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Complicanze chirurgiche e parachirurgiche
Maria Luisa Pierro
>> INTRODUZIONE
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Gli interventi chirurgici in oftalmologia possono esitare in complicanze intra-operatorie e postoperatorie a carico del segmento anteriore, del vitreo, della retina e della coroide. L’ecografia e l’UBM risultano spesso utili, così come l’OCT quando il fondo è esplorabile. Anche l’utilizzo più recente di sostanze intravitreali a scopo teraputico, ha creato complicanze. Analizzeremo alcuni casi di complicanze intra-operatorie e post-operatorie a carico delle diverse strutture dell’occhio.
>> COMPLICANZE DELLA CHIRURGIA DELLA CATARATTA
Possono essere intraoperatorie, come rottura della capsula posteriore, prolasso dell’iride, prolasso del vitreo in camera anteriore, caduta di frammenti di cataratta nel vitreo, emorragie coroideali o post-operatorie e verificarsi anche dopo un lungo periodo di tempo. Valutiamo diverse situazioni di complicanze postoperatorie.
SINDROME DI IRVINE-GASS
La più frequente tra queste complicanze è sicuramente la Sindrome di Irivine-Gass o edema infiammatorio post-chirurgico. Questa sindrome è causata dall’insulto infiammatorio conseguente all’intervento e risulta infatti più frequente in tutti quei pazienti con patologie oculari infiammatorie di base (es. pazienti con uveiti, nei quali l’intervento andrebbe eseguito nelle fasi di quiescenza della malattia). Dal punto di vista clinico, la sindrome di Irvine-Gass si presenta come un edema maculare cistoide, spesso associato a distacchi sierosi del neuroepitelio, con esordio da 1 a 6 mesi dopo la chirurgia. Nella maggior parte dei casi, si ottiene una buona risposta terapeutica con antinfiammatori topici.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Un quadro clinico per certi versi simile, ma molto più raro e con una diversa storia naturale, è la retinopatia da cefuroxima. La cefuroxima è un antibiotico che si inietta in camera anteriore al termine dell’intervento; se la diluizione non è quella corretta, il paziente può sviluppare una maculopatia tossica con edema maculare cistoide, ma con esordio molto più precoce rispetto alla sindrome di Irvine-Gass (già dal primo giorno post-operatorio) e con tendenza alla completa risoluzione spontanea.
CASO 1
Riportiamo di seguito un caso esemplificativo del decorso della sindrome di Irvine-Gass. Come vedremo in questo capitolo l’edema infiammatorio sarà associato a moltissime complicanze.
FACOEMULSIFICAZIONE E INTRODUZIONE DI IOL IN PSEUDOEXFOLIATIO
La PEX o pseuesdoesfoliatio capsulare del cristallino è caratterizzata dalla deposizione di materiale pseudoesfoliativo simil amiloide sulla capsula anteriore del cristallino, sul corpo ciliare, sulla zonula, sul margine pupillare dell’iride, sull’endotelio corneale, sul vitreo anteriore e sul trabecolato dell’angolo irido-corneale. Complicanze sono: aumento della IOP e insorgenza del glaucoma. Altra importante complicanza, è la particolare condizione della capsula esterna del cristallino e progressivo indebolimento del complesso zonula cristallino. Ciò determina un progressivo deterioramento delle fibre che mantengono il cristallino nella sede naturale con conseguente rischio di lussazione dello stesso sia durante l’intervento chirurgico che nel post operatorio.
Presentiamo 3 casi di complicanza chirurgica post operatoria, che anche a distanza di anni e nonostante terapia adeguata hanno mostrato persistenza di danno retinico e conseguente calo visivo.
