Aequa - Bachelor Thesis

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Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Architettura Corso di laurea in Disegno Industriale

TESI DI LAUREA

INNOVAZIONE NELL’USO DELL’ACQUA

RELATORE Prof. Vincenzo Alessandro Legnante

ANNO ACCADEMICO 2012-13

Candidato Marco PISCOPO



alla mia famiglia



“… a che cosa servono i rubinetti d’oro? Se da questi rubinetti d’oro esce un’acqua inquinata non è intelligente, con la stessa spesa, mettere un depuratore d’acqua e tenere i rubinetti normali?” Bruno Munari, “Da cosa nasce cosa”, 1981


INDICE INTRODUZIONE

Cosa significa oggi essere designer

1.

L’ACQUA

11

1.1

Quanta (poca) acqua

12

1.2

Per cosa si utilizza

13

1.2.1

Nel mondo

14

1.2.2

In Italia

15

1.3

2.

8

Dati sulla quantità d’acqua sulla Terra (presente, accessibile, potabile)

Dati sul consumo d’acqua

Come si spreca

17

TECNOLOGIE ATTUALI

18

2.1

19

Stato dell’arte

Innovazioni per il risparmio d’acqua


3.

AEQUA

22

Acqua più equa

3.1

WALLER

The water controller

24

3.1.1

Per chi e per cosa è pensato

25

3.1.2

WALLER doppio (versione per lavabo e bidet)

25

Posizionamento Funzionamento Dispositivo di comando

3.1.3

WALLER singolo (versione per doccia)

36

Posizionamento Funzionamento Dispositivo di comando

3.1.4

3.2

Tavole Tecniche

ROS 3.2.1

40 44

Per chi e per cosa è pensato

45

Funzionamento Dispositivo di comando

3.2.2

NOTE

Tavole tecniche

60

64


8 / INTRODUZIONE

(

I come

INNOVAZIONE PENSA, PROGETTA, CAMBIA LA CULTURA

)


INTRODUZIONE / 9

A Aumento demografico, diminuzione delle risorse, scarsità dei beni, crescita dell’inquinamento. Sono questi i problemi con cui oggi dobbiamo rapportarci. Il XX secolo è stato il secolo della crescita smodata, dalla triplicazione della popolazione mondiale al boom della produzione industriale. Solo nel XXI secolo la coscienza collettiva si è resa conto dei limiti presenti sul nostro pianeta, dell’impossibilità di una crescita incontrollata e di una economia volta alla più accanita speculazione; solo oggi ci rendiamo conto che avremmo dovuto piantare molti più alberi 20, 30, 40 anni fa, invece di disboscare ⅓ di pianeta1. Eppure il ritmo che accompagna le nostre vite sembra non essere mutato: “veloce, più veloce”. Tutto e subito, l’innovazione, con internet in primis, ha accorciato le distanze, i tempi, le vite. In 24 ore oggi si concentrano miliardi

di azioni, di dati, di informazioni. È, forse, proprio questa sovrabbondanza, questo bombardamento (soprattutto mediatico) che ci sta rendendo sempre più insensibili ai cambiamenti sociali, ai mutamenti ambientali, agli sconvolgimenti mondiali. Citando Eriksen: “…se si distribuisce una crescente quantità di informazioni ad una velocità anch’essa crescente, diventa sempre più difficile creare narrazioni, ordini e sequenze evolutive. C’è il rischio che i frammenti prendano il sopravvento, con conseguenze rilevanti sul modo di rapportarsi al sapere, al lavoro e allo stile di vita in senso lato”2. La tendenza sta divenendo, inconsciamente, ad assumere un atteggiamento sempre più blasé (tendenza osservata da Simmel3, con sorprendente lungimiranza, all’inizio del Novecento). Decifrare cosa ci interessa e cosa no, cosa è vero e cosa è falso, richiede uno sforzo che alla fine ci fa quasi scordare qual è il reale problema, ovvero: “verso cosa andiamo incontro?” Andiamo verso un futuro accessibile a pochi e proibitivo per molti; un futuro in cui, probabilmente, ci domanderemo perché non abbiamo agito di più in

passato, perché non abbiamo cercato di migliorare, perché siamo stati fermi attendendo che le cose cambiassero da sole, o che qualcun altro lo facesse al posto nostro. Per fortuna, parafrasando un antico proverbio cinese4, il secondo miglior momento per cambiare le cose è oggi. In quest’ottica chi meglio dei designer, moderni demiurghi, possono essere il fulcro di una nuova società, innovativa, aperta, propositiva e partecipativa? Il designer, oggi più che mai, unisce in sé i più disparati ambiti lavorativi, le più lontane discipline di studio, e, proprio per ciò, diviene il mediatore sociale tra chi studia e chi fa, tra chi produce e chi acquista, tra chi crea e chi usa, tra le diverse culture, e i diversi bisogni. Qual è quindi il suo compito? Superato l’eterno dilemma tra estetica e funzione, compito del designer è progettare oggetti “buoni”. In questo contesto risulterà anacronistico chi continuerà ad intendere l’espressione (soprattutto italiana) “di design” come sinonimo di bello o lussuoso.


