataratta. Da oggi, potrebbero diventare addirittura evitabili, grazie ad un semplice dispositivo. Presentato all’INnovation Day tenutosi al 40° Congresso ESCRS a Milano, il nuovo progetto di EYE PCR, fixOflex™ è stato indicato come una delle più importanti innovazioni dell’anno nell’ambito della chirurgia della cataratta e della presbiopia.

“Si tratta di un dispositivo che mira a risolvere una volta per tutte alcuni problemi dell’oftalmologia moderna che ci portiamo avanti dal passato, tra cui in primis la formazione della PCO”, afferma il Professor Ioannis G. Pallikaris. “Certamente non è più un problema grave gra-

zie alla presenza del laser YAG, ma rimane pur sempre un problema, specialmente con l’uso sempre più frequente delle lenti premium”. Descrivere Ioannis G. Pallikaris, MD, PhD, semplicemente come Fondatore e Direttore Medico di EYE PCR è riduttivo. Direttore del Dipartimento di Oftalmologia e Rettore dell’Università di Creta, Fondatore dell’Institute of Vision and Optics, nonché ex Presidente dell’ESCRS, Pallikaris è stato tra le altre primo pioniere della LASIK, a cui lui stesso ha dato il nome. Assieme all’azienda da lui fondata, ha presentato personalmente fixOflex™ al mondo dell’oftalmologia proprio in occasione dell’ESCRS 2022.

“Altri problemi che spesso riscontriamo sono lo shrinking capsulare e il decentramento della IOL: anche questi possono inficiare i parametri di buon funzionamento di una premium. Ancor più abbiamo considerato la necessità di affrontare il problema in oftalmologia pediatrica, data l’aggressività delle opacizzazioni secondarie nei piccoli pazienti e il bisogno, molto spesso, di effettuare la sostituzione della lente intraoculare”, osserva Pallikaris. “Per questo motivo, più di quindici anni fa, abbiamo iniziato a progettare un anello, non dissimile da altri anelli capsulari, ma con la differenza di non essere un anello aperto, ma un anello chiuso, con uno spessore molto maggiore ed in grado di riempire tutta la zona capsulare periferica. Dopo anni di studi e diversi follow up siamo riusciti a trovare il modo di ridurre sensibilmente la migrazione delle cellule epiteliali”, afferma.

L’anello intracapsulare fixOflex™

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InnovazIonI
Ioannis G. Pallikaris

contiene nel suo nome le tre caratteristiche fondamentali, spiega Pallikaris. “Il corpo centrale dell’anello deve mantenere la stabilità della IOL, in quello che noi consideriamo la parte ‘fix’”, spiega. “Inoltre, deve essere necessariamente flessibile e facilmente inseribile, un elemento ‘flex’ soddisfatto dal suo materiale in acrilico idrofilo. La ‘O’ in mezzo ricalca la caratteristica forma circolare del suo design unico”. Oltre a ridurre l’opacizzazione secondaria, l’anello intracapsulare fixOflex™ garantisce diversi benefici per il paziente. “Innanzitutto, l’anello può essere facilmente inserito nella capsula usando lo stesso iniet-

tore delle IOL, e successivamente permette di agganciare le aptiche della IOL fissando l’ottica in questo spazio sicuro, scongiurando il rischio di decentramento postoperatorio”, spiega Pallikaris. “Facendo ciò, si protegge e si rafforza la capsula periferica. Questo porta non solo ad una riduzione delle disfotopsie, ma garantisce una veloce sostituzione della IOL in caso di necessità”, aggiunge. “Tutto questo semplifica notevolmente il lavoro del chirurgo, che può inoltre scegliere di sfruttare l’alto grado di intercambiabilità, aggiornando la lente intraoculare con un modello più avanzato ed adatto al paziente”.

Secondo Pallikaris, fixOflex™ potrebbe presto diventare un dispositivo estremamente utile se non irrinunciabile per la chirurgia oftalmologica non solo del segmento anteriore.

“Abbiamo deciso di progettare un anello in grado di fissare in modo sicuro ogni tipo di IOL e questo è stato il nostro punto di partenza”, spiega Pallikaris. “Man mano che si procedeva nei lavori abbiamo sempre più valutato il valore della preservazione della capsula anche in altre circostanze, come ad esempio in chirurgia vitreoretinica”, aggiunge. “Si tratta di un utile strumento che la comunità oftalmologica potrà presto adottare per ottimizzare i risultati evitando scomodi disagi postoperatori”.

La registrazione e la conseguente commercializzazione di fixOflex™ è imminente. Secondo un comunicato stampa aziendale, EYE PCR ha già lanciato una robusta pianificazione regolamentativa e un trial clinico allo scopo di ottenere il marchio CE. “Il prodotto non è ancora sul mercato, ma prevediamo l’approvazione CE per il prossimo anno”, spiega Pallikaris. “Stiamo comunque collaborando con diversi medici in diversi continenti che lo stanno utilizzando in via sperimentale e stiamo ottenendo feedback estremamente positivi”, afferma. “Il livello di gradimento è davvero molto alto, e i medici che l’hanno usato ci hanno più volte pregato di mettere il dispositivo sul mercato il prima possibile, perché lo vogliono integrare nella propria prassi chirurgica”, conclude.

Per maggiori informazioni: www.eyepcr.com

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Si tratta di un utile strumento che la comunità oftalmologica potrà presto adottare per ottimizzare i risultati evitando scomodi disagi postoperatori
Ioannis G. Pallikaris
L’anello intracapsulare fixOflex™

RETINOBLASTOMA, UN TEAM DI RICERCATORI SCOPRE UN NUOVO DRIVER MOLECOLARE

II ricercatori della UT Southwestern e dell’Università di Miami hanno scoperto il probabile driver molecolare del retinoblastoma, uno dei più aggressivi tumori oculari in età pediatrica. I ricercatori hanno scoperto che una molecola, il recettore gamma correlato ad estrogeni (ESRRG), diventando iperattiva provoca la sopravvivenza delle cellule tumorali del retinoblastoma. Secondo quanto riportato dal team di ricerca su Science Advances , bloccando il recettore ESRRG si riuscirebbe ad eliminare le cellule del retinoblastoma. Tale scoperta potrebbe portare a sviluppare nuovi tratta -

menti specifici che al giorno d’oggi ancora non esistono. Lo studio, guidato dal Dottor J. William Harbour, ha analizzato i geni e le proteine di 103 pazienti con retinoblastoma nella più grande analisi sequenziale della patologia mai condotta fino a oggi. Ne è emerso che il 94% dei tumori contiene mutazioni sul gene oncosoppressore RB1, mentre il resto coinvolge altri geni alterati. Nell’analizzare queste altre mutazioni, gli scienziati hanno scoperto che molte di queste erano coinvolte nello stesso percorso di segnalazione all’interno delle cellule: un network molecolare che regola l’ESRRG, che gioca un ruolo fondamentale nel primo sviluppo della retina e delle altre componenti del sistema nervoso, ma che non era mai stato associato al retinoblastoma prima. Il team ha scoperto che normalmente il gene RB1 frena l’ESRRG nelle cellule retiniche sane. Tuttavia, nei casi di retinoblastoma, l’ESRRG si attiva e tiene vive le cellule tumorali, lasciandole proliferare. Bloccare l’ESRRG porterebbe le cellule tumorali a morire. “La nostra scoperta porterà a sviluppare trattamenti innovativi per questa forma cancerogena”, spiega Harbour in un comunicato. “Il retinoblastoma è il più comune tumore oculare nei bambini ed è emozionante avere finalmente un potenziale bersaglio per cui sviluppare un farmaco”.

Fonte: https://www.science.org/ doi/10.1126/sciadv.abm8466

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LENTI A CONTATTO PER IL MONITORAGGIO COSTANTE DELLA PRESSIONE OCULARE

PPoter misurare la pressione intraoculare del paziente in maniera continuativa, specialmente durante le ore notturne, potrebbe rappresentare un passo estremamente importante per il controllo e il trattamento del glaucoma. In uno studio pubblicato su Nature , Zhang J, Kim K et al hanno presentato per la prima volta un modello sperimentale di lente intraoculare morbida dotata di sensori in grado di misurare le variazioni della pressione intraoculare del paziente in un arco continuativo di ventiquattro ore, comprese le ore di sonno. L’articolo presentato dai ricercatori della Weldon School of Biomedical

Engineering della Purdue University di West Lafayette nell’Indiana ha sottolineato quanto questo dispositivo sperimentale potrebbe in futuro diventare un valido strumento per l’home monitoring, per la formulazione di trattamenti personalizzati e come sistema di allarme per possibili picchi pressori notturni. Grazie a questo tipo di lente a contatto, in futuro si potranno mantenere monitorate anche patologie oculari croniche come cataratta e degenerazione maculare senile, sostengono gli autori.