OCT al baseline; notare l’edema maculare cistoide e il distacco sieroso del neuroepitelio, quest’ultimo suggestiOCT al baseline; notare l’edema maculare cistoide e il distacco sieroso del neuroepitelio, quest’ultimo suggestivo di una patogenesi infiammatoria. OCT al baseline; notare l’edema maculare cistoide e il distacco sieroso del neuroepitelio, quest’ultimo suggestivo di una patogenesi infiammatoria. vo di una patogenesi infiammatoria. Stesso paziente dopo 1 mese di terapia anti-infiammatoria topica. Stesso paziente dopo 1 mese di terapia anti-infiammatoria topica. Stesso paziente dopo 1 mese di terapia anti-infiammatoria topica. FACOEMULSIFICAZIONE E INTRODUZIONE DIO IOL IN PSEUDOEXFOLIATIO FACOEMULSIFICAZIONE E INTRODUZIONE DIO IOL IN PSEUDOEXFOLIATIO La PEX o pseuesdoesfoliatio capsulare del cristallino è caratterizzata dalla deposizione di materiale pseudoesfoliativo simil amiloide sulla capsula anteriore del cristallino, sul corpo ciliare, sulla zonula, sul margine pupillare dell’iride, sull’endotelio corneale, sul vitreo anteriore e sul trabecolato dell’angolo irido-corneale. Complicanze sono: aumento della IOP e insorgenza del glaucoma. Altra importante complicanza, è la particolare condizione della capsula esterna del cristallino e progressivo indebolimento del complesso zonula cristallino. Ciò determina un progressivo deterioramento delle fibre che mantengono il cristallino nella sede naturale con conseguente La PEX o pseuesdoesfoliatio capsulare del cristallino è caratterizzata dalla deposizione di materiale pseudoesfoliativo simil amiloide sulla capsula anteriore del cristallino, sul corpo ciliare, sulla zonula, sul margine pupillare dell’iride, sull’endotelio corneale, sul vitreo anteriore e sul trabecolato dell’angolo irido-corneale. Complicanze sono: aumento della IOP e insorgenza del glaucoma. Altra importante complicanza, è la particolare condizione della capsula esterna del cristallino e progressivo indebolimento del complesso zonula cristallino. Ciò determina un progressivo deterioramento delle fibre che mantengono il cristallino nella sede naturale con conseguente rischio di lussazione dello stesso sia durante l’intervento chirurgico che nel post operatorio. rischio di lussazione dello stesso sia durante l’intervento chirurgico che nel post operatorio. Presentiamo 3 casi di complicanza chirurgica post operatoria, che anche a distanza di anni e nonostante terapia Presentiamo 3 casi di complicanza chirurgica post operatoria, che anche a distanza di anni e nonostante terapia adeguata hanno mostrato persistenza di danno retinico e conseguente calo visivo. adeguata hanno mostrato persistenza di danno retinico e conseguente calo visivo.
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15
LUSSAZIONE DI LENTE INTRAOCULARE CASO 1
Un paziente di 78 anni affetto da sindrome pseudo esfoliativa era stato sottoposto a intervento di cataratta in entrambi gli occhi con introduzione di IOL.Il paziente viene sottoposto a ripetuti controlli nell’arco del tempo.
LUSSAZIONE DI LENTE INTRAOCULARE Follow up CASO 1 OS: A distanza di tre anni si verifica lussazione della IOL in occhio sinistro, che viene quindi riUn paziente di 78 anni affetto da sindrome pseudo esfoliativa era stato sottoposto a intervento di cataratta in mossa e sostituita con un impianto secondario. entrambi gli occhi con introduzione di IOL.Il paziente viene sottoposto a ripetuti controlli nell’arco del tempo. Mostriamo l’evoluzione post-operatoria dopo Follow up l’impianto secondario. OS: A distanza di tre anni si verifica lussazione della IOL in occhio sinistro, che viene quindi rimossa e sostituita con un impianto secondario. Mostriamo l’evoluzione post-operatoria dopo l’impianto secondario.
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All’OCT si apprezza un edema maculare in interfaccia vitreo-retinica che tende a peggiorare ai successivi controlli. All’OCT si apprezza un edema maculare in interfaccia vitreo-retinica. che tende a peggiorare ai successivi controlli.
Il paziente, non responsivo a terapia topica, viene sottoposto a iniezione intravitreali di impianto cortisonico che determina buona risoluzione dell’edema.
All’OCT di controllo notiamo pseudocisti intraretinica foveolare che verrà poi monitorata nel tempo.
OD: A distanza di altri due anni, il paziente lamenta brusco calo del visus anche nell’occhio controlaterale, destro, che ad esame biomicroscopico mostra il margine superiore della IOL.
All’OCT di controllo notiamo pseudocisti intraretinica foveolare che verrà poi monitorata nel tempo.
Il paziente, non responsivo a terapia topica, viene sottoposto a iniezione intravitreali di impianto cortisonico che determina buona risoluzione dell’edema. OD: A distanza di altri due anni, il paziente lamenta brusco calo del visus anche nell’occhio controlaterale, destro, che ad esame biomicroscopico mostra il margine superiore della IOL.
