b2eyes magazine 1/2021

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LA PROGRESSIVA DEL FUTURO


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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Gennaio 2021 numero 1 www.b2eyes.com In copertina Divel

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LA PROGRESSIVA DEL FUTURO

Editore FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F - 14050 Moasca (AT) Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013 info@fgeditore.it Redazione Via Petitti, 16 - 20149 Milano Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Grafica e impaginazione FGE Srl - Fabiano Gruppo Editoriale Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 022021 Copia omaggio

2020

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di b2eyes magazine B2TRADE Editoriale C’è voglia di 3 Attualità Il 2020 del retail ottico in Italia: più di un terzo non ha sofferto 4 Essilor, cinque pilastri su cui poggiare il 2021 6 VisionOttica: un premio per engagement e comunicazione 10 Zeiss: verso una partnership sempre più evoluta con gli ottici 12 Transitions, un 2021 diviso in due 16 Non c’è nulla di vecchio nei cassetti 20 B2STYLE Blue? It’s denim 22 Man from the 90s 24 B2EXPERT L’ottico digitale Instagram: una nuova “immagine” per il centro ottico 26 Contro-intuitivo Da venditori di prodotti a consulenti 28 Eye Marketing Crm e social, la forza di una sinergia 32 Lab Miopia: i principali parametri predittivi 34 Fragilità: un’occasione per ri-progettare la professione? 38 B2TECH Lenti a contatto Safilens: una nuova lac per il benessere dell’occhio miope 42 Lenti oftalmiche Progressione miopica: oculisti a confronto su rischi e soluzioni 44 Filab punta sulla protezione totale 48 Shamir: la forza di un gruppo, la prossimità del servizio 50 Lo Gnommero Nichilisti attivi o passivi? Meglio artigiani del futuro 54

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e viceversa, aumento della velocità di lettura residua in relazione alla patologia e quindi un miglioramento generale del comfort visivo.

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Editoriale

C’è voglia di di Angelo Magri

C’

è voglia di crescere, in questo 2021. Gli ottici hanno lasciato alle spalle un anno a dir poco difficile, tuttavia i loro conti sono di un rosso meno sbiadito rispetto ad altri settori. L’oftalmica ha tenuto, la contattologia ha avuto un andamento da ottovolante, le montature hanno sofferto di più. Ma, come dimostra il sondaggio online realizzato dalla nostra testata a metà gennaio, le performance sono state a macchia di leopardo, con le città, soprattutto quelle d’arte, o le zone a prevalenza turistica ad aver subìto duri colpi e i negozi professionali e di prossimità che hanno fatto registrare numeri significativi, in linea o persino migliori del 2019. C’è voglia di comunicare, in questo 2021. L’assenza nei primi mesi dell’anno di fiere ed eventi fisici ha evidentemente spinto molte realtà a monte della filiera a investire nuove o più risorse nei media, ponendo attenzione sia alla carta stampata sia al digital, al web e ai social e soprattutto premiando chi nell’ultimo periodo ha fatto della professionalità, della serietà e dell’indipendenza il proprio cavallo di battaglia nella comunicazione. C’è voglia di dialogo, in questo 2021. Tra i vari attori della filiera stessa, certo, ma anche con gli oculisti, che sono stati penalizzati

dalla pandemia, hanno visto drasticamente ridursi le visite specialistiche, ma hanno sempre mantenuto alta l’attenzione alle problematiche oculari. Ora classe medica e area ottico optometrica necessitano ancora di più di un confronto serrato e di livello, grazie anche all’introduzione da parte dell’industria di nuovi prodotti per rispondere a esigenze di grande attualità, in primis la gestione della miopia. C’è voglia di fiere, in questo 2021. L’entusiasmo generato a inizio anno dalla campagna vaccinale aveva mostrato all’orizzonte un’estate più serena. Poi ci si sono messe le riduzioni di dosi da parte delle aziende farmaceutiche e una crisi di governo irresponsabile e ai più incomprensibile a raffreddare i toni ottimistici. Ma se le vaccinazioni ripartiranno in maniera massiccia e su scala globale, coinvolgendo si spera i paesi più poveri, se la situazione politica nazionale ritroverà equilibrio, se i comportamenti delle persone si manterranno prudenti, allora potremmo andare incontro a un periodo di riavvicinamento anche fisico, con le conseguenze inevitabilmente positive per il business. E Mido, ai primi di giugno, potrà rappresentare davvero un nuovo inizio e mai come stavolta un esempio di rinascita del nostro paese.

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Attualità

Il 2020 del retail ottico in Italia: più di un terzo non ha sofferto Sondaggio b2eyes gennaio 2021 Come ha chiuso il 2020 in termini di fatturato il retail ottico in Italia rispetto al 2019?

#

a cura della redazione N. %

Domanda

B2eyes ha monitorato il sentiment mercato Comedi ha chiuso il 2020 in termini di fatturato il retail ottico in Italia 1 rispetto al 2019? con un nuovo sondaggio online, dopo quelli di ottobre e dicembre, realizzato a inizio anno In calo tra i propri utenti

282

100%

181

64.18%

Stabile

60

21.28%

In aumento

41

14.54%

P

uò sembrare sorprendente quel 35% abbondante di risposte “stabile” o addirittura “in aumento” alla domanda posta agli utenti della nostra testata, attraverso un’indagine online attiva dal 14 al 21 gennaio scorso: come ha chiuso il 2020 in termini di fatturato il retail ottico in Italia rispetto al 2019? Eppure già nel sondaggio effettuato da b2eyes a inizio dicembre, pubblicato nel numero 10-2020 di questa rivista e relativo all’impatto della seconda ondata pandemica sul business dei centri ottici italiani, emergeva un certo ottimismo tra gli operatori del settore: oltre il 40% dei partecipanti aveva infatti mostrato atteggiamenti positivi, non soltanto nei confronti del bimestre ottobre-novembre 2020, ma anche della chiusura di fine anno. «Ci sono due elementi che emergono dall’ultimo sondaggio di b2eyes: da un lato il numero significativo di risposte, oltre 280, superiore a quello riscontrato nei quesiti posti a ottobre e dicembre, segno che l’attenzione del mercato appare sempre più elevata nei confronti delle analisi congiunturali e tendenziali - afferma Nicola Di Lernia, esperto del mercato dell’ottica - Dall’altro, il fatto che l’impatto della pandemia sul retail ottico nazionale è stato sì deciso, ma

14.54% 14.54%

21.28% 21.28% 64.18% 64.18%

Come ha chiuso il 2020 in terminiStabile di fatturatoInil aumento retail ottico in Italia In calo rispetto al 2019? In calo

Stabile

In aumento

I risultati dell’ultimo sondaggio realizzato da b2eyes

a macchia di leopardo, salvaguardando numerosi punti vendita che per ubicazione, tipologia o scelte imprenditoriali hanno fatto registrare performance in linea o persino in aumento rispetto al 2019: non deve perciò stupire quel terzo abbondante di risposte positive, quasi il 15% delle quali evidenzia proprio un incremento del business rispetto all’anno precedente». 1

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Orgogliosi di essere i più vicini alle esigenze dei clienti MIGLIORE INSEGNA 2021 VisionOttica vince il premio speciale “Engagement e Comunicazione” Grazie a tutti i clienti, che da sempre mettiamo al centro delle nostre attività, e a tutti gli imprenditori affiliati VisionOttica, che con la loro esperienza e professionalità, ogni giorno costruiscono relazioni personali forti e durature basate sulla fiducia, sostenendo con entusiasmo e passione l’identità e i valori dell’insegna. “Migliore Insegna 2021” è il progetto di ricerca promosso da Largo Consumo e Ipsos che analizza in modo indipendente le esperienze di acquisto nelle insegne distributive da parte dei consumatori.

visionottica.it


Attualità

Essilor, cinque pilastri su cui poggiare il 2021 di Angelo Magri

Luca Strigiotti, direttore generale della filiale italiana del gruppo oftalmico, rivela progetti e attività per il nuovo anno: l’obiettivo è recuperare quanto perso in quello precedente e chiudere in positivo sul 2019

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on ci sono ancora annunci di nuovi prodotti, ma è solo questione di tempo: le priorità di Essilor sul mercato italiano al momento riguardano una serie di iniziative e progetti che coinvolgeranno direttamente gli ottici indipendenti e, di riflesso, i loro clienti. A partire dal nuovo logo. «Abbiamo chiuso un anno che non ci saremmo mai aspettato, ma che ha comunque evidenziato un mercato resiliente, capace di ripartire forte dopo il lockdown primaverile e di tenere nell’ultima parte, così da far segnare un calo contenuto rispetto all’esercizio precedente - afferma Luca Strigiotti, direttore generale di Essilor Italia - Ora dobbiamo essere capaci di capitalizzare tutto quello che abbiamo imparato. Tant’è che il gruppo ha deciso di cambiare il proprio logo: non si tratta solo di un aspetto grafico, si investirà di più sul brand Essilor per incrementarne l’awareness, perché la combinazione con Luxottica ha fatto crescere la conoscenza dello stesso presso il retail e il consumatore finale. In passato si era puntato soprattutto sul prodotto, ora si vuole costruire il concetto di “umbrella logo”: quindi i singoli marchi, ad esempio Varilux o Eyezen, verranno sempre associati a

quello di Essilor, con un processo di rinnovamento che coinvolgerà tutte le nostre realtà web e social e tutti i materiali destinati al punto vendita, in un percorso che terminerà entro il 31 dicembre 2021». Luca Strigiotti, alla guida Nel frattempo di Essilor Italia dal settembre 2014 sono state rinnovate l’area Strumenti di Essilor Italia, passata sotto la guida di Francesco Chiappa («Con la pandemia il mondo dell’optometria e dei protocolli in sicurezza sono diventati centrali, per cui questa divisione e soprattutto la sua offerta optometrica risultano sempre più importanti, con il consolidamento dei lanci della seconda metà del 2020 e il debutto di Visioffice 3 che si affiancherà al Visioffice X», dice Strigiotti) e quella marketing e comunicazione, che passa interamente sotto il controllo di Sabrina Lotto («Andava completato il percorso unificando le attività,

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Attualità soprattutto in un’ottica di digitalizzazione»). Ed è stato redatto il piano 2021 per il canale ottico, con il claim “#Avantinsieme”. «A marzo scorso abbiamo lanciato l’aquilone come immagine della campagna “Felici di rivederci”, quest’anno il simbolo è un faro, perché vogliamo essere un sostegno e un punto di riferimento per il canale ottico - spiega ancora Strigiotti - Il faro proietta fasci di luce e il nostro mondo è strettamente legato alla luce. Il faro è fisso, è un punto di riferimento: abbiamo dimostrato in questi ultimi anni, ancora di più dopo l’avvio della combinazione Essilux, di non aver modificato alcun tipo di approccio commerciale verso i nostri clienti e anche nuovi progetti come Ray-Ban Authentic li gestiamo direttamente noi. Il che non significa restare immobili, statici, ma essere pronti a reagire al nuovo contesto». Il Piano 2021 di Essilor Italia si basa di fatto su cinque pilastri. «Partiamo dalla comunicazione in store: con una serie di declinazioni in funzione delle diverse campagne, dal 22 gennaio i nuovi materiali sono stati distribuiti ai centri ottici partner - precisa il manager

- Si tratta in particolare di strumenti espositivi e informativi finalizzati alla sicurezza all’interno del negozio, per ricordare ancora l’urgenza delle regole anti Covid da rispettare. Ma comprendono anche dei gift sia per l’ottico, in primis una fotografia di gruppo con il suo staff che Essilor Italia ha realizzato con il supporto di una start up online green e con l’aggiunta di un packaging originale, sia per il consumatore: una serie di segnalibri, omaggio pratico perché in questi mesi si è riscoperta la lettura dei libri, e al contempo simbolico, per ricordare di evitare un eccessivo uso dei device digitali. Si continua con un kit safe in dotazione al punto vendita: oltre a locandine o vetrofanie, include per il titolare e il suo team mascherine protettive lavabili, personalizzate Essilor, che gli ottici potranno anche ordinare e vendere». Il terzo pilastro studiato dall’azienda oftalmica riguarda il mondo digitale, con una serie di novità assolute e altre lanciate proprio sul finire del 2020: materiali che i professionisti potranno condividere sui propri social, pillole online di prodotto, storie, post e altro anco-