10 / INTRODUZIONE

Bruno Munari è un mentore, e non potrebbe esprimere meglio ciò che intendo:

“Il lusso è la manifestazione del-

la ricchezza incivile che vuole impressionare chi è rimasto povero. È la manifestazione dell’importanza che viene data all’esteriorità e rivela la mancanza di interesse per tutto ciò che è elevazione culturale. È il trionfo dell’apparenza sulla sostanza. Il lusso è una necessità per tanta gente che vuole avere una sensazione di dominio sugli altri. Ma gli altri se sono persone civili sanno che il lusso è finzione, se sono ignoranti ammireranno e magari invidieranno chi vive nel lusso. Ma a chi interessa l’ammirazione degli ignoranti? Forse agli stupidi. Infatti il lusso è una manifestazione di stupidità. Per esempio a che cosa servono i rubinetti d’oro? Se da questi rubinetti d’oro esce un’acqua inquinata non è intelligente con la stessa spesa mettere un depuratore d’acqua e tenere i rubinetti normali? Il lusso è quindi l’uso sbagliato di materiali costosi che non migliora le funzioni. Quindi è una stupidaggine! Naturalmente il lusso è legato all’arroganza e al dominio sugli

altri. È legato ad un falso senso di autorità. In antico l’autorità era solo lo stregone che aveva abbellimenti e oggetti che solo lui poteva avere. I re e i potenti erano vestiti con costosissimi tessuti e pellicce. Più il popolo era tenuto nell’ignoranza e più l’autorità si mostrava paludata di ricchezze. E ancora oggi in molte nazioni si verificano queste manifestazioni di apparenze miracolose. Contemporaneamente però nella gente sana si fa strada la conoscenza della realtà delle cose e non dell’apparenza. Il modello non è più il lusso e la ricchezza, non è più tanto l’avere quanto l’essere (per dirla con Erich Fromm). Man mano che l’analfabetismo diminuisce l’autorità apparente cade e al posto dell’autorità imposta si considera l’autorità riconosciuta. Un cretino seduto su un grande trono poteva forse suggestionare in un tempo passato ma oggi, e soprattutto domani, si spera che non sia più così. Spariranno i troni e le poltrone di lusso per i dirigenti imposti, gli arredi speciali per i capi, le cattedre di lusso alzate su pedane di mogano, i paludamenti, i gradi, e tutto ciò che serviva per suggestionare.

Insomma, voglio dire che il lusso non è un problema di design!”5 Nel mio caso, per questa tesi, ho cercato di progettare una serie di oggetti innovativi. Che possano trasmettere i valori in cui credo e, soprattutto, stimolare una cambiamento culturale. Si perché, innovazione vuol dire cultura. E con la cultura non si mangia, ma si fa molto di più.


L’ACQUA / 11

(

U come

UNO PERCENTO RISORSE LIMITATE E CATTIVE ABITUDINI

)


12 / L’ACQUA

Q QUANTA (POCA) ACQUA In un mondo a risorse limitate, dobbiamo guardare ai legami esistenti tra l’impiego delle risorse, la crescita economica e la prosperità della nostra società. Il nostro modello di crescita è basato su alti livelli di consumo continuativo. Questo sistema è però causa di crescenti disuguaglianze in tutto il mondo e da livelli allarmanti di utilizzo delle risorse da parte di una minoranza della popolazione mondiale. Sono necessarie e urgenti fondamentali modifiche dei modelli economici di sviluppo correnti sulle modalità di gestione delle risorse naturali e dei servizi che queste forniscono. È essenziale che i decisori politici definiscano strategie quadro che, ad esempio, penalizzino pratiche di sfruttamento delle risorse non sostenibili e premino comportamenti efficienti nell’impiego delle risorse, rendendo così la diminuzione dell‘utilizzo delle risorse economicamente e politicamente più interessante.6

Alcune percentuali7 per comprendere meglio la scarsità di risorse idriche presenti sulla Terra: il 71% della superficie terrestre è coperta di acqua ma il 97,5% è salata.

Del restante 2,5 % solo l’1% è utilizzabile per le attività umane e di questo 1%, il 93% viene impiegato per usi agricoli.


L’ACQUA / 13

C

Diagramma a fianco. Di queste risorse d’acqua dolce 24 milioni di Km cubi o il 68,9% è sotto forma di ghiaccio e di neve permanente in regioni di montagna, nelle regioni dell’Antartico e dell’Artico; 8 milioni di Km cubi o il 30% è situato sottoterra. Questo costituisce circa il 97% di tutta l’acqua dolce che potenzialmente può essere utilizzata dagli uomini. L’acqua dolce contenuta nei fiumi e nei laghi è di 105.000 Km cubi o lo 0,3% del totale dell’acqua dolce mondiale; il totale dell’acqua dolce disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini è di 200.000 Km cubi d’acqua, che è l’1% di tutte le risorse d’acqua dolce e solo lo 0,01% di tutta l’acqua della Terra.

