b2eyes magazine 4/2021

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N42021

Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Aprile 2021 numero 4 www.b2eyes.com In copertina BBGR

Montature Fotocromatiche

Nikon è un marchio registrato di Nikon Corporation | Le montature fotocromatiche Nikon sono distribuite da BBGR Italia S.p.A.

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B2TRADE Editoriale Digitale, ancora tu (ma non dovevamo vederci più?) 3 Attualità Progressive Business Forum 2021: personalizzazione e classe medica mix vincente 4 Mido: in digitale a giugno, in presenza a febbraio 2022 6 Bbgr si fa (eco)sistema 8 Il centro ottico? Un potente canale mediatico 12 “Amore, gli occhiali”: per Hoya una campagna multicanale 16 Silhouette: con il digitale non conosce crisi 20 Seiko: un cambio di passo sul mercato 24 Look-made in Italia si apre all’abbraccio e ai materiali 28 Oxo: con l’Academy tv una formazione su misura 30 Il lifestyle cosmopolita di Nirvan Javan approda in Italia 34 Si impara di più insegnando che studiando 36 Da ottico a imprenditore: a che punto siamo? 38

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Sommario

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Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F - 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Redazione Via Petitti, 16 - 20149 Milano Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it

B2STYLE Edge and Cut 44 Like Ice 46 B2EXPERT L’ottico digitale WhatsApp Business mette in chat il carrello 48 Contro-intuitivo Lenti oftalmiche: come rendere più semplice la vendita 50 Eye Marketing Funnel Marketing: come acquisire nuovi clienti per un centro ottico 52 Lab Burn out: quanto incide la visione 56

Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it

B2TECH Lenti oftalmiche Zeiss: con il Virtual Try-on il futuro si mette alla “prova” 60 Filab: con Assoluta stop allo “swim effect” 62 Roman Optica: il cuore italiano dà impulso allo sviluppo 64 Bludata: un software per creare relazioni rilevanti con i clienti 68

Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 022021 Copia omaggio

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Editoriale

Digitale, ancora tu (ma non dovevamo vederci più?) di Angelo Magri

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anno scorso, in pieno lockdown, abbiamo vissuto di webinar, call o conferenze stampa via Zoom e simili. Poi è stata la volta dei convegni su piattaforme dedicate, nella moda dei camerini virtuali, oggi tocca agli showroom e ad altre tipologie di iniziative o eventi impadronirsi del web. Questa rapida e non esaustiva carrellata di attività ha un nome che mette tutti d’accordo: digitale. Pensavamo che non sarebbero stati più prioritari dopo l’ultima estate, in cui il peggio sembrava ormai alle spalle e l’emergenza sanitaria volgere al termine. Invece è arrivata la seconda ondata del Covid, poi anche la terza, più velocemente dei vaccini. Così il nostro modo di comunicare e fare business è rimasto ancorato ai sistemi che dodici mesi fa sembravano rivoluzionari e affascinanti, mentre oggi li si affronta anche con un certo fastidio. Tant’è che in molti, in diversi campi, hanno sostenuto sempre più il concetto di phygital, una sorta di centauro della nostra era. Chi avrà la meglio in questo apparente scontro tra fisico e digitale, chi avrà fatto la scelta giusta tra presenza e virtuale? Come in ogni campo, la risposta non è univoca, ma un profilo di successo lo si può comunque tracciare. Digitale significa esperien-

za e innovazione, conoscenza e coraggio. Chi aveva già alle spalle iniziative o attività che in passato avevano abbinato alla formazione frontale quella a distanza, chi ha investito su piattaforme non omologate ma più facilmente fruibili e, al tempo stesso, più coinvolgenti, persino emozionanti per l’utente, chi ha saputo inserire contenuti di qualità, supportati da una comunicazione trasparente ed efficace: ecco, in sintesi, il profilo di successo. A settembre è in programma, per la seconda volta in digitale, il Progressive Business Forum: nato nel 2019 al Palazzo dei Congressi di Firenze, cresciuto l’anno scorso sul Virtual Congress Center b2eyes, l’evento voluto dall’editore di questa testata per sensibilizzare industria, retail, classe medica e consumatore finale sulle opportunità delle soluzioni contro la presbiopia, nel 2021 sarà pronto per una nuova conferma. Progressivamente potremo tornare in palestra o nelle piscine, uscire a cena, goderci uno spettacolo al cinema o a teatro. Ma quando qualcosa conta, incide, smuove, colpisce, è bello anche viverlo in digitale. Perché se teniamo a qualcuno, l’importante è soprattutto sapere che, in un modo o nell’altro, ci sta aspettando e potremo finalmente rivederci.

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Attualità

Progressive Business Forum 2021: personalizzazione e classe medica mix vincente a cura della redazione

Saranno i temi al centro dell’anteprima, in streaming il 5 luglio sul Virtual Congress Center b2eyes, che porrà le basi per la terza edizione dell’evento dedicato al mercato e alle soluzioni per la presbiopia, in programma a settembre sul medesimo canale digitale

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econdo dati Anfao, dal 2014 al 2020 il numero di portatori di progressive è aumentato in Italia di 250 mila unità e si è passati da 2,2 milioni a 2,7 milioni di lenti vendute. «Per questa tipologia di prodotto, in particolare negli ultimi anni, il valore è sempre cresciuto, dando ragione a chi vedeva in tale comparto un’ascesa ragionata e lenta ma di qualità. Ognuno di noi può, quindi, decidere se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto. Ritengo che sia mezzo pieno, ma con un avventore particolarmente assetato e insoddisfatto della quantità a lui sinora somministrata». Così Nicola Di Lernia, curatore e conduttore, insieme alla giornalista scientifica Michela Vuga, del Progressive Business Forum, nato nel 2019 su iniziativa dell’editore di questa testata, introduce la prossima edizione dell’evento e l’anteprima di luglio, che vuole rispondere a una precisa domanda: alla luce dell’auspicata ripartenza dell’economia italiana legata

allo sviluppo della campagna vaccinale e alla riduzione delle restrizioni, quali opportunità deve saper cogliere l’ottica per recuperare definitivamente il 2020-21 e iniziare una crescita costante dal 2022, grazie anche alle innovazioni di prodotto che giungono dall’industria? «Innanzitutto ci aspettiamo una forte risposta da parte dell’industria stessa, in termini di soluzioni e servizi innovativi, così da supportare il centro ottico nella corretta interpretazione della nuova normalità post Covid: l’anteprima di luglio sarà, perciò, un evento mediatico dove il management dell’industria, i vertici della classe medica, gli esperti del retail e gli ottici italiani potranno essere messi a confronto per ottenere le prime risposte, cui la terza edizione del Progressive Business Forum di settembre darà maggiore spazio, offrendo quindi un quadro più approfondito della ripartenza - rivela Di Lernia - Se, infatti, gli oculisti entrassero in maggiore empatia con il mondo delle progressive, le cose

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Attualità

Due fasi del Progressive Business Forum nel settembre scorso, che ha fatto registrare quasi 4.000 visualizzazioni complessive. All’edizione in presenza del 2019 al Palazzo dei Congressi di Firenze, invece, intervennero più di 600 delegati da tutta Italia

cora l’esperto - Se oggi la progressiva riuscisse a dare l’immediato comfort di una monofocale con il benestare degli oculisti, la nostra impresa sarebbe in discesa e i numeri finalmente in grande risalita: ecco perché nell’anteprima di luglio è in programma una tavola rotonda tra la Società Oftalmologica Italiana e le principali aziende dell’oftalmica, per un confronto costruttivo e finalizzato al benessere visivo ed economico dell’intera filiera». Si rinnovano, dunque, l’impegno e l’obiettivo del Progressive Business Forum fissati dai suoi promotori nel 2019: avvicinare industria, oftalmologi, ottici optometristi e consumatori al mondo della presbiopia, favorendo l’informazione e la sensibilizzazione. «Può darsi che questo evento sia soltanto una goccia nel bicchiere mezzo pieno: anche se fosse, quella goccia risulterebbe comunque utile a molti», conclude Di Lernia.

sarebbero molto più agevoli. Tuttavia resisteranno ancora per alcuni anni le referenze negative di un pubblico al quale è stata data una lente non personalizzata e di vecchia geometria. Appare comunque probabile che i numeri delle progressive siano stati “narcotizzati” negli ultimi anni da un significativo ingresso sul mercato di lenti da vicino-intermedio che su diottrie di presbiopia borderline, come 1,25, potrebbero aver posticipato sui clienti quarantenni il primo occhiale progressivo». Il Progressive Business Forum 2021 si propone di lavorare, già nella sua anteprima di luglio, proprio su questi punti di snodo. «I due argomenti caldi saranno, quindi, il rapporto con l’area medica, con particolare attenzione al tema di una soluzione oftalmica personalizzata, e le certezze che una lente di questo tipo offre in termini di affidabilità al cliente finale - sottolinea an-

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Attualità

Mido: in digitale a giugno, in presenza a febbraio 2022 a cura della redazione

Non ci sono le condizioni per realizzare un salone fisico: lo ha annunciato a fine marzo, con una conferenza stampa virtuale, il presidente Giovanni Vitaloni. Così dal 5 al 7 giugno la manifestazione si trasformerà in una piattaforma commerciale e in un evento online. L’appuntamento a Fieramilano Rho è, invece, rimandato al prossimo anno, dal 12 al 14 febbraio

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e parole con cui Giovanni Vitaloni, presidente di Anfao e Mido, ha introdotto la conferenza stampa online sul nuovo rinvio del salone non lasciano spazio a dubbi. «È passato più di un anno dall’inizio della pandemia in Italia e purtroppo la situazione sanitaria, non solo nel nostro paese, non è risolta - ha dichiarato - Il numero dei contagiati è ancora alto, le varianti ci hanno messo in difficoltà, così come le problematiche legate alla produzione e distribuzione dei vaccini». Vitaloni ha fatto, inoltre, riferimento a una mobilità internazionale ancora molto limitata. «Quello che a ottobre scorso, quando furono annunciate le date di giugno 2021, ritenevamo fosse possibile nei mesi a venire, ancora non lo è», ha precisato. Gli organizzatori hanno dunque deciso di non attendere ulteriormente e di prendere una decisione alquanto complessa. «È una scelta di responsabilità nel massimo rispetto di espositori e visitatori, poiché crediamo che Mido debba

continuare a essere l’evento che si contraddistingue nel panorama mondiale come unico, con la consapevolezza di essere il motore centrale dell’economia di settore - ha ricordato Vitaloni - Il nostro principale obiettivo è salvaguardare l’internazionalità e Giovanni Vitaloni, alla guida la fiera stessa, per di Anfao e di Mido dal luglio 2017 raccontare e valorizzare il comparto dell’eyewear e per creare importanti opportunità di business e incontro». La versione digitale sarà caratterizzata da una piattaforma commerciale, per mettere in contatto espositori e buyer a livello globale, e da un evento digitale. «Torneremo per stare insie-

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Attualità

Un’immagine dell’ultima edizione di Mido, che si è tenuta nel febbraio 2019

me dal 12 al 14 febbraio 2022 e sarà l’occasione che aspettiamo da febbraio 2020 - ha concluso in quella occasione l’imprenditore italiano - È indubbio che, nel caso ci fosse la possibilità conclamata di tornare a fare manifestazioni in presenza, non esiteremo ad andare incontro a questa necessità: la nostra macchina organizzativa è pronta». A Vitaloni abbiamo poi chiesto quali saranno le principali opportunità della nuova piattaforma commerciale per un’azienda espositrice e quali, invece, obiettivi, modalità e contenuti dell’evento in programma negli stessi giorni della fiera digitale. «La nuova piattaforma di Mido permetterà agli espositori, oltre alla creazione di uno showcase, al matchmaking (mettere in connessione, ndr) e alla possibilità di incontrare i buyer nelle virtual room dedicate, di essere parte del palinsesto grazie a spazi video appositi, di partecipare agli eventi esclusivi che Mido sta definendo, di promuovere i propri brand attraverso dem e banner - rivela Vitaloni - Ci sarà, inoltre, un programma che verrà trasmesso attraverso la nostra piattaforma nel quale affronteremo, con personaggi di spicco del settore e non, temi di carattere generale che

riguardano il mercato dell’eyewear, le tendenze e il design, il benessere visivo e altro ancora. L’obiettivo è informare, educare, promuovere, divulgare e soprattutto ribadire l’importanza dell’eyewear nell’economia italiana e mondiale, con uno sguardo al futuro». Qual è il bilancio del primo trimestre 2021 per l’industria italiana dell’eyewear? «Intanto bisogna dire che chiudiamo un anno davvero difficile: l’impatto della pandemia sul settore dell’occhialeria nel 2020 ci ha portato a un calo del fatturato intorno al 25% in media - precisa Vitaloni - Nonostante si sia potuto continuare nelle attività perché considerate tra quelle essenziali, abbiamo patito molto la mancanza di mobilità internazionale e il calo delle esportazioni. In linea con la situazione economica e sanitaria complessiva il primo trimestre del 2021 non ha visto quella ripresa che avremmo voluto: meglio per il segmento vista, ma ancora siamo lontani dai livelli precedenti. Le previsioni di ripresa coincidono con la seconda parte del 2021, nel terzo trimestre, con una decisa accelerazione nel quarto, ovviamente nell’ipotesi di diffusione avanzata del piano vaccinale. Nel corso del 2022 è previsto un progressivo ritorno ai livelli di attività pre Covid».