Un’immagine dell’operazione di rebranding di Essilor

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Attualità gia fra il canale oculistico e quello ottico optometrico». Il manager ricorda, inoltre, che a giugno è in programma il secondo Congresso di Essilor Italia, con l’obiettivo non di parlare di uno o più prodotti, bensì di realizzare un evento di valore per l’intero settore e aperto a tutti gli addetti ai lavori. Ma sarà My Expert Master Fit la punta di diamante dell’impianto formativo 2021 dell’azienda. «Si tratta di un vero e proprio master, della durata complessiva di 30 ore, che rilascerà un documento formale di partecipazione, incentrato sulla gestione della miopia - dice ancora Strigiotti - Prenderà il via a marzo, sarà a numero chiuso, in parte con presenza fisica e in parte distanza, con un metodo innovativo anche nel monitorare la presenza e con una commissione esterna per l’esame finale». Infine, non poteva mancare l’attenzione al business, a sostegno sia del sell in sia del consumer. Essilor Italia ha deciso di non rivedere nel 2021 i listini prezzi, inserendo invece un nuovo book annuale per aiutare l’ottico nel percorso di illustrazione al consumatore finale di tutte le iniziative della società. «Comprende, ad esempio, Essilor One Program sulla sempre più richiesta garanzia casco fino al terzo anno di utilizzo dell’occhiale, sul secondo equipaggiamento che lo scorso anno è cresciuto del 14% in volumi rispetto al medesimo segmento nel 2019 e sul tasso di rinnovo entro 24 mesi dal primo acquisto - ricorda il manager - Questo book, pratico e funzionale, offre altre garanzie ancora, come quella a tre anni sul trattamento antiriflesso Crizal Sapphire. A tutto ciò si aggiunge una significativa promozione per il primo trimestre 2021, l’estensione della Family Card: uno sforzo importante in termini di extra sconto nei confronti degli ottici italiani, a ulteriore conferma della volontà di rappresentare per loro un sostegno in questo anno, decisivo per una netta e definitiva ripartenza, che come sempre sarà supportata da un massiccio investimento media, sulla falsariga di quello del 2020, televisione compresa, ma con un nuovo spot».

La vetrofania della campagna 2021 #Avantinsieme

ra, ai quali si affiancano nuove modalità di veicolazione. «Lo store locator sarà rinnovato, Essilor booking per gli appuntamenti, che sta già funzionando molto bene, si arricchirà di un QR Code da posizionare in vetrina: utile per evitare eventuali code e prenotare un appuntamento direttamente quando si passa davanti al centro ottico, è user friendly e rinnova anche il protocollo di vendita - sottolinea Strigiotti - Infine verrà implementato myessilor, la piattaforma riservata attraverso la quale dialoghiamo con gli ottici italiani. Quarto pilastro, la formazione: proseguiremo con i webinar e con i training locali, cioè il piano di academy digitale e, dove e quando sarà possibile, anche fisico, con un calendario annuale prestabilito, disponibile proprio su myessilor, e le stesse sessioni che verranno ripetute per favorirne la fruibilità. Non vanno poi dimenticati gli approfondimenti professionali su stress visivo e prossimale, con esperti qualificati, che si concretizzano in corsi di quattro sessioni da un’ora e mezza ciascuna, i contenuti tecnico-scientifici che divulghiamo, nonché l’ambito delle relazioni mediche, sempre coordinato da Roberto Tripodi, con l’unico obiettivo di generare siner-

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Attualità

VisionOttica: un premio per engagement e comunicazione a cura della redazione

Il brand di Vision Group ha ottenuto lo scorso dicembre lo speciale riconoscimento conferito dalla prima edizione di Migliore Insegna 2021, progetto di ricerca promosso dalla testata Largo Consumo e da Ipsos

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er Migliore Insegna 2021 “quanto sa riconoscermi e proporsono state prese in esame mi esperienze personalizzate?” è la oltre cento insegne del merdomanda posta al campione democato retail italiano, le princiscopico coinvolto, che ha indicato il pali in termini di classe di fatturato, brand di Vision Group come «la misuddivise in 22 categorie: sono state gliore insegna che opera in questo raccolte oltre 27 mila valutazioni di ambito, quella che ha meglio saputo reali esperienze d’acquisto da 5 mila tenere vivo il rapporto con i consuconsumatori dell’ampio panel di Ipmatori, soprattutto attraverso iniziasos, rappresentativi per genere, età tive personalizzate», spiegano da e distribuzione geografica. Vision Group. «Questa iniziativa nasce in maniera «Siamo molto orgogliosi di questo indipendente per comprendere le premio che riflette quelli che da semValentina Rocco, dinamiche di acquisto dei consumapre sono i valori di VisionOttica, l’inresponsabile marketing e customer service di Vision Group tori italiani e le loro aspettative - dice segna che riunisce gli “ottici di fiduArmando Garosci, direttore di Largo cia” delle famiglie italiane: vicinanza Consumo - Se la fedeltà dei propri clienti è la misu- e attenzione ai clienti, esperienza e professionalità, ra chiave per valutare le performance delle imprese valori che oggi risultano più che mai attuali - comretail, Migliore Insegna rappresenta un’opportunità menta Valentina Rocco, responsabile marketing e unica nel panorama nazionale: il premio è, infatti, un customer service di Vision Group - Questa vicinanriconoscimento importante per le aziende, utilizzato za si ritrova nelle location dei nostri centri ottici che per ringraziare sia i consumatori che ogni giorno sono prevalentemente di prossimità, nelle relazioni scelgono l’insegna sia i propri collaboratori che par- forti e durature che l’ottico optometrista costruisce tecipano a creare la shopping experience. A sua vol- grazie a un’offerta personalizzata che si evolve al ta la profondità dell’indagine sottostante al premio cambiare delle esigenze, nella comunicazione di stesso è uno strumento di analisi molto prezioso per i insegna in cui il cliente è sempre al centro e nelle retail manager, di conoscenza del contesto competi- attività evolute di Crm, servizio gestito in accordo tivo e degli orientamenti di scelta degli utenti finali». con i nostri affiliati, che ci consente di avere uno All’interno del progetto, VisionOttica ha vinto il scambio di informazioni continuo e personalizzato Premio Speciale Engagement e Comunicazione: mantenendo sempre viva la relazione».

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Attualità

Zeiss: verso una partnership sempre più evoluta con gli ottici di Nicoletta Tobia

Per il 2021 la divisione Vision Care punta sul consolidamento del portafoglio SmartLife e su novità nel campo dei trattamenti, degli strumenti e dei servizi a supporto del trade

C

on un fatturato pari a 6,297 miliardi di euro rispetto ai 6,428 miliardi di euro di quello precedente, a livello globale il gruppo Zeiss ha chiuso l’anno fiscale 2019-2020 registrando un calo del 2% causato dalla pandemia da Covid-19. «Nonostante l’emergenza il 2020 è stato per Zeiss positivo dal punto di vista dei risultati economici di gruppo, con le quattro business unit che hanno subìto in modo diverso l’impatto della pandemia - commenta Pietro Speroni, direttore commerciale di Carl Zeiss Vision Italia - Nell’ambito della divisione Vision Care abbiamo vissuto una situazione complessa all’inizio dell’emergenza legata al Covid: in particolare a marzo e aprile, con il lockdown generale in Italia, anche il nostro business si è ridotto di circa l’80%, pur avendo mantenuto una condizione di continuità di servizio. Poi, dalla seconda metà di maggio, c’è stata una repentina ripresa, andata oltre le aspettative». Il mercato delle lenti oftalmiche, sino a settembre, ha continuato a recuperare a ritmi positivi e pure in fase autunnale ha tenuto molto bene in Italia, anche a fronte della seconda ondata pandemica e relative restrizioni nella mobilità: una prima battuta di arresto si è vista a dicembre, per le ulteriori limitazioni imposte

nel periodo festivo e post natalizio. «Noi abbiamo comunque continuato a registrare un trend positivo, anche per effetto della campagna di comunicazione pianificata tra settembre e ottobre, delle attività legate al lancio di nuovi prodotti e Pietro Speroni, per il fatto di essere direttore commerciale di Carl Zeiss Vision Italia stati molto vicini ai nostri clienti - precisa Speroni - L’anno in Italia si chiude, rispetto al precedente, con un segno meno però molto contenuto e ne usciamo quasi rafforzati in virtù della capacità delle nostre persone di fare quadrato, nel momento di maggiore difficoltà, attorno a un obiettivo comune». Nonostante la situazione complessa, il 2020 per Zeiss è stato caratterizzato da un lancio importante, avvenuto a marzo scorso: il nuovo portafoglio completo di lenti SmartLife, andato ad affiancare le due punte di diamante della sua

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Attualità offerta più recente, UVProtect e Visufit 1000. «Avevamo previsto il debutto sul mercato in base al calendario eventi del settore e tutta una serie di attività in presenza, che abbiamo dovuto rimodulare: i primi mesi sono stati “morbidi” dal punto di vista dei risultati, ma ci ha gratificato che, sin dall’inizio, il trade italiano abbia risposto molto bene alle attività di formazione a distanza - continua Speroni - Abbiamo avviato un intenso programma di webinar, che hanno raccolto in media tra i 200 e i 300 partecipanti a sessione: la modalità “one to many”, con un unico relatore che presentava il prodotto a una numerosa platea collegata, attenta e libera da distrazioni con i negozi chiusi, ci ha permesso di avere una continuità e una consistenza nella comunicazione del messaggio che in passato era più difficile ottenere. Quando a metà maggio è scattata la riapertura, abbiamo verificato che il passaggio alla nuova gamma avveniva a una velocità sostenuta, agevolato dalle performance del prodotto: a fine dicembre abbiamo praticamente chiuso la disponibilità della vecchia linea completando lo switch totale in nove mesi». All’interno del portafoglio SmartLife il segmento delle monofocali evolute è quello che ha mostrato i livelli di crescita maggiori, in un generale andamento positivo di tutte le soluzioni visive, comprese le occupazionali, grazie anche all’uso sempre più prolungato dei device digitali che ha reso i portatori consapevoli di nuove sfide e conseguenti esigenze. «Bene anche le progressive: rimane un gap da colmare rispetto ad altri mercati europei, ma ogni anno ci stiamo avvicinando sempre più», commenta ancora Speroni. Per il 2021 Zeiss andrà in continuità con la promozione di SmartLife, ma soprattutto proseguirà nella proposta di innovazione in termini di prodotti, strumenti e attività a sostegno degli ottici, nel segno di una partnership sempre più evoluta e proiettata verso il futuro grazie ai numerosi servizi digitalizzati in costante sviluppo. «Continueremo a puntare sulla comunicazione con un piano che stiamo definendo e sarà volto, quando la mobilità risulterà più agevolata, a stimolare il traffico nel centro ottico - anticipa Speroni - Non mancheranno però le novità di prodotto, programmate per la primavera, con

l’auspicio di una graduale ripresa verso la normalità, prevalentemente nell’ambito della protezione». Innovazione ci sarà anche nell’area degli strumenti, che proprio nel 2020 ha vissuto un’accelerazione di consapevolezza per quanto riguarda la possibilità di operare in modalità completamente contactless, a beneficio della sicurezza di professionisti e clienti. «Il nostro ecosistema di strumenti è sempre in trasformazione e se l’hardware ha cicli di vita tendenzialmente medio lunghi, la componente software presenta invece evoluzioni continue: alcuni dei nuovi rilasci previsti vanno nella direzione di modificare proprio i software per consentire nuove funzionalità e rendere sempre più interconnessi non solo gli strumenti tra loro, ma anche con il “mondo” dell’ottico, ad esempio, con i sistemi gestionali - spiega il manager - Nel campo dei servizi, invece, presenteremo l’evoluzione del nostro Partnership Program, finalizzato a consolidare la relazione di collaborazione con i clienti in base alla loro tipologia: avremo alcune novità nei servizi aggiuntivi, ad esempio per quel che riguarda l’accesso a contenuti esclusivi della Zeiss Academy». A monte di tutto ciò proseguirà la forte spinta verso la digitalizzazione, asse portante della strategia Zeiss da anni, tanto sul fronte aziendale quanto sotto il profilo dell’offerta rivolta ai centri ottici. «Lavoriamo costantemente sia per fornire ai nostri clienti soluzioni ad hoc sia per far sedimentare il concetto di urgenza di una efficace gestione digitale, tanto dal punto di vista dei flussi di lavoro quanto del contatto con il consumatore, che questo periodo complesso ha reso davvero evidente: non parliamo di ecommerce, ma di opportunità di rendersi visibili, di aprire una possibilità di comunicazione che, anche in una situazione come questa, consenta di mantenere un ingaggio attivo con la propria clientela - conclude Speroni - Internamente il nostro obiettivo è l’armonizzazione e la convergenza di tutti i servizi digitali che stiamo sviluppando, ovvero rendere disponibili le diverse piattaforme, che mettono i nostri clienti in grado di interagire con noi, partendo da un unico punto d’accesso, per favorirne l’adozione e la fruizione».

