b2eyes magazine 10/2020

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Dicembre 2020 numero 10 www.b2eyes.com In copertina Omisan

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N102020 Sommario

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di b2eyes magazine B2TRADE Editoriale La fantasia al potere 3 Attualità L’ottica ha retto anche alla seconda ondata 4

Bludata: servizi integrati per professionisti sempre più dinamici 6 Nikon Vision Studio: una customer experience emozionale alla scoperta delle lenti 10 Transitions si racconta attraverso l’esperienza di reali portatori 14

Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F - 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Redazione Via Petitti, 16 - 20149 Milano Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 022021 Copia omaggio

2020

Mei: la pandemia ha accelerato lo sviluppo di nuovi prodotti 16 Un inventario del 2020 per… reinventarsi nel 2021 18 Una nuova prospettiva per l’ottico del 2021 22

B2STYLE The future: Grey or Illuminating? 24 B2EXPERT Contro-intuitivo Un 2021 da protagonisti? Tre evidenze dal mercato ottico italiano 28 Strategie d’impresa Un anno a metà 30 Cinque motivi per I social funzionano davvero nell’ottica? 32 Lab Miopia: quali i fattori di rischio associati al suo sviluppo 34 B2TECH Lenti a contatto Soleko Menicon Group: due player per un unico standard di qualità 38 Lenti oftalmiche MyBusiness: l’evoluzione digitale Zeiss 40 Filab: il 2021? Quattro punti di vista sul futuro 42 Hoya Center: sei tu il protagonista dell’innovazione 44 Lo Gnommero Parasanitari sì, ma con arte 47

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Editoriale

La fantasia al potere di Angelo Magri

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orse il Covid oggi ci concede solo quella, oltre all’intramontabile speranza che questo terribile incubo quotidiano lasci finalmente spazio a un po’ di serenità. Ma per chi è riuscito a fare della fantasia uno stimolo e un motivo d’orgoglio nei lunghi mesi del 2020, non si tratta certo di un merito da poco. Anche nell’ottica, settore almeno parzialmente risparmiato dalla scure del calo dei consumi, in molti si sono dati da fare con un pizzico di creatività per uscire dalle secche economiche e morali della pandemia. E questo strano, difficile, agognato Natale è qui a dimostrarlo. Mai come quest’anno le vetrine dei centri ottici si sono rivestite di messaggi volti ad alimentare non tanto il mero valore commerciale delle festività, quanto soprattutto lo spirito più profondo e il messaggio che sta dietro la giornata più emozionante dell’anno: pace, speranza, amore, gioia, calore, serenità e tutti gli altri sostantivi che potremmo aggiungere. C’è chi ha proposto un Natale sottosopra o addirittura scomposto, chi ha messo tra gli occhiali esposti le lettere dei suoi clienti, piccoli o adulti, a Babbo Natale, chi ha dedicato ampi spazi ad artisti per lanciare plasticamente messaggi natalizi e persino chi ha voluto richiamare l’importanza della famiglia, partendo da quella sacra. Sono state poi suggerite iniziative come l’occhiale sospeso,

sulla scia del tradizionale gesto di solidarietà di matrice partenopea, già ripreso da iniziative legate ai libri, al cibo o persino ai tamponi. Ma la fantasia non si è impossessata dell’ottica soltanto in queste giornate di dicembre. Sin da marzo, quando il primo, totale lockdown ha ingessato l’Italia in una morsa di angoscia e preoccupazione, le aziende si sono scoperte fruitrici e propositrici di strumenti digitali per essere vicine ai propri clienti con webinar, meeting o corsi. Molti ottici hanno scoperto il delivery per le lenti a contatto, qualcuno se l’è inventato persino a zero emissioni, attraversando la città in bicicletta per arrivare a casa delle persone. A settembre è stata la volta degli eventi congressuali, con il Progressive Business Forum a fare da apripista grazie a una piattaforma virtuale innovativa e a una diretta streaming dagli studi all’avanguardia di Telelombardia: la prima maratona televisiva dedicata all’aggiornamento professionale della filiera, seguita un mese dopo da un’intera giornata sul web dedicata al tradizionale Convegno di Giancarlo Montani e poi da altre iniziative di stampo digitale. “Forse non lo sai ma pure questo è amore”, cantava Roberto Vecchioni. Forse non lo sappiamo o non vogliamo rendercene conto: ma pure questo è lavoro, professionalità, passione, business. Basta munirsi di coraggio e di un pizzico di fantasia.

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Nel bimestre ottobre-novembre come ha reagito il retail ottico alla seconda ondata della Covid?

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Attualità Domanda

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Nel bimestre ottobre-novembre come ha reagito il retail ottico alla seconda ondata della pandemia da Covid?

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I risultati sono stati in linea con lo stesso periodo del 2019

45

Si è perso qualcosa ma molto meno rispetto al lockdown di marzo-aprile

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È andata meglio di quanto si temeva e le previsioni sono ottimistiche anche per dicembre

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L’ottica ha retto anche alla seconda ondata

a cura della redazione

Tra ottobre e dicembre questa testata ha realizzato due sondaggi tra i propri utenti online per valutare il sentiment di mercato

18.91%

“Nel bimestre 22.69% ottobre-novembre come ha reagito il retail ottico alla seconda ondata della pandemia da Covid?” I risultati sono stati in linea con lo stesso periodo del 2019

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ue mesi molto difficili. Un’estate di forte risalita, con i primi campanelli di allarme a fine settembre. Un autunno “caldo”, con i venti della seconda ondata della pandemia a preoccupare più che concretamente a condizionare il business. È questo, per sommi capi, il contesto in cui hanno operato i centri ottici italiani da marzo a novembre 2020. In assenza di dati ufficiali abbiamo cercato di tastare il polso del mercato con due sondaggi, uno lanciato nella seconda metà di ottobre, l’altro a inizio dicembre. “Dopo il confortante periodo giugno-settembre quali sono le vostre previsioni per il trimestre ottobre-dicembre 2020?”. Su circa 250 risposte quasi il 70% era convinto che la dinamica di mercato sarebbe dipesa dall’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Soltanto il 10% degli utenti che hanno partecipato al sondaggio appariva ottimista sulle performance, mentre uno su cinque risultava pessimista. “Nel bimestre ottobre-novembre come ha reagito il retail ottico alla seconda ondata della pandemia da Covid?” In questo caso, su circa 240 risposte, oltre il 40% dei partecipanti ha mostrato atteggiamenti positivi, non soltanto nei confronti del bimestre ottobrenovembre, ma anche della chiusura di fine anno. «Il rapporto uno a due tra ottimisti e pessimisti nel primo sondaggio è indicativo: dopo il periodo estivo post lockdown, che si è rivelato generalmente brillante per il settore, soprattutto nell’oftalmica, si sono

18.91%

22.69%

Si è perso qualcosa ma molto meno rispetto al lockdown di marzo-aprile È andata meglio di quanto si temeva e le previsioni sono ottimistiche anche per dicembre

58.4%

I risultati dell’ultimo sondaggio realizzato da b2eyes I risultati sono stati in linea con lo s Si è58.4% perso qualcosa ma molto meno tesso periodo del 2019 to al lockdown di marzo-aprile È andata meglio di quanto si temeva e le previsioni sonoad ottimistiche anche per segnali di difficoltà. cominciati avvertire i primi dicembre Ma quello che fa maggiormente riflettere è la cor-

posa quota di indecisi. L’incertezza in quel delicato momento di inizio autunno non rappresentava un messaggio positivo: significava che un’ampia fetta di imprenditori ottici non aveva ancora colto i nuovi fondamentali con cui approcciarsi a un business profondamente cambiato da otto mesi di pandemia - commenta Nicola Di Lernia, esperto del mercato dell’ottica - Diverso appare invece il quadro alla luce del secondo sondaggio, che di fatto conferma la visione difensiva di questo mercato, già individuata l’estate scorsa e di cui si è discusso anche in occasione del Progressive Business Forum. L’ottica è stata, dunque, riconosciuta come attività essenziale pure in questo secondo, parziale lockdown, dove è emersa con maggiore evidenza la sua connotazione di mercato anticiclico: se riuscirà a mantenerla 1 prossimi mesi, questa e addirittura a rafforzarla nei potrà garantirle performance ancora più importanti nel 2021».

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Attualità

Bludata: servizi integrati per professionisti sempre più dinamici di Angelo Magri

L’azienda veneta, leader nei sistemi gestionali per il retail ottico in Italia, oltre ad aver lanciato prodotti in linea con le rinnovate esigenze della clientela, ha inserito la figura di una direttrice marketing, Rossella Bianchi

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upportare l’attività di marketing e affiancare gli sviluppatori per migliorare ulteriormente i software in termini di efficienza e modalità di utilizzo: sono gli obiettivi che hanno spinto Bludata a introdurre, nell’estate del 2019, una nuova figura in azienda. «La mia presenza è stata voluta dalla direzione aziendale per occuparmi delle numerose attività di marketing e per affiancare il team di sviluppo come project manager e designer delle interfacce di alcuni software. Nell’ultimo anno i cambiamenti sono stati molti. Nella primavera 2020 abbiamo avviato un percorso formativo relativo alle metodologie operative. I flussi aziendali e lo sviluppo di software sono oggi organizzati e gestiti con metodo Agile. Il lavoro viene così realizzato in maniera più efficiente e veloce ed è migliorato il dialogo interno - spiega la direttrice marketing Rossella Bianchi - I benefici si vedranno su tutti i software della società, anche sul suo prodotto di punta, il gestionale Focus 10, nelle versioni sia desktop sia web, grazie alla revisione costante delle funzioni e alla pre-

sa in carico di nuovi sviluppi». In vista dell’atteso debutto del software per il Crm, previsto a febbraio 2021, Bludata, che ha sede a Breda di Piave, una dozzina di chilometri a nord est di Treviso, ha già ampliato il proprio portafoglio prodotti, alla luce del nuovo modello operativo Rossella Bianchi, da luglio 2019 interno e, soprattutalla guida della divisione marketing di Bludata to, in funzione delle richieste del canale ottico. «Oggi il pacchetto Focus Plus rappresenta la nostra offerta di servizi digitali integrati e avanzati - afferma Bianchi - Focus Plus è una suite di software e servizi integrati con Focus 10 e include sia Focus Web, un’applicazione web