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Attualità

Bbgr si fa (eco)sistema di Angelo Magri

L’azienda che detiene i marchi Galileo e Nikon è oggi in grado di proporre ai centri ottici italiani un’offerta a tutto tondo: non solo lenti oftalmiche, ma anche lac, strumenti e persino montature fotocromatiche, oltre a una serie di servizi

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e convergenze parallele, conosciute dalla politica nazionale molti decenni fa, oggi potrebbero essere riprodotte dalla strategia adottata da Bbgr Italia: due marchi oftalmici, Galileo e Nikon, che in maniera diversa hanno fatto da driver per un primo trimestre 2021 cresciuto a doppia cifra addirittura rispetto allo stesso periodo del 2019, e si integrano in un’offerta sempre più completa e personalizzata per il centro ottico italiano. «I partner Galileo e Nikon Lenswear possono trovare nella nostra azienda un interlocutore unico che li supporta a 360 gradi, dallo sviluppo del business fino al processo di fidelizzazione del portatore - spiega Paolo Cassinari, amministratore delegato di Bbgr Italia - Siamo sì fornitori di lenti oftalmiche, ma nel nostro nuovo concetto di ecosistema abbiamo voluto ripensare a tutto il modello di business». In questo ecosistema rientrano, quindi, non soltanto i già consolidati prodotti e servizi relativi ai due brand oftalmici, ma anche nuove opportunità che vanno a integrare l’offerta e a favorire sinergie commerciali, con un trend favorevole già da diversi mesi. «Da giugno 2020 siamo stati sempre in crescita rispetto alla media del mercato e siamo riusciti

a chiudere un anno così difficile contenendo il calo a -7% in valore rispetto all’esercizio 2019 - dice Cassinari - Nikon è sicuramente il driver principale di questa dinamica positiva, con 320 porte aperte a oggi in Italia e un altro centinaio che contiamo di attivare Paolo Cassinari, alla guida da qui a dicembre: di Bbgr Italia dal marzo 2019 si tratta sia di nuovi clienti sia di partner Galileo cui si aggiunge l’offerta Nikon. Lo scorso anno, inoltre, abbiamo inaugurato il primo Nikon Vision Studio all’interno di uno store di riferimento come F&P di Valerio Furone e Margherita Plenilunio, a Lecce: in tutto ne sono già stati avviati tre in Puglia e uno in Lombardia, auspichiamo di arrivare a una decina entro settembre. Quel che più conta, tuttavia, è la soddisfazione da parte di chi l’ha già aperto: ci serve come protocollo di vendita, ma anche come proposta d’intrattenimento del

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Attualità gio partirà un progetto di servizi, inizialmente incentrato su Milano, che successivamente potrebbe essere riservato ad altre città, Roma in primis. «Per i centri ottici milanesi si tratta dell’opportunità, che verrà estesa anche a Nikon, di fruire di una doppia consegna giornaliera di lenti, ma con un mezzo di delivery green - rivela il numero uno di Bbgr Italia - Pressoché in contemporanea è previsto il lancio, prima sotto l’egida Galileo e subito dopo Nikon, di LensAdvisor, un sistema digital che sarà qualcosa in più di un semplice software: una sorta di listino elettronico in grado di trasformarsi in un vero protocollo di vendita, per aiutare l’ottico nella valutazione delle esigenze visive e dello stile di vita del portatore, suggerendogli in maniera semplice e coinvolgente il tipo di lenti e di trattamenti più adatti». LensAdvisor è studiato in particolare per l’imprenditore ottico che detiene diversi negozi, con responsabili o collaboratori che potrebbero avere sensibilità e approcci differenti: il nuovo listino elettronico è così in grado di favorire l’omogeneità di vendita, lavorando su pc o su tablet collegati tra loro e al sistema di presa d’ordine di Bbgr Italia. «Questi ultimi strumenti, insieme a recenti iniziative come la partnership con Topcon Italia nella strumentazione per il centro ottico, la nuova gamma di lenti a contatto Galileo, il lancio di prodotti come lo spray antiappannante Zero Fog o di servizi come il Nikon Partnership Program, ad esempio, che si aggiungono ad altri prodotti o attività ormai consolidate, fanno parte del già citato ecosistema, finalizzato a sostenere la vendita delle lenti oftalmiche - conclude Cassinari - Contribuiranno, inoltre, a raggiungere uno dei nostri obiettivi per il 2021: una politica attiva verso le mini catene su scala regionale, che vogliamo approcciare con un’organizzazione interna più strutturata e un key account dedicato, Sara Sebai. Persa una fetta di business con un partner storico della distribuzione succursalista, questa nuova strategia, che ci consente di lavorare già con sei family chain sul territorio nazionale, destinate a diventare una decina entro la fine dell’anno, è in grado di far recuperare fatturato velocemente e in maniera importante, aggiungendo peraltro un livello di professionalità più elevato».

L’Amore inizia con un dettaglio.

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Un’immagine dell’ultima campagna di Nikon Lenswear, Details

consumatore attraverso la multimedialità degli strumenti presenti nello spazio dedicato, in grado di offrire un’esperienza immersiva al cliente finale». Delle scorse settimane è invece il debutto della collezione eyewear fotocromatica Nikon: cinque modelli, due maschili, due unisex e uno femminile, che nella versione non attivata dai raggi UV sono trasparenti, mentre diventano grigio scuro traslucido quando si attivano. Possono essere abbinati a qualsiasi tipo di lenti o alle sette colorazioni di Transitions, marchio con cui il brand ha sviluppato materiali ad hoc per i partner top, in particolare il display con key visual in cobranding che propone tutte e cinque le montature, di cui una dotata di lenti Transitions Signature Gen8 nella nuance Zaffiro, oltre a una torcia UV Nikon per l’attivazione. «Dalla primavera sarà poi online la nuova campagna, intitolata Detail, che ci auguriamo ottenga lo stesso successo di quella dell’autunno scorso denominata Precision - aggiunge Cassinari - L’attenzione al digitale del nostro brand è confermata dal recente lancio delle pagine Facebook e Instagram dedicate al consumatore finale: l’obiettivo è incrementare la visibilità e l’awareness, oltre che generare più traffico sul portale e indirizzare le persone nei centri ottici. Digitale che sta alla base anche della nuova Nikon App per iPad, con cui i nostri agenti di vendita potranno approcciare l’ottico in modo più strutturato e spiegare il prodotto dal punto di vista tecnico e del marketing». Per quanto riguarda invece Galileo, a mag-

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Attualità

Il centro ottico? Un potente canale mediatico di Angelo Magri

Oggi ciò che succede nei negozi produce contenuti amplificabili online, creando un sistema di coinvolgimento dei consumatori che si autogenera: lo ha evidenziato Doug Stephens, esperto americano di retail, all’evento digitale internazionale The Pulse di Transitions svoltosi lo scorso febbraio

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econdo Doug Stephens, il Covid «per molti marchi è stata una transizione estremamente difficile, per alcuni invece, come Amazon, Alibaba, JD.com o Walmart, ad esempio, è stata come una flebo di steroidi e quando usciranno dalla crisi saranno infinitamente più forti e raggiungeranno la vita dei consumatori più di quanto pensavamo fosse possibile». Il fondatore di Retail Prophet ha inoltre ricordato come il nuovo mercato sarà di fatto ripartito in tre macro segmenti: i cosiddetti predatori apicali, come i già quattro citati colossi dell’e-commerce; i grandi operatori nazionali; gli altri rivenditori e le altre attività, anche al di fuori del retail, che dovranno rivedere il loro posizionamento. «Se il tuo brand è la risposta, qual è la domanda? Qual è l’unica domanda per cui tu e solo tu hai la risposta per il consumatore? - si è chiesto Stephens - Nell’era post pandemia i vostri negozi diventeranno un canale mediatico e a loro volta i vostri mezzi di comunicazione diventeranno il vostro negozio: il consumatore deve poter acquistare quando vede il prodotto sui media, poter usufruire di servizi e beni già online, quindi diventa necessario costruire un sistema multicanale per coinvolgere il cliente». Tutto questo può valere anche nell’ottica? «Il tuo centro ottico è il canale mediatico più potente che hai, è una pubblicità vivente del tuo brand, non solo dal

punto di vista “medicale” - ha detto il professionista americano - Gli eventi che si organizzano nei negozi diventano contenuti che possono essere amplificati sui canali online e così si crea un sistema di coinvolgimento dei consumatori che si autogenera». In altre parole, ora il negozio è Doug Stephens, fondatore di Retail ovunque. Prophet, società di consulenza «La pandemia del 1918 specializzata nel commercio e nel business su scala globale è stata devastante, ma quella fase ha portato ai ruggenti anni 20 del secolo scorso: anni di innovazione, progresso, prosperità - ha concluso Stephens - Anche noi, se riusciamo a reinventare le nostre attività, ad affrontare tutto con occhi nuovi, a creare proposte di valore che sono molto più forti e vincenti e a usare questa visione per plasmare davvero esperienze straordinarie per i consumatori sia online sia nei nostri negozi, anche noi dunque assisteremo alla nostra versione dei ruggenti anni 20: i ruggenti anni 20 del 2020».

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Nuove lenti progressive Hoyalux iD MySelf. COSÌ CONFORTEVOLI CHE NON TI ACCORGI DI INDOSSARLE. GRANDE OPPORTUNITÀ DI VISIBILITÀ PER I CENTRI OTTICI HOYA CENTER Gli Ottici Hoya Center sono protagonisti in TV, sul digital e nel Centro Ottico con una memorabile campagna di comunicazione per richiamare i clienti e attrarne di nuovi. Per maggiori informazioni chiedi al tuo Responsabile di Zona o scrivi a hoyatiinforma@hoya.it hoyavision.it - Seguici su:

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Attualità

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Attualità

“Amore, gli occhiali”: per Hoya una campagna multicanale di Angelo Magri

Dal 4 aprile Hoyalux iD MySelf, la progressiva di punta dell’azienda oftalmica, è protagonista di una pianificazione di cinque settimane sulle principali emittenti televisive, affiancata da una presenza digital di sei mesi e da un’attività di visibilità presso gli ottici partner: al centro una storia “tormentone”, ideata per coinvolgere e informare il pubblico

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dettagli della nuova campagna multicanale sono stati svelati durante un evento in diretta streaming sul Virtual Congress Center b2eyes del 19 marzo. «Quello per Hoyalux iD MySelf è uno spot che parla non solo alla ragione, ma al cuore di tutti noi, portatori e non, con gli Hoya Center protagonisti per la loro professionali-

tà e una call to action che invita ad andarci - ha rivelato Anna Maria Nicolini, direttrice marketing di Hoya Italia, durante il meeting online - Abbiamo, perciò, deciso di raccontarla attraverso la storia di un protagonista, il quale non si pone limiti grazie a lenti così confortevoli da non accorgersi di indossarle: uno spot avvincente indirizzato ai presbiti, in cui l’ottico optometrista rappresenta l’esperto che suggerisce la soluzione visiva adatta al miglior comfort e con un “tormentone”, “Amore, gli occhiali”, in grado di divertire, coinvolgere e informare». Sono previsti 3.500 passaggi con 31 milioni di contatti potenziali sul focus target, rappresentato da una persona dai 45 ai 64 anni, evoluta, con un buon reddito e diploma di studio medio alto. Ed è in programma anche Da sinistra: Mario Veneroni, Maurizio Veroli e Anna Maria Nicolini durante l’evento del 19 marzo un importante piano retail,

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Attualità adattamento che il 22% dei potenziali nuovi utilizzatori teme di avere, per cui non le considera». Ne consegue che il centro ottico «deve primeggiare nel proporre soluzioni di ultima generazione per ridurre questi freni all’utilizzo e offrire la massima soddisfazione ai clienti finali - conclude Veroli - Vogliamo, perciò, che si distingua per professionalità e offerta di qualità».

attraverso materiali di visibilità, iniziative e sponsorizzazioni sui social del centro ottico, per attrarre ma anche richiamare i clienti che da tempo non visitano il punto vendita o che indossano un prodotto di tecnologia precedente. La gamma Hoyalux di progressive personalizzate, grazie al contributo di Hoyalux iD MySelf, lanciata nell’autunno 2019, ha fatto aumentare di 5 punti l’incidenza percentuale di questa famiglia di lenti sul totale delle vendite di progressive Hoya. «Oggi la domanda è orientata verso questa tipologia di valore più elevato, un segmento di mercato sempre più presidiato dai centri ottici tradizionali», ha spiegato all’evento digitale Mario Veneroni, direttore vendite di Hoya Italia. Il management della società di Garbagnate Milanese ha, infatti, ricordato che dopo il lockdown di un anno fa si è registrato un maggiore interesse verso prodotti oftalmici più evoluti: Hoyalux ID MySelf si rivela molto facile da portare, quindi l’adattamento risulta immediato, come confermato dal livello di vendite raggiunto sino a oggi. «Partendo da un’analisi del target di riferimento, sono molteplici le opportunità che si presentano e che possiamo cogliere - aggiunge Maurizio Veroli, amministratore delegato di Hoya Italia - Nei prossimi dieci anni in Italia avremo dieci milioni di presbiti in più, praticamente un milione di nuovi presbiti all’anno, e la stessa propensione all’acquisto di un paio di lenti progressive è molto alta: secondo una recente ricerca, il 64% di loro, infatti, considererebbe probabilmente o sicuramente di scegliere tale soluzione. Vanno, tuttavia considerati anche gli abituali freni al loro uso: il 17% dei portatori le abbandona perché affaticano gli occhi, mentre il 33% lo fa per una difficoltà di

Hoyalux iD MySelf: tre tecnologie al servizio del comfort visivo Le lenti Hoyalux iD MySelf nascono dalla combinazione di tre tecnologie innovative ed esclusive, basate sul comportamento umano, e si posizionano come le progressive top di Hoya più personalizzate di sempre. Con AdaptEase Technology l’ampiezza dei campi visivi da vicino e intermedio conquista livelli superiori, preservando le prestazioni della visione da lontano e consentendo elevata facilità di passaggio tra le varie aree, con ampi campi visivi a tutte le distanze. A sua volta la 3D Binocular Vision migliora la visione binoculare orizzontale, minimizzando gli indesiderati effetti prismatici laterali della lente: questo consente di beneficiare dell’ampliamento della visione periferica per un adattamento rapido. Infine la Binocular Harmonization Technology ottimizza la visione in verticale rendendo il passaggio da lontano a vicino più confortevole e fornendo il corretto supporto accomodativo a entrambe le condizioni, per il miglior controllo della visione binoculare, sia in verticale sia in orizzontale. «L’ottico optometrista può, quindi, realmente migliorare la qualità visiva dei propri clienti, offrendo massima ampiezza e nitidezza a tutte le distanze, comfort durante l’uso dei dispostivi digitali, visione stabile e diminuzione della sensazione di ondeggiamento, messa a fuoco semplice e rapida, nonché movimenti oculari e della testa più naturali - spiegano in Hoya Italia - Come altri prodotti top, anche le lenti Hoyalux iD MySelf vengono prodotte nel laboratorio di Garbagnate Milanese, con la garanzia di qualità e velocità dei tempi di consegna in linea con gli standard della nostra azienda».