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L’Alcon Experience Academy #tornaALCONtatto con nuovi Webinar studiati appositamente per voi: When: Where: What:

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Who:

Alberto Recchioni

When: Where: What: Who:

Lunedì 22 Marzo 2021 - ore 14.00 / 15.00

Lunedì 8 Febbraio 2021 - ore 09.00 / 11.00 “Approccio clinico al dry eye e sua gestione (casi clinici e contenuti multimediali a supporto)”

Online, piattaforma dedicata “Quello che non sai sulle lenti a contatto toriche di Alcon”

Anto Rossetti e Luigi Lupelli


Scopriamo insieme i volti dei Key Opinion Leaders che ci accompagneranno nei Webinar nei primi mesi del 2021: Luigi Lupelli è un TOP KOL sia in campo nazionale che internazionale in materia di lenti a contatto, è docente presso Uni Roma Tre, corso di laurea in Ottica e Optometria. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

Anto Rossetti è un TOP KOL sia in campo nazionale che europeo in materia di lenti a contatto e optometria. Docente presso l’Istituto Statale di Cividale del Friuli e presso il corso di laurea in ottica e optometria dell’Università di Padova. Ha pubblicato diversi articoli scientifici ma ciò che lo distingue è aver scritto un manuale di optometria e contattologia che da anni è utilizzato nella maggior parte delle scuole e corsi di ottica e optometria in Italia.

IT-VC-2000168

Per maggiori informazioni e per iscriverti ai nostri webinar scrivici all’indirizzo: alcon_experience_academy@alcon.com

© 2021 Alcon

Alberto Recchioni ha conseguito il Dottorato di Ricerca con una tesi dal titolo “Ruolo della condizione dell’occhio secco nella chirurgia della cataratta e nella chirurgia refrattiva” all’interno dell’European Dry Eye Network (http://eden-ejd.eu/) (EDEN) MSCA-ITN-2014 Marie Skłodowska-Curie Innovative Training – European Joint Doctorate tra Aston University e l’Università di Valencia. Attualmente, ricopre il ruolo di Research Fellow nel progetto “Fluid-Gels as Resorbable Protective Dressings for Ocular Surface Disease” presso l’University of Birmingham; all’interno del Institute of Inflammation and Ageing, collabora in un team multidisciplinare composto da oftamologi, optometristi, scienziati dei biomateriali ed ingegneri biochimici. Parallelamente, fa parte del team clinico multi-disciplinare dell’ Optimising Assessment in Sjögren’s Syndrome (OASIS) clinic presso il University Hospitals Birmingham NHS Foundation Trust (UHB).


Attualità

Transitions, un 2021 diviso in due di Angelo Magri

Si punterà sul consolidamento della brand awareness sviluppata nel 2020, con una nuova e massiccia campagna di comunicazione multicanale, e verranno svelate due importanti novità di prodotto

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inizio anno è doveroso partire da una breve analisi dell’esercizio appena concluso. Ancora di più in un periodo come quello che stiamo vivendo. «Nel 2020 l’ottica si è dimostrata resiliente e Transitions ancora più resiliente, anche grazie alle azioni di sostegno al business che abbiamo messo in atto. Tanto da aver chiuso in leggero negativo a volumi: senza i tre mesi di lockdown primaverile avremmo fatto registrare una crescita del 16% rispetto al 2019». Così Alessandra Barzaghi, count-

ry director Italia del marchio leader nel fotocromatico, sintetizza i dodici, difficili mesi lasciati alle spalle, per concentrarsi su quelli appena iniziati, che dovranno coincidere con l’ulteriore consolidamento sul canale ottico nazionale di un brand che definisce tonico, non impattato da trend negativi di mercato. «Il lancio a inizio 2020 della tecnologia Signature Gen8 ha trainato alla grande le performance aziendali, generando molta attenzione e fornendo argomenti solidi agli ottici per spingere il fotocromatico - aggiunge Barzaghi - Un contributo notevole lo hanno garantito anche i colori, con una gamma mai così ampia: i quattro Style Colors nuovi e di tendenza sono cresciuti del 17% in volumi rispetto al 2019 e, secondo le nostre rilevazioni, accelerano di tre volte l’intenzione di acquisto del consumatore finale». Poi c’è stato il grande volàno della campagna media del secondo semestre 2020. «Le visualizzazioni sono state circa 110 milioni complessivamente e 3 milioni in media al giorno. Così ora la riconoscibilità del brand è tra le più elevate nell’ottica in Italia e, sul pubblico esposto alla campagna media dello scorso autunno, la notorietà di marca è aumenta-

Alessandra Barzaghi e Maristella Rizzo, rispettivamente country director e marketing manager Italia del marchio di lenti dinamiche

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Attualità vuole una lente più scura o più protettiva, nonché a chi guida, quindi necessita di una lente che si attivi dietro il parabrezza. Anticipato in primavera il lancio di un’altra novità assoluta per il mercato italiano: Xtractive Polarized, fotocromatica polarizzante, che sarà il fiore all’occhiello dal punto di vista tecnologico del portafoglio prodotti Transitions». L’azienda continuerà a puntare con forza sul rapporto con i centri ottici partner sul territorio: concluso il progetto degli ambassador, per via delle difficoltà legate al distanziamento e alla presenza fisica, entra nel team nazionale Salvatore La Causa, forte proprio di quell’esperienza e di un solido know how di training nel retail avanzato, per accelerare il supporto formativo sui nuovi prodotti, nonché sullo sviluppo del sell out: all’imprenditore ottico e al suo staff verrà trasmesso il migliore protocollo di vendita e saranno formati sulla gestione della comunicazione nei confronti del cliente finale. «Cambierà anche la visibilità in store grazie a una serie di tool: un originale kit trade su un numero ampio di ottici insieme a strumenti premium nei materiali e nella concezione grafica destinati a partner top o a coloro che insieme a noi vogliono crescere - spiega Rizzo - Ci siamo, infatti, ispirati ai migliori brand di montature, ma anche di make up e di profumeria, puntando soprattutto sulla vetrina e sui corner in negozio da valorizzare come primo canale di contatto, con l’obiettivo di mettere in evidenza nel punto vendita anche i brand di lenti, per facilitare la comunicazione tra ottico e cliente finale». L’azienda vuole, dunque, rafforzare la vicinanza con la sua comunità, che viene coinvolta a inizio febbraio nel primo appuntamento Transitions su scala mondiale con i propri partner. Si tratta di una diretta streaming con 42 paesi collegati attraverso una piattaforma digitale evoluta, con traduzione simultanea in italiano: è prevista una plenaria con i vari interventi, tra cui spicca quello di Doug Stephens, esperto di retail americano, alla quale si aggiungono delle meeting room per i partecipanti online. «È il primo evento globale Transitions per i professionisti della visione - sottolinea Barzaghi - L’obiettivo è creare una comunità virtuale di ottici, che possa confrontarsi sulle potenzialità delle lenti intelligenti alla luce e conoscere le numerose novità in cantiere per il 2021».

L’immagine del primo evento globale Transitions

17 punti e di 20 punti tra chi vuole raccomandare Transitions, conferendogli anche un’immagine positiva: di alta qualità, innovatore, adatto a tutte le generazioni, oggi è questo il sentito del consumatore sul nostro brand, grazie anche a un allargamento del bacino di utenza da parte dei centri ottici - commenta Maristella Rizzo, marketing manager di Transitions Italia - Tutto ciò è il risultato di un lungo viaggio, partito nel settembre 2019 con la campagna di Federica Pellegrini abbinata agli influencer, che già aveva dato ottimi risultati, proseguita lo scorso anno e destinata a rinnovarsi nella prima metà del 2021». Casa madre ha, infatti, riconfermato l’investimento extra per Transitions in Italia, considerata mercato di riferimento e apripista in Europa. «Da qui la possibilità di avviare una serie di azioni forti nel nuovo anno - annuncia Barzaghi - La campagna media totalmente multimediale a supporto del brand, comprendente online, social, televisione generalista e on demand, con un impegno economico quindi importante, partirà in primavera: riproporremo lo stesso concetto dello spot 2020, perché è un’immagine che ha funzionato molto bene, in aggiunta a un richiamo alle performance del prodotto». E proprio il prodotto, con una serie di novità, sarà il protagonista dell’anno. «Riguarderà la famiglia Xtractive, grazie al lancio di una tecnologia di nuova generazione resa ancora più performante, soprattutto per quanto riguarda la velocità nel passare da scuro a chiaro in interni - rivela ancora la numero uno del brand in Italia - Se Signature Gen8 è il prodotto trasversale da consigliare a tutti per versatilità, protezione e stile, Xtractive si rivela invece destinato a pubblici specifici, a chi

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Attualità

Non c’è nulla di vecchio nei cassetti Oltre alla ben nota sostenibilità ambientale, non vanno trascurate quella sociale ed economica: quest’ultima è già un valore aggiunto nel fashion e può diventarlo anche nell’ottica

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sistono numerose forme di sostenibilità. Oltre alla più nota attenzione verso l’ambiente, abbiamo iniziato a conoscere quella sociale, che garantisce condizioni positive come la sicurezza, la salute, l’istruzione o la partecipazione, nonché quella economica, capace di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione. Anche questi due concetti sono stati introdotti con successo nel mondo dell’ottica. Il valore del benessere visivo influisce, infatti, su un benessere più generale, su cui i professionisti della visione lavorano quotidianamente per contribuire a diffondere una cultura relativa alla salute degli occhi. A sua volta la sostenibilità economi-

di Angelica Pagnelli*

ca inizia a diventare realtà nel mondo fashion così come nell’industria ottica, promuovendo costantemente grande senso di responsabilità e ponendo maggiore attenzione nei confronti delle condizioni dei lavoratori: una sostenibilità economica che assume apprezzabili caratteristiche etiche. L’etica è un valore molto vicino all’ottico che, attraverso gruppi d’acquisto o in autonomia, promuove da almeno un decennio la raccolta di montature inutilizzate dalla propria clientela da devolvere a organizzazioni impegnate nel sociale. Un’azione che fa riferimento all’arte del riciclo, perché di arte si tratta, e già diffusa nella moda. Nel 2013 H&M è stato tra i primi brand a lanciare la campagna per la raccolta e il riciclo degli abiti, che venivano per una parte riutilizzati per ottenere fibre di scarso valore destinate, ad esempio, alla creazione di coperte, e per l’altra devoluti in Africa. Il messaggio era semplice: si invitava il consumatore a riportare in negozio i propri abiti usati ottenendo in cambio uno sconto per ulteriori acquisti. Molto assimilabile a questa iniziativa è in

*Angelica Pagnelli è ideatrice del format “Guardaroba Occhiali”, è Eyewear Image Consultant, esperta di tendenze e trainer internazionale per aziende e imprenditori dell’ottica. Coordina i processi di innovazione e, attraverso la sua consulenza strategica, crea una visione finalizzata alla realizzazione di idee, prodotti, progetti e contenuti originali.