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Atlante di diagnostica oculare
Atlante di diagnostica oculare
L’esame ecografico mostra la presenza della IOL lussata adagiata sulla superficie retinica in sede foveale.
L’esame ecografico mostra la presenza della IOL lussata adagiata sulla superficie retinica in sede foveale. L’esame ecografico mostra la presenza della IOL lussata adagiata sulla superficie retinica in sede foveale. Anche all’OCT si nota l’ombra della IOL adagiata in fovea. La paziente viene quindi sottoposta a vitrectomia per riposizionare la IOL che riporta al ripristino funzionale dell’occhio, pur permanendo piccoli segni di infiammazione intraretinica come si vede dall’immagine seguente con piccole cisti intraretiniche e sindrome dell’interfaccia vitreoretinica. Anche all’OCT si nota l’ombra della IOL adagiata in fovea.
Anche all’OCT si nota l’ombra della IOL adagiata in fovea.
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15
COMMENTO: In questo caso l’utilizzo combinato dell’Ecografia e dell’OCT ci hanno consentito di seguire in parallelo l’evoluzione della complicanza postoperatoria avvenuta in tempi diversi in entrambi gli occhi. La paziente viene quindi sottoposta a vitrectomia per riposizionare la IOL che riporta al ripristino funzionale dell’occhio, pur permanendo piccoli segni di infiammazione intraretinica come si vede dall’imma-CASO 2 gine seguente con piccole cisti intraretiniche e sindrome dell’interfaccia vitreoretinica. Mostriamo un altro caso di IOL lussata per pseudoesfoliatio, in camera vitrea e la sua rapida caduta sul piano retinico a distanza di pochissimi giorni. COMMENTO: In questo caso l’utilizzo combinato dell’Ecografia e dell’OCT ci hanno consentito di seguire in parallelo l’evoluzione della complicanza postoperatoria avvenuta in tempi diversi in entrambi gli occhi.
CASO 2
Mostriamo un altro caso di IOL lussata per pseudoesfoliatio, in camera vitrea e la sua rapida caduta sul piano retinico a distanza di pochissimi giorni.
COMMENTO: In questo caso l’utilizzo combinato dell’Ecografia e dell’OCT ci hanno consentito di seguire in parallelo l’evoluzione della complicanza postoperatoria avvenuta in tempi diversi in entrambi gli occhi. CASO 2 Mostriamo un altro caso di IOL lussata per pseudoesfoliatio, in camera vitrea e la sua rapida caduta sul piano retinico a distanza di pochissimi giorni.
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Atlante di diagnostica oculare
COMMENTO: nelle tre immagini vediamo la caduta progressiva della IOL a distanza di una settimana e il backscattering posteriore determinato dalla IOL sulla retina con aspetto simile a corpo estrneo. COMMENTO: nelle tre immagini vediamo la caduta progressiva della IOL a distanza di una settimana e il backscattering posteriore determinato dalla IOL sulla retina con aspetto simile COMMENTO: nelle tre immagini vediamo la caduta progressiva della IOL a distanza di una settimana e il backscattering posteriore determinato dalla IOL sulla retina con aspetto simile a corpo estrneo. SUBLUSSAZIONE IOL a corpo estraneo.SUBLUSSAZIONE IOL CASO 3 Paziente di 60 anni, operata di FACO + IOL quattro anni prima, giungeva alla nostra osservazione per calo del SUBLUSSAZIONE IOL CASO 3 visus in OD. All’esame biomicroscopico si evidenziava una porzione della IOL che fuoriusciva dall’orletto pupilCASO 3 Paziente di 60 anni, operata di FACO + IOL quattro anni prima, giungeva alla nostra osservazione per calo del lare, sporgendo in camera anteriore. Nella storia anamnestica non erano riportati episodi traumatici ma anche in Paziente di 60 anni, operata di FACO + IOL quattro anni prima, giungeva alla nostra osservavisus in OD. All’esame biomicroscopico si evidenziava una porzione della IOL che fuoriusciva dall’orletto pupil questo caso una sindrome da psudoexfoliatio. zione per calo del visus in OD. All’esame biomicroscopico si evidenziava una porzione della lare, sporgendo in camera anteriore. Nella storia anamnestica non erano riportati episodi traumatici ma anche in questo caso una sindrome da psudoexfoliatio. 370
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15 Capitolo 15
L’UBM confermava l’anomalo posizionamento della lente intraoculare in cui si notano anche residui di materiale IOL che fuoriusciva dall’orletto pupillare, sporgendo in camera anteriore. Nella storia anamnestica non cellulare, rotondeggianti, corrispondenti a residui di masse catarattose. L’UBM confermava l’anomalo posizionamento della lente intraoculare in cui si notano anche residui di materiale cellulare, rotondeggianti, corrispondenti a residui di masse catarattose. erano riportati episodi traumatici ma anche in questo caso una sindrome da psudoexfoliatio.
