N92016 Protezione nel mondo digitale Protezione UV
“Proteggo chi amo con lenti protettive. E sono Serena.� Serena Autieri La straordinaria promozione dedicata alla famiglia che assicura nuove vendite ai Centri Ottici
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Cristina Abati Silvano Abati Matteo Fusi
Giuseppe Migliori
NOVITÀ EDITORIALE : A T IS R T E M O T P O O IC T OT QUESITI, RISPOSTE E APPROFONDIMENTI
FGE editore
Reg. Rivelle 7/F - 14050 Moasca (AT) - Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 - e-mail: info@fgeditore.it - www.fgeditore.it
Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Novembre 2016 numero 9 www.b2eyes.com In copertina Hoya
N92016 Protezione nel mondo digitale Protezione UV
“Proteggo chi amo con lenti protettive. E sono Serena.” Serena Autieri La straordinaria promozione dedicata alla famiglia che assicura nuove vendite ai Centri Ottici
Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE) Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 E 1,80 - Copia omaggio
N92016 Sommario
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di b2eyes magazine
B2TRADE Editoriale La scossa 3 Attualità
OcchioxOcchio, passo dopo passo 4 I consumatori vogliono un ottico “allrounder” 8 Safilo: mega brand? Solo di proprietà 12 VisionOttica, da insegna a brand 16 Amarcord L’optometria italiana nelle sentenze della Cassazione 22
B2STYLE Moda Lenti in primo piano 26 B2EXPERT Practice management L’ottica come il Mosè di Michelangelo? 30 Il nuovo capitale Se vuoi che la tua impresa cambi, prima cambia tu 32 Strategie d’impresa La ricetta per il centro ottico vincente 36 Education Congresso Zaccagnini 2017: focus su presbiopia e presbiti 40 Congresso Irsoo: ricerca, pratica e sperimentazione 42 B2TECH Lenti oftalmiche
Zeiss, tre pilastri alla base dell’era digitale 46
Lo Gnommero
Potere, cultura, optometria (e quella volta con Fo) 63
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N9 2016
VISION GROUP DISTRIBUTORE ESCLUSIVO IN ITALIA Per info Tel. 02.92885300 - Mail info@vision-group.it
Editoriale
La scossa di Angelo Magri
F
in da piccoli era quella cosa che preoccupava ma al tempo stesso eccitava per i suoi effetti. Al punto da farne, in tempi recenti, persino un marchio di fabbrica all’interno di un popolare gioco televisivo. La scossa, tuttavia, non la prendiamo solo materialmente. A volte quelle più efficaci hanno una valenza metaforica più che reale. Che sia il caso anche dell’ingresso di Luxottica nel mercato dell’oftalmico? La notizia, al momento della pubblicazione sui nostri media online, li ha letteralmente fatti esplodere di visualizzazioni, contatti e commenti. Delle conseguenze immediate, pochi ancora conoscono la portata. Una sorta di fase test è già stata avviata con una gamma di lenti oftalmiche Ray-Ban, marchio che potrebbe favorire soprattutto lo sviluppo del vista-sole. Se così fosse, questa risulterebbe già una prima scossa: in molti, infatti, ritengono che la presenza di Luxottica potrebbe stimolare un segmento ancora poco penetrato sul mercato interno, favorendone la conoscenza e le potenzialità presso il consumatore finale. Distribuzione succursalista e organizzata potrebbero a loro volte avvantaggiarsi di questa sinergia, soprattutto se i loro rapporti di collaborazione con il gruppo di Leonardo Del Vecchio sono consolidati. Ma la scossa più forte devono averla inevitabilmente provata le aziende di lenti, multinazionali e non. Frastornate all’inizio, ora cominciano a rendersi conto che, un po’ come nel caso del referendum del 4 dicembre se vincesse il No, mica finisce il mondo. Le opportunità rimangono solide e copiose, anche sul mercato italiano. Questa novità potrebbe addirittura accelerare intenzioni di integrazione verticale che partano dalle imprese oftalmiche andando a coinvolgere le montature. Solo che oggi sul mercato c’è un attore in più e non un attore qualunque. È finito, quindi, il tempo dell’attesa, è giunto invece il momento di darsi una mossa. Anzi, una scossa. P.S. A poche ore dalla chiusura di questo pezzo è arrivata in redazione la notizia dell’opzione di acquisto su Salmoiraghi & Viganò esercitata dalla stessa Luxottica. Benché il closing dell’operazione sia previsto entro marzo del prossimo anno, ecco un’altra, perentoria scossa. Che stavolta chiama direttamente in causa il retail ottico italiano, nonché le sue rappresentanze sindacali e professionali.
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N9 2016
Attualità
OcchioxOcchio, passo dopo passo In un novembre caotico c’è lo spazio per un’intervista possibile e interessante: a una donna e a Ferrara. Zona dove la qualità del mangiare è direttamente proporzionale alla simpatia e caparbietà delle sue abitanti
di Nicola Di Lernia
I
ncontro Franca Pazzaglia, general mana- bimba tranquilla, studia ma quando può fugge ger di OcchioxOcchio. Un modo simpatico con gli amici nel souk di Tetouan. A 14 anni va a per rituffarmi nella contattologia. Franca, Parigi ma rifiuta il collegio di suore e si rifugia insieme a Mauro e alla in un hotel. Il papà la rimette figlia, gestisce OcchioxOcin riga ma le regala anche la chio, azienda nata per distrifesta del diciottesimo complebuire i prodotti Menicon sul anno sull’Amerigo Vespucci mercato nazionale per poi di stanza a Tangeri. La famidivenire una talent scout del glia di lì a breve si riunisce meglio della contattologia in tutta a Bologna e lei intraItalia e nel mondo. Franca, prende gli studi universitari. che parla sette lingue, alla Ma Franca è irrequieta e ama contattologia ci arriva per viaggiare. Trova un lavoro puro caso. La sua infanzia che le permette di stare in giro l’ha vissuta in Marocco con il per il mondo tre settimane al padre allora dirigente di una mese e ricaricare le pile pogrande multinazionale. Non chi giorni a casa. La osservo si può dipingere come una Franca Pazzaglia con il cane Ettore mentre racconta attimi piace-
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N9 2016
Modella indossa: Jungle Fever new
IL COLORE DEL TUO DESIDERIO www.desioeyes.it - ordini@desioeyes.it Qualimed srl, Corso Sempione 176, 21052 - Busto Arsizio (VA) Te l . + 3 9 0 3 3 1 1 6 2 9 9 1 0 F a x : + 3 9 0 3 3 1 1 8 3 8 4 7 2
Attualità un piccolo ufficio di 40 metri quadrati che poi divennero 120, 500, fino agli attuali 1.200. OcchioxOcchio ma anche passo dopo passo. La filosofia aziendale è quella di pensare in grande ma con piccoli movimenti costanti in avanti. In mezzo a questo vortice di ricordi e idee per il domani mi sono dimenticato di presentarvi Mauro, l’esperto del mondo della contattologia da cui è nato tutto quanto il resto che vi ho raccontato. Mauro ha creduto con Franca di creare Franca con la figlia Maria Giulia e Mauro Carrieri: insieme guidano l’azienda ferrarese un’offerta di eccellenza per la contattologia quando il voli (una gita all’Isola di Pasqua inaspettata) e mercato sembrava avviato a una scontata somdolorosi (quando le sequestravano il passapor- ministrazione giornaliera. Partì con Menicon to a causa di sommosse nei paesi in cui transi- quando questi avevano solo lenti semirigide e tava). Forse troppo anche per lei che deside- oggi, con un’offerta che spazia su almeno alrava una vita più semplice. Così da donna nel tri quattro partner internazionali, l’eccellenza mondo si ritrova a sostituire una cara amica in della contattologia italiana è servita. Con spimaternità come professoressa di Lingue in un rito critico lo ascolto ma senza volerlo le nostre istituto religioso. Come tutte le cose che ritenia- idee coincidono. La contattologia sta tornando mo provvisorie nella vita Franca ha insegna- indietro, da un prodotto per tutti a una soluzioto lì fino a tre anni fa, quando OcchioxOcchio ne per tutti. Non è un gioco di parole ma una l’ha chiamata a un lavoro più incessante. Cosa strategia pura che molti miei clienti dell’ottica hai imparato dalla scuola che hai portato qui, stanno già attuando e Mauro e Franca se ne Franca? «Organizzazione, disciplina, rispetto», compiacciono. sentenzia mentre torno ai ricordi di una Ciba Alla fine li devo salutare, non prima di un piaVision degli anni 90, quando la competizione cevole pranzo fatto di tipicità ferraresi che un esperto oste ci confeziona in pochi secondi. aveva comunque rispetto per questi valori. Franca mi presenta i protagonisti della sua im- Quando Mauro mi apre il cancello arriva Ettore presa. Per primo Ettore, uno splendido cuccio- a salutarmi come se il protocollo lo prevedesse. lo di cane che gira per la sede con l’incarico “Siete una bella coppia”, mi sento di aggiundi “osservatore” e “mascotte”. Poi la graziosa gere alla fine della mia visita e scorgo da parfiglia, ottica laureata in Economia, impegnata te loro il piacere di aver afferrato quest’ultimo in un mini corso di formazione per due clienti complimento. A volte le espressioni più semplidella Toscana. L’ha inventato la figlia il nome ci ci fanno ricordare che il lavoro è solo una OcchioxOcchio, un giorno in cui Mauro esausto parte della nostra vita ma è anche un’occasiodelle ricorrenti fusioni e accorpamenti aziendali ne per conoscerci meglio. Buon lavoro ragazsi è chiesto ad alta voce se non fosse il momento zi, un augurio che estendo anche a tutti quegli di fare qualcosa per se stessi. E quel giorno ar- ottici che sulla contattologia la pensano come rivò. Come nelle favole americane partendo da Franca, Mauro e me.