PER COSA SI UTILIZZA Gli esseri umani utilizzano oltre la metà di tutta l‘acqua dolce rinnovabile e accessibile. Alcuni ne usufruiscono eccessivamente, mentre miliardi di persone necessitano ancora dei servizi idrici di base. L‘incremento della popolazione e la crescita economica sono i principali fattori che causano l‘aumento dello sfruttamento di risorse idriche e, se le tendenze attuali non sono disattese, molte regioni del mondo si troveranno ad affrontare nei prossimi decenni una crescente scarsità d‘acqua. L’Unione Europea utilizza ogni anno il 13% di tutte le risorse rinnovabili e accessibili di acqua dolce. Se da un lato questa percentuale dimostra che in Europa la siccità e la scarsità d‘acqua sono più facilmente gestibili, la distribuzione non omogenea di risorse idriche e della popolazione del continente provoca situazioni di grave penuria soprattutto in alcune regioni del sud. Anche

all’interno dei confini nazionali, la situazione può risultare estremamente eterogenea. Molti paesi del Mediterraneo si trovano ad affrontare questo enorme disagio; in Spagna, ad esempio, la carenza d‘acqua è molto comune nel sud (Andalusia), mentre alcune regioni del nord abbondano in risorse idriche (Galizia).8 Circa la metà di tutta l‘acqua dolce rinnovabile e accessibile è utilizzata per la fornitura di acqua potabile, le colture, la produzione di energia e di altri prodotti. In Europa, circa la metà del prelievo di acqua è utilizzata per il raffreddamento nel settore energetico, mentre l’altra metà si diversifica in agricoltura, fornitura idrica pubblica e industria. A livello globale, l’acqua è impiegata soprattutto per l’irrigazione nel settore agricolo. Chi usa l’acqua, e quanta? Nel continente europeo la maggior parte dell‘acqua è utilizzata per il raffreddamento nel settore energetico (45%), per l‘agricoltura (22%), per l‘approvvigionamento idrico pubblico (21%) e per l’industria (12%). Tuttavia, i dati regionali o nazionali possono differire significativamente da


14 / L’ACQUA

questa media. Nell‘Europa meridionale l‘agricoltura è responsabile di oltre il 50% (in alcuni paesi anche oltre l‘80%) del prelievo di acqua, mentre nell’Europa occidentale oltre il 50% dell‘acqua estratta è impiegata per il raffreddamento nel settore energetico. Allo stesso modo, il prelievo di acqua nel settore industriale rappresenta circa il 20% nell’ Europa occidentale, ma solo il 5% nel Sud Europa.9 Nella nostra vita quotidiana, utilizziamo l‘acqua sia direttamente che indirettamente. L’uso diretto dell’acqua si compie in attività quali cucinare, bere, fare il bagno e le pulizie. Nei paesi industrializzati l’uso diretto di acqua giornaliero pro capite è di gran lunga al di sopra della media mondiale. L‘impronta idrica derivante dalle nostre abitudini di consumo è notevolmente superiore al dato di consumo diretto di acqua ed è in gran parte determinata dal consumo di cibo e altri prodotti agricoli. L’impronta idrica media pro capite per anno è circa 1.400 m³, ma queste medie differiscono significativamente da paese a paese: 2.840 m³ in Stati Uniti, 1.380 m³ in Giap-

pone, 1.070 m³ in Cina. Su base giornaliera, l‘impronta idrica media di un abitante del Nord America (7.650 litri), risulta essere la maggiore a livello mondiale mentre l’impronta idrica media di un cittadino africano è la più bassa (3.350 litri).10

M NEL MONDO11 Partiamo dal dato che il fabbisogno minimo biologico pro capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri d’acqua nelle 24 ore. Senza cibo si può vivere un mese, ma senz’acqua non si supera una settimana. E per poter parlare di condizioni accettabili di vita occorrono non meno di 50 litri d’acqua al giorno per ogni essere umano. In realtà, per miliardi di persone disporre di 50 litri d’acqua ogni giorno è pura utopia, al punto che le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri il diritto minimo all’acqua come obiettivo di mobilitazione della Giornata Mondiale del 22 Marzo.