Un frame del nuovo spot dedicato alla progressiva top di gamma di Hoya

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Attualità

Silhouette: con il digitale non conosce crisi di Francesca Tirozzi

Rendere tutto più fluido con il lancio di uno showroom online indirizzato ai partner e di una app che consente all’ottico di valorizzare il suo ruolo di consulente: è l’obiettivo dell’azienda austriaca per il 2021

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ogliere l’opportunità dal periodo di crisi. Silhouette lo ha fatto lanciando una serie di strumenti e presentando attività e iniziative che vanno ad affiancare quelle tradizionali in ambito sales e retail. In primis con il Silhouette Digital Showroom che, avviato a marzo per un limitato periodo di tempo, ha visto un prolungamento dell’accesso in aprile grazie agli ottimi riscontri ottenuti. Il Silhouette Digital Showroom, ci tengono a precisare dalla sede italiana dell’azienda austriaca, non va a sostituire il passaggio dell’agente presso il centro ottico. «Nell’ultimo anno, nonostante la situazione dovuta al Covid, abbiamo comunque continuato con le visite sul territorio dei nostri rappresentanti ogni volta che è stato possibile: con la Silhouette Digital Showroom intendiamo offrire un ulteriore punto di contatto a livello istituzionale, rafforzato da un colloquio interattivo individuale con il rappresentante - spiega Luigi Novara, sales manager di Silhouette Italia, guidata dal 2018 dagli amministratori delegati Ignacio Carretero e Javier Larumbe - Per il momento non è da considerarsi uno strumento attraverso il quale fare ordini: non abbiamo integrato tale funzione poiché intendiamo privilegiare il contatto personale ogni qualvolta sia possibile, ma certamente è una opzione che potrebbe tornare utile se do-

Luigi Novara, sales manager di Silhouette Italia

vessero ripetersi situazioni estreme come quelle vissute lo scorso anno, augurandoci ovviamente che non capiti. Sulla piattaforma possiamo, inoltre, proporre un’anticipazione delle nuove collezioni, attraverso un’esperienza immersiva». La presenza capillare sul territorio nazionale resta, dunque, un aspetto fondamentale per il business di Silhouette, la cui rete vendita consta di dieci agenti monomandatari. «A questi si aggiunge Fabio Vallerini, figura dedicata su evil eye, marchio sportivo di proprietà lanciato nel 2019 subito dopo la conclusione della ventennale licenza con adidas eyewear: focalizzata sul nord Italia, funge da coordinamento della distribuzio-

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La prima certificazione di qualità dedicata ai Centri Ottici. Hoya è da sempre al fianco dei Centri Ottici nella proposta di prodotti e servizi di valore. Formazione e costante aggiornamento sono elementi fondamentali per potersi distinguere in un mercato in continua evoluzione. L’innovazione è nel nostro DNA. Lavoriamo costantemente elevando la professionalità dei Centri Ottici per soddisfare al meglio i loro clienti con le migliori soluzioni visive, nel rispetto della sicurezza. Siamo sicuri che con CERT.O i Centri Ottici possono cogliere ulteriori opportunità per essere scelti e prosperare.

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Attualità ne in alcune aree straca app con un processo tegiche, appoggiandosi semplice e veloce - spiead alcuni agenti Silhouga Paola Botta, responette», afferma Floriana sabile marketing della Di Cesare, responsabile filiale italiana - Una funmarketing di evil eye. zione di misurazione apProsegue, inoltre, Vision positamente progettata e Sensation, il progetto di facile utilizzo consennato nel 2017 che fornisce te, infatti, di individuare una proposta di occhiale con precisione i paramecompleto, montatura più tri dell’utente. Allo steslenti, prodotto dal Lens so tempo il cliente finale Lab della sede centrale può visualizzare sul tadi Linz, in Austria, semblet il proprio aspetto con pre con una figura inl’occhiale finito prescelto Da sinistra, Floriana Di Cesare e Paola Botta, responsabili terna dedicata. «Andrea tra gli oltre 1.300 modelmarketing della filiale italiana dell’azienda austriaca Bondanza, nel suo ruolo li Silhouette disponibili. di lens expert, è stato determinante nella prima Così, una volta effettuato l’esame visivo in sala fase per implementare il progetto a livello di for- refrazione, il nuovo strumento è in grado di rilemazione delle risorse interne alla filiale e dei rap- vare misurazioni precise dei dati di centratura, presentanti, cui è affidata la comunicazione dei consentendo al professionista di ridurre i tempi dettagli ai punti vendita partner, mentre ora si tecnici di consulenza e di vendita e di rispondere muove anche sul territorio per supportare la for- alle esigenze del consumatore». za vendita nella fase di distribuzione», aggiunge Infine, in ambito retail a livello internazionale, Novara. All’interno di questo progetto, sul fronte Silhouette ha deciso di offrire ai clienti finali una digitale, l’azienda austriaca lancia in aprile la Vi- brand experience in una città di riferimento per sion Sensation App, uno strumento per ordinare ogni paese. Per l’Italia è stata scelta Milano. «A con grande facilità occhiali del progetto integra- tal proposito abbiamo selezionato un numero rito 100% Silhouette: supporterà i professionisti del- stretto di ottici, che vantano una lunga collaborala visione aderenti al progetto dalla fase di con- zione con la nostra azienda e i cui punti vendita sulenza al cliente sino alla consegna effettiva del sono localizzati nelle zone centrali del capoluogo prodotto finito. Tutto ciò di cui l’ottico necessita è lombardo: insieme a loro, con questo progetto un tablet e la nuova applicazione. «È possibile pluriennale, svilupperemo un’esperienza immermisurare, personalizzare e ordinare digitalmente siva all’interno del negozio, grazie alla quale il montature e lenti Silhouette utilizzando un’uni- consumatore possa riconoscere e conoscere in modo esauriente Silhouette - dice ancora Botta - L’iniziativa potrà poi essere estesa ad altre città sul territorio nazionale». L’idea è condividere una soluzione il più possibile tailor made con l’obiettivo di offrire rappresentatività e valore al brand, che sia vincente non solo per quest’ultimo ma anche per l’imprenditore. «La sfida è far emergere che Silhouette propone un’offerta diversificata, con proposte estremamente versatili, oltre a dare nuovo impulso all’offerta sole con iniziative ad hoc sempre nell’ambito del progetto», conclude Botta. La Vision Sensation App di Silhouette

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Attualità

Seiko: un cambio di passo sul mercato di Angelo Magri

Un catalogo innovativo nella forma e nella proposta, una struttura aziendale irrobustita, il consolidamento di prodotti e servizi: il brand oftalmico vuole migliorare i già importanti risultati ottenuti nell’ultimo periodo

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ambio di passo: un’immagine ampiamente utilizzata dai media in merito soprattutto alle decisioni, prese o auspicate, sulla campagna vaccinale e sul contenimento della pandemia. Anche nel mercato italiano dell’ottica c’è chi questa terminologia la replica e la argomenta. «Per Seiko il cambio di passo negli ultimi due anni è stato evidente, non solo nella strategia, ma anche nella comunicazione, oggi più fresca e strutturata - afferma Davide Franzetti, brand manager del marchio oftalmico che fa parte del Gruppo Hoya - Questo cambio di passo oggi viene rimarcato dal nuovo catalogo e dal consolidamento della struttura aziendale».

In vigore dal 12 aprile scorso, il listino 2021 di Seiko rispecchia, secondo il manager, l’approccio più comunicativo e dinamico già messo in atto su prodotti come, ad esempio, SmartZoom, la monofocale evoluta presentata nel 2019, o Seiko Brilliance, la progressiva top di gamma lanciata l’autunno scorso, nonché su servizi digital come MySeiko: il nuovo formato, la grafica d’impatto e l’immagine elegante e premium vogliono, infatti, «valorizzare il centro ottico nella proposta di soluzioni visive ad alto valore per rispondere in modo sempre più immediato alle nuove esigenze dei consumatori finali e favorire l’up selling - precisa Franzetti - Il catalogo Seiko 2021 diventa quindi uno strumento fondamentale nella relazione quotidiana ottico-cliente finale, con una chiave di lettura legata a tre aggettivi: utile, efficace, concreto. Utile, perché è stato razionalizzato nella forma: si passa da un approccio prevalentemente tecnico, fatto di schede, a uno di “racconto” delle caratteristiche delle soluzioni visive Seiko, agevolando l’illustrazione dei benefici delle lenti. Efficace, perché il fondamentale supporto nella spiegazione delle caratteristiche e delle opportunità si sposa con l’obiettivo di up selling: in ciascuna pagina di prodotto si trovano le informazioni tecniche, le argomentazioni e la scheda. Infine, concreto: mettendo in risalto i benefici delle lenti top di gam-

Davide Franzetti, brand manager del marchio oftalmico, in uno dei sei video dedicati a Seiko Brilliance, che hanno coinvolto tecnici aziendali e ottici italiani

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Attualità ma, diventa uno strumento di presentazione per effettuare vendite a maggior valore, soddisfare i portatori e rinnovarne la fidelizzazione al centro ottico». Inoltre, i trattamenti protettivi di Seiko sono proposti alle stesse condizioni economiche per agevolare l’offerta della migliore protezione in linea con i bisogni della clientela. «Non è il prezzo a fare la differenza, ma la soddisfazione della reale esigenza del consumatore: per aiutarlo nella scelta proponiamo delle pagine speciali che, anche visivamente, illustrano e favoriscono l’up selling - aggiunge Franzetti - E lo stesso vale per la gamma Sensity, che si rinnova con Sensity 2 e, per la prima volta in Seiko, con Sensity Dark». Il già citato cambio di passo si ritrova anche nel successo di un’iniziativa come MySeiko, piattaforma esclusiva che elabora un piano editoriale consumer personalizzabile sui social network del centro ottico. «MySeiko è partito dall’Italia e tale è stato l’apprezzamento da parte della casa madre che sta diventando un progetto di interesse global per il gruppo: Francia, Regno Unito, Germania e altri paesi, soprattutto europei, lo hanno già adottato o stanno per farlo - sottolinea Franzetti - Oggi abbiamo circa cinquemila follower su Facebook dopo appena un anno di attività e stiamo ampliando anche la platea di utenti su Instagram, dove siamo presenti da pochi mesi». Per quanto riguarda, invece, la struttura aziendale, è delle scorse settimane l’ingresso di Elisa Di Tria con il ruolo di product specialist: laurea-

ta in Ottica e Optometria all’Università di Milano Bicocca, vanta un’esperienza in un centro ottico della provincia di Milano e quasi dodici anni di attività in Hoya Italia, dove nell’ultimo periodo aveva ricoperto l’incarico di specialista dei sistemi. Per Seiko, Di Tria si occupa di incrementare l’attività di supporto ai centri ottici partner in Italia, facendo formazione agli stessi e un costante affiancamento alla forza vendita. «Nel trimestre gennaio-marzo 2021 abbiamo registrato un andamento positivo, segnale che il cambio di passo viene percepito con successo dai partner Seiko Vision Specialist sul territorio, in crescita, i quali apprezzano la migliore qualità di servizio e strumenti messi a loro disposizione conclude Franzetti - La nostra vicinanza ai clienti è ulteriormente consolidata dalla formazione: oltre ai webinar che hanno caratterizzato tutto il 2020 e a quelli di presentazione del nuovo catalogo, abbiamo in cantiere altre importanti attività digital, per informare gli ottici italiani sulle novità di prodotto e di servizio e per un costante aggiornamento professionale».

Le pagine speciali del catalogo 2021 di Seiko, studiate per rispondere in maniera immediata alle esigenze del portatore e per favorire l’up selling

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Attualità

Look-made in Italia si apre all’abbraccio e ai materiali a cura della redazione

È imperniata su un gesto simbolo della profondità dei vincoli affettivi la campagna 2021 dell’azienda veneta che, in un’ottica di cross up selling, fa delle proprie materie d’avanguardia un’ulteriore leva valoriale per l’acquisto

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ura, protezione, affetto: sono i valori sui quali Look-made in Italia vuole porre l’accento e messi in scena nella nuova comunicazione attraverso una sequenza di scatti delicati, in cui i gesti dei protagonisti sono enfatizzati da un gioco di luce leggera e da una scelta cromatica armoniosa. «Un colore che riscalda, perché l’abbraccio è il contatto tra due o più persone e il contatto crea calore - spiegano dall’azienda di Longarone - Sono gesti leggeri tra un uomo, una donna e una bambina, quasi una danza neoclassica, a rappresentare la bellezza di sentimenti profondi che tengono connesse le persone. La fiducia si trasforma nel tocco di una carezza, nell’abbraccio all’interno di una famiglia». La campagna racchiude in un unico visual tutta la gamma di prodotto Look-made in Italia, per adulti e bambini, con i marchi Look nel segmento premium e Materika in quello high end. «In ogni gesto, in ogni azione, qualità ed eccellenza non sono altro che la naturale espressione di dedizione e impegno e la passione che guida il nostro agire sottende una componente umana pura e sincera: a qualunque livello, personale e professionale», sottolineano dalla società veneta. Passione e impegno che si ritrovano anche nell’utilizzo dei materiali nei nuovi occhiali Look-made in Italia: l’esperienza di questa realtà, con oltre quarant’anni di storia tutta italiana, si trasferisce in modelli che pongono in evidenza materiali d’avan-

guardia, frutto del lavoro del team ricerca & sviluppo, che in un’ottica di cross up selling costituiscono una leva valoriale per l’acquisto da parte del consumatore finale di montature da vista che coprono tutte le fasce d’età, dal bambino Un’immagine della nuova campagna fino all’adulto. «Nella “Abbraccio” di Look-made in Italia categoria delle materie plastiche si distinguono il Nil, che sta per Natural Injection Light, un tecnopolimero evoluto le cui particelle sono plasmate nelle forme più originali e bilanciate, dando vita a occhiali ultraleggeri, e l’Evo, ossia EVOlution polymer, soffice al tatto e particolarmente indicato per le montature da bambino - dicono ancora da Look-made in Italia - Altri materiali come Cello, Xinox o Alumix rappresentano una evoluzione di acetato, acciaio e alluminio, più leggeri e flessibili, da utilizzare in modelli da adulto nei segmenti premium con Look e high-end con Materika. «Il risultato è una gamma di prodotti dalle qualità eccellenti e dalle caratteristiche sorprendenti, in grado di soddisfare i bisogni e rispecchiare le aspirazioni di ogni tipologia di cliente», concludono dall’azienda.