Fonte: https://doi.org/10.1038/s41467022-33254-4

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LA MAPPATURA DELLA CROMATINA APRE NUOVI PERCORSI PER LA COMPRENSIONE DELLA PATOGENESI DI PATOLOGIE OCULARI INVALIDANTI

IIl National Eye Institute ha completato la mappatura delle formazioni di cromatina delle cellule retiniche umane, ottenendo dati ed informazioni utili sulla regolazione dell’espressione genica in generale, ed in particolare nella funzione retinica in presenza di patologie oculari più o meno rare. Secondo una news release pubblicata dal NEI su Nature Communications, la stabilità relativa delle cellule retiniche permette di analizzare con facilità le strutture tridimensionali della cromatina e di come essa contribuisce all’espressione delle informazioni genetiche. Queste fibre contengono lunghi filamenti di DNA avvolti attorno agli istoni fino

a formare strutture compatte, piene di punti di contatto ove le sequenze genetiche responsabili per la codificazione delle proteine interagiscono con le sequenze genetiche di regolazione. Tali sequenze genetiche sono state per molto tempo considerate DNA di scarto, afferma il comunicato stampa. Tuttavia, studi avanzati hanno dimostrato i meccanismi in cui tali sequenze controllano quale gene viene trascritto e quando, facendo luce su un meccanismo precedentemente ignoto.

La mappa ad alta risoluzione è stata realizzata usando uno strumento per lo studio dell’organizzazione tridimensionale del genoma, chiamato deep Hi-C sequencing. Grazie a questo strumento è stato possibile identificare 704 milioni di punti di contatto nella cromatina delle cellule retiniche. Per Anand Swaroop, PhD, primo autore dello studio, ricercatore capo e responsabile del Laboratorio di Neurobiologia, Neurodegenerazione e Riparazione del NEI, “si tratta della prima integrazione dettagliata della topologia retinica di un genoma regolatorio, compreso delle varianti genetiche associate con la degenerazione maculare senile ed il glaucoma, due patologie oculari che possono causare perdita della vista e cecità”.

Fonte: https://www.nei.nih.gov/about/ news-and-events/news/3d-map-reveals-dna-organization-within-human-retina-cells

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IL MALAWI ELIMINA IL COME EMERGENZA SANITARIA, RIPORTA L’OMS

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LUCIO BURATTO PRESENTA “OCCHIO SECCODIAGNOSI E TERAPIA”, UNA GUIDA PER I MEDICI OCULISTI

PPuò capitare che dopo una chirurgia della cataratta o refrattiva di successo, il paziente possa avere disturbi alla superficie oculare e soffrire di occhio secco, cosa che può creare molto disagio e fastidio. A tal proposito, durante il Congresso Videocatarattarefrattiva 2022, svoltosi a Milano gli scorsi 20 e 21 ottobre 2022, il Dottor Lucio Buratto ha presentato il suo libro “Occhio Secco - Diagnosi e Terapia”, edito da Fabiano Editore. Una nuova edizione aggiornata che può diventare uno strumento molto utile per il chirurgo oftalmologo.

“C’è una grande necessità di portare a conoscenza dei colleghi oculisti tut-

te le problematiche legate all’occhio secco”, spiega Buratto. “Risolvendo queste problematiche possiamo dare ulteriori soddisfazione e gioia ai nostri pazienti operati bene che però lamentano problemi di secchezza oculare.”

È importante dunque che l’oculista si tenga aggiornato sulle terapie da seguire e gli esami da consigliare al paziente che deve sottoporsi a chirurgia per potergli garantire il miglior risultato possibile. Il libro del Dottor Buratto contiene dunque dei consigli e suggerimenti da seguire, per un aggiornamento sempre continuo della professione del medico oculista.

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Redazione: Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI) Sede operativa: FGE srl − Regione Rivelle 7/F − 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 – Fax 0141 856013 e-mail: info@fgeditore.it − www.fgeditore.it Ordina la tua copia su www.fgeditore.it ATLANTE DI DIAGNOSTICA OCULARE Guida alla interpretazione delle immagini: Ecografia, OCT, OCTA, Fluorangiografia Luisa Pierro Volume 1 Volume 2

PRESENTATA A ROMA LA FONDAZIONE ONESIGHT ESSILORLUXOTTICA ITALIA

Le attività di OneSight partono anche nel nostro Paese, per il diritto alla vista dei più deboli

LL’ultimo report globale sulla vista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo 2,2 miliardi di persone vivono con problemi alla vista: di questi, 1 miliardo di casi poteva essere evitato o curato prima che diventasse irreversibile.

In quest’ottica Essilor e Luxottica hanno una lunga tradizione di iniziative sostenibili in tutto il mondo a difesa del diritto a vederci bene e per un accesso sostenibile alle visite oculistiche e all’uso degli occhiali da vista, con l’obiettivo finale di eliminare

i difetti visivi non corretti nell’arco di una generazione, ovvero entro il 2050.

Per questo motivo è stata presentato a Roma lo scorso 5 ottobre, presso l’Auditorium Piccinno del Ministero della Salute e alla presenza delle istituzioni e della stampa, il ramo italiano della Fondazione Internazionale OneSight EssilorLuxottica, nato dalla fusione tra la Fondazione OneSight Italia e la Fondazione Salmoiraghi e Viganò.

“Anche in Italia si può fare molto per favorire l’accesso alle cure oculisti-

Da sinistra, Lucio Buratto, oculista e chirurgo oftalmico, Andrea Rendina, e la moderatrice Maria Corbi, giornalista de La Stampa durante la presentazione della Fondazione a Roma il 5 ottobre scorso.

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Approfondimenti

Da sinistra Pierpaolo Sileri, Sottosegretario alla Salute del governo uscente, intervenuto alla conferenza stampa.

che e l’inclusione sociale per le persone svantaggiate o con problemi di visione”, spiega Andrea Rendina, Segretario Generale della Fondazione. Le azioni di Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia ETS infatti si dispiegheranno su tutto il territorio nazionale con un programma di donazione di visite mediche ed occhiali da vista a chi vive in condizioni di indigenza e disagio. “Il crescente numero di senzatetto, rifugiati dalle guerre, persone in condizioni di povertà, impone un intervento importante. A queste persone ci ripromettiamo di offrire visite oftalmologiche e occhiali da vista gratuiti con la collaborazione dei medici oculisti e delle associazioni presenti su tutto il territorio”, prosegue Rendina.

La Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia svilupperà le sue azioni tenendo a mente tre pilastri principali: Oftalmologia, Prevenzione e Filantropia, continuando su scala più ampia le attività già poste in essere dal gruppo, tra le quali le relazioni istituzionali con il mondo dell’Oftalmologia, finalizzate ad un aggiornamento professionale nell’area della Ottica Fisiopatologica attraverso una partecipazione attiva ai congressi e realizzazione di pubblicazioni scientifiche con il contributo degli oculisti del proprio Comitato Scientifico costituito da key opinion leader del settore. “La Fondazione manterrà, inoltre, il ruolo attivo di ambasciato-

re della prevenzione attraverso iniziative di informazione e comunicazione, sensibilizzazione, prevenzione della vista estese al pubblico”, afferma Andrea Rendina.

Le iniziative di Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia sono partite nel mese di ottobre, inaugurando le Giornate della Vista 2022/2023, che toccheranno tutto il territorio italiano: ad ogni tappa, ovvero 12 città, si effettueranno visite oculistiche gratuite per soggetti indigenti e donando occhiali da vista ove necessario. “Crediamo che vedere bene sia un diritto umano fondamentale, per questo ci impegniamo per offrire un futuro migliore, dove tutti abbiano accesso ad un’assistenza oculistica sostenibile”, spiega Rendina. I valori e l’impegno di EssilorLuxottica nell’eliminare i problemi di vista non corretti entro una generazione si confermano con questa iniziativa, attraverso un approccio innovativo orientato alla filantropia, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e a collaborazioni finalizzate nel creare un accesso sostenibile alla cura della vista. La prima tappa delle Giornate della Vista 2022/2023 è stata Milano, dove tra il 10 e il 21 ottobre scorsi, all’interno della Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci, resa disponibile dall’amministrazione comunale, sono state allestite cin -

que sale con strumentazione specialistica messa a disposizione da EssilorLuxottica, in collaborazione con il team oculistico coordinato dal Professor Francesco Bandello, Direttore dell’Unità di Oculistica del San Raffaele di Milano. Una sala, inoltre, è stata allestita per la scelta dell’occhiale da vista con la presenza di un ottico Salmoiraghi & Viganò. Il progetto ha avuto la partecipazione degli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio, che ospitano orfani e minori allontanati dalla famiglia e anziani, nonché della Fondazione Progetto Arca e dell’Associazione Centro di Aiuto ai Minori e alla Famiglia in crisi. Tutte queste realtà saranno fondamentali per individuare tra i loro assistiti quelli in particolare stato di bisogno, che potranno beneficiare delle visite oculistiche e degli occhiali gratuiti forniti dalle Giornate della Vista.