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Attualità l’abilità di rivedere il guardaroba occhiali dei propri clienti diventerà per l’ottico la sfida di domani. Riuscire a rivisitare montature inutilizzate o poco usate con la proposta di diverse soluzioni visive o di lenti colorate per svecchiare quelle custodite a casa in un vecchio comò, avrà il sapore di qualcosa di utile e di tendenza: un’attività da affiancare alla proposta di un nuovo occhiale che abbia le caratteristiche senza tempo di cui gli stilisti parlano da qualche mese, per ispirare il consumatore all’acquisto della qualità che non passa mai di moda. Non è, perciò, solo l’industria ad aver adottato un linguaggio di sostenibilità: se pensiamo al grande impegno che alcuni imprenditori ottici stanno utilizzando per “riciclare” le montature nei cassetti considerandole una ricchezza e una grande opportunità piuttosto che un costo di magazzino, significa che il settore ha un occhio di riguardo per questo tema. Pochi ottici in Italia contano su un vero patrimonio vintage e quelli che hanno questa fortuna potrebbero certamente utilizzare il trend a loro favore. In realtà non è necessario che una montatura sia letteralmente vintage, cioè che sia stata prodotta almeno vent’anni fa per essere considerata di valore e dunque un’opportunità da condividere con gli intenditori: riuscire ad argomentare nella fase di vendita consente di non deprezzarla e, allo stesso tempo, di accendere l’ispirazione prima della necessità d’acquisto. Ecco perché il sell in dell’ottico deve sempre di più essere orientato verso la razionale introduzione del nuovo da affiancare al prodotto esistente, attraverso l’implementazione di un assortimento che esprime un concetto di bellezza per il solo fatto di essere stato apprezzato e introdotto nel brand portfolio del negozio. Non c’è nulla di vecchio nei cassetti. Viene alla mente Renato Zero: “Vecchio, quando non è finita, hai ancora tanta vita, e l’anima la grida e tu lo sai che c’è”.

ottica la “rottamazione”. Inoltre format come lo “Swap party”, dedicato allo scambio di occhiali dei clienti di un centro ottico, o l’“occhiale sospeso”, che finalizza la cessione di una montatura inutilizzata di un soggetto a favore di un altro che in condizioni di disagio accetta la montatura di seconda mano, trasforma il professionista in ottico sostenibile. La sostenibilità, l’economia circolare e il riciclo stanno influenzando fortemente il mercato del fashion e degli accessori. Basti pensare che Gucci ha fatto il proprio ingresso in tale ambito della moda grazie a una nuova partnership con The RealReal, e-tailer specializzato nella vendita di beni di lusso di seconda mano: un sito e-commerce dedicato a proposte Gucci usate (abbigliamento uomo e donna, borse e scarpe), fornite sia da utenti sia dalla griffe stessa. Il mercato del second-hand è in via di sviluppo anche in Italia, mentre i più forti sono attualmente Stati Uniti, Germania e Regno Unito. App e portali offrono abiti anche di lusso a noleggio: ad esempio, nel nostro paese, Drexcode, che affitta capi firmati offrendo la possibilità di provarli prima a casa, oppure DessYoucan o, ancora, la piattaforma francese Vinted, che prevede l’acquisto e la vendita di abbigliamento di seconda mano per favorire il riciclo. L’affitto dei capi di moda è un mercato che dovrebbe raggiungere un valore vicino ai due miliardi di dollari entro il 2023. Ce lo conferma l’iniziativa di Selfridges, grande magazzino londinese di lusso, che da febbraio e per sei mesi darà l’opportunità ai suoi clienti di noleggiare abiti per un periodo di sette giorni. Anche l’affitto occhiali non è nuovo: dalla metà del decennio scorso è stato introdotto in Italia sotto forma di core business da parte di alcune realtà. Se è vero, dunque, che il nuovo lusso risiede proprio nella capacità di saper riciclare e fare remake di quello che si possiede già, anche

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Moda

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L’ottico digitale

Instagram: una nuova “immagine” per il centro ottico Dopo aver approfondito l’uso più adatto della parola e della voce nel mondo digital, come si scrive su un blog e altri temi di comunicazione online, parte una rubrica che ogni mese analizzerà uno strumento o un canale, tra quelli maggiormente utilizzati dai consumatori, dalle molteplici potenzialità anche per il centro ottico

Nell’ambito dei social network più utilizzati in Italia, Instagram può rappresentare un punto di riferimento importante per il centro ottico. Si basa sull’algoritmo dell’immagine persuasiva e dell’interazione diretta con il brand, quindi con le persone in target di riferimento. Allo stato attuale è possibile definire un profilo Instagram come una vera vetrina virtuale del negozio di ottica: avere un profilo ben curato significa emergere dalle infinite immagini che scorrono nel feed dello smartphone di un cliente fidelizzato o potenziale, catturandone l’attenzione. Appare però necessario chiarire subito un aspetto

di Nico Caradonna*

che spesso non viene considerato. Come ogni canale di comunicazione, anche Instagram ha delle regole, la cui osservanza determina il successo della strategia. È per questo che solo dopo aver definito gli obiettivi si può passare alla fase operativa, studiando ogni dettaglio delle funzionalità di questa piattaforma. Il miglior metodo di gestione della comunicazione del centro ottico su Instagram prevede il controllo di alcuni elementi su cui è bene soffermarsi con specialisti in marketing digitale. Tuttavia è possibile individuare autonomamente tre punti fondamentali cui prestare particolare attenzione nel momento in cui si decide di iniziare o semplicemente è stato fatto il primo passo ma si ha poca esperienza. Sicuramente hanno la priorità le immagini, che, attraverso il loro potere narrativo,

*Nico Caradonna è ottico e ortottista, ideatore del blog Ottico del Web e consulente di personal branding per i professionisti del settore.

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L’ottico digitale possono mostrare i valori del centro ottico, raccontare la storia dell’insegna che si tramanda da generazioni oppure illustrare al proprio pubblico la serenità che un cliente può trovare in negozio quando decide di acquistare un paio di occhiali nuovi. Le foto di un certo livello, e non solo ben fatte, possono trasferire tantissimo in quest’epoca moderna che si basa principalmente sulla comunicazione visuale. Altro elemento fondamentale è la parola con cui accompagniamo le immagini. Tecnicamente si definisce Copy la didascalia o il testo del post che viene correlato alla foto pubblicata nel profilo Instagram del centro ottico: le parole scritte sono un potente mezzo per conquistare una persona realmente interessata al servizio o al prodotto che un centro ottico propone. Ultimo ma non meno importante aspetto da considerare su Instagram è quello che riguarda le Stories, ovvero i video che raccontano i retroscena più interessanti e simpatici del negozio e restano visibili per 24 ore. Risulta fondamentale produrne, senza preoccuparsi troppo degli aspetti tecnici, perché è questo il vero e unico metodo per mostrarsi senza filtri, in modo genuino. Non bisogna pensare di dover apparire sempre belli e pettinati nei canali che rappresentano il cen-

tro ottico: ci vuole autenticità, anche un mini video non troppo preparato può funzionare perfettamente. Da poco è possibile utilizzare anche uno strumento simile alle Stories, che prende il nome di Reels: come per le Stories, si può girare una o più clip da 15 secondi in maniera scherzosa e creativa, attraverso audio e strumenti di realtà aumentata è possibile progettare contenuti scherzosi per intrattenere il pubblico. È tuttavia necessario che l’ottico usi i Reels con parsimonia: resta sempre un professionista e non deve mai scadere in una comunicazione banale. Leggeri sì, ma entro certi limiti. Grazie alle sue caratteristiche e alle più recenti innovazioni introdotte, nel corso degli ultimi anni Instagram ha raggiunto numeri incredibili dal punto di vista del pubblico attivo. Basti pensare che ogni mese più di un miliardo di persone accede a questo social e circa cinquecento milioni sono gli utenti che ogni giorno caricano almeno una Stories. Statistiche di questo tipo hanno stravolto molti piani di marketing in numerose aziende. Se da un lato è da considerare un fenomeno positivo perché in tantissimi hanno capito che si tratta di un canale da presidiare, dall’altro purtroppo molti nuovi utilizzatori, tra cui anche professionisti dell’ottica, hanno iniziato a focalizzarsi sui numeri attuando strategie aggressive, come tecniche per aumentare i follower, software automatici di interazione e altro ancora, con un’etica discutibile. Tutti questi infelici sistemi per apparire non dovrebbero esistere né interessare a chi crede nel rapporto con le persone e lo dimostra ogni giorno nei punti vendita fisici. La crescita deve essere naturale e senza forzature, proprio come accade per i negozi di ottica, ogni giorno.

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Contro-intuitivo

Da venditori di prodotti a consulenti Nel 2021 questa rubrica si ripartirà in due macro temi, paralleli ma di fatto convergenti: le esigenze degli ottici che gli agenti dovrebbero risolvere e come portare il negozio di ottica al successo

L

a vendita di prodotto, in particolare la montatura, necessita di una forte componente di consulenza. Perché, ecco il dato controintuitivo, anch’essa richiede attenzioni tipiche del servizio.

di Paolo Valentini e Michaela Gariboldi*

tivante, attraente, che si venda facilmente e sia allo stesso tempo funzionale e innovativa. L’utente finale ha necessità di stare bene, di vedere bene, di piacersi e così via. Non possiamo pensare che aprire la valigetta sia ancora oggi la missione del venditore. Ogni pezzo è un’esigenza risolta. E per fare questo occorre molta disponibilità ad ascoltare il cliente ottico e a capire davvero quali siano le sue richieste. Alcuni esempi? Essere il primo a coinvolgere una certa tipologia di clientela o a proporre un determinato tipo di prodotto, ridurre i pezzi e il valore del magazzino o fare ruotare il magazzino con margini medi più alti, avere un’offerta che fidelizza. L’unico modo per testarlo è fare un’indagine senza mostrare il prodotto, che deve entrare in scena soltanto dopo che avremo stabilito con l’ottico: • empatia: l’ottico in primis acquista te come venditore; • accordo: abbiamo compreso che potrebbe essere utile confrontarci e conoscere di più rispetto al prodotto trattato;

Quali bisogni soddisfa il prodotto? Apro la valigia e mostro il contenuto: un tempo questa affermazione era sufficiente. Il prodotto, che sia la montatura, la lente oftalmica o a contatto, lo strumento, è la risposta alle esigenze dell’ottico e del consumatore. Il professionista della visione ha bisogno di una proposta accat-

* Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l’azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia. * Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane.

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Contro-intuitivo • soluzione: il prodotto è la risposta a un’esigenza dell’ottico.

perciò informarsi sulle iniziative che vengono messe in campo e analizzare insieme all’ottico i risultati che hanno determinato. Il prodotto proposto va, quindi, allineato con il sistema di marketing o quanto meno deve essere inserito nel piano di comunicazione dell’anno. Ecco i principali dati da considerare: • gli strumenti di comunicazione utilizzati; • chi li gestisce; • quali sono i riscontri delle campagne di comunicazione; • quanto budget viene investito in tali campagne; • quanti clienti nuovi vengono acquisiti in media.

L’ottico e il suo mercato Ogni insegna ha un mercato di riferimento diverso per clienti e scelte di posizionamento. L’ottico professionale porrà maggiore attenzione sui prodotti tecnici e attirerà, quindi, un target con esigenze di questo tipo; l’ottico più incline alle tendenze moda proporrà occhiali commerciali o di design e avrà soprattutto clienti che apprezzano la bellezza. Inoltre, vanno considerati anche i numeri, in particolare l’analisi del database degli utenti del punto vendita: 9 ottici su 10 oggi utilizzano gestionali per la raccolta dei dati e tutti i gestionali in uso hanno statistiche su età, professione, provenienza della clientela. Chiedete queste informazioni agli ottici e sarete in grado di formulare un’offerta mirata e di scegliere con maggiore chiarezza cosa proporre. Un’altra informazione importante riguarda la concorrenza: quanti altri ottici operano nello stesso comune, che tipologia di punto vendita hanno, quali servizi erogano? Il prodotto che un agente presenta, dunque, deve essere in linea con il posizionamento del negozio.