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Attualità

Il team del reparto sviluppo nell’azienda di Breda di Piave, in provincia di Treviso

per gestire i dati su tablet, pc e Mac, anche fuori dal centro ottico, sia BluSign, applicazione per iPad che consente di smaterializzare i consensi privacy e trasmetterli a Focus 10 per la conservazione. Il terzo tassello di Focus Plus è Il Mio Ottico, una app per iOS e Android per gestire le relazioni con i consumatori via smartphone, che permette di inviare sms con promozioni, di informare se il negozio è aperto o chiuso, di avviare Google Maps per raggiungere l’indirizzo e altro ancora: le modalità di utilizzo sono molte, come nel caso del post vendita delle lenti progressive o per il riordino veloce delle lenti a contatto, grazie allo storico degli acquisti del consumatore». Le innovazioni di prodotto studiate dal team di Bludata anticipano e sostengono un nuovo modo di intendere il business da parte dei centri ottici italiani, tendenza peraltro accelerata da questi mesi di emergenza sanitaria, che hanno imposto una maggiore vicinanza al consumatore finale con tutti gli strumenti tecnologici a disposizione. «Avvertiamo una grande richiesta di dinamismo da parte degli ottici, sempre più focalizzata sul digitale: richiesta che vogliamo soddisfare al meglio, puntando con determinazione sulla versione web dei nostri strumenti, strutturandoli anche con interfacce più semplici e con la possibilità di effettuare velocemente

operazioni e ricerche articolate - spiega ancora Bianchi - Con Focus Plus e il Crm vogliamo supportare i centri ottici partner nelle relazioni con i loro clienti: l’obiettivo di fondo è crescere insieme, fornendo le soluzioni di cui possono aver bisogno in futuro. In Bludata non sviluppiamo software limitati a poche funzioni, ma strumenti molto sofisticati e con ampie potenzialità, che rispondono alle esigenze operative degli ottici e agli adempimenti normativi e fiscali, come ad esempio la trasmissione dei dati al sistema tessera sanitaria, la fatturazione elettronica e così via». In parallelo, la nuova manager di Bludata ha dato vita a una serie di iniziative per sostenere il business del retail ottico. «Abbiamo incrementato la nostra attività di comunicazione agli ottici anche con contenuti relativi agli adempimenti, all’informatizzazione e al marketing. Continua la nostra collaborazione con esperti del settore e di comunicazione digitale e abbiamo un programma di formazione per i professionisti della visione ricco di webinar, mini tutorial e newsletter - conclude Bianchi – Vogliamo far conoscere nel dettaglio i prodotti di Bludata e fornire suggerimenti operativi per far crescere i nostri clienti, in una logica win win: perché, se l’ottico cresce, cresciamo anche noi e cresce tutto il sistema».

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Attualità

Nikon Vision Studio: una customer experience emozionale alla scoperta delle lenti di Nicoletta Tobia

Con un allestimento pensato ad hoc per i partner, ha debuttato anche nel nostro paese, presso il centro ottico leccese F&P, il concept del marchio di Bbgr: un corner tecnologico e interattivo personalizzabile e modulabile, nato dall’esigenza di valorizzare la presentazione dei prodotti oftalmici al cliente finale

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on un semplice luogo d’acquisto, ma un percorso esperienziale: è ciò che si propone di essere il Nikon Vision Studio, progetto internazionale in cui la Francia ha fatto da capofila europea per il lancio e il cui sviluppo è stato avviato quasi cinque anni fa. Partendo da una considerazione abbastanza semplice. «Dal punto di vista funzionale, le lenti oftalmiche sono uno strumento indispensabile per la correzione visiva, permettono al portatore di vedere bene, mentre sotto il profilo commerciale rappresentano la maggior parte delle vendite di valore per un centro ottico - spiega Roberta Ciraolo, trade & digital marketing coordinator di Bbgr Italia - Nonostante queste premesse, però, generalmente vengono poco enfatizzate in negozio, soprattutto negli spazi destinati all’esposizione. Per questo, nel 2016, Nikon ha sviluppato lo Studio, un’area interamente dedicata al marchio e ai

Il Nikon Vision Studio presso il centro ottico F&P di Lecce, primo a installare il corner interattivo nel nostro paese

suoi prodotti, per offrire ai consumatori, un’esperienza in store unica e per renderli più consapevoli nella scelta delle lenti. Dal 2018, poi, lo Studio

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Attualità segna fondata una quindicina di anni fa da Valerio Furone e dalla moglie Margherita Plenilunio, che conta a oggi dieci negozi in Puglia, di cui due in franchising. «Già da tempo avevamo manifestato interesse verso un discorso di brandizzazione dell’oftalmica all’interno dei nostri centri ottici - afferma Furone - I negozi F&P sono piuttosto grandi, con metrature di circa 300 metri quadrati, dove i marchi delle montature sono inseriti in un percorso molto bello che il cliente attraversa per la scelta dell’occhiale: quello che secondo noi mancava era la visibilità delle lenti oftalmiche. Ora con questo progetto abbiamo dedicato 30 metri quadrati a Nikon dove, al termine della selezione dei modelli, approda il consumatore, entrando in uno spazio moderno e interattivo che lo incuriosisce e lo stimola a fare domande, in cui i nostri collaboratori vanno ad approfondire anche gli aspetti tecnici con l’aiuto di audio e video». Il tutto con un supporto di tecnologia digitale che non solo rende coinvolgente l’esperienza in store del cliente, ma è pure di supporto a chi si occupa delle vendite. «Anche i nostri collaboratori sono molto più stimolati e motivati nella spiegazione e il loro lavoro risulta valorizzato, oltre che semplificato», conferma l’ottico pugliese, che intende introdurre il Nikon Vision Studio anche nel punto vendita di Brindisi, dopo la ristrutturazione che avverrà nei primi mesi del 2021, e poi in prospettiva negli altri negozi. «L’obiettivo è proprio aiutare l’ottico nella spiegazione della tecnologia all’avanguardia che contraddistingue le lenti oftalmiche Nikon - commenta Luca Bassani, marketing manager di Bbgr Italia - Il Nikon Vision Studio permette, attraverso i suoi numerosi strumenti dimostrativi ingaggianti e concreti, di far toccare con mano i vantaggi dei prodotti premium e favorisce un approccio al mondo delle lenti oftalmiche più fluido e orientato alle reali esigenze del portatore: oggi il negozio non è solo il luogo in cui si entra in contatto con il consumatore, ma è anche il canale privilegiato di comunicazione e interazione con lui».

Alcuni dimostratori che illustrano qualità e benefici delle lenti Nikon

Nikon si è evoluto e digitalizzato fino a diventare interattivo, per offrire al consumatore un maggiore coinvolgimento e una migliore comprensione delle esigenze visive e delle soluzioni esistenti». Nel concreto, si tratta di un corner elegante, dotato di dimostratori all’avanguardia e display interattivi per stimolare l’attenzione del cliente finale, che può così non solo scoprire in un percorso individuale i vantaggi delle lenti del brand, ma, con l’aiuto del professionista, essere anche guidato nell’approfondimento tecnico. Il modulo può essere fornito in versione standard o personalizzata oppure in una combinazione di entrambe, poiché si declina in diverse misure e strumentazioni. «Si va dalla nicchia da inserire nella propria esposizione di occhiali alla parete con i dimostratori, da comporre a scelta del partner, sino al wall completo, dotato di tavolino alto con sgabelli e di video illustrativi - prosegue Ciraolo - Ci sono inoltre molte altre soluzioni, in funzione degli spazi a disposizione e delle esigenze. Ogni progetto può avere dimostratori per amplificare la conoscenza della gamma di prodotti Nikon, tra cui Sun, Presio Master, Transitions, Myopsee e SeeMax. Il design include bottoni per attirare i clienti con una call to action diretta, schermi con video per introdurre le lenti da vista Nikon e far conoscere il valore del marchio, display per aumentare il coinvolgimento e l’interattività guidando i consumatori verso l’acquisto di prodotti premium». A introdurre per primo questo concept nel nostro paese è stato il punto vendita di Lecce di F&P, in-

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Orgogliosi di essere i più vicini alle esigenze dei clienti MIGLIORE INSEGNA 2021 VisionOttica vince il premio speciale “Engagement e Comunicazione” Grazie a tutti i clienti, che da sempre mettiamo al centro delle nostre attività, e a tutti gli imprenditori affiliati VisionOttica, che con la loro esperienza e professionalità, ogni giorno costruiscono relazioni personali forti e durature basate sulla fiducia, sostenendo con entusiasmo e passione l’identità e i valori dell’insegna. “Migliore Insegna 2021” è il progetto di ricerca promosso da Largo Consumo e Ipsos che analizza in modo indipendente le esperienze di acquisto nelle insegne distributive da parte dei consumatori.

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Attualità

Transitions si racconta attraverso l’esperienza di reali portatori a cura della redazione

Sei persone comuni, sei stili di vita e altrettante interpretazioni delle lenti intelligenti alla luce: è partito #transitionslife, il progetto del brand per aiutare gli ottici a coinvolgere nuovi clienti nel mondo del fotocromatico

P

er Alessandro Lussiana, 40 anni, attore di teatro, l’aspetto è importante, ma non basta. Per lui infatti il valore aggiunto delle Gen8 è il benessere visivo. «Quando le indosso mi sento al meglio, ho gli occhi più riposati e le lenti si adattano ai miei occhiali stilosi e valorizzano il mio volto», afferma. «Lo abbiamo conquistato parlando di cinema e puntando su una montatura evergreen da abbinare ai best seller dei nuovi colori Transitions, la nuance Zaffiro, casual chic, proprio come il suo stile», spiega Maristella Rizzo, marketing manager di Transitions Italia. Aspetto curato e impeccabile da manager di banca: Arnaldo Transirico, 46 anni, è preciso, ma anche dinamico e curioso, coltiva passioni come le auto da corsa e pratica sci e tennis. «Apprezzo l’eleganza classica ma con tocchi moderni e anche cambiare spesso occhiale e

colore di lenti», rivela. «Estimatore della midtint di quando non c’è molto sole, trasformando così in un punto di forza quello che ad alcuni potrebbe piacere meno, con lui abbiamo giocato la carta della protezione dalla luce blu - dice Rizzo - Infatti ci ha svelato che dopo tante ore al pc si accorge che ora i suoi occhi sono più riposati». Rita Camelli, 57 anni, responsabile delle pubbliche relazioni a livello internazionale per un’agenzia di super modelle, ha scelto Transitions color Smeraldo dopo averle sperimentate con la Prova Virtuale sul sito web del brand. Inizialmente scettica sulle fotocromatiche («Mi davano l’idea di occhiali da vecchi»), poi si è ricreduta («Hanno una ricca palette da abbinare alle montature»), apprezzando soprattutto la grande comodità di poter entrare e uscire dai negozi o dal supermercato e non dovere sem-