“Insieme a medici oculisti e associazioni vogliamo strutturare un concreto circolo virtuoso, dedicato alla vista delle persone più svantaggiate. Con loro saremo più forti e potremo realizzare al meglio la nostra mission e i nostri obiettivi, concentrando gli sforzi in maniera più efficace, estendendo la portata degli interventi e massimizzando il nostro impatto sociale”, conclude Rendina.

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GLAUCOMA: TRATTAMENTO TOPICO E DISTURBI DELLA SUPERFICIE OCULARE

LLa superficie oculare, per la sua funzione di interfaccia tra l’occhio e l’ambiente esterno, è una componente fondamentale di cui tener conto nel trattamento dei pazienti con problematiche oftalmologiche.

Una sua alterazione, infatti, può creare discomfort e disturbi visivi al paziente e impattare negativamente sulla qualità della vita. Prendersene cura, dunque, già dalle fasi iniziali di un trattamento sia medico che chirurgico, è fondamentale per far sì che gli stessi siano efficaci e duraturi. Particolare attenzione va prestata ai pazienti in terapia cronica, come nel caso del glaucoma. Nonostante l’eziologia del glaucoma sia multifattoriale, la pressione intraoculare (IOP) elevata è il principale fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione della malattia. La sua riduzione attraverso terapie topiche ipotonizzanti ha dimostrato di essere efficace nell’arrestare o rallentare la progressione della malattia, preservando la funzione visiva. Tuttavia, affinché i risultati si mantengano costanti nel tempo, è necessario che la terapia si protragga nel lungo periodo. Come descritto nelle linee guida dell’European Glaucoma Society (EGS), l’obiettivo principale della terapia del glaucoma è quello di preservare la funzionalità visiva e la qualità di vita ad essa associata. Si vuole dunque garantire al paziente

un trattamento di facile esecuzione, con scarsa incidenza degli effetti collaterali. Cosa fare quando questi elementi vengono meno e la terapia topica anti-glaucomatosa diventa intollerabile per il paziente a causa di un’alterazione della superficie oculare?

QUANDO LA SUPERFICIE OCULARE È IN PERICOLO

Le disfunzioni della superficie oculare (Ocular Surface Disease o OSD) correlate al trattamento topico ipotonizzante sono una comorbidità che coinvolge tra il 40% e il 59% dei pazienti in tutto mondo1 e possono portare all’abbandono della terapia, con conseguente peggioramento della vista del paziente. In questa categoria rientrano la malattia da occhio secco, le infiammazioni oculari e le reazioni allergiche.

Le cause sono da ricercare nelle componenti degli stessi trattamenti topici, con particolare riferimento ai conservanti utilizzati nei flaconi multidose per aumentare l’emivita del farmaco ed evitare eventuali infezioni secondarie.

Tra i conservanti più diffusi spicca il cloruro di benzalconio (BAC), la cui tossicità sulla superficie oculare è stata dimostrata in numerosi studi2,3. Infatti, il BAC riduce la stabilità del film lacrimale, e tramite la rottura delle giunzioni intercellulari, altera lo strato lipidico, aumentando l’evaporazione.

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Approfondimenti
Che fare quando la terapia ipotonizzante è causa di disturbi della superficie oculare?

di Eleonora Giorgi

Questo induce una minore produzione lacrimale e una stimolazione dell’infiammazione neurogenica. Il BAC, inoltre, può danneggiare l’endotelio corneale e il trabecolato, oltre che aumentare il rischio di infiammazioni croniche e cheratiti.

Non solo: una superficie oculare alterata può ridurre la capacità di penetrazione delle molecole ipotonizzanti delle stesse terapie topiche anti-glaucomatose, inducendo lo specialista ad aumentare il dosaggio o ad aggiungere nuovi farmaci per raggiungere il target pressorio. Ciò porta ad un aumento della tossicità a livello di superficie oculare e rischia di ridurre ulteriormente la compliance del paziente.

La ricerca di soluzioni che possano minimizzare gli effetti collaterali dei farmaci è dunque fondamentale proprio per facilitare l’aderenza del paziente al piano terapeutico e per salvaguardare la qualità della vista e della vita.

LE SOLUZIONI SENZA CONSERVANTI

Le linee guida EGS suggeriscono l’utilizzo di colliri senza conservanti per scongiurare l’insorgenza di disturbi della superficie oculare, causati da effetti avversi durante il trattamento del glaucoma.

La stessa Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha suggerito di evitare l’uso di colliri contenenti conservanti per quei pazienti che seguono un trattamento di lunga durata.

Le terapie topiche preservative-free hanno dimostrato, infatti, di migliorare la tollerabilità e l’efficacia della terapia, impattando positivamente sulla compliance del paziente.4

Inoltre, per ovviare al problema delle contaminazioni microbiche dei boccette multidose sono disponibili sul mercato boccette che utilizzano una tecnologia denominata OSD (Ophthalmic Squeeze Dispenser) la quale, attraverso un sistema di valvole unidirezionali, protegge il farmaco senza necessitare dell’aggiunta di conservanti.

SOSTITUTI LACRIMALI E ACIDO IALURONICO: QUALE SCEGLIERE?

Un buon coadiuvante per riequilibrare l’omeostasi del film lacrimale è l’utilizzo di sostituti lacrimali. Questi, infatti, sono in grado di lubrificare la superficie oculare, ridurre al minimo l’evaporazione e l’osmolarità delle la-

crime e dare sollievo al paziente. Tra le componenti di elezione dei sostituti lacrimali troviamo l’acido ialuronico, che ha dimostrato efficacia nel migliorare la produzione e la qualità del film lacrimale.5 Esso è in grado, grazie alle sue proprietà idrofile, di trattenere grandi quantità di molecole d’acqua ed essendo altamente biocompatibile, non innesca alcuna risposta immunitaria o meccanismo flogistico. Le sue proprietà mucoadesive e mucomimetiche permettono che esso si leghi allo strato di mucina del film lacrimale, garantendo una più lunga permanenza sulla superficie oculare con conseguente miglioramento del comfort e sollievo dai sintomi.

È bene tener presente che non tutti gli acidi ialuronici sono uguali: differiscono principalmente per il peso molecolare, che ne definisce le caratteristiche biologiche, fisiche e reologiche.

Ad esempio, l’acido ialuronico sale sodico (FHA 1.0) è specificamente brevettato per uso oftalmico, ed è un acido ialuronico ad alto grado di purezza ed elevato peso molecolare, che garantisce una maggiore permanenza sulla superficie dell’occhio e stabilizza il film lacrimale. L’acido ialuronico FHA 1.0 è detto di grado farmaceutico, come quello utilizzato per le iniezioni parenterali e intraoculari. Test di laboratorio hanno valutato l’efficacia e la sicurezza dell’acido ialuronico a catena lineare, dimostrando un’ottima tolleranza e capacità lubrificante.6

Altri componenti molto utili nel mitigare gli effetti dell’infiammazione sulla superficie oculare sono l’estratto di Echinacea, che ha proprietà antinfiammatorie,7 e alcuni amminoacidi quali la Glicina, l’L-Lisina cloridrato e l’L-prolina che hanno caratteristiche idratanti e riepitelizzanti.8,9

COSA DOBBIAMO TENERE ULTERIORMENTE A MENTE

Dovrebbe essere buona prassi per gli specialisti documentare lo stato di salute della superficie oculare del paziente tramite appositi test ed esami non solo prima di prescrivere un collirio ipotonizzante, ma anche durante il follow-up, per evitare spiacevoli conseguenze che potrebbero compromettere l’efficacia della terapia. Un ulteriore consiglio per ridurre l’incidenza di problemi della superficie

oculare nei pazienti in terapia ipotonizzante topica è quello di ridurre il numero di colliri, optando per l’utilizzo di combinazioni fisse10, che risultano più agevoli per il paziente e favoriscono la compliance e l’aderenza alla terapia.