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Attualità

Oxo: con l’Academy tv una formazione su misura a cura della redazione

A fine maggio prenderà il via il programma online di aggiornamento professionale e imprenditoriale del consorzio

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inizio anno era stato annunciato come uno dei pilastri del 2021 per Optocoop Italia-Oxo, insieme al Crm e al piano di comunicazione. Ora la Optik Academy tv sta diventando realtà. «La formazione e la possibilità di una costante evoluzione professionale degli imprenditori ottici è da sempre un asset in cui credo fermamente: a fine maggio sarà online la piattaforma di elearning, che seguirà la logica della didattica a distanza – rivela Massimo Barberis, direttore generale del consorzio - Non si tratta di una semplice proposta di webinar: ognuno potrà attingere dal catalogo una serie corsi e creare la propria formazione su misura». Anche secondo la responsabile marketing e comunicazione di Optocoop Italia, Daniela Poletti, il percorso di aggiornamento dell’ottico moderno «deve seguire logiche distintive e customizzate in grado di creare valori unici per costruirne o rafforzarne il profilo». Così con la Optik Academy tv, aperta a

tutti gli ottici italiani, ogni professionista potrà comporre il proprio piano di studi, selezionando tematiche quali il management e il personal branding, le nuove tecnologie, i prodotti e i trattamenti oftalmici o contattologici, il rapporto con la classe medica o le tendenze della moda e dello stile, con il contributo di esperti, manager e tecnici che avranno realizzato interventi preregistrati in uno studio televisivo, con un format creato appositamente e test di apprendimento contestuali. A fine maggio si partirà con “Il personal branding e la creazione del valore per comunicare nel nuovo contesto sociale”, tenuto da Barberis, il quale condurrà l’ottico, attraverso quattro moduli, in un viaggio per identificare, rafforzare, sviluppare e comunicare gli asset che lo rendono unico agli occhi dei consumatori e che sono la chiave del suo successo. «L’imprenditore comprenderà che, seppure inconsciamente, tutti i giorni fa una promessa ai propri clienti: l’obiettivo del corso è renderlo consapevole, per far sì che la sua customer promise rimanga solida, credibile e rilevante per i suoi target», precisa lo stesso Barberis. Per la sezione business Nicola Di Lernia inviterà gli ottici a capire che, per vendere in un mercato pandemico e post pandemico, è fondamentale che sia prima l’imprenditore a cambiare se

Massimo Barberis, direttore generale di Optocoop Italia-Oxo

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Attualità moduli, proporrà concrete relazioni sinergiche tra gli attori della filiera, a favore del servizio da offrire all’utente finale. L’impronta multidisciplinare caratterizzerà anche “Ortocheratologia notturna: indossare lenti di notte per vedere bene di giorno”: Alessandro Mugnai, esperto di contattologia specialistica, e lo stesso Mazzolani guideranno gli ottici attraverso le possibilità applicative di questa metodologia di correzione visiva. Un’intera sezione sarà, inoltre, dedicata al mondo trend e fashion, con una serie di corsi tenuti dalla consulente di stile Angelica Pagnelli: seguendo le tendenze stagionali, condurrà i professionisti attraverso gli aspetti legati alla moda e agli accessori, per migliorarne la preparazione anche in qualità di consulenza d’immagine. «Per accedere alla piattaforma Optik Academy tv sarà sufficiente registrarsi e iscriversi ai corsi: il tempo di fruizione lo decide l’ottico, in base alla propria disponibilità - precisa Poletti - Inoltre la piattaforma verrà periodicamente arricchita di nuovi contenuti che, a seconda dell’argomento, resteranno disponibili online per almeno un anno: un’opportunità significativa sia per il professionista sia per l’industria. Infine, 5 al completamento di ogni percorso formativo e 4 dei relativi test, verrà rilasciato l’attestato di partecipazione: in particolare, se un ottico aderisce a Cert.O, di cui Oxo fa parte, le ore investite saranno tenute in considerazione per i crediti formativi richiesti da questo programma di certificazione».

stesso, acquisendo così quella consapevolezza che potrà avere un effetto anche sui clienti: si dovranno, perciò, abbinare gli ingredienti emotivi e razionali per far emergere quelle capacità persuasive e di vendita capaci di far vivere all’utente finale una customer experience unica. Di Crm, invece, parlerà Massimiliano De Blasi, esperto di marketing e formatore per Il Sole 24 ore, che mostrerà ai professionisti l’importanza del database, della sua corretta e puntuale gestione e del suo aggiornamento, per migliorare la fidelizzazione del consumatore e far diventare gli stessi clienti ambassador del centro ottico. Si passerà poi alle tecnologie di marketing automation oggi disponibili, per illustrare come con una corretta profilazione degli utenti si possano attivare cicli di ingaggio periodici e, quindi, aumentare la conversione e la fedeltà, migliorando anche up e cross selling. Per la sezione dedicata ai prodotti e trattamenti, il corso “La gestione della progressione miopica” sarà trattato con un approccio multidisciplinare da Fabio Mazzolani, direttore sanitario del Centro Oculistico Bergamasco, insieme a Rossella Fonte e a Luca Benzoni, docenti presso l’Università di Milano Bicocca: sviluppato in tre

ma

o vostri esenti, ri, a ella Optik

L’home page della Optik Academy tv

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L E N T I I TA L E IA NN T EI I TA L I A N E

UNA FILOSOFIA UNA FILOSOFIA RIVOLUZIONARIA RIVOLUZIONARIA NELLANELLA PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE DELL'ALGORITMO DELL'ALGORITMO MATEMATICO MATEMATICO DELLADELLA PROGRESSIONE PROGRESSIONE

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percezione visiva senza limiti

ASSOLUTA® Lenti progressive a basso gradiente di astigmatismo

In una progressiva moderna (fig.1), le immagini che cadono nella zona della fovea sono percepite nitide in quanto assenti da aberrazioni, quelle che cadono nella parafovea presentano invece accentuati livelli di aberrazione tali da limitare la visione laterale. Grazie ad accurati studi fisiologici possiamo confermare che un importante ruolo nella visione è dato non solo dalla fovea ma anche dalla parafovea. Con ASSOLUTA ® (fig.2) tutte le immagini focalizzate sulla FOVEA sono percepite nitide in quanto prive di aberrazioni e sulla PARAFOVEA le aberrazioni percepite sono ininfluenti ed al di sotto del livello di percezione visiva.

FOVEA

FOVEA regione centrale della retina con la visione ad alta definizione

PARAFOVEA

PARAFOVEA è una regione nella retina che circoscrive la FOVEA

(fig.1) progressiva moderna

FOVEA PARAFOVEA

(fig.2) progressiva ASSOLUTA®

DIFFERENZE TRA UN DESIGN HARD, SOFT E ASSOLUTA® PROGRESSIVA ASSOLUTA® L’aumento dell’astigmatismo risulta molto morbido, quasi impercettibile su tutta la superficie della lente.

FOVEA regione centrale della retina con la visione ad alta definizione PARAFOVEA è una regione nella retina che circoscrive la FOVEA


ASSOLUTA® PERCEZIONE DI ACUITA’ VISIVA DA LONTANO Nelle progressive moderne, un accentuato gradiente di astigmatismo, incide negativamente sulla percezione visiva nella ricerca delle immagini da parte del portatore. (fig.3-4) ASSOLUTA®, grazie al suo basso gradiente di astigmatismo, minimizza o rende impercettibile questo disturbo, portando l'acuità visiva ad un livello eccellente. (fig.5-6)

(fig.3)

(fig.4)

(fig.5)

PROGRESSIVE MODERNE ALTO GRADIENTE DI ASTIGMATISMO

(fig.6)

PROGRESSIVE ASSOLUTA BASSO GRADIENTE DI ASTIGMATISMO ASSOLUTA® IMMAGINE VISIONE DA VICINO

Nelle progressive moderne la zona di visione da vicino nonostante sia buona e sufficientemente nitida viene disturbata da un gradiente di astigmatismo forte dando una percezione di visione all’utente ridotta (fig.1). Nelle nuove progressive ASSOLUTA® la zona di visione da vicino, grazie ad un gradiente di astigmatismo più morbido, risulta essere più ampia e nitida dando una percezione visiva all’utente più confortevole (fig.2).

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Attualità

Il lifestyle cosmopolita di Nirvan Javan approda in Italia a cura della redazione

Il marchio di eyewear, creato nel 2015 dall’omonimo designer svizzero di origine persiana, si affida a Fabrizio Bozzato per la distribuzione a centri ottici di posizionamento alto, in prevalenza nelle aree urbane

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irvan Javan punta gli occhi sui centri ottici A quale tipologia di centri ottici vi rivolgeitaliani. Già presente in quelli di area tede- te e in quali aree del paese? sca, a partire da gennaio 2021 ha affidato L’attenzione si concentra sui punti vendita premium, la distribuzione diretta in Italia delle pro- con un posizionamento di alta gamma. Come realtà prie collezioni di montature da vista e occhiali da sole lifestyle cosmopolita ci concentriamo principalmente a Fabrizio Bozzato, che vanta una ventina d’anni di sulle aree urbane e sui negozi che si rivolgono a un esperienza nell’ottica. Il designer elvetico che ha dato target alla ricerca di montature eleganti e contemil nome al marchio spiega i dettagli del nuovo progetto. poranee. Quali sono i vostri obiettivi in Italia con Quali sono le caratteristiche distintive del l’ingresso di Bozzato? prodotto? Il mercato italiano rappresenta una tappa importan- Ispirato a un design puro, a differenti influenze estete nella nostra strategia di sviluppo in Europa. Come tiche e a elementi cosmopoliti, il marchio è sinonimo territorio di riferimento a livello mondiale non solo di internazionalità e simbiosi di culture diverse: tutte per l’eyewear ma anche per altri settori, ad esempio le nostre collezioni di occhiali, che utilizzano matela moda, l’Italia ha un forte impatto per un marchio riali di alta qualità, come l’acetato e il titanio giappolifestyle emergente come il nostro: in Bozzato abbia- nesi, trasmettono questo messaggio a chi le indossa mo trovato un professionista esperto, che rappresen- e stimolano a vedere il mondo con i propri occhi. ta perfettamente il brand e lo supporta nel percorso Quest’anno Mido sarà in versione digitale: di crescita. L’obiettivo quali sono le opportunità che un nella fase iniziale è inevento di questo tipo può offrirvi trodurre correttamente e quali altri strumenti utilizzereagli ottici il marchio te per arrivare agli ottici italiastesso e le sue collezioni? ni: una volta gettate le L’opportunità di questo nuovo formato è basi, lo scopo è divenillustrare i contenuti del brand agli ottitare rilevanti in questo ci. Stiamo analizzando tutti gli strumenti paese, diffondendo migliori per farlo, con il supporto anche allo stesso tempo un di una nuova campagna di comunicaAlcuni degli ultimi modelli del brand di occhiali, po’ del nostro spirito. zione. nato sei anni fa in Svizzera

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Attualità

Si impara di più insegnando che studiando Dopo quello con Simone Santacatterina, l’incontro “tra giovani” è con Andrea Pirotta, che ha diviso la sua passione per l’optometria tra Italia e Spagna

P

rosegue il percorso di interviste a giovani e meritevoli professionisti che in Italia già rivestono un ruolo importante nel settore. Andrea Pirotta è ottico, optometrista, visual trainer, docente a contratto all’Università di Milano Bicocca, nonché docente e responsabile ricerca alla Scuola Neuro Visuo Posturale e, infine, socio fondatore di Aloeo. Nel 2009, dopo aver concluso il percorso universitario, ha conseguito in Spagna il master clinico in Optometria Comportamentale Visual Training. Quali sono le principali differenze tra l’ottica e l’optometria in Italia e in Spagna? Il percorso dell’ottico non è molto diverso fra i due paesi, è l’optometria a fare la differenza. Siccome in Spagna non esiste la figura dell’ortottista, le competenze e le mansioni dell’optometrista sono più ampie e minuziosamente regolamentate. Inoltre il percorso di laurea in Optometria spagnolo si sviluppa su quattro anni ed esistono sul territorio numerose possibilità di master e dottorati di ricerca in ambito clinico: sicuramente un modello da seguire anche in Italia. Ci stiamo lavorando e sia-

di Andrea Astarita Laureato in Ottica e Optometria Vincitore del VisionOttica Award 2019

mo in stretto rapporto con le istituzioni optometriche iberiche. Ritiene che le sia stato utile studiare in Spagna dopo l’università o crede che si possano acquisire le stesse competenze anche in Italia? Il master clinico in Optometria e Visual Training che ho seguito a Madrid contava circa 1.500 ore tra teoria e pratica. Il principale vantaggio riguarda la possibilità di vedere quotidianamente casi clinici reali, inizialmente in affiancamento a docenti esperti e, in seguito, in totale autonomia. In Italia al momento non esiste una possibilità simile. Ricordo che appena laureato non ritenevo di essere sufficientemente preparato per ciò che desideravo fare, l’optometria clinica, così mi sono dato da fare per cercare all’estero il percorso migliore. Una volta là comunque io e un collega italiano ci siamo resi conto di avere una base teorica molto solida, addirittura migliore di alcuni neolaureati spagnoli. L’esperienza e la fiducia l’abbiamo poi acquisita sul campo, ottimamente seguiti da esperti. Spero che presto si possa fare qualcosa di simile anche qui in Italia e sarei lieto di dare una mano in tal senso.