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Attualità

LENTI CHIARE

LENTI ATTIVATE

LENTI CHIARE

LENTI ATTIVATE

LENTI CHIARE

LENTI ATTIVATE

Da sinistra, Alessandro, Anna Irma e Rita: sono tre dei sei interpreti di #transitionslife, il progetto del brand, partito in autunno, che dà voce a portatori reali

pre cambiare occhiali. «A convincerla è stata la velocità di schiarimento e di scurimento delle lenti - ricorda Rizzo - E in fase di scelta si è divertita molto a giocare con gli abbinamenti lenti e montature». Una passione in comune per gli altri due interpreti Transitions, Anna Irma e Andrea, entrambi amanti delle due ruote ma con stili completamente diversi. Anna Irma Farinaro, 36 anni, notaio in carriera, non rinuncia mai ai tacchi, ha una forte miopia e usa gli occhiali come un accessorio di stile. Ha scelto una montatura tartarugata con la nuova tonalità marrone cioccolato delle Gen8. Su Milano, città in cui vive e lavora, si muove in bicicletta e le nuove lenti Transitions le consentono di essere ancora più attiva e di avere occhi più riposati la sera. «Benessere visivo e protezione dinamica dalla luce: sono le parole chiave che abbiamo usato per raccontarle le Transitions Gen8, esaltando anche la totale chiarezza delle lenti in interni e la rapidità di schiarimento», afferma la marketing manager del brand. Anche Andrea Bellati, 49 anni, biologo, scrittore, regista e divulgatore scientifico, è un utilizzatore quotidiano delle due ruote. Da anni ha

la stessa montatura che riacquista in tonalità diverse, veste casual sportivo e non ama gli occhiali da sole graduati: con le Transitions Gen 8 color Zaffiro ha scoperto un nuovo modo di vedere, per la comodità quando va in bici, evitando così l’abbagliamento, e quando pratica attività sportiva. «Lo abbiamo incuriosito con l’aspetto tecnico scientifico e si è fatto conquistare da un tocco di colore e da un’esperienza visiva migliorata - sottolinea ancora Rizzo - Lo abbiamo infine convinto quando gli abbiamo parlato delle molecole che compongono la tecnologia Gen8, i cromofori». Occhi estremamente sensibili alla luce e uno stile garbato, ma con tocchi originali o accessori retrò: questa è Francesca Marotta, 53 anni, giornalista di moda e beauty. Ha scelto per le sue Transitions Gen8 in grigio iconico una montatura extra size, versione optical. Adora dipingere, cucire e leggere, soprattutto al mare sotto il sole: per lei è indispensabile farlo in ogni condizione di luminosità, al tempo stesso proteggendo gli occhi. «Abbiamo quindi messo davanti i problemi legati alla sensibilità alla luce: puntare su uno storytelling di protezione e stile è stata la mossa vincente», conclude Rizzo.

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Attualità

Mei: la pandemia ha accelerato lo sviluppo di nuovi prodotti a cura della redazione

Comunicazione, ricerca e sviluppo ed espansione del suo brand per centri ottici e piccoli laboratori sono stati i punti cardine della strategia dell’azienda bergamasca nel 2020: per il prossimo anno è previsto il lancio di altri innovativi macchinari, attualmente in fase di test

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e premesse per il 2021 sono positive: Giovanni Spreafico, global marketing and communication manager di Mei System, ha le idee chiare nel lasciarsi alle spalle i dodici mesi appena trascorsi. Durante il Giovanni Spreafico, alla guida del lockdown della primarketing e della comunicazione mavera scorsa l’anell’azienda di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo zienda bergamasca non ha interrotto la propria attività, ma ha colto l’occasione per incrementare comunicazione, ricerca e sviluppo. Come ha affrontato Mei il 2020, alla luce anche delle conseguenze dell’emergenza sanitaria? L’impossibilità di viaggiare imposta dalla pandemia ci ha messo di fronte a una nuova sfida nel rapporto con i nostri clienti. Per far fronte a tale situazione nei mesi scorsi abbiamo sfruttato la comunicazione in remoto, affinando strumenti e me-

todi, e abbiamo realizzato diversi nuovi contenuti 3d da poter condividere: così facendo, la distanza con i partner si è in qualche modo ridotta, anche se l’impressione generale è che non si veda l’ora di tornare a stringersi la mano e a confrontarsi di persona. Quali sono le novità in serbo sul fronte prodotto? Da questo punto di vista il 2020 è stato un anno molto proficuo per lo sviluppo di nuovi strumenti. La novità più importante riguarda CoreTBA, il primo generatore di Mei attualmente in fase avanzata di test e che verrà presentato nei prossimi mesi. Si tratta di una soluzione dall’impatto potenzialmente rivoluzionario, perché introduce alcuni concetti fondanti della tecnologia Mei, in primis il TBA, ovvero il sistema che permette alla macchina di lavorare senza dover prima bloccare le lenti. Inoltre, abbiamo recentemente presentato la nuova 4RacerTBA Swift, l’evoluzione della nostra macchina top di gamma, arricchita di nuove funzionalità, un sistema di ispezione senza confronto e con una produttività che ora tocca le duecento lenti all’ora. Nel corso del 2021 abbiamo in serbo anche il lancio di altre novità, oltre alla costante evoluzione delle nostre soluzioni software.

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Attualità ne già siglati in Giappone, Regno Unito e Romania. Queste collaborazioni, grazie anche a un forte investimento in comunicazione, stanno dando risultati importanti nell’espansione del brand EZFit su scala globale: sempre più professionisti, infatti, vengono a conoscenza dei vantaggi della tecnologia Mei e la scelgono per i propri centri ottici o laboratori, per cui la nostra strategia continuerà con forza a spingere in questa direzione. Dopo l’esperienza nel 2018 con Irsoo, avete in cantiere altre partnership con scuole o istituti di formazione sulle peculiarità della EZFit? Prima del Covid eravamo in fase avanzata per un progetto in collaborazione con l’Istituto Zaccagnini: un corso dedicato alla fresatura Mei da proporre ai loro studenti. Purtroppo la pandemia ci ha costretto a sospendere l’iniziativa, ma speriamo di poter ripartire presto con questa partnership. Crediamo sia molto importante investire nella formazione degli ottici di domani e per questo siamo sempre aperti a possibili collaborazioni, in Italia come nel mondo.

Nel nostro paese quanti sono ora i partner Mei ad avere nel proprio centro ottico EZFit, la fresa compatta concepita per piccoli laboratori e punti vendita? E quali gli sviluppi del business previsti in Italia? Punto ottico HumanEyes di Vicenza è l’ultima eccellenza in ordine di tempo ad aver optato per EZFit. Molti altri, sia centri ottici sia laboratori, hanno scelto o stanno valutando di passare alla tecnologia Mei. Siamo molto legati ai partner italiani che sono spesso anche un punto di riferimento per lo sviluppo dei nostri prodotti: malgrado il momento complicato il mercato interno regge e siamo fiduciosi di poter continuare la crescita registrata negli ultimi anni. Mei ha affidato la distribuzione di EZFit in Germania al distributore locale B&S: una scelta in programma anche in altri paesi? La partnership con B&S, punto di riferimento per la commercializzazione di attrezzatura per ottici in Germania, si aggiunge agli accordi di distribuzio-

4RacerTBA Swift: sino a duecento lenti l’ora Con l’aggiornamento di funzioni innovative, il macchinario top di gamma della Mei System destinato ai grandi laboratori dispone ora di nuove frese, con materiali e trattamenti che ne migliorano l’efficienza. Grazie alla nuova unità di controllo e all’innovativo programma di caricamento lenti, migliora ulteriormente la produttività della 4RacerTBA, riuscendo a tagliare fino a 200 lenti all’ora e processando contemporaneamente otto lenti con qualità e precisione. «La macchina esegue tutte le attività di controllo qualità necessarie, analizzando l’intera produzione grazie al Mei Total Quality Control - spiegano in Mei - Prima della sagomatura, gli strumenti di ispezione incorporati assicurano la misurazione precisa di tutti i parametri ottici. Dopo la sagomatura, grazie al 4QC Inspection System è possibile verificare potere, centratura, asse e dimensione, garantendo la perfetta resa della lente secondo le specifiche richieste del cliente o della prescrizione». Mei ricorda che le nuove funzionalità della 4RacerTBA Swift includono, inoltre, il Glide Meter, che analizza in anticipo la scivolosità della lente consentendo di ottimizzare la velocità e la precisione dell’operazione di taglio, e il Silver Polishing, un nuovo processo di lucidatura che consente maggiore qualità e brillantezza. È dotata, infine, di un nuovo stabilizzatore di temperatura in grado di migliorare le prestazioni della macchina anche in condizioni ambientali avverse.

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Attualità

Un inventario del 2020 per… reinventarsi nel 2021 Nonostante dodici mesi così complicati i centri ottici italiani sono riusciti a resistere e in alcuni casi a performare anche meglio rispetto all’anno precedente: questo fa ben sperare per il prossimo

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arà soprattutto l’industria dell’eyewear a uscire da questa pandemia con un fatturato in crisi, a differenza delle aziende oftalmiche che hanno rifornito e continuano a rifornire i partner dell’ottica in tutte le fasi dell’emergenza sanitaria, in cui è stata rimarcata l’essenzialità dell’attività. Se volessimo fare un inventario del 2020, nonostante tutte le limitazioni attivate, qualcosa di positivo c’è stato e rappresenta la solida base per il prossimo futuro. Basti pensare alla possibilità che i professionisti della visione hanno avuto imparando a contingentare gli ingressi, dedicando la massima attenzione a un cliente per volta con percorsi consulenziali personalizzati. Non che que-

di Angelica Pagnelli*

sta modalità prima della pandemia fosse poco praticata, ma l’idea che un’altra persona, entrata contemporaneamente in negozio, potesse sentirsi non considerata, ha sempre incentivato l’ottico a una attività multitasking tra griglie espositive e banchi per la consulenza. Inoltre, il fatto che sia mutato l’atteggiamento del consumatore finale, più vigile al rispetto delle regole e con l’esigenza di salvaguardare la propria salute, ha creato la vera attenzione verso l’individualità nella ricerca della soluzione visiva giusta, che può essere considerata il nuovo lusso. Si è imparato a disciplinare la prova della montatura in autonomia in negozio, capendo quanto la mancanza di norme igieniche possa contribuire a scatenare un contagio: oggi chiedere al cliente di tenere da parte gli occhiali provati per consentire la sanificazione rappresenta una grande prova di rispetto del punto vendita. L’ottico si è ritrovato all’improvviso durante il lockdown a dover comunicare e a farlo opportunamente sui propri canali social, ponendosi

*Angelica Pagnelli è ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica. Coordina i processi di innovazione e, attraverso la sua consulenza strategica, crea una visione finalizzata alla realizzazione di idee, prodotti, progetti e contenuti originali.