Riferimenti:

1 LM, De Benito-Llopis L, Rossi GC, Vajaranant TS, Coroneo MT. Understanding the Dual Dilemma of Dry Eye and Glaucoma: An International Review. Asia Pac J Ophthalmol (Phila). 2020;9(6):481-490. doi:10.1097/ APO.0000000000000327

2 Datta S, Baudouin C, Brignole-Baudouin F, Denoyer A, Cortopassi GA. The Eye Drop Preservative Benzalkonium Chloride Potently Induces Mitochondrial Dysfunction and Preferentially Affects LHON Mutant Cells. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2017;58(4):2406-2412. doi:10.1167/ iovs.16-20903

3 Kumar S, Singh T, Ichhpujani P, Vohra S. Ocular Surface Disease with BAK preserved Travoprost and Polyquaternium 1(Polyquad) preserved Travoprost. Rom J Ophthalmol. 2019 JulSep;63(3):249-256. PMID: 31687627; PMCID: PMC6820501.

4 Konstas AG, Labbé A, Katsanos A, et al. The treatment of glaucoma using topical preservative-free agents: an evaluation of safety and tolerability. Expert Opin Drug Saf. 2021;20(4):453466. doi:10.1080/14740338.2021.1873947

5 Yang YJ, Lee WY, Kim YJ, Hong YP. A Meta-Analysis of the Efficacy of Hyaluronic Acid Eye Drops for the Treatment of Dry Eye Syndrome. Int J Environ Res Public Health. 2021;18(5):2383. Published 2021 Mar 1. doi:10.3390/ijerph18052383

6 Cristian Guarise, Mauro Pavan, Luca Pirrone, Davide Renier, SEC determination of cross-link efficiency in hyaluronan fillers,Carbohydrate Polymers,Volume 88, Issue 2,2012,Pages 428-434,ISSN 0144-8617, https://doi.org/10.1016/j.carbpol.2011.12.004.

7 Aarland RC, Bañuelos-Hernández AE, Fragoso-Serrano M, Sierra-Palacios ED, Díaz de León-Sánchez F, Pérez-Flores LJ, Rivera-Cabrera F, Mendoza-Espinoza JA. Studies on phytochemical, antioxidant, anti-inflammatory, hypoglycaemic and antiproliferative activities of Echinacea purpurea and Echinacea angustifolia extracts. Pharm Biol. 2017 Dec;55(1):649-656. doi: 10.1080/13880209.2016.1265989. PMID: 27951745; PMCID: PMC6130640.

8 Aragona P, Rania L, Roszkowska AM, Spinella R, Postorino E, Puzzolo D, Micali A. Effects of amino acids enriched tears substitutes on the cornea of patients with dysfunctional tear syndrome. Acta Ophthalmol. 2013 Sep;91(6):e437-44. doi: 10.1111/aos.12134. Epub 2013 Apr 26. PMID: 23617248.

9 G. Battiloro et al. «Effetti di un collirio con acido ialuronico, estratto di echinacea e aminoacidi sulle alterazionidell’epitelio corneale in pazienti glaucomatosi in terapia cronica ipotonizzante. Ottica Fisiopat 2013; XVIII: 49-57.

10 Nebbioso M, Evangelista M, Librando A, Di Blasio D, Pescosolido N. Fixed topical combinations in glaucomatous patients and ocular discomfort. Expert Opinion on Pharmacotherapy 13(13): 1829-1835, 2012

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EvEnti CongrEssuali

40° CONGRESSO ESCRS A MILANO EUROPEAN SOCIETY OF CATARACT AND REFRACTIVE SURGEONS

Si è svolto a Milano dal 16 al 20 settembre 2022, presso il Centro Congressi MiCo di Milano, il quarantesimo congresso della European Society of Cataract and Refractive Surgeons (ESCRS). L’importante congresso internazionale ha fatto tappa in Italia riunendo la classe medica e le aziende per un appuntamento di grande oftalmologia, tra novità e nuove sfide. Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti, che ci hanno parlato di tutte le novità in campo e dell’importanza di non smettere di dialogare.

Per vedere tutte le video interviste integrali www.eyeseenews.it oppure accedi direttamente utilizzando il codice QR

TRUCCHI PER L’IMPIANTO DELLE IOL

Roberto Bellucci, ex Presidente ESCRS, ci descrive la sua relazione tenutasi a ESCRS 2022 in occasione dello Young Ophthalmologists Symposium, sui trucchi per un buon impianto di lenti intraoculari.

BAG-IN-THE-LENS: COME FUNZIONA E ALCUNI CONSIGLI Marie-José Tassignon, ex Presidente ESCRS, ha tenuto corsi e lecture su bag-in-the-lens, la tecnica di sua ideazione per la chirurgia della cataratta. La Professoressa Tassignon ha condiviso trucchi e consigli per poterla svolgere al meglio.

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DMEK: COME EVITARE GLI ERRORI

Martin Dirisamer riassume la sua presentazione su come evitare gli errori nel passaggio verso la DMEK: una serie di “tips&tricks” molto utili per chi vuole cimentarsi in questa tecnica introdotta da Gerrit Melles.

PUPILLOPLASTICA PINHOLE NELL’ASTIGMATISMO ELEVATO

Da ESCRS 2022 a Milano, Amar Agarwal illustra i principi e i benefici della pupilloplastica pinhole. Il Professor Agarwal dà preziosi consigli per chi si vuole cimentare in questa chirurgia.

HERITAGE LECTURE A ESCRS: LA STORIA DELLE IOL

Lucio Buratto ha dato la prestigiosa Heritage Lecture in occasione di ESCRS a Milano 2022. Un’esclusiva presentazione dove il Dottor Buratto ha ripercorso la storia delle lenti intraoculari. La presentazione è visibile anche sulla piattaforma Okyo.eu

TECNOLOGIE PER SMARTPHONE

NELLA DIAGNOSI DEL CHERATOCONO

Nikki e Farhad Hafezi hanno presentato a ESCRS 2022 a Milano una tecnologia per smartphone sviluppata presso l’ELZA Institute, in Svizzera, in grado di aiutare nelle diagnosi del cheratocono.

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FONDAZIONE ONESIGHT ESSILORLUXOTTICA DALLA PARTE DEI PIÙ DEBOLI

L’iniziativa di EssilorLuxottica per garantire cure oculistiche a chi più ne ha bisogno

Per

V“Vedere bene è un diritto umano fondamentale”. Nelle parole di Anurag Hans, Head of Mission per EssilorLuxottica si racchiude tutta l’essenza dell’impegno della Fondazione OneSight EssilorLuxottica che, con le sue attività, è in prima linea per diminuire le cause di numerose patologie e difetti oculari, che sarebbero evitabili se opportunamente curati, perché tutte le persone possano vedere meglio e quindi vivere meglio Nel mondo dal 2013, con il sostegno di governi, ONG e una vasta rete partner, la Fondazione ha già dato accesso permanente all’assistenza oculistica a mezzo miliardo di persone e ha fornito occhiali a oltre 50 milioni di esse. Recentemente, il gruppo EssilorLuxottica nel mondo ed in Italia ha unificato diversi istituti ed enti già operativi per meglio concentrare l’impegno filantropico e le energie sotto un unico tetto, quello della Fondazione. La missione dei vari capitoli della Fondazione OneSight EssilorLuxottica è proprio quella di sconfiggere la piaga dei difetti e problemi visivi non corretti, ma reversibili in una generazione. Una piaga che riguarda oltre due miliardi di persone nel mondo e rappresenta un ostacolo gravissimo alla libertà, salute e realizzazione personale.

La Fondazione OneSight EssilorLuxottica rappresenta quindi il concreto impegno del Gruppo di realizzare la propria mission: vedere meglio, vivere meglio (see more, be more)

Alessandra Senici, Head della piattaforma di formazione LEONARDO di EssilorLuxottica, ci porta alla scoperta della Fondazione OneSight

EssilorLuxottica intervistando Andrea Rendina, Responsabile per l’Italia della OneSight EssilorLuxottica Foundation, che ha inaugurato i suoi lavori lo scorso 5 ottobre.

Andrea, cosa è cambiato in Italia in questi ultimi mesi?

Subito dopo la costituzione della OneSight Foundation EssilorLuxottica Foundation, anche noi qui in Italia abbiamo realizzato la nostra Fondazione, la OneSight EssilorLuxottica Italia ETS che costituisce il risultato della fusione di due Fondazioni già esistenti: la One Sight Italia e la Fondazione Salmoiraghi & Viganò. Di entrambe, la nuova Fondazione riprende i principi, i valori, ne dà anche seguito alle sue finalità su una scala più ampia, attraverso lo sviluppo di progetti in campo sociale e medico sanitario, ovviamente dedicati alla vista.

Le attività della Fondazione a quali ambiti si rivolgono?