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Attualità Si dice che ogni professore tenga un libretto in cui appunta tutte le “castronerie” che dicono i suoi studenti durante gli esami. Ne ha uno anche lei? In realtà non l’ho mai avuto. Ne dico più io di “castronerie”... Quali sono le caratteristiche necessarie per essere un buon docente universitario? Lo consiglierebbe come percorso lavorativo? Sicuramente è una responsabilità importante, ma consiglio a tutti di provare a mettersi in gioco: piccole attività di docenza tra studenti sarebbero un utile approccio di studio, si impara di più insegnando che studiando. Poi chissà che per qualcuno non diventi un percorso lavorativo vero e proprio. Alcune caratteristiche fondamentali sono intraprendenza, comprensione, empatia, assenza di pregiudizi, padronanza e passione per la materia. Oltre a un pizzico di malizia. Abbiamo letto dell’impatto del Covid-19 sul nostro settore. Poco però si è sentito di come hanno reagito le università. Trova che la formazione a distanza sia un buon metodo per l’insegnamento? L’ateneo di Milano Bicocca è stato tra i primi istituti a rispondere attivamente all’emergenza, forte anche del suo reparto di ricerca in Medicina. Norme e regole vengono continuamente vagliate per garantire sicurezza e formazione. Non amo particolarmente la didattica a distanza, si perdono tanti aspetti fondamentali della comunicazione, ma devo ammettere che consente comodità come il lavorare da casa. Inoltre ha spinto i docenti a fare un maggiore uso della multimedialità come strumento di insegnamento. Finita l’emergenza sarà comunque un importante mezzo integrativo delle tradizionali lezioni frontali, anche se spero che queste ultime non vengano mai meno. C’è qualcuno cui si ispira? Una o più figure del settore che ammira particolarmente per competenza o professionalità? Ho avuto la fortuna di incontrare persone e docenti che mi hanno fatto appassionare all’optometria: non sono molti, si contano sulle dita di una mano, ma hanno avuto un ruolo importante nel mio percorso formativo e professionale. Non farò nomi, però posso dire che ora sono diventati tutti amici, in Italia, in Spagna e in Messico. Spero di riuscire a

Andrea Pirotta, già studente e ora docente all’Università degli Studi di Milano Bicocca

trasmettere almeno un briciolo della passione per questa disciplina che ho ricevuto da loro. Cosa rappresenta per lei Aloeo? Sono un socio fondatore dell’associazione. Per me rappresenta allo stesso tempo una sfida e una certezza: un’organizzazione non profit che con grandi sforzi ha raggiunto in pochi anni obiettivi incredibili, partendo da un gruppo ristretto di optometristi laureati. Una voce unita e degli scopi chiari. Se tutti coloro che portano a compimento il percorso universitario comprendessero l’importanza di aderirvi, avremmo la possibilità di garantire ai futuri optometristi un supporto maggiore e una regolamentazione ufficiale delle competenze del laureato in Ottica e Optometria grazie al rapporto con le istituzioni ministeriali. Il futuro dell’optometria è la formazione accademica e un’associazione che tuteli il professionista. Se si immagina tra 5 anni, dove e come si vede? E come vorrebbe vedere la figura dell’optometrista? Mi piacerebbe continuare a fare quello che faccio, dividendomi tra clinica e docenza, e non mi dispiacerebbe riuscire a pubblicare anche uno o due articoli scientifici. Vorrei vedere istituita la laurea magistrale in Optometria ed essere tra i primi a frequentarla: questo aprirebbe anche le porte a dottorati importanti, come quello in Neuroscienze. Dovrebbe, infatti, esserci più neuroscienza in ambito optometrico. Auspico, inoltre, una maggiore collaborazione tra l’optometria e la classe medica, nonché un profilo dell’optometrista delineato e che non abbia nulla da invidiare a quello di altri paesi.

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Attualità

Da ottico a imprenditore: a che punto siamo? Visioni, evoluzioni e connessioni: oggi più che mai è necessario per il professionista poggiare su questi fondamentali per attivare tale processo di trasformazione e crescita. Ed elevare la propria credibilità, affidabilità e competenza

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di Angelica Pagnelli*

azioni che racchiudono tutti i processi in grado di portare valore alla propria attività. D’altra parte è impossibile riuscire a raggiungere obiettivi aziendali senza averne di personali e professionali. L’imprenditore ottico ha assoluta necessità di conoscere alcuni elementi importanti che consolidino la sua preparazione e competenza in maniera completa. Risulta, perciò, importante per chi guida l’azienda conoscere approfonditamente il mercato di riferimento, ma anche lo scenario globale: deve, infatti, avere una cultura sempre più elevata per sostenere il cambiamento. Bisogna, inoltre, che sia a conoscenza dei trend consumer, anche al di fuori del proprio settore, delle dinamiche fashion e, non da ultimo, delle nuove modalità di comunicazione: è importante aderire a quelle consone alla propria realtà, ma pure riuscire a sfidarsi, ad andare oltre, per comunicare nel modo corretto ciò che realmente attesta la presenza del professionista sul mercato. Avere una visione si rivela, dunque, fondamentale per trasformarsi in imprenditore: per concretizzarla, però, è necessario attivare una

ell’ambito del Global Community Summit di Cecop, che si è svolto in digitale a marzo, alla tavola rotonda italiana, dedicata a “L’attività dell’ottico: una realtà in costante evoluzione”, ho voluto incentrare il mio intervento sulla necessità di una visione imprenditoriale per l’avvio o il rilancio del proprio business in ottica, con un focus molto tecnico su quello che è il processo di trasformazione del professionista in imprenditore: un tema più che mai sentito. È la visione a trasformare l’ottico in imprenditore. Ed è la visione il punto di partenza, ponendosi a metà tra l’ambizione e il sogno. Oggi averne una significa possedere delle strategie, riuscire ad attivare tattiche e mettere in campo

*Angelica Pagnelli è ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica. Coordina i processi di innovazione e, attraverso la sua consulenza strategica, crea una visione finalizzata alla realizzazione di idee, prodotti, progetti e contenuti originali.

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Attualità strategia a medio lungo teri clienti e seguirli costantemine, che coincida con la mente, sottoporli a stimoli mission aziendale. Quane interagire per suscitare do visione e mission sono interesse e fidelizzare sono in perfetta sinergia e coetra i primi obiettivi in querenza, sviluppano la brand sto percorso evolutivo. Così identity. Qui il percorso per come lo è la capacità di l’ottico si accende: iniziaanalizzare il proprio brand re a immaginare se stesso portfolio: conoscere approcome un marchio è ciò che fonditamente non solo il profa la differenza in un merdotto, ma il posizionamento cato molto affollato, tra cadei marchi in proposta, le tene e indipendenti, e solo strategie delle maison, la una comunicazione origicomunicazione consumer e nale e distintiva porta a il cluster di appartenenza, differenziarsi ed elevare la per lavorare su una logica riconoscibilità della propria riassortimenti consona alla realtà aziendale. L’ottico propria realtà, contribuisce Angelica Pagnelli durante il suo intervento deve essere in grado sia di all’evoluzione imprenditoal Global Community Summit 2021 di Cecop individuare correttamente riale dell’ottico, che esclude i propri target potenziali e fidelizzati sia di in- un sell in istintivo, poco razionale e basato solo fluenzare le scelte del consumatore e creare la sulla leva prezzo. Sempre più importante risulta propria identità, non più soltanto nell’area ge- anche allineare i touch point fisici e digitali con ografica in cui opera con il negozio fisico, ma una strategia omnicanale in grado di attivare oltre, attraverso lo store online: con questo non costantemente coerenza tra negozio fisico e virsi intende la sola piattaforma e-commerce, ben- tuale per rafforzare la presenza sul mercato del sì tutti i canali social, il sito web, l’insieme degli centro ottico, individuando con precisione di strumenti digital che lo proiettano in una ver- quali professionisti circondarsi. sione online, oggi l’elemento fondamentale per Ma se visione ed evoluzione sono le due col’identità di marca del punto vendita. La brand lonne portanti della trasformazione dell’ottico identity è un traguardo cui si arriva con fatica, in imprenditore, le connessioni rappresentama necessario per avviare o rilanciare il busi- no la chiave di volta. Trasformare i fornitori e ness ridefinendone i contorni: rappresenta, in- le associazioni in partner con cui attraversare fatti, un vero elemento di differenziazione, che il cambiamento è la base del rinnovamento. non coincide con la sola adesione a prodotti di Creare insieme a loro occasioni di formazione nicchia o ai marchi delle grandi griffe. e non solo d’informazione, per il team interno Il mondo dell’ottica oggi è, dunque, in evoluzio- dedicato alla vendita e a tutte le attività del bune e il momento storico che stiamo attraversando siness, ma anche per i clienti finali che hanno ha accelerato esponenzialmente tale processo, sempre più bisogno di sapere, essere in grado creando la necessità di innovare e rinnovare. di riconoscere e scegliere consapevolmente, Ciò implica anche l’esigenza di aggiornarsi a differenzia l’ottico che desidera mostrarsi creditutto tondo come professionista. Innanzitutto si bile come imprenditore capace di comunicare tratta di sposare le nuove tecnologie, oltre che il proprio marchio e l’identità di brand del proper la sala di refrazione, aprendosi a tutta quel- prio negozio. Perché generare format, occasioni la innovazione che riesce a migliorare la pre- di condivisione e opportunità d’interazione è il stazione dei servizi e la fornitura dei prodotti. percorso che può realmente portare a rafforzaIndividuare i propri target consumer non basta re la presenza di un negozio di ottica. Nel tempo più: attivare strategie di Crm con cui profilare e nello spazio.

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SERENGETI: una capsule collection ecosostenibile e sportiva

Modello Bellemon

Modello Rolla

Dopo aver conquistato il mercato dell’ottica con le sue lenti in vetro, il brand lancia una linea sportiva in Eco-Nylon per ridurre l’impatto ambientale: un’offerta all’insegna dell’ecosostenibilità che gli consentirà di completare la sua collezione, senza tralasciare il motore principale del marchio che rimane la Main Line Collection, una selezione di modelli che abbina lenti in cristallo di alta qualità a montature di pregio. Con questi nuovi occhiali da sole eco-friendly, Serengeti punta a una nuova fetta di mercato, più sportiva, offrendo all’ottico una proposta completa, con una vasta gamma di prodotti, materiali e prezzi. Le montature in Eco-Nylon sono realizzate in Grilamid BTR XE 4010, un polimero estratto dal ricino che offre le stesse caratteristiche del Nylon TR90, però con un minore impatto ambientale grazie alla capacità da parte di tale pianta di assorbire grandi quantità di anidride carbonica e di rilasciare ossigeno. Durevole, flessibile, leggero e con meno probabilità di rompersi, questo nuovo materiale non richiede l’uso di petrolati. La bioresina, proveniente dall’olio dei semi di ricino, viene utilizzata per realizzare montature con il classico processo di iniezione, riducendo però le emissioni di CO2 del 40% circa rispetto all’utilizzo di altri polimeri. Anche per produrre imballaggi con un minore impatto ambientale Serengeti impiega fibre vegetali anziché combustibili fossili. I suoi astucci Vegan sono certificati 100% FSC e il nuovo packaging della linea Sport è realizzato con cartone 100% riciclabile (e riciclato al 40%). Infine, è rivolta un’attenzione particolare anche ai panni degli occhiali che sono in PET 100% riciclato e 100% riciclabile. Sono vari i processi che l’azienda ha intrapreso per limitare l’uso della plastica. Un primo passo è stato, quindi, eliminarla dagli imballaggi della linea Sport, sostituendola con quella di origine bio. Non solo novità su montature e astucci. Serengeti è nota sul mercato delle lenti in cristallo grazie a una tecnologia esclusiva che combina fotocromia, polarizzazione e spectral control, che gestisce la trasmissione dei colori migliorandone la percezione e proteggendo dalla nociva luce blu. Proprio sulla base di questa esperienza nasce la nuova lente organica di Serengeti, allargando così l’offerta di lenti avanzate a un uso più sportivo. Cambia quindi il materiale ma le opportunità rimangono le stesse: fotocromia, polarizzazione e spectral control a un prezzo accessibile. Certo, il target è diverso, ma Serengeti offre così all’ottico un ventaglio più ampio per poter soddisfare ogni tipo di clientela. E con il suo programma di prescrizione, Serengeti consente al portatore di personalizzare l’occhiale, creando abbinamenti non presenti in collezione, come unire lenti Polar PhD 2.0 in Trivex a montature in Eco-Nylon, ad esempio. Sono cinque i nuovi modelli della Sport Collection che dispongono della nuova lente organica, di cui quattro (Wakota, Rolla, Bellemon e Oatman) con montatura in EcoNylon e uno in metallo (Shelby). Gli altri nove modelli della collezione sono disponibili con lenti Polar PhD 2.0 in Trivex. ROLLA è una delle novità che abbina una montatura in Eco-Nylon a lenti organiche avanzate. Un modello senza tempo dalla classica forma a occhi di gatto, che garantisce uno stile audace senza compromessi. Il modello BELLEMON invece, con il doppio ponte a chiave, offre l’intramontabile stile aviator in versione moderna. Un occhiale audace che si abbina perfettamente alle nuove lenti organiche di Serengeti. 42

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Moda

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Moda

Prada

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Valentino

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Moda

Like Ice

Blackfin

Look-made in Italia

Lozza

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Moda

Versace

Ray-Ban

Vogue

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L’ottico digitale

WhatsApp Business mette in chat il carrello Tutti conosciamo la versione tradizionale dell’app che propone un metodo rapido, facile e diretto per comunicare, alla portata di chiunque. Non tutti, però, hanno provato la modalità ideata per i professionisti e le aziende che vogliono farsi contattare in maniera semplice e veloce dalla propria clientela

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ome la versione tradizionale, WhatsApp Business è facile da usare. L’applicazione funziona praticamente allo stesso modo di quella dedicata agli utenti privati: i clienti possono interagire con i loro contatti business, quindi anche con il proprio ottico, utilizzando la stessa app. Cambiano, tuttavia, alcune impostazioni e caratteristiche che sono state pensate appositamente per i professionisti. Questi ultimi, dopo aver scaricato WhatsApp Business, possono creare un profilo aziendale completo di tutte le informazioni. Pertanto, chi la vuole adottare per il proprio negozio di ottica potrà inserire tutti i dettagli del caso, dall’indirizzo del sito web e del punto vendita fisico agli orari di apertura, insieme a una breve presentazione dell’attività. WhatsApp Business propone una chat uguale alla versione tradizionale. Tuttavia, si possono anche impostare messaggi predefiniti, perfetti per accelerare la comunicazione: uno di benvenuto, quello per l’assenza e numerose risposte rapide a richieste frequenti, ad esempio per il riordino di lenti a contatto. L’app permette, inoltre, di contrassegnare le conversazioni utilizzan-

di Nico Caradonna*

do etichette colorate: questo offre l’opportunità di avere una propria organizzazione delle chat per segmento di interesse. WhatsApp Business propone persino le statistiche dei messaggi inviati e ricevuti. In più, dallo scorso dicembre, è stata introdotta la funzione carrello con cui è possibile creare un catalogo che consente alle persone di ordinare direttamente dalla chat. Per un centro ottico questo sistema di comunicazione moderno può rappresentare la soluzione ideale per farsi contattare facilmente dai propri clienti e da quelli nuovi, inviare promozioni, buoni sconto, notifiche importanti e promemoria, oltre a offrire una tempestiva assistenza. I prodotti ordinati, in base alla tipologia, potranno essere inviati al domicilio o ritirati in negozio. Viste le abitudini sempre più digitali degli utenti, questo strumento, cresciuto significativamente durante la pandemia, potrà essere considerato un valido aiuto anche quando l’emergenza sanitaria sarà ormai un brutto ricordo. Per lo store di ottica moderno rappresenta sin da ora una grande opportunità sia per rimanere in contatto con i propri clienti sia per entrare in empatia con i potenziali, grazie anche alla possibilità di utilizzare messaggi vocali, fiore all’occhiello di WhatsApp. Infine, in una prospettiva di integrazione con il Crm del punto vendita, può rappresentare un ottimo canale per fidelizzare il consumatore e per incrementare il business.