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Attualità perché non ha consentito ai professionisti del settore di ricercare, scoprire, desiderare, relazionarsi e dedicarsi all’attività di sell in con l’entusiasmo di chi pratica una soddisfacente sessione di shopping compulsivo. Il risvolto della medaglia è che l’ottico ha imparato a vedere le collezioni nei cassetti con occhi diversi, considerando il magazzino come un patrimonio anziché solo come un solo costo. Ora non resta che affrontare la sfida finale, quella di iniziare a comunicare bene e a convertire aziende e clienti in partner con cui attraversare il futuro. Sarà la forza di questa cooperazione a dettare i tempi di una ripresa globale del mercato, in cui il centro ottico con forte identità e credibilità diventa a sua volta un brand che collabora con i marchi eyewear che animano il suo negozio, grazie a una comunicazione strategica in grado di catturare l’attenzione del consumatore e farlo partecipare attivamente a ogni format. Da non trascurare, inoltre, il fatto che l’ottico ha iniziato ad approcciare strategie di Crm, uno strumento considerato fino a poco tempo fa solo da una minima percentuale di professionisti attenti all’innovazione, con cui aderire ad azioni di marketing mirate oltre che vantaggiose. Infine, il retail ha ben compreso che avere un punto vendita in forma off e on, caratterizzato dalla medesima comunicazione sia in negozio sia sui canali digital, è un’esigenza piuttosto che un’opzione: dovrà, perciò, essere sempre più focalizzato su questo percorso, oltre a investire sulla formazione e sulla specializzazione delle risorse del team. Non servirà, dunque, fare soltanto vetrina dei prodotti da vendere on e offline, ma attivare digital room, cioè veri e propri camerini virtuali con il supporto e l’assistenza di uno shopper, sulla scia dei negozi e dei brand di abbigliamento, per presidiare il mercato e sfidare i concorrenti. In altre parole, riorganizzare i negozi con una visione arricchita di quanto il 2020 ha insegnato ai professionisti sarà il punto di partenza. Con questo inventario dell’anno delle incertezze, l’unica certezza resta per l’ottico quella d’inventarsi un modo diverso di svolgere la professione in un mondo nuovo che ha già creato la più grande occasione d’innovazione.

il problema di stabilire una connessione con i clienti data troppe volte per scontata: ha imparato a utilizzare le piattaforme digital per tenersi aggiornato e connesso con le aziende partner e i colleghi, anche attraverso veri e propri eventi congressuali online come il Progressive Business Forum o il Convegno di Giancarlo Montani, oppure i webinar organizzati da gruppi d’acquisto o oftalmici. Allineamento dei touch point, realizzazione dei siti, piattaforme ecommerce, delivery online: anche questa è stata una vera rivoluzione per gli ottici, che hanno compreso la necessità di sovrapporre al camice l’abito da imprenditore e di far coesistere le due anime senza resistenza. La contattologia, inizialmente penalizzata dall’impossibilità di operare mantenendo una distanza fisica, ha beneficiato di un tempo utile alla rivisitazione di protocolli e linee guida condivise dai professionisti e dalle associazioni dell’industria, dell’ottica e dell’optometria. Il 2020 ha anche tolto il gusto, in alcune fasi dell’emergenza, di guardare e toccare il prodotto occhiale non potendo ricevere gli agenti in negozio, ma ha regalato più strumenti per valutare le aziende eyewear sotto il profilo della credibilità. Gli ottici hanno imparato a conoscere un po’ meglio i brand, il loro modo di comunicare e di trasmettere i valori: più tempo per leggere, per informarsi, per condividere esperienze. La grande assenza delle fiere ha avuto un impatto notevole non solo per il danno economico creato a organizzatori e aziende, ma anche

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Attualità

Una nuova prospettiva per l’ottico del 2021 Pandemia e lockdown hanno segnato negativamente gli ultimi dodici mesi, pur generando o potenziando alcune tipologie di comunicazione: quelle di Nike e di Ikea sono due esempi che possono offrire stimoli anche ai professionisti della visione

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l 2020 è sicuramente l’anno più complicato per l’economia degli ultimi decenni. Situazioni frammentate a livello operativo e un’incredibile incertezza hanno alimentato un clima di instabilità anche nell’ottica. I consumi delle famiglie sono diminuiti e i dati sull’occupazione non sono confortanti, ma nonostante ciò il nostro settore ha mostrato dei segnali su cui è possibile soffermarsi a riflettere per programmare il 2021. I brand che nei mesi scorsi non hanno smesso di dialogare con i consumatori sono quelli che oggi raccolgono i risultati migliori. Sono cambiati i mezzi di comunicazione: alcuni

di Nico Caradonna*

sono stati superati, altri potenziati, ma una cosa è ormai chiara a tutti: non si può smettere di comunicare. Chi l’ha capito in tempo ha saputo sviluppare ottime e funzionali strategie. Per comprendere meglio tale aspetto, risulta sempre valida l’osservazione di altri settori. Un esempio molto interessante è quello di Nike che, durante il lockdown ma anche dopo, con i propri messaggi ha stimolato le persone a continuare a praticare l’attività sportiva anche fra le mura domestiche. Questo approccio motivazionale e ispirazionale è piaciuto agli atleti professionisti e non, tanto da creare un movimento di profili social molto vivaci nella condivisione di “energia fatta in casa”. Sentirsi parte di un gruppo, oltretutto per una buona causa, è quanto di più entusiasmante ci sia per le persone. E Nike questo l’ha sempre saputo, ma nel 2020 l’ha dimostrato ancora di più.

*Nico Caradonna è ottico e ortottista, ideatore del blog Ottico del Web e consulente di personal branding per i professionisti del settore.

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Attualità ha impedito di rinunciare all’unica forma di relazione possibile con i propri clienti. Diverso è stato per chi da alcuni anni aveva abituato il proprio pubblico a comunicare e intervenire attraverso i canali digitali: qui le cose sono andate molto bene, perché le persone hanno sentito “vicino” il proprio professionista di riferimento e il legame si è rafforzato. Nel 2021 la comunicazione del centro ottico non potrà prescindere da ciò che si è verificato nell’ultimo anno. La necessità di proseguire il processo di digitalizzazione del punto vendita sarà il tema principale per chi desidera ripartire col giusto mindset. Tuttavia non ci si potrà accontentare di aprire un blog o aumentare il numero delle pubblicazioni sui social. Ciò che un centro ottico dovrà considerare come attività di ripresa (e recupero) sarà molto di più. In primis occorre comprendere una volta per tutte che i clienti sono persone e non un target da colpire: meritano ascolto e dispositivi su misura, senza soluzioni commerciali preconfezionate. A queste ultime, fra l’altro, hanno già pensato le piattaforme di e-commerce per il settore: sono molto organizzate ed efficienti, tanto da avere tutte le carte in regola per strappare ai centri ottici una fetta di mercato su alcune tipologie di prodotti. In una fase successiva, inoltre, sarà importante studiare una proposta utile a trasmettere al consumatore il ruolo del professionista della visione nel post pandemia: ovvero, un punto di riferimento per il benessere visivo e non solo un’insegna che identifica un luogo dove poter acquistare dispositivi per vederci meglio. Pronti, dunque, a cambiare prospettiva nel 2021?

Un altro caso davvero notevole è quello di Ikea con la campagna #RipartiamoDaCasa, attraverso cui ha coinvolto migliaia di italiani nella valorizzazione degli spazi interni con uno stile narrativo molto interessante: chiedendo loro di raccontare attraverso i social le emozioni che hanno caratterizzato il lockdown, il forte legame con l’Italia e la volontà di costruire insieme il futuro. Anche in tempi di smart working il colosso svedese ha saputo interpretare gli stati d’animo delle persone per costruire un altro punto di contatto con gli utenti, da sfruttare per i mesi e gli anni successivi. Per quanto lontani dal mondo dell’ottica, questi due esempi mostrano quanto sia importante focalizzarsi sui bisogni e sui sentimenti delle persone. Nel nostro settore le opportunità non sono mancate durante il lockdown e non mancheranno nemmeno nei mesi futuri. Nel 2020 molti centri ottici sono dovuti partire da zero con l’attività sui social o in generale sul web: per loro è stato un vero problema avviare una strategia di comunicazione, fra l’altro nel momento più difficile. L’improvvisazione ha spesso generato più danni che benefici, ma almeno questa situazione non

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Moda

Hugo Boss

The future: Grey or Illuminating? di Francesca Tirozzi

Carrera

neubau eyewear

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Moda

Victoria’s Secret Pink

Fila Eyewear

Daniel Hechter

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Contro-intuitivo

Un 2021 da protagonisti? Tre evidenze dal mercato ottico italiano Partendo da quanto abbiamo compreso in questi mesi di grande cambiamento, proviamo a offrire una visione per il futuro

di Michaela Gariboldi e Paolo Valentini*

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l 2020 è stato un anno incredibile per ovvi motivi e gli ottici italiani si sono mossi con grande coraggio: nonostante un generalizzato segno meno nei numeri complessivi prevale l’ottimismo e l’orgoglio per quanto fatto. Nel 2021 saranno tre gli elementi che guideranno il fare impresa nel centro ottico, alla luce dei dati di una serie di negozi registrati nel lockdown di marzo e aprile, nella fase estiva e, infine, in quella autunnale. Tre i fattori che emergono con for-

za da quanti hanno saputo resistere o addirittura guadagnare posizioni sul mercato: • pianificare e progettare; • comunicare e vendere soluzioni e servizi; • verificare costantemente i risultati e condividerli. Pianificare e progettare Come già accennato nel numero precedente, gli ottici che hanno retto meglio la crisi da Covid sono coloro che avevano già definito un progetto di crescita e di sviluppo. Per alcuni era una nuova strategia marketing, per altri un ampliamento del punto vendita o un suo rinnovo, per altri un cambio generazionale, per altri ancora un piano formativo per il personale. Tutte azioni di sviluppo che hanno permesso ai titolari e allo staff di essere già allenati al cambiamento. Cosa fare, dunque, nel 2021 e in futuro? • Elenca gli obiettivi economici che vuoi realizza-

* Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane. * Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l’azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia.