Non creare magazzino Oggi più che in passato l’imprenditore ottico è attento alle dinamiche di rotazione e ai margini di contribuzione. Quando si propone un prodotto, non deve creare magazzino: occorre assicurarsi che l’ottico abbia chiaro come lo venderà e quanti investimenti in comunicazione farà per spingerlo. E se non lo avesse ancora stabilito, bisogna aiutarlo, fornendo suggerimenti pratici su come incrementare il sell out e creando empatia su come vendere il prodotto.

Il suo sistema di marketing Esiste il piano marketing dell’ottico. Oggi sempre più imprenditori ottici utilizzano con regolarità strumenti e canali di comunicazione per fidelizzare i clienti e stimolarne di nuovi a venire in negozio. Il rappresentante deve

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Crm e social, la forza di una sinergia Se il 2020 è stato un anno difficile per l’intera filiera, tutti hanno comunque cercato di mantenere i contatti con la clientela tramite il web: ora è proprio su quella fidelizzata che bisogna puntare per incrementare il traffico nel centro ottico. Prende così il via una nuova rubrica focalizzata sul marketing digitale, dalla teoria alla pratica

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ustomer experience: il consumatore al centro. Così si può riassumere la tendenza sempre più marcata dell’interazione tra cliente e azienda che stiamo vivendo, caratterizzata da utenti che non vogliono solamente acquistare un prodotto o un servizio, ma chiedono e desiderano vivere esperienze profonde di relazione con i brand. Rispondere a questo cambiamento è la principale spinta alla trasformazione digitale per molte realtà. Ne consegue che il Crm e una gestione digitale del proprio negozio rivestono un ruolo di primo piano. Il vero valore di un brand si estrinseca nella conoscenza del proprio cliente e i canali per creare questo rapporto sono molteplici, dal customer care all’assistenza tecnica, per arrivare ai social network, ad esempio. L’adozione del

di Riccardo Accardi*

Crm e dei social va oggi intesa come utilizzo di piattaforme digitali intelligenti di raccolta dati e di comunicazione verso i consumatori finali, in una logica che travalica la tradizionale gestione della relazione con loro. Come si può, dunque, interagire attraverso i social con quanti ogni giorno vengono a trovarci nel centro ottico? A cosa può servire un pubblico che ci ascolta anche su questi canali? Si comincia dall’utilizzo e soprattutto dall’accuratezza con la quale viene usato il gestionale: è la prima fonte di informazioni che ci permette di individuare e comunicare con i nostri clienti. Bisogna essere precisi e non avere fretta durante l’inserimento dei dati: il tempo che investiremo per completare la scheda cliente tornerà utile nel momento in cui si dovrà usufruire proprio di quei dati durante le campagne o le comunicazioni. Per ricercare i clienti del gestionale che sono presenti sui social è necessario aprire una pagina aziendale su Facebook e creare un pubblico

*Ottico e optometrista, vincitore del VisionOttica Award 2018, responsabile marketing di VisionOttica Accardi

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Eye Marketing personalizzato, così da riconoscere “il momento permettono di capire, anche giorno per giorgiusto” in cui trasmettere un determinato mesno, l’andamento di tutti i post pubblicati sia in saggio. Tale funzione, infatti, permette di ragtermini di visibilità organica sia a pagamengiungere quegli utenti che già conoscono il cento. Più che il numero di “Mi piace” e di “Like” tro ottico, in modo tale da comunicare con loro vanno tenute sotto controllo le interazioni, ocin maniera molto più mirata. Per farlo è possibicorre capire chi sono coloro che hanno trovato le caricare un file excel con una lista di clienti: il tempo e hanno avuto una motivazione che li su Facebook è presente il manuale che illustra ha spinti a interagire con la pagina. Si deve l’operazione su come importare i dati del propuntare alla qualità, non alla quantità: bisoprio gestionale direttamente sul social network. gna tenerlo bene a mente quando si valutano In questo modo sarà possibile non solo conoi risultati. L’analisi delle performance è una scerli meglio ma anche, e soprattutto, entrare in contatto con loro: si potrà chiedere di mettere “Mi piace” ai post o “Like” alle pagine social, portarli a conoscenza delle comunicazioni, dei servizi o dei prodotti proposti dall’insegna oppure effettuare offerte mirate in target sulla base dei loro interessi o degli ultimi acquisti, per i quali potrà tornare utile visualizzare lo storico del carrello sul Crm. Se dotato di e-commerce, li si potrà anche indirizzare al sito web per effettuare un acquisto, ma soprattutto sarà possibile favorire l’interazione con loro, attraverso commenti e like, per migliorare la consapevolezza del brand del centro ottico. L’aspetto più importante nell’utilizzare i social network per comunicare con i clienti è che tutto quello che viene ese©Freepik guito può essere pianificato, tracciato e misurato. • La pianificazione serve per creare degli obiettivi, come ad esempio farsi conoprassi da svolgere con continuità e costanza, scere, curare la propria immagine, migliorare creando report trimestrali, semestrali o anla reputazione o vendere prodotti e servizi. Per nuali da condividere internamente. Con una risultare realistici, gli obiettivi devono essere disamina a posteriori di quanto fatto sui social misurabili, specifici, rilevanti, raggiungibili e network si può comprendere se la strategia calendarizzabili. è davvero efficace, perché si disporrà di dati • Il tracciamento avviene in modo automatiimportanti su quali post hanno avuto maggioco da parte dei social che vengono utilizzare impatto sul pubblico. ti. Sarà perciò necessario visualizzare i dati Grazie all’unione e a una gestione ottimale del e acquisire conoscenza di ciò che le persone Crm e dei social è, dunque, possibile fidelizzastanno dicendo sul centro ottico e sui suoi pro- re e conoscere meglio i clienti. Ma soprattutto dotti o servizi. essi diventeranno efficaci testimonial online del • La misurazione avviene grazie ai dati che centro ottico, portando verosimilmente a un inogni social network raccoglie: le statistiche cremento delle vendite.

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Lab

Miopia: i principali parametri predittivi di Davide Colombo Laureato in Ottica e Optometria all’Università di Padova

Seconda e ultima parte dell’analisi dei fattori di rischio associati alla comparsa o allo sviluppo del più diffuso difetto visivo al mondo

A

nche se diversi studi ne hanno dimostrato l’importanza, come abbiamo evidenziato nel numero scorso di questa rivista, non è sufficiente suggerire a tutti i genitori di far giocare i propri bambini più tempo all’aria aperta per prevenire la miopia. Può sicuramente essere un ottimo consiglio generale, ma data la complessità del problema cui ci si sta approcciando, risulta necessario agire in maniera più precisa e specifica. Abbiamo quindi bisogno di alcuni parametri che possano venire in aiuto quando il genitore porrà la fatidica domanda: mio figlio diventerà miope? Premesso che la risposta non potrà mai essere certa, è bene conoscere quali siano i segnali critici che possono o, meglio, devono metterci in allarme. Nel 2015 è stato pubblicato un articolo, Prediction of Juvenile-Onset Myopia di K. Zadnik, in cui vengono ì esaminate 13 variabili e la loro possibile correlazione con la comparsa della miopia. Il risultato è piuttosto incoraggiante: dopo complesse analisi matematiche si è constatato, infatti, che la misura del singolo errore refrattivo (equivalente sferico) ha statisticamente lo stesso potere predittivo di 8 variabili combinate assieme, tra le quali il rapporto AC/A, la genetica, la lunghezza assia-

le e il potere del cristallino. In particolare, se un bambino a 6 anni avesse un equivalente sferico <+0.75D, avremmo il nostro primo campanello d’allarme per un possibile futuro miope, tendenzialmente intorno ai 14 anni: questo significa avere otto anni di tempo per cercare di evitare che compaia la miopia. Una serie molto interessante di studi è stata effettuata da Donald O. Mutti e dal suo team: in particolare hanno provato a cercare correlazioni tra alcuni parametri, come il rapporto AC/A, l’errore refrattivo, la lunghezza assiale e la refrazione periferica, e la comparsa della miopia, considerando i 5 anni prima e i 5 anni dopo l’insorgenza della miopia stessa. In particolare errore refrattivo, lunghezza assiale e refrazione periferica relativa subiscono le maggiori variazioni l’anno precedente l’inizio dello sviluppo di questo difetto visivo. Il rapporto AC/A ha, invece, un comportamento diverso: cinque anni prima della manifestazione della miopia non si evidenziano differenze tra occhi non miopi e futuri miopi, mentre questi ultimi a partire dal quarto anno mostrano un progressivo aumento di tale valore, che arriva a essere, nel momento dell’insorgenza, di 6,92 Dp/D (rispetto ai 4,27 Dp/D dei non miopi). Inoltre la percentuale di bambini

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Figura 1. Rapporto AC/A e %che di bambini cheEsoforia presentano Esoforia da V>=2Dp in rapporto all'anno (anno è l'anno della comparsa Rapporto AC/A e % di bambini presentano da V>=2Dp in rapporto all’anno (anno “0” è l’anno della"0" comparsa della miopia). Molto di interessante il capire comeanche le variabili anche prima che comparsa. la miopia faccia la sua comparsa. della miopia): permette capire comedunque le variabili cambino prima cambino che la miopia faccia la sua Fonte: Mutti O. D., The response AC/A Ratio Before and After the Onset of Myopia, IOVS, 2017, n. 58, 1594-1602

futuri miopi con una foria da vicino maggiore di Se è vero che la prevenzione sta diventando sempre 2Dp segue all’incirca lo stesso andamento, con un più importante nello scenario mondiale, non possiaprogressivo aumento, fino quasi al 20%, sino all’an- mo dimenticarci dei bambini che già hanno a che no della comparsa. La foria da vicino e le accomo- fare con la miopia. Le possibilità di trattamento ottico Figura 1. Mutti O. D., The response AC/A Ratio Before and After the Onset of Myopia, IOVS, 2017, n. 58, dazioni relative sono state oggetto di uno studio sono ormai molte e diverse, ognuna con ampia base 1594-1602 (D. Goss, 1991) che sostanzialmente conferma la scientifica alle spalle, che si tratti di lenti a contatto, tendenza verso l’esoforia nei futuri miopi (P<0.001). di lenti oftalmiche a supporto accomodativo o con Tali segnali sono inequivocabili e avviano ulterio- design appositamente ideato per il bambino miope. ri teorie su quali siano i parametri predittivi della Si rivela comunque importante l’interfacciarsi con i manifestazione della miopia. Gli autori sembrano genitori e con i figli, che porterà inevitabilmente alla essere d’accordo sul considerare queste variabili creazione di un solido rapporto di fiducia. come ulteriori conferme di una situazione al limite, In conclusione, quello che stiamo vivendo in alcuad esempio un bambino di 5 anni con equivalen- ne zone del mondo deve farci riflettere. Se in certi te sferico di +0.75D. Tuttavia consigliano di tenere stati si è arrivati addirittura alla creazione di provalido come parametro per il primo screening l’e- grammi di doposcuola obbligatori per scongiurare quivalente sferico. il più possibile la miopia, significa che il problema Nonostante non ci sia ancora una piena com- è reale e serio. In Italia fortunatamente la prevaprensione dei fenomeni che portano all’insorgen- lenza non è ancora ai livelli del sud est asiatico, ma za della miopia, avere così tanto preavviso dopo potrebbe esserlo tra qualche decennio. Abbiamo, una semplice misurazione dell’equivalente sferico però, l’opportunità di vedere con largo anticipo è una notizia tanto positiva quanto responsabiliz- quello che una “pandemia di miopia” può causare zante. Siamo, dunque, consapevoli di quelli che e gli strumenti per porvi rimedio: non mancano, inpossono essere i fattori ambientali correlati alla fatti, le conoscenze su come prevenirne la comparcomparsa della miopia e in grado di suggerire sa e nemmeno i metodi per cercare di rallentarla. come risolverli: gestione multidisciplinare con il Ma soprattutto non deve mancare una stretta e comedico oculista, controlli ogni 6-12 mesi e correzio- struttiva collaborazione con i medici oculisti: solo ne della modalità di scrittura o di lettura sono al- così potremo offrire ai bambini e alle loro famiglie cuni dei passaggi da mettere in pratica nell’attività il miglior trattamento che miri alla non manifestaottico optometrica. zione o al rallentamento della miopia.