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L’esame OCT dimostrava un edema maculare cistoide.
Follow up Dopo adeguato trattamento con terapia antinfiammatoria si procedeva all’espianto della IOL e successivamente, a distanza di un mese, al riposizionamento della stessa. La paziente passava da un visus di 3/10 iniziali ai 6/10.
All’esame OCT la regione maculare risultava nei limiti di norma per morfologia e spessore.
COMMENTO: In questi casi abbiamo notato anche il coinvolgimento della retina sotto forma di edema infiammatorio, cioè la sindrome Irvine-Gass.
L’UBM confermava l’anomalo posizionamento della lente intraoculare in cui si notano anche residui di materiale cellulare, rotondeggianti, corrispondenti a residui di masse catarattose. L’esame OCT dimostrava un edema maculare cistoide.
Follow up
Dopo adeguato trattamento con terapia antinfiammatoria si procedeva all’espianto della IOL e successivamente, a distanza di un mese, al riposizionamento della stessa. La paziente passava da un visus di 3/10 iniziali ai 6/10.
L’esame OCT dimostrava un edema maculare cistoide. Follow up Dopo adeguato trattamento con terapia antinfiammatoria si procedeva all’espianto della IOL e successivamente, a distanza di un mese, al riposizionamento della stessa. La paziente passava da un visus di 3/10 iniziali ai 6/10. All’esame OCT la regione maculare risultava nei limiti di norma per morfologia e spessore. All’esame OCT la regione maculare risultava nei limiti di norma per morfologia e spessore.
COMMENTO: In questi casi abbiamo notato anche il coinvolgimento della retina sotto forma di edema infiammatorio, cioè la sindrome Irvine-Gass.
COMMENTO: In questi casi abbiamo notato anche il coinvolgimento della retina sotto forma di edema infiammatorio, cioè la 372 sindrome Irvine-Gass.
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15
IPOEMA DA SUBLUSSAZIONE DEL CRISTALLINO
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15
CASO 1 IPOEMA DA SUBLUSSAZIONE DEL CRISTALLINO A volte si verificano situazioni che apparentemente non hanno una causa definita. In questi casi un esame con UBM può chiarirne le cause. CASO 1 A volte si verificano situazioni che apparentemente non hanno una causa definita. In questi casi un esame con IPOEMA DA SUBLUSSAZIONE DEL CRISTALLINO
Paziente pseudofachico presenta ricorrenti emorragie senza causa apparente in camera anteriore. Il UBM può chiarirne le cause. fondo risulta inesplorabile. Si esegue UBM. Paziente pseudofachico presenta ricorrenti emorragie senza causa apparente in camera anteriore. CASO 1 Il fondo risulta inesplorabile. Si esegue UBM. A volte si verificano situazioni che apparentemente non hanno una causa definita. In questi casi un esame con UBM può chiarirne le cause. Paziente pseudofachico presenta ricorrenti emorragie senza causa apparente in camera anteriore. Il fondo risulta inesplorabile. Si esegue UBM.
Si risconta cellularità in CA e sublussazione della IOL. La loop della lentina spinta in alto dal residuo di massa catarattosa, rotondegiante limitrofa al piatto dellaIOL innalza l‘iride e determina sfregamento dell’iride e dei vasi iridei determinando un sanguinamento e l’ipoema. Si risconta cellularità in CA e sublussazione della IOL. La loop della lentina spinta in alto dal residuo di massa COMMENTO: L’UBM ci ha permesso di capire la causa del sanguinamento. catarattosa, rotondegiante limitrofa al piatto dellaIOL innalza l‘iride e determina sfregamento dell’iride e dei vasi iridei determinando un sanguinamento e l’ipoema. COMMENTO: L’UBM ci ha permesso di capire la causa del sanguinamento.