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Contro-intuitivo re nei prossimi 12 mesi (corrispettivi, utili, cash flow, ecc). • Analizza il parco clienti e cerca di individuare il tuo target in termini di età e prodotto oftalmico (percentuale di progressive in quantità, ad esempio). • Cerca di comprendere su quali prodotti hai avuto i margini migliori e programma un cambio di rotta se necessario. • Pianifica le azioni di marketing. • Coinvolgi il tuo staff in queste analisi e costruite un piano insieme.

sia il prezzo, il prodotto, il servizio, la posizione del negozio o l’empatia dello staff: si chiama proposta unica di valore, ovvero la risposta alla domanda “chi ti ha conosciuto perché torna da te?”. • Una volta compreso il tuo valore differenziante, elabora un piano di comunicazione che permetta di fidelizzare i clienti attuali e uno di acquisizione di nuova clientela. • La strategia di fidelizzazione dei consumatori finali dovrebbe prevedere l’utilizzo di strumenti canonici ma ancora validi, come lettere, sms, WhatsApp e il telefono: tutti canali che permettono di mantenere un rapporto forte con l’utente. • Il piano sui nuovi clienti dovrebbe prevedere i social e i video in maniera importante. Poi è necessario includere un programma di formazione alla vendita. Un tassello fondamentale che non deve e non può mancare nel centro ottico è la capacità da parte dello staff e del titolare di saper emozionare nella vendita. I migliori ottici vendono consulenza e soluzioni: significa che il prodotto, pur fantastico, non è la parola chiave della trattativa. Costruisci un servizio di consulenza in grado di dare valore al consumatore, che includa: • un messaggio informativo; • un controllo; • una serie di soluzioni; • una modalità di proposta e di accoglienza.

Comunicare e vendere soluzioni e servizi Il marketing si conferma lo strumento numero uno per tutte le aziende. Da un sondaggio condotto dalla rete OSM su un campione di 600 imprese clienti, centri ottici e non, sono state raccolte le esigenze aziendali: la prima voce è il marketing, seguito dalla capacità di vendita e dal controllo amministrativo del business. Il marketing rimane, quindi, il nostro alleato numero uno nella gestione del negozio di ottica. Ecco gli elementi che un utile piano di marketing dovrebbe prevedere. • Il tuo punto di forza rispetto ai concorrenti, che

Verificare e condividere i risultati Nessun miglioramento gestionale è possibile senza l’analisi dei dati. In termini pratici gli ottici che oggi hanno successo verificano ogni mese: • il valore dei corrispettivi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; • gli utili per cassa; • il saldo dei conti correnti; • il numero di nuovi clienti acquisiti; • il numero medio giornaliero di controlli dell’efficienza visiva; • il valore medio dello scontrino; • i ritorni delle principali campagne di marketing. Ogni mese organizza una riunione con il tuo staff, condividi i risultati ottenuti e insieme trovate le soluzioni per migliorarli.

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Strategie d’impresa

Un anno a metà L’esperienza personale di una professionista che da marzo a oggi ha dovuto modificare radicalmente il modo di approcciarsi alla propria clientela. Con luci e ombre, ma anche nuovi spunti operativi e di riflessione

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stato un anno difficile: ci ha colto prima la paura, poi la consapevolezza della situazione di emergenza che ci accompagnerà ancora per molti mesi. Il rapporto con i miei clienti si è trasformato da un costruttivo dialogo sulle strategie di crescita del negozio a una costante ricerca di nuove opportunità. Con gli ottici abbiamo iniziato a utilizzare le piattaforme digitali, che ci hanno aiutato a dialogare e a comunicare, talvolta con connessioni di pessima qualità e immagini scadenti. Questa nuova modalità, imposta dalle circostanze, mi ha impedito di guardare negli occhi i miei interlocutori, di ascoltare i loro racconti, di raccogliere le loro confidenze. Alla fine della call veniva sempre meno qualcosa: il loro sorriso, la loro approvazione oppure il confronto acceso su ciò che non avevano condiviso. Terminato il lockdown primaverile ho ripristinato la visita mensile, creando condizioni di sicurezza, tanto che durante l’estate abbiamo persino organizzato riunioni in giardino o in altri luoghi all’aperto, se qualcuno non disponeva di spazi adeguati per il ricevimento delle persone. Alcuni hanno preferito rimandare l’incontro fisico a settembre, è stato comunque bello rivedersi, anche senza potersi abbracciare ma almeno guardandosi negli occhi, come una volta.

di Anna Gatti*

Gli esperti ci dicono che la tecnologia ci ha salvato e ci ha fatto acquisire nuove competenze, migliorandone la nostra conoscenza. Alla fine della pandemia utilizzeremo con maggiore dimestichezza il pc e quei servizi di cui tutti abbiamo beneficiato, ma si è anche rafforzato il senso del rapporto personale, l’importanza di quelle ore che un tempo dedicavamo all’ascolto e al confronto. All’inizio è stata dura farlo in remoto: ci parlavamo l’uno sull’altro ci esprimevamo d’istinto, appena ci veniva in mente qualcosa invece di appuntarla per riprenderla la dicevamo subito, interrompendo l’altro. Che confusione le call e le videoconferenze i primi giorni di marzo… Qualcuno non aveva un pc a casa e allora ci parlavamo attraverso videochiamate su WhatsApp, anche con i commercialisti, per condividere i bilanci annuali e le strategie di riduzione dei costi. È stata durissima, per tutti. Ma ce l’abbiamo fatta. Il secondo lockdown, quello autunnale, l’abbiamo vissuto meglio, ci siamo trovati più organizzati ma soprattutto più esperti. Quando e dove possibile ho incontrato quasi tutti i clienti, evitando però le zone rosse, così da non alimentare rischi inutili per gli altri e per me. Cosa mi ha lasciato questo 2020, dal punto di vista professionale? Di certo ha rafforzato la consapevolezza di poter svolgere il lavoro anche da remoto, ma ha confermato altresì che l’incontro di presenza rappresenta un valore enorme, non sostituibile con Skype.

*Anna Gatti è consulente aziendale, titolare di A&G Studio di Bologna, specializzato nel controllo di gestione e analisi dei costi.

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LENTI A POTERE VARIABILE Dalla refrazione alla consegna dell’occhiale Silvano Abati, Matteo Fusi, Giuseppe Migliori

NOVITÀ EDITORIALE Prossima pubblicazione

Redazione: Via Petitti 16 – 20149 Milano Sede operativa: FGE srl − Regione Rivelle 7/F − 14050 Moasca (AT) - Tel. 0141 1706694 – Fax 0141 856013 e-mail: info@fgeditore.it − www.fgeditore.it


Cinque motivi per

I social funzionano davvero nell’ottica? All’inizio del progetto digital Optometria Giovane sono stati commessi diversi errori nella gestione delle pagine: ecco i principali, che possono valere come esempio, superati affidandosi a due social media manager

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a qualche tempo mi diletto nella lettura di libri, principalmente mi sono focalizzato su biografie o autobiografie di imprenditori che hanno realizzato grandi cose partendo da un proprio progetto. Trovo molto affascinante il modo in cui un’idea possa cambiare il mondo. E non mi riferisco necessariamente a realtà multinazionali, ma anche a tutte quelle piccole attività che vivono grazie e soprattutto alle proprie idee. La frase che aleggia più spesso tra i corridoi di quasi tutti gli uffici del mondo è “non funzionerà mai”: così viene liquidato un buon 90% delle idee di impresa. Ed è così che, pure nel mio piccolo, mi sono sentito dire anche io, quando ho deciso di aprire una pagina Instagram o Facebook per il centro ottico di famiglia. Da quando Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, ha permesso che i social diventassero anche una vetrina per le aziende, numerosi ottici si sono messi al lavoro per adeguarsi alla tendenza e per farsi pubblicità a costo

di Andrea Astarita Laureato in Ottica e Optometria Vincitore del VisionOttica Award 2019

zero, impiegando pochissime risorse anche in termini di tempo. Io stesso ho quindi cominciato a postare video relativi all’ambiente di lavoro, foto di montature, occhiali da sole, lenti oftalmiche, lenti a contatto, promozioni e via dicendo. Alcuni con il tentativo di aumentare il traffico nel centro ottico, altri con l’obiettivo di ricavare qualcosa. Risultati? Zero. Non potevo certo aspettarmi di incrementare il drive to store del 50% senza analizzare dati, elaborare strategie, definire obiettivi in base al target di utenza, ma soltanto con due o tre post a settimana. Ho smesso ben presto di illudermi. Anche quando ho deciso di lanciare un progetto come Optometria Giovane, descritto in questa stessa rubrica nel numero precedente della rivista, ho inevitabilmente commesso una serie di errori, ai quali ho progressivamente posto rimedio affidandomi a due social media manager competenti in materia. Ecco i cinque principali motivi, elaborati sulla base della mia esperienza, per evitare alcuni

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Cinque motivi per

potevo aspettarmi « Come di incrementare

il drive to store senza analizzare dati, elaborare strategie, definire obiettivi in base al target di utenza, ma solo con due o tre post a settimana?

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trare tutta la comunicazione solo su quello. Se è aumentare il traffico nel centro ottico, ad esempio, occorre pianificare su tale aspetto, senza pensare a dover vendere qualcosa. errori quando si decide di investire nei social media per accrescere la visibilità del proprio centro ottico.

3. Il problema dell’analisi dei dati Facebook e Instagram ci forniscono numerosi dati sugli utenti della nostra pagina. Se ci limitiamo a postare senza analizzarli, stiamo commettendo un errore. Per ottenere risultati concreti è meglio affidarsi a una figura esperta che sappia consigliarci sui passi da compiere.