Nel mondo si passa da una disponibilità media di 425 litri al giorno di un abitante degli Stati Uniti ai 10 litri al giorno di un abitante del Madagascar, da 237 in Italia a 150 in Francia. Le stime medie indicano un consumo di 350 litri d’acqua al giorno per una famiglia canadese, di 165 per una europea e di 20 litri per una famiglia africana. L’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma, però, che al di sotto della soglia di 50 litri d’acqua al giorno si può già parlare di sofferenza per mancanza di acqua e che il 40% della razza umana vive in condizioni igieniche impossibili soprattutto per carenza di acqua. Un abitante su due della Terra, tre miliardi di persone, abita in case che non hanno sistema fognario. Attualmente un abitante della terra su cinque non ha acqua potabile a sufficienza: 1,2 miliardi di persone. In 29 Paesi il 65% della popolazione è al di sotto del fabbisogno idrico vitale. Oltre 1 miliardo di persone beve acqua “non sicura”. 3,4 milioni di persone ogni anno (5 mila bambini al giorno) muoiono a causa di malattie trasmesse dall’acqua.


L’ACQUA / 15

Statistiche mondiali12 aggiornate al 29/01/2014

L’emergenza acqua non riguarda soltanto i Paesi in via di sviluppo ma anche l’evoluta Europa. Secondo l’OMS il 16% della popolazione del Vecchio continente non ha acqua potabile e ben 140 milioni di europei non hanno accesso ad acqua pulita e servizi sanitari. Una situazione nella quale, sempre stando ai dati dell’OMS, oltre 13.500 bambini europei perdono la vita ogni anno per malattie correlate a queste carenze. Il tributo maggiore viene pagato dai Paesi della “Subregione B” in Europa. In Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria, Georgia, Kyrgyzstan, Polonia, Romania, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Tajikistan, Macedonia, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan ogni anno muoiono più

di 11.000 minori di 14 anni. Ma l’OMS avverte che probabilmente si tratta di una sottostima.

I IN ITALIA13 Il 97% dell’acqua dolce in Italia è nelle falde acquifere. Gran parte di queste falde sono alimentate da territori sottoposti a tutela. Sono 155 i miliardi di metri cubi di disponibilità annua teorica d’acqua per usi civili e produttivi. Circa 2700 metri cubi è la quota pro capite per abitante. Ma l’irregolarità dei deflussi e le inefficienze riducono que-

sta disponibilità a 110 mld di m³ e a 2000 m³ pro capite. La disponibilità d’acqua diminuisce ogni anno, le località in emergenza idrica crescono di numero, i costi ed i prezzi dell’acqua sono in rapido aumento. Il 15% della popolazione italiana, ossia circa otto milioni di persone, per quattro mesi l’anno (giugno/settembre) è sotto la soglia del fabbisogno idrico minimo di 50 litri di acqua al giorno a persona. Il 30% dell’acqua che entra nelle condotte idriche si perde per strada e non arriva nelle case. Il 40% dell’acqua per irrigazione (pari al 70% medio dei consumi totali) si perde lungo le tubazioni dalle sorgenti, dagli invasi alle prese e agli idranti.


16 / L’ACQUA

In tutto il Bacino del Mediterraneo, Italia compresa, nell’ultimo secolo si è verificata una diminuzione delle precipitazioni estive pari a circa il 20%, accompagnata da un aumento delle temperature di 1,5 gradi. Gli scienziati ci dicono che il clima è di per sé una variabile in continua evoluzione e che l’anomalia climatica che stiamo vivendo consiste nel fatto che, diversamente dal passato, all’aumento della temperatura non corrisponde un incremento delle precipitazioni. Ma queste si concentrano in periodi di pioggia brevi ed intensi, provocando piene fluviali e inondazioni eccezionali. Penuria e improvvise e torrenziali abbondanze costituiscono una seria minaccia da fronteggiare per uomini e cose, per l’ambiente e la natura, per l’economia e le produzioni agricole. La cattiva gestione delle acque di scarto, d’altro verso, contaminate con sostanze chimiche e da altre scorie, sta inquinando le riserve idriche che pur essendo rinnovabili rimangono sempre costanti. La riserva idrica è impoverita dallo sfruttamento delle falde acquifere e dalla incapacità delle stesse di rigenerarsi. Viene alterato l’ecosistema fluvia-

le, impedito il deflusso regolare delle acque e dei sedimenti con effetti devastanti sugli equilibri del sistema idrogeologico e del ciclo naturale dell’acqua. Nel recente passato in Italia l’acqua era gestita da 7 mila enti e soggetti diversi attraverso 13 mila acquedotti.

Perdita dalle reti urbane16


L’ACQUA / 17

S COME SI SPRECA14 A livello globale, la perdita d’acqua causata da sprechi nei sistemi di approvvigionamento è molto alta, ma varia in modo significativo nelle diverse aree del mondo. Alcuni paesi europei hanno raggiunto buoni risultati sia in termini tecnici che economici, per esempio in Germania e Danimarca i tassi di perdita sono inferiori al 10%. Tuttavia, le perdite di acqua pubblica in Spagna, Francia e Irlanda rimangono molto alti (uguali o superiori al 20%), mentre in Bulgaria il 50% dell‘acqua si perde per effetto di sprechi. La figura a lato fornisce una panoramica delle perdite di acqua causate dagli sprechi in alcuni paesi europei.15 IN BAGNO farsi la doccia