Si riscontra cellularità in CA e sublussazione della IOL. La loop della lentina spinta in alto dal residuo di massa catarattosa, rotondegiante limitrofa al piatto dellaIOL innalza l‘iride e determina sfregamento dell’iride e dei vasi iridei determinando un sanguinamento e l’ipoema. IPOPION COMMENTO: L’UBM ci ha permesso di capire la causa del sanguinamento.
CASO 1 IPOPION Paziente operato di cataratta e vitrectomia da un anno. IPOPION
CASO 1
CASO 1 Paziente operato di cataratta e vitrectomia da un anno. Paziente operato di cataratta e vitrectomia da un anno.
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Atlante di diagnostica oculare
Alla biomicroscopia si apprezza livello di ipopion e cellularità in camera anteriore. Si esegue UBM. Alla biomicroscopia si apprezza livello di ipopion e cellularità in camera anteriore. Si esegue UBM. In Camera anteriore si apprezza micro cellularità non distinguibile da ipoema. Tuttavia la superficie iperecogena ispessita in camera anteriore aderente alla cornea e il deposito di materiale cellulare all’angolo iridocorneale, non lascia dubbi sulla sua natura infettiva. Il materiale cellulare si insinua anche sotto l’iride e tra iride e IOL.. TASS (Toxic Anterior Segment Syndrome) La sindrome tossica del segmento anteriore definisce un quadro di infiammazione acuta sterile post operatoria che si sviluppa tipicamente a distanza di 12-48 ore dalla chirurgia del segmento anteriore. Si può presentare con una varietà di segni e sintomi secondari al quadro di infiammazione acuta, quali edema corneale, Tyndall, ipopion, precipitati cheratici, iniezione congiuntivale, chemosi, opacità vitreali, edema maculare e calo visivo. A differenza dell’endoftalmite, la TASS si manifesta più precocemente (in media entro 24 ore dall’intervento) laddove l’endoftalmite si verifica a distanza di 4-7 giorni. Le cause più accreditate di queste forme sono le seguenti: inadeguata pulizia degli strumenti chirurgici, la contaminazione degli stessi e/o della IOL e reazioni avverse ai farmaci impiegati.
Alla biomicroscopia si apprezza livello di ipopion e cellularità in camera anteriore. Si esegue UBM.
In Camera anteriore si apprezza micro cellularità non distinguibile da ipoema. Tuttavia la superficie iperecogena ispessita in camera anteriore aderente alla cornea e il deposito di materiale cellulare all’angolo iridocorneale, non lascia dubbi sulla sua natura infettiva.
Il materiale cellulare si insinua anche sotto l’iride e tra iride e IOL..
TASS (Toxic Anterior Segment Syndrome) La sindrome tossica del segmento anteriore definisce un quadro di infiammazione acuta sterile post operatoria che si sviluppa tipicamente a distanza di 12-48 ore dalla chirurgia del segmento anteriore. Si può presentare con una varietà di segni e sintomi secondari al quadro di infiammazione acuta, quali edema corneale, Tyndall, ipopion, precipitati cheratici, iniezione congiuntivale, chemosi, opacità vitreali, edema maculare e calo visivo. A differenza dell’endoftalmite, la TASS si manifesta più precocemente (in media entro 24 ore dall’intervento) laddove l’endoftalmite si verifica a distanza di 4-7 giorni. Le cause più accreditate di queste forme sono le seguenti: inadeguata pulizia degli strumenti chirurgici, la contaminazione degli stessi e/o della IOL e reazioni avverse ai farmaci impiegati.
In Camera anteriore si apprezza micro cellularità non distinguibile da ipoema. Tuttavia la superficie iperecogena ispessita in camera anteriore aderente alla cornea e il deposito di materiale cellulare all’angolo iridocorneale, non lascia dubbi sulla sua natura infettiva. Il materiale cellulare si insinua anche sotto l’iride e tra iride e IOL.
TASS (Toxic Anterior Segment Syndrome)
La sindrome tossica del segmento anteriore definisce un quadro di infiammazione acuta sterile post operatoria che si sviluppa tipicamente a distanza di 12-48 ore dalla chirurgia del segmento anteriore. Si può presentare con una varietà di segni e sintomi secondari al quadro di infiammazione acuta, quali edema corneale, Tyndall, ipopion, precipitati cheratici, iniezione congiuntivale, chemosi, opacità vitreali, edema maculare e calo visivo. A differenza dell’endoftalmite, la TASS si manifesta più precocemente (in media entro 24 ore dall’intervento) laddove l’endoftalmite si verifica a distanza di 4-7 giorni. Le cause più accreditate di queste forme sono le seguenti: inadeguata pulizia degli strumenti chirurgici, la contaminazione degli stessi e/o della IOL e reazioni avverse ai farmaci impiegati.
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CASO 1
Riportiamo il caso di un paziente sottoposto a chirurgia della cataratta il giorno precedente, che giunge alla nostra attenzione per il routinario controllo post operatorio. Il paziente cortico responder non aveva assunto terapia cortisonica post operatoria. Non riferisce dolore. Alla valutazione biomicroscopica si apprezza Tyndall 6+, modico edema corneale. Si esegue esame ecografico.
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15
CASO 1 Riportiamo il caso di un paziente sottoposto a chirurgia della cataratta il giorno precedente, che giunge alla nostra attenzione per il routinario controllo post operatorio. Il paziente cortico responder non aveva assunto terapia cortisonica post operatoria. Non riferisce dolore. Alla valutazione biomicroscopica si apprezza Tyndall 6+, modico edema corneale. Si esegue esame ecografico. Ecografia OD La cavità vitrea risulta ecosilente, la coroide lievemente edamatosa e la retina accollata nei quattro quadranti. COMMENTO: Il silenzio ecografico e la notevole infiammazione del Segmento anteriore confermano la diagnosi di TASS.
Atlante di diagnostica oculare
Ecografia OD: la cavità vitrea risulta ecosilente, la coroide lievemente edamatosa e la retina accollata nei quattro quadranti. FIBROSI CELLULARE AL DAVANTI DELLA IOL Si tratta di un tessuto fibrotico al di sotto dell’Iride al davanti della IOL. Presentiamo il caso di una paziente operata di Facoemulsificazione e introduzione di IOL, che sviluppa lesione ipercellulare, trattata con Yag laser, che recidiva anche a distanza di pochi giorni dal trattamento. La paziente in passato aveva sofferto di uveite aspecifiche. Si esegue UBM. La IOL risulta in sede, non si apprezzano masse catarattose residue, ma al di sopra della IOL si nota una lesione membranosa iperecogena, spessa, compatibile con una cotenna ipercellulare, che sembra spingere sulla IOL. Il corpo ciliare risulta nella norma.
COMMENTO: Il silenzio ecografico e la notevole infiammazione del Segmento anteriore confermano la diagnosi di TASS.
FIBROSI CELLULARE AL DAVANTI DELLA IOL
Si tratta di un tessuto fibrotico al di sotto dell’Iride al davanti della IOL.
Presentiamo il caso di una paziente operata di Facoemulsificazione e introduzione di IOL, che sviluppa Atlante di diagnostica oculare lesione ipercellulare, trattata con Yag laser, che recidiva anche a distanza di pochi giorni dal trattamento. FIBROSI CELLULARE AL DAVANTI DELLA IOL La paziente in passato aveva sofferto di uveite aspecifiche. Si esegue UBM.Si tratta di un tessuto fibrotico al di sotto dell’Iride al davanti della IOL. Presentiamo il caso di una paziente operata di Facoemulsificazione e introduzione di IOL, che sviluppa lesione ipercellulare, trattata con Yag laser, che recidiva anche a distanza di pochi giorni dal trattamento. La paziente in passato aveva sofferto di uveite aspecifiche. Si esegue UBM.
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La IOL risulta in sede, non si apprezzano masse catarattose residue, ma al di sopra della IOL si nota una lesione membranosa iperecogena, spessa, compatibile con una cotenna ipercellulare, che sembra spingere sulla IOL. Il corpo ciliare risulta nella norma.
L’anamnesi di uveiti pregresse mai indagate a fondo,spinge verso un approfondimento diagnostico in questa direzione.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON CATARATTA SECONDARIA
Mostriamo l’aspetto UBM di una cataratta secondaria, secondaria cioè al processo di opacizzazione della capsula posteriore su cui appoggia la IOL. Infatti in questi pazienti la capsula posteriore, l’unica parte del vecchio cristallino che viene mantenuta in situ sulla quale appoggiare il nuovo cristallino artificiale, va incontro ad un processo di progressiva fibrosi, a seguito del quale si opacizza, interferendo nuovamente con la visione. Al di là della posizione, al sotto della IOL la sua visualizzazione ecografica è quasi impercettibile.
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche
Capitolo 15 L’anamnesi di uveiti pregresse mai indagate a fondo,spinge verso un approfondimento diagnostico in questa direzione. DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON CATARATTA SECONDARIA Mostriamo l’aspetto UBM di una cataratta secondaria, secondaria cioè al processo di opacizzazione della capsula posteriore su cui appoggia la IOL. Infatti in questi pazienti la capsula posteriore, l’unica parte del vecchio cristallino che viene mantenuta in situ sulla quale appoggiare il nuovo cristallino artificiale, va incontro ad un processo di progressiva fibrosi, a seguito del quale si opacizza, interferendo nuovamente con la visione. Al di là della posizione, al sotto della IOL la sua visualizzazione ecografica è quasi impercettibile. All’UBM notiamo una sottilissima membrana modicamente riflettente su cui poggia il cristallino. All’UBM notiamo una sottilissima membrana modicamente riflettente su cui poggia il cristallino.
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COMPLICANZA INTRAOPERATORIA CRISTALLINO LUSSATO IN CAMERA COMPLICANZA INTRAOPERATORIA VITREA COMPLICANZA INTRAOPERATORIA CRISTALLINO LUSSATO IN CAMERA VITREA CASO 1 CRISTALLINO LUSSATO IN CAMERA VITREA CASO 1 Mostriamo ora l’aspetto di un cristallino che durante un intervento chirurgico di facoemulsificazione è caduto nella cavità vitreale, liberando materiale cellulare.CASO 1 Mostriamo ora l’aspetto di un cristallino che durante un intervento chirurgico di facoemulsificazione è caduto Mostriamo ora l’aspetto di un cristallino che durante un intervento chirurgico di facoemulsificazione è caduto nella cavità vitreale, liberando materiale cellulare. nella cavità vitreale, liberando materiale cellulare. CASO 2 Paziente che dall’anamnesi risulta operato di facoemulsificazione circa 30 anni prima. Esegue ecografia e UBM.
CASO 2 Paziente che dall’anamnesi risulta operato di facoemulsificazione circa 30 anni prima. CASO 2 Esegue ecografia e UBM.Paziente che dall’anamnesi risulta operato di facoemulsificazione circa 30 anni prima. Esegue ecografia e UBM.
Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Complicanze chirurgiche e parachirurgiche Capitolo 15 Capitolo 15
Ad esame ecografico risulta l’immagine di un cristallino lussato, che contraddice la storia anamnestica. Ad esame ecografico risulta l’immagine di un cristallino lussato, che contraddice la storia anamnestica. Ad esame ecografico risulta l’immagine di un cristallino lussato, che contraddice la storia anamnestica. Ad UBM risultano grosse masse catarattose nel vitreo anteriore, con un solo margine colAd UBM risultano grosse masse catarattose nel vitreo anteriore, con un solo margine collegato ancora alla zolegato ancora alla zonula.nula. Ad UBM risultano grosse masse catarattose nel vitreo anteriore, con un solo margine collegato ancora alla zoSi presume che a distanza di anni le masse abbiano disinserito la zonula e siano cadute nel vitreo ostruendo il campo pupillare. Si presume che a distanza di anni le masse abbiano disinserito la zonula e siano cadute nel vitreo ostruendo il campo pupillare. nula. Si presume che a distanza di anni le masse abbiano disinserito la zonula e siano cadute nel vitreo ostruendo il campo pupillare. DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON ARTEFATTO È importante valutare la diagnosi differenziale con situazioni che possono simulare un cristallino lussato. Riportiamo due casi in cui il posizionamento della sonda determina l’arteDIAGNOSI DIFFERENZIALE CON ARTEFATTO E’ importante valutare la diagnosi differenziale con situazioni che possono simulare un cristallino lussato. Riportiamo due casi in cui il posizionamento della sonda determina l’artefatto. DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON ARTEFATTO E’ importante valutare la diagnosi differenziale con situazioni che possono simulare un cristallino lussato. Riportiamo due casi in cui il posizionamento della sonda determina l’artefatto. fatto. CASO 1 CASO 1 Bulbo normale con cataratta evoluta. CASO 1 Bulbo normale con cataratta evoluta. Bulbo normale con cataratta evoluta.