1. L’ottica non si presta al coinvolgimento social Tutti lo pensano, nessuno lo dice. Le persone ormai vanno sui social, ancor più che per comprare o informarsi, per svagarsi o per sfogarsi, talvolta persino per noia. Ecco perché l’ottica, le cui fondamenta sono rappresentate da un concetto estremamente serio come il benessere visivo, è un settore in cui è molto difficile creare dei format che presentino componenti appetibili alla “pancia” del grande pubblico. Diverso, invece, è il discorso se si vuole dare maggiore visibilità professionale al proprio centro ottico o alla propria attività.

4. La questione tempo La gestione dei social è importante. Ho imparato sulla mia pelle che non è possibile dedicarci quindici minuti al giorno. I post vanno programmati, va definita una strategia che poi andrà tradotta nel design del post. È un lavoro impegnativo, che richiede tempo e competenze mirate. Come già detto sopra, è meglio delegare la gestione a qualcuno di più preparato. 5. Non importa quanti follower hai, purché siano in target Per il nostro settore è impossibile avere un milione di follower, a maggior ragione se parliamo di una piccola o media impresa. Quindi non bisogna paragonarsi a Chiara Ferragni, ma pensare al proprio bacino di utenti. Se cento follower creano un grande traffico e sono in target, vale molto di più che averne diecimila.

2. Definire l’obiettivo È il primo passo importante per capire che strada intraprendere. Se lo scopo è fatturare grazie all’utilizzo dei social investendo poco o nulla, è inutile aprire una pagina Facebook o Instagram, perché non funzionerà. Ha forse funzionato in passato, ma ora c’è troppa concorrenza. In sintesi, bisogna trovare un obiettivo e incen-

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Lab

Miopia: quali i fattori di rischio associati al suo sviluppo di Davide Colombo Laureato in Ottica e Optometria all’Università di Padova

Le stime parlano di 5 miliardi di miopi in tutto il mondo entro il 2050, di cui circa un quinto con un deficit elevato. Numeri che spingono gli studiosi a indagare sotto diversi punti di vista questo difetto visivo: si cerca di capirne le cause, i metodi per rallentarlo e quelli per riconoscerlo prima che si manifesti

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ndividuare i fattori di rischio per la miopia in un bambino potrebbe fornirci un enorme vantaggio in termini di contenimento del difetto refrattivo, con tutti i benefici che una miopia meno elevata può portare. Su un aspetto in particolare si è d’accordo: la semplice compensazione ormai non è più sufficiente. Se qualche anno fa i trattamenti con cui si cercava (e molto spesso si riusciva) a rallentare la progressione miopica erano proposti solamente dai professionisti più lungimiranti (le lenti a contatto multifocali Center Distance o l’ortocheratologia, ad esempio), ora le alternative sono svariate e soprattutto on-label. Questo dà alla nostra generazione un grande vantaggio ma anche una grande responsabilità: uscire dal dogma della “semplice” compensazione della miopia per affacciarci a una gestione più com-

pleta di questa problematica è complesso, ma si rende necessario per poter garantire la migliore soluzione visiva. Va inoltre ricordato che il trattamento della miopia deve sempre essere condiviso con il medico oculista, che ha il compito di valutare se e quando intervenire con farmaci per tentare di rallentarla e di monitorarne i parametri durante la sua evoluzione (uno su tutti, la lunghezza assiale). Oltre a ciò, risulta chiara l’importanza dei controlli oftalmologici frequenti in soggetti in cui l’elevata miopia potrebbe causare un serio problema a livello patologico. Si è a lungo discusso su quali possano essere le cause che portino un bambino a sviluppare questo difetto refrattivo: poca attività all’aria aperta, eccessivo lavoro da vicino, livello di istruzione costantemente in aumento, ecc. Quest’ultimo, probabilmente, è quel-

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Lab lo che meglio spiega ciò che sta succedendo oggi a livello mondiale, con i paesi asiatici che arrivano a prevalenze di miopia superiori al 90%, seguiti a stretto giro da quelli occidentali. In un interessante articolo di Ian Morgan del 2017 vengono passati in rassegna alcuni tra i più importanti studi effettuati sull’argomento. Una delle conclusioni elencate riguarda proprio l’istruzione, che viene definita “a key factor”, un fattore Figura 1. Prevalenza della miopia in rapporto a diverse aree geografiche. Risulta chiara chiave nella comparsa e nella correlazione tra il livello di istruzione e la prevalenza stessa. Fonte: Morgan I. G., The lo sviluppo della miopia. Le epidemics of myopia: Aetiology and prevention, Progress in Retinal and Eye Research, 2018, n. 62, pagg. 134-149 pressioni dal punto di vista didattico cui sono sottoposti i giovanissimi fin dai primi anni delle scuole elementari sono infatti corispetto a quella a incandescenza, distanza stantemente in aumento: questo, unitamendi lettura ravvicinata e distanza dita-punta te alla diffusione di social e digital device, della penna molto corta sono tutti fattori sispinge il bambino a uscire meno, dandogli gnificativamente associati con miopie più contemporaneamente sempre più stimoli elevate (P<0,01). visivi a distanza prossimale. Meno certa la Nonostante molto spesso l’attenzione sia ridiretta correlazione con il lavoro da vicino, volta alle cause ambientali, dato che sono nonostante numerosi studi tendano a conquelle sulle quali possiamo intervenire, fermarla. Uno, in particolare, (Shi-Ming Li non dobbiamo però dimenticarci del fattore et al, 2015) mette in relazione alcune tra le genetico. Numerosi studi hanno analizzaabitudini più diffuse nei giovanissimi con il to quanto l’avere uno o entrambi i genitori valore della miopia. I risultati lasciano poco miopi possa aumentare le probabilità che i spazio all’interpretazione: lettura continuatiloro figli abbiano lo stesso difetto visivo. In va (> 45 minuti), televisore troppo ravvicinato uno studio longitudinale del 2008 condotto da (< 3 metri), inclinazione della testa durante Dennis Lam e dal suo team sono stati messi la scrittura, uso della lampada fluorescente a confronto gli errori refrattivi dei bambini divisi in base al numero di genitori miopi: è interessante notare come l’errore refrattivo medio dei bambini con padre e madre miopi fosse Incidono le cause ambientali, vicino alla diottria (-0,98D), mentre come scarsa attività all’aria aperta, quello dei bambini con un genitore eccessivo lavoro da vicino, miope e dei bambini con nessun genitore miope fosse rispettivamente livello di istruzione in aumento, di -0,43D e -0,03D (P<0,001). Questi ma non va dimenticato risultati vanno a confermare quelil fattore genetico lo che già sappiamo, ovvero che la genetica è una componente fonda-

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Lab suggerire ai genitori di introdurre nella routine quotidiana del proprio figlio almeno un’ora di attività all’aria aperta. E ciò va fatto subito, sin dai primi anni di vita del bambino: se infatti è dimostrato che essa rappresenta un fattore protettivo rispetto alla comparsa della miopia, ciò non si può dire per quel che riguarda il rallentamento di una sua eventuale progressione. La domanda che un genitore può porre riguarda i motivi per i quali l’aria aperta dovrebbe proteggere il proprio figlio dalla comparsa della miopia. I meccanismi a noi conosciuti sono principalmente due: il primo riguarda la quasi totale assenza di stimoli visivi ravvicinati (cellulari a parte), mentre il secondo fa riferimento all’esposizione alla luce violetta (360-400 nm). Un articolo di H. Torii del 2017 fa riflettere sulla qualità delle illuminazioni cui siamo sottoposti ai giorni nostri, dall’ufficio all’automobile passando per gli ospedali. In tutti questi ambienti e, in generale, in tutti gli spazi chiusi la luce violetta è assente: ciò accade sia perché le emissioni delle moderne tipologie di lampadine non la prevedono sia per la grande diffusione di vetri filtranti tali radiazioni. Non solo i vetri e i parabrezza: anche gran parte delle lenti oftalmiche e a contatto disponibili attualmente filtrano (totalmente o quasi) questo intervallo di lunghezze d’onda. E proprio confrontando i due occhi di alcuni pulcini (coperti rispettivamente da una lente oftalmica filtrante luce violetta e da una lente a contatto non filtrante luce violetta) si è visto come l’allungamento assiale avuto dopo alcuni giorni fosse statisticamente diverso (0,25mm vs 0,17mm, P<0,001). Questo studio sembra quindi andare contro la tendenza di fornire sempre più prodotti con filtro UV, suggerendo invece di riconsiderare i potenziali benefici che la luce violetta potrebbe fornire, soprattutto per quanto riguarda un possibile fattore protettivo nei confronti della comparsa della miopia. È chiaro che siano necessarie ulteriori indagini sulla correlazione luce-miopia, ma già dall’articolo in questione capiamo come sia necessario fare degli opportuni ragionamenti prima di consigliare un tipo di lente o trattamento rispetto a un altro. (continua)

Figura 2. A sinistra la trasmittanza di diversi tipi di lente a contatto, a destra i due grafici che mostrano la differenza di variazione della lunghezza assiale in riferimento alla compensazione utilizzata (lenti oftalmiche e lac filtranti o meno i raggi UV). Fonte: Torii H., Violet light exposure can be a preventive strategyagainst myopia progression, EBioMedicine, 2017, n. 15, pagg. 201-219

mentale nella comparsa della miopia, anche se fortunatamente è di facile scoperta. Nonostante i meccanismi mediante i quali fa la sua comparsa e quelli con i quali continua la sua evoluzione siano ancora lontani dall’esserci del tutto chiari, una cosa che certamente possiamo fare nella pratica di tutti i giorni è cercare di prevenirla. Il modo più semplice a nostra disposizione è sicuramente l’aumentare il tempo che i nostri figli passano all’aperto. Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato come l’inserimento di almeno un’ora al giorno di sport outdoor dopo la scuola abbia ridotto del 5-10% il tasso di incidenza di tale difetto visivo rispetto al gruppo di controllo che non vi partecipava. In Taiwan recentemente è stata introdotta una nuova politica chiamata “TIEN TIEN 120”, che prevede 120 minuti al giorno di attività all’aria aperta per tutti i bambini delle elementari. Risulta chiaro, quindi, quanto sia importante

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Lenti a contatto

Soleko Menicon Group: due player per un unico standard di qualità a cura della redazione

È passato poco più di un anno da quando l’azienda italiana di contattologia è confluita nella holding giapponese, dando così vita a una nuova realtà che ora dispone di un portafoglio prodotti più ampio