Se per immergersi in una vasca si utilizzano circa 150 litri di acqua, una doccia da cinque minuti ne richiede solo 100, ben 50

in meno; ma se ne potrebbero impiegare molti di meno se mentre ci si insapona e ci si striglia si chiudesse il rubinetto. chiudere il rubinetto

Un rubinetto che perde anche solo una goccia ogni due secondi arriva a perdere, in un mese, ben 200 litri d’acqua. Lasciare il rubinetto aperto mentre ci si lava i denti è uno spreco d’acqua inutile. Contando un tempo di spazzolamento ideale di 2 minuti, lasciare scorrere l’acqua per tutto il tempo significa infatti sprecare ben 10 litri di acqua. In barba allo spreco d’acqua radersi per 5 minuti con il rubinetto aperto significa sprecare 25 litri d’acqua. tirare lo sciacquone

Lo scarico del bagno convoglia il 20% dei consumi domestici d’acqua, con una media di 10 litri per utilizzo. Il consiglio è allora di non utilizzare il WC come un cestino, gettando cartacce o altri rifiuti. Un WC che gocciola può sprecare tra i 135 e i 2.250 litri di acqua al giorno. A volte le perdite sono impercettibili ed è necessario prestare molta attenzione per accorgersi di uno

sgocciolamento indesiderato.


18 / TECNOLOGIE ATTUALI

(

T come

TECNOLOGIA STATO DELL’ARTE, RICERCA E RISPARMIO

)


TECNOLOGIE ATTUALI / 19

R INNOVAZIONI PER IL RISPARMIO D’ACQUA Una panoramica di ciò che si può trovare in commercio per ridurre il consumo di acqua, sistemi integrati (rubinetti intelligenti) e adattatori per ogni tipologia di rubinetto. IDEAL STANDARD17 (IT)

riduttore di portata

Il dispositivo, da inserire all’interno dell’aeratore, permette di regolare il flusso dell’acqua scegliendo tra 4 posizioni. Il dispositivo, può essere applicato a qualsiasi aeratore standard, consentendo un risparmio d’acqua fino all’80%.

Riduttore di portata

aeratore pressure control

Grazie allo speciale aeratore a flusso lamellare si può ridurre la portata d’acqua da 13 l/m a soli 5 l/m. Il risultato è un’acqua più “morbida”, con una maggiore presenza d’aria al suo interno, e un risparmio di acqua che può arrivare sino all’80%.

Aeratore pressure control

sistema eko

Grazie alla cartuccia EKO sollevando la leva fino al primo scatto, si ottiene un risparmio di acqua pari al 50%. Superando la resistenza è possibile invece regolare qualsiasi volume d’acqua tra il 50% e il 100%. Il Sistema EKO è facilmente estraibile e può essere installato anche successivamente. Attitude è uno dei miscelatori monocomando Ideal Standard dotati di Sistema EKO.

Sistema EKO


20 / TECNOLOGIE ATTUALI

HANSGROHE18 (D) ecosmarth

Consiste in speciali diffusori che incamerano particelle di aria nell’acqua, rendendo il getto più vaporoso e confortevole. EcoSmart utilizza infatti un O-ring di precisione che risponde alla pressione dell’acqua e riduce i consumi: quando la pressione è alta, l’O-ring riduce l’apertura attraverso la quale passa l’acqua, mentre quando è bassa allarga l’apertura, mantenendo costante il volume d’acqua. Risparmio dichiarato: per docce, -40% di consumo, riduzione da 15 l/min a 9 l/min; per mixers, -60% di consumo, riduzione da 13,5 l/min a 5 l/ min. TOTO19 (JP) self power

Nel caso delle rubinetterie proposte da Toto, una turbina-dinamo interna alimenta il dispositivo di attivazione e di spegnimento che a sua volta utilizza l’energia prodotta dal getto dell’acqua: esso è programmato per erogare un massimo di quattro litri al minuto consentendo in questo modo un dimezzamento dei consumi idrici.

self power

Un generatore posto all’interno del rubinetto, sfrutta il flusso d’acqua per rendere il microsensore autosufficiente a livello energetico.


TECNOLOGIE ATTUALI / 21

GROHE20 (D) ondus veris digital

Tecnologia elevata anche per la linea digitale di miscelatori ed accessori per il bagno di Grohe: ciascun dispositivo di erogazione viene gestito attraverso un pannello di controllo digitale che consente di regolare temperatura dell’acqua e potenza del getto, quest’ultima controllata anche dall’anello esterno evidenziato da un piccolo LED. La tecnologia wireless inoltre consente di controllare a distanza le funzionalità degli elementi.

nella parte superiore del beccuccio per iniziare il flusso d’acqua. Per terminarlo basta ripassare la mano sopra il sensore.