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Il cristallino sembra appoggiato sulla retina mentre è frutto di un artefatto (Vedi capitolo Segmento anteriore).
CASO 2
In questa paziente con glaucoma congenito, nella torbidità vitreale appare un cristallino che sembra lussato, mentre il cristallino apparentemente intravitreale è determinato dalla inclinazione della sonda.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE: La lesione visibile in quest’immagine ecografica potrebbe essere ricondotta erroneamente a un cristallino lussato o addirittura a un melanoma cavitario (vedi Capitolo Tumori).
COMMENTO: la sonda inclinata troppo anteriormente può dare questo aspetto.
UBM
Infine mostriamo un po’ di immagini tipiche di complicanze visibili meglio con UBM.
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Il cristallino sembra appoggiato sulla retina mentre è frutto di un artefatto (Vedi capitolo Segmento anteriore). CASO 2 Il cristallino sembra appoggiato sulla retina mentre è frutto di un artefatto (Vedi capitolo Segmento anteriore). In questa paziente con glaucoma congenito, nella torbidità vitreale appare un cristallino che sembra lussato,mentre il cristallino apparentemente intravitreale è determintao dalla inclinazione della sonda. CASO 2 In questa paziente con glaucoma congenito, nella torbidità vitreale appare un cristallino che sembra lussato,mentre il cristallino apparentemente intravitreale è determintao dalla inclinazione della sonda. DIAGNOSI DIFFERENZIALE: La lesione visibile in quest’immagine ecografica potrebbe essere ricondotta erroneamente a un cristallino lussato o addirittura a un n melanoma cavitario (vedi Capitolo Tumori). DIAGNOSI DIFFERENZIALE: La lesione visibile in quest’immagine ecografica potrebbe essere ricondotta erro-COMMENTO: la sonda inclinata troppo anteriormente può dare questo aspetto. neamente a un cristallino lussato o addirittura a un n melanoma cavitario (vedi Capitolo Tumori). UBM COMMENTO: la sonda inclinata troppo anteriormente può dare questo aspetto. Infine mostriamo un po’ di immagini tipiche di complicanze visibili meglio con UBM. UBM Infine mostriamo un po’ di immagini tipiche di complicanze visibili meglio con UBM.
IOL LUSSATA
IOL LUSSATA
IOL LUSSATA
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Si apprezza il disinserimento della zonula in un lato della IOL e la caduta della IOL nel vitreo anteriore. Si apprezza il disinserimento della zonula in un lato della IOL e la caduta della IOL nel vitreo anteriore. Si apprezza il disinserimento della zonula in un lato della IOL e la caduta della IOL nel vitreo anteriore. MASSE CATARATTOSE SOTTOIRIDEE MASSE CATARATTOSE SOTTOIRIDEE
MASSE CATARATTOSE SOTTOIRIDEE
Masse catarattose sottoiridee spingono l’iride verso la camera anteriore. La IOL si visualizza Si apprezza il disinserimento della zonula in un lato della IOL e la caduta della IOL nel vitreo anteriore. in camera anteriore.
MASSE CATARATTOSE SOTTOIRIDEE
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Atlante di diagnostica oculare
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COMMENTO: Abbiamo visto come per lo studio del Segmento Anteriore l’utilizzo dell’UBM sia indispensabile. Si rimanda al capitolo SEGMENTO ANTERIORE per una approfondita trattazione. Per la SINDROME UGH (Uveitis Glaucoma Hypema), secondaria a facoemulsificazione, rimandiamo al capitolo delle Patologie coroideali infiammatorie.
15.3. Complicanze della chirurgia del glaucoma
Il distacco di coroide è una delle complicanze più frequenti dopo interventi di glaucoma, in genere secondari ad ipotonia oculare. L’ipotonia è causata dall’incapacità del corpo ciliare di produrre umor acqueo. Importante per lo specialista è osservare la profondità della camera anteriore, se questa è profonda non vi è fuoriuscita di acqueo dal taglio chirurgico.Estratto dal volume "Atlante di Diagnostica Oculare" (volume 2) Per la spiegazione fisiopatologica rimandiamo al capitolo Patologie non infiammatorire della coroide nelle patologie non infiammatorie. 3 • 2022 viscochirurgia 29 Si eseguono ECOGRAFIA e UBM.