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oleko Menicon Group: una vera e propria unione sinergica quella tra l’azienda italiana e la multinazionale con sede a Nagoya, in Giappone, che vede fondersi la qualità made in Italy e la precisione e l’innovazione tecnologica dal carattere nipponico. «Questo ha permesso a Soleko di innalzare ancora di più la qualità dei propri prodotti e di raggiungere gli elevati standard giapponesi - spiegano dall’azienda - L’unione ha anche ampliato il portafoglio prodotti, specie per quanto riguarda le lenti a contatto Rgp e specialistiche, cui si affiancano le lac disposable della famiglia Miru di Menicon, garantendo al nuovo gruppo di avere un vasto range di proposte per soddisfare le necessità visive di ogni portatore, all’insegna della precisione, della sicurezza e del comfort»,. Il sito produttivo di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, sta subendo numerose trasformazioni e ampliamenti per permettere alle nuove linee di produzione delle soluzioni per la manutenzione di trovare spazio. «Tale necessità è da

ricondurre alla crescente domanda dei clienti Italiani e, soprattutto, esteri, che cercano innovazione e qualità, soprattutto nel made in Italy - dicono da Soleko Menicon Group - Nell’ultimo anno abbiamo accelerato due progetti che ci porteranno a essere sempre più leader nel segmento della manutenzione delle lenti a contatto: da un lato il potenziamento della ricerca e sviluppo, in collaborazione con gli istituti di ricerca più avanzati, dall’altro il rinnovamento e la sempre maggiore automazione delle linee di produzione». Il primo prodotto che beneficerà della collaborazione con Menicon sarà il PlatinCare, un sistema al perossido con il catalizzatore metallico rivisitato, come precisa l’azienda, per abbinare la capacità disinfettante all’efficacia pulente e alla neutralizzazione dei batteri per tutta la durata di utilizzo. «I cambiamenti nel listino dei liquidi per la manutenzione delle lac sono frutto di un progetto partito qualche anno fa con il lancio dell’innovativa soluzione a base di estratti da cellule staminali vegetali, Ekisol, su

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Lenti a contatto

La linea Phytodrops Protect Zero che verrà lanciata a breve da Soleko Menicon Group

Il team italiano dell’azienda con sede a Pontecorvo, in provincia di Frosinone

cui abbiamo avuto riscontri positivi dai centri ottici indipendenti, dai gruppi e dalle catene», sottolineano dal gruppo di contattologia. Altro investimento per l’adeguamento agli standard qualitativi di Menicon è stato l’introduzione di linee di gocce oculari per rispondere alla crescente richiesta del mercato. «A breve proporremo la nostra soluzione Phytodrops Protect Zero, una goccia oculare preservative free, senza conservanti, che potrà essere usata sia dai portatori di lenti a contatto sia da chi, ad esempio, sente semplicemente la stanchezza oculare, dopo numerose ore trascorse davanti agli schermi di computer, smartphone e tablet - aggiungono dalla sede laziale della società - Tutto ciò per abbracciare la filosofia del gruppo Menicon: offrire prodotti innovativi che soddisfino il comfort del portatore di lenti a contatto e che tutelino il benessere degli occhi, come, ad esempio, il sistema Smart Touch applicato a tutte le lenti giornaliere Miru 1 Day Flat Pack e Miru 1 Day UpSide, per evitare di toccare la curva interna delle lac e, quindi, of-

frire una garanzia d’igiene superiore». Dal punto di vista della formazione sono state accolte le attuali sfide del mercato, oggi messo a dura prova dalla pandemia. «È fondamentale capire i nuovi bisogni dei consumatori: abbiamo messo a punto un sistema digitale per rispondere alle richieste dei partner, soprattutto esteri e, in particolare, tedeschi, olandesi e belgi - affermano ancora in Soleko Menicon Group - Così, al fine di supportare gli ottici optometristi italiani e internazionali, è stato realizzato un nuovo progetto di formazione interamente digitalizzato, presente a breve sul nuovo sito: la Menicon Academy. Grazie ai suoi corsi online e alla piattaforma e-learning si vuole diffondere principalmente la conoscenza di un uso consapevole dei prodotti Menicon, nonché illustrare le nuove tecnologie per migliorare e arricchire il know how dei professionisti della visione: avere uno staff altamente qualificato permette, infatti, di aumentarne le performance, non soltanto dal punto di vista professionale ma anche gestionale».

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Lenti oftalmiche

MyBusiness: l’evoluzione digitale Zeiss di Nicoletta Tobia

La sezione del portale Area Ottici, dedicata al monitoraggio dello stato degli ordini, è stata modernizzata: nei prossimi mesi si andrà arricchendo di nuove funzionalità, per diventare uno strumento offerto dall’azienda oftalmica sempre più aderente alle esigenze lavorative di un centro ottico

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ell’ambito degli strumenti digitali mes- di nuove funzionalità, utilizzabili in modo molto si a disposizione dei clienti per gestire immediato, che vanno oltre il monitoraggio delle interazioni con l’azienda, Zeiss ha lo stato degli ordini e servono per migliorare la effettuato un nuovo importante inter- gestione operativa e l’interazione quotidiana con vento su quell’area del sito professional che sino Zeiss. Tali funzionalità, inoltre, verranno di volta a qualche tempo fa era conosciuta come WebTra- in volta presentate in base al profilo di accesso cking e oggi ha preso il nome MyBusiness. «Nel così da mettere a disposizione di ogni singolo percorso di digitalizzazione sempre più marcata cliente ciò di cui può effettivamente disporre». che abbiamo intrapreso da alcuni anni era arrivato il momento di dare una nuova veste a questa sezione - spiega Angelo Ossola, software and application product manager di Carl Zeiss Vision Italia - Abbiamo però voluto mantenerne l’interfaccia utente in assoluta continuità con la precedente, soprattutto per non generare nei nostri clienti disorientamento e la sensazione di dover imparare a utilizzare una nuova piattaforma. Chi accede a MyBusiness avrà quindi a disposiIl portale professionale Zeiss Area Ottici, da cui è accessibile la nuova sezione MyBusiness zione un numero crescente

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Lenti oftalmiche Come il suo “predecessore”, MyBusiness si trova all’interno di quel grande contenitore che è Area Ottici, da cui il professionista può accedere a diverse sezioni specifiche, quali ad esempio Visustore per gli ordini o Zeiss Academy per la formazione. «Area Ottici è, in sintesi, la porta d’accesso a tutto il nostro mondo digital e l’evoluzione di MyBusiness è improntata alla trasformazione da entità a sé stante a parte integrante di questo ecosistema unico, in cui il professionista può trovare a portata di mano tutto ciò che gli occorre nell’operatività - prosegue Ossola - Creare un ambiente sempre più moderno è stato il primo passo per accogliere le nuove funzionalità che verranno via via rilasciate, le quali saranno veramente legate alla pratica quotidiana dell’ottico. Abbiamo infatti identificato alcuni flussi operativi nell’area della gestione degli ordini che, a oggi, sono esclusivamente in modalità analogica e li abbiamo rivisti in chiave digital. Perciò molte attività che ora richiedono parecchio tempo al nostro cliente e sono sotto un controllo relativo saranno ripensate per permettergli di approcciarle con un sistema moderno, on demand e da un’unica piattaforma». All’interno di tale processo, che persegue contemporaneamente innovazione e fruibilità, la prima novità rilasciata in MyBusiness riguarda il programma incentive che, avviato un paio di anni fa con il nome di Zeiss Crediti, passa dunque a una versione digitale. «Abbiamo inserito in MyBusiness la sezione Zeiss Credits Evolution, anche

in questo caso per sottolineare la continuità - dice Annalisa Marino, trade marketing manager di Carl Zeiss Vision Italia - Il programma incentive aveva già una declinazione “fisica” e prevede che si premino i nostri clienti partner secondo diverse modalità, principalmente con l’assegnazione di crediti per i prodotti a catalogo a maggior valore aggiunto, il cui accumulo non porta però a vincere, ad esempio, un tablet o uno smartphone, ma va nella direzione di valorizzare la professionalità». Infatti offre un accesso privilegiato alla gamma prodotti Zeiss, in primis la strumentazione oltre che articoli accessori per la pulizia, come spray e salviettine, supporti alla vendita, soluzioni per ipovisione, etc. «Tutto ciò prima era gestito tramite moduli cartacei o pdf, mentre ora abbiamo dato una connotazione diversa al programma portandolo sulla nuova piattaforma: l’ottico partner Zeiss, accedendo da MyBusiness all’area Zeiss Credits Evolution, può aderire, conoscere la dinamica con cui accumulare i crediti e visualizzare il catalogo con tutte le diverse categorie di prodotti - aggiunge la manager - La differenza con il passato non sta tanto e solo nella digitalizzazione del meccanismo, ma anche in termini di accumulo dei crediti». Sono state infatti introdotte alcune novità che premiano anche l’adesione alle attività del mondo Zeiss da parte del partner, invitato a darne prova tangibile. In che modo? Con la formazione, innanzitutto: si possono ottenere crediti sia partecipando sia scaricando i webinar. Inoltre, attraverso l’area Visibilità, l’ottico può caricare foto che dimostrino che nel suo centro sta portando avanti delle iniziative legate al percorso di vendita o alla proposta del prodotto Zeiss. «Ad esempio potrà inviarci immagini della vetrina, post della sua pagina Facebook o Instagram oppure attività di comunicazione o di organizzazione di eventi, anche digitali, di cui valuteremo qualità ed efficacia e alle quali saranno assegnati Zeiss Credits Evolution 2021 è la declinazione digitale del programma incentive, dei crediti», conclude Marino. che punta a valorizzare la professionalità e il centro ottico

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Lenti oftalmiche

Filab: il 2021? Quattro punti di vista sul futuro a cura della redazione

Presidio del territorio nazionale, attività di comunicazione, investimenti in produzione e prodotti: sono le strategie chiave avviate quest’anno dall’azienda oftalmica, che proseguiranno per i prossimi dodici mesi, illustrate dai suoi manager di punta