*Nico Caradonna è ottico e ortottista, ideatore del blog Ottico del Web e consulente di personal branding per i professionisti del settore.

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Contro-intuitivo

Lenti oftalmiche: come rendere più semplice la vendita Anche l’attività commerciale sul prodotto chiave per il centro ottico può essere delegata con successo ai collaboratori

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a anni nei centri ottici coesistono diversi listini di lenti oftalmiche. Generalmente ne sono presenti due o tre, di cui uno viene principalmente utilizzato, mentre gli altri di solito suppliscono a esigenze visive più specifiche.

di Paolo Valentini e Michaela Gariboldi*

ottico, aspetto che può rappresentare un freno all’erogazione di un buon servizio ai clienti. Eppure esiste un modo per renderne più facile la delega ai collaboratori, pur preservando qualità professionale e validità delle soluzioni consigliate. Ma prima di vedere come, recuperiamo un concetto già trattato in questa rubrica.

Diversi listini per diverse necessità Questa ricchezza di proposta è sana e aiuta l’ottico a trovare la risposta ideale ai bisogni dei consumatori, visivi in primis, ma anche di prezzo. Spesso la gestione della vendita delle lenti è appannaggio del solo titolare del centro

Prodotto o esigenze? Più volte, infatti, abbiamo ricordato che le lenti, come le montature, sono la più diffusa soluzione all’esigenza del consumatore finale di vedere, e quindi vivere, meglio. Ogni catalogo oftalmico risponde alle macro necessità dei portatori: miopia, presbiopia o entrambe, visione in ambienti chiusi come l’ufficio, alla guida, all’aperto o praticando attività sportive e, infine, con filtri vista sole. Tutti i listini propongono lenti, trattamenti e geometrie in grado di soddisfare questi bisogni. Se, pertanto, vogliamo rendere più semplice il processo di vendita in ambito oftalmico, dobbiamo partire proprio da tali esigenze e non dal prodotto, né dal catalogo e neppure dal fornitore.

* Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l’azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia. * Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane.

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Contro-intuitivo Un modello applicativo Partendo, perciò, dal presupposto “esigenza, scelta della lente, dei trattamenti e delle geometrie migliori”, gli ottici possono semplificare il processo di individuazione e, quindi, di proposta della soluzione visiva, costruendo un vero e proprio modello applicativo che chiameremo esigenza-prodotto: consiste nel creare all’interno di ogni negozio di ottica uno schema composto da una griglia a due colonne, con a sinistra le esigenze e a destra il nome del prodotto oftalmico, del suo fornitore e il relativo prezzo. La scelta del prodotto stesso da abbinare a ogni necessità andrà eseguita seguendo alcuni parametri: le prestazioni della lente e l’affidabilità del produttore; gli aspetti economici per l’imprenditore ottico, ovvero il margine; la convenienza promozionale, ossia l’adesione o meno alle campagne promozionali delle aziende (i cosiddetti carnet a consumo). In sostanza, è opportuno creare ogni tre o quattro mesi una sorta di catalogo oftalmico del proprio centro ottico: questo rende possibile la delega ai collaboratori, perché semplifica le scelte e i

ragionamenti che stanno alla base delle proposte commerciali, e contribuisce a garantire il rispetto dei budget dell’impresa ottica. Tu sei la soluzione Anche nella vendita di un prodotto delicato e core per il centro ottico, come le lenti oftalmiche, due sono gli elementi chiave: la tua dedizione nel creare un modello di vendita che venga preso in carico con successo anche dai tuoi collaboratori e il fatto che tu e il tuo team siate in grado di fornire soluzioni alle esigenze dei portatori che si rivolgono al vostro negozio. Insieme, questi due elementi renderanno grande l’impresa ottica e contribuiranno a generare numerosi clienti soddisfatti.

Due sono gli elementi « chiave: creare un modello di vendita che venga preso in carico anche dai dipendenti e fornire soluzioni alle esigenze dei portatori

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Ottica Buzzoni - Vigevano (Photo by courtesy of BBGR Italia)

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Eye Marketing

Funnel Marketing: come acquisire nuovi clienti per un centro ottico Questa strategia prende il consumatore per mano e lo conduce verso l’acquisto e la fidelizzazione: ogni fase si basa sull’intenzione e sul processo decisionale dell’utente, con l’obiettivo di far diventare la propria azienda la risposta migliore, sia online sia offline, a ogni necessità

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mbuto: è questo il significato del termine inglese Funnel. Perché si utilizza tale utensile da cucina per rappresentare il processo di vendita? Proprio come in un imbuto in cui viene versato molto e filtrato poco, sono tanti gli utenti che entrano in un e-commerce, ma soltanto una minima parte arriva poi a finalizzare un acquisto. Un funnel di vendita è, quindi, costituito da una serie di passaggi progettati per guidare i visitatori verso la conclusione dello shopping online. All’inizio l’utente che potrebbe essere interessato ai prodotti viene definito suspect: generalmente vaga per i social network o per i motori di ricerca, senza però compiere azioni concrete. Da suspect fa un

di Riccardo Accardi*

passo in avanti e diventa prospect. Quando quest’ultimo compila un form di contatto diviene un lead, ossia un potenziale cliente. Da qui comincia la fase più importante, quella che permette di trasformare un lead in customer e, infine, in advocate, cliente e promoter di un’azienda o di un brand. Poniamo il caso di un negozio di ottica. Chi sono i suoi suspect? Tutti coloro che hanno necessità di una correzione visiva o che amano indossare occhiali da sole alla moda, che vivono nella zona del punto vendita o cui piace acquistare online: in pratica, gli utenti che potrebbero beneficiare dei servizi offerti dal centro ottico. Il suspect, che virtualmente è solo di passaggio, può divenire prospect se, attratto dalla vetrina o dal sito oppure dai profili social dell’attività, visiterà il punto vendita per scoprirne prodotti, prezzi e opportunità. A questo punto potrà decidere di andarsene o chiedere ulteriori informazioni,

*Ottico e optometrista, vincitore del VisionOttica Award 2018, responsabile marketing di VisionOttica Accardi

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#SEETHEWORLD


Eye Marketing del tipo “avete occhiali per gli sportivi?”, “avete le lenti a contatto colorate?”. Tali domande lo faranno divenire un potenziale cliente. Inoltre, se il professionista sarà in grado di rispondere appieno alle sue esigenze, avrà la quasi assoluta certezza che comprerà diventando un cliente. Se poi, addirittura, sarà particolarmente soddisfatto di ciò che ha acquistato e uscirà con il sorriso, parlerà bene dello store ai suoi amici e conoscenti, lascerà una recensione sul web o sui social, divenendo così un promoter dell’insegna o del prodotto acquistato. Ma come facciamo ad avviare il marketing a imbuto? Bisogna elaborare il modo di farsi trovare dalle persone proprio nel momento in cui manifestano una determinata necessità. Si dovrà iniziare dalla noto©Freepik rietà del brand del nostro negozio, da rafforzare nel settore di riferimento, anche perché, quando si passerà alla lead generation e si andrà a caccia di contatti, le persone dovranno già conoscere il marchio. Per incrementare l’autorevolezza del brand si potrà in questa fase ricorrere a canali social, a strumenti di video marketing, ma soprattutto allo studio e messa a punto di un perfetto blog aziendale, che dovrà fornire i migliori contenuti agli utenti in cerca di informazioni di valore. Infine, come accennato, sarà necessario fare lead generation e, dunque, acquisire contatti in linea con il proprio scopo. Un lead è un utente potenzialmente interessato all’offerta di certi prodotti o servizi. In tale contesto, assieme ai canali social e al blog, si dovrà strutturare quello che viene definito lead magnet, proponendo, ad esempio, contestualmente all’iscrizione

alla nostra newsletter un’offerta con uno sconto particolare. Attraverso l’indirizzo mail, che viene richiesto per veicolare il beneficio gratuito, diventa possibile archiviare il contatto di quel cliente, che così potrà in seguito ricevere comunicazioni mirate e specifiche. Risulta, quindi, importante farsi trovare subito e con facilità attraverso il proprio sito web, con strumenti come Google My Business ed elenchi online. Ma non per forza tutto deve essere digitalizzato e online, si può anche sfruttare l’offline. Il nostro punto vendita non è solo un luogo in cui avvengono scambi commerciali, può diventare anche il posto in cui ospitare attività di vario genere per invogliare le persone a varcare la soglia. Portiamo, ad esempio, il negozio al centro dell’attenzione con il marketing locale in partnership con altre realtà della stessa zona, collaborando con gli esercenti nei dintorni o con gli store ubicati sullo stesso marciapiede. Organizziamo un evento con l’enoteca vicina a voi, in cui, unendo il racconto della storia di una particolare cantina con la storia di un’azienda produttrice di occhiali, far assaggiare ai nostri clienti del vino indossando un occhiale, ad esempio. Il funnel marketing è importante perché può portare ad avere la possibilità di offrire al cliente esattamente ciò che sta cercando e consente all’azienda di prendere per mano l’utente conducendolo, step by step, verso l’acquisto e poi verso la fidelizzazione. Ogni azione strategica si basa, infatti, sull’intenzione e sulla fase del processo decisionale che sta vivendo il target di riferimento: l’obiettivo di ogni professionista è diventare la migliore risposta a una necessità in ogni momento.

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Lab

Burn out: quanto incide la visione Quando il lavoro diventa malessere può avere a che fare anche con un uso non corretto della funzionalità visiva

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ollaborando con il medico del lavoro in situazioni di prevenzione visiva, ho avuto l’opportunità di constatare la presenza di disturbi nei videoterminalisti e nei lavoratori addetti a mansioni impegnative la visione. C’è evidenza scientifica ormai trentennale del fatto che sia l’uso sia l’abuso delle funzioni visive non comportino l’insorgenza di stati patologici, perlomeno in senso tradizionale, neppure in caso di compiti particolarmente gravosi. Emergono, però, a oggi, oltre a un certo numero di sintomi a carico della funzionalità visiva, anche una serie di situazioni che incidono sul benessere generale della persona. Le considerazioni che seguono mettono in evidenza il rapporto fra il sovraccarico visivo (visual strain) e quello mentale (mental strain) in ambienti con forte richiesta lavorativa, cioè in presenza di tempi ridotti, obiettivi elevati, responsabilità e scelte decisionali: le cosiddette job demands. Gli effetti di questa relazione, cioè le implicazioni e le conseguenze, vanno a produrre lo stato di stress e diventano a loro volta

di Paolo Traù dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche, docente, ottico e optometrista

fattori di rischio relativamente alla sindrome da esaurimento psicofisico, decisamente più significativa per la salute dell’individuo, detta comunemente burn out. Secondo la vigilanza sanitaria, obbligatoria per le norme sulla sicurezza dei lavoratori, i distretti interessati e gli organi bersaglio della suddetta condizione di rischio sono l’apparato osteoarticolare e quello visivo. La prevalenza della sindrome astenopica o eye strain è elevata: va dal 40% al 60% della popolazione dei videoterminalisti ed è caratterizzata da sintomi e segni clinici localizzati a occhi, viso e testa, oltre che da sintomi generalizzati come malessere, tensione, irritabilità, fatica, difficoltà di concentrazione, ecc. Un ulteriore elemento di non trascurabile importanza è che, con il passare del tempo, i nuovi stili di vita e di lavoro digitali hanno enfatizzato tutte queste condizioni. La ricerca ha dimostrato che le manifestazioni relative all’eye strain sono direttamente correlate all’impegno visivo e alla sua entità. Inoltre l’evidenza clinica conferma che le ri-

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Lab chieste visive elevate, caratterizzate da alta discriminazione, ridondanza dello stimolo luminoso e protrarsi della mansione a distanza prossimale, anche se non del tutto dipendenti dall’uso del monitor e quindi rilevabili in attività diverse dal solo utilizzo del videoterminale, concorrano agli effetti negativi. La spesso abusata parola stress indica genericamente il risultato finale di una condizione di tensione sotto carico e origina da concetti fisico-meccanici. Proposta in ambito biologico da Walther Cannon nei primi del 900, ampiamente circostanziata e approfondita da Hans Selye, medico di origini austro-ungheresi, antesignano dell’endocrinologia e considerato il padre degli studi sullo stress, racchiude nella credenza comune gli effetti negativi della vita moderna. La spiegazione arriva da alcune fondamentali ricerche scientifiche per la comprensione della sindrome da stress: adottando un approccio analogo a quello che utilizzò Selye nei suoi studi in tale ambito, si può considerare che le manifestazioni e i disturbi di cui sopra siano sì evidenti ma poco significativi o, meglio, non specifici. Ciò costituisce una sorta di pattern di risposta comune fra le persone che svolgono lo stesso lavoro. Que-

sti disturbi sono rappresentati nella Sindrome Generale di Adattamento descritta da Selye e caratterizzata dalla sequenza: reazione di allarme, stadio di resistenza e stadio di esaurimento. La psicologa del Karolinska Instituted di Stoccolma, Marianne Frankenhaeuser, illustra la condizione che va sotto il nome di “pattern temporale dell’attività surrenale” in individui esposti a stress da impegno mentale e le sue implicazioni in termini di logoramento e recupero dagli effetti dello stress stesso. In pratica, viene detto che la risposta adrenalinica conseguente a quest’ultimo configura e condiziona il benessere o, meglio, procura il disagio della persona sottoposta a sovraccarico visivo-mentale. Tale risposta sconfina oltre gli orari di lavoro, cioè in quegli intervalli anche dedicati al riposo, modificando lo stile di vita del soggetto e predisponendolo a tutta una serie di conseguenze sul lungo periodo, conosciute come malattie da stress o da esaurimento psicofisico. Il collegamento tra visione e stress L’ipotesi è che l’impegno visivo elevato (e quindi anche mentale) che eccede le capacità individuali sia in grado di indurre una rispo-

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Lab sta di stress dell’intero organismo. In tal senso l’approccio interazionale di Karasek e French, ma soprattutto quello transazionale di Lazarus e Folkman possono essere considerati un fondamento teorico al digital eye strain, cioè una relazione significativa ma onerosa con l’ambiente o eccessiva per le capacità individuali, conseguenti a un sovraccarico del sistema visivo. Numerosi sono i processi di controllo e di elaborazione dei dati che fanno capo a funzioni centrali come la postura, la coordinazione motoria e tutti lavorano in sinergia con il sistema visivo e con un feedback propriocettivo proveniente dall’esterno.

più moderne, soprattutto in ambiti fortemente sfidanti. Il correlato neurofisiologico di tutto ciò trova sostegno in un recente studio di neuroimaging di Grundy del 2019, che mette in diretta relazione la complessità del segnale cerebrale con quella del compito visivo. Sono frequenti oggi le situazioni lavorative con questo tipo di caratteristiche: ambiti fortemente competitivi, relazioni personali articolate e onerose, acquisizione di una consistente mole di informazioni sotto forma di immagini e ritmi incessanti. I costi sociali ed economici che conseguono a questa complessa e articolata condizione sono riconosciuti elevati già da tempo, ma vengono scarsamente considerati e ne è disattesa la prevenzione. Lo strumento della “valutazione dello stress lavoro correlato”, fatta dal medico del lavoro o dallo psicologo attraverso l’uso di interviste, anche nella forma semplificata prevista e comunque obbligatoria nei luoghi di lavoro, potrebbe rilevare le avvisaglie del fenomeno ma trova resistenze nell’applicazione. Se gli studi dovessero confermare questa tendenza, gli ambiti visivi di prevenzione della salute del lavoratore assumerebbero un’importanza cruciale in quello che si definisce e postula come igiene visiva.