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Fragilità: un’occasione per ri-progettare la professione? di Francesca Sanguineti giornalista specializzata in ambito scientifico

Una delle finalità del lavoro dell’ottico è mettere in luce ciò che spesso rimane in ombra: prende così il via una rubrica su base annuale che si prefigge di analizzare quella che comunemente viene definita ipovisione sotto molteplici aspetti e con una diversa prospettiva

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a definizione di persona fragile, o meglio di “persona anziana fragile”, è stata introdotta per indicare una specifica tipologia di individuo con una dubbia stabilità delle condizioni cliniche e ad alto rischio di complicanze, che possono sfociare in modo progressivo in esiti avversi, dalla perdita dell’autonomia funzionale sino alla cessazione della vita. Questa accezione negativa è insita anche nella definizione di fragilità dell’Oms: “estrema vulnerabilità a fattori stressanti interni ed esterni che espongono il soggetto a un più alto rischio di outcome di salute avversi”. Eppure, considerando un’altra prospettiva, la fragilità può identificarsi con qualcosa di molto prezioso, da proteggere: a volte non costituisce una caratteristica fisica,

ma culturale o addirittura uno stato mentale, spesso è dissimulata e quando si manifesta ci coglie di sorpresa. Affrontare qui l’argomento è uno spunto su cui riflettere per lo sviluppo di una professione che riprogetta il suo futuro. È inevitabile che con l’avanzare dell’età l’individuo sia soggetto in maniera fisiologica a una diminuzione delle riserve funzionali e intellet-

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viista fragile Lab tive, diventando vulnerabile verso il mondo che lo circonda, anche quello più semplice fatto di gesti quotidiani. La geriatria moderna mette la fragilità sui gradini più alti del podio dell’attenzione, poiché essa permette di considerare l’individuo come persona, ossia come insieme integrato di sfere emotive, fisiche e mentali. Tuttavia riconoscere una persona in stato di fragilità, nonostante le linee guida fornite dagli esperti, non è sempre immediato né scontato, ma è fondamentale, soprattutto per i professionisti della visione che accolgono nei propri centri persone ultrasettantenni alla ricerca di soluzioni ai loro problemi di vista e, inconsapevolmente, alla ricerca di ascolto, di rassicurazione, di fiducia. Il professionista potrebbe adottare un approccio di “fragilità universale” verso tutte le persone anziane? Probabilmente sì, se si contestualizza il concetto entro un sistema più grande, complesso e strutturato quale è la cosiddetta silver economy che, come sistema di produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi rivolti alla fascia “d’argento”, oggi non può essere sottovalutato. In base ai dati forniti dal Centro Studi Confindustria nel febbraio 2020, il nostro paese ha una quota di over 65 tra le più alte al mondo, pari a 13,6 milioni (22,8% del totale). Questo valore secondo le stime crescerà fino al 2047, quando saranno quasi 20 milioni (34%). Nel 2018 l’indice di vecchiaia ha raggiunto il suo massimo storico, mentre l’indice di dipendenza economica e sociale degli anziani ha raggiunto il 35,7%: significa che in Italia ogni tre persone

attive una è over 65. Si tratta del valore più elevato in Europa (31%) e il secondo al mondo dopo il Giappone (46%). Il valore complessivo della spesa realizzata dagli over 65 in Italia è di circa 200 miliardi di euro: una cifra che nel 2030 varrà circa il 25% del totale e il 30% nel 2050. Inoltre, secondo le recenti stime dell’Oms su cecità e ipovisione, un miliardo di persone nel mondo ha una disabilità visiva che avrebbe potuto essere prevenuta o deve ancora essere affrontata. Di questo miliardo, 123,7 milioni hanno deficit della vista a distanza moderata o grave o cecità dovuta a errore di rifrazione non affrontato. Sono poi 65,2 milioni le persone con cataratta, 6,9 milioni con glaucoma, 4,2 milioni con opacità corneali, 3 milioni con retinopatia diabetica e 2 milioni con tracoma. Ben 826 milioni hanno disturbi della vista da vicino causati da presbiopia non affrontata. Di fronte a questo scenario diverse aziende dell’ottica stanno già adottando nuovi modelli, implementando nuovi servizi e specialmente allargando le proprie competenze con una formazione specifica e interdisciplinare ben focalizzata sui target, che abbracci tutte le sfere interessate dallo “spazio fragile”. Per il centro ottico la persona con fragilità visiva non è solo un cliente, ma una grande occasione di ri-progettare la propria professione, un circolo virtuoso di lavoro e un aiuto concreto verso il benessere della visione. L’ottico all’avanguardia sarà colui che metterà in luce la parte ancora buona, la capacità visiva residua e la tratterà come “il” bene prezioso, la ricchezza da proteggere.

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Lenti a contatto

Safilens: una nuova lac per il benessere dell’occhio miope di Francesca Tirozzi

Si chiama Delivery Tyro: nella sua matrice è inserita la tirosina, precursore della dopamina, la cui concentrazione normalizzerebbe l’anomalo accrescimento del bulbo oculare, tipico del più diffuso difetto visivo al mondo

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n nuovo approccio biochimico che scita: l’aminoacido tirosina, grazie al quale nascono consente di intervenire sulla fisiologia le Delivery Tyro, le nuove lenti a contatto di tipo giordell’occhio, contribuendo a ridurre i fatto- naliero di Safilens, il cui progetto è stato sviluppato ri di rischio e a mantenere il suo stato a con la collaborazione di Fondazione Banca degli Ocun livello di salute ottimale, è alla base della nuova chi del Veneto Onlus di Mestre». famiglia di lenti di Safilens, le Delivery. «L’obiettivo La tirosina è un aminoacido semi-essenziale sia asdelle ricerche e della realizzazione di lenti a contat- sunto con la dieta sia generato dal nostro organismo, to è allo stato attuale quello di produrre dispositivi che viene inserito nella struttura delle Delivery Tyro sicuri, in grado di essere il meno invasivi possibile e rilasciato lentamente durante il porto. Perché pro- spiega Alessandro Filippo, R&D manager di Safi- prio la tirosina? «Perché viene utilizzata dal metabolens - Ciò che possiamo fare da qui in futuro è ren- lismo cellulare come precursore di una serie di altre derli ancora più performanti, passando dal concetto sostanze di importanza straordinaria, le catecolami“non fanno male” a “possono fare bene”, ossia usare ne, neurotrasmettitori che veicolano i messaggi fra la lac come beneficio per l’occhio. Con questo con- cellule neuronali o fra cellule di natura diversa - precetto intendiamo favorire una normalizzazione dello cisa Diego Ponzin, direttore di Banca degli Occhi del sviluppo oculare, in particolare del bulbo oculare. Veneto - Una delle sostanze che viene generata dal Nella struttura visiva devono, infatti, coincidere la nostro organismo a partire dalla tirosina è la catecolunghezza anteroposteriore dell’occhio e il potere re- lamina dopamina: secondo ricerche effettuate negli frattivo: solo quando ci sarà questo giusto rapporto si ultimi anni, la dopamina ha una funzione importanavrà nella retina la ricostruzione di immagini perfet- te nello sviluppo corretto dell’anatomia dell’occhio, tamente a fuoco. Ciò non in particolare del normale avviene nel caso della accrescimento assile, quinmiopia, caratterizzata da di in lunghezza, del bulbo uno sviluppo anomalo in oculare, prevenendo così lunghezza del bulbo ocul’insorgenza della miopia. lare. Esistono però delle La tirosina ha delle prosostanze sintetizzate dal prietà favorevoli in quecorpo umano che sono in sto senso perché entra nei Delivery Tyro, la nuova lente a contatto giornaliera di Safilens grado di regolarne la creprocessi metabolici della

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Lenti a contatto cellula e la sua presenza influenza quella di dopamina: se assumiamo tirosina ci sarà una maggiore concentrazione di dopamina nel sangue o nelle strutture dell’occhio. Ricordiamo che la miopia è un problema oculare che si manifesta dai primi anni di vita: una lente a contatto progettata per l’età giovanile che contenga tirosina risponde all’importante concetto di prevenzione tramite l’apporto di una sostanza naturale che entra nel metabolismo cellulare». Com’è realizzata Delivery Tyro? «Durante il processo di produzione siamo in grado di introdurre nella matrice della lente sostanze in grado di migliorare il porto delle lenti - aggiunge Filippo - Oltre all’acido ialuronico e al TSP abbiamo quindi inserito la tirosina». Altro elemento differenziante è l’assenza di filtro dai raggi ultravioletti, di cui sono generalmente dotate oggi le lac, perché tale filtro «sconfina anche nella luce viola, che invece ci è amica perché stimo-

la la dopamina - conclude Filippo - Per questo abbiamo deciso di non metterlo, per lasciare libero tutto lo spettro solare di arrivare alla retina». Delivery Tyro è dunque il primo lancio della nuova linea di lac di Safilens. «La possibilità di presentare oggi questo prodotto è dovuta al grosso lavoro fatto dal nostro reparto ricerca e sviluppo, ma anche dalla volontà della nostra proprietà, il gruppo Bruno Farmaceutici - ricorda Daniele Bazzocchi, general manager dell’azienda - Attualmente disponibile in poteri negativi, quindi per miopia, è tuttavia ipotizzabile che la famiglia Delivery si possa ampliare con altri prodotti per rispondere alle esigenze, ad esempio, degli astigmatici o con altre proprietà e diverse modalità di porto. Safilens, insieme ai medici della Banca degli Occhi di Mestre, è in grado di fornire qualsiasi approfondimento sul tema agli ottici, cui si aggiungerà una formazione dedicata a partner selezionati».

Due decenni di innovazioni Nei suoi primi vent’anni di attività, ricerca, sviluppo e innovazione hanno reso l’azienda italiana tra i punti di riferimento della contattologia anche sui mercati internazionali. Fondata a inizio 2001 in collaborazione con il Gruppo Safilo, nella primavera del 2012 viene acquistata da Bruno Farmaceutici. Il primo ventennale è fatto soprattutto di innovazioni. Nel 2005 Safilens brevetta una lente contatto a rilascio di acido ialuronico: la linea Safe-Gel. Nel 2011 presenta l’evoluta FusionTechnology, che assicura un’idratazione e una lubrificazione ottimali durante l’uso della lente grazie all’incorporazione nella stessa di un copolimero composto da Tamarind Seeds Polisaccaride e acido ialuronico, cioè i due polimeri naturali maggiormente utilizzati nel trattamento dell’occhio secco. La sintesi della fusione aziendale tra farmaceutica e contattologia si esprime con il Progetto Open 30, la prima lente in silicone di Safilens basata sulla brevettata FusionTechnology. Nel 2015 la società sviluppa e lancia le geometrie EDOF afocale, prima nella modalità giornaliera, fusion 1day presbyo, e poi in quella settimanale e mensile. Il 2020 ha visto ampliare l’internazionalizzazione di Safilens grazie alla partnership di inizio anno con l’olandese Oté, che si propone di combinare l’esperienza manifatturiera e le strutture commerciali delle due realtà, attraverso la progettazione di nuove formulazioni di soluzioni per lenti a contatto. Si consolida così la presenza sui mercati esteri, dove i prodotti Safilens sono distribuiti in 35 paesi, anche grazie alle controllate Safilens UK e Safilens Adria per l’area balcanica.