Direi che sono essenzialmente tre: l’oftalmologia, intesa nello sviluppo delle relazioni istituzionali con la comunità dei 7000 medici oculisti italiani. Verso di loro realizziamo dei servizi di aggiornamento professionale quali pubblicazioni scientifiche nel settore dei difetti della vista o della protezione oculare ed abbiamo una partecipazione attiva ai principali congressi nazionali. Siamo poi da tempo ambasciatori della prevenzione attraverso il programma ‘Incontriamo l’Oculista’ rivolto al grande pubblico, finalizzato ad una corretta prevenzione della vista e alla sensibilizzazione dei cittadini ad effettuare regolari visite oculistiche.

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InIzIatIve
collegarsi al video, scansionare il codice QR

Infine, chiaramente, ci sono le azioni filantropiche della OneSight.

Parliamo delle attività filantropiche della Fondazione: a chi si rivolgono? Questa è una domanda molto giusta, perché quando pensiamo a iniziative filantropiche e, in particolar modo, a quelle che già conosciamo della OneSight Italia, il pensiero inevitabilmente va al sud del mondo, che in effetti costituisce la priorità numero uno della Fondazione. Però anche in Italia si può e si deve fare molto per favorire l’accesso alle cure oculistiche e a una migliore visione, quindi a una migliore qualità della vita, a tante persone bisognose. Pensiamo solamente a quell’esercito silenzioso di oltre 500.000 senzatetto che si è quadruplicato negli ultimi dieci anni, al fatto che l’Italia è un Paese di prima accoglienza e quindi di rifugiati da Siria, Ucraina, dalle guerre civili in Africa; o quello che leggiamo tutti i giorni di tanti italiani che purtroppo progressivamente scivolano sotto la

soglia della povertà. Queste sono le nostre priorità e nei confronti di queste persone prendiamo l’impegno di sviluppare un programma importante di visite oculistiche e di donazione di occhiali omaggio.

Negli anni passati in Italia abbiamo svolto varie attività. Si continuerà? Assolutamente sì, anzi direi che riprendiamo proprio da dove siamo stati costretti a fermarci con la pandemia, con quelle attività che hanno portato degli ottimi risultati. In questo senso siamo partiti proprio con la settimana della Giornata Mondiale della Vista, con la nostra prima iniziativa costituita da un programma di visite oculistiche e di donazione di occhiali con la collaborazione di associazioni presenti nel territorio, con i medici oculisti, e ovviamente con i colleghi di EssilorLuxottica. Vogliamo quindi costituire un vero e proprio circolo virtuoso della vista a favore delle persone bisognose.

Concordo, dobbiamo lavorare tutti insieme. Raccontaci quindi l’iniziativa di quest’anno organizzata in occasione della Giornata Mondiale della Vista.

Si chiama ‘Le Giornate della Vista’, appunto, ed è partita a Milano dove siamo stati ospiti della casa di accoglienza Enzo Jannacci. Abbiamo cominciato il 10 ottobre e finito il 21 dello stesso mese e abbiamo visitato non solo tutti i loro assistiti, ma anche quelli di altre associazioni che sono da tempo vicino a noi e noi vicino a loro, quali Caf Onlus, Fondazione Arca, l’istituto Martinitt. Le visite oculistiche sono state realizzate in collaborazione con lo staff medico dell’ospedale San Raffaele coordinato dal Prof. Francesco Bandello.

La novità di quest’anno è che questa iniziativa sarà in molte città, non solo a Milano.

Sì, infatti questa è la novità. Ci fa molto piacere dire che dopo Milano, infatti, siamo stati ad Agordo subito dopo. Realizziamo una struttura oculistica mobile che può quindi viaggiare, e toccare molte città italiane. Ad Agordo abbiamo visitato gli assistiti segnalati dalla Caritas della provincia di Belluno e in queste poche settimane abbiamo dato un beneficio alla vista e alla qualità della vita di circa 1500 persone.

La promozione di queste iniziative è fondamentale per creare quel circolo virtuoso di cui parlavi prima. Sono state fatte presentazioni alla stampa e alle istituzioni e si parla anche di customer donations.

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I medici oculisti svolgono un ruolo fondamentale ed il loro contributo e coinvolgimento sono indispensabili. Con loro saremo più forti e potremo realizzare la nostra mission ed i nostri obiettivi estendendo la portata degli interventi e massimizzando il nostro impatto sociale

InIzIatIve

Sì, assolutamente. Infatti, definita la Fondazione, e sviluppate le principali iniziative, siamo andati a presentarci a quelli che definirei gli stakeholders esterni della Fondazione, quelli con i quali vogliamo lavorare. Presso il Ministero della Salute, a Roma, il 5 ottobre, abbiamo incontrato i rappresentanti delle principali associazioni in Italia che già si occupano di queste persone, come la Croce Rossa, la Caritas o la Comunità di Sant’Egidio e altre organizzazioni come i Lions e IAPB. Era presente anche la stampa e la televisione per dare la giusta evidenza delle nostre attività e, soprattutto, sottolineare l’importanza dei temi di cui ci occupiamo. Hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni di Milano con cui stiamo lavorando in questo momento e anche istituzioni importanti, come lo stesso Ministero della Salute ed il Dottor Lucio Buratto quale Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione

Riguardo le customer donations, si tratta di una bellissima iniziativa che abbiamo messo in pista insieme al Marketing Retail Italia. È bellissima perché non solo consente una relativa sostenibilità dell’iniziativa, ma soprattutto estende la nostra possibilità di engagement ai negozi e, attraverso i negozi, ai clienti. Nel mese di ottobre Grand Vision ha donato un euro per ogni esame della vista effettuato e Salmoiraghi e Viganò invece due euro per ogni occhiale da vista venduto. Questa iniziativa poi verrà anche strutturata e resa continuativa anche con gli anni a venire.

Guardiamo avanti: cosa state programmando per il 2023?

Se il 2022 si deve considerare come l’anno zero della Fondazione, quello nel quale abbiamo creato un’infrastruttura complessiva e rilanciato le attività filantropiche, il 2023 sarà l’anno nel quale tutti noi vedremo la portata nazionale, la continuità e il consolidamento delle iniziative della Fondazione. Le Giornate della Vista faranno un vero e proprio giro d’Italia dopo Milano e Agordo e toccheranno dieci città in dieci mesi. Un programma molto intenso, molto esteso, e le customer donations diventeranno effettivamente tali, coinvolgendo i clienti in maniera capillare a sostegno del viaggio che farà la clinica. Non ci fermiamo qui. Ci sono altre iniziative alle quali stiamo lavorando, perché le Giornate della Vista sono una sorta di apripista a una nostra presenza più stabile nelle varie città italiane. Stiamo organizzando un network di oculisti pro bono che desiderino donare alcuni momenti della loro attività professionale gratuitamente, così da inviare loro le persone assistite da queste associazioni ed eventualmente noi faremo seguito con la donazione di un occhiale omaggio. Al tempo stesso stiamo anche progettando i primi Vision Centers della OneSight in Italia, quindi dei veri e propri studi oculistici sociali per poter offrire visite oculistiche gratuite alle persone che hanno bisogno.

Come possono gli oculisti italiani contribuire al raggiungimento delle finalità della Fondazione?

Sono convinto che la miglior forma di

sostegno sia fare rete e lavorare tutti insieme, medici oculisti ed Associazioni per realizzare quanto dicevo prima: una rete virtuosa dedicata alla vista delle persone bisognose. Ognuno fa la sua parte: le Associazioni aiutandoci ad entrare in contatto con le persone già da loro assistite alle quali dare insieme un aiuto con l’accesso alle visite oculistiche ed agli occhiali da vista. I medici oculisti, i professionisti della vista per definizione, possono collaborare nel network pro bono e alle Giornate della Vista: per questo li Invito a partecipare inviando la loro manifestazione di interesse.

I medici oculisti svolgono un ruolo fondamentale ed il loro contributo e coinvolgimento sono indispensabili. Con loro saremo più forti e potremo realizzare la nostra mission ed i nostri obiettivi estendendo la portata degli interventi e massimizzando il nostro impatto sociale.

I medici oculisti e i professionisti della vista che volessero partecipare ed essere parte del network pro bono e alle Giornate della Vista, possono inviare la manifestazione di interesse scannerizzando il seguente QR code.