Il collegamento tra stress visivo e burn out La sindrome del burn out può essere brevemente descritta dal suo excursus storico. La progressiva estensione della sindrome da esaurimento psicofisico riscontrata in ambito lavorativo negli anni 70 del secolo scorso era agli inizi circoscritta agli ambiti socio-assistenziali e sanitari (in particolare infermieri). Più tardi i riscontri sono stati estesi alle figure d’aiuto (psicologi e avvocati, ad esempio) e poi ancora, ai giorni nostri, a quelle in cui è particolarmente rilevante la domanda lavorativa a fronte delle capacità di farsene carico da parte del professionista. Pur mantenendo un presupposto in comune: la presenza di un grande coinvolgimento personale. In tale ambito si inserisce la sindrome astenopica o di affaticamento visivo o eye strain come esperienza che concorre a sua volta a determinare un esaurimento generato in un contesto di fonti di stress lavorativo. Tali situazioni coinvolgono la concezione di sé e degli altri, secondo Christina Maslach e portano a formulare un’ipotesi di comorbilità, cioè di “innesco” per il burn out stesso. Il digital eye strain risulta quindi un elemento potenzialmente capace di produrre stress e ne risulta anche un coadiuvante. I suoi esiti confluiscono nel pattern di risposta della sindrome del burn out, e sono: la depersonalizzazione, il cinismo, il senso di non realizzazione, la scarsa efficienza e le loro interpretazioni

Riferimenti bibliografici • Decreto Legislativo del 9 aprile 2008, n. 81 e succ. • A. ARASS, G. HORGEN, H.H. BJIRSET et All., Musculoskeletal, visual and psychosocial stress in VDU operators before and after multidisciplinary ergonomic interventions, Applied Ergonomics Vol. 29, No. 5, pp. 335-354, Elsevier Science Ltd,1998 • The Vision Council. Eyes overexposed: The digital device dilemma: digital eye strain report. 2016. https://www.thevisioncouncil.org/content/digital-eye-strain (accesso 10 Mar 2018). • SHEEDY J.E., Diagnosing and treating computer related vision problems, Butterworth- Heinebertmann, Burlington, MA, 2003 • L. E. ROCHA, M. DE-RIBEIRO, Working conditions, visual fatigue, and mental health among systems analysts in Saõ Paulo, Brazil, Occup. Environ Med;61:24–32, 2004 • SELYE H. The stress concept Journal of Chronic Diseases. Volume 2, Issue 5, November 1955, pp. 583-592 • FRANKENHAUSER M. Coping with stress at work. Int J Health Serv.;11(4), 1981. • KARASEK R. et All., Job Decision Latitude, Job Demands, and Cardiovascular Disease: A Prospective Study of Swedish Men, AJPH, Vol. 71, No. 7, July 1981 • LAZARUS R.S. & FOLKMAN S., Stress, Appraisal and Coping, Springer Pubblications, New York, 1984 • MASLACH C., LEITER M.P., Understanding the burnout experience: recent research and its implications for psychiatry, World Psychiatry;N.15, pp.103–111, 2016 • GRUNDY, J. G., The relation between brain signal complexity and task difficulty on an executive function task, Neuroimage, Volume 198, pp 104-113, 2019

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Lenti oftalmiche

Zeiss: con il Virtual Try-on il futuro si mette alla “prova” di Nicoletta Tobia

Insieme a importanti brand di montature, l’azienda oftalmica, grazie alla nuova versione della funzione implementata nella piattaforma Visufit 1000 e al modulo integrato See Me 3D, offre un’esperienza di acquisto di soluzioni visive sempre più virtuale, supportando i partner impegnati nella trasformazione digitale del proprio centro ottico

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ià dal suo annuncio alla convention internazionale Zeiss di Berlino del 2017, incentrata sul futuro dell’ottica, del retail e sul ruolo chiave del digitale nel disegnarlo, Visufit 1000 era stato presentato nelle sue caratteristiche più innovative, prospettando anche tutta una serie di funzioni che sarebbero state implementate nel corso del tempo. Ora quel futuro, che già si avvicinava a rapidi passi, con la pandemia a fungere da sgradito acceleratore ha deciso di bussare prepotentemente alla porta facendosi presente e sottolineando sempre più non solo l’importanza del digital nelle vite di tutti, ma anche l’esigenza del distanziamento e la necessità di introdurre modalità di lavoro diverse rispetto al passato, di ripensare il workflow a favore di pratiche più evolute. «Una delle basi di tutto lo sviluppo strumentale di Zeiss è dedicata ai flussi operativi, alla quotidianità che l’ottico vive nel suo centro, che deve divenire sempre più fluida, snella e piacevole per l’utente finale - spiega Gianluca Gaigher, product manager Visual Technology Solutions di Carl Zeiss Vision Italia - Ogni innovazione ha come obiettivo l’evoluzione: del modo di lavorare, del servizio offerto, dell’approccio verso il cliente e della propria immagine professionale».

In questo solco si inseriscono le novità, apportate di recente e in procinto di essere rilasciate, del Visufit 1000. Finora la piattaforma è stata soprattutto conosciuta per la sua capacità di effettuare una centratura 3D estremamente accurata, grazie alla presenza di nove telecamere che lavoraGianluca Gaigher, no simultaneamente e product manager Visual producono un’immagiTechnology Solutions di Carl Zeiss Vision Italia ne a 180 gradi del volto del cliente, non solo rendendo molto precisa la rilevazione dei parametri, ma anche permettendo di generare un avatar tridimensionale del volto. Proprio questa caratteristica ha reso possibile l’introduzione della funzione Virtual Try-on, che consente di selezionare virtualmente le montature scegliendo tra diverse soluzioni e marchi. Il modulo si basa sull’intelligenza artificiale, con un algoritmo di autoapprendimento capace di analizza-

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Lenti oftalmiche re dimensione e forma del viso, correlando contemporaneamente i colori di occhi, pelle e capelli, insieme a un’altra serie di parametri. «La piattaforma Visufit 1000 aveva già incorporato Virtual Try-on nella versione 1, che permette centratura digitale, generazione dell’avatar e, dal dicembre scorso, anche la possibilità di fare la prova virtuale delle montature, attinte da un database globale in cui Zeiss, in accordo con diversi produttori a livello mondiale, sta implementando costantemente un numero crescente di design e di marchi - prosegue Gaigher - Recentemente abbiamo rilasciato un update del Virtual Try-on: questo da un lato va ad aggiornare le funzioni della videocentratura digitale, offrendo la possibilità di realizzarla anche sui modelli sole, dall’altro introduce il nuovo See Me 3D, già esistente in Visufit 1000 ma nella versione bidimensionale, che consente di provare anche le lenti che verranno montate, selezionandole dall’intera proposta Zeiss in termini di tipologie, colorazioni, trattamenti, specchiature. Lo scopo finale è arrivare alla prova virtuale dell’occhiale finito, completo». Il sistema di raccomandazione di Virtual Try-on determina e posiziona sull’avatar i modelli più adeguati, attingendo tra le migliaia di possibili combinazioni presenti nel database: le montature selezionate possono essere mostrate nel dettaglio in alta risoluzione regolandone la calzata virtualmente, così che il cliente ha immediatamente l’opportunità di capire come la stessa appare sul volto. L’ottico, la cui consulenza professionale rimane imprescindibile nel guidare la scelta della soluzione più idonea per le esigenze e il difetto visivo del cliente, gestisce in au-

tonomia le montature virtuali che vorrà mostrare ai clienti, tramite il portale FramesULike dedicato al suo centro ottico, continuamente aggiornato con il database globale. «Il professionista ha un proprio account che gli permette di selezionare per la prova i modelli che propone nel suo centro ottico e se ha più punti vendita può anche diversificarli - specifica il manager – Viene, inoltre, fornita un’offerta di montature unbranded, per consentire di individuare la soluzione migliore inizialmente anche solo a livello di tipologia e di forme e stabilire in seguito quali marchi proporre. Anche ogni produttore partner ha la possibilità di decidere dove commercializzare i propri prodotti. Il database montature è in quotidiano aggiornamento, con oltre 50 brand già a oggi attivi e un totale montature che arriverà a breve alle 3000 unità, per poi crescere ulteriormente nei prossimi mesi». Zeiss Virtual Try-on, dunque, oltre a rendere la customer experience sempre più digitale e sicura, vuole offrire all’ottico concreti vantaggi in termini sia di costi sia di differenziazione, a fronte di una tecnologia di semplice utilizzo e d’impatto per il cliente finale. «Uno dei plus maggiori per il professionista della visione è l’opportunità di limitare non solo le scorte fisiche e il magazzino, riducendo gli investimenti anticipati per le montature e aumentando comunque la propria offerta, ma anche il maneggiare le montature stesse all’interno del punto vendita, soprattutto oggi che è importante evitare il più possibile il contatto», conclude Gaigher.

Grazie a nove telecamere che lavorano simultaneamente, Zeiss Visufit 1000 permette di generare un avatar del volto del cliente che consente, tra le altre, la funzione Virtual Try-on, per selezionare virtualmente le montature scegliendo tra diverse soluzioni e marchi

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Lenti oftalmiche

Filab: con Assoluta stop allo “swim effect” a cura della redazione

L’azienda toscana lancia sul mercato una progressiva che permette al portatore una visione costante in ogni direzione e a ogni distanza, grazie a un brevetto e a un design innovativi

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tudio e costanza nel creare sempre nuove soluzioni, investimenti in tecnologia, test di diversi mesi. «Tutto ciò ci ha permesso di elaborare un algoritmo brevettato in esclusiva - spiega Andrea Bernardini, presidente di Filab - Un’analisi attenta e approfondita del nostro team di ricerca e sviluppo ha, infatti, evidenziato le nuove esigenze dei portatori e da un’indagine è emerso che la loro prima necessità è avere una visione costante in ogni direzione e a ogni distanza». Frutto di questo brevetto è il design della nuova lente progressiva di Filab, Assoluta, che consente all’utente una visione ideale non limitandosi soltanto all’analisi dell’apparato visivo, ma basandosi anche

sull’intera fisiologia umana: è stato, infatti, studiato il funzionamento della parte centrale della retina, denominata fovea, e della parafovea, che ha permesso di utilizzare le informazioni che colpiscono l’area periferica aiutando l’occhio a ricevere segnali meno diretti e a non subire il salto di degressione. «In alcune progressive non evolute, quando il soggetto guarda gli oggetti posizionati a distanze diverse e sposta l’occhio dalla posizione principale ai lati, percepisce un disagio denominato “swim effect” - continua Bernardini - Durante lo sviluppo della nuova lente Filab, per superare questo effetto, è stato preso in considerazione il cervello umano e come percepisce diversamente gli spostamenti veloci rispetto a quelli più lenti. Il brevetto e il relativo concetto di progressione eliminano tale disagio grazie a un nuovo disegno dei gradienti dell’astigmatismo: con Assoluta questi cambiamenti sono minimizzati o resi impercettibili». Il nuovo design potrà così facilitare in maniera sostanziale l’uso delle progressive anche nei casi più ostici, dando al portatore la sensazione di utilizzare una lente monofocale. Ad Assoluta, ora disponibile sul mercato, verranno dedicate delle sessioni webinar per i partner Filab, affinché possano conoscerne tutte le peculiarità. «Inoltre, in concomitanza con la Filab Academy, coinvolgeremo gli ottici per condividere le loro esperienze post vendita di Assoluta, così da avere un confronto reale e trasparente, evidenziandone i vantaggi», conclude Bernardini.

L’immagine di campagna di Assoluta

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Lenti oftalmiche

Roman Optica: il cuore italiano dà impulso allo sviluppo a cura della redazione

Macchinari di ultima generazione, sette depositi, due filiali, una fitta rete di agenti sul territorio nazionale, un crescente interesse per il business all’estero: sono le caratteristiche dell’azienda attiva da oltre mezzo secolo a Roma

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a sede di Roma è il riale, che nei primi anni di attività cuore pulsante dell’aha svolto un ruolo fondamentale. zienda, dove vengono Ha iniziato in un piccolo locarealizzati i prodotti ofle situato a Roma, nel quartiere talmici, dalle lenti monofocali Magliana. Con l’aiuto di pochi alle progressive di ultima gefidati collaboratori ha avviato la nerazione, fino alle lavorazioproduzione di lenti in vetro mineni speciali, oltre a colorazioni e rale, in quel momento le uniche trattamenti, con particolare atrichieste dal mercato. È increditenzione a quelli oggi più richiebile ed emozionante ripensare al sti per la protezione dai raggi suo primo macchinario, ricavaUV e dalla luce blu nociva emesto grazie ad alcuni componenti sa dai dispositivi digitali. Luigi presi da una vecchia lavatrice, Luigi Angelini, titolare Angelini, titolare e amministramentre siamo qui, circondati da e amministratore di Roman Optica tore di Roman Optica, racconta strumenti di ultima generazione, la storia e la strategia di una realtà avviata sempre più innovativi e tecnologici. negli anni Sessanta. Quali sono gli aspetti che consentono di Com’è nata Roman Optica? distinguervi sul mercato? Roman Optica è stata fondata nel 1965 da Abbiamo da sempre l’obiettivo di creare un mio padre, Romano Angelini, da cui l’azienrapporto stretto e consolidato con il cliente: per da prende il nome: all’epoca lavorava come noi rappresenta un vero e proprio partner, con direttore di produzione in una società che proil quale instaurare una relazione continuativa. duceva lenti da vista. La scelta di aprirne una Questo ci indica ancora la strada da percorresua è nata dal suo spiccato senso imprenditore: sono poche oggi le realtà come la nostra,

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Lenti oftalmiche che possono vantare anni di presenza nel territorio restando costantemente un punto di riferimento per i propri interlocutori. In più, offriamo assistenza continua grazie a un servizio clienti pronto a rispondere a qualsiasi necessità. È così che siamo riusciti a mantenere collaborazioni con alcuni ottici da oltre cinquant’anni.

ne, che rende il prodotto resistente a urti e torsioni: è perciò particolarmente adatta a tutte le persone impegnate in lavori manuali, nonché a bambini, anziani e sportivi, e la sua speciale tecnologia garantisce anche la massima protezione dai raggi UV e dalla luce blu nociva, ideale pure per chi trascorre molto tempo davanti allo schermo del pc. È disponibile in una vasta gamma di poteri e diametri di serie e può essere realizzata su costruzione, coprendo tutte le esigenze visive del portatore.