L’

ultimo importante investimento di Filab risale soltanto a qualche mese fa con l’avvio di due depositi, a Bologna e Roma, a conferma delle priorità dell’azienda di Lucca: la qualità e il servizio locale a favore dell’ottico indipendente, affinché possa sentire il supporto di un partner nazionale disponibile e vicino. Disponibilità e vicinanza sono state dimostrate anche attraverso il presidio territoriale con l’ingresso di nuovi agenti per rafforzare la squadra commerciale, che oggi conta tredici risorse. E il supporto di Filab ai propri partner non è venuto meno neppure nei mesi di massima emergenza sanitaria: il periodo storico che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo ha sicuramente marcato, ma anche stimolato, il business della società oftalmica con il lancio di nuovi prodotti, tra cui, ad esempio, il trattamento Dry Fog. A confermare questa

strategia è il presidente di Filab, Andrea Bernardini. «Il 2020 è stato l’anno più anomalo nella mia vita imprenditoriale e credo che abbia insegnato a ognuno di noi la necessità di avere una visione del domani reattiva e immediata, valutando sempre attentamente le mosse da fare nel mercato - dice il numero uno di Filab - Nonostante le frenate dei periodi di lockdown il nostro settore è riuscito a mantenere standard di fatturati complessivi che hanno potuto recuperare in gran parte le perdite subite: noi abbiamo continuato a investire nell’intero anno e prevediamo per il 2021 di proseguire nel consolidare il nostro organico a favore della crescita, aumentando le risorse sul territorio e programmando nuove aperture». Una campagna di comunicazione e il lancio di nuovi prodotti sono stati gli elementi chiave per fronteggiare il particolare periodo legato alla pandemia. «In un anno di gravi

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Lenti oftalmiche

ancora «inSaremo prima linea

negli investimenti in alta tecnologia, ma attenti a creare quella marginalità che permetta ai nostri partner di aumentare l’utile

»

Il top management di Filab: da sinistra, Stefano Cazzola, direttore commerciale, Filippo Del Papa, responsabile del coordinamento interno, Andrea Bernardini, presidente, e Silvia Del Seta, direttrice amministrativa

perdite nel tessuto imprenditoriale nazionale la nostra azienda ha saputo, tramite un’adeguata campagna di comunicazione, supportare l’imprenditore ottico affinché potesse trasmettere all’utente finale un messaggio di fiducia e tranquillità, ponendo in primo piano la necessità di non trascurare l’importanza della visione - aggiunge Stefano Cazzola, direttore commerciale di Filab - Gli investimenti fatti in prodotti in esclusiva e trattamenti innovativi sono stati al centro di tutte le attività di marketing proposte al mercato e la risposta del nostro cliente è risultata eccellente. Contiamo per il nuovo anno di dare un’ulteriore accelerata alla brand awareness, affinché Filab acquisti la notorietà che merita: dobbiamo, inoltre, considerare che nel 2021 la difesa del mercato interno dell’ottica dipenderà inesorabilmente dalle scelte che verranno fatte da tutti noi e la migliore opportunità è agevolare la crescita del tessuto imprenditoriale italiano indipendente. Saremo, quindi, in prima linea nell’investire in alta tecnologia, ma attenti a creare quella marginalità che permetta al nostro partner di aumentare il proprio utile, fondamentale per lo sviluppo tanto quanto il supporto di un’offerta di qualità». E sul fronte investimenti? La direttrice ammini-

strativa di Silvia Del Seta ribadisce l’impegno di Filab. «Nonostante l’emergenza sanitaria i nostri piani di investimento non sono stati modificati - commenta la manager - Le linee guida che ci eravamo prefissati all’inizio del 2020, grazie anche alla costante presenza nel mercato, ci hanno permesso di completare nell’anno quanto messo a budget. Confidiamo di proseguire nel percorso, implementando gli investimenti in ulteriori macchinari per aumentare in maniera sostanziale la capacità produttiva». Quest’ultima viene seguita da Filippo Del Papa, in qualità di responsabile del coordinamento interno di Filab. «L’importante lavoro eseguito a livello organizzativo nei ari reparti ha fatto sì che le risorse interne acquisissero una capacità produttiva superiore - conclude Del Papa - Abbiamo incrementato l’organico assumendo nuovo personale in ogni reparto e questo ci ha permesso di disporre oggi di una struttura importante, con un flusso di ricezione ordini, produzione lenti, trattamenti lenti e consegna di alto livello. Con il 2021, inoltre, contiamo di investire ulteriormente in procedure e protocolli che consentano al nostro cliente di avere ogni informazione produttiva o tecnica relativa al suo ordine in tempo reale».

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Lenti oftalmiche

Hoya Center: sei tu il protagonista dell’innovazione a cura della redazione

Con il programma 2021 l’azienda oftalmica propone ai propri partner un piano strutturato di iniziative e servizi per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori

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ggi i clienti finali risultano più esigenti, informati e disposti a spendere di più per la cura di sé e per prodotti di qualità migliore, se ben argomentati. In Hoya Italia sono certi che il 2021 sarà un anno importante: anche l’eventuale riduzione della pandemia non garantisce da sola il successo, sarà perciò necessario ripensare la risposta al mercato e renderla ancora più in linea con quanto i consumatori si aspettano. «Ci sono nuovi trend da intercettare per la crescita del centro ottico - spiega Anna Maria Nicolini, direttrice marketing di Hoya Italia - Il nuovo programma Hoya Center per il 2021, dal titolo “Sei tu il protagonista dell’innovazione”, si ispira a una strategia di comunicazione che fa appunto leva sull’alto tasso di innovazione dei prodotti e sull’efficacia delle soluzioni per far nascere il bisogno e conquistare nuovi clienti». Grazie al programma Hoya Center i partner dell’azienda di Garbagnate Milanese hanno a disposizione per un anno un piano strutturato di proposte e servizi, arricchito da attività speciali per parlare al target giusto, differenziandosi e creando valore con successo: un importante investimento sulle principali emittenti televisive, la promozione “Proteggi la tua famiglia”, la visibilità del centro ottico sul dealer locator e le attività di up selling sono alcune tra le iniziative previste. «Continueremo a fare leva su proposte top di gamma per offrire maggiore soddisfazione ai clienti finali, sempre più alla ricerca di soluzioni, anche protettive, per il mondo digitale -

prosegue Nicolini - Le abitudini visive moderne, come l’utilizzo smodato di device e il minor tempo passato all’aria aperta, secondo gli studi porteranno lentamente a un aumento esponenziale della miopia: le lenti MiyoSmart con tecnologia D.I.M.S. per la gestione della progressioAnna Maria Nicolini, direttrice ne miopica rispondono marketing della società di Garbagnate Milanese a un problema che ha un impatto sulla vista dei bambini di oggi e degli adulti di domani». I professionisti che aderiscono al programma Hoya Center hanno a disposizione, inoltre, Hoya4You, lo speciale servizio dell’azienda che permette ai centri ottici di minimizzare l’investimento di tempo e denaro dedicato ai social, incrementando così il focus su servizi diversi per i clienti finali. «Da un recente sondaggio sui partner aderenti il 95% è risultato soddisfatto e ha aumentato le visualizzazioni - dice ancora Nicolini - Nel 2020 abbiamo imparato che nessuno si salva da solo: i centri ottici Hoya Center possono da sempre contare sul supporto quotidiano di un partner come Hoya, sempre in ascolto delle loro esigenze, che investe nella formazione, nella digitalizzazione e in attività vincenti per il punto vendita».

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Lo gnommero

Parasanitari sì, ma con arte di Sergio Cappa

“Scusi lei è ignorante? Sì? Bene! Bravo! Viva l’ignoranza! Tutti così dovrebbero essere e se ha dei figliuoli non li mandi a scuola per carità! Li faccia sguazzare nell’ignoranza!! Bene mi dica”. Questo è l’incipit della famosa scena della lettera che Felice Sciosciammocca, squattrinato e convivente con altri cinque miserabili, inizia a scrivere per un contadino analfabeta davanti al Teatro San Carlo di Napoli. Miseria e Nobiltà è un celebre film del 1954, con Totò protagonista, diretto da Mario Mattioli tratto dall’omonima pièce teatrale del 1888 del celebre commediografo napoletano Eduardo Scarpetta. La commedia si dipana tra mancanza cronica di soldi per pagare la pigione a don Gioachino e la fame quotidiana, sino a quando nella loro vita entra il marchesino Eugenio che porterà la felicità nel ménage delle coppie protagoniste. Il 30 ottobre scorso, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha dichiarato «inammissibile la domanda di annullamento» in merito al ricorso presentato nel 2011 da Assogruppi Ottica, Consorzio Ottico Italiano, Federottica e Società Optometrica Italiana

contro l’esclusione della categoria dal sistema formativo obbligatorio pronunciandosi, in punta di diritto, solo sulla liceità processuale. Non avendo titolo per entrare nel merito, solo credo ci si possa limitare a ricordare che la partecipazione agli Ecm era, per l’ottico, un obbligo senza sanzioni e dunque, come tale, deontologico e non giuridico: una convinta esortazione all’aggiornamento quindi che, negli anni, aveva conseguito un significativo riscontro. Si può eccepire nel merito sulla diligenza dei referee, avanzare riserve sulla tessitura dei corsi, opinare sulla levatura dei relatori ma non contestare la indubitabile spinta ideale alla formazione dei corsisti che ha avuto. L’attività dell’ottico è, dall’origine, definita arte ausiliaria e non professione sanitaria. L’elemento compositivo “ausiliaria” è un’estensione linguistica e comprensiva del greco para presso, accanto - e peri - attorno, intorno -: entrambi ravvisano la posizione dell’ausiliario, prossimo al professionista sanitario. In alcuni casi, negli anni, il prefisso è stato confuso per la formazione di composti polemici e per lo più effimeri, con altri quali filo- e pseu-

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do-. Ma se dissimulare una paracistite con una pseudocistite è un abbaglio diagnostico, più difficile è riconoscere un parasanitario da uno pseudosanitario: può essere questa la ragione dell’accanimento professionale della classe sanitaria verso quella ausiliaria. Ma noi siamo anche, dal 1928, artisti: “il termine implica spesso un giudizio di valore ed è allora attribuito a chi nell’arte professata ha raggiunto l’eccellenza”, come con distacco ci definisce il Dizionario Treccani, associando come qualità proprie soprattutto virtuosismo e abilità tecnica. Non è certamente con le carambole lessicali che si presentano istanze di riconoscimento professionale o appelli di legittimazione congruente, ma è indubitabile che burocrati e sanitari debbono onesta riconoscenza alla nostra “artistica” categoria che ha continuato a rincorrere l’aggiornamento, anche dopo la fine degli Ecm, affrancandosi da un Regio Decreto con convinta solerzia. Peraltro, in questi mesi di confinamento, come i teatranti e circensi, giullari e rimatori, trovatori e menestrelli abbiamo continuato a studiare, anche da reclusi.



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