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Alessandra Senici, Head della piattaforma di formazione LEONARDO di EssilorLuxottica e Andrea Rendina, Responsabile per l’Italia della OneSight EssilorLuxottica Foundation
Strada 4 Milano Fiori, Palazzo Q7 – 20089 Rozzano (MI)
operativa: FGE srl − Regione Rivelle 7/F − 14050 Moasca (AT)
856013
OCCHIO SECCO Diagnosi e terapia Ordina la tua copia su www.fgeditore.it LA PATOLOGIA OCULARE MIOPICA Dalla prevenzione al contenimento della progressione Pasquale Troiano
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HOYA SURGICAL OPTICS: SOLUZIONI INNOVATIVE PER LA CHIRURGIA DELLA CATARATTA

HHOYA Surgical Optics, i cui prodotti sono utilizzati dai chirurghi oculisti di tutto il mondo, è leader mondiale nello sviluppo di lenti intraoculari precaricate per soddisfare le diverse esigenze e metodiche chirurgiche. Da sempre in prima linea con una gamma di prodotti dalle caratteristiche uniche, Hoya Surgical Optics lavora a stretto contatto con chirurghi e pazienti per

meglio comprenderne le esigenze. Con oltre 10 milioni di lenti intraoculari vendute in tutto il mondo, grazie alla qualità ed alla sua dedizione HOYA Surgical Optics ha conquistato la fiducia dei chirurghi.

Tra i nostri prodotti di punta, presentiamo le due novità Vivinex™ Impress™ e Vivinex™ Gemetric™ oltre alla conosciuta NANEX multiSert+™.

NANEX multiSert+TM

Nanex multiSert+™ è il più piccolo sistema di iniezione al mondo per lente intraoculare C-loop precaricata idrofoba e progettato per incisioni fino a 1.8 mm. Con il suo innovativo design consente al chirurgo di effettuare una chirurgia della cataratta con incisioni sub-2.2 mm senza compromessi. Grazie al suo sistema di trattamento della superficie all’ossigeno attivo, il materiale di cui è fatto Nanex multiSert+™ dimostra una forte adesione capsulare e una significativa riduzione della PCO comparata ad una superficie non trattata. Nanex multiSert+™ è un sistema precaricato 4-in-1 che prevede diverse opzioni a disposizione del chirurgo: iniezione a stantuffo e iniezione a vite in un unico dispositivo, disegnato per consentire un rilascio fluido della lente rispetto ad altri sistemi di iniezione e per mitigare la possibilità di brusco rilascio.

46 News dalle azieNde

Vivinex™ Impress™

HOYA Surgical Optics introduce Vivinex Impress™ la nuova lente intraoculare “Enhanced Monofocal” precaricata. Vivinex Impress™ è una lente monofocale con una profondità di fuoco estesa per consentire al paziente una maggiore capacità visiva a distanza intermedia.

Vivinex Impress™ utilizza il sistema precaricato multiSert+™ 4-in-1 che prevede diverse opzioni a disposizione del chirurgo: iniezione a stantuffo e iniezione a vite in un unico dispositivo, disegnato per consentire un rilascio fluido della lente rispetto ad altri sistemi di iniezione e per mitigare la possibilità di brusco rilascio.

Vivinex™ Gemetric™ L’innovativa lente trifocale Vivinex™ Gemetric™ idrofobica glistening-free precaricata nel collaudato iniettore multiSert™, offre una qualità visiva per i pazienti senza pari e un’eccezionale stabilità rotazionale. Dotata di una tecnologia proprietaria è declinata in due versioni (Gemetric™ e Gemetric™ Plus) per adattarsi alle esigenze visive dei diversi pazienti ed è disponibile anche in versione torica.

Tra i benefici di questa innovativa IOL trifocale segnaliamo il materiale di cui è composta, acrilico, idrofobico e glistening free, il design proprietario asferico dell’ottica, che migliora notevolmente la qualità dell’immagine. In presenza di decentramento, il coma è inferiore in HOYA Vivinex™ Gemetric™ rispetto alle IOL concorrenti per un diametro pupillare di 4,0 mm. E’ inoltre possibile calcolare precisamente il potere del cilindro con l’ausilio del nuovo HOYA Toric Calculator 4.3.

La vista come interesse primario per HOYA

In HOYA Surgical Optics, consentiamo ai chirurghi oculisti di migliorare la vista e la qualità della vita di milioni di persone che soffrono di cataratta, per aiutarli a celebrare la vita, visivamente. I nostri prodotti sono noti per offrire sicurezza, affidabilità e facilità d’uso. Qualità, fiducia, dedizione e attenzione ai dettagli sono profondamente radicate nella nostra eredità giapponese e nel marchio HOYA. Come definisce il nostro claim, siamo focalizzati sulle singole necessità del chirurgo e del paziente. Nello stesso tempo abbiamo un respiro globale impegnandoci nella distribuzione delle nostre lenti precaricate in tutto il territorio mondiale.

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I PRINCIPALI DATI EMERSI AL SIMPOSIO HOYA SULLA MIOPIA ALL’IMC DI ROTTERDAM

La testimonianza degli Oftalmologi che la prescrivono.

Per ascoltarle, inquadrare il QR code con la fotocamera del cellulare

DDurante la International Myopia Conference (IMC) di Rotterdam, HOYA ha ospitato un simposio sulla miopia in cui gli esperti hanno condiviso nuovi dati europei sulle “Ultime scoperte per migliorare la gestione della miopia” e discusso argomenti quali la crescita dell’occhio emmetrope, il trattamento combinato e la refrazione periferica relativa (RPR):

Il Dr. Andrea Lembo, Ospedale Universitario San Giuseppe Multimedica, Milano, ha presentato i risultati di un’applicazione clinica delle lenti da vista MiYOSMART in combinazione con atropina allo 0,01% in bambini e adolescenti miopi europei.1

I risultati hanno dimostrato che nell’arco di un anno, l’allungamento assiale e la progressione della miopia sono stati ridotti con il massimo effetto utilizzando il trattamento combinato.1

Il Prof. Hakan Kaymak, Internationale Innovative Ophthalmochirurgie, Duesseldorf ha condiviso i risultati del suo studio sulla crescita della lunghezza assiale in caso di trattamento con lenti MiYOSMART.

I dati relativi ai bambini tedeschi che hanno indossato le lenti MiYOSMART hanno riconfermato i risultati di precedenti studi clinici.1

Ulteriori risultati hanno dimostrato che i bambini si adattano molto bene alle lenti da vista MiYOSMART senza problemi di sicurezza, anche in combinazione con atropina a basso dosaggio.1

nico

come l’effetto di controllo della miopia possa essere influenzato dalla refrazione periferica relativa di partenza nei bambini che indossano le lenti per occhiali MiYOSMART con tecnologia D.I.M.S.1 I risultati hanno mostrato che l’effetto di controllo della miopia era più forte nei bambini con RPR di partenza ipermetropico rispetto ai bambini con RPR di partenza miopico.1

HOYA vuole essere al fianco dei Medici Oculisti nell’affrontare la miopia nei giovani e nel sostenere nuovi studi e pratiche come il trattamento combinato di successo delle lenti da vista MiYOSMART con l’atropina, affinchè si possano prendere decisioni basate sulle evidenze.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il Medical Relations Team scrivendo a oculisti@hoya.it.

Riferimenti: 1 Kaymak H, Lembo A, Lam CSY. HOYA Vision Care Myopia Symposium “New Insights to Advance Myopia Management”: Crescita della lunghezza assiale in terapia con lenti da vista MiYOSMART; Confronto del controllo della miopia in bambini europei con lenti Defocus Incorporated Multiple Segments (DIMS), atropina e combinazione DIMS/atropina; L’effetto del controllo della miopia è influenzato dalla Refrazione relativa periferica di partenza nei bambini che indossano lenti da vista Defocus Incorporated Multiple Segments (DIMS). Conferenza internazionale sulla miopia (IMC) 2022, 4 settembre, Rotterdam, Paesi Bassi.

48 News dalle azieNde
Prof.ssa Carly Lam, Università Politec- di Hong Kong ha illustrato

DARSANA: INTERVISTA A PIETRO CERIOLA, MARKETING MANAGER DELLA BUSINESS UNIT OFTALMOLOGIA DI POLIFARMA

DDarsana in sanscrito significa visione, vista, ma anche, per estensione, insegnamento. Ci è sembrato perfetto a indicare un digital support che consente all’utente di capire come e cosa vede, e di poterlo comunicare al medico rivelando, in tal modo, lo stato di salute dei suoi occhi.

Darsana è un’app semplice da usare, ma che prevede comunque una disponibilità sia del medico che del paziente a fidarsi della tecnologia digitale e a usarla correttamente. Dalle vostre indagini che tipo di “resistenze” e di limiti ancora esistono su entrambi i fronti? Il processo di avvicinamento delle persone al digitale è più lento rispetto alla velocità dell’innovazione digital. Bisogna far passare il messaggio che la digitalizzazione in campo medico è utile nella diagnosi precoce e nel monitoraggio attento delle patologie croniche o ingravescenti, come quelle della vista, anche grazie alla centralità del paziente. Se penso a Darsana, è chiaro che l’oculista diventa fondamentale nel coinvolgimento dei pazienti, con i quali può instaurare una comunicazione continuativa. E al paziente serve poter arrivare al medico in modo diretto.