Il vostro ampio catalogo comprende anche prodotti non oftalmici. Roman Optica viene riconosciuta come punto di riferimento nel settore per la vasta scelta di prodotti e servizi che offre: un’ampia selezione di lenti oftalmiche, sicuramente il nostro core business, ma anche montature da vista della linea Job e articoli come lo spray antiappannante NoFrost, gli accessori e la strumentazione professionale. Su quale prodotto state in particolare puntando? La lente Impact è la più innovativa. Parliamo di un materiale organico di ultima generazio-

Come ha risposto Roman Optica alle nuove esigenze degli ottici, scaturite dalla pandemia? Innanzitutto abbiamo scelto di continuare a prestare il nostro servizio a tutti gli ottici partner, garantendo continuità già dai primi giorni dell’emergenza sanitaria. Inoltre, producendo in Italia, non abbiamo riscontrato problemi logistici: il controllo sull’intero processo produttivo ci ha permesso di offrire sempre alta qualità, puntualità e affidabilità.

Uno dei macchinari all’interno del sito produttivo dell’azienda oftalmica romana

Quali saranno i prossimi passi di Roman Optica? Guardando al futuro immaginiamo un percorso di diversificazione e di crescita. Nei prossimi mesi verranno ampliate le linee di produzione, grazie all’acquisto di macchinari di ultima generazione, che si affiancheranno a quelli esistenti, garantendo un ulteriore salto di qualità. Dal punto di vista commerciale abbiamo dato avvio a una politica di espansione che ci ha permesso di aumentare la copertura sul territorio nazionale, grazie a un network di rivenditori ufficiali composto da sette depositi e due filiali e alla presenza di una fitta rete di agenti di vendita. Abbiamo anche riscontrato un ottimo successo di numerosi nostri prodotti all’estero e questo ci fa guardare con positività alla possibilità di espanderci in maniera ancora più convincente al di fuori dei confini nazionali. La produzione però rimarrà sempre tutta italiana: per noi il made in Italy è un importante punto di forza per il business, vogliamo continuare a investire sul nostro polo produttivo e sulle persone che contribuiscono tutti i giorni alla crescita dell’azienda.

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LOOK-made in Italia e ITAL-LENTI presentano “IL BENESSERE A PRIMA VISTA TUTTO ITALIANO” LOOK-made in Italia e ITAL-LENTI scendono in campo con un progetto dedicato al bambino e alle sue esigenze visive, unendo i propri know how maturati in anni di esperienza nel segmento KIDS, rispettivamente nell’eyewear e nelle lenti oftalmiche. Nasce infatti “Il benessere a prima vista tutto italiano”, in cui le due aziende, entrambe contraddistinte da una produzione realizzata al 100% nel nostro paese, si rivolgono agli ottici con una proposta di montature Lookkino + lenti Ital-Lenti Kids, studiata appositamente per il pubblico più giovane.

Un programma dedicato ai bambini e studiato appositamente per le loro esigenze visive

Il centro ottico che aderisce a questo programma, oltre alla combinazione di due prodotti di qualità, potrà offrire ai propri clienti alcuni servizi esclusivi, aumentandone il livello di fidelizzazione. Per ogni acquisto di una montatura Lookkino completa di lenti Ital-Lenti

un progetto comune

lookkino-kids.it

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Kids verrà, infatti, consegnata una card dedicata che comprende la tracciabilità dell’occhiale completo e la garanzia di provenienza del prodotto in termini di certificazioni. Per un periodo di 12 mesi dalla data d’acquisto offre, inoltre, assistenza con copertura da danni accidentali e smarrimento, sostituzione delle lenti per cambio gradazione del bambino o riacquisto con possibilità di realizzare una nuova soluzione visiva. Pensati, disegnati e costruiti al 100% in Italia, gli occhiali Lookkino di LOOK-made in Italia rispondono a precise caratteristiche tecniche ed estetiche, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei bambini in termini di qualità, sicurezza e immagine. I materiali sono atossici e ipoallergenici e il ciclo produttivo mantiene standard eccellenti nel rispetto di precise norme per montature conformi alle indicazioni applicabili per i dispositivi medici. Gli occhiali Lookkino si adattano alla fisionomia dei volti dei bimbi grazie a tecnologie esclusive pensate per migliorare la loro vita sin dall’infanzia. Nell’ambito della continua ricerca e sviluppo di lenti oftalmiche, ITAL-LENTI ha recentemente introdotto KIDS, la gamma di lenti progettate per le necessità visive di bambini e ragazzi. Grazie alle innovative tecnologie di calcolo free form, l’azienda ha sviluppato design specifici, realizzati considerando i parametri posturali ed ergonomici ottimizzati per i portatori più giovani che hanno esigenze diverse rispetto agli adulti, soprattutto in termini di distanza interpupillare e distanza apice-corneale lente. Il risultato sono lenti personalizzate che garantiscono un’ottima qualità di visione soprattutto per refrazioni importanti. Per tutti i prodotti, oltre ai materiali tradizionali, sono stati inseriti quelli innovativi che garantiscono la massima protezione dalle radiazioni UV e dalla luce blu dannosa emessa dai dispositivi digitali, ampiamente utilizzati soprattutto dagli utenti più giovani.

ITAL-LENTI rappresenta oggi una delle realtà italiane più innovative del settore oftalmico, operando sul territorio sia nazionale sia internazionale. La lunga esperienza e il forte orientamento alla ricerca, all’innovazione tecnologica e all’automazione produttiva le hanno permesso di raggiungere risultati all’avanguardia, spesso anticipando il mercato con nuove soluzioni, sempre nella logica dell’eccellenza nella produzione di lenti ad alta performance visiva con tecnologia e know how 100% italiani. LOOK-made in Italia è riconosciuta sul mercato per la sua capacità di ricerca nella produzione di innovative montature da vista, realizzando modelli per bambini che partono da un attento studio sia morfologico sia psicologico. La condivisione è da sempre il motore alla base del progresso: grazie alla collaborazione con un’industria italiana altamente specializzata come Ital-Lenti, che condivide gli stessi valori di produzione etica, è perciò in grado di offrire ai clienti più giovani un occhiale completo di assoluta eccellenza.

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Strumenti

Bludata: un software per creare relazioni rilevanti con i clienti a cura della redazione

Di recente uscita, ma con oltre due anni di ricerca e sviluppo alle spalle, il Crm proposto dall’azienda veneta punta a valorizzare soprattutto il post vendita, per favorire fidelizzazione e passaparola

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aria Chiara Visentin, direttrice commerciale e cofondatrice di Bludata, illustra caratteristiche e potenzialità del nuovo software Crm della società di Breda di Piave, in provincia di Treviso, presente sul mercato da alcune settimane. Nell’ottica si parla sempre più di Crm: come è nata l’idea di realizzarlo in Bludata? In Bludata lavoriamo costantemente per offrire ai centri ottici strumenti di supporto all’attività quotidiana. Abbiamo iniziato a sviluppare Focus Crm alla fine del 2018 con l’obiettivo di mettere a loro disposizione una soluzione per semplificare e automatizzare i richiami e le comunicazioni ai clienti acquisiti.

mento di uso quotidiano che, prima di tutto, semplifica la pianificazione dei richiami ai consumatori, seguendo il ciclo di vita degli occhiali e le forniture di lenti a contatto. In termini più tecnici, consente di programmare una serie di comuMaria Chiara Visentin, direttrice nicazioni generate commerciale dell’azienda di Breda automaticamente di Piave, in provincia di Treviso da un unico evento scatenante, come, ad esempio, l’acquisto di un occhiale progressivo.

In cosa consiste Focus Crm e cosa devono aspettarsi gli ottici? Focus Crm è focalizzato sulla gestione delle relazioni post vendita: ha quindi l’obiettivo di fidelizzare i clienti, di fare in modo che scelgano il centro ottico per tutti gli acquisti legati al loro benessere visivo. Si tratta di uno stru-

Quale può essere un esempio di utilizzo? Ogni giorno l’ottico entra in Focus Crm e trova gli elenchi dei clienti da richiamare e delle comunicazioni che saranno inviate automaticamente dal sistema in base alle attività cicliche configurate. Nella pratica significa che l’ottico

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Strumenti tare o esportare file. Inoltre, tutte le attività di marketing automation sono progettate tenendo conto delle specificità del settore ottico.

inserisce in Focus 10, il gestionale di Bludata, le forniture di occhiali e lenti a contatto e, in base a questi dati, Focus Crm alimenta la lista dei clienti da contattare via telefono, attraverso sms anche evoluti o messaggi sulla nostra app Il Mio Ottico. Oltre ai richiami legati alle forniture, Focus Crm consente di pianificare campagne di marketing, ad esempio il back to school oppure ottobre mese della vista.

Avete previsto anche report o analisi? Certamente. Tutte le attività gestite con Focus Crm vengono tracciate e alimentano una ricca sezione di analisi dei dati, anche questa integrata automaticamente con le informazioni raccolte in Focus 10: del resto i pilastri delle attività di Crm sono l’automazione, la personalizzazione e la costante misurazione dei risultati.

Perché un Crm focalizzato sulla relazione post vendita? Prima di investire nella lead generation, cioè nella ricerca di nuovi clienti, è indispensabile gestire correttamente la relazione con quelli già acquisiti. Se alimentiamo il rapporto di fiducia con coloro che ci hanno già scelto, se ci prendiamo cura del loro benessere visivo, saranno i primi che ce ne faranno acquisire di nuovi con un veicolo formidabile, il passaparola: fino a qualche anno fa questo avveniva di persona, ma oggi è spesso smaterializzato, si genera online, nei vari punti di contatto digitali.

Qual è il corretto approccio di un ottico che voglia intraprendere un progetto Crm? Siamo convinti che la tecnologia debba rimuovere ostacoli, spingere a fare cose di cui si parla da tanti anni, ma spesso senza la reale volontà di mettersi in gioco: oggi è indispensabile porre al centro delle strategie dei centri ottici la gestione di relazioni di lungo periodo con i clienti. Le tecnologie, infatti, abilitano, ma non bastano: il successo di un progetto Crm dipende prima di Quali sono i tratti distintivi di questa so- tutto dalla motivazione dei vertici aziendali e dal coinvolgimento luzione? di tutti collaboFocus Crm riduratori. Tant’è che ce la complessità Focus Crm offre dei richiami ai procedure più clienti automaevolute, più semtizzando e quinplici da utilizzare di semplificando ed efficaci. Ma una serie di opeprima di intrarazioni manuali. prendere un proSviluppato con getto Crm, l’imtecnologie web, prenditore ottico risulta perfettadeve innanzitutmente integrato to investire nelcon il gestionale la definizione di Focus 10: questo strategie e tattisignifica che l’eche di Crm, attralaborazione dei verso l’impiego nominativi che di risorse interne, dovranno ricese disponibili, vere le comunioppure con l’acazioni avviene iuto di consulenti automaticamenspecializzati. te, senza imporUn esempio di attività ciclica conseguente all’acquisto di un occhiale progressivo

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Lo gnommero

L’optometria e la sua giusta “saturazione” di Sergio Cappa

“L’incontro del 20 gennaio 1942 viene perciò continuamente frainteso, nel senso che se ne parla come dell’occasione nella quale sarebbe stata decisa la “soluzione finale”, ossia il genocidio. Ma questo non è esatto. Questa valenza drammatica mancò del tutto alla conferenza di Wannsee, per il semplice fatto che la tragedia del massacro degli ebrei era già da molto tempo una realtà”. L’Olocausto è un libro scritto dallo storico tedesco Wolfgang Benz e pubblicato da Bollati Boringhieri nel 1998: narra dell’incontro tenutosi sulle sponde del lago Wannsee il 20 gennaio 1942, voluto da Hitler, per discutere la questione della soluzione finale della questione ebraica. Soluzione è però principalmente un lemma della terminologia chimica e indica una miscela omogenea nella quale due o più sostanze si risolvono in una sola indistin-

ta: si usa chiamare soluto la sostanza in quantità minore e solvente quella maggiore e il più classico degli esempi è lo zucchero disciolto in acqua. Quanti fossero colpiti da compulsiva curiosità uscendo da una seduta dal dentista o dal contattologo potrebbero scoprire che la clorexidina, il potente disinfettante antibatterico di sintesi usato sui pavimenti delle piscine, è lo stesso presente nei collutori del cavo orale o nei detergenti per lac: la differenza è la percentuale di soluto disciolto nel solvente all’interno della soluzione. Con un volo pindarico, e un parallelo azzardato, ritroviamo la soluzione anche nei programmi didattici di una scuola. Utilizzando la logica geometrica dell’insieme, possiamo intendere il monte ore didattico totale come la soluzione che contiene e raccoglie totali parziali di ore dedicate alle differenti discipline, di-

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sciolte nell’orario settimanale. Quando si raggiunge l’equilibrio tra soluto e solvente, la soluzione si satura: in quel caso la quantità di ore dedicate a una disciplina è ottimale. Se ora osserviamo le organizzazioni orarie dei differenti corsi di optometria, leggiamo difformità curiose e singolari dissonanze: lezioni di cliniche di contattologia o di optometria presenti con monte ore variabile; corsi di ipovisione o visione binoculare o altre raffinatezze offerte in modo disomogeneo; ottica oftalmica o strumenti optometrici che punteggiano solo alcune scuole. Il tutto in soluzioni orarie globali con evidenti differenze. Interrogarsi onestamente sull’equilibrio della giusta saturazione oraria non significherebbe una benefica sensibilità verso le esigenze didattico-professionali? L’optometria è raffinata arte che merita casta attenzione, non un fondaco delle sirene.


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