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N9 2016
Vedi bene ad ogni distanza
“Ho scelto una visione nitida da vicino e da lontano. E sono Serena.” Serena Autieri
Professionalità Qualità Tecnologia
Attualità
I consumatori vogliono un ottico “allrounder” È emerso dai risultati della quarta edizione dell’Optical Monitor, che con il contributo di GfK ha realizzato oltre seimila interviste a utenti finali dei cinque principali paesi europei di Angelo Magri
O
ptical Monitor, il lavoro di ricerca inserendo un approfondimento sul prezzo medio commissionato da Mido e Silmo a GfK, rilevato e lavorando così sul benchmark con il è giunto ormai alla quarta edizione. prezzo del panel di ottici abitualmente utilizzaGli ultimi risultati, derivanti da inter- to da GfK, sul canale bambino e sulla diffusione viste online a oltre seimila consumatori, quindi delle lenti a contatto – spiegano all’ufficio studi frutto di valutazioni personali e soggettive, sono di Mido – Uno sforzo ulteriore è stato fatto per stati presentati in anteprima assoluta a fine set- approfondire meglio, dove possibile, le differentembre al salone di Parigi e successivamente diffusi su scala Purchase channels Products purchased in % globale. Hanno come di consueto analizOnline (Internet in general, Online Fashion Stores, Optical websites) Offline zato i cinque princiEU 5 France Italy Spain UK Germany pali mercati europei n= 1,446 / 1,325 / 2,272 n= 320 / 296 /496 n= 342 / 275 / 480 n= 297 / 276 / 441 n= 246 / 231 / 429 n= 241 / 247 / 426 dell’ottica, Francia, dpt dpt Germania, Italia, ReOptical glasses gno Unito e Spagna, ma questa volta con EU 5 France Italy Spain UK Germany n= 1,339 / 1,511 / 2,162 n= 188 / 241 / 360 n= 409 / 363 / 515 n= 335 / 412 / 579 n= 200 / 252 / 392 n= 207 / 243 / 316 alcuni cambiamenti operativi rispetto alla Sunglasses versione iniziale. «Il tentativo è stato quello di analizzare meStill no “online boom” in purchase channels in comparison to the last year glio il comportamenQ5: And where did you purchase the optical products? © GfK | OMO Optical Monitor SILMO 2016 trends – Simone Cornelsen, Giampaolo Falconio 23 to del consumatore 3
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Attualità Optical glasses Future trends EU 5
France
Purchaser last 12 months
Italy
Spain
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▼226 €
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33%
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UK
Germany
28%
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Population in %
Future Spending
Per product (change to past spending indicated by arrow)
▼275 €
▼227 €
Online Purchases
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Products in %
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▼112 €
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Future spending is expected to decline for next optical glasses © GfK | OMO Optical Monitor SILMO 2016 trends – Simone Cornelsen, Giampaolo Falconio
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Sunglasses Future trends EU 5
France
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Purchaser last 12 months
Italy
Spain 38%
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UK
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Population in %
▼
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Products in %
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Online Purchases
113 €
110 €
89 €
actual future
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Per product (change to past spending indicated by arrow)
80 €
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▼
Future Spending
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82 €
56 € (44 £)
actual future
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▼
ti situazioni per fasce d’età, genere e luogo di residenza». Secondo i promotori di Optical Monitor ne sono derivati risultati interessanti e utili per l’intera filiera europea dell’ottica. «Gli elementi principali che sono degni di nota riguardano la stabilità delle vendite di prodotti ottici attraverso internet: questo canale non sembra ancora esploso e si pone, di fatto, come business complementare al punto vendita fisico, in una prospettiva di multicanalità – sottolineano da Mido – Va anche evidenziata l’adesione dei prezzi emersi dalla ricerca al dato di sell out rilevato, nonché la sostanziale tenuta dei centri ottici indipendenti, il ruolo tuttora importante dell’ottico, anche se più orientato a essere un allrounder, cioè un consulente versatile anziché specializzato solo nell’ottica, e i dati relativi a materiali, lenti a contatto e occhiali per bambini». L’appuntamento con la quinta edizione dei dati di Optical Monitor è in programma il 26 febbraio 2017 a Mido.
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Future spending is expected to grow together with online purchases especially in France, UK and Germany. © GfK | OMO Optical Monitor SILMO 2016 trends – Simone Cornelsen, Giampaolo Falconio
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Type and frequency of contact lenses Owner of contact lenses in %
EU 5
Optical Type ofglasses contact lenses
France
n= 1,053
46%
Daily Weekly / 2 Weekly
22%
48%
9%
7%
Germany
n= 160
33% 12%
29%
6%
UK
n= 271
60%
16%
42%
Three monthly
Spain
n= 302
41%
16%
Monthly
Italy
n= 137
n= 183
62% 14%
53% 13%
32% 12%
27%
56%
5%
12%
Exceeding frequency Daily lenses: > one day Weekly lenses: > one week Monthly lenses: > one month
45%
Ø 2.1 days
50%
61% Ø 1.7 weeks 31%
Ø 1.5 months
45%
64% * 18%
57% 33%
58%
35%
40%
42% 78% *
57% 10%
56% * 33%
48% Ø 4.0 months 45% * 45% 56% * ** ** Daily contact lenses are most often used, especially in Italy and UK. Spain and Germany is most often using monthly lenses. Almost every second user is exceeding the recommended wearing frequency for lenses.
Three monthly lenses: > three months
** Base too low / * Low base / S6a2: Please specify, what type(s) of contact lenses you wear. S6a3: Would you please specify for how long you wear each pair of your contact lenses on average?
© GfK | OMO Optical Monitor SILMO 2016 trends – Simone Cornelsen, Giampaolo Falconio
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Attualità
Safilo: mega brand? Solo di proprietà Potenziare la quota degli housebrand e strutturare all’interno del proprio portafoglio un’offerta completa e diversificata: sono i punti cardine della strategia del gruppo padovano per compensare l’uscita di Gucci da gennaio 2017 di Nicoletta Tobia
L’
obiettivo di Safilo è chiaro. «Vogliamo diventare più forti sui marchi di proprietà in termini di percentuale sul fatturato, che intendiamo raddoppiare dal 20% al 40% entro il 2020 – spiega Andrea Busato, head of global sales operations del gruppo – Ciò non significa che gli altri segmenti debbano ridursi, ma che lo scopo dei marchi di proprietà Polaroid, Carrera, Safilo, Oxydo e Smith è crescere molto più che proporzionalmente. Questo ci porterà diversi vantaggi: avremo una quota maggiore del fatturato legata a ciò che possiamo controllare direttamente e liberamente, mentre il rimanente 60% di licenze non includerà mega brand che possano concentrare l’attenzione e il rischio su un unico marchio, come è stato per Gucci». L’obiettivo di realizzare un equilibrio più sostenibile tra marchi di proprietà e in licenza si basa quindi su una crescita organica dei primi, grazie anche a specifici programmi di brand building, ma non esclude possibili acquisizioni in futuro a completamento del portafoglio marchi di proprietà. «Stiamo già esplorando sul mercato delle opportunità in questo senso, perché
Andrea Busato, head of global sales operations del gruppo padovano: si occupa di supportare i processi commerciali di Safilo a livello internazionale
Alessio Puleo, senior brand director: si dedica allo sviluppo dei marchi, con particolare focus sul segmento mass cool
i nostri marchi non coprono tutti i segmenti potenziali: ad esempio, sul vista potremmo diventare molto più forti», rivela Busato. Per quel che riguarda l’era “post Gucci”, che dal 1° gennaio 2017 verrà ancora prodotto da Safilo, ma distribuito direttamente dalla proprietà attraverso Kering Eyewear, per l’azienda di Padova si apriranno due scenari. «Da un lato
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Attualità più di tutti per noi rappresenta il marchio che può sostituire il cuore della collezione Gucci – commenta il manager – Spingeremo anche su altri brand del segmento fashion luxury, come Jimmy Choo e Boss, e del segmento contemporary fashion and lifestyle come Kate Spade, in modo da differenziare i nostri sforzi». Per quel che riguarda, invece, l’after sale dei prodotti Gucci, Busato precisa che Safilo continuerà a fornire assistenza sugli occhiali acquistati fino al 31 dicembre con le stesse modalità applicate oggi, con ricambi disponibili ancora per due anni. In questa importante fase di trasformazione e riorganizzazione Safilo aspira a una connotazione ben precisa per tutti i brand in portafoglio, con collezioni dalle identità molto differenziate. Coerentemente con tale indirizzo, soprattutto i marchi di proprietà del gruppo stanno vivendo una fase importante di transizione, più o meno evidente. Se Carrera e Smith Optics stanno andando in una direzione più lifestyle, senza dimenticare l’heritage sportivo, l’evoluzione più eclatante è quella che riguarda Oxydo, che verrà posizionato, accanto al marchio haute couture Elie Saab, nel nuovo segmento atelier, «punto più alto dell’immaginaria piramide del prodotto, dove però non andiamo a competere con il lusso puro – precisa Alessio Puleo, senior brand director mass cool division – È più un lusso legato al design: si chiamerà Oxydo Lab e ci affideremo a diversi artisti nel tempo per rinnovarne l’immagine». Stesso discorso vale per il marchio Safilo, «con cui vogliamo entrare nel mondo dei cosiddetti specialisti, quei marchi che sono veramente riconosciuti come i brand per gli amanti degli occhiali – aggiunge Puleo – È in atto una grande ricerca a livello tecnologico, delle forme e dei materiali per essere più appetibili agli occhi degli appassionati dell’eyewear, mantenendo sempre l’italianità come elemento comune. Il nuovo posizionamento sarà evidente a partire dal 2017».
I modelli Carrera e Polaroid, marchi di proprietà di punta per il gruppo padovano
ci saranno alcuni mesi di sell-off in cui avremo la possibilità di vendere ciò di cui ancora disponiamo in magazzino, dall’altro proseguiremo un’attività, già iniziata, di sostituire lo scaffale del centro ottico – dice ancora Busato – Da diversi mesi stiamo dialogando con tutti i nostri partner per individuare in anticipo, con un approccio personalizzato, come andare a soddisfare le necessità, attraverso il nostro ampio portafoglio, della clientela che prima si rivolgeva a Gucci». Questo perché, soprattutto negli ultimi anni, la griffe ha rappresentato un mega brand, in grado di coprire dal segmento luxury a quello contemporary, tramite una collezione diversificata per prezzo ed esigenze del consumatore. «È un’esperienza che non intendiamo ripetere nell’ambito delle licenze – prosegue Busato – I nostri mega brand in futuro saranno di proprietà, perché ciò ha un rischio inferiore, e non saranno nel segmento luxury, ma in quello mass cool, occupato ad esempio da Polaroid, nel nostro portafoglio dal 2012. È un marchio su cui abbiamo investito molto negli ultimi anni: dopo un periodo di riorganizzazione e ristrutturazione dell’intera filiera, siamo pronti per trasformarlo in quello che dovrebbe essere il primo tra i nostri brand di proprietà in termini di volumi e di fatturato. Ovviamente non sarà Polaroid a sostituire Gucci, anche perché di fatto vogliamo che rimanga il marchio democratico che è oggi, con un ottimo rapporto qualità prezzo». Safilo mirerà dunque a soddisfare le esigenze degli ottici puntando su un ventaglio di licenze come Dior, Fendi e soprattutto Marc Jacobs, «che
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Milano Eyewear Show 25, 26, 27 febbraio | 2017
mido.com mido.com
Attualità
VisionOttica, da insegna a brand Il passaggio poggia su alcuni pilastri: l’apertura e il rinnovamento dei centri pilota, una partnership esclusiva per la comunicazione pubblicitaria con Sky, l’avvio del programma Elite a Piazza Affari di Angelo Magri
I
n Vision Group è stata avviata una strategia per trasformare la sua insegna nazionale, VisionOttica, nata nel 2008 e oggi consolidatasi in tutta Italia con oltre 260 punti vendita, in un vero e proprio brand. «Sono tre le leve che vogliamo attivare per raggiungere l’obiettivo: l’innovazione sul punto vendita, la comunicazione pubblicitaria e un percorso che potremmo chiamare di marketing finanziario», spiega Marco Procacciante, amministratore delegato del maggiore network italiano di ottica, con oltre 2.100 centri ottici aderenti. Il primo centro pilota fu aperto ben dodici anni fa, in via Ripamonti a Milano. «Da allora abbiamo messo in atto diversi cambiamenti perché sono cambiati sia il mercato sia il consumatore, con l’attenzione rivolta anche al presidio di location sempre più importanti – sottolinea il manager – Con la recente inaugurazione del centro VisionOttica di piazza Argentina, sempre nel capoluogo lombardo, ci siamo rimessi in gioco nell’approccio al cliente finale, pur mantenendo i nostri valori tradizionali: così abbiamo utilizzato lo stato dell’arte più moder-
no, in fatto di tecnologie, arredo e comunicazione, conservando la professionalità, la prossimità e la qualità del prodotto. Di fatto questo centro ottico innovativo si pone come laboratorio per portare innovazione su tutta la rete VisionOttica, che si tratti Marco Procacciante, amministratore delegato dei centri affiliati, che di Vision Group sono la stragrande maggioranza, o di possibili nuovi centri pilota, oggi una quindicina, utilizzati per testare il mercato, nonché per presidiare quelle aree in cui al momento non sono presenti affiliati. I numeri ci danno conforto, dal momento che nell’ultimo biennio l’incremento di affiliati è pari a circa +25% e continuiamo a crescere in linea con gli obiettivi prefissati». Veniamo al marketing finanziario. A inizio novembre Vision Group è stata ammessa tra le matricole del programma Elite di Borsa
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Attualità
Il backstage della nuova campagna tv VisionOttica, in onda su Sky
Italiana. «Si tratta di un percorso che dura due o tre anni e che può portare o meno alla possibilità di quotarsi in Borsa – ricorda Procacciante – Garantisce una sorta di certificazione, un riconoscimento di trasparenza e qualità per le società che lo hanno realizzato». Vision Group è entrata nel programma Elite di Piazza Affari insieme ad altre trenta imprese italiane, andando ad alimentare una community europea di più di 440 aziende con un volume d’affari complessivo superiore ai 37 miliardi di euro. Più concreta e immediata, invece, è l’attività di comunicazione di Vision Group, che ha de-
ciso di concentrare una quota significativa di investimenti proprio su VisionOttica. Il 13 novembre, infatti, l’insegna è tornata in tv con una campagna di comunicazione che segna l’inizio di una partnership esclusiva con Sky, nel cui palinsesto viene ospitata una serie di spot multi soggetto prodotti insieme all’agenzia creativa Meloria e con la regia di Marco Missano. La pianificazione è iniziata con una prima tranche di sei settimane all’interno dei programmi Sky a maggior ascolto e proseguirà per l’intero 2017. Tutte queste iniziative sono proiettate verso un importante obiettivo a breve-medio termine: trasformare l’insegna VisionOttica, che si sta conquistando una riconoscibilità nazionale sempre più evidente, in un vero e proprio brand, con un posizionamento forte e portatore di valori positivi. «Abbiamo deciso, in sostanza, di spingere sulla robusta capacità di leva dimensionale che il nostro gruppo può mettere in campo, per consolidare nella mente dei consumatori quei valori che già ogni affiliato a sua volta adotta nell’attività quotidiana: vicinanza al cliente, soprattutto, e grande attenzione alla professionalità, alla moda e alla tecnologia. Questo è il valore aggiunto che il brand VisionOttica promette ai consumatori e che il network mantiene nella relazione con i propri clienti», afferma l’amministratore delegato di Vision Group.