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Lenti oftalmiche

Progressione miopica: oculisti a confronto su rischi e soluzioni a cura della redazione

Il 25 gennaio si è tenuto un talk show digitale, organizzato dalla testata EyeSee e con il contributo di Hoya, in cui quattro luminari di oftalmologia pediatrica hanno analizzato le diverse prospettive sulle attuali strategie di controllo, ponendo attenzione anche alle ultime innovazioni tecnologiche in questo ambito

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urante l’evento, moderato dalla giornalista e scrittrice Paola Scaccabarozzi e visibile sulla piattaforma digitale EyeSee, Paolo Nucci, ordinario di Oftalmologia presso l’Università Statale di Milano, Luca Buzzonetti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica del Bambino Gesù di Roma, Roberto Caputo, direttore di Oftalmologia pediatrica all’Ospedale Meyer di Firenze, e Massimiliano Serafino, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’Istituto Gaslini di Genova, hanno illustrato a classe medica e ottici optometristi perché e come l’incremento globale dei nuovi casi di miopia, che sta raggiungendo proporzioni senza precedenti, debba essere contenuto, grazie alla prevenzione e all’aiuto delle tecnologie d’avanguardia che l’industria mette a disposizione. «La miopia è il disturbo della vista più comune e si verifica quando il bulbo oculare si sviluppa in lunghezza in maniera anomala e la luce non si concentra correttamente sulla retina, che trasmette al cervello le impressioni luminose, facendo apparire sfocati gli oggetti distanti: il maggior tempo trascorso, soprat-

La locandina dell’iniziativa

tutto durante questi ultimi mesi, in attività da vicino può aumentare il rischio di problemi visivi anche in chi non è predisposto a svilupparli - ha spiegato Nucci - Quando si corregge la miopia con un occhiale o con una lente a contatto si porta a fuoco l’immagine che arriva alla parte centrale dell’occhio, ma non si ottiene lo stesso grado di messa a fuoco sulle immagini della periferia. Il risultato di questa scarsa correzione periferica è l’invio di un messaggio al cervello che segnala come il bulbo oculare sia troppo corto

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Lenti oftalmiche

I quattro specialisti in oftalmologia pediatrica che hanno dato vita all’evento digitale: da sinistra, Luca Buzzonetti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica del Bambino Gesù di Roma, Massimiliano Serafino, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’Istituto Gaslini di Genova, Paolo Nucci, ordinario di Oftalmologia presso l’Università Statale di Milano, e Roberto Caputo, direttore di Oftalmologia pediatrica all’Ospedale Meyer di Firenze

per vedere sufficientemente bene: l’inevitabile reazione è una spinta all’allungamento oculare e quindi al peggioramento della miopia. Le lenti con tecnologia D.I.M.S. generano una particolare sfocatura della retina periferica, detta defocus miopico periferico, che “inganna” il cervello facendogli credere che il bulbo abbia già raggiunto una lunghezza sufficiente, rallentando così in media del 60% la progressione della miopia, secondo una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista British Journal of Ophthalmology, effettuata su 160 bimbi seguiti per due anni: un risultato iniziale ma molto incoraggiante, che sarà completato con un ulteriore studio clinico osservazionale condotto in Francia e Regno Unito». Caputo ha sottolineato che gli occhiali con lente a tecnologia D.I.M.S. «non essendo invasivi risultano più adatti e ben tollerati dai giovani, perché privi di effetti collaterali che possono incidere sul benessere psicologico ed emotivo del bambino. Le lenti inoltre sono praticamente identiche a delle normali monofocali, leggere, sottili, molto resistenti agli urti e con protezione anche dai raggi UV». Questa tecnologia segna il passaggio a un nuovo approccio: dalla sola correzione alla gestione della miopia, che richiede una formazione specifica e certificata dei centri ottici abilitati. «È bene che l’oculista verifichi sempre lo stato di salute degli occhi dei ragazzi attraverso un’accurata

visita che escluda eventuali altre patologie come, ad esempio, lo strabismo. Inoltre, queste lenti vanno utilizzate come unica correzione ottica perché il massimo beneficio si ottiene con l’uso continuativo - ha aggiunto Buzzonetti - Il trattamento può essere avviato a qualsiasi età in cui si presenta la progressione della miopia, che spesso è massima fra i 6 e i 13 anni: prima si inizia e più bassa è la miopia, maggiore sarà la probabilità di avere benefici più importanti. Dopo due settimane dalla consegna dell’occhiale serve una valutazione dell’adattamento e della soddisfazione visiva: abituarsi alle nuove lenti può richiedere infatti un po’ di tempo e durante questo periodo è consigliabile che il bambino eviti attività sportive intense. Sono lenti confortevoli che devono essere indossate tutto il giorno perché di fatto sono una terapia, con una possibilità di azione molto ampia che arriva a meno 10 diottrie per la miopia e a 4 diottrie per l’astigmatismo. È suggerita ogni sei mesi una visita di controllo per valutare la progressione del difetto visivo». Gli oculisti consigliano, inoltre, di prendersi cura della vista dei giovanissimi anche con l’aiuto delle buone abitudini. «La miopia ha fra le cause principali la predisposizione genetica: chi ha parenti stretti con gli occhiali per lontano ha un rischio maggiore di averne bisogno a sua volta. Tuttavia, se alla familiarità si associa una vista sempre focalizzata su

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Lenti oftalmiche distanze ravvicinate la probabilità aumenta molto ha detto Serafino - Bisognerebbe perciò trascorrere almeno due ore al giorno all’aperto e fare sempre pause frequenti dagli schermi o da tutte le attività a distanza ravvicinata: ogni venti minuti sarebbe bene staccarsi da libri, computer o cellulare per guardare fuori, lontano, per almeno venti secondi. Anche

mantenere una buona postura, una distanza di lavoro corretta e una buona illuminazione aiuta gli occhi a rimanere in salute svolgendo attività a distanza ravvicinata; infine, è importante sottoporsi a regolari controlli della vista per trattare la miopia e monitorare la salute dell’apparato visivo, così da ridurre la progressione del difetto e le potenziali complicanze».

MiyoSmart, correzione e gestione della miopia nella stessa lente A margine del talk show digitale la giornalista e scrittrice Paola Scaccabarozzi ha intervistato Maurizio Veroli e Silvano Larcher, rispettivamente amministratore delegato e responsabile relazione con la classe medica di Hoya Italia. «Siamo molto orgogliosi La giornalista Paola Scaccabarozzi, al centro, durante l’intervista a Maurizio Veroli, a destra, e Silvano Larcher di Hoya Italia di aver realizzato MiyoSmart, la prima lente oftalmica con tecnologia D.I.M.S. che è a pieno titolo un trattamento attivo in grado di rallentare la progressione della miopia - ha detto Veroli - Si tratta di un approccio innovativo, semplice, efficace, non invasivo e anche molto facile da prescrivere, che rappresenta una svolta fondamentale nella tecnologia ottica per il contrasto della progressione miopica: una lente che da un lato corregge e dall’altro contribuisce a rallentare la miopia, in una prospettiva non solo di correzione del difetto visivo, ma soprattutto di prevenzione e in un contesto di collaborazione tra le categorie professionali della vista e della visione». Larcher ha auspicato un rapporto diretto e duraturo con la classe medica nell’interesse del giovane miope. «Siamo di fronte a un percorso in cui i piccoli e le loro famiglie dovranno periodicamente interfacciarsi con le due figure di riferimento, il medico oculista e l’ottico optometrista, seguendo un iter specifico - ha dichiarato - Hoya intende formare e informare le due categorie professionali per condividere contenuti e benefici di questo innovativo prodotto oftalmico, ma daremo anche la possibilità alle persone di trovare su un sito web specializzato i professionisti della visione e persino gli oftalmologi che aderiranno al programma MiyoSmart». Cos’è MiyoSmart? MiyoSmart sfrutta la tecnologia D.I.M.S., acronimo che sta per Defocus Incorporated Multiple Segments e significa “segmenti multipli di defocus incorporati” nella superficie esterna della lente. MiyoSmart utilizza tale concetto con segmenti multipli, ottenendo buoni risultati in termini di qualità di visione e di facilità di utilizzo: diventa quindi sufficiente portare costantemente il proprio occhiale per gestire nel tempo la progressione miopica. In sostanza, grazie a questa lavorazione, le lenti MiyoSmart permettono contemporaneamente di correggere la miopia e di gestirne la progressione attraverso 400 segmenti di defocus miopico distribuiti in un’area circolare di 33 mm. Ciascuna zona di defocus ha un potere di +3.50 D che si alterna a zone di visione nitida: questo consente di avere di fronte alla pupilla sempre il 50% di trattamento e il 50% di potere per lontano.

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Filab punta sulla protezione totale a cura della redazione

L’azienda oftalmica riparte con un’attenzione particolare al benessere visivo, che diventa il fil rouge per il 2021

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aranno dodici mesi di novità, dodici mesi di investimenti a favore dell’ottico indipendente «che dimostreranno ancora una volta quanto supportare il mercato interno sia per Filab il cuore di tutti i progetti - spiega Stefano Cazzola, direttore commerciale della società di Lucca - Nella prima parte dell’anno dedicheremo spazio, in modo particolare, a un prodotto che si distingue come soluzione totale per la protezione visiva: si tratta di Sunchrome UV con taglio a 420 nm, la lente con materiale protettivo dai raggi UVA, UVB e dalla luce blu viola, che ha la peculiarità di essere anche fotocromatica, permettendo al portatore di avere così in un’unica soluzione il

massimo della tecnologia e della praticità con un solo obiettivo, proteggere». Fra i prodotti di punta per il 2021, anche una lente fotoselettiva a protezione controllata fotocromatica e polarizzante, altro tema di grande attualità che rispecchia la filosofia di Filab nel proporre, sotto presidio del medico oculista, soluzioni per chi soffre di patologie retiniche, con dispositivi in grado di difendersi da radiazioni sotto i 450 nm di lunghezza, pericolose per gli occhi perché possono essere responsabili di importanti danni al sistema visivo. «Si tratta di Floox, lenti indicate anche per coloro che praticano sport all’aria aperta, con un miglioramento del comfort visivo, ma soprattutto per quanti necessitano di una elevata protezione oculare e per soggetti affetti da particolari patologie visive: il prodotto è, infatti, in grado di aiutare a prevenire i danni causati dalle radiazioni sotto i 450 nm di lunghezza d’onda che, essendo dotate di intenso contenuto energetico, possono attivare reazioni fotochimiche responsabili, ad esempio, di cheratiti, congiuntiviti attiniche o cataratta corticale - aggiunge Cazzola - Abbiamo riscontrato che proporre al mercato soluzioni specifiche di elevata qualità offre un supporto all’ottico nella vendita di prodotti ad alto valore aggiunto. Filab ha, inoltre, realizzato un protocollo informativo per la classe medica, che verrà aggiornato con le novità a catalogo».