DMP21 (IT) tube rz

Il rubinetto di DMP è dotato di un dispositivo antiallagamento che garantisce l’interruzione del flusso d’acqua dopo soli 90 secondi di getto continuo e si attiva grazie ad una fotocellula. MOEN22 (USA) motion sense

Moen ha progettato un rubinetto a mani libere che utilizza due sensori avanzati per impostare l’acqua in movimento. Basta far passare la mano sopra il sensore

motion sense

Il sensore ready (posto in basso) è utilizzato per operazioni rapide come lavarsi le mani o riempire una tazza.


22 / AEQUA

(

AE come

AEQUA L’ACQUA DIVENTA EQUA

)


AEQUA / 23

L L’idea progettuale della mia tesi nasce dalla consapevolezza che viviamo in un mondo con risorse finite. Ciononostante consumiamo come se non ci fosse un domani e lo status quo possa rimanere eterno. In particolare mi riferisco al consumo di acqua, nello specifico alla nostra toilette quotidiana: lavarsi la faccia, i denti, le mani, radersi la barba, usare la doccia, usare il bidet. Tutte operazioni che comportano un dispendio d’acqua (necessario), e che se svolte con più accortezza eviterebbero uno spreco d’acqua (inutile e costoso). Il focus della mia ideazione, quindi, è rivolto verso quei sistemi di rubinetteria classici o datati (insomma non intelligenti o tecnologici) che costituiscono la maggior parte di quelli presenti in circolazione, almeno in Italia. Dato il loro costo contenuto e la loro funzionalità, difficilmente verrebbero sostituiti con altri che

consentano un risparmio idrico, ma ben più costosi. Perciò ho pensato di progettare un sistema che trasformi queste rubinetterie classiche al pari della controparte intelligente, mantenendo i costi di acquisto e di installazione, e portando un notevole risparmio, sia in termini idrici che monetari. Tutto ciò l’ho chiamato WALLER.


24 / AEQUA

(

W come

WALLER THE WATER CONTROLLER

)


AEQUA / 25

WALLER DOPPIO (versione per lavabo e bidet) posizionamento

Quindi il WALLER si rivolge a chiunque abbia dei rubinetti tradizionali nel bagno (lavabo, bidet e doccia), sfruttando la normalizzazione e standardizzazione dei componenti e delle misure. Infatti si applicherebbe tra i tubi flessibili che si raccordano al rubinetto e le valvole di raccordo all’impianto idrico. funzionamento

Il WALLER si frappone dunque nel flusso dell’acqua dall’impianto idrico al rubinetto, ed agisce come ulteriore valvola, permettendo così la regolazione del flusso a prescindere dal rubinetto (quest’ultimo deve comunque essere aperto per poter far scorrere l’acqua). In questo modo, con una temporizzazione del flusso d’acqua in base alle necessità (lavarsi i denti, le mani o la faccia), autonomamente ne regola il passaggio, permettendolo o meno. Con un funzionamento simile a ciò che avviene nelle cartuccia del miscelatore (il cuore del rubinetto), in cui due lamelle circola-

ri forate consentono di regolare il flusso d’acqua e regolarne, all’incirca, la temperatura. Il WALLER è dotato di un corpo “a farfalla” per consentire di cambiarne l’angolazione, con un rivestimento in alluminio cromato, e presenta una forma simmetrica: nei due cilindri di raccordo trovano posto i dischi lamellari per l’interruzione del flusso d’acqua ed una ventola che, sfruttando l’energia cinetica dovuto al passaggio del fluido, permette al dispositivo di autoalimentarsi. Nel corpo circolare centrale, infine, sono presenti la batteria ricaricabile e i componenti elettronici (microprocessore, dispositivo bluetooth, trasformatore) che ne consentono il funzionamento. Quest’ultimo è comandato tramite un dispositivo di comando in remoto. dispositivo di comando

Per il comando del WALLER ho pensato di creare un dispositivo con un’estetica che possa adattarsi alla maggior parte dei sanitari e delle rubinetterie classiche,

che quasi sempre prediligono forme tondeggianti, mentre per l’interfaccia ho ideato delle icone semplici ed intuitive. Il dispositivo è caratterizzato da un touch display con 3 icone nella parte superiore per 3 diversi programmi (lavarsi le mani, i denti e la faccia), un’icona centrale che permette il controllo del rubinetto senza l’intervento del WALLER, 2 icone laterali per il controllo della temperatura dell’acqua, e un’icona in basso che mostra alcuni dati (temperatura corrente ed erogazione dell’acqua in tempo reale in litri).


26 / AEQUA


AEQUA / 27

Sopra. Schema dei componenti standard presenti sotto il lavabo e localizzazione del WALLER. Nella pagina a sinistra. Impianto standard presente sotto un lavabo.


28 / AEQUA

Esploso di un rubinetto 4 vie 3/8� con particolare sulla cartuccia del miscelatore.


AEQUA / 29

Cartuccia di un miscelatore monocomando a 2 vie con schema sulle lamelle circolari.


30 / AEQUA

Il WALLER in una vista frontale.