Lo sviluppo di Darsana rientra all’interno di un ambizioso programma di progetti digitali che uniscono la farmacologia tradizionale alle tecnologie informatiche secondo il paradigma “beyond-bio”, uno dei 5 pilastri di Polifarma. Perché avete scelto di dedicarvi in prima istanza all’ambito ofta?

In realtà il primo progetto digital è stato nel settore gastrointestinale. Darsana, però, è stato il primo ad essere lanciato on-line con piattaforma interattiva e, trattandosi di una piattaforma aperta, aggiungeremo nuove funzionalità grazie

al sostegno e consiglio dei nostri oculisti e pazienti.

Darsana è stata messa a punto anche attraverso il coinvolgimento di un campione di pazienti che hanno fornito il loro feedback sull’usabilità dell’app. È questo il futuro della transizione digitale sanitaria?

Già in fase preliminare Darsana è andata molto bene, perché i feedback che ci arrivavano dai pazienti e dai medici coinvolti ci hanno permesso di apportare migliorie fin da subito. L’ospedale San Martino di Genova è stato il nostro Centro di riferimento e abbiamo collaborato con entusiasmo. L’idea è quella, nel prossimo futuro, di coinvolgere altri Centri allargandoci, se possibile, a tutto il territorio nazionale.

La pandemia e le sue misure di contenimento hanno accelerato la diffusione dei sistemi digitali – app e piattaforme interattive soprattutto – nell’healthcare system, facendo di fatto esplodere la digital revolution sanitaria, il che si traduce in business per aziende come Polifarma, già incanalate in questa direzione da prima del 2020. Cosa significa, per voi, coniugare diritto alla salute e profitto? Qual è l’etica di sottofondo?

Il nostro modello ideale è il cambiamento reale che i digital support apportano alla sanità. Il business non va quindi visto come profitto in senso stretto, ma come missione di innovazione e facilitazione del processo di transizione digitale in ambito sanitario e terapeutico. Investiamo in progetti come Darsana per essere leader in questo processo, per ricavarne visibilità, e rappresentare un punto di riferimento nel settore. Altra mission ad alto tasso etico è la farmaco-economia che deriva dallo sviluppo della medicina digitale, e dei digital medical support.

49 News dalle azieNde

LENTI ESSILOR® STELLEST™: LA

NUOVA SOLUZIONE VISIVA PROGETTATA PER LA GESTIONE DELLA MIOPIA NEI BAMBINI.

LLa società contemporanea sta affrontando una problematica di salute in continua crescita: la miopia. Nei bambini la miopia può progredire velocemente, raggiungendo diottrie elevate: più piccolo è il bambino quando diventa miope, più velocemente progredirà la miopia(1) ESSILOR® presenta le lenti STELLEST™: una soluzione visiva rivoluzionaria per rallentare la progressione miopica in media del 67%(2)

COME FUNZIONANO LE LENTI ESSILOR® STELLEST™?

1.CORREZIONE

La zona di visione monofocale delle lenti STELLEST™ è dedicata alla visione per lontano, offre una visione nitida mettendo a fuoco la luce sulla retina. Le lenti STELLEST™ sono state progettate con uno spazio tra i diversi anelli per mantenere un’adeguata superficie di prescrizione. Questo garantisce buona acutezza visiva e un buon comfort per il portatore. (fig.1)

2.CONTROLLO

ESSILOR® ha fatto un ulteriore passo avanti per controllare la miopia, creando una tecnologia unica e su misura per l’occhio miope: la costellazione di 1021 lenti diffuse in 11 anelli che compongono la tecnologia H.A.L.T. (3) è stata progettata per creare, per la prima volta, un volume di segnale in grado di rallentare l’allungamento dell’occhio. Nei bambini, i cui occhi sono ancora in fase di sviluppo, questo volume di segnale permette di mantenere sotto controllo il processo di allungamento dell’occhio. Le lenti creano un volume di segnale luminoso di fronte alla retina, che l’occhio è in grado di interpretare ma che non disturba la visione dei bambini. Il design ottico delle lenti di ogni anello è stato elaborato per garantire sempre un volume di segnale di fronte alla retina, permettendo la funzione attiva di controllo della miopia, indipendentemente dalla direzione di sguardo del portatore. (fig.2)

fig.1 fig.2

50 News dalle azieNde

Le lenti Essilor® Stellest™ rallentano in media del 67% (0,99D) la progressione della miopia, rispetto alle lenti monofocali se indossate 12 ore al giorno (2)

Le lenti Stellest™ rallentano l’allungamento dell’occhio in media del 60% (0,41mm) rispetto alle lenti monofocali se indossate 12 ore al giorno(2)

Bibliografia:

1. Sankaridurg, P., 2015. A less myopic future: what are the prospects? Clin. Exp. Optom. 98, 494–496.

2. Rispetto alle lenti monofocali, se indossate dai bambini almeno 12 ore al giorno, tutti i giorni. Bao, J., Huang, Y., Li, X., Yang, A., Zhou, F, Wu, J., Wang, C., Li, Y., Lim, E.W., Spiegel, D.P. Drobe, B., Chen, H., 2022. Spectacle Lenses With Aspherical Lenslets for Myopia Control vs Single-Vision Spectacle Lenses: A Randomized Clinical Trial. JAMA Ophthalmol. 140(5), 472478. https://doi.org/10.1001/jamaophthalmol.2022.0401.

3. Highly Aspherical Lenslet Target

Essilor® e StellestTM sono marchi registrati di Essilor International.

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GAMMA DISPONIBILE EFFICACIA DELLE LENTI STELLEST™ NEL CONTROLLO DELLA MIOPIA COME GESTIRE LA MIOPIA CON LE LENTI STELLEST ™ : I PUNTI PRINCIPALI DEL PERCORSO

ELICRISIN®

Soluzione oftalmica a base di Elicriso, sterile e senza conservanti, con tecnologia Nemera Novelia®.

L’uso di sostituti lacrimali con funzione umettante e di ripristino dell’omeostasi della superficie oculare è un’esigenza ormai sempre più diffusa, specie per coloro che per motivi di studio o lavoro trascorrono molto tempo davanti a dispositivi digitali di vario tipo.

L’Elicrisin ® contiene estratto fluido di Elicriso all’1%. L’Elicriso (Helichrysum italicum) è una pianta perenne tipica dell’area mediterranea dalle note proprietà antinfiammatorie, antimicrobiche e antiallergiche. L’Arzanolo, estratto dall’Elicriso, riduce la cascata infiammatoria mediata dall’Acido arachidonico e inibisce inoltre alcuni enzimi, fattori di replicazione virale.

La composizione del prodotto è completata dalla presenza delle glicoproteine presenti nell’estratto di Elicriso, che agiscono sulla stabilizzazione dello strato mucinico del film lacrimale apportando un miglioramento immediato alla sua distribuzione sulla superficie della congiuntiva e della cornea. Si realizza così un’azione benefica sia protettiva, contro i fenomeni infiammatori e infettivi, che qualitativa delle immagini grazie ad una visione più nitida, generando

pertanto un immediato sollievo per l’utilizzatore.

L’Elicrisin ® è un prodotto senza conservanti grazie alla speciale tecnologia che viene adottata. Nemera Novelia ® è infatti una tecnologia di tappo dosatore multidose con valvola ermetica che evita l’uso di conservanti e previene la contaminazione batterica durante l’uso. Questa soluzione innovativa, brevettata, garantisce la sterilità del prodotto senza necessità di conservanti aggiunti.

Tutte queste caratteristiche rendono Elicrisin ® , un ottimo collirio per tutta la famiglia, da poter utilizzare frequentemente senza rischio di intolleranze, allergie, sensibilizzazioni anche per lunghi periodi di tempo e presenta una massima compatibilità con l’uso delle lenti a contatto.

52 News dalle azieNde

LENIVAbio SICUREZZA IN OFTALMOLOGIA

mulati come LENIVAbio garze sterili. LENIVAbio garze sterili sono garze imbevute di una soluzione isotonica tamponata, priva di alcol, senza parabeni, senza lattice, contenente:

• Citrus extract (Biosecur®)

• Acido Ialuronico, Aloe Vera (estratto da foglie)

• Ruscus aculeatus (estratto secco)

Il Biosecur® un complesso brevettato di Bioflavonoidi e Polifenoli con attività antimicrobica ad ampio spettro. È approvato dalla Food and Drug Aministration come sicuro addittivo antimicrobico (Certificato GRAS) ed agisce come antisettico tenendo sotto controllo la carica batterica e aiutando quindi a prevenire i possibili processi infettivi.