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Shamir: la forza di un gruppo, la prossimità del servizio di Francesca Tirozzi

Cambio al vertice per la filiale italiana della multinazionale oftalmica: il nuovo direttore generale, Yair Di Segni, da oltre dieci anni in azienda come general counsel, punta a potenziare sia la presenza sul territorio sia l’awareness del brand

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air Di Segni subentra a fico e i mercati mediterranei. Oggi Eran Harduf, da quasi vanta una copertura territoriale vent’anni nel gruppo ofglobale con circa 40 filiali in quasi talmico, che ricoprirà il 22 nazioni. Contemporaneamente ruolo di presidente di Shamir Rx ha realizzato grossi investimenItalia sino a giugno. Non si tratta ti su prodotti innovativi in varie di un ingresso in azienda: il manacategorie: ad esempio sul design ger è entrato a livello internaziodelle lenti progressive con tecnonale come general counsel appelogia Intelligence, il nostro ultimo na dopo la nascita di Shamir Italia lancio in questo segmento, e, nel avvenuta nel 2011. Ha quindi viscampo dei trattamenti, sul nuovo suto in prima persona l’evoluzione antiriflesso Glacier+ UV IR e Antidella realtà italiana direttamente Fog. Tra le tecnologie di lavoraYair Di Segni, da gennaio alla guida di Shamir Rx Italia da casa madre, in Israele, e ha zione lenti va citato il fast service, svolto il suo ruolo supervisionanche consente un servizio in giordo le 40 filiali Shamir nel mondo. nata di lenti di ricetta: oggi siamo pienamente Come è cambiata l’azienda negli ultimi operativi anche dalla sede di Napoli, avviata anni? circa tre anni fa. Shamir è cresciuta molto negli ultimi dieci anni, Cosa ha ereditato dalla precedente geraddoppiando in sostanza il proprio fatturato. stione, su quali aspetti si focalizzerà e Inoltre, attraverso iniziative di business deve- quali novità verranno introdotte? lopment e di acquisizione, il gruppo ha avviato Con l’esperienza del lavoro presso la casa manuove attività in diversi siti produttivi nel mon- dre, soprattutto in ambito mergers and acquisido, tra cui il Sud America, l’Europa, l’Asia Paci- tions e in progetti di business development, ri-

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Lenti oftalmiche tengo di avere una visione ampia della gestione globale e una profonda conoscenza del management del gruppo e dei soci. Ora Shamir Italia può contare su un nuovo headquarter a Padova. Quali sono le caratteristiche e le funzionalità della nuova sede e come si colloca all’interno della strategia generale del gruppo? Il rapporto con gli ottici rappresenta per noi il core business sul quale intendiamo investire nei prossimi anni. Con nuovi impianti di produzione e con i prodotti che abbiamo recentemente lanciato, vogliamo continuare a offrire ai professionisti della visione il miglior servizio possibile abbinato a una qualità eccellente. Il focus in Italia è valorizzare le nostre potenzialità da un lato di realtà multinazionale, dall’altro di presenza territoriale, con presidi che conferiscono a Shamir un carattere locale: questo ci permette di essere oggi un partner con un servizio e qualità eccellenti, con una tecnologia innovativa e all’avanguardia, ma anche con quella familiarità e vicinanza frutto della nostra flessibilità e adattabilità aziendale. Per quanto riguarda la strategia, il gruppo si focalizza su quattro aspetti fondamentali: innovazione continua, servizio eccellente e personalizzato, livello di qualità dei prodotti, agilità nei confronti del mercato. Queste caratteristiche sono perfettamente rappresentate dalla nostra sede italiana, a maggior ragione ora con l’ampliamento della struttura, sia per quanto riguarda l’offerta che continuiamo ad aggiornare rispondendo alle esigenze del business sia per l’upgrade del servizio sul territorio che oggi conta tre siti produttivi, dotati di un nuovo laboratorio completo nella sede principale di Padova, di un laboratorio a Bergamo e di un laboratorio InoTime a Napoli. Sono in programma campagne e iniziative a supporto dei centri ottici italiani? Il nostro target è l’ottico indipendente, al quale abbiamo intenzione di offrire una serie di spunti formativi e professionali per supportare e migliorare la gestione del business. Inoltre è previsto il lancio ufficiale del nostro logo, che abbiamo presentato in piena pandemia: ora merita la giusta attenzione presso i punti vendita italiani

La sede ampliata del gruppo oftalmico, a Padova

con una campagna ad hoc che incrementerà la conoscenza del brand Shamir da parte del consumatore finale. Del logo, aggiornato nel font e nella grandezza, è stato rivisto il pay off “Recreating Perfect Vision”, utilizzato negli ultimi vent’anni, in “Perfect Vision. Personal Touch”, che sintetizza il concetto di un servizio migliore, rivolto soprattutto ai centri ottici indipendenti. Quali saranno, infine, i prodotti di punta nel 2021? Nel 2020, a causa della pandemia, è incrementato lo smart working: abbiamo perciò ampliato, in linea con le richieste del mercato, l’offerta digital office introducendo Shamir Full Monitor, specificamente progettata per chi trascorre gran parte della sua giornata al computer e ideale per chi lavora su schermi molto grandi o su più monitor, anche a diversi livelli di altezza. Inoltre la nostra forza è il design, non solo nella progettualità della lente oftalmica, ma anche nel trattamento antiriflesso. A tale proposito abbiamo iniziato il nuovo anno con il lancio di Shamir Ocean, trattamento antiriflesso evoluto che abbina durevolezza e resistenza a un tocco di estetica: restituisce, infatti, un riflesso residuo blu e consente di esaltare il look grazie a una maggiore trasparenza della lente. La prossima primavera sarà, inoltre, ricca di colore, con Bicolor Sun e New Photoglamour, le nuove colorazioni per dare energia e un tocco di stile a chi le sceglierà. E, per finire, a breve entrerà nei nostri laboratori una tecnologia altamente innovativa per la realizzazione dei trattamenti antiriflesso.

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DAI Optical presenta I-Zoom, la progressiva next gen a prova di Dna L’azienda oftalmica rende unica l’esperienza visiva dei presbiti mettendo le loro necessità al centro del proprio processo di ricerca e innovazione e offrendo una soluzione di nuova generazione che azzera i problemi di adattamento e garantisce visione perfetta a ogni distanza. I-Zoom è la lente progressiva totalmente personalizzata, generata da un minuzioso algoritmo, il Dna Patch Calculation, che rielabora i parametri visivi integrandoli a un innovativo modello matematico. Garantisce il totale comfort visivo, l’eliminazione delle distorsioni ottiche, una visione laterale senza alcun difetto, una messa a fuoco perfetta a ogni distanza, donando un senso di libertà al portatore. Il passaggio dalla visione del lontano a quella dell’intermedio e del vicino risulta naturale e non è più necessario muovere la testa per variare zona di visione e mettere a fuoco. Il modello matematico DNA Patch Calculation con cui è progettata I-Zoom risulta caratterizzato da una superficie sviluppata con approccio per micro patch, innovativo rispetto ai tradizionali metodi costruttivi che operano considerando l’intera superficie. Il processo di multi sezionamento della superficie di calcolo consente, infatti, di ridurre al minimo ogni tipo di approssimazione. L’utilizzo di algoritmi genetici nella tecnologia DNA Patch Calculation favorisce ottimizzazioni di carattere locale e microscopico, che puntano a ridurre notevolmente le aberrazioni nelle zone periferiche, andando a migliorare in modo decisivo il comfort totale sulla superficie della lente. DNA Patch Calculation permette anche di eliminare tutte le distorsioni note come “effetti di ondeggiamento”.

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I test condotti su I-Zoom hanno evidenziato circa il 30% in più di riduzione delle aberrazioni laterali rispetto a una lente progettata con i metodi tradizionali e l’eliminazione della sensazione di ondeggiamento senza alcuna riduzione dell’ampiezza del campo di visione nitida. Le lenti I-Zoom possono essere progettate anche attraverso l’ausilio di I-Check, l’app che scansiona gli occhi del portatore in base ad anatomia, abitudini e comportamento. È in grado di leggere, analizzare, elaborare e riprodurre le attività visive e posturali durante azioni tipiche che coinvolgono la visione del vicino, come la lettura. Consente, inoltre, di realizzare centratura da lontano e vicino, di personalizzare la lente in base ai parametri facciali e a quelli della montatura e di analizzare le abitudini visive del portatore durante la lettura. Queste variabili vengono elaborate, codificate e registrate per essere poi utilizzate nella fase finale del calcolo della lente. Grazie alla definizione del comportamento visivo per la visione del vicino effettuato con I-Check, il portatore, indossando una lente progressiva I-Zoom, percepirà un aumento del campo di visione (in profondità e in larghezza) nella distanza prossimale con un efficace aumento del volume. Con la tecnologia Balance Corridor, le I-Zoom sono disponibili anche per aniseiconia. Sono progettate e ricalcolate con una curva di poteri e inset bilanciati, in grado di introdurre l’effetto correttivo ed equilibrare le due immagini retiniche. Il calcolo include il bilanciamento dei canali di progressione per prescrizioni differenti fra occhio destro e occhio sinistro con una redistribuzione del potere lungo i due corridoi. I-Zoom, infine, grazie alla Pupyl Opening Technology consente di assecondare il processo di midriasi assicurando una visione naturale. La sua particolare composizione a molecola permette di filtrare l’ingresso della quantità di luce all’interno della lente, basandosi su un valore di apertura pupillare variabile a seconda dell’ametropia del paziente, aiutando così l’occhio nella delicata fase di dilatazione della pupilla in assenza di luce e riportandolo alla dimensione “naturale”.

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Lo gnommero

Nichilisti attivi o passivi? Meglio artigiani del futuro di Sergio Cappa

“Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’ / e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò…/ l’anno vecchio è finito, ormai ma qualcosa ancora qui non va…/ si esce poco la sera, compreso quando è festa…/ e si sta senza parlare per intere settimane…/ ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando…/ vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento…/ vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra…/ come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io”. Lucio Dalla scrive L’anno che verrà nel 1978 a Bologna dedicandolo, pare, all’amico Giuseppe Rossetti che per lui realizzava bozzetti e copertine dei dischi. Certo non poteva immaginare quanto calzante

potesse risultare all’inizio di questo anno, così anomalo e tralignante in cui ancora non usciamo la sera e tutti aspettiamo la trasformazione annunciata dalla televisione. Allo schermo piatto del televisore siamo (stati) così costretti per conoscere quanto attorno succede che rischiamo di perdere il senso di profondità del percepito scivolando lentamente verso la riflessione che, se certamente è utile per intellegere il quotidiano al fine di speculare sul futuro possibile, nell’etimo latino significa ripiegarsi e rinserrarsi su se stesso. Nessuno può negare quanto sfibrante stia diventando una prospettiva che, pur se punteggiata dai positivi segnali di luce del vaccino, rimane flebile nelle certezze e cupa nelle verità: alcune statistiche d’inizio anno conteggiano quanti studenti sono stati

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indotti ad abbandonare ogni forma d’impegno scolastico. Chi studia Scienze Statistiche sa quanto analisi e sondaggi possono, senza mentire, dimostrare tutto e il suo contrario: ma è pur vero che il fascino discreto del nichilismo passivo, rinunciatario e negativo nei confronti delle istituzioni e dei valori del mondo, è un magnetico adescamento cui è facile cedere. L’unica riflessione che ci possiamo concedere è quella identitaria dell’artigiano che agisce e si convince della propria abilità dal plauso del pubblico. Per dirla con Dalla, “è importante che in questo istante ci sia anch’io”, con un atteggiamento che, se non può che essere di rassegnato fatalismo, sia di nichilismo attivo di chi si volge al futuro perché sa che, per ragioni biologiche, gli appartiene.


MiYOSMART. LE INNOVATIVE LENTI OFTALMICHE PER LA GESTIONE DELLA PROGRESSIONE MIOPICA DAI 6 AI 18 ANNI.

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MiYOSMART è la prima lente con esclusiva tecnologia D.I.M.S. che gestisce la progressione della miopia in modo semplice, efficace e non invasivo. La sua efficacia è stata dimostrata da un test clinico di 2 anni ad Hong Kong*, la sua innovazione premiata con numerosi riconoscimenti internazionali. Grazie a questo si passerà dalla correzione alla gestione della miopia.

* Lam CSY, Tang WC, Tse DY, Lee RPK, Chun RKM, Hasegawa K, Qi H, Hatanaka T, To CH. Defocus Incorporated Multiple Segments (DIMS) spectacle lenses slow myopia progression: a 2-year randomised clinical trial. British Journal of Ophthalmology. Published Online First: 29 May 2019. doi: 10.1136/bjophthalmol-2018-313739. Tutti i partecipanti che hanno completato il trial di due anni utilizzando le lenti MiyoSmart con tecnologia D.I.M.S. hanno avuto un rallentamento della progressione della miopia in media del 59% e dell’allungamento del bulbo oculare in media del 60% rispetto ai portatori di lenti monofocali.

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