AEQUA / 31


32 / AEQUA

Sopra. Uno sezione laterale del WALLER ne mostra: 1. la ventola al centro e 2. il disco lamellare in alto. Le frecce indicano la direzione del flusso d’acqua, con l’entrata in basso e l’uscita in alto. Nella pagina a destra. Il WALLER doppio in un render ambientale


AEQUA / 33


34 / AEQUA

Il touch display con le icone dell’interfaccia utente. Partendo da sinistra in alto e procedendo in senso orario troviamo: lavare le mani, lavare i denti, lavare la faccia, aumento della temperatura, indicazione delle temperatura in gradi C ed erogazione attuale dell’acqua in L, diminuzione della temperatura; al centro sblocco del rubinetto dalle modalità WALLER.


AEQUA / 35

Il dispositivo di comando in un render ambientale.


36 / AEQUA

WALLER SINGOLO (versione per doccia) posizionamento

Il WALLER, in questo secondo caso, rivolgendosi sia a chi dispone di una doccetta fissa che flessibile, e sempre sfruttando la normalizzazione e standardizzazione dei componenti e delle misure, si applicherebbe tra il soffione e il raccordo a muro della doccia (o tra il tubo flessibile e il raccordo a muro).

Esempio di posizionamento del WALLER in un doccetta fissa.

funzionamento

Il WALLER singolo ha lo stesso funzionamento della sua versione doppia, con l’unica differenza che, in questo caso, nel corpo in alluminio si trovano sia ventola e lamelle circolari che (appositamente separate e a tenuta stagna) la componentistica elettronica. Perciò il corpo è leggermente più allungato. L’azionamento è comandato sempre tramite un dispositivo di comando in remoto.

dispositivo di comando

Rimane la forma ma cambia la sostanza: sempre un touch display, questa volta con una sola icona centrale, un play and pause che similmente ad uno start and stop per autoveicoli, blocca o riavvia il flusso dell’acqua, evitando così di toccare manopole o comandi che potrebbero far cambiare la temperatura desiderata. Sempre presente in basso un’icona informativa sulla temperatura e sulla quantità di acqua erogata.


AEQUA / 37

A sinistra il WALLER singolo, mentre a destra una sua sezione ne mostra le componenti interne: 1. il corpo che contiene la componentistica elettronica, 2. la lamella circolare e 3. la ventola. In azzurro frecce che indicano la direzione del flusso d’acqua.


38 / AEQUA

Il touch display con le icone dell’interfaccia utente. La disposizione del WALLER singolo non consente di poter influenzare la regolazione della temperatura dell’acqua, mentre l’estrema varietà delle caratteristiche corporee (grandezza del corpo, lunghezza dei capelli) di chi si lava, congiuntamente alle diverse abitudini igieniche (usare balsami, più tipologie di bagnoschiuma, lavarsi più volte i capelli) impedisce di creare dei programmi di lavaggio standardizzati.


AEQUA / 39

Il WALLER singolo in un render ambientale.


40 / TAVOLE TECNICHE

WALLER DOPPIO VISTA DALL’ALTO

SCALA 1:1


TAVOLE TECNICHE / 41

VISTA FRONTALE

SCALA 1:1


42 / TAVOLE TECNICHE

WALLER SINGOLO VISTA DALL’ALTO

VISTA FRONTALE

SCALA 1:1


TAVOLE TECNICHE / 43

DISPOSITIVO DI COMANDO VISTA DALL’ALTO

VISTA FRONTALE

SCALA 1:1


44 / AEQUA

(

R come

ROS IL RUBINETTO RICORDA LA RUGIADA

)


AEQUA / 45

Questo rubinetto ricrea l’unità tecnico-formale tra il WALLER e un miscelatore d’acqua. La forma è nata grazie alla visione di come l’acqua, cadendo dalle mani di un artista23, abbia creato spontaneamente “un foglia”. Una forma pura quindi. Il richiamo alla natura è forte, sia nell’estetica che nel suo cuore tecnologico, in grado di sprecare meno acqua. Ma se l’ispirazione è nata da una foglia, il ROS è il risultato di uno studio formale più complesso, in cui ho voluto evitare quella divisione che nella maggior parte dei rubinetti si crea tra la manopola del miscelatore e il resto del corpo. Un’unione tra le due parti sembrava impossibile,

invece, un attento studio delle componenti interne, ha permesso questa fusione, così che il ROS presenta un unico corpo che funge sia da manopola (regolatrice del flusso d’acqua) sia da erogatore del fluido. funzionamento

Il ROS può funzionare in due distinte modalità: automatica, con programmi standardizzati già preimpostati e selezionabili dal dispositivo di comando laterale (vedi oltre), attivando così il WALLER presente nella parte nascosta sotto il lavabo; o nella modalità manuale, in cui l’utente sceglie quando aprire o chiudere il flusso dell’acqua, scegliendone

anche l’intensità. In entrambi i casi il ROS funziona come la manopola di un miscelatore, con un movimento inverso però: in verticale è chiuso, man mano che lo si abbassa inizia a scorrere l’acqua, aumentando d’intensità fino al raggiungimento della posizione orizzontale. dispositivo di comando

Composto sempre da un touch display presenta le stesse icone viste in precedenza, questa volta disposte orizzontalmente, in una forma geometrica pulita, che non tolga visibilità al protagonista, il ROS.