UUna corretta igiene della superficie della palpebra è da considerare una necessità basilare, il presupposto principale per prevenire l’insorgenza di fenomeni flogistici od infettivi a carico delle palpebre stesse e anche della superficie oculare: congiuntiva e cornea. Inoltre un accurata igiene palpebrale, con garze oftalmiche sterili opportunamente formulate, trova valido supporto come coadiuvante di terapie specifiche nella cura di patologie in corso e in profilassi prima e dopo gli interventi di chirurgia oftalmica; un utile ausilio considerando che la zona perioculare è normalmente colonizzata da una varietà di microrganismi saprofiti e patogeni (MDR e MRSA) che possono essere responsabili di infezioni oculari quando i meccanismi di difesa, in particolari condizioni, sono insufficienti.

Una adeguata igiene delle palpebre diviene indispensabile in caso di:

• Interventi chirurgici (nel pre e post operatorio)

• Congiuntiviti (batteriche, virali, allergiche)

• Blefariti

• Calazi

• Orzaioli

È indispensabile, quindi, utilizzare prodotti specifici ed adeguatamente for-

Il Ruscus aculeatus ha proprietà antiflogistiche, antiedemigene, vasotrofiche e astringenti in grado di limitare la permeabilità vascolare.

L’ Acido ialuronico grazie alle sue proprietà favorisce idratazione ed elasticità del sottile e delicato strato di pelle della zona perioculare e palpebrale.

L’Acido ialuronico inoltre è capace di interagire con recettori specifici nello spazio intracellulare ed indurre fenomeni riparativi dei tessuti in sofferenza (wound healing).

L’Aloe vera ha dimostrato di inibire la produzione di radicali liberi, di contrastare la flogosi, contrastare le infezioni batteriche, virali e micotiche, favorire i processi di riepitelizzazione.

LENIVAbio è indicato dove occorre “l’igiene oltre la cura” nella rimozione di residui da desquamazione della superficie palpebrale o secrezioni conseguenti a fenomeni infiammatori e/o allergici o come coadiuvante nella cura di alcune patologie oftalmiche come congiuntiviti, blefariti e blefarocongiuntiviti.

LENIVAbio, per la sua peculiare formulazione, trova impiego nella profilassi prima e dopo interventi di chirurgia oftalmica.

LENIVAbio rispetta il film idrolipidico presente sulla superficie cutanea.

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garze sterili

LOOKKINO PRESENTA I NUOVI MODELLI RUBBER EVO PER

I RAGAZZI DAI 6 AI 14 ANNI

NNuovi colori, stessa qualità: la serie Rubber Evo di LOOKKINO presenta una nuova gamma di tonalità che accende i modelli del segmento KIDS PREMIUM di LOOK–made in Italia. Frutto di una costante attività di ricerca e sperimentazione, l’esclusivo processo di bi-iniezione TWICE permette di combinare in un’unica struttura 2 polimeri diversi tra loro come il NIL (Natural Injection Light) – per montature ultraleggere - e l’ EVO (EVOlution polymer), un materiale soffice al tatto e particolarmente indicato per le montature da bambino. Il risultato è un mix qualitativamente eccellente di tecnologia e design: elasticità diffusa, resistenza assoluta e comfort di calzata anche grazie alla cerniera flex a scomparsa e ai terminali regolabili che racchiudono un’anima duttile in acciaio armonico.

Pensati, disegnati e costruiti interamente in Italia, gli occhiali LOOKKINO di LOOK–made in Italia rispondono a precise caratteristiche tecniche ed estetiche, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei bambini in termini di qualità, sicurezza e immagine. I materiali sono 100% atossici e ipoallergenici e il ciclo produttivo mantiene standard eccellenti in tutto il suo corso; questo si traduce in un controllo severo di ogni fase della produzione e nel rispetto di precise norme per montature conformi alle disposizioni applicabili per i dispositivi medici. Senza dimenticare l’aspetto estetico evidenziato dai colori bitonali dati dai 2 materiali utilizzati e dalla tecnicità della texture sulla parte frontale per donare uno stile sportivo e cool!

54 News dalle azieNde

FILAB LENTI ITALIANE PUNTA ALLA PROTEZIONE TOTALE

IIl perno fondamentale in questi anni di crescita per Filab è dedicare un’attenzione particolare alla protezione.

La selezione di prodotti oftalmici che abbiano caratteristiche uniche per la protezione della visione è da sempre stato un compito fondamentale per la nostra azienda, sono le parole di Stefano Cazzola Direttore Commerciale di Filab s.r.l. In questo caso presentiamo  Sunchrome UV protetta taglio 420 nm la lente materiale protettivo dai raggi UVA e UVB e dalla luce BLU / VIOLA con la peculiarità di essere anche fotocromatica.

Un binomio di qualità tecniche senza limiti, permettendo al portatore finale di avere in un’unica soluzione il massimo della tecnologia e della praticità fungendo anche da protezione solare.

Inoltre, abbiamo inserito anche una lente foto selettiva a protezione controllata, un altro tema di grande attualità che integra pienamente la filosofia  di Filab nel proporre soluzioni per chi ha patologie reti-

niche sotto presidio del medico oculista. Un’adeguata protezione oculare è sicuramente ciò che può aiutare a prevenire i danni che la radiazione sotto i 450 nm di lunghezza d’onda (radiazioni UV) può provocare. Tali radiazioni, essendo dotate di intenso contenuto energetico, sono molto pericolose in quanto possono attivare reazioni fotochimiche responsabili di danni al nostro sistema visivo (cheratiti, congiuntiviti attiniche, cataratta corticale e danni più importanti a livello retinico).

Le lente FLOOX sono indicate anche  per coloro che praticano uno sport all’aria aperta con un miglioramento del confort visivo, per coloro che necessitano di una elevata protezione oculare e per soggetti affetti da particolari patologie oculari.

La scelta di Filab è integrare alta qualità di produzione a soluzioni che possano migliorare la visione dell’utente finale grazie alla scelta di lenti specifiche e selezionate.”

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Novità editoriale

Luigi

Aspetti fisiopatologici e soluzioni disponibili

Le analisi epidemiologiche di questi ultimi anni hanno evidenziato un costante aumento del difetto miopico presente nella popolazione, non solo giovanile, ma anche nei giovani adulti.

I cambiamenti delle abitudini scolastiche e lavorative vedono messa in atto una continua applicazione per vicino che viene considerata essere alla base della progressione di tale difetto rifrattivo. In realtà i meccanismi che sottendono la progressione miopica sono molto più complessi e coinvolgono regolazioni metaboliche a livello di differenti tessuti presenti nell’occhio, cui si associano le scorrette abitudini di vita.

Queste differenti cause eziopatogenetiche stanno alla base di una vera e propria emergenza rifrattiva che prevede per il 2050 ben la metà della popolazione mondiale affetta da miopia. Consci dell’elevato numero di proposte presenti nel tentativo di controllare la progressione della miopia, abbiamo ritenuto opportuno scrivere questo manuale per fare il punto sullo stato dell’arte del difetto miopico e del suo controllo. Le basi scientifiche non possono infatti prescindere da analisi corrette sia dei dati presenti in letteratura, sia soprattutto dall’epicrisi di tali dati al fine di chiarire la reale capacità di controllo delle varie soluzioni terapeutiche proposte. Ci è sembrato opportuno pertanto concludere il testo con un‘analisi statistica dei dati presenti in letteratura e, a fini di completezza e correttezza, riportare, in appendice, tutte le soluzioni ottiche attualmente presenti sul mercato.

La miopia in età pediatrica e il controllo della sua progressione www.fgeditore.it
Mele
10ml/die Citicolina in Soluzione Orale Alimento a Fini Medici Speciali Indicazione Terapeutica Glaucoma 1 Elevata Biodisponibilità Dimostrata2,3 Efficacia Clinica Campimetrica 4 Indicazione:1 “Neurotidine® a base di citicolina, è indicato per il trattamento dei soggetti affetti da glaucoma già farmacologicamente stabilizzati e con progressiva riduzione del campo visivo.” DA UTILIZZARE SOTTO CONTROLLO MEDICO Citicolina in Soluzione Orale Indicazione Glaucoma 1. RCP Neurotidine 2. Agut et al. Arzneim-Forsch/Drug Res 3. Current Therapeutic Research Clinical and Experimental 4. Ottobelli L, Rossetti L, et al. Ophthalmologica. 2013;229(4):219-26 Neurotidine ® è un Alimento a Fini Medici Speciali. Materiale Scientifico destinato ad Operatori Sanitari Qualificati. opocrin G ro U p

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