Il centro pilota di piazza Argentina, nel cuore di Milano, inaugurato alla fine di settembre
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We can rent too Sette minuti da investire sul cliente
Il nuovo modello di business ha superato da poco i due anni di attività e i risultati sostengono le nostre previsioni di allora, disegnando un trend di crescita in linea con i tipici grafici di una start up innovativa e concreta. È quanto affermano i tre soci della RENT, TOO, Marco Tricarico, Nunzia Tricarico e Marco Bianchi (nella foto, da sinistra). Punti di forza? L’idea innovativa, dinamica, flessibile che viene recepita dalle famiglie come semplice e sicura. Basta sentire l’entusiasmo degli ottici che stanno già registrando i rinnovi dei noleggi dello scorso anno, richiamati dal nostro servizio di cortesia: siamo contenti che la fiducia di molti di loro si sia trasformata in azione e soddisfazione. La riprova che la nostra formula è giusta è l’apertura, a distanza di soli quattro mesi dal primo, di un secondo franchising Affittasi Occhiali. Ora che il modello è perfezionato, i sistemi informativi e il marketing di alta qualità, ci manca solo una rete commerciale per diffondere il “verbo”. A giugno, a distanza di due anni, abbiamo realizzato una seconda intervista stradale per sondare l’accoglienza delle novità Affittasi Occhiali, su 1.230 persone, in città e in provincia: al 77% delle persone adulte di ogni età piace la formula Affittasi Occhiali, purché sia garantita la qualità e il design; l’8% dichiara di volerlo di proprietà e la restante parte è titubante ma aperta a considerare la convenienza e il valore della novità. Un dato straordinario e superiore al precedente! A livello Italia oggi superiamo 5.200 persone soddisfatte di noleggiare il proprio occhiale nuovo da vista, un punto di inizio in un mercato vasto. I bambini rappresentano il 18%: siamo la felicità dei genitori per la spending review familiare e ci emozionano i papà e le mamme quando ci raccontano i benefici del servizio sul benessere annuale dei figli. Di recente abbiamo stipulato una convenzione con l’Associazione Nazionale dei Carabinieri. Tra l’altro proprio alcuni rappresentanti dell’Arma ci hanno fatto notare che la sostituzione annuale delle lenti aumenta la sicurezza stradale. Lo sapevamo, ma sentircelo dire da loro è stata una autorevole conferma. Occorre solo investire sette minuti con il cliente per guadagnarsi il suo ritorno annuale a vita e utilizzare i supporti di comunicazione appositamente studiati. Aderiranno tutti? Il noleggio non deve sostituirsi alla vendita, ne è complementare con un valore aggiunto che – se spiegato con convinzione – è ben recepito dal cliente.
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Prontottica, un supporto quotidiano per ottici associati e non solo
Il Laboratorio Prontottica di Genova si rinnova per offrire un servizio migliore e punta sulla tecnologia di Nidek: si rivolge agli associati del gruppo, ma anche a tutti i centri ottici interessati a un servizio oftalmico di qualità
Ottici Associati ha messo in moto nuovi progetti e nuovi ampliamenti tecnologici. Consapevole che il settore si sta evolvendo e che l’identità e la finalità dei gruppi d’acquisto tradizionali si sono velocemente modificate, ha proseguito il proprio percorso sulla strada della qualità per differenziarsi e differenziare, mantenendo intatto il dna: fornire un servizio giornaliero d’eccellenza di supporto al punto vendita e offrire opportunità organizzative, logistiche e commerciali tipiche delle grandi realtà anche al singolo ottico. È sempre più importante per il punto vendita potersi dedicare alla propria clientela, al dialogo, alla sala refrazione, alla soluzione visiva ideale e alle necessarie operazioni di marketing. Spesso, quindi, realizzare esternamente le proprie lavorazioni, sicuri del partner cui ci si rivolge, è un vantaggio. Affidandosi al Laboratorio Prontottica il professionista ha a disposizione un competente ufficio tecnico che fornisce assistenza quotidiana, suggerendo materiali e geometrie di volta in volta più indicati, controllando sempre la qualità dei semilavorati in ingresso. Il processo è completo e razionalizzato per meglio favorire la routine giornaliera del punto vendita. All’ottico viene fornito un kit che comprende moduli d’ordine e buste di lavorazione Prontottica, personalizzate e dotate di codice a barre per assicurare la tracciabilità e la consultazione di tutto il ciclo di realizzazione del proprio occhiale, attraverso il portale online 24 ore su 24.Per offrire standard elevati i nostri laboratori hanno inserito una nuova catena automatizzata basata su centri di lavoro e di misura Nidek. La tecnologia delle nuove macchine Nidek permette di realizzare tagli e produzioni sempre più precise e sofisticate, riducendo i tempi, garantendo così un servizio superiore. E non è tutto. Attraverso RE-LAB, servizio intranet dal Laboratorio Prontottica, il centro ottico ha a disposizione un grande laboratorio remoto che assicura costi minimi di gestione a fronte di elevata qualità, rapidità anche per montature glasant e nylor. RE-LAB traccia e modifica la forma della lente, permette la sagomatura e l’invio in 24 ore (massimo 36 per le lenti di ricetta), calcola la migliore lente tenendo conto del rapporto qualità-prezzo-margine, si interfaccia con strumenti come il videocentratore e soprattutto con la strumentazione del laboratorio, ottimizzando le risorse. Scegliere RE-LAB vuol dire ridurre i rischi di rotture, eliminare la necessità di investire in strumenti nuovi, essere sempre aggiornati, ottimizzando il proprio margine operativo.Infine, la dichiarazione di conformità che accompagna ogni lavorazione attesta la responsabilità sull’assemblaggio eseguito per l’ottico e per l’utente finale. Ma questa è solo una sintesi di ciò che il Laboratorio Prontottica è in grado di fare oggi, senza contare l’esperienza dello staff che interviene, supervisiona e fornisce consulenza.Tutta l’organizzazione dei laboratori è ispirata alla ricerca continua della qualità in ogni dettaglio per garantire precisione, puntualità e convenienza. L’alto livello raggiunto è testimoniato dalla soddisfazione dei nostri numerosi clienti e dalla fiducia che ci hanno riconosciuto importanti aziende partner del settore, le quali daranno il via a futuri progetti di collaborazione. Il prossimo passo sarà l’uscita del nuovo listino oftalmico OA LENS, con cui ci prepariamo a un ritorno alle origini, associato a una ricerca del prodotto oftalmico a marchio svolta in questi anni, riproponendo un brand che appartiene alla storia di Ottici Associati.
Alcune fasi produttive nel Laboratorio Prontottica
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L’optometria italiana nelle sentenze della Cassazione Cinque vicende giudiziarie già andate a sentenza. Cinque storie personali che, di fatto, hanno contribuito a scrivere la storia della professione, data la rilevanza delle disposizioni emesse dalla Suprema Corte ogni volta che ha deliberato Angelo Magri
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n due puntate ripercorriamo gli aspetti salienti di questa storia, con l’aiuto di Elio Palombi, già magistrato, giurista di fama e legale di quattro dei cinque professionisti coinvolti, tra gli organizzatori e relatore al primo convegno nazionale di regolamentazione dell’optometria, “Il presente e il futuro degli optometristi italiani: le competenze dell’optometrista nel trattamento delle disfunzioni visive”, che si è tenuto a Napoli ai primi di novembre. «In Italia la magistratura si è occupata della questione già a partire dalla fine degli anni 70 dello scorso secolo. Si ricordano le sentenze del Pretore di Torino del 26 aprile 1977, del Pretore di Bologna del 30 marzo 1977, del Pretore di Schio del 16 marzo 1978, quest’ultima relativa alla preparazione tecnica necessaria per l’applicazione delle lenti a contatto. Con queste sentenze dei giudici di merito si cominciava ad aprire la strada verso la legittimazione dell’attività degli optometristi nel campo delle disfunzioni visive, ma fu solo a partire dagli anni 90 che la Suprema Corte
Elio Palombi: nella sua lunga carriera professionale ha ricoperto incarichi di magistrato, docente e avvocato
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Amarcord affrontò il problema in maniera più diretta, occupandosi delle pratiche di “educazione visiva” al fine di far regredire il deficit visivo miopico con esercizi di ginnastica oculare basati sul principio della biofeedback. Tale pratica, applicata in optometria, è basata sulla reazione dell’organismo visivo del soggetto a uno stimolo luminoso collegato con una risposta di tipo sonoro. L’ideatore della pratica, l’optometrista statunitense Joseph Trachtman, elaborò uno strumento chiamato Accommotrac che venne importato anche in Italia e distribuito tra gli optometristi nella prima metà degli anni Novanta – spiega Palombi – Con la sentenza del 9 giugno 1993 il Supremo Collegio, nell’occuparsi delle caratteristiche tecniche dell’apparecchio Accommotrac, ribadiva che “miopia, astigmatismo, presbiopia, strabismo, non sono malattie ma anomalie dell’occhio”. Con queste sentenze la giurisprudenza ribadiva che doveva essere considerata lecitamente realizzata dall’optometrista l’attività di assistenza, controllo e trattamento svolta, in quanto non rientrante nell’ambito delle funzioni di specifica competenza del medico». Con la sentenza del 3 aprile 1995, che riguardava il professionista pugliese Michele Schirone, la Corte di Cassazione entrava nel cuore della questione, affermando che “l’evoluzione scientifica e tecnologica determinano sovente la possibilità che nuove attività professionali non riescano a essere incasellate nelle professioni ufficialmente consolidate, ma ciò non può essere motivo per una dilatazione degli ambiti delle categorie professionali riconosciute, fino a ricomprendere, nella riserva loro spettante, attività soltanto analoghe, complementari, parallele o ausiliarie rispetto alle professioni protette”. «Stabilito che “l’attività professionale dell’optometrista è indubbiamente un’attività nuova sorta a seguito dello sviluppo tecnologico”, la Corte precisava che occorre chiarire, nel caso concreto, se la mera attività di misurazione strumentale, sia pure sofisticata, e una semplice attività di ginnastica oculare debbono considerarsi “solo ausiliarie e funzionali all’espletamento della professione medica e non integranti il reato di esercizio abusivo della professione, oppure se esse necessariamente comportano, nella loro essenziale
esecuzione, scelte e valutazioni di carattere diagnostico e terapeutico, tipiche dell’atto medico”. Posto il problema, la Corte fissava un principio di grande rilievo, secondo cui “la sfera di attività professionale consentita all’optometrista non può essere collegata a una comparazione fra l’attività professionale da lui posta in essere e quella consentita all’ottico, che si sostanzia in un mero giudizio di contenuto negativo, ma va ricondotta a una ricognizione, in positivo, dell’attività riservata al medico oculista, e alla successiva valutazione dell’eventuale invasione di tale campo attribuibile all’imputato, che, sola, può realizzare il fatto tipico punito dalla norma incriminatrice”. In ogni caso, quindi, occorre definire il contenuto dell’atto medico e verificare se l’optometrista abbia invaso, con l’attività esercitata, quel campo di attività – ricorda Palombi – Sulla base del principio di diritto fissato dalla Corte Suprema, la Corte di Appello di Bari, pronunciandosi a seguito del rinvio, assolveva l’imputato, ma la sentenza veniva impugnata dal Procuratore Generale presso la Corte di appello. Ne scaturiva la successiva sentenza del 25 giugno 1996 della Corte di Cassazione, in cui veniva precisato come le pratiche professionali consistenti nell’analisi visiva, l’autorefrattometria, la campimetria, la pneumotonometria, il visual training e il biofeedback “costituiscono attività che, in quanto ausiliarie e funzionali all’espletamento della professione di medico oculista, non invadono il campo a tale professione riservato”». Sembrava che fosse stato così posto un punto fermo sulla linea di demarcazione tra le due attività. Tuttavia gli esposti contro la categoria degli optometristi non finirono, tanto da indurre la Corte Suprema a intervenire con un’altra importante sentenza, l’11 aprile 2001, in cui si chiariva che l’attività dell’optometrista “non è regolata dalla legge, e il cui esercizio – allo stato attuale della normativa – deve, proprio per questo, ritenersi libero, lecito anche penalmente, per la semplice ragione che non sussiste nessuna norma positiva che lo vieti, a condizione che non venga invaso l’ambito, strettamente curativo, riservato al medico oculista”: era la sentenza relativa al caso del professionista lombardo Gianluca Mombelli. «In quell’occasione la Suprema Corte ribadiva il
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Michele Schirone ai tempi della sentenza che “aprì” il percorso giurisprudenziale legato all’optometria italiana e oggi che guida le territoriali di Federottica delle province di Bari e Bat
principio di diritto, già affermato nella sentenza del 1995, secondo cui “la sfera di attività professionale consentita all’optometrista non deve essere definita con riferimento, in negativo a quella consentita all’ottico, ma va ricondotta a una ricognizione in positivo, dell’attività riservata al medico oculista, e alla successiva valutazione dell’eventuale invasione di tale campo attribuibile all’imputato, che, sola, può realizzare il fatto tipico punito dalla norma incriminatrice” – sottolinea ancora il giurista napoletano – Ancora una volta venivano definite in modo chiaro e inequivocabile le competenze degli optometristi in tema di disfunzioni visive, estese, tra l’altro, anche all’ipermetropia. “Si avrà – osservava la Corte – invasione dell’ambito strettamente riservato all’attività del medico, che si estrinseca nell’individuare e diagnosticare le malattie, nel prescriverne la cura, nel somministrare i rimedi, qualora l’optometrista compia valutazioni di carattere diagnostico, svolga attività di carattere curativo, rilasci ricette, compia sull’occhio interventi di qualsiasi tipo, intervenga in caso di vere e proprie malattie oculari (e non di semplici disfunzioni della funzione visiva, come appunto miopia, presbiopia, astigmatismo, ipermetropia, ecc) e comunque in situazioni e con modalità tali che possano compromettere lo stato di salute del cliente”». La Corte di Cassazione fissa, dunque, il principio secondo cui l’attività del medico “si estrinseca
nell’individuare e diagnosticare le malattie oculari”: ne sono esclusi, quindi, i difetti della vista, che vanno considerati come “semplici disfunzioni della funzione visiva”. «Questo approdo interpretativo rappresentava una risposta definitiva alla lunga battaglia condotta dagli optometristi al fine di ottenere il riconoscimento di un proprio autonomo spazio di operatività del tutto legittimo nel campo delle disfunzioni visive – dichiara Palombi – Si affermava l’idea che l’optometria è una professione tecnico-sanitaria non medica, fondata su conoscenze fisiche e biologiche. Ha come obiettivo il trattamento dei difetti visivi con mezzi ottico-fisici e, in genere, il miglioramento della funzione visiva con tecniche non mediche, escludendo cioè l’uso di farmaci e di interventi chirurgici. L’optometria comprende nei suoi principi teorico-pratici, oltre alle procedure di analisi visiva, l’attenta osservazione della risposta globale dell’organismo agli stimoli ambientali, agisce sulla funzione visiva oltre che sull’organo visivo, mediante interventi orientati a equilibrare il processo della visione nella sua totalità e risolvendo, dove necessario, disturbi indotti dal moderno comportamento visivo determinato, per esempio, dalle nuove esigenze e tecnologie». (continua nel n.10)
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LENTI IN PRIMO PIANO
Di spicco nella mascherina, che si riconferma uno dei trend della stagione, divertenti, con giochi di forme, e a effetto specchiato: sono loro le protagoniste delle ultime collezioni
pagine a cura di Francesca Tirozzi
Blumarine
Police
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Giorgio Armani
Miu Miu
Kristina Ti-Vanni
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Barberini Eyewear
Emporio Armani
Polaroid
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Practice Management
L’ottica come il Mosè di Michelangelo? Come la scolpirebbe il grande genio se il committente foste voi?
di Nicola Di Lernia Esperto del mercato dell’ottica
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a leggenda narra come la straordinaria statua del Mosè che si trova nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, nella zona dell’Esquilino, ebbe un ipotetico diverbio con il suo creatore. Michelangelo stesso, stupito dal realismo di quella statua, percosse il ginocchio del Mosè con un martello intimandogli: perché non parli?
co in ogni sua parte. Per Michelangelo sarebbe stato come iniziare dal principio. Avrebbe avuto da tanti di voi molte indicazioni per lo più difformi e vagherebbe i primi tempi nel pensarlo maschio o femmina, nudo o vestito. L’ottica da troppo tempo nel suo vecchio layout free service è indistinguibile nelle differenze. Bisogna toccare con mano le persone per comprenderne i dettagli. Nella sua versione più moderna l’ottica si è depurata del free service e attende il cliente finale in grandi spazi bianchi che assomigliano a boutique parigine di alta moda. Ve l’avevo detto che anche Michelangelo avrebbe avuto difficoltà nel farsi un’idea da solo di quello che avrebbe dovuto fare per l’ottica. Ma immaginatevi per un attimo di avere il genio a libro paga e di dargli l’ordine di scolpire la statua dell’ottica come Giulio II gli chiese il Mosè. Che cosa gli direste perché dia vita alla vostra ottica? È da qui che si deve partire per ripensare un’impresa ottica al passo con il futuro. Azzardo un’ipotesi. Metà adulto (over 40) e
Pensiero: perché non parli? Da questa piacevole divagazione che è anche un invito a visitare una bella chiesa nascono la provocazione e la domanda da cui parte molta della filosofia del libro “Presbiopia 10 e lode”. L’ottica odierna è considerabile un monolite di marmo alto e imponente oppure una statua come il Mosè che lo stesso Vasari asserisce essere “più opera di pennello che di scalpello”? A dispetto di quanto si dica nel nostro mondo, per il cliente finale l’ottica è un grande monolite alto e candido senza forme né dettagli, identi-
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Practice Management stre vendite come hanno reagito nei due anni successivi) a discapito di una crescita della provincia e della regione dell’1% della popolazione. Un indice importante è quello del movimento naturale della popolazione, ovvero il saldo tra decessi e nascite. Anche in questo caso il salLa copertina di “Presbiopia 10 e lode”, do è positivo: nel scritto da Nicola Di Lernia, pubblicato da FGE e in vendita sul sito dell’editore 2014 ci sono state +95 nascite rispetto alle morti. Un buon segnale per il futuro. Di fatto nell’ultimo censimento del 2011 rispetto al 2001 la popolazione è aumentata del 17,4%. Questo nell’attività del nostro negozio ideale. Se andiamo a cercare, sempre a tavolino, le cause di quest’ottimo andamento demografico, potremmo trovare delle risposte nella popolazione straniera residente: oggi rappresenta il 16,6% della popolazione del comune, per il 50% europea, ovvero albanese e romena, normalmente adibita alla produzione edile e artigianale. Questo segnale da oltre confine si confronta anche con alcuni indici della popolazione molto esemplificativi. L’età media dal 2001 al 2015 è passata dal 41 ai 42 anni. L’indice di vecchiaia è pari a 121, ovvero 121 anziani ogni 100 giovani. Il ricambio della popolazione attiva è pari a 116 e ciò significa che gli attivi sono abbastanza anziani. Di fatto nella piramide dell’età della popolazione del nostro comune, suddividendo le età in funzione dei nostri obiettivi di presbiopia-progressive, la fascia da 40 a 54 anni (presbiti incipienti e dichiarati) è del 23,6%, mentre quella dai 55 anni (primo occhiale progressivo) ai 64 anni è del 12%. Chiude la fascia di età pensionabile dai 65 agli 84 anni con un 12,3%. Da rilevare che la percentuale di donne parte da un 48,2% dei 40 anni per crescere fino al 61,4% degli 80 anni. La popolazione presbite è quindi il 47% del totale della popolazione del nostro comune ideale. Ciò ci permette di riaffermare che quella della presbiopia è una seconda ottica.
metà giovane (da 0 a 39 anni). Delle mani raffinate e lunghe come le collezioni di occhiali di nicchia. Delle gambe atletiche e muscolose a simboleggiare il suo star bene. Un volto sereno che guarda lontano verso il suo benessere visivo. Piedi curati e dita sottili come lenti oftalmiche ad alto indice… Credo che vi stiate già gustando il risultato finale e lo stesso Michelangelo ora potrebbe finalmente offrirvi il segno del genio. A cosa serve questo esercizio, mi chiederete. A credere che dobbiamo dare forma e sostanza unica alla professione ottica curandone i dettagli e lasciando al pubblico la contemplazione della nostra armonia e unicità. Non esiste un altro Mosè al mondo. E neppure un’altra ottica. Azione: facciamoci bene i conti in tasca La domanda più ricorrente nel mondo dell’ottica è: come faccio a conquistare nuovi clienti? La più grave amnesia riguarda il non considerare nuovi clienti quelli che nel vostro database sono persone che non acquistano da oltre quattro anni. In sostanza, vorrei che parlassimo almeno in questo libro la stessa lingua e avessimo il medesimo obiettivo: fare bene i conti. Da cosa si parte allora? Io direi dal territorio, ovvero dal bacino principale di un negozio di ottica, il comune di appartenenza, e dalle sue opportunità o rischi nascosti. In una popolazione italiana di circa 60 milioni di abitanti gli ottici sono di media uno ogni 6.000 abitanti. Di fatto il nostro negozio ideale che risiede in un comune di 21.000 abitanti può trovarsi a competere con almeno altri due-tre negozi. Se possiede circa 12.000 anagrafiche significa che una parte consistente del parco clienti, probabilmente un 40%, risiede fuori comune e che in ogni caso un abitante può cambiare ottico nel corso della sua vita. Chiedo spesso a ciascuno di voi di mettere la testa fuori dal proprio punto vendita per osservare come il territorio è cambiato, come la residenzialità si è spostata o sviluppata. A volte da questo esercizio che pare una perdita di tempo si scoprono cose nuove e importanti. Lascio a voi questo esercizio ginnico di osservazione e provo a dare delle risposte da computer a come il comune del nostro negozio ideale possa aver reagito al fenomeno residenziale degli ultimi 15 anni. E trovo risultati eccellenti e in controtendenza. Di fatto il comune è passato dal 2001 al 2014 da 17.000 a 21.000 abitanti. In particolare l’anno del boom residenziale è stato il 2007 con un incremento della popolazione del 3,8% (andate a vedere le vo-
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Il nuovo capitale
Se vuoi che la tua impresa cambi, prima cambia tu Come rendere noi stessi e i nostri collaboratori più responsabili in azienda
di Michaela Gariboldi e Paolo Valentini*
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opo aver descritto nei numeri precedenti di questa rivista le caratteristiche necessarie per essere bravi imprenditori (avere una buona organizzazione, essere autodisciplinati, saper gestire le persone demotivanti, saper ascoltare per risultare bravi comunicatori, saper dare ordini certi per ottenere le cose da altre persone, essere allenati e preparati sulle vendite), ora vogliamo darvi una semplice ma efficace guida per
mettere in pratica questi concetti. Perché il cambiamento (crisi, ricordiamocelo, è cambiamento) è una delle cose più difficili da attuare, soprattutto quando siamo presi dalla routine e dalle molte incombenze del fare impresa. In realtà, il vero segreto è uno: se vogliamo che le cose attorno a noi cambino, come prima cosa dobbiamo cambiare noi. Tutto fila bene quando le cose si incastrano alla perfezione. Ma sappiamo che questo non accade spesso, anzi nella maggior parte dei casi i piani subiscono variazioni o le cose prendono una piega diversa. E quando questo accade, proviamo un certo senso di ansia, smarrimento, sconforto, dovuti al fatto di non avere il pieno controllo della situazione. Di fronte a un problema abbiamo sempre due scelte. • Sentirci la causa: significa che pensiamo dentro di noi qual è la nostra parte di responsabilità in ciò che è accaduto e non è andato a buon fine come speravamo o avevamo pianificato. Questa è la via
* Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane. * Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l’azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia.
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Il nuovo capitale di pensare apre la mente verso la ricerca delle soluzioni. “Non esegue gli ordini che gli do”. Un grande classico. In realtà stiamo dicendo: non ottengo maggiori risultati perché lui non fa quello che gli dico; ovvero, stiamo mettendo la nostra azienda nelle sue mani. Il pensiero corretto è: non ho ancora imparato ad avere collaboratori produttivi che eseguono i miei ordini. Per fare questo dobbiamo però impegnarci nel mettere in atto la leadership e la delega. “I dipendenti in fin dei conti vengono a lavorare per lo stipendio”. Dicendo questo stiamo affermando che le persone che lavorano per noi sono un’entità a parte rispetto a noi, che non ci fidiamo di loro e che è normale che non facciano le cose come vorremmo noi. Dobbiamo invece cambiare questo concetto in: non ho ancora capito e trovato il modo per motivare bene i miei dipendenti. Sì, perché le persone anche se le paghiamo vanno motivate, va dato loro un motivo emozionale all’azione. Per fare ciò, non basta lo stipendio, seppur pagato regolarmente: quello è il minimo sindacale, ma non smuove le persone a darti il loro meglio. Da qui la necessità di mettere in campo l’ascolto e la gratificazione. “I clienti sono diventati difficili”. Chiedono il preventivo, arrivano con le informazioni da internet, ecc. In altre parole stiamo dicendo: io non sono capace di vendere. Dura, ma è così. La giusta frase è: non sono ancora stato in grado di adeguare le mie abilità di venditore per far si che io riesca a convincere anche i clienti più difficili. Leggi libri sulla vendita? Da quanto tempo non frequenti un corso sulla comunicazione interpersonale? I tuoi collaboratori sanno vendere? Fai riunioni con loro per spiegare come rispondere di fronte a certe obiezioni? Certo se non ti formi adeguatamente, perderai sempre più clienti e non saprai perché. “C’è crisi, quindi è normale accontentarsi di fare uguale all’anno prima”. L’anatema più grande è accontentarsi di risultati mediocri. In altre parole, stai dicendo: io non sono capace di ottenere risultati. La verità è solo una: devi crescere sempre. La frase giusta quindi è: non ho tutte le competenze per fare l‘imprenditore e portare la mia azienda a crescere. Questo mette in moto la tua sete di conoscenza e ti porta, ad esempio, a cercare l’eccellenza in quello che fai, a studiare, a leggere articoli, a iscriverti a corsi di formazione, a chiedere più risultati di qualità ai tuoi consulenti, perché tu come imprenditore devi ottenere più fatturato e più utili.
per il costante miglioramento personale e imprenditoriale, perché ci mette nella condizione di pensare “cosa avrei dovuto fare di diverso per…” e ci porta in una condizione di comando della situazione. In altre parole ci mettiamo nella condizione di voler trovare la soluzione al problema in modo che la prossima volta non si ripresenti. • Essere effetto: vuol dire che attribuiamo agli altri le colpe del fatto che le cose non stiano andando come vorremmo e ci teniamo fuori dal gioco della responsabilità. Ovvero, incolpando gli altri o l’ambiente, deleghiamo senza rendercene conto all’esterno il destino della nostra azienda e dei nostri successi. Lo facciamo, per esempio, quando incolpiamo il governo, quando attribuiamo i nostri bassi risultati alla crisi economica, quando critichiamo i clienti per una vendita andata male o peggio critichiamo i nostri collaboratori per non essere produttivi. In tutti questi casi smettiamo di sentirci noi la causa (ergo, responsabili, cioè “gli unici incaricati di”) e perdiamo l’opportunità di essere migliori. Ogni volta che avvertiamo un problema, dobbiamo porci questa domanda: cosa posso fare la prossima volta/cosa avrei dovuto dire di diverso/come avrei dovuto organizzare diversamente, per far sì che non si presenti più? Attivando questo meccanismo mettiamo in moto la responsabilità, ovvero ci consideriamo gli unici incaricati di risolvere quel problema e smettiamo di pensare che gli altri debbano risolverlo. Così smettiamo di darci delle giustificazioni e ci concentriamo sulla ricerca della soluzione. In questo modo, cercando la soluzione, sviluppiamo la conoscenza necessaria per risolvere il problema e diventiamo davvero abili nel fare le cose. Concetto da tenere in debita considerazione non solo per se stessi, ma anche per rendere maggiormente responsabili i nostri collaboratori: le persone che lavorano per noi devono, infatti, diventare responsabili, devono cioè sentirsi “gli unici incaricati di”, ma non possono diventarlo se noi siamo i primi a comportarci da effetto. Vediamo insieme degli esempi concreti. “Non ho mai tempo per fare tutto quello che devo fare”. Un classico del nostro tempo è lamentarsi di non avere tempo. In realtà sappiamo che, se vogliamo, il tempo lo troviamo, dando al nostro cervello input corretti. Un esempio su tutti: ho molte cose da gestire, ma non ho ancora trovato il modo per riuscire a ottenere risultati e ottimizzare al meglio il mio tempo. Questo modo
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lla fine di ottobre abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a due importanti appuntamenti per il nostro settore: il primo a Catania, Expo Ottica Sud, e il secondo a Roma, Design Your. Entrambe le occasioni sono state per noi di fondamentale importanza. Da un lato abbiamo stimolato un confronto con un pubblico di
professionisti del settore, imprenditori, ottici, tecnici, ma anche consulenti, store manager e fornitori: dal tema della recente introduzione della normativa relativa alla tessera sanitaria alla gestione consapevole ed efficace del proprio punto vendita (analisi dei costi, controllo di gestione, studio, analisi e utilizzo dei dati raccolti, campagne marketing e comunicazione digitale). Dall’altro i due appuntamenti sono soprattutto serviti per fare il punto su quanto abbiamo realizzato in questo lungo anno che sta volgendo al termine. Il punto di partenza è sempre il punto vendita: fare consulenza in questo settore significa anzitutto viverlo. Solo frequentando assiduamente il punto vendita è infatti possibile coglierne
* Anna Gatti, consulente aziendale, titolare di A&G Studio di Bologna, specializzato nel controllo di gestione e analisi dei costi. * Letizia Melchiorre di SocialLAB è consulente marketing e comunicazione digitale: supporta piccole e medie imprese nella progettazione e gestione di spazi di comunicazione online, in particolare sito web e social network.
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Strategie d’impresa ottica oggi è data proprio dall’improvvisaziole criticità, ma anche le innumerevoli opportune. L’impresa virtuosa, al contrario, ha alcune nità. Il controllo di gestione, l’analisi dei costi, caratteristiche ben precise: una squadra affiala gestione di tutte le informazioni che proventata, lo studio di un progetto coerente e della gono dal punto vendita, quindi la sua comusua realizzazione in tempi medi e non brevi, nicazione on e offline, effettuati in questi anni perché i presso i nostri clienti ci hanno percambiamesso di capire e poi definire alPersonalizzare campagne cune importanti caratteristiche che e offerte, comunicare i valori m e n t i necessiil negozio di ottica vincente deve aziendali, definire la propria tano di possedere. Le potremmo riassumeidentità: se fidelizzato, t e m p o re così: qualità, ossia serietà verso quanto vale un cliente? per anil cliente, trasparenza dei compordare a tamenti all’interno del negozio duregime, un progetto di formazione per il perrante lo svolgimento della propria professione, sonale, l’utilizzo corretto di uno strumento gequalità reale e riscontrabile in ogni momento stionale all’interno del punto vendita, una coe su ogni aspetto; impegno, cioè il prodigarmunicazione attenta e coerente, dentro e fuori si dell’imprenditore affinché ogni componenil negozio, un nuovo rapporto con i fornitori, te (risorse materiali, immateriali, umane) sia intesi anche come partner dell’azienda e che in armonia e arrivi un messaggio coerente al con l’azienda condividano missione e visione, cliente finale; programmazione, quindi conoinfine il ritorno alla centralità del cliente. scenza della propria attività; dalL’ultimo punto, forse il più importanla conoscenza si arriva alla te, prevede uno sforzo ulteriore. previsione (budget), che Non basta comprendere le significa impegno nel loro esigenze, offrire servizi raggiungimento di in linea con i loro bisogni obiettivi comuni, e prodotti di qualità o condivisi e raginstaurare un contatto giungibili. L’opersonale con i clienti biettivo naturale più importanti. Bisoper un’azienda gna, altresì, realizzacommerciale è re e personalizzare produrre redcampagne e offerte, dito per l’imcomunicare i valori prenditore, ma aziendali ai consuanche per i suoi matori finali, anche collaboratori, grazie all’utilizzo dei così da creare social media e del sito benessere e sicuweb, definire una volta rezza nell’ambiente per tutte la propria identità, di lavoro. unica nel mercato. Perché tutCome si arriva a tutto questo? Sia perché il mercato to questo? L’imprenditore sta evolvendo in continuazione e, se deve conoscere il proprio buvogliamo continuare a esserci, dobbiasiness in ogni sua sfumatura: l’orimo necessariamente trovare soluzioni vincengine dei suoi ricavi, dove si generano i costi, ti per l’adattamento, sia perché vi chiediamo, come essere un professionista serio in sala recon una punta di provocazione: se fidelizzato, frazione, come essere dunque un imprenditore quanto “vale” un cliente? a 360 gradi. La fragilità principale dell’impresa
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Congresso Zaccagnini 2017: focus su presbiopia e presbiti L’evento interdisciplinare, giunto alla ventesima edizione, è in programma dal 4 al 6 febbraio a Bologna a cura della redazione
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edere da vicino è un problema che può essere preso in esame da due punti di vista opposti: da quello di chi lo considera esaurito con l’uso di occhiali da 15 euro oppure da quello di chi si attende una soluzione adeguata ai problemi del vedere da vicino in funzione delle condizioni di luogo, di tempo e di lavoro in cui si trova a dover utilizzare a pieno le proprie facoltà visive «Se appartenete a questa seconda categoria di persone e di professionisti, prendete nota di questa data e di questo luogo: sabato, domenica e lunedì 4, 5 e 6 febbraio 2017 a Bologna, partecipando al XX Congresso interdisciplinare organizzato da IBZ Vision Sciences Department, per conto dell’Istituto Zaccagnini, potrete ottenere molte risposte e informazioni su quanto di meglio e di nuovo la ricerca e le attività cliniche delle scienze della visione mettono oggi a disposizione dell’ametrope presbite e, come sovente accade, non solo presbite – sottolinea Giorgio Righetti, direttore della struttura formativa bo-
lognese - Il mondo accademico delle scienze della visione ha avviato da anni una ricerca sui difetti visivi, mirata a identificare le ricadute sul sistema economico mondiale della mancata o inadeguata correzione della vista: la pubblicazione di “Il peso globale della potenziale perdita di produttività derivante da presbiopia non corretta“, nel numero VIII, di agosto 2015, sul giornale dell’American Academy of Ophtalmology, firmato fra gli altri da Kevin D. Frick, e Brien A. Holden, ne ha costituito un punto fermo. E sullo stesso tema, più di recente, nel settembre 2016, con il volume 32, è tornata una pubblicazione del Journal of Refractive Surgery, a cura di autori vari». Quando nel 2002 la World Health Organization avviò questa ricerca, muoveva dalla constatazione che i difetti visivi non corretti o corretti in modo inadeguato fossero la principale causa di deficit visivi e la seconda causa per cecità conseguente a cataratta ed evidenziava come queste circostanze coinvolgessero alcune centinaia di
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Congresso Zaccagnini 2016: la tradizionale tavola rotonda del lunedì mattina, a chiusura dell’evento, e la platea che l’ha seguita
zione è stata data alle componenti contestuali dei problemi posti dalla presbiopia alle persone, ai diversi ambiti di correzione e di uso della visione, all’efficacia e ai livelli di fruibilità e alle implicazioni umane, sociali ed economiche che ne derivano – ricorda ancora Righetti - Come tradizione ormai consolidata, parteciperanno ai tre giorni di lavori congressuali relatori delle diverse discipline che ruotano intorno all’occhio e alla visione, provenienti anche dal Regno Unito, con le new entry Neil Charman, Emeritus Professor alla Faculty of Life Sciences della University of Manchester, e Sunil Shah, Honorary Professor alla University of Ulster e Visiting Professor alla Aston University, e una folta delegazione della stessa Aston University con alcuni relatori ormai storici partner delle attività dell’Istituto. Nell’ambito del programma saranno attivati numerosi seminari, workshop e la presentazione di poster». Le tre giornate si articoleranno in più sessioni plenarie in cui si alterneranno oltre cinquanta relatori sull’attualità dei tre filoni di correzione della presbiopia, ovvero occhiali, lenti a contatto e chirurgia, e si concluderanno con una tavola rotonda su “Presbiopia e presbiti: le opzioni di compensazione e trattamento a confronto con la loro accessibilità e sostenibilità per il cittadino e il Servizio Sanitario Nazionale”: sarà animata e condotta dai presidenti delle plenarie e rappresenterà una sorta di contest e di confronto fra le diverse opzioni, con l’obiettivo di offrire una sintesi efficace dello stato dell’arte dei sistemi di correzione e di trattamento della presbiopia.
milioni di persone. «Partendo da questo dato di fatto, l’IBZVision Sciences Department ha deciso di puntare l’attenzione sul deficit visivo più diffuso e sui suoi portatori assumendo la ricerca citata come linea guida e ha identificato il tema centrale del Congresso con “Presbiopia e presbiti: attualità e innovazione dei sistemi di correzione, delle pratiche cliniche e della ricerca, a confronto con accessibilità, fruibilità e nuove tecnologie” – spiega Righetti - Sarà pertanto questo il tema intorno al quale, con il consueto apporto di presenze internazionali e l’approccio interdisciplinare che connota da sempre questo evento, ruoteranno comunicazioni scientifiche, relazioni e dibattiti di un appuntamento scientifico e professionale che taglierà, in quest’occasione, il prestigioso traguardo delle venti edizioni. La presbiopia è un difetto visivo di dimensioni planetarie che limita, nel corso del ciclo di piena occupazione e attività sociale della loro vita, le relazioni degli individui con l’ambiente esterno e, contemporaneamente, il difetto visivo da cui deve essere corretto il maggior numero di abitanti del pianeta: risulta, quindi, tema rilevante sotto molti aspetti e il Congresso cercherà di esaminarli tutti». Hanno collaborato alla stesura del programma scientifico del Congresso Zaccagnini 2017 organismi professionali e scientifici di vertice dell’optometria, italiani e anglosassoni: International Association of Contact Lenses Educators, European Research Presbyopic Group, Associazione Italiana Lenti a Contatto, Società Optometrica Italiana. «Nella formulazione del programma molta atten-
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Congresso Irsoo: ricerca, pratica e sperimentazione Più di 120 delegati si sono dati appuntamento alla fine di ottobre a Vinci per un evento centrato su prevenzione visiva, occhio secco e miopia di Nicoletta Tobia
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li argomenti affrontati nelle tre sessioni strumentazione consentano oggi agli optometristi plenarie al Teatro di Vinci e approfonditi di riscontrare tali problemi molto meglio che in pasnei workshop tenuti nelle aule e nei la- sato e che «un passo avanti è rappresentato anche boratori dell’Irsoo hanno dato vita a “Il dalla possibilità di entrare nelle scuole a fare queruolo dell’optometria nella prevenzione dei proble- ste indagini che oggi, in alcune regioni, in primis mi della visione”, seconda edizione del simposio Lombardia e Toscana, vengono frequentemente organizzato dall’Istituto toscano. All’optometria pe- proposte grazie all’impegno dell’Irsoo e alla buona diatrica e geriatrica è stata dedicata la prima ses- collaborazione coi responsabili didattici e istituziosione del Congresso, moderata da Silvio Maffiolet- nali». Anche per quanto riguarda l’optometria geti. «Nella parte incentrata sull’aspetto pediatrico si riatrica si è proceduto a tracciare una panoramica è sottolineata l’importanza di sottoporre a test opto- delle principali problematiche visive che possono metrici i bambini a parinteressare le persone tire da un’età in cui il sianziane e di come, atstema nervoso e visivo traverso strumenti che è ancora molto plastico, tutti i professionisti della perché eventuali provisione possiedono, sia blematiche, quali amepossibile individuarle tropie o anomalie della in maniera abbastanza visione binoculare, possemplice per poi inviare sano essere trattate con immediatamente il pamaggior successo dallo ziente dallo specialista specialista oftalmologo oftalmologo per un tratcui il bimbo viene inviatamento precoce. «Dato to, se individuate in età che generalmente parprecoce», spiega Mafte della popolazione si fioletti. È emerso inoltre Uno dei tavoli dei relatori del Congresso Irsoo che si è svolto a Vinci rivolge prima all’ottico come la tecnologia e la a fine ottobre per fare l’esame della
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Education europea, finalizzato ad approfondire le conoscenze sull’occhio secco e a trovare trattamenti e cure adeguati». Le aziende dunque investono e propongono soluzioni, «spetta poi al professionista di proporle ai clienti non guardando solamente all’immediatezza della vendita – conclude Gheller – È necessario allora, come è stato messo in evidenza dalla discussione, un continuo aggiornamento dal punto di vista culturale da parte dei professionisti, che si ottiene anche seguendo eventi come questo». La terza sessione del convegno è stata, infine, dedicata al possibile rapporto tra visione periferica e controllo della progressione miopica. «Il ruolo della refrazione periferica nella regolazione della crescita dell’occhio oggi è un argomento estremamente dibattuto – spiega Antonio Calossi, che ha partecipato alla sessione – Una delle ipotesi che emergono da lavori sperimentali condotti su modello animale è che il meccanismo che presiede alla corretta crescita dell’occhio, ossia il processo di emmetropizzazione, non sia nella retina centrale, ma nella parte periferica della stessa. Malgrado non sia ancora completamente chiaro se l’ipermetropia periferica sia la causa o la conseguenza della miopizzazione, oggi tutti i meccanismi ottici per cercare di rallentare la progressione della miopia si stanno concentrando su quello che si chiama defocus periferico». Il dibattito si è sviluppato partendo proprio da questa teoria, recente e pertanto non ancora largamente condivisa, portando contributi della letteratura scientifica a favore e non. «Abbiamo, inoltre, discusso alcune misure sperimentali eseguite dagli studenti di Vinci su occhi miopi corretti con diverse metodologie tra le più efficaci nel rallentare la progressione del difetto visivo, dall’ortocheratologia sino alle lenti a contatto multifocali: sono emersi dati interessanti sovrapponibili a quelli di altri laboratori di ricerca – afferma Calossi – La conclusione cui si è giunti è che i dati sperimentali che abbiamo a disposizione non sono ancora in grado né di avvalorare né di confutare tale teoria e ciò ha dato spunto a ulteriori lavori di ricerca da condurre sul lungo periodo, che in parte saranno svolti all’interno del nuovo centro di ricerca di Irsoo: che oggi si possa rallentare la miopia è un dato di fatto certo e inconfutabile, quello che stiamo cercando di capire, per migliorare l’efficacia di tali sistemi, è il meccanismo».
Una vista dall’alto della platea
vista – conclude Maffioletti – tener presente questo, senza volerci in nulla sostituire ai medici, ci permette di essere un prezioso presidio visivo sul territorio per l’utenza». La seconda sessione si è occupata invece di occhio secco, «una problematica multifattoriale sempre più in evoluzione, per questioni di carattere fisiologico generale legate all’età, ma anche per gli stili di vita, e che impatta ormai un terzo della popolazione: si pensi che, secondo i dati Federfarma, dei circa 40 milioni di colliri che vengono venduti in Italia quasi la metà sono lacrime artificiali», commenta Pietro Gheller che ha coordinato l’incontro. Durante il quale si è evidenziato anche che chi soffre di occhio secco sovente si accolla autonomamente il peso della scelta della soluzione al problema, che invece è lungo e complesso da affrontare, per il quale il più delle volte purtroppo non ottiene risposte risolutive. «La contattologia è coinvolta perché le lac sono uno dei fattori che non inducono l’occhio secco, ma che possono acuirne la sintomatologia – prosegue Gheller – Dalla comunità scientifica è stato coniato proprio il concetto di discomfort da lenti a contatto. Le aziende e il mondo scientifico si stanno muovendo da tempo per affrontare questo problema, che in un numero elevato di casi porta al drop out, sviluppando biomateriali e polimeri specifici». «Gli investimenti sulla ricerca in questo settore sono cospicui – continua l’esperto – al congresso sono stati invitati due giovani ricercatori, di cui uno italiano, che partecipano a un progetto internazionale finanziato con cifre consistenti dalla comunità
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Lenti oftalmiche
Zeiss, tre pilastri alla base dell’era digitale Prodotto, comunicazione, formazione: l’azienda oftalmica li mette a disposizione dei centri ottici partner per guidare al meglio nell’acquisto gli utilizzatori di dispositivi di ultima generazione di Francesca Tirozzi
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on l’avvento dell’era digitale è cambiato il mondo e sono cambiate anche le esigenze visive. «È comprovato che smartphone, tablet, schermi a Lcd mettono a dura prova i nostri occhi: affaticamento visivo, bruciori e difficoltà a mettere a fuoco sono i principali disagi riferiti dai consumatori – spiega Roberta Celin, communication & events manager di Carl Zeiss Vision Italia – ma ancora oggi al grande pubblico non sono ben chiari i legami fra stanchezza agli occhi e utilizzo di questi supporti digitali». Per Zeiss non è solo importante fare una scelta di qualità, in termini di prodotto lente e montatura, ma è altresì fondamentale scegliere la soluzione che meglio si adatta alle esigenze specifiche. «Secondo la fonte Wesocial, Il 63% della popolazione italiana accede una o più volte al giorno a internet da pc o da tablet e il 47% è attiva sui social – continua la manager – In media si naviga 4 ore al giorno accedendo da pc o tablet e 2 ore da smartphone, tempo che può variare a seconda della professione svolta. Dati che non si possono sottovalutare e che sono in crescente aumento». Per rispondere a questi mutati bisogni Zeiss ha studiato un portafoglio di soluzioni visive a uso
generico ottimizzate anche per l’uso dei dispositivi digitali che comportano condizioni di lettura differenti. È così possibile trovare lenti per rispondere alle esigenze delle diverse fasce di età. «Le lenti Digital, ideali per il target 30-40 anni che utilizza di frequente dispositivi digitali, offrono un supporto all’accomodazione variabile ideale per alleggerire lo sforzo del muscolo ciliare, mantenendo campi visivi nel lontano ampi e confortevoli; le lenti progressive della gamma Precision, disponibili in quattro versioni in un crescendo di personalizzazione, grazie alla Digital Inside Technology ottimizzano le aree di visione sia per la lettura di stampati tradizionali sia per la visione di dispositivi digitali – afferma Celin – Infine, le lenti Office, da gennaio disponibili anche con tecnologia Digital Inside, sono ideali come secondo occhiale per i portatori di lenti progressive, consentono una visione ottimale dalla distanza di lettura ravvicinata sino alle media distanza, tipica dell’ambito lavorativo, con la possibilità anche di scegliere una soluzione Individual per la massima personalizzazione delle aree. Per tutti, l’abbinamento dei design con il trattamento DuraVision BlueProtect aiuta a preservare
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Lenti oftalmiche
Il materiale pop dedicato alle nuove soluzioni visive per il centro ottico
a lungo la qualità della visione, riducendo gli effetti nocivi della luce blu emanata da schermi Led». Per rafforzare la conoscenza al grande pubblico di tali prodotti l’azienda ha recentemente avviato un’attività di comunicazione in store, in collaborazione con gli ottici partner, per dare visibilità a questa offerta con materiale di presentazione del portafoglio prodotti. «Si tratta di una prima fase perché presto torneremo in tv, radio e sul web in un piano di comunicazione destinato proprio a raccontare al grande pubblico l’importanza di una soluzione visiva adeguata ai tempi che cambiano – continua la manager – L’obiettivo è accompagnare l’ottico e il consumatore finale a più riprese sul tema, facendo capire anche come il digitale pervade la nostra vita, dal lavoro allo sport o alla socialità e come si possa sempre supportare al meglio i nostri occhi in questo viaggio quotidiano che percorrono». L’attenzione alle nuove tecnologie si manifesta in diverse direzioni. «Nel prodotto oftalmico, nostro core business, nella strumentazione ottica all’avanguardia per consentire analisi refrattive sempre più precise e dettagliate, ma anche in tutti gli strumenti di comunicazione. I primi più tangibili dall’ottico, sono i supporti alla vendita, come la recente lampada olografica che trasmette filmati in 3D, che è stata particolarmente apprezzata proprio perché attira l’attenzione del consumatore – spiega ancora Celin – o il visore VROne per la realtà virtuale che oggi non ha solo un ruolo ludico, ma anche informativo. A ciò si aggiunge la comunicazione che non transi-
ta direttamente dal punto vendita, come le attività sui motori di ricerca o di mobile advertising, gestiti dall’azienda, ma mantiene l’obiettivo principale di generare traffico e stimolare l’acquisto». E nel digital non poteva mancare il mondo social. «I nostri canali ci aiutano a raggiungere il nostro consumatore nelle diverse fasi di acquisto – sottolinea la manager – A livello di cifre, la nostra pagina italiana Facebook conta circa 158 mila fan, mentre al nostro sito Italia vengono effettuate circa 80 mila visite al mese, con una visualizzazione pagine media di 130 mila al mese. Sono numeri in costante crescita che testimoniano la fedeltà e l’attenzione a Zeiss. Gli stessi contenuti possono poi essere condivisi dagli ottici partner sulle proprie pagine e li abbiamo ulteriormente facilitati con la creazione di una social media room all’interno della quale ognuno di loro può crearsi il proprio calendario editoriale». Terzo pilastro per Zeiss è la formazione. Per contribuire a un business di successo, Zeiss ritiene, infatti, fondamentale la preparazione dell’ottico. «È importante che sappia guidare al meglio il consumatore nella scelta della lente e per farlo è necessario che sia formato sulle ultime novità e che abbia a disposizione tutti gli strumenti utili – conclude Celin – Stiamo, perciò, finalizzando il nuovo calendario della Zeiss Academy: nel 2017 sarà confermato un aggiornamento di alto livello, condotto da docenti esterni di riconosciute competenze, per dare l’opportunità all’ottico di ricevere una formazione sia tecnica sia manageriale e di vendita».
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SEIKO DRIVE e SEIKO DRIVE X guida più sicura e rilassata in qualsiasi condizione I recenti sviluppi in campo tecnologico hanno avuto un impatto anche sulle nostre esigenze visive. L’utilizzo di fari Xenon e Led a maggiore intensità hanno aumentato la luminosità notturna, percepita da molti come eccessiva e abbagliante. La combinazione di design ottimizzato e trattamento di ultima generazione sono la soluzione proposta da SEIKO per soddisfare tutti i requisiti di visione di coloro che trascorrono molto tempo alla guida. Design ottimizzato La lente monofocale SEIKO DRIVE garantisce una visione rilassata e confortevole anche nelle aree periferiche, eliminando il fastidioso effetto di sfocatura al bordo, per una visione rilassata su tutta la superficie. SEIKO DRIVE X è la lente progressiva che, oltre alla visione da lontano, garantisce un’area dell’intermedio migliorata e una visione più chiara del cruscotto e di tutti gli strumenti di navigazione e di bordo. Ideale per chiunque voglia guidare in condizioni più confortevoli e sicure. Trattamento di ultima generazione SEIKO RCC, RoadClearCoat, lo speciale trattamento antiabbagliante di ultima generazione, assicura una visione nitida soprattutto per coloro che trascorrono molto tempo alla guida. SEIKO RCC riduce significativamente i fastidiosi bagliori, prodotti dai fari Xenon e LED delle automobili provenienti dalla direzione opposta oppure causati dal parabrezza bagnato o, ancora, da altre fonti luminose. Fornisce una migliore protezione dai raggi solari, fino al 50% rispetto ai trattamenti antiriflesso di serie, e contribuisce a evitare l’irritazione degli occhi. Il residuo visibile di colore bronzo rende le lenti nitide, trasparenti e belle esteticamente.
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Per un Natale di successo la nuova promozione Hoya “Proteggi la tua famiglia” Il periodo natalizio è il momento ideale per promuovere il benessere visivo e attrarre nuovi clienti nel centro ottico
Con la nuova promozione “Proteggi la tua famiglia” i centri ottici assicurano un’opportunità straordinaria ai famigliari dei propri clienti. A fronte dell’acquisto di una prima coppia di lenti antiriflesso sarà possibile offrire una seconda e una terza coppia di lenti antiriflesso, senza limite di geometria, a condizioni vantaggiose. «Dato l’elevato interesse e gli ottimi risultati generati dall’edizione primaverile abbiamo ideato la versione natalizia di “Proteggi la Tua Famiglia”, legando l’importanza del benessere visivo ai valori tipici del Natale, la famiglia e il regalo - spiega Anna Maria Nicolini, marketing manager di Hoya Italia - Gli obiettivi sono molteplici: innanzitutto, creare maggiore traffico in negozio aumentando le vendite del centro ottico anche ai famigliari dei clienti, poi valorizzare le lenti con trattamento antiriflesso top BlueControl, UVControl o LongLife e anche il fotocromatico Sensity, abituando il pubblico a proteggere i propri occhi con lenti di qualità. Infine, diminuire il tempo di cambio dell’occhiale che negli ultimi anni si sta allungando». Regalare il benessere visivo ai propri cari è quindi un’occasione da cogliere al volo che Hoya supporta attraverso materiali di comunicazione e di visibilità, che coprono anche la comunicazione online, per clienti finali sempre più social.
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Chroma: la tecnologia Blue-Light Block by Divel Italia Numerosi studi hanno dimostrato che la luce blu può essere lesiva per gli epiteli retinici, in particolare per l’epitelio pigmentato della retina. Infatti, la componente blu dello spettro luminoso possiede un elevato valore energetico e per questo la quantità di energia che raggiunge l’occhio deve essere attenuata al fine di prevenirne possibili danni. La diffusione della luce blu provoca, inoltre, l’effetto definito “Blu Bur”: riduce fortemente il contrasto causando un effetto nebbia e producendo un “velo di distanza”, veling glare, per cui la visione è simile a quella che si ha in presenza di foschia. In particolare, i dispositivi elettronici, oggi sempre in funzione, hanno creato il “giorno di 24 ore”: la luce blu viene diffusa nell’ambiente anche da pc, tablet, smartphone, tv, lampade a Led, ecc e, in generale, da ogni fonte luminosa artificiale. La presenza di questa luce blu nell’ambiente in cui si vive altera il ritmo circadiano, stimolando la produzione nell’organismo della melanopsina che ha la funzione di orologio biologico: queste lunghezze d’onda sono, quindi, molto importanti per la determinazione dei periodi veglia-sonno. Diventa, quindi, fondamentale il tempo di esposizione a queste radiazioni, onde poter calcolare l’influenza che possono avere sul ritmo circadiano. Tra gli effetti dannosi che possono essere riconducibili alla luce blu figurano: • occhi rossi e irritati; • secchezza oculare; • offuscamento della visione; • insonnia e disturbi del sonno; • affaticamento dell’occhio; • mal di testa; • dolori articolari lungo la spina dorsale; • sensazione di fastidio alla luce. Il trattamento CHROMA di Divel Italia, grazie a un’innovativa tecnologia, consente in un unico trattamento di ottenere sei risultati: oltre a essere antigraffio, antistatico, antiriflesso, oleofobico, idrofobico, attraverso la tecnologia BLUELIGHT BLOCK riduce il passaggio delle radiazioni della luce blu. I vantaggi della tecnologia BLUE-LIGHT BLOCK sono: • assorbimento totale delle radiazioni UV fino a 400 nm; • filtraggio selettivo delle radiazioni dannose (blu-viola) comprese fra 420 e 450 nm; • selezione della luce che garantisce il passaggio delle radiazioni benefiche indispensabili all’uomo per mantenere il corretto ritmo circadiano (veglia/sonno); • protezione degli occhi, consentendo una visione ottimale; • protezione dai raggi UVA e UVB; • protezione luce blu. 52
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Galileo e Ottica De Lorenzo alla Dakar con EyeDrive Partirà il 2 gennaio 2017 il rally più importante e difficile del mondo: fino al 14 gennaio vedrà sfidarsi diversi team su un percorso di circa 8.000 km che attraverserà tre paesi, partendo dal Paraguay per passare dalla Bolivia e arrivare in Argentina
Oftalmica Galileo sarà presente alla gara grazie alla partnership con Ottica De Lorenzo di Padova e i gemelli Aldo e Dario, membri del team spagnolo Jaton Racing, che hanno scelto le lenti Galileo EyeDrive per attraversare l’America del Sud in quella che sarà una sensazionale esperienza. Le lenti EyeDrive sono la soluzione ideale per coloro che passano molto tempo alla guida. Infatti il 48%1 degli automobilisti lamenta disturbi dovuti all’abbagliamento dei fari, al riverbero dei semafori e, in generale, dell’illuminazione stradale causato sulle lenti, soprattutto la sera. Galileo EyeDrive è una soluzione innovativa: grazie alla nuova tecnologia Reflect Control unisce il trattamento antiriflesso e il design alla tecnologia digitale, riducendo il fattore di riflettanza notturna fino al 90% rispetto a una lente indice 1.6 non trattata antiriflesso e fino al 57% rispetto a una lente trattata antiriflesso, garantendo una visione più nitida e più definita, con contrasti più evidenti e con campi di visione più ampi. La Dakar è una prova importante, un’avventura umana e una competizione estrema, che però non è nuova ai gemelli Aldo e Dario che, negli anni, hanno consolidato la loro grande passione per il fuoristrada partecipando a diverse esperienze. Dopo gli inizi negli anni 90 come turisti su jeep intorno all’Africa e dopo aver superato dure prove nel Deserto Bianco dell’Egitto, hanno gareggiato alla loro prima Dakar nei primi anni Duemila. Nel 2005 si sono classificati trentunesimi su 300 vetture e primi tra gli italiani. E ora sono pronti a una nuova sfida. «La Dakar è una lotta contro il tempo e contro le difficoltà: per poterli affrontare bisogna essere ben equipaggiati – dicono i due ottici padovani – Nell’auto saranno sicuramente presenti un telefono satellitare, un manometro, una penna e una bussola e avremo sempre gli occhiali con lenti EyeDrive di Galileo». Perché proprio questa scelta? «Durante la gara si guida tra le 6 e le 10 ore al giorno, per circa 450-500 chilometri. La luce quindi cambia velocemente lungo l’arco della giornata, per cui è ottimale l’utilizzo della lente EyeDrive Transitions XTRActive di Galileo che permette anche di ridurre l’affaticamento visivo, portando a una guida più rilassata e sicura, per quanto possibile durante la Dakar – spiegano – Inoltre la lente EyeDrive migliora la definizione di ogni dettaglio e garantisce maggiore stabilità visiva, riducendo l’abbagliamento e il riflesso di altri veicoli e dell’illuminazione stradale».
1. Fonte: Vision Impact Study, del 2013
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La costante esposizione degli occhi alle fonti luminose di monitor Lcd e Crt, smartphone, tv al plasma e dispositivi LED rappresenta un potenziale fattore di rischio per la vista. Anche il sole è una fonte di luce nociva: emette un’intensità di oltre cento volte superiore a quella dei dispositivi elettronici e degli schermi. Transitions, da sempre impegnata sul fronte Ricerca & Sviluppo e della prevenzione del benessere visivo, ha recentemente condotto nuove misurazioni specifiche sulla luce blu da cui sono emerse le elevate capacità di protezione delle proprie lenti dalla luce nociva, garantendo nello stesso tempo performance visive ottimali. Progettate per filtrare la luce nociva blu-viola, le lenti Transitions sono perfette tanto in ambienti interni quanto esterni. A differenza di ciò che accade per altre lenti, che filtrano la luce blu per riflessione, la tecnologia fotocromatica Transitions si distingue per la capacità di bloccarne gli effetti per assorbimento, garantendo la neutralizzazione del colore giallo, ossia quella parte che filtra la luce blu nociva. Una soluzione che riduce l’esposizione alla luce blu dannosa in qualsiasi situazione di luce e in qualunque momento della giornata, anche nelle condizioni esterne più critiche. Le lenti Transitions per un uso quotidiano sono disponibili nelle seguenti versioni: • Transitions Signature VII, per un perfetto equilibrio tra lente scura all’aperto e lente chiara in ambienti chiusi, sono in grado di schermare oltre l’85% della quantità di luce blu nociva presente naturalmente in ambienti esterni, anche in presenza di luce solare intensa, e oltre il 20% di quella presente in ambienti interni, ben due volte in più rispetto alle altre lenti chiare1; • Transitions XTRActive, con doppia attivazione per i portatori che desiderano ottenere il massimo scurimento della lente all’aperto e trascorrono la maggior parte del proprio tempo in condizione di luce solare intensa o in auto, garantiscono prestazioni ancora più elevate. In ambienti esterni, infatti, bloccano dall’88% al 95% della luce blu nociva che quotidianamente i nostri occhi assorbono, mentre in ambienti chiusi riescono a schermarne fino al 34%2, per una protezione anche fino a tre volte superiore rispetto alle lenti chiare. Le ricerche hanno evidenziato che, nonostante i meccanismi di difesa naturale dell’occhio, l’esposizione cumulativa e prolungata alla luce blu-viola, conosciuta anche come luce visibile ad alta energia, è uno di quegli elementi che può contribuire a provocare danni oculari irreversibili: nello specifico, è fortemente collegata a un aumento del rischio di degenerazione maculare della retina. La correzione delle ametropie, dunque, non può prescindere dalla protezione del patrimonio visivo. 1. Le lenti Transitions® bloccano dal 20% al 36% di luce blu in interni, escludendo i prodotti CR607 Transitions® Signature™ che schermano dal 14% al 19%. Il doppio confronto si riferisce alle tipiche lenti 1.50 e alle lenti con rivestimento in policarbonato 2. Le lenti Transitions® XTRActive® bloccano dal 34% al 36% della luce blu dannosa in interno, escludendo i prodotti CR607 Transitions® XTRActive® che schermano dal 27% al 31%
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La grande fiera dell’ottica è tornata: avvincente, originale, sensazionale! E, per una volta sola, la opti 2017 inizierà di sabato: partecipate alla opti, il principale evento dell’industria, con tutta la sua varietà di tendenze e tecnologie, innovazioni e idee, informazioni e spunti!
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Porsche Design: stile puro La firma Porsche Design si esprime anche attraverso il reading tool, accessorio di grande stile, elegante e contemporaneo. La sua forma pulita dona un particolare appeal a questo occhiale da lettura, che evidenzia comode aste in materiale high tech e un segmento frontale in acciaio inossidabile altamente flessibile. Tale caratteristica rende possibile ripiegare la montatura in modo così piatto da poterla riporre nel taschino di una giacca. Il reading tool by Porsche Design è leggero e molto comodo da indossare. Il comfort globale è assicurato anche dalla qualità delle lenti Rodenstock di cui è dotato, che offrono benefici legati alla resistenza ai graffi e protezione dagli UV. L’affidabilità ottica delle lenti è particolarmente importante in questa tipologia di occhiali in quanto la lettura, in ogni sua forma, che sia da uno schermo dello smartphone o da un libro, richiede sempre un’intensa concentrazione visiva. Il reading tool proposto da Porsche Design è disponibile in quattro poteri diottrici: +1.00, +1.50, +2.00 e +2.50 e con una forma ergonomica che fornisce il campo ideale di visione per la distanza da vicino. Il reading tool si veste di seduzione anche per le imminenti strenne natalizie, grazie all’originale gift box His & Her dedicato alla coppia, da poter mettere in bella mostra nelle vetrine dedicate alle festività. Il cofanetto regalo è disponibile in accattivanti colorazioni per una scelta basata sul gusto personale. Al suo interno, il P’8801 ha ridisegnato il concetto di occhiale da lettura sia per la progettazione ingegneristica sia per la raffinata estetica, oltre che per la sua eccellenza funzionale in ogni situazione. Il reading tool by Porsche Design, dunque, da almeno un decennio continua a ben impressionare i professionisti e il pubblico, affermandosi sempre come una scelta d’acquisto distintiva.
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Potere, cultura, optometria (e quella volta con Fo)
di Sergio Cappa
“Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere. La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia”. Questo è uno tra gli aforismi di Dario Fo, l’istrione teatrale recentemente scomparso a 90 anni. Nel 1997 gli venne assegnato il Nobel per la Letteratura, “perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati” e nel discorso di ringraziamento Fo ricordò il suo maestro Ruzante che “si costruì una lingua, un lessico del tutto teatrale, composto di idiomi
diversi; dialetti della Padania, espressioni latine…”. Il mito greco dell’alfabeto racconta che Cadmo, il re cui si attribuisce l’introduzione in Grecia delle lettere fonetiche, seminò i denti di un drago dai quali scaturirono uomini in arme (a lui si deve la fondazione di Tebe); come tutti i miti anche questo riassume un lungo processo in un’immagine sintetica. L’alfabeto significò potere, autorità e controllo a distanza delle strutture militari: unito al papiro, segnò la fine dell’immobile burocrazia del tempio e del monopolio sacerdotale della conoscenza e del potere; la scrittura ieratica opposta a quella geroglifica. I denti sono un ovvio agente di potere e le lettere, nella loro somigliante struttura lineare, hanno la ca-
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pacità di affondarsi come denti nella materia con cui raccontano o aggrediscono. Se la storia della parte del mondo che si rifà alla matrice greco-cristiana ci fornisce la dimostrazione del fatto che la cultura, nel senso alto della parola, fiorisce là dove si trova il potere e si isterilisce nei luoghi che il potere abbandona, possiamo pensare che la frizzante animazione culturale che caratterizza l’optometria italiana in questi anni sia il contraltare silenzioso di un potere che ancora non ci appare? Apriamo gli occhi, come esperti della visione non ci facciamo una bella figura… P.S. Ho conosciuto e chiacchierato con Dario Fo a un Festival dei Due Mondi di Spoleto molti anni fa. La sua curiosità ancora mi sorprende e disorienta.
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