L’ispirazione da una “foglia d’acqua”, una forma pura.


46 / AEQUA

Primi sketch della foglia.


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Sketch del ROS.


48 / AEQUA

Il ROS mentre dalla posizione di partenza (la più a destra) raggiunge la posizione finale di erogazione dell’acqua (la più a sinistra).


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Il ROS con la parte sottostante nascosta dal lavabo, in cui si può notare: 1. alloggiamento dei dispositivi elettronici del WALLER, 2. ventola per autoalimentarsi, 3. cartuccia del rubinetto. In azzurro frecce che indicano la direzione del flusso d’acqua.


50 / AEQUA

Il touch display del ROS con le icone che indicano, da sinistra verso destra: lavare le mani, lavare i denti, lavare la faccia, modalità manuale, regolazione temperatura dell’acqua (- e +), informazioni su temperatura (in gradi C) ed erogazione di acqua (in L).


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Il ROS in posizione verticale (chiuso), con il dispositivo di comando spento a destra.


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Il ROS in posizione orizzontale (aperto), con il dispositivo di comando acceso a destra.


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54 / AEQUA


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58 / AEQUA


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60 / TAVOLE TECNICHE

ROS VISTA LATERALE SX posizione orizzontale

SCALA 1:2


TAVOLE TECNICHE / 61

VISTA LATERALE SX posizione verticale

SCALA 1:2


62 / TAVOLE TECNICHE

VISTA FRONTALE

VISTA TERGALE

SCALA 1:2


TAVOLE TECNICHE / 63

VISTA DALL’ALTO

SCALA 1:2


NOTE INTRODUZIONE

Cosa significa oggi essere designer 1

www.difrontealfuturo.net/5ambiente.htm Thomas Hylland Eriksen, Tempo Tiranno. Velocità e lentezza nell’era dell’informatica, Elèuthera, Milano 2003, cit., pp. 139, 144 3 Georg Simmel, Le metropoli e la vita dello spirito, Armando, Roma 1995, p. 43 4 “Il momento migliore per piantare un albero era 20 anni fa. Il secondo miglior momento è ora”, antico proverbio cinese 5 Bruno Munari, Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, Editori Laterza, Bari 1981, pp. 11, 12 2

1.

L’ACQUA

1.1

Quanta (poca) acqua

Dati sulla quantità d’acqua sulla Terra (presente, accessibile, potabile) 6

7

1.2

QUANT‘ACQUA SFRUTTIAMO. Come il consumo di materie prime minaccia le risorse idriche del pianeta, Sustainable Europe Research Institute (SERI), Novembre 2011, documento pdf, p. 3, www.reduse.org/it/blog/report-globale-sulle-risorse Federparchi, Acqua nel mondo e in Italia, documento pdf, www.parks.it/acqua/finish/pdf/acqua.nel.mondo.e.in.italia.pdf

Per cosa si utilizza

Dati sul consumo d’acqua 8

QUANT‘ACQUA SFRUTTIAMO. Come il consumo di materie prime minaccia le risorse idriche del pianeta, pp. 8,9 vedi nota 8 10 QUANT‘ACQUA SFRUTTIAMO. Come il consumo di materie prime minaccia le risorse idriche del pianeta, pp. 23,24 9

1.2.1 Nel mondo 11 12

vedi nota 7 www.worldometers.info/it


NOTE / 65

1.2.2 In Italia 13

1.3

vedi nota

7

Come si spreca 14

www.chiudilrubinetto.it/#consigli QUANT‘ACQUA SFRUTTIAMO. Come il consumo di materie prime minaccia le risorse idriche del pianeta, pp. 29 16 Estimated losses from water networks, Copenhagen, European Environment Agency (EEA), 2003 15

2. 2.1

TECNOLOGIE ATTUALI

Stato dell’arte

Innovazioni per il risparmio d’acqua 17

www.blog.bagnoitaliano.it/2011/02/18/ideal-standard-soluzioni-per-il-risparmio-idrico www.pro.hansgrohe-int.com/3905.htm 19 www.it.toto.com/tecnologie/tecnologie-singolo/Technology/show/Self_Power 20 www.grohe.com/it/16469/bagno/tendenze-design/rubinetti-digitali-ed-elettronici 21 www.dmpelectronics.com/it/rubinetti_elettronici/tube-rz/id/1512 22 www.moen.com/whats-new/innovation/motionsense 18

3.

AEQUA

3.2

ROS

Acqua più equa

3.2.1 Per chi e per cosa è pensato 23

Water Sculpture, Shinichi Maruyama, www.vimeo.com